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free masterclass ninja academy

#IoRestoaCasa: ecco le risorse gratuite messe a disposizione dalle aziende italiane per l’emergenza Coronavirus

Progetti, piani, percorsi da seguire. Sono gli elementi che ci permettono di avere un’idea chiara della direzione in cui vogliamo muoverci e del modo in cui vogliamo crescere e trasformare il nostro futuro. Questo almeno in tempi ordinari. Quando però ci troviamo ci si presenta una situazione straordinaria da fronteggiare, bisogna essere dei veri Ninja per trasformare l’ostacolo in una opportunità.

Così, le misure straordinarie del governo, che ci impongono di restare in casa, lavorare da remoto e limitare i contatti interpersonali, possono diventare, ad esempio, il primo passo per un nuovo percorso di formazione personale come quello di Ninja Academy valido per ottenere un Certificato Professionalizzante.

Per tutti, professionisti e aziende, sono moltissimi i servizi a disposizione oggi anche grazie all’iniziativa Solidarietà Digitale promossa dal Ministro dell’Innovazione.

Stai pensando di cogliere questa occasione? Abbiamo raccolto una serie di risorse utili, tra quelle messe a disposizione, per lavorare, studiare, intrattenersi e restare informati.

#IoRestoaCasa

Tutte le Free Masterclass di Ninja Academy

Vuoi utilizzare il tempo in casa per approfondire e accrescere il tuo bagaglio di competenze digitali? Parti da qui: una serie di masterclass gratuite di Ninja Academy, a tua disposizione subito, come primo step di un percorso che potrebbe perfino portarti a una certificazione riconosciuta.

Li abbiamo suddivisi per argomento e li trovi tutti qui.

Social Media Marketing

?[Social Media & SEO]

Filippo Giotto – Luca De Berardinis
La formula della visibilità sul web

?[Social Media Storytelling]

Francesco Gavatorta – Valentina Falcinelli
Come raccontare una storia digitale: regole e case study

?[IGTV, Stories & Live]

Tommaso Sorchiotti – Claudio Gagliardini
Il ruolo dei video nel futuro di Instagram e Facebook

?[ Facebook Strategy]

Roberta Pinna
La guida per vincere su Facebook

?[Investire in Facebook Ads]

Francesco Colicci
Come e perché fare pubblicità su Facebook

?[Social Media Planning]

Veronica Gentili
Realizzare una strategia sui Social Media come un professionista

?[Social Media Advertising]

Francesco Colicci
Le funzionalità del Business Manager che dovresti conoscere

10 competenze social media manager

Digital Marketing

?[Funnel Marketing]

Luca Barboni
Strumenti e tecniche per migliorare le conversioni

?[Landing Page e A/B Testing]

Raffaele Gaito
Come costruire e migliorare pagine web che convertono

?[Web Analytics Ninja]

Miriam Bertoli – Gianpaolo Lorusso
Le metriche vitali per ogni business digitale

?[Blockchain e Token Digitali]

Alessandro Palombo – Marcello Mari
Come le cryptovalute stanno rivoluzionando la raccolta fondi

?[Digital Conversion & Funnel Marketing]

Emanuela Zaccone – Giuliano Ambrosio
Strategie, piattaforme e strumenti per trasformare utenti in clienti

?[Digital Advertising Trend]

Marco Magnaghi – Veronica Gentili
Facebook, Mobile & Google Ads (ex AdWords): come migliorare le tue campagne online

?[Customer Journey e Brand Loyalty]

Claudia Temeroli – Michela Parziale
Come costruire il percorso dalla lead generation alla fidelizzazione

?[Vendere prodotti digitali]

Alessio Pieroni
Le migliori tecniche di lancio, automation e growth hacking

?[Digital Advertising Strategy]

Marco Magnaghi
Gli strumenti per gestire le campagne paid come un Ninja

content marketing

Content Marketing

?[Content Strategy & Customer Journey]

Alberto Maestri, Francesco Gavatorta, Valentina Falcinelli
Progettare piani editoriali per ogni touchpoint digitale

?[Le metriche del Content Marketing ]

Alberto Maestri
Strumenti e reportistica per chi si occupa di contenuti digitali

?[Content Inspiration]

