Tra tutte le novità di Facebook, fa discutere l’annuncio di venerdì 27/10: un aggiornamento sui continui sforzi sulla trasparenza e autenticità, annunciato dal Vicepresidente di Facebook ads Rob Goldman. In realtà è un cambiamento molto importante, che ha fatto e sta facendo discutere gli addetti ai lavori. Vediamo di che si tratta.
La trasparenza delle Facebook Ads
Zuckerberg aveva promesso maggiore trasparenza in tutto il mondo per gli annunci elettorali. Questa maggiore trasparenza delle Facebook ads è stata estesa a tutti i tipi di annunci. Chi visiterà una qualsiasi pagina fan su Facebook, troverà un pulsante “View Ads”. Cliccando su quel pulsante si aprirà una lista di tutti gli annunci che i gestori della pagina hanno lanciato su Facebook, Instagram e Messenger.
Il piano di roll-out inizia dal Canada il mese prossimo, sarà esteso agli USA e al resto del mondo entro l’estate prossima. Gli annunci saranno visibili nella versione che l’utente troverebbe nel suo newsfeed, anche se è possibile che i gestori ne abbiano creato altre versioni e formati.
Non tutti gli annunci saranno mostrati, almeno in una prima fase. Saranno esclusi, per esempio, gli annunci legati alle offerte sponsorizzate.
Chi cliccherà su quel pulsante però vedrà tutti gli annunci per cui i gestori della pagina visitata stanno pagando Facebook anche se non sono parte del pubblico a cui sono rivolti.
In altre parole, se i gestori creassero un annuncio rivolto solo a un certo profilo di utenti, visitando questa sezione della pagina sarà possibile per tutti vedere l’annuncio, anche per chi non corrisponde al profilo.
Tra gli annunci così visibili ci saranno anche i post sponsorizzati, compresi i dark post. Sono, questi, i post che non sono stati pubblicati nella pagina (e quindi invisibili a chiunque la visiti) ma che sono stati creati solo per essere promossi attraverso un annuncio a pagamento, appunto.
Facebook Ads e politica
Se per gli annunci commerciali Facebook si limiterà (si fa per dire) a mostrare gli annunci stessi, per quelli che rientrano in questa particolare categoria la trasparenza sarà ancora maggiore.
Secondo le dichiarazione di Rob Goldman, infatti, in questo caso i dati messi a disposizione di chi visiterà la pagina che fa quel tipo di promozione, includeranno
- un archivio degli annunci fatti negli ultimi 4 anni, in cui sarà possibile fare ricerche, retroattive fino alla data di creazione dell’archivio stesso;
- il totale di denaro speso per gli annunci;
- il numero di impression degli annunci;
- le informazioni demografiche (Età, ubicazione geografica, genere, per dire alcuni) del pubblico a cui è rivolto l’annuncio.
Sarà possibile sapere, ad esempio, quanto un certo politico o partito abbia speso o a chi si sia rivolto e con quale messaggio.
Chiunque voglia pubblicare annunci di stampo politico dovrà verificare la propria identità soddisfando le richieste di documentazione dello staff di Facebook.
Gli annunci promossi in questo modo saranno facilmente identificabili dalla scritta “paid for by” (pagato da) e cliccando sul nome dello sponsor, sarà possibile avere maggiori informazioni sullo stesso.
Per prevenire e limitare le azioni dei furbetti che cercheranno di eludere questa richiesta di verifica dell’identità Facebook farà scendere in campo strumenti di machine learning che aiuterà a scovarli e ottenere la verifica richiesta.
Gli effetti
Non è certo una novità da poco, qualunque sia il tipo di annuncio si desideri fare.
La maggiore trasparenza nei confronti del pubblico generale, significa però anche una maggiore esposizione verso i propri competitor, che si troverebbero già pronta all’uso una spy tool nativa, secondo alcuni esperti.
Altri pensano invece che sia un modo, seppur indiretto, di incoraggiare i professionisti a creare annunci pubblicitari più originali e belli, piacevoli da guardare. Il pubblico va attirato e mantenuto con contenuti di qualità, anche nel caso delle pubblicità.
Un regalo ai publisher "imitatori"?
Gli spioni e copioni avrebbero forse un certo successo a riprodurre strategie e tecnicismi altrui. Ma potrebbero aspirare così, al massimo, ad un secondo posto.
Per ora rimane uno strumento che non arriverà in Europa non prima della prossima estate. Ammesso che non ci siano ripensamenti da parte di Facebook.
C’è tempo per studiare nuove strategie e contro strategie. E per sviluppare una maggiore creatività.