“Sposare una tecnologia, sposare l’innovazione significa guardare al futuro con ottimismo. Nessuna delle persone che dicono di voler abbandonare la tecnologia sarebbe disposta a fare a meno del wi-fi o dei viaggi in aereo, a meno di non essere davvero ortodossi“.
In questa tappa degli appuntamenti con gli Unbreakable Speaker protagonisti di N-Conference, Mirko Pallera di Ninja ha incontrato Massimo Temporelli, fisico e co-founder della start up innovativa sulla fabbricazione digitale TheFabLab.
Massimo è anche protagonista di un seguitissimo podcast, “F***ing Genius“, che racconta le grandi figure che hanno cambiato la nostra evoluzione, da Nikola Tesla a Steve Jobs, da Marie Curie a Leonardo da Vinci: assolutamente consigliato!
Secondo lui, fare ricerca e sviluppo sulle nuove tecnologie è l’unico modo per far incontrare innovazione e sostenibilità. Il suo F***ing Genius ideale è quasi un antropologo, oltre che uno scienziato, più umano e meno tecnico, in grado di proporre alla società quello che non sa ancora di volere: quello che rappresentano ad esempio Steve Jobs ed Elon Musk.
Audacia, coraggio, tecnologia, progettualità, innovazione sociale e tecnologica: questa la ricetta di Massimo Temporelli per essere unbreakable.
Il grande potenziale della digital fabrication è che permette di passare facilmente dall’idea al progetto e dal progetto alla produzione con pochi passaggi, senza dover frequentare la vecchia filiera industriale.
Infatti, nel corso del viaggio all’interno di TheFabLab, il suo spazio in Talent Garden, tra “Umarell” di ogni dimensione e altri prodotti di artigianato digitale da scrivania stampati in 3D come il “Made in Italy” (la famosa manina “all’italiana” che oscilla), Massimo ci spiega perché ha dato vita al suo podcast verticale sul percorso di alcune delle personalità più innovative della storia:
“Se i giovani ascolteranno le storie di Marie Curie, che nell’800 fece di tutto per diventare una scienziata e ricercatrice quando era complicato per le donne; se sentono le storie di Elon Musk, di Steve Jobs, di Edison, di Laura Bassi, di Archimede, si innamoreranno della scienza e porteranno il messaggio anche in quest’epoca: portare la scienza e la tecnologia a compiersi nel business“.
L’hacking delle maschere per trasformarle in respiratori
La passione per la scienza e la tecnologia può portare a risultati inattesi: “Quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus, mancava tutto: valvole, siringhe, mascherine. Così mi ha chiamato la direttrice de Il Giornale di Brescia, chiedendomi di realizzare le valvole con la stampa 3D. Grazie a Cristian Fracassi, che ha fatto reverse engineering sulle valvole esistenti, abbiamo realizzato i primi prodotti. Poi, una cosa incredibile: grazie alla collaborazione di Decathlon, siamo riusciti a trasformare un tipo di maschera in uno strumento per la respirazione assistita. Tanti Fab Lab si sono messi a disposizione del progetto e abbiamo contribuito a salvare probabilmente migliaia di persone in diverse parti del mondo“.
In questa storia ci sono tutti gli elementi per diventare unbreakable: audacia, coraggio, tecnologia, progettualità e innovazione, sociale e tecnologica.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/temporelli-copertina.jpg8201465Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-06-29 16:00:262021-06-29 16:34:47Podcast, Steve Jobs e stampa 3D: intervista a Massimo Temporelli
Si sono conclusi i Cannes Lions 2021, anche questa volta svolti in streaming a causa delle restrizioni anti Covid. I progetti presentati quest’anno sono stati più di 29mila, provenienti da 90 Paesi. Alcune iscrizioni concorrevano anche per i premi del 2020, ovviamente sospesi a causa della pandemia.
Da questa edizione del festival della creatività, l’agenzia pubblicitaria Publicis Italy esce da grande vincitrice, avendo fatto incetta di 30 Leoni ed essendosi aggiudicata anche il titolo di seconda agenzia più premiata dell’anno.
Tra tematiche attuali come la pandemia e l’inclusività di genere, abbiamo selezionato quelle che secondo noi sono state le campagne più belle ed coinvolgenti.
Grand Prix Film| Grand Prix Health & Wellness| Titanium Grand Prix|
Gold Lion Glass| Gold Lion Film Craft| Gold Lion Health & Wellness|
Gold Lion Film – 2021
ESSITY – BODYFORM • #Wombstories
Agency AMV BBDO Londra
Super premiata durante i Cannes Lions 2021, Bodyform racconta ancora una volta le donne dal punto di vista del ciclo mestruale. Difficoltà a concepire con la fecondazione assistita, endometriosi, volontà di non volere figli, menopausa. Storie comuni, normali, viste dall’esterno. E il racconto animato visto dal punto di vista dell’utero: a volte triste e arido, a volte confuso, impazzito, dispettoso. Un universo complesso e a volte poco conosciuto. Il piacere, la rabbia, l’amore, il dolore, l’accettazione: non è facile “relazionarsi” con il proprio utero. Tutti dovrebbero sapere cosa significa e, soprattutto, comprendere. Un grande film questo di Essity, per i contenuti, per la realizzazione e per continuare ad incoraggiare le donne a raccontare la propria storia, ogni storia di donna e di utero.
La campagna Womb Stories insieme alle precedenti Bloody Normal e Viva la Vulva, è volta alla consapevolezza del corpo della donna e alla rottura dei tabù sul ciclo mestruale a cui ancora oggi (nella vita e in pubblicità), siamo legati.
Wombstories inoltre ha dato coraggio a migliaia di conversazioni sulle proprie storie e sulla condivisione dei racconti sulla malattia dell’endometriosi. Ma non solo: ha dato vita ad una nuova metodologia per classificazione del dolore, andando a sostituire l’obsoleta scala “da 1 a 10”. Attraverso sensazioni e descrizioni inserite in un “dizionario del dolore” risulta più semplice riconoscere e diagnosticare i diversi tipi di dolore, in particolare quello dell’endometriosi.
Grand Prix Film 2021
NIKE • You Can’t Stop Us
Agency Wieden+Kennedy Portland
Negli ultimi anni abbiamo dovuto riprogrammare eventi e quotidianità, siamo stati e lo siamo ancora protagonisti di rivoluzioni a favore delle diversità. Nel film, il filo narrativo è quello del mondo dello sport che in pieno stile Nike affronta diversi ostacoli: in questo caso la pandemia e l’ingiustizia razziale. Il mashup, realizzato attraverso l’analisi di 4000 filmati ci mostra, come in un doppio schermo, gli atleti più famosi durante le loro performance. Tra questi notiamo anche il quarterback Colin Kaepernick, già protagonista di Nike e dei Cannes Lions 2019, che con il “taking the knee” mostra la sua protesta contro le discriminazioni razziali. “You can’t stop us” recita il voice over. Perché anche quando le cose non andranno bene, la nostra forza sarà quella di non essere soli. “E quando le cose non saranno giuste, ci uniremo per il cambiamento”. Nonostante le difficoltà, torneremo più forti che mai perché “nessuno può fermare quello che possiamo fare insieme”.
Grand Prix Film | Gold Lion Film Craft 2020
LACOSTE • Crocodile Inside
Agency BETC Parigi
Lo sgretolarsi delle anime di una coppia durante un litigio si riflette con lo sgretolarsi del mondo attorno. Sui loro visi si leggono rabbia, passione, rancore, delusione. Si separano, si ritrovano ma i riavvicinamenti non convincenti portano ad un finale disastroso in cui la coppia riesce però a salvarsi in extremis grazie alla forza dell’amore.
Gold Lion Film | Gold Lion Film Craft 2020\2021
DIESEL • Francesca
Agency Publicis Italy
La modella trans Harlow Monroe è la protagonista di questo tanto brillante quanto attuale film. Nei panni di un giovane, vive la sua quotidianità costruendo il suo sogno di diventare una donna. Durante la transizione Francesca, piena della sua consapevolezza femminile ha però ancora un desiderio più profondo: quello di diventare suora. La sua determinazione le regala una nuova identità e la realizzazione personale.
Complimenti Publicis Italia!
Grand Prix Outdoor 2021
HEINEKEN • Shutter Ads
Agency Publicis Italy
Un’idea a livello globale che ha coinvolto nuovi spazi OOH a favore dei bar costretti a chiudere durante il periodo di lockdown. Publicis Italia ha trasformato 5000 saracinesche di tutto il mondo in spazi pubblicitari per il brand Heineken, “pagando” gli affitti degli spazi direttamente ai commercianti. Una grande operazione che ha raccolto 7,5 milioni di euro destinati appunto alla sovvenzione dei locali chiusi.
Grand Prix Outdoor 2020
BURGER KING • The Moldy Whopper
Agency Burger King Miami, Publicis, Ingo e David Miami
Burger King ha una grande notizia da comunicare: nella composizione dei suoi panini ha eliminato 8.500 tonnellate di conservanti artificiali a livello globale. Come farlo sapere se non con una chiara immagine della naturale decomposizione degli alimenti durante il tempo? Ci saremmo aspettati anche un’analisi delle muffe ma, per questa volta, non fa niente!
