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Instagram testa nuove funzioni per segnalare i post che non ci interessano

Instagram sta testando nuove impostazioni per consentire agli utenti di controllare il tipo di contenuti che vedono sulla piattaforma e segnalare i post che non ci interessano.

In un post sul blog, Meta afferma che i test includono la possibilità di selezionare più post e contrassegnarli con il pulsante “non interessato”, che dovrebbe segnalare all’app che un utente non vuole vedere contenuti simili. Attualmente gli utenti possono fare clic su un singolo post per contrassegnarlo, ma non c’è modo di farlo su larga scala.

post che non ci interessano su instagram

Eliminare i post che non ci interessano

Instagram inizierà presto a testare anche un modo in cui gli utenti potranno stilare un elenco di parole chiave, frasi, emoji e hashtag nei post consigliati a cui non sono interessati e che non vogliono vedere.

Anche TikTok ha lanciato una funzione simile basata su parole chiave a giugno e ha già dato agli utenti la possibilità di mettere “dislike” ai video per orientare l’algoritmo verso ciò che vogliono davvero vedere.

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I nuovi controlli su Instagram arrivano poco dopo che gli utenti hanno manifestato un consistente malcontento per i cambiamenti che si sono accumulati sulla piattaforma.

Oltre a un numero sempre crescente di visualizzazioni per il formato Reel nel feed, molti utenti di Instagram sono rimasti sconvolti dalla quantità di “contenuti consigliati” di account che non seguono. Sulla questione, il CEO di Meta Mark Zuckerberg ha però affermato che il numero di questi contenuti non potrà che aumentare in futuro.

Instagram offre già alcuni modi per personalizzare il proprio feed, come lo snoozing dei post suggeriti per 30 giorni e l’aggiunta di persone a un elenco di “Preferiti”, in modo che i post di quegli account non vengano seppelliti dalla quantità enorme di post suggeriti, ma Meta si sta concentrando maggiormente sulla scoperta per competere con TikTok e maggiori impostazioni nella sezione Esplora hanno senso per allenare al meglio l’algoritmo.

connessione satellitare su iPhone14

Apple potrebbe portare la connessione satellitare su iPhone14

Secondo l’analista di Apple Ming-Chi Kuo, l’azienda sta lavorando alla connessione satellitare su iPhone 14 e ha completato i test hardware per questa funzione prima della produzione di massa.

Kuo ha infatti affermato che Apple ha già dotato il nuovo modello del supporto hardware per la connessione satellitare su iPhone 14, ma se il device sarà effettivamente in grado di supportare le comunicazioni satellitari dipende dal fatto che Apple e gli operatori riescano a trovare un accordo sul modello di business.

La questione non è trascurabile perché in realtà, anche iPhone 13 dispone di hardware satellitare, ma la connettività non è stata implementata proprio perché il modello di business non era stato negoziato.

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connessione satellitare su iPhone14 - cosa sappiamo

La connessione satellitare su iPhone14

Secondo l’analista, è difficile prevedere precisamente quando iPhone offrirà servizi di comunicazione satellitare, ma l’opzione è in programma ed è prevedibile che i tempi non saranno troppo lunghi. Quando sarà implementata la connessione satellitare su iPhone14, la connettività sarà utilizzata per gli sms di emergenza e i servizi vocali.

Mark Gurman di Bloomberg ha affermato che gli utenti potranno utilizzarla per segnalare le emergenze alle autorità in aree prive di servizio cellulare e inviare brevi messaggi ai contatti in caso di emergenza.

La partnership con Globstar e la mossa di anticipo di Starlink

Secondo alcune indiscrezioni, Apple starebbe lavorando con Globalstar, e secondo Kuo è proprio questo l’operatore con cui è più probabile che Apple collabori. Tim Ferrar, consulente per le comunicazioni satellitari, ha dichiarato venerdì che si aspetta che Apple e Globalstar rendano l’accordo pubblico a breve.

La scorsa settimana T-Mobile e Starlink hanno annunciato un piano per fornire connettività agli smartphone ovunque negli Stati Uniti utilizzando un servizio “satellite-cellulare”, e la tempistica dell’annuncio potrebbe essere stata pianificata per anticipare l’annuncio di Apple relativo al satellite. Starlink e T-Mobile prevedono di lanciare una versione beta del servizio nel 2023, che probabilmente non richiederà l’acquisto di un iPhone 14.

tornare al lavoro senza stress

6 consigli per tornare al lavoro senza stress

Tornare al lavoro dopo una lunga pausa per le vacanze non è mai facile. Quest’anno le vacanze sono state diverse dal solito, considerate le restrizioni che hanno caratterizzato gli ultimi tempi.

