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Novità WhatsApp, chiamate voce e video anche in modalità “Desktop”

In arrivo una nuova funzionalità per WhatsApp. È infatti in fase di implementazione  il supporto per le chiamate vocali e video per l’applicazione “Desktop”. Se finora la versione web disponeva di servizi ridotti rispetto alla versione smartphone, adesso si potranno effettuare telefonate e videochiamate direttamente dal computer, soltanto però in modalità one-to-one.

La notizia è stata ufficializzata dal team del servizio di messaggistica di proprietà di Facebook, che ha sottolineato come, al momento, WhatsApp supporterà solo le chiamate uno a uno, con la previsione di espandere questa funzione anche alle chiamate vocali e video di gruppo in futuro.

Come scaricare l’applicazione per desktop

Molto semplice l’utilizzo per la versione Desktop dell’applicazione: basta aprire l’App sul cellulare, andare in “impostazioni” in basso a destra, cliccare su WhatsApp Web/Desktop e inquadrare il codice QR che appare sul pc sul sito WhatApp Web. In questo modo si aprirà sul computer la schermata con tutte le chat attive.

“Vogliamo che le conversazioni su WhatsApp assomiglino il più possibile alle conversazioni di persona, a prescindere dal dispositivo utilizzato o dal luogo del pianeta in cui ci si trova”,

spiega l’azienda in un una nota ufficiale.

Indispensabile, per poter usufruire della nuova funzionalità, installare l’App sul pc, con  microfono e webcam collegati, oltre ad una buona connessione internet. Inoltre, per poter chiamare e videochiamare i propri contatti, occorre disporre del sistema Windows 10 e successivi, o macOS 10.3.

“Le videochiamate funzionano perfettamente sia per l’orientamento verticale che orizzontale e il client desktop è impostato per essere sempre in primo piano, per non perdere mai le chat video in una scheda del browser o in una pila di finestre aperte”,

spiega l’azienda, che ha iniziato a testare la funzione con un piccolo gruppo di utenti alla fine dello scorso anno.

Il supporto della nuova funzionalità è pensata per i milioni di utenti che utilizzano il client desktop di WhatsApp ogni giorno, costretti dall’emergenza pandemica allo smatworking, e a spostarsi su piattaforme competitor quali Zoom o Google Meet per videochiamate one-to-one su desktop.

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Chiamate vocali e video crittografati, security e privacy

Come per i 100 miliardi di messaggi che WhatsApp elabora ogni giorno sulla sua piattaforma, anche le chiamate vocali e i video saranno crittografati end-to-end.

Un’attenzione sempre più incisiva, tesa a garantire la privacy: a fine gennaio, infatti, l’azienda ha aggiunto l’autenticazione tramite impronta biometrica, scansione del viso o dell’iride per WhatsApp su desktop e Web, per intensificare i livelli di protezione dei dati personali.

Le nuove funzionalità aggiuntive coincidono, infatti, con il tentativo di WhatsApp di convincere gli utenti ad accettare le modifiche pianificate alle politiche sulla privacy.

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Snapchat e Bitmoji testano gli avatar Snapchatter in sedia a rotelle

Diversità e inclusione, per proiettare la propria identità sul digitale in maniera coerente alla realtà. Abbattere le barriere e gli stereotipi sociali: è questa la sfida di Snapchat e Bitmoji che, in risposta alle esigenze manifestate della propria community, sono in fase di test di stickers che presentano gli avatar Snapchatter in sedia a rotelle. Per coinvolgere ulteriormente la propria audience, la piattaforma ha lanciato attraverso i suoi canali ufficiali anche la richiesta di feedback. Una sperimentazione iniziale di nuove animazioni, intrapresa a stretto contatto con un consulente per i diritti dei disabili.

“Con l’introduzione dei nuovi personaggi Bitmoji Snapchat ha compiuto un passo in avanti – spiega il team a lavoro sull’innovazione – La missione è sempre stata quella di creare avatar che riflettano e rappresentino la diversità della nostra comunità. Oggi speriamo di progredire verso il raggiungimento del nostro più grande obiettivo di rendere l’inclusività una parte fondamentale della nostra piattaforma”.

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Quale sarà il design dei nuovi avatar?

I nuovi stickers conterranno avatar su una sedia a rotelle manuale, da aggiungere ai post, fornendo più opzioni agli utenti per ritrarre se stessi in modo più accurato all’interno dell’ambiente Snap, contribuendo all’aggiornamento dell’App.

Nella nota ufficiale, Snapchat afferma inoltre di aver compiuto uno sforzo significativo per garantire che le nuove creazioni fossero accurate e rappresentative.

“Essenziale il lavoro a stretto contatto con il nostro consulente per i diritti dei disabili, che ci ha guidati nella loro progettazione, in particolare rispetto ai dettagli della sedia a rotelle manuale: il bracciolo, il poggiapiedi, il tessuto del sedile e il posizionamento dei raggi. Riconosciamo che c’è molto di più nell’inclusione e comprendiamo che la disabilità si presenta in molte forme, sia visibili che invisibili. Ci impegniamo a imparare di più e di avere risposte dagli utenti per migliorare i nostri adesivi e i design inclusivi futuri”.

Il feedback degli utenti

La comunità degli utenti è stata chiamata a sperimentare i nuovi avatar, anche rispetto a potenziali nuove animazioni per espandere le possibilità di interazione e di identificazione.

La piattaforma, in passato, era stata criticata per la mancanza di supporto alle funzionalità di accessibilità, in particolare per gli utenti con deficit visivi. Con i nuovi avatar sempre più diversificati si amplia un segmento che potrebbe rendere l’applicazione più accogliente per una gamma molto più ampia di utenti.

Per chi desidera sperimentare gli  avatar Snapchatter in sedia a rotelle

Chi desidera sperimentare i nuovi format, può aprire l’App Bitmoji, la tastiera Bitmoji o l’estensione Chrome. Digitare nella barra di ricerca “sedia a rotelle” e scorrere per trovare le opzioni desiderate, lasciando anche il proprio feedback diretto su come migliorare il design.

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Profitti record per Zoom, sfiorano i 2,6 miliardi nell’anno della pandemia

Un anno mirabilis per Zoom, la piattaforma di videoconferenze, che chiude l’anno l’anno  fiscale, al 31 gennaio 2021, con un fatturato in crescita del 369% rispetto a quello 2021, sfiorando il record di 2,6 miliardi di dollari.

Complice l’emergenza pandemica con il conseguente lockdown e la necessità di connessione, la piattaforma registra trend di crescita tali da configurarsi come un boom economico, con la previsione di un fatturato totale di 3,7 miliardi di dollari circa per il prossimo anno fiscale.

Anche il titolo a Wall Street lunedì ha visto una crescita nel trading serale dell’11%, dopo l’ufficializzazione del bilancio. Anche nel pre-market odierno è previsto un rialzo di un altro 8,65%. Un fatturato nell’ultimo trimestre del 2020 per la società californiana di 882,5 milioni di dollari (+369%).

