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la pesca spot esselunga

Perché lo spot di Esselunga ha spaccato in due l’opinione del pubblico

Schizzato sui diversi social come trend topic di questi giorni, troviamo il nuovo spot Esselunga La Pesca. Una storia semplice che ha spaccato però in due le reazioni del pubblico.

Se da una parte c’è chi ha apprezzato i buoni sentimenti e ha interpretato il film come uno scorcio contemporaneo e malinconico di un’attuale famiglia italiana che affronta la separazione, dall’altra invece, c’è chi contesta lo spot additandolo come la rappresentazione di uno stereotipo che richiama al necessario bisogno di un nucleo familiare tradizionale, unito.

Spot Esselunga, i punti di vista divergenti

E forse è proprio questo quello che il film riesce a far emergere: le diverse percezioni che ognuno di noi, singolarmente ha avuto dallo spot. Sì, perché le esperienze, positive o negative che siano state durante la crescita, hanno influenzato le nostre emozioni, il nostro vedere, la nostra sensibilità, più semplicemente il nostro mondo.

Un figlio che ha vissuto passivamente una separazione genitoriale probabilmente riesce a cogliere quelle sensazioni di vuoto e quel desiderio di riunire le due persone più importanti della sua vita.

Nel proprio mondo ancora acerbo, quel bambino elabora una ferita che lo spinge anche a farsi carico della ricerca di una felicità: attraverso i gesti e le azioni pone l’attenzione sull’amore, fatto di unità e complicità. Nel proprio mondo ancora acerbo, quel bambino non possiede la completezza di quegli strumenti che lo mettono a conoscenza di determinate scelte adulte, delle motivazioni mature.

spot esselunga la pesca

L’altro punto di vista, invece, guarda al figlio come una vittima che a fronte di instabilità emotive e psicologiche causate da litigi e purtroppo spesso violenze, rimangono imprigionati in relazioni familiari disfunzionali e tossiche. Vivere in una famiglia unita non significa abbracciare la felicità. E questo ai giorni nostri risulta davvero inaccettabile.

La società ci insegna che i valori appartenenti a contesti temporali lontani da oggi sono cambiati; gli affetti non sono più vincolati da etichette; si ricercano quei bisogni che possano nutrire positivamente la propria identità.

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La famiglia cambia, le emozioni no

Non si discute se sia giusto o meno che due genitori si separino, perché lo facciano e di chi sia la colpa. Anche se questa società così dinamica ed in evoluzione ci ha abituati alla normalizzazione di famiglie separate, allargate, incomplete, colorate, non si può negare l’eventuale esistenza di una sofferenza interna in talune persone, piccole o adulte che siano.

C’è un grandissimo però. Si sta forse dimenticando che quello de La Pesca è uno spot di un supermercato, dove a fare da scenario principale, entro cui si muovono madre e figlia ci sono gli scaffali ed i prodotti di Esselunga (di via Solari ndr).

In questo spot, a differenza di altri a lieto fine che rispondono ad aspettative positive del pubblico, la situazione non viene risolta. Anzi. La situazione rimane quella che è: due genitori separati con prospettiva di un ritorno di coppia quasi nulla.

La quotidianità di una vita che batte tempi diversi ma che trova lo stesso ritmo a favore dei figli.

esselunga la pesca

Esselunga non si presenta come un supereroe, si limita ad essere quel luogo capace di accogliere ogni genere di persona e accompagnare ogni diversa storia. Un luogo significativo, dunque, dove anche l’elemento più piccolo, un prodotto in questo caso, può assumere un significato particolare.

Non a caso il claim recita “Non c’è una spesa che non sia importante”.

Di certo, in questo spot, il brand non si fa portavoce di un cambiamento o di un’evoluzione sociale ma prende la forma di contenitore per far raccontare alle persone le proprie paure, i desideri, le emozioni attraverso una struttura narrativa che non necessita né di dialoghi intrisi di enfasi né di ambientazioni patinate.

In effetti quella a cui assistiamo è una giornata come le altre, mamma e figlia che fanno la spesa e nell’attesa dell’incontro con il papà, la bambina fa un gesto di affetto che si compie attraverso la semplice scelta di una pesca da donare al padre.

Uno spot dalle emozioni spontanee

Non sembra una volontà di richiamare la famiglia tradizionale, tutt’altro. C’è la consapevolezza e forse anche l’accettazione di una coppia separata insieme all’ingenua e benevole interferenza di un figlio che si fa intermediario di emozioni forse tralasciate ed inespresse.

Ad essere il protagonista non è la coppia ma il gesto d’amore spontaneo compiuto da una bambina, inconsapevole delle dinamiche adulte e che spera, in quanto bambina appunto, di vedere di nuovo insieme i propri genitori.

esselunga

Al di là delle opinioni contrastanti, lo spot Esselunga non urla allo stereotipo, ed ora è il caso di dirlo, della famiglia del Mulino Bianco.

E se a qualcuno, vedendo il film, è venuto in mente un vecchio spot di Barilla in cui la bambina lascia un fusillo nella tasca del papà in partenza per un viaggio di lavoro, ben venga; la società si evolve, la famiglia cambia ma le emozioni – positive o negativ e- per fortuna sono ancora le stesse, quelle spontanee.

 

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ecommerce hub sala espositiva

“Un mercato da 8 mila miliardi nel 2026”, anche Davide Casaleggio all’Ecommerce HUB 2023

La nona edizione di Ecommerce HUB®, evento completamente dedicato all’ecommerce che si terrà il prossimo 6 ottobre presso la Giffoni Multimedia Valley, continua a testimoniare la centralità della Campania nell’ambito del commercio elettronico.

A sostenerlo anche Davide Casaleggio, presidente della Casaleggio Associati, che per il secondo anno consecutivo sarà presente all’evento: «La Campania è la prima regione del sud Italia per numero di esercenti ecommerce e la terza a livello nazionale nella classifica Top 5000 esercenti ecommerce in Italia, dopo Lombardia e Lazio – spiega – un primato portato soprattutto dalla grandezza della regione, ma anche per la densità di iniziative digitali dato che nella classifica di esercenti ecommerce per ogni mille abitanti mantiene il primato al sud e supera anche il Lazio a livello nazionale».

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Lo scenario dell’ecommerce in Campania

Se complessivamente l’Italia genera un fatturato da eCommerce di circa 71 miliardi di euro, la Campania resta una di quelle che genera il maggior numero di imprese dedicate al commercio elettronico.

Non a caso, negli ultimi dieci anni si è registrato un incremento del 72%, passando da 8.396 imprese del 2012 alle 14.456 imprese del 2022.

ecommerce hub workshop

«La scelta di organizzare un evento sul territorio campano – spiega Alfonso Annunziata, co-founder di Ecommerce HUB®è dettata proprio dalla ricchezza di realtà che questo offre: ogni giorno, come professionisti del settore, riceviamo decine di richieste di formazione che trovano puntualmente risposta nell’evento».

Un appuntamento che, ormai, è diventato una garanzia: «Da quasi dieci anni – prosegue Giuseppe Noschese, anch’egli co-founder – organizziamo Ecommerce HUB® con la certezza di offrire la possibilità a migliaia di professionisti di crescere in questo settore con la consapevolezza di ciò che accade nel mondo».

Lo scenario ecommerce secondo Davide Casaleggio

«Il mercato globale dell’ecommerce nel 2023 supererà i 6 mila miliardi di dollari di fatturato per arrivare a superare gli 8 mila miliardi nel 2026 – conclude Davide Casaleggio – Lo scorso anno ha visto l’accelerazione di alcuni trend che hanno preso piede durante il 2023. Per la prima volta in questi due anni l’ecommerce ha conosciuto l’inflazione e gli esercenti stanno definendo le strategie per gestirla al meglio.

Dalla parte degli acceleratori abbiamo l’Intelligenza Artificiale: la stragrande maggioranza degli operatori ecommerce italiani (74%) ritiene che si avrà un cambiamento radicale della vendita online entro tre anni».

Anche Ninja a Ecommerce HUB 2023

Anche noi Ninja parteciperemo alla nona edizione dell’evento dedicato al commercio elettronico. Sarà presente la nostra redazione per raccogliere i momenti più importanti e le quote dei protagonisti in una postazione newsroom dedicata e il team social, che seguirà in real time panel ed eventi per diffonderli nelle community.

Ma saremo anche protagonisti attivi, nelle tavole rotonde, nelle sale formative e negli spazi di networking. Incontrare il Ninja team è un motivo in più per partecipare a un evento già ricchissimo di per sé.

Ecommerce HUB 2023, Connecting the dots

Il tema scelto per la nona edizione di Ecommerce HUB è Connecting the dots. Un omaggio al ruolo di relazioni, che l’evento svolge nel panorama del commercio elettronico.

Anno dopo anno, edizione dopo edizione, l’evento è diventato punto di riferimento per la comunità che si è consolidata intorno a esso.

ecommerce hub direttivo - 2023

«In un mondo in costante evoluzione – ha detto ai nostri microfoni Alfonso Annunziata –  dove la digitalizzazione ha trasformato radicalmente i modelli di business, l’abilità di collegare i punti diventa cruciale. È necessario anticipare le tendenze, adattarsi al cambiamento e cogliere le opportunità emergenti.

