ChatGPT ha portato alla ribalta l’IA generativa quando ha raggiunto 1 milione di utenti in cinque giorni.
Quanto è potente Chat GPT? Come funziona l’IA generativa? Chi sono i protagonisti? ChatGPT è pronto per cambiare le nostre vite?
Cos’è e cosa fa l’intelligenza artificiale generativa
L’intelligenza artificiale generativa è un’intelligenza artificiale che crea contenuti da semplici prompt e contesto.
#1. L’IA generativa può creare di tutto, dai saggi agli oggetti 3D. Esistono modelli per produrre testi, codici, immagini, video, musica, discorsi, sfondi di giochi. Per creare questo contenuto, la tecnologia richiede suggerimenti da parte dell’utente, un breve stringa di parole o frasi.
#2. I modelli più recenti combinano più di una funzionalità. Conosciuti come modelli multimodali, possono comprendere diversi tipi di contenuto, come immagini, testo e musica. Ciò consente loro di convertirsi l’uno nell’altro o persino di trasformarli in qualcosa di completamente diverso, come il video. Ma anche i casi d’uso a modalità singola, come il completamento di una canzone incompiuta, stanno diventando più sofisticati.
Ecco alcuni casi d’uso:
Qual è la dimensione del mercato per l’AI generativa
Ma circa 450 startup e diversi nuovi fondi per l’AI generativa indicano un mercato caldo e grandi speranze di crescita.
#2. L’IA generativa ha prosperato nel 2022 nonostante un clima difficile. I finanziamenti VC per l’Intelligenza Artificiale generativa sono aumentati di oltre il 20% nel 2022, mentre i finanziamenti VC sono diminuiti complessivamente del 30,9%, secondo PitchBook e NVCA.
Cos’è ChatGPT
ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale conversazionale creato da OpenAI (GPT sta per trasformatore generativo pre-addestrato).
Rilasciato il 30 novembre 2022 in fase di test, ha guadagnato 1 milione di utenti in cinque giorni ed è esploso come fenomeno mainstream diventando popolarissimo.
Come funziona ChatGPT
Gli utenti fanno una domanda o effettuano una richiesta in una casella di query. Il modello fornisce quindi una risposta in frasi o paragrafi ben strutturati.
Dati alcuni input di testo, ChatGPT può anche scrivere o correggere codice informatico.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/INTELLIGENZA-ARTIFICIALE-numeri.jpg7661363Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-03-29 09:00:322023-03-30 10:30:43ChatGPT e l'intelligenza artificiale generativa: i numeri del mercato
OpenAI lancia GPT-4, il nuovo potente modello di intelligenza artificiale per la comprensione di immagini e testi che l’azienda definisce “l’ultima pietra miliare nel suo sforzo di scalare il deep learning“.
GPT-4 è disponibile da oggi per gli utenti paganti di OpenAI tramite ChatGPT Plus (con un limite di utilizzo), mentre gli sviluppatori possono iscriversi a una lista d’attesa per accedere alle API.
Il prezzo è di 0,03 dollari per 1.000 token “prompt” (circa 750 parole) e 0,06 dollari per 1.000 token “completion” (sempre circa 750 parole). I token rappresentano il testo grezzo; ad esempio, la parola “fantastico” sarebbe suddivisa nei token “fan”, “tas” e “tic”.
A quanto pare, GPT-4 si è nascosto in bella vista: Microsoft ha confermato che Bing Chat, la sua tecnologia per chatbot sviluppata in collaborazione con OpenAI, funziona già con GPT-4.
Tra gli altri primi utilizzatori c’è Stripe, che usa GPT-4 per scansionare i siti web delle aziende e fornire un riepilogo al personale dell’assistenza clienti. Duolingo ha integrato il GPT-4 in un nuovo livello di abbonamento per l’apprendimento delle lingue. Morgan Stanley sta creando un sistema alimentato dal GPT-4 che recupera informazioni dai documenti aziendali e le fornisce agli analisti finanziari.
Cosa fa GPT-4
GPT-4 è in grado di generare testo e di accettare input di immagini e testo (un miglioramento rispetto a GPT-3.5 che accettava solo testo) e ottiene prestazioni di “livello umano” in vari benchmark professionali e accademici.
Ad esempio, GPT-4 ha superato un esame di abilitazione alla professione forense simulato con un punteggio medio del 10% dei partecipanti al test.
OpenAI ha impiegato sei mesi per “allineare iterativamente” il GPT-4 utilizzando le lezioni di un programma interno di test, ottenendo i “migliori risultati di sempre”. Come i precedenti modelli GPT, GPT-4 è stato addestrato utilizzando dati disponibili pubblicamente, compresi quelli provenienti da pagine web pubbliche, nonché dati concessi in licenza da OpenAI.
OpenAI ha anche collaborato con Microsoft per sviluppare un “supercomputer” da zero nel cloud Azure, che è stato utilizzato per addestrare il GPT-4.
Le differenze con GPT-3
“In una conversazione informale, la distinzione tra GPT-3.5 e GPT-4 può essere sottile“, ha scritto OpenAI in un post sul blog.
“Le differenze emergono quando la complessità è maggiore e raggiunge una soglia sufficiente: GPT-4 è più affidabile, creativo e in grado di gestire istruzioni molto più complesse di GPT-3.5“.
Senza dubbio, uno degli aspetti più interessanti di GPT-4 è la sua capacità di comprendere le immagini e il testo. GPT-4 è in grado di interpretare immagini relativamente complesse, ad esempio di identificare un adattatore per cavo Lightning da una foto di un iPhone collegato.
La capacità di comprensione delle immagini non è ancora disponibile per tutti i clienti OpenAI, che la sta testando con un solo partner, Be My Eyes, per iniziare. La nuova funzione di è in grado di rispondere a domande sulle immagini che le vengono inviate. L’azienda spiega come funziona in un post sul blog:
“Se un utente invia una foto dell’interno del proprio frigorifero, non solo sarà in grado di identificare correttamente cosa c’è dentro, ma anche di estrapolare e analizzare cosa si può preparare con quegli ingredienti“. Lo strumento può quindi anche offrire una serie di ricette per quegli ingredienti e restituire una guida passo-passo su come prepararli“.
Con GPT-4, OpenAI sta introducendo una nuova funzionalità API, i messaggi “di sistema”, che consentono agli sviluppatori di prescrivere lo stile e i compiti descrivendo indicazioni specifiche. I messaggi di sistema, che in futuro arriveranno anche in ChatGPT, sono essenzialmente istruzioni che stabiliscono il tono e i limiti delle successive interazioni dell’intelligenza artificiale.
Ad esempio, un messaggio di sistema potrebbe recitare: “Sei un tutor che risponde sempre in stile socratico. Non dai mai la risposta allo studente, ma cerchi sempre di porre la domanda giusta per aiutarlo a imparare a pensare con la propria testa. Devi sempre adattare la domanda all’interesse e alle conoscenze dello studente, suddividendo il problema in parti più semplici fino a raggiungere il livello giusto per lui“.
Ma non è perfetto
Anche con l’introduzione dei messaggi di sistema e degli altri aggiornamenti OpenAI riconosce che GPT-4 è ben lungi dall’essere perfetto.
Continua ad avere “allucinazioni” sui fatti e a commettere errori di ragionamento, a volte con grande sicurezza.
“GPT-4 generalmente non conosce gli eventi che si sono verificati dopo l’interruzione della maggior parte dei suoi dati (settembre 2021) e non impara dalla sua esperienza“, ha scritto OpenAI.
“A volte può commettere semplici errori di ragionamento che non sembrano compatibili con la competenza in così tanti domini, o essere eccessivamente ingenuo nell’accettare dichiarazioni palesemente false da parte di un utente. E a volte può fallire in problemi difficili proprio come fanno gli esseri umani, ad esempio introducendo vulnerabilità di sicurezza nel codice che produce“.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/gpt-4.jpg6091354Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-03-15 10:25:332023-03-16 11:54:01OpenAI lancia GPT-4: la nuova generazione di Intelligenza Artificiale
Nel mese di settembre 2022 abbiamo pubblicato un articolo nel quale spiegavamo in cosa consistesse il famoso MERGE della rete Ethereum e, successivamente, come questo fosse soltanto il primo di una serie di upgrade che avrebbero interessato la rete Ethereum e che nel 2023.
Proprio in questi giorni, il 10 febbraio, Tim Beiko sviluppatore capo presso la fondazione Ethereum, ha annunciato un nuovo avanzamento verso la conclusione di tutti gli step di aggiornamento Shapella, che porteranno alla conclusione del macro aggiornamento su varie testnet.
Sepolia rappresenta il primo dei testnet pubblici di lunga durata il cui aggiornamento dovrebbe concludersi questo 28 febbraio.
Perché ne parliamo
Il fork di Shapella riveste un ruolo molto importante perché introduce molte nuove caratteristiche alla rete Eth e ne aggiorna di vecchie. Ricordiamo, per i non addetti ai lavori, che con il termine fork si intende una modifica del codice originario della rete.
Le reti che attualmente hanno beneficiato o beneficeranno di questo upgrade sono attualmente le reti di test, per l’appunto le testnet di Ephemery e Zhejiang in primis, poi seguiranno quelle di Sepolia e Goerli ed infine, secondo la roadmap di Ethereum, toccherà alla rete principale la mainet.
Come ogni aggiornamento informatico, sono necessari ambienti di prova per verificare che tutto vada bene e nessun utente perda denaro, trattandosi di un aggiornamento proprio sui prelievi della moneta virtuale Ethereum, possiamo ben comprendere la necessità di test ed analisi lunghe e dettagliate.
Per garantire che l’hard fork venga eseguito senza intoppi, i principali sviluppatori di Ethereum hanno lavorato per eseguire il debug e valutare tutti gli elementi e le funzionalità di miglioramento legate all’aggiornamento.
Secondo i test effettuati sulla rete Ropsten, non dovrebbero esserci problemi di rilievo dal punto di vista tecnico; le simulazioni (in particolare per quanto riguarda i prelievi, che sono complicati) condotte sulla testnet pubblica di Zhejiang, forniranno agli utenti un certo grado di sicurezza sulla fattibilità dell’aggiornamento, nonché l’opportunità di esplorare le funzionalità in un ambiente sicuro prima del suo lancio ufficiale.
Attraverso la testnet di Zhejiang, i validatori e gli sviluppatori core di Ethereum saranno in grado di analizzare l’uso su larga scala di queste funzionalità prima del lancio al fine di identificare eventuali problemi o exploit da parte di attori delle minacce che mirano alla rete.
Perché è importante
Facciamo un po’ di chiarezza e partiamo dal nome Shapella, che deriva dall’ unione di Shanghai–Capella, altri due importanti upgrade della rete ETH. Vediamo in cosa consistono.
Shangai rappresenta l’upgrade che consentirà agli staker e ai validatori di prelevare asset dalla Beacon Chain. La sua importanza è legata al fatto che il token Ether in stake rappresenta circa un settimo della fornitura totale dei token, ovvero circa 16 milioni di monete e, facendo due calcoli, possiamo dedurre che il valore attuale di tutti gli Ether in stake è di oltre 26 miliardi di dollari.
Capella è l’upgrade che riguarda il livello di consenso contenente una serie di funzionalità relative ai prelievi del validatore.
In molti si chiederanno il perché questi due aggiornamenti e perché uno non fosse sufficiente.
