È sempre più evidente come i prestigiosi brand della moda e del lusso (nonché quelli del beauty) stiano integrando nelle loro strategie le leve offerte dal digitale: la ricerca visuale all'interno dell'e-commerce, la realtà aumentata, l'online streaming, wearable technology, le app di messaggistica (i chatbot) e l'analisi dei Big Data per raggiungere il pubblico in modo diretto e snellire i flussi.
Alcuni stimoli? Una delle nuove frontiere dell'e-commerce è il servizio "Try Before You Buy": l'opportunità di ordinare i capi dallo shop online, provarli a casa e restituire quelli che non ti soddisfanno pagando solo ciò che tieni. Ultima ma non ultima è l'importanza delle sfilate in modalità "See now buy now" per vendere ai clienti le nuove creazioni in tempo reale.
Ma basta con le anticipazioni. Partiamo subito alla scoperta delle ultime news digital del settore moda!
Amazon: in arrivo il servizio "Try Before You Buy"
Sei abituato/a a comprare online ma capita che, nel momento in cui stai per acquistare un abito, pensi “E se poi non mi va bene?”?
Per te Amazon ha risolto il problema, superando la dinamica esistente “compro, se non è la taglia giusta lo restituisco e ricevo indietro i soldi” dando vita al servizio Prime Wardrobe.
Ecco come funziona: ordini da 3 a 15 capi di abbigliamento, li provi a casa tua e se non sei soddisfatto li restituisci pagando solo quelli che scegli di acquistare effettivamente.
Il servizio “Try before you buy”, inizialmente a disposizione soltanto per i membri Amazon Prime, prosegue nella direzione di eliminare tutte le possibili cause di “attrito” verso lo shopping online.
Hey fan di Amazon, ti ho incuriosito? Questo è l'articolo dove puoi approfondire: Amazon Prime Wardrobe lets you try on and return clothes free.
Asos introduce la ricerca visuale: vuoi quel capo? Scatta la foto, caricala sul "search box" e trovi i capi simili da acquistare
Stai camminando per strada quando vedi una persona con una giacca che ti piace e che vorresti anche tu. Come fare per averla?
Oggi è possibile avere quel capo semplicemente scattando una foto e caricandola su un e-commerce dotato di “visual search”.
Negli ultimi anni, infatti, si sono sviluppati svariati software di ricerca visuale per dare l’opportunità agli utenti degli shop online di inserire un’immagine e ottenere una selezione di capi simili. Alcuni di questi tool sono nomi noti come ASAP54 (definito lo Shazam dello shopping), Craves, Donde Fashion, Slyce e Snap Fashion.
Numerosi e-commerce hanno iniziato a integrare la “ricerca visuale” per dare l’opportunità ai propri consumatori di velocizzare la ricerca di determinati capi (pensa a Neiman Marcus o Urban Outfitters che utilizzano Slyce). Con tale metodo, gli utenti possono caricare un’immagine direttamente all’interno del “search box” e trovare capi simili nell’e-store. L’immagine caricata può essere uno screenshot dall’account Instagram di una celebrity o di un influencer, ma può anche essere una foto scattata per strada ad una sconosciuta. Questa metodologia accorcia notevolmente lo spazio di tempo tra il momento dell’impulso e quello dell’acquisto.
L’obiettivo dell’intelligenza artificiale è quello di migliorare l’esperienza dell’utente facilitando le transazioni online. Più transazioni vanno a buon fine, maggiore è la customer satisfaction e la conversione. Grazie all’intelligenza artificiale, gli e-commerce dimostrano maggiore capacità di comprensione dei desideri dell’utente aumentando allo stesso tempo efficienza, automazione e conoscenza del cliente (qualche spunto interessante lo trovi qui).
Se è vero che al momento la tecnologia non è in grado di fornire come risultato esattamente quel capo, è anche vero che l’intelligenza artificiale è in grado di fornire risultati “simili” per forma, colore e stampe. Ecco le parole di Richard Jones, Head of product e UX di ASOS, noto e-commerce di abbigliamento e accessori che di recente ha integrato la ricerca visuale per offrire un servizio migliore agli utenti.
“It’s about getting as close as possible to giving you something that is visually similar.”
Per approfondire puoi leggere l'articolo su Forbes: Fashion Site ASOS Launches Visual Search Tool To Aid Inspiration And Discovery For Shoppers.