Le connessioni e le collaborazioni sono essenziali per il successo di un progetto imprenditoriale e per la sua crescita sostenibile in diversi modi.

In primo luogo, creano opportunità di apprendimento e scambi di conoscenza: interagire con altri professionisti ed esperti del settore, come avviene in eventi come Ecommerce HUB, consente di acquisire nuove competenze e conoscenze, rimanendo così sempre al passo con le tendenze emergenti.

In secondo luogo, le connessioni e le collaborazioni possono portare a partnership strategiche: collaborare con altri operatori del settore come partner commerciali o fornitori di tecnologie, può ampliare la portata di un progetto imprenditoriale, migliorando l’efficienza operativa e attingendo a risorse aggiuntive.

In terzo luogo, infine, il networking offre opportunità di visibilità e marketing: connettersi con altri professionisti può aumentare la visibilità di un progetto e aiutare a raggiungere un pubblico più ampio, oltre alla possibilità di creare sinergie di marketing che possono portare benefici a tutte le parti coinvolte».

Come partecipare

La partecipazione a Ecommerce HUB è gratuita, ma è necessario registrarsi sul sito.

Il pass ad Ecommerce HUB 2023 dà acceso esclusivo a:

  • La nuova location dell’evento, la Multimedia Valley di Giffoni, che ospiterà l’edizione più grande e ricca di contenuti di sempre
  • L’area espositiva, ancora più ampia rispetto al passato, con tanti partner internazionali con cui confrontarsi per far crescere al meglio il business online
  • 5 sale formative tematiche dove si alterneranno gli oltre 50 speaker provenienti da tutta Italia
  • I nuovi spazi dedicati al networking e al divertimento con partner, colleghi e relatori
  • Un’app dedicata per orientarsi al meglio tra le varie sessioni di formazione e non perdere nessun intervento.
differenti generazioni al computer - come creare esperienze d'acquisto personalizzate

Generazioni a confronto: come creare esperienze d’acquisto personalizzate

Le abitudini di consumo vanno di pari passo con i cambiamenti che interessano la quotidianità. La velocità di trasformazione del mercato impone la necessità per le aziende di rimanere aggiornate sulle tendenze generazionali d’acquisto.

Come si differenziano i Gen Z dai Boomer quando acquistano beni e servizi? Ci sono dei punti in comune? E perché è importante differenziare il focus delle proprie strategie ma, al contempo, anche adottare un approccio multigenerazionale?

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Spesso si dimentica che la buona riuscita di numerose campagne marketing è la capacità di conoscere a fondo i valori “distintivi”, gli obiettivi e le aspettative di ciascuna generazione quando si tratta di fare acquisti.

A tal proposito, sono molteplici i temi legati alla comunicazione e alla brand reputation da analizzare per le aziende al fine di massimizzare i risultati di marketing.

Un aspetto che interessa tutte le generazioni è il brand trust, come indicato dal report condotto da Edelman “Trust – the new brand equity”.

Questa parola fa riferimento alla fiducia che i clienti hanno nei confronti di un marchio (sia in fase di pre-, sia in fase di post- acquisto) e costituisce uno dei grandi obiettivi delle strategie aziendali.

Per il 68% delle persone intervistate è molto più importante fidarsi di un’azienda rispetto al passato (dato che cresce al 75% per i rispondenti tra i 18 e i 35 anni), al punto che se in mancanza di una vicinanza di valori, i consumatori sono pronti a rinunciare ai brand che più amano (40%).

Inoltre, ciò che tutte le generazioni (86%) chiedono alle aziende è fare un passo in più ed andare oltre i confini delle loro attività aziendali e commerciali nel senso più stretto del termine (per esempio, il supporto alle comunità sottorappresentate o l’introduzione di cambiamenti positivi nella società).

Più divisivo tra le generazioni è, invece, il legame tra le innovazioni tecnologiche e lo shopping.

Lo studio Global Consumer Insights 2023, realizzato da Pwc, sottolinea come le generazioni native digitali come la Gen Z e i Millennial siano i “campioni” del Metaverso: rispettivamente il 31% e il 36% ha dichiarato di aver sperimentato lo shopping nella realtà virtuale, mentre solamente l’8% dei Baby Boomer si è avventurato in quella che è considerata come la nuova frontiera del digitale.

esperienze d'acquisto personalizzate secondo Pinterest

Anche l’attenzione alla sostenibilità nelle campagne di marketing e comunicazione divide, almeno in parte, le generazioni: secondo i dati raccolti da Global Consumer Report di BigCommerce, se solamente l’8,5% dei rispondenti Gen Z si dichiara indifferente alla sostenibilità nel momento in cui deve prendere decisioni d’acquisto, il dato sale al 27% per i Baby Boomer.

interesse per i brand sostenibili - esperienze personalizzate

Da questa breve analisi di scenario, si può notare come sia sempre più rilevante capire i bisogni, i valori e le aspettative, spesso molto differenti, di ciascuna generazione nei confronti dell’esperienza di acquisto.

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Come creare esperienze d’acquisto personalizzate

Ninja Marketing insieme a Saverio Schiano, Head of Sales for Italy Pinterest, presenta una breve ma efficace guida su come creare esperienze di shopping coinvolgenti per tutti, dalla Generazione Alpha ai Baby Boomer.

  1. Tutte le generazioni sono potenziali futuri clienti: sebbene il potere d’acquisto delle generazioni più giovani sia spesso posto al centro delle campagne marketing e di comunicazione, le generazioni più adulte sono erroneamente trascurate.
    Il marketing multigenerazionale può infatti contribuire in moltissimi casi al successo dell’azienda e conseguentemente, è importante catturare l’attenzione di tutte le generazioni e spingerle all’acquisto dei propri prodotti e/o servizi.
  2. Le piattaforme social sono la nuova frontiera su cui puntare: sebbene ogni generazione sia cresciuta consultando media differenti (per esempio, i Millennial e la Gen Z sono “nativi digitali”), le piattaforme digitali stanno diventando per tutti sempre più dei punti di riferimenti determinati per l’esperienza d’acquisto.
    I dati interni di Pinterest che mettono a confronto il secondo trimestre del 2022 con quello del 2023 riportano che i click e i salvataggi nei Pin acquistabili sono cresciuti oltre il 50%, mentre il numero di cataloghi su Pinterest con prodotti acquistabili è aumentato del 26% anno dopo anno.
    Non solo, un sondaggio di Pinterest rivela che il 55% dei Pinner intervistati considera la piattaforma visiva come “uno spazio dove fare acquisti”.
  3. Utilizzare il tone of voice più appropriato: ogni brand ha una propria “personalità” e un proprio set di valori da comunicare in modo efficace al target di riferimento. Per esempio, i Baby Boomer potrebbero prediligere una comunicazione formale, mentre la Gen Z ama testi più stringati e autentici.
    Per toccare le corde giuste dei consumatori, è necessario stabilire quale sia il tono più funzionale ed adattare di conseguenza il proprio storytelling.
  4. Definire i driver principali per ciascuna fascia d’età: che sia l’esperienza, il prezzo, la lealtà nei confronti di un brand o la sostenibilità, ci sono diversi driver che rendono lo shopping un’esperienza unica.
    Investigare con delle survey esplorative da inviare in newsletter o da condividere sui propri canali social, può aiutare a circoscrivere i fattori a cui il proprio target è maggiormente interessato.
  5. Non smettere mai di ispirare le persone: non è un segreto che di certo non basti solamente attirare l’attenzione dei clienti per il successo dell’azienda.
    Il vero punto “dolente” è fidelizzare il proprio pubblico e di conseguenza, è fondamentale pensare alle giuste strategie su come coinvolgere ciascuna generazione al fine di ispirarla al meglio.
    Se si vuole fare davvero la differenza, emergere dalla folla e portare la propria attività a livelli ancora più alti, l’ispirazione è la giusta via da seguire: i brand consapevoli dell’importanza dell’ispirazione e di come sfruttarla al meglio hanno più possibilità di conquistare clienti in target con il proprio business ed appartenenti a qualsiasi fascia d’età.
coca-cola y3000

Arriva il nuovo misterioso gusto Coca-Cola Y3000 creato con l’AI

Nell’ultimo anno e mezzo, Coca-Cola ha sperimentato diverse bevande in edizione limitata, passando da gusti misteriosi e concept abbastanza strani. L’ultimo tentativo è Coca-Cola Y3000, la bevanda che dovrebbe avere il sapore del futuro. Il gigante delle bevande analcoliche ha utilizzato l’intelligenza artificiale per determinare il gusto e definire il packaging.

Coca-Cola Y3000 AI

Il brand, con oltre un secolo di storia alle spalle, ha sempre dato priorità al coinvolgimento dei suoi clienti, puntando principalmente sull’entusiasmo di un target young.

Per riuscire nell’intento e rafforzare la presenza tra i giovani consumatori, ha sfruttato la sua piattaforma Creations, che offre gusti in edizione limitata come Y3000.

coca-cola creations

In passato Coca-Cola ha collaborato con diversi marchi per creare nuovi ed entusiasmanti gusti in limited edition, tra cui: Starlight, ispirato allo spazio; Dreamworld, che secondo la società ricorda il sapore dei sogni; e Byte, al sapore di pixel.