Alberto Maestri
Lasciati ispirare dai migliori esempi di contenuti digitali

?[Content Strategy]

Sara Poma
Le caratteristiche dei contenuti di successo

content strategy

SEO & SEM

?[SEO per Landing Page]

Luca De Berardinis – Fabio Di Gaetano
Come impostarne struttura e testi per essere primi su Google

?[Google Analytics Ninja]

Gianpaolo Lorusso
Le funzionalità avanzate che non puoi non usare

?[SEO Strategy]

Ale Agostini
Essere primi su Google

?[Google Ads ROI]

Gianpaolo Lorusso
Massimizza i risultati delle tue campagne di advertising

e-commerce management

eCommerce

?[eCommerce Ninja]

Roberto Albanese – Andrea Missori – Giovanni Cappellotto
Costruire un vantaggio competitivo e differenziarsi dalla concorrenza

?[eCommerce Analytics]

Daniele Vietri, Giovanni Cappellotto
Le metriche vitali di ogni shop online

?[eCommerce Performance]

Damiano Ferraioli – Jacopo Pasquini – Luca Barboni
Come ottimizzare le conversioni di un negozio online

?[Instagram per l’eCommerce]

Daniele Vietri
Come convertire i like in vendite

Health e intelligenza artificiale

Tutte le Free Masterclass di Ninja Academy per te

E se ancora non ti basta, puoi anche seguire:

?[Introduzione al Neuromarketing]

Laura Pirotta
Come le neuroscienze influenzano chi acquista online

?[Intelligenza Artificiale: guida alle opportunità per il tuo business]

Gianluca Mauro
Lo stato dell’arte, le applicazioni pratiche e i migliori case study

I video di ADWorld Experience

ADWorld Experience mette a disposizione di tutti in modo gratuito i video degli esperti e delle tavole rotonde degli eventi degli ultimi anni. Una raccolta super interessante per chi si occupa di Advertising online, SEO & SEM e più in generale di Digital Marketing. E per un giorno sono disponibili in modo gratuito anche quelli paid.

I servizi smart di TIM

Anche TIM prosegue con le iniziative volte a sostenere le aziende italiane, grandi e piccole, e i professionisti, in questo momento di difficoltà. Dopo aver messo a disposizione dei clienti mobili 100 Giga gratuiti per 30 giorni, mette in campo per clienti fissi e mobili un set di servizi evoluti che agevolano lo svolgimento dell’attività lavorativa a distanza:

  • TIM Work Smart, per lavorare in smart working ed effettuare web e audio conferenze, da smartphone e PC gratis fino al 30 giugno 2020, con disattivazione automatica senza costi alla scadenza.​
  • TIM ID (identità digitale SPID), per accedere direttamente da casa ai servizi della Pubblica Amministrazione abilitati. Per usufruire del servizio occorre effettuare la videoidentificazione, gratuita fino al 30 giugno 2020. Il servizio è gratis per sempre. ​

I servizi possono essere richiesti gratuitamente su digitalstore.tim.it. E sul Digital Store è possibile trovare gratuitamente altri servizi pensati per il lavoro a distanza come per esempio Virtual Fax, Video Chat e molto altro.

Gartner: La Resilienza per Reagire Alle Sfide del 2020

Gartner ha messo a disposizione di tutte le aziende un webinar di un’ora con una panoramica sulle analisi continuative e sul supporto a centinaia di clienti in tutto il mondo che stanno affrontando l’emergenza di Covid-19, per offrire alla aziende utili strumenti in questa fase di crisi anche per l’economia e il business.

Rinascita Digitale

Dal 16 marzo al 3 aprile, professionisti, esperti, ricercatori e innovatori si alterneranno in diretta con un progetto di formazione gratuita non-stop. Una maratona in streaming dedicata a sviluppo d’impresa e gestione finanziaria, smart working e digital transformation, comunicazione digitale e marketing.

Il supporto a scuole ed enti di Skillando – Digital Volunteering

Skillando – Digital Volunteering ha messo a disposizione strumenti e competenze a supporto di scuole, enti ed organizzazioni no profit che hanno bisogno di aiuto digitale.

