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Browser decentralizzati

Browser Web: le alternative (decentralizzate) a Chrome

L’era del Web 3.0 può definirsi iniziata, anche se per il momento sono per lo più investitori, venture capitalist, ingegneri e tecno-sognatori i veri pionieri di questa nuova frontiera che sarà certamente più aperta e democratica, libero da censure e vincoli, fondato su blockchain e protocolli decentralizzati. Il Web 3.0 promette di essere un luogo più inclusivo e concorrenziale, indipendente dalle Big tech e in grado di consentire a tutti di riappropriarsi dei dati e forse di monetizzare qualunque cosa su Internet. Premessa che può essere rafforzata anche dal cambiamento di operazioni quotidiane che tutti noi svolgiamo, come l’utilizzo di un browser web invece di un altro.

Browser decentralizzati: di cosa si tratta

Proprio nell’ottica sopra descritta sembra quasi un paradosso che in un web “libero” si debbano usare strumenti di navigazione “centralizzati” e il discorso riguarda proprio i nostri browser di navigazione che allo stato attuale non stanno solo sfruttando gli utenti, ma sono anche al limite per quanto riguarda la tutela della privacy.

Il Web 3.0 si configura come una rete dove i contenuti, i servizi e qualsiasi genere di informazione non verranno più conservati su server e piattaforme che appartengono a multinazionali di grandissime dimensioni, ma “sparpagliati in maniera omogenea” sulla rete tra infiniti nodi.

Proprio grazie alla decentralizzazione, gli utenti potrebbero finalmente monetizzare la condivisione dei dati. Infatti, ogni genere di contenuto, da un MP3, ad una foto delle vacanze resterebbe nelle mani dei legittimi autori, e non finirebbero più tra gli algoritmi delle varie piattaforme, come Tik Tok, Instagram e YouTube.

Nel Web 3.0, i dispositivi non si connetteranno più a server centrali, ma a registri distribuiti in rete sui quali si trovano tutte le informazioni desiderate, senza dover reperire dati sui server di alcuna azienda.

Perché ne parliamo

Lo strumento che trasferisce tutte queste informazioni alle strutture centralizzate e decentralizzate è il caro e amato browser, che ogni giorno utilizziamo per navigare nel web ed eseguire infinite operazioni.

L’importanza legata alla rivoluzione del Web 3.0 sta proprio nel protocollo IPFS che è il tassello che consentirà di rendere i contenuti web molto più a prova di errori e alle censure.

Come dichiarato da Molly Mackinlay, responsabile del progetto IPFS:

Oggi, gli utenti Web di tutto il mondo non sono in grado di accedere a contenuti con limitazioni, comprese, ad esempio, parti di Wikipedia in Thailandia, oltre 100.000 siti web bloccati in Turchia e l’accesso critico alle informazioni COVID-19 in Cina – Ora chiunque disponga di una connessione Internet può accedere a queste informazioni critiche tramite IPFS sul browser Brave“.

Un velocissimo chiarimento, il web tradizionale si fonda sul protocollo HTTP (o HTTPS) progettato per consentire ai browser di accedere alle informazioni sui server centrali, mentre il protocollo IPFS consente di accedere su una rete di nodi distribuiti.

Perché è importante

Sappiamo che i dati personali presenti all’interno di una blockchain non sono modificabili, ma può succedere (e la legge lo prevede) che un singolo utente possa richiedere la modifica di tali dati o di una parte di essi. In tale caso come possiamo modificare una struttura che per la sua dimensione è immutabile?

Altro aspetto da tenere presente sta nel fatto che i dati personali inseriti in una blockchain sono pubblici e consultabili da tutti i partecipanti, anche questo aspetto sembra in antitesi con il grado di sicurezza che la blockchain dovrebbe garantire.

Ancora, come esercitare il diritto all’oblio con i dati immessi in una blockchain data l’immutabilità della tecnologia blockchain?

Insomma, servirebbe una blockchain che possa essere compliant al G.D.P.R. il che rappresenta allo stato attuale un problema che porta i due argomenti privacy e blockchain a correre su due binari paralleli.

Una soluzione potrebbe essere la creazione di un sistema di crittografia dei dati personali con successiva eliminazione delle chiavi de-crittografiche, in modo tale che possano essere lasciati unicamente i dati indecifrabili oppure l’utilizzo dei cosiddetti modelli di memoria “fuori catena” o ancora l’impiego di “smart contract”.

Insomma il dibattito è aperto e oggetto di evoluzioni all’ordine del giorno.

Browser decentralizzati, cosa c’è da sapere

I nuovi browser che garantiscono la privacy degli utenti nascono con l’intento di consentire la navigazione nel Web 3.0, ma i problemi a cui abbiamo accennato sono tutt’altro che risolti.

Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza.

Molte aziende, proprietarie dei browser più noti come Opera, Google, Microsoft stanno già dando luogo ad upgrade dei loro browser per consentire agli utenti di navigare nel Web 3.0 o per lo più di accedere ai propri portafogli o wallet digitali, fornendo un modo più sicuro per proteggere le proprie informazioni e la propria privacy.

I browser pensati per il Web 3.0 sono fondamentalmente delle applicazioni decentralizzate dette anche dApp, che consentono di utilizzare le tradizionali funzioni dei browser, ma permettono di mantenere il controllo dei propri dati e di trattenere la maggior parte delle relative monetizzazioni attraverso i dati.

Proprio in ottica di protezione dati e privacy nel Web 3.0 va citato il browser Klever, sconosciuto a molti, ma più avanti rispetto ai più blasonati competitor, che consente di connettersi a portafogli blockchain di Ethereum e Tron in modo molto sicuro e protetto, esplorare l’ universo dei protocolli finanziari decentralizzati, scoprire siti e social media di nuova generazione, accedere a token, raccogliere NFT e trovare i migliori strumenti di sviluppo blockchain.

Altro browser sviluppato per il Web3.0, primo ad integrare nativamente il protocollo peer-to-peer IPFS (InterPlanetary File System), che stravolgerà radicalmente il funzionamento di Internet, è Brave.

Come possiamo ben vedere, questi browser non risolvono i problemi di cui discusso sopra tra privacy e blockchain, il modo attraverso il quale tutelano la privacy degli utenti è data da sistemi che bloccano annunci e tracker così da evitare che questi possano seguirci da un sito all’altro.

Sono forniti poi da sistemi che in totale autonomia eliminano i cookie non necessari, rendendo in questo modo il proprio browser difficile da riconoscere e, come se non bastasse, bloccano i codici e siti dannosi aggiornando le connessioni sicure sui siti che le supportano.

Ninja Upshot

Browser come Mozilla, Opera Crypt, Brave, Klever integrano wallet o portafogli digitali connessi alle più note blockchain come Ethereum, Solana per effettuare in totale sicurezza qualsiasi operazione legata all’utilizzo delle cripto valute e alla gestione di asset digitali come gli NFT.

Il vero passaggio che determinerà l’evoluzione dei browser di navigazione verso le blockchain con la possibilità di utilizzare quest’ultime per veicolare e modificare i dati sensibili degli utenti, è un discorso ancora lontano, legato comunque alla necessità di risolvere i conflitti tra blockchain, GDPR e privacy.

Il discorso è comunque aperto e si cerca di rendere la normativa sulla privacy e il GDPR sempre più vicino al mondo delle blockchain, man mano che anche queste evolvono tecnologicamente avvicinandosi sempre più a risolvere le esigenze quotidiane di tutti.

Perché il futuro dell’Influencer Marketing è la Community

Nel corso degli anni l’Influencer Marketing si è evoluto. Da novità che genera curiosità a tattica di marketing ormai radicata nelle aziende e nelle organizzazioni che puntano alla visibilità online.

Questa trasformazione ha fatto sì che anche il modo in cui le campagne di Influencer Marketing vengano gestite con più consapevolezza.

Dieci anni fa i brand hanno iniziato a collaborare con gli influencer per raggiungere il proprio target sui social media e creare programmi di marketing più autentici come alternativa al tradizionale Paid Advertising. Spesso senza troppa cognizione di causa, senza dare troppa importanza alle capacità comunicative dei creator e sottovalutando ciò che poi si è rivelato essere molto più di un trend.

Oggi vediamo aziende, imprese, professionisti e organizzazioni espandere il loro potenziale di visibilità riducendo la loro dipendenza da alcune piattaforme per sperimentare altri canali emergenti.

Luoghi digitali che permettono una rapida crescita organica nel momento in cui il brand riesce a gestire community diverse che rispondono a una specifica organizzazione, diversa dal tradizionale presidio dei classici social.

Ad esempio ciò significa creare prodotti, offrire esperienze e raccontare storie create insieme alla community del brand.

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futuro dell'influencer marketing è la community creator ninja marketing

È sempre una questione di dialogo

Ogni volta che si invia un messaggio, questo deve offrire valore al destinatario per poter riscuotere successo. Comunicare in maniera genuina e sinceramente attenta alle persone è il modo più diretto per entrare in contatto con il proprio pubblico.

Dato che i brand cercano di approfondire le relazioni con i clienti, una community rappresenta il canale più potente per questo scopo.

I referral generati all’interno di una community hanno un valore 3 volte superiore rispetto a quelli che derivano da altri canali e azioni di marketing.