Per rispondere a questa domanda dobbiamo chiamare in causa la struttura della rete Ethereum che, rispetto ad altre, presenta non una ma ben due catene, la catena di esecuzione (execution layer EL) e la catena di consenso (consensus layer CL).
Capella rappresenta proprio l’ hard fork sulla catena del consenso, mentre Shanghai è l’ hard fork sulla catena delle esecuzioni.
A questo punto sarà molto più facile comprendere che l’aggiornamento Shapella porterà ad un significativo miglioramento sia dei prelievi sull’execution layer che un miglioramento del livello di consenso della Beacon Chain.
Aggiungiamo, tra le altre informazioni, che l’upgrade Capella abiliterà anche la “funzionalità di pulizia automatica dell’account”. Di conseguenza, tutti gli account di convalida verranno continuamente controllati per i premi disponibili o per i prelievi completi da pagare. Questi premi disponibili verranno pagati automaticamente, ma i prelievi completi dovranno essere avviati manualmente.
Cosa c’è da sapere sull’upgrade di Ethereum
A partire dal 7 febbraio 2023, i testnet Ethereum Ephemery e Zhejiang hanno già ricevuto l’aggiornamento Shapella. Si tratta, come già detto, di reti di “prova” che consentiranno agli utenti della rete di testare tutte le nuove funzionalità che verranno eventualmente implementate nel fork.
Quindi, sia i validatori che gli staker possono utilizzare il testnet di Zhejiang per provare ad effettuare sia prelievi completi che parziali.
Dopo questo testnet, anche Sepolia e Goerli riceveranno l’aggiornamento Shapella. Poi, finalmente, toccherà alla main-net, cioè alla rete principale. L’aggiornamento del testnet Sepolia è stato programmato per febbraio 2023 e, nonostante debba ancora essere annunciato, secondo Ethereum News, il testnet Goerli verrà probabilmente lanciato tra una e due settimane dopo Sepolia, e il mainnet un paio di settimane dopo Goerli.
Ninja Upshot
Come già ribadito, la roadmap di Ethereum prevede diversi aggiornamenti dopo Shanghai, noti come “Surge“, “Verge“, “Purge” e “Splurge“, già descritti precedentemente.
Gli analisti si chiederanno quali implicazione potrà avere Shapella sotto il profilo finanziario e quindi di mercato, ma al momento è impossibile dire se questo hard fork porterà Ethereum su una corsa rialzista o ribassista. Tuttavia, possiamo considerare diversi fattori per prevedere un movimento di prezzo.
In primo luogo, alcuni fattori indicano una possibile corsa al ribasso, dato che l’aggiornamento porterà probabilmente a un massiccio rilascio di token ETH sul mercato, poiché abbiamo visto che adesso i validatori possono accedere ai token che hanno bloccato per molto tempo. Ciò potrebbe causare una crisi di liquidità, così come il risultato del fiasco di FTX Binance.
Tuttavia, sebbene molti validatori e staker possano ritirarsi e vendere i propri asset, sembra più probabile che il ritiro parziale li incoraggi a mantenere il saldo dello staking (superiore a 32 ETH) per guadagnare maggiori rendimenti. Alcuni validatori potrebbero persino rimettere in gioco i loro premi per guadagnare di più.
Un altro fattore che sembra contestare l’idea di una corsa al rialzo sono i protocolli di uscita di Ethereum. In Shapella sono inclusi codici che limitano i prelievi completi in base all’ETH totale puntato e al numero di validatori che desiderano uscire dalla rete.
Questo limite di uscita impedisce un massiccio deflusso di ETH in stake.
Alla fine, questo limite di uscita potrebbe aumentare la ricompensa percentuale annuale (APR), incentivando e invitando validatori e staker. E più persone fanno staking, meno detentori di ETH vendono.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/ethereum.jpg540960Antonio Romanohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAntonio Romano2023-02-16 11:30:142023-02-16 18:55:15Proseguono gli upgrade di Ethereum, cosa c'è da sapere su Shapella
Avviare un’attività online con un eCommerce o in dropshipping può essere vantaggioso e sfidante ma, ancor prima di compiere il primo passo in questa direzione, occorre saper valutare gli strumenti che oggi la rete offre per non sbagliare ancora prima di partire.
Il settore della vendita online in Italia, soprattutto negli ultimi anni, è letteralmente esploso a causa della situazione storico-sociale di questi ultimi anni. Pertanto, aprire un eCommerce potrebbe risultare una scelta vincete, una vera e propria opportunità di business.
Quando si apre un’attività (che sia online o meno), accade che i budget a disposizione siano ridotti, pertanto considerare soluzioni ‘low cost’ per avviare un’attività online, come ad esempio il dropshopping potrebbe rappresentare una soluzione fattibile; ma cos’è il dropshipping?
Il dropshipping: cos’è e quali sono i vantaggi
Il dropshipping è una delle soluzioni low cost più diffuse in rete per avviare un’attività online. Si tratta di un metodo di vendita di prodotti senza possederli concretamente in magazzino. Pertanto, nel momento di una vendita l’esercente diviene sostanzialmente un intermediario tra cliente e fornitore del prodotto venduto.
Cosa vuol dire drop shipping?
Si tratta di una metodologia, quella del dropshipping, che pone le basi essenzialmente su un accordo commerciale tra fornitore e venditore finale, che condividono ed uniscono i propri sforzi per un unico vantaggio che li accomuna: il business online.
In questo modo, il venditore si occuperà della strategia di vendita e dell’assistenza pre e post vendita, delegando la spedizione, gli accordi con corrieri e tutta la gestione del magazzino, al fornitore finale. Insomma, una suddivisone dei compiti che potrebbe facilitare di non poco, l’apertura di un’attività online.
Ma è davvero tutto così semplice? La risposta è “ni”, con vantaggi e svantaggi da valutare con molta attenzione:
Facile da gestire e da avviare
Come già indicato, il dropshipping permette di gestire un vero e proprio eCommerce in maniera semplice senza preoccuparsi di gestire magazzini, imballaggi e spedizioni, tracciabilità, resi e ordini per il mantenimento di scorte e rimpiazzi.
Posizione flessibile
Basterà un buon collegamento ad internet per poter lavorare alla propria attività online da qualunque luogo. Tutto ciò comporterà una grande libertà degli orari lavorativi e nella gestione della mole di lavoro che il dropshipping inevitabilmente comporta.
Costi di apertura minimi
Come già anticipato, i costi per l’apertura di un eCommerce in modalità dropshipping sono notevolmente ridotti grazie a quella suddivisione di compiti e competenze che stipulano il venditore ed il fornitore finale, pertanto non sarà necessario acquistare e depositare la merce, gestire un magazzino ma anche spedizioni, resi, personale, fornitori e affitti. Gran parte dell’attività (da parte del venditore) verrà svolta online da casa o da dove si preferisce.
Potenziali fornitori da ogni dove
Scegliere di vendere in dropshipping significa anche (e soprattutto) essere liberi. Liberi di scegliere i propri fornitori, che possano essere in qualunque angolo del globo: un vantaggio non da poco.
Gran varietà di prodotti
Avere la possibilità di vendere prodotti sempre diversi inseguendo le mode del momento o dedicarsi a specifiche nicchie del mercato proseguendo un percorso verticale e scambiale, è un’altra libertà possibile con un’attività in dropshipping.
Rischi ridotti
Come già accennato, aprire un eCommerce in dropshipping non richiede grandi investimenti, in quanto non sarà necessario acquistare merci e gestire magazzini: un gran vantaggio per non indebitarsi con rappresentanti e fornitori in caso di non riuscita del progetto.
Ma quali potrebbero essere i vantaggi del fornitore, di colui che concretamente spedisce e gestisce i prodotti venduti? In realtà sono innumerevoli, uno su tutti è la gestione del cliente, un impegno non di poco conto.
Altro aspetto a tutto vantaggio del venditore consiste nel mancato impegno nel marketing, nella promozione e nella comunicazione del brand e del prodotto online.
Scalabilità facilitata
Dopo i primi tempi di rodaggio, l’intento di ogni venditore online è scalare i mercati, concetto ancor più vero e valido nel mondo del dropshipping dove i guadagni possono giungere solo con un importante numero di ordini. La mancata gestione del magazzino in prospettiva di un aumento delle vendite nel tempo, comporterà una scalabilità maggiore, in quanto il lavoro aggiuntivo, sarà principalmente sulle spalle dei fornitori, che dovranno preoccuparsi di spedire e gestire i magazzini.
Gli svantaggi di un eCommerce in modalità dropshipping
Oltre ai numerosi vantaggi determinati dalla scelta di vendere in dropshipping, esistono anche alcuni svantaggi da tenere in considerazione. Il primo è forse il più preoccupante riguarda certamente il rischio di truffe.
Il pericolo delle truffe
L’intero sistema di dropshipping potrebbe essere utilizzato per organizzare truffe online, difatti è la natura stessa del sistema ad offrire un ventaglio abbastanza ampio di azioni ostili e malevoli: basti pensare ad un fornitore che a vendita conclusa non spedisce o spedisce prodotti differenti da quelli concordati o in modalità differenti da quelle contrattualizzate.
Alla base dunque di un buon eCommerce in dropshipping risiede la scelta di selezionare accuratamente e con grande attenzione i propri fornitori e siglare con essi, accordi chiari e vincolanti.
Scelta di prodotti sbagliati
Di altrettanta importanza è la scelta dei prodotti che si vorrebbero vendere online. Senza alcun dubbio si tratta di una scelta strategica, per il successo del proprio business online.
Bassi margini
Si è proprio così: i guadagni in dropshipping, soprattutto nei primi tempi e per i primi ordini, è spesso molto ridotto. Si tratta di una triste verità con la quel bisogna fare i conti quando su decide di abbracciare una soluzione di condivisione, come potrebbe essere quella del dropshipping.
Per poter avere un guadagno più gratificante occorrerà concentrarsi sulla quantità degli ordini, puntando ad un numero sempre più elevato.
Aprire un’attività online richiede attenzione, devozione e tantissimo impegno e come in tutte le attività (anche nel mondo offline) richiede tempo, tanto tempo per poter veder i primi risultati, anche in termini di fatturato.
Grande concorrenza
Se da un lato la concorrenza Italiana non è ancora particolarmente attiva come in altri paesi Europei, dall’altro confrontarsi sin da subito con chi negli anni ha già collezionato esperienze e fornitori affidabili, sui canali di maggiore utilizzo per venditori e dropshippers (esempio eBay) non sarà di certo semplice.
Mancato controllo sul prodotto finale
Questo è un grande limite dettato dalla natura stessa del dropshipping. Difatti, non avendo la possibilità di controllare il prodotto finale spedito e gestito dal fornitore, sarà impossibile lavorare su tutti quelli espedienti di marketing e comunicazione che è possibile mettere in atto nel momento della ricezione e dell’apertura del pacco.
Contatti “regalati”
Nel momento in cui si concretizza una vendita, al fornitore vengono regalati alcuni dei dati più importanti dell’acquirente. Un vero peccato dopo tutta la pazienza e fatica per realizzare la vendita ed accumulare dati di grande rilevanza per l’intera attività online.
Oltre agli svantaggi del dropshipping è indispensabile non commettere errori, soprattutto nei primi tempi, per evitare che si parta col piede sbagliato.
Quali sono gli errori più diffusi e comuni dei dropshipper? Scopriamoli subito.
