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Consigli utili per dare il boost ai tuoi contenuti per il B2B

  • Nei contenuti B2B la ragione vince sull’emozione
  • Le esigenze del momento alzano le aspettative e abbassano la pazienza
  • Comprendere chi sono le tue buyer personas è fondamentale

 

Prima di iniziare a produrre contenuti per il B2B devi porti la seguente domanda: cosa fai ogni volta che hai una curiosità, un dubbio o devi acquistare un prodotto? Apri il tuo browser preferito e avvii una ricerca su Internet, alla volta di una risposta che ti soddisfi.

I risultati che appaiono per primi sono quelli che sembrano rispondere meglio al tuo bisogno reale. Questi sono frutto di un grande lavoro di inbound marketing e sono stati concepiti proprio per attrarre, coinvolgere, informare e convertire i visitatori.

Nel B2B il processo decisionale è decisamente improntato alla razionalità: il prospect ha bisogno di quelle informazioni che gli permetteranno di prendere una decisione ragionata e consapevole.

In sostanza, ha bisogno di contenuti informativi, realmente di valore, centrati sugli specifici bisogni degli utenti target. È stato infatti provato che sono 8 su 10 i decision maker in ambito B2B che preferiscono informarsi attraverso un articolo, invece che fidarsi di una pubblicità.

Scrivere contenuti B2B pensando a 4 Micro-Momenti

Google ha creato il termine “micro-momento” alcuni anni fa. Il concetto affronta il cambiamento del comportamento del consumatore, in particolare, incorporando la loro dipendenza dai dispositivi mobili. Secondo Google, i micro-momenti sono momenti di processo decisionale e di formazione delle preferenze guidati dall’intenzione che si è durante l’intero viaggio del consumatore .

Un micro-momento si verifica quando una persona si rivolge automaticamente a un dispositivo, il più delle volte uno smartphone, per agire in base alla necessità di imparare qualcosa, fare qualcosa, scoprire qualcosa, guardare qualcosa o comprare qualcosa. Questi momenti sono importanti per i professionisti del marketing, poiché sono ricchi di intenti. Sono punti chiave nel percorso dell’acquirente quando si esaminano le decisioni e si modellano le preferenze.

In questi momenti, le aspettative dei consumatori sono più alte che mai. Quando agiamo in base alle nostre esigenze del momento, le nostre aspettative sono alte e la nostra pazienza è bassa. Ciò rende la qualità, la pertinenza e l’utilità del marketing più importanti che mai.

Per sfruttare i micro-momenti nel 2021, i professionisti del marketing devono garantire che la loro attività possa essere trovata quando i consumatori cercano informazioni in questo momento. Come dice Google, i professionisti del marketing devono ” essere presenti, essere utili, essere veloci “.

La popolarità del content marketing B2B è in crescita

Sono molte le realtà che da un giorno all’altro decidono di iniziare a scrivere o di tenere un podcast. Quello che troppo spesso viene dimenticato, ma che è fondamentale per raggiungere il successo, è che a monte occorre tracciare una rotta da seguire: nella pratica, definire una content strategy. Gli step fondamentali da percorrere prima di lanciarsi nella creazione dei contenuti vera e propria sono tre:

1. Stabilire gli obiettivi da raggiungere

Qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere attraverso la creazione di contenuti? È importante definire dei traguardi S.M.A.R.T

  • Specifici: che non lascino spazio a diverse possibili interpretazioni.
  • Misurabili: per poter verificare in corso d’opera e al termine delle operazioni se e in quale misura sono stati raggiunti.
  • Raggiungibili: (Achievable).
  • Rilevanti: cioè coerenti con il fine che intende perseguire l’azienda.
  • Temporalmente definiti.

2. Individuare le buyer personas corrette

Chi sono i destinatari dei contenuti che verranno creati? Una buona strategia di marketing B2B passa necessariamente dalla conoscenza dei propri utenti. La chiave è focalizzarsi sulle loro caratteristiche e sulle loro necessità: in che modo possiamo aiutarli?

Al momento di individuare le buyer personas del proprio business bisogna chiedersi: qual è il pain dell’utente? Quali sono le sfide che ogni giorno si trova a dover affrontare, quali gli obiettivi che vuole raggiungere? Soltanto una volta in possesso di queste informazioni sarà possibile creare contenuti in grado di risuonare davvero con il pubblico target.

3. Scegliere il tipo di contenuti più adatto

Che tipo di contenuti si andranno a creare? Se lo scopo è incrementare la brand awareness si sceglieranno formati facili da diffondere (come per esempio blog post, video), mentre se si punta ad ottenere nuovi lead, bisognerà orientarsi su contenuti accessibili dietro registrazione (come ebook, webinar, ricerche di mercato).

Ecco una breve panoramica dei tipi di contenuti a disposizione del marketer B2B.

Contenuti free

  • Blog (articoli): utile a fare brand awareness e incrementare il traffico verso il sito web (se ben ottimizzato a livello SEO). Si possono pianificare articoli indirizzati a utenti che si trovano in vari stage del customer journey.
  • Video: sono uno dei contenuti in grado di generare il maggior livello di engagement, anche nel marketing B2B.

