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brand purpose

Perché il Brand Purpose non è un semplice badge da appuntarsi

Il Brand Purpose è la ragione per cui un brand esiste oltre che per il semplice scopo di fare soldi.

L’umanizzazione dei rapporti fra brand e consumatori sempre più consapevoli ha segnato un passaggio di stato nel modo di concepire il ruolo delle aziende. E il “perché” queste agiscono nel mercato.

Perché parliamo di Brand Purpose

Sempre più persone percepiscono il Brand Purpose come un fattore decisivo quando si tratta di acquistare un prodotto o servizio.

L’Earned Brand Study 2017 condotto da Edelman ha rilevato che il 50% delle persone in tutto il mondo afferma di farsi guidare dai valori del brand per le proprie scelte di consumo.

Il 67% afferma di acquistare i prodotti o i servizi di un brand perché è d’accordo con la sua posizione in merito a un argomento specifico.

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Perché è importante per noi

Se le aziende di tutto il mondo continuano a lottare per differenziarsi in settori sempre più sovraffollati, un brand orientato al purpose riesce a guadagnarsi la fiducia dei propri clienti.

Un forte Brand Purpose consolida il posizionamento di un’azienda nel mercato e ne condiziona il suo successo economico.

I tempi in cui le organizzazioni puntavano su fattori come prodotto, servizi e visibilità per collocarsi nel mercato, sono finiti. Sebbene continui ad essere importante, la Unique Selling Proposition non è più il l’ago della bilancia che fa breccia sulle scelte delle persone.

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Cosa c’è da sapere

Investire per creare una forte connessione diretta con il pubblico e dare loro uno scopo fondamentale per cui entrare in connessione con il brand è imprescindibile.

I valori insiti nel brand definiscono l’anima dell’organizzazione. Ciò genera coinvolgimento emotivo sul pubblico di riferimento grazie alla condivisione di convinzioni, tematiche rilevanti, soluzioni e risposte ad argomenti etici.

Il Brand Purpose convince le persone a fidarsi e relazionarsi con l’azienda e garantisce che i fan perdonino le sue debolezze, trasformandosi in veri e propri Ambassador.

Ninja Upshot

Il Brand Purpose non è semplicemente un badge di cui le aziende possono fregiarsi per avere un aspetto migliore agli occhi delle persone.

Deve piuttosto essere una naturale e autentica manifestazione dei principi fondamentali dell’organizzazione che coincide con quanto il pubblico di destinazione ricerca in un marchio.

In definitiva, dovrebbe dimostrare un desiderio genuino di impegno sociale connesso ai sui valori principali.

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Social Media Marketing: come farlo nel 2023

Cosa è cambiato nel Social Media Marketing per il 2023? Il marketing online è iniziato sul finire degli anni ’90 con il marketing di ricerca, spingendo i brand a creare siti Web per stabilire una presenza online. Con l’evoluzione dei motori di ricerca Google, Yahoo e MSN, le aziende si sono rivolte a strategie SEO per rimanere in cima ai risultati di ricerca.

Introduzione: la rivoluzione dell’inbound marketing

Quando i siti web 2.0, in particolare i blog, sono aumentati di popolarità, i marketer hanno iniziato a riconoscere il potenziale del content marketing. L’outbound marketing, basato sull’esposizione di un messaggio pubblicitario a pubblico vasto e generico, inizia a lasciare spazio all’inbound marketing, con cui si cerca di offrire un vantaggio specifico a un segmento di utenti designato.

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Nel 2003-2004, il lancio di piattaforme social media come LinkedIn, MySpace, Facebook e Flickr ha il duplice effetto di attirare in massa i netzien già attivi, come i gamer, e di incentivare la connessione di nuove persone alla Rete, risvegliando di conseguenza l’interesse delle aziende.

Negli anni successivi, l’atteggiamento favorevole del cliente nei confronti del social media marketing ha definitivamente orientato il marketing aziendale dal marketing outbound, più aggressivo e proattivo, verso marketing inbound, più reattivo.

Questo perché il game changer introdotto dai social media (applicazioni che permettono lo scambio e la creazione user generated content) è stato quello di favorire la creazione di social network (persone che decidono di costruire una community intorno a interessi condivisi) dove la comunicazione tra persone avviene alla pari, dando però ai brand la possibilità di intervenire.

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Inoltre, sin dai primi esempi di social media, ossia le piattaforme blog, le comunità di individui tendono ad auto-segmentarsi in nicchie con interessi specifici, fermo restando che ognuna di esse è solo una parte di un utente.

I social media sono quindi un ecosistema in espansione di siti Web, applicazioni, piattaforme e dispositivi elettronici che consentono alle persone di conversare e comunicare reciprocamente. È una galassia digitale in cui gli utenti creano comunità online per condividere informazioni, scambiare idee e far circolare messaggi personali.

Per utilizzare al meglio queste possibilità di comunicazione personalizzata è nato il Social Media Marketing.

Cos’è il Social Media Marketing e quali sfide propone nel 2023

Definizione

Il Social Media Marketing è il processo di creazione di contenuti su misura per le piattaforme social media, allo scopo di promuovere un marchio e stimolare il coinvolgimento degli utenti.

Le diverse piattaforme, al di là delle meccaniche di fruizione, sono accomunate da alcuni vantaggi offerti alle aziende che decidono di investirvi.

Ecco cinque nuove prospettive offerte dai social network alle aziende.

1. Il marketing dei dati

Con la scoperta del potere dei dati, le aziende hanno raggiunto la possibilità di modulare la comunicazione in un modo del tutto impensabile fino all’inizio degli anni 2000.

Attraverso le attività in organico (nelle pagine aziendali) e gli annunci sui social media, i dati sono ampiamente disponibili, spesso direttamente nelle piattaforme grazie a delle analitiche dedicate. Invece di limitarsi a profilare i desideri dei clienti o perché vorrebbero acquistare un prodotto, le aziende possono ottenere analisi storiche su dati di terzi i propri (first party data) su ciò che i loro clienti stanno cercando, cosa li ha spinti a effettuare l’acquisto finale, le ragioni dietro al successo di un annuncio (conversioni) e così via.

Un’azienda potrebbe raccogliere ogni dettaglio dei suoi clienti, che si tratti di entrate, abitudini di acquisto, preferenze, antipatie, desideri e quant’altro. Questo approccio genuino al marketing consente alle aziende di indirizzare il proprio pubblico in modo molto specifico e di vendere prodotti o servizi che i loro clienti vorrebbero.

Il paradosso attuale è che spesso le aziende hanno/avrebbero ampia disponibilità di dati ma non sanno come organizzarli e interpretarli.

sociale media marketing analisi dei dati

2. L’utilizzo dei social media per raggiungere gli obiettivi di marketing

I social media sono una piattaforma eccellente per le aziende di tutti i tipi per aumentare la consapevolezza (awareness) del marchio tra un pubblico mirato. Avere una presenza online significa un modo più semplice e veloce per farsi conoscere nel competitivo mercato aziendale.

L’esecuzione di campagne e annunci mirati velocizza il processo di crescita della notorietà aziendale e consente a un nuovo gruppo di clienti di scoprire il marchio.

La mossa successiva è mantenere i clienti attuali e nuovi coinvolti attraverso contenuti di tendenza e post di nurturing che consentano di costruire gradualmente una relazione con i consumatori.

In particolare, numerose ricerche dimostrano che è più probabile che i clienti siano fedeli a un marchio se il marchio sostiene una causa in cui credono: l’importanza della condivisione di valori tra aziende e consumatori (e lavoratori) è un elemento molto attuale nel 2023.

Al contempo, per veicolare la comunicazione aziendale si è ormai affermato l’uso non solo di campagne (o challenge), omaggi e concorsi, ma altresì l’uso di influencer e creator, che sono l’incarnazione più attuale e credibile dei vecchi “testimonial”, con il vantaggio di utilizzare i propri canali e la propria fanbase a supporto del brand che sceglie di collaborare con loro.