Errori da evitare per un eCommerce in dropshipping
Nel mondo del dropshipping non basta avere solo competenze di vendita e di marketing, ma occorrono anche altre skill per ottenere quel successo quasi indispensabile per poter continuare a vendere online. Per non demoralizzarsi è bene tenere a mente questi errori da evitare:
1) Creare relazioni superficiali con i fornitori e/o collaboratori
Edificare relazioni vere e proficue, ad esempio con fornitori e collaboratori, è un aspetto a dir poco essenziale. Rispettare le tempistiche di pagamento e risolvere i problemi che potrebbero sorgere per spedizioni e resi con i tuoi fornitori, è fondamentale per costruire relazioni lavorative più profonde, che si basino sulla fiducia. Queste relazioni saranno utili per superare le difficoltà, che nella carriera di un dropshipper potrebbero insorgere.
2) Prezzi al ribasso
Un grave errore è pensare di ampliare le entrare andando al ribasso, soprattutto nei primi tempi di ‘rodaggio’ di un’attività online. Ignorare un attento studio dei prezzi e dei competitor, sarà la causa di una graduale perdita di fiducia del consumatore e di una ulteriore riduzione dei profitti (già marginali nei primi tempi). Insomma la riduzione dei prezzi è un errore da evitare.
3) Non avere un piano ‘B’
Un piano B deve esserci sempre. Come già anticipato le difficoltà potrebbero essere dietro l’angolo e non avere un piano di riserva potrebbe rappresentare una pessima scelta, ma facciamo un esempio.
In questo articolo abbiamo fatto cenno più volte alla libertà, alla libertà di poter scegliere i propri fornitori e prodotti: ma se un fornitore dovesse preferire un altro venditore o se smettesse di vendere quel prodotto che si vende così facilmente, come ci si comporterebbe?
In casi come questi un piano B potrebbe evitare innumerevoli perdite di tempo. Pertanto, affidarsi a più fornitori e avere sempre più di un contatto, potrebbe essere una principio da non dimenticare.
4) Vendere prodotti firmati
Per poter vendere prodotti “firmati” è possibile che sia richiesta un’autorizzazione, una licenza di vendita. Non si possono ignorare diritti e copyright.
5) Offrire troppi metodi di spedizione
La chiarezza e la semplicità di un eCommerce risultano essere (molte volte) elementi chiave nel successo di un’attività online e offrire diverse metodologie di spedizione, potrebbe creare confusione e incertezze su tempistiche di consegna ed altro.
Si consiglia di preferire un unico (o la massimo duplice) metodo di spedizione, che sia gratuito o meno sarà necessario stabilirlo in base alla strategia in atto.
6) Non essere paziente
Essere paziente per assaporare i primi risultati di questa tipologia di attività online richiede tempo ed essere impazienti potrebbe rappresentare un grave errore.
Tenere a mente che diventare ed essere un dropshipper non è un gioco e chepotrebbe essere più complesso e impegnativo di ciò che si potrebbe pensare, è essenziale per non scoraggiarsi e gettare la spugna troppo presto.
Piattaforme e fornitori: come e dove trovarli
Da dove partire per aprire un eCommerce in dropshipping? Certamente dalla scelta della piattaforma, cioè dei siti web sui quali è possibile scoprire categorie e prodotti da poter vendere sin da subito sul tuo store.
Ognuna di queste piattaforme offre indicazioni sui fornitori oltre a proporre una serie di servizi solitamente utili per i principianti (e non solo) di questo mondo.
Esistono diverse tipologie di piattaforme dove poter intercettare i prodotti più idonei per il proprio progetto. Alcune di essere potrebbero risultare complesse, altre più semplici ed è proprio da quest’ultime che consigliamo di partire per addentarsi gradualmente in un mondo certamente interessante come quello del dropshipping,un primo passo per rompere il ghiaccio.
1) HOPLIX
La prima piattaforma italiana che tutti i dropshipper dovrebbero conoscere è Hoplix, uno store di prodotti personalizzati come cappelli, T-shirt e tantissimo latro ancora. Un fornitore affidabile, veloce nelle spedizioni e affidabile, insomma un buon punto di partenza per un’attività online ai primi passi.
2) DROPSHIPPINGB2B
DropshippingB2B è una piattaforma tutta italiana incentrata essenzialmente su gioielli di bigiotteria dei migliori brand a prezzi super concorrenziali grazie ad alcuni canali di approvvigionamento uscii di cui gode la piattaforma. Ultimo aspetto, manon per importanza, è la piattaforma che DropshippingB2B mette a disposizione per la gestione degli ordini, delle comunicazioni con i fornitori e di altre “faccende da dropshipper”.
3) SEEBILA
Se si desidera cominciare con fornitori che non ti obblighino a garantire un minimo d’ordini, allora Seebila potrebbe rappresentare la soluzione ideale. Difatti, la piattaforma non impone nessun minimo o vincolo temporale, un grande vantaggi per non sentirsi ‘sotto pressione’. Ma non solo, Seebila mette a disposizione per tutti i suoi venditori una piattaforma completa e polifunzionale.
4) DROPSHIPPING ONE
Si tratta di uno dei cataloghi di fornitori più importanti sul web, con innumerevoli categorie tra le quali scegliere. La piattaforma mette a disposizione servizi unici nel suo genere come i contratti in esclusiva, formazione gratuita e assistenza per dropshipper meno esperti. Un servizio, quello offerto da Dropshipping One di intermediazione commerciale unico nel suo genere.
5) REDIDROP
RediDrop è una delle poche piattaforme unicamente incentrata sulle borse. È possibile trovare una grande varietà di borse, da quelle eleganti a quelle più sportive, e non pone un tetto minimo di ordini. In pochi clic permette di caricare l’intero catalogo sul proprio eCommerce. Per le caratteristiche descritte, RediDrop è una di quelle piattaforme da non lasciarsi scappare.
6) B2B GRIFFATI
B2B Griffati è una piattaforma che propone abiti firmati. Più di 20.ooo prodotti pronti ad essere venduti in modalità dropshipping in tutto il mondo. Si tratta di una piattaforma italiana facile da utilizzare e che funziona benissimo grazie alla possibilità di importare l’intero catalogo sul portale dell’azienda indipendentemente che dal CMS utilizzato.
7) NEW CART
Un’altra piattaforma di cui vogliamo parlare in questo articolo di oggi è New Cart, una piattaforma smart e molto funzionale, che faciliterà la vita del dropshipper soprattutto nei primi caricamenti di cataloghi e prodotti del proprio store.
Difatti, New Cart permette di facilitare proprio questo genere di operazioni, fornendo ad ogni dropshipper un file CSV, un elenco di prodotti che sono stati scelti e che in pochi semplici clic sarà possibile importare sul proprio sito web.
Come tenersi aggiornati sul mondo del dropshipping
Tenersi aggiornati sul mondo del dropshipping è essenziale per non incorrere in problemi, come già accennato e per intercettare subito tendenze e novità del settore. Come tenersi aggiornati sull’argomento?
La risposta a questa domanda è abbastanza semplice: per tenersi aggiornati potrebbe essere utile seguire alcuni blog di riferimento come:
Solo per citarne alcuni; la lista di blog e forum che quotidianamente approfondiscono le tematiche legate al dropshipping sono tantissimi e tutti raggiungibili con qualche clic su Google.
Conviene fare dropshipping? È sicuramente questa la domanda che sorge se si è giunti sin qui a leggere l’articolo. La verità è che non c’è una risposta univoca, dunque dipende da molti fattori, con delle considerazioni da tenere sempre a mente se si decide di intraprendere questo meraviglioso percorso.
Il dropshpping, ancora oggi nel 2023, potrebbe essere una soluzione fattibile nonostante alcune problematiche che inducono a pensare il contrario, come i margini ridotti, la disponibilità il più delle volte di prodotti di bassa qualità e i fornitori poco seri. Allora perché avrebbe senso? Il segreto risiede nella concorrenza, non ancora particolarmente alta se vivi in Italia rispetto ad altri paesi in Europa ed in USA.
Tutti gli ostacoli, però, sono superabili prestando la dovuta attenzione alle scelte che una soluzione commerciale come il dropshipping propone. Senza dimenticare le numerose guide online oggi disponibili.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/Dropshipping-cose-vantaggi-e-svantaggi-come-farne-un-business-4.jpg600800Luca Cannarozzohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Cannarozzo2023-02-16 10:17:502023-05-12 17:30:37Dropshipping: cos'è, vantaggi e svantaggi, come farne un business
Già prima del lockdown, l’e-commerce B2C in Italia rappresentava il motore di crescita e di innovazione del settore retail, ma l’avvento del Covid-19 possiamo affermare che abbia certamente accelerato questo processo di innovazione che era già in atto.
A dimostrazione di come gli e-commerce siano infatti sempre più utilizzati dalle aziende ci sono i dati secondo cui in Italia gli acquisti online sono in costante aumento, e dopo l’avvento del Covid-19 il volume delle vendite a distanza è incrementato con picchi che hanno sfiorato il +300%.
D’altronde, il raggiungimento di un maggior numero di potenziali clienti, l’abbattimento dei costi e il miglioramento della comunicazione con i propri clienti sono solo alcune delle motivazioni che spingono le aziende alla realizzazione di e-commerce per la crescita del proprio business.
Ma cosa si intende esattamente quando si parla di e-commerce?
Una definizione riduttiva di questo termine sarebbe quella che vede l’e-commerce solo come un’attività di commercio elettronico, quando le sue potenzialità e le sue funzionalità non possono essere limitate a questa definizione.
L’e-commerce infatti non esaurisce le sue potenzialità con la semplice transazione, bensì coinvolge una serie di fasi che si vengono a creare tra acquirente e venditore online, ovvero:
opperazioni di marketing;
posizionamento del sito web sulle pagine dei motori di ricerca;
scambio di informazioni legate alla vendita.
Per poter definire meglio l’e-commerce e comprendere meglio di che tipo di commercio si sta parlando può essere utile fare una prima distinzione tra le diverse tipologie di e-commerce esistenti, che si distinguono in base alle diverse parti coinvolte in qualità di venditore ed acquirente.
Tra le diverse tipologie troviamo:
Business to Business (B2B);
Business to Consumer e viceversa (B2C – C2B);
Business to Employee e viceversa (B2E – E2B);
Business to Government e viceversa (B2G -G2B);
Consumer to Consumer (С2C);
Citizen to Government e viceversa (C2G – G2C);
Government to Government (G2G);
Peer to Peer (P2P).
Un ulteriore distinzione tra le diverse tipologie di e-commerce può inoltre essere fatta tra:
Ecommerce diretto: l’acquisto e lo scambio di beni/servizi avviene interamente online;
Ecommerce indiretto: l’acquisto del bene/servizio avviene online ma lo scambio è effettuato offline, tramite la spedizione tradizionale.
Conoscere prima di tutto le diverse tipologie di e-commerce esistenti è di fondamentale importanza per comprendere sempre meglio le grandi potenzialità che un e-commerce può avere.
Ma quali sono i dati più interessanti sull’e-commerce per comprenderne ancora meglio le prospettive future? Vediamoli insieme.