Contenuti gated (la cui fruizione è vincolata dalla registrazione)

  • Ebook, whitepaper, infografiche: ottimi strumenti di lead generation, solitamente ne viene reso possibile il download soltanto dopo aver compilato un form di registrazione.
  • Case study: sono contenuti pensati per gli utenti che si trovano nella fase consideration o decision del customer journey, vale la pena dedicare loro una sezione del sito ben visibile. Aiutano a far crescere la fiducia nei confronti dell’azienda.
  • Demo e quotazioni gratuite: sono rivolti a quegli utenti davvero molto vicini alla decisione di acquisto. Anche in questo caso, si può pensare di offrire questo tipo di contenuti dietro compilazione di un form.
  • Ricerche di mercato: sono documenti in cui vengono presentati dati raccolti dall’azienda in prima persona, non reperibili altrove sul web. Sono tra i tipi di contenuti dal maggiore valore percepito dagli utenti.

Il content marketing è uno strumento molto potente per fare lead generation per il b2b. Per sfruttarlo bene, però è necessario lavorare in maniera sistematica e avere una visione a lungo termine.

In ambito B2B il content marketing è fondamentale soprattutto per il processo di acquisto, che ha caratteristiche specifiche: parliamo infatti di vendite complesse, il cui ciclo di chiusura, dal primo contatto all’ordine vero e proprio, è in genere molto lungo.

Per prima cosa è necessario individuare con precisione il pubblico. Questo ti aiuterà a creare un piano editoriale ben strutturato e con contenuti mirati.

Capire chi leggerà i tuoi testi ti darà la giusta ispirazione per creare contenuti sempre nuovi e in grado di soddisfare i bisogni dei tuoi clienti.

Quando hai un’idea, per risparmiare tempo e capire se avrà successo, prova sempre a testarla e validarla. Così il tuo impegno sarà centrato su argomenti che hanno maggiori probabilità di attirare l’attenzione del tuo pubblico di riferimento.

Andiamo a scoprire nel dettaglio come si attuano queste strategie.

Identifica il tuo pubblico

Il pubblico giusto

La prima cosa da fare prima di iniziare a scrivere è capire chi sono le tue buyer personas.

Come si fa a scrivere contenuti B2Bper qualcuno che non si conosce?

In genere si segmenta il pubblico in base allo step che ha raggiunto nel funnel di vendita. Ma questo non è sufficiente. Dietro ad ogni clic ci sono delle persone e, per generare dei lead, è necessario avere indicazioni più precise sulle loro abitudini e preferenze.

A occhio può sembrare complesso riuscire a segmentare il tuo pubblico in maniera approfondita, ma esistono molti strumenti per avere informazioni su chi visita il tuo sito.

Grazie ad un’analisi del tuo target di riferimento, puoi ottenere i dati demografici (età, sesso, posizione) e avere indicazioni sugli interessi dei tuoi utenti.

Conoscere i campi d’interesse ti permette di avere una panoramica più ampia sul tuo pubblico. Non solo. Questa informazione ti fornisce anche uno spunto per gli argomenti da trattare nei post successivi.

A partire dai dati demografici, puoi anche definire il tono di voce da utilizzare, scegliere un linguaggio consono e rivolgerti al tuo target in maniera più chiara.

Dopo aver definito il pubblico è il momento di individuare il contenuto. Che argomenti devi trattare sul tuo sito?

Idee innovative per scrivere i tuoi contenuti

Quando si è agli inizi è semplice trovare nuove idee e sviluppare contenuti. Ma ad un certo punto le idee iniziano a scarseggiare e sembra che gli argomenti da trattare siano esauriti.

Non farti trarre in inganno da questa sensazione. Molti temi possono essere affrontati in modo diverso e raccontati con un punto di vista nuovo.

Una delle tendenze che scatena di più gli utenti è quella basata sul “contrarian content marketing ”, una strategia che basa la sua forza sulla controversia. Per attivarla basta prendere un argomento rilevante per la tua attività e trattarlo in modo contrapposto alla posizione comune.

Quando ti trovi a sviluppare nuove idee per i tuoi contenuti, devi sempre considerare cosa desiderano gli utenti, cercando di anticipare i loro bisogni. Tieni a mente, però, che le persone quando effettuano una ricerca hanno un fine unico: capire cosa possono portare a casa dedicando tempo ad un’attività.

Per cui, nel momento in cui cerchi intercettare i loro bisogni e di dare informazioni in linea con l’intento di ricerca,  ricorda sempre che il lettore vuole avere un ritorno di valore
Un ulteriore spunto per individuare dei contenuti interessanti per i tuoi utenti può arrivarti dai social media. Attraverso un’analisi di ciò che la tua nicchia pubblica e condivide sui social o delle conversazioni a cui prende parte, puoi individuare argomenti interessanti da trattare.

