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DSA in Unione Europea

Entra in vigore il Digital Services Act, cos’è e cosa significa per Meta e le altre Big del Tech

Il Digital Services Act (DSA) dell’Unione Europea è ufficialmente entrato in vigore.

A partire dal 25 agosto 2023, i giganti tecnologici come Google, Facebook, Amazon e altri devono conformarsi a una legislazione di ampio respiro che ritiene le piattaforme online legalmente responsabili dei contenuti pubblicati su di esse.

Anche se questa nuova legge è stata approvata nell’Unione Europea, è probabile che si verifichino effetti di vasta portata a livello globale, man mano che le aziende adegueranno le loro politiche per conformarsi.

Ecco quali sono le regole contenute nel DSA e come l’UE intende farle rispettare.

cos'è il Digital Services Act

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Cos’è il DSA (Digital Services Act)

L’obiettivo generale della DSA è quello di promuovere ambienti online più sicuri. In base alle nuove norme, le piattaforme online devono implementare modalità per prevenire e rimuovere i post contenenti beni, servizi o contenuti illegali, fornendo al contempo agli utenti i mezzi per segnalare questo tipo di contenuti.

Inoltre, il DSA vieta la pubblicità mirata basata sull’orientamento sessuale, la religione, l’etnia o le convinzioni politiche di una persona e pone delle limitazioni alla pubblicità mirata ai bambini.

In più, richiede alle piattaforme online di fornire maggiore trasparenza sul funzionamento dei loro algoritmi.

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Cosa significa il Digital Services Act per le Big del Tech

Il DSA stabilisce regole aggiuntive per quelle che considera “piattaforme online molto grandi”, obbligandole a dare agli utenti il diritto di rinunciare ai sistemi di raccomandazione e di profilazione, a condividere i dati chiave con i ricercatori e le autorità, a cooperare con i requisiti di risposta alle crisi e a eseguire revisioni esterne e indipendenti.

Sebbene l’UE non richieda ancora alle aziende più piccole di conformarsi al DSA, ha chiesto alle piattaforme online di grandi dimensioni di conformarsi quattro mesi dopo la loro designazione come tali, avvenuta in aprile.

Quali piattaforme sono sottoposte al Digital Services Act

L’UE considera piattaforme online molto grandi (o motori di ricerca online molto grandi) quelle con oltre 45 milioni di utenti mensili nell’UE.

Finora, l’UE ha individuato 19 piattaforme e motori di ricerca che rientrano in questa categoria, tra cui i seguenti:

  • Alibaba AliExpress
  • Amazon Store
  • Apple App Store
  • Booking.com
  • Facebook
  • Google Play
  • Google Maps
  • Google Shopping
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Pinterest
  • Snapchat
  • TikTok
  • Twitter
  • Wikipedia
  • YouTube
  • Zalando
  • Bing
  • Google Search

L’UE richiederà a ciascuna di queste piattaforme di aggiornare il numero di utenti almeno ogni sei mesi. Se una piattaforma avrà meno di 45 milioni di utenti mensili per un intero anno, verrà rimossa dall’elenco.

Cosa stanno facendo le piattaforme online per adeguarsi

Molte di queste aziende hanno già illustrato i modi in cui si conformeranno al DSA. Ecco una breve panoramica delle più importanti.

Google

Sebbene Google affermi di essere già conforme ad alcune delle politiche previste dal DSA, tra cui la possibilità per i creatori di YouTube di appellarsi alle rimozioni e alle restrizioni dei video, Google ha annunciato che sta ampliando il suo Ads Transparency Center per soddisfare i requisiti delineati dalla legislazione.

L’azienda si è inoltre impegnata ad ampliare l’accesso ai dati da parte dei ricercatori per fornire maggiori informazioni su “come Google Search, YouTube, Google Maps, Google Play e Shopping funzionano nella pratica”.

Inoltre, migliorerà le sue relazioni sulla trasparenza e analizzerà i potenziali “rischi di diffusione di contenuti illegali, o i rischi per i diritti fondamentali, la salute pubblica o il discorso civico”.

Meta

Meta, la società madre di Facebook e Instagram, sta lavorando per espandere la sua Ad Library, che attualmente raccoglie gli annunci pubblicitari mostrati sulle sue piattaforme.

L’azienda inizierà presto a visualizzare e archiviare tutti gli annunci che hanno come target gli utenti dell’UE, includendo anche i parametri utilizzati per indirizzare gli annunci, nonché chi ha ricevuto l’annuncio.

Digital Services Act cosa cambia per Meta

A giugno, Meta ha pubblicato un lungo rapporto sul funzionamento del suo algoritmo su Facebook e Instagram come parte della sua spinta verso la trasparenza.

Meta inizierà inoltre a consentire agli utenti europei di visualizzare i contenuti in ordine cronologico su Reels, Stories e Search sia su Facebook che su Instagram, senza essere soggetti al suo motore di personalizzazione.

TikTok

Analogamente alle misure che Meta sta adottando, anche TikTok ha annunciato che renderà il suo algoritmo opzionale per gli utenti dell’UE.

Quando l’algoritmo sarà disattivato, gli utenti vedranno nei loro feed For You e Live video provenienti “sia dai luoghi in cui vivono sia da tutto il mondo”, anziché video basati sugli interessi personali.

Inoltre, gli utenti potranno visualizzare i contenuti in ordine cronologico nei feed Following e Friends.

TikTok sta anche apportando alcune modifiche anche alle sue politiche pubblicitarie. Per gli utenti europei di età compresa tra i 13 e i 17 anni, TikTok smetterà di mostrare annunci personalizzati in base alla loro attività nell’app.

Snap

Anche Snapchat darà agli utenti dell’UE la possibilità di scegliere di non ricevere feed personalizzati sulle pagine Discover e Spotlight e ha anche pubblicato dei report su come classifica i post in questi feed.

L’azienda si è impegnata a fornire agli utenti maggiori informazioni sul motivo per cui i loro post o account sono stati rimossi e darà loro gli strumenti necessari per impugnare la decisione.

Inoltre, Snapchat non servirà più annunci personalizzati agli utenti europei di Snapchat di età compresa tra i 13 e i 17 anni. Creerà anche un archivio delle pubblicità mirate che mostra nell’UE e darà agli utenti europei di Snapchat di età superiore ai 18 anni un maggiore controllo sulle pubblicità che vedono.

Cosa succederà alle piattaforme che non rispettano il DSA

Le piattaforme online che non rispettano le regole della DSA potrebbero incorrere in multe fino al 6% del loro fatturato globale.

Secondo la Commissione europea, il Coordinatore dei servizi digitali e la Commissione avranno il potere di “richiedere azioni immediate, ove necessario, per affrontare danni molto gravi”. Una piattaforma che si rifiuta continuamente di conformarsi potrebbe essere sospesa temporaneamente nell’UE.

L’UE sta già assistendo a una reazione da parte di alcune aziende nei confronti della DSA.

