Sotto-tag TOFU (top) di Funnel

video marketing

Video Marketing ed eCommerce per coinvolgere le persone (e convertire)

  • Un contenuto video può arrivare ad incrementare le vendite e la conversion di un prodotto fino al +80%.
  • Il 50% degli utenti ha dichiarato di aver visto un video di prodotto o di un brand prima di una visita in store.

 

I video stanno diventando il contenuto più utilizzato per l’eCommerce, e lo strumento su cui diversi brand hanno deciso di scommettere e investire.

Nel corso degli anni, le esperienze create online sono diventate sempre più: veloci, attente alle esigenze del cliente, portando innovazioni affinché i processi siano semplici e intuitivi, sempre più vicini a ciò che ci aspettiamo in un negozio fisico.

L’esigenza crescente dei consumatori è quella però di essere sempre più coinvolti: i dati dimostrano che un video è una tipologia più coinvolgente e preferita dagli utenti.

Circa l’80% di chi naviga su un sito eCommerce predilige i contenuti video, rispetto a immagini di elevata qualità o descrizioni di prodotto; si stima che 1 minuto di video equivale a 1,8 milioni di parole comunicate.

LEGGI ANCHE: eCommerce: +17% nel 2019, ma il Coronavirus stravolge il settore

I vantaggi del video Marketing per il tuo eCommerce

I video hanno molteplici vantaggi, ma tre sono principali motivi per cui investire il proprio budget su questi contenuti potrebbe rivelarsi ottimale:

  1. Il 70% dei marketer ha dichiarato che, attraverso l’utilizzo di video, ha visto incrementare il traffico sul sito;
  2. Potresti ottenere un ranking su Google superiore rispetto all’utilizzo di una o più immagini;
  3. Potresti ottenere 80% di conversion in più su una landing page, sfruttando il potenziale dei video.

Un contenuto di questo tipo ha dunque un vantaggio superiore rispetto all’utilizzo di immagini statiche e descrizioni, ma tuttavia entrambi sono utili.
È molto importante capire i diversi obiettivi e target che si hanno in mente, una volta deciso quale tipo di contenuto utilizzare.

Immagini e descrizioni, ad esempio, danno un’idea più tecnica del prodotto che stiamo decidendo di vendere. Con un video, invece, si ha la possibilità di mostrare in modo concreto caratteristiche e benefit.

LEGGI ANCHE:L’eCommerce ai tempi del Coronavirus: numeri, trend, scenari e strategie

Qual è la tipologia di contenuto più adatta per il tuo business?

Il vantaggio di questo tipo di contenuto è quello di essere molto versatile sia a livello creativo sia come obiettivo di comunicazione.

Ciò che andremo a realizzare deve essere in linea con l’idea che abbiamo: desideriamo che il consumatore colga degli aspetti tecnici o desideriamo che il contenuto sia più di brand e virale?

Nel primo caso quello il video che sceglieremo di realizzare non è necessario che sia di impatto, o emozionale: ma semplice, chiaro e che arrivi dritto al punto.
Immaginiamo ad esempio che il vostro consumatore sia alla ricerca di una calzatura tecnica: il contenuto che si aspetterà di trovare sarà ad esempio un’immagine a 360° del prodotto o la calzatura indossata, per avere un’idea più chiara del fit.

Al contrario invece, qualora volessimo aumentare la brand awareness, il contenuto che andremo a proporre dovrà avere una forte carica emozionale.
Un video di brand può funzionare su una piattaforma eCommerce, e non è destinato solo ai social.
Il segreto però sarà quello di veicolare un solo messaggio di brand o di prodotto, scegliendo a seconda della propria strategia, evitando di inserire molteplici messaggi in un unico contenuto.

Da ultimo, i video possono essere dei validi strumenti per incentivare l’acquisto, da affiancare a strumenti di review dei prodotti. Mentre le recensioni danno un messaggio parziale al consumatore, concentrandosi su un’esperienza molto personale, le video review di prodotto posso rivelarsi molto più utili.

