Sotto-tag BOFU (basso) di Funnel

bitcoin

Bitcoin, tutti ne parlano, ma chi davvero ne ha compreso il potenziale?

L’8 luglio Palazzo Innovazione ospita l’associazione Digital South e Ninja Academy per un evento di divulgazione e formazione per comprendere il potenziale economico e sociale della blockchain e di Bitcoin.

Bitcoin, tutti ne parlano, ma chi davvero ne ha compreso il potenziale?

bitcoin come strumento per disinnescare il mondo

Sistema di pagamento, riserva di valore, ma anche strumento sociale che può aiutare comunità e persone a mantenere la libertà finanziaria e a trasferire valore senza intermediazione e censure.

Sarà la moneta universale del futuro? Che opportunità crea la blockchain per le aziende?

Ne discuteranno insieme a professionisti e imprenditori nel corso di un evento pubblico e gratuito che si terrà in presenza a Palazzo Innovazione, l’8 luglio dalle ore 17,30:

  • Riccardo Giorgio Frega, attivista, co-autore e voce insieme a Luca Berto di Bitcoin Italia Podcast, che terrà una masterclass dal titolo: “Bitcoin come strumento per disinnescare il mondo: fare impresa nel futuro che ci attende
  • Mirko Pallera, fondatore di Ninja, giornalista e imprenditore, modererà il dibattito finale.

L’evento è organizzato da Digital South, associazione che riunisce imprese e professionisti del digitale e da Ninja Academy, la digital business school di Ninja Marketing, focalizzata sul potenziamento delle competenze digitali avanzate.

<<Vuoi comprendere il vero potenziale di Bitcoin? Segui qui la diretta su LinkedIn>>

I relatori dell’evento

  • Riccardo Giorgio Frega, classe 1979, è un autore, divulgatore e attivista libertario italiano. Impegnato dal 2013 nella lotta antiproibizionista e da sempre appassionato di nuove tecnologie, è esperto delle possibili applicazioni della blockchain e in particolare di Bitcoin, che considera presidio importante di tutela dei diritti civili e delle libertà individuali. Dal 2018 è autore e voce del Bitcoin Italia Podcast, il primo e il più seguito podcast a tema in lingua italiana.
  • Laura Nori, communication designer e community manager di Bitcoin People, vede Bitcoin come il network di pagamento che rivoluzionerà la società a partire dal mondo del lavoro. Esperta di comunicazione nei social network, la sua missione è portare questa tecnologia nelle case e nelle attività di tutti.

L’evento si terrà in presenza nel Complesso Monumentale di Santa Sofia a Salerno, l’8 luglio, dalle ore 17:30. Per partecipare è necessario iscriversi all’evento a questo indirizzo.

Puoi anche seguire la diretta da questo articolo.

Google Analytics cosa dice il garante

Ecco cosa dice il Garante: no, non basta utilizzare Google Analytics 4 per essere in regola

Il 7 giugno 2022 la CNIL (Commission nationale de l’informatique et des libertés) ha inviato una diffida formale a diverse organizzazioni a conformarsi all’uso di Google Analytics, a causa del trasferimento dei dati negli Stati Uniti senza sufficienti garanzie per i diritti degli utenti europei. Quali sono le conseguenze per le organizzazioni?

Questa FAQ riguarda solo le decisioni di avviso formale della CNIL sull’uso di Google Analytics in seguito all’invalidazione del Privacy Shield.

La dichiarazione congiunta della Commissione europea e degli Stati Uniti del marzo 2022 su una futura decisione di regolamentare adeguatamente i flussi di dati verso gli Stati Uniti è al momento solo un annuncio politico.

Il 6 aprile il GEPD (Garante europeo della protezione dei dati) ha rilasciato una dichiarazione in cui chiarisce che tale dichiarazione non costituisce un quadro giuridico su cui le organizzazioni possono fare affidamento per trasferire i dati negli Stati Uniti.

Abbiamo programmato un webinar con un vero esperto in materia per comprendere meglio risvolti e potenziali alternative al GA Ban: Giovanni Maria Riccio, partner dello Studio Legale E-Lex.

webinar con Giovanni Maria Riccio

<<Venerdì 8 Luglio, alle 13.30 su Zoom. Clicca qui per partecipare>>

Cosa è successo in Italia

Il sito web che utilizza il servizio Google Analytics (GA), senza le garanzie previste dal Regolamento Ue, viola la normativa sulla protezione dei dati perché trasferisce negli Stati Uniti, Paese privo di un adeguato livello di protezione, i dati degli utenti.

garante della privacy - google-analytics

Lo ha affermato il Garante per la privacy a conclusione di una complessa istruttoria avviata sulla base di una serie di reclami e in coordinamento con altre autorità privacy europee. Dall’indagine del Garante è emerso che i gestori dei siti web che utilizzano GA raccolgono, mediante cookie, informazioni sulle interazioni degli utenti con i predetti siti, le singole pagine visitate e i servizi proposti.

Tra i molteplici dati raccolti, indirizzo IP del dispositivo dell’utente e informazioni relative al browser, al sistema operativo, alla risoluzione dello schermo, alla lingua selezionata, nonché data e ora della visita al sito web. Tali informazioni sono risultate oggetto di trasferimento verso gli Stati Uniti.

Nel dichiarare l’illiceità del trattamento è stato ribadito che l’indirizzo IP costituisce un dato personale e anche nel caso fosse troncato non diverrebbe un dato anonimo, considerata la capacità di Google di arricchirlo con altri dati di cui è in possesso.

All’esito di tali accertamenti il Garante ha adottato il primo di una serie di provvedimenti con cui ha ammonito Caffeina Media S.r.l. che gestisce un sito web, ingiungendo alla stessa di conformarsi al Regolamento europeo entro novanta giorni. Il tempo indicato è stato ritenuto congruo per consentire al gestore di adottare misure adeguate per il trasferimento, pena la sospensione dei flussi di dati effettuati, per il tramite di GA, verso gli Stati Uniti.

Il Garante ha evidenziato, in particolare, la possibilità, per le Autorità governative e le agenzie di intelligence statunitensi, di accedere ai dati personali trasferiti senza le dovute garanzie, rilevando al riguardo che, alla luce delle indicazioni fornite dall’EDPB (Raccomandazione n. 1/2020 del 18 giugno 2021), le misure che integrano gli strumenti di trasferimento adottate da Google non garantiscono, allo stato, un livello adeguato di protezione dei dati personali degli utenti.

Con l’occasione l’Autorità richiama all’attenzione di tutti i gestori italiani di siti web, pubblici e privati, l’illiceità dei trasferimenti effettuati verso gli Stati Uniti attraverso GA, anche in considerazione delle numerose segnalazioni e quesiti che stanno pervenendo all’Ufficio. E invita tutti i titolari del trattamento a verificare la conformità delle modalità di utilizzo di cookie e altri strumenti di tracciamento utilizzati sui propri siti web, con particolare attenzione a Google Analytics e ad altri servizi analoghi, con la normativa in materia di protezione dei dati personali.

Allo scadere del termine di 90 giorni assegnato alla società destinataria del provvedimento, il Garante procederà, anche sulla base di specifiche attività ispettive, a verificare la conformità al Regolamento Ue dei trasferimenti di dati effettuati dai titolari.

Fonte: Sito Ufficiale del Garante per la Protezione dei Dati Personali

Cosa dobbiamo imparare dalle comunicazioni formali emesse dalla CNIL

Il contesto

Il 16 luglio 2020, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso un’importante sentenza: il Privacy Shield, che regolava i trasferimenti di dati tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, è stato invalidato perché non offriva garanzie adeguate contro il rischio di accesso illecito da parte delle autorità americane ai dati personali dei residenti europei.

Solo se le organizzazioni adottano ulteriori garanzie tecniche, legali e organizzative per impedire tale accesso, tali trasferimenti potrebbero essere effettuati nella pratica.

Nell’agosto 2020, NOYB ha presentato 101 reclami a varie autorità europee per la protezione dei dati su siti web che utilizzano, tra gli altri, il diffusissimo strumento di analisi web Google Analytics, la cui società madre ha sede negli Stati Uniti.