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L’importanza di creare contenuti B2B sinceri

No, non sto sostenendo che tutti i tuoi contenuti debbano essere alleggeriti: i pezzi di ingegneria devono essere pezzi di ingegneria. A volte, adottare un tono colloquiale o spingere i confini creativi non è l’approccio giusto.

Quando stai leggendo le istruzioni per installare un nuovo software o sostituire una parte del motore, vuoi una chiarezza inequivocabile e senza ornamenti, presentata nel minor numero di parole possibile, idealmente insieme a semplici diagrammi e immagini.

Ecco perché la scrittura tecnica è una disciplina del tutto separata dalle altre forme di scrittura. La scrittura tecnica non consiste nel fornire ispirazione o piacere. Si tratta di mettere le informazioni in azione.

In questo caso, ciò che conta è quanto tempo impiega il contenuto per arrivare al punto. E questo significa che troppa creatività o narrazione possono anche essere noiose, intralciando il lettore.

Nel Marketing B2B conta la prospettiva

La prospettiva

Se l’argomento, il prodotto o il settore ti sembrano noiosi, ovviamente potrebbe sembrare impossibile produrre contenuti interessanti, creativi e coinvolgenti. Quando si lavora sul lato business di un argomento, un prodotto o settore, si può essere concentrati su ciò che il prodotto è piuttosto che su quello che fa. Il tuo punto di vista può essere molto diverso da quello del cliente.

I prodotti e le cose non sono così intrinsecamente interessanti. Sono le persone che li rendono interessanti. Sono le persone che danno loro un significato. Ecco perché un principio centrale del content marketing è che il prodotto non è la storia, le persone lo sono. Il B2C lo sa quasi istintivamente. Il B2B a volte ha problemi a pensare allo stesso modo.

Il prodotto non è la storia: le persone lo sono, anche nel B2B

Invece di scrivere in astratto, posiziona i tuoi contenuti nel mondo reale. Il loro mondo, quello verticale.

Oppure, se il mondo reale delle persone che lavorano con il tuo prodotto è un po’ troppo noioso, fai fare ai tuoi contenuti un passo in avanti. Mescola un po’ di immaginazione ai fatti per creare un mondo iper reale, che il tuo pubblico esplorerà con più leggerezza.

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Utilizza i social per vedere se i tuoi contenuti sono funzionali

I social nel B2B

Uno degli approcci più comuni nel content marketing è quello di pubblicare e pregare che il contenuto funzioni. Purtroppo, in questo modo non è facile ottenere buoni risultati. Affidarsi al caso, alla fortuna o al proprio istinto, può portarti lontano dal tuo obiettivo, facendoti perdere tempo e risorse.

Per capire quali contenuti trattare, puoi utilizzare i social e capire se e quali argomenti suscitano l’interesse degli utenti. Si tratta proprio di analizzare il modo in cui le persone reagiscono ad un determinato input.

Pubblica un post inerente alle tematiche che vuoi affrontare. Puoi utilizzare un post breve, un’infografica, una fotografia. Poi monitora l’andamento e valuta che tipo di reazioni suscita.

Quante condivisioni ottiene? Gli utenti interagiscono con il contenuto che hai condiviso?

Uno dei social più utilizzati in Italia è Facebook, ma una buona idea è anche quella di utilizzare Twitter per questo genere di test.

Gli strumenti di analisi

Analizzare è fondamentale

Da tutto ciò che ci siamo detti, ti sarà chiaro che per far decollare la tua tua azienda B2B, devi avere una strategia di content marketing completa e attraente per il pubblico di riferimento.

Coltiva la relazione con il tuo cliente prima, durante e dopo l’acquisto, attraverso la creazione di contenuti interessanti, differenti e coinvolgenti. Ricorda che il content marketing non riguarda te, ma i valori che la tua audience è in grado di riconoscere nel tuo brand.

Un passo necessario per un’efficace strategia di content marketing per le B2B, è l’uso di strumenti d’analisi che ti aiutano a monitorare il comportamento dell’utente e a seguirlo in ogni fase della canalizzazione di vendita, con l’obiettivo di trasformarlo in un lead qualificato per l’acquisto del tuo prodotto/servizio.

Non puoi sapere fin da subito cosa piacerà al tuo target e questo richiede un lungo processo di analisi e di sperimentazione, con il quale dobbiamo confrontarci ogni giorno per sviluppare strategie di content marketing efficaci e durature, in relazione al comportamento del cliente.

Il pubblico apprezzerà i tuoi contenuti anche quando cambierà gusti e preferenze perché tu sarai in grado, attraverso il monitoraggio costante, di cambiare insieme a lui.

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christie's NFT

Christie’s lancia la sua piattaforma NFT: si chiama Christie’s 3.0

Christie’s ha annunciato una nuova piattaforma che consentirà di effettuare vendite NFT direttamente sulla blockchain. Christie’s 3.0 è stata sviluppata con le società Web3 Manifold, Chainalysis e Spatial.

Nicole Sales Giles, direttrice delle vendite d’arte digitali di Christie’s, ha dichiarato di essere lieta di offrire gli NFT “nel modo in cui devono essere negoziati, sulla blockchain“.