In primo luogo possono mostrare all’utente l’utilizzo in “tempo reale” di un prodotto, lasciando decidere a lui se le caratteristiche possono essere più o meno rilevanti per il suo scopo. In secondo luogo, come per le altre tipologie di video, si possono ottenere dei livelli di attenzione molto più elevati rispetto alla lettura di una recensione scritta.

macbook

Apple potrebbe lanciare due MacBook con processori ARM già nel 2020 (e la rivoluzione è appena iniziata)

  • Durante il WWDC 2020 Apple aveva già annunciato il passaggio dei processori su Mac da Intel agli ARM.
  • Secondo quanto riferito da The Next Web, Cupertino sta pianificando due MacBook con i nuovi processori già per la fine dell’anno.

 

Il divorzio tra Intel e Apple è appena agli inizi. Ecco la più grande novità introdotta con il WWDC del 2020, il consueto appuntamento annuale dedicato agli sviluppatori ed incentrato sulle novità software delle proprie piattaforme.

Decisamente l’evento che tutti gli sviluppatori aspettavano e le novità introdotte sono state davvero innumerevoli, per gran parte dei dispositivi firmati Apple: dell’iPhone, al Watch, sino a coinvolgere il settore computer.

LEGGI ANCHE: La guerra di Apple sulla privacy dal WWDC 2020

Nell’aria si respirava già da tempo l’arrivo imminente di importanti novità, ma nessuno o quasi si aspettava un passaggio epocale di questo genere. In molti aspettavano un restyling di iMac, ma così non è stato. A Cupertino è stata svelata la più grande novità di quest’anno: il passaggio dei processori su Mac da Intel agli ARM.

Questi nuovi processori, cugini molto lontani di quelli già utilizzati sui dispositivi portatili di Apple come iPhone e iPad, determineranno una profonda rivoluzione del mercato dei computer.

Il primo su tutti sarà l’inevitabile interruzione dello sviluppo di software delle più importanti software house, altre conseguenze invece riguarderanno strettamente le performance delle macchine, che potrebbero migliorare ad esempio l’autonomia e attrarre nuovi segmenti di mercato. Le risposte a questi ed a ulteriori dubbi saprà fornircele soltanto il tempo.

Già pronti due MacBook

Secondo quanto riferito da The Next Web, Apple sta pianificando due MacBook con processori ARM già per il 2020.

L’analista Apple Ming Chi Kuo ritiene che si tratterà di un MacBook Pro da 13,3 pollici e un nuovo MacBook Air con i chip della casa madre, mentre i due modelli pro da 14 e 16 pollici arriveranno l’anno prossimo.

Si dice anche che Apple annuncerà un iMac riprogettato con un design più simile all’iPad Pro quest’anno, anche se probabilmente non presenterà un processore ARM nel 2020.

I nuovi processori ‘Apple Silicon’

Nasce questo nuovo termine: l’Apple Silicon. Sono stati così definiti i nuovi processori di Cupertino che presto sostituiranno i consueti Intel. In Apple è stata evidenziata una profonda esperienza e studio del settore, che permetterà di produrre processori ad alta prestazione.

apple macbook

LEGGI ANCHE: Ecco cosa ha annunciato ieri Apple durante la WWDC

Architettati ad hoc per i propri prodotti, i chip Apple comporteranno un minor consumo energetico, minori costi di produzione, maggior controllo sull’intera architettura dei componenti.

Durante il WWDC sono state presentate anche alcune applicazioni demo, che mostrerebbero la potenza degli ARM e che confermerebbero la capacità di questi chip di offrire un’esperienza d’uso appagante, come: Final Cut, Affinity Photo e Cinema 4D, tutti applicativi molto richiesti dagli utenti Apple.

Ultimo aspetto molto interessante sarà la dimensione di questi chip, varierà in base alle caratteristiche delle macchine sulle quali verranno montati. Dunque molto efficienti ed energivori per Mac più grandi. Più compatti, silenziosi e meno caldi per portatili e dispositivi più piccoli.

Tempistiche e dettagli dei chip Apple

Il cambiamento annunciato durante le WWDC se da un lato ha notevolmente scosso il mercato, dell’altro non ha placato i malumori degli analisti che durante l’evento non sono riusciti a carpire molti dettagli tecnici per offrire fiducia nel futuro dei Mac sia agli utenti che agli sviluppatori di tutto il mondo, che da oggi potranno (e dovranno) servirsi di un nuovo ambiente di sviluppo firmato interamente Apple.