La decisione

Nella comunicazione formale emessa il 10 febbraio 2022 in merito a una di queste organizzazioni, la CNIL ha ritenuto che :

  • le misure messe in atto da Google non sono sufficienti a escludere la possibilità di accesso ai dati dei residenti europei; i dati degli utenti
  • europei di Internet vengono quindi trasferiti illegalmente attraverso questo strumento.

Perché l’avviso pubblicato online è stato reso anonimo?

Una delle comunicazioni formali relative all’uso di Google Analytics è stata pubblicata in forma anonima sul sito web della CNIL il 16 febbraio 2022.
La decisione è stata resa anonima perché non è sembrato utile nominare un particolare editore di siti web, dato che lo strumento è ampiamente utilizzato.

L’obiettivo è che tutti i responsabili del trattamento dei dati che utilizzano questo strumento siano conformi.

Le organizzazioni hanno una scadenza per la conformità?

Le organizzazioni notificate hanno un mese di tempo per conformarsi e giustificare tale conformità alla CNIL. Questo periodo di un mese può essere rinnovato su richiesta delle organizzazioni interessate.

Tutti i responsabili del trattamento dei dati che utilizzano Google Analytics in modo simile a queste organizzazioni devono ora considerare questo uso come illegale ai sensi del GDPR.

Dovrebbero quindi rivolgersi a un fornitore che offra sufficienti garanzie di conformità

Questa interpretazione delle conseguenze della sentenza “Schrems II” della CNIL è condivisa a livello europeo?

Al fine di armonizzare le decisioni e fornire certezza giuridica alle parti interessate, le autorità europee che hanno ricevuto reclami dall’associazione NOYB (none of your business) sul tema dei trasferimenti di Google Analytics si sono organizzate in un gruppo di lavoro per esaminare insieme le questioni legali sollevate in questi casi e coordinare le loro posizioni e decisioni.

La decisione della CNIL non è la prima a livello europeo: un mese prima della CNIL, l’autorità austriaca per la protezione dei dati ha emesso a gennaio una prima decisione che va nella stessa direzione di quella dell’autorità francese.

Perché i reclami presentati dall’associazione NOYB non sono stati trattati contemporaneamente?

Tutti i reclami presentati dall’associazione NOYB e deferiti alla CNIL sono stati esaminati in modo coordinato: tuttavia, le situazioni sono state esaminate caso per caso e in base alle risposte fornite dalle organizzazioni.

Tutte le organizzazioni francesi il cui utilizzo di Google Analytics è stato oggetto di reclami da parte della NOYB hanno ricevuto una notifica formale.

Esistono clausole contrattuali standard e garanzie aggiuntive per consentire l’utilizzo di Google Analytics?

Gli intervistati avevano stabilito con Google clausole contrattuali standard, che Google offre di default agli utenti di questa soluzione. Queste clausole contrattuali standard non possono da sole fornire un livello di protezione sufficiente in caso di richiesta di accesso da parte di autorità straniere, in particolare se tale
accesso è previsto dalle leggi locali.

Nella sua risposta alle richieste della CNIL, Google ha indicato di aver messo in atto misure legali, organizzative e tecniche aggiuntive, che tuttavia sono state ritenute insufficienti a garantire
l’effettiva protezione dei dati personali trasferiti, in particolare contro le richieste di accesso ai dati da parte dei servizi segreti statunitensi.

È possibile impostare lo strumento Google Analytics in modo che i dati personali non vengano trasferiti al di fuori dell’Unione Europea?

No. In risposta al questionario inviato dalla CNIL, Google ha indicato che tutti i dati raccolti tramite Google Analytics sono ospitati negli Stati Uniti.

Anche in assenza di trasferimento, l’utilizzo di soluzioni offerte da aziende soggette a giurisdizioni extra-UE può comportare difficoltà in termini di accesso ai dati. In effetti, le organizzazioni
possono essere obbligate dalle autorità di paesi terzi a divulgare i dati personali ospitati su server situati nell’UE.

L’articolo 48 del GDPR limita tale divulgazione ai casi in cui il Paese terzo richiedente e l’UE o lo Stato membro interessato siano parti di un accordo internazionale che preveda tale divulgazione.

È possibile impostare Google Analytics in modo che trasferisca solo dati anonimi negli Stati Uniti?

Nel contesto della comunicazione formale, Google ha indicato che utilizza misure di pseudonimizzazione, ma non di anonimizzazione. Google offre l’anonimizzazione degli indirizzi IP, ma non è applicabile a tutti i trasferimenti. Inoltre, dalle prove fornite da Google non è chiaro se questa anonimizzazione avvenga prima del trasferimento negli Stati Uniti.

Inoltre, il semplice utilizzo di identificatori univoci per differenziare gli individui può rendere i dati identificabili, soprattutto se combinati con altre informazioni come i metadati del browser e del sistema operativo. Questi dati consentono di tracciare con precisione gli utenti, in alcuni casi su più dispositivi.

Se il GEPD ammette nelle sue raccomandazioni del 18 giugno 2021 la possibilità di utilizzare la pseudonimizzazione come misura supplementare, il suo utilizzo è soggetto a un’analisi volta a garantire che tutte le informazioni trasmesse non consentano in alcun modo la reidentificazione della persona, anche tenendo conto dei mezzi sostanziali a disposizione delle autorità che potrebbero voler effettuare tale reidentificazione.

Infine, l’uso congiunto di Google Analytics con altri servizi di Google, in particolare con i servizi di marketing, può aumentare il rischio di tracciamento. In effetti, questi servizi, molto diffusi in Francia, possono consentire un controllo incrociato dell’indirizzo IP e quindi tracciare la cronologia di navigazione della maggior parte degli utenti di Internet su un gran numero di siti.

Differenza tra anonimizzazione e pseudonimizzazione

La pseudonimizzazione è il trattamento dei dati personali in modo tale che non sia più possibile attribuirli a una persona fisica senza ulteriori informazioni. In pratica, la pseudonimizzazione consiste nel sostituire i dati direttamente identificativi (cognome, nome, ecc.) in un set di dati con dati indirettamente identificativi (alias, numero sequenziale, ecc.).

L’anonimizzazione consiste nell’utilizzare un insieme di tecniche in modo tale da rendere impossibile, in pratica, l’identificazione della persona con qualsiasi mezzo e in modo irreversibile. I dati anonimizzati non sono più soggetti al GDPR.

La crittografia potrebbe essere una garanzia aggiuntiva sufficiente?

Sì, ma a determinate condizioni. L’implementazione della crittografia dei dati da parte di Google si è rivelata una misura tecnica insufficiente, in quanto Google LLC stessa cripta i dati ed è obbligata a consentire l’accesso o a fornire i dati importati in suo possesso, comprese le chiavi di crittografia necessarie per rendere i dati intelligibili. Poiché Google LLC mantiene la possibilità di accedere ai dati delle persone in chiaro, tali misure tecniche non possono essere considerate efficaci in questo caso.

La crittografia è quindi una garanzia aggiuntiva insufficiente se l’organizzazione soggetta alle richieste delle autorità statunitensi può accedere ai dati personali in chiaro.

Affinché la crittografia sia considerata una salvaguardia aggiuntiva sufficiente, le chiavi di crittografia dovrebbero, tra l’altro, essere tenute sotto il controllo esclusivo dell’esportatore dei dati o di altri soggetti stabiliti in un territorio che offra un livello di protezione adeguato.

Ci sono sufficienti garanzie aggiuntive per continuare a utilizzare il solo strumento di Google Analytics?

Nessuna delle garanzie aggiuntive presentate alla CNIL nel contesto della messa in mora impedirebbe o renderebbe inefficace l’accesso dei servizi di intelligence statunitensi a i dati personali degli utenti europei quando si utilizza esclusivamente lo strumento Google Analytics.

Tuttavia, può essere possibile una soluzione che preveda il coinvolgimento di un server proxy per evitare il contatto diretto tra il terminale dell’utente Internet e i server dello strumento di misura. Tuttavia, occorre garantire che questo server soddisfi una serie di criteri per poter ritenere che questa misura aggiuntiva sia in linea con quanto previsto dal GEPD nelle sue raccomandazioni del 18 giugno 2021.

È possibile continuare a trasferire i dati con il consenso esplicito delle persone?