Come dichiarato da Alessandro Perego, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano“Negli ultimi anni, e in particolare durante la pandemia, l’online ha svolto un ruolo trainante per la crescita e l’innovazione del Retail, anche fisico. Nel 2022 invece anche l’eCommerce, soprattutto di prodotto, ha attraversato un momento di incertezza a livello internazionale, dovuto in primis alle conseguenze economiche delle tensioni socio-politiche. L’aumento dei costi (delle materie prime, dell’energia, del trasporto) sta condizionando l’andamento del commercio, sia online sia offline: da un lato i consumi risentono della riduzione del potere di acquisto per via dell’inflazione, dall’altro lato i merchant lavorano assiduamente all’ottimizzazione dei processi per garantire sostenibilità economica in uno scenario instabile e complesso”
Ciò nonostante stando ai dati degli Osservatori del Politecnico di Milanonel 2022 gli acquisti online valevano 48,1 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021) e l’e-commerce di prodotto ha continuato la propria corsa, pur con un ritmo più contenuto (+8%) rispetto a quanto visto nel 2021 (+18% sul 2020), toccando i 33,2 miliardi di euro.
Gli acquisti online di servizi, invece, hanno portato a termine il proprio percorso di ripresa (+59%) raggiungendo quota 14,9 miliardi di euro e grazie alla crescita del comparto Turismo e trasporti (soprattutto nei mesi estivi), si sono compensate le perdite generate durante l’emergenza sanitaria.
Una tendenza positiva riscontrata anche nel 2021 per cui secondo i dati rilevati dagli Osservatori del Politecnico di Milano l’e-commerce B2C di prodotto nel mondo valeva già 3.400 miliardi di euro con un +17% rispetto al 2020 (a crescere di più è stato il settore degli elettrodomestici).
Previsioni sull’e-commerce per il 2023
La pandemia prima e le tensioni socio-politiche che stiamo vivendo oggi, hanno portato ad un’instabilità geo-politica ed economica che ha creato un terreno di incertezza che si sta vivendo a livello internazionale.
Considerando questo nuovo contesto, il 2023 è visto come un anno di possibile recessione e le aspettative dei commercianti del nostro Paese non sono del tutto positive, infatti circa uno su due ha rivisto le stime a chiusura del conto economico per accogliere modifiche, al ribasso, del proprio fatturato e, al rialzo, delle spese.
Già ad aprile 2022 infatti, l’88% del campione dichiarava l’incremento dei costi di energia e trasporto, il 65% l’aumento dei costi delle materie prime e l’11% una diminuzione dell’export, soprattutto verso i paesi più coinvolti nelle tensioni socio-politiche, come si evince dai dati rilevati dagli Osservatori del Politecnico di Milano.
Da quanto emerge inoltre dallo studio della KPMG ‘CEO Outlook 2022’, la survey che raccoglie le opinioni di più di 1.300 CEO delle più grandi aziende al mondo sulle prospettive dell’economia globale nei prossimi 3 anni, in un contesto fortemente incerto, il 58% dei CEO intervistati, attende una recessione alquanto breve e non fortemente impattante per l’economia italiana.
L’analisi di McKinsey sulle previsioni della moda prevede inoltre una crescita delle vendite relativamente lenta tra il -2 e il +3 percento, appesantita da una contrazione del mercato europeo (che dovrebbe ridursi tra l’1 e il 4 percento).
Si prevede che la Cina e gli Stati Uniti otterranno una crescita migliore, crescendo rispettivamente tra il 2 e il 7% e tra l’1 e il 6%.
Fonte immagine: McKinsey.com
Secondo lo studio inoltre, a crescere saranno le vendite nel settore del lusso con un aumento che oscilla tra il 5 e 10% principalmente negli Stati Uniti, mentre è prevista una crescita tra il 3 e l’8% in Europa.
Basandoci inoltre sui dati rilevati da Qapla basate sulla base dell’elaborazione della serie storica di spedizioni tracciate su Qapla, troviamo invece delle proiezioni per le vendite e-commerce nel 2023 più positive.
Quapla stima infatti un aumento dell’8% delle spedizioni totali in tutto l’anno rispetto al 2022.
Sembrerebbe dunque, che nonostante le previsioni in alcuni casi non possano essere rosee come l’anno precedente, i cui risultati possono definirsi “falsati” visto gli effetti della situazione data dalla pandemia a livello internazionale che ha certamente dato una spinta alle vendite online, tuttavia le previsioni non siano troppo pessimistiche.
Seppure si tenga conto dell’instabilità della situazione geopolitica in corso.
Per lanciare un e-commerce è necessario prestare attenzione ad alcuni elementi molto importanti. Sulla base di ciò ecco allora alcuni suggerimenti da cui partire per lo sviluppo di un e-commerce di successo:
Identifica un prodotto ad alto potenziale: un prodotto o servizio in grado di rispondere alle esigenze dei potenziali clienti è già per questo un prodotto o servizio dalle grandi potenzialità;
Scegli la tua nicchia: nella scelta del proprio mercato target è essenziale partire dal decidere quale sia il modello di business e-commerce più idoneo scegliendo tra le diverse tipologie di e-commerce viste in precedenza (B2B, B2C etc.)
Trova i tuoi migliori concorrenti: una ricerca online rispetto ai concorrenti per il mercato di riferimento e per il prodotto o servizio in questione è fondamentale per capire molte cose e prima di tutto se il prodotto o servizio che si vorrebbe vendere esiste già o può essere differenziato rispetto all’offerta dei competitor;
Fai brainstorming sui prodotti da vendere: un ottimo modo è “ascoltare” le opinioni sui social, seguire le tendenze di ricerca ad esempio attraverso strumenti come Google Trend, navigare tra siti web di e-commerce e aggregatori;
Prepara il tuo business plan in cui descrivere dettagliatamente gli obiettivi e la roadmap per la finanza, le operazioni, la logistica e il marketing. Questo documento che deve essere generato solo dopo l’identificazione del proprio mercato di riferimento può essere usato per organizzarsi ma anche per attrarre potenziali investitori;
Scegli la tua ragione sociale e la struttura giuridica e richiedi il tuo codice identificativo fiscale, i permessi e le licenze prima di iniziare a vendere;
Trova un marchio e assicurati la tua presenza online: una volta scelto il nome del marchio assicurati che sia disponibile attraverso il registro brevetti e marchi. Solo successivamente potrai procedere con la progettazione di un logo che verrà posizionato su tutti gli imballaggi, il design del sito Web e i materiali di marketing;
Crea il tuo negozio online scegliendo tra le diverse piattaforme possibili per la realizzazione in base ai livelli di personalizzazione e alle funzionalità richieste;
Quali sono le piattaforme più usate per realizzarlo
Tra le migliori piattaforme e-commerce ma anche tra le più utilizzate tra cui è possibile scegliere per la creazione di un e-commerce proprietario troviamo:
Shopify: una piattaforma di e-commerce user-friendly, con molte opzioni di personalizzazione e diverse opzioni di abbonamento , dotata di strumenti e funzionalità integrate per la vendita multicanale;
WooCommerce: un plug-in open source scaricabile gratuitamente legato a WordPress che sostanzialmente rappresenta l’unica soluzione per rendere il proprio sito WordPress un e-commerce;
Magento: una piattaforma open source senza hosting incluso ma più adatta agli sviluppatori grazie al suo sistema potente, flessibile e personalizzabile. I limiti sono però relativi a complessità e costi;
Squarespace: una piattaforma facile da usare ma con meno funzionalità di e-commerce personalizzabili rispetto alle altre;
Wix: una piattaforma e-commerce per gestire piccoli negozi che offre template personalizzabili, web hosting e registrazione del dominio e permette di tracciare gli ordini, accettare i pagamenti online e vendere su più canali;
Prestashop: una delle piattaforme ecommerce open source che si distingue per prezzi non troppo alti ma che ha un limite dovuto alle competenze tecniche necessarie per la sua gestione.
Per lo sviluppo del proprio e-commerce saranno dunque il background tecnico unitamente al budget a disposizione gli elementi su cui basarsi nella scelta della piattaforma da usare.
E-commerce proprietario o marketplace
Quando ci si trova a dover scegliere tra lo sviluppo di un e-commerce proprietario o un marketplace, per fare una scelta oculata è necessario conoscere i relativi vantaggi e svantaggi che ciascuna scelta porterebbe.
Ma prima di approfondire l’argomento è importante capire esattamente cosa siano i marketplace e quali siano le differenze rispetto agli e-commerce proprietari.
I marketplace sono in sostanza piattaforme online dove le aziende affiliandosi possono riservarsi uno spazio online dedicato in cui vendere i propri prodotti e servizi. Per fare un esempio, Amazon è certamente uno degli esempi più noti di marketplace.
Tra i vantaggi del marketplace troviamo:
Ilraggiungimento rapido di una vasta gamma di potenziali clienti, utilizzando la base di utenti già esistente del marketplace;
L’autorevolezza della piattaforma e quindi la migliore posizione in SERP propria del marketplace;
Maggiori risparmi rispetto ad un e-commerce proprietario per quanto riguarda la costruzione e il mantenimento del sito;
Il servizio di spedizione o di Servizio Clienti che in molti casi è incluso tra i servizi offerti dal marketplace.
Mentre tra i suoi svantaggi troviamo:
Minore possibilità di personalizzazione;
Minore controllo sull’esperienza utente e sui prezzi;
Minori dati a disposizione rispetto al tipo di cliente.
Un e-commerce proprietario è invece un e-commerce sviluppato su una delle molteplici piattaforme tra cui è possibile scegliere che offre diversi vantaggi ma anche svantaggi, proprio come nel caso dei marketplace.
Vediamoli di seguito.
I vantaggi di un e-commerce proprietario possono tradursi in:
Avere il controllo completo sull’esperienza utente, il design del sito, i prezzi e la branding;
Poter raccogliere i dati dei clienti e utilizzarli per le campagne di marketing e la personalizzazione dell’offerta.
Mentre tra gli svantaggi principali troviamo:
Maggiori costi per la costruzione del sito;
Maggiore tempo sia per la costruzione che per il mantenimento del sito.
Esigenze ed obiettivi specifici oltre che risorse economiche sono dunque i fattori principali in grado di determinare la scelta più adatta rispetto ad un e-commerce proprietario o ad un marketplace.
Riassumendo, un marketplace è infatti la scelta migliore per un’azienda con un budget limitato perché grazie alla sua base di utenti permette all’azienda di raggiungere una vasta gamma di potenziali clienti, ma è una buona scelta anche per chi vuole intraprendere un percorso di internazionalizzazione; viceversa, un’azienda con un budget più grande sceglierà molto probabilmente di optare per un e-commerce proprietario in modo tale da avere controllo completo sulla UX e sul branding.
Possiamo affermare che avere un e-commerce non è necessariamente alla portata di tutti poiché per l’apertura e la gestione di un e-commerce bisogna da subito tenere in considerazione alcuni aspetti molto importanti che faranno la differenza rispetto alla riuscita del proprio progetto di vendita online.
Tra questi i principali sono:
I costi: come abbiamo visto fin qui infatti realizzare un e-commerce proprietario è sostanzialmente più costoso a causa degli investimenti relativi al sito web, al sistema di gestione degli ordini, al sistema di pagamento e ad altre risorse;
Le conoscenze: avviare e gestire un e-commerce richiede competenze tecniche specifiche ed una formazione continua per essere al passo con le novità del settore.