A luglio, Amazon ha presentato una petizione per chiedere all’UE di rivalutare la sua classificazione come piattaforma online di grandi dimensioni, sostenendo di essere stata “ingiustamente individuata”.

Anche il rivenditore tedesco Zalando ha intentato una causa contro la Commissione UE, sostenendo di non rientrare nella definizione di piattaforma online di grandi dimensioni.

Streamberry

Netflix si prende in giro e crea Streamberry: la piattaforma dove il protagonista sei tu

Qualche giorno fa, Netflix ha invitato i suoi fan a iscriversi a Streamberry una finta piattaforma di streaming citata nella nuova stagione di Black Mirror.

Avrai sentito parlare almeno una volta di quella che negli anni è diventata una delle serie di punta della piattaforma di streaming americana.

Nel corso delle varie stagioni, gli autori hanno cercato di esplorare i lati oscuri della tecnologia e della società attraversando mondi distopici.

Per questo motivo, ti sarai anche chiesto o immaginato come sarebbe stato vivere la vita in un videogame oppure in un programma televisivo creato apposta per te.

Potrebbe sembrare un sogno, forse alla fine non è così fantastico come abbiamo sempre pensato.

Il primo episodio della sesta stagione di Black Mirror da questo punto di vista diventa uno dei più interessanti. Ci permette di cogliere molti significati, sovrapposti in mondo intelligente, del mondo delle serie in streaming.

Nell’episodio Joan is Awful (Joan è terribile) una donna diventa protagonista di una serie TV (a sua insaputa) lanciata sulla piattaforma di streaming Streamberry.

Si può notare una chiara corrispondenza (sia nella grafica che nei suoni) con Netflix.

Iniziano così una serie di strani eventi in cui i diversi piani della realtà si mescolano, dove ogni persona potrebbe diventare protagonista di una serie creata da algoritmi e immagini, in grado di raccogliere dati in tempo reale sulla vita degli utenti.

Streamberry una finta piattaforma di streaming

Qualora vorresti immergerti in questo mondo, puoi farlo. Netflix, prendendo spunto da questo episodio, ha lanciato  Streamberry.tv, una piattaforma di streaming che ripropone layout e tavolozza di marchio identico al suo.

Streamberry una finta piattaforma di streaming

I fan potranno sperimentare questo streamer di realtà alternativa dove gli verrà chiesto di esplorare programmi di fantasia come Mad Mind (con riferimento a documentari sul crimini e Black Mirror: Bandersnatch), Selling San Junipero (ispirato da Selling Sunset e San Junipero dei Black Mirror), Five Stars at a Weeding (basato su Nosedive dei Black Mirror), Ashley On A Roll Tour Live! (un giro su Black Mirror di Rachel, Jack e Ashley Too) e Rowdy e Peanut (come Cat Burglar di Netflix).

Uno degli elementi che ha resto Streamberry virale è You Are Awful. Agli utenti basterà cliccare sul pulsante “Make me Awful”, caricare o scattare una foto in primo piano e si creerà una locandina con la propria serie personalizzata.

Per un’esperienza ancora più immersiva per il pubblico, anche gli account Twitter di Netflix nel Regno Unito e in Irlanda hanno giocato con questa attivazione. Hanno sostituito l’iconica “N” di Netflix con la “S” di Streamberry invitando il pubblico a “unirsi alla famiglia di Streamberry”.

Una cosa che possiamo imparare da questo episodio di Black Mirror è che bisogna leggere con attenzione i termini e le condizioni, in cui si cede la possibilità di utilizzare la propria immagine per campagne marketing.

Nell’episodio della serie televisiva, la protagonista si rivolge ad un avvocato per scoprire che, quando si era iscritta alla piattaforma non aveva letto le condizioni e ha ceduto la possibilità di usare la sua immagine e realizzare una serie iper realistica su tutte le sfumature della sua vita.

Questo sito non seguirà la trama, ma se c’è una cosa che possiamo imparare dalla serie è di fare molta attenzione a come gestiamo la nostra immagine, anche in un’app divertente e popolare che utilizziamo costantemente.

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nuovo visore apple vision pro

Quanto costa (e cosa fa) il nuovo visore di Apple

Arriva il Visore di Apple: dopo anni di annunci ritardi, l’azienda ha presentato un headset per la realtà aumentata chiamato Apple Vision Pro che fonde “senza soluzione di continuità” il mondo reale e quello digitale.

Le caratteristiche del Visore di Apple

È il primo prodotto Apple attraverso il quale si guarda“, ha dichiarato il CEO Tim Cook a proposito del dispositivo, che assomiglia a un paio di occhiali da sci. Il visore di Apple è dotato di una batteria estraibile e si controlla con gli occhi, le mani e la voce.

Vision Pro si posiziona principalmente come dispositivo AR, ma può passare dalla realtà aumentata a quella virtuale completa tramite una manopola.

nuovo visore apple vision pro persona che lo indossa

Quanto costa il visore di Apple

Il prezzo di partenza di Vision Pro è di 3.499 dollari e il lancio avverrà all’inizio del prossimo anno, a partire dal mercato statunitense e in altri Paesi nel corso dell’anno.

A differenza dei prodotti dei competitor già lanciati sul mercato, come il Quest di Meta o Pico di Bytedance, il dispositivo è privo di controller: app, file e icone si sfogliano in un sistema operativo chiamato visionOS, semplicemente guardandole.

È possibile utilizzare il nuovo visore di Apple anche tramite comandi vocali e l’azienda afferma che centinaia di migliaia di app già conosciute e utilizzate per iPhone e iPad”funzioneranno automaticamente in questo modo.

Inoltre, il visore per la realtà aumentata supporta gli accessori Bluetooth, tra cui Magic Keyboard e Magic Trackpad, e consentono di collegare il Mac per utilizzarlo all’interno dell’headset. Le telecamere rivolte verso il basso sono in grado di riprendere le mani e seguirne i movimenti.

L’hardware del Vision PRO

Il visore ha una parte frontale in vetro e un telaio in alluminio, che contiene cinque sensori, 12 fotocamere, un display 4K per ciascun occhio e un computer che sembra essere raffreddato da una ventola.

La maschera dell’headset (che Apple chiama “Light Seal”) e il cinturino (che Apple chiama “Head Band”) sono foderati in tessuto e modulari, e Apple afferma che possono flettersi per adattarsi a diverse forme del viso e dimensioni della testa.

Zeiss ha creato inserti ottici personalizzati che si attaccano magneticamente alle lenti per chi porta gli occhiali. Ha una batteria esterna che dura fino a due ore e può essere collegata tramite un “morbido cavo intrecciato” in modo da poterla infilare in tasca, oppure si può collegare a un’alimentazione esterna e usarla tutto il giorno.

Apple promette che il display sarà di una nitidezza senza precedenti e in grado di fornire video in 4K.

Il sistema utilizza un M2, ma include anche un nuovo chip chiamato R1.