Il consenso esplicito degli interessati è una delle possibili deroghe previste per alcuni casi specifici dall’articolo 49 del GDPR. Tuttavia, come indicato nelle linee guida del Comitato europeo per la protezione dei dati su queste deroghe, esse possono essere utilizzate solo per trasferimenti non sistematici e non possono costituire una soluzione permanente e a lungo termine, in quanto il ricorso a una deroga non può diventare la regola generale.

Esistono strumenti alternativi?

La CNIL ha pubblicato un elenco di strumenti di misurazione dell’audience che, se correttamente configurati, possono essere esenti dal consenso.

Questo elenco comprende strumenti che hanno già dimostrato alla CNIL di poter essere configurati in modo da limitarsi a quanto strettamente necessario per la fornitura del servizio, e quindi di non richiedere il consenso dell’utente, ai sensi dell’articolo 82 della legge sulla protezione dei dati.

Tuttavia, questo elenco non prende attualmente in considerazione le questioni sollevate dai trasferimenti internazionali, comprese le conseguenze della sentenza “Schrems II”.

Come garantire che gli strumenti di misurazione dell’audience non trasferiscano i dati a un paese terzo non appropriato?

Nel caso in cui lo strumento previsto trasferisca dati al di fuori dell’Unione Europea o la società che pubblica lo strumento abbia legami patrimoniali o organizzativi con una società madre situata in un paese che prevede la possibilità per i servizi di intelligence di richiedere l’accesso a dati personali situati in un altro territorio, è necessario valutare il quadro giuridico del paese terzo.
Questa valutazione può basarsi su :

  • decisioni della CGUE o della Corte europea dei diritti dell’uomo, che hanno potuto valutare la conformità di determinate legislazioni agli standard europei di protezione dei dati;
  • le raccomandazioni della CNIL europea, che hanno, ad esempio, dettagliato le garanzie essenziali che devono essere presenti nel Paese terzo quando si valuta il livello di protezione dei dati.

È inoltre possibile utilizzare il metodo della proxyfication che, se correttamente configurato, consente di inviare a un server al di fuori dell’Unione europea solo dati pseudonimizzati.

I responsabili del trattamento possono adottare un approccio basato sul rischio, tenendo conto della probabilità di richieste di accesso ai dati?

No. I dati personali trasferiti in un Paese al di fuori dell’Unione Europea devono beneficiare di un livello di protezione “sostanzialmente equivalente” a quello garantito nell’UE.

In particolare, la possibilità di un accesso illegale ai dati personali che vada oltre quanto necessario e proporzionato in una società democratica da parte delle autorità pubbliche mina gravemente i diritti e le libertà fondamentali degli interessati.

Nel caso in cui tale accesso sia possibile (e non solo quando l’accesso è probabile) e le garanzie che circondano l’emissione di richieste di accesso ai dati non siano sufficienti ad assicurare un livello di protezione dei dati sostanzialmente equivalente a quello garantito nell’UE (si vedano le raccomandazioni del GEPD sulle garanzie essenziali), sono necessarie misure tecniche aggiuntive per rendere tale accesso impossibile o inefficace.

Queste misure sono previste dalle raccomandazioni sulle misure complementari ai trasferimenti del Comitato europeo per la protezione dei dati.

Perché il futuro dell’Influencer Marketing è la Community

Nel corso degli anni l’Influencer Marketing si è evoluto. Da novità che genera curiosità a tattica di marketing ormai radicata nelle aziende e nelle organizzazioni che puntano alla visibilità online.

Questa trasformazione ha fatto sì che anche il modo in cui le campagne di Influencer Marketing vengano gestite con più consapevolezza.

Dieci anni fa i brand hanno iniziato a collaborare con gli influencer per raggiungere il proprio target sui social media e creare programmi di marketing più autentici come alternativa al tradizionale Paid Advertising. Spesso senza troppa cognizione di causa, senza dare troppa importanza alle capacità comunicative dei creator e sottovalutando ciò che poi si è rivelato essere molto più di un trend.

Oggi vediamo aziende, imprese, professionisti e organizzazioni espandere il loro potenziale di visibilità riducendo la loro dipendenza da alcune piattaforme per sperimentare altri canali emergenti.

Luoghi digitali che permettono una rapida crescita organica nel momento in cui il brand riesce a gestire community diverse che rispondono a una specifica organizzazione, diversa dal tradizionale presidio dei classici social.

Ad esempio ciò significa creare prodotti, offrire esperienze e raccontare storie create insieme alla community del brand.

<< Cerchi un sistema per gestire la presenza sui social dalla A alla Z in un’unica piattaforma? Tieni traccia di ogni singolo contenuto con Ubu! >>

futuro dell'influencer marketing è la community creator ninja marketing

È sempre una questione di dialogo

Ogni volta che si invia un messaggio, questo deve offrire valore al destinatario per poter riscuotere successo. Comunicare in maniera genuina e sinceramente attenta alle persone è il modo più diretto per entrare in contatto con il proprio pubblico.

Dato che i brand cercano di approfondire le relazioni con i clienti, una community rappresenta il canale più potente per questo scopo.

I referral generati all’interno di una community hanno un valore 3 volte superiore rispetto a quelli che derivano da altri canali e azioni di marketing.

Investire in una community – invece di limitarsi solo alla pubblicità a pagamento – favorisce la fidelizzazione dell’utente e sostiene una solida crescita organica a lungo termine.

Dalla transazione allo storytelling

Gli ultimi due anni hanno costretto anche i marketer a fare i conti con restrizioni e distanziamenti.

Un momento storico in cui spingere con energia alla vendita diretta non è esattamente la mossa migliore per un brand.

Ecco perché è fondamentale investire le proprie risorse su una tipologia di marketing che aiuta a entrare davvero in contatto con le persone potenzialmente interessate ai prodotti o servizi di un’azienda. Mettere a frutto i proprio sforzi comunicativi di brand attraverso la creazione di una community significa:

  • chiedere quali contenuti sono più preziosi e utili al proprio target di riferimento;
  • cosa vogliono vedere le persone in relazione ai prodotti o i servizi di un’azienda;
  • proporre offerte personalizzate e che rispettano le esigenze e le necessità – soprattutto in seguito a un periodo così difficile e faticoso.

In sostanza, adattare i messaggi del brand affinché riflettano il desiderio e le aspirazioni delle pubblico di riferimento significa lavorare per cementificare le basi della propria community.

futuro dell'influencer marketing è la community brand ninja marketing

Significa che l’Influencer Marketing è morto?

No affatto!

Sia gli influencer che i brand seguono lo stesso funnel di marketing per intercettare e convertire l’utente finale. Presidiano le stesse piattaforme, parlano allo stesso pubblico, lavorano con strutture e dinamiche comunicative spesso molto simili.

La collaborazione temporanea tra brand e influencer ha ancora senso di esistere soprattutto nel momento in cui una campagna one-shot è focalizzata su una nicchia estremamente verticale e ben circoscritta.

Tuttavia, esiste un modo migliore con cui brand e influencer possono collaborare tra loro per ottenere performance di marketing (ovvero engagement) più durature nel tempo: lavorare verso la creazione di community.

Significa integrare due forze comunicative di grande impatto in un’unica strategia di marketing online. Un po’ come quando i supereroi decidono di unire le proprie forze, i propri strumenti e i propri superpoteri per salvare l’umanità da una minaccia insuperabile.

Aziende e influencer, insieme per la costruzione di una brand community!

Marketing autentico oggi e domani

Oggi i consumatori vogliono essere coinvolti nel processo di sviluppo di un brand. Non si tratta solo di umanizzare l’azienda e adottare un approccio customer-centric.

Costruire relazioni autentiche tra brand, creator e il loro pubblico è il punto di partenza.

L’Influencer Marketing ha raggiunto uno scenario standard in cui gran parte del semplice posizionamento di prodotto avviene su Instagram mentre le connessioni più profonde e autentiche si trovano su YouTube o su piattaforme più verticali, come Twitch o TikTok.

Influencer Marketing

Ecco perché le aziende dovrebbero iniziare a ottimizzare gli strumenti con cui cercare e ingaggiare gli influencer delle campagne di marketing per catalizzare le loro potenzialità di visibilità e costruire – proprio a partire da loro – una robusta fanbase.

