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Clubhouse conquista Burger King. Una room per dialogare con i consumatori

Tutti pazzi per Clubhouse. La nuova social App ad inviti, disponibile solo per IOS ed impostata sulla voce, conquista tutti, anche Burger King, la prima grande multinazionale che apre la conversazione con i suoi consumatori, sfruttando le potenzialità della piattaforma.

“È nuovo. Proviamo”: così Fernando Machado, Global Chief Marketing Officer RBI, la casa madre di Burger King, Popeyes e Tim Hortons, ha annunciato su LinkedIn la creazione della room “Open Kitchen” in collaborazione con “Restaurant Brands International”, dedicata al dialogo con i propri clienti.

“Sono un grande fan di Clubhouse. È una nuova piattaforma che stiamo ancora imparando e tentando di conoscere, per capire come sfruttarla. È molto autentica, molto reale, molto onesta. Le persone presenti sul social sembrano creare ottimi contenuti. Quindi non c’è da meravigliarsi che ci siano così tanti esperti del settore”, spiega Machado, l’uomo che ha stravolto le regole del marketing di Burger King, genio inarrestabile dell’advertising ed ispiratore per i marketer.

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Un fenomeno social da scoprire per Machado

“Non solo marketing, brand e pubblicità. Si può trovare davvero qualsiasi cosa su Clubhouse. Ho partecipato attivamente a due stanze, in cui abbiamo parlato un po’ del Super Bowl. E ne abbiamo creata una, con Restaurant Brands International, per parlare del nostro brand e dei nostri piani, dedicata ad una sorta di intervista con il nostro CEO José Cil e il team della comunicazione di Burger King per gli Stati Uniti e il Nord America. È incredibile osservare il livello di impegno e di partecipazione da parte delle persone. Avevamo circa 200 utenti collegati alla stanza, con domande frequenti sui nostri sforzi nel marketing e nella sostenibilità, ma anche sul background dei relatori”.

Una piattaforma molto interessante per Machado: “Stiamo ancora imparando tutti. Credo che Clubhouse sia molto autentica, molto reale, onesta, trasparente. Penso sia questo il motivo del successo in questo breve arco temporale”.

Clubhouse è stata lanciata ad aprile dello scorso anno, ma è diventata il fenomeno social delle ultime settimane, emergendo come App di social networking da tenere d’occhio. La piattaforma offre chat room che consentono agli utenti di avere conversazioni su una varietà di argomenti. Sebbene sia ancora in fase beta, disponibile solo su iOS, è passata rapidamente da 600.000 utenti a dicembre a 2 milioni il mese scorso. Una rapida ascesa che ha destato l’attenzione delle principali figure del settore tech e digital, tra cui Elon Musk e Zuckerberg, tanto da far crescere la sua valutazione, ad oggi stimata intorno ad 1 miliardo di dollari, secondo quanto riportato da The Information.

“Se ci apriamo agli investitori e ai giornalisti ogni 3 mesi per presentare i risultati finanziari, perché non fare altrettanto con altri che potrebbero essere interessati?”,

insiste Machado nel post di annuncio della call con il CEO José Cil.

Burger King su Clubhouse: marketing, brand, adv e non solo

‘Open Kitchen’ ha permesso ai consumatori e ai professionisti del marketing di chiacchierare con i vertici di Burger King, il CEO Cil, Machado, il chief corporate officer di RBI Duncan Fulton e il CMO Ellie Doty lo scorso 12 febbraio, dopo la presentazione dei risultati dell’ultimo trimestre 2020, con vendite in calo dell’8,6% a causa degli effetti della pandemia, a fronte di una quota delle vendite digitali globali pari a 6 miliardi di dollari come confermato dal rapporto sugli utili.

La “Cucina Aperta” è diventata così un’opportunità per i marchi RBI per rafforzare la propria attività e la propria presenza sui canali digitali.

Clubhouse combina funzionalità di chat di gruppo di piattaforme come Slack e Zoom e il contenuto audio dei podcast, amplificando tendenze di consumo accelerate dalla pandemia.

In attesa di Twitter Spaces, per ora in beta test con 3mila utenti, sembra che anche Facebook stia implementando una piattaforma audio per competere con Clubhouse, secondo quanto riferito dal New York Times. Facebook già in passato ha fatto crescere il suo brand acquisendo aziende giovani, tra cui Instagram, WhatsApp e Oculus, nel tentativo di emulare funzionalità dai suoi concorrenti, come l’introduzione di Stories e Reels per Instagram, in risposta a Snapchat e TikTok.

Banca Sella lancia la “Sella Data Challenge”, una competizione rivolta a startup e scaleup

Una competizione rivolta a startup e scaleup fintech per individuare nuove soluzioni che, attraverso l’utilizzo e l’analisi dei dati, consentano di personalizzare l’offerta di prodotti e servizi ai clienti. È Sella Data Challenge, l’innovativa iniziativa lanciata da Banca Sella nell’ambito della propria strategia di open innovation che vede la banca collaborare con le realtà digitali al fine di co-creare nuovi prodotti e servizi, grazie anche alle piattaforme di open banking che permettono di accedere alle informazioni relative ai conti attraverso API (Application Program Interface). La “Sella Data Challenge” è organizzata in collaborazione con il Fintech District.

L’ottimizzazione del processo di valutazione del lifetime value, un indicatore chiave per l’analisi del comportamento di acquisto dei clienti, o l’adozione di nuovi modelli di pre-scoring, ossia di valutazione preventiva nelle richieste di finanziamento, sono solo alcuni degli esempi di processi che possono essere innovati grazie ad un migliore utilizzo dei dati e sui quali i partecipanti alla challenge potranno lavorare.

La sfida di Sella Data Challenge

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Startup e scaleup potranno quindi mettersi in gioco per elaborare nuove soluzioni partendo dall’analisi dei dati dei clienti, messi a disposizione in forma anonima da Banca Sella sulla “data sandbox” di Fabrick, piattaforma di open banking su cui la banca ha pubblicato le proprie API. Si tratta di un vero e proprio ambiente di test e sviluppo, coerente con le normative a tutela della privacy, che consente ai partecipanti di accedere al portale, visualizzare i dati che sono stati resi anonimi e che possono essere quindi utilizzati per effettuare le analisi desiderate. 

I partecipanti selezionati avranno due mesi e mezzo di tempo, a partire da metà marzo 2021, per realizzare e presentare la loro idea, attraverso un prototipo funzionante, una demo, una applicazione o semplicemente un “proof of concept”. Durante la challenge saranno supportati settimanalmente da un team di professionisti di Banca Sella, Fintech District e Fabrick, che li aiuteranno nello sviluppo del loro progetto.

L’adesione

La candidatura alla challenge dovrà essere inviata entro il 15 marzo 2021 utilizzando il portale dedicato, illustrando la propria idea sull’utilizzo dei dati e il progetto che si vuole sviluppare. Le idee raccolte verranno poi selezionate in base al loro potenziale sul mercato, al contributo innovativo nella gestione dei dati e alle reali potenzialità di sviluppo dell’idea presentata. I partecipanti riceveranno le credenziali per accedere alla “data sandbox”. Alla fintech che si aggiudicherà il primo posto verranno riconosciuti 15mila euro per sviluppare e testare con Banca Sella la soluzione individuata.

canali eCommerce 2021

Canali di crescita per l’eCommerce Marketing nel 2021

Con l’inizio del 2021 siamo finalmente pronti a guardarci indietro per capire cosa è accaduto in uno degli anni più difficili fino ad oggi. Con una grande attenzione agli insight del commercio elettronico, SEMrush ha segnalato le tendenze e i cambiamenti nel panorama dell’eCommerce durante l’intero anno.