Molte persone hanno deciso di viaggiare e visitare nuovi luoghi e paesi lontani, ma una grande fetta di persone ha aderito al trend chiamato “staycation”, trascorrendo le vacanze nella propria città ma in totale relax.

Indipendentemente da questa scelta, rimettersi in carreggiata può essere impegnativo e, in alcune occasioni, si può incorrere nel cosiddetto “post vacation blues”, uno stato d’animo di tristezza e sofferenza emotiva dovuto al rientro al lavoro e alle responsabilità.

Non si tratta di che tipo di ruolo si occupa o qual è la mansione svolta in azienda: la sindrome post vacanza può colpire tutti, anche se il tuo lavoro ti piace moltissimo. Ecco quindi alcuni consigli per un ritorno al lavoro ottimale.

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Tornare al lavoro: cos’è la sindrome post-vacanze

Conosciuta anche come “holiday blues“, la sindrome post-vacanze è uno stato d’animo negativo che si presenta dopo un periodo di emozioni intense. Alcuni dei principali sintomi della sindrome post-vacanze sono insonnia, scarsa energia, mancanza di concentrazione e ansia.

La sindrome post-vacanze può essere descritta come il risultato di un improvviso rilascio di ormoni dello stress dopo un evento importante, come un matrimonio o le vacanze.

Da un sondaggio è emerso che l’87% delle persone ha ammesso di essere in apprensione al momento del rientro al lavoro dopo le ferie. Ecco alcuni delle cause principali che motivano i risultati:

  • Tornare alla routine, 37%;
  • recuperare il lavoro arretrato, 31%;
  • il volume delle email non lette, 26%.

Queste cifre possono sembrare spaventose; tuttavia, la depressione post-vacanze può essere prevenuta attuando alcuni consigli specifici.

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6 consigli per un rientro al lavoro senza stress

È sempre una buona idea avere un piano per evitare l’opprimente sensazione di stress al rientro dalle vacanze. Ecco alcuni consigli efficaci per tornare al lavoro con le batterie cariche:

1. Stabilisci una lista di cose da fare prima di partire per le vacanze

È vero: bisognava pensarci prima, ma è un ottimo consiglio da tenere a mente per evitare lo stress alla prossima occasione. Prima di partire per le vacanze, è importante stabilire un ordine di priorità dei compiti da svolgere al rientro.

È fondamentale fare un elenco accurato ma bisogna evitare di creare una lista con centinaia di compiti, perché potrebbe aumentare i livelli di stress prima della partenza e complicare il distacco dal lavoro.

2. Ricomincia in modo soft almeno per la prima giornata

Tornare al lavoro con una giornata piena di riunioni può impedire di portare avanti i compiti accumulati durante l’assenza. Bloccare il calendario per il rientro ti aiuta a dare un’occhiata generale a ciò che è successo durante la tua assenza, a organizzare un piano d’azione e a stabilire le priorità dei compiti.

3. Pianifica una strategia per le email

consigli per rientrare al lavoro

Le email sono lo strumento di comunicazione predominante per le aziende. Secondo Statista, entro il 2025 saranno inviate e ricevute 376 miliardi di e-mail in tutto il mondo.

Un consiglio essenziale è quello di evitare di stressarsi per la quantità di email ricevute durante l’assenza, perché nell’inbox potrebbe esserci davvero di tutto: annunci, flussi di conversazioni infinite o spam. Il modo migliore per esaminarle è invece organizzarle categorizzandole e dividendole per compiti e priorità; in questo modo si avrà un quadro migliore della casella di posta senza annegare nei numeri.

4. Interagisci con i colleghi

Anche se il carico di lavoro può essere elevato, un modo eccellente per staccare la spina per un paio di minuti è fare una pausa caffè con i colleghi. Parlare di vacanze, esperienze e aneddoti aiuta a ridurre i livelli di stress e ad aggiornarsi su ciò che accade nell’organizzazione.

