Cosa ci fanno 7 loschi figuri nella medina di Marrakech? E' questo l'inquietante interrogativo che poniamo ai nostri lettori.
Alcuni sanno che siamo partiti per il Marocco. Ma nessuno, tranne 7 guerrieri, conosce il motivo di quel ristretto raduno, lontano dagli occhi e dalle connessioni internet e mobile.
Siamo partiti dal suq, dal mercato arabo, in cui ogni bancarella è una profusione di colori, di odori, di sapori, di merci. Merci che però, al contrario delle nostre, non vanno mai fuori moda, ma si tramandano di generazione in generazione, dai berberi nel deserto ai mercanti della medina.
Oggetti di artigianato fatti con cura, con materia viva, preziosa, pregna di senso: legno, argento, ambra, ossa.
Tappeti tessuti a mano, imperfetti, calpestati a volte per secoli da famiglie berbere, e per questo ancora più preziosi.
In un mercato dove le regole dell'acquisto sono ancestrali e tribali, spesso comunitarie, in cui il venditore convoglia l'acquirente in un altro negozio, se non è in grado di soddisfare lui le sue esigenze. Dove il prezzo non è stabilito, ma raggiunge una mediazione verso la soddisfazione di entrambi.
In un riad da favola, i 7 guerrieri ninja hanno indossato mantelli berberi, comprendendone l'utilità e assorbendone il senso (e forse importando una nuova moda).
E dalla terrazza da cui si vedevano i tetti di Marrakech e le montagne dell'atlante marocchino innevate, hanno sognato, hanno "tramato e tremato", hanno visto il futuro e hanno deciso di farne parte da protagonisti. Una data, il primo giorno di primavera, in cui si manifesterà nella realtà la visione delle loro fervide menti.
Lontani da quello che è per poter vedere oltre, per creare insieme il futuro, per co-creare l'impossibile.
Be Ninja.