Ciò che vogliamo ora, invece, è dare uno sguardo al futuro e vedere quali tendenze daranno forma al nuovo volto dell’eCommerce, il settore che probabilmente ha visto il maggiore impatto in seguito alla pandemia.

Tendenze emergenti nel marketing per l’eCommerce

Complessivamente, l’eCommerce si sta espandendo a un tasso senza precedenti, in crescita del 23% su base annua, con vendite previste per il 2021 che raggiungeranno i 4,5 trilioni di dollari.

La pandemia di COVID ha solo accelerato questo processo, si prevede che nel 2023 la quota delle vendite digitali raggiungerà il 22% degli acquisti globali.

Oggi, con la proliferazione di punti di acquisto – dal social commerce ai marketplace online – la gamma di canali di marketing dell’eCommerce sembra infinita, ma ce ne sono solo alcuni che possono davvero rendere il business online scalabile.

Prima di passare ai suggerimenti su come gestire i clienti in cima e in fondo al funnel, scopriamo quali tendenze dell’eCommerce cambieranno il panorama del commercio elettronico negli anni a venire.

canali ecommerce 2021

Crescono le aspettative dei consumatori

Con Amazon che porta i clienti ad aumentare le aspettative nei confronti degli eTailer, probabilmente vedremo più richieste di spedizioni in due giorni, più carrelli abbandonati e i costi di marketing digitale alle stelle.

Google non è l’unico in gioco

Sebbene la ricerca organica e a pagamento siano ancora uno dei più potenti driver di traffico nell’eCommerce, possiamo vedere una crescente concorrenza per l’attenzione dei consumatori da parte di Amazon, Facebook, Instagram, Bing e canali di traffico alternativi, come Pinterest, Snapchat, TikTok.

La diversificazione

Non riguarda solo le piattaforme, ma anche i canali di scoperta dei brand. Gli annunci di Google e Facebook continuano a giocare un ruolo dominante, ma i marketer degli eCommerce dovrebbero ora prestare attenzione anche a indici specifici, come il local, le immagini e la ricerca su YouTube, che offrono un pubblico più piccolo ma spesso una tariffa più conveniente.

Prendersi cura della base di clienti esistente è la nuova tendenza

Molti brand esauriscono in fretta la loro base netta di nuovi clienti, per cui rivolgersi ai clienti esistenti è più importante che mai. E questo apre la strada a strategie e canali di attivazione dei clienti.

L’ eCommerce marketing omnicanale ora implica una commistione più stretta tra offline-online

Le vendite al dettaglio in negozio superano ancora le vendite online e, nonostante l’adozione accelerata della spesa digitale, sono i punti vendita a garantire una vasta crescita del business. Pertanto, superare il divario online-offline è fondamentale per rendere scalabile il tuo brand.

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Suggerimenti per la crescita del business sui principali canali di eCommerce marketing nel 2021

Le tendenze sopra menzionate stanno influenzando il modo in cui pensiamo ai canali che portano alla crescita dell’eCommerce. Pertanto, la sfida più grande per i marketer è allineare le tendenze e tutti i canali di acquisizione dei clienti con gli obiettivi aziendali e portare tutto in un unico funnel.

Principali canali eCommerce per aumentare la Brand Awareness

Costruire la brand awareness significa favorire la scoperta del marchio.

Solitamente, per gli utenti top-of-the-funnel che sono all’inizio della fase di considerazione, dobbiamo pensare a promozioni che non menzionano il marchio.

I motori di ricerca sono un grande punto di scoperta del brand, soprattutto se rispondi alle ricerche per categorie di prodotti. Tuttavia, prestare attenzione all’elenco generale potrebbe non essere così importante come prendere in considerazione gli elenchi locali se si dispone di punti vendita fisici, perché la ricerca locale implica un maggior intento di acquisto.

Anche la ricerca per immagini di Google può portare un traffico economicamente più conveniente.

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Anche i social media sono uno strumento potente. Tuttavia, con piattaforme come Facebook sempre più sovraffollate, nel 2021 prova ad aggiungere altri canali social al tuo marketing mix per l’eCommerce. I social media che offrono ricche esperienze visive e CTA dirette, come Instagram e Pinterest, sono la nuova tendenza per i marketer dell’eCommerce, poiché sono il posto perfetto per mostrare il tuo prodotto su piattaforme gremite di persone con un elevato intento di acquisto.

Un altro strumento di cui puoi aspettarti di vedere un grande successo nel settore eCommerce sono i live streaming: TikTok sta diventando sempre più un ottimo posto per le demo dei prodotti, quindi potrebbe avere senso considerare di collaborare con TikToker se il tuo potenziale pubblico passa del tempo sulla piattaforma.

Per il benchmarking di mercato, potresti anche voler capire su quali piattaforme i tuoi concorrenti stanno scommettendo. Prendiamo ad esempio la nicchia della lingerie e, con l’aiuto dello strumento Market Explorer, diamo un’occhiata a quali canali portano il traffico più elevato ai competitor:

trend di ricerca 2021

Canali di eCommerce marketing per aumentare la Lead Generation

Nella lead generation, se ci pensiamo in termini commerciali/di acquisto, più che in qualsiasi altra parte del funnel, è importante impiegare canali con l’intento di acquisto più elevato.

  • Avendo ottime funzionalità di scoperta visiva, su Pinterest e Instagram è possibile trovare persone con un alto intento di acquisto – dopotutto, una persona che fa una ricerca su Pinterest per vedere i mobili che desidera è molto più propensa a cliccare su una CTA, rispetto a qualcuno che incappa accidentalmente in un annuncio di quegli stessi mobili sul feed di Facebook.
  • Anche una keyword strategy incentrata sull’intenzione di acquisto è un ottimo driver di lead generation. I termini di ricerca “nelle vicinanze”/”vicino a me” sono una miniera d’oro per individuare l’intento commerciale, quindi concentra i tuoi sforzi su parole chiave che implicano qualsiasi tipo di intento di acquisto.
  • Spesso, la migliore strategia di crescita dell’eCommerce è migliorare le possibilità di conversione dei potenziali clienti. A questo proposito, la fonte più preziosa di lead è il tuo ecosistema: visitatori del sito e abbonati alle tue email che ancora non sono tuoi clienti. I nuovi clienti tendono ad essere costosi e più difficili da attirare, quindi, pensando ai driver di vendita, sfrutta quello che è già il tuo pubblico. Qui, l’ottimizzazione dell’email marketing è il miglior driver per il flusso di cassa.

Suggerimento

Le email di marketing normalmente hanno tassi di apertura bassi, quindi è meglio catturare l’attenzione degli utenti all’interno di email che sicuramente apriranno. Inserisci le tue offerte di marketing all’interno di email transazionali (email di conferma dell’ordine/spedizione), poiché ottengono tassi di apertura molto più alti e hanno maggiori probabilità di incoraggiare nuovi acquisti.