La comunicazione nel team ha un impatto positivo sul luogo di lavoro: una conversazione con i colleghi può rendere più sopportabile la prima settimana dopo le vacanze.

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5. Non esagerare: tornare al lavoro non vuol dire dover fare tutto subito

Dopo un’assenza, è facile pensare che per recuperare sia necessario prolungare l’orario di lavoro. Tuttavia, questa attitudine può portare a un ulteriore stress e molto probabilmente avrà un impatto negativo sulla produttività a lungo termine, anche se si ha la sensazione di fare di più nel breve periodo.

Le ferie sono una parte importante dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. Per questo motivo, è necessario eliminare qualsiasi senso di colpa per il fatto di essersi presi delle ferie ed evitare di sovraccaricarsi di lavoro al rientro per mantenere il più a lungo possibile l’energia positiva accumulata durante le vacanze.

È qui che entra in gioco il lavoro di squadra; tutte i team devono essere in grado di andare avanti nonostante l’assenza di alcune persone in diversi periodi dell’anno. Assicurarsi di avere un piano per delegare i compiti e far avanzare i progetti mentre si è lontani può aiutare a mitigare la necessità di sforzi supplementari al ritorno.

6. Dai priorità alla cura di te stesso

Il ritorno alla routine quotidiana può facilitare il processo di adattamento al rientro al lavoro. Cerca di tornare a casa dalle vacanze un paio di giorni prima di ricominciare a lavorare; questo ti permetterà di avere un po’ di tempo per completare le attività quotidiane come la spesa o le pulizie di casa. Immagin di arrivare a casa la domenica sera, senza cibo in frigo, con una casa disorganizzata e di doverti svegliare presto la mattina per andare al lavoro: sembra stressante, vero?

Invece organizza un aperitivo con gli amici, sistema e goditi la casa, fai una bella passeggiata o una sessione di yoga, cerca di svegliarti presto per riadattare le vostre ore di sonno e riprendi a seguire una dieta sana. Questi piccoli trucchi possono aiutare a facilitare il processo di ritorno alla routine.

Horizon di Meta

Tegola sul Metaverso: il vice presidente di Horizon di Meta lascia la società

Il capo della piattaforma di realtà virtuale Horizon di Meta , la principale porta d’accesso al metaverso che l’azienda sta costruendo con miliardi di dollari, lascia il suo incarico per una nuova opportunità, secondo quanto dichiarato a Reuters.

Un portavoce di Meta ha confermato la partenza del vicepresidente Vivek Sharma e ha detto che il suo team riferirà direttamente a Vishal Shah, vicepresidente del Metaverse. Sharma non ha voluto approfondire con ulteriori motivazioni.

Il vice presidente Horizon di Meta lascia la società

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Di cosa si occupa Sharma in Horizon di Meta

Sharma è stato fino ad ora responsabile dello sviluppo dell’ambiente virtuale immersivo che gli utenti sperimentano all’interno del metaverso di Meta, accessibile principalmente tramite i dispositivi di realtà virtuale dell’azienda, come i visori Oculus.

Sebbene il business associato ai mondi virtuali dell’azienda sia ancora in fase nascente, l’obiettivo è quello di rendere questi mondi il luogo principale in cui i marchi e gli sviluppatori di terze parti possano raggiungere la base di utenti di Meta. Alla base del successo, naturalmente, c’è il presupposto che il metaverso decolli diventando mainstream.

Tra le piattaforme create dal team di Sharma ci sono Horizon Worlds, una vasta piattaforma di costruzione di mondi VR, e Horizon Venues, incentrata sugli eventi virtuali e già disponibile anche in Italia.

Horizon Workrooms, è invece una tecnologia per conferenze virtuali rivolta ai clienti aziendali, è gestita dalla divisione “casa e lavoro” di Meta, focalizzata sulle imprese.

La partenza di Sharma arriva a seguito di un episodio imbarazzante per Meta che ha coinvolto Horizon Worlds, in cui i critici hanno deriso la qualità grafica dell’avatar dell’amministratore delegato Mark Zuckerberg che aveva postato uno screenshot su Facebook scatenando immediatamente critiche e ironia e sollevando anche diverse perplessità sullo stato di maturità del progetto. Il post era però particolarmente rilevante per l’annuncio dell’apertura del mondo virtuale della corporate di Facebook in Spagna e Francia; l’ingresso in Europa di Horizon Worlds è infatti attesissimo.