Le differenze del Visore di Apple con Quest e Pico

Inoltre, Apple avrebbe superato la sensazione di isolamento tipica degli headset dei concorrenti: la mascherina sarà in grado di mostrare gli occhi di chi lo utilizza grazie a un sistema chiamato EyeSight e, durante l’uso in full VR, uno schermo luminoso li oscurerà per suggerire che non si è disponibili all’interazione esterna.

In più, crea una “persona” digitale – in pratica un avatar iperrealistico – scansionando il volto dell’utilizzatore. Il dispositivo utilizza poi un video passthrough che consente di vedere il mondo reale a colori permettendo di vedere e interagire con lo spazio circostante.

apple vision pro spatial computing

Sarà da subito possibile utilizzare FaceTime, catturare e “rivivere” video a 180 gradi con una telecamera 3D e fruire di contenuti TV e Arcade, compresi i contenuti premium di Disney.

Apple si lancia nello spatial computing

Il prodotto annunciato era in lavorazione da anni e, secondo quanto riferito, è stato sottoposto a diverse iterazioni. Tuttavia, entrerà in un mercato che non è ancora decollato. Il suo principale concorrente sarà probabilmente Meta.

gruppo ninja

I Ninja si incontrano a Sanremo per parlare di Intelligenza Artificiale

Una reunion per incontrarsi in modo informale e scambiarsi spunti e opinioni su uno dei temi più caldi del momento. Il Ninja Meetup Sanremo, in questa occasione, sarà un evento dedicato alla “AI Revolution: il futuro dellIntelligenza Artificiale“.

Ninja Meetup Sanremo

Ninja Meetup Sanremo: dove e quando

Questo appuntamento speciale avrà luogo il 31 maggio presso il Forte Santa Tecla a Sanremo, e sarà organizzato in collaborazione con Andrea Ventura, Ninja Ambassador, digital strategist e CEO di RebelDigital Agency.

L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo in cui viviamo e lavoriamo, con un impatto che si fa sentire in ogni settore dell’industria e della società. Questo incontro rappresenta un’opportunità unica per discutere insieme del futuro di questa rivoluzione tecnologica e digitale.

La scaletta dell’evento

L’evento inizierà alle 18:00 con un momento di networking. Questa sarà un’occasione ideale per presentarsi, condividere idee e esperienze, e connettersi con altri appassionati di digitale.

La serata proseguirà con un focus sull’AI, durante il quale avremo l’opportunità di condividere pensieri e visioni sul suo impatto e sulle sue potenzialità.

La parte centrale dell’evento sarà l’aperitivo, un momento conviviale durante il quale scambiare idee e approfondire i temi affrontati.

Il Ninja Meetup Sanremo è un evento Free Entry, ma ti invitiamo a prenotare il tuo posto inviando un’email a andrea@rebeldigital.it.

Questo ci permetterà di organizzare al meglio la serata.

Siamo ansiosi di accoglierti a Sanremo per questa serata speciale.

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Arriva preparato all’evento. Leggi anche:

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Un articolo sull’Intelligenza Artificiale scritto da una AI

sfide per il retail

Sfide per il retail: quali sono e come le aziende possono affrontarle

Le sfide per il retail sono sempre più evidenti e, in un contesto di incertezza economica, i modelli di distribuzione nel settore stanno cambiando, insieme alle aspettative mutevoli delle persone.

La convergenza tra il mondo online e offline è diventata una realtà senza soluzione di continuità. Inoltre, l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove opportunità per le imprese del retail, portando una vera rivoluzione.

Esaminiamo da vicino questa rivoluzione e scopriamo come le aziende stanno affrontando tali cambiamenti per rimanere competitive, grazie al blog post di Jacopo Allegrini, Director Sales, Retail, Google Italia.

Esaminiamo tre grandi cambiamenti che stanno influenzando il settore nel suo complesso.

Sfide per il retail: l’esperienza d’acquisto immersiva

In passato, il mondo online era principalmente un luogo per cercare ispirazione e informazioni per gli acquisti.

Ora l’esperienza di acquisto diventa fondamentale, con il 61% dei clienti che preferisce siti web che offrono un’esperienza coinvolgente. Tra le sfide per il retail, garantire questo tipo di esperienza diventa importantissimo.

sfide per il retail - comprare con lo smartphone

Google ha sviluppato modalità di ricerca completamente nuove grazie ai progressi nell’intelligenza artificiale. Ad esempio, le ricerche visive con Google Lens consentono di trovare informazioni online sugli oggetti che vediamo intorno a noi.

La Ricerca Multipla permette alle persone di trovare informazioni anche quando non hanno tutte le parole per descrivere ciò di cui hanno bisogno, utilizzando sia testo che immagini.

L’esperienza immersiva unisce online e offline in modo realistico, consentendo ai rivenditori di offrire funzionalità come la visualizzazione di mobili all’interno delle abitazioni o la prova virtuale di prodotti utilizzando la realtà aumentata.

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La personalizzazione come valore aggiunto

In Italia, più della metà degli acquisti online avviene tramite dispositivi mobili.

Grazie allo smartphone, la relazione tra rivenditori e consumatori è diventata sempre più personale, con l’obiettivo di offrire un’esperienza di acquisto personalizzata.

È essenziale per le persone trovare ciò che cercano durante l’acquisto, e l’82% dei consumatori a livello globale evita i siti web che presentano difficoltà di ricerca.

I rivenditori rischiano di perdere ricavi potenziali a causa di risultati di ricerca che non soddisfano le aspettative dei consumatori.

Le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, come Recommendations AI di Google Cloud, consentono di consigliare prodotti ai consumatori in base ai loro acquisti precedenti e alla cronologia di navigazione.

Omni-esperienza: la vera sfida per il retal

C’è una crescente convergenza tra lo shopping online e offline, con un aumento delle ricerche di “negozio aperto”. È cruciale per i rivenditori prestare attenzione all’interazione tra gli acquisti fisici e quelli online.

Circa il 76% delle persone in Italia non mostra preferenze specifiche tra i due canali.

Le persone utilizzano una varietà di canali per gli acquisti, con il 68% dei consumatori italiani che ha fatto shopping attraverso cinque o più canali durante la scorsa stagione invernale.

sfide per il retail - il blogpost di Google

La sfida per i rivenditori è trasformare l’omni-canale in un’esperienza di acquisto senza soluzione di continuità su tutti i canali. Utilizzando i dati proprietari acquisiti con il consenso dei clienti, i rivenditori possono comprendere meglio le esigenze e le preferenze dei clienti e veicolare il messaggio giusto tramite il canale più appropriato.

Le campagne Performance Max di Google sono progettate per raggiungere le persone giuste nel momento giusto, attraverso una varietà di canali, inclusi la rete di ricerca, YouTube, la Rete Display, Discover, Gmail e Maps, con l’obiettivo di aumentare le vendite online e offline.