3. Accesso al mercato globale

Un piccolo negozio non è più conosciuto solo dalla gente del posto di quella specifica area o regione. Attraverso l’aiuto dei social media, una piccola impresa può essere conosciuta da persone di diverse parti del mondo senza dover spendere ingenti somme di denaro.

La loro pubblicità non conoscerebbe confini di aspetti locali o internazionali. Questo è un privilegio che ora è disponibile per ogni azienda che una volta era possibile solo per le aziende di maggior successo.

Il punto diventa quindi non più “espandersi”, ma farlo consapevolmente scegliendo tra molte più opzioni che in passato. Un esempio su tutti: aprire un nuovo punto vendita, creare un e-commerce, puntare su Amazon o stringere un accordo con una GDO straniera possono essere tutte alternative potenzialmente valide per un produttore di pasta.

4. L’aumento dell’eCommerce

La forte dipendenza dei consumatori dai social media li ha portati a rivolgersi a strutture di eCommerce ampiamente disponibili online.

Ora i clienti possono semplicemente scorrere i prodotti e acquistare i loro normali generi alimentari mentre sono a letto. La comodità dello shopping online ha cambiato il modo in cui i consumatori vedono le aziende. Un’impresa potrebbe operare sia nei negozi fisici che online.

Grazie ai margini di spedizione in tutto il mondo, le aziende ora hanno un flusso più ampio della base di clienti che non avrebbero potuto ottenere altrimenti.

Come considerato nel punto precedente, anche aprire un eCommerce non è una panacea, ma una scelta imprenditoriale ponderata.

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5. Servizio clienti affidabile

Il servizio clienti è sempre stato una parte importante di un’azienda che ha aiutato i clienti a rimanere in contatto in caso di domande o esigenze relative a prodotti o servizi.

Avere un servizio clienti che risponde rapidamente e cerca di risolvere i problemi a un livello soddisfacente è ciò che spinge i clienti a riacquistare e ad essere fedeli al marchio.

I consumatori fanno molto affidamento sui social media per ottenere il servizio clienti in pochi minuti a qualsiasi ora del giorno.

Il servizio clienti non è stato così facile in passato. Avrebbero dovuto scrivere lunghe e-mail, cercare di raggiungere le linee di assistenza dei clienti o inviare moduli da cui potrebbero non ricevere più risposte. Tutti i problemi sono stati eliminati ed è stato sostituito con una semplice soluzione di chattare su Facebook o lasciare un messaggio su WhatsApp.

Il customer care è uno snodo centrale nella crescita aziendale. Da un lato “Internet non dimentica”, per cui errori e superficialità sono più facilmente evidenziati da numerosi servizi di recensioni e feedback offerti da terzi. Dall’altro il costo di retention di un cliente è generalmente molto inferiore di quello di acquisizione di uno nuovo: investire nella soddisfazione dei clienti significa permettere all’azienda di svilupparsi, facendo dei clienti i primi ambasciatori del brand.

Quali sono i canali del Social Media Marketing

I social media più famosi, in breve

principali social media

Il panorama dei social media di oggi è popolato da una suite di servizi che attirano l’attenzione di oltre 5 miliardi di utenti di dispositivi mobili in tutto il mondo . Ecco una panoramica dei più importanti social network del 2020:

Facebook

Lanciato nel 2004 dallo studente di Harvard Mark Zuckerberg, ha quasi 1,7 miliardi di utenti. È il social generalista per eccellenza, ancora un punto di riferimento per Boomer e Millennial.

Instagram

Fondato nel 2010 da Kevin Systrom, laureato a Stanford, come sito di condivisione di foto e acquistato da Facebook nel 2012, Instagram conta oltre 1 miliardo di utenti in tutto il mondo. Conferma il detto che “un’immagine vale più di mille parole”, soprattutto se solletica il senso estetico e la voglia di mettersi in mostra.

Tic Toc

Fondato nel 2016 dalla società tecnologica cinese ByteDance, questo sito di condivisione video in forma abbreviata è stato fuso con l’app mobile con sede negli Stati Uniti Musical.ly nel 2018 ed è diventato popolare tra adolescenti e giovani adulti. È stata l’app più popolare del 2021, con 656 milioni di download solo l’anno scorso (oltre 100 milioni in più di Instagram). Il suo successo è alimentato dall’uso del format più ricercato, i minivideo, e di un’interfaccia minimal, che rende semplice continuare a navigare di clip in clip.

LinkedIn

LinkedIn è un social network appositamente progettato per la connessione tra professionisti e professionisti aziendali. Nel 2020, oltre 722 milioni di professionisti utilizzano LinkedIn per coltivare le proprie carriere e attività. A differenza di altri social network in cui è possibile diventare “amici”, LinkedIn riguarda la costruzione di professionalità e relazioni strategiche.

Twitter

Fondato nel 2006 da Jack Dorsey, Evan Williams, Biz Stone e altri come sito di microblogging, entro il 2020 il 22% degli adulti statunitensi erano utenti di Twitter, secondo Pew Research.

Reddit

Lanciata nel 2005 da Steve Huffman e Alexis Ohanian, ventenni del Massachusetts, come piattaforma per la condivisione di notizie, i suoi 300 milioni di utenti hanno trasformato Reddit in un sito di aggregazione di notizie e commenti sociali. La sua popolarità si basa sulla capacità di “votare positivamente” e “votare negativamente” i post degli utenti, alimentando così la fiducia nelle discussioni.

Le piattaforme di nicchia

Un social network verticale è un social network specificamente mirato che connette persone con interessi, hobby e passioni molto specifici. Gli utenti su piattaforme di social media generali possono facilmente perdersi tra tutti i contenuti irrilevanti: l’ampiezza di scelta è un problema ben noto ai marketer.

Per questo esistono canali focalizzati, così da garantire la coerenza dei contenuti e la possibilità di avviare conversazioni tra utenti realmente interessati da dare un contributo. Per le aziende che operano in ambiti attinenti, si tratta di opportunità interessanti per ottenere awareness o convesioni più specifiche su un pubblico già interessato.

Twitch

È forse il miglior esempio di canale borderline tra nicchia e non. Nace come una piattaforma di live streaming per le comunità di gioco, trovando nel tempo un buon seguito anche su altri ambiti. Ha iniziato il suo viaggio nel 2011, ospita contenuti in live streaming, concorsi e tutorial. Ha due tipi di utenti ben distinti: i suoi 3,8 milioni di emittenti e 140 milioni di spettatori. Gli streamer e il pubblico possono condividere una chat dal vivo per interagire tra loro. Twitch è un’ottima piattaforma per qualsiasi azienda tecnologica per pubblicizzare i propri prodotti e accessori collaborando con gli streamer.

Quora

Fondata nel 2009, Quora è una piattaforma di social media di domande e risposte. Copre una vasta gamma di argomenti, dalle ricette, ai viaggi, alla scienza, alla narrativa, alla politica e alla scrittura. I suoi oltre 300 milioni di utenti fanno domande su qualsiasi argomento desiderano o rispondono alle domande poste da altri. Gli utenti possono personalizzare il proprio feed per vedere argomenti selezionati, partecipare a forum di discussione e votare le risposte che gli sono piaciute di più. Le aziende possono aumentare la loro credibilità e il loro pubblico rispondendo alle domande o possono avere contenuti sponsorizzati.

DeviantArt

DeviantArt è una piattaforma di social media per artisti visivi, fondata nel 2000. È considerata la più grande piattaforma artistica con i suoi 48 milioni di utenti in tutto il mondo. Gli artisti possono condividere il loro lavoro su questa piattaforma, che ad oggi conta 370 milioni di pezzi. Gli utenti possono mettere mi piace e commentare diversi pezzi e seguire gli artisti. Le aziende possono creare sfide artistiche per ottenere interazione o lavorare con influencer per mettere in evidenza i loro marchi.