Non tutti sono aperti ai grandi cambiamenti. Negli ultimi anni, nonostante la consapevolezza che per il settore automobilistico l’elettrico sia il futuro, il 93% delle persone ritiene di non essere pronta a questo cambiamento. Renault ha trovato un modo alternativo per persuaderci. Scovando uno dei più piccoli paesi in Francia, ha sostituito le 11 automobili dei 25 cittadini con altre elettriche per un periodo di 3 anni. Appy, di fatto, è diventato il primo paese al mondo 100% elettrico. Sono cambiate le abitudini degli abitanti? No di certo. Ma a cambiare sono state le emissioni di Co2 e le vendite delle auto elettriche in Francia, incrementate del 50%. Proprio un “Appy” ending.
Grand Prix Print & Publishing | Grand Prix Campaign Industry Craft 2020\2021
DOVE • Courage is Beautiful
Agency Ogilvy London
Dove, famosa per esaltare con positività la bellezza nella autenticità di ognuno, è riuscita a coglierla anche in un periodo di sofferenza come quello della pandemia. La vera bellezza questa volta è nella forza e nella stanchezza di tutti gli operatori sanitari che si sono dedicati alla cura dei pazienti ricoverati. Diversi soggetti per un unico concept di impatto. Visi scavati e stanchi, segnati da tute, mascherine ed elastici. La bellezza di quei segni sta nel coraggio e nell’amore con cui hanno messo a rischio la propria vita per aiutare quella degli altri.
Una nuova visione del packaging: naturale e comodo. Così Notpla presenta ai Cannes Lions 2021 il suo progetto contro l’abuso della plastica che sta distruggendo il mondo. Un nuovo modo di dissetarsi e di usare le monoporzioni. Un aiuto per l’ambiente che grazie alle sue caratteristiche organiche -e non sintetiche- riesce a decomporsi in poche settimane contro i 700 anni della normale plastica.
Grand Prix Design 2021
H&M • Looop
Agency Akqa Stoccolma
L’87% degli abiti che non usiamo più finiscono in discarica. Per dare un aiuto concreto al cambiamento climatico dovuto alle emissioni delle lavorazioni, H&M promuove la circular fashion. Insieme all’Honk Hong Research Institute of Technology, è stato messo a punto il primo sistema di riciclaggio da capo a capo. Attraverso un’esperienza immersiva, i clienti possono scegliere in quali vesti -è il caso di dire- far rinascere il proprio capo di abbigliamento che desiderano riciclare. Senza l’uso di acqua né di prodotti chimici. Saranno spettatori del processo di destrutturazione e ricomposizione dei filati direttamente in negozio. H&M prevede di portare la tecnologia Looop anche fuori dalla Svezia, in nuovi mercati per incoraggiare i brand a scegliere il riciclaggio. Il messaggio, per noi, è quello di guardare ai nostri abiti vecchi come una risorsa e non più come un ingombro da buttare via.
Gold Lion Design 2020\2021
KRAFT HEINZ CANADA • Pour Perfectly
Agency Rethink Communications
Può un’etichetta posizionata in modo diverso sul prodotto incrementare le vendite e aumentare l’interesse di ricerca del 400%? Ebbene, sì. Heinz Ketchup, di fama quasi preistorica, ha riconquistato il suo pubblico canadese ed attirato nuovi acquirenti grazie ad una semplice ma evidentemente potentissima mossa: ruotare la sua etichetta di 31° in modo da suggerire la perfetta angolazione per la fuoriuscita del prodotto.
Grand Prix Glass 2020\2021
STARBUCKS • I AM
Agency VLMY&R Brasile
Il Brasile registra la maggior percentuale di transgender del mondo. Nonostante ciò, le pratiche burocratiche per cambiare nome richiedono tempi lunghi e procedure ostili. In più, il pregiudizio e la discriminazione rendono il cambio di identità socialmente e psicologicamente alienante. Così, Starbucks per la Giornata Internazionale della Visibilità Transgender, in accordo con l’ufficio notarile ha trasformato il locale in un ufficio in piena regola, pronto a garantire il cambio nome in modo legale e rapido. Il 29 Gennaio si trasformerà dunque nella giornata in cui Starbucks aiuterà le persone nel processo legale di cambio nome.
Grand Prix Creative Strategy 2020\2021
CHEETOS • Can’t Touch This
Agency Goodby Silverstein & Partners
Cheetos, gli snack al formaggio dalla polvere arancione, per riposizionarsi sul mercato ha trasformato la sua debolezza in punto di forza. Per anni Cheetos è stato lo snack per le pause in famiglia che nel tempo si è rivelata non essere più la condizione dominante di acquisto. Il “difetto” di lasciare le dita sporche ha aperto nuovi punti di vista verso un nuovo pubblico non più circoscritto in casa ma uno dall’indole giocosa e dispettosa. I Pop Corn Cheetos hanno spostato l’attenzione su quello “sporco difetto“, trasformandolo in un buon motivo per giustificare una simpatica indolenza.
Acquistare abiti, indossarli e poi restituirli per ricevere il completo rimborso: questo è il Wardrobing, il fenomeno che sta costando all’industria della moda ben 15 bilioni di dollari l’anno. Mentre mezzo mondo sta combattendo contro questa politica, Diesel, dalla filosofia prettamente controcorrente, invece la incentiva. Nella sua campagna F\W 2019 il brand ispirandosi al wardrobing mostra modelli che indossano le etichette ben in vista sugli abiti, a penzoloni sulle aste degli occhiali e dai cinturini degli orologi. Poco importa…quale pubblicità migliore che si trasforma addirittura in un trend? Questo approccio infatti ha portato a Diesel un incremento delle vendite del 24%, una riduzione dei resi del -9% in store e del -14% online. Ma comunque ricordatevi di non staccare le etichette dai vestiti!
Gli altri premi vinti da Publicis Italy ai Cannes Lions 2021, oltre i più importanti già citati, sono:
Diesel “Enjoy Before Returning” : 1 Argento in Creative Ecommerce; 3 Bronzi in Creative Ecommerce, Social & Influencer e Print & Publishing;
Diesel “Francesca”: 1 Argento in Film;
Heineken “Shutter Ads”: 1 Argento in Outdoor e 1 Argento in Media;
Heineken “We’ll met again”: 1 Bronzo in Film;
Barilla “Playlist Timer”: 4 Bronzi in Social & Influencer, Direct, Entertainment for Music, Audio e Radio;
Bottega Veneta “The Invisible Store”: 1 Argento e 1 Bronzo in Outdoor;
Netflix “The Crown”: 1 Bronzo in Single Market Campaign.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/cannes-lion-copertina.jpg8311466Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2021-06-28 16:32:342021-06-29 11:16:25Cannes Lions 2021: i vincitori e le campagne più coinvolgenti
Google ha deciso di ritardare un importante cambiamento sulla privacy per il suo browser Chrome, spostando il piano per bloccare i cookie di terze parti fino alla fine del 2023, mentre approfondisce come proteggere gli utenti permettendo agli editori di continuare a monetizzare.
L’anno scorso, il gigante dei motori di ricerca aveva dichiarato che avrebbe impedito al browser più utilizzato al mondo di accettare i cookie di terze parti che aiutano gli inserzionisti, gli editori e i broker di dati a profilare gli utenti per aiutare gli inserzionisti a indirizzare gli annunci verso le persone.
Il cambiamento avrebbe reso impossibile agli inserzionisti mostrare annunci correlati alla cronologia di navigazione dell’utente.
Google ha però rimandato questa rivoluzione, concedendosi più tempo per sviluppare e testare alternative di protezione della privacy, a partire dalla Privacy Sandbox, l’ambiente utilizzato per la sperimentazione delle nuove possibili strade da percorrere.
“Abbiamo bisogno di muoverci a un ritmo responsabile, prevedendo un tempo sufficiente per la discussione sulle soluzioni giuste e consentire agli editori e all’industria pubblicitaria di adeguarsi“, ha detto il direttore di Chrome Engineering Vinay Goel in un blog post. “Vogliamo evitare di mettere in pericolo i modelli di business degli editori sul web“.
La notizia delle intenzioni di Google di eliminare il tracciamento dei cookie di terze parti aveva alzato un polverone nell’industry della pubblicità, con moltissimi player del settore che si sono affannati alla ricerca di soluzioni alternative. Ora il pericolo sembra momentaneamente allontanato.
L’attenzione per i temi legati alla privacy è un tema che ha tenuto banco in molte e diverse sedi, a partire dall’aggiornamento di iOS di Apple, che ora concede alle persone la scelta di essere o meno tracciati dalle app installate sull’iPhone, fino agli organi di controllo nazionali e sovranazionali, che hanno avviato diverse indagini sulla questione.
C’è da dire che quasi tutti i principali rivali di Chrome, tra cui Safari di Apple, Firefox di Mozilla, Edge di Microsoft e Brave Software, adottano misure più aggressive di Google per fermare il tracciamento. Se si vuole rimanere con Chrome, le estensioni del browser come Ghostery, DuckDuckGo, Privacy Badger e uBlock Origin, permettono comunque di bloccare i tracker.