“Un anno senza precedenti per Zoom – sottolinea in una nota stampa ufficiale Eric S. Yuan, fondatore e amministratore delegato – Siamo onorati del nostro ruolo di partner fidato e motore per il moderno ambiente di lavoro situato in una qualsiasi parte del mondo. La nostra capacità di rispondere e controbattere rapidamente ci ha permesso di mettere a segno, durante tutto l’anno, grandi risultati finanziari”.

smartworking coronavirus

 

Nell’ultimo trimestre un fatturato da 882,5milioni di dollari

Un trend positivo esponenziale, se rapportato ai dati dell’anno precedente. Ben 256,1 milioni di dollari di utile nell’ultimo trimestre novembre 2019 – gennaio2020, contro i 10,6 milioni della precedente annualità.

Se i ricavi crescono nell’ultimo trimestre del +369%, l’azienda immagina un nuovo posizionamento, per espandersi in aree di business come la posta elettronica o il mercato dei contact center. In teleconferenza con gli analisti, il CFO di Zoom Kelly Steckelberg evidenzia come Zoom stia esaminando opportunità di fusione e acquisizione, sottolineando di “non aver trovato ancora il giusto match”.

Notevole anche l’acquisizione di nuovi clienti: a fine anno contabile, infatti, Zoom registra 467.100 clienti con più di dieci dipendenti, circa il 470% in più rispetto agli 82mila dell’anno precedente e una disponibilità di liquidità di 4,2 miliardi di dollari.

 

New Space Economy, un’opportunità di business per le imprese

Non più fantascienza o utopia. La New Economy Space è una rivoluzione in atto. Lo spazio, da fonte inesauribile di ispirazione nella storia dell’umanità per poeti e viaggiatori, per sognatori e visionari, diventa oggi realtà concreta di business per le aziende. Non solo dimensione dell’immaginario, ma una nuova frontiera del marketing per ridisegnare i brand del futuro, per definire storytelling e narrazioni.

La Space Exploration diventa trend topic ed apre scenari dirompenti, trasformandosi in un’opportunità da cogliere per primi.

Se Elon Musk punta a portare il primo uomo su Marte nel 2026 con la sua SpaceX mentre, in contemporanea, apre in tutto il mondo il pre-order per la sua rete internet satellitare Starlink, c’è invece chi invece guarda alle stelle, immaginando nuovi modelli economici, proiettati verso nuove avventure nell’immediato futuro.

Non solo Scienza e ricerca scientifica, ma un’occasione per privati ed aziende che sognano di ri-disegnare il futuro dei propri brand. Dalla collaborazione tra Ogilvy Consulting e Wired nasce così Ogilvy Orbiter, la prima unit di supporto per quelle marche sufficientemente visionarie da voler trasformare lo Spazio in una opportunità concreta. Il primo player nel suo campo, con l’obiettivo di aprire la strada alle aziende disposte a lanciarsi in questo settore.

viaggio-spazio

Un mercato in esplosione

Alle missioni spaziali, oppure alla possibilità di connessione internet ultraveloce e a bassa latenza, il mercato si arricchisce di un’offerta capace di rispondere a need tra i più diversi: dal venture capital alla sostenibilità, dall’inclusione al benessere, al turismo, sino ad arrivare all’innovazione di prodotto.

“La New Space Economy è in esplosione, siamo contentissimi di essere stati i primi a coglierne i segnali. È un’opportunità per tutti, basta solo avere il coraggio di superare i propri preconcetti”,

sottolineano Roberta La Selva, CEO di Ogilvy Italia, e Claudio Grandi, Client Service Director di Ogilvy Italia a capo di Ogilvy Orbiter.

Ispirati alla tecnologia CubeSat, Ogilvy insieme a Wired e diversi partner hi-tech operanti nel settore aerospaziale mettono insieme il proprio know-how sin dall’inizio, allo scopo di offrire l’infrastruttura più ampia possibile per rispondere ai sogni del cliente qualunque sia la sua space opportunity.

 

Il ruolo cardine dell’Italia nell’esplorazione spaziale

Un ruolo per nulla marginale, quello dell’Italia, che investirà 485 milioni di euro nell’esplorazione dello spazio, come rivela il White Paper di lancio di Ogilvy Orbiter, attraverso il Distretto Spaziale Piemontese (300 aziende, di cui 2 di loro in prima linea nella recente missione Perseverance 2020 Mars Rover; 7.900 dipendenti e un indotto di 15mila, per un business di 4 milioni di euro). Primo Paese europeo ad adottare un regolamento per costruire e gestire il primo spazioporto sul territorio nazionale a Grottaglie, gate dell’universo, spinto verso l’infinito ed oltre, per il segmento strategico dell’aviazione civile che permetterà voli suborbitali turistici.

A ciò si aggiunge la liberalizzazione per l’esplorazione dello spazio e l’intenso cronoprogramma di missioni. La Nasa, infatti, ha scelto tre società spaziali private per costruire nuovi lander lunari per gli imminenti sbarchi sulla luna previsti dal progetto Moon: Blue Origin di Bezos, SpaceX di Musk e la compagnia dell’Alabama Dynetics.

Le missioni spaziali

Con la recente scoperta di un possibile segno di vita su Venere, si prevede una nuova ondata di missioni dirette al pianeta nel 2022, con Giove a seguire nel 2023. Telescopi puntati a rivelare i misteri delle galassie fino alle ultime luci del Big Bang, mentre la luna diventerà il prossimo avamposto umano con la missione Artemis nel 2024.

“È un progetto molto sfidante, che ci riempie di orgoglio – sottolinea il CEO di Ogilvy Italia, Roberta La Selva – L’Italia segue una leadership storica. È sempre stata presente nella dimensione dell’esplorazione spaziale, attore importante e riconosciuto.  Ogilvy oggi è la prima ed unica agenzia ad avere aperto le proprie porte alla New Space Economy e alla space exploration, raccontando ed offrendo vantaggi ed opportunità ad i propri clienti e prospect. Così facendo ci siamo riappropriati della vera mission di chi fa comunicazione per le marche, quella di anticipare i territori fertili che sono davanti a noi.

. A sostegno del principio dell’importanza di dare visioni ed ispirazione alle marche e ai nostri clienti, Orbiter nasce con una grandissima spinta e voglia di raccontare e raccontarsi”.

“Lo spazio è diventato, al pari di altri temi, un contesto intorno al quale sperimentare nuove idee, comunicazione, innovazione di prodotto, pensiero laterale, cambio delle proprie abitudini di business, aprendo a partnership che prima sembravano lontani anni luce”, spiega Claudio Grandi.

Potenzialità infinite per le marche e i partner commerciali, dalla semplice campagna di comunicazione al prototyping, alla revisione di prodotti e di brand. Dai contenuti multimediali editoriali ai podcast.