Strategie per l’incremento delle vendite nell’e-commerce per il 2021

Scendendo lungo il funnel, atterriamo finalmente alla fase di vendita.

I ganci di vendita tradizionali, come il prezzo e le offerte, influenzano ancora notevolmente i tassi di conversione. In questo caso, alcune informazioni sulle offerte dei concorrenti ti aiuteranno a capire cosa stanno offrendo gli altri che tu non offri.

Mentre i dati interni sono qualcosa che puoi ottenere da solo, le informazioni sul pubblico della concorrenza puoi raccoglierle con strumenti esterni come SEMrush. Ad esempio, utilizzando lo strumento Market Explorer possiamo immergerci nelle caratteristiche del pubblico di Victoria’s Secret.

Oppure controllare le pagine web più visitate di Victoria’s Secret usando lo strumento Analisi traffico (report Pagine migliori).

Con gli approfondimenti di Analisi traffico, possiamo vedere che le pagine di liquidazioni ottengono una quota considerevole del traffico di VS, quindi potresti pensare di lanciare una controfferta per battere il brand concorrente.

Tuttavia, il prezzo e la corsa all’offerta non sono illimitati: vediamo alcune cose che gli e-commerce possono fare per mantenere intatti i loro margini di profitto.

Segmentare la clientela per offerte più mirate

La regola delle vendite di un eCommerce è: più mirata è l’offerta, più facile è la conversione. Poiché il 59% dei clienti considera le offerte su misura un fattore cruciale per realizzare un acquisto, la chiave per la crescita del tuo eCommerce è nella corretta segmentazione e personalizzazione delle tue offerte; ed è qui che risiede anche la sfida principale che dovrai affrontare.

L’uso di dati segmentati può aiutare i brand a fornire messaggi altamente personalizzati con un maggiore potere di conversione. Esistono molti strumenti che aiutano i marketer a dividere il loro pubblico in vari schieramenti: Dynamic Yield, Monetate, Richrelevance sono ottimi per segmentare i visitatori ed elenchi di email per generare offerte dinamiche pertinenti.

Suggerimento

Nell’email marketing, sta emergendo una nuova funzionalità che consente la personalizzazione e le offerte dinamiche all’apertura dell’email. Questo risolve il problema dei codici promozionali scaduti (se l’email viene aperta troppo tardi) e delle offerte irrilevanti. La maggior parte dei provider di posta elettronica come Gmail o MailChimp offre ora questa funzionalità.

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Ridurre l’attrito con i clienti attraverso UX/UI impeccabili

Ci sono alcuni fattori tecnici che provocano attrito da parte del cliente, come una bassa velocità di caricamento della pagina o un design scadente.

Nel 2021 altre cause di attrito potranno riguardare i tempi di consegna, le spese di spedizione, la politica dei resi, e altre cose del genere. Quindi, pensa alle best practice dell’eCommerce in merito a UX e UI e replicale nell’esperienza digitale che stai offrendo.

Fiducia e credibilità

Credibilità e fiducia sono importanti fattori decisionali quando si tratta di vendite online: la mancanza di fiducia nei confronti di un’azienda è un grosso ostacolo agli acquisti online. Infatti, il 97% delle persone decide se acquistare presso un eCommerce sulla base delle recensioni dei clienti, un modo moderno di pensare al passaparola e alla prova qualità per il tuo marchio.

Tra i molti approcci alla costruzione della fiducia, un’elevata brand awareness rappresenta, senza alcun dubbio, un grande fattore di fiducia. Tuttavia, se non puoi permetterti di investire soldi nella pubblicità, ecco alcune azioni più semplici che puoi intraprendere:

  • Un buon design mostra competenza e amplifica la percezione di affidabilità di un brand. Una fotografia di prodotto attraente e di alta qualità può fare la differenza perché nessuno si fida di un marchio che mostra immagini scadenti del proprio prodotto.
  • Incoraggia le testimonianze, le valutazioni e le recensioni dei clienti, perché la riprova sociale è un grande potenziatore del tasso di conversione. Quindi, includi gli snippet delle recensione nella tua home page, nelle pagine dei prodotti e persino negli annunci.

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Come acquisire clienti dai canali di traffico a pagamento: i migliori consigli per l’eCommerce

Su ogni canale a pagamento, ci sono clienti ad alto rendimento e altri altamente inefficienti.

  • Dato che Google è la piattaforma su cui si concentra la maggior quota di pubblico, probabilmente qui avrai bisogno di budget maggiori per attivare gli utenti attraverso una combinazione di annunci in vari formati – annunci Shopping, PLA e ads su YouTube.
  • La successiva quota del budget dovrebbe andare a Facebook, ma agisci con cautela, poiché qui i marketer tendono a spendere troppo e ad acquistare traffico a caro prezzo.
  • Per ultimo, mantieni una parte del budget per testare e provare piattaforme che a prima impressione non sembrano avere un ROI elevato: come accennato in precedenza, Instagram, Pinterest e TikTok possono diventare i driver per il traffico a pagamento più preziosi.

Tieni presente che in generale, per l’eCommerce, gli annunci più efficaci sono quelli legati a un determinato prodotto. Per quanto riguarda la creatività dell’annuncio, una splendida immagine del prodotto, insieme all’offerta e alle valutazioni dei clienti, possono indurre gli utenti a cliccare sulla CTA e siglare l’affare.

Starlink, la connessione internet satellitare di Elon Musk apre in Italia. Copertura entro il 2021

Countdown in Italia per la connessione satellitare ideata Elon Musk, Ceo di Tesla e SpaceX. Il servizio di connettività internet Starlink, costituito da una costellazione di migliaia di satelliti miniaturizzati, ha aperto il pre-order anche nel nostro Paese, secondo il criterio dell’ordine di arrivo “first come, first served”, che dovrebbe garantire la copertura entro la seconda metà del 2021.

L’internet satellitare a banda larga ad alta velocità e a bassa latenza, che si prefigge di raggiungere le aree del globo e le comunità rurali più remote con un segnale ultraveloce, superando i limiti dell’infrastruttura terrestre tradizionale, continua a crescere. Prenotazioni in tutto il mondo, sebbene le trattative per l’autorizzazione siano ancora in corso, sia in Europa che in Italia.

 

Un nuovo business per le imprese

Liberalizzazione e bassa orbita sono le chiavi di volta che hanno aperto il mercato ai privati, secondo Gianluca Dettori, presidente di Primo Miglio Sgr, venture capital che tra i suoi fondi attivi registra anche Primo Space, start up del settore spaziale.

«Il rischio di un’oligarchia nelle connessioni satellitari, con il potere concentrato nelle mani di pochi? È ciò che accade per le frequenze terrestri. Esiste un limite di satelliti nell’orbita bassa per la gestione in sicurezza e il numero di satelliti Starlink è talmente ampio da colmarlo. Il problema reale è che nello spazio non c’è normativa, è il far west, terra di nessuno. Come si può garantire l’economia spaziale, come accade per le frequenze? Come facciamo a tutelare l’ambiente dal rischio dei rifiuti spaziali? Sono tante le nuove sfide e gli interrogativi. In Lussemburgo si sta tentando di costruire un corpus normativo, un framework di carattere legale. L’Italia, 34esimo mercato al mondo, è più dura nell’accogliere i nuovi trend. È il regolatore, l’agenzia spaziale, che può generare innovazione ed aprire nuovi settore di business”.