GitHub

Fondato nel 2008, GitHub è una piattaforma per programmatori, sviluppatori e ingegneri. GitHub è uno spazio interattivo con i suoi 50.000.000 di sviluppatori che si connettono tra loro su progetti e collaborazioni, condividono il loro lavoro e si aiutano a vicenda a costruire codice. GitHub non offre pubblicità, ma ancora 2,9 milioni di aziende lo utilizzano per attirare programmatori per collaborazioni professionali e connettersi con il loro target.

Stack Overflow

Stack Overflow è un’altra piattaforma di social media di domande e risposte che fa parte della rete di scambio di stack e fondata nel 2008. È una comunità per sviluppatori e programmatori. Ha oltre 100 milioni di utenti che fanno domande, rispondono alle domande poste da altri utenti e votano le risposte più utili. Gli utenti possono anche vincere badge per il loro contributo alla community. Le aziende utilizzano questa piattaforma per mettere in evidenza le proprie competenze rispondendo a domande, per fare pubblicità e anche per pubblicare offerte di lavoro.

Goodreads

Goodreads è una piattaforma sociale per i lettori in cui possono connettersi sui libri che hanno letto. Fondato nel 2007, conta oltre 90 milioni di membri che tengono traccia di ciò che hanno letto in una biblioteca virtuale, scrivono recensioni di libri, creano elenchi di letture e discutono con altri utenti sui libri che hanno letto. Ad oggi, sono stati aggiunti alla piattaforma 2,6 milioni di libri. Autori ed editori utilizzano questa piattaforma per interagire con i lettori sulle nuove uscite, mettere in evidenza i loro nuovi libri e regalare copie avanzate per i lettori.

Cosa fa un Social Media Manager

Chi è interessato a lavorare come social media manager, può trovarsi alle prese con varie attività:

  • Aumentare i follower e l’engagement: far crescere il profilo di un’azienda su tutte le piattaforme social attive aumentando il numero di follower che ha e la quantità di coinvolgimento (Mi piace, commenti, condivisioni) che riceve. Potresti essere tenuto a sviluppare post scritti o visivi per ottenere entrambi.
  • Strategia di contenuti: per promuovere il coinvolgimento, essere responsabile dell’ideazione (e talvolta dell’esecuzione) di campagne social che si allineano con le strategie di marketing più ampie di un’azienda. Spesso si è chiamati anche a generare idee per contenuti last minute o evergreen, oppure riutilizzare contenuti generati dagli utenti (UGC).
  • Analisi dei dati: oltre al lavoro creativo, va dedicato del tempo ad analizzare i dati per trarre conclusioni sul rendimento dei post e dei contenuti di un’azienda. Ciò può includere l’ascolto sociale, il monitoraggio di ciò che gli utenti dei social media dicono di un marchio o dei concorrenti. Di particolare rilevanza sono i Key Performance Index (KPI), ossia le metriche più importanti da monitorare e far crescere, decise in accordo con il cliente.
  • Report: tenere aggiornati i referenti delle aziende/clienti è parte lavoro. Si tratta quindi di calendarizzare delle sessioni periodiche di aggiornamento, per esporre i risultati ottenuti, presentare eventuali azioni correttive, e ricevere un riscontro su come le attività di SMM attuate o programmate si integreranno con gli interessi aziendali.
  • Operatività. A seconda delle dimensioni del team, un SMM può avere diversi gradi di operatività: programmazione/pubblicazione dei post, monitoraggio dei risultati e interazione con gli utenti sono le attività più comuni.

Chi è interessato a diventare un social media manager, dovrebbe migliorare le proprie abilità di:

  • Scrittura: che si tratti di un post dettagliato o di un microcopy in grafica, una buona scrittura sui social media va oltre la solida grammatica e l’ortografia. Sarà importante affinare le capacità di copywriting per sviluppare una scrittura avvincente che si adatti alla storia e alla voce di un brand e coinvolga il pubblico prima di candidarsi per diventare un social media manager.
  • Editing: oltre a scrivere una copy, probabilmente ci sarà occasione di rivedere il lavoro dei membri del team e assicurarsi che sia grammaticalmente corretto e privo di errori. Affinare le capacità di editing e correzione di bozze può aiutare a sviluppare l’occhio necessario per rassicurare un’azienda o un marchio sul fatto che sono in buone mani. Da ricordare che scansionare un contenuto per verificare il tone of voice e leggere per controllare errori e refusi sono due processi diversi.
  • Design: la comunicazione avviene attraverso immagini, infografiche, video e grafici. Immaginare un post e quindi articolare le ragioni commerciali o strategiche delle tue scelte sarà fondamentale tanto con i colleghi del dipartimento grafico quanto con i clienti.
  • Strumenti analitici: sapere quali messaggi incontrano il gusto degli utenti richiede un occhio analitico e la capacità di ricerca. È utile sapere come utilizzare strumenti di ascolto dei social media come Sprout Social, Hootsuite e HubSpot.
  • Tempestività: le news possono far percepire alcuni post come inadatti o oscurare in altro modo i contenuti in termini di importanza. Rimanere al passo con le notizie e le conversazioni online più rilevanti il settore in cui opera un brand aiuta a reagire di conseguenza e mantenere il marchio di un’organizzazione.
  • Comprensione delle piattaforme: per gestire con successo gli account, è necessario avere una conoscenza approfondita di diverse piattaforme di social media, i loro punti di forza, di debolezza e i dati demografici degli utenti, tra le altre caratteristiche.
  • Aggiornamento: il cambiamento è costante nel mondo dei social media. Nuovi hashtag, algoritmi e funzionalità della piattaforma di nuova tendenza spesso richiedono ai social media manager di cambiare le strategie di medio-lungo termine e incorporare le novità nei piani editoriali.

3 trend di Social Media Marketing per il 2023

Attualmente TikTok, Instagram e Facebook sono le prime piattaforme che vengono nominate quando si parla di Social Media Marketing. Altri nomi famosi sono Twitter, WeChat, Tumblr, LinkedIn, Snapchat, Pinterest, Twitch e VK. Anche altri siti che non sono veri social network come Reddit e YouTube sono ancora importanti per i social media marketer, ma andiamo con ordine.

“Il” format: microvideo

Secondo una recentissima ricerca di HubSpot, nel 2023 Facebook è ancora la piattaforma di social media numero uno su cui si stanno concentrando i marketer. La prospettiva è molto occidentalizzata, ma si tratta probabilmente del miglior modo per capire i trend europei del presente e del prossimo futuro.

Alla domanda su quale piattaforma di social media intendono investire di più per il 2023, il 25% ha risposto a Facebook, il 20% ha risposto YouTube, il 16% ha risposto Twitter e il 15% ha risposto Instagram.

Secondo i dati, Facebook sembra generare lead di altissima qualità per i marketer, il che spiega perché i marketer stanno sfruttando maggiormente questa piattaforma.

TikTok è un’altra piattaforma popolare in cui il 52% dei marketer intervistati prevede di aumentare i propri investimenti. Ci sono due ragioni: la prima è che i video e gli audio in formato breve stanno crescendo e stanno diventando sempre più il tipo di contenuto più fruito. In effetti, è il formato che il 26% dei marketer sta sfruttando di più nel 2023.

Quando si tratta di piattaforme e/o funzionalità emergenti, gli esperti di marketing tengono d’occhio YouTube Shorts. L’83% dei marketer prevede di aumentare i propri investimenti nella funzione video in formato breve, un concorrente di TikTok.

Secondo i dati, la maggior parte dei marketer (oltre il 60%) afferma che i video in formato breve sono il formato più efficace e offrono il ROI più elevato, seguiti da video live e live streaming. Per quanto riguarda l’audio, il 44% dei marketer prevede di sfruttarlo per la prima volta nel 2023.