Un “mondo di comunicazione parallelo” talmente ampio da determinare la necessità di una Unit di lavoro dedicata, con un laboratorio interno di raccolta dati.

Roberta La Selva

Determinante sarà la creazione della relazione con il cliente

“Occorre capire che tipologia di cliente di marca abbiamo di fronte. Ci sono i super coraggiosi ed altri che hanno meno possibilità di rischiare o investimenti disponibili. Essenziale è scavare per trovare il punto di aggancio corretto per iniziare un percorso per la marca – insiste Roberta –Il nostro compito è affiancare, attraverso ore di confronto, di dialogo. Un momento di scambio all’origine del lavoro delle agenzie di comunicazione. Il futuro è un po’ tornare sui nostri passi. Il tema è sensibile, delicato e merita tempo. Proviamo a riappropriarci di una parte di noi non solo gratificante, ma edificante”.

Importanti le prospettive, non solo per i brand aerospaziali, ma anche per i servizi finanziari, bancari, assicurativi e per il settore food. Ben 500mila dollari messi in palio da un contest della Nasa destinato all’innovazione per la produzione di cibo nello spazio. Si pensi, inoltre, ai brand di abbigliamento, scarpe, running. Un territorio vergine, da osservare con attenzione per non lasciarsi trovare impreparati.

invenzioni NASA

Un cambio radicale di paradigma e di prospettiva

“L’esplorazione spaziale non è più sinonimo di potenza governativa. È un anno cruciale questo, perchè ci sono missioni che impattano sui sogni dell’umanità. Entro la fine dell’anno, oltre l’orbita lunare rilasceremo un telescopio spaziale che permetterà di vedere così lontano da individuare le ultime luci del big bang. Che tipo di shifting può creare sulla nostra cultura? Non lo sappiamo, ma lo possiamo governare. Orbiter è lì per intercettarlo”.

Un’attenzione altissima rivelata dai numeri: quasi 65milioni di follower per il canale Instagram della Nasa. Video di lanci di satelliti con milioni di visualizzazioni. Equipaggi misti, composti da cinesi, americani, russi italiani, simbolo di inclusione. E ancora ricerca scientifica, sostenibilità.

Claudio Grandi

“Tantissimo fermento. Elon Musk è l’emblema del potere mediatico dei grandi visionari. Punta a Marte, ma nel frattempo ricopre l’intera orbita terrestre con satelliti per colmare il digital device – continua Claudio Grandi –  Nessuna nuova piattaforma per i razzi, ma il riuso di quelle petrolifere abbandonate nell’oceano in segno di sostenibilità. È maestria di gestione in un contesto ricchissimo. Tecnologia e landscape di comunicazione”.

Il CubeSat diventa simbolo del modello operativo, in cui l’interconnessione diventa parola d’ordine. “Il ruolo dell’Italia dal punto di vista scientifico è primario. Sesto Paese al mondo, con 500 milioni di euro all’anno investiti in ricerca spaziale. Tantissime ragazze sono nel team di addestramento per comporre le crews che viaggeranno nello spazio – evidenzia Roberta – L’Economy Space inizia a diventare una delle grandi dorsali della nostra economia”.

 

 

È di Peroni, Wavemaker e Ninja il primo branded content su Clubhouse in Italia

Abbiamo accolto con piacere la notizia di Burger King, che negli USA ha aperto una room su Clubhouse per confrontarsi con i propri clienti. Così come non possiamo che esultare se, anche in Italia, i brand si avvicinano a questa nuova piattaforma con la voglia di sperimentare nuove forme di interazione con fan e follower.

Noi Ninja adoriamo arrivare primi, ci piace essere sempre sul pezzo, pronti a studiare ogni novità per comprenderne a fondo le potenzialità e muoverci con assoluta competenza.

Proprio per questo, non poteva sfuggirci Clubhouse, il social media che ha attirato l’attenzione degli addetti ai lavori grazie alla sua sorprendente traction, ma anche di persone comuni e di brand, incuriositi da un tam tam mediatico in grado di rosicchiare minuti di permanenza ai più blasonati Facebook, Twitter e Instagram.

Il posto perfetto per i brand

Ci siamo subito resi conto che Clubhouse era il luogo perfetto per un brand desideroso di avventurarsi in luoghi inesplorati. Pericolosi? Forse, ma dove saremmo oggi senza i pionieri della comunicazione?

Mentre alcuni marchi si affacciavano timidamente alla piattaforma, guardandosi intorno senza esporsi o non trovando l’alleato ideale per spiccare il volo e lanciarsi, abbiamo realizzato con Wavemaker e Peroni, con la collaborazione di Justbit e Golin Italy, il primo branded content ufficiale su Clubhouse, con un appuntamento dedicato agli innamorati, non solo della birra, proprio il 14 febbraio.

In quell’occasione, abbiamo analizzato le campagne di comunicazione più originali a tema San Valentino, raccontate anche in un articolo pubblicato qualche giorno dopo.

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La sponsorizzazione è poi proseguita per tutta la settimana successiva, con la nostra room ufficiale “Ninja Morning: notizie tech-marketing-digital”, (in diretta ogni mattina alle ore 9 con una media di 350 persone collegate ogni giorno), ribattezzata per l’occasione “powered by Peroni“.

Ne avevamo subito dato l’annuncio, orgogliosi e sicuri di saper guidare per primi un brand senza timori e improvvisazioni sugli inesplorati sentieri virtuali di Clubhouse.

La sinergia tra Ninja, Peroni, Wavemaker, Justbit e Golin Italy ha dato vita ad un aperitivo digitale, una stanza tematica per celebrare l’amore dal punto di vista della creatività e del marketing. 

Non si è trattato infatti di un esperimento pubblicitario estemporaneo come quelli visti in altre room, ma di una vera e propria iniziativa di marketing, un evento programmato e strutturato in più giornate durante le quali Peroni ha instaurato un dialogo diretto e senza filtri con i suoi brand lover e con esperti del settore, in occasione del lancio di #PeroniXsempre, la campagna firmata da Wavemaker.

Ospiti della room, oltre al team Ninja, che ha moderato e guidato la conversazione, il team di Peroni con Marina Manfredi, Camilla Cicerchia, Eleonora Letizia (rispettivamente Marketing Manager e Brand Manager di Birra Peroni) e Andrea Fusco (Head of Social di Wavemaker).

L’obiettivo, centrato in pieno, era quello di creare intimità e una relazione emozionale con la propria audience; la possibilità di utilizzare la voce, offerta da Clubhouse, si è dimostrata la scelta perfetta.

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Primi, anche sulla brand safety

L’impresa non è da sottovalutare, né è stata totalmente esente da rischi, perché conoscere e rispettare i terms of service e le policy della piattaforma è solo uno dei primi step per chi si propone di accompagnare un brand in una nuova avventura.