Investire in una community – invece di limitarsi solo alla pubblicità a pagamento – favorisce la fidelizzazione dell’utente e sostiene una solida crescita organica a lungo termine.

Dalla transazione allo storytelling

Gli ultimi due anni hanno costretto anche i marketer a fare i conti con restrizioni e distanziamenti.

Un momento storico in cui spingere con energia alla vendita diretta non è esattamente la mossa migliore per un brand.

Ecco perché è fondamentale investire le proprie risorse su una tipologia di marketing che aiuta a entrare davvero in contatto con le persone potenzialmente interessate ai prodotti o servizi di un’azienda. Mettere a frutto i proprio sforzi comunicativi di brand attraverso la creazione di una community significa:

  • chiedere quali contenuti sono più preziosi e utili al proprio target di riferimento;
  • cosa vogliono vedere le persone in relazione ai prodotti o i servizi di un’azienda;
  • proporre offerte personalizzate e che rispettano le esigenze e le necessità – soprattutto in seguito a un periodo così difficile e faticoso.

In sostanza, adattare i messaggi del brand affinché riflettano il desiderio e le aspirazioni delle pubblico di riferimento significa lavorare per cementificare le basi della propria community.

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Significa che l’Influencer Marketing è morto?

No affatto!

Sia gli influencer che i brand seguono lo stesso funnel di marketing per intercettare e convertire l’utente finale. Presidiano le stesse piattaforme, parlano allo stesso pubblico, lavorano con strutture e dinamiche comunicative spesso molto simili.

La collaborazione temporanea tra brand e influencer ha ancora senso di esistere soprattutto nel momento in cui una campagna one-shot è focalizzata su una nicchia estremamente verticale e ben circoscritta.

Tuttavia, esiste un modo migliore con cui brand e influencer possono collaborare tra loro per ottenere performance di marketing (ovvero engagement) più durature nel tempo: lavorare verso la creazione di community.

Significa integrare due forze comunicative di grande impatto in un’unica strategia di marketing online. Un po’ come quando i supereroi decidono di unire le proprie forze, i propri strumenti e i propri superpoteri per salvare l’umanità da una minaccia insuperabile.

Aziende e influencer, insieme per la costruzione di una brand community!

Marketing autentico oggi e domani

Oggi i consumatori vogliono essere coinvolti nel processo di sviluppo di un brand. Non si tratta solo di umanizzare l’azienda e adottare un approccio customer-centric.

Costruire relazioni autentiche tra brand, creator e il loro pubblico è il punto di partenza.

L’Influencer Marketing ha raggiunto uno scenario standard in cui gran parte del semplice posizionamento di prodotto avviene su Instagram mentre le connessioni più profonde e autentiche si trovano su YouTube o su piattaforme più verticali, come Twitch o TikTok.

Influencer Marketing

Ecco perché le aziende dovrebbero iniziare a ottimizzare gli strumenti con cui cercare e ingaggiare gli influencer delle campagne di marketing per catalizzare le loro potenzialità di visibilità e costruire – proprio a partire da loro – una robusta fanbase.

I migliori risultati derivano dalla creazione di contenuti unici, fatti su misura, personalizzati per un pubblico specifico. Ecco il valore aggiunto che può dare l’Influencer Marketing verso la costruzione di una brand-community.

I brand moderni hanno l’opportunità di offrire esperienze e raccontare storie, co-creandole con creator, ambassador e influencer in grado di cementare le relazioni con i loro clienti.

Influencer Marketing: la vera sfida della creazione di una Community

Il vantaggio di lavorare con gli influencer a lungo termine supera il ritorno generato da una collaborazione una tantum. Ma ci sono alcuni fattori da considerare. In primo luogo, la costruzione di una community implica la sua costante manutenzione e gestione.

Un brand deve essere capace di ascoltare efficacemente la community e guidare gli influencer al suo interno affinché da semplici follower diventino brand ambassador e sostenitori.

Perciò il processo di selezione, verifica, comunicazione e tracciamento non può essere lasciato al caso. Diversamente, non sarebbe possibile quantificare i risultati e poter decidere quale strada intraprendere per una comunicazione davvero incisiva dell’azienda sulle piattaforme social.

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La professione digitale più bella del mondo è…

Il marketing digitale è in continua evoluzione e per iniziare a lavorare in questo ambito ci sono diversi metodi.

Per cominciare è fondamentale iniziare ad acquisire competenze verticali nel digital. La prima mossa utile è formarsi, seguire corsi online o workshop per gettare le fondamenta. In questo modo si possono ottenere solide basi su cui costruire il proprio bagaglio di competenze.

marketing digitale

Seguire corsi di formazione in ambito digital non solo vi darà l’opportunità di imparare dai professionisti ascoltando l’esperienza diretta di chi questo campo lo conosce bene, ma vi aprirà al confronto con specialisti che fanno questo mestiere tutti i giorni.

Fare carriera nel marketing digitale

Intraprendere una carriera nel marketing digitale può essere un’ottima scelta per chi è interessato alla tecnologia e vuole lavorare in un settore creativo. Con l’importanza crescente del web, le aziende sono sempre più alla ricerca di persone qualificate che possano aiutarle a raggiungere il loro pubblico di riferimento online.

Il marketing digitale copre un’ampia gamma di attività, dalla creazione e gestione dei contenuti dei siti web allo sviluppo di campagne pubblicitarie online, abbracciando dunque diverse professioni: dal Social Media all’eCommerce Manager, dal Copywriter al Digital Strategist.

Chi ha spiccate doti di scrittura e comunicazione può scegliere di specializzarsi in Copywriting, mentre chi ha un’attitudine all’analisi può concentrarsi sulle strategie di marketing basate sui dati. Con la giusta formazione ed esperienza, è possibile costruire una carriera di successo in questo settore entusiasmante e in continua trasformazione.

Concluso il ciclo di live “Così ho capito che il Digital era la mia vocazione”: ecco chi ha vinto

Si è appena concluso il ciclo di dirette “Così ho capito che il Digital era la mia vocazione”. Il percorso di Ninja per scoprire i mestieri più belli del mondo digital attraverso le voci dei protagonisti. Un modo per convincere le persone che il loro è il lavoro più bello del mondo.

Orientarsi e intraprendere una carriera nel marketing digitale con Ninja

Le Live che ogni martedì hanno riempito il palinsesto Ninja fino all’inizio dell’estate sono terminate, ma l’obiettivo dell’Academy continua a essere quello di fornire una bussola nel mondo del digitale.

LEGGI ANCHE: 5 Free Webinar per trovare la tua strada nel Digital Marketing

Per questa ragione, come annunciato nelle varie dirette, Ninja Academy ha deciso di premiare la professione digitale più amata con un regalo alla community che ha partecipato e seguito di più: il premio va alla diretta “Chi è il Social Media Manager e perché è il lavoro più bello del mondo”.

Il regalo di Ninja Academy: per te il Glossario del Social Media Power

Per avere sempre a portata di mano le nozioni base del Social Media Manager, è possibile scaricare il Glossario del Social Media Power (contenuto nel corso Social Media Power di Ninja Academy, ma oggi eccezionalmente in omaggio): un piccolo prontuario con le definizioni aggiornate e i concetti imprescindibili per chi si occupa di social network.

Un Social Media Manager deve avere una solida conoscenza del funzionamento di ogni piattaforma e di come connettersi efficacemente con il pubblico di riferimento. Inoltre, deve essere in grado di creare contenuti interessanti che contribuiscano a costruire un seguito e a portare traffico al sito web del brand.

Parti dalle basi, compila il form e scarica subito il Glossario!

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Marketer alla scrivania che lavora al computer per impostare le LinkedIn Ads

Linkedin Ads: come funzionano le campagne a pagamento

Linkedin rappresenta una piattaforma molto interessante per il settore B2B e per i professionisti alla ricerca Lead qualificate o contatti verticali.

Per usare Linkedin ads come canale di promozione però, è fondamentale avere prima di tutto ben chiaro in mente, gli obiettivi che si vogliono raggiungere e la strategia da seguire per ottenerli, così da creare le campagne più adatte allo scopo.

Nella creazione delle campagne a pagamento su Linkedin è infatti essenziale fare riferimento ad una  strategia di Digital Marketing ben elaborata in cui vi siano tutti gli obiettivi prefissati e le modalità scelte per perseguirli.

È su questa strategia infatti, che deve necessariamente fondarsi la creazione della campagna.

La strategia di Digital Marketing permette infatti di:

  • decidere gli obiettivi di business
  • capire come incentrare le azioni rispetto ai risultati desiderati
  • scegliere le risorse adeguate agli scopi
  • facilitare il lavoro creando un piano d’azione ben studiato
  • arrivare agli scopi prefissati

Guida all’impostazione alle campagne a pagamento su Linkedin nel 2022

Capire come funziona LinkedIn Ads e impostare la tua prima campagna pubblicitaria con successo è quindi uno step che arriva solo in un secondo momento ed in questo articolo spiegheremo bene come farlo nel modo corretto.

Attraverso una chiara e pratica guida all’impostazione alle campagne a pagamento su Linkedin nel 2022, spiegheremo il funzionamento generale di LinkedIn Ads e le motivazioni per cui scegliere questa piattaforma per le proprie campagne pubblicitarie.