I metodi alternativi al tracciamento
Una parte della motivazione di Google per rimandare il suo piano può dipendere dal fatto che agire troppo velocemente potrebbe incoraggiare le aziende di tracciamento a usare metodi di tracciamento più subdoli dei cookie.
Uno di questi metodi, il fingerprinting, usa i tracker per raccogliere i dettagli della configurazione del browser, come la versione utilizzata, il tempo di utilizzo, e altri dati che consentono un’identificazione accurata nonostante il blocco dei cookie.
Una potenziale soluzione per i siti web è quella di implementare gli sforzi sui cookie di prima parte, per esempio prevedendo la registrazione per la visualizzazione dei contenuti gratuiti. Azione che fornisce un identificatore molto specifico per profilare il comportamento e abbinarlo alle attività online.
I browser infatti non bloccheranno i cookie di prima parte, che sono impostati dall’operatore del sito web o dagli inserzionisti che contribuiscono agli annunci. Per capirci, sono quei cookie che aiutano a ricordare cosa abbiamo messo nel carrello di un eCommerce o ci mantengono loggati per le visite successive.
Oltre a eliminare gradualmente i cookie di terze parti, Google sta lavorando su una tecnologia chiamata apprendimento federato di coorti, o FLOC, che abbina gli annunci a grandi gruppi di persone, piuttosto che agli individui. Con esso, il browser monitora la storia di navigazione e raggruppa il singolo a migliaia di altri navigatori con un comportamento simile, in un gruppo.
Gli inserzionisti, notando che una particolare coorte sta visitando un tipo di sito web, possono quindi mostrare annunci ad altri membri di quella coorte su altri siti.
Anche FLOC però si è guadagnata la sua buona dose di critiche. La Electronic Frontier Foundation, un’organizzazione no-profit per i diritti digitali, sostiene che FLOC sia una “idea terribile”.
Mozilla, invece, ha concluso che FLOC permette ai siti di “imparare molto su di te con molto meno sforzo di quanto avrebbero bisogno di impiegare oggi”
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/cookies-copertina.jpg8221469Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-06-25 12:47:522021-07-05 16:36:19Fermi tutti! Google posticipa il blocco dei cookie di terze parti
Facebook ha annunciato nuovi modi per fare acquisti attraverso le proprie app, insieme a soluzioni per le aziende per personalizzare lo shopping con inserzioni e investimenti in tecnologie che daranno forma alle esperienze di shopping di domani.
L’annuncio delle nuove funzioni è arrivato dal CEO di Facebook in persona, Mark Zuckerberg, durante una Live Audio, e diffuso attraverso un post nella newsroom e in un blog post su Facebook for Business con tutti i relativi dettagli.
Il modo in cui le persone fanno acquisti è cambiato negli ultimi decenni: si è passati dal visitare i centri commerciali al fare acquisti online e, ora, a provare virtualmente gli occhiali da sole dal proprio divano.
Lo shopping fa parte da anni del DNA di Facebook, con brand del mondo retail che utilizzano annunci personalizzati per raggiungere i clienti. Lo scorso anno, quando il COVID-19 ha bloccato le attività economiche locali, Facebook ha accelerato il lancio di Shops per aiutare le imprese a vendere online.
Una tendenza, quella del social commerce, su cui l’azienda di Mark Zuckerberg punta perché crede fortemente che non sia un fenomeno temporaneo: un consumatore su tre, a livello globale, afferma di voler passare meno tempo in negozio anche dopo la fine della pandemia, e quasi tre quarti dichiarano di trarre ispirazione per lo shopping da Facebook, Instagram, Messenger o WhatsApp.
Facebook è quindi intenzionata a continuare a investire in Shops, rinunciando a richiedere commissioni alle aziende fino a giugno 2022.
Secondo i dati diffusi dall’azienda di Palo Alto, oggi Shops può contare su oltre 300 milioni di visitatori mensili e più di 1,2 milioni di Shops attivi mensilmente, ma l’obiettivo è quello di rendere ancora più semplice per le persone scoprire prodotti e fare acquisti sul social media, attraverso due step già previsti:
permettere alle aziende di alcuni Paesi selezionati di mostrare il loro Shop su WhatsApp
a partire dagli Stati Uniti, consentire di portare i prodotti di Shops su Marketplace, aiutando i business a raggiungere oltre 1 miliardo di persone che a livello globale che visitano Marketplace ogni mese.
Particolare attenzione verrà data anche alla soddisfazione delle persone che acquistano online: ci sarà infatti un’implementazione delle recensioni dei prodotti negli Shops su Instagram e la visualizzazione di foto e video della community. L’idea è quella di aiutare le persone a prendere decisioni più consapevoli su cosa comprare e permettere alle aziende di ricevere feedback sul loro operato.
Personalizzare il percorso d’acquisto con le inserzioni
Anche le soluzioni pubblicitarie per Shops verranno personalizzate, in modo da fornire esperienze pubblicitarie uniche basate sulle preferenze di acquisto delle persone.
Ad esempio, Facebook sta testando la possibilità per le aziende di indirizzare i consumatori dove è più probabile, in base al loro comportamento di acquisto, che comprino qualcosa, come una selezione di prodotti a cui potrebbero essere interessanti in uno Shop o sul sito web di un’azienda.
La scelta sarà possibile grazie a strumenti già a disposizione delle aziende che le aiutano a trovare il pubblico giusto, come il Pubblico personalizzato e inserzioni con tag di prodotto, che consentono ai business di indirizzare le persone al loro Shop direttamente da un annuncio. Nel complesso, questo insieme di soluzioni personalizzate per le inserzioni in Shops può aiutare le aziende a portare i clienti dalla fase di scoperta a quella di acquisto.
Nuove tecnologie per potenziare il futuro dello shopping
Anche le tecnologie come la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale faranno la loro parte in questo cambiamento. Questo nuovo approccio all’acquisto sarà, con grande probabilità, il modo in cui faremo shopping in futuro.
Il gruppo di Facebook sta quindi investendo in tecnologie immersive come la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale, che saranno le fondamenta del modo in cui faremo acquisti online in futuro. Con i nuovi strumenti di scoperta visuale su Instagram, stiamo aiutando i consumatori a trovare nuovi prodotti, e con le esperienze di Realtà Aumentata stiamo aiutando le persone a visualizzare gli articoli prima dell’acquisto.
Su Instagram, lo shopping inizia con la scoperta visiva. Ogni giorno le persone scorrono attraverso l’app fermandosi quando vedono dei contenuti che le ispirano, un momento che diventa un punto di partenza per il percorso di acquisto.
Quest’anno il social media inizierà a testare una nuova ricerca visuale alimentata dall’Intelligenza Artificiale. La ricerca visuale aiuta le persone a trovare prodotti simili tra loro semplicemente toccando l’immagine di un abito che gli piace. In futuro sarà possibile semplicemente scattare una foto per avviare una ricerca visuale.
Anche se i negozi stanno riaprendo in molti paesi, due terzi delle persone che fanno acquisti online affermano che vorrebbero provare “virtualmente” i prodotti stando comodamente a casa propria.
Per aiutare i consumatori a valutare meglio la vestibilità di un prodotto prima dell’acquisto, le app di casa Facebook stanno rendendo più facile per i brand creare esperienze di prova con la Realtà Aumentata in Shops attraverso nuove integrazioni API con Modiface e Perfect Corp e stanno anche introducendo nuovi strumenti per aiutare i brand a includere cataloghi di prodotti in Realtà Aumentata nelle inserzioni, per mostrare automaticamente prodotti rilevanti per le persone, in base ai loro interessi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/facebook-social-commerce.jpg7261301Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-06-23 16:10:132021-12-29 15:00:03Social Commerce: Facebook annuncia Shops su WhatsApp e altre novità
JoinPad è una delle società di Realtà Aumentata più avanzate nel settore industriale, e nel 2011 ha presentato, per la prima volta al mondo, una soluzione indossabile AR per il campo della manutenzione.
Il CEO dell’azienda, Mauro Rubin, è stato uno degli speaker di N-Conference, il Visionary Business Event di Ninja che ha celebrato le Unbreakable Companies, aziende e persone capaci di sopravvivere alla crisi grazie alla voglia di innovare e guardare oltre le difficoltà.
Al centro dell’evento sono state quelle realtà in grado di reinventarsi, esplorando nuovi modi di stare sul mercato. Ma è stata anche l’occasione di conoscere e imparare da chi è in grado di trasformare gli ostacoli in opportunità e agire fuori dagli schemi per dominare il futuro.
L’attività principale di JoinPad è la creazione di applicazioni che permettono il riconoscimento dell’ambiente e l’erogazione di informazioni contestuali a quel particolare ambiente, ma la sua è una visione privilegiata su tutto l’ecosistema: l’azienda ha infatti anche una filiale in Cina e la realtà che ha modo di osservare e durante i suoi viaggi di lavoro è ben distante da quella che vediamo tutti i giorni e che ci immaginiamo.
Ad esempio, ci sono aziende dove la Industry 4.0 è ormai il passato ed esistono smart factories dove gli unici esseri umani sono i manutentori, tutto il resto è delegato a robot.