Come prenotarsi per la copertura internet satellitare

“First come, first served”: è il criterio “dell’ordine di arrivo” a regolare la prenotazione del servizio internet di Starlink di SpaceX, disponibile in numero limitato.

Molto semplice la procedura di pre-order: basta aprire l’home page del sito Starlink, inserire il proprio indirizzo email e quello della propria abitazione per verificare l’eventuale futura copertura della zona. Cliccando poi sull’icona “order now”, è possibile accedere al form di compilazione.

I costi

Il costo per l’internet satellitare di Elon Musk prevede 499 euro per la strumentazione hardware e il kit di collegamento necessario (modem, parabola da installare all’esterno dell’abitazione, router e alimentatore), che viene spedito da Starlink al domicilio dell’utente con l’esborso di ulteriori 60 euro per la consegna. Il costo mensile prevede una quota di 99 euro al mese (o 99 dollari altrove). A ciò si aggiungono 99 euro da pagare all’atto della prenotazione: cifra rimborsabile, nel nostro caso di mancata attivazione entro i 6 mesi successivi alla prenotazione o di ripensamento dell’utente.

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Satelliti, quindi, come alternativa ai cavi e alla fibra ottica, o all’ormai obsoleta adsl. Incoraggiante la fase beta di test del servizio, a cui hanno aderito circa 10mila utenti, per lo più nordamericani, con risultati con ampi margini di miglioramento. L’obiettivo di Elon Musk e SpaceX, infatti, è lanciare in orbita 4.400 satelliti entro il 2024, realizzando una velocità di connessione, al massimo delle sue prestazioni, di 1 Gbps (1 gigabit per secondo), ma questo risultato sarà raggiunto solamente nel 2024.

Allo stato attuale, Starlink sta dimostrando di poter fornire connessioni con velocità superiori a 100 megabit al secondo, mentre in upload sfiora i 20 megabit al secondo, con meno di 31 millisecondi di latenza in arrivo e in uscita. La copertura non è attualmente sufficiente a coprire il continente europeo, sebbene l’espansione in Europa sia tra le previsioni di SpaceX. Nel Regno Unito l’Ofcom (l’autorità competente e regolatrice indipendente per le società di comunicazione) ha approvato Starlink, ma è indispensabile la licenza per operare nei singoli Paesi. Le procedure burocratiche sono in stato avanzato in Messico, Germania, Grecia, Francia, Australia, Argentina e Cile. In fase iniziale, ma comunque attivate, in Austria, Spagna, Italia, Irlanda, Nuova Zelanda, Filippine, India, Giappone, Sud Africa, Colombia, Brasile e Caraibi.

Google Timelapse, come è cambiata la terra negli ultimi 30 anni!

Le potenzialità del satellite

«La space economy è una grande opportunità. Il 95% della superficie terrestre non è coperta da connessione internet – continua Gianluca Dettori – Si pensi ai mari e agli oceani. Il satellite offre vantaggi enormi e grandi potenzialità. All’inizio andranno indirizzati alcuni segmenti del mercato digitale. Di sicuro la telefonia non sarà l’unica soluzione possibile, ma saranno tante le applicazioni. La connessione in rete attraverso il satellite non serve per scaricare un video da YouTube sulla cima dell’Himalaya, ma sarà funzionale, ad esempio, per collocare sensori di temperatura per la verifica dell’avanzamento dello scioglimento dei ghiacciai».

 

«La tecnologia cambia, si evolve, viene inventata, ma occorre trovare la maniera per pagarla. I costi per la strumentazione o la connessione posso apparire alti, eccessivi per i singoli utenti, ma sono irrisori se rapportati, ad esempio, alle grandi navi che circolano negli oceani ed hanno urgenza di telecomunicazioni. L’analisi dell’andamento digitale dimostra quanto ognuno di noi si colleghi al satellite attraverso al Gps almeno 30-40 volte al giorno».

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L’evoluzione della infrastruttura tecnologica

E sull’evoluzione delle telecomunicazioni aggiunge: “Lo spazio potrà apparire evocativo, ma nel campo delle comunicazioni siamo in una fase di cambiamento tecnologico. Prima un satellite pesava tonnellate, oggi contiene telecamere miniaturizzate da 300 megapixel, componenti tra le maggiori tendenze dell’industria satellitare attuale. Ci sono nuovi satelliti in orbita, in Europa abbiamo le infrastrutture Copernico e Galileo come riferimento, determinanti per il GNSS (l’evoluzione del Gps), essenziale nella gestione delle auto a guida autonoma, compatibili con il traffico urbano. La tecnologia è un insieme di infrastruttura e servizi: la copertura satellitare del globo è uno dei cicli».

I big data della Space Economy e il loro valore

Non solo satelliti in orbita, perché nella new space economy ruolo centrale sarà svolto anche dai sistemi infrastrutturali terrestri per la ricezione dei dati.

«La vera opportunità per i marketer e per le start up, spesso sottovalutata, è che i satelliti raccolgono migliaia di dati sul pianeta terra – conclude Dettori – Informazioni preziose per definire comportamenti, andamenti, movimenti, tendenze, aggregazioni, in formato open source. Un database immenso di cui poter disporre e da analizzare. Una risorsa incredibile».

Microsoft valuta l’acquisizione di Pinterest per 51 miliardi di dollari

Microsoft starebbe valutando l’acquisizione di Pinterest per 51miliardi di dollari, secondo alcuni rumors e fonti internazionali accreditate. Se confermata l’indiscrezione, si tratterebbe di uno dei più importanti accordi per l’azienda leader del settore tech.

Ci sarebbe stato un avvicinamento negli ultimi mesi, ma le trattative non sarebbero al momento attive, secondo il Financial Times, anche perché Pinterest avrebbe più volte sottolineato, in passato, di voler conservare la propria indipendenza.

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Satya Nadella CEO Microsoft

La strategia di rafforzamento social di Microsoft

La strategia di acquisizione intrapresa da Microsoft si concentra sulla raccolta di un portafoglio di comunità online attive, per rafforzare la propria piattaforma di cloud computing.

Il social media Pinterest, fondato nel 2009, in cui gli utenti “appuntano” immagini e cercano ispirazione, durante la pandemia ha accresciuto il suo valore di mercato di oltre il 600%, attestandosi a 51 miliardi di dollari. Nell’ultimo anno, ha guadagnato più di 100 milioni di utenti attivi mensilmente e registra più di 450 milioni di utenti in tutto il mondo. La scorsa settimana, Pinterest ha riferito di aver realizzato ricavi per 706 milioni di dollari nel quarto trimestre del 2020, battendo le stime degli analisti di 58 milioni di dollari.

L’acquisizione record da parte di Microsoft per 51 miliardi, costerebbe il doppio dell’acquisto di LinkedIn nel 2016 per 26,2 miliardi di dollari.