Giorni dopo, Zuckerberg ha poi pubblicato una seconda immagine che mostra un avatar più sofisticato e un mondo virtuale decisamente più elaborato. Ha ammesso francamente che l’immagine precedente era “piuttosto elementare” e ha promesso “importanti aggiornamenti a Horizon e alla grafica degli avatar in arrivo“.

Sharma, che lavora per Meta da più di cinque anni, è stata in precedenza vicepresidente dei prodotti per Facebook Gaming e Facebook Marketplace.

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pubblicità su Netflix

In arrivo la pubblicità su Netflix: prezzi in calo e catalogo ridotto

Prepariamoci per l’arrivo della pubblicità su Netflix. Secondo un report di Bloomberg pubblicato nel fine settimana, l’abbonamento di Netflix con contenuti pubblicitari potrebbe costare da 7 a 9 dollari al mese. Per fare un confronto, negli Stati Uniti il servizio di streaming offre un piano base a schermo singolo per 9,99 dollari al mese, mentre il piano più venduto, che offre lo streaming full HD su due schermi, costa 15,99 dollari al mese.

Come sarà la pubblicità su Netflix

Il rapporto di Bloomberg ha sottolineato che Netflix prevede di mostrare circa quattro minuti di pubblicità per  ogni ora di programmazione, una quantità comunque pari o inferiore a quella dei suoi concorrenti. Il rapporto afferma inoltre che la società potrebbe mostrare annunci pubblicitari prima e durante uno spettacolo, ma non mostrerà nulla dopo la fine di un episodio.

Ad aprile, il gigante dello streaming aveva dichiarato di prevedere l’uscita dell’abbonamento ad-supported nel 2023. Da allora, diverse fonti hanno sottolineato che l’azienda potrebbe lanciare questo piano entro la fine dell’anno in almeno una mezza dozzina di mercati nell’ultimo trimestre del 2022.

pubblicità su Netflix - 2

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Pubblicità su Netflix: cosa cambia con il piano ad-fueled

Durante la recente conferenza stampa sugli utili, Netflix ha confermato che gli utenti che si abboneranno al piano ad-supported non avranno inizialmente accesso a tutto il catalogo, cosa che potrebbe dipendere dai suoi accordi di licenza con diversi studios. Recenti informazioni hanno anche rivelato che Netflix potrebbe consentire la visione offline del contenuti anche in questo nuovo tipo di piano.

Bloomberg ha anche suggerito che Netflix potrebbe non inserire pubblicità nei contenuti dedicati ai bambini, anche nel piano ad-supported e nella sua programmazione cinematografica originale.

Il gigante dello streaming sta cercando di raccogliere più utenti sperimentando piani più economici, come quelli per soli cellulari disponibili in India, Malesia, Nigeria, Kenya e Sudafrica.

Tuttavia, il piano ad-supported potrebbe diventare disponibile a livello globale dopo il lancio. Le stime indicano che gli annunci pubblicitari su Netflix genereranno entrate per 8,5 miliardi di dollari entro il 2027. Uno studio pubblicato a maggio da Digital TV Research suggerisce che il mercato globale dei video on demand supportati da pubblicità (AVOD) crescerà fino a 70 miliardi di dollari entro il 2027, con gli Stati Uniti che genereranno 31 miliardi di dollari.

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Anche Disney+ e Warner Bros. puntano sulla pubblicità

Netflix non è l’unico servizio di streaming che intende affidarsi a un piano di supporto pubblicitario per espandere la propria base di utenti. A marzo, Disney+ ha confermato l’intenzione di introdurre un sistema simile entro la fine dell’anno.

Durante la presentazione degli utili per il secondo trimestre del 2022, anche Warner Bros. Discovery ha dichiarato che sta esplorando un piano di supporto pubblicitario per il nuovo servizio creato dalla fusione di HBO Max e Discovery+ il cui lancio è previsto per il 2023.

brand purpose

Perché il Brand Purpose non è un semplice badge da appuntarsi

Il Brand Purpose è la ragione per cui un brand esiste oltre che per il semplice scopo di fare soldi.

L’umanizzazione dei rapporti fra brand e consumatori sempre più consapevoli ha segnato un passaggio di stato nel modo di concepire il ruolo delle aziende. E il “perché” queste agiscono nel mercato.