Ma partiamo quindi prima di tutto dagli obiettivi. Quando si crea una campagna su Linkedin è bene innanzitutto iniziare ponendosi alcune domande:

  • quali sono gli obiettivi che voglio raggiungere?
  • quali sono i risultati che voglio ottenere  dalla campagna?
  • perché usare Linkedin ads potrebbe essere la scelta migliore?

Una volta che si risponde a queste domande si saprà quindi già da dove iniziare nella scelta della campagna e nel budget che si vuole investire. Vediamo allora punto per punto come fare per scegliere le campagne e il budget su Linkedin ads per finire con la comprensione dei risultati e dei metodi per misurarli.

Come scegliere le campagne

Innanzi tutto è bene sapere che al momento della creazione della campagna su Linkedin ads, è possibile scegliere per ogni campagna gli obiettivi principali. In tal modo l’algoritmo di Linkedin sarà in grado di ottimizzare le campagne a seconda dell’azione prescelta.

La scelta si basa su 3 macro obiettivi che possono essere classificabili come: 

  • Awareness
  • Consideration
  • Conversions

Le campagne create con un obiettivo Awareness vengono sviluppate per una fase TOFU (top of funnel), ovvero la parte alta del percorso che porta un utente qualsiasi a diventare un cliente, con l’obiettivo di accrescere la brand awareness e vengono realizzate per la massimizzazione delle impressioni.

Le campagne create con un obiettivo Consideration invece, possono svilupparsi in 3 micro obiettivi:

  • Engagement
  • Visite al sito web
  • Visualizzazioni Video

Le campagne sviluppate con il macro obiettivo di Conversions infine, si basano su 3 micro obiettivi:

  • Lead Generation
  • Conversioni sul sito web
  • Job Applicants
obiettivi campagne linkedin ads

Immagine presa da Linkedin

L’obiettivo Lead generation può essere raggiunto usando form precompilati con i dati del profilo di chi riceve l’ad, mentre per ottenere conversioni sul sito web viene utilizzato il conversion tracking di Linkedin.

La selezione dell’obiettivo della campagna è uno step molto importante come vedremo più avanti, poiché è questo a determinare la possibilità di usare ulteriori impostazioni e funzionalità su Linkedin ads, quali:

  • i formati dell’annuncio
  • la strategia dell’offerta
  • gli obiettivi di ottimizzazione

Ma come possono questi obiettivi tradursi in risultati? Affinché questo avvenga è essenziale scegliere la campagna più adatta in base all’obiettivo. In questo modo si avrà la possibilità di ottenere risultati specifici come:

  • la trasmissione di informazione in merito ai prodotti o servizi che un’azienda offre
  • la creazione di traffico indirizzato al sito web o alla landing page
  • la generazione di interazioni utili a far crescere la pagina
  • la visualizzazione dei contenuti video al maggior numero di utenti
  • la raccolta dei dati degli utenti
  • l’ottenimento di azioni di valore compiute sul sito web (vendite, downloads di materiali)
  • la promozione delle opportunità lavorative presso l’azienda

 Analizzati gli obiettivi e compresi i risultati ottenibili in base a questo, non rimane che creare le campagne su Linkedin ads e per farlo è possibile avvalersi di alcune tattiche e strumenti utili a facilitare il perseguimento degli obiettivi prefissati.

Tra le cose a cui prestare particolare  attenzione nella creazione di una campagna su Linkedin ads dunque, troviamo:

  • la scelta della località a cui mostrare il contenuto della campagna;
  • la decisione rispetto alla lingua del profilo LinkedIn dell’utente a cui mostrare il contenuto;
  • la creazione dell’audience a cui si vuole mostrare la campagna filtrando per età, azienda, job title, industry, skills etc;
  • lo sfruttamento delle Matched Audiences, ovvero il remarketing su LinkedIn;
  • l’uso dell’ Audience Expansion, strumento utile nel caso in cui si voglia raggiungere un pubblico più ampio ma sempre pertinente;
  • la scelta del formato dell’annuncio (con testo, video, immagine, modulo, messaggio in mail)
  • l’impostazione, se lo si sceglie, del LinkedIn Audience Network per la pubblicazione degli annunci su app e siti Web mobili esterni

Le audience su Linkedin ads

Tra tutti gli elementi fino ad ora elencati, la scelta dell’audience a cui si vuole mostrare la campagna rappresenta forse lo step più  importante, infatti è bene sapere che su Linkedin ads, la scelta dei pubblici a cui la campagna verrà mostrata può essere fatta per le singole campagne e tali pubblici possono essere suddivisi in tre gruppi:

  • Audience salvate
  • Pubblici template
  • Pubblici Matched Audience

Le audience salvate possono essere personalizzate usando diversi parametri tra cui:

  • parametri aziendali (categoria merceologica, connessioni di primo grado che lavorano in un’azienda, follower di un’azienda, tasso di crescita, nome dell’azienda, dimensione aziendale)
  • percorso scolastico
  • esperienza lavorativa con ruolo, anzianità, titolo e member skills
  • i gruppi a cui l’audience appartiene indicativi dei suoi interessi

I pubblici template sono invece pubblici preimpostati di Linkedin utilizzati per individuare figure che sono solitamente obiettivo di campagne pubblicitarie.

I pubblici Matched Audience infine possono essere generati con i dati in possesso della tua azienda e vengono utilizzati con il retargeting al fine di fare:

  • website retargeting, ovvero re-ingaggiare gli utenti che hanno già visitato il tuo sito web
  • contact targeting, coltivando i prospect dei quali si hanno già i dati
  • creare campagne account based, un esempio sono gli elenchi di aziende

Il retargeting su Linkedin ads

Il retargeting su Linkedin ads rappresenta una funzionalità molto importante di cui avvalersi nella creazione delle campagne, poiché attraverso questo strumento è possibile intercettare alcune categorie di pubblici, tra cui:

  • le persone che hanno cliccato «partecipo» su un tuo evento
  • le persone che hanno interagito con un tuo form di generazione contatti aprendolo e inviandolo o solo aprendolo
  • le persone che hanno visto una percentuale specifica dei tuoi video
  • le persone che hanno visitato o cliccato sulla CTA della tua pagina Linkedin in un dato periodo di tempo

Le scelte relative ad audience e retargeting sono fondamentali perché permettono di targettizzare sempre di più le tue campagne mostrandole ad un pubblico molto specifico e quindi ottimizzando ai massimi livelli la tua campagna.

Durante la fase della scelta dell’audience però, è bene tenere in considerazione il fatto che una campagna troppo targettizzata, potrebbe avere un successo conseguentemente inferiore.

Per questo motivo, in linea generale è solitamente consigliabile scegliere un numero di attributi, ovvero di informazioni che i membri includono nei loro profili, che varia dai 3 ai 5, così da non esagerare in eccesso o in difetto nella targettizzazione della campagna.

Il formato delle Linkedin ads

Nell’impostazione della campagna la scelta del formato delle Linkedin ads può essere fatta tra:

  • contenuti sponsorizzati (usato dalle aziende per promuovere un contenuto presente sulla pagina aziendale così da ampliare la fascia di pubblico raggiungibile ed in linea con le proprie preferenza)
  • messaggi sponsorizzati (LinkedIn Messenger permette di inviare dei messaggi pubblicitari diretti attraverso la casella mail nativa della piattaforma)
  • ads testuali (composte da testo, un’immagine e un titolo sono il formato più semplice ed economico tra gli annunci pubblicitari su LinkedIn)
  • carosello (ideali per creare brand awareness, raccontando la tua azienda attraverso un massimo di dieci cards) 
  • dynamic ads (ideali per aumentare il traffico di visitatori verso la propria pagina aziendale)
  • annunci Display (suggerita specialmente per promuovere contenuti appetibili come video e immagini)
formato linkedin ads

Immagine estratta da Linkedin

Ciascuno di questi formati si differenzia dagli altri in base a:

  • luogo in cui viene pubblicato il formato (homepage, casella dei messaggi, profilo, tra i risultati di ricerca dei profili)
  • la possibilità di raccogliere direttamente il lead se si usa l’obiettivo lead generation
  • CPC (costo per click), CPM (costo per mille), CPV (costo per visualizzazione) e CTR del formato (Click Through Rate)
  • la percentuale di testo e immagini utilizzabile
  • la possibilità di usare immagini, caroselli o video ad
  • la possibilità di usare dati presi dal profilo del ricevente
  • la possibilità di inviare link o usare bot nel caso dei messaggi

Come scegliere il budget

Una volta impostati tutti gli elementi principali fin qui elencati per la creazione di una campagna su Linkedin ads in linea con gli obiettivi, è il momento di impostare il budget.

L’importo del budget deciso in fase strategica può essere impostato su Linkedin secondo due diverse modalità,  è infatti possibile selezionare un budget che può essere giornaliero oppure un budget giornaliero e totale.

È importante però sapere che ogni obiettivo scelto per la campagna ha un evento fatturabile diverso, infatti LinkedIn stabilisce i prezzi in base all’obiettivo scelto.

Quindi il prezzo che andrai a pagare dipenderà dall’obiettivo che avrai scelto per la tua campagna, in fase strategica.