Essere i primi, però, fa sempre un certo effetto: saper intercettare i bisogni delle aziende, che in diverse room scalpitavano per trovare uno spazio adeguato, una giusta cura del contenuto e un buon format da proporre, è stata la strategia vincente.

E se è vero che qualcuno aveva già provato a invitare e coinvolgere brand e aziende nelle discussioni delle room, con un approccio più discorsivo e meno commerciale, l’assenza delle dovute etichette come #adv, #sponsored e powered by ha assicurato a tutti la certezza di non trovarsi davanti a uno spazio commerciale.

Ogni battaglia ha le sue regole e siamo certi che nessun professionista rifilerebbe alla sua audience un contenuto commerciale mascherato da chiacchierata fra amici.

Un plauso, quindi, agli innovatori che suggeriscono modi nuovi alle aziende per entrare in contatto con i propri brand lover.

A tutti: ai primi, ai secondi e anche ai terzi, perché insieme ci aiutano a costruire un ecosistema, un terreno fertile dove i brand possano sentirsi al sicuro, crescere e osare.

Non è importante sapere chi sia stato a realizzare il primo branded content su Clubhouse in Italia. La cosa importante è sapere che ci sono brand, consulenti, agenzie, editori e marketing team aperti all’innovazione e alla sperimentazione. Primi o secondi poco importa, è giusto un gioco tra colleghi  dello stesso settore –  sottolinea Mirko Pallera, CEO Ninja, la piattaforma di informazione e di formazione dedicata al potenziamento del business delle aziende attraverso il digitale – Vero è che, come sempre accade, sono quelli che riescono a muoversi più velocemente degli altri che conquistano nuovi spazio di visibilità e riconoscimento e quindi restano culturalmente rilevanti come pionieri che indicano la strada agli altri. Sicuramente questo è da sempre lo spirito Ninja e ancora oggi siamo qui a testimoniarlo, soprattutto grazie a Wavemaker e a Peroni che ci hanno proposto l’idea e a noi che abbiamo accettato di realizzarla insieme”.

La campagna #PeroniXsempre e il 175esimo anniversario Peroni

L’iniziativa #PeroniXsempre è stata pensata per coinvolgere tutti i “lover” più fedeli, in un giorno speciale in un anno emblematico, quello del 175esimo anniversario dell’azienda, per iniziare a raccogliere testimonianze d’amore provenienti da ogni parte d’Italia, da Nord a Sud.

L’attività , ideata e realizzata da Wavemaker, agenzia del Gruppo WPP che integra media, content e creatività, coinvolge tutti i touchpoint digitali e social del brand, senza tralasciare i profili di influencer e community di appassionati, con una novità: aprirsi al canale di riferimento quando si parla d’amore, ovvero Tinder.

Da domenica 14 febbraio 2021 a tutti gli utenti Tinder è bastato infatti uno swipe a destra per “fare match” con la birra italiana per eccellenza, che ha chiesto loro (così come ai fan Facebook e Instagram) di testimoniare il proprio incontro romantico con una foto o un video, finiti poi sul canale Instagram dedicato @peronixsempre.

Clubhouse è sicuramente uno stimolo interessante per combinare tre elementi che in questo momento sono al centro della relazione fra brand e consumatori: i contenuti, l’interazione, l’audio – anche sulla scia dell’attenzione crescente al mondo dei podcast e dei voice assistant – dichiara Andrea Fusco – L’iniziativa è importante in un’ottica strategica per il brand ed il suo contenuto di sperimentazione”.

La collaborazione con Ninja e la room su Clubhouse, oltre all’utilizzo di Tinder, sono tutte tappe di un percorso di comunicazione intrapreso da Wavemaker con Peroni: “Abbiamo iniziato, dal punto di vista creativo, circa un anno fa con l’aperitivo social #sTappiamociacasa con protagonisti Pio & Amedeo. Il tutto sempre nel segno della Positive Provocation, il marchio di fabbrica di Wavemaker”, continua Antonio Severino, Content Marketing Director di Wavemaker Italia.

“Gli Italiani, oggi più che mai, hanno bisogno di sentirsi vicini” , ha dichiarato Marina Manfredi, Marketing Manager di Birra Peroni. “Peroni ha sempre avuto nel suo DNA l’ambizione di essere la birra che unisce, che è ’emotivamente ed empaticamente’ vicina al suo consumatore. Non è pertanto casuale che siano nate comunità spontanee di Peroni Lovers. Pertanto ci è sembrato più che naturale, quasi dovuto, attivarci per rendere ancora più tangibile questa nostra particolare relazione con il consumatore. E con Wavemaker Italia abbiamo deciso di essere a fianco dei nostri lovers esattamente nei luoghi dove, oggi più che mai, si incontrano. Come le stanze di Tinder in cui cercano nuovi orizzonti affettivi e quelle, appena nate, di Clubhouse, in cui trovano una socialità più autentica data dal dialogo in viva voce”.

Clubhouse conquista Burger King. Una room per dialogare con i consumatori

Tutti pazzi per Clubhouse. La nuova social App ad inviti, disponibile solo per IOS ed impostata sulla voce, conquista tutti, anche Burger King, la prima grande multinazionale che apre la conversazione con i suoi consumatori, sfruttando le potenzialità della piattaforma.

“È nuovo. Proviamo”: così Fernando Machado, Global Chief Marketing Officer RBI, la casa madre di Burger King, Popeyes e Tim Hortons, ha annunciato su LinkedIn la creazione della room “Open Kitchen” in collaborazione con “Restaurant Brands International”, dedicata al dialogo con i propri clienti.

“Sono un grande fan di Clubhouse. È una nuova piattaforma che stiamo ancora imparando e tentando di conoscere, per capire come sfruttarla. È molto autentica, molto reale, molto onesta. Le persone presenti sul social sembrano creare ottimi contenuti. Quindi non c’è da meravigliarsi che ci siano così tanti esperti del settore”, spiega Machado, l’uomo che ha stravolto le regole del marketing di Burger King, genio inarrestabile dell’advertising ed ispiratore per i marketer.

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Un fenomeno social da scoprire per Machado

“Non solo marketing, brand e pubblicità. Si può trovare davvero qualsiasi cosa su Clubhouse. Ho partecipato attivamente a due stanze, in cui abbiamo parlato un po’ del Super Bowl. E ne abbiamo creata una, con Restaurant Brands International, per parlare del nostro brand e dei nostri piani, dedicata ad una sorta di intervista con il nostro CEO José Cil e il team della comunicazione di Burger King per gli Stati Uniti e il Nord America. È incredibile osservare il livello di impegno e di partecipazione da parte delle persone. Avevamo circa 200 utenti collegati alla stanza, con domande frequenti sui nostri sforzi nel marketing e nella sostenibilità, ma anche sul background dei relatori”.

Una piattaforma molto interessante per Machado: “Stiamo ancora imparando tutti. Credo che Clubhouse sia molto autentica, molto reale, onesta, trasparente. Penso sia questo il motivo del successo in questo breve arco temporale”.