L’intelligenza artificiale offre agli operatori del settore retail la possibilità di creare un’esperienza di acquisto personalizzata e coinvolgente, rispondendo alle aspettative e alle esigenze dei consumatori.

Come annunciato durante Google I/O, l’azienda si impegna a sfruttare la tecnologia per sbloccare nuove possibilità per le persone, le aziende e le comunità.

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youtube works awards copertina

YouTube Works Awards: tutti i vincitori della seconda edizione

YouTube ha annunciato i vincitori della 2^ edizione YouTube Works, il riconoscimento annuale assegnato da YouTube in collaborazione con Art Directors Club Italiano (ADCI), volto a celebrare i talenti creativi che hanno saputo produrre le campagne più efficaci e innovative sulla piattaforma.

La redazione di Ninja ha partecipato all’evento di premiazione, raccogliendo le voci di Stefania Siani, Presidente ADCI e Carla Leveratto, Head of Creative Works di Google in Italia.

youtube works awards logo

A partire dalla location, la Sala Melato del Piccolo teatro di Milano, dove la premiazione ha avuto luogo, la creatività è stata il filo conduttore dell’evento, accompagnato dalla presentazione irriverente del comico (e youtuber) Luca Ravenna e dalla performance canora di Annalisa.

Una giuria di esperti, provenienti da agenzie creative, media e brand tra le più riconosciute in Italia e nel mondo,  ha valutato oltre 75 candidature attraverso un processo e criteri chiari e trasparenti.

Gli esperti hanno così identificato le campagne che,utilizzando i formati degli annunci di YouTube e una forte creatività, hanno saputo raggiungere il pubblico in modi unici.

youtube works awards membri della giuria

I vincitori della seconda edizione di YouTube Works

Di seguito le campagne vincitrici per le 6 categorie di concorso: Creative Innovation, Best Use of Creators, The Underdog, Action Driver, The Unskippable e Breaking Barriers. A queste si aggiunge il Gran Prix, assegnato – tra i vincitori per ciascuna categoria – alla campagna più creativa, innovativa e data-driven che ha portato risultati di business concreti e tangibili.

Creative Innovation + Grand Prix – “Maserati Grecale Global Premiere” di Maserati

La campagna di lancio della nuova Maserati Grecale si è aggiudicata il premio YouTube Works per la categoria Creative Innovation e il Grand Prix.

Ideata da Independent Ideas – BCW MILANO, ha spiccato per l’utilizzo della diretta streaming su YouTube in maniera strategica e innovativa, un racconto coinvolgente e la scelta accurata dei protagonisti. Il formato lungo ha ottenuto una performance eccezionale sulla piattaforma, raggiungendo gli obiettivi di business prefissati, incarnato appieno il concetto di “Creative Effectiveness”.

Best Use of Creators – “Sono in una serie Netflix – Favij per Di4ri” di Netflix

Sono in una serie Netflix – Favij per Di4ri” ha rappresentato un unicum per il mercato italiano ed è riuscita ad aggiudicarsi il premio per la categoria Best Use of Creators. Il duplice utilizzo, come testimonial e protagonista, di un creator come Favij ha generato infatti un notevole interesse e curiosità nel target di riferimento.

La scelta dello youtuber si è dimostrata oltremodo vincente grazie anche al suo tono ironico e all’affinità con il target kids.

La campagna è stata curata dall’agenzia We Are Social

The Underdog – “Arnett Underdog Creators” di Arnette

La campagna “Arnette Underdog Creators” dimostra come è possibile ottenere grandi risultati con piccoli mezzi, grazie alla giusta intuizione.

Curata da Blinks Essence, Arnette è stata in grado di raggiungere il suo nuovo target di riferimento, composto dalla GenZ e dal mondo dello street style, coinvolgendo direttamente nel processo creativo “creators e talent underdog”, minimizzando così da un lato i costi e massimizzando dall’altro la coerenza con il proprio target.

Action Driver – “Golden Gum – Un sogno da urlo” di Air Action Vigorsol

Grazie ad un progetto solido e ben strutturato la campagna Golden Gum di Air Action Vigorsol ha registrato un notevole risultato in termini di brand KPI e sales uplift.

L’iniziativa “sogni da urlo” ha raggiunto 3mila upload, dimostrando come un formato lungo insieme ai formati adv brevi completano l’esperienza di comunicazione raggiungendo ritorni importanti.

L’utilizzo di un creator noto come Frank Matano, prodotto appositamente per YouTube inoltre, ha reso possibile un forte ingaggio emotivo con lo spettatore che ha saputo riconoscere l’autenticità della marca.

La campagna è stata curata da Dentsu Creative e Selection Communication & Design.

Unskippable – “Vodafone Happy. Non perdi mai. Nemmeno il sorriso” di Vodafone

La campagna di Vodafone, curata dalll’agenzia We are Social, si è aggiudicata il premio YouTube Works per la più avvincente intro di 5’’, che ha convinto il pubblico a non saltare l’annuncio adv nel video. “Vodafone Happy.

Non perdi mai nemmeno il sorriso” è riuscita a catturare l’attenzione degli utenti sin dai primi secondi, agganciando lo user e  coinvolgendo per tutta la durata del racconto.

La scelta di un testimonial iconico e molto riconoscibile, come Harold, ha permesso di creare un legame forte con l’audience che ha da subito apprezzato il contenuto ironico e divertente dell’intera campagna. 

Breaking Barriers – “Parla con tua figlia prima che lo facciano i social | Dove Progetto Autostima” di Dove

Dove si è aggiudicato la categoria Breaking Barriers, dedicata alla campagna che ha rappresentato genuinamente la diversità e dimostrato la forza di una rappresentazione autentica.

Ideata da Ogilvy,  “Dove Progetto Autostima” è riuscita nel difficile compito di creare un contenuto emozionale su tematiche molto delicate come il self-esteem e la body positivity nei social media.

Grazie ad un trattamento di alta qualità, e ad uno storytelling estremamente efficace, la campagna ha saputo produrre un impatto positivo sul target di riferimento costituito dalle nuove generazioni e dai loro genitori.

Dati e Creatività agli YouTube Works

«Sono reduce dall’esperienza della giuria degli YouTube Works, ed è una giuria profondamente fondata sui dati, in una maniera straordinaria» ha detto ai nostri microfoni Stefania Siani, Presidente ADCI. «Questo ci consente di misurare il modo in cui i dati influenzano la performance creativa: creatività senza performance è un concetto monco. Gli insight data driven e data proof ci consentono di migliorare e alzare lo standard».

youtube works awards stefania siani

In occasione dell’evento, le abbiamo chiesto anche se la creatività sia oggi vincolata a utilizzare il format dei video brevi, che sono il trend del momento. Ecco cosa ci ha detto.