L’ultima volta che Microsoft ha tentato di acquisire una popolare società di social media risale al 2020, quando era in corsa per impossessarsi dell’app cinese TikTok. La sua offerta, però, è stata rifiutata dal proprietario di TikTok, ByteDance.

Le sfide legali a cui le aziende devono prepararsi nel 2021

L’ambito digitale è caratterizzato da continui aggiornamenti normativi. Il 2021 confermerà l’esigenza delle imprese che operano online di adeguarsi a un contesto legislativo in continuo fermento.

Questo articolo vuole illustrare i principali contesti nei quali per il 2021 l’ambito legale impatterà maggiormente sulle aziende.

Tutela dei dati personali

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Nel 2018 è entrato in vigore il Regolamento Europeo 679/2018 in materia di protezione dei dati personali delle persone fisiche (il c.d. “GDPR”). Da allora, gli utenti hanno preso sempre più coscienza dell’importanza di tutelare la propria privacy.

Infatti, la maggior parte delle esperienze di acquisto online coinvolge il trattamento di dati personali. In tal senso, si considerino i dati che vengono conferiti a un sito e-commerce in occasione di un acquisto (es.: generalità, e-mail, indirizzo di residenza, dati di pagamento, etc.).

Per questo motivo, anche per il 2021 sarà molto importante strutturare il business digitale in modo da rassicurare gli utenti sul rispetto degli obblighi di legge in tema privacy. Il requisito imprescindibile da rispettare è quello di redigere e aggiornare una privacy policy a norma.

Infatti, è proprio questo il documento che informa gli utenti in merito al trattamento dei loro dati personali.

Una privacy policy a norma migliora il rapporto con gli utenti perché aumenta il loro grado di fiducia. Inoltre, evita le pesanti sanzioni del Garante Privacy (le quali, dopo l’entrata in vigore del GDPR, possono arrivare anche a 20 milioni di euro).

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Regolamento ePrivacy

Il GDPR, sebbene abbia rappresentato una importante novità in ambito privacy, non disciplina in modo specifico la tutela dei dati personali in ambito digitale.

Questa funzione sarà assolta da un altro Regolamento europeo, il c.d. “Regolamento ePrivacy”.

La pubblicazione di questo Regolamento è prevista proprio per il 2021 e toccherà temi importanti su:

  • obblighi anti-spam. Nuove regole nelle attività di direct marketing;
  • cookie e altre tecnologie di tracciamento. Obbligo del consenso per installare cookie di profilazione, con limitate eccezioni (es.: cookie di profilazione ad uso puramente statistico);
  • segretezza delle comunicazioni. Il principio base sarà di prevedere limitazioni per l’uso dei metadati, salvo eccezioni (es.: per uso di fatturazione oppure per prevenire o contrastare reati).

Il Regolamento è ancora oggetto di discussione presso il Consiglio Europeo ed è molto difficile prevedere il contenuto finale (negli ultimi 2 anni si sono avvicendate numerose bozze, molto diverse tra loro).

È certo però che le aziende digitali dovranno essere pronte ad adeguarsi alle nuove sfide poste dal Regolamento, una volta che sarà pubblicato e diventato efficace.

Sfide legali per il 2021: la tutela del marchio

sfide legali per le aziende

L’emergenza dettata dal Covid-19 ha spinto molte aziende ad estendere il loro business nel mondo online. Ciò sta causando una sempre maggiore esposizione di marchi nel medesimo contesto, quello online.

Nell’ambito offline è accettabile (anche dal punto di vista legale) che l’insegna di un negozio collocato in una determinata città (es. Milano) sia identica rispetto a quella di un negozio che vende in un diverso contesto (es. Roma).

La clientela è infatti diversa e non v’è rischio di confusione tra i marchi delle rispettive aziende. Tutto ciò è inconciliabile nel mondo digitale, dove il business di un’impresa è indirizzato a una moltitudine di utenti.

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Pertanto, il rischio è quello di vedere il proprio marchio copiato da altre aziende (magari competitor) che hanno deciso anch’esse di vendere online.

La sfida legale per le imprese che hanno deciso o vogliono approcciare il contesto digitale è quello di procedere alla registrazione del proprio marchio. In questo modo, infatti, si tutela un importante asset aziendale, che assumerà sempre più valore nel corso del tempo.

Per le startup che vogliono creare un logo figurativo, in particolare, è molto importante procedere alla c.d. “ricerca di anteriorità”. Lo scopo è quello di verificare l’assenza di marchi già registrati e uguali o simili a quello che si intende utilizzare online. Solo se la ricerca avrà avuto esito positivo, si potrà procedere alla registrazione del logo.

L’importanza della specializzazione legale

Come abbiamo visto, le sfide legali alle quali devono prepararsi le aziende nel 2021 sono diverse e numerose. È molto importante quindi affidarsi a un team di legali con un focus specifico nel digitale.

Solo in questo modo è possibile proteggere il business da sanzioni delle Autorità o reclami degli utenti.

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Microsoft Italia: Matteo Mille è il nuovo Chief Marketing and Operations Officer

Matteo Mille è stato nominato nuovo Chief Marketing and Operations Officer di Microsoft Italia a diretto riporto dell’Amministratore Delegato Silvia Candiani. All’interno del Leadership Team di Microsoft Italia e in collaborazione con il team Marketing & Operations, Matteo Mille avrà la responsabilità di contribuire alla crescita della filiale italiana, definendo piani di business e strategie volti a sostenere il percorso di Trasformazione Digitale dei clienti e dei partner italiani, contribuendo così all’innovazione digitale dell’intero Paese, in un periodo così sfidante come quello attuale.

Matteo Mille, inoltre, contribuirà al piano nazionale Ambizione Italia #DigitalRestart per supportare il lancio della prima Region Datacenter Microsoft in Italia e delle diverse iniziative tra cui l’AI Hub, i progetti con le PMI, l’Alleanza per la Sostenibilità e le attività rivolte alla formazione di studenti e professionisti nell’ambito delle competenze digitali richieste dal mondo del lavoro e delle imprese. Infine, insieme al team contribuirà alla promozione delle iniziative di Diversity & Inclusion, sia internamente sia esternamente all’azienda, per costruire una società più inclusiva.

Matteo, entrato in Microsoft nel 2006 nel ruolo Server & Tools Director guidando il lancio di Windows Server e SQL, rientra in Italia dopo un’esperienza di 7 anni a Singapore dove ha ricoperto il ruolo di Partner Sales Development Lead per la regione APAC (Asia Pacific) sempre per Microsoft, contribuendo alla trasformazione digitale dell’ecosistema dei partner in 9 Paesi dell’Asia Pacifica e guidando anche il business Surface.

Sono entusiasta di rientrare a far parte della famiglia Microsoft Italia, guidare il team M&O e lavorare insieme al Leadership team per guidare la trasformazione digitale che i nostri clienti, i nostri partner e il nostro Paese oggi richiedono, per far fronte a un periodo così sfidante, portando l’Italia ai livelli che si merita, anche grazie al digitale. Le esperienze che ho avuto in Italia, Europa e Asia mi hanno dato l’opportunità di guidare team multiculturali, creando strategie di marketing, costruendo nuovi canali di vendita, raggiungendo significative crescite di business e trasformando diversi ecosistemi di partner. Metterò a disposizione la mia expertise per contribuire al rilancio del nostro meraviglioso Paese.