Per esempio, in base all’obiettivo scelto potrai pagare:

  • le visualizzazioni 
  • le visualizzazioni video
  • i click di interazione
  • i click alla pagina di destinazione

Fatte queste scelte si potrà partecipare alle aste di Linkedin secondo quattro differenti modalità:

  • Automated bidding, la modalità secondo la quale si va a spendere l’intero budget giornaliero il più velocemente possibile. Questa modalità, suggerita là dove si ha come obiettivo di ottenere la  massima visibilità possibile, è disponibile solo con lo sponsored content
  • Target cost, ovvero i cpc, cpm e cpv citati precedentemente. Questa modalità risulta particolarmente utile per ottenere un controllo dei costi superiore
  • Maximum cost, modalità attraverso la quale è possibile definire il massimo importo che sei disposto a pagare
  • Enhanced CPC, modalità ideale per creare conversioni e lead, è usata nelle campagne website visits, lead generation e website conversions e si basa sull’aumento del cpc impostato quando è possibile che sia probabile una conversione
budget linkedin ads

Immagine estratta da Linkedin

 

Scelti gli obiettivi della campagna si può passare quindi a scegliere la strategia di offerta in base ai relativi vantaggi, visibili nell’immagine di seguito.

 

strategia offerta linkedin ads

Immagine estratta da Linkedin

Nel caso in cui si sta iniziando ora ad avere a che fare con le campagne su Linkedin ads, la scelta migliore è quella di lasciare selezionata “offerta automatica” al momento dell’impostazione del budget, poiché per le altre opzioni disponibili è meglio avere maggiore esperienza.

Una volta impostato il budget, si può procedere all’impostazione delle date di inizio e fine della campagna, in caso contrario la campagna partirà in automatico nella stessa giornata.

Rispetto al budget però ci sono delle precisazioni da fare, poichè Linkedin ads risulta essere particolarmente costoso come canale di pubblicizzazione, rispetto agli altri canali promozionali, basti infatti sapere che il budget minimo spendibile per ogni campagna è pari a 10 €.

Tuttavia rispetto agli altri canali promozionali si differenzia per alcuni vantaggi riassumibili nella possibilità di:

  • avere a disposizione un pubblico molto attivo (più del 50% si collega almeno una volta al mese più del 40% degli utenti attivi mensili accede ogni giorno)
  • raggiungere un pubblico la cui qualità è una delle più alte tra i social network (più del 20% sono influencer e decision maker di alto livello)
  • poter targettizzare molto il pubblico di riferimento delle proprie ads
  • intercettare i decision maker di alto profilo delle aziende
  • ottenere un maggior tasso di conversione
  • avere poca concorrenza da parte dei concorrenti (nella maggior parte dei casi per le PMI)

In linea generale, in merito al budget, Linkedin offre agli utenti alcuni suggerimenti legati alle impostazioni delle campagne come:

  • l’inserimento di un budget pari a 100 € al giorno per 2-4 settimane 
  • l’investimento del 70% del budget sulle campagne di conversione in fondo al funnel
  • l’investimento del  restante 30% sulle campagne che generano awareness o engagement e le alimentano
  • l’utilizzo di un budget più alto possibile nella fase iniziale della campagna per poi diminuirlo dopo la fase di test

Come misurare i risultati

Fatti tutti i passaggi di impostazione della campagna in linea con la strategia preventivamente impostata, per accertarsi che la campagna dia i risultati desiderati sarà necessario misurarne ogni dato importante per la propria strategia.

Per farlo bisogna Impostare il tracking delle conversioni, avvalersi del LinkedIn Insight Tag, un codice JavaScript che va inserito nel sito web di cui si vuole tracciare le conversioni (ad esempio si vuole tenere traccia dei lead raccolti, si dovrà inserire l’URL alla Thank You Page).

Questo  meccanismo presente nel Campaign Manager di LinkedIn permette di misurare le azioni che un utente intraprende una volta che atterra sul sito Web attraverso un annuncio.

Questa opzione facoltativa presente su Linkedin è un ottimo modo per monitorare i risultati raggiunti grazie all’annuncio ma al di fuori della piattaforma di Linkedin.

Quando scegliere le campagne a pagamento su Linkedin

Scegliere le campagne a pagamento su Linkedin permette come abbiamo appena visto di avere una serie di funzionalità attraverso cui poter monitorare molteplici aspetti legati a dati utili per verificare la buona riuscita della campagna.

Capire se la campagna su Linkedin ads funziona rispetto agli obiettivi prefissati, è infatti un aspetto fondamentale per decidere se la piattaforma di Linkedin può essere il giusto canale da utilizzare per la pubblicazione di campagne pubblicitarie.

Ma chiarite quali sono le funzionalità di linkedin e quindi le sue potenzialità e compreso come monitorare ed avere un risultato concreto dei vantaggi che la campagna ha apportato o meno all’azienda, è necessario in primo luogo sapere quando le campagne a pagamento su Linkedin rappresentano la scelta più sensata o meno in base ai propri KPI.

LinkedIn è il social network più diffuso in ambito business con i suoi 774 milioni di utenti presenti sulla piattaforma in più di 200 Paesi e rappresenta la rete professionale più grande al mondo in cui professionisti in settori diversi stringono relazioni con altri utenti.

Unitamente a questi numeri molto interessanti, troviamo la possibilità di targetizzazione che la piattaforma offre, nella creazione delle campagne.

Le aziende B2B trovano quindi su Linkedin, un ambiente ideale attraverso cui far passare i loro messaggi avendo potenzialmente a disposizione un pubblico adatto e ulteriormente targettizzabile, grazie alle funzionalità che la piattaforma di Linkedin mette a disposizione delle aziende.

Gli annunci a pagamento su LinkedIn infatti, possono essere molto targettizzati, definendo molteplici aspetti, quali:

  • la località, definendo il pubblico per provenienza geografica
  • la formazione, definendo il percorso di studi
  • il luogo di residenza
  • la tipologia di profilo professionale
  • le skill dichiarate

La possibilità di targettizzare così a fondo il pubblico al quale si vuole mostrare i propri annunci rappresenta una funzionalità molto interessante per il settore B2B e per i professionisti che possono usare questo canale promozionale per raggiungere un pubblico estremamente delineato ed ottenere:

  • l’acquisizione di nuovi clienti
  • una promozione efficace del tuo brand
  • l’aumento del tasso di conversione
  • la possibilità di contattare le persone con ruoli decisionali in azienda
  • l’aumento della visibilità del tuo marchio
  • lo sviluppo di campagne promozionali mirate ad un preciso pubblico e limitate per un dato periodo
  • la raccolta di iscritti per un evento
  • l’aumento delle conversioni rispetto ai post organici

Rispetto a Meta o a Google inoltre, i lead creati da Linkedin risultano avere un tasso di acquisto 12 volte superiore, un dato questo, motivato dalla possibilità che Linkedin offre, di raggiungere in modo diretto i decisori B2B aziendali con un margine di errore veramente basso.

A queste motivazioni, si aggiunge poi un ulteriore ma fondamentale elemento, molto importante da tenere in considerazione, ovvero le finalità per cui la piattaforma viene utilizzata.

A differenza di Meta ad esempio, in cui gli utenti sono presenti specialmente per mantenere i rapporti con i propri conoscenti, Linkedin si distingue per avere al suo interno una tipologia di utenti presenti per creare rapporti professionali e vendere o acquistare prodotti o servizi, quindi già maggiormente motivati ad eseguire le conversioni sperate nell’ambito del B2B.

Tutte queste caratteristiche e le funzionalità fin qui esposte permettono quindi di capire bene quando scegliere le campagne a pagamento su Linkedin può rappresentare la scelta migliore.

Come formarsi

Su Linkedin ci sono tante utili guide per iniziare a capire come funziona Linkedin ads e conoscere tutti i diversi aspetti e funzionalità offerti dalla piattaforma, tuttavia esercitarsi nella pratica rimane sempre la scelta migliore per entrare meglio nel mondo delle campagne su Linkedin ads.

Unitamente alla pratica però,  essendo diverse le funzionalità da conoscere e le tattiche che è possibile usare per ottimizzare al meglio le proprie campagne,  seguire un corso Linkedin approfondito rappresenta sicuramente la scelta migliore per non avventurarsi sulla piattaforma senza avere una panoramica chiara degli strumenti, delle funzionalità e delle diverse possibilità che Linkedin ads offre.

Conclusioni

Questo articolo vuole essere quindi una guida utile per chi intende affacciarsi al mondo di Linkedin ads offrendo una panoramica generale delle impostazioni, funzionalità e caratteristiche di questo canale di promozione.

Allo stesso tempo vuole evidenziare come la scelta di Linkedin ads possa essere la scelta sicuramente migliore per il settore B2B, che attraverso questa piattaforma ha la possibilità di entrare in contatto con un pubblico interessato, di alta qualità ed estremamente profilabile.

Tutti vantaggi traducibili in una percentuale più alta di conversione, nella maggior parte dei casi, se si è disposti ad accettare una spesa pubblicitaria più alta rispetto ad altri canali.

Gli obiettivi raggiungibili grazie a Linkedin ads però, possono essere veramente tanti e ottenibili grazie anche alle funzionalità più avanzate messe a disposizione da Linkedin.