Visibilità online senza bisogno di investimenti

Matteo Gasparello ha raccolto 65 risorse gratuite di marketing che possono aiutare piccole e medie imprese a ottenere visibilità online senza bisogno di investimenti.

I corsi di Mosaicoelearning

Mosaicoelearning mette a disposizione di tutti tre corsi gratuiti per stare vicini anche da lontano in questi giorni di quarantena.

I corsi per ritrovare la concentrazione, prepararsi alla crisi e distinguere le fake news dalle notizie vere sono:

I video di Marketing Business Summit

Marketing Business Summit ha creato un pacchetto di alcuni video selezionati dalle passate edizioni, per approfondire e continuare a formarsi.

digitalizzazione imprese

Solidarietà Digitale

Promossa dal Ministro dell’Innovazione, l’iniziativa ha riscosso un enorme successo, sia tra le aziende che hanno offerto i propri servizi che tra chi ne sta giù usufruendo. Si va dalle piattaforme per le lezioni da remoto, a Giga di navigazione mobile gratuita. Ne abbiamo parlato più nel dettaglio qui, ed è possibile vedere l’elenco di tutti i servizi disponibili sul sito ufficiale.

La formazione online gratuita di Web Marketing Festival

Oltre 400 video didattici sono disponibili sul canale YouTube del Festival, con tematiche che spaziano nel campo dell’innovazione digitale e del web marketing.

Inoltre sono disponibili anche una serie di corsi online e webinar per gli insegnanti di scuole superiori  e università, per avvicinare i meno esperti al mondo della didattica digitale.

I corsi di Docebo

Docebo, in collaborazione con GO1, ha aggiunto al catalogo Docebo Content quattro nuovi corsi eLearning gratuiti sul tema del Coronavirus:

  • “Controllo dell’infezione da Coronavirus” di Echo3 Education
  • “10 minuti di consapevolezza della pandemia” di Learning Planet
  • “Prevenzione e controllo delle infezioni” di Sentrient
  • “COVID-19 – Assistenza sanitaria/Assistenza agli anziani” di CQI Internet Solutions Pty Ltd

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Resta sempre aggiornato con Ninja PRO Information

No, anche a noi non basta! Per far sentire tutta la nostra solidarietà a professionisti e aziende del digital, abbiamo pensato a un altro regalo: 60 giorni di accesso gratis a Ninja PRO Information, il servizio Ninja Premium Membership che ogni giorno confronta decine di fonti per selezionare tutti i più utili e importanti marketing insight, i social media update, le tech news e i business events.

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10 competenze social media manager

10 competenze che un Social Media Manager dovrebbe assolutamente avere

  • Quella del Social Media Manager è una professione ancora in crescita, conosciuta da tutti ma spesso sottovalutata.
  • Per diventare un professionista del settore sono necessarie alcune skill fondamentali, che vanno dalla capacità organizzativa alla pazienza


Forse da bambino, scrutando il mare all’orizzonte, avrai anche tu pronunciato tra te e te la frase: “Da grande sarò un pirata”. Complici i film e i libri d’avventura, tutti abbiamo sognato un futuro galattico, a sfrecciare tra i pianeti dell’Universo, o a piroettare negli abissi degli oceani. Crescendo abbiamo dovuto cambiare i nostri desideri di bambini e diventare più concreti, adattarci ai tempi, e a volte creare una nuova immagine fantastica di noi stessi.

Le aspettative mutano, i bisogni cambiano, lo scenario di quando eravamo dei ragazzi è stato stravolto dagli avvenimenti, sia personali che sociali. La tecnologia ha rivoluzionato ogni cosa e ha portato con sé la nascita di nuovi lavori, professioni che nemmeno la nostra mente di piccoli sognatori avrebbe potuto concepire. Uno di questi è il Social Media Manager.

Tutti ormai sanno chi sia, molti vorrebbero diventarlo, ma pochi conoscono davvero le competenze che questo lavoro richiede.

Social Media Manager crescita profgessionale

Chi è il Social Media Manager

Una figura mitologica del mondo dei social media, nata dall’esigenza dei brand, sia grandi che piccoli, di potersi raccontare sulle varie piattaforme, per tenere sott’occhio i dati generati e le risposte degli utenti. Una persona che ha diverse competenze, emblema della parola multitasking.