Incorporando gli strumenti normativi, come l’antiriciclaggio e l’imposta sulle vendite, abbiamo costruito una soluzione inclusiva in cui sia i collezionisti esperti che i nuovi collezionisti di NFT possono sentirsi sicuri nelle transazioni con Christie’s 3.0“, ha dichiarato.

Christie’s 3.0 debutterà con un’asta di opere dell’artista diciottenne Diana Sinclair, inserita da Fortune tra le 50 persone più influenti nello spazio NFT.

Le offerte per nove opere di Diana Sinclair saranno aperte dal 28 settembre all’11 ottobre, con stime di prezzo che vanno da 5.280 a 10.560 dollari.

In un comunicato, Christie’s ha affermato che la nuova piattaforma dimostra “l’impegno della casa d’aste nei confronti di artisti e collezionisti nello spazio Web3”.

christie's 3.0 la piattaforma nft ethereum

Come funziona il marketplace NFT di Christie’s

La tecnologia NFT non è una novità per Christie’s, che aveva già fatto notizia mettendo all’asta l’opera d’arte di BeepleEverydays: The First 5,000 Days” per 69,3 milioni di dollari nel marzo 2021.

La storica casa d’aste sta ora abbracciando pienamente l’etica decentralizzata di Web3 lanciando un nuovo mercato in cui le aste si svolgono sulla blockchain pubblica di Ethereum. La casa d’aste, che ha 256 anni di storia, afferma che fornirà anche strumenti per la conformità legale e la fiscalità.

La nuova piattaforma di Christie’s è stata creata in collaborazione con Manifold, una startup che si occupa di smart contract. Christie’s ha inoltre collaborato con l’azienda di analisi blockchain Chainalysis e con la piattaforma di metaverse Spatial per abilitare ulteriori funzionalità per il suo mercato.

Il salto sulla Blockchain

Sebbene alcune precedenti aste NFT di Christie’s abbiano attirato i titoli dei giornali, le transazioni effettive non avvenivano sulla blockchain, un processo che fornisce trasparenza sui portafogli coinvolti e sul flusso dei pagamenti. Christie’s 3.0 rimodella questo approccio con transazioni on-chain più simili a quelle di marketplace come OpenSea e Rarible.

Tuttavia, Christie’s continuerà a porre l’enfasi sulla curatela piuttosto che permettere a chiunque di inserire le proprie opere d’arte o i propri oggetti da collezione.

 

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ecommerce hub giffoni

Ecommerce HUB sceglie Giffoni per lanciare i nuovi trend del digital retail

Il 7 ottobre 2022 per i protagonisti del commercio elettronico è una data da segnare in rosso. Dopo due edizioni online, torna dal vivo Ecommerce HUB® l’evento pensato per i player dell’ecommerce che tra workshop, tavole rotonde e masterclass, nelle sale della Multimedia Valley di Giffoni, grazie alla collaborazione con Giffoni Innovation Hub, si confronteranno sui nuovi trend e sulle best practice del digital retail.

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Un evento imperdibile per scoprire i dettagli della rivoluzione in corso nel mondo del commercio elettronico che, durante la fase pandemica, ha ripensato se stesso per soddisfare le richieste dei consumatori arrivando così a registrare una straordinaria crescita.

Ma anche un appuntamento in grado di offrire ai partecipanti la possibilità di formarsi, ampliare il ventaglio delle proprie competenze e allo stesso tempo fare networking.

ecommerce hub 2022 multimedia valley

Ecommerce HUB: tendenze e best practice nel digital retail

«Dopo due edizioni tutte online, siamo felici di annunciare il ritorno in presenza di Ecommerce HUB®. L’evento del 7 ottobre sarà l’occasione per confrontarsi sui nuovi trend del digital retail, dopo due anni di crescita straordinaria del commercio elettronico in cui le aziende hanno dovuto adattare in modo repentino i modelli di business alle nuove abitudini dei consumatori”, ha detto Alfonso Annunziata, co-founder dell’evento. “Quest’anno l’evento ospiterà oltre 40 workshop, tavole rotonde e masterclass con alcuni fra i principali player e professionisti del settore, in un intenso programma con al centro dell’agenda le nuove tendenze e best practices nel digital retail. Oltre alla parte formativa, sarà allestita un’ampia area espositiva e di networking, in cui le aziende avranno l’opportunità di incontrarsi e discutere».

alfonzo annunziata ecommerce hub

Sul palco tanti rappresentanti di importanti aziende dell’eCommerce come Shopify, DHL, Banca Sella, TikTok e Nexi.

Tra questi: Paolo Picazio Country Manager Italia Shopify, Davide Casaleggio CEO & Partner Casaleggio Associati, Vincenzo Cosenza Consulente di marketing, Mario Moroni, conduttore, autore e creatore di contenuti, Francesco Santoro, Responsabile Ecommerce Partnership Nexi, Lorenzo Pozzi, Strategic Partnership Manager TikTok, Paolo Iabichino Scrittore pubblicitario e direttore creativo, Andrea Degl’Innocenti, Direttore Ufficio Servizi Digitali alle Imprese & RTD di ITA – Italian Trade Agency, Ivano Di Biasi, CEO di SEOZoom e tanti altri (l’elenco completo è consultabile alla pagina https://www.ecommercehub.it/home-2022/relatori/ ).

