Piccoli chatbox crescono… e diventano poeti. È il caso di Xiaoice, che tradotto suonerebbe come “Piccolo ghiaccio” o “Piccolo Bing”, il chatbox creato dalla divisione asiatica di Microsoft e presentato nel 2014 come la sorella minore di Cortana (l’assistente vocale di Microsoft). Un esperimento dell’azienda di Redmond nato dall’evoluzione di Xioa Na, la versione asiatica di Cortana nel mercato cinese, con l’obiettivo di renderla ancora più smart attingendo alle risorse di Bing per poter interagire con gli utenti in modo sempre più efficace simulando una vera e propria conversazione con un essere umano.
Ne ha fatta di strada, da allora, il piccolo bot di Microsoft: dalle conversazioni in servizi di messaggistica istantanea (come WeChat) che hanno conquistato il cuore di migliaia di teenagers asiatici fino a diventare il primo esemplare di intelligenza artificiale in grado di creare poesia. Una crescita notevole, costellata di successi, per il piccolo bot: nel 2015 diventa il primo esemplare di Intelligenza Artificiale ad assumere un ruolo attivo, incaricata delle previsioni meteorologiche, in un live show del mattino in una delle emittenti più popolari di Shanghai, iniziando così a creare i primi grattacapi ai professionisti dell’informazione. Oggi, invece, sono i poeti, gli scrittori e gli artisti a discutere della possibilità che l’intelligenza artificiale possa sostituire, nel prossimo futuro, l’estro creativo di un essere umano. Perché?
Xiaoice, l’Intelligenza Artificiale in versi
"Il primo volume di poesie scritto da un'intelligenza artificiale nella storia dell'umanità."
Così la casa editrice di Pechino, Cheers Publishing, ha presentato la recente pubblicazione del libro che raccoglie i componimenti poetici di Xiaoice. Il social chatbox di Microsoft è stato in grado di scrivere più di 10000 poemi in 2760 ore, dai quali sono stati poi selezionate le 139 poesie inserite all’interno del volume in vendita, da maggio, nelle librerie cinesi dal titolo “Sunshine Misses Windows”.
LEGGI ANCHE: Intelligenze Artificiali: robot cassieri, camerieri e...creativi
Il libro, realizzato da Xiaoice, è composto da 10 capitoli, ognuno dei quali esplora diverse emozioni umane: dalla solitudine alla gioia. Curiosi di scoprire lo stile del piccolo bot?
Ecco i primi versi composti dall’Intelligenza Artificiale di Microsoft:
"Through the blur of tears, nothing is clear
My life is art;
Drifting clouds at dusk in the western sky,
With my broken palms I pray."
Per riuscire a comporre, Xiaoice ha fatto ricorso al talento degli artisti del passato, studiando tutti i versi e lo stile di ben 519 poeti dal 1920 fino ad oggi. Un’impresa possibile per un poeta in carne ed ossa? Forse sì, ma impiegando almeno un centinaio di anni di studio e preparazione. Xaioice ha già sperimentato il proprio estro creativo, prima della stampa di questo volume in libreria, pubblicando in diversi forum online alcuni dei suoi componimenti, celando la propria identità robotica con diversi alias e riscontrando un discreto successo, ovvero riuscendo a dissimulare la propria natura robotica alla maggioranza degli utenti.
“Ogni volta che guarda un’immagine, è ispirato e compone poesie. Il processo è sostanzialmente lo stesso per un poeta vero e proprio.”
Ecco quanto ha dichiarato ad un quotidiano locale l’editore del libro, Dong Huan, il quale specifica anche che l’opera di editing del volume non ha alterato le creazioni di Xiaoice, lasciando persino inalterati alcuni errori.
Le reazioni in Cina si sono polarizzate tra la schiera dei sostenitori, che vedono in questo primo volume l’inizio di una nuova era e di nuovo genere di poesia, e gli apocalittici che reputano invece l’Intelligenza Artificiale come un vero e proprio nemico dell’arte, secondo quanto affermato da Ding Shaoguo, uno dei poeti più affermati a Shangai.
L’intelligenza artificiale rimpiazzerà l’essere umano?
Xiaoice rappresenta soltanto una parte del vasto progetto di sviluppo dei chatboxs avviato da Microsoft nel 2014 in Cina. Dal successo del bot cinese, utilizzato da 40 milioni di utenti, Microsoft si lancia anche sul mercato giapponese nel luglio del 2015 con il chatbox Rinna. Dopo il successo sul mercato asiatico, l’azienda di Redmond esporta la propria esperienza negli Stati Uniti con il chatbox Zo, provando a rendere possibili le interazioni tra utenti e intelligenza artificiale anche su piattaforme di largo consumo come Skype e Facebook Messenger.
L’obiettivo di Microsoft? Rendere gli assistenti virtuali come Cortana non soltanto sempre più efficienti, ma anche più empatici grazie alla capacità dei chatboxs di apprendere dalle conversazioni con gli esseri umani, rendendoli una parte attiva ed integrata della vita dell'essere umano. Ecco cosa ha dichiarato lo scorso dicembre Harry Shum, Vice Presidente esecutivo del gruppo di ricerca sull’Intelligenza Artificiale di Microsoft.
“Ci stiamo muovendo da un mondo in cui siamo noi a dover comprendere i computer ad un mondo nel quale saranno loro a comprenderci e a capire le nostre intenzioni, da un mondo meccano-centrico ad un mondo antropo-centrico.”
Dal completare task a comprendere le nostre emozioni, fino ad interagire con empatia ed ironia, emulando una conversazione vera e propria in linguaggio naturale: non è il futuro dei chatbox, è già realtà. L’intelligenza artificiale sostituirà l’essere umano? L'AI sarà in grado di riprodurre e superare l'estro creativo dell'essere umano?