Perché parliamo di Brand Purpose

Sempre più persone percepiscono il Brand Purpose come un fattore decisivo quando si tratta di acquistare un prodotto o servizio.

L’Earned Brand Study 2017 condotto da Edelman ha rilevato che il 50% delle persone in tutto il mondo afferma di farsi guidare dai valori del brand per le proprie scelte di consumo.

Il 67% afferma di acquistare i prodotti o i servizi di un brand perché è d’accordo con la sua posizione in merito a un argomento specifico.

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Perché è importante per noi

Se le aziende di tutto il mondo continuano a lottare per differenziarsi in settori sempre più sovraffollati, un brand orientato al purpose riesce a guadagnarsi la fiducia dei propri clienti.

Un forte Brand Purpose consolida il posizionamento di un’azienda nel mercato e ne condiziona il suo successo economico.

I tempi in cui le organizzazioni puntavano su fattori come prodotto, servizi e visibilità per collocarsi nel mercato, sono finiti. Sebbene continui ad essere importante, la Unique Selling Proposition non è più il l’ago della bilancia che fa breccia sulle scelte delle persone.

brand purpose ninja marketing

Cosa c’è da sapere

Investire per creare una forte connessione diretta con il pubblico e dare loro uno scopo fondamentale per cui entrare in connessione con il brand è imprescindibile.

I valori insiti nel brand definiscono l’anima dell’organizzazione. Ciò genera coinvolgimento emotivo sul pubblico di riferimento grazie alla condivisione di convinzioni, tematiche rilevanti, soluzioni e risposte ad argomenti etici.

Il Brand Purpose convince le persone a fidarsi e relazionarsi con l’azienda e garantisce che i fan perdonino le sue debolezze, trasformandosi in veri e propri Ambassador.

Ninja Upshot

Il Brand Purpose non è semplicemente un badge di cui le aziende possono fregiarsi per avere un aspetto migliore agli occhi delle persone.

Deve piuttosto essere una naturale e autentica manifestazione dei principi fondamentali dell’organizzazione che coincide con quanto il pubblico di destinazione ricerca in un marchio.

In definitiva, dovrebbe dimostrare un desiderio genuino di impegno sociale connesso ai sui valori principali.

mike winkelmann beeple collage NFT

NFT e Storytelling: casi e storie di successo direttamente dai brand

Il Metaverso ha aperto i battenti. Affermazione quanto mai pleonastica e, quasi certamente, anacronistica visto che le nuove piazze virtuali hanno destato notevole attenzione da parte di brand e aziende che hanno acquistato i propri biglietti per ‘Marte’ e hanno intrapreso il proprio viaggio.

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Pionieri o coraggiosi avventurieri? Ai posteri l’ardua sentenza. Ciò che è certo è che nessuno tra i principali brand di lusso ha voluto perdere l’occasione di ottenere visibilità in queste sconfinate virtual lands. Pena? L’esclusione da spazi in cui Millennial e GenZ sono pronti a vivere esperienze immersive. Inizia la corsa per accaparrarsi angoli di ribalta in pieno effetto FOMO (Fear Of Missing Out).

Sia chiaro: il Metaverso ormai ha inglobato nella sua rete anche altri settori che non gravitano attorno al lifestyle. Anche arte e cultura sono pronti a fare il loro ingresso trionfale nello spazio più ambito del secolo.

NFT e Storytelling: Flagshipstore e virtual lands

eMarketer offre una stima interessante: circa 42 trilioni di dollari a fine 2022 è il traguardo che raggiungerà il mercato globale dell’eCommerce.

Per questo motivo i grandi player del lifestyle e del fashion si stanno adoperando per lanciare collezioni reali e virtuali. Pullulano, dunque, i flaghsip store nei Metaverse Fashion District di importanti brand di moda e di lusso.

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Qualche numero? Circa 1,4 milioni di dollari è l’investimento di Philippe Plein – noto brand elvetico – nel Metaverso. L’acquisto di angoli virtuali è legato all’ambizioso progetto di costruzione di Plein Plaza.

Un’impennata senza precedenti nel mondo delle tecnologie digitali che ha dato vita addirittura alla prima Metaverse Fashion Week: appuntamento in cui solo i brand più avventurosi possono partecipare. Come nasce il mito degli NFT? 