I migliori risultati derivano dalla creazione di contenuti unici, fatti su misura, personalizzati per un pubblico specifico. Ecco il valore aggiunto che può dare l’Influencer Marketing verso la costruzione di una brand-community.

I brand moderni hanno l’opportunità di offrire esperienze e raccontare storie, co-creandole con creator, ambassador e influencer in grado di cementare le relazioni con i loro clienti.

Influencer Marketing: la vera sfida della creazione di una Community

Il vantaggio di lavorare con gli influencer a lungo termine supera il ritorno generato da una collaborazione una tantum. Ma ci sono alcuni fattori da considerare. In primo luogo, la costruzione di una community implica la sua costante manutenzione e gestione.

Un brand deve essere capace di ascoltare efficacemente la community e guidare gli influencer al suo interno affinché da semplici follower diventino brand ambassador e sostenitori.

Perciò il processo di selezione, verifica, comunicazione e tracciamento non può essere lasciato al caso. Diversamente, non sarebbe possibile quantificare i risultati e poter decidere quale strada intraprendere per una comunicazione davvero incisiva dell’azienda sulle piattaforme social.

<< Coinvolgi ora la tua community con Ubu e ottieni uno sconto del 15%>>

intervista a kevin roberts al wobi 2021

Intervista a Kevin Roberts: per abbracciare il cambiamento devi perdere il controllo

Quella che stai per leggere è una di quelle interviste che rimangono nel cassetto per un po’ di tempo, in attesa di trovare il momento giusto per essere pubblicate, o di avere il giusto spazio nella frenetica programmazione redazionale. Eppure le parole che Kevin Roberts, storico CEO di Saatchi & Saatchi e ora leader dell’agenzia di consulenza Red Rose Consulting, sono di quelle che andrebbero lette e rilette, quasi come un classico della letteratura, perché dentro è possibile scoprirci sempre qualcosa di nuovo.

Kevin Roberts è colui che ha inventato l’idea di lovemarks, ossia di quei marchi a cui siamo legati da una relazione affettiva, da un rapporto che coinvolge tutti i nostri sensi, e che sono capaci di instaurare un senso di lealtà, in grado di attrarci al di là di ogni forma di razionalità, economica o pratica. Parliamo quindi di puro marketing.

Quando lo abbiamo incontrato, durante l’edizione 2021 del WOBI, le gambe un po’ tremavano, ma come tutti i Grandi ci ha messo subito a nostro agio, con una battuta e i suoi modi gentili. Contestualizzare con questo grado di dettaglio ci serve a sottolineare che questo è uno di quei casi in cui forma e sostanza sono un tutt’uno e in quest’ottica andrebbero lette le parole che seguono, le indicazioni, i concetti e i pensieri che questo guru del marketing ci ha regalato.

intervista a kevin roberts - wobi

Cambiamento e creatività per coinvolgere le persone

Come possiamo creare una cultura delle idee e come possiamo identificare una grande idea tra centinaia di idee non significative?

«Viviamo nell’era delle idee, ma negli ultimi due anni è stato piuttosto difficile per noi andare avanti. Non possiamo tornare a una nuova normalità, come in tanti avevano annunciato dopo la prima fase della pandemia. Siamo tutti cambiati, abbiamo tutti nuove storie e l’unico modo per andare avanti è il cambiamento.

Ci sono tre tipi di cambiamento:

  • incrementale, cioè un miglioramento continuo come il kaizen giapponese;
  • trasformazionale;
  • dirompente.

Dobbiamo sapere quale di questi tipi di cambiamento adottare. La cosa più importante per tutti noi, in ogni caso, è la creatività.

Ma che cos’è la creatività esattamente?  È la capacità di guardare qualcosa, la stessa cosa che guardano tutti, ma pensare qualcosa di diverso.

Pensare qualcosa di diverso inizia con una regola: come aziende dobbiamo imparare a fallire velocemente, imparare velocemente e risolvere velocemente, quindi dobbiamo avere il coraggio di fallire e imparare bene.

Solo in questo modo le idee possono fiorire. Si tratta, in fondo, di tornare un po’ bambini, a quando eravamo molto creativi perché ognuno vedeva le cose a modo proprio, in modo diverso. Solo dopo, a scuola, nelle università, nelle aziende, siamo stati addestrati. Quando avevi cinque anni eri molto creativo perché vedevi le cose e le vedevi in modo diverso, ma poi sei stato addestrato a vedere le cose nello stesso modo di tutti gli altri.

Oggi, abbiamo bisogno di creare una cultura in cui vada bene anche fallire. Solo fallendo, si impara e si diventa capaci di aggiustare il tiro, si capisce quando si ha una buona idea, una grande idea o una pessima idea.

Alla fine si tratta di ascoltare l’istinto, ascoltate il cuore. Sì, possiamo avere tonnellate di dati; sì, possiamo fare i test; ma non è questa la fonte magica. Il segreto è avere fiducia nel proprio istinto per sentire il mercato, per sentire il cliente, per sentire il consumatore.

Quindi bisogna essere là fuori e si deve ascoltare. Non parlare, ma ascoltare e guardare bene. Non si può fare tutto sullo schermo, non si può fare tutto a distanza. Bisogna vivere lo stesso mondo dei nostri consumatori e dei nostri clienti».

Quanto è importante la creatività nel business?

«È la singola caratteristica che definisce un business. La creatività ha un potere irragionevole.

Non c’è niente di più importante della magia di arrivare prima al futuro ed eseguirlo con eccellenza. È l’unica cosa che differenzierà l’idea.

Guardiamo, ad esempio, il valore delle idee di Elon Musk. La sua compagnia vale più di Toyota e General Motors messe insieme e questo è il potere di un’idea».

LEGGI ANCHE: Talent Acquisition vs Recruitment: non sottovalutare il cambio di paradigma nel mercato del lavoro

Il ruolo dei leader di oggi secondo Kevin Roberts

intervista a kevin roberts - wobi - fabio casciabanca - kevin roberts

Come si fa a passare dallo storytelling allo storysharing?

«Rolf Jensen ha detto che i leader del 21° secolo sarebbero stati degli “story tellers”, ma si sbagliava. Sono degli “story sharers”. Oggi infatti vogliamo essere coinvolti, nel personaggio e nella storia. Ci buttano così tanta roba addosso che stiamo affogando nelle informazioni e più ne sai di qualcosa, meno interessante questa cosa diventerà.

Pensa al matrimonio, pensa a qualsiasi relazione, tutti noi abbiamo bisogno di mistero, abbiamo bisogno di sensualità, abbiamo bisogno di intimità. Tutti oggi abbiamo una voce, sia su Twitter, che su Instagram, o su qualsiasi altro social. Ma tutti vogliamo essere coinvolti nella storia. Io ho sei figli e nove nipoti, quando parlo con loro mi rendo conto che non posso più semplicemente raccontare loro una storia. Vogliono essere nella storia, vogliono agire, vogliono essere parte di essa.

Dal punto di vista del business questo significa che dobbiamo rinunciare al controllo del marchio e dare quel controllo al consumatore».

Come può il marketing creare un movimento che la gente vuole condividere?

«Sì, penso che questo sia il ruolo del Marketing Manager. Non è più quello di creare un marchio, ma di creare un movimento. Ognuno di noi vuole essere parte di qualcosa di più grande di se stesso. Per questo se scegli Nike contro adidas o adidas contro Nike, non stai scegliendo semplicemente delle sneakers invece di altre sneakers. Stai scegliendo ciò che ti rappresenta, stai scegliendo se vuoi essere come Nike o vuoi essere come un fantastico giocatore del Manchester City o vuoi essere parte di qualcosa di più grande di te.

Per questo dico che il ruolo del Brand Manager è cambiato: non gestisce più il marchio, ne cede il controllo e ispira tutti a vedere cosa c’è dietro il marchio. Si tratta di avere uno scopo.

Quindi devi pensare molto più in grande se sei nel marketing. Questo è il momento migliore nella storia dell’umanità per essere un marketer, perché non si tratta più di gestione del marchio, ma di creare un movimento. Qualcosa di molto eccitante, quindi».