La (ri)rivoluzione audio del Social Media Marketing

Il punto chiave è che anche le piattaforme audio svolgeranno un ruolo molto più importante nelle strategie di marketing nel 2023 e nel prossimo futuro rispetto al passato. Infatti, la rinnovata attenzione allo screen time giornaliero e al digital detox ha rinnovato l’interesse per i format audio only.

Spotify, leader dello streaming musicale, sta continuando a lavorare su funzionalità inedite che mirano a unire maggiormente gli utenti della piattaforma di streaming: dopo le playlist Blend introdotte nel settembre 2021, gli sviluppatori stanno creando la funzionalità Community, una delle più richieste dai fedelissimi iscritti.

Oltre alla musica, i podcast sono un fenomeno molto rilevante, affermandosi come l’ibrido perfetto tra TV e radio, creando una sensazione di maggiore intimità con l’ascoltatore e comunicando in modo spontaneo (e con minori costi di realizzazione). La sfida per i brand che punteranno su questo format ad alta affezione, sarà di utilizzare i dati di sondaggi, test di usabilità, analisi e altre fonti, per creare podcast che rispecchino gli argomenti e i valori del pubblico.

Creator Economy

Anche se già citata, va ribadita l’importanza dei creator, che stanno cambiando la logica di comunicazione dei social media, con un modello di business che porta i brand deviare la comunicazione dalle pagine aziendali ai canali social dei creator, per raggiungere le loro fanbase.

creator economy

YouTube, Snapchat, Instagram e TikTok hanno tutti investito per alimentare il fenomeno. Secondo una recente ricerca, di Influencer Marketing Hub, più di 50 milioni di persone in tutto il mondo si considerano creator. I creator non si limitano alle reti di social media, ma quelli che utilizzano i social media contribuiscono al previsto settore degli influencer da 13,8 miliardi di dollari.

Con la maturazione dell’economia dei creatori, anche le strategie si diversificano. I micro-influencer con meno di 15.000 follower sono valutati per avere tassi di coinvolgimento più elevati su Instagram, YouTube e TikTok, offrendo ai marchi più piccoli l’opportunità di far crescere la propria presenza social. In questo senso si spiega l’evoluzione dell’algoritmo di Instagram nel 2023.

Come si impara il Social Media Marketing

I social network non sono una “scatola magica” per comunicare i brand, ma un canale di comunicazione con logiche tecniche e sociali con continuo mutamento. Questo articolo fornisce una base per capire le dinamiche sottese ai social media, mantenere un mindset valido nel lungo termine e riflettere sulle ultime macro-tendenze del 2023.

Ma per imparare davvero a padroneggiare i social media, due sono gli elementi da combinare:

  • Formazione continua
  • Confronto con colleghi ed esperti

La soluzione efficace ed efficiente per ottenere entrambi è puntare su una scuola che offra anche ampie occasioni di networking.

Per questo i corsi della Ninja Academy sono un’ottima risposta per chi desidera iniziare una carriera come Social Media Manager o consolidare le proprie abilità con una formazione verticale.

L’ampia offerta formativa comprende:

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mike winkelmann beeple collage NFT

NFT e Storytelling: casi e storie di successo direttamente dai brand

Il Metaverso ha aperto i battenti. Affermazione quanto mai pleonastica e, quasi certamente, anacronistica visto che le nuove piazze virtuali hanno destato notevole attenzione da parte di brand e aziende che hanno acquistato i propri biglietti per ‘Marte’ e hanno intrapreso il proprio viaggio.

LEGGI ANCHE: NFT Marketing: casi di studio per la strategia del tuo brand

Pionieri o coraggiosi avventurieri? Ai posteri l’ardua sentenza. Ciò che è certo è che nessuno tra i principali brand di lusso ha voluto perdere l’occasione di ottenere visibilità in queste sconfinate virtual lands. Pena? L’esclusione da spazi in cui Millennial e GenZ sono pronti a vivere esperienze immersive. Inizia la corsa per accaparrarsi angoli di ribalta in pieno effetto FOMO (Fear Of Missing Out).

Sia chiaro: il Metaverso ormai ha inglobato nella sua rete anche altri settori che non gravitano attorno al lifestyle. Anche arte e cultura sono pronti a fare il loro ingresso trionfale nello spazio più ambito del secolo.

NFT e Storytelling: Flagshipstore e virtual lands

eMarketer offre una stima interessante: circa 42 trilioni di dollari a fine 2022 è il traguardo che raggiungerà il mercato globale dell’eCommerce.

Per questo motivo i grandi player del lifestyle e del fashion si stanno adoperando per lanciare collezioni reali e virtuali. Pullulano, dunque, i flaghsip store nei Metaverse Fashion District di importanti brand di moda e di lusso.

LEGGI ANCHE: Le cinque regole fondamentali per uno storytelling efficace

Qualche numero? Circa 1,4 milioni di dollari è l’investimento di Philippe Plein – noto brand elvetico – nel Metaverso. L’acquisto di angoli virtuali è legato all’ambizioso progetto di costruzione di Plein Plaza.

Un’impennata senza precedenti nel mondo delle tecnologie digitali che ha dato vita addirittura alla prima Metaverse Fashion Week: appuntamento in cui solo i brand più avventurosi possono partecipare. Come nasce il mito degli NFT? 

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NFT e Storytelling: il fenomeno Winkelmann

La gloria degli NFT affiora quando Mike Winkelmann – noto come Beeple – ha venduto tramite la nota casa d’aste Christie’s un collage di circa 50.000 immagini in formato jpeg alla modica cifra di 69,3 milioni di dollari.

Per la prima volta la casa d’aste ha concesso all’aggiudicatario dell’opera di pagare mediante moneta digitale. Un altro momento topico a cui si fa coincidere la notorietà degli NFT è la vendita all’asta, da parte di Jack Dorsey, del primo tweet di 15 anni fa.

Anche in questo caso la cifra supera di gran lunga i sei zeri. Pensiero comune è che gli NFT rappresentano un fortino di esperienze sociali esclusive e coinvolgenti assurgendo a vere e proprie opere da collezionare, passando per l’esaltazione della storia di marchi e aziende.

È innegabile, dunque che gli NFT rappresentino una nuova dimensione in ambito digital tutta da scoprire aprendo, al contempo, le porte a sperimentazioni davvero incredibili anche in tema di storytelling aziendale. 

Elogio al pop di Wharol: NFT di Campbell’s

Campbell’s, nota azienda conserviera statunitense – ha lavorato al lancio di una nuova etichetta e in collaborazione con l’artista Sophia Chang ha messo a punto una nuova linea NFT volta a celebrare le modifiche all’iconica etichetta bianco-rossa della famosa zuppa: un vero e proprio elogio della serie ‘Campbell’s Soup Cans di Andy Warhol che si è radicata nell’arte e nella cultura pop’.

Millennials e GenZ alla ricerca del lusso nel Metaverso

Nell’ambito del sistema luxury sono molteplici i brand di lusso che hanno intrapreso il viaggio nella realtà virtuale.

Emblematico il caso di Balenciaga. Dopo l’esperienza del lancio di Afterworld: The Age of Tomorrow, all’interno del quale è stata presentata la collezione autunno inverno 2021 in partnership con Fortnite il marchio ha deciso di affrontare l’ingresso nel Metaverso: i giocatori hanno acquistato skins Balenciaga tra cui felpe e cappelli per i loro avatar. Il lancio delle stesse nel mercato fisico ha aumentato l’hype attorno alla community. Non è l’unico brand ad affrontare il Metaverso.

Anche Louis Vuitton in occasione del 200esimo anniversario ha collaborato con Beeple costruendo 30 NFT all’interno del gioco. Gucci ha creato il suo Gucci Vault, concept store in cui gli avatar possono inserire oggetti di second-hand rimessi a nuovo. Bulgari, invece, farà il suo ingresso nel metaverso attraverso la fortunata collaborazione con Experiency, tech studio specializzato in design esperienziale, attraverso cui la maison di alta gioielleria vuole restituire un’immagine nuova della gloriosa Roma: tra scenari futuristici raccontare il valore e la storia di gioielli senza tempo.