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La Multimedia Valley di Giffoni, dove verrà presentato il tema “What’s Next?” e dove saranno consegnati premi 4eCom, si conferma polo innovativo e creativo in grado di incrociare domanda e offerta sul piano della formazione, dell’approfondimento, dello scambio e del confronto su temi che coinvolgono direttamente le nuove generazioni mettendole in contatto con i maggiori esponenti delle più grandi realtà imprenditoriali.

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Tavole rotonde, workshop e masterclass: un evento irrinunciabile per essere aggiornati sui nuovi trend dell’eCommerce Revolution e sfruttare le ottime possibilità di networking con i rappresentanti di importanti aziende del mondo digitale.

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Ci vediamo all’Ecommerce HUB!

amazon prime day

Amazon Prime Day raddoppia: nuovo appuntamento a ottobre

Amazon ha programmato un secondo evento Amazon Prime Day per martedì 11 ottobre.

I rumors erano già iniziati a giugno, ma ora l’azienda ha dato conferma ufficiale: l’unica differenza è che l’evento si chiamerà Prime Early Access Sale invece di Prime Day.

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Cosa ci sarà nel secondo Amazon Prime Day di ottobre

A parte il nome, non sembra che cambi molto tra i due eventi. Proprio come l’Amazon Prime Day, il Prime Early Access Sale dovrebbe continuare a offrire alcune delle migliori offerte dell’anno, oltre a proporre saldi sui dispositivi Amazon e una serie di altri prodotti tecnologici interessanti.

Amazon non ha fornito alcun dettaglio su quali siano esattamente le offerte che verranno proposte, ma ha menzionato alcuni marchi che saranno presenti durante la promozione: Peloton, New Balance, Philips Sonicare, Lego, Adidas, KitchenAid, Samsung, iRobot (che Amazon sta attualmente acquisendo) e altri ancora.

amazon prima day magazzino

Inoltre, sta sperimentando una nuova lista top 100 degli articoli più popolari da cui verranno estratte offerte durante l’evento.

Per chi volesse anticipare i tempi, sono già disponibili alcune offerte anticipate, come una prova gratuita di quattro mesi di Amazon Music Unlimited e la possibilità di acquistare un Echo Dot a 99 centesimi con un abbonamento di un mese al servizio di streaming musicale di Amazon.

Le offerte Prime Early Access sono disponibili per i membri Prime residenti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, oltre che in diversi altri Paesi, tra cui Austria, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Turchia.

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Tornano le polemiche sul costo umano del Prime Day

È diventato impossibile parlare delle vendite di Amazon Prime senza considerare anche il tributo fisico e mentale che impone alle migliaia di magazzinieri e autisti addetti alle consegne.

Durante il Prime Day dello scorso luglio, un lavoratore è morto in un magazzino privo di aria condizionata. Il sindacato dei lavoratori di Amazon sta ampliando la sua portata con una votazione che si terrà nel magazzino ALB1 il 12 ottobre, lo stesso giorno in cui terminerà la vendita Prime Early Access di Amazon.

Inoltre, la California ha recentemente intentato una causa antitrust contro Amazon.

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keepTheGrey-Dove-ninja marketing

Dove tinge il suo logo d’argento, come i capelli delle over 50

Il brand Dove si muove ancora verso l’inclusività. Questa volta tinge di grigio il suo logo, a favore di un movimento tutto al femminile che Dove Canada ha creato da poco sui social in collaborazione con la sua agenzia di marketing Edelman.

Da sempre vicino alle donne, il brand esorta ancora il mondo femminile a combattere gli stereotipi e a rappresentare la propria autenticità come segno della vera bellezza, quella reale.

Dove con le sue campagne “The Real Beauty” e “Reverse Selfie” si era già esposta a favore di un’immagine positiva e consapevole, contro la finzione dei ritocchi sui social.

dove-the real beauty- campaign

#KeepTheGrey

La nuova e improvvisa campagna arriva a sostegno di Lisa LaFlamme, 58enne giornalista canadese da 35 anni alla conduzione dei notiziari di CTV National News e licenziata dal suo incarico per aver scelto di non tingere più i propri capelli e mostrando dunque una capigliatura color argento.

Dove Canada con #KeepTheGrey si schiera contro la discriminazione e contro gli atti di sessismo nei confronti delle donne nei luoghi di lavoro.

Una società che fa ancora fatica ad accettare le naturali imperfezioni delle donne, accecando il merito, la bravura e la lealtà in favore dell’apparenza e di quegli “obblighi” di bellezza a cui le over devono obbedire.

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Contro la discriminazione

Essere una donna over 50 non è sinonimo di anzianità e inadeguatezza verso determinati ruoli.