Per questo motivo, unitamente all’importanza di usare Linkedin ads nelle tue strategie di marketing per il B2B, è allo stesso modo essenziale avere una formazione specifica su Linkedin ads, attraverso cui poter essere in grado di conoscere, comprendere e sfruttare a pieno le funzionalità più avanzate di Linkedin per ottenere i migliori risultati possibili.

archivio storico barilla

Barilla rinnova il suo Archivio Storico: 145 anni di storia della comunicazione pubblicitaria

Per il suo 145esimo anniversario Barilla rinnova il suo Archivio Storico e mette online oltre 35 mila oggetti tra foto, video e campagne di comunicazione.

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Un vero e proprio viaggio per ripercorrere quello che il marchio ha comunicato nel corso degli anni: messaggi senza tempo, pubblicità iconiche, come ricette di famiglia, in grado di evocare ricordi e forti emozioni.

barilla

Nell’Archivio Storico sono racchiuse le testimonianze della vita, dei progetti, delle scelte strategiche, dei prodotti che hanno determinato il successo aziendale.

1911 – Il primo marchio Barilla

Una raccolta “viva”, costantemente alimentata e aggiornata, oggi aperta alla consultazione pubblica.

Da Carosello agli spot anni ’80

Un campo, quello della comunicazione, in cui Barilla è stato pioniere, anche grazie a collaborazioni d’autore con straordinari registi e alle interpretazioni di personaggi sportivi e del mondo dell’arte e dello spettacolo come Alberto Tomba, Alex Zanardi, Dario Fo, Mina, Massimo Ranieri e in anni più recenti anche Pierfrancesco Favino.

archivio storico barilla

La prima campagna pubblicitaria che Mina, già al culmine del successo, realizza per Barilla è diretta dal regista cinematografico Valerio Zurlini.

In ogni carosello Mina canta una canzone diversa. Numerosissimi sono i primi piani fatti all’artista, che canta tra il pubblico seduto ai tavolini o sul palcoscenico mentre gli spettatori assistono dalle gradinate.

Tranne “Brava”, sono tutte canzoni d’amore: “L’ultima occasione”, “Un anno d’amore”, “Città vuota” “Un bacio è troppo poco” e “Soli”.
Al termine della canzone Mina pubblicizza Barilla accarezzando con la sua mano la gamma delle confezioni di pasta: «B come Buona cucina. Un tocco di alta cucina nei piatti semplici di ogni giorno»; infine spunta da dietro una scatola e pronuncia una frase che oggi sarebbe davvero fuori dal tempo: «C’è una gran cuoca in voi e Barilla la rivela».

Come non dimenticare lo spot Barilla girato dal maestro Federico Fellini con in chiusura il celebre payoff «Barilla, vi fa sentire sempre al dente».

Oppure lo spot girato da David Lynch nel 1993 per Barilla France, Le Cafe’ con Gérard Depardieu e una giovanissima Alessia Merz nella scena finale:

All’interno dell’archivio anche l’omaggio a Vangelis, il grande maestro scomparso lo scorso maggio che con le sue colonne sonore ha ispirato intere generazioni. Ritroviamo la sua musica leggendaria nella prima serie di pubblicità “Dove c’è Barilla, c’è casa” andate in onda a partire dal 1985.

La storia di Mulino Bianco e gli spot in tv

Il mulino è sempre stato un elemento centrale nella comunicazione italiana, dal punto di vista grafico, semantico e spesso anche della narrazione filmico-pubblicitaria.

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Il marchio fu creato per distinguere la produzione da forno di Barilla. Il nome Mulino Bianco – come racconta Gianni Maestri, al tempo coordinatore della Divisione Nuovi Prodotti – sintetizza i valori di natura e tradizione nei due concetti di genuinità e salute: il Mulino rappresenta un modo semplice di fare prodotti di grano come un tempo, evocando nostalgia e un mondo fantastico e irreale; al Bianco si attribuiscono i significati psicologici di purezza, forza e luminosità”.

archivio storico barilla

Da fine anni Settanta il mulino diventa emblema della società rurale, dei suoi valori e della genuinità, soprattutto per il richiamo ai prodotti della tradizione come biscotti, fette biscottate e grissini.

Negli anni Ottanta, il mulino diventa il regno-laboratorio del Piccolo Mugnaio Bianco, da cui nascevano tante ghiotte leccornie.

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Nel 1990 l’agenzia Armando Testa, fondata a Torino dal celebre visionario della pubblicità (all’epoca, ancora vivente), reinterpreta il mulino con nuovi spot su una famiglia (mamma, papà, due bambini e un nonno) che, esasperata dalla frenesia cittadina, decide di trasferirsi in un mulino ad acqua appositamente ristrutturato, per vivere tra prati, campi di grano e animali.

archivio storico barilla

Per rendere quantomai epici i nuovi short (anticipati da quattro teaser, che presentano i personaggi e istillano nel telespettatore la curiosità in merito ai loro sogni di vita all’aria aperta), la casa di produzione BRW schiera ben tre premi Oscar: il compositore Ennio Morricone, lo scenografo Gianni Quaranta e il regista Giuseppe Tornatore.

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Novità di prodotto e restyling per il 145° anno di età

Quest’anno Barilla festeggia 145 anni di un percorso, fatto di passione e impegno. Per l’occasione la società ha presentato a inizio anno un nuovo logo e un packaging più sostenibile insieme ad una nuova linea di pasta Al Bronzo.

archivio storico barilla

Ruvidità intensa e colore giallo ambrato, sono le caratteristiche della nuova pasta Barilla che attinge al metodo tradizionale della trafilatura al bronzo. Barilla Al Bronzo si differenzia dalla linea Classica per la sua inedita confezione rossa.

 

LEGGI ANCHE: Barilla rinnova immagine, pack e lancia una nuova pasta Al Bronzo

Archivio Storico Barilla: viaggio nelle radici dell’azienda

La fototeca, con migliaia d’immagini dell’azienda dal 1913 ad oggi, permette di ricostruire il carattere di impresa familiare italiana che ancora oggi caratterizza Barilla: dal fondatore Pietro sino ai fratelli Guido, Luca e Paolo, attualmente ai vertici del Gruppo e quarta generazione di questa dinastia del Made in Italy.

archivio storico barilla

1993 – Guido, Luca e Paolo Barilla succedono a Pietro nella guida della Società

L’Archivio Storico Barilla ha, inoltre, un ruolo di straordinaria importanza, tanto da esser stato dichiarato ‘sito di notevole interesse storico’ dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali perché “racconta l’evoluzione del costume italiano”.

archivio storico barilla

1910 – Il primo stabilimento Barilla

Con questo efficace strumento Barilla intende promuovere l’innovazione nel rispetto della sua tradizione.

Messaggi dalla grande forza comunicativa, che hanno colpito il cuore e la fantasia delle persone. Molti di questi spot pubblicitari ci hanno fatto sognare e appartengono alla nostra storia.

B2B Rocks, il programma della prima giornata

Entro il 2022, il mercato globale del software B2B avrà un valore di 670 miliardi di dollari, di cui 190 miliardi rappresentati dal Software as a Service. Nello specifico, il SaaS ha registrato una crescita a due cifre negli ultimi 10 anni e impiega già mezzo milione di persone in tutto il mondo.

Se gli Stati Uniti sono stati pionieri in questo campo, è in Europa che si sono verificate le raccolte fondi di maggior successo. Per questo motivo (ma non solo), B2B Rocks è un evento imperdibile: una due giorni che riunisce le rock star del settore dell’editoria software, incarnando i valori dell’innovazione, ma anche dell’inclusione.

Tavole rotonde, keynote e tanti speaker nel programma del festival mondiale, che il team e la redazione di Ninja seguiranno in diretta sui canali social e sul sito.

E per non perderti neanche un panel, scopriamo subito il programma della prima giornata.

LEGGI ANCHE: B2B Rocks: sta per partire l’evento mondiale dedicato all’innovazione e al software SaaS

Agenda 9 giugno

Tra panel, keynote e tavole rotonde gli appuntamenti nel programma sono davvero moltissimi. Ne abbiamo selezionati alcuni tra i più significativi, ma puoi sempre guardare il programma completo qui.