Kevin Roberts e il futuro del business

Quanto è complicato essere creativi in un momento fortemente influenzato dal politacally correct?

«Io sono politicamente scorretto e orgoglioso di questo, perché penso che la politica sia assolutamente terribile. Parlo ovviamente di quella politica che resta solo un’idea, che non si può mettere in pratica.

La politica che il mondo sta seguendo oggi è una politica di estremismo e una politica di tensione. Per questo dico di essere politicamente scorretto. Perché abbiamo bisogno che i creativi abbiano piena fiducia che il loro ruolo è quello di ispirare pace, amore e armonia.

Il ruolo del business non dovrebbe essere quello di creare valore per gli azionisti, né di creare un cliente, ma dovrebbe essere quello di creare un mondo migliore per tutti. Il futuro dovrebbe essere quello del capitalismo inclusivo. Nessun altro -ismo funziona, infatti: oggi abbiamo bisogno di includere, non di continuare ad escludere e il problema con l’attuale “correttezza politica” è che è molto esclusiva e molto giudicante rispetto alla minoranza. Quindi non sono assolutamente a favore di questa idea come persona creativa, perché questo limita la creatività».

B2B Rocks, il programma della prima giornata

Entro il 2022, il mercato globale del software B2B avrà un valore di 670 miliardi di dollari, di cui 190 miliardi rappresentati dal Software as a Service. Nello specifico, il SaaS ha registrato una crescita a due cifre negli ultimi 10 anni e impiega già mezzo milione di persone in tutto il mondo.

Se gli Stati Uniti sono stati pionieri in questo campo, è in Europa che si sono verificate le raccolte fondi di maggior successo. Per questo motivo (ma non solo), B2B Rocks è un evento imperdibile: una due giorni che riunisce le rock star del settore dell’editoria software, incarnando i valori dell’innovazione, ma anche dell’inclusione.

Tavole rotonde, keynote e tanti speaker nel programma del festival mondiale, che il team e la redazione di Ninja seguiranno in diretta sui canali social e sul sito.

E per non perderti neanche un panel, scopriamo subito il programma della prima giornata.

LEGGI ANCHE: B2B Rocks: sta per partire l’evento mondiale dedicato all’innovazione e al software SaaS

Agenda 9 giugno

Tra panel, keynote e tavole rotonde gli appuntamenti nel programma sono davvero moltissimi. Ne abbiamo selezionati alcuni tra i più significativi, ma puoi sempre guardare il programma completo qui.

  • 09:00 – 09:20 – Keynote di benvenuto. 2022: lo stato del SaaS
    con Steve Lurie
  • 09:30 – 10:10 – Come accelerare la crescita con un team multi-fuso orario
    con  Gilles Bertaux, Tim Brewer, Andrei Sochala, Gregory Gazagne, Cloe Dana
  • 09:30 – 10:10 – Come scalare un team di vendita
    con Frederic Kingue, Johnson Gaëtan, Gachet Nicolas, Bakala Shri Pau, Alain Mevellec
  • 10:00 – 10:20 – Ridurre l’impronta di carbonio digitale: soluzioni per un domani più verde
    con Zénon Vasselin
  • 10:20 – 11:00 – Fate un buon onboarding dei clienti e non li lascerete mai più.
    con Aaron Krall, Emilia D’Anzica, Alex Delivet, Ana Soliven, Jeremy Block
  • 11:10 – 11:50 – Costruire una cultura forte con i team remoti per aumentare l’impegno e l’innovazione
    con  Gilles Bertaux, Pontus Noren, Antonin Gury-Coupier, Charles de Fréminville
  • 11:30 – 12:10  – RevOps: scatenare la rivoluzione della prossima generazione
    con Pascal Ruby Andrei Sochala Alex Delivet Alexis Valentin
  • 12:00 – 12:40 – Salite subito sul treno del metaverso prima che sia troppo tardi
    con  Charlotte Philippe Frederic Cavazza Victor Jolly William Muskus Louis Cacciuttolo
  • 12:00 – 12:40 – Climate Tech: cos’è e come trasformerà lo spazio B2B?
    con Renaud Visage, Lukky Ahmed, Martin Daniel, Shilpika Gautam
  • 12:20 – 01:00 – Automazione dei test: il segreto per la consegna e la qualità
    con  Jean-Baptiste Marcé, Claude Cauquil, David Petrella, Hubert Gregoire, Daniel Wesley
  • 02:00 PM – 02:20 PM – Migliorare il funnel allineando i KPI di vendita e di marketing
    con  Tricia Miller
  • 03:20 PM – 03:40 PM – Come battere la concorrenza con un marchio migliore
    con Liam Boogar-Azoulay
  • 04:20 PM – 04:40 PM – Successo del cliente: cos’è e perché è importante per il vostro business
    con Antoinet Van Dalen
  • 16:50 – 17:10 – Misurare i KPI dei social media per sbloccare i ricavi basati sui social
    con Emeric Ernoult

Con Ninja al B2B Rocks

Solo per la community Ninja, a disposizione i biglietti gratuiti per B2B Rocks, il festival mondiale dedicato all’innovazione, al digitale e al software SaaS, a Montpellier dal 9 all’11 giugno.

Utilizza il codice promozionale XVX!RH!J per ottenere un numero illimitato di posti gratuiti al momento della prenotazione. E ricorda di seguire “How to hire & build marketing teams at different growth stages?“, la tavola rotonda del 10 giugno alle 9.30 moderata da Mirko Pallera, CEO e Founder di Ninja Marketing e Ninja Academy.

>>Non perdere l’occasione di partecipare a B2B Rocks! Iscriviti subito<<

terna digital transformation

Transizione Energetica e Digital Transformation: Terna investe 1,2 miliardi per la decarbonizzazione

In che modo il digitale sta trasformando il settore energetico?

Una cosa è certa. Le innovazioni tecnologiche stanno ridefinendo il settore.

E non è più una novità da qualche anno ormai. La vera novità sono le innovazioni sul mercato che giorno dopo giorno promuovono un uso sempre più sostenibile dell’energia.

La digitalizzazione sta accelerando la trasformazione dell’Energy Industry, con un nuovo approccio orientato a fonti sempre più pulite, decentralizzate e sostenibili.

Se i segni più evidenti di questo cambiamento possono quindi essere percepiti attraverso i progressi compiuti dalle tecnologie impiegate nella generazione e massimizzazione dell’energia rinnovabile – come eolico e solare – dietro le quinte del settore si lavora per creare una nuova spina dorsale digitale.

Una struttura che permette alle turbine eoliche, ai pannelli solari e alle batterie di produrre e immagazzinare energia per lavorare in modo molto più efficace. Queste nuove tecnologie stanno rivoluzionando i servizi di pubblica utilità che forniscono energia, consentendo a nuovi player – e ai mercati affini – di offrire nuovi servizi alle persone.

Energia, Digitale e Digital Economy: “certi amori fanno giri immensi e poi ritornano

E dire che il settore energetico è stato uno dei primi ad adottare le tecnologie digitali.

Negli anni ’70, le società di servizi energetici globali erano pionieri del digitale: utilizzavano tecnologie emergenti per facilitare la gestione e il funzionamento delle reti.

Le compagnie petrolifere e del gas utilizzano da tempo le tecnologie digitali per migliorare il processo decisionale per le attività di esplorazione, estrazione e produzione, sia per giacimenti che per oleodotti.

Il settore industriale utilizza da decenni controlli di processo e automazione, in particolare nell’industria pesante, per massimizzare la qualità e la resa del prodotto, riducendo al minimo il consumo energetico. I sistemi di trasporto intelligente utilizzano le tecnologie digitali per migliorare la sicurezza, l’affidabilità e l’efficienza nello spostamento, nella spedizione e nella logistica delle merci.

Oggi il ritmo della digitalizzazione dell’energia è in aumento.

Gli investimenti nelle tecnologie digitali da parte delle società energetiche sono aumentati notevolmente negli ultimi anni.

Ad esempio, gli investimenti globali in infrastrutture e software per l’elettricità digitale sono cresciuti di oltre il 20% all’anno dal 2014, raggiungendo 47 miliardi di dollari nel 2016. Questo investimento digitale nel 2016 è stato quasi il 40% superiore agli investimenti nella produzione di energia elettrica a gas in tutto il mondo (34 dollari miliardi) e quasi pari all’investimento totale nel settore elettrico indiano (55 miliardi di dollari).