Un lavoro che non è possibile improvvisare sottovalutandone l’impegno o limitando tutto alla crescita dei like (magari a pagamento).

No, il Social Media Manager – quello vero e capace – deve avere diverse skill, deve conoscere lo strumento con cui ha a che fare e deve aggiornarsi, sempre. Quello che a prima vista può sembrare un lavoro facile, come ogni professione richiede impegno e costanza.

Social Media Manager strumenti da utilizzare

Le 10 skill del Social Media Manager ideale

Abbiamo già detto che il Social Media Manager è una persona multitasking. Lui / lei sa che la sua giornata sarà probabilmente lunga e tortuosa. Deve creare un piano editoriale per ogni cliente, deve raccontare la natura di un’azienda, la sua mission. Oltre a confrontarsi con il cliente, deve dialogare con il pubblico attraverso post mirati, utilizzando sia le parole che le immagini (o i video). Opera con diversi social a seconda delle esigenze dell’azienda. Non solo genera contenuti, ma li analizza, studia gli utenti, i loro feedback, cerca di capire chi sono, cosa vogliono e come si sentono rispetto al marchio in questione.

Dietro i like, dietro le reaction, ci sono delle persone, e dietro i post creati c’è una donna o un uomo che ogni giorno deve mediare tra azienda e utenti, tutto questo tramite un social media.

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1. Deve essere super organizzato

Un Social Media Manager viaggia leggero, ha tutto sul suo smartphone e sul laptop. Ha un’agendina con tutti i  contatti, è sempre munito di carta e penna e lo si riconosce da lontano perché ha la mente che frulla idee in continuazione.

Organizzato nei minimi dettagli, crea contenuti sui social, risponde ai commenti, pianifica riunioni con il proprio team e con i clienti, analizza i dati dei follower.

Il tempo è fondamentale, progetta in anticipo le campagne, i post, e studia nuovi approcci basandosi sulle risposte ai contenuti che ha generato. Sembra aver sempre la testa fra le nuvole, ma in realtà si sta ricaricando per una nuova sfida.

Social Media Manager organizzazione

2. Deve essere creativo

Non solo numeri, ma soprattutto immagini e parole. La creatività è la linfa vitale della conoscenza, ed essere creativi  significa essere aperti alle novità, abbattere mattone dopo mattone, il muro dell’apatia, per non arrendersi mai. E infatti il Social Media Manager non si lascia sconfiggere dalle reazioni negative, ma cerca di dare il massimo in ogni situazione, creando la soluzione perfetta a ogni esigenza.

Come aumentare la propria creatività? Esercitandola ogni giorno, leggendo libri, guardando film, serie tv, documentari, disegnando, ascoltando le persone, abbandonandosi al mondo, tendendo l’orecchio a tutti i punti di vista, senza essere rigidi sui propri pensieri e sul modo di vedere se stessi e gli altri.

Questo serve anche a essere aggiornati su trend e meme, conoscere in anticipo cosa potrebbe creare hype, entrare in connessione con il pubblico.

Ecco perché è utile abbracciare il cambiamento senza averne paura, staccare la spina appena è possibile, facendo le cose che più ci fanno stare bene, che sia una partita a Playstation o una gita in montagna.

3. Deve essere curioso e aggiornarsi (sempre)

In questo lavoro bisogna avere una spiccata propensione alla curiosità, ma soprattutto aver voglia di non accontentarsi di ciò che si conosce, ma voler imparare sempre più cose, giorno dopo giorno.

Il mondo del web cambia in continuazione: nuovi algoritmi, nuove procedure, nuovi clienti e nuove esigenze. Noi non siamo gli stessi di qualche anno fa, e nemmeno chi ci ascolta.

Bisogna stare attenti ai desideri degli utenti, alla società che si evolve, ai consumatori che cambiano. Abbiamo visto che il focus, con annesse aspettative, si sta spostando sempre più verso la Generazione Z, e questo implica un dover necessariamente rinnovarsi, sia per i brand che per i Social Media Manager che sono dietro ai canali social.