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Coca-Cola ha co-creato un gusto con l’Intelligenza Artificiale

Come tutte le bevande Creations, Coca-Cola Y3000 è stata progettata per mantenere intatto l’autentico sapore Coca-Cola, con l’aggiunta di una nota in più.

L’azienda si è affidata ai normali insight umani per scoprire quali gusti le persone associano all’idea di futuro. Ha poi utilizzato l’intelligenza artificiale per combinare i vari profili e gli abbinamenti dei sapori. Ma non solo. Coca-Cola ha utilizzato le immagini generate dall’intelligenza artificiale per creare delle moodboard a cui ispirarsi.

L’effetto alluminio rende l’esperimento di co-creazione con l’AI molto evidente. La confezione sembra alludere a un’estetica Y2K, con bollicine di colore rosa e blu, e un logo abbastanza pixelato, a tratti distorto.

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Coca-Cola Y3000: i dettagli

Coca-Cola Y3000, disponibile negli Stati Uniti e in Canada nella versione normale e zero zuccheri, sarà venduta per un periodo limitato e costerà quanto la Coca-Cola normale.

Come con altri gusti della piattaforma Creations, Coca-Cola Y3000 abbina esperienze online ad eventi o prodotti offline.

Coca-Cola Y3000

I clienti possono scansionare un QR code sulla confezione Y3000 per raggiungere il sito Creations, dove potranno immergersi in un gioco e immaginare come potrebbe essere il futuro tra 977 anni.

Il lancio include anche una capsule collection sempre in edizione limitata, sviluppata con il brand di streetwear di lusso Ambush, che sarà disponibile a partire dal prossimo autunno.

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Code Interpreter - plugin di ChatGPT

Abbiamo provato Code Interpreter, il plugin di ChatGPT che scrive anche codice. Ecco come si usa

ChatGPT, il chatbot sviluppato da OpenAI, è diventato in poco tempo uno dei punti di riferimento con cui valutare il livello di sviluppo raggiunto dall’intelligenza artificiale generativa, o generative AI. Il chatbot, infatti, ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione tecnologica e convinto milioni di persone a utilizzarlo in ogni ambito della vita privata o professionale.

Tra le ultime novità c’è sicuramente Code Interpreter, il nuovo plugin di ChatGPT, uno strumento con cui è possibile generare codice, e molto altro, come risposta a un prompt (le istruzioni che vengono fornite al tool) o a un dataset di dati caricati direttamente dall’utente.

Un modello ChatGPT sperimentale che può utilizzare Python, gestire caricamenti e download – OpenAI

Il nuovo strumento, lanciato ufficialmente alla fine di marzo, è stato recentemente rinominato in Advanced Data Analytics durante la presentazione di ChatGPT Enterprise, la nuova versione del chatbot progettata per soddisfare le esigenze degli utenti appartenenti al segmento business.

Advanced Data Analytics si conferma uno degli strumenti più avanzati della piattaforma, che consente di potenziare le classiche funzionalità di GPT-4 alle quali eravamo abituati.

La sua attivazione permette infatti di ampliare l’ambito di utilizzo dell’AI generativa di OpenAI: dall’analisi e visualizzazione avanzata dei dati, da cui è possibile estrarre mappe visuali e grafici dettagliati, alla creazione e modifica di file immagine, audio o video, un’ottima funzionalità per chi desidera velocizzare l’editing dei contenuti multimediali, fino all’analisi e alla scrittura di codici complessi.

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Il plugin Code Interpreter di ChatGPT sta rivelando ogni giorno le sue enormi potenzialità, aumentando considerevolmente i suoi ambiti di applicazione. Scopriamo come funziona e alcuni esempi pratici di utilizzo.

Come funziona Code Interpreter

Il plugin unisce le potenzialità di un modello di linguaggio di grandi dimensioni con il Python, uno dei linguaggi di programmazione più diffusi, per superare i limiti di utilizzo del chatbot. Dopo aver inserito una richiesta, ChatGPT scrive un codice Python che esegue le operazioni richieste dall’utente, come ad esempio la modifica di un’immagine, usando il Code Interpreter integrato.

Code Interpreter - ChatGPT

Quest’ultimo esegue la richiesta all’interno di un ambiente sandboxed protetto da firewall (uno spazio limitato e sicuro) e al cui interno sfrutta tutta la potenza dell’AI generativa.

OpenAI, inoltre, ha pubblicato la lista di Python packages, una raccolta di moduli specifici per questo linguaggio di programmazione, che possono essere usati dagli utenti per le loro richieste all’AI.

Ad esempio, potremmo chiedere a ChatGPT di creare un grafico dell’andamento azionario di un determinato titolo e il plugin Advanced Data Analytics potrebbe usare alcune librerie per la generazione dei dati e del grafico, come ad esempio Pandas e Matplotlib.

Ma le potenzialità del plugin non finiscono qui. Si tratta infatti di un software open source personalizzabile dagli utenti: gli sviluppatori, dopo essersi registrati sulla piattaforma, possono implementare una nuova versione adattandola alle loro necessità, mediante l’aggiunta o la modifica delle funzionalità già integrate.

L’unione dell’intelligenza artificiale generativa con uno dei più importanti linguaggi di programmazione consente di superare alcuni dei limiti riscontrati durante l’utilizzo del chatbot, permettendo di ridurre gli errori e di fornire risposte sempre più accurate.

Come attivare Code Interpreter

Il plugin è attualmente disponibile per gli abbonati a ChatGPT Plus, la versione a pagamento del chatbot.

chat-gpt-setting

Per attivarlo è sufficiente accedere al proprio account e seguire alcuni semplici passaggi:

  • Cliccare sui tre puntini, in basso a sinistra, visibili vicino al proprio nome utente.
  • Accedere alla sezioneSetting & Beta” e cliccare su “Beta Features
  • Attivare la funzionalità abilitando la spunta verde su “Advanced data analysis
  • Creare una nuova chat e posizionare il mouse in alto su “GPT-4”: comparirà un menu a discesa che permette di passare dalla versione “Default” a quella “Advanced data analysis Beta“, la cui dicitura verrà mostrata in alto non appena si inizierà a chattare con l’intelligenza artificiale.

Una volta abilitato, inoltre, comparirà una piccola icona “+” sulla parte sinistra della casella di testo utilizzata per inserire una richiesta al chatbot, con cui è possibile caricare file e documenti.

Dopo aver avviato una conversazione con ChatGPT usando il plugin Code Interpreter, potrai chiedere all’interno del prompt di effettuare il download del file: verrà fornito un collegamento al documento generato direttamente all’interno della chat.

Chi non volesse attivare il piano a pagamento è disponibile una versione free, nominata Code Interpreter API, open source (non ufficiale e da noi non testata) presente sul sito di GitHub.

La versione interroga tuttavia le API key di OpenAI, a pagamento: si avrà comunque a disposizione la piccola quantità di token, con cui fare test, fornita subito dopo la creazione della prima key.

Come usare Code Interpreter: 3 esempi pratici

L’utilizzo del plugin permette di ampliare notevolmente gli ambiti di applicazione dell’intelligenza artificiale generativa di OpenAI, per creare grafici, tabelle, immagini, codici QR e molto altro.

La sua versatilità lo trasforma in un valido tool di analisi, con cui è possibile velocizzare e automatizzare il lavoro in ogni settore, incluso quello del digital marketing. Scopriamo insieme alcuni esempi pratici di utilizzo.

Dal nostro studio iniziale sugli utenti, abbiamo identificato i casi d’uso in cui l’utilizzo di Code Interpreter è particolarmente utile: per la risoluzione di problemi matematici, sia quantitativi che qualitativi; per effettuare analisi e visualizzazione dei dati; per la conversione di file tra formati – OpenAI

1# Usare Code Interpreter per la SEO

La tecnologia AI può aiutare ad analizzare file di grandi dimensioni, riducendo drasticamente il tempo necessario alla gestione delle attività. Ad esempio, è possibile fornire al tool un grande insieme di parole chiave e chiedergli di evidenziare i temi più rilevanti, raggruppandoli in cluster di argomenti simili tra di loro.

Con il plugin Code Interpreter, inoltre, è possibile gestire con più rapidità le ottimizzazioni SEO dei siti web di grandi dimensioni, come ad esempio la generazione di title e meta description, che potranno essere esportate in un pratico file CSV.

Si possono sfruttare le potenzialità del plugin per analizzare, inoltre, i collegamenti interni del sito (internal link) e ottenere delle pratiche mappe di calore che evidenziano visivamente il numero di link presenti tra le pagine che compongono il sito web.

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2# Usare Code Interpreter per modificare immagini e video

Advanced Data Analytics di ChatGPT consente di creare effetti grafici di forte impatto visivo senza essere esperti di fotoritocco o post-produzione digitale. Molteplici sono gli ambiti di applicazione: dall’edit più semplice, come la modifica del colore, l’aggiunta di effetti, di filigrane e la creazione di GIF, fino alla creazione di un’immagine da zero.