Clubhouse è stata lanciata ad aprile dello scorso anno, ma è diventata il fenomeno social delle ultime settimane, emergendo come App di social networking da tenere d’occhio. La piattaforma offre chat room che consentono agli utenti di avere conversazioni su una varietà di argomenti. Sebbene sia ancora in fase beta, disponibile solo su iOS, è passata rapidamente da 600.000 utenti a dicembre a 2 milioni il mese scorso. Una rapida ascesa che ha destato l’attenzione delle principali figure del settore tech e digital, tra cui Elon Musk e Zuckerberg, tanto da far crescere la sua valutazione, ad oggi stimata intorno ad 1 miliardo di dollari, secondo quanto riportato da The Information.

“Se ci apriamo agli investitori e ai giornalisti ogni 3 mesi per presentare i risultati finanziari, perché non fare altrettanto con altri che potrebbero essere interessati?”,

insiste Machado nel post di annuncio della call con il CEO José Cil.

Burger King su Clubhouse: marketing, brand, adv e non solo

‘Open Kitchen’ ha permesso ai consumatori e ai professionisti del marketing di chiacchierare con i vertici di Burger King, il CEO Cil, Machado, il chief corporate officer di RBI Duncan Fulton e il CMO Ellie Doty lo scorso 12 febbraio, dopo la presentazione dei risultati dell’ultimo trimestre 2020, con vendite in calo dell’8,6% a causa degli effetti della pandemia, a fronte di una quota delle vendite digitali globali pari a 6 miliardi di dollari come confermato dal rapporto sugli utili.

La “Cucina Aperta” è diventata così un’opportunità per i marchi RBI per rafforzare la propria attività e la propria presenza sui canali digitali.

Clubhouse combina funzionalità di chat di gruppo di piattaforme come Slack e Zoom e il contenuto audio dei podcast, amplificando tendenze di consumo accelerate dalla pandemia.

In attesa di Twitter Spaces, per ora in beta test con 3mila utenti, sembra che anche Facebook stia implementando una piattaforma audio per competere con Clubhouse, secondo quanto riferito dal New York Times. Facebook già in passato ha fatto crescere il suo brand acquisendo aziende giovani, tra cui Instagram, WhatsApp e Oculus, nel tentativo di emulare funzionalità dai suoi concorrenti, come l’introduzione di Stories e Reels per Instagram, in risposta a Snapchat e TikTok.

Retail Transformation: esclusività in un mondo di Atomi e Bit

I grandi cambiamenti sostanziali che il mondo del retail sta affrontando oggi sono racchiusi in tre concetti: accessibilità, distribuzione e connettività.

La rivoluzione di questi concetti, partita e sviluppata da figure iconiche che vanno da Steve Jobs a Mark Zuckerberg passando per Jeff Bezos, ha comportato che il consumatore oggi può avere, almeno dal punto di vista strutturale, quello che vuole, dove vuole e al prezzo che vuole.

Se hai voglia di mangiare sushi per cena, vai online e in pochi passaggi lo ricevi a casa. L’altro lato della medaglia, però, è che se davvero puoi ottenere ciò che vuoi, quando e come vuoi, viene a mancare il concetto di esclusività. Le aziende hanno risposto in due modi: alcune hanno reagito con meccanismi promozionali, del tipo “vieni in negozio oggi perché per te c’è un’offerta esclusiva, domani lo stesso prodotto costerà di più“.

Il secondo modo di reagire, che oggi è quello che va per la maggiore, è quello dell’allocazione e dell’accessibilità al prodotto attraverso le collaborazioni. Sulla base di queste collaborazioni faccio salire la domanda a livelli altissimi attraverso meccanismi pubblicitari, poi però nel mercato immetto un quantitativo di prodotti nettamente inferiore rispetto alla domanda.

A questo punto, il mio ritorno dell’investimento non si avrà sul singolo prodotto ma su tutto il life cycle di prodotto: creo la domanda sul prodotto della collaborazione, per esempio una scarpa, e con lo stesso prodotto faccio un take down, un’altra colorazione meno premium che posso vendere a tutti.

i consumatori sono cambiati

Il concetto di esclusività è quindi destinato a espandersi nella distribuzione organizzata: in principio, il problema era trovare il prodotto e sviluppare la catena di negozio di prossimità. Oggi, il problema è che i prodotti sono sempre accessibili e manca l’esclusività, grazie a internet, grazie al grande sviluppo del retail e del franchising. Domani, l’esigenza di esclusività tornerà e si comincerà a segmentare l’accesso ai negozi, magari attraverso sistemi di prenotazione, sia il trattamento del singolo cliente, che non sarà più generico ma invece one-to-one, da tutti i punti di vista.

Il rapporto con il cliente sarà totalmente personalizzato, dal punto di vista del consiglio di prodotto ma anche dell’approccio con il singolo cliente, che sarà molto più amicale. Per semplificare, questo nuovo rapporto sarà molto più simile a quello che avevano i nostri nonni con il commerciante di quartiere rispetto a quello che noi oggi abbiamo con una qualunque catena franchising. Questo perché l’uomo ha un’esigenza recondita, ontologica, di vivere rapporti di esclusività. Vogliamo sentirci unici, non uguali a tutti gli altri e questo rapporto di esclusività lo viviamo attraverso lo status, o attraverso un prodotto speciale o attraverso una relazione speciale.

La distinzione tra digitale e fisico non ci appartiene più

consumer's journey

Oggi non ha più senso operare distinzioni tra negozio fisico ed eCommerce. Qualche esempio ci aiuta a chiarire il concetto con semplicità. Se prenotiamo un prodotto online e poi andiamo a ritirarlo in un negozio fisico, si tratta di una vendita fisica o digitale? Se entriamo in un negozio fisico e paghiamo con carta di credito, quindi facendo una transazione digitale, siamo di fronte a una vendita fisica o digitale? O ancora, se in un negozio fisico non troviamo la nostra taglia e il negoziante la ordina permettendoci di trovarla il giorno dopo nello stesso negozio fisico, abbiamo acquistato in modo digitale o fisico?

La realtà è che non esiste più una netta divisione tra mondo fisico e mondo digitale: se proprio vogliamo creare una dicotomia, possiamo parlare di “mondo degli atomi” e “mondo di bit”. Oggi viviamo in un contesto e questo è assolutamente naturale: cerchiamo prodotti online mentre siamo all’interno di negozi fisici, scattiamo foto e le pubblichiamo su Instagram mentre giriamo nel centro commerciale o tra gli store del nostro quartiere.

La differenziazione tra fisico e digitale è un approccio “yuppie” anni ’80 che oggi non ci appartiene più. Per questo non si può attribuire alle tecnologie “la colpa” di mettere in difficoltà i negozi fisici: l’esperienza fisica, semplicemente, assume un ruolo diverso all’interno della shopper journey dei consumatori.