Macchine spaziali: Space Time Memory di Lamborghini

Le aziende, progressivamente, si stanno avviando verso il mondo degli NFT. Un esempio arriva dal mondo Lamborghini che ha lanciato in orbita il suo Space Time Memory realizzato dall’artista Fabian Oefner.

Il lavoro – fa sapere l’artista dal suo stesso profilo Instagram – è iniziato a partire dalla composizione della fotografia alla base dell’NFT traendo ispirazione dal Razzo Saturn V che decollava nel 1969 per le missioni Apollo verso la luna e dalla statua di Nike di Samotracia visitabile al Louvre.

Una magistrale metafora che insieme agli altri NFT citati segnala come il racconto non conosca spazio sottraendosi alle catene e alle ingiurie del tempo.

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NFT: pro e contro di un trend che rischia di trasformarsi in bolla

In questa epoca dove tutto è con o senza etichette, dove nasce un trend al giorno e ne muore un altro con la stessa rapidità. Nella fase in cui la pandemia ci ha reso tutti più “digitali” e meno analogici, il Metaverso entra a capofitto nelle nostre vite, con il suo mondo virtualmente parallelo, insieme a tutti gli NFT con la loro rarità e applicabilità.

Christie’s, una delle case d’asta più tradizionali e storiche d’Europa si è resa protagonista delle due vendite NFT pionieristiche della storia con l’opera di Pebble. Si tratta della prima in assoluto venduta sul mercato nel marzo 2021, e con quella recentemente battuta all’asta per 69.300 dollari di Skygolpe. Dello stesso filone, Hyundai lancia in NFT un pacchetto di optional e gadget per i suoi acquirenti targettizzando un nuovo pubblico più giovane.

Tutti indizi che intendono affermare che gli NFT sono destinati a restare, così anche i più conservatori se ne devono fare una ragione. Ma è veramente così importante? Partiamo dalla definizione.

Gli NFT, acronimo di Non Fungible Token, sono a tutti gli effetti certificati digitali che attribuiscono ad un’opera, un’immagine o un personaggio di un videogioco, la proprietà da parte di un soggetto ben definito, proprietà che viene acquistata e scambiata usando criptovalute. Più il soggetto è raro, più il suo NFT avrà un valore economico rilevante.

Il paradigma diventa, quindi, legato al possesso di un bene e non al bene stesso.

NFT sì o no, il grande dilemma

Basta attivare Google Trend per capire che “NFT” è tra i trend mondiali, ma concentrato tra pochi Paesi: Cina, Hong Kong e Singapore compongono il podio in cui l’acronimo rappresenta uno dei maggiori trend di ricerca con circa 20.000 ricerche mensili per milione di abitanti.

In Europa, il trend registrato è disomogeneo, con Stati anti-NFT come il caso polacco o pro-NFT se si parla del Montenegro; picchi estremi che vedono tra loro ricerche più o meno frequenti a tema.

Questa diversità è, probabilmente, legata alla storia che hanno vissuto e incarnano i due continenti, il cosiddetto vecchio continente ancora molto legato alla visione analogica e materiale del possesso e dove anche la diffusione di tecnologia “avanzata” è ancora agli albori; in contrasto con un continente che ha fatto dell’innovazione tecnologica la sua forza nel mondo e, in cui, novità come queste non possono che arrivare per prime.

Ma ora analizziamo, come si fa nei migliori casi, i pro e i contro dei tanto chiacchierati NFT.

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Perché NFT sì

  • Sono democratici. In un mondo, come quello post pandemico, in cui i rapporti sociali sono ridotti al minimo, avere un ambiente, seppure digitale, in cui ogni possessore di NFT è uguale ad un altro, con lo stesso potere decisionale o di discussione è un vantaggio. Anzi rappresenta uno dei modi più concreti oggi di sentirsi parte di un gruppo o di una “community” che dir si voglia
  • Creano interazione. Per i brand che vogliono abbracciare il mondo NFT la possibilità di creare un rapporto esclusivo con i propri clienti, tramite release dedicate o pacchetti speciali, è sempre più rilevante. Si ha quindi la possibilità di fornire del valore aggiunto ai propri clienti
  • Rappresentano un nuovo tipo di investimento. Portando con sé il titolo di una proprietà, possono aumentare o diminuire il loro valore nel tempo o in relazione alla rarità di quello che rappresentano; quindi, oltre che una rendita, possono confluire nel capitale di una azienda
  • Definiscono in modo univoco ed inequivocabile un titolo di proprietà grazie alla loro registrazione in blockchain
  • Donano valore al creatore del contenuto: pago per avere una tua opera, sei un’artista concretamente valorizzato. Il concetto della fruizione gratuita o freemium va a decadere.

Ma ora, perché NFT no?

  • Non è vero che sono a numero limitato, nessuno ti impedisce, e ci sono piattaforme dedicate, di creare degli NFT nuovi da immettere sul mercato, con il problema del copyright per l’acquirente: certo tu “possiedi” l’opera che acquisti, ma il copyright dell’opera rimane in capo al suo creatore che potrebbe replicarla quando vuole
  • La blockchain non è ancora di comune utilizzo e, quindi, l’archiviazione dell’NFT non è completamente al sicuro: non è detto che l’algoritmo-magazzino del tuo certificato sia eterno. Il rischio che improvvisamente scompaia esiste.
  • Anti-Green. Minare e tenere in vita intere stringhe scritte in blockchain costa energia e capitali importanti per i minatori, con un conseguente impatto ambientale molto rilevante.
  • Tutto in poche mani. Il sistema di creazione di NFT e di blockchain oggi è per il 70% localizzato in Cina, senza una vera decentralizzazione del sistema il punto 1 dei vantaggi, la democraticità, potrebbe venire meno.

Gli NFT più chiacchierati e cercati sul web

Axie Infinity e Decentraland, in assoluto gli NFT più popolari con una diffusione, del primo, in 112 Paesi al mondo e il secondo quello il più ricercato in 43 Stati. Vediamo una carrellata di NFT popolari, così da avere un quadro completo.

Partiamo da:

  • Axie Infinity è il gioco più famoso online quando si parla di NFT e cryptovalute, AXS è tra le prime 50 crypto capitalizzate sul mercato ed è solo una delle due del gioco, quella utile a comprare Axie o terreni, l’altra, Smooth Love Potion, attesta più un “riconoscimento” di potere e si ottiene sconfiggendo l’avversario in battaglia.
    Durante il gioco, il giocatore, può guadagnare AXS sbloccando livelli o vincendo battaglie e li può sia riutilizzare nel gioco che convertirli in denaro corrente, secondo il modello Play-to-Earn.
    Cosa c’entrano, però, gli NFT? Ogni Axie è un NFT. Un Axie è una sorta di animaletto da combattimento le cui sembianze sono composte da combinazioni di algoritmi, combinazioni infinite che creano, così, NFT unici infiniti.
    AXS è stato distribuito a giugno 2020 e, oggi, la fornitura totale di AXS è pari a 270 milioni di AXS, di cui sono attualmente in circolazione 60 milioni di token, ma entro il 2026 saranno tutti sul mercato.
  • Decentraland, invece, è strettamente connessa al Metaverso e ha come protagonisti tanti piccoli avatar umani impegnati nella compravendita di terreni attraverso la sua crypto nativa MANA.
    Gli NFT di Decentraland sono i Land, ossia gli spazi che gli utenti possono acquistare e vendere nella piattaforma.
    Ci sono a disposizione circa 2 miliardi di MANA, di cui, oggi, solo la metà circa è in circolazione.

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Passiamo poi a Bored Ape Yacht Club, la collezione composta da 10.000 NFT unici di immagini di scimmie con caratteristiche tutte diverse tra loro.
Il loro successo è stato così dirompente che oggi sono disponibili solo da reselling con un prezzo a partire da 380 dollari cadauno.