Ecco perché corsi e formazione continua sono linfa vitale per il buon Social Media Manager, un’occasione non solo per approfondire il proprio lavoro, ma anche per confrontarsi su casi specifici con colleghi e docenti.

LEGGI ANCHE: Come TikTok ha cambiato il panorama dei social network e cosa aspettarsi dal futuro

Social Media Manager aggiornamento professionale

4. Deve saper scrivere bene

In un mondo di immagini, le parole sono ancora importanti? Ovviamente sì. Il bravo Social Media Manager sa che per comunicare col pubblico deve esprimersi in modo chiaro, conciso e semplice, perché l’equivoco è sempre dietro l’angolo.

Partendo dal presupposto che la soglia dell’attenzione di noi lettori si è notevolmente abbassata, arrivare alle persone, in un mondo di rumori, è sempre più difficile.

Scrivere sui social, comunicare in pochi caratteri ciò che è il cuore di un’azienda, è una sfida. Bisogna andare dritto al sodo, senza essere troppo invasivi. Il tono è importante, come il messaggio. Possiamo raccontare la storia più romantica che ci sia, ma se sbagliamo i modi, si trasformerà in un incubo.

Gli strumenti per chi vuole fare della scrittura la propria attitudine, sono tanti. Ci sono diversi manuale di copywriting, sia in italiano che in inglese, libri sulla scrittura creativa e professionale, ma non dimentichiamo mai i classici, i romanzi e tutta la letteratura che più ci ispira, che sia un fumetto o l’ultimo volume di Palahniuk.

Social Media manager copywriting

5. Deve saper usare i programmi di grafica (o almeno provarci)

Il Social Media Manager non è un grafico, ma può utilizzare dei programmi e dei tool per creare grafiche apposite per accompagnare le didascalie dei post. Ci sono numerosi strumenti per chi vuole specializzarsi, tutto dipende dalla strada che si vuole percorrere e dalle competenze richieste.

Ogni social ha un proprio linguaggio e, con il brand, si sceglie il modo di comunicare, che sia incentrato più sulle parole o intento a catturare l’attenzione del cliente attraverso immagini, grafiche, foto.

LEGGI ANCHE: 5 trend grafici per i social media da conoscere per il 2020

6. Deve avere buon occhio per l’estetica

Collegato con la precedente skill c’è questa competenza. Conoscere le basi della fotografia, i filtri da utilizzare, il foto ritocco, aiuta tantissimo in questo tipo di lavoro, specialmente se si lavora molto con le immagini.

Avere una buona macchina fotografica e tutti gli strumenti per preparare la location, una sorta di piccola scenografia per i prodotti da presentare, è sicuramente un’arma vincente nelle mani del Social Media Manager.

Il gusto estetico, più in generale, sarà fondamentale per proporre un’immagine coordinata del brand sui diversi social, per progettare layout per specifici account o semplicemente per creare belle stories.

7. Deve saper analizzare i dati

Il professionista non è solo un creativo, ma anche un analista. I contenuti generano delle reazioni, traffico sulle pagine, e tutto ciò che passa su una pagina social resta e lo si evince dagli insight. Che sia un profilo Facebook o Instagram, ogni cosa è registrata e pronta a essere spulciata fino al midollo.

La capacità di utilizzare l’analisi per dimostrare il ROI e creare report significativi sui social media è un’abilità chiave per un Social Media Manager. Con la crescente importanza del Social Listening, è importante sviluppare la capacità di analisi dei dati sia quantitativi che qualitativi, al fine di comprendere il quadro completo e le prestazioni dei social.

Comunicare le opinioni agli stakeholder, fare report sulle prestazioni social è il primo passo, ma analizzare significa guardare i dati ed essere in grado di identificare le tendenze, sviluppare raccomandazioni e comunicare un piano d’azione.

LEGGI ANCHE: Come il Social Listening può aiutare i tuoi dipendenti a capire meglio i clienti

Social Media Manager analisi dati

8. Deve essere flessibile

Essere flessibili non solo nella gestione del lavoro, ma anche nell’organizzarlo. Le strategie social devono essere dinamiche e flessibili come le piattaforme su cui si basano.