Così il brand si schiera a sostegno di chi sceglie di essere come vuole e di chi, a qualsiasi età, sta imparando ad accettare la propria autentica bellezza. I modelli di bellezza perfetta e sempre eterea proposti dai social non dovrebbero essere il buon esempio da seguire nella vita reale e in quella lavorativa.

La bellezza dovrebbe essere un modello personale di espressione e non deve interferire con la propria identità.

Né tanto meno lo deve essere l’età. È questo su cui si sta combattendo da diverso tempo e che rimanda alla più generale inclusività.

Perché ad oggi esistono ancora conseguenze negative per chi sceglie di proporsi nella sua spontaneità e per chi accresce, seppur in alcuni casi con difficoltà, la propria autostima.

Dove si tinge di argento

Come reazione all’accaduto alla giornalista e a sostegno delle libere scelte di ogni donna, il logo del marchio Dove è passato dal color oro a quello argento, esortando le persone a fare lo stesso con le proprie immagini dei profili social per unirsi alla lotta contro l’età sul posto di lavoro.

Ma non solo: il brand ha deciso di donare 100mila dollari a Catalyst, organizzazione no-profit globale e fondata da Felice Schwartz, la scrittrice e attivista femminile impegnata nella promozione dell’inclusività femminile nei luoghi di lavoro.

La campagna #KeepTheGrey rappresenta una nuova sferzata al tema dell’inclusività e apre nuovi punti di vista al marketing e ai media in generale.

Un punto di vista che intende esaltare un ulteriore tipo di bellezza, o di naturalità per meglio dire, che per molto tempo è passato in ombra.

The Real Beauty” si manifesta ovunque e in ognuno: l’autostima è un percorso che non si conclude a 30 anni ma che continua il suo flusso adattandosi ai naturali cambiamenti e passando dalla celebrazione – e non dalla demonizzazione – di un elegante color argento.

LEGGI ANCHE: 8 esempi di brand che raccontano l’inclusività

borsa del cavolo di Esselunga

La Borsa del Cavolo di Esselunga esaurita in pochi minuti

La Borsa del Cavolo di Esselunga è diventata subito un must have.

Dopo le coloratissime sneaker di Lidl e la capsule collection di Eurospin, la shoulder bag del concorso “Cavolo, che borsa!” ha fatto impazzire gli utenti di Instagram.

Lanciata dalla talent di Instagram, Camilla Boniardi, meglio conosciuta come Camihawke, la borsa con tracolla ha proprio la forma e l’aspetto di un ortaggio: il cavolo, appunto.

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Un post condiviso da Esselunga (@esselunga)

L’influencer ha immaginato e mostrato un outfit al quale abbinare l’ambito trofeo: una sorta di “insalata di vestiti”.

la borsa del cavolo di Esselunga

Le borse-cavolo esaurite in 3 minuti

Per aggiudicarsi uno dei 99 prodotti in edizione disponibili, Esselunga ha lanciato un contest su Instagram il 21 settembre. Era sufficiente seguire i pochi semplici passaggi indicati in questo form:

  • accedere al sito del concorso cavolocheborsa.esselunga.it
  • registrarsi al concorso nell’area dedicata, compilando in ogni sua parte i campi, indicati come obbligatori, presenti nell’apposita maschera elettronica (a titolo esemplificativo nome, cognome e indirizzo e-mail, etc…)
  • accettare la partecipazione al concorso mediante l’approvazione del regolamento e prendere visione dell’informativa per il trattamento dei dati, ultimando per intero la modalità di registrazione secondo quanto indicato sul sito.

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Come accaparrarsi la Borsa del Cavolo di Esselunga

Non sei riuscito a essere tra i velocissimi e fortunati vincitori della borsa in edizione limitata di Esselunga? Non è il caso di disperarsi: c’è ancora una possibilità di sfoggiare l’ambito oggetto del desiderio agli aperitivi con le amiche.

Oltre al contest in cui i 99 prodotti disponibili sono andati immediatamente esauriti in soli tre minuti, è infatti prevista l’estrazione di una ulteriore Shoulder Bag del valore di € 286,88 + IVA, il 30 settembre, tra tutti coloro che si saranno registrati al servizio.

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The Line Neom: la città verticale a impatto zero in Arabia Saudita

The Line Neom: la città verticale a impatto zero. Sua Maestà Mohammed Bin Salman, principe ereditario del Regno, ha deciso di dare una nuova immagine e un ulteriore slancio all’Arabia Saudita.

Nell’ambito del programma Vision 2030, infatti, prenderà vita la città verticale in linea. The Line, questo il nome del progetto, sarà lunga 170 chilometri e larga solo 200 metri.

Il progetto Neom si ergerà nella provincia di Tabuk, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, a 500 metri sul livello del mare.

Qui vivranno molteplici comunità, per un totale di 9 milioni di residenti, occupando un’area costruita di soli 34 chilometri quadrati.

Un progetto, che fin dagli esordi, promette di abbattere l’incidenza infrastrutturale creando un’efficienza sbalorditiva. 