«La golden rule del contenuto breve è una possibilità, ma non l’unica: è una regola fatta per essere rotta. Utilizzare l’eccellenza creativa per fare in modo che le persone siano ingaggiate sin dai primi secondi e portate dentro la storia è un tema di design del contenuto. In questa economia del tempo estremamente sfidante, ci auspichiamo davvero che il contenuto pubblicitario riesca a competere, sempre di più, con i contenuti seriali delle piattaforme per evitare il concetto di advertising come interruzione del contenuto a favore di un advertising che intrattiene».

YouTube Works: la creatività come leva fondamentale di business

«Nelle candidature in generale, ma soprattutto nei finalisti, abbiamo visto l’autenticità. Ma anche l’uso di tutte le leve, emozionali ma anche tecniche e innovative della piattaforme, che ci hanno permesso di premiare campagne corte ma anche lunghissime» ci racconta Carla Leveratto, Head of Creative Works di Google in Italia. «Campagne molto diverse tra loro, che hanno in comune una bellissima creatività, ma anche un impatto sul business, che poi è il cuore di questo premio».

youtube works awards carla leveratto

 La creatività emoziona le persone, ma ha un impatto sensibile sul ROI dei brand?

«La creatività è una leva fondamentale per il ritorno degli investimenti. La volontà di questo premio è dare spazio e visibilità a campagne bellissime ma che, se fossero “solo belle” sarebbero fini a se stesse. Invece hanno un impatto concreto sul business in base ai KPI prefissati all’inizio della campagna».

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Cyber Security

Cybersecurity: come proteggerti dalle vulnerabilità più comuni

La Cybersecurity è diventata un tema di crescente importanza nel mondo moderno. Negli ultimi anni, le aziende hanno implementato e sperimentato nuove soluzioni e tecnologie IT. Con la digitalizzazione, le minacce informatiche sono diventate sempre più sofisticate e diffuse.

Secondo il rapporto Clusit 2023 sulla sicurezza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Italia, il numero di attacchi informatici nel nostro paese è cresciuto del 168,6% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Questo aumento significativo degli attacchi ha portato molte organizzazioni a considerare la sicurezza informatica come una priorità.

Cybersecurity

A supporto di aziende, professionisti ed organizzazioni in Italia troviamo il Cloud Computing Provider Seeweb. Presente dal 1998, la società, con le sue soluzioni IT e i quattro data center di proprietà distribuiti tra le città di Milano e Frosinone, rappresenta un punto di riferimento nel nostro Paese.

Scopriamo nel dettaglio le principali sfide in campo cybersecurity individuate da Seeweb per il 2023 e altri importanti dati di scenario.

In Italia gli attacchi informatici sono in crescita

Negli ultimi cinque anni, la situazione relativa agli attacchi informatici è notevolmente peggiorata, seguendo un trend costantemente in crescita.

Dal confronto tra i numeri del 2018 e quelli del 2022, emerge un aumento del 60% del numero di attacchi rilevati, con una media mensile di attacchi gravi a livello globale che è passata da 130 a 207.

Cybersecurity

Il Rapporto Clusit 2023, inoltre, indica che il 2022 è stato l’anno peggiore per la cybersecurity, con 2.489 incidenti gravi a livello globale. L’Italia è ormai diventata un obiettivo centrale degli hacker, con il 7,6% degli attacchi totali avvenuti nel paese nel corso dell’anno scorso (contro il 3,4% del 2021). Inoltre, l’83% di questi casi si è rivelato grave.

Il trend è confermato anche da una ricerca dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano. Gli attacchi informatici sono in continuo aumento e stanno interessando anche infrastrutture critiche, con un aumento del 8,4% tra il 1° semestre del 2021 e quello del 2022.

Il 67% delle imprese rileva un aumento dei tentativi di attacco e il 14% ha subito conseguenze tangibili a seguito di incidenti informatici.

Il mercato italiano della cybersecurity è cresciuto del 18% rispetto al 2021, raggiungendo il valore di 1,86 miliardi di euro. Mentre, la spesa in cybersecurity in Italia si attesta allo 0,10% del PIL. Tuttavia, il mercato della cybersecurity cresce in modo significativo e l’aumento degli investimenti degli attori privati e pubblici rappresentano un segnale incoraggiante in vista dei prossimi anni.

Le aziende italiane stanno adottando una visione olistica della gestione dei rischi per definire le priorità di investimento. Il 49% delle organizzazioni integra la gestione del rischio cibernetico all’interno del processo di gestione aziendale del rischio, ma un’ampia quota lo tratta ancora come un rischio separato o addirittura non lo monitora costantemente.

Solo il 32% delle aziende utilizza metodi di valutazione finanziaria del rischio, che seppur complessi, sono efficaci nel far comprendere ai dirigenti aziendali l’importanza della sicurezza informatica e dei possibili impatti commerciali di un potenziale incidente.

Settori maggiormente bersagliati dai cyber attacchi

L’analisi dei dati di Clusit evidenzia anche il trend generale della Severity per attacker con dati clusterizzati per settore merceologico.

In ambito sicurezza informatica, “severity” si riferisce alla gravità di una minaccia o di un attacco informatico, ovvero alla sua capacità di causare danni significativi per l’organizzazione colpita.

A livello internazionale, i Multiple Targets sono diventati la principale vittima degli attacchi informatici, con un aumento del 97% rispetto al 2021.

In particolare, le organizzazioni governative, militari e le forze di polizia, passano dal primo posto al terzo a favore dei “bersagli multipli”, probabilmente influenzato dallo scenario geopolitico attuale.

Distribuzione della Severity per prime 10 vittime nel 2022

Un trend coerente con gli attacchi alle grandi infrastrutture critiche, alle loro filiere e agli attacchi mirati non solo contro singole organizzazioni, ma contro un intero ecosistema. Questo dimostra come le minacce siano sempre più sofisticate e ingegnerizzate, replicabili su larga scala, come dimostrato dalle notizie apparse sui media nell’ultimo anno.

Il settore sanitario sale ulteriormente in classifica, diventando un bersaglio appetibile sia per coloro che cercano di monetizzare gli attacchi, sia per chi vuole arrecare danni ai servizi fondamentali della società.

D’altro canto, le imprese del comparto ICT rimangono ancora nella parte alta della classifica, a causa della loro particolare predisposizione. Si tratta di organizzazioni che, grazie all’elevato grado di digitalizzazione dei processi, hanno una maggiore esposizione rispetto ad altri settori.

Interessante la scalata del settore manifatturiero, che si è dimostrato particolarmente redditizio per i cyber criminali nel 2022.

Sicurezza Cyber e Social Engineering

Seeweb ha condotto diverse simulazioni in ambito Sicurezza e Social Engineering con l’obiettivo di dimostrare che spesso sono gli errori umani a generare rischi per la sicurezza delle aziende. È stato dimostrato come sia indubbiamente la posta elettronica il vettore più comune per i tentativi di phishing.