Interessante anche la possibilità di modificare i file audio: il plugin, infatti, dispone di una funzione di sintesi vocale integrata in grado di trasformare un testo in un file audio, di modificarlo e convertirlo nel formato desiderato.

Infine, è possibile caricare video di piccole dimensioni per dividerli, estrarre l’audio o i sottotitoli, comprimerli o convertirli in un formato diverso da quello originale.

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3# Usare il plugin di ChatGPT per scrivere codice

Tra le funzionalità più importanti che permettono di sfruttare a pieno questa nuova tecnologia rientra sicuramente la generazione e l’analisi del codice di programmazione.

Lo strumento consente infatti di allegare file di grandi dimensioni contenenti migliaia di righe di codice, su cui è possibile fargli eseguire numerose operazioni: dal debug fino alla traduzione in un diverso linguaggio di programmazione.

Dopo aver attivato Code Interpreter, infatti, ChatGPT potrà gestire molti più dati contemporaneamente, che permetteranno, ad esempio, di analizzare, descrivere e modificare le funzionalità presenti all’interno del codice inserito.

Il Code Interpreter, o Advanced Data Analytics di OpenAI, rappresenta oggi una grande opportunità per chi desidera affidare all’intelligenza artificiale lo svolgimento di compiti complessi e ripetitivi, consentendo a chi lo utilizza di dedicarsi ad attività più strategiche.

Come ogni strumento è tuttavia soggetto a errori e interpretazioni fuorvianti, che potrebbero far sgranare gli occhi a un esperto del settore.

Per questo motivo, è necessario integrarlo all’interno del proprio flusso di lavoro tenendo a mente, qualora ce lo fossimo dimenticati, che non sostituisce l’analisi critica, la consapevolezza e l’esperienza della persona che decide di utilizzarlo.

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Video e sondaggi VS post statici: chi vince la sfida dell’engagement sui social media

Che siano carousel, post statici oppure reel, i marketer di tutto il mondo infiammano la rete alla ricerca della ricetta perfetta per i social media.

Di quel contenuto capace di diventare viral e di portare la maggiore visibilità possibile al proprio brand.

La lotta sui social media molto spesso si gioca tra contenuti statici e contenuti video.

E se la rapida ascesa dei contenuti video di breve durata ha eclissato i post statici all’inizio del 2020, quando TikTok e Reels hanno conquistato la cultura popolare, vediamo ora un ritorno in auge dei post statici.

Con post statici intendiamo tutti quei contenuti più semplici, che mancano di movimento e non sono quindi interattivi. Includono foto, infografiche, meme e screenshot.

A differenza dei contenuti dinamici, quelli statici non catturano il movimento e non consentono l’interazione diretta dell’utente come invece avviene con video di forma lunga o breve, quiz e sondaggi.

Tuttavia, le immagini statiche sono fondamentali per i social media quanto lo sono gli hashtag o il pulsante “mi piace”, e possono essere coinvolgenti tanto quanto un video.

I post di immagini statiche hanno rivoluzionato il nostro immaginario collettivo, le dinamiche di condivisione delle immagini online e le modalità di relazione tra un brand ed il suo pubblico.

Ma questo vale davvero per tutti i brand?

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La rivincita dei meme

Partiamo dal più diffuso dei luoghi comuni: i post statici non devono per forza essere noiosi. Il meme marketing è un’opportunità per promuovere il proprio brand sui social media con un touch diverso.

Noti per la loro capacità di fare ridere, i meme sono anche contenuti diretti ed estremamente virali, molto utili nella costruzione del feed di un brand.

Ogni marketers può, sulla base delle caratteristiche del prodotto, del servizio oppure del brand, sperimentare un mix di contenuti più culturali, accompagnati da meme, o altri contenuti più entartaintment, che vadano a raggiungere il proprio pubblico con il giusto tone of voice.

Sui social media i formati statici funzionano per fare educational

Se i meme sono la chiave per essere virali, altri formati statici – come i caroselli e i grafici – possono rivelarsi molto utile per sfruttare lo storytelling ed educare il pubblico di un brand oppure per sensibilizzarlo ad una causa.

Il formato carousel consente di condividere fino a 1o contenuti nello stesso post concentrati sullo stesso tema, ed è quindi diventato uno dei mezzi più utilizzati dai brand sui social media per creare engagement e interazioni.

Proprio questa caratteristica lo rende ideale per supportare cause o fare educational.

Perché far scorrere un’immagine da sinistra a destra è come sfogliare un libro, far evolvere una storia con tutti i suoi capitoli. E tutto ciò in modo assolutamente libero, quando vuole l’utente.

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I video non sono più l’unico fattore di coinvolgimento.

Tutto questo ci porta a vedere come le esigenze della produzione di video stanno mettendo a dura prova i creatori e i marketers, costretti a massimizzare la loro coerenza nella speranza di essere favoriti da algoritmi in perenne evoluzione.

Sembra infatti che il pubblico sia meno interessato nella fruizione di contenuti video, suggerendo che anche loro potrebbero soffrire di stanchezza da video.

Secondo la ricerca della piattaforma Sprout Social, anche l’anno scorso, il 61% delle persone trovava che le immagini statiche fossero i contenuti più coinvolgenti nei feed.

Jackson Alder, Senior Digital Strategist di PFLAG National – la più grande organizzazione nazionale dedicata al sostegno, all’educazione e alla difesa delle persone LGBTQ+ e di coloro che le amano – giustifica lo spostamento verso la statica come conseguenza di un cambiamento in ciò che è coinvolgente e che incrementa l’interazione sui social media.

Penso che lo spostamento [verso la statica] sia dovuto al fatto che il video era la tendenza precedente che faceva fermare le persone e le coinvolgeva“, afferma Alder. “Oggi sembra che non sia più un fattore di coinvolgimento, quindi stiamo cercando di trovare ciò che lo è“.

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Social media: trovare il giusto mix

La maggior parte dei social marketer sta quindi interrogandosi sulla strada giusta da seguire per la gestione dei social media, aumentando gli investimenti in contenuti statici e video.

La risposta è proprio questa: entrambi sono fondamentali per il successo complessivo di un brand.

Tuttavia è bene ricordare che un sondaggio di Sprout pulse del secondo trimestre del 2023 ha rilevato che il 59% dei marketer si concentrerà maggiormente sulle immagini rispetto a quando fatto fino ad ora nel 2023. In confronto, il 53% ha dichiarato che quest’anno aumenterà la quantità di video da 5-15 secondi e il 49% creerà più video da 16-30 secondi.

Diventa quindi essenziale per i marketers riuscire a individuare il giusto mix di contenuti ideale, valutando passo passo i pro e i contro di ogni tipo di contenuto statico oppure dinamico.

intelligenza artificiale e marketing

Perché i professionisti del marketing devono essere audaci, creativi e curiosi nei confronti dell’IA

Stiamo vivendo un terzo cambiamento di paradigma. Il primo cambiamento si è verificato con l’arrivo di internet e della rivoluzione che ha portato in termini di informazioni e servizi. Il secondo è arrivato con la diffusione esponenziale dei dispositivi mobili, guidata dall’adozione degli smartphone.

Oggi, i progressi nell’intelligenza artificiale (IA) promettono di apportare trasformazioni ancora più profonde, sia per i consumatori sia per le aziende.

In questo contesto, quali sono i suggerimenti per i professionisti del marketing?

LEGGI ANCHE: Il futuro della misurazione è oggi: quanto è importante per inserzionisti e i marketer

intelligenza artificiale e marketing - uomo e robot che si stringono la mano

Siate audaci

La progressiva affermazione dell’IA rappresenta uno sviluppo essenziale per le aziende, esattamente come lo sono stati internet e gli smartphone. Ma come trovare la strategia migliore?

Ovviamente è importante essere cauti di fronte all’incertezza, in modo da mitigare i potenziali rischi.

Così come con qualsiasi nuova tecnologia, dobbiamo lavorare attivamente per comprendere l’IA e le sue implicazioni per le attività di marketing e per i nostri clienti. È importante ricordare che, come marketer, non siamo in competizione con l’IA, ma siamo in competizione con aziende che già utilizzano l’intelligenza artificiale.

La buona notizia è che anche voi state già usando l’IA. Google l’ha introdotta nei suoi prodotti da anni: dal completamento automatico nella Ricerca, ai sottotitoli su YouTube fino alle oltre 100 lingue supportate da Google Translate, i nostri prodotti sono costantemente migliorati proprio grazie a questa tecnologia.

Attualmente l’80% dei professionisti del marketing utilizza già almeno un prodotto basato sull’IA per gli annunci associati ai risultati di ricerca come moltiplicatore del business[1].

Inoltre, i test hanno dimostrato che gli inserzionisti che passano dalle parole chiave a corrispondenza esatta a quelle a corrispondenza generica nelle campagne che usano un target costo per acquisizione ottengono in media il 35% in più di conversioni.[2]

Performance Max è un altro utile esempio. Grazie a questo prodotto, gli inserzionisti condividono i propri obiettivi di business, dati proprietari e alcuni asset creativi; a partire da questo, l’IA di Google ottimizza quindi le campagne di marketing sulla Ricerca, su YouTube, Discovery, Maps e altri prodotti, raggiungendo i clienti ovunque si trovino.