Chi possiede le Bored Ape, non solo ha in mano uno strumento di investimento, ma ha accesso a contenuti limited edition, come accessori o animali domestici per la sua scimmia, oltre che a una prelazione su nuove release di Bored Ape.
Il futuro riserva la nascita di un proprio Metaverso, con la raccolta di circa 460 milioni di dollari per la sua creazione.

Chiudiamo con OpenSea, che più che NFT in sé, è la piattaforma che permette ai content creator di creare il loro NFT.
Coniare, comprare, vendere e visualizzare NFT ecco a cosa serve OpenSea.
Dopo uno scandalo che l’ha vista protagonista nel 2021, nel 2022 si è assicurata finanziamenti per 300 milioni di dollari che hanno portato la sua valutazione a oltre 13 miliardi di dollari

Staking NFT, cos’è e a cosa serve

Staking NFT, di cosa si tratta? Per Staking NFT si intende la politica per il quale si sta bloccando la vendita e lo scambio di un NFT su una porzione di blockchain, NFT sbloccabile solo in seguito al pagamento di una sorta di ricompensa, anche più alta del valore stesso dell’NFT.

Lo Staking NFT, quindi, porta del reddito passivo al possessore del certificato, in quanto, come in tutti i migliori mercati, riducendo la disponibilità di un prodotto ne aumenta il valore e bloccando degli NFT, gli utenti possono ricevere delle ricompense in base a un rendimento percentuale annuo (APY) e al numero di NFT in Staking.

La pratica di Staking aumenta quindi le rendite andando a contrastare comunque i problemi ambientali di minare nuovi NFT.

Un altro modo di vedere lo Staking NFT è quello dell’asta o della scommessa, chi possiede crypto da investire le investe in tavoli in cui sono presenti NFT bloccati, la maggior offerta avrà, probabilmente, i diritto di proprietà. Le Crypto su ogni tavolo possono essere disinvestiti all’occorrenza e le piattaforme di staking danno ai diversi puntatori delle ricompense giornaliere.

Axie Infinity è una piattaforma che ha il suo canale di Staking con gli animaletti da collezione.

smart tv

Il gaming sulle smart tv rappresenta la nuova frontiera della pubblicità

Il gaming sulle smart tv rappresenta la nuova frontiera della pubblicità. A dirlo è un rapporto di Samsung dal titolo “Behind the screens: gaming trends report” che mostra chiaramente quanto stia crescendo il gaming delle CTV, i televisori connessi a Internet per la riproduzione di video e musica in streaming.

I gamer, definiti come i nuovi heavy streamer della tv intelligente, trascorrono davanti lo schermo il 45% in più di tempo rispetto a chi non gioca.

“Il valore crescente del gaming e il continuo engagement dell’audience post pandemia rivelano come il gioco sia diventata una vera e propria abitudine quotidiana degli utenti dei televisori Samsung. E la nostra posizione unica e privilegiata nel settore del gaming ci permette di comprenderne i fruitori sia dal punto di vista dell’hardware che da quello del comportamento”, ha commentato Alex Hole, vicepresidente di Samsung Ads Europe.

Dai numeri dell’azienda emergono dati positivi per gli investitori e per il mercato pubblicitario che si sta muovendo in tal senso. Per i brand è importante capire dove i consumatori fruiscono i contenuti, per entrare direttamente in contatto con loro.

Essere attenti all’evoluzione dei comportamenti degli utenti è l’elemento chiave per essere presenti, aumentare la copertura e non perdere terreno rispetto ai concorrenti.

L’aumento delle vendite delle CTV apre quindi nuovi possibili scenari. Vediamoli nel dettaglio analizzando qualche dato.

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La crescita delle CTV

I dati del rapporto Samsung Ads parlano chiaro: nel primo trimestre 2022 le smart tv utilizzate per giocare hanno mostrato un aumento del 12% annuo rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, registrando di fatto un passaggio da 4,8 milioni di utenti a 5,4 milioni.

In particolare, in Italia si registra un +10%, equivalente esattamente a 786.000 tv Samsung utilizzate per il gioco.

Un valore che sta crescendo anche in Europa. In particolare, nell’EU5 (Francia, UK, Germania, Spagna, Italia), le ore passate a giocare con una smart tv sono aumentate del 9%, passando da 530 milioni di ore nel primo trimestre 2021 a 576 milioni di ore nello stesso trimestre del 2022. Aumenta del 2% anche il tempo medio delle singole sessioni di gioco.

Gamer batte streamer

I numeri rendono il mercato dei gamer sempre più attraente: dal rapporto emerge che i giocatori trascorrono il 45% in più di tempo di fronte allo schermo rispetto ai non giocatori; per il 51% del loro tempo sono presenti in ambienti streaming, per il 32% in ambienti lineari, con fruizione di contenuti video in diretta con abbonamento via cavo/satellite/antenna, come la tv tradizionale.

I soggetti che giocano ai videogiochi su smart tv infatti raggiungono in media 195 ore di streaming a trimestre, rispetto ai non gamer, con 101 ore di fruizione lineare.

Nel nostro Paese, il 25% risulta essere un giocatore “heavy streamer”, cioè molto forte in considerazione del tempo dedicato all’attività, e viceversa il 44% degli heavy streamer italiani è un giocatore.

I gamer sono “sul pezzo”

Non solo heavy streamer, i gamer risultano essere anche heavy adopter, pronti ad adottare con repentinità nuove tecnologie.
Tra i giocatori con tv connesse Samsung risulta che la maggioranza utilizza ancora console di prima generazione (PS4, Switch, Xbox One), parliamo del 79% della totalità delle console nei territori EU5, ma il numero è destinato a cambiare in fretta. Le console di nuova generazione (PS5, Xbox Series X e S), lanciate nel novembre 2020, si stanno facendo largo con prepotenza nel mercato. In Italia, Samsung ha registrato una crescita del 150% nel primo trimestre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021.

Quest’ultimo non è un dato da sottovalutare, considerando che il gioco con le nuove console ha infatti portato ad un aumento del tempo trascorso davanti allo schermo: nei primi tre mesi di quest’anno, il tempo medio giornaliero di gioco con una smart tv Samsung è salito ad 1 ora e 36 minuti, rispetto ai 38 minuti dell’anno scorso.

L’atteggiamento dei consumatori di fronte ad un nuovo prodotto dipende dalle proprie inclinazioni. Generalmente gli innovatori, disposti ad assumersi il rischio, oscilla intorno al 2%, secondo il libro “Marketing, Il Management orientato al mercato”, Pastore, Mattiacci.

Il fenomeno, nelle caso delle console, è probabilmente dovuto alla curiosità per la novità, ma non solo:

“La superiorità del tempo trascorso dai gamer davanti alle nostre TV non può, però, essere attribuita solo al gaming. È più probabile che accedano ad una serie di opzioni Smart TV, dalla TV lineare alle piattaforme di streaming on-demand. Ed è così che per i gamer, le Smart TV diventano il fulcro della casa”, ha specificato il Vicepresidente Hole.

Il valore del gaming per la pubblicità

Il 34% delle ore di streaming sulle tv dei giocatori è rappresentato dalla fruizione di contenuti in ambienti AVOD (ad-supported video on demand), piattaforme di streaming a cui gli utenti accedono gratuitamente grazie al supporto della pubblicità. Il tempo che vi passano i giocatori registra il 41% in più rispetto ai non giocatori.

L’approccio degli utenti verso tali piattaforme appare positivo, dimostrando di accettare di buon grado i messaggi pubblicitari. YouTube è ancora la regina indiscussa del settore, ma altre piattaforme, come Samsung Tv Plus, Pluto e Rakuten, vedono aumentare l’apprezzamento nei loro confronti in Europa.