“Pensate che fino a 20 anni fa, non esistevano i supermercati in Cina. Oggi, Alibaba è una delle realtà globali che fattura più di un trilione di dollari. Un’intera generazione di figli di agricoltori e pescatori è diventata una popolazione di ingegneri, una middle class che spende e può investire su una tecnologia a basso costo che noi non abbiamo ancora adottato“.
Come la Realtà Aumentata entrerà in diversi business
La porta di accesso privilegiata per l’ingresso dell’intelligenza artificiale nelle nostre aziende è rappresentata dai device tecnologici che ci permettono di interagire con un ambiente circostante distante anche migliaia di chilometri.
Attraverso l’utilizzo di due diversi modelli di smart glasses, Mauro ci ha mostrato una piccola parte delle grandissime potenzialità di questa tecnologia.
“Immaginate di essere al lavoro e di dover risolvere una problematica su una catena di montaggio, o magari dover riparare un macchinario“, dice Mauro “e che l’unica persona in grado di farlo sia anni luce lontano da voi. Avete due opzioni: o utilizzare una delle nostre applicazioni, una sorta di assistente virtuale che, attraverso gli smart glasses riconosce la macchina ed è in grado di guidarvi passo passo nella soluzione del problema. L’alternativa, è essere in contatto in tempo reale con il tecnico a distanza che, visualizzando il vostro campo visivo, possa fornirvi tutte le informazioni“.
Ma le frontiere della Realtà Aumentata sono moltissime, basti pensare alle applicazioni di customer care, che possono permettere agli operatori di intervenire in tempo reale sulle problematiche dei consumatori grazie a una tecnologia oggi facilmente erogabile, proprio come gli smart glasses.
Grazie a uno di questi strumenti, JoinPad ha fornito assistenza gratuita a Wuhan durante la prima ondata della pandemia. Perché la forza della Realtà Aumentata sta anche nel rendere l’Intelligenza Artificiale un supporto alle operazioni degli esseri umani, affinché questi possano dedicarsi all’aspetto creativo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/mauro-rubin-copertina.jpg7311291Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-06-22 16:00:582021-06-29 10:25:03Migliorare il business con la Realtà Aumentata, ecco come si fa
Il sostegno simbolico alla comunità LGBTQ+ è ormai diventato onnipresente, in particolare durante il Pride Month.
Le aziende sono ritenute più che mai responsabili delle loro iniziative di diversità e inclusione. Il nuovo imperativo cardine prevede che le imprese coltivino culture in grado di dare più libertà e importanza a coloro che si sono sentiti emarginati o stigmatizzati in passato.
Dal punto di vista del commercio, i consumatori LGBTQ+ sono una delle nicchie meno comprese al mondo, anche se il loro potere d’acquisto totale solo negli Stati Uniti è stimato in 830 miliardi di dollari.
Ma cosa supportano esattamente aziende e marchi? Ancora più importante, cosa succede ai soldi che spendiamo in questi prodotti? Il supporto di un marchio ai problemi LGBTQ+ ha un impatto reale o ha solo un impatto per il marchio? È solo una strategia di marketing o c’è altro?
Microsoft sostiene il Pride 2021 con una campagna globale
Con il claim “Together, we can”, Microsoft lancia una campagna globale per incoraggiare la discussione e la comprensione delle principali tematiche LGBTQIA+, per promuovere attività di supporto e aiutare le persone ad esprimere pienamente se stesse all’interno di una comunità inclusiva.
Focus della campagna il concetto di Intersezionalità, ovvero l’unione (e intersezione) di diverse identità sociali, che vanno oltre l’identità di genere e l’orientamento sessuale e che includono per esempio anche l’etnia, spesso diventata ulteriore oggetto di discriminazione e disuguaglianza.
In Italia, l’azienda partecipa alla nuova edizione del Milano PRIDE, manifestazione dell’orgoglio LGBTQIA+ che quest’anno alternerà eventi in presenza e appuntamenti digitali fino al 26 Giugno.
Per esprimere il proprio supporto virtuale al Pride Month, Microsoft ha messo a disposizione gratuitamente degli utenti una ricca selezione di contenuti speciali per celebrare l’orgoglio LGBTQIA+ online. Una sfilata virtuale di colori con una raccolta di wallpapers firmati Microsoft, sfondi esclusivi per Microsoft Teams e personalizzazioni a tema Pride per le app di Microsoft 365.
Insieme ai dipendenti, nell’ultimo anno Microsoft ha donato più di 2 milioni di dollari alle organizzazioni che supportano le comunità LGBTQI+. Per dare valore al lancio della campagna e dei prodotti Pride 2021, il colosso del software donerà un totale di 150 mila dollari a diverse organizzazioni, inclusa la Fondazione ACLU, impegnata nella lotta per l’equità e l’uguaglianza.
LEGO progetta un set LGBTQ
Dall’inizio di giugno sono in vendita i set color arcobaleno realizzati da LEGO per il Pride Month. “Everyone Is Awesome” è il nome della speciale edizione lanciata dal marchio scandinavo.
Il giocattolo è incentrato sugli 11 colori della bandiera del Pride, con mattoncini e figure in colori monocromatici. Un gesto simbolico a sostegno della comunità LGBTQ.
Secondo Matthew Ashton, Vice President of Design di LEGO, l’azienda voleva creare un prodotto che celebrasse la comunità LGBTQ.
Lo stesso Ashton ha affrontato diverse sfide crescendo da bambino LGBTQ. Ha subito atti di bullismo da parte di altri bambini, ed è stato influenzato da adulti che cercavano di trasformarlo in una persona che non era. “Ero piuttosto effeminato da bambino e mi veniva costantemente detto di fare l’uomo”, dice in un video.
Ashton aveva precedentemente costruito un modello simile a Everyone Is Awesome per decorare la sua scrivania e pensava che il design potesse funzionare bene per questo progetto. Il marchio includeva deliberatamente il nero e il marrone, per riflettere le lotte delle persone LBGTQ, insieme ai colori rosa, bianco e blu della bandiera transgender.
UNO festeggia il Pride Month con un gioco legato all’inclusività
Mattel ha stretto una collaborazione con It Gets Better Project (IGB), un’organizzazione no-profit dedicata a elevare, potenziare e connettere la comunità LGBTQ+ a livello globale.
Il risultato è UNO Play with Pride: il mazzo da 112 carte che presenta una grafica e un packaging a tema arcobaleno che si aggiunge alla vivace collezione del 50° anniversario del marchio.
Ludovic de Saint Sernin x Jack Taylor Lovatt
L’onda rainbow investe soprattutto il mondo della moda, che lancia capsule collection studiate ad hoc, iniziative speciali e accessori ultra cool da sfoggiare durante tutto l’anno, con un forte rimando a diritti e valori come uguaglianza, diversità, inclusione.
Ludovic de Saint Sernin e Jack Taylor Lovatt hanno presentato una nuova collaborazione per festeggiare il Pride Month. È una celebrazione dell’amore, del sesso e della libertà. “Abbiamo più che mai bisogno del Pride Month, per sostenere le nostre comunità, nonché per educare e informare una società più ampia sui danni e sui danni dell’omofobia, della lesbofobia, della bifobia e della transfobia” ha dichiarato Jack Taylor Lovatt.
Una parte delle vendite di queste t-shirt sarà devoluta a un ente di beneficenza selezionato personalmente da Jack stesso che ha la missione di aiutare i giovani a difendere l’uguaglianza LGBTQ+.
Balenciaga celebra il Pride Month con una nuova collezione. La maison di moda parigina continua a promuovere la visibilità LGBTQIA+ con una nuova gamma di abbigliamento.
La collezione vede t-shirt e felpe basic disponibili in due stili.
Il primo presenta lettere in stile college che enunciano “GAY PRIDE BALENCIAGA 2021” mentre l’altro include la parola “GAY” e una bandiera arcobaleno. Il 15% della vendita di questi prodotti andrà al Trevor Project.
La Pride capsule di HUGO BOSS
Per il mese del Pride, BOSS celebra la comunità LGBTQIA+, creando una capsule collection a sostegno di ILGA World (International Lesbian and Gay Association), un’associazione globale che comprende circa 1.700 organizzazioni in oltre 160 paesi e territori che si battono per la parità di diritti per le persone LGBTQIA+.
La nuova collezione presenta i colori della bandiera del Pride e gli slogan su indumenti essential dallo stile unisex, dalle classiche t-shirt alle felpe con cappuccio fino al bodywear.
“Come azienda, vogliamo sostenere le cause che contribuiscono a una società inclusiva, e questo è ciò che sta dietro al messaggio “Love for All”. Tutti noi possiamo fare la differenza” ha dichiarato Ingo Wilts, Chief Brand Officer di HUGO BOSS AG.
Pride in my Calvins
Calvin Klein affronta la ricorrenza del Pride con una nuova campagna #proudinmycalvins.
Il racconto si arricchisce con un parterre di talent e celebrity a livello internazionale: gli artisti Arca e Honey Dijon, il poeta e attivista Kai Isaiah Jamal, il cantante e producer King Princess, l’attore di Élite Omar Ayuso, l’artista, modella e musa Raisa Flowers e infine l’artista brasiliano queer Samuel de Saboia.