La competizione: essendo un mercato altamente competitivo la competizione con i grandi colossi del settore può risultare difficile per le aziende più piccole;
Detto ciò, si può comunque contare su diverse risorse disponibili come i corsi specifici per la formazione e la scelta di piattaforme di e-commerce facili da usare e a basso costo, che consentono ad un maggior numero di imprenditori di portare avanti il proprio progetto di vendita online ottenendo così la serie di vantaggi che un e-commerce può offrire come la possibilità di raggiungere più clienti, l’abbattimento dei costi che sono inferiori rispetto a quelli di un negozio fisico e il miglioramento della comunicazione con i clienti.
L’importanza dell’e-commerce manager
Un elemento importante in un progetto di sviluppo di un e-commerce è sicuramente considerare la presenza di una figura essenziale: l’ecommerce manager.
Sono infatti diverse le responsabilità che vanno affidate a questa figura professionale tra cui:
Sviluppo della strategia che include la scelta dei prodotti o servizi da vendere, la segmentazione del mercato e la definizione degli obiettivi di vendita;
Gestione del sito rispetto alle lavorazioni ordinarie, al design, alla navigazione e alle funzionalità;
Facilità di utilizzo del sito: un elemento essenziale per il successo di un sito grazie a cui i clienti possono muoversi e trovare facilmente ciò che cercano tra le pagine del sito;
Marketing ovvero la promozione del sito e dei prodotti o servizi offerti grazie alle diverse azioni di digital marketing possibili che abbiamo visto in precedenza;
Analisi attraverso un monitoraggio costante del sito rispetto alle prestazioni come traffico, conversioni ed entrate così da prendere scelte di miglioramento oculate;
Servizio clienti attraverso la risposta alle domande dei clienti e la gestione dei reclami;
Aggiornamento delle normative per assicurare che il sito sia sempre conforme alle normative e alle leggi in vigore specialmente in tema di privacy e sicurezza dei dati.
Esempi di e-commerce da seguire
Tra gli e-commerce che è possibile prendere ad esempio per i buoni risultati raggiunti troviamo sicuramente marchi quali:
Amazon che offre moltissimi prodotti di ogni tipo in vendita e permette anche di vendere al suo interno;
eBay che offre aste di tutti i tipi di prodotti e permette anche di vendere al suo interno;
ThinkGeek incentrato sulla vendita di prodotti come gadget, elettronica, oggetti da collezione;
Shopify che ha registrato entrate per l’anno 2021 pari a 4,611 miliardi di dollari in dollari USA mentre il numero di visitatori unici mensili medi per i siti di eCommerce forniti da Shopify hanno raggiunto 1,16 miliardi;
Etsy che ha registrato entrate per $ 12,2 miliardi nel 2021 e ha ricevuto oltre 464 milioni di visite al sito nel febbraio 2022;
Walmart che ha registrato nel 2021 circa $ 582,8 miliardi e 100 milioni di visitatori unici al mese sul sito;
Alibaba che ha registrato entrate per il 2021 di circa $ 109 miliardi, con un aumento del 52% rispetto al 2020. Il suo sito rivolto negli Stati Uniti, AliExpress , gode di una media di 421,1 milioni di visite.
Come formarsi e crescere
Restare al passo con le tendenze, sperimentare con il marketing e approfittare delle partnership e delle strategie multicanale sono sicuramente degli ottimi consigli per la crescita di un e-commerce.
Un aspetto fondamentale da non sottovalutare mai però, è certamente la formazione, tassello essenziale per mirare ad una crescita del tuo e-commerce nel breve e nel lungo periodo.
Per questo è sempre una buona idea quella di continuare a formarsi seguendo icorsi e-commerce realizzati appositamente per essere una guida ed un supporto per chi vuole lanciare un e-commerce, tale da permettere la creazione e la gestione di ogni aspetto di un e-commerce, evitando così di incorrere in sbagli che possono tradursi in gravi sprechi di denaro a causa delle mancate vendite.
A dispetto dei costi economici e inerenti al tempo da impiegare per un progetto di sviluppo di un e-commerce e a dispetto delle previsioni forse meno positive per il 2023 rispetto ai due anni passati, aprire un e-commerce in un momento storico come questo in cui la trasformazione digitale di ogni azienda è all’ordine del giorno è sicuramente una buona scelta per andare incontro alle esigenze dei clienti che richiedono una sempre maggiore omnicanalità delle aziende.
Avere un e-commerce permette non solo di curare ai massimi livelli la UX dei clienti e l’immagine del proprio brand, ma anche di ampliare la comunicazione con i propri clienti, migliorandola grazie ai diversi canali che il digital marketing mette a disposizione.
Avere un e-commerce si traduce inoltre nell’aumentare le probabilità di vendere il proprio prodotto o servizio ovviamente, ma solo se alla base si è creato un progetto di business di valore che offre un prodotto o servizio concorrenziale, con un mercato di riferimento chiaro e con una definita strategia di marketing che usi tutti gli elementi fondamentali per portare un progetto di e-commerce verso il successo, ovvero la strategia, le competenze tecniche e il budget pubblicitario adeguato per costruire la visibilità necessaria.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/ecommerce-dalla-a-alla-z.jpg524781Manuela Di Vietrihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngManuela Di Vietri2023-02-08 11:30:232023-02-08 09:52:21E-commerce dalla A alla Z
A soli pochi mesi dalla sua disponibilità al pubblico del web, ChatGPT di OpenAI ha conquistato il favore sia di addetti ai lavori che non.
Da settimane non si fa altro che parlare di ChatGPT3 e di tutte le applicazioni che iniziano a popolare il web, basate sul prodotto di punta di OpenAI, l’organizzazione (tra i fondatori vi era anche Elon Musk) il cui core business è la ricerca sull’intelligenza artificiale con lo scopo di promuovere e sviluppare una AI amichevole (FAI ossia Frendly AI), tale da portare un concreto beneficio all’umanità.
Molte realtà del panorama IT sono rimaste affascinate dalla potenza e versatilità dell’ AI alla base di ChatGPT3, tra queste Microsoft che di recente ha affermato di aver interesse ad allargare l’accesso a ChatGpt ai clienti del suo cloud Azure, siano esse aziende che sviluppatori.
Lo stesso Ceo di Microsoft Satya Nadella ha definito senza mezzi termini i prodotti di OpenAI quali: GPT-3.5, Codex e Dall-E 2 “i più avanzati al mondo”.
Si vocifera, tra le altre cose, che dopo l’assegno di 1 miliardo di dollari da parte di Microsoft a OpenAI, vi siano altri 10 miliardi per trattative in corso, dato che obiettivo della casa di Redmond sarebbe quello di potenziare il motore di ricerca Bing sfidando apertamente Google.
Perché parliamo di OpenAI
Al di là dei rumors della silicon valley, in tanti parlano di OpenAI perché realmente la sua intelligenza artificiale, intesa come machine learning, ha dimostrato di essere in grado di analizzare e comprendere il testo scritto dagli umani. L’ho testato sia come fruitore sia come coder e devo dire che lascia sbalorditi.
OpenAI può essere da noi istruito su un determinato argomento dandogli in pasto milioni di documenti. Successivamente, può rispondere a domande, rielaborare un testo un poco come quando alle elementari la maestra ci chiedeva di fare un riassunto.
Chat GPT, infatti, sta per Chat Generative Pre-trained Transformer e ad oggi sappiano, per gli addetti ai lavori più curiosi, che il suo ambiente di addestramento è stato organizzato sul cloud di Microsoft Azure.
Altra collaborazione attiva è quella con Shutterstock, per la vendita di immagini stock generate dall’intelligenza artificiale Dall-E2.
Oltre alle grandi realtà, anche quelle minori stanno integrando la tecnologia di GPT-3 per i loro applicativi. Tra queste, Ada, una società di automazione del servizio clienti, che punta ad automatizzare l’addestramento degli intenti dei clienti e l’integrazione sarà spinta ulteriormente creando automaticamente flussi di risposte e contenuti dalle basi della conoscenza dei suoi clienti.
Anche Zapier, famosa web automation app che permette di connettere altre applicazioni, assegnare task a questi strumenti e automatizzare verie azioni, utilizzerà OpenAI consentendo agli utenti di risparmiare tempo creando procedure e automatismi.
Perché è importante
L’importanza di OpenAI, che rappresenta anche il motivo per cui tutti ne stanno parlando, è data dal fatto che ha avvicinato l’utente comune all’AI come mai prima, azzerando la distanza che vi era fino a pochi mesi fa tra intelligenza artificiale e persone.
Mai come ora, basta accedere alla pagine web di OpenAI e iniziare a fare domande alla sua AI, rimanendo sbalorditi dalle risposte ricevute, perché sembra davvero di dialogare con una persona.
Cosa c’è da sapere su OpenAI
Entrando nella homepage di OpenAI e spostandosi nella sezione “examples” è possibile scorrere l’elenco delle operazioni che questa AI è in grado di fare e la lista è davvero lunga.
Si parte dal classico gioco delle domande e delle risposte, alla traduzione di testi, alla scrittura di codice di programmazione in vari formati e con vari linguaggi, fino alla creazione di immagini.
Ad oggi si stima che esistano almeno 300 applicazioni che utilizzano le tecnologie generata da OpenAI e il numero è destinato a crescere vertiginosamente praticamente in qualsiasi settore.
Vediamone alcune.
Fable Studio, azienda specializzata nella generazione di storie interattive, ha dichiarato di essere in procinto di integrare GPT-3 nel suo ecosistema software, generando così uno strumento di authoring basato su AI, con lo scopo di generare nuove storie interattive e potenziare i propri “esseri virtuali” guidati dalla trama. I loro personaggi possono vivere, imparare e prendere decisioni con noi.
Algolia, motore di ricerca per eCommerce e non solo, utilizza GPT-3 nel proprio prodotto Algolia Answers per offrire ai propri clienti una ricerca semantica pertinente e velocissima. GPT-3 comprende meglio le domande dei clienti e li collega alla parte specifica del contenuto che risponde alle loro domande.
Dopo aver eseguito i test di GPT-3 su 2,1 milioni di articoli di notizie, Algolia ha riscontrato una precisione del 91% o superiore e Algolia Answers è stata in grado di rispondere con precisione a domande complesse in linguaggio naturale quattro volte più spesso rispetto a BERT di Google.
Copy.ai è un’app basata su GPT-3 specializzata nella scrittura di testi per il marketing. Può scrivere post per i nostri blog, redigere copy per siti Web e descrizioni di prodotti per gli eCommerce. Poi testi per email, post per i social media e altro in pochi clic.
Grazie a questa APP è possibile scrivere testi in pochi secondi in differenti lingue quali inglese, francese, spagnolo, tedesco, italiano, giapponese, olandese, polacco, portoghese, russo, cinese (semplificato), bulgaro, ceco, danese, estone, finlandese, greco, ungherese, lettone, lituano, rumeno, slovacco, sloveno e svedese, ma in futuro saranno implementate anche altre lingue.
Copysmith, simile a Copy.ai, è un ottimo strumento da aggiungere alla propria raccolta di strumenti di copywriting capace di aiutarci nella ricerca di idee, spunti per i nostri articoli.
Jasper.ai è una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale GPT-3, che aiuta a generare contenuti accattivanti e di alta qualità. Alcune delle caratteristiche principali di Jasper vanno dalla generazione automatica di contenuti, ai contenuti personalizzati fino all’ integrazione con i sistemi di gestione dei contenuti (CMS).
Repl.it è una soluzione pensata per velocizzare il lavoro di chi sviluppa software, app e tanto altro, ma anche per eseguire testing e il consueto debug del codice scritto.