Come gli eCommerce possono mantenere alti i tassi di crescita

tecnology doubls profitability

Le strategie che gli eCommerce possono adottare per mantenere i tassi di crescita ricalcano, sostanzialmente, quelle messe in atto da qualunque attività commerciale. Queste sono:

  • Migliore gestione dello stock
  • Miglioramento della frequenza di visita del consumatore
  • Aumento del traffico dei consumatori all’interno del punto vendita
  • Aumento del traffico di persone interessate all’interno dello store (il classico conversion rate)

Infatti, i quattro KPI fondamentali per ogni punto vendita sono:

  1. Traffico all’interno degli store
  2. Conversion rate (quanto di quel traffico è disponibile a convertirsi in vendita)
  3. Disponibilità di prodotto
  4. Scontrino medio

Anche gli eCommerce, dato per assodato che non ci sono differenze rispetto alle realtà fisiche, salvo la nomenclatura e il sistema infrastrutturale, dovranno lavorare su questi quattro KPI. In che modo?

Fulfillment

Perfezionare l’immagazzinamento. Tutti gli stock, tutti i magazzini di tutte le catene vendita fisiche devono essere integrate con il desktop dell’eCommerce. Se una persona cerca un prodotto online, lo shipping può avvenire dal magazzino dell’eCommerce o dallo store fisico dietro casa.

Esperienza d’acquisto

Migliorare l’esperienza d’acquisto è essenziale, attraverso nuovi processi cognitivi sul trattamento del cliente. Attualmente, la vendita su eCommerce è molto più simile a quella che si può avere su una larga superficie di Zara più che quella che si può avere dal nostro barbiere di fiducia, dove c’è una vendita consiglio sostenuta. Servizio al cliente, vicinanza al cliente e supporto al cliente sono assenti e sarà sempre più necessario potenziare questi aspetti.

Nuovi (e migliori) servizi

Introdurre nuovi servizi e migliorare quelli esistenti è una strategia ottimale per aumentare lo scontrino medio e alzare i margini di profitto. Parliamo di servizi orientati all’esclusività, quindi customizzazioni, approccio one-to-one, oppure servizi orientati sulla possibilità di ricevere il prodotto nel modo migliore possibile o più velocemente, per esempio sistemi di subscription, o di velocizzazione tipo Amazon Prime, o ancora sistemi di qualità dell’assicurazione in caso di mancata consegna del prodotto.

Per semplificare, le tre parole chiave per mantenere alto i tassi di crescita di un eCommerce sono: prodotti esclusivi, maggiore disponibilità di prodotto e servizi eccellenti di assistenza al cliente.

report

50+ report per farsi trovare pronti alle sfide del 2021

Le previsioni sui trend che condizioneranno i mesi futuri sono parte integrante di ogni processo di pianificazione. Conoscere come si stanno muovendo i mercati, in che modo si stanno comportando le diverse categorie di consumatori e quali strade percorreranno i settori industriali diventa ancora più importante in un momento storico ambiguo come il nostro, che fatica a fornire indicazioni chiare sugli sviluppi futuri anche a causa della pandemia di Covid, che sta sconvolgendo alcune delle certezze acquisite fino ad ora.

Sostenibilità ambientale, tecnologia, viaggi, nessun settore può sottrarsi all’incertezza della nuova situazione. La soluzione è, come sempre, affidarsi ai numeri, per cercare di gettare luce sul prossimo futuro.

Questa collezione, in continuo aggiornamento, di report e analisi per l’anno 2021 e per quelli a venire, punta proprio in questa direzione: fornire gli strumenti ideali per comprendere a fondo quello che sta succedendo intorno a noi e muoversi senza inciampo.

Puoi accedere a questa cartella per visionare tutti i report o cliccare sulle immagini raggiungere quello che ti interessa.