Cyber Security

Il fine di questi esperimenti è stato quello di valutare se un attacker esterno, privo di informazioni specifiche sull’azienda sotto attacco (al di fuori di quelle disponibili pubblicamente su Internet), potesse accedere in modo non autorizzato a dati sensibili mediante attacchi di phishing ai danni dei dipendenti.

I cyber criminali, infatti, non hanno sempre bisogno di grandi quantità di informazioni per effettuare un attacco: a volte basta risalire, studiando per esempio i suoi canali social, a una sola informazione su una determinata persona, come ad esempio la sua passione per il calcio o per la moda, per convincerla a cliccare su un’email a tema. In altri casi, invece, è necessario avere informazioni precise e accurate.

Dalle simulazioni, è emerso, infine, quanto sia assolutamente facile per un hacker risalire ai contatti di un’azienda, profilare gli interessi dei suoi lavoratori e individuare eventuali debolezze, cercando di persuadere i dipendenti a compiere azioni a vantaggio dell’hacker.

LEGGI ANCHE: PMI e pubblicità online: proteggere la privacy delle persone passo dopo passo

Cybersecurity: 8 problemi comuni

Tra le minacce più diffuse, in campo Sicurezza Informatica, sono stati individuati 8 problemi ricorrenti da Seeweb:

1. SQL Injection

L’attacker inserisce in input nell’applicazione web una guery SQL che viene gestita dal database come se fosse legittima.

2. Account Takeover

L’Hacker accede all’interno di un account utente di cui non e proprietario e in maniera non autorizzata

3. Authentication Bypass

L’utente malevolo accede a un account utente senza doversi autenticare con le corrette credenziali di accesso

4. Insecure Direct Obiect Reference

L’IDOR è una vulnerabilità che permette all’attacker di eludere i controlli di accesso applicativi per aumentare orizzontalmente o verticalmente i propri privilegi.

5. Privilege Escalation

L’attacker cerca di acquisire privilegi maggiori di quelli a cui ha accesso di norma.

6. Brute Force

L’Hacker riesce ad ottenere informazioni, come username e password di accesso valide, a fronte di un elevato numero di tentativi.

7. Cross-site scripting

L’attacker riesce a far eseguire del codice JavaScript arbitrario sulla postazione di un utente (il bersaglio) che visita il sito web posto sotto attacco.

8. Outdated Software Version

L’utilizzo di software non aggiornati e la causa principale di problemi di sicurezza informatica.

Le soluzioni di Seeweb

Grazie alla sua tecnologia unica e alla scalabilità dei servizi, Seeweb offre strategie efficaci per proteggere i dati e servizi di alta qualità e dalle elevate performance. Tra le diverse soluzioni di sicurezza online, per la risoluzione dei problemi elencati, troviamo sia veri e propri “strumenti” quali Web Application Firewall (WAF) che attività specialistiche di consulenza e analisi come l’assessment QSA:

  • II Web Application Firewall permette di fruire di un firewall applicativo in grado di proteggere le tue web application e il business stesso. II WAF è completamente “managed” e non comporta nessuna configurazione a carico dell’azienda. In presenza di più siti, realizzati con la stessa tecnologia o CMS, è possibile usare un unico WAF, senza fare modifiche applicative.
    Il WAF funziona in modalità single-tenant, il che significa che è necessario attivarlo su uno o più server che offrono servizi web per singolo cliente. Per proteggere molti siti altamente trafficati, gli esperti Seeweb possono contribuire a sviluppare una strategia di difesa efficace ed efficiente.
  • Quick Security Assessment è un test che valuta il grado di vulnerabilità dei sistemi IT di una società o di un ente, consentendo di mettere in sicurezza applicativi e architetture IT, riducendo il cyber risk e preservando la business community nella sua totalità.
    Il Quick Security Assessment (QSA) è adatto per qualsiasi tipo di architettura e applicazione. Inizialmente, vengono individuati i server pubblicamente raggiungibili e i servizi che accettano richieste dall’esterno. Successivamente, vengono identificate eventuali vulnerabilità e validate durante il processo di scansione. Infine, vengono fornite raccomandazioni per migliorare la sicurezza della web application, includendo la lista dei possibili vettori di attacco.
sostenibilità e brand

Giornata Mondiale della Terra 2023: perché comunicare la sostenibilità è indispensabile per i brand

Il cambiamento climatico, in atto ormai da molto tempo, sta avendo impatti significativi sulle persone, sulle aziende e più in generale, sull’economia.

Da eventi climatici estremi alla mancanza di risorse fino alla povertà crescente, la “salute” del pianeta è in pericolo e gli effetti dello stato di emergenza climatica sono ogni giorno sempre più evidenti.

Secondo l’ultimo report condotto dall’IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), il tasso di crescita della temperatura è il più alto mai registrato, così come sono in costante aumento anche l’intensità e la frequenza dei disastri naturali.

LEGGI ANCHE: Il futuro degli acquisti è sempre più sostenibile: i dati del report Conscious Commerce

Di conseguenza, una rapida transizione ecologica riveste un ruolo importante per molti nella quotidianità.

Nonostante il carovita dettato dal difficile contesto geopolitico e dall’inflazione, la sostenibilità ambientale è fonte di preoccupazione per molti, influenzando direttamente le abitudini d’acquisto.

Il recente Deloitte 2023 CxO Sustainability report mostra che il cambiamento climatico è identificato dalle aziende in tutto il mondo tra le tre principali criticità da tenere in considerazione per il 2023, superando innovazione digitale e talent pipeline.

Il 75% delle realtà rispondenti, inoltre, ha aumentato nel 2022 gli investimenti legati alla sostenibilità ambientale.

Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di aziende ha scelto di promuovere campagne pubblicitarie e implementare policy sostenibili a 360°.

La sostenibilità è sempre più importante per le persone (e per i brand)

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, che ricorre annualmente il 22 aprile, Ninja Marketing invita a riflettere sui motivi per cui diventare aziende “green” è una necessità assoluta – non più solamente un’alternativa – grazie ai consigli di Saverio Schiano, Head of Sales for Italy Pinterest. 

Saverio Schiano Pinterest

Perché è diventato fondamentale comunicare la sostenibilità? E cosa consiglieresti ai brand per evitare il greenwashing?

La sostenibilità non va trascurata a livello di business.

Le aziende e i marketer devono, infatti, attivarsi per migliorare l’ambiente: si tratta di una mossa decisiva per vincere le sfide del futuro e incontrare i desideri delle persone, che – in numero sempre maggiore – si informano sul peso ambientale delle proprie azioni.

Inoltre, si riconosce l’importanza strategica della transizione ecologica: a confermarlo, per esempio, in Europa è il 61% dei cittadini adulti, come riportato dal report  European Sustainability Foundational Study condotto da Kantar.

kantar sostenibilità

E diventa tassativo, pertanto, reinventare la propria modalità di comunicazione senza, tuttavia, incorrere nel greenwashing.