Il passaggio da Intel agli ARM sarà graduale ma già verso la fine di quest’anno, dovremmo poter verificare ed analizzare le conseguenze della scelta.

dash cart amazon

Amazon lancia il Dash Cart: un nuovo modello di carrello intelligente

Amazon espande la sua impronta nel mondo reale con uno strumento fisico unconventional. Si chiama Dash Cart ed è una versione intelligente del classico carrello della spesa da supermercato.

È dotato di touchscreen e altre componenti hardware per rilevare automaticamente quali oggetti si inseriscono all’interno e persino quanti prodotti uguali hai scelto dallo scaffale. Quando hai finito di fare acquisti, ti è permesso portare il carrello attraverso una corsia speciale che controlla tutto in digitale senza la presenza di un addetto umano.

Da anni l’azienda cerca di applicare quanto acquisito dallo sviluppo di prodotti basati su Alexa agli store fisici, anche grazie all’acquisizione di Whole Foods e alla crescente rete di negozi Amazon Go (cashless). Tali sforzi stanno ora portando a prodotti ibridi che collegano il digitale e il fisico.

LEGGI ANCHE: Con questo carrello intelligente qualsiasi negozio può diventare come un Amazon Go

Dall’Amazon Go al Dash Cart: come cambia la strategia del gigante dell’eCommerce

Il Dash Cart arriverà per primo nel negozio di alimentari di Amazon nel quartiere di Woodland Hills a Los Angeles. Il negozio, confermato per la prima volta l’anno scorso, non è un Amazon Go, il che significa che non ha telecamere, sensori e altre apparecchiature integrate nel soffitto per rilevare automaticamente gli oggetti che togli dagli scaffali.

Questo è un supermercato “normale”, come quelli in cui tutti facciamo acquisti ogni giorno, solo che ha carrelli della spesa fatti appositamente per l’uso tecnologico.

Il negozio è attivo e funzionante per soddisfare gli ordini di generi alimentari online, ma lo spazio fisico non è ancora aperto al pubblico; Amazon afferma che punta ad aprire il negozio entro la fine dell’anno. Il negozio si unisce alla rete Whole Foods di Amazon e al suo negozio di alimentari Amazon Go di formato più grande, aperto a Seattle a febbraio.

Non è chiaro perché Amazon stia optando per un negozio più tradizionale, visti i suoi oltre due dozzine di negozi Go. Da un lato, potrebbe essere perché il modello Go è difficile da ridimensionare alle necessità di un negozio di alimentari più grande della classica drogheria. La nuova sede di Woodland Hills si trova infatti sul sito di un ex Toys “R” Us , che è sicuramente molto più grande di un Amazon Go.

C’è poi un’ulteriore domanda relativa alla privacy: forse l’approccio di monitoraggio e sorveglianza del formato Go non è appetibile come quello di un carrello intelligente che un consumatore deve scegliere di utilizzare.

Detto questo, sembra che ridimensionare il suo approccio senza casse, sia dal punto di vista della privacy sia da quello tecnico, una sfida che Amazon sta cercando di superare, e il carrello è lo strumento giusto per farlo in modo gestibile e scalabile rapidamente.

Come funzionerà il Dash Cart

Per ora, l’azienda non è pronta per utilizzare la tecnologia Dash Cart per grandi spese. Quindi il dispositivo può gestire fino a circa due buste di articoli, ma non può essere utilizzato per una spesa familiare che arriva a riempire per intero il carrello. Ciò significa che il negozio di Woodland Hills avrà carrelli standard e corsie di pagamento standard per tutti i clienti che acquistano più di quello che il Dash Cart consente.

dash cart amazon

Come spiegato da The Verge , il Dash Cart grazie a telecamere, una bilancia e sensori di visione e peso computerizzati può determinare non solo il tipo di articolo, ma anche la quantità.

Il carrello elabora l’ordine solo alla fine del percorso nel supermercato e solo dopo aver effettuato l’accesso al proprio account Amazon. Il carrello ha anche uno scanner coupon integrato e supporta la funzionalità di liste della spesa di Alexa.