Nell’EU5, i giocatori hanno il 10% di probabilità in più di guardare Samsung Tv Plus (il servizio streaming di proprietà Samsung, supportato proprio dalla pubblicità). Per quanto riguarda la tipologia di contenuti, i preferiti sulla piattaforma dell’azienda, nel primo trimestre dell’anno in corso, sono stati l’intrattenimento, le news e l’istruzione.

Con la raccolta dei dati relativi al rapporto emesso il 19 luglio, provenienti da circa 30 milioni di Samsung Smart Tv, l’azienda ha presentato una visione olistica dei comportamenti dei telespettatori, senza dubbio di grande utilità per gli inserzionisti pubblicitari dell’Advanced Tv.

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Love Brand

Brand Love: come si crea una relazione forte tra marchio e persone

L’incertezza causata dalla pandemia sta cambiando le prospettive e le aspettative dei consumatori, i quali sono sempre più propensi ad abbandonare quei brand che non riescono a stabilire una vera connessione con loro.
Le aziende che desiderano clienti per sempre fedeli devono impegnarsi a costruire forti legami emotivi. Mentre il comportamento dei consumatori continua a mutare, molti marchi sono consapevoli della loro distanza dai consumatori. Si tratta di un problema che spesso è difficile quantificare e risolvere.

Quali sono le tattiche per essere un Brand Love? Quali le iniziative che gli altri dovrebbero imitare? In che modo i brand stanno costruendo relazioni forti e durature? Quali settori riescono particolarmente bene ad accrescere l’amore per il proprio marchio e quali insegnamenti possiamo trarre?

Lo scopriamo grazie al report elaborato da Talkwalker che misura il sentiment e l’engagement dei consumatori sulla base di dati completi, interni ed esterni, inclusi i social media e le fonti di recensioni.

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In questa fase storica i consumatori chiedono ai brand di rispecchiare i loro valori, offrire esperienze emozionali e agire in base alle proprie convinzioni. Ecco quali sono i driver per essere un Brand Love:

Passione

Costruire una forte connessione con i clienti significa accendere la passione e adeguare il brand al loro stile di vita, come emerso dall’analisi Future Consumer Index 2022.

Fiducia

Nel 2022 conquistare la fiducia significa agire. Non è più sufficiente comunicare i valori del brand. Per tutta la durata della pandemia e oltre, i clienti hanno voluto che i brand agissero in base alle loro convinzioni, sostenessero cause sociali e si impegnassero attivamente per rendere il mondo un posto migliore. L’85% della Generazione Z afferma che la fiducia in un brand è fondamentale o importante nelle decisioni di acquisto.

Soddisfazione del cliente

Mentre nel post-pandemia si intensifica il trend che vede in primo piano l’eCommerce, i brand possono differenziarsi aggiungendo un tocco umano e personale alle proprie esperienze digitali.

In ogni settore può esserci un Brand Love

Sono i brand del settore della moda e della bellezza che conquistano i punteggi più alti e rappresentano quasi un terzo dei primi 50 brand più amati.

Questi marchi comunicano le loro iniziative in favore della sostenibilità ambientale e sociale toccando le corde dei consumatori di tutto il mondo. Sono quelli che creano più coinvolgimento.

I brand che trattano di media, sport e intrattenimento hanno superato il punteggio medio in termini di Passion Score dei primi 50, ma non riescono a ottenere risultati soddisfacenti per quanto riguarda la fiducia, mettendo in luce un problema più generale del settore.

I brand del settore viaggi e ospitalità hanno arrancato, risentendo pesantemente della diminuzione delle conversazioni a causa della pandemia.

Quest’anno invece si registra un’elevata fiducia nei brand del commercio al dettaglio e dell’eCommerce.

Ecco qualche spunto per coltivare il proprio brand love, seguendo l’esempio dei brand di moda e bellezza:

  1. Realizzare prodotti di valore che generano un effettivo beneficio ambientale o sociale
  2. Attuare iniziative per favorire il benessere sul posto di lavoro, una comunicazione sulla diversità, l’equità e l’inclusione forte e diretta
  3. Creare esperienze digitali emozionali attribuendo valore al fattore comodità e a un approccio umano.
  4. Utilizzare nuove tecnologie per stupire i clienti con esperienze e prodotti personalizzati.

Suggerimenti dei brand

importanza di accrescere il brand love

Toccare le giuste corde del cuore: scegliere i migliori canali social per i propri obiettivi

È possibile servirsi di vari canali social per coinvolgere differenti tipologie di pubblico o raggiungere diversi obiettivi aziendali.
Bisogna avere un approccio strategico e proporre contenuti corrispondenti alle motivazioni che spingono gli utenti a scegliere un determinato social network, 7 utenti di Facebook su 10 dichiarano di utilizzare la piattaforma per comunicare con amici e familiari, il 77% degli utenti sostiene di ricorrere a TikTok per cercare contenuti divertenti e di intrattenimento. L’utente non ama essere interrotto, per questo i brand devono proporre contenuti corrispondenti alle motivazioni, in maniera da conquistare un proprio spazio naturalmente.

L’amore è una cosa seria: non bisogna escludere il B2B

Anche se ci si rivolge alle aziende ricordiamoci che stiamo vendendo sempre a persone, circa il 38% dei decisori in ambito B2B sostiene di aver scoperto nuovi prodotti e servizi pertinenti per il proprio lavoro tramite i canali social. Individua quindi il pubblico, partecipa alle conversazioni e usa i canali in maniera smart per informare.

Usa il Social Listening per monitorare il sentiment negativo

Strumenti come Talkwalker e Hootsuite possono aiutare a percepire rilevanti cambiamenti nel sentiment e mention relative al brand, in questo modo sarà dunque possibile individuare un problema che si sta manifestando sui social media molto prima che si trasformi in una crisi.

Dare meno spazio al brand in favore dei contenuti UGC per aumentare la fiducia

Includere contenuti generati dagli utenti (UCG) in una strategia social, può far risparmiare tempo per la creazione di nuovi materiali ma sopratutto consentire di realizzarne di efficaci e pertinenti per il pubblico aumentandone così la fiducia verso il brand.

Condividere l’amore: iniziare a considerare i social come uno strumento di marketing

Secondo un recente sondaggio di Hootsuite riguardante 18.100 marketer, coloro che erano estremamente fiduciosi nel ROI proveniente dai social media hanno dichiarato che ora l’opportunità più interessante è “la diffusione del loro impatto in altri reparti”. I social sono uno strumento potente per mitigare il rischio, sviluppare la fiducia nei dipendenti e migliorare la Customer Experience. Pertanto, inizia a considerarli in questo modo.

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TERNA SBARCA SU TIKTOK

Terna sbarca su TikTok con una campagna di talent attraction

Terna sbarca su TikTok con una campagna di “talent attraction” per il primo Master in Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica, organizzato dal gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale con le Università di Cagliari, Palermo e Salerno, nell’ambito del progetto Tyrrhenian Lab, in partenza il 14 novembre.

Terna sbarca su TikTok: l’obiettivo

L’obiettivo è quello di parlare alla Generazione Z e attrarre talenti al servizio del complesso processo di transizione verso le energie rinnovabili, attraverso i centri di alta formazione del Tyrrehenian Lab. Per questo, il gruppo guidato da Stefano Donnarumma ha deciso di approdare per la prima volta sul social media più frequentato dai ragazzi.

Proprio i giovani, con la loro sensibilità ambientale, con il desiderio di incidere sulla realtà, con l’orgoglio di essere “nerd”, come spesso accade agli studenti STEM (Science, Technologies, Engineering and Mathematics), sono i destinatari dei due temi della campagna, “Are you nerd?” e “Fuga di cervelli”.

I video sono stati realizzati da tiktoker particolarmente seguiti sui temi della sostenibilità e della formazione: Andrea Borello, alias “il politoker” (andreaborello_), Francesco Centemeri, studente in ingegneria (frartenzo) ed Elisa Negrisolo, neoingegnere e
influencer (elisavittoria).

terna sbarca su tiktok

Terna su TikTok: Are you nerd?…

Gli short video dal titolo “Are you nerd?” sono incentrati sull’orgoglio tecnologico e sulla crescente consapevolezza che la passione per le nuove tecnologie è diventata uno strumento imprescindibile per il successo.