Ha commentato Matteo Mille.

Laureato in Telecomunicazioni presso l’Università di Pavia, Matteo Mille ha frequentato numerosi percorsi di formazione per executive tra cui Digital Business Strategy presso l’MIT SLOAN School of Management. Prima di Microsoft ha lavorato in aziende quali Italtel, Sun Microsystems, McKinsey e Telecom Italia.

Quando non trascorre il tempo libero con i suoi tre figli e non è impegnato in attività di advisor per startup o di mentor per studenti, lo si può trovare sott’acqua come DiveMaster oppure nei cieli italiani mentre pilota l’aereo costruito con il fratello.

La multicanalità arriva in banca: il self banking e la sfida di Selfy, la nuova proposta di Banca Mediolanum

Dal mobile banking al self (banking). La storia dell’online banking è fatta di questi improvvisi salti di paradigma, causati dagli scossoni provocati dalle nuove tecnologie e da eventi esterni che impattano il mondo dei servizi finanziari.

Dal 1981, la data in cui possiamo affermare che nasce l’online banking a New York, con City Bank e altre banche americane che offrono i primi servizi da remoto, la finanza digitale è totalmente cambiata e oggi è lontana anni luce da quella dei primi pionieri.

«Ci sono state tre fasi nell’evoluzione dell’online banking. La prima è stata segnata dalla volontà di trasferire “semplicemente” online dei servizi che le banche offrivano già in analogico. Ma oggi quel modello è ampiamente superato», racconta Edoardo Fontana Rava, direttore sviluppo prodotti e modello business di Banca Mediolanum. Il manager ne ha parlato durante la conferenza stampa di presentazione dell’ultimo prodotto nato nella banca fondata da Ennio Doris, Selfy, che mira a inserirsi nel nuovo paradigima dell’online banking, dove sono i clienti a costruire la propria banca su misura.

3 sviluppi dell’online banking

Se New York è stato il laboratorio dei primi esperimenti di banca da remoto, è in Europa, e in particolar modo in UK, che l’internet banking prende avvio, soprattutto nella sua veste di “home banking”. Tutto nasce dall’esperimento di Bank of Scotland, che offre un servizio chiamato Homelink: in sostanza, i clienti della banca possono connettersi online attraverso le loro tv e i telefoni, per trasferire denaro da un conto a un altro. Questo è un articolo del New York Times d’annata che parla di questa rivoluzione

L’Internet banking domina almeno fino all’ingresso sul mercato dei primi telefoni cellulari, quando avviene il secondo scossone all’interno del mondo bancario, nelle relazioni con i clienti. Nel 1999 viene introdotto il WAP, acronimo di Wireless Application Protocol, è il sistema che permette ai telefoni di connettersi alla Rete. Le banche intuiscono la portata di questa rivoluzione e capiscono che la comunicazione via SMS, che finora avevano adottato, non sarebbe più bastata.

Nel decennio che va dal 2000 al 2010, si prepara il terreno per la rivoluzione mobile con un evento su tutti: il 9 gennaio 2007, un keynote che passa alla storia. In quel giorno, Steve Jobs presenta a Cupertino il primo modello di smartphone destinato a un pubblico di massa. Le banche allora si spostano sul mobile: tra i pionieri c’è ancora una banca Uk, la Royal Bank of Scotland, RBS, che lancia la sua prima app sull’Apple Store.

Dal mobile banking nascono poi tutta una serie di nuovi competitor, le banche tutte digitali, che aprono la strada a un nuovo paradigma: «Le banche online come Revolut o Illimity sono state brave a cogliere i cambiamenti e a innovare completamente la customer journey dei clienti: hanno saputo cogliere un’esigenza. Tuttavia, non sono riuscite a raggiungere l’omnicanalità o meglio il self banking», spiega Fontana Rava.

Self banking

La banca giusta per il cliente è quella che riesce a utilizzare, o meglio ancora quella in cui si riconosce. Se le nuove banche digitali hanno imposto una diversa esperienza utente ai clienti, ovvero quella di entrare nella banca quando vogliono e come vogliono, con un semplice accesso a Internet e un’app o più app mobile dedicate, il self banking fa un passo ulteriore in avanti, con il cliente stesso che partecipa attivamente alla costruzione del suo “ecosistema bancario”.

Il self banking è un po’ l’evoluzione dei criteri di scelta che il cliente adotta per decidere verso quale banca dirigersi. Apparentemente, questi criteri sembrano non essere cambiati nel tempo. Un cliente sceglie un banca sulla base del prezzo, della qualità del servizio e della prossimità/comodità. Eppure, oggi queste tre motivazioni assumono nuovi significati:

«Per prossimità non si intende più la vicinanza fisica a una filiale, ma la possibilità di accedere via app a tutte le offerte. Per la qualità di servizio si valuta non più il tempo di attesa in filiale o le disponibilità orarie degli sportelli, ma la possibilità di accedere alla banca quando voglio. Mentre il prezzo non è più solo sinonimo di convenienza: i clienti oggi sono disposti a spendere anche di più, se il servizio li soddisfa. L’emergenza Covid in questo ha aiutato, portando più consapevolezza», continua Fontana Rava.

Il manager spiega che le banche devono abbracciare ogni giorno la sfida dell’innovazione. Dall’analisi dei comportamenti, devono imparare a leggere le abitudini dei clienti e aggregare in unico posto tutta una serie di servizi, specie oggi che il conto corrente viene usato tutti i giorni.

La sfida di Selfy

Si è parlato di questo e di tanti altri temi sul presente e futuro dell’online banking durante la conferenza stampa di presentazione di Selfy, che ha visto tra gli ospiti la partecipazione, oltre al già citato Fontana Rava, di Simone Friggi, responsabile Sales Finance & Gaming Nord Ovest per Tim, di Gianni Rovelli, responsabile comunicazione e marketing commerciale per Banca Mediolanum, e Nicola Belli, consigliere delegato di Armando Testa, moderati dal giornalista Dario Donato

Con Selfy, Banca Mediolanum fa sua la sfida della multicanalità. Si tratta di un servizio dedicato ai nuovi clienti della Banca, al quale gli utenti possono iscriversi direttamente da pc o smartphone, per accedere a tantissimi servizi finanziari. Dall’app si possono pagare F24 e bollettini, controllare i movimenti delle carte, ricevere e inviare denaro in tempo reale, pagare da smartphone in abbinamento ai servizi Samsung Pay, Apple Pay, Garmin Pay e Google Pay. Ma anche fare trading online, chiedere prestiti e rateizzare i pagamenti:

«Uno dei valori in più di Selfy risiede nella possibilità offerta all’utente di personalizzare al massimo la sua esperienza. Dalla scelta della fotografia, dei colori e perfino dei servizi. Con Selfy vogliamo mostrare il nostro volto dell’open banking, che non risiede nel fare le cose, ma nel capire quelle che funzionano meglio per il cliente, per poi aggregare in una soluzione servizi finanziari e non solo, in modo tale da facilitargli la vita».