Gli inserzionisti che usano Performance Max hanno visto un incremento del 18% nelle conversioni, il 5% in più dallo scorso anno, dimostrando quanto velocemente stiano progredendo i modelli IA di Google.[3]

LEGGI ANCHE: PMI e pubblicità online: proteggere la privacy delle persone passo dopo passo

Siate creativi

Performance Max si sta innovando ulteriormente.

Di recente abbiamo annunciato che stiamo incorporando l’IA generativa per semplificare ulteriormente per gli inserzionisti la creazione di asset personalizzati e in scala in pochi clic. È sufficiente fornire il proprio sito web e l’IA di Google imparerà informazioni sul brand, completando la campagna con testo e altri asset pertinenti.

Verranno suggerite perfino nuove immagini generate ad hoc, aiutando i professionisti del marketing a distinguersi in una vasta gamma di formati e inventari.

Grazie all’IA, scopriremo le infinite opportunità per la creatività attraverso la sperimentazione e la collaborazione diretta.

Attualmente, l’IA può aiutarvi a scrivere un modello di lettera oppure a ottimizzare il vostro mix multimediale. In futuro potrebbe revisionare il vostro flusso di lavoro creativo, permettendovi così di cimentarvi in sfide strategiche e creative completamente nuove.

Per esempio, l’IA sta aiutando The New York Times a organizzare 7 milioni di foto risalenti a oltre 100 anni di inchieste.

Lavorando con Google Cloud, il Times ha digitalizzato la sua vasta raccolta di foto, archiviate in centinaia di schedari posti 3 piani sotto il livello della strada. Ma l’archiviazione digitale delle immagini rappresenta solo una parte della storia.

Per rendere l’archivio accessibile e utile, il Times ha utilizzato l’IA per “leggere” le immagini, non solo scansionando il testo al loro interno e le note scritte sul retro, ma riconoscendo gli oggetti e i luoghi rappresentati, preservando le annotazioni e permettendo di eseguire ricerche all’interno dell’archivio.

Adesso, i giornalisti del Times possono usare questa risorsa per raccontare storie che affondano le radici in contesti storici.

L’IA generativa sta aprendo la strada ad ancora più opportunità e ci stiamo rapidamente spostando verso un mondo in cui l’unico limite a ciò che sarà possibile creare negli spazi digitali sarà determinato da dove arriverà la nostra immaginazione.

Siate curiosi

Cosa significa tutto questo per noi professionisti del marketing?

Per quanto mi riguarda, l’intervallo tra la nascita di una nuova idea e il suo sviluppo si ridurrà notevolmente.

Ad esempio, il nuovo strumento Product Studio (per il momento US) utilizza l’IA generativa per aiutare le aziende di tutte le dimensioni a creare una gamma di immagini di prodotti di alta qualità. Product Studio può creare scene di prodotti personalizzate per opportunità stagionali o relative a tendenze, rimuovere sfondi o anche aumentare la risoluzione e la nitidezza delle foto dei prodotti.

Mentre ci muoviamo coraggiosamente verso questo futuro di opportunità creative, dobbiamo sempre mantenere un approccio responsabile. Non siamo in grado di prevedere tutti i rischi, ma possiamo mantenerci saldi ai principi, rispondere alle sfide che ci si presentano e collaborare con ricercatori, istituzioni e comunità per assicurarci di agire nel modo giusto.

Mentre viviamo questo terzo cambiamento di paradigma, pongo a me stessa e al mio team alcune domande.

Eccone alcune che potete porre ai vostri team per capire come cogliere le potenzialità dell’IA.

  • Siete abbastanza audaci per ragionare in modo ampio, e pensare a come l’IA possa aiutarvi non solo per il marketing, ma per l’intero business?
  • Siete abbastanza creativi per guardare al di là della precisione nel marketing e scoprire nuove opportunità per entrare in contatto emotivamente con i vostri clienti?
  • Siete abbastanza curiosi per imparare oggi ciò che vi servirà per poter guidare la vostra organizzazione verso le potenzialità trasformative dell’IA in futuro?

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[1] Google Internal Data, maggio 2023

[2]  Google Internal Data, Global, aprile 2022

[3] Google Data, Global, Ads, Nov. 2022–Dic. 2022.

If festival della Creatività

IF! Festival della Creatività compie 10 anni: gli ospiti e gli eventi di questa edizione

IF! Festival della Creatività compie 10 anni e dal 2 al 7 ottobre 2023 torna a Milano con una 10ᵃ edizione caratterizzata da un programma più che mai ricco di appuntamenti, diviso tra le quattro giornate online di IF! Digital Première (dal 2 al 5 ottobre) e le due in presenza al Teatro Franco Parenti di Milano (6 e 7 ottobre).

Un festival italiano dal taglio internazionale che dal 2014 racconta, promuove e celebra il valore della creatività come elemento centrale per la industry della comunicazione.

IF! Festival della Creatività 2023: un invito a rompere gli schemi

Ad organizzarlo e promuoverlo sono ADCI – Art Directors Club Italiano e UNA – Aziende della Comunicazione Unite, insieme al main partner YouTube.

Un appuntamento che ogni anno unisce ispirazione, formazione, networking e intrattenimento.

Il tema scelto per questa decima edizione è il Rock ‘n Roll, un chiaro invito a rompere gli schemi, a non aver paura di sbagliare perché spesso è proprio dall’errore che nascono le idee migliori. Avere il coraggio di alzare la voce perché lo scontro, quando è creativo, può regalare grandi risultati.

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IF! Festival della Creatività 2023: numeri e ospiti

Nelle sue nove precedenti edizioni IF! ha registrato oltre 60mila presenze, 913 ospiti nazionali e internazionali e 413 incontri sul palco.

Quest’anno gli appuntamenti saranno 24 quelli online della Digital Première, accessibili gratuitamente con registrazione obbligatoria, e 27 quelli dal vivo sul palco, di cui queste sono le prime anticipazioni.

Sul palco del Teatro Franco Parenti saliranno tre autentici maestri nel loro settore.

Anche libri, cucina e musica

Rankin, fotografo britannico di fama internazionale, fondatore di Dazed&Confused, noto anche per i suoi scatti a volti famosi come la regina Elisabetta II, Madonna, Kate Moss e Mick Jagger.

Sir John Hegarty, vero e proprio guru della pubblicità, fondatore dell’agenzia pubblicitaria Bartle Bogle Hegarty (BBH) e Manuel Agnelli, leader degli Afterhours e portavoce del rock italiano.

Quando si pensa alla creatività italiana non si può dimenticare l’arte culinaria con Massimo Bottura che, intervistato da Massimo Bernardi, racconterà le sue “avventure senza rete”.

Flavia Carlini, autrice e divulgatrice, toccherà, invece il compito di ricordare a tutti come non esistano rivoluzioni silenziose e quanto il conflitto sia necessario per difendere la democrazia.

Gio Russo, Live Content Creator per Gio Russo Production, svelerà i segreti del montaggio video quando l’unica arma a disposizione è uno smartphone.

Non mancheranno inoltre i momenti di divertimento grazie a Bar Spot Rock’n’roll Edition con Francesco Bozza, VP Chief Creative Officer presso Grey Italia, che, accompagnato da Armando Viale, chitarrista e Creative Director di Ogilvy Italia, proporrà una versione speciale studiata per IF! dell’innovativo format teatrale basato sulla pubblicità.

L’anima rock di IF! si percepisce anche dai titoli dei suoi appuntamenti come “Smells like teen spirit powered by Wavemaker.

Il leggendario brano dei Nirvana che introduce l’incontro rivolto ai giovani che saranno i professionisti di domani. Francesca Corrado, Presidente di PlayRes e Fondatrice della Scuola di Fallimento, racconterà quanta verità c’è dietro i detti “Errare humanum est” e “Sbagliando s’impara” attraverso l’incontro dal titolo “Il fallimento è rivoluzione: perché sbagliare fa bene”.

Spazio anche ai libri con Doriano Zurlo e la presentazione del suo nuovo scritto “Con le parole si fanno i miracoli”, dove si parla di parola e linguaggio quali strumenti che regalano all’essere umano la capacità di ridefinire la realtà in modo sempre nuovo.

LEGGI ANCHE: Trasformati in Leonardo da Vinci con Google Art and Culture

Tra gli ospiti internazionali anche Ravid Kuperberg, Partner & Trainer di Mindscapes, che, nell’incontro online chiamato “Structuring Effective Chaos powered by Mindscapes” racconterà come dal caos si può essere in grado di produrre un pensiero creativo dirompente mentre Felice Arborea, Head of Content Media.Monks, sarà protagonista di “Human after all” powered by Media.Monks e spiegherà come l’intelligenza artificiale possa diventare uno strumento perfetto per scatenare a pieno il nostro potenziale creativo e un’alleata per dare volto e voce a un brand elaborando conversazioni più empatiche e contenuti personalizzati.

