Se vi hanno lanciati in un mondo anni '80 fatto di capelli cotonati, prese acrobatiche, stereotipi e coraggio; se, presi dalla morsa di una delle ultime produzioni Netflix, non avete saputo resistere e avete detto la vostra sui social media; ma anche se, semplicemente, siete rimasti tramortiti a terra dai salti mortali del finale (ok, no spoiler), questo articolo è per voi.
Glow, la serie TV di Netflix sul wrestling al femminile è stata accolta molto bene dalla critica, ma non solo. Quello che ci interessa, da buoni nerd dei social, è capire se e come l’interazione del pubblico avrà un effetto sulla longevità della serie. Secondo un report di Fizziology, infatti, Glow si è distinta nel guadagnarsi l’attenzione di un pubblico molto vasto e variegato.
Le statistiche in questione si basano su un benchmark dedotto dall’indicizzazione dell’engagement via social di 40 programmi TV proposti su piattaforme di streaming, tra cui Netflix, Hulu e Amazon che viene poi incrociato con dei segmenti di utenti. La definizione degli utenti è autobiografica, ovvero si va a guardare quanto ogni utente propone nella bio: se, ad esempio, un utente si definisce un fan della Marvel, rientrerà nella categoria degli amanti di fumetti.
La cosa interessante emersa dal report è che Glow ha ottenuto risultati di engagement al di sopra delle aspettative innanzitutto tra gli amanti di fumetti, con il 95% in più di quanto aspettato dal benchmark. In particolare risulta che gli amanti dei comics abbiano interagito con Lin-Manuel Miranda e con il giornalista di MMA Ben Fowlkes, entrambi favorevoli alla serie e che hanno commentato positivamente su Marc Maron (sullo schermo il regista Sam Sylvia).
Ma anche altre categorie hanno interagito più del solito con la serie: gli appassionati di giochi di ruolo hanno risposto più del 67%, i “liberal” più del 57%, il pubblico LGBT più del 47% e persino il segmento composto da genitori e pubblico over 50 ha condiviso per più del 30% di quanto atteso.
Non è il primo caso in cui, per Netflix, l’interazione del pubblico sui social sorprende le aspettative: Girlboss aveva raggiunto risultati in assoluto ancora maggiori nella prima settimana di uscita. Tuttavia il segmento con l’engagement maggiore era quello femminile (74%), mentre Glow vince su fronti diversificati.
Innanzitutto, a livello temporale, Glow ha mantenuto vive le conversazioni per due settimane, circa 300 volte più di Girlboss al giorno, se si considera lo stesso periodo.
Certo, Sense8 ci insegna che non basta essere forti sui social per garantirsi una nuova stagione, in termini assoluti. Ma è anche vero che i costi di produzione di Sense8 erano comunque molto più alti (stiamo parlando di 9 milioni a episodio) e che, comunque, il pubblico coinvolto dalla serie si è rivelato in larga parte già iscritto a Netflix. La forza di Glow sta, invece, nell'avere dalla sua un pubblico diversificato e potenzialmente interessato a iscriversi a Netflix per seguire la serie, portando nuovo business al brand.