Repl.it è un vero e proprio editor di codifica (IDE) a configurazione zero, collaborativo e basato su browser con supporto per oltre 50 linguaggi, inclusi Java, Python, HTML/CSS/Javascript, C, C++ e altri. Funziona su qualsiasi dispositivo inclusi PC, Mac, telefoni, tablet e Chromebook.
Questo applicativo è utilissimo per gli studenti che intendono imparare la programmazione e l’informatica e per gli insegnanti ché possono concentrarsi sull’insegnamento, non sulla risoluzione dei problemi degli ambienti degli studenti.
Debuild.co è un’altra interessante applicazione che fa uso di GPT-3 per lo sviluppo di siti web partendo da semplici frasi scritte in inglese. Debuild mostra il codice utilizzato per creare l’ambiente del sito desiderato, consentendo agli utenti di replicare il codice in altre piattaforme di codifica.
Observe.ai viene pensata per supportare i team di assistenza clienti, costantemente bombardati da un flusso infinito di richieste, reclami e domande dei clienti.
L’applicativo è pensato per rendere meno oberato il customer service, offrendo un sistema di messaggistica integrato nelle app oppure nel sito web e fornendo una gamma di flussi di lavoro automatizzati che le aziende possono utilizzare per semplificare attività come la generazione di lead, l’onboarding dei clienti e altro ancora.
Lumen5 è una piattaforma potente e facile da usare per la creazione di video di qualità professionale per i social media e altri scopi di marketing, che può aiutarci a coinvolgere e connetterci con il pubblico attraverso i contenuti video.
Lumen5 funziona in modo semplice: basta passare una descrizione della sceneggiatura e l’AI procede a generare automaticamente un layout video approssimativo, incluse sovrapposizioni di testo e risorse multimediali suggerite (come immagini e clip video).
Pictory.ai simile a Lumen è una piattaforma di narrazione visiva che aiuta gli utenti a creare brevi video di marca da contenuti di lunga durata, come Zoom, Teams, registrazioni di webinar, script e post di blog. La piattaforma utilizza l’intelligenza artificiale per estrarre punti e temi chiave dal contenuto e creare automaticamente video visivamente accattivanti con filmati, musica e voci fuori campo.
Aggiungiamo che in ambito “grafico” si basano sulla tecnologia di OpenAI sia Wall-E2 che Point-E di cui abbiamo già parlato in precedenza, il primo per la generazione di immagini da una semplice descrizione e l’altra per la generazione di modelli 3d.
Sul fronte musicale, possiamo annoverare MuseNet capace di in grado di generare composizioni musicali di 4 minuti con 10 strumenti diversi e in grado di combinare stili dal country a Mozart ai Beatles. Ancora Jukeboxe, che genera sia audio che un testo rudimentale per la canzone.
Un “nota” in tema musicale: di recente il cantautore australiano Nick Cave ha espresso il suo sgomento dopo che un suo fan gli ha proposto una canzone scritta proprio utilizzando GPT-3.
Ninja Upshot
Elencare tutte le app che utilizzano la tecnologia di OpenAI sarebbe davvero impossibile; resta il fatto che gli ambiti di applicazione di GPT-3 sono davvero moltissimi e dei più svariati, dalla business analysis, per l’organizzazione e la strutturazione delle informazioni contabili delle aziende e del marketing, alla sicurezza informatica, passando per la sanità, la scuola, la formazione e tanto altro.
Ogni applicativo meriterebbe un articolo ad hoc che ne metta in luce dettagliatamente le potenzialità, il funzionamento e la versatilità.
Questo 2023 sarà l’anno in cui il mercato dell’intelligenza artificiale sarà più competitivo che mai e GPT-3 di OpenAI è uno dei principali player, assieme ad altre aziende che si contendono una fetta della torta come Google, Microsoft, Facebook e Amazon.
Man mano che la tecnologia continua a svilupparsi, è probabile che si troveranno ancora più usi per questa incredibile tecnologia, quindi non ci resta che attendere, per vederne delle belle, soprattutto in vista dell’uscita di GPT-4 di OpenAI.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/chatGPT-open-AI-intelligenza-artificiale.jpg590960Antonio Romanohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAntonio Romano2023-02-03 12:30:482023-02-03 14:54:39Perché OpenAI è diventata così famosa e come possiamo utilizzarla
Arriva la versione di ChatGPT a pagamento: con l’obiettivo di monetizzare quello che è diventato un fenomeno virale, OpenAI ha lanciato un nuovo piano di abbonamento pilota per ChatGPT, la sua IA in grado di scrivere saggi, poesie, email, testi e altro ancora in modo convincente e simile allo stile umano.
Quanto costa Chat GPT a pagamento
Chiamato ChatGPT Plus e a partire da 20 dollari al mese, il servizio offre una serie di vantaggi rispetto al livello base di ChatGPT, secondo OpenAI, tra cui l’accesso generale a ChatGPT anche nei momenti di punta, tempi di risposta più rapidi e accesso prioritario a nuove funzionalità e miglioramenti.
ChatGPT in versione gratuita, però, non scomparirà e potrà essere utilizzato come sempre.
Per quanto riguarda ChatGPT Plus, al momento è disponibile solo per i clienti degli Stati Uniti. OpenAI ha dichiarato che nei prossimi mesi inizierà il processo di invito delle persone in lista d’attesa e cercherà di espandere Plus ad altri Paesi.
“Abbiamo lanciato ChatGPT in versione gratuita in modo da poter conoscere meglio i punti di forza e di debolezza del sistema e raccogliere il feedback degli utenti per aiutarci a migliorarne i limiti“, ha scritto OpenAI in un post sul blog. “Da allora, milioni di persone ci hanno fornito il loro feedback, abbiamo apportato diversi aggiornamenti importanti e abbiamo visto che gli utenti hanno iniziato a usarelo per scopi professionali, tra cui la stesura e la modifica di contenuti, il brainstorming, l’aiuto alla programmazione e l’apprendimento di nuovi argomenti“.
ChatGPT a pagamento è solo l’inizio
ChatGPT Plus potrebbe essere il primo di diversi progetti futuri, secondo quanto dichiarato da OpenAI. Nel post sul blog, l’azienda afferma che sta “esplorando attivamente” opzioni per piani a basso costo, piani aziendali e pacchetti di dati, oltre al rilascio delle API.
“Amiamo i nostri utenti gratuiti e continueremo a offrire l’accesso gratuito a ChatGPT. Grazie all’abbonamento, saremo in grado di sostenere la disponibilità dell’accesso gratuito al maggior numero possibile di persone“, ha proseguito la società. “Abbiamo in programma di perfezionare ed espandere questa offerta in base ai feedback e alle esigenze di chi usa il prodotto“.
OpenAI ha anticipato il lancio di ChatGPT Plus all’inizio di gennaio, annunciando che stava iniziando a pensare a come monetizzare ChatGPT e pubblicando un sondaggio che delineava i potenziali prezzi e le caratteristiche di un piano “ChatGPT Professional“. Poi, qualche settimana fa, diversi utenti di ChatGPT hanno riferito di aver avuto accesso a un livello pro che costava 42 dollari al mese, cosa che a posteriori sembra essere stata un errore.
Nonostante le polemiche e i diversi divieti, ChatGPT si è rivelato un successo pubblicitario per OpenAI, attirando l’attenzione dei media e generando innumerevoli meme sui social media. All’inizio di dicembre, ChatGPT contava più di un milione di utenti, una base invidiabile da qualsiasi punto di vista.
Ma è un servizio costoso da gestire. Secondo il cofondatore e amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, le spese operative di ChatGPT sono “da capogiro” anche se ammontano a pochi centesimi per chat.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/chatgpt-a-pagamento.jpg7041530Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-02-03 10:18:372023-02-06 10:24:31Arriva ChatGPT a pagamento: si parte da 20 dollari al mese
Depositphotos ha pubblicato le sue previsioni annuali nel report “Creative Trends 2023: Ready to Escape?”.
La piattaforma internazionale di contenuti, con una libreria di oltre 250 milioni di foto, video, file vettoriali e tracce audio, ha annunciato le sue tendenze creative per il 2023.
Insieme ad esperti di tutto il mondo, sono stati esaminati stili, temi e idee che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa. L’obiettivo consiste nel fornire informazioni e consigli su come i brand e i creator debbano interagire con il loro pubblico durante il corso dell’anno.
I consumatori di oggi bramano di vivere nuove esperienze. Non vedono l’ora di interagire con marchi che forniscono uno sguardo alternativo alla routine e ispirano gli altri ad andare oltre.
Utilizzando approcci creativi, tecnologie XR e tecniche di produzione più complesse, i content creator avranno l’opportunità di conquistare vari segmenti di pubblico e invitarli a immergersi in mondi creativi, sia dimenticati che nuovi di zecca.
Depositphotos ha realizzato i 7 Creative Trends per ispirare le persone e stimolare la loro immaginazione.
1. Anime Thrill
Il brivido dell’anime. La tendenza nostalgica Y2K (il ritorno degli anni 2000) e la rapida crescita dei servizi di streaming hanno riacceso l’entusiasmo universale nei confronti degli anime, che molti si sono divertiti a guardare in gioventù.
Personaggi interessanti con superpoteri, trame avvincenti ed effetti visivi colorati hanno reso l’animazione giapponese una fantastica fuga dalla realtà odierna.
Per essere sulla stessa lunghezza d’onda con il loro pubblico, marchi di fama mondiale come Adidas e Acura hanno iniziato a integrare l’estetica degli anime nelle loro campagne di marketing.
Oltre all’ispirazione per il design, gli anime possono aiutare i creator ad accrescere le loro capacità creative nel 2023.
Imparare a inventare personaggi iperbolici, pensare a elementi simbolici da includere nelle trame, eseguire servizi fotografici di anime o sperimentare costumi, disegnati o stilizzati. Sono tantissime le possibilità offerte dall’estetica dell’anime che quest’anno raggiungerà l’apice e sarà in grado di arricchire progetti dinamici e artistici per attirare l’attenzione.
2. Back to the Wild
Un ritorno allo stato brado. Quanti di noi sono stati consumati dalla voglia di viaggiare negli ultimi due anni? Con le restrizioni finalmente revocate nella maggior parte dei paesi, i viaggi stanno tornando di moda in maniera impressionante. Il pubblico è pronto a scoprire, interagire e testare nuovi prodotti o servizi.
Tuttavia, per attirare la loro attenzione, i brand dovranno considerare che le prospettive globali stanno cambiando. Tutto questo chiaramente si riflette nei colori gorpcore (lo stile che si ispira all’escursionismo e all’abbigliamento da arrampicata ma pensato per la città), nell’entusiasmo generale per la vita all’aria aperta e nella decisione di Yvon Chouinard di regalare Patagonia per combattere la crisi climatica.
Nel 2023, i viaggi saranno incentrati maggiormente su experience responsabili e consapevoli, al contrario di viaggi ben pianificati e basati sul comfort.
Via libera a iniziative più eco-compatibili e di rewilding, ad un uso più ampio di tecniche visive che presentano colori ispirati alla natura, così come l’estetica dell’escursionismo e del campeggio. Il tutto sarà rafforzato da messaggi che ci ispirano ad agire oggi.