Kate Spade sfrutta la realtà aumentata per portare traffico al nuovo flagship store di Parigi
Portare il consumatore a visitare il nuovo flagship store di Parigi: questo l'obiettivo del brand Kate Spade. Perché non farlo unendo moda, tecnologia e influencers?
Leggi anche: Chatbot, virtual fitting room e shoppable Apple TV: tante novità nel settore digital fashion
Così sono nati un'app a realtà aumentata e il progetto dal titolo “Jow Walks” che vede la presenza, sul sito My little Paris, di una mappa interrattiva con dieci posti preferiti da influencers e bloggers parigini (Adenorah, Natacha Birds, e The Balloon Diary by Anna Dawson).
Nel momento in cui un utente clicca su una delle location appaiono patterns e oggetti che hanno reso famoso il brand (i fenicotteri, i taxi gialli di NY…). Gli utenti sono invitati a pubblicare sui social media una foto scattata in una delle location utilizzando l’hashtag #KateSpadeJoy; chi partecipa e si è reca in store riceve un gift. Il risultato è un’esperienza immersiva che sfrutta varie leve: l’influencer marketing, la realtà aumentata, il social sharing.
Per saperne di più puoi continuare a leggere qui: Kate Spade New York guides Paris tours with help from AR and influencers.
Smartwatch: in casa TCL arriva un nuovo orologio intelligente
TCL (la holding a cui appartengono anche i marhi Alcatel e Blackberry) ha portato sul mercato Movetime, una novità in fatto di smartwatch. Oltre alla caratteristiche base, al collegamento con lo smartphone - tramite tecnologia bluetooth - e la resistenza ad acqua e polvere - garantita dalla certificazione IP67-, c’è di più.
Il sistema di gestione permette di controllare lo smartwatch usando i movimenti: basta infatti ruotare il polso per attivare la fotocamera dello smartphone, portare avanti o indietro una canzone e aumentare la luminosità.
Curioso/a? Ti suggerisco l'articolo TCL Movetime, lo smartwatch si controlla con i gesti.
Prada Journal: il branded content fatto dai clienti
Per chi non ne avesse ancora sentito parlare, Prada Journal è il concorso creato da Prada in collaborazione con Giangiacomo Feltrinelli Editore e Luxottica. È un invito a raccontarsi attraverso un contenuto digitale.
La quarta edizione del progetto invita a riflettere sugli Inner Landscapes, ovvero sulla relazione tra il proprio mondo interiore e il mondo circostante. Prada Journal ha scelto un nuovo linguaggio, una poetica contemporanea che collega il testo all’immagine, sia essa una fotografia, un video o un’illustrazione.
Protagonisti sono gli occhiali da vista della collezione Prada Journal, sviluppati in collaborazione con Luxottica. È attraverso gli occhiali che il brand chiede agli utenti di raccontare il proprio inner landscape: emozioni, sensazioni e visioni. Come scrive Vanity Fair:
“Lenti che diventano canale privilegiato e finestra sull’universo interiore, producendo al contempo una riflessione collettiva.”
Per partecipare occorre iscriversi al sito www.prada.com/pradajournal e condividere un contenuto (fotografico, grafico, video) che racconti il proprio paesaggio interiore. Hai tempo fino al 15 dicembre. I migliori contributi verranno condivisi sull’account Instagram (https://www.instagram.com/pradajournal) per dare vita a uno stream of consciousness digitale e collettivo.
Ralph Lauren rende "shoppable" la sfilata di New York
Trasformare gli spettatori di una sfilata in immediati acquirenti.
Questo è il nuovo obiettivo che si stanno ponendo le case di moda, rompendo gli schemi e le tempistiche a cui siamo abituati. Perché aspettare sei mesi per avere quel pezzo che stai vedendo ora in passerella? Lo vuoi? Lo puoi avere, ora.
Durante la New York Fashion Week, Ralph Lauren, nel suo garage a Bedford, ha dato vita ad uno degli show più attesi delle settimane della moda: in passerella le collezioni uomo e donna erano totalmente shoppable. Ma non è il primo brand a dare questa opportunità ai suoi clienti: ci hanno già provato grandi nomi come Tommy Hilfiger, Moschino e Burberry.
Continua la lettura su Business Of Fashion: Decoding the digital strategy behind Ralph Lauren garage show.