  • 09:00 – 09:20 – Keynote di benvenuto. 2022: lo stato del SaaS
    con Steve Lurie
  • 09:30 – 10:10 – Come accelerare la crescita con un team multi-fuso orario
    con  Gilles Bertaux, Tim Brewer, Andrei Sochala, Gregory Gazagne, Cloe Dana
  • 09:30 – 10:10 – Come scalare un team di vendita
    con Frederic Kingue, Johnson Gaëtan, Gachet Nicolas, Bakala Shri Pau, Alain Mevellec
  • 10:00 – 10:20 – Ridurre l’impronta di carbonio digitale: soluzioni per un domani più verde
    con Zénon Vasselin
  • 10:20 – 11:00 – Fate un buon onboarding dei clienti e non li lascerete mai più.
    con Aaron Krall, Emilia D’Anzica, Alex Delivet, Ana Soliven, Jeremy Block
  • 11:10 – 11:50 – Costruire una cultura forte con i team remoti per aumentare l’impegno e l’innovazione
    con  Gilles Bertaux, Pontus Noren, Antonin Gury-Coupier, Charles de Fréminville
  • 11:30 – 12:10  – RevOps: scatenare la rivoluzione della prossima generazione
    con Pascal Ruby Andrei Sochala Alex Delivet Alexis Valentin
  • 12:00 – 12:40 – Salite subito sul treno del metaverso prima che sia troppo tardi
    con  Charlotte Philippe Frederic Cavazza Victor Jolly William Muskus Louis Cacciuttolo
  • 12:00 – 12:40 – Climate Tech: cos’è e come trasformerà lo spazio B2B?
    con Renaud Visage, Lukky Ahmed, Martin Daniel, Shilpika Gautam
  • 12:20 – 01:00 – Automazione dei test: il segreto per la consegna e la qualità
    con  Jean-Baptiste Marcé, Claude Cauquil, David Petrella, Hubert Gregoire, Daniel Wesley
  • 02:00 PM – 02:20 PM – Migliorare il funnel allineando i KPI di vendita e di marketing
    con  Tricia Miller
  • 03:20 PM – 03:40 PM – Come battere la concorrenza con un marchio migliore
    con Liam Boogar-Azoulay
  • 04:20 PM – 04:40 PM – Successo del cliente: cos’è e perché è importante per il vostro business
    con Antoinet Van Dalen
  • 16:50 – 17:10 – Misurare i KPI dei social media per sbloccare i ricavi basati sui social
    con Emeric Ernoult

Con Ninja al B2B Rocks

Solo per la community Ninja, a disposizione i biglietti gratuiti per B2B Rocks, il festival mondiale dedicato all’innovazione, al digitale e al software SaaS, a Montpellier dal 9 all’11 giugno.

Utilizza il codice promozionale XVX!RH!J per ottenere un numero illimitato di posti gratuiti al momento della prenotazione. E ricorda di seguire “How to hire & build marketing teams at different growth stages?“, la tavola rotonda del 10 giugno alle 9.30 moderata da Mirko Pallera, CEO e Founder di Ninja Marketing e Ninja Academy.

>>Non perdere l’occasione di partecipare a B2B Rocks! Iscriviti subito<<

B2B Rocks

B2B Rocks: sta per partire l’evento mondiale dedicato all’innovazione e al software SaaS

B2B Rocks è un invito a fare networking rivolto agli imprenditori a livello internazionale. Con il proprio sostegno all’evento, Montpellier Méditerranée Métropole dimostra la continuità del suo sostegno all’ecosistema dell’innovazione del territorio francese.

B2B Rocks

Un motore per l’economia e l’occupazione francese

Dedicata al mondo del software professionale, Appvizer è uno dei fiori all’occhiello della French Tech. L’azienda sin dalla sua nascita ha ricevuto il sostegno della Montpellier Méditerranée Métropole. Nel corso del tempo ha potuto beneficiare anche del supporto del BIC (Business & Innovation Centre), la cui missione è quella di sostenere le organizzazioni innovative nella metropoli di Montpellier.

B2B Rocks

Mentre Appvizer continua a crescere, il fondatore Colin Lalouette, decide di acquisire B2B Rocks, l’evento dedicato al mondo del software e della tecnologia inizialmente organizzato a Parigi e a Sydney.
Quest’anno il format prende vita dal 9 al 10 giugno, presso il Domaine de Biar, un sito verde del gruppo Eoden, alle porte di Montpellier.

LEGGI ANCHE: SaaS e Tech: il B2B Rocks va in scena a Montpellier

B2B Rocks in Occitania

Entro il 2022, il mercato globale del software B2B avrà un valore di 670 miliardi di dollari, di cui 190 miliardi rappresentati dal Software as a Service. Nello specifico, il SaaS ha registrato una crescita a due cifre negli ultimi 10 anni e impiega già mezzo milione di persone in tutto il mondo.

Se gli Stati Uniti sono stati pionieri in questo campo, è in Europa che si sono verificate le raccolte fondi di maggior successo. Basti pensare che a ottobre 2021 la startup Swile di Montpellier ha raccolto 200 milioni di euro.

B2B Rocks

In Francia, con una crescita del 9% e un fatturato di 18 miliardi di euro nel 2020, il settore SaaS è uno dei più promettenti per l’occupazione nel settore dei servizi. Un mercato che rappresenta quasi l’1% del PIL francese e, oltre all’Île-de-France, l’Occitania è la regione che genera il maggior fatturato. Ragioni che hanno portato B2B Rocks a stabilirsi a Montpellier, ottenendo il pieno sostegno della Montpellier Méditerranée Métropole.

Supporto eccezionale per un evento unico

Da 19 anni il BIC di Montpellier, in collaborazione con Bpifrance, organizza Montpellier Capital Risque, un evento che ha dimostrato nel corso degli anni, in ogni sua edizione, la capacità di riunire le migliori opportunità di investimento del momento.

Montpellier Capital Risque, in associazione con B2B Rocks, che riunisce ogni anno più di cento investitori, è ormai riconosciuto come uno dei principali eventi per il finanziamento delle start-up nell’area metropolitana. Consentendo ai nostri imprenditori di accedere a fondi di investimento di fama internazionale, è un forte segnale dell’influenza dell’eccellenza di Montpellier e un vero e proprio riflettore sull’ecosistema dell’innovazione in Occitania”, ha dichiarato Michaël Delafosse, sindaco di Montpellier e presidente di Montpellier Méditerranée Métropole.

B2B Rocks, che riunisce le rock star del settore dell’editoria software, incarna i valori dell’innovazione, ma anche dell’inclusione.

B2B Rocks

Vivi l’evento da vicino con Ninja

Tavole rotonde, keynote e tanti speaker nel programma del festival mondiale dedicato all’innovazione, al digitale e al software SaaS:

  • + 1.500 partecipanti, tra cui 200 speakers VIP e 100 VC
  • 50 conferenze, 20 tavole rotonde e numerosi incontri di business
  • 10 Duplex nei 5 continenti per parlare d’internazionalizzazione
  • 1 Pitch Contest per valorizzare le startup di domani
  • 1 serata di networking in un’atmosfera rilassata e musicale

Il team e la redazione di Ninja seguiranno in diretta l’evento sui canali e sul sito. Tra gli incontri vi segnaliamo “How to hire & build marketing teams at different growth stages?” la tavola rotonda del 10 giugno alle 9.30 moderata da Mirko Pallera, CEO e Founder di Ninja Marketing e Ninja Academy.

Con Ninja al B2B Rocks

Solo per la community Ninja ci sono a disposizione i biglietti gratuiti per B2B Rocks, il festival mondiale dedicato all’innovazione, al digitale e al software SaaS, a Montpellier dal 9 all’11 giugno.

In programma:

  • + 1.500 partecipanti, tra cui 200 speakers VIP e 100 VC
  • 50 conferenze, 20 tavole rotonde e numerosi incontri di business
  • 10 Duplex nei 5 continenti per parlare d’internazionalizzazione
  • 1 Pitch Contest per valorizzare le startup di domani
  • 1 serata di networking in un’atmosfera rilassata e musicale

Utilizza il codice promozionale XVX!RH!J per ottenere un numero illimitato di posti gratuiti al momento della prenotazione.

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b2b rocks partecipanti

B2B Rocks col suo format alternativo omaggia Viva Tech

B2B Rocks, la conferenza globale che dal 9 all’11 giugno ospiterà i massimi esponenti internazionali in ambito SaaS a Montpellier, si ispira a Viva Tech.

Viva Technologies non ha bisogno di presentazioni. Da sei anni, questa grande conferenza annuale è diventata il luogo d’incontro dell’innovazione tecnologica e delle startup a Parigi. Organizzata a Porte de Versailles, Viva Tech riunisce ogni anno quasi 45 mila visitatori e oltre 5 mila startup. B2B Rocks segue la stessa dinamica, offrendo un formato intimo, dirompente e decisamente innovativo.

Che si tratti di una startup ospite o di un professionista, Viva Tech è un appuntamento imperdibile in quanto mette i partecipanti in relazione diretta con gli interlocutori strategici dell’evento.

b2b rocks

L’ispirazione di B2B Rocks nasce proprio da questa constatazione pur proponendo un formato differente. La dimensione dell’evento è limitata a 1.500 partecipanti per garantire una reale vicinanza tra i partecipanti e i relatori. La tecnologia Braindate permetterà a tutti di prolungare gli scambi dopo le conferenze in spazi privati. Il programma stesso si concentra sulle principali questioni del settore, con un focus sui temi della crescita, ma anche dell’inclusione e dell’impatto della componente femminile nei team di lavoro.

>Scopri il programma di B2B Rocks e prenota subito il tuo ticket<<

Perché B2B Rocks va in scena a Montpellier

Montpellier rimane la culla più tecnologica della Francia. Al di fuori dell’Ile-de-France, la regione dell’Occitania è quella che genera il maggior fatturato in campo software. Il collegamento con questo mondo è logico e diretto: l’area possiede 60 mila impiegati nel settore tech, di cui 20 mila con sede a Montpellier.