È importante sperimentare diverse tattiche o persino rivoluzionare completamente la strategia, adattarsi alle nuove tendenze, incorporare i cambiamenti del business o riprendersi dai risultati scadenti. Imparare dai dati, ascoltare feedback, sia dei propri clienti che degli utenti, e tenere sotto controllo le tendenze social rende un Social Media Manager agile e flessibile.

Con dati e analisi, possiamo conoscere quale tipo di post sui social è utile e quale invece può essere eliminato poiché non produce risultati. La psicologia comportamentale spiega perché le persone sono attratte da determinati post o perché ne condividono altri. Conoscere ciò consente d’individuare le tendenze e provare nuove strategie più produttive.

LEGGI ANCHE: Come migliorare la produttività con le app se sei un Social Media Manager

9. Deve essere disponibile

La giornata di un Social Media Manager sembra essere interminabile. Non dura 24 ore, ma di più. Preparare il calendario editoriale, modificare i contenuti, anche all’ultimo minuto quando ci sono particolari esigenze, cancellare qualcosa, aggiungere altro. Rispondere in chat, rispondere ai commenti, condividere le stories dei follower, destreggiarsi con le reaction, ma soprattutto ascoltare, chiarire dubbi, aiutare.

Agli utenti può sfuggire un link, una descrizione, e il Social Media Manager corre in soccorso per indirizzarli verso la retta via.

Social Media Manager Skill

10. Deve essere (tanto) paziente

Sì, lo sappiamo, come la disponibilità, anche la pazienza è più un dono che una competenza, ma si tratta comunque di una qualità da non sottovalutare in un Social Media Manager, una inclinazione personale che può essere allenata.

A volte gli utenti dimenticano che dietro a un sistema oliato e organizzato esistono delle persone, che come tutti noi, hanno una vita, con gioie e dolori.

Cerchiamo tanto il lato umano nelle cose che spesso lasciamo a casa il nostro. Siamo delusi da un brand perché si è affidato all’influencer di turno per promuovere il proprio prodotto, e non ci risparmiamo a mostrare il nostro dissenso sulla pagina social. A pagarne le conseguenze è il povero Social Media Manager che deve placare una guerra cibernetica a colpi di clic.

Il regalo perfetto per lui o lei? Un corso di yoga (o un lanciafiamme).

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Chatbot Marco Mantovan

Cosa ha di speciale Meena, il più avanzato Chatbot al mondo progettato da Google

Hai mai scambiato quattro chiacchiere con un Chatbot?

Se la tua risposta è no, sappi che l’85% delle persone non riconosce la differenza tra un messaggio scritto da un umano e un messaggio scritto da un robot.

Non preoccuparti, il motivo è semplicissimo. I Chatbot di oggi sono così avanzati da riuscire a simulare alla perfezione una conversazione umana.

In questo articolo analizzeremo Meena, il nuovissimo Chatbot di Google, un “agente conversazionale che può parlare di … qualsiasi cosa”.

i tipi di chabot

Cos’è un Chatbot?

Partiamo dal presupposto che un Chatbot non è assolutamente un’AI (intelligenza artificiale).

Un Chatbot è un software in grado di ricevere degli input dagli utenti, ed inviare loro una risposta pre-impostata.

Ad oggi possiamo trovare svariati tipi di Chatbot, se ne contano quasi 800.000 solo su Facebook e vengono impiegati soprattutto per la customer care delle aziende private o come supporto agli uffici turistici nella pubblica amministrazione.

LEGGI ANCHE: Chatbot: l’incrocio tra tech e comunicazione che sta rivoluzionando la Customer Experience.

Un’AI invece è in grado di imparare da tutti gli input che riceve, migliorando la propria “conoscenza” e garantendo un miglioramento continuo delle risposte.

Google Meena Marco Mantovan

Arriviamo a Meena, il nuovo progetto di Google

Meena si basa su un modello conversazionale neurale end-to-end, in grado di considerare più di 2,6 miliardi di parametri.

Google ha dichiarato di aver “allenato” Meena per 30 giorni con un set di 40 miliardi di parole. Non solo parole a caso!