3. A Wonderful Age
Un’età meravigliosa. Con la pandemia che evidenzia le aree deboli a livello globale, il prossimo decennio è destinato a cambiare il modo in cui pensiamo, approcciamo e agiamo. Un tema prioritario sarà l’invecchiamento della popolazione, dato che 1 persona su 6 nel mondo avrà 60 anni o più entro il 2030.
Per affrontarlo, le imprese stanno già ampliando il proprio target di riferimento. Allo stesso tempo, le tendenze dei social media ruotano sempre più spesso attorno a celebrità, opinion leader e creatori di contenuti più senior, superando le generazioni più giovani.
Per agire le aziende dovranno aggiungere alle loro comunicazioni immagini e video age-friendly. Tuttavia, le immagini dovrebbero andare oltre i concetti goffi di anziani allegri che sorridono in camera o giocano con i nipoti.
Le immagini autentiche mostreranno varie attività in cui i boomer o i primi della Gen X organizzano feste, escono con gli amici, si divertono e iniziano nuove carriere. Solo così i brand e i creator potranno essere fedeli alle generazioni più anziane.
4. Ethereal World
Mondo etereo. L’anno 2022 è stato saturo di eventi mondiali significativi che hanno incoraggiato molti a guardare le cose da prospettive diverse. Alcuni hanno riposto tutti gli sforzi nella comprensione per affrontare la realtà, mentre altri sono diventati estremamente fiduciosi su ciò che il prossimo futuro potrebbe riservare.
Questo spettro di esperienze e una visione ancora offuscata del domani si riflettono ora nella fotografia, nella cinematografia e in altri rami dell’arte visiva.
Traendo ispirazione dal realismo magico del XX secolo, i creatori di contenuti si rivolgeranno a effetti sfocati, ombre profonde e composizioni avvincenti nelle loro opere.
L’editing creativo e la post-elaborazione sperimentale saranno sempre più presenti nella fotografia e nei video per aiutare gli spettatori a perdersi nell’estetica onirica e nella domanda: “Ciò che sto vedendo è reale?”
5. Eye on Sustainability
Occhi puntati sulla sostenibilità. Sebbene il design sostenibile sia diventato un termine familiare per molti, il cambiamento climatico rimane la più grande sfida da affrontare oggi.
Per fare la differenza, i brand e i creator introducono idee green e a impatto zero in ogni processo. Spesso traggono ispirazione dalla natura e collaborano con ingegneri o scienziati per trovare soluzioni più efficaci e accattivanti.
Quest’anno, l’estetica del design sostenibile giocherà un ruolo più importante che mai.
Colori monocromatici profondi, caratteri classici o condensati e trame minimaliste aiuteranno a creare design inclusivi, ma anche a ottimizzare le risorse, migliorare il ritorno sugli investimenti e proteggere il futuro dei marchi e del mondo.
6. Wellness Upgrade
Tra gli altri Creative Trends emerge l’impellenza di ripensare al benessere. Ultimamente la sfera del benessere ha subito un’incredibile trasformazione, con centinaia di brand che hanno introdotto progetti digitali incentrati sulla cura di sé, sul relax e sulla tranquillità.
La rapida crescita del metaverso nel 2022 ha influenzato la direzione in cui si stanno dirigendo i progetti di benessere. Le pratiche consapevoli e incentrate sulla salute stanno ora migrando dalle case a vari ambienti, inclusi musei, resort e strade.
Per connettersi meglio con il pubblico nel 2023, le aziende includeranno esperienze di benessere basate su AR e VR nelle loro attività di marketing.
L’uso di grafica animata dinamica, astratta e 3D con effetti sonori e profumi tematici faciliterà la separazione dal mondo fisico, oltre ad accelerare i risultati positivi sia per i consumatori che per i brand.
7. A Blast of Joy
Un’esplosione di gioia. Gli ultimi anni ci hanno insegnato che un buon sonno, un’assunzione regolare di cibo e lo sport sono le migliori attività di benessere.
Ma non appena sono diventati più presenti nella routine quotidiana, le persone hanno iniziato a chiedersi, cos’altro può innescare la dopamina?
Sono comparsi così i movimenti ‘Romanticize your life’ e ‘Dopamine dressing’, aprendo la strada a nuovi Creative Trends che decolleranno nei prossimi mesi.
L’estetica massimalista, eclettica e talvolta troppo appariscente avanzerà in punta di piedi con immagini minimaliste e pulite. I creatori di contenuti stilizzeranno generosamente e in modo colorato i loro servizi fotografici, con ambientazioni e look delle modelle che diventano ancora più energici, per portare gioia e affascinare con dettagli luccicanti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/7-creative-trends-2023-depositphotos-2.jpg323800Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-01-24 12:37:342023-01-25 16:56:147 Creative Trends che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa nel 2023
Ogni anno vengono pubblicati innumerevoli articoli e analisi che provano a indicare la strada in termini di strategie e azioni da intraprendere. La redazione di Ninja aveva individuato ben oltre 70 report lo scorso anno.
Se da un lato è sempre bene prepararsi con un piano di azione, negli ultimi anni abbiamo compreso quanto sia fondamentale l’essere pronti a rivedere tutto in corso d’opera. Come pianificare i prossimi mesi e dove investire sforzi e risorse?
Al fine di facilitare nell’impresa, abbiamo sintetizzato il punto di vista delle principali società di consulenza e Big Tech. Partendo dal contesto e dal consumatore, abbiamo identificato quelle aree strategiche e le tecnologie in cui sia le aziende B2C e sia quelle B2B dovranno investire.
Il contesto
“Marketing is the force that shapes our wants and lifestyles more than we really realize”
Philip Kotler
Certe cose non cambieranno mai, una di queste è il cliente al centro di tutto. Questo presupposto – per nulla scontato ancora oggi – comprenderlo e assecondarlo risulterà sempre più importante e allo stesso tempo complesso. Sarà inutile portare avanti attività di branding senza considerare l’inflazione e l’effetto sui suoi comportamenti d’acquisto; investire in tecnologie all’avanguardia senza considerare l’esperienza d’acquisto; fare grandi promesse senza considerare la complessità dei suoi valori e delle sue reali preoccupazioni.
È per questo motivo che l’analisi parte da alcuni eventi e dati del 2022 al fine di delineare il contesto in cui ci stiamo muovendo.
L’impatto dell’inflazione sulla fedeltà di marca
Dal punto di vista politico, abbiamo aperto l’anno con la Guerra in Ucraina. Abbiamo assistito quindi alla conseguente crisi alimentare ed energetica, oltre all’inasprirsi della crisi climatica. Sullo sfondo l’aumento dell’inflazione: secondo l’ISTAT il dato del 2022 è il più alto dal 1985.
Per delineare gli effetti del contesto economico sul consumatore che sta inevitabilmente rivedendo la propria “spesa”, Deloitte ci fornisce una fotografia con il Consumer Tracker, osservatorio attivato durante la pandemia e che mensilmente monitora il sentiment del consumatore in 24 Paesi.
Stando ai dati relativi all’ultima rilevazione in Italia (25/12/2022):
il 53% degli intervistati italiani ritiene peggiorata la propria condizione finanziaria;
solo il 29% riesce a risparmiare alla fine del mese;
il 27% ritiene di potersi permettere dei beni voluttuari.
Secondo la stessa survey, l’Italia risulta essere il Paese in cui la preoccupazione sull’aumento dei prezzi è sentita maggiormente (68%).
Nella testa di un consumatore alle prese con nuovi modi per risparmiare, risulterà fondamentale essere o diventare un brand insostituibile. Sarà un termometro della fedeltà dei propri clienti. Secondo il Guardian, infatti, circa un quinto dei consumatori non cambierà brand a favore di un prezzo più basso.
Nel corso dell’analisi, approfondiremo alcuni dei fattori che possono agevolare nel diventarlo.
Il panorama dei Social Media
È stato l’anno in cui Meta ha perso un milione e mezzo di utenti per la prima volta con conseguenti effetti sul titolo a Wall Street (-20%, febbraio 2022); Elon Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari; Tik Tok ha superato 1 miliardo di utenti attivi.
Gli investimenti in Influencer Marketing sfiorano i 300 milioni di euro con un incremento dell’8% rispetto al 2021 (Fonte: UPA). Se alcune testate parlano già della fine dei social media, i dati sull’utilizzo mostrano un trend del numero di iscrizioni in aumento. La crescita più importante è quella di Tik Tok con un engagement rate medio del 4.1% (6 volte superiore a quello medio di Instagram).
Se da un lato, il 2022 è stato l’anno della nascita e della fine del Live Shopping (Tik Tok e Meta hanno preferito disabilitare la funzione, mentre YouTube ha accelerato annunciando la collaborazione con Shopify), dall’altro rappresenteranno ancora un’importante “piazza” in cui essere presenti per rafforzare la relazione con la nostra audience, ma in modalità diverse.
Secondo eMarketer, la crescita si avrà anche nel numero di acquisti. Un altro dato ce lo fornisce Deloitte con le recenti TMT Predictions 2023 in cui si stima una spesa a livello globale superiore ai 1.000 miliardi di dollari.
Valori e Purpose
I Valori e il Porpuse sono gli elementi comuni agli insight analizzati e l’imperativo per il 2023. Abbiamo fatto i conti con la più grande siccità da 500 anni a questa parte, mentre in America viene cancellato il diritto all’aborto. Great Resignation e Quite Quitting sono le tendenze che stanno caratterizzando il mercato del lavoro.
Le big tech licenziano oltre 150.000 dipendenti (52.000 solo nel mese di novembre).
Solo in Europa le imprese sono state multate per oltre 830 milioni di euro per violazioni del GDPR, l’80% è attribuito a Meta. L’anno si è concluso con una diretta del Parlamento Europeo “Corporate Sustainability Reporting Directive” con cui si stabilisce che i dati relativi alla sostenibilità dell’impresa assumono gli stessi valori dei dati finanziari.
Parlare di Purpose e di Valori significherà fare i conti con una società stanca che pretende una presa di posizione da parte dei brand. Vedremo in seguito ulteriori dettagli.
Partendo dal contesto e dagli insight abbiamo identificato le tre aree strategiche in cui non si potrà sbagliare:
Tendenze come l’intelligenza artificiale, i metaversi, le ricerche vocali avranno un ruolo importante ed è bene conoscerle e valutarle per il proprio business. Tuttavia, se le risorse sono scarse sarà necessario concentrarsi sulla principale sfida dei prossimi anni: i dati e tutto quello che ruota intorno a questo concetto (privacy, sicurezza e fiducia).
Il 2022 doveva essere l’anno dell’eliminazione dei cookie di terze parti, rinviata successivamente al 2024. Si è rivelato poi essere l’anno in cui il leader di mercato Google Analytics è stato messo in discussione: una sentenza ha spinto molti brand europei a sostituirlo senza indugio. In questi due eventi è possibile intravedere il peso che la gestione del dato avrà sul business, influenzando direttamente il comportamento d’acquisto.
La ricerca CISCO Customer Privacy lo conferma: l’81% dei consumatori intervistati vede nel modo in cui un’azienda è trasparente sul trattamento dei dati personali una prova del rispetto che ha per i consumatori.
Lo sostiene anche Matt Brittin, Presidente Google Europa, Medio Oriente e Africa, menzionando una ricerca simile condotta da Google: il 43% degli intervistati una cattiva gestione della privacy può portare a scegliere un altro brand.