La musica sarà protagonista di “Meet me in the bathroom: l’ultima grande rivoluzione rock” che vedrà i giornalisti e scrittori Valeria Sgarella e Carlo Bordone raccontare le condizioni e le implicazioni artistiche e di comunicazione legate all’ultima grande rivoluzione del rock avvenuta ad inizio del nuovo millennio.

Tanta musica anche in “Vedo la gente vincere” con Gianni Miraglia (accompagnato da Geppi e Corrado Casoli) che, con voce e corpo parla, narra e cita frammenti di vita e opere di band e musicisti rimasti in disparte. Confermata la presenza dell’agenzia di comunicazione integrata Next14 che presenterà “Media Reach & Attention Budget”, la prima ricerca sulla Media Attention Economy.

Un’analisi sull’evoluzione della dieta mediatica degli italiani e sul modo in cui reagiscono alla pubblicità sui diversi canali nei diversi momenti di una “giornata tipo”. Un tool fortemente innovativo, che può migliorare l’efficacia della pianificazione e della creatività nella comunicazione.

Il palco di IF! ospiterà anche i WPP Talent Awards rivolti a tutti gli studenti delle scuole di comunicazione italiane e organizzati da WPP, il più grande network leader globale nei servizi di marketing e comunicazione.

Maggiori dettagli e informazioni sulle candidature sono disponibili su italiansfestival.it.

Responsabilità sociale e ambiente all’IF! Festival della Creatività 2023

L’edizione 2023 assume un significato ancora più importante perché, oltre agli appuntamenti e agli incontri dedicati al tema della creatività in comunicazione, IF! inserisce nel suo programma momenti dedicati alla responsabilità sociale ed ambientale, a conferma di quanto annunciato a inizio giugno in occasione della sua presentazione a Cannes, ovvero l’intenzione di dare spazio a temi come welfare aziendale, equity, diversity e inclusion in un’ottica trasformativa.

Per questo IF! ospiterà il tavolo di lavoro interassociativo, voluto da ADCIUNAOBE e IAB, nato per definire una strategia e un piano di azione a lungo termine per dare vita a un cambiamento significativo nella cultura della responsabilità sociale per la industry della comunicazione.

Tra gli appuntamenti dedicati al programma di responsabilità sociale ed ambientale l’incontro online con Marianna Ghirlanda e Serena Di Bruno, rispettivamente CEO e Direttore Creativo Esecutivo di DLVBBDO, che affronteranno il tema della rappresentazione della donna nei messaggi pubblicitari in una première dal titolo “Born this way – il gioco dei ruoli in comunicazione” powered by DLVBBDO.

Alice Salvalai, Responsabile Italia del progetto Keychange e Valentina Amenta, Direttrice creativa Publicspoke London, presentano Keychange un’associazione che investe e lavora sulle rappresentatività nel campo della musica, in materia di equity e inclusion, attraverso vari progetti, titolo dell’incontro: “The times they are Keychange. Musica e comunicazione, verso la parità di genere?” powered by Linecheck/ KeyChange.

Fondazione Libellula, l’unica associazione specializzata nel realizzare nelle aziende attività personalizzate di informazione e sensibilizzazione su violenza e discriminazione di genere, illustrerà i dati della sua ricerca. In Italia più di una lavoratrice su due (il 55%), durante la sua carriera, si è dichiarata vittima di discriminazioni e molestie sul luogo di lavoro.

Non va meglio all’estero: la BBC ha recentemente riportato un dato che invita a tenere alta l’attenzione sul tema visto che il 44% delle donne dichiara di essere stato vittima di molestie sul lavoro.

L’attrice Valentina Melis salirà sul palco per un reading dallo spettacolo teatrale “Stai zitta!”, tratto dal libro omonimo di Michela Murgia e parteciperà, insieme alla sociologa Chiara Saraceno e allo psicologo Massimo Giusti, alla tavola rotonda intitolata “Respect, equity & rock’n’roll: riaffermare la cultura del rispetto di genere”.

Si rinnova anche la media partnership con LifeGate, società benefit e network di informazione, progetti e servizi, da oltre 20 anni punto di riferimento italiano sulla sostenibilità, che sarà anche ospite di IF! Digital Première e compenserà l’impronta ambientale generata dal Festival mediante crediti di carbonio di progetti in paesi in via di sviluppo e foreste crescita in Madagascar.

ADCI e UNA, associazioni promotrici di IF!, avranno in palinsesto due momenti a loro dedicati: UNAPERITIVO, momento di networking ad inviti organizzato da UNA e i prestigiosi ADCI Awards, la celebrazione della migliore creatività italiana con l’assegnazione dei riconoscimenti dell’Art Directors Club Italiano, che premia il meglio della comunicazione pubblicitaria.

vanlife working remotely

Van Working: tutto quello che devi sapere per lavorare da remoto in Camper

Fino a qualche anno fa, il momento del “back to office” era molto sentito.

Dopo le settimane di vacanza di agosto, a settembre le persone rientravano in ufficio e riprendevano la routine lavorativa classica: sveglia presto, tragitto fino all’ufficio, 8 o più ore di lavoro, tragitto fino a casa, ripeti.

Negli ultimi anni però, con la crescente adozione dello smart e remote working da parte di tante aziende, il ritorno in ufficio assume contorni più sfumati. Tante persone continuano a lavorare da remoto per qualche settimana, o sfruttano i giorni designati al lavoro da casa per vivere una giornata lavorativa più fluida, con pausa pranzo al mare, o pausa caffè al bar fuori invece che alle macchinette.

Insomma, in un mondo in cui i confini tra smart working e nomadismo digitale si confondono, perché non valutare alternative come il “back to van” invece del “back to office”?

È possibile portare il concetto del lavoro da remoto al livello successivo, trasformando un furgone in un ufficio su ruote?

Si possono unire due dei trend più interessanti degli ultimi anni, la tanto “instagrammata” Vanlife e il remote working, per dare origine a un nuovo ibrido: il van working?

Il van working tra moda e trend

Il fenomeno del “van working” sta emergendo come una tendenza significativa, alimentata da persone che hanno scelto di lasciare gli appartamenti cittadini per cercare luoghi in mezzo alla natura, o che hanno utilizzato il camper come “stanza d’albergo” durante le trasferte lavorative, come sottolinea Pirelli.

La spinta iniziale arriva ovviamente dal post pandemia: l’interesse per questa tipologia di mezzo è cresciuto esponenzialmente nell’ultimo periodo, con un aumento delle immatricolazioni del 7,44% nel 2020 e una vendita dell’usato superiore del 50% rispetto al 2019.

Ma il trend continua anche e oggi i camper, una volta semplici mezzi per le vacanze, sono sempre più spesso dotati di connettività, prese elettriche e grande autonomia energetica.

Alcune case automobilistiche stanno rispondendo alla tendenza con nuovi modelli di van camperizzati, come il Nissan NV350 Office Pod Concept.

Questo veicolo futuristico, con tanto di capsula mobile per spostare l’ufficio all’esterno del van e area prendisole sul tetto per le pause, è probabilmente migliore a livello di versatilità e comfort rispetto all’ufficio che la maggior parte di noi si è costruita in casa per lo smart working.

Nissan van per lavoro remoto - van working

Si tratta solo di un concept presentato nel 2021 che difficilmente vedrà la strada, ma è emblematico di quello che potrebbe essere l’offerta in futuro.

Con interni ben arredati e funzionalità come scrivanie, schermi mobili e macchine da caffè, van del genere combinano i vantaggi di uno spazio dedicato al lavoro con la possibilità di spostarsi e godere ogni giorno di una vista differente.

L’ufficio potrebbe smettere di essere un luogo fisso, ma diventare un concetto flessibile che può essere reinterpretato.

Vorresti provare il van working, invece dello smart working? Non preoccuparti, non ti serve un mezzo come questo. Con un po’ di accortezze, qualunque camper può fungere da ufficio, almeno per brevi periodi.

LEGGI ANCHE: Workation, lavorare in libertà partendo in vacanza “on the road”

Le opzioni per i van workers temporanei e permanenti

Lavorare da un van può essere un vezzo momentaneo, una scelta alternativa per provare qualche giorno di smart working diverso, oppure una decisione più definitiva.

In generale, è opportuno passare un periodo il più lungo possibile in un mezzo del genere prima di acquistarlo, perché solo vivendo la vanlife ci si rende conto dei pro e dei contro – specialmente se non si tratta solo di vacanza ma di van working.

Per provare è possibile scegliere la strada del noleggio, che offre flessibilità e meno responsabilità finanziaria. Il noleggio tra privati, attraverso piattaforme come Yescapa, permette di accedere a una vasta gamma di veicoli unici e personalizzati, spesso a costi contenuti.

D’altra parte, il noleggio da un’agenzia fisica o virtuale, come Roadsurfers, offre una flotta di proprietà ma potrebbe essere meno flessibile in termini di scelta e costi.

Se invece vuoi qualcosa di più permanente, anche qui le opzioni sono numerose.

Puoi optare per l’acquisto di un furgone da camperizzare fai da te, una scelta che offre la massima personalizzazione e controllo sul design, ma che richiede competenze tecniche, tempo e un budget flessibile.