L’addestramento è stato improntato anche su più di 340 Gigabyte di chiacchiere pubbliche sui social. Ed è in grado di parlare di qualsiasi cosa e persino di ricorrere al black humor.

Per misurarne le capacità, Google ha sviluppato un sistema di misurazione chiamato SSA (Sensibleness and Specificity Average), in grado di valutare le risposte in una conversazione, assicurandosi che esse siano pertinenti e comprensibili.

L’SSA dà un punteggio ad una conversazione umana dell’86%, altri Chatbot sul mercato hanno ricevuto un punteggio che varia tra il 30% e 60%, invece Meena ha ricevuto un punteggio pari al 79%.

Che impatto avrà sul mercato?

Ad oggi seppur alto, il livello della conversazione di Meena resta sul conosciutissimo “parlare del più e del meno”.

Non è in grado di insegnare qualcosa o di migliorare la customer experience, fornendo informazioni sull’acquisto di un biglietto, il tracciamento di un pacco o offrendo supporto emotivo. I software di conversazione dovrebbero infatti avere lo scopo di portare un utente alla soluzione di un problema.

Diversi studi dimostrano che in certe situazioni, le risposte “robot” sono preferibili a quelle umane, soprattutto quando in ballo ci sono informazioni personali sensibili.

Meena Ninja Marketing Marco Mantovan

Quando conosceremo Meena?

Google non rilascerà una demo fino a quando non avrà verificato il livello di sicurezza di Meena, per non incorrere in problemi come capitato con un suo predecessore, rilasciato da Microsoft su Twitter nel 2016.

LEGGI ANCHE: Intelligenza Artificiale, tra fantascienza e scelte etiche

Dopo alcune ore Tay, questo era il nome del Chatbot, ha iniziato a pubblicare tweet sessisti e xenofobi, obbligando la casa madre a zittirlo immediatamente.

Quando Meena entrerà in gioco sarà un ulteriore passo avanti nel mondo dei Chatbot.

Ricordiamo però che un robot dovrebbe fare esclusivamente qualcosa di utile per l’uomo e non parlare a vanvera, senza peli sulla lingua. Si può dire di un robot?!?

tik tok

Nascono le Collab House degli influencer di Tik Tok: fenomeno passeggero o prossimo trend?

Negli Stati Uniti – tanto per cambiare – sta prendendo piede un trend interessante che varrà la pena monitorare nel corso del 2020. Il protagonista di questo fenomeno è il più chiacchierato dei social network: Tik Tok. Sì, perché visto il crescente interesse – anche commerciale – nei confronti della nuova piattaforma di social creation, i tiktoker stanno iniziando a rendersi conto che, quello che fino a poco tempo fa era un hobby o un modo creativo di giocare con musica e video al fine di stupire i propri amici, oggi ha le potenzialità per diventare un lavoro full time.

E quando parliamo di full time non ci limitiamo più alle otto ore lavorative, ma a una totale sovrapposizione tra la propria vita privata e quella professionale, fino ad arrivare ad organizzarsi con i propri colleghi tiktoker per andare a vivere insieme, in modo da poter creare contenuti in ogni momento del giorno (o della notte). Così, seguendo un po’ le orme dei propri “antenati” youtuber che, a loro tempo, avevano fatto la stessa cosa (vedi Our2ndLife), i nuovi influencer si stanno riunendo nelle prime “Collab Houses”, dando vita a un vero e proprio fenomeno.

LEGGI ANCHE: Come TikTok ha cambiato il panorama dei social network e cosa aspettarsi dal futuro

La Hype House

Un esempio di collab house è la Hype House di Los Angeles, in cui convivono 19 tiktoker – o meglio, quattro di loro, per ora, si sono stabiliti lì in modo permanente – dallo scorso dicembre. Tra i tiktoker che abitano la Hype House ci sono  Chase Hudson, Charli D’Amelio e Thomas Petrou: ragazzi con meno di 18 anni e milioni di follower.

tik tok

Una mossa molto riuscita, pare, che dà la possibilità ad alcuni tra i più noti volti della piattaforma di sviluppare la propria follower base, ampliando anche quella degli altri. Ognuno porta la propria fetta di pubblico e la propria dose di visibilità, di cui tutti i membri del gruppo possono beneficiare. Va segnalato che l’account ufficiale della casa su Tik Tok ha già più di 4 milioni di follower e i post con l’hashtag #HypeHouse hanno già superato i 100 milioni di visite.