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NFT e Storytelling: il fenomeno Winkelmann

La gloria degli NFT affiora quando Mike Winkelmann – noto come Beeple – ha venduto tramite la nota casa d’aste Christie’s un collage di circa 50.000 immagini in formato jpeg alla modica cifra di 69,3 milioni di dollari.

Per la prima volta la casa d’aste ha concesso all’aggiudicatario dell’opera di pagare mediante moneta digitale. Un altro momento topico a cui si fa coincidere la notorietà degli NFT è la vendita all’asta, da parte di Jack Dorsey, del primo tweet di 15 anni fa.

Anche in questo caso la cifra supera di gran lunga i sei zeri. Pensiero comune è che gli NFT rappresentano un fortino di esperienze sociali esclusive e coinvolgenti assurgendo a vere e proprie opere da collezionare, passando per l’esaltazione della storia di marchi e aziende.

È innegabile, dunque che gli NFT rappresentino una nuova dimensione in ambito digital tutta da scoprire aprendo, al contempo, le porte a sperimentazioni davvero incredibili anche in tema di storytelling aziendale. 

Elogio al pop di Wharol: NFT di Campbell’s

Campbell’s, nota azienda conserviera statunitense – ha lavorato al lancio di una nuova etichetta e in collaborazione con l’artista Sophia Chang ha messo a punto una nuova linea NFT volta a celebrare le modifiche all’iconica etichetta bianco-rossa della famosa zuppa: un vero e proprio elogio della serie ‘Campbell’s Soup Cans di Andy Warhol che si è radicata nell’arte e nella cultura pop’.

Millennials e GenZ alla ricerca del lusso nel Metaverso

Nell’ambito del sistema luxury sono molteplici i brand di lusso che hanno intrapreso il viaggio nella realtà virtuale.

Emblematico il caso di Balenciaga. Dopo l’esperienza del lancio di Afterworld: The Age of Tomorrow, all’interno del quale è stata presentata la collezione autunno inverno 2021 in partnership con Fortnite il marchio ha deciso di affrontare l’ingresso nel Metaverso: i giocatori hanno acquistato skins Balenciaga tra cui felpe e cappelli per i loro avatar. Il lancio delle stesse nel mercato fisico ha aumentato l’hype attorno alla community. Non è l’unico brand ad affrontare il Metaverso.

Anche Louis Vuitton in occasione del 200esimo anniversario ha collaborato con Beeple costruendo 30 NFT all’interno del gioco. Gucci ha creato il suo Gucci Vault, concept store in cui gli avatar possono inserire oggetti di second-hand rimessi a nuovo. Bulgari, invece, farà il suo ingresso nel metaverso attraverso la fortunata collaborazione con Experiency, tech studio specializzato in design esperienziale, attraverso cui la maison di alta gioielleria vuole restituire un’immagine nuova della gloriosa Roma: tra scenari futuristici raccontare il valore e la storia di gioielli senza tempo.

Macchine spaziali: Space Time Memory di Lamborghini

Le aziende, progressivamente, si stanno avviando verso il mondo degli NFT. Un esempio arriva dal mondo Lamborghini che ha lanciato in orbita il suo Space Time Memory realizzato dall’artista Fabian Oefner.

Il lavoro – fa sapere l’artista dal suo stesso profilo Instagram – è iniziato a partire dalla composizione della fotografia alla base dell’NFT traendo ispirazione dal Razzo Saturn V che decollava nel 1969 per le missioni Apollo verso la luna e dalla statua di Nike di Samotracia visitabile al Louvre.

Una magistrale metafora che insieme agli altri NFT citati segnala come il racconto non conosca spazio sottraendosi alle catene e alle ingiurie del tempo.

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NFT: pro e contro di un trend che rischia di trasformarsi in bolla

In questa epoca dove tutto è con o senza etichette, dove nasce un trend al giorno e ne muore un altro con la stessa rapidità. Nella fase in cui la pandemia ci ha reso tutti più “digitali” e meno analogici, il Metaverso entra a capofitto nelle nostre vite, con il suo mondo virtualmente parallelo, insieme a tutti gli NFT con la loro rarità e applicabilità.