Neom: la città verticale più lunga al mondo

“Neom è uno dei progetti più importanti di Saudi Vision 2030 e The Line è un’affermazione del nostro forte impegno nel presentare un progetto al mondo intero, Neom è un luogo per coloro che sognano un domani migliore”, questa è la dichiarazione che il principe ereditario ha espresso in conferenza stampa.

Il progetto, del valore di un trilione di dollari, pare dia la possibilità di affrontare i problemi che la vita urbana, oggi, impone.

Una sfida che il visionario Mohammed Bin Salam ha deciso di portare avanti affermando che “non possiamo ignorare la vivibilità e le crisi ambientali che affliggono le città del nostro mondo e Neom è in prima linea nel fornire soluzioni nuove e fantasiose per affrontare questi problemi”.

The Line: un nuovo concetto di design urbano

Il proscenio sembra davvero promettente. Così come sorprendente è il design proposto.

La facciata, interamente specchiata, consentirà alla struttura avveniristica di fondersi con la natura in modo del tutto invisibile.

Incarnando il modello di Zero Gravity Urbanism, abitazioni, luoghi pubblici, aree pedonali, scuole, luoghi di lavoro sono stratificati verticalmente, consentendo ai cittadini di muoversi senza sforzo e di spostarsi in maniera agevole senza necessità di mezzi di trasporto. 

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Città a impatto a zero

Neom, priva di strade e auto, sarà una città a impatto zero. La drastica riduzione di emissioni Co2 nell’atmosfera la renderà una città unica al mondo.

I residenti avranno accesso a tutte le strutture entro cinque minuti a piedi, oltre a un treno ad alta velocità con un transito end-to-end di 20 minuti.

Disporrà invece di sentieri mescolati con la natura e gli ecosistemi naturali.

In questo modo la città non sarà piatta e orizzontale come quelle tradizionali, con l’obiettivo di raggiungere l’armonia tra lo sviluppo urbano e la conservazione della natura.

The Line Neom Arabia Saudita

The Line Neom: la rivoluzione dell’architettura urbana

La città verticale saudita si appresta a diventare, già nelle intenzioni progettuali, un ecosistema privo di effetti nocivi in cui ristorarsi e rintracciare scampoli di benessere fisico e mentale.

Insomma, la panacea allo stress quotidiano che ìmpera in contesti urbani old style.

Il complesso è il primo tassello di un immenso progetto di transizione energetica che si basa su pilastri fondamentali come la diversificazione economica, il progresso tecnologico e il miglioramento della qualità della vita. 

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eataly vende il 52 per cento

Eataly: Farinetti vende il 52% a Investindustrial

Investindustrial di Andrea Bonomi entra nel capitale di Eataly con una quota di maggioranza del 52% grazie a un aumento di capitale da 200 milioni di euro e l’acquisto di un pacchetto di azioni di circa 140 milioni di euro.

L’accordo conclude una negoziazione durata mesi ed era stato anticipato dal Wall Street Journal.

Con la maggioranza assoluta di Investindustrial, i soci storici del gruppo, Eatinvest (famiglia Farinetti), la famiglia Baffigo / Miroglio e Clubitaly (Tamburi Investment Partners) rimarranno in possesso del restante 48% del capitale.

eataly esterno

Andrea Bonomi ha commentato: “Siamo entusiasti di poter supportare un’eccellenza italiana nel mondo come Eataly in qualità di partner industriale di lungo periodo, forti della nostra esperienza nel promuovere lo sviluppo delle aziende che affianchiamo in ottica di uno sviluppo globale improntato sui massimi principi ESG e di sostenibilità“.

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I nuovi obiettivi di Eataly

Grazie all’aumento di capitale sarà possibile azzerare l’indebitamento finanziario netto della società e puntare sull’espansione internazionale. Al momento Eataly può già contare su 44 punti vendita distribuiti in 15 paesi tra cui Emirati Arabi, Stati Uniti e Giappone, ma l’apertura di altri negozi è già in previsione.

In una nota diffusa da Eataly e Investindustrial si legge infatti che: “l’aumento di capitale è volto a supportare la crescita di Eataly in Italia e nel mondo, tramite l’espansione dei flagship stores su scala globale e tramite lo sviluppo di nuovi formati, e ad acquistare il restante 40% del business di Eataly negli Stati Uniti“.

Cosa cambia nell’azienda

L’ingresso di Investindustrial in Eataly porterà anche cambiamenti a livello direttivo: Nicola Farinetti, figlio di Oscar e attualmente Amministratore Delegato diventerà Presidente e “a breve sarà annunciato il nome del nuovo amministratore delegato, manager di grande esperienza che contribuirà alla crescita e al consolidamento della Società su scala globale“.

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Marketing inclusivo, perché i brand non possono ignorarlo

Durante la presentazione dell’attesissimo trailer del film La Sirenetta, in uscita nelle sale nel 2023, Disney ha rivelato che Ariel sarà interpretata dalla cantante e attrice afroamericana Halle Bailey.

La scelta di una professionista nera ha da subito generato numerose polemiche sui social, animate prevalentemente da pregiudizi razziali.