#1. ABI Research – 68 Tech Trends That Will Shape 2021

ABI Research - 68 Tech Trends That Will Shape 2021 -_EN

#2. ABTA’s – Six Trends for Travel in 2021

ABTA's - Six Trends for Travel in 2021

#3. Accenture-Fjord – Trends-2021

Accenture-Fjord - Trends-2021-Full -_EN

#4. Accupac – Sustainability Trends to Watch for in 2021

Accupac - Sustainability Trends to Watch for in 2021 -_EN

#5. ADA – The Next Ten Years_Tech Trends that Matter

ADA - The Next Ten Years_Tech Trends that Matter -_EN

#6. ARK – Invest BigIdeas 2021

ARK–Invest_BigIdeas_2021

#7. CISCO – 2021 Global Networking Trends Report

CISCO - 2021 Global Networking Trends Report -_EN

#8. Connecting the Dots 2021

Connecting the Dots 2021

#9. Contagious – Most Contagious 2020

Contagious - Most Contagious 2020 -_EN

#10. Content Marketing Institute – B2B Insights for 2021

Content Marketing Institute - B2B Insights for 2021 -_EN

#11. Deloitte – 2021 Global Marketing Trends

Deloitte - 2021 Global Marketing Trends -_EN

#12. Deloitte – Global Blockchain Survey 2020

Deloitte - Global Blockchain Survey 2020 -_EN

#13. Deloitte – Tech Media Telecom Predictions 2021

Deloitte - Tech Media Telecom Predictions 2021 -_EN

#14. Deloitte – Tech Trends 2021

Deloitte - Tech Trends 2021 -_EN

#15. Dentsu – Brave New Normal Creative Trends 2021

Dentsu - Brave_New_Normal_Creative_Trends_2021 -_EN

#16. EITO Western EU- 11 Tech Trends for 2021 and Beyond

EITO Western EU- 11 Tech Trends for 2021 and Beyond -_EN

#17. Fashion Snoops – 2021 Macro Cultural and Colour Trends

Fashion Snoops - 2021 Macro Cultural and Colour Trends -_EN

#18. Forrester Predictions 2021

Forrester_Predictions-2021_APAC

#19. GARTNER – Top Strategic Technology Trends for 2021

GARTNER - Top Strategic Technology Trends for 2021 -_EN

#20. Gartner & Ant Group -Top 10 Fintech Trends for 2021

Gartner & Ant Group -Top 10 Fintech Trends for 2021 -_EN

#21. Glassdoor – Workplace Trends 2021

Glassdoor - Workplace Trends 2021 -_EN

#22. GSMA – Global Mobile Trends 2021

GSMA - Global Mobile Trends 2021 -_EN

#23. HELABA – Capital Market Outlook 2021

HELABA - Capital Market Outlook 2021 -_EN

#24. Hootsuite – Social Trends 2021

Hootsuite - Social Trends 2021 -_EN

#25. HR Trends 2021

HRTrends2021-Ebook-EN_final

#26. IAB – Brand Disruption 2021

IAB - Brand Disruption 2021 -_EN

#27. Kantar – Predictions 2021 Media Trends

Kantar - Predictions 2021 Media Trends -_EN

#28. KANTAR – The State of Ecommerce 2021

KANTAR - The State of Ecommerce 2021-_EN

#29. KPMG China – 10 Macro Economic Trends in 2021

KPMG China - 10 Macro Economic Trends in 2021 -_EN

#30. Macorva – Learning & Development Trends to Know for 2021

Macorva - Learning & Development Trends to Know for 2021 -_EN

#31. MCKINSEY – The State of Fashion 2021

MCKINSEY - The State of Fashion 2021 -_EN

#32. MCKINSEY China – Consumer report 2021

MCKINSEY China - Consumer report 2021 -_EN

#33. Monetary Association Singapore – SG Blockchain Ecosystem Report 2020

Monetary Association Singapore - SG Blockchain Ecosystem Report 2020 -_EN

#34. Ogilvy – Shift – The_Future of Retail

Ogilvy - S_hift_-_The_Future_of_Retail -_EN

#35. Oliver Wyman – Singapore FinTech Landscape

Oliver Wyman - Singapore FinTech Landscape -_EN

#36. PANDORA – The 2021 Definitive Guide To Audio

PANDORA - The 2021 Definitive Guide To Audio -_EN

#37. Perspectives on Retail and Consumer Goods Issue

Perspectives-on-Retail-and-Consumer-Goods_Issue-8

#38. PWC APAC – Emerging Trends in Real Estate Asia Pacific 2021

PWC APAC - Emerging Trends in Real Estate Asia Pacific 2021 -_EN

#39. S&P_Global Banks 2021 Outlook

S&P_Global Banks 2021 Outlook -_EN

#40. Signals_Melanie Shreffler – Cultural & Consumer Shifts Defining 2021

Signals_Melanie Shreffler - Cultural & Consumer Shifts Defining 2021 -_EN

#41. Smartly.io – Global Social Media Advertising Trends 2021

Smartly.io - Global Social Media Advertising Trends 2021 -_EN

#42. SPARXOO – 2021 10 Digital Marketing Trends

SPARXOO - 2021 10 Digital Marketing Trends -_EN

#43. Synergy Flavours – Consumer Food Trends for 2021

Synergy Flavours - Consumer Food Trends for 2021 -_EN

#44. Trendhunter – 2021 Trend Report

Trendhunter - 2021 Trend Report -_EN

#45. UOB Asean – Fintech Get Up Reset Go

UOB Asean - Fintech Get Up Reset Go -_EN

#46. Visier – HR People Strategies for an Uncertain Future 2021

#47. We Are Social – Think Forward – Great Reset 2021

We Are Social - Think Forward - Great Reset 2021

#48. WGSN – Future Consumer 2021

WGSN - Future Consumer 2021 -_EN

#49. Willis Towers Watson – 2021 Global Medical Trends Survey Report

Willis Towers Watson - 2021 Global Medical Trends Survey Report -_EN

#50. WPP – Martech 2030_Five Trends in Marketing Technology for the Decade of the Augmented Marketer

WPP - Martech 2030_Five Trends in Marketing Technology for the Decade of the Augmented Marketer -_EN

#51. WVU Marketing Communications 2021 Trends

WVU Marketing Communications 2021 Trends

#52. YELP – 2021 Trend Forecast

YELP - 2021 Trend Forecast -_EN

 

#53. BUZZOOLE – La trasparenza nell’Influencer Marketing

buzzole

#54. DENTSU – The Age of Inclusive Intelligence

dentsu

#55. IAB Outlook 2021

iab outlook 2021

#56. 2021-Vidyard-Video-in-Business-Benchmark-Report

2021-Vidyard-Video-in-Business-Benchmark-Report

#57. OBE – Whitepaper Brabded Podcast

obe whitepaper branded podcast

gamestop robinhood

La strana storia di GameStop: business da old economy e azioni alle stelle

Nelle ultime settimane il valore delle azioni di Gamestop è aumentato vertiginosamente, sorprendendo gli analisti.

GameStop è una catena di negozi fisici che vende videogiochi, sia nuovi che usati. Una cosa da “old economy”, una sorta di Blockbuster dei videogame che con sempre maggiore difficoltà resiste al fenomeno in ascesa del gaming online. E sembra seguire la stessa strada del gigante di videocassette e DVD a noleggio: il suo bilancio, infatti, è in rosso da alcuni anni e gli analisti prevedono che non tornerà in utile fino al 2023.

LEGGI ANCHE: Joint venture tra Beyond Meat e PepsiCo e il titolo vola il borsa

Cosa succede quando una società in declino sembra avviata verso in fallimento in modo irreversibile, almeno con il modello di business attuale (come quello di GameStop)? In questi casi, gli investitori speculano al ribasso sulle azioni, vendendole allo scoperto. In pratica, vendono azioni “prese in prestito” contando di ricomprarle a un prezzo inferiore.

Il rialzo delle azioni di GameStop grazie ai piccoli investitori

A cosa è dovuta l’improvvisa crescita delle quotazioni, che hanno registrato un aumento dell’860%, in due mesi raggiungendo un prezzo di oltre 159 dollari per azione? Il vertiginoso rialzo è dovuto all’azione di piccoli investitori “amatoriali”, che si sono organizzati in massa su Reddit comprando call options, un tipo particolare di contratto che dà la possibilità (ma non l’obbligo) di acquistare azioni a un prezzo fissato ed entro una certa data. Questa enorme massa di “rialzisti” ha decretato il successo del titolo sul mercato: riuniti su un canale Reddit con più di 2 milioni e mezzo di utenti, hanno comprato azioni di GameStop e invitato altre persone a farlo, facendone lievitare il valore.

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L’ingresso di questi piccoli investitori nei mercati è stato agevolato dall’azzeramento delle commissioni da parte dei broker, dalla possibilità di investire somme anche molto piccole, dal passaparola dei social media e dal notevole tempo libero concesso dal covid. La situazione ha destato molta sorpresa tra gli analisti perché ha dimostrato in maniera evidente che gruppi organizzati di piccoli investitori sono in grado di ribaltare le regole del mercato e influenzare in maniera decisa le transazioni.

In che modo? Questi piccoli investitori comprano opzioni il cui prezzo di esercizio è molto più alto delle quotazioni correnti e che hanno scadenze piuttosto brevi (spesso non più di una settimana), dette “opzioni call out of the money“. La scommessa è tutta nella possibilità che il prezzo salga prima della scadenza, in modo da determinare plusvalenze per gli acquirenti.  Ma cosa succede se sono molte le persone che acquistano stock options su quell’azione? Che il prezzo comincia a salire e i venditori sono costretti a chiudere la propria posizione.
Il riacquisto di un’azione pesantemente venduta allo scoperto può causare una valanga di riacquisti (le cosiddette coperture), dove i venditori stessi sono costretti a riacquistare per evitare di perdere denaro.