Transizione energetica e Digital Transformation Terna Ninja Marketing

Oggi il settore energetico potrebbe essere arrivato alla Digital Economy un po’ più tardi rispetto ad altre industry. Ma sta recuperando rapidamente terreno e questo è ciò che conta.

Digitalizzazione: la Quarta Rivoluzione Industriale

La “spina dorsale digitale” a cui punta l’industria energetica, molto spesso definita come la Quarta Rivoluzione Industriale, sarà la componente cruciale della rete intelligente del futuro. Con la conseguente capacità di integrare nella rete progetti di energia rinnovabile.

Si aprono nuovi scenari all’orizzonte, come la possibilità di vendere una produzione energetica alle utility locali o ai clienti aziendali tramite un PPA (Power Purchase Agreement).

La digitalizzazione può aiutare a integrare le energie rinnovabili variabili consentendo alle reti di far corrispondere meglio la domanda di energia nei momenti in cui il sole splende e il vento soffia.

Nella sola Unione Europea, l’aumento dello storage e della gestione della domanda attraverso canali digitali, potrebbero portare alla riduzione del consumo di solare fotovoltaico e dell’energia eolica dal 7% all’1,6% entro il 2040. Evitando 30 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica.

LEGGI ANCHE: Comprendere (davvero) l’Open Innovation: i 4 progetti di Terna a Maker Faire

L’introduzione dei Sensori Intelligenti

Una delle innovazioni più importanti degli ultimi anni è stata l’implementazione di sensori intelligenti praticamente su ogni apparecchiatura che utilizza o produce energia.

Questi sensori caricano informazioni, generando quello che ormai tutti conosciamo come “Internet of Things” (IoT). Un sistema integrato di dati, trasmissioni e relazioni digitali che consente agli operatori di vedere come funzionano ed evolvono particolari progetti o apparecchiature.

Quando necessitano di manutenzione, i sensori richiamano l’intervento per la risoluzione di problematiche ancor prima che si verifichino. E anticipare il malfunzionamento prima che si verifichi.

Questo è il futuro e lo stiamo vivendo oggi.

Transizione energetica - Terna e Internet of Things

L’impatto del Digital ad ampio raggio

Su scala più ampia, i gestori di rete possono anche ottimizzare le prestazioni del sistema e integrare un’energia meglio distribuita e più decentralizzata. Un maggiore controllo sul dettaglio – reso possibile proprio dalla grande quantità di dati a nostra disposizione e generati dall’ IoT – è il vantaggio conquistato con la Quarta Rivoluzione Industriale.

Ad esempio, l’eolico e il solare hanno il potenziale per essere utilizzati in modo più efficace se associati ai progressi nelle tecnologie di accumulo di energia.

Fino a poco tempo fa, gran parte di questi dati non sarebbero stati analizzati perché non avevamo gli strumenti per farlo. Ma l’avvento delle tecniche di analisi dei big data, che utilizzano l’Intelligenza Artificiale e l’apprendimento automatico, consente a tali informazioni di aumentare l’efficienza in tutto, dai singoli dispositivi all’intera rete.

Blockchain, Digitale ed Energia

Cosa ha a che fare l’informatica quando si parla di ottimizzazione energetica, decarbonizzazione e di energie rinnovabili?

Perché viviamo nell’era dell’Internet of Things.

Numerosi dispositivi di uso quotidiano sono collegati a internet e scambiano informazioni per migliorare la loro efficienza, essere controllati da remoto oppure monitorare le proprie prestazioni.

Anche la distribuzione dell’energia funziona seguendo queste logiche e qui entra in gioco la blockchain: i prosumer fotovoltaici (i consumatori energetici che diventano a loro volta produttori) possono essere considerati come centri nevralgici di una rete che invia energia da loro prodotta per ridistribuirla nel mercato. La blockchain permette di monitorare e validare questi scambi.

Questa tecnologia, combinata con sistemi di accumulo fotovoltaico, permette anche di risolvere il problema della non programmabilità delle energie rinnovabili. In una configurazione tradizionale, se gli impianti si trovano in una condizione di sovrapproduzione vengono esclusi dalla rete perché essa è incapace di gestire il picco.

Grazie alla blockchain, invece, è possibile suddividere il surplus energetico in pacchetti di energia. Questi vengono temporaneamente immagazzinati nei sistemi di accumulo e, per mezzo di sistemi di validazione, è possibile tenerne traccia e reimmetterli nella rete quando sono necessari.

Questo sistema permette alla rete di gestire efficacemente i picchi di produzione ed essere più stabile. Se uno o più nodi hanno un malfunzionamento non ci sono ripercussioni sugli altri, poiché l’infrastruttura non dipende da un singolo punto di produzione, stoccaggio e distribuzione.

LEGGI ANCHE: Come l’intelligenza artificiale può guidare il cambiamento della società

Innovazione e Digitalizzazione: gli investimenti di Terna per una rete elettrica ancor più efficiente e sostenibile

Nei prossimi anni l’innovazione, le nuove tecnologie e la digitalizzazione continueranno ad avere un ruolo chiave. Se possibile ancor più centrale e decisivo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione della transizione energetica a beneficio dell’intero sistema elettrico.

Per rispondere alla crescente complessità del sistema, Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale – ha previsto ulteriori investimenti in innovazione e digitalizzazione. Nell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’, l’azienda, infatti, ha aumentato gli investimenti in digitalizzazione e innovazione da 900 milioni a circa 1,2 miliardi di euro (dei 10 miliardi di euro complessivi del Piano).

La società concentrerà il suo impegno su soluzioni tecnologicamente avanzate per proseguire con le attività di installazione di sensori, sistemi di monitoraggio e diagnostica predittiva, al fine di migliorare la sicurezza, l’affidabilità e la resilienza delle reti elettriche.

Terna ha circa 70 progetti di innovazione attivi, il 70% dei quali dedicato al core business. Ovvero lo sviluppo e la manutenzione della rete nazionale e le attività di dispacciamento attraverso l’uso di robot, droni, realtà virtuale e realtà aumentata.

transizione energetica - terna analisi predittive

Tutte le nuove iniziative previste dal Piano Industriale dell’azienda sono declinate nei 4 cluster tecnologici che Terna ha definito come proprio punto fermo per lo sviluppo di nuove soluzioni:

  1. Digital, soluzioni intelligenti per la gestione dell’energia e della potenza;
  2. Energy Tech, soluzioni innovative che utilizzano tecnologie più efficienti e green;
  3. Advanced Materials, attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo di materiali eco-compatibili a ridotto impatto sull’ambiente;
  4. Robotics, per l’automazione dei processi.

Terna si conferma ancora una volta attenta alle dinamiche economiche, politiche e sociali del pianeta.

La clusterizzazione delle tecnologie per il Piano Industriale è stata infatti elaborata tenendo in considerazione i trend tecnologici globali. Come le peculiarità del settore elettrico, la sfida della transizione energetica, la crescente attenzione per la digitalizzazione e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu dell’Agenda 2030.

digital project manager

Vuoi lavorare con i Ninja? Cerchiamo un Junior Project Manager!

Ninja Academy, la scuola che sta rivoluzionando l’alta formazione professionale rendendola accessibile e democratica, vuole ampliare il team: apriamo una posizione di tirocinio curriculare come Project Manager Junior per la unit Product & Corporate Training. 

La risorsa, supervisionata dal Project Manager e dall’Head of Corporate Training, apprenderà a gestire e assistere la progettazione dei corsi di formazione erogati nelle aziende e in modalità eLearning. 

Cerchiamo persone motivate, con la passione per il marketing digitale e per la formazione. Lavorare coi Ninja è un vero e proprio stile di vita, perché è un’azienda che investe nei tuoi obiettivi personali e professionali: avrai strumenti per costruire il tuo personal brand e lavorerai al centro della formazione digitale in Italia.