La scelta di Montpellier è dovuta anche per le sue attrazioni, coerenti con i valori di B2B Rocks. Non solo le dimensioni della città permettono di incontrarsi senza difficoltà, ma il Domaine de Biar è un luogo ideale per immaginare un evento straordinario di questo tipo.

LEGGI ANCHE: SaaS e Tech: il B2B Rocks va in scena a Montpellier

B2B Rocks, un format dirompente

B2B Rocks si presenta come una conferenza professionale in modalità “festival”. L’ultimo giorno, sabato 11 giugno, la comunità è invitata a rilassarsi su una spiaggia privata vicino a Montpellier. L’idea è quella di svagarsi in un ambiente unico nel suo genere, con l’obiettivo di facilitare l’interazione tra fruitori e relatori.

B2B Rocks

Solo i partecipanti avranno la possibilità di sfidare a paddle Tricia Miller (Vice Presidente di Twilio), Clara Chappaz (Direttrice della French Tech), Colin Lalouette (Presidente di B2B Rocks e fondatore di Appvizer) e altri personaggi di spicco.

Tra le altre rock star presenti, giusto per citarne alcuni, ci saranno Jonathan Anguelov (Aircall), Krish Subramanian (Chargebee), Kat Borlogan (Contentsquare) ed Heidi Elmore (Zoom).

LEGGI ANCHE: Individuare i lead più qualificati tra i prospect: intervista ad Armando Biondi

Ninja sarà presente all’evento

Tra speaker, tavole rotonde e keynote sui temi della tecnologia e del Saas, il team e la redazione di Ninja non potevano mancare.
L’evento sarà seguito real time sul sito e sui canali social. Immancabile la tavola rotonda del 10 giugno alle 9.30 dal titolo “How to hire & build marketing teams at different growth stages?” moderata da Mirko Pallera, CEO e Founder di Ninja Marketing e Ninja Academy.

mirko b2b rocks

Con Ninja al B2B Rocks

Solo per la community Ninja ci sono a disposizione i biglietti gratuiti per B2B Rocks, il festival mondiale dedicato all’innovazione, al digitale e al software SaaS, a Montpellier dal 9 all’11 giugno.

In programma:

  • + 1.500 partecipanti, tra cui 200 speakers VIP e 100 VC
  • 50 conferenze, 20 tavole rotonde e numerosi incontri di business
  • 10 Duplex nei 5 continenti per parlare d’internazionalizzazione
  • 1 Pitch Contest per valorizzare le startup di domani
  • 1 serata di networking in un’atmosfera rilassata e musicale

Partecipando, potrai incontrare Matthieu Gombeaud (Aircall), Tricia Miller (Twilio), Charlotte Philippe (Meta/Facebook), Rémi Aubert (AB Tasty) e Clara Chappaz, direttore della French Tech.

Utilizza il codice promozionale XVX!RH!J per ottenere un numero illimitato di posti gratuiti al momento della prenotazione.

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attacco DDoS

Cos’è un attacco DDoS e quali sono gli obiettivi di Killnet

Torna la minaccia degli attacchi DDoS. Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento considerevole degli attacchi hacker a livello globale da parte di gruppi nuovi e spesso sconosciuti, ma anche da parte dei gruppi più conosciuti al pubblico con Anonymous.

Con l’inizio del conflitto in Ucraina questi fenomeni si sono susseguiti a un ritmo vertiginoso, dovuto anche al fatto che gli attacchi informatici rientrano da anni nelle strategie offensive (e difensive) militari, al pari e parallelamente agli attacchi con le armi convenzionali.

La notizia recente, che ci riguarda in prima persona perché l’Italia è vista come un Paese ostile alla Russia, viene dal gruppo filorusso Killnet che il 20 maggio ha messo a segno vari attacchi verso le nostre istituzioni quali ministero dell’ambiente, ministero degli esteri, il consiglio superiore della magistratura e altri ancora, ha minacciato nuovi attacchi proprio questo lunedì.

Perché parliamo di attacco DDoS

La tipologia di attacco spesso messa in atto da questi gruppi, viene definita DDoS acronimo di Distributed Denial of Service che punta a generare un sovraccarico di richieste verso il server vittima dell’attacco così da renderlo indisponibili in rete. Esistono varie tipologie di attacco DDoS sulla base del livello di protezione della vittima e dell’obiettivo che si vuole conseguire con questo attacco.

L’attacco DDoS minacciato verso l’Italia da Killnet per il 30/05/2022 prevede una lista di ben 19 obiettivi, tra quelli che vengono considerati cruciali per lo Stato Italiano sia a livello operativo che a livello di immagine.

Tra questi:

Autorità di Regolazione per Energia Siti e Ambiente

Eni

Ministero dei Beni Culturali

Ministero della Transizione Ecologica

Ministero dell’Istruzione

Senato

Ministero dell’Interno

Ministero della Difesa e altri.

attacco DDoS

Perché è importante

La risposta a queste minacce viene dalla nostra Agenzia per la cybersicurezza, la quale ha riferito che gli attacchi di tipo DDoS possono rendere indisponibili i siti per un certo periodo di tempo ma non intaccano l’integrità dei sistemi.

L’attenzione è comunque alta in vista di un possibile salto di qualità della campagna offensiva: aziende ed istituzioni sono state invitate a elevare le difese telematiche contro il rischio intrusioni.

Cosa c’è da sapere

La frequenza di questi attacchi ha confermato che l’Italia si trova nel mirino dei gruppi hacker filorussi e sebbene al momento non hanno prodotto veri danni, sono stati solo degli “avvertimenti” dato che questa tipologia di attacchi DDoS si è dimostrata meramente dimostrativa.

L’obiettivo è quello di destabilizzarci e comunque farci sentire minacciati, seminare dubbi e sfiducia nella popolazione nei confronti della capacità delle istituzioni di poterci proteggere da attacchi informatici.

Si può considerare un DDoS di questo tipo come un’arma all’interno di un arsenale più ampio e certamente più sofisticato.
Ormai questa guerra ha reso chiaro a tutti che gli strumenti cyber adoperati contro un Paese hanno un’utilità varia che va dalla infowar (fake news) a tentativi di demoralizzazione (DDoS, defacement) fino a danni a infrastrutture critiche e server di aziende, istituzioni per minare l’operatività (con wiper e con DDoS, che hanno anche un effetto demoralizzante).

Proteggersi da questi attacchi è possibile non solo utilizzando software per la protezione dei server e computer, fare attenzione ad aggiornare i nostri sistemi operativi con tutte le patch di sicurezza rilasciate, ma anche dotandosi di firwall hardware per filtrare il traffico che proviene dall’esterno.

Ovviamente questi consigli sono la base sulla quale iniziare a costruire la cybersicurezza dei nostri sistemi informatici e da soli non garantiscono la prevenzione di un’attacco DDoS.

Conclusioni

Il conflitto Ucraino ha inasprito i rapporti con la Russia e con il passare del tempo si prevede un salto di qualità nella campagna cyber, che vede proprio i russi tra gli attori in prima linea verso i Paesi che hanno aderito all’adozione delle misure economiche restrittive.

E se le attuali azioni di molti gruppi hacker filorussi come Killnet sono più che altro propagandistiche e dimostrative, il futuro potrebbe riservare tentativi ostili di più ampia portata. Non a caso, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ha invitato il 13 maggio scorso gli operatori più esposti, inclusi i gestori di infrastrutture critiche, a elevare le difese telematiche contro il rischio intrusioni risolvendo urgentemente 71 vulnerabilità che vengono utilizzate dagli hacker nel loro modus operandi.

Più che a Killnet, dunque, la preoccupazione degli apparati di sicurezza è rivolta ad una possibile escalation dell’offensiva che potrebbe trovare impreparati molti sistemi chiave per la sicurezza dello Stato.

Mercoledì scorso è stata presentata la Strategia nazionale di Cybersicurezza 2022-2026, una vera e propria roadmap finalizzata ad aumentare la resilienza della pubblica amministrazione e delle imprese, recuperando il ritardo accumulato rispetto ad altri Paesi come Francia e Germania.

Norma Rossetti My Secret Case 01-min

Il linguaggio del piacere inclusivo e diretto: i segreti del successo di MySecretCase

Quasi 600.000 follower su Instagram e una community di oltre 130.00 fan su TikTok. Sono i numeri social di MySecretCase, il brand che ha cambiato l’immaginario sulla sessualità in Italia e il primo shop online per il piacere.

La comunicazione dell’azienda si basa su un linguaggio esplicito, non volgare, certo, ma senza giri di parole. Come l’albero di Natale (poi velocemente rimosso, ahimè) allestito nel 2013 in Corso Como a Milano e addobbato esclusivamente con vibratori e altri sex toys.

Per comprendere in che modo si possa trasformare la complessità di un argomento difficile da comunicare (anche per le policy delle piattaforme online) in un caso di successo, abbiamo chiacchierato con Norma Rossetti, CEO di MySecretCase. Ci ha spiegato come il mercato italiano debba ancora confrontarsi con diverse restrizioni rispetto all’estero, ma ci rassicura sul fatto che il futuro è più roseo, grazie alle nuove generazioni.