Scendendo ancora più nei dettagli, l’app è gratis per i clienti minori di 30 anni, mentre per tutti gli altri è gratuita il primo anno, mentre dal secondo anno in poi il costo è di 45 euro l’anno. Altri benefit dell’app nascono dalla partnership che Banca Mediolanum ha stretto con altri player, come Tim.

Accreditando lo stipendio a Selfy, l’utente avrà per esempio la possibilità di navigare con Tim a 100 GB al mese per 12 mesi, con in più il router in regalo:

«Con Selfy abbiamo voluto creare un vero e proprio universo dove è il cliente a scegliere cosa usare e quando. Dove è in cliente, in altre parole, a costruire la sua banca», conclude Fontana Rava

Retail Transformation: esclusività in un mondo di Atomi e Bit

I grandi cambiamenti sostanziali che il mondo del retail sta affrontando oggi sono racchiusi in tre concetti: accessibilità, distribuzione e connettività.

La rivoluzione di questi concetti, partita e sviluppata da figure iconiche che vanno da Steve Jobs a Mark Zuckerberg passando per Jeff Bezos, ha comportato che il consumatore oggi può avere, almeno dal punto di vista strutturale, quello che vuole, dove vuole e al prezzo che vuole.

Se hai voglia di mangiare sushi per cena, vai online e in pochi passaggi lo ricevi a casa. L’altro lato della medaglia, però, è che se davvero puoi ottenere ciò che vuoi, quando e come vuoi, viene a mancare il concetto di esclusività. Le aziende hanno risposto in due modi: alcune hanno reagito con meccanismi promozionali, del tipo “vieni in negozio oggi perché per te c’è un’offerta esclusiva, domani lo stesso prodotto costerà di più“.

Il secondo modo di reagire, che oggi è quello che va per la maggiore, è quello dell’allocazione e dell’accessibilità al prodotto attraverso le collaborazioni. Sulla base di queste collaborazioni faccio salire la domanda a livelli altissimi attraverso meccanismi pubblicitari, poi però nel mercato immetto un quantitativo di prodotti nettamente inferiore rispetto alla domanda.

A questo punto, il mio ritorno dell’investimento non si avrà sul singolo prodotto ma su tutto il life cycle di prodotto: creo la domanda sul prodotto della collaborazione, per esempio una scarpa, e con lo stesso prodotto faccio un take down, un’altra colorazione meno premium che posso vendere a tutti.

i consumatori sono cambiati

Il concetto di esclusività è quindi destinato a espandersi nella distribuzione organizzata: in principio, il problema era trovare il prodotto e sviluppare la catena di negozio di prossimità. Oggi, il problema è che i prodotti sono sempre accessibili e manca l’esclusività, grazie a internet, grazie al grande sviluppo del retail e del franchising. Domani, l’esigenza di esclusività tornerà e si comincerà a segmentare l’accesso ai negozi, magari attraverso sistemi di prenotazione, sia il trattamento del singolo cliente, che non sarà più generico ma invece one-to-one, da tutti i punti di vista.

Il rapporto con il cliente sarà totalmente personalizzato, dal punto di vista del consiglio di prodotto ma anche dell’approccio con il singolo cliente, che sarà molto più amicale. Per semplificare, questo nuovo rapporto sarà molto più simile a quello che avevano i nostri nonni con il commerciante di quartiere rispetto a quello che noi oggi abbiamo con una qualunque catena franchising. Questo perché l’uomo ha un’esigenza recondita, ontologica, di vivere rapporti di esclusività. Vogliamo sentirci unici, non uguali a tutti gli altri e questo rapporto di esclusività lo viviamo attraverso lo status, o attraverso un prodotto speciale o attraverso una relazione speciale.

La distinzione tra digitale e fisico non ci appartiene più

consumer's journey

Oggi non ha più senso operare distinzioni tra negozio fisico ed eCommerce. Qualche esempio ci aiuta a chiarire il concetto con semplicità. Se prenotiamo un prodotto online e poi andiamo a ritirarlo in un negozio fisico, si tratta di una vendita fisica o digitale? Se entriamo in un negozio fisico e paghiamo con carta di credito, quindi facendo una transazione digitale, siamo di fronte a una vendita fisica o digitale? O ancora, se in un negozio fisico non troviamo la nostra taglia e il negoziante la ordina permettendoci di trovarla il giorno dopo nello stesso negozio fisico, abbiamo acquistato in modo digitale o fisico?

La realtà è che non esiste più una netta divisione tra mondo fisico e mondo digitale: se proprio vogliamo creare una dicotomia, possiamo parlare di “mondo degli atomi” e “mondo di bit”. Oggi viviamo in un contesto e questo è assolutamente naturale: cerchiamo prodotti online mentre siamo all’interno di negozi fisici, scattiamo foto e le pubblichiamo su Instagram mentre giriamo nel centro commerciale o tra gli store del nostro quartiere.

La differenziazione tra fisico e digitale è un approccio “yuppie” anni ’80 che oggi non ci appartiene più. Per questo non si può attribuire alle tecnologie “la colpa” di mettere in difficoltà i negozi fisici: l’esperienza fisica, semplicemente, assume un ruolo diverso all’interno della shopper journey dei consumatori.

Come gli eCommerce possono mantenere alti i tassi di crescita

tecnology doubls profitability

Le strategie che gli eCommerce possono adottare per mantenere i tassi di crescita ricalcano, sostanzialmente, quelle messe in atto da qualunque attività commerciale. Queste sono:

  • Migliore gestione dello stock
  • Miglioramento della frequenza di visita del consumatore
  • Aumento del traffico dei consumatori all’interno del punto vendita
  • Aumento del traffico di persone interessate all’interno dello store (il classico conversion rate)

Infatti, i quattro KPI fondamentali per ogni punto vendita sono:

  1. Traffico all’interno degli store
  2. Conversion rate (quanto di quel traffico è disponibile a convertirsi in vendita)
  3. Disponibilità di prodotto
  4. Scontrino medio

Anche gli eCommerce, dato per assodato che non ci sono differenze rispetto alle realtà fisiche, salvo la nomenclatura e il sistema infrastrutturale, dovranno lavorare su questi quattro KPI. In che modo?

Fulfillment

Perfezionare l’immagazzinamento. Tutti gli stock, tutti i magazzini di tutte le catene vendita fisiche devono essere integrate con il desktop dell’eCommerce. Se una persona cerca un prodotto online, lo shipping può avvenire dal magazzino dell’eCommerce o dallo store fisico dietro casa.

Esperienza d’acquisto

Migliorare l’esperienza d’acquisto è essenziale, attraverso nuovi processi cognitivi sul trattamento del cliente. Attualmente, la vendita su eCommerce è molto più simile a quella che si può avere su una larga superficie di Zara più che quella che si può avere dal nostro barbiere di fiducia, dove c’è una vendita consiglio sostenuta. Servizio al cliente, vicinanza al cliente e supporto al cliente sono assenti e sarà sempre più necessario potenziare questi aspetti.