La campagna è l’occasione per Calvin Klein di consolidare la sua collaborazione, attiva già da un paio d’anni, con il progetto Trevor, l’organizzazione più grande al mondo per la prevenzione dei suicidi tra i giovani della comunità LGBTQIA+.
Come HUGO BOSS anche Calvin Klein supporta l’ILGA come voce globale per la difesa dei diritti dei membri della comunità LGBTQIA+ che subiscono discriminazioni a causa dell’orientamento sessuale, del genere, dell’identità e delle preferenze sessuali.
Givenchy Parfums lancia un progetto senza precedenti
Per lasciare un segno tangibile durante il Pride Month, Givenchy Parfums dà il proprio supporto alla causa LGBTQIA+ lanciando un nuovo progetto. La Maison ha deciso di collaborare con il gallerista londinese e attivista LGBTQIA+ Amar Singh e gli artisti di Rewind Collective per creare un’opera d’arte digitale che sarà venduta per beneficienza.
Il ricavato sarà devoluto a Le MAG Jeunes organisation, l’associazione nazionale fondata nel 1985 a Parigi come Movimento per l’affermazione di giovani gay, lesbiche, bisessuali e transgender.
Un’iniziativa che riflette molto bene l’approccio della Maison, legato a una creatività disruptive e a continue innovazioni, unite a valori di rispetto e inclusione. Con questa campagna il brand esplora il nuovo mondo dei Non Fungible Tokens, opere digitali codificate che assicurano unicità e autenticità. Givenchy sarà quindi la prima Maison Beauty a lanciare un NFT e a mettere questa innovazione al servizio di una causa sociale.
Absolut Rainbow limited edition
Inclusività, diversità di identità e di opinione, fiducia nel cambiamento sono i valori che ispirano Absolut. Da decenni il marchio è attivo nella difesa della libertà d’espressione ed è a favore di un confronto costruttivo tra le persone.
Per il mese del Pride il brand ha lanciato la limited edition Absolut Rainbow per celebrare i suoi 40 anni di supporto alla comunità LGBTQ+.
“Il concetto del mixing people, da sempre presente nel DNA del brand, riconosce nella diversità degli individui un valore aggiunto e conferma ancora oggi l’impegno dell’azienda nell’affermare che a prescindere dal sesso, dalla religione e dal colore della pelle, siamo tutti liberi e uguali, ma con caratteristiche uniche, differenti che ci rendono chi siamo” ha dichiarato Elena Pedrazzi Brand Manager Pernod Ricard, la multinazionale francese proprietaria del marchio.
Se ami Disney e vuoi saperne di più sul suo sostegno alla comunità LGBTQ+, dovresti dare un’occhiata alla collezione Rainbow Disney. Un assortimento di vivaci maschere per il viso, magliette, peluche e altri gadget per tutta la famiglia.
Il marchio si è anche impegnato a supportare una varietà di organizzazioni LGBTQ nazionali e internazionali, tra cui ARELAS, un’associazione spagnola che offre risorse ai giovani trans, così come Nijiiro Diversity, altra organizzazione senza scopo di lucro in Giappone focalizzata sulla riduzione della discriminazione LGBTQ sul posto di lavoro.
Happy Socks lancia #AlwaysWalkWithPride
Gli stili color arcobaleno delle calze Happy Socks sono stati riprogettati per il Pride Month.
Il marchio si è unito a InterPride per questa collezione, l’organizzazione riceverà il 10% dei profitti da ogni paio di calze venduta.
Dr. Martens: orgogliosi allora, orgogliosi ora, orgogliosi sempre
Tra gli altri brand schierati troviamo Dr. Martens che con i suoi stivali marcia a favore dei diritti LGBTQ+ da molti anni. Un vero e proprio simbolo di ribellione che continua a trarre forza dalle persone.
“Finché avranno bisogno del nostro sostegno – finché ogni singola persona non si sentirà rispettata, al sicuro e vista – continueremo a gridare e a marciare con loro. E continuando a sostenerli in ogni modo possibile” si legge sul sito ufficiale.
L’azienda sostiene varie associazioni di beneficenza LGBTQIA+ in tutta Europa. Quest’anno le donazioni andranno ad akt (Albert Kennedy Trust), un ente di beneficenza per i senzatetto LGBTQIA+, Le Refuge Foundation, un ente di beneficenza per i giovani LGBTQIA+, e Jugend Geden Aids, un ente che affronta lo stigma dell’educazione sessuale.
Reebok celebra tutte le tipologie d’amore
Altra campagna importante nel mondo footwear è quella di Reebok “Fierceness Isn’t Born. It’s Made”.
Un omaggio alla cultura della sala da ballo. Nel video Archie Burnett, Javier Madrid, Aisha Murray, ed Elizabeth Rivera nell’iconica ballroom House of Ninja indossano la nuova collezione “All Types of Love”, realizzata dalla community LGBT+ dei dipendenti Reebok Colorful Soles.
Per l’occasione il brand farà una donazione a favore del Sylvia Rivera Law Project, l’organizzazione che promuove la libertà di esprimere il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere, indipendentemente dalla condizione sociale o dall’etnia di appartenenza e senza essere oggetto di molestie, discriminazioni o atti di violenza.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/pride-month-1.jpg7301288Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2021-06-22 12:18:332021-06-22 17:28:12Pride Month: come i brand stanno avvicinando le community LGBTQ+
“Essere fonte di ispirazione”. Storie di successo che possono descrivere un futuro sostenibile, per indagare le nuove tendenze digitali e l’evoluzione dei mercati. Come è possibile immaginare nuovi modelli per reinventare il mondo del retail post pandemia?
È la vision da cui si sviluppa “Mind your Business”, il format prodotto da Fandango Club Creators in collaborazione con l’innovation company The Rocks, in partenza il prossimo 24 giugno: un digital show dedicato alle storie d’ispirazione di manager, imprenditori, startupper che, partendo dal basso, si sono imposti nel proprio settore.
Empowerment femminile, entrepreneurship, startup, retail, coaching e self-growing, innovazione e artigianalità, sostenibilità, digital transformation, purpose marketing saranno alcuni dei temi, centrali nell’attuale ecosistema del business, che saranno affrontati dai protagonisti dello show virtuale: tra questi Mirko Pallera, Ceo e founder di Ninja Marketing; Giuseppe Stigliano, AD di Wunderman Thompson; Tunde Pecsvari, fondatrice di Macha; Denise Bonapace, founder dell’omonima azienda di moda; Pietro Nicastro, fondatore Löwengrube; Elisabetta De Sio, del progetto SNIP (Stronzi Nati In Periferia).
“Esiste la ricetta perfetta per creare il manager di successo o il business di successo? La risposta è assolutamente no. Ognuno di noi può trovare il suo spazio, all’interno di questo mondo, per esprimere la sua unicità. Forse è la grande novità che emerge dalla contemporaneità”,
sottolinea Domenico Romano, AD di Fandango Club Creators, Chief Executive Officer at Fandango Club S.p.A.
Dal digitale al fisico, perché il format delineerà un percorso di avvicinamento al Salone Franchising Milano/Ret@il Innovation Forum, in cartellone ad ottobre in presenza.
Mind your Business: perché è così importante indagare e concentrarsi sul concetto di ispirazione, del visionary, anche tra le tendenze social e digital?
“Perché in questo momento storico tutti hanno tantissime domande e nessuno ha le risposte, e le poche risposte che si hanno sono anche sbagliate. L’unica certezza è ciò che sta accadendo realmente, ovvero uno spostamento generale dei pure player digital sul mercato del retail, si pensi a Zalando o Amazon che aprono store fisici, e una crisi dei vecchi brick and mortar (attività legate all’economia reale). Cosa accade quindi? Che sembra molto più semplice per un pure player diventare uno store brick and mortar dal punto di vista sostanziale, che il contrario”.
Quale è il nuovo scenario che si impone nel mondo del retail?
“Tantissime aziende hanno difficoltà nell’utilizzo dell’omnicanalità, nell’implementazione del contatto diretto con il consumatore finale, da un punto di vista infrastrutturale. In un mondo che ci sono più domande che risposte, l’unica cosa da fare è aprire le orecchie ed ascoltare”.
Per questo l’idea di dar vista agli inspirational talk?
“Dai profili dei manager che abbiamo selezionato per lo show, sono emersi ritratti diversi, non dal punto di vista delle idee, ma dal punto di vista umano. Non esiste la ricetta per il business di successo o il manager yuppie anni ’80, con la scrivania gigante di mogano, che si comporta in maniera rude con i suoi dipendenti per imporre la sua autorità e non la sua autorevolezza. Si delinea una gestione gentile del management”.
Cosa intendi per “gestione gentile del management”?
“Ogni persona ha le sue caratteristiche e se confrontiamo i vari protagonisti del format, sono tutti professionisti di successo nello stesso mondo, nello stesso periodo, con gestioni manageriali completamente diverse. Forse l’unica cosa che accomuna tutti è l’energia, la voglia di esprimerla in maniera differente, anche in prospettiva emotiva divergente. Abbiamo profili completamente antitetici, ma tutti con gli occhi che brillano mentre raccontano la loro storia”.
