Negli ultimi anni l’attenzione verso la User Experience (UX) è letteralmente esplosa, e con essa anche l'uso di una serie di termini più o meno incomprensibili che farebbero invidia ad Azzeccagarbugli.
Così abbiamo preparato per te un mini bigino su alcuni dei termini più comuni nel settore, che prima o dopo potresti incontrare sul tuo cammino ?
Glossario della User Experience, dalla A alla Z
A/B Testing (anche noto come split testing): un esperimento in cui due versioni del tuo prodotto vengono sottoposte ad un gruppo di user per scoprire quale preferiscono.
Adaptive web design: approccio al web design che si prefigge di creare siti con esperienze di visualizzazione e interazione perfette da svariati device.
Agile: metodologia di sviluppo che prevede iterazioni e feedback continui per rifinire un sistema software.
Card sorting: tecnica in cui gli utenti creano una gerarchia di contenuti che formano la base dell’architettura informativa (o menù di navigazione).
Collaborative design: modo di lavorare che facilita la collaborazione tra user, stakeholder e altri membri del progetto, nello sviluppo di un software o prodotto.
Experience Map (anche chiamata user journey map): rappresentazione visiva e olistica delle interazioni che gli utenti hanno con la tua organizzazione.
Ergonomia: disciplina scientifica che si occupa dei problemi relativi alle interazioni tra persone e sistemi esterni, per ottimizzare benessere delle persone e performance del sistema.
Human Computer Interaction (HCI): include lo studio, la pianificazione e il design dell’interazione tra persone (users) e computer.
Information architecture (IA): la struttura informativa di una piattaforma.
Iterative design: procedimento ciclico che prevede prototipazione, test, analisi e affinamento di un prodotto (o processo) con lo scopo di migliorarne qualità e funzionalità.
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Lean UX: si basa sull’assunto che le tradizionali tecniche di UX non possono essere integrate in un sistema agile e rapido di sviluppo. La lean UX si propone di raggiungere un’ottima user experience, ma lo fa in modo diverso rispetto alle tecniche tradizionali di UX, per ottenere feedback il prima possibile e prendere decisioni velocemente. In particolar modo pone meno enfasi sul prodotto finale e maggiore enfasi sull’esperienza.
MVP (Minimum Viable Product): da non confondere con il Prototipo, questa versione del prodotto contiene il numero minore possibile di features (o solo alcune). Solitamente si ricorre al MVP per testare delle ipotesi senza bisogno di sviluppare l’intero progetto nella sua interezza.
Personas: identità fittizia che riflette una tipologia di utenti per i quali si sta progettando.
Prototipo: la versione a fedeltà medio-alta di app o prodotto. Spesso include elementi grafici e una prima bozza di interattività, quindi può essere utilizzato per condurre test di usabilità.
Scrum: il più noto framework Agile, solitamente adottato per completare progetti complessi. Si tratta di un processo iterativo che pone al centro lo sprint.
Sprint: unità di misura temporale di lunghezza variabile (in genere da 2 a 4 settimane) durante la quale viene creato un avanzamento del lavoro effettivo.
UI Elements : oggetti virtuali che servono per costruire un’interfaccia: bottoni, campi di ricerca, menu, ecc.
UX Assets: i materiali che servono per creare la tua app o progetto. Sono UX assets le immagini, i testi, UI elements, grafici, file audio, database, ecc.
Usabilità: la facilità con cui un sito o una app vengono utilizzati. Attenzione: l'usabilità non è una proprietà intrinseca e oggettiva del sito web - ma piuttosto caratterizza la semplicità dell’interazione fra uno specifico utente e il sito stesso.
User-centred design (UCD): processo di progettazione di un software o un sito basato sul punto di vista e sulle esigenze degli utenti. In questo caso gli users vengono coinvolti direttamente nelle diverse fasi del processo attraverso una moltitudine di strumenti, tra i quali i test di usabilità, le interviste, il card sorting.
User research: insieme di tecniche di osservazione, analisi e feedback utilizzate per comprendere comportamenti, bisogni e motivazioni degli user.
Wireframe: lo scheletro della tua app o prodotto. Si tratta di una rappresentazione statica senza immagini, contenuto o elementi interattivi e indica a grandi linee dove ciascun asset sarà posizionato sullo schermo. Si utilizza perché rende più snello organizzare e riorganizzare più volte i diversi elementi senza perdere troppo tempo.
Conclusioni
Questi sono solo alcuni dei termini che chiunque lavori nel mondo del digital e dell'innovazione dovrebbe aggiungere al proprio vocabolario. Dai termini più banali a quelli più tecnici, abbiamo cercato di dare un'idea complessiva della specificità di questa disciplina.
E siamo sicuri che con queste nuove informazioni alla prossima riunione farai un figurone!
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