I leoni da tastiera si sono appellati a numerose teorie: dall’impossibilità di una sirena nera all’ormai gettonatissimo e stucchevole “politicamente corretto” a tutti i costi.

Eppure, a fare da controcanto a queste critiche, ci sono le reazioni delle bambine e dei bambini afroamericani che si sono commossi ed emozionati vedendosi finalmente rappresentati sul grande schermo nel live action di uno dei cartoni animati più amati al mondo. 

Cosa c’entra tutto questo con il marketing inclusivo? C’entra eccome

“Inclusione non significa combattere formalmente stereotipi triti e offensivi, ma significa offrire a personaggi di qualsiasi ambiente socioculturale l’opportunità di raccontare la propria storia, senza renderla la storia principale”.

Con poche e semplici parole Shonda Rhimes descrive perfettamente il senso della narrazione inclusiva: dare dignità ad ogni tipo di storia e ad ogni tipo di persona

Ecco perché Ariel interpretata da un’attrice afroamericana ha un potere così forte, così come lo ebbe, con annesse polemiche, il ruolo nei panni di Lupin dell’attore senegalese Omar Sy

In questo diverso approccio alla rappresentazione, la pubblicità gioca un ruolo fondamentale, sia per la sovraesposizione che ha il pubblico a questo genere di narrazione, sia per l’impatto che ha nell’influenzare i comportamenti delle persone. 

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Cos’è il marketing inclusivo

MJ De Palma, responsabile del marketing multiculturale e inclusivo per Microsoft Advertising, lo ha definito “come il marketing che può evidenziare o risolvere un aspetto della diversità dove si verifica l’esclusione”. 

In altre parole le campagne di marketing inclusivo hanno l’obiettivo di parlare a tutte le persone, anche quelle emarginate o sottorappresentate, ma lo fa rompendo gli stereotipi e facendo arrivare a quei gruppi il messaggio che il brand li vede, li capisce e, di conseguenza, parla di loro e a loro. 

Perché tutto questo diventa un valore aggiunto nella comunicazione di un brand? Perché il punto fondamentale di questa strategia sono proprio le persone. 

KPI, dati, analisi, performance, investimenti. Spesso ci dimentichiamo che, al di là dei numeri, ci sono essere umani reali con esigenze reali.

Ecco allora che il marketing, per essere efficace, deve tenere in considerazione la diversità in ogni sua forma.

E quando parliamo di diversità ci riferiamo a 7 aree: genere e identità di genere, disabilità, età, etnia, orientamento sessuale e affettivo, status socio-economico, religione o credo.

L’esempio LGBTQIA+ friendly di IKEA

Quanto è potente il messaggio di un brand come IKEA che, nella giornata mondiale contro l’omolesbobitransafobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio, decide di lanciare un messaggio contro la discriminazione delle persone LGBTQIA+. Casa Puoi Essere Tu, questo il claim della campagna, è l’invito a far sentire accolto chiunque, a prescindere dal proprio orientamento sessuale e dalla propria identità di genere. 

I più maliziosi potrebbero pensare che sono solo belle parole. In realtà IKEA si impegna attivamente con veri e propri piani di inclusione a livello globale e, inoltre, supporta associazioni che ogni giorno si impegnano contro le discriminazioni della comunità, come ad esempio l’Associazione Quore, impegnata nel settore del co-housing per le persone LGBTQIA+ che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione in seguito al coming out. 

Questo è un punto chiave, non basta fare una bella campagna se non è supportata da fatti veri, capaci di ridurre le distanze per i gruppi marginalizzati . A meno che ci si voglia imbattere nel tortuoso e anche abbastanza tossico mondo del woke washing, ossia della strumentalizzazione dell’inclusione a meri fini commerciali. 

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Ecco alcuni dati

D’altra parte, l’inclusività non fa bene solo all’immagine di un brand ma anche alle sue economie. Infatti, secondo un sondaggio condotto da Microsoft, il 70% dei giovani si fida maggiormente delle aziende che rappresentano la diversità nella loro comunicazione. Addirittura il 54% dei millennial afferma di preferire un marchio inclusivo rispetto ad un concorrente. Il 49%, invece, ha smesso di acquistare prodotti di aziende che non rispettano i valori in cui crede. 

Questi dati sono confermati anche da Salesforce, secondo cui il 90% dei clienti crede che le aziende debbano avere la responsabilità di guardare oltre il profitto e impegnarsi a costruire un mondo migliore.

Un recente studio globale sulla diversità nel marketing ha dimostrato che il 72% delle persone pensa che la maggior parte delle pubblicità non rispecchia il mondo che li circonda e il 63% non si vede proprio rappresentato. 

Le pubblicità spesso promettono di risolvere i problemi dei consumatori, ma come può un’azienda essere credibile se neanche riesce a rappresentare il suo pubblico?

Non si tratta solo di vezzi o di fronzoli, si tratta di arrivare al cuore delle persone, perché è questo che si aspettano oggi da un brand.

Le persone non comprano più solo ciò che gli piace, ma scelgono ciò in cui credono e che sostengono. Dovrebbero farlo anche le aziende. 

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