Nuovi (e migliori) servizi

Introdurre nuovi servizi e migliorare quelli esistenti è una strategia ottimale per aumentare lo scontrino medio e alzare i margini di profitto. Parliamo di servizi orientati all’esclusività, quindi customizzazioni, approccio one-to-one, oppure servizi orientati sulla possibilità di ricevere il prodotto nel modo migliore possibile o più velocemente, per esempio sistemi di subscription, o di velocizzazione tipo Amazon Prime, o ancora sistemi di qualità dell’assicurazione in caso di mancata consegna del prodotto.

Per semplificare, le tre parole chiave per mantenere alto i tassi di crescita di un eCommerce sono: prodotti esclusivi, maggiore disponibilità di prodotto e servizi eccellenti di assistenza al cliente.

world nutella day

World Nutella Day, come un brand può arrivare al cuore delle persone

Gli italiani sono conosciuti nel mondo per molti motivi. Sono tante le bellezze storiche e archeologiche che gli altri Paesi ci invidiano e molta dell’ammirazione che persone vicine e lontane provano per l’Italia arriva grazie alle nostre specialità alimentari.

Sono pochi, però, quei prodotti in grado di diventare brand planetari, tanto amati (e consumati) e tanto famosi da raggiungere, per notorietà e apprezzamento, icone mitologiche come la pizza e la pasta.

È raro, ma succede, proprio come è capitato a Nutella, uno dei marchi italiani più conosciuti e apprezzati. Un Love Brand riconosciuto che oggi può contare su una giornata mondiale creata dai suoi stessi consumatori, oltre a 100 milioni di famiglie che la consumano, in tutto il mondo.

Per cercare di capire un successo così grande, abbiamo fatto qualche domanda a Matteo Conti, Head of Marketing nutella Europe.

Matteo Conti - CMO di Ferrero

Matteo Conti – Head of Marketing nutella Europe

LEGGI ANCHE: Come la percezione che abbiamo dei brand condiziona le nostre scelte d’acquisto

Come si crea un Love Brand amato come Nutella?

Questa è la domanda del secolo: bisognerebbe chiederlo al papà di Nutella, il signor Ferrero. Quindi a Pietro Ferrero e poi al figlio Michele, che ha trasformato il prodotto in un brand.

Partiamo dal fatto che Nutella nasce come Giandujot e poi diventa SuperCrema. Prima di tutti i competitor, il signor Michele Ferrero comprese l’importanza del naming giusto per l’esportazione del prodotto negli altri Paesi: SuperCrema presentava degli ovvi limiti di overpromising e il nome “nut-ella” rispose alla necessità di questo cambiamento creando un brand name unico e comprensibile soprattutto in termini fonetici, identitari e visivi a livello planetario.

Naming e identità visiva, cioè il nome Nutella e la scelta del vasetto, hanno grandemente contribuito al suo successo. Parliamo quindi di una vera e propria Marketing Strategy già nel 1964: il nome Nutella venne infatti testato sia in Italia che all’estero prima del lancio sui mercati.

nutella giandujot

Source: nutella.it

Il secondo punto che può aiutarci a comprendere questo successo è il fatto di essere sempre stato un prodotto oggettivamente semplice, un prodotto per tutti,  partire dal dopoguerra. La prima Nutella infatti era solida, era una merenda più accessibile per i bambini in un momento in cui il cacao era introvabile.

Da lì, questa origine si è confermata nel tempo: la sua ricetta è estremamente semplice e questo determina un costo e un prezzo al consumo e accessibile in quasi tutte le geografie, sebbene le materie prime che la compongono, come cacao e nocciole, siano spesso soggette a fluttuazione dei costi. È un prodotto poco soggetto alla stagionalità: a differenza di altri prodotti al cioccolato, Nutella soffre meno questo fenomeno nel periodo estivo e riesce ad avere una diffusione anche nelle latitudini più calde.

Il terzo fattore di successo planetario è sicuramente la comunicazione gli investimenti di marketing, che, fin dal 1964, hanno accompagnato Nutella con una storia di comunicazione tipicamente pubblicitaria. Nata in Italia ma poi perseguita molto bene in tutti i Paesi, ha permesso la penetrazione a livello mondiale e l’esplosione dell’awareness del brand: oggi, più di 100 milioni di famiglie nel mondo acquistano Nutella.

Dal tuo punto di vista, il successo del brand dipende anche dal rapporto dell’azienda con i suoi dipendenti?

Assolutamente sì. Nutella, ma tutta Ferrero si distingue per il senso di appartenenza unico delle sue persone, è un valore inestimabile. L’amore e l’autenticità che Nutella ha attorno a sé, il tributo e il sostegno da parte dei suoi dipendenti che sono i primi fan del brand, costituiscono certamente una componente fondamentale della ricetta del successo.

Che mondo sarebbe senza Nutella? Cosa sarebbe Ferrero senza questo prodotto?

Difficile dirlo, ma certamente Nutella ha avuto un ruolo determinante nell’espansione dell’azienda a livello geografico.

I Nutella Biscuits sono diventati in breve oggetto di culto. C’era una strategia ben precisa o è stato semplicemente amore a prima vista?

nutella biscuits

Source: nutella.it

È la domanda che tutti hanno posto, qualcuno anche con tono polemico. In verità, non c’è stata alcuna strategia di scarsità: noi conoscevamo la capacità produttiva dello stabilimento e quello che abbiamo messo sul mercato è quello che riuscivamo effettivamente a produrre e distribuire. Grazie alla forza del brand, la domanda di prodotto ha superato ogni previsione. Avevamo previsto di avere successo, ma certamente le modalità e i tempi hanno sorpreso anche noi.

Nel 2008 come spuntino al G8, su un francobollo nel 2014 e ora Nutella sarà anche su una moneta. Quali sono i prossimi ambiziosi traguardi da raggiungere?

Nutella è una marca delle persone prima che dell’azienda. Dal punto di vista del radicamento culturale nei singoli territori, noi non pianifichiamo elementi di portata istituzionale e sociale come questi o come il World Nutella Day. Sono infatti delle opportunità e delle occasioni che si vengono a creare quasi naturalmente.

La moneta è l’ultima degli attestati di stima che rendono Nutella strepitosa e unica nel suo paese d’origine e uno stimolo per noi a renderla tale ovunque.

Il World Nutella day è una occasione importante, soprattutto per i fan: è davvero sentito dalle persone che hanno deciso spontaneamente di dare vita a questo evento, nato negli Statu Uniti grazie alla blogger italo-americana Sara Rosso.

world nutella day

Source: nutella.it

Lo sviluppo organico è stato straordinario e, dal 2015 a oggi, abbiamo sostituito Sara nell’organizzazione e pianificazione dell’evento ma continuiamo a ispirarci a lei. Apriamo i nostri canali ricordando il World Nutella Day e dando alle persone la possibilità di celebrare il loro legame e il loro amore per il prodotto nelle modalità che preferiscono.

Questa attitudine all’apertura ha generato un interesse spontaneo da parte di influencer e altri brand, che hanno iniziato ad augurare un “buon World Nutella Day” sui nostri social e sui loro canali, diventando una sorta di movimento social autogenerato, in qualche modo in grado di portare in modo spontaneo un po’ di positività, per altro davvero necessaria di questi tempi.

Senza la necessità di una pubblicità tabellare, si mette in moto un sistema di autentica passione positiva che corrisponde proprio alla mission del brand: portare un po’ di positività in più alla vita di tutti i giorni.