LEGGI ANCHE: La fotografia di Millennial e Gen Z secondo Spotify: differenze e sovrapposizioni

Norma Rossetti - MySecretCase foto in Primo Piano

«Io ricordo quando, qualche anno fa, era praticamente impossibile ricevere un like anche dalle amiche» dice Norma «facevano fatica a mostrare gradimento e soprattutto a condividere il contenuto. Poi le cose sono cambiate: Instagram ci ha aperto le porte in questo senso, nonostante ci blocchi ancora diverse volte, ma su quella piattaforma anche le persone sono più “aperte”».

Riusciamo a immaginare un mondo in cui le persone siano talmente intimidite dai discorsi sul sesso e sull’intimità da non riuscire a commentare un post a tema sui social?

Il termine Sex Positive è comunemente utilizzato per  indicare un atteggiamento privo di giudizi morali riguardo al sesso, una mentalità aperta sull’argomento. MySecretCase è il primo shop online per il piacere ad aver creato una community online per abbattere i tabù sul sesso.

La carta vincente? Affrontare la sessualità come fattore culturale, attraverso progetti, incontri tematici online e un costante dialogo e impegno nei confronti della propria community, una delle più attive in Italia in materia di sessualità.

Il tutto attraverso un approccio che l’ha sempre vista in prima linea sui temi della diversity & inclusion e che le ha permesso nel 2021 di classificarsi accanto ad Amazon, Carrefour, Coca-Cola, Durex, Esselunga, Google, H&M, Ikea, Intesa Sanpaolo, L’Oréal, Leroy Merlin, Mattel, Netflix, Pantene, Rai, Spotify, Freeda, Starbucks, TIM, Vodafone – tra le 20 aziende più inclusive secondo il Diversity Brand Index.

L’importanza di comunicare con schiettezza ai più giovani

«Il nostro focus target è storicamente compreso tra i 18 e i 35 anni: è la fascia più attiva sui social e quella che acquista i nostri prodotti. Sono loro i veri affezionati».

Non sembra però affatto improbabile che ci siano anche più giovani e giovanissimi tra i quasi 600.ooo follower solo su Instagram e gli oltre 130.000 su TikTok di MySecretCase. Come è possibile approcciarsi a queste persone in modo diretto? «Le persone da noi si aspettano esattamente quello che già facciamo: un linguaggio diretto, esplicito, senza giudizi. Vogliono che chiamiamo le cose con il loro nome, senza essere volgari ma neppure girandoci attorno. Quest’anno abbiamo lanciato TikTok e abbiamo incluso nel team una psico-sessuologa per individuare il modo più appropriato di comunicare ai giovanissimi».

E, in effetti, la comunicazione social di MySecretCase è davvero diretta, basta scorrere il feed di uno qualsiasi dei canali social per rendersene conto. Un modo di porsi che diventa anche didattico: «I pochi ragazzi che hanno avuto la fortuna di fare lezioni di educazione sessuale a scuola, hanno ricevuto alcune nozioni sugli aspetti biologici dell’atto, senza nessun accenno al piacere. Essere diretti e comunicare esplicitamente questo aspetto ci ha aiutato molto ad avvicinare le generazioni più giovani».

I dati confermano e dimostrano che la strategia ha pagato: il canale Instagram dell’azienda registra un engagement rate tra il 7 e il 10%, un numero altissimo per una pagina con più di mezzo milione di follower.

Sesso e piacere: argomenti tabù per gli algoritmi

Sulle piattaforme social riusciamo a trovare davvero di tutto: gruppi dedicati a una pluralità di argomenti anche molto discussi e sostegno a cause di ogni genere, anche borderline. Eppure, come ci conferma Norma, un argomento naturale come il sesso è ancora un territorio pericoloso su cui muoversi è complicato.

«È un po’ un terno al lotto, le parole diventano “contenuti pericolosi” che ci espongono al rischio di ban. Per questo abbiamo iniziato a “camuffare” alcuni termini, utilizzando per esempio gli asterischi. Anche i formati grafici ci pongono parecchi limiti, ma abbiamo imparato a puntare su immagini allusive e simboliche invece di utilizzare contenuti più espliciti; è una sfida per noi, perché il nostro obiettivo rimane quello di una comunicazione comprensibile e diretta».

Norma Rossetti MySecretCase 02

La spinta delle restrizioni verso il piacere

Lockdown e distanziamento sociale non hanno certo aiutato il contatto fra le persone; lo hanno anzi minimizzato fino a farlo scomparire. Eppure, questo isolamento collettivo e individuale ha generato un forte impulso per il settore dei Sex Toys, complice la principale esigenza di comprare online questo tipo di prodotti: l’anonimato.

«Per noi è stato un momento di rilancio: abbiamo registrato una crescita del 50% anno su anno. Lo considero una sorta di “richiamo alla vita”, perché tutti ci siamo resi conto del bisogno irrefrenabile di riaffermazione della vita e del piacere. Non credo si sia semplicemente trattato di una “reazione” alla noia causata dalle restrizioni, ma di un profondo desiderio di affermare il piacere e l’esistenza davanti all’onda lunga della malattia e dell’emergenza che ha coinvolto a lungo tutto il Paese e anche una conseguenza della sensazione di incertezza per quello che sarebbe avvenuto dopo».

Il mercato non è naturalmente nato con la pandemia, era in parte forse latente, composto da persone incuriosite che però non avevano mai utilizzato “giochi per adulti” o che sentivano soffocata la propria libertà sessuale. «Senza attribuirci meriti assoluti» precisa Norma <<abbiamo contribuito a guidare un po’ questo mercato, che era limitato a un immaginario volgare in cui la donna veniva strumentalizzata come oggetto del desiderio. Per fortuna col tempo ci siamo “evoluti” e siamo diventati tutti molto più inclusivi: non si parla più di maschi e femmine, ma di persone».

E al di là del successo commerciale, la vera soddisfazione è quella di aver creato un linguaggio della sessualità e, probabilmente, aver contribuito a migliorare la comunicazione su questi temi in modo informativo ed educativo.

Il piacere e l’amore al centro di ogni messaggio di MySecretCase

«Negli anni abbiamo sempre puntato a costruire un’azienda che parlasse di amore e che fosse luogo di incontro, ascolto e condivisione. Avere questo tipo di attenzione è stato sempre il nostro punto di forza. Dal punto di vista dell’advertising tradizionale abbiamo molti limiti: su Instagram non possiamo fare ADS e lo stesso accade su Facebook».

Norma definisce la mission di MySecretCase “una missione d’amore”, anche se  ammette con tranquillità che il business core è la vendita dei Sex Toys, che considera grandissimi alleati. «L’effort nella comunicazione è enorme, anche rispetto ai player stranieri, che possono permettersi un approccio completamente diverso. Sebbene i tabù esistano ancora, non abbiamo mai utilizzato un Tone Of Voice di tipo “accusatorio”: il nostro posizionamento è sul piacere, quindi parliamo di possibilità, senza entrare in polemica. Abbiamo sempre preferito posizionarci sul piacere, sul gioco e sull’intimità».

Il successo di oggi è frutto di una forte mission, un’idea chiara e concreta e tanto, tanto impegno. Ma qual è stato il punto di svolta, l’azione che ha iniziato a far scricchiolare la barriera di perbenismo nella maggioranza delle persone?

«Sicuramente il primo spot di MySecretCase del 2017: una grandissima conquista! La prima volta che uno spot di Sex Toys è andato in TV. Ci abbiamo messo un anno a convincere le reti, anche perché ci siamo presi la responsabilità di creare un prodotto senza sapere se sarebbe stato diffuso: solitamente le aziende preparano uno storyboard e lo propongono alle emittenti; lo spot viene quindi prodotto se approvato. Nel nostro caso, hanno voluto visionare direttamente il prodotto finito, quindi il rischio è stato altissimo».

Il coraggio di Norma e del suo team ha pagato: lo spot è stato un successone in grado di guadagnarsi diverse pubblicazioni sulle testate nazionali e creando uno spartiacque indispensabile verso l’affermazione del business «Questo spot ha fatto nascere il nostro primo claim veramente forte: “Vogliamo un mondo in cui le donne non sono oggetti sessuali, ma possono averli tutti”».

mysecretcase spot 2017

Una “prima volta” che ha permesso all’azienda di ampliare lo sguardo su donne molto diverse fra loro e anche con età diverse. «È abbastanza impegnativo raggiungere il target delle persone over 40, perché è più difficile sradicare il tabù in una persona adulta che ha già consolidato un’identità sessuale» ci ha raccontato Norma.

MySecretCase e il Metaverso

Rompere i tabù e farsi carico di una vera e propria missione di educazione e di apertura verso le tematiche sessuali ha sicuramente richiesto molte energie e risorse ma i risultati certificano un enorme successo. È forse arrivato il momento di “fare il salto” e approfondire il discorso con una presenza nei tanti mondi virtuali che nascono con sempre più frequenza?

Anche secondo Norma esistono diversi problemi legati alla privacy e all’identità digitale, che nel Metaverso rischiano di essere amplificati. Ma il suo approccio, come sempre, è diretto e pragmatico: «Non conosco in profondità l’argomento Metaverso, ma lo considero come una realtà parallela, non come un’integrazione della vita reale. Soprattutto dopo la pandemia, credo che il bisogno delle persone di riavvicinarsi alla natura e stare più vicine sia più forte di questa nuova tecnologia».