Un primo consiglio, in apparenza semplice ma spesso non applicato da chi vuole comunicare la sostenibilità, è di argomentare qualsiasi informazioni con dati e insight: la conoscenza, quindi, del proprio business in toto è di assoluta importanza per poter introdurre policy ambientali che contribuiscono effettivamente alla creazione di un mondo più verde.

In un processo lungo e pieno di incertezze come la ricerca della sostenibilità, non ci si aspetta che le aziende abbiano tutte le risposte fin da subito (la “perfezione” non esiste e in questo campo, ancora meno), ma l’onestà è certamente un fattore non di poco conto per ottenere la fiducia dei consumatori.

Infine, è bene prestare attenzione al linguaggio scelto nella comunicazione green: l’aggiunta di maggiori dettagli e la ricerca del significato di termini apparentemente “innocui” (ma in realtà, definiti da regolazioni severe) è essenziale!

Di contro, non si deve pensare al green hushing come una via percorribile.

Con questo termine, si fa riferimento ad un fenomeno nuovo, meno conosciuto rispetto al ben noto greenwashing: per paura di conseguenze spiacevoli, reputazionali ed economiche, le aziende scelgono di non comunicare i propri obiettivi di sostenibilità. 

LEGGI ANCHE: Stella McCartney lancia S-Wave, il simbolo della sostenibilità

Quali sono i trend ambientali riscontrati tra i consumatori di recente?

I consumatori sono sempre più alla ricerca di insight sui eco-trend più recenti per poter cambiare il proprio stile di vita, dalla scelta di prodotti più rispettosi dell’ambiente alla riduzione del consumo di carne fino a mezzi di trasporto a basso impatto ambientale.

C’è la volontà di comprendere appieno i cambiamenti ecologici in atto e conseguentemente, di agire per contrastarli nella vita di tutti i giorni (di questa radicale spinta green, Gen Z e Millennials sono i principali promotori).

Oltre il 90% delle persone su Pinterest settimanalmente cercano ispirazione sulla piattaforma per attività volte a diminuire la propria impronta ecologica come il riciclaggio, la donazione di oggetti, la riduzione dell’utilizzo di plastica, l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico e il supporto alle imprese locali.

Non solo, ma abbiamo anche constatato che ricerche per termini come “casa autosufficiente”, “energia off grid”, “ecopunk”, e “alloggi collettivi” sono in aumento sulla piattaforma (rispettivamente del 340%, 100%, 130%, e del 150%).

Un’altra conferma del cambio di rotta “verde” arriva dal nostro ultimo report, Pinterest Predicts 2023, che prevede un’attenzione verso pratiche ecologiche come soluzioni alternative per la raccolta di acqua piovana, l’arredamento vintage e i viaggi in treno.

Come le aziende possono sfruttare questi trend per implementare campagne di marketing efficaci?

Per poter sfruttare al meglio gli insight della piattaforma e creare campagne di comunicazione efficaci, il motto delle aziende e dei marketer dovrebbe essere “be educational”: per esempio, la collaborazione con esperti di settore permette di fornire consigli e guide di valore su come vivere in modo sostenibile.

Nonostante la Giornata Mondiale della Terra sia un’ottima occasione per riflettere su temi ecologici e sociali, ogni giorno dovrebbe essere dedicato alla salvaguardia del nostro pianeta.

Non da ultimo, implementare l’utilizzo delle cosiddette credenziali verdi.

Ossia, utilizzare statistiche chiare per mostrare come il vostro marchio o prodotto sia sostenibile e utilizzare termini come “meno plastica”, “a base vegetale”, “biologico” o “coltivato in modo sostenibile” per posizionarlo al meglio.

Parte l’AI Fashion Week, l’evento più atteso dagli stilisti della AI generativa

La città che non dorme mai, la Grande Mela, New York ospita la prima AI Fashion Week dedicata agli stilisti emergenti della moda, che sviluppano le loro creazioni mediante l’utilizzo della Intelligenza Artificiale Generativa.

Partecipano sia stilisti che creatori di AI che, grazie alle loro creazioni, daranno vita a questo incredibile evento unico nel suo genere.

ai fashion week

AI Fashion Week: quando e dove

Le date della AI Fashion Week sono fissate dal 20 al 21 aprile 2023 e vedranno competere tra loro più di 350 creator. La location è al centro di Manhattan presso lo Spring Studio.

L’evento è gratuito ed è stato organizzato in collaborazione con Revolve Group, organizzazione specializzata nella rivendita di moda online, di abbigliamento e calzature, accessori e prodotti di bellezza per il target millennial e generation Z.

LEGGI ANCHE: I migliori generatori di immagini basati su AI (secondo noi)

L’Intelligenza artificiale nella moda

Come già detto, l’evento ha lo scopo di scoprire i nuovi talenti della moda: è un vero e proprio scouting di talenti della moda che operano con l’ AI, tanto è che nella giuria sono presenti personaggi di tutto rilievo, come:

  • Pat McGrath, è una delle più prestigiose truccatrici al mondo e la sua influenza nel mondo della bellezza e della moda non ha rivali da oltre 20 anni. L’aspetto visionario che immagina e che quindi crea per sfilate di moda, pubblicità e riviste – definisce i futuri canoni della bellezza.
  • Tiffany Godoy di Vogue Giappone, è una giornalista e influencer di moda esperta di internet.
  • Natalie Hazzout, casting director di Celine, azienda francese di vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori.

Negli ultimi mesi l’interesse del settore moda nell’ AI generativa ha superato di gran lunga quello sul Metaverso, dei token non fungibili (NFT), della realtà aumentata e virtuale, argomenti che restano obiettivi di medio periodo rispetto all’AI che ha invece interessato da subito il settore, mostrando gli innumerevoli ambiti di applicazione.

Quello che è importante tenere in considerazione è che questa tecnologia è diventata ampiamente disponibile solo di recente ed è ancora piena di problemi e bug preoccupanti, ma tutto mostra che possa migliorare velocemente di giorno in giorno e diventare un punto di svolta in molti aspetti del business.

AI Fashion Week

Secondo l’analisi di McKinsey, in un periodo compreso tra i tre e i cinque anni l’AI generativa potrebbe raggiungere fino a 275 miliardi di dollari di profitti nei settori dell’abbigliamento, della moda e del lusso.

Attualmente i designer, i direttori creativi e i rivenditori possono fare affidamento non solo sui report di tendenza e sull’analisi di mercato, ma possono utilizzare l’AI generativa per analizzare in tempo reale vari tipi di dati non strutturati.

AI fashion Week: dalle sfilate al business

L’AI generativa può, ad esempio, aggregare rapidamente ed eseguire analisi del sentiment dai video sui social media o modellare le tendenze da più fonti di dati sui consumatori.

I direttori creativi e i loro team possono inserire schizzi e i dettagli desiderati, come tessuti, tavolozze di colori e motivi, in una piattaforma alimentata dall’intelligenza artificiale generativa che crea automaticamente una serie di “proposte”, consentendo così ai designer di giocare con un’enorme varietà di stili e look.