Abbiamo bisogno di storie, di racconti di esperienze, quindi?
“Ne abbiamo assolutamente bisogno. Credo che il mito del manager creato in laboratorio, con tre quarti di cinismo, quattro centilitri di egocentrismo, narcismo e 50 litri di fame, sia completamente falso. Ogni persona si esprime in una maniera unica e si circonda, forse per una sorta di attrazione dal punto di vista magnetico o energetico, di persone che lo aiutano a realizzare il suo business”.
Ritorniamo al titolo del format e alla sua doppia lettura. Mindfulness ed economia, spinta motivazionale: due approcci filosofici che si contaminano, a contrastare con la traduzione letterale
“Mind o make your business è anche una locuzione che sta per “fatti i fatti tuoi”. Cosa significa? Che scaviamo all’interno delle persone, non del loro business. Sono le persone a guidarlo. Il mondo ha bisogno di un approccio umano, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti. Perché tutto quello che è tecnicismo, in un periodo in cui si sovvertono le regole e cambia il paradigma, è assolutamente velleitario. Puntare alla testa, cercare di scavare all’interno del cuore e cercare di capire come reagiscono, con le loro mani, all’interno delle loro aziende. Persone semplici che ce l’hanno fatta ed ognuna differente. Non ci si può sentire a disagio in questo mondo, anzi è l’occasione per tutti: di ascoltare e cercare di fare il proprio meglio in un mondo che ha più futuro che passato”.
Un format digitale ideato per proiettarsi all’evento fisico
“Noi siamo molto curiosi. Il retail è stato uno settori più impattati dalla pandemia in termini di business. La chiusura del cashflow fa saltare il modello di revenue. Quindi il nostro desiderio è attivare un percorso che possa raccontare esperienze fino all’incontro dal vivo. Il Salone sarà inserito nel Retail Innovation Forum, un inspirational talk. Ci saranno due aree, in fiera a Milano: una parte sarà dedicata al “one stage show” e racconta di futuro, di trend, di quello che potrebbero essere modelli applicabili, con diversi punti di vista. L’accompagnamento digitale contribuisce a creare un engagement con la community, una sorta di best of dell’evento fisico, dove sarà possibile approfondire le tematiche interiorizzate. È l’aspetto umano che ci interessa, il confronto con i protagonisti.
L’altra area sarà sotto il cappello Salone Franchising Milano: quindi ci soffermeremo sulle potenzialità del futuro, creando connessioni con chi questo futuro lo sta cavalcando. Il visionary show diventa concrete show. Il digitale si proietta in incontro e in progetti reali. In uno spazio re-start, con l’opportunità di disegnarli questi progetti”.
Domenico Romano, AD Fandango Club Creators
Un passaggio interessante: dal visionary al concrete, quindi?
“Ascolto, incontro con i protagonisti delle storie, poi visione di cos’è attualmente il mondo del retail per ridisegnare, infine, un nuovo modello verso il futuro”.
Qual è la filosofia che spinge Fandango Club Creators?
“È un sogno che si sta concretizzando e prendendo vita. Fandango Club esiste da tantissimi anni, quest’anno è diventato un incubatore di nuove realtà, di branch. Io sono a capo di Fandango Club Creator. La pandemia ha provocato un approccio frenetico al digital. Il mondo dei canali digitali si è iper prolificato. Non è sparita la voglia di ascoltare storie, anzi il mercato è cresciuto. Ci siamo accorti che di un vuoto di mercato, di un collegamento tra i canali video generalisti ai creatori di storie, compresa la nostra expertice di disegnare esperienze, dal digitale verso il fisico. Ascolto, partecipazione e condivisione. Da Omero ad oggi, l’unica costante è la voglia di raccontare ed ascoltare storie. Chi ha buone storie ha più futuro che passato.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/Fandango.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-06-18 15:40:112021-06-19 08:15:34“Mind your Business”, il nuovo format di Fandango Club Creators
Si chiama Greenroom ed è la nuova social app audio lanciata da Spotify. Disponibile in versione mobile per tutti i dispositivi iOS ed Android in 135 Paesi del mondo, è la risposta a Clubhouse, ma si contraddistingue per la possibilità di interagire attraverso una chat di messaggistica dal vivo incorporata, che l’host può attivare o disattivare ogni volta che lo desidera, e di trasformare le conversazioni in podcast. La competizione tra le big tech per il primato del social audio diventa sempre più serrata, a colpi di innovazioni, con la possibilità per i nuovi competitor in campo di disporre, però, di una platea di pubblico già consolidata, come nel caso di Spotify, leader nello streaming audio, con un ecosistema che supera i 350milioni di utenti nel mondo.
Per “parlare di musica, sport e cultura dal vivo”, sottolinea l’azienda. La nuova app permette, infatti, di creare stanze, di ascoltare o parlare dal vivo, di aprire forum e dibattiti.
“Sii tu il creator”: l’invito di Spotify
“Stanze dal vivo uniche. Su Greenroom troverai conversazioni con i migliori artisti, atleti e persone informate”, garantisce Spotify, ma anche “creare Live Rooms e iniziare conversazioni su qualsiasi argomento, selezionando un gruppo”.
Oltre a consentire agli utenti di Spotify di tutto il mondo di partecipare o ospitare sale audio dal vivo e tradurle in podcast, Spotify annuncia anche un Fondo per i creator che contribuirà ad alimentare la nuova app con più contenuti in futuro.
Lo scorso marzo, Spotify aveva annunciato l’acquisizione di “Locker Room”, un’app in cui gli appassionati di sport potevano incontrarsi, per accelerare il suo ingresso nel mercato dell’audio dal vivo. Infatti Spotify Greenroom si sviluppa dal codice esistente di Locker Room, in un evidente restyling, sebbene l’interfaccia utente sia molto simile a quella delle attuali social audio esistenti (Clubhouse, Twitter Spaces, Facebook e LinkedIn), ma con font, iconografia e tavolozza colori identificativi di Spotify. Ogni profilo avrà la possibilità di inserire, inoltre, link di rimando a Twitter e YouTube.
I creator della stanza con relativi altoparlanti sono visualizzati nella parte superiore con icone di profilo arrotondate, mentre la platea di ascoltatori in basso con icone più piccole. Anche le funzionalità sono le stesse, con la possibilità di mutarsi, con il controllo moderazione e l’opzione di portare sul palco l’audience. Le room potranno ospitare fino a 1.000 persone, numero che Spotify pensa di allargare in seguito. La funzione di chat di testo dal vivo può essere attivata o disattivata dall’host ogni volta che lo desidera. Al momento, però, è disponibile solo in lingua inglese.
Per garantire una certa attendibilità ai profili, nascono le Gems, ovvero delle “gemme” (simili a diamanti), una sorta di applauso virtuale, una funzionalità ereditata “dallo spogliatoio” di Looker Room. Il numero di gemme guadagnate da un relatore viene visualizzato accanto all’immagine del profilo durante una sessione, ma al momento non è previsto un valore monetario associato.
Privacy e Codice Etico: le session Greenroom registrate da Spotify
Se la privacy è stata una delle principali difficoltà sperimentata da app come Clubhouse, nella Greenroom le sessioni audio dal vivo saranno registrate dallo stesso Spotify. La società afferma, infatti, che “la registrazione ha scopo di moderazione”: una sfida, quindi, per le piattaforme audio live. Se un utente segnala qualcosa in una sala audio Greenroom, Spotify può tornare a esaminare la questione, per determinare quale tipo di azioni intraprendere, magari chiudendo room audio che violano il suo Codice di condotta. La moderazione dei contenuti, gestita dal suo team dedicato esistente, è tesa, quindi, ad evitare abusi o distorsioni come misoginia e razzismo, come è accaduto invece su Clubhouse, costretta a chiudere delle room per antisemitismo e incitamento all’odio.
Spotify Creator Fund
“Greenroom è l’evoluzione naturale delle prospettive che Spotify ha già precedentemente fissato per il proprio impegno nel mondo dei podcast”, spiega l’azienda che ha anche annunciato lo Spotify Creator Fund, che aiuterà i creatori di audio negli Stati Uniti a generare entrate per il loro lavoro. La società, tuttavia, ha rifiutato di condividere qualsiasi dettaglio su questo fronte, come la dimensione del fondo, i tempi per le distribuzioni, i criteri di selezione o altri fattori. La finalità degli incentivi servirà ad incoraggiare nella creazione di contenuti originali ed imporsi come player di riferimento per il settore del podcasting.
Spotify Greenroom sarà inoltre commercializzata per gli artisti attraverso i suoi canali Spotify for Artists, per stimolare sull’app contenuti incentrati sulla musica. Secondo indiscrezioni, le testate giornalistiche affiliate potranno avere un badge da visualizzare sull’avatar del profilo come brand identity.
Per utilizzare l’app, gli utenti di Spotify accederanno con le informazioni del loro account Spotify attuale. Verranno quindi guidati attraverso un’esperienza di “on boarding” progettata per collegarli ai loro interessi.