Un’alternativa è l’acquisto di un furgone usato già pronto, che può essere più economico e immediatamente disponibile, ma potrebbe nascondere problemi meccanici o non essere perfettamente in linea con le tue esigenze.

Se desideri un veicolo su misura senza il fardello della camperizzazione, l’acquisto di un modello nuovo da far realizzare secondo le tue specifiche è l’opzione migliore, anche se sicuramente la più costosa.

Una via di mezzo può essere quella che iniziano ad offrire alcune agenzie come Indie Campers: il noleggio a lungo termine, con piani mensili o addirittura annuali più convenienti della tariffa standard.

Qualunque sia la decisione, occorre assicurarsi che il mezzo per fare van working abbia le caratteristiche adatte a lavorarci.

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Scegliere l’ufficio adatto al van working

Scegliere il mezzo giusto per un’esperienza di vanlife che non sia solo vacanza, ma anche lavoro, è un argomento delicato. Se in un viaggio normale tendi a trascorrere poco tempo al suo interno, giusto quello per dormire e spostarti, lavorando dal van dovrai invece passarci molte ore.

van working

Ci sono diversi aspetti che bisogna considerare in questo caso, e che acquisiscono un diverso valore rispetto a chi si appresta a una semplice vacanza. Se vuoi scegliere un mezzo adatto a questo scopo, che sia da comprare e “camperizzare”, oppure da scegliere già pronto per noleggio o acquisto, considera questi fattori:

  • Dimensioni: la dimensione del van o camper è un fattore fondamentale.
    Un veicolo più grande offre più spazio per vivere e lavorare, ma può essere più difficile da guidare e parcheggiare. Un veicolo più piccolo è più agile ma può limitare lo spazio di vita e di lavoro.
    Considera le tue esigenze quotidiane e valuta quale dimensione sia la più adatta allo stile di van working che vuoi adottare.
  • Comfort e funzionalità: un camper o un van sono solo contenitori, ciò che fa la differenza è quello che c’è dentro.
    Ci sono i servizi igienici, o devi andare a cercare un bagno ogni volta che ne hai bisogno? C’è un tavolo all’altezza giusta e abbastanza ampio per lavorare al computer? Le sedie sono ergonomiche, o si possono rendere tali con dei cuscini?
    Le funzionalità devono essere in linea con le tue esigenze quotidiane, sia per il lavoro che per il tempo libero. L’ergonomia è fondamentale, specialmente se prevedi di trascorrere molte ore al giorno nel tuo “ufficio su ruote”.
  • Ottimizzazione dello spazio: non è facile creare uno spazio sia vivibile che adatto al lavoro in pochi metri quadri. I mezzi più moderni e pensati per questi scopi hanno elementi a scomparsa (magari il WC chimico è nascosto nella seduta), oppure che funzionano per diversi scopi (i sedili di guida che si girano e diventano sedie da lavoro).
    Se il mezzo è tuo, puoi pensare a come ottimizzare lo spazio per cucinare, dormire, lavorare e rilassarti e fare modifiche di conseguenza.
    Se invece si tratta di un noleggio, considera che puoi rendere più ergonomiche le sedie con dei cuscini appositi, o ristrutturare lo spazio interno in base alle tue necessità anche senza fare cambiamenti strutturali.

La ricetta per l’ufficio mobile (secondo chi l’ha provata)

Trovare un equilibrio, o meglio una commistione, tra vita privata, viaggio e lavoro non è facile, ma è ciò che il nomadismo digitale cerca di fare da lungo tempo, ben prima della pandemia.

vanlife e lavoro da remoto

Vanlife e lavoro da remoto – Foto: Ilaria Cazziol

La vanlife sembra offrire, almeno in apparenza, una soluzione realistica per coloro che cercano questo stile di vita, con la possibilità di lavorare bene e da luoghi panoramici, aumentando l’umore e la produttività.

Ma è davvero così?

Oltre le foto perfette per Instagram, può un camper diventare un ufficio? È possibile trovare l’equilibrio tra lavoro e vita in un ambiente così non convenzionale? Ecco alcune considerazioni basate su un’avventura di van working di tre mesi in Grecia.

Una connessione Internet affidabile è vitale

Prima di metterti in viaggio, devi considerare che il successo o il fallimento di questo esperimento è determinato in primo luogo dalla capacità di avere una connessione affidabile ovunque. Per riuscirci è necessario investire in un hotspot mobile di ottima qualità.

Non fare affidamento sull’hotspot del cellulare, che è poco potente e rovina la batteria, né puoi pensare di cercare sempre campeggi e caffetterie con Wi-Fi gratuito. La connettività è vitale per chi lavora da remoto, e una buona pianificazione in questo senso può fare la differenza.

Compra un hotspot mobile dotato di connettività 5G, che anche se non utilizzata può aiutare a migliorare la ricezione, e non lesinare sul prezzo – è il migliore investimento che può fare un van worker.

Se prevedi di sostare e lavorare in aree remote, un amplificatore di segnale può migliorare la connettività.

Sono piccole antenne che si posizionano fuori dal van, magari con magnete per attaccarsi al metallo, in grado di aumentare la capacità di ricezione dell’hotspot. Fanno davvero la differenza, se di qualità.

In Italia è possibile utilizzare la SIM del proprio cellulare, ma è sempre meglio averne un’altra per comodità che si possa ricaricare facilmente. Utilizza l’app OpenSignal per verificare quanto prende il tuo operatore in una determinata zona.

Per l’estero, scopri quali sono gli operatori che offrono flessibilità e copertura adeguata, con una grande quantità di dati (possibilmente giga illimitati) e la possibilità di ricaricare facilmente.

Preparati comunque all’imprevisto: spesso i posti più belli per la vanlife sono i peggiori per il van working. Il nomadismo digitale è l’arte del compromesso tra bisogni contrastanti.

Crea uno spazio di lavoro confortevole

Come detto, l’organizzazione dello spazio di lavoro è fondamentale, così come l’ergonomia, specialmente se prevedi di trascorrere molte ore al giorno al tuo “ufficio su ruote”. Lavorare per uno o due giorni in modo scomodo può essere fattibile, ma per più tempo è deleterio.

E già dopo 5-6 ore al computer con il collo, le braccia o la schiena in posizione scomoda potresti accusare problemi.

I classici tavolini da campeggio, se hanno le gambe con altezza regolabile, possono diventare scrivanie pieghevoli, permettendoti di avere uno spazio di lavoro esterno ulteriore quando necessario e di riporle quando non in uso.

Difficilmente un camper avrà una sedia ergonomica, quindi procurati dei cuscini di supporto lombare per garantire una postura corretta durante le lunghe ore di lavoro.

L’illuminazione è purtroppo un punto dolente del van working. Riflessi sullo schermo dovuti al sole e a luci mal posizionate sono una costante. Investi in luci a LED regolabili che offrano una buona illuminazione senza consumare troppa energia.

Infine, utilizza contenitori e soluzioni di archiviazione intelligenti per mantenere l’ufficio ordinato e funzionale, visto che dovrà fungere anche da cucina, bagno, camera da letto, etc.

Pianifica le esigenze energetiche

A meno di frequentare prevalentemente campeggi, dovrai alimentare i tuoi dispositivi e mantenere le tue apparecchiature elettroniche cariche mentre sosti in libera.

L’ideale è un sistema di pannelli solari fissi posizionati sul tetto, ma puoi anche acquistare un pannello portatile pieghevole da posizionare fuori dal van. Ti serviranno anche delle buone batterie per utilizzare l’energia quando il sole non è disponibile.

Verifica quanto consuma l’alimentatore del tuo PC, l’eventuale schermo, il frigo e tutto ciò che avrai bisogno di ricaricare: la pianificazione anticipata delle esigenze energetiche ti permetterà di lavorare senza interruzioni.

Scegliere un mezzo con una buona coibentazione, che garantisce l’isolamento termico adeguato, è importantissimo soprattutto per i vanlifer che lavorano da remoto: il camper dovrà stare sotto il sole per ricaricare i pannelli e permetterti di lavorare al suo interno, ma nel mentre dovrai evitare che si trasformi in una sauna gratuita.

Trova un equilibrio tra lavoro e tempo libero (e flessibilità)

Lavorare da un van offre una vista panoramica, ma richiede disciplina.

Questo è vero per ogni tipo di lavoro da remoto, ma in un van diventa una vera sfida sotto vari punti di vista. Non solo per gli spazi ristretti e la natura non ergonomica di usare un mezzo ricreativo come ufficio, ma anche per i continui e inevitabili imprevisti, da problemi con il motore a luoghi che sembrano perfetti ma poi non si rivelano adatti.

Definisci un orario di lavoro chiaro per mantenere una routine e separare il tempo di lavoro dal tempo libero, ma sfrutta la possibilità di lavorare in luoghi panoramici e pianifica pause per goderti la vista e rilassarti.

Rimani però anche flessibile e preparati ad adattarti ai cambiamenti nel tuo programma di lavoro o nei tuoi piani di vita in van, perché ci saranno.

La cosa migliore da fare è studiare il proprio percorso e cercare location che abbiano le caratteristiche di cui hai bisogno, come servizio cellulare, uno spazio parzialmente ombreggiato, qualcosa da fare nei dintorni per svagarti e altro ancora.