Christie’s, una delle case d’asta più tradizionali e storiche d’Europa si è resa protagonista delle due vendite NFT pionieristiche della storia con l’opera di Pebble. Si tratta della prima in assoluto venduta sul mercato nel marzo 2021, e con quella recentemente battuta all’asta per 69.300 dollari di Skygolpe. Dello stesso filone, Hyundai lancia in NFT un pacchetto di optional e gadget per i suoi acquirenti targettizzando un nuovo pubblico più giovane.

Tutti indizi che intendono affermare che gli NFT sono destinati a restare, così anche i più conservatori se ne devono fare una ragione. Ma è veramente così importante? Partiamo dalla definizione.

Gli NFT, acronimo di Non Fungible Token, sono a tutti gli effetti certificati digitali che attribuiscono ad un’opera, un’immagine o un personaggio di un videogioco, la proprietà da parte di un soggetto ben definito, proprietà che viene acquistata e scambiata usando criptovalute. Più il soggetto è raro, più il suo NFT avrà un valore economico rilevante.

Il paradigma diventa, quindi, legato al possesso di un bene e non al bene stesso.

NFT sì o no, il grande dilemma

Basta attivare Google Trend per capire che “NFT” è tra i trend mondiali, ma concentrato tra pochi Paesi: Cina, Hong Kong e Singapore compongono il podio in cui l’acronimo rappresenta uno dei maggiori trend di ricerca con circa 20.000 ricerche mensili per milione di abitanti.

In Europa, il trend registrato è disomogeneo, con Stati anti-NFT come il caso polacco o pro-NFT se si parla del Montenegro; picchi estremi che vedono tra loro ricerche più o meno frequenti a tema.

Questa diversità è, probabilmente, legata alla storia che hanno vissuto e incarnano i due continenti, il cosiddetto vecchio continente ancora molto legato alla visione analogica e materiale del possesso e dove anche la diffusione di tecnologia “avanzata” è ancora agli albori; in contrasto con un continente che ha fatto dell’innovazione tecnologica la sua forza nel mondo e, in cui, novità come queste non possono che arrivare per prime.

Ma ora analizziamo, come si fa nei migliori casi, i pro e i contro dei tanto chiacchierati NFT.

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Perché NFT sì

  • Sono democratici. In un mondo, come quello post pandemico, in cui i rapporti sociali sono ridotti al minimo, avere un ambiente, seppure digitale, in cui ogni possessore di NFT è uguale ad un altro, con lo stesso potere decisionale o di discussione è un vantaggio. Anzi rappresenta uno dei modi più concreti oggi di sentirsi parte di un gruppo o di una “community” che dir si voglia
  • Creano interazione. Per i brand che vogliono abbracciare il mondo NFT la possibilità di creare un rapporto esclusivo con i propri clienti, tramite release dedicate o pacchetti speciali, è sempre più rilevante. Si ha quindi la possibilità di fornire del valore aggiunto ai propri clienti
  • Rappresentano un nuovo tipo di investimento. Portando con sé il titolo di una proprietà, possono aumentare o diminuire il loro valore nel tempo o in relazione alla rarità di quello che rappresentano; quindi, oltre che una rendita, possono confluire nel capitale di una azienda
  • Definiscono in modo univoco ed inequivocabile un titolo di proprietà grazie alla loro registrazione in blockchain
  • Donano valore al creatore del contenuto: pago per avere una tua opera, sei un’artista concretamente valorizzato. Il concetto della fruizione gratuita o freemium va a decadere.

Ma ora, perché NFT no?

  • Non è vero che sono a numero limitato, nessuno ti impedisce, e ci sono piattaforme dedicate, di creare degli NFT nuovi da immettere sul mercato, con il problema del copyright per l’acquirente: certo tu “possiedi” l’opera che acquisti, ma il copyright dell’opera rimane in capo al suo creatore che potrebbe replicarla quando vuole
  • La blockchain non è ancora di comune utilizzo e, quindi, l’archiviazione dell’NFT non è completamente al sicuro: non è detto che l’algoritmo-magazzino del tuo certificato sia eterno. Il rischio che improvvisamente scompaia esiste.
  • Anti-Green. Minare e tenere in vita intere stringhe scritte in blockchain costa energia e capitali importanti per i minatori, con un conseguente impatto ambientale molto rilevante.
  • Tutto in poche mani. Il sistema di creazione di NFT e di blockchain oggi è per il 70% localizzato in Cina, senza una vera decentralizzazione del sistema il punto 1 dei vantaggi, la democraticità, potrebbe venire meno.