Lo short squeeze dei fund shortisti

Si crea quindi un fenomeno chiamato “short squeeze“: letteralmente, i venditori allo scoperto vengono “spremuti a sangue”. Il prezzo sale in modo esplosivo e gli acquirenti di call out of the money possono realizzare grandi guadagni battendo letteralmente i venditori allo scoperto.

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Secondo Francesco Bifulco, Private Banker presso BANCA SELLA – S.P.A., “la variabile fondamentale affinché i social e trader consumer possano riuscire a condizionare la borsa è il flottante del titolo in circolazione“.

Il flottante è il numero di azioni che potrebbero essere comprate sul mercato. Se il flottante è ridotto (ad esempio perché una buona parte è rimasta ai fondatori o perché ci sono altri operatori che per qualche motivo stanno rastrellando azioni e comprando per una strategia di lungo termine, quindi senza nessuna intenzione di rivendere) si possono realizzare queste situazioni di short squeeze dove i social Trader possono mettere in scacco gli hedge fund shortisti.

Se le azioni in circolazione sono poche, all’aumentare della domanda il prezzo sale velocemente e gli stessi shortisti sono costretti a chiudere rapidamente le loro posizioni, ricomprando il titolo e quindi alimentando la pressione al rialzo, perché temono che le azioni in circolazione diventino sempre più difficili da trovare e raggiungano quindi prezzi esorbitanti.

Al contrario, nel caso in cui il flottante sia ampio, i social e consumer Trader non avrebbero la forza economica di mettere in scacco gli hedge fund, sia perché per far salire rapidamente le azioni ci vorrebbero capitali immensi,  sia perché gli hedge fund non avrebbero nessuna fretta di dover ricomprare le azioni e potrebbero mantenere la loro strategia attiva fino a quando non torna vincente, considerato che a loro tempo e capitali non mancano“.

Anche se è chiaro che la vendita allo scoperto, in alcuni casi, può essere considerata più rischiosa di altre strategie, sorprende il fatto che ora siano gruppi di piccoli azionisti a prendere di mira gli short seller.

Cosa può significare per le criptovalute

Il crescente numero di micro investitori che non si rivolgono a Wall Street per alimentare i rally in azioni come GameStop Inc., evidenzia un contesto positivo per Bitcoin, secondo Anthony Scaramucci di SkyBridge Capital.

Il fenomeno esemplifica la decentralizzazione finanziaria, l’idea alla base di Bitcoin“, ha affermato. “Gli smartphone e il trading a basso costo stanno democratizzando il business della gestione del denaro, un tempo insulare e altamente concentrato“, ha aggiunto. SkyBridge ha un’esposizione complessiva in Bitcoin di circa 385 milioni di dollari.

Quello che è successo con GameStop è una prova che Bitcoin può perfettamente funzionare“, ha detto Scaramucci in un’intervista. “Questo è l’inizio della finanza decentralizzata“.

Bitcoin, che è più che triplicato nell’ultimo anno e i sostenitori affermano che sta emergendo come un’alternativa all’oro per gli investitori che cercano di coprire i rischi come l’inflazione. I critici, invece, lo considerano “solo” una mania speculativa. La criptovaluta ha raggiunto un record all’inizio di gennaio di quasi 42.000 dollari, poi è tornata sotto i 30.000 dollari.

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Joint venture tra Beyond Meat e PepsiCo e il titolo vola il borsa

Beyond Meat e PepsiCo annunciano una joint venture per creare, produrre e commercializzare nuovi snack e bevande a base vegetale. Ancora non sono stati resi noti i termini finanziari della partnership, ma a meno di 24 ore dalla diffusione dell’accordo il titolo vola in borsa.

Le azioni di Beyond Meat (azienda produttrice di sostituti per la carne e prodotti caseari a base di vegetali nata nel 2009 con sede a Los Angeles), aumentano del 26% mentre la società collabora con PepsiCo, registrando il più grande guadagno in un giorno da quando han iniziato a fare trading nel 2019, mentre le azioni di Pepsi sono rimaste pressocchè invariate, aumentando di circa l’1%.

LEGGI ANCHE: Il burger vegetale di Beyond Meat sbarca in Italia e l’azienda progetta già nuovi prodotti

«Le proteine vegetali rappresentano per noi un’entusiasmante opportunità di crescita, una nuova frontiera nei nostri sforzi per costruire un sistema alimentare più sostenibile ed essere una forza positiva per le persone e il pianeta, soddisfacendo al contempo la domanda dei consumatori per un portafoglio ampliato di prodotti più nutrienti», sottolinea Ram Krishnan, Global Chief Commercial Officer di PepsiCo.

Beyond Meat controlla infatti circa il 13% di prodotti vegetali sostitutivi alla carne negli Stati Uniti, secondo le stime di Jefferies.

«PepsiCo rappresenta per noi il partner ideale in questa impresa entusiasmante, di portata e importanza globale», sottolinea Ethan Brown, CEO di Beyond Meat.

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Il mercato in crescita e gli obiettivi di sostenibilità della joint venture

Una joint venture all’insegna di una reciprocità di benefits: Beyond potrà sfruttare il sistema di distribuzione e l’esperienza di marketing di PepsiCo per il lancio di nuovi prodotti Beyond Meat, con accesso all’ampia linea di prodotti. Quest’ultima, invece, potrà approfondire i suoi investimenti nel settore a base vegetale, ampliando la partnership oltre alle bevande, anche alle linee Fritos, Cheetos e Tostitos, così come il manzo essiccato al Matador.

Un’opportunità per PepsiCo spinta verso obiettivi di sostenibilità: lo scorso anno, infatti, ha siglato l’impegno delle Nazioni Unite, con obiettivi di riduzione delle emissioni su base scientifica. Secondo il report 2019 dell’Onu, il sistema alimentare contribuirebbe al 37% delle emissioni di gas serra.

Un accordo che prende in considerazione anche i nuovi trend del mercato, con consumatori sempre più alla ricerca di alimenti sani e sostenibili. Gli hamburger, le salsicce e il pollo di Beyond Meat, a base di proteine dei piselli, sono venduti in tutto il mondo, inclusi Starbucks in Cina e Pizza Hut negli Stati Uniti.

Le vendite statunitensi di carne vegetale sono aumentate del 45% nell’ultimo anno. Le vendite di carne tradizionali sono aumentate del 19% nello stesso periodo, secondo NielsenIQ. Le vendite totali negli Stati Uniti di proteine vegetali, inclusi prodotti come latte di mandorle e uova vegetali, sono aumentate del 19% nell’ultimo anno, superando del 14% tutte le vendite di alimenti.

Un movimento azionario superiore alle effettive opportunità, secondo alcuni esperti di finanza, rispetto alle reali dimensioni del mercato di riferimento.

Le azioni di PepsiCo hanno un valore di mercato di 196 miliardi di dollari, mentre Beyond è valutata in 9,95 miliardi di dollari.

La joint venture sarà gestita da una società a responsabilità limitata chiamata The PLANeT.