Il processo di ricerca di programmi audio da ascoltare si basa principalmente sugli utenti che si uniscono ai gruppi all’interno dell’app. Spotify, però, chiarisce che il piano (a lungo termine) è che Greenroom sfrutti la tecnologia di personalizzazione di Spotify per connettere meglio gli utenti ai contenuti che vorrebbero ascoltare (anche grazie alla aapacità interna di targetizzazione della propria audience per mood di ascolto). Ad esempio, potrebbe inviare notifiche agli utenti se un podcaster già seguito su Spotify è in diretta su Greenroom.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/greenroom.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-06-17 11:53:502021-07-21 15:11:30Greenroom, la nuova social app di Spotify che sfida Clubhouse
Come sarà il “Be Back”, il ritorno al ristorante dopo le chiusure provocate dalla pandemia? Se l’aspirazione è il recupero di una presunta “normalità”, come reagirà tutto il settore horeca, travolto dall’accelerazione digitale? Nuove abitudini di consumo e comportamenti di acquisto si impongono, con una crescita esponenziale dell’eCommerce e strumentazioni tecnologiche tra sistemi contactless per i pagamenti digitali, sviluppo del delivery e menù in formato QRcode sembrano destinati a contraddistinguersi come un must ormai irrinunciabile anche per il consumatore e per il futuro della ristorazione. O ancora la possibilità di prenotare un tavolo in maniera smart, attraverso un’app digital
Ad indagare i nuovi trend di consumo e a tracciare il primo bilancio ad una settimana dalla riapertura anche degli spazi interni dopo le chiusure determinate dalla pandemia, è intervenuta TheFork, la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti.
Raddoppiano le prenotazioni online nella prima settimana di apertura dei ristoranti inside. Tutti pazzi per la pizza
Il tratto più eclatante, che emerge dal report della prima settimana dall’1 al 6 giugno, è l’aumento delle prenotazioni del 108% rispetto alla prima settimana di riaperture.
Se durante la fase pandemica il 95% dei clienti ha affermato di voler tornare a mangiare fuori appena possibile, le regioni che registrano una crescita maggiore nelle prenotazioni sono la Sicilia (+18%), con a seguire il Veneto (+12%) e la Liguria (+10%), e performance positive di Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Toscana.
A dominare la top 3 delle tipologie di foodpreferito è la pizza, che si conferma un evergreen, primeggiando sulle cucine mediterranea e di mare, tra tradizione, attenzione agli impasti con farine a base di kamut, integrale, 5 cereali. Abbinamenti estremi, per un cliente che ricerca esperienze esclusive e prodotti di qualità e di nicchia, prediligendo materia prima d’eccellenza, spesso prediligendo l’origine o la tipologia specifica.
“I ristoranti hanno reagito al lockdown dimostrando una grande capacità di adattamento e di resilienza, rispetto a regole e misure di contenimento Covid in continuo mutamento, adeguando le sale e i servizi con un ritmo fin troppo accelerato, a partire dalla trasformazione digitale”, racconta a Ninja Elena Collini, Brand Manager di TheFork per l’Italia, evidenziando anche la nuova campagna a tema sociale realizzata in collaborazione con la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi, associazione leader nel settore delle imprese che svolgono attività di ristorazione e di intrattenimento) e APCI per invitare i clienti a sostenere i ristoranti con un appella all’essere responsabili.
Elena, la digitalizzazione quanto sarà determinante per il rilancio della ristorazione in Italia? Quali sono gli scenari futuri per il settore dopo il grave arresto economico prodotto dalla pandemia?
“Sarà cruciale, anche rispetto a quanto emerge dall’ultimo rapporto della FIPE, dalle ultime indagini condotte. Nella fase di chiusura, il delivery è stato determinante, non in termini di fatturato – sebbene per alcune tipologie di ristoranti sia stato un introito significativo – ma è stata un’occasione per tenere vivo il rapporto con la clientela, coltivare il legame, verso la riapertura. La digitalizzazione è stata un passaggio importante, iniziata negli anni precedenti, ma consolidatasi durante l’emergenza ed oggi trainante per il settore. Ci sono state forti perdite, ci vorrà tempo per recuperarle, ma l’adozione di alcune tecnologie ha aiutato ad affrontare le sfide del futuro”.
I digital device cambieranno la ristorazione del futuro?
“Cosa resterà di questa fase? Di sicuro la prenotazione online: è impensabile oggiandare al ristorante senza prenotare, rispetto alla numero ridotto di posti a sedere. Anzi è un grande alleato nella fidelizzazione dei clienti. I pagamenti digitali contactless che abbiamo introdotto sono un’altra frontiera importante, per ridurre il rischio di contatti. Il momento del conto è quella parte in cui l’interazione umana non è indispensabile. A ciò si aggiunge il menù digitale consultabile attraverso un QRcode. Sono tutti fronti importanti, prima quasi inimmaginabili”.
I report di TheFork mostrano scenari dinamici. Come si muove il consumatore? Si avverte il desiderio di un ritorno alla “normalità”?
“Stiamo monitorando settimana dopo settimana, se non day by day, rispetto alle prenotazioni online. Ci sono regioni che stanno performando meglio di altre, anche se il trend di crescita è presente in tutto il Paese. La Liguria è una di queste, la Sicilia, il Veneto più degli altrui, ma anche la Puglia sta correndo. Si percepisce voglia di uscire, di andare al ristorante, con l’apertura degli spazi interni oltre che esterni c’è la possibilità di poter accogliere più clienti, anche con il graduale allentamento del coprifuoco si potranno operare maggiori rotazioni di tavoli. Ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere, ma ci indirizziamo verso un trend positivo”.
Quali sono i risvolti del Covid sul comportamento di consumo del cliente?
“I consumatori durante il lockdown si sono adeguati alle restrizioni. Il desiderio di normalità è un tema molto sentito ed evidente. Con l’allentamento delle misure di contenimento riprendono alcune abitudini pre-covid: infatti, se i coperti medi continuano ad attestarsi a 2 persone, aumentano in percentuale le prenotazioni di gruppo da 5 a salire. Lo scontrino cala leggermente e si torna anche a prenotare con meno anticipo: 7 ore prima contro le 20 dell’ultima settimana di maggio. Si predilige la cucina di tradizione, magari rivisitata. Resta alto l’interesse per esperienze fuori casa uniche e di qualità: il rating medio dei ristoranti prenotati dal primo giugno si attesta tra l’8.5 e il 9.3, aumentano le prenotazioni per i ristoranti “Insider” premiati da guide e utenti, che hanno rappresentato il 26% del totale contro il 24% della settimana precedente”.
Elena Collini, Brand Manager di TheFork.it per l’Italia
Il consumatore che si è adeguato al digitale non tornerà indietro, quindi, rispetto all’uso di tecnologie innovative?
“È presto per dirlo. Con l’allentamento delle misure, occorrerà trovare una linea di equilibrio tra passato e presente. Abbiamo rinunciato talmente tanto a vivere la nostra vita sociale, che adesso c’è fame di esperienze di elevata qualità e di ristoranti insider. Digitalizzazione senza rinunciare all’esperienza viva della socializzazione. Molte acquisizioni e abitudini di consumo persisteranno, sia sul fronte BtoC che BtoB”.
TheFork come ha vissuto questo periodo di trasformazione?
“Dal punto di vista business, abbiamo deciso di sfruttare questo tempo per accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti, come TheFork Pay, il nostro sistema di pagamento contactless, cuore delle nostre attività, in questi ultimi mesi, che ci ha permesso di lanciare le gift card utilizzabili in 9mila ristoranti, in Italia, Francia e Spagna. Siamo concentrati su nuove tecnologie a servizio della ristorazione per il Be Back. Abbiamo sentito il dovere di supportare i ristoranti in questa fase difficile, soprattutto le medio piccole, che hanno rasentato il fallimento perché ci sono state tante chiusure, rendendo disponibile la nostra comunicazione per il delivery e l’asporto”.
Perché l’urgenza di dar vita a una campagna con Fipe e Apci per sensibilizzare al ritorno al ristorante?
“La capienza dei ristoranti è limitata, siamo chiamati ad atteggiamenti responsabili, non solo nel rispetto delle norme di sicurezza, ma anche per evitare i “no show”, le prenotazioni alle quali non ci si presenta. Da sempre un problema della ristorazione, perché hanno un risvolto economico: in un contesto di capacità limitata, perdere un tavolo è perdita di denaro. È difficile colmare questo deficit con i “walk in”, con chi è di passaggio. È importante richiamare alla responsabilità”.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/thefork.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-06-15 17:46:372021-06-16 08:57:54Come cambierà la ristorazione con il digital? I trend della riapertura
I fattori globali che stanno profondamente cambiando il mercato del lavoro (come progresso tecnologico, invecchiamento della popolazione, globalizzazione e digitalizzazione) incidono in modo considerevole sul gap tra domanda e offerta riguardo alle professioni richieste e le skill acquisite.
Il risultato dell’azione di questi fattori è la “distruzione” di alcune tipologie di lavoro e la creazione di lavori totalmente nuovi. Anche le professioni “tradizionali” che sopravviveranno al cambiamento dovranno confrontarsi con un cambiamento di competenze richieste e una contrazione della domanda.