Questo lavoro fa per te se:

  • ti piace il mondo della formazione online e vuoi toccare con mano questo settore 
  • sei in grado di gestire diversi progetti in contemporanea, impostando e rispettando deadline
  • stai cercando una nuova opportunità professionale e vorresti fare carriera in una realtà dinamica e stimolante 
  • vuoi immergerti in una community unica di docenti, professionisti, imprenditori e manager motivati a scambiare conoscenza ed esperienze

Apprenderai a e ti occuperai di:

  • organizzare e gestire le diverse fasi di un progetto formativo consumer o aziendale in area Digital Marketing, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze del cliente B2B e/o B2C
  • lavorare quotidianamente con referenti interni ed esterni per costruire i progetti formativi 
  • interfacciarti con docenti ed esperti di digital marketing italiani per definire i calendari didattici ed essere il punto di riferimento per ogni aspetto operativo
  • utilizzare tool di creazione quiz e test, analizzare i learning analytics e i questionari di feedback 
  • seguire i live webinar della formazione come Virtual Tutor

Il tirocinio curriculare potrà essere svolto in Remoto, presso la sede di Ninja Marketing oppure in modalità ibrida. Sarà considerata come plus la disponibilità a lavorare a Salerno o a Milano.

Obiettivi formativi

– Apprendere le basi del Project Management della Formazione 

– Apprendere come relazionarsi con stakeholder a vari livelli di un’organizzazione 

– Apprendere le basi del Digital Marketing 

– Apprendere come gestire eventi formativi digitali

 

Competenze da acquisire

– Project Management 

– Progettazione Didattica 

– Relationship Management 

– Data Analysis  

– Comunicazione e Coordinamento

Si richiede:

  • Buone capacità di project management 
  • Buona conoscenza ed utilizzo dei principali strumenti di lavoro da remoto (Google Drive, Slack, etc.)
  • Skill di coordinamento 

Come inviare la candidatura? Clicca qui e compila il form selezionando Junior Project Manager.
In alternativa, invia la tua candidatura a:  con oggetto: “Junior PM 2022”

smart contract

Cos’è e a cosa serve uno Smart Contract

Le blockchain stanno gradualmente modificando il nostro mondo e con esso anche la nostra vita quotidiana. Ciò è dovuto principalmente al livello di sicurezza che forniscono, che non ha confronti con alcuna tecnologia del passato, in grado di abilitare un numero impressionante di nuove tecnologie. L’applicazione più nota alla massa è rappresentata dalle criptovalute, ma assumono particolare e crescente importanza anche gli smart contract, che rappresentano la risposta alla domanda di automazione sicura, affidabile e precisa.

Di cosa si tratta

In molti pensano che gli smart contract nascano come conseguenza delle blockchain, ma non è così: risalgono addirittura agli anni ‘70 come soluzione alla necessità di attivare e disattivare la licenza dei software in base a particolari condizioni. Successivamente, il concetto di smart contract venne teorizzato negli anni ‘90 da Nicholas Szabo, scienziato informatico, studioso di diritto e crittografo.

Il termine “contract” inteso come contratto è fuorviante, perché non rappresentano dei veri e propri contratti in senso strettamente giuridico: nella loro essenza si tratta di software che regolano e rendono “intelligenti” degli accordi. La logica informatica alla base dei contratti intelligenti è molto semplice e viene espressa tramite la condizione o statement “if-this-then-that”, cioè “se questa condizione si verifica allora accade…”.

Gli smart contracts sono definiti e regolati nel nostro ordinamento giuridico con il D.L. 14 dicembre 2018, n. 135, convertito in legge con L. 11 febbraio 2019, n. 12, all’art. 8-ter che li definisce come “un programma per elaboratore che opera su tecnologie blockchain e la cui esecuzione vincola automaticamente due o più parti sulla base di effetti predefiniti dalle stesse”. È necessario inoltre che “soddisfino il requisito della forma scritta previa identificazione informatica delle parti interessate”.

Perché parliamo di Smart Contract

Grazie alla blockchain gli smart contract trovano applicazione in moltissimi ambiti: dalla finanza al settore mobiliare e immobiliare, alla medicina, alle assicurazioni e, potenzialmente, ovunque sia necessario regolamentare un rapporto tra due o più persone.

Un esempio pratico di Smart Contract

Cerchiamo di capire come funziona, ad esempio, il contratto intelligente per l’acquisto di un’auto nuova.

Partiamo quindi dalla stipula del contratto di vendita con la concessionaria; nel contratto possono essere aggiunte delle clausole vincolanti che sono in grado di sbloccare ulteriori automazioni; ad esempio la prima rata verrà pagata in seguito all’approvazione del prestito e al possesso da parte dell’acquirente delle chiavi dell’auto.

Se queste clausole vengono inserite nello smart contract, al verificarsi delle due condizioni previste il programma darà l’ok all’invio della somma di denaro per la copertura della rata.

Il passo successivo prevede che i contratti debbano essere compilati prima di essere distribuiti affinché la macchina virtuale, ad esempio di Ethereum, possa interpretarli e memorizzarli.

Una volta che lo smart contract è convalidato, entra a far parte di un blocco della blockchain e viene valutato dagli utenti della catena attraverso il meccanismo Proof of Work (PoW). In seguito,  chi si è occupato della validazione del blocco riceve come ricompensa il token Ethereum.

Terminato questo step il blocco sarà aggiunto alla blockchain e il contratto potrà successivamente essere monitorato da uno o più agenti terzi, detti anche oracoli.

I controllori dei contratti intelligenti

Gli oracoli che permettono di modificare stati interni di uno smart contract attraverso informazioni che provengono dall’esterno, consentendo così ai contratti intelligenti di interagire con il mondo reale.

Tornando all’esempio precedente, la chiave della nuova auto potrebbe essere dotata di un RFID in grado di riconoscere il proprietario; una volta verificato il possesso della chiave, invierà un primo messaggio di “true” allo smart contract il quale saprà che la prima condizione si è verificata.

Un secondo oracolo può essere rappresentato dal software della finanziaria che invierà un ulteriore messaggio di “true” a seguito dell’approvazione della pratica di finanziamento.

Quando lo smart contract riceverà i due messaggi di “true”, provvederà a dare il consenso alla banca ad effettuare il pagamento della prima rata.

funzionamento smart contract

 

Perché sono importanti

Da un punto di vista tecnico, i contratti intelligenti svolgono il ruolo di “regolari dei contratti” regolando il processo di scambio tra due parti. Le condizioni oggetto dei contratti vengono onorate in maniera totalmente automatica e quindi non è necessario affidarsi ad un servizio di terze parti per assicurarsi che vengano rispettate.

Le condizioni contrattuali vengono quindi eseguite da macchine e non da esseri umani e questo li rende molto più efficienti ed affidabili di quelli attuali.

Ecco quindi le principali differenze tra smart contract e contratto tradizionale disciplinato dal codice civile:

  1. Nei normali contratti la garanzia e la fiducia vengono attribuita da una figura terza, che può essere quella di un notaio o di un avvocato. Con gli smart contract il ricorso a queste figure non è più necessario.
  2. Nei contratti intelligenti è impossibile modificare o violare le condizioni sottoscritte, dal momento che tra le loro caratteristiche intrinseche ci sono proprio l’esecuzione automatica e l’inalterabilità garantita dalla blockchain.

Altre applicazioni pratiche degli Smart Contract

Un’applicazione interessante degli smart contracts è allo studio per il controllo della filiera alimentare, dove la blockchain può fornire una risposta valida e concreta al monitoraggio dei vari step legati al ciclo del prodotto assicurando così una tracciabilità più chiara e trasparente, impedendo la diffusione di elementi contraffatti che contaminano il processo nel suo insieme.

Anche il settore assicurativo, in particolare per le condizioni necessarie a far scattare l’azione prevista (es. pagamento, rimborso, etc.) al verificarsi di determinate condizioni, può trarre grossi vantaggi in termini di semplificazione con l’utilizzo di questi contratti intelligenti.

Altri potenziali ambiti di applicazione sono la compravendite immobiliari (es. vincolare il pagamento dell’abitazione alla concessione del mutuo); la tutela della proprietà intellettuale; le spedizioni in contrassegno (es. verificare lo stato del bene venduto e trasferire automaticamente la somma al venditore senza che il vettore debba tenere in custodia la somma).