L’imprevedibilità del comportamento digitale
Non è un caso che Gartner abbia indicato nella recente pubblicazione Chief Marketing Officer Leadership Vision 2023 la forte attenzione alla gestione dei dati e la conseguente imprevedibilità del comportamento digitale del consumatore come uno dei principali trend con cui fare i conti.
Stando alla ricerca, circa il 73% dei consumatori naviga ormai in modalità anonima e circa l’81% disabilita notifiche. Il grafico mostra le principali misure adottate dal consumatore per proteggere i propri dati:
Tali azioni e il contesto giuridico non facilitano quelle aziende non ancora mature dal punto di vista di analisi del dato (33% secondo l’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano).
Il traguardo è arrivare alle Predictive Analytics, essenziali nei prossimi anni e il cui giro di affari si stima supererà 100 miliardi di dollari entro il 2027 (fonte: DatatoBiz).
Non solo GDPR, anche altre norme avranno impatto sul marketing digitale con modalità diverse: il Regolamento ePrivacy rimandato più volte dal 2017 e al momento previsto nel 2025, il Digital Markets Act, il Privacy Shield e il Google Privacy Sandbox.
First-data experience
Da Deloitte a PwC, Google, Gartner, la personalizzazione è al centro delle indicazioni strategiche per i prossimi anni: dai touchpoint digitali e fisici ai messaggi in fase di acquisto e alla relazione post-vendita. L’utente che trova intrusivi il geotracking, il device listening e notifiche continuerà ad aspettarsi un’esperienza dedicata a lui, che magari vada al di là del prodotto stesso.
Deloitte parla di Human First – Data Experience finalizzata a conquistare la fiducia partendo dalla relazione. In questa espressione sono presenti due elementi che definiranno la Customer Experience nel 2023: First – Party Data e l’interazione umana.
I dati di prima parte – ovvero tutte quelle interazioni che un utente ha con un brand, dalla visita al sito alla vendita passando per newsletter, chiamate al call center, visite in negozio – rappresenteranno il patrimonio informativo da raccogliere in modo integrato (davvero).
Customer Engagement
Riprendendo Gartner, il Marketing avrà il ruolo di “orchestrare” le customer journey e il customer engagement, creando valore reciproco tra i canali digitali. Gli investimenti dovranno essere quindi orientati a migliorare l’esperienza degli utenti in tutti i touchpoint, fisici e digitali, considerandoli come un unicum.
Nel delineare le tendenze e le previsioni per il marketing digitale del 2023, Google menziona le super app come un benchmark che alza molto le aspettative. Non potremo ambire a creare “l’app di tutto”alla Elon Musk, ma sarà importante coinvolgere l’utente in una relazione più ampia che non termina con la mera vendita del prodotto. Con le super app le possibilità per i brand sono infinite.
Brand Purpose e valori nella strategia di Marketing
Riepilogando, la gestione della privacy determinerà la fiducia che il consumatore vorrà dare al nostro brand; l’interazione umana, la personalizzazione, la convenienza e l’efficienza saranno alla base della relazione. Tutto questo però non basterà per mantenerla in futuro.
Valori e Purpose rappresentano gran parte delle raccomandazioni per il prossimi anno dei leader di Google: inclusività, purpose e autenticità insieme dovranno far parte del DNA delle aziende.
Evitando quindi il “purpose-washing”, pubblicità e comunicazione dovranno essere supportate da azioni concrete e i valori proclamati dovranno diventare tangibili nelle componenti.
Secondo Hubspot, l’89% dei brand che hanno investito in contenuti relativi alla responsabilità sociale d’impresa stanno pianificando d’incrementare i loro budget.
Per riepilogare abbiamo creato un’infografica che riassume i principali trend e le sfide per i marketing manager del 2023.
Tech Trends
Identificate le aree strategiche, non ci resta che focalizzarci sulle tecnologie abilitanti considerate strategiche per i prossimi anni. Per farlo ci riferiremo all’ultimo report pubblicato da Deloitte Tech Trends 2023. Dalla ricerca emergono – tra gli altri – 2 principali trend che coinvolgono direttamente la direzione marketing e che si collegano al discorso fatto finora:
Artificial Intelligence
Think of deploying AI like onboarding a new team member. We know generally what makes for effective teams: openness, rapport, the ability to have honest discussions, and a willingness to accept feedback to improve performance.
Partiamo dall’Intelligenza Artificiale perché è riguarda tutti i punti analizzati.
Ormai si parla solo di ChatGPT, ma le potenzialità sono enormi: dall’analisi predittiva alla personalizzazione delle comunicazioni. KPMG stima che l’investimento totale in intelligenza artificiale raggiungerà i 150 miliardi entro il 2025.
La fiducia che emerge nei confronti dell’AI è ancora contenuta. Se il 73% delle aziende afferma che l’intelligenza artificiale è fondamentale per il loro successo, d’altra parte c’è ancora qualche resistenza nell’affidarle mansioni strategiche. Il 41% degli intervistati, infatti, è preoccupato per le implicazioni etiche; il 47% dei CEO è preoccupato per la trasparenza, ovvero la possibilità per gli utenti di comprendere i dati che sono vengono utilizzati.
L’esperienza immersiva
Si stima un mercato di 800 miliardi di dollari entro il 2024 quello delle tecnologie di realtà aumentata e virtuale (AR/VR) e nello specifico dei metaversi. Le aziende hanno raddoppiato l’interesse per i mondi virtuali, con decine di miliardi di investimenti in venture capital solo nell’ultimo anno.
Eppure Deloitte ridimensiona tutta l’attenzione che ruota attorno il metaverso.
Lo presenta come alternativa alle e-mail, alle chat e alle videocall, non come un sostituto delle esperienze dal vivo. A conferma della Human First – Data Experience di cui abbiamo parlato in apertura. In altre parole, è meglio pensare al metaverso come a una versione più coinvolgente di Internet o internet+, citando testualmente.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/marketing-trends.jpg540960Marianna Tramontanohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMarianna Tramontano2023-01-12 10:32:352023-01-13 11:21:04Marketing Outlook 2023: scenari, tendenze e tecnologie su cui investire
Il binomio Google e AI è qualcosa di ormai talmente consolidato che sembra scontato persino parlarne, basti pensare alle innumerevoli applicazione di Big G nella lotta allo spam, ai furbetti della SEO e ad AutoML, un’intelligenza artificiale sviluppata nei loro laboratori che ha messo a punto un altro e nuovo sistema di Intelligenza Artificiale molto più performante ed efficiente di quelli realizzati fino ad ora dagli ingegneri umani.
Inutile dire che, dal punto di vista tecnologico, si tratta di risultati molto importanti, perché questa tipologia di sistemi permetteranno di sviluppare in tempi molto brevi applicazioni di AI molto più complesse di quelle attuali, necessarie in tanti ambiti di applicazione come le auto autonome, la realtà aumentata, le infrastrutture che fanno funzionare Internet, reti elettriche e tanto altro.
Perché ne parliamo
Tra i vari ambiti di applicazione non possiamo escludere il celeberrimo algoritmo che setaccia la rete, cataloga siti e cerca di interpretare i contenuti di miliardi di pagine web. Ed è proprio nell’interpretazione dei testi, dei contenuti e delle query che il nuovo algoritmo di Google, MUM, punta a creare un netto distacco rispetto al passato.
MUM sta per Multitask Unified Model, per gli amanti delle performance e delle reti, si tratta di una rete neurale con circa 1000 nodi decisionali in più rispetto a BERT (rilasciato il 25/10/2019) e quindi 1000 volte più veloce di BERT.
MUM riesce a comprendere circa 75 lingue, le immagini, il contenuto di una pagina web ed è capace di fornire risposte pari a quelle di un esperto dell’argomento trattato. In futuro si stima possa interpretare anche i video ed i file audio.
MUM adotta il modello T5 acronimo di Text-To-Text Transfer Transformer. In molti, giunti a questa ultima riga, preferiranno abbandonare l’articolo; niente paura sono concetti abbastanza semplici da chiarire.
Allora partiamo dal concetto di “Transfer Learning” inteso come processo di addestramento (metodo avanzato di machine learning) che porta un sistema di IA specializzata a svolgere un determinato compito, ad essere riutilizzato quale punto di partenza per svolgere un’altro compito.
Il compito in questione, per il quale è stato addestrato MUM, riguarda il natural language processing (NLP) ossia una metodologia per comprendere il linguaggio naturale.
Ora, un sistema di IA addestrato per comprendere il linguaggio naturale di un essere umano, riceverà la richiesta in differenti modalità quali: Text-to-text, Text-to-speech, Speech-to-text e Speech-to-speech.
Da qui vi sarà chiara la famosa riga di sopra dove il modello T% che sta per Text-To-Text Transfer Transformer non è altro che un modello di addestramento di una IA a comprende la richiesta “scritta” da un umano.
MUM: perché è importante
La lingua può essere una barriera significativa all’accesso alle informazioni. MUM ha il potenziale per abbattere questi confini trasferendo la conoscenza tra le lingue. Può imparare da fonti che non sono scritte nella lingua in cui hai scritto la tua ricerca e aiutarti a fornirti tali informazioni.
Come riportato in un articolo del team di IA Google:
“Supponiamo che ci siano informazioni davvero utili sul Monte Fuji scritte in giapponese; oggi, probabilmente non le troverai se non cerchi in giapponese. Ma MUM potrebbe trasferire la conoscenza da fonti in tutte le lingue e utilizzare queste informazioni per trovare i risultati più rilevanti nella tua lingua preferita. Pertanto, in futuro, quando cercherai informazioni sulla visita del Monte Fuji, potresti vedere risultati come dove godersi le migliori viste sulla montagna, dove trovare famosi ristoranti e negozi di souvenir: tutte informazioni che si trovano più comunemente quando si effettua una ricerca in Giapponese”.
Google ha anche la capacità di comprendere una richiesta analizzando una richiesta complessa che comprende immagini e testo, nel senso che potrei scattare una foto dei miei scarponi da trekking e chiedere se sono idonei a scalare il monte Fuji.
In questo caso MUM capirà che la mia richiesta inviata in forma scritta è riferita ad una considerazione fatta in relazione a una foto che ritrae un paio di scarponi.
Pandu Nayak, vicepresidente di Google Search, ha dichiarato che attualmente un utente medio impiega ben otto domande complesse per trovare una risposta che possa reputare soddisfacente, mentre con MUM si cercherà di offrire una risposta coerente già dalla prima query complessa.
Ninja Upshot
L’obiettivo è offrire risposte complesse, strutturate, proprio come farebbe un esperto in materia. Per tale motivo, l’algoritmo potrà prelevare le informazioni da diversi contenuti web per creare un contenuto completo.
Per quanto concerne l’aspetto relativo alla SEO, in molti si chiedono cosa cambierà sulla SERP e quali impatti avrà MUM sull’ottimizzazione dei Motori di ricerca. Inutile dire che è ancora presto per capire quali cambiamenti interesseranno la SEO, l’unica certezza, confermata da Google, è che la SEO sopravvivrà ancora a lungo, ma che come al solito dovrà necessariamente evolvere.
Oggi, l’aspetto relativo alla ottimizzazione della propria presenza online sarà più importante che mai.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/12/MUM-nuovo-algoritmo-di-Google.jpg540960Antonio Romanohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAntonio Romano2023-01-02 09:00:592022-12-23 10:29:15Capire MUM (Multitask Unified Model) il nuovo algoritmo di Google
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