Nella complessità del presente e con l’attuale sfida energetica, le competenze distintive di uno studente STEM sono, e saranno, fondamentali per la tutela del pianeta.

Nella generazione Z, quindi, ‘nerd’ non è più sinonimo di ‘solitario’ ma è parte attiva di una comunità di giovani innovatori con una spiccata vocazione per l’ambiente.

…e Fuga di cervelli

I video di “Fuga di cervelli” partono invece dal pregiudizio per cui un giovane italiano che voglia mettere a frutto le proprie competenze e trovare un lavoro all’altezza delle proprie aspettative sia costretto ad andare all’estero perché in Italia non c’è una sufficiente consapevolezza sui temi ambientali e sulla necessità di impegnarsi nella transizione energetica per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.

Il protagonista prepara le valige per partire, ma poi viene a conoscenza di un innovativo master grazie al quale può rafforzare le proprie competenze scientifiche, messo a disposizione da un’azienda che investe nel futuro del Paese, per di più a Cagliari, Palermo e Salerno.

Il talento è al cuore del Tyrrhenian Lab, il progetto per il quale Terna investirà complessivamente 100 milioni di euro nei prossimi cinque anni: un centro di formazione di eccellenza, realizzato in stretta collaborazione con le Università di Cagliari, Salerno e Palermo e distribuito nelle città in cui approderanno i cavi del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna.

Terna selezionerà e formerà, tra l’autunno del 2022 e il 2025, più di 150 giovani di elevata professionalità, ai quali sarà erogato un master universitario di 12 mesi incentrato sullo sviluppo di competenze tecnologiche e strategiche funzionali alla trasformazione digitale e alla transizione energetica.

Gli studenti, una volta completati i 12 mesi di master, potranno essere poi assunti nelle sedi territoriali Terna delle tre città.

Terna è presente su tutti i principali canali social come Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, LinkedIn, nonché sulle principali piattaforme audio, come Spotify e Spreaker, con “Nora, il futuro dell’energia è il nostro mestiere”, il podcast in nove puntate che racconta proprio il progetto del Tyrrhenian Lab agli appassionati dei temi dell’energia.

 

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Un futuro alimentato da energia pulita, con Open Innovation e analisi predittive

Evoluzione delle modalità lavorative, digitalizzazione della rete elettrica ed economia circolare: le 3 nuove sfide dell’innovazione in Terna

coca cola campagne estive

IKEA, Coca-Cola e McDonald’s: 5 campagne estive per lasciarti ispirare

Le campagne estive sono un modo utile ed efficace per i marchi per rendersi visibili alle persone, potenziali clienti e affezionati, e attirare l’attenzione del pubblico in modi nuovi ed entusiasmanti.

Per questo spesso sono caratterizzate da un approccio creativo che permette loro di diventare memorabili.

Eccone alcune tra le più interessanti degli ultimi anni, raccolte qui per trovare l’ispirazione anche quando il conto alla rovescia verso il digital detox è già iniziato.

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Campagne estive: Coca-Cola Open for Summer

Nel 2021, Coca-Cola ha incoraggiato il pubblico, attraverso l’uso della poesia, a dare il benvenuto agli amati passatempi estivi.

campagne estive

Le bottiglie di Coca-Cola e di Coca-Cola Zero Sugar presentavano brevi poesie che evocavano il senso di riunirsi per godersi l’estate. Questa campagna di marketing estiva è stata l’occasione per molte persone che avevano bisogno di alleggerirsi un po’, visto che l’anno precedente la possibilità di godersi l’estate insieme era stata resa impossibile a causa della Covid-19.

Le 24 poesie di Cola-Cola facevano riferimento ad attività come le gite in spiaggia con la famiglia, le grigliate in giardino e le gite al cinema.

Ricordavano alle persone di vivere la vita con i propri cari per l’estate e di creare ricordi insieme partecipando ad attività semplici, ma preziose.

In occasione del lancio della campagna, Melissa Schwartz, direttore di Coke & Meals, aveva dichiarato: “L’anno passato ha privato tutti delle opportunità di stare insieme ai propri cari, quindi questa iniziativa sembra quasi una ri-celebrazione dell’umanità. L’estate è un momento di gioia e di unione, e questo sentimento si è intensificato nel 2021 più che in qualsiasi altro anno a memoria recente“.

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Le librerie IKEA sulla spiaggia

Memorabile campagna estiva “Books on the Beach” di IKEA del 2010.

La campagna si basava sulla celebrazione di una delle loro librerie simbolo, BILLY, che quell’anno compiva 30 anni. IKEA allestì la propria libreria all’aperto sulla famosa spiaggia di Bondi, in Australia, attirando centinaia di persone.

La biblioteca sulla spiaggia offriva una gamma di libri tra cui scegliere; l’iniziativa prevedeva che si potesse scegliere un libro per sé e scambiarlo con uno già in possesso, facendo una donazione. Tutti i proventi sono stati devoluti alla Australian Literacy and Numeracy Foundation.

L’iniziativa non solo incoraggiava le persone a leggere e a scambiarsi le storie, ma poteva contare anche su una buona causa.

La campagna estiva di marketing ha avuto un enorme successo, anche perché le librerie BILLY di IKEA sono uno dei mobili moderni di maggior successo commerciale. Nel 2019 il Times ha riportato che sono state vendute più di 110 milioni di librerie Billy dal loro ingresso sul mercato e questa attività estiva ha incrementato notevolmente le vendite.

Walkers and Doritos: Only on holiday

campagna estiva doritos e walker

In questo caso parliamo di una collaborazione fra brand: la campagna di marketing estiva “Only On Holiday” è stata lanciata con il tour operator easyJet.

La campagna ci porta in viaggio in diverse destinazioni di vacanza in tutto il mondo, dove i vacanzieri sono incoraggiati a concedersi un po’ di svago mentre sono all’estero. Lo spot ricorda in modo giocoso il divertimento che può derivare dai viaggi.

Fernando Kahane, senior marketing director di Walkers, ha dichiarato: “Offrire ai britannici la possibilità di vincere un pacchetto vacanze ogni ora, per 90 giorni, è stata di gran lunga una delle nostre promozioni on-pack più grandi ed eccitanti di sempre“.

La campagna estiva è stata perfettamente in linea con i tempi, dato che il 2022 è in effetti il primo anno in cui i cittadini hanno potuto viaggiare liberamente all’estero. Lo spot celebra il ritorno delle vacanze. Ispirando le persone ad acquistare una confezione di Walkers e Doritos e a concedersi una vacanza tanto desiderata.

Campagne estive: una doccia Sprite human-size

Questa sì che è creatività.

Sprite ha davvero alzato l’asticella del livello delle campagne di marketing estive con l’idea di offrire ai frequentatori delle spiagge di Tel Aviv e Rio De Janeiro una doccia veloce nel distributore di bibite Sprite a grandezza umana.

sprite

Dopo aver fatto la doccia, alcuni ambassador di Sprite hanno anche regalato loro una bottiglia gratuita della bevanda. Come si può non avere fatto una buona impressione quando il brand ha soddisfatto tutte le esigenze dell’estate?

L’ombra di McDonald’s

campagne estive mcdonalds

Individuare un cantuccio all’ombra nel caldo del calore estivo può regalare sensazioni fantastiche. McDonald’s lo ha reso possibile creando cartelloni pubblicitari “unici” per le fermate degli autobus.

Tendine verticali che si chiudono quando i sensori di movimento rilevano la presenza di persone sotto la pensilina, mostrando un annuncio che presenta le offerte speciali dedicate all’estate. Ecco come si raggiunge il target in modo davvero originale (e utile)!

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