App come Park4Night sono le migliori amiche dei vanlifer, ma ancora di più dei van worker, che non amano le sorprese e gli imprevisti di cui invece la vita su strada è piena.

Insomma, combinare vanlife e lavoro da remoto è sicuramente possibile, ma non è facile. Non lasciarti ingannare dalle foto di Instagram e chiediti sempre qual è il tuo obiettivo: non dovresti cercare il work-life balance, perché è un equilibrio impossibile da mantenere, ma una work-life integration.

Se per te il viaggio è parte integrante della vita, allora considera la possibilità di provare se il van working è adatto a te.

Google compie 25 anni

Google compie 25 anni: 9 curiosità sulla sua storia

Google compie 25 anni. L’azienda nata in un garage genera oggi un fatturato di oltre 200 miliardi di dollari all’anno ed è diventata la quarta società di maggior valore al mondo.

Poiché il nome che oggi è praticamente sinonimo della parola “ricerca” celebra il suo 25° anniversario, abbiamo deciso di raccogliere alcune delle tante curiosità che hanno accompagnato la storia dell’azienda per un quarto di secolo.

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Google compie 25 anni: le curiosità sulla sua storia

Ecco le curiosità su Google che abbiamo raccolto:

BackRub: il primo nome di Google

Prima di diventare ufficialmente Google, Google era originariamente conosciuto come “BackRub”.

I co-fondatori Larry Page e Sergey Brin partirono con il progetto nel 1996, quando frequentavano l’Università di Stanford.

Il nome “BackRub” si riferiva alla iniziale importanza per l’analisi dei backlink per determinare l’importanza dei siti web. In seguito , il nome è stato modificato in quello che tutti oggi conosciamo.

Google compie 25 anni (e una volta “si è spento”)

Raramente Google subisce un’interruzione di servizio, ma quando lo fa, il mondo ne risente. Il 16 agosto 2013, in una breve interruzione di cinque minuti, tutti i servizi di Google si sono spenti.

Il risultato?

Uno sconcertante calo del 40% del traffico Internet globale. Questo incidente ha sottolineato quanto siamo dipendenti dai servizi di Google, dalla ricerca a Gmail e oltre.

Il vestito di J.Lo e la nascita di Google Images

L’abito verde di Jennifer Lopez ai Grammy Awards del 2000, oltre a generare una pletora di titoli di giornale, ha dato vita allo strumento di ricerca di immagini più popolare al mondo.

L’abito divenne la query di ricerca più popolare dell’epoca, ma la gente voleva vedere le immagini, non solo risultati testuali. La ricerca per immagini di Google è stata creata per soddisfare questa richiesta.

L’azienda ha lanciato la funzione nel 2001, iniziando con ben 250 milioni di immagini fin dal primo giorno.

Google è diventato ufficialmente un verbo

L’influenza di Google sulle nostre vite è così profonda che è diventato un verbo. Nel 2006, l’Oxford English Dictionary e il Merriam-Webster Collegiate Dictionary hanno riconosciuto ufficialmente “google” come verbo. “Googlare” è oggi l’espressione di riferimento per la ricerca sul web, a dimostrazione di quanto Google sia profondamente radicato nelle nostre abitudini quotidiane.

Gli inizi in un garage

Una tipica storia da startup della Silicon Valley: il primo ufficio di Google è stato un garage in affitto. L’azienda ha operato dal settembre 1998 nel garage di Susan Wojcicki a Menlo Park, in California.

Wojcicki, oggi CEO di YouTube, è stata la prima responsabile marketing di Google. Il garage fu poi acquistato da Google e riempito di caramelle, snack e lampade di lava, diventando così una parte iconica della storia di Google.

Il lancio di Gmail come pesce d’aprile

Gmail, il servizio di posta elettronica di Google, è stato lanciato il primo aprile 2004. L’annuncio fu formulato in modo tale che molti inizialmente pensarono a uno scherzo. La “finta burla” segnò l’inizio di un servizio che oggi serve milioni di persone in tutto il mondo ogni giorno.

I googlers vanno a spasso con le gBikes

La cultura eccentrica di Google si estende anche al suo campus, dove i dipendenti girano per il Googleplex con le coloratissime “gBike”. Questo programma, unico nel suo genere, è iniziato nel 2007.

google compie 25 anni - gbike

Fonte: Wikimedia Commons/Asoundd

L’aspetto interessante è che nessuna di queste biciclette è dotata di lucchetto; i dipendenti le prendono semplicemente in prestito e le lasciano comodamente vicino all’ingresso degli uffici per farle usare agli altri.

Ha acquisito YouTube in un diner

Vi siete mai chiesti dove Google abbia negoziato l’acquisizione di YouTube?

La risposta potrebbe sorprendervi. Non è stato in un elegante ufficio aziendale, ma in un Denny’s di Palo Alto, in California.

Davanti a mozzarelle e strette di mano, i cofondatori di YouTube e Google hanno siglato l’importante accordo di acquisizione da 1,65 miliardi di dollari nel 2006, una mossa che avrebbe trasformato YouTube nella piattaforma video più seguita di Internet.

Il presunto omicidio su Google Maps

Nel 2013, gli investigatori di Internet hanno preso in mano le loro lenti di ingrandimento quando una donna ha postato su Facebook una schermata di Google Street View che sembrava mostrare un uomo che trasportava un cadavere.

google maps

Fonte: Google Maps

Lo scatto includeva quella che sembrava una scia di sangue che scendeva lungo un molo di Almere, una città dei Paesi Bassi.

L’immagine si è rapidamente trasformata in un contenuto virale, scatenando molte discussioni, finché non si è scoperto che il colpevole era un cane bagnato di nome Rama e che il “sangue” non era altro che acqua.

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I momenti chiave e le novità di Google Search

Quando Google è stata lanciata 25 anni fa, era ben lontana dall’essere il primo motore di ricerca. Tuttavia, la Ricerca Google è diventata rapidamente nota per la sua capacità di connettere le persone alle informazioni esatte che cercano, più velocemente di quanto avessero mai immaginato.

Nel corso degli anni Ricerca Google è cambiata molto. Ecco alcuni dei traguardi e novità implementate nel corso degli anni.

La timeline delle modifiche a Google Search

  • 2001: Arriva Google Immagini
  • 2001: Viene introdotto “Forse cercavi”
  • 2002: Le notizie di Google News
  • 2003: Il primo Easter Egg
  • 2004: Il completamento automatico delle query
  • 2004: Le informazioni geolocalizzate
  • 2006: Google Translate
  • 2006: Google Trends
  • 2007: Universal Search
  • 2008: L’app mobile di Google
  • 2008: La ricerca vocale
  • 2009: Le linee dirette per le emergenze
  • 2011: Ricerca tramite immagine
  • 2012: Knowledge Graph
  • 2015: Orari di punta su Maps e Ricerca
  • 2016: Google Discover
  • 2017: Google Lens
  • 2018: Modelli di previsione di inondazioni
  • 2019: BERT
  • 2020: Shopping Graph
  • 2020: Canta e cerca
  • 2021: Informazioni sui risultati
  • 2022: Ricerca Multipla
  • 2023: Search Labs ed esperienza generativa nella Ricerca (SGE)

Google compie 25 anni: la lettera di Sundar Pichai

In occasione del 25° compleanno di Google, Sundar Pichai ha espresso gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito al successo dell’azienda.

Google-CEO-Sundar-Pichai

Nel suo messaggio evidenzia come la tecnologia sia cambiata in 25 anni e su come le generazioni si adattino ad essa in modo rapido.

Pichai ricorda come l’uso di email fosse un processo complicato nel passato e confronta l’esperienza di comunicazione con suo padre a quella di suo figlio, sottolineando come le nuove generazioni si abituino rapidamente alla tecnologia avanzata.

Sottolinea poi l’importanza di continuare a innovare e come Google, con la sua missione di organizzare le informazioni del mondo e renderle universalmente accessibili, abbia iniziato come un motore di ricerca per rispondere alle domande delle persone.

Descrive il percorso evolutivo di Google e come il motore di ricerca sia ancora fondamentale nella missione dell’azienda, ma sottolinea che Google offre ora una vasta gamma di prodotti e servizi che servono miliardi di utenti.

Pichai menziona il ruolo cruciale dell’intelligenza artificiale (AI) nella crescita di Google e come l’azienda abbia adottato l’AI in vari prodotti e servizi, migliorando l’esperienza degli utenti.

Infine, Pichai guarda al futuro e si chiede come l’AI possa essere utilizzata per migliorare la vita delle persone in modi innovativi. Si concentra su domande importanti come l’accesso all’istruzione, l’energia pulita, la progettazione di prodotti e l’adattamento di settori come il trasporto e l’agricoltura.

Conclude affermando che il progresso tecnologico continuerà negli anni a venire e che Google cercherà costantemente risposte a queste grandi domande.

In breve, il messaggio di Sundar Pichai è un ringraziamento per il passato, un’analisi del presente e una visione del futuro, con l’intelligenza artificiale al centro dell’innovazione di Google.