A che punto siamo in Italia

Allo stato attuale, la Pubblica Amministrazione inizia a considerare e a lavorare su vari progetti in cui la tecnologia dei contratti intelligenti risulta essere la più idonea riguardo alla gestione di dati e documenti, dell’identità, dei pagamenti, dei trasferimenti di proprietà e degli approvvigionamenti.

Un ottimo esempio è quello del Comune di Bari, che già nel 2019 ha avviato la prima sperimentazione di utilizzo della Distributed Ledger Technology (DLT) in ambito fideiussioni e che permetterà, in prospettiva, di dematerializzare l’iter di rilascio da parte di banche, intermediari finanziari, assicurazioni e di certificare in modo univoco e irrevocabile tali garanzie.

Altro progetto molto interessante è quello dell’ eVoting oggetto di sviluppo e studio da parte del Comune di Napoli. Il progetto vuole risolvere le tante criticità connesse al voto a distanza facendo uso proprio della tecnologia della blockchain Ethereum in particolare e degli smart contracts.

L’idea alla base di eVoting prevede una voluta divisione tra il momento dell’identificazione (lasciata al Presidente del Seggio), dal momento dell’esercizio effettivo della preferenza elettorale e della registrazione in blockchain. Anche lo spoglio potrà essere fatto, sempre attraverso blockchain, attraverso una lettura dei dati pubblici assolutamente trasparenti.

Conclusioni

L’attuale dimensione di uno smart contract è di soli 24kb, questo li rende apprezzabili in contesti contrattuali che presentano un alto tasso di standardizzazione e con livelli di complessità bassi, ma i problemi sorgono là dove vi sono contratti particolarmente complessi e articolati.

Gli ingegneri che lavorano per le più importanti ed evolute blockchain come ad esempio Ethereum, hanno trovato un espediente definito “kill” che ha il compito di distruggere gli smart contract non più utilizzabili al fine di rendere più efficiente le performante la blockchain.

Concludendo, la strada all’utilizzo degli smart contract verrà totalmente spianata quando si riuscirà a raggiungere un certo equilibrio tra l’efficienza e la sicurezza offerta dalla decentralizzazione e il principio di giustiziabilità, che garantisce la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi coinvolti dall’azione amministrativa.

In molti, per lo più giuristi, pensano che tale equilibrio possa essere raggiunto con il passaggio dalle blockchain di tipo “permission less” a quelle “permissioned”, che prevedono l’accesso da parte degli utenti a determinate informazioni sulla blockchain solo e soltanto se autorizzati oppure se rispettano determinati requisiti.

Grazie alle blockchain “permissioned”si agevola l’identificazione di quei nodi della catena che hanno il compito di elaborare ed eseguire smart contract e consentendo il raggiungimento di quell’equilibrio tra tecnologia e ordinamento giuridico, il quale potrà così intervenire a livello di istruzioni qualora ciò si rendesse necessario.

Infine, i costi di uno smart contract sono ancora molto elevati, basti pensare che un contratto senza alcuna logica particolare può arrivare a costare 7.000 dollari (altri contract, più complessi, possono raggiungere i 45.000 dollari) e non è finita, a questi bisogna aggiungere il costo di distribuzione sulla blockchain che nel caso di Ethereum è legata al prezzo del gas.

gli strati del metaverso

Creator Economy e Decentralizzazione come base per la costruzione del Metaverso

Il Metaverso non è “un” metaverso.

È la prossima generazione di Internet: un multiverso. Le numerose applicazioni sviluppate in questo senso ci avvolgeranno completamente, sia a livello visivo, sia a livello sociale.

Sebbene sia probabile che molti spazi assomiglieranno a parchi a tema virtuali, il traguardo è rappresentato da un Metaverso alimentato da una robusta Creator Economy abilitata attraverso la decentralizzazione.

Il Metaverso non è quindi semplicemente una versione in 3D di un mondo in 2D: è l’inesorabile dematerializzazione di spazi fisici, distanze e oggetti.

Gli investimenti e le decisioni prese ora determineranno quale futuro che si manifesterà: uno che offre la più grande varietà di esperienze, alimentato da creatori, o uno definito dalla prossima ondata di gatekeepers e “affittuari”.

Puntiamo sul primo scenario e analizziamo insieme la catena di valore di questo mercato – un mondo alimentato dai creator e costruito sulla decentralizzazione – attraverso gli strati che lo compongono.

grafico livelli metaverso

Gli strati del Metaverso

Esperienza

Il livello dell’esperienza comprende tutte le attività in cui le persone si impegnano a livello pratico, come giocare online, ascoltare musica, fare shopping.

Scoperta

La scoperta rappresenta il canale attraverso cui le persone vengono a conoscenza dell’esistenza delle esperienze.

Creator Economy

Questo livello contiene tutti gli strumenti che consentono ai creator di produrre contenuti per il Metaverso e gli strumenti di monetizzazione.

Spatial Computing

Si tratta del software che permette di trasformare gli oggetti in 3D, portandoli nel Metaverso e consentendoci di interagire con loro.

Decentralizzazione

Tutte le attività fisiche e digitali che stanno spostando l’ecosistema verso una infrastruttura distribuita e democratizzata non vincolata a un potere centrale.

Human Interface

È l’hardware che ci permette di accedere al Metaverso. Ad esempio, Visori VR e tecnologia aptica.

Infrastruttura

Il livello dell’infrastruttura è costituito dai semiconduttori, dalla scienza dei materiali, dal cloud computing e dalle reti di telecomunicazione che rendono possibile la costruzione di qualsiasi livello superiore.

bitcoin cripto economia

Bitcoin in Messico, Honduras e Portogallo: l’annuncio alla Bitcoin Conference

Un annuncio storico, non rivoluzionario come quello del presidente di El Salvador, che ha reso Bitcoin valuta legale nel paese lo scorso anno, ma quanto è stato annunciato durante la Bitcoin Conference 2022 è un passo in avanti molto importante per l’intero ecosistema. Le novità riguardano un’isola in Honduras, una regione autonoma del Portogallo e il Messico.

Gli annunci sono stati fatti dai rappresentanti dei tre Paesi, portati sul palco della conferenza Bitcoin 2022 a Miami da Samson Mow, ex chief strategy officer di Blockstream e uno degli architetti del progetto Bitcoin Bond in El Salvador.

Bitcoin Conference - annuncio messico honduras e portogallo

L’ex direttore strategico di Blockstream che si è dimesso a marzo per concentrarsi su “l’adozione di Bitcoin da parte degli stati nazionali“, ha portato i legislatori di tutto il mondo sul palco di Bitcoin 2022 per evidenziare i progressi normativi che vengono fatti per incoraggiare l’adozione di Bitcoin da parte degli stati nazionali.

Gli annunci della Bitcoin Conference 2022

Roatán

L’isola di Roatán in Honduras avrà Bitcoin come moneta a corso legale. Inoltre, la zona franca economica dell’isola, gestita da Honduras Prospera Inc., consentirà l’uso dei bitcoin bond, come un modo per portare investimenti esteri nel paese. Lo ha annunciato Joel Bomgar, presidente di Próspera.

Madeira

L’isola portoghese alle porte d’Europa adotterà Bitcoin in virtù del suo speciale status di regione autonoma. Inoltre, gli investitori Bitcoin non pagheranno imposte sul reddito personale.

Messico

Si tratta della notizia più importante in assoluto, ma probabilmente ancora la più incerta: il presidente del Messico sarebbe pronto a ricevere Samson Mow per discutere dell’adozione di Bitcoin come valuta avente corso legale. Se l’adozione si verificasse davvero, sarebbe un grande rivoluzione in un Paese confinante con USA e di tali dimensioni.

Il senatore messicano Indira Kempis ha anche affermato che una nuova legislazione incentrata su Bitcoin sarà proposta al senato messicano.

Le parole di Mow alla Bitcoin Conference 2022

Penso che ora sia un momento cruciale nella storia dell’umanità e abbiamo bisogno di andare avanti velocemente. Ciò di cui abbiamo bisogno è più adozione di bitcoin da parte degli stati nazionali“, ha detto Mow. “Ogni paese, ogni giurisdizione, avrà un percorso unico per l’adozione di bitcoin. La moneta legale è un modo, un altro modo è la moneta legale de facto“.