Se avete un’azienda fashion o una nuova collezione da promuovere, vi sarà capitato senza dubbio di ricevere da parte di una o più agenzie di comunicazione proposte di progetti incentrati sul fashion influencer marketing, ovvero sul coinvolgimento di blogger e influencer come amplificatori del vostro messaggio. Molti di voi, ne siamo certi, avranno anche stanziato budget più o meno importanti per queste attività, stuzzicati anche dai grandi numeri di impression e engagement potenziale dichiarati.
Ora, non vorremmo mettervi la pulce nell’orecchio, ma… avete la certezza di aver pagato per quanto promesso? In un mondo ricco di bot, fake follower e Instagram pod, è facile che abbiate effettivamente investito per… il nulla.
Spesso spinte dalle stesse agenzie di PR per renderle di maggiore appeal sul mercato, infatti, sono centinaia, forse migliaia, le ragazze (e i ragazzi) cui unico merito non è certo quello di essere riuscite a coltivare una community di appassionati, ma di aver individuato il servizio di follow/ unfollow con la migliore qualità/ prezzo.
Ma come mai tantissime aziende affidano le proprie strategie di comunicazione a sedicenti fashion blogger, alimentando così la rovina del vero influencer marketing?
La risposta speriamo sia legata alla scarsa informazione che c’è in questo settore, diffuso ma forse ancora inesplorato. E così, ecco alcuni suggerimenti per capire se gli influencer che avete ingaggiato per la vostra campagna di comunicazione vi porteranno davvero dei risultati o solo bolle di numeri pronti a scoppiare da un momento all’altro.
Influencer con una crescita improvvisa dei follower
Pensate di svegliarvi una mattina e, ancora nel letto, prendere il telefono, aprire Instagram e… ritrovarsi con 100.000 follower sul proprio account. Incredibile, un sogno! Esatto, continuate a dormire sereni perché ciò non può avvenire in modo organico: una community non cresce dal giorno alla notte e picchi improvvisi di seguaci puzzano di falso a distanza di km. No, non vi stiamo chiedendo di monitorare quotidianamente i follower di tutti i papabili influencer in target per la vostra azienda, ma almeno di farvi un giretto su Socialblade sì: inserendo nell’apposito campo di ricerca l’account che volete monitorare, vi rilascerà una serie di informazioni utili come la crescita dei follower e dei following degli ultimi tempi. L’esempio qui sotto, mostra un account di una fashion influencer (promossa, tra l’altro, da una famosa agenzia di PR italiana) con oltre 300 mila follower su Instagram. Non trovate qualcosa di strano nell’andamento giornaliero dei follower? Non credete che acquisire 2k follower un giorno e perderne 30 il giorno prima sia anormale?
O anche, non vogliamo pensare come possa essersi sentita il 3 settembre quando, in sole 24 ore, aveva perso più di 30.000 seguaci ?
Sì, questi follower non possono essere totalmente veri. Sono comprati al kilo, come al mercato, e come le interazioni sui post. Non ci credete? Ecco un esempio di volantino di una agenzia che vende questo genere di servizi:
Interazioni sospette
A meno che l’Instagrammer che state monitorando non sia una Ferrari, no, non può essere in grado di passare da 0 a 100 (like) nel giro di 2 secondi. E, al contrario, un post che nelle prime ore non ha ricevuto interazioni, ma a fine giornata si ritrova migliaia di like, potrebbe essere sospetto. Se, quindi, avete intenzione di affidare la vostra campagna a un nuovo influencer, guardate il suo tasso di interazione monitorandolo anche a livello temporale. Inoltre, fate un rapporto tra numero di seguaci e interazioni ai post: una media organica è rappresentata dallo schema di Smartinsights che vi mostriamo qui sotto. Numeri molto distanti da questi potrebbero essere il risultato di attività poco organiche.
Nota: sì, fortuna e bravura ogni tanto assistono anche l’influencer di turno che potrebbe vedersi una fotografia ricondivisa da profili con tantissimo seguito (reale), come ad esempio l’account stesso di Instagram, o la sezione “Esplora” del social network. Una eventualità assolutamente realistica, anche se rara, e soprattutto facilmente intuibile anche dai grafici: una situazione simile prevederebbe un afflusso anomalo il giorno della condivisione e i giorni seguenti, per poi sparire gradualmente.
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Your amazing pics
Dai, non diteci che davvero pensavate che tutti quegli “Amazing” “Wow” “Perfect Pic” sotto alle foto della vicina di Pinerolo fossero commenti veri postati con il cuore.
Non vi offenderete come quando avete scoperto della non esistenza di Babbo Natale, quindi, se vi diremo che quei commenti sono il frutto di bot, ovvero di programmi che compiono delle azioni come se fossero esseri umani. Nel caso di Instagram, i bot possono essere in grado di fare molte cose, sostituendosi di fatto agli utenti nelle relazioni sui social media: like a tutti i post con un determinato hashtag, follow di profili targettizzati, o commenti con parole chiave ed emoticon degni dei migliori teenager americani. Smascherare queste attività è abbastanza facile: se l’account che seguite è italiano, i suoi post sono in italiano e dichiara una fanbase italiana, potrebbe essere davvero strano leggere centinaia di commenti in inglese e di povero contenuto sotto alle sue fotografie. Inoltre spesso, andando a stalkerare gli account che hanno lasciato il commento, ci si rende conto di come anche questi siano falsi: profili con tantissimi follower ed un solo post pubblicato, account privati senza foto profilo o strani personaggi di Paesi lontani.
Inoltre, chi utilizza i bot, può essere facilmente preso con le mani nel sacco anche dalla sezione "seguiti" di Instagram: come vedete dallo screenshot, che mostra il percorso da fare e non mostra account con bot in azione, dall'applicazione vi basterà andare sul cuoricino presente nel menù in basso e selezionare la visione "seguiti". In quel feed, potrete monitorare tutte le attività delle persone che seguite, inclusi i vostri influencer. Se vedete centinaia di like alle foto nel cuore della notte o una intensissima - diciamo pure fuori misura - attività di commenti sulle più svariate foto, vi consigliamo di stare in guardia!
Insomma, chi è senza fake follower scagli la prima pietra: ormai trovare fashion influencer con un seguito reale e pulito da bot e pods sembra una missione impossibile. E allora, cari marketing manager, non siate miopi: l’ossessione per i numeri, in questo caso, lasciatela a qualche altro dipartimento. Per fare influencer marketing è necessario puntare sui contenuti, su un messaggio da veicolare, e su persone reali con cui andare a interagire. Affidarvi a una macchina mangia soldi e finti fan, non vi aiuterà a scalare la vetta della popolarità, ma vi farà invece perdere di credibilità e professionalità agli occhi di chi con questo mestiere ci lavora in modo serio e onesto.
Evitate quindi di buttare migliaia di euro per centinaia di finte visualizzazioni e cominciate a fare investimenti più mirati, anche con dei micro influencer, che possano portare però conversioni reali!