Un team potrebbe quindi progettare nuovi articoli sulla base di questi risultati, mettendo il tocco distintivo di una casa di moda su ciascuno dei look. Questo apre le porte alla creazione di prodotti innovativi in ​​edizione limitata che potrebbero anche essere collaborazioni tra due marchi.

Ed è proprio in questa direzione che si muove la AI generativa, individuare i creativi che in questo momento stanno utilizzando in maniera migliore l’ AI generativa.

AI generativa nella moda e Fashion Week 2023

Ai designer viene fornita una piattaforma che ha la funzione di vetrina, grazie alla quale possono mostrare le loro creazioni realizzate tramite AI a eventuali clienti oppure a direttori creativi.

Quando parliamo di creazioni intendiamo, come previsto dagli organizzatori, collezioni costituite da minimo 15 look ad un massimo di 30.

In questo modo si incoraggiano i designers a mettersi in luce a presentare creazioni che altrimenti rimarrebbero nel cassetto e tutto questo consente di creare un nuovo mercato accessibile a tutti oltre che fornire i nuovi designer a sperimentare le tecnologie generative basate su AI.

Gli organizzatori della AI Fashion Week puntano hanno formato la giuria coinvolgendo sponsor tra le grandi firme della moda per offrire premi in denaro ai vincitori. Sono in programma altri eventi subito dopo il calendario della settimana della moda per attirare una maggiore attenzione sull’evento.

Parte l'AI Fashion Week

Le creazioni generate dall’intelligenza artificiale sono state tra i temi più caldi di questi mesi. La moda fantasy, le calzature ed i design di accessori sono ora diffusi su Internet. I creativi ricreano l’immagine dei capi dei loro marchi preferiti e ne sviluppano di nuovi, in alcuni casi creano capi ancora più belli degli originali.

L’AI Fashion Week rappresenta un punto di partenza per tutta una serie di applicazioni ed eventi che possono valorizzare la creatività aprendo nuove prospettive di business per il mondo della moda e per i creativi.

le notizie della settimana - copertina weekly

Il Papa rapper, ChatGPT, Pepsi e le altre notizie della settimana

Tra le notizie della settimana spicca Midjourney, che ha deciso di bloccare le prove gratuite per il suo generatore di immagini.

Che c’entrino qualcosa le foto del Papa rapper o dell’arresto di Trump? Subito diventate virali, hanno sollevato un inquietante interrogativo: tra quanto non saremo più in grado di distinguere ciò che è vero da quello che non lo è?

Focus totale sulle AI: come sappiamo (ne abbiamo parlato qui), il Garante della Privacy ha imposto a ChatGPT lo stop al trattamento dei dati degli utenti italiani. In risposta, OpenAI ha sospeso il servizio, proprio adesso che singoli e aziende lo stanno integrando nei processi. Ma la soluzione, per molti versi, è a portata di mano (leggi qui).

E mentre il sentimento diffuso (vedi il sondaggio di Dentsu) è di maggiore trasparenza nell’uso dell’AI generativa, ammettiamolo, non abbiamo gli anticorpi per difenderci da un uso dell’intelligenza artificiale mirato a confonderci con false informazioni.

Sei pronto per entrare in una nuova Matrix?

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

► FORMAZIONE ◄

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Un percorso web live che ti guiderà passo dopo passo nell’analisi dei Digital Analytics strategici per il tuo business: apprendi tutte le nuove funzionalità di Google Analytics 4.

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Bill Gates: una pausa non risolverà le “sfide dell’AI”

Il co-fondatore di Microsoft ha dichiarato che gli appelli a sospendere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale non “risolveranno le sfide” che ci attendono. “È chiaro che queste tecnologie offrono enormi vantaggi… quello che dobbiamo fare è identificare le aree più complesse“, ha aggiunto Gates.

Il blocco di ChatGPT: l’impatto sulle aziende

L’interruzione del servizio da parte di OpenAI ha posto molte domande sul suo utilizzo in futuro. Gianluca Maruzzella, CEO e co-founder di indigo. ai ci ha detto che non tutto è perduto. Leggi qui l’intervista e ascolta cosa ha detto ai nostri microfoni.

L’importanza della trasparenza nell’AI generativa

Più di due terzi (70%) dei consumatori dichiara che i marchi dovrebbero rivelare quando l’IA è stata utilizzata per sviluppare prodotti, servizi, esperienze e contenuti.

notizie - sondaggio ai dentsu

A rivelarlo è un nuovo sondaggio Consumer Navigator condiviso da Dentsu.

Salesforce, cresce l’ecosistema italiano

Salesforce ha visto il fatturato globale crescere su base annua del 18% raggiungendo così i 31,4 miliardi di dollari. Ha contribuito significativamente anche l’Italia, che si conferma al quarto posto in EMEA per volume d’affari. Ascolta cosa ci ha detto Mauro Solimene, Country Leader di Salesforce per l’Italia.

Pagare di più per il packaging sostenibile

Secondo Ipsos, per le persone non esiste un materiale sostenibile universale: ciò che viene percepito come imballaggio più sostenibile varia tra plastica, vetro, cartone e metallo.

notizie sondaggio ipsos sostenibilità

La maggior parte degli intervistati, inoltre, non è disposta a pagare per il solo vantaggio della sostenibilità.

Le notizie sull’AI: Midjourney annuncia la fine del “prova gratis”

Dopo che le immagini false del Papa e di Trump hanno messo in subbuglio Internet, la piattaforma di intelligenza artificiale ha annunciato la fine delle prove gratuite.

 

notizie della settimana midjourney sospende la prova gratuita

L’azienda ha dichiarato che la decisione è dovuta a una “domanda straordinaria e all’abuso delle prove”.

Le dimensioni giuste per ogni social

Hootsuite ha creato anche quest’anno una guida delle dimensioni immagini social aggiornata al 2023. La trovi su Ninja.

La nuova identità visiva di Pepsi

Nell’anno in cui si celebra il suo 125° anniversario, il brand ha rivelato un inedito sistema di visual identity.

nuova identità visiva pepsi

Progettato dal team interno di PepsiCo il nuovo look sarà lanciato nel Nord America questo autunno e a livello globale nel 2024.

Le collaborazioni più belle di Heinz e Absolut Vodka

Heinz e Absolut Vodka uniscono il loro gusto per dare vita al nostalgico piatto “penne alla vodka”. Negli anni ’80, la ricetta spopolò diventando un piatto cult della cucina trendy del momento.

heinz e absolut vodka

Heinz e Absolut Vodka hanno dato vita insieme ad altri brand a molte altre collab interessanti. Trovi qui alcune tra le più rilevanti.

► EVENTI ◄

Mercoledì 12 aprile ti spiegheremo come valorizzare le relazioni tra gli individui e convertire una community in membership.

ninja wrap up #3

Partecipare è semplicissimo: basta registrarsi a questo link.
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