Gli NFT più chiacchierati e cercati sul web

Axie Infinity e Decentraland, in assoluto gli NFT più popolari con una diffusione, del primo, in 112 Paesi al mondo e il secondo quello il più ricercato in 43 Stati. Vediamo una carrellata di NFT popolari, così da avere un quadro completo.

Partiamo da:

  • Axie Infinity è il gioco più famoso online quando si parla di NFT e cryptovalute, AXS è tra le prime 50 crypto capitalizzate sul mercato ed è solo una delle due del gioco, quella utile a comprare Axie o terreni, l’altra, Smooth Love Potion, attesta più un “riconoscimento” di potere e si ottiene sconfiggendo l’avversario in battaglia.
    Durante il gioco, il giocatore, può guadagnare AXS sbloccando livelli o vincendo battaglie e li può sia riutilizzare nel gioco che convertirli in denaro corrente, secondo il modello Play-to-Earn.
    Cosa c’entrano, però, gli NFT? Ogni Axie è un NFT. Un Axie è una sorta di animaletto da combattimento le cui sembianze sono composte da combinazioni di algoritmi, combinazioni infinite che creano, così, NFT unici infiniti.
    AXS è stato distribuito a giugno 2020 e, oggi, la fornitura totale di AXS è pari a 270 milioni di AXS, di cui sono attualmente in circolazione 60 milioni di token, ma entro il 2026 saranno tutti sul mercato.
  • Decentraland, invece, è strettamente connessa al Metaverso e ha come protagonisti tanti piccoli avatar umani impegnati nella compravendita di terreni attraverso la sua crypto nativa MANA.
    Gli NFT di Decentraland sono i Land, ossia gli spazi che gli utenti possono acquistare e vendere nella piattaforma.
    Ci sono a disposizione circa 2 miliardi di MANA, di cui, oggi, solo la metà circa è in circolazione.

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Passiamo poi a Bored Ape Yacht Club, la collezione composta da 10.000 NFT unici di immagini di scimmie con caratteristiche tutte diverse tra loro.
Il loro successo è stato così dirompente che oggi sono disponibili solo da reselling con un prezzo a partire da 380 dollari cadauno.

Chi possiede le Bored Ape, non solo ha in mano uno strumento di investimento, ma ha accesso a contenuti limited edition, come accessori o animali domestici per la sua scimmia, oltre che a una prelazione su nuove release di Bored Ape.
Il futuro riserva la nascita di un proprio Metaverso, con la raccolta di circa 460 milioni di dollari per la sua creazione.

Chiudiamo con OpenSea, che più che NFT in sé, è la piattaforma che permette ai content creator di creare il loro NFT.
Coniare, comprare, vendere e visualizzare NFT ecco a cosa serve OpenSea.
Dopo uno scandalo che l’ha vista protagonista nel 2021, nel 2022 si è assicurata finanziamenti per 300 milioni di dollari che hanno portato la sua valutazione a oltre 13 miliardi di dollari

Staking NFT, cos’è e a cosa serve

Staking NFT, di cosa si tratta? Per Staking NFT si intende la politica per il quale si sta bloccando la vendita e lo scambio di un NFT su una porzione di blockchain, NFT sbloccabile solo in seguito al pagamento di una sorta di ricompensa, anche più alta del valore stesso dell’NFT.

Lo Staking NFT, quindi, porta del reddito passivo al possessore del certificato, in quanto, come in tutti i migliori mercati, riducendo la disponibilità di un prodotto ne aumenta il valore e bloccando degli NFT, gli utenti possono ricevere delle ricompense in base a un rendimento percentuale annuo (APY) e al numero di NFT in Staking.

La pratica di Staking aumenta quindi le rendite andando a contrastare comunque i problemi ambientali di minare nuovi NFT.

Un altro modo di vedere lo Staking NFT è quello dell’asta o della scommessa, chi possiede crypto da investire le investe in tavoli in cui sono presenti NFT bloccati, la maggior offerta avrà, probabilmente, i diritto di proprietà. Le Crypto su ogni tavolo possono essere disinvestiti all’occorrenza e le piattaforme di staking danno ai diversi puntatori delle ricompense giornaliere.

Axie Infinity è una piattaforma che ha il suo canale di Staking con gli animaletti da collezione.