Già oggi, ma ancora di più nel prossimo futuro, al centro dell’attenzione non vi sarà solo il tema dell’occupazione, ma anche e soprattutto quello della competenze: riuscire ad anticipare e interpretare le tendenze del mercato del lavoro diventa essenziale per gettare le basi di una migliore corrispondenza tra offerta e domanda nel mercato del lavoro.
Il report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a breve termine (2019-2023)” dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, ci fornisce utili indicazioni in questo senso.
Il modello di stima prevede che lo stock nazionale di occupati possa crescere in una misura compresa tra 374.000 e 559.000 unità, a un tasso medio annuo che potrà quindi variare tra lo 0,3% e lo 0,5%; A e B corrispondono al valore minimo e massimo che potranno assumere le variabili considerate.
La “Digital Trasformation” e l’Ecosostenibilità avranno un peso determinante nel caratterizzare i fabbisogni occupazionali dei diversi settori economici, arrivando a coinvolgere circa il 30% dei lavoratori di cui imprese e Pubblica Amministrazione avranno bisogno nei prossimi anni.
In particolare, si stima che imprese e PA ricercheranno un numero di lavoratori compreso tra circa 270.000 e circa 300.000 unità con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o connesse a “Industria 4.0”.
Fra le figure professionali emergenti maggiormente richieste sul mercato ci saranno gli esperti nell’analisi dei dati, nella sicurezza informatica, nell’intelligenza artificiale e nell’analisi di mercato.
In particolare, le sarà molto importante padroneggiare queste competenze:
Capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative;
Capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie robotiche, Big Data analytics, Internet of things, ai processi aziendali.
Le nuove professioni emergenti in questo campo saranno:
Data Scientist
Big Data Analyst
Cloud Computing Expert
Cyber Security Expert
Business Intelligence Analyst
Social Media Marketing Manager
Artificial Intelligence Systems Engineer
Inoltre, la richiesta di competenze digitali non sarà limitata alle aree funzionali “tecniche” (Information technology, Progettazione e Ricerca e sviluppo), ma sarà sempre più presente anche nelle altre aree: quella amministrativa, le risorse umane, i servizi generali e le funzioni di staff.
Al momento, per oltre 9 profili su 10 è prevista la richiesta di competenze digitali.
Fenomeni come la Digital Transformation sono in gradi creare una discontinuità con il passato, introducendo nuovi paradigmi produttivi e nuovi modelli organizzativi e non interessano solo l’industria, ma puntano a creare un ecosistema digitale diffuso reso possibile dallo sviluppo di tecnologie avanzate che si estendono lungo tutta la filiera, dalla progettazione alla produzione, dalla logistica ai servizi post-vendita.
Anche in tema di economia circolare, saranno ricercati dalle imprese italiane tra 518.000 e 576.000 lavoratori con competenze green fino al 2023. Nel futuro, il dato è destinato a crescere e le competenze green riguarderanno, in maniera trasversale, tanto le professioni ad elevata specializzazione che le professioni tecniche.
Le altre filiere del lavoro
L’aggregazione di alcuni tradizionali settori economici consente di individuare altre cinque filiere produttive che fanno da traino alla domanda di lavoro:
• salute e benessere: sanità e assistenza sociale, settore farmaceutico, industrie ottiche e medicali, servizi sportivi e altri servizi alle persone; • education e cultura: istruzione e servizi formativi, servizi dei media e della comunicazione, servizi culturali; • meccatronica e robotica: fabbricazione di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, attività di installazione, riparazione e manutenzione, industrie elettriche ed elettroniche; • mobilità e logistica: servizi di trasporto e logistica; • energia: industrie petrolifere e chimiche e Public utilities.
Il fabbisogno occupazionale delle imprese della filiera “meccatronica e robotica” potrà riguardare tra 69.000 e 83.000 lavoratori entro il 2023.
Le figure più richieste saranno i tecnici per l’automazione e i sistemi meccatronici, i tecnici per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali, i progettisti di impianti industriali e gli addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico.
In particolare, la meccatronica è il comparto manifatturiero centrale per il passaggio alle nuove modalità produttive, sinteticamente riassunte con il termine “Industria 4.0”, e con esso giocano naturalmente un ruolo di primo piano i comparti terziari dell’informatica e dei servizi avanzati e i principali utenti non sono più solo le grandi imprese, ma soprattutto le piccole e medie imprese che ricercheranno un maggior numero di figure professionali legate alla trasformazione della catena produttiva.
La prima domanda da affrontare alla luce di questi dati è: possiamo contare su un numero adeguato di specialisti, tecnici, pronti a entrare nel mercato del lavoro perché opportunamente orientati dalla scuola, prima, e dall’università, poi?
Già nel 2017, oltre un quinto delle figure richieste risultava di difficile reperimento, con quote sensibilmente più elevate per le professioni specialistiche (37%), tecniche (33%) e operaie specializzate (31%).
Forbice che si allarga ulteriormente per le figure professionali maggiormente coinvolte nei processi di trasformazione in atto.
In un mercato del lavoro in cui già si registra un elevato mismatch fra domanda e offerta di lavoro, il rischio che si corre è che i cambiamenti radicali in atto nel mercato del lavoro amplino ulteriormente questo disallineamento.
Dai grafici di Unioncamere è possibile estrapolare due dati molto importanti:
il numero delle immatricolazioni e dei laureati diminuirà entro il 2023. Non è un buon segnale nella direzione di colmare l’evidente gap tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, che richiederà figure sempre più qualificate e con competenze trasversali. Appare, tuttavia, una buona notizia per chi intenda seguire questo tipo di indirizzo: un numero minore di soggetti in grado di ricoprire specifiche posizioni tecniche agevolerà l’ingresso di tecnici, laureati e specializzati con migliori condizioni di lavoro e retribuzioni più alte.
il fabbisogno totale dei laureati si concentra principalmente su profili economici, sanitari, ingegneristici e legati alla formazione. Occupano comunque una buona posizione anche le richieste legate alla formazione relativa ai campi scientifico, matematico e fisico, della geologia e della bio-tecnologia e al campo chimico-farmaceutico.
Le discipline STEM
In Italia, solamente 1 studente universitario su 4 è iscritto a facoltà STEM (il 27% del totale), e queste risorse non mostrano un incremento significativo negli anni.
Nonostante esista un potenziale bacino di studenti interessati alle materie tecnico-scientifiche, una percentuale rilevante di questi ultimi ha cambiato rotta nel momento decisivo di iscrizione: 2 studenti NON STEM su 5, e 1 giovane occupato su 3, hanno infatti dichiarato di avere avuto un interesse verso le discipline STEM, che non si è mai concretizzato.
Tra i fattori che influenzano le scelte scolastiche dei ragazzi, il primo posto è occupato dalla famiglia, mentre i servizi di orientamento hanno un impatto marginale: solo 1 studente su 6 è stato guidato dai centri di orientamento nella scelta dell’indirizzo scolastico. Gli studenti si troverebbero quindi un po’ soli, al momento della scelta, fattore che porterebbe ad una percezione distorta dell’effettiva offerta formativa e delle potenzialità della stessa.
Ma quali sono i motivi che allontanano i giovani dalla scelta di percorsi formativi STEM? Chi si iscrive a scuole secondarie NON STEM, lo fa principalmente perché ritiene che questi percorsi siano maggiormente in linea con le proprie capacità.
Nel passaggio all’Università, invece, la passione per le materie e la coerenza con le proprie capacità, vengono integrati anche dalla valutazione circa la possibilità di raggiungere la professione ambita. I giovani, infatti, associano al percorso STEM delle professioni evidentemente poco ambite, in particolare il professore sottopagato, lo scienziato premio Nobel, o l’informatico nerd.
Gli stereotipi di genere
Questi bias risultano ancor più marcati all’interno dell’universo femminile, presso cui vi è un’elevata percezione di disallineamento di interesse rispetto ai contenuti (per il 66% delle donne contro il 59% degli uomini) e di inadeguata formazione (per il 24% donne contro il 16% degli uomini). E se aziende e professori non riscontrano alcun gap di genere nelle performance, ben 1 giovane occupato in ambito STEM su 3 ritiene che il proprio lavoro sia più adatto alle capacità degli uomini.
Le accelerazioni legate alla pandemia
Nonostante le previsioni del report di Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior investano un arco temporale individuato tra il 2019 e il 2023, l’imprevedibilità dell’emergenza pandemica ha contribuito a rafforzare la visione sulla necessità di una formazione specializzata in campo tecnologico, sulla robotica e sulle discipline STEM in generale.
Iniziare a lavorare per ridurre il gap tra offerta e domanda di ingegneri, informatici, matematici, professionisti del martech e le altre professioni individuate in questa analisi, significa aprire la strada a una maggiore competitività per il Paese e a un migliore equilibrio sui dati dell’occupazione.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/06/le-professioni-piu-richieste.jpg7291294Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-06-14 12:43:342021-06-15 11:42:15Ingegneri, informatici e le altre professioni di cui le aziende hanno bisogno
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