La cosa più importante? Trovare la giusta location. È fondamentale trovare una casa spaziosa e che sia esposta per gran parte della giornata a una giusta quantità di luce naturale. Meglio se lontana da qualsiasi possibile forma di disturbo – dal fan accanito al vicino lamentoso. Non dimentichiamoci che la principale funzione della casa dev’essere diventare set di contenuti che mirano a raccogliere milioni di views, quindi ogni tipo di dettaglio di design, un arredamento dal gusto ricercato e una serie di corner – per usare una parola ben più che inflazionata, ma sempre attuale – instagrammabili diventano manna dal cielo!

Generazione Z: cosa ci dice di loro questo fenomeno

Ma che sembianze ha (o dovrebbe avere) una star di Tik Tok? Dev’essere giovane (un Gen. Z, per capirci), avere energia, personalità e quel qualcosa di bizzarro che gli dà la possibilità di distinguersi dagli altri e, ancora più importante, essere ricordato.

tik tok

Questo tipo di fenomeno ci racconta davvero tanto degli utenti che si esprimono attraverso questo social – l’affascinante Generazione Z. Quello che emerge fin da subito è una profonda influenza data dai reality show e una totale noncuranza del valore della propria privacy (almeno all’apparenza).

Sempre di più, notiamo come il confine tra privato e pubblico si faccia più labile fino a diventare quasi inesistente. Da quando esistono gli influencer, hobby e lavoro si sono sovrapposti fino a fondersi e ad assumere la stessa accezione. Questa categoria di lavoratori – più o meno professionisti ma sicuramente privilegiati – monetizza il proprio tempo libero e regala a una serie di voyeur manciate di attimi d’intimità.

Il fenomeno TikTok è solo questo o significa qualcosa di più che intrattenimento per i giovani pronti a esprimere in qualsiasi momento, grazie al mobile, la loro carica di creatività?

LEGGI ANCHE: Cosa dovremmo aspettarci dall’Influencer Marketing nel 2020 (e come farsi trovare pronti)

Tik Tok, un gioco da ragazzi

Lo scettro per l’utilizzo attivo del social del momento, Tik Tok, rimane ai Gen Z; tuttavia, si è registrato sempre di più nel corso degli ultimi mesi, un crescente interesse anche da parte dei più “grandi”.

Anche se gli over 30 ne fanno soprattutto un uso passivo, è difficile resistere al fascino dei contenuti totalmente immersivi in cui si viene catapultati fin dal primo accesso. Tik Tok è veloce, dinamico, creativo – e sono queste le caratteristiche che dovrebbero avere tutti contenuti che questo target si aspetta di ritrovare online.

Insomma, non esiste benchmark migliore per i marketer che vogliono parlare a questo pubblico che il tipo di contenuto che loro stessi creano. Loro sono quelli del binge-watching, la generazione delle serie TV su Netflix e delle Instagram Stories: questo è l’intrattenimento a cui sono abituati, dunque – video, veloce, senza più dei veri e propri riferimenti temporali e, assolutamente, breve.

tik tok

Tik Tok è una piattaforma interessante anche dal punto di vista tecnologico, poiché attinge ai mondi della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale, mettendo a disposizione dei giovanissimi creator effetti, filtri e sempre più modalità per editare e customizzare i propri contenuti.

Insomma, vale la pena monitorare come questo tipo di fenomeno si svilupperà, cogliendo preziosi spunti su come comunicare e attrarre la Generazione Z, che sarà la prossima vera protagonista del mercato (e dell’Influencer Marketing), a cui tutti vorranno sapere come rivolgersi nel modo più funzionale possibile.

Per ora le Collab House sembrano essere l’espressione più tangibile di quel desiderio di indipendenza che ognuno di noi può aver sperimentato a 16 anni, ma che questi tiktoker sembrano aver realizzato grazie agli strumenti a loro disposizione: uno smartphone e una piattaforma su cui parlare con il mondo.