Quando finisci di fare acquisti, poi, le corsie Dash Cart dedicate ti consentono di uscire dal negozio senza dover gestire i pagamenti.

Se il Dash Cart dovesse essere un successo tra i consumatori, Amazon potrebbe lanciare questo modello anche altrove, rivoluzionando anche la spesa di tutti i giorni, dopo aver trasformato il nostro modo di fare shopping online.

turismo covid-19

Breve guida 2020 per le PR nel settore hospitality

Subdolo e invisibile, il Covid-19 ha sconvolto il mondo del lavoro.

Di più: lo ha rivoluzionato proiettando tutte le categorie professionali in un futuro che, senza pandemia, avrebbe richiesto decenni per delinearsi.

In particolare è stato il settore turistico a essere travolto da questa situazione di emergenza, per questo abbiamo pensato a una piccola guida per le attività che affronteranno la stagione turistica più anomala di sempre.

Le aziende dell’hospitality hanno più bisogno di PR rispetto alle altre

Ciononostante, come dopo ogni shock sociale di proporzioni epocali, le conseguenze rischiano di essere pesantissime e gli strascichi molto dolorosi.

Come prevedibile, le attività basate sull’accoglienza del pubblico sono quelle destinate a pagare il prezzo più alto per i protocolli anti Coronavirus.

Tuttavia non è la prima volta che il settore hospitality si trova a dover fronteggiare delle crisi legate a virus di varia natura.

Un’evenienza simile era già occorsa durante l’epidemia di SARS tra il 2002 e il 2004, quando la disdetta delle prenotazioni negli hotel di tutto il mondo superò abbondantemente il 50% e quasi 10 milioni di turisti rinunciarono per paura alle proprie vacanze, generando una perdita per tutto il settore compresa tra i 30 e i 50 milioni di dollari.

Dopo appena due anni di incertezza, l’industria del turismo e della ristorazione ha fatto registrare una crescita con pochi precedenti.

Nel 2006, il settore hospitality ha influito sul prodotto interno lordo mondiale per un totale di 5.160 miliardi di dollari.

A dimostrazione che non importa quanto sono pesanti: le crisi sono sempre passeggere.

Ciò che dev’essere permanente, piuttosto, è la capacità di trarne un vantaggio competitivo sul medio e lungo periodo.

Grazie alle cloud technologies come i software che gestiscono le prenotazioni, i pagamenti contactless e addirittura le nuove app che contingentano gli ingressi fornendo informazioni aggiornate in tempo reale, il mondo del turismo dispone di strumenti per il rilancio che non possono più essere sottovalutati.

Proprio ora, nel mezzo di un impatto devastante che rischia di cancellare milioni di posti di lavoro, le strutture più colpite sono quelle che necessitano più di tutte di strategie di relazioni pubbliche efficaci in relazione all’unicità del periodo storico.

Tre imperativi da rispettare nell’hospitality

1. Riportare i vecchi clienti all’interno delle attività

Le conseguenze del Coronavirus, un po’ acceleratore di processi già in atto e un po’ rivoluzione sistemica con pochi precedenti in epoca moderna, non hanno risparmiato nessun settore.

Persino il marketing sta subendo un cambio di paradigma che fino a pochi mesi fa sarebbe risultato impensabile.

digital pr

Anche le relazioni pubbliche non fanno eccezione.

La nuova sfida per le realtà turistiche e della ristorazione non è più cercare nuovi clienti, ma far tornare quelli vecchi all’interno delle proprie attività.

Per riuscirci, le strutture del settore hospitality dovranno mutare radicalmente e in tempi brevi il proprio modo di comunicare: con il turismo straniero e gli spostamenti internazionali ancora incerti, l’obiettivo dev’essere quello di riavvicinare i clienti storici, quelli più affezionati, ricordando loro i motivi che li hanno spinti a scegliere un hotel o un ristorante piuttosto che un altro.

Mantenere attivo un contatto diretto è più importante che promuoversi urbi et orbi con una comunicazione aggressiva.

Sul piano delle PR è consigliabile piuttosto un lavoro di manutenzione, atto a mantenere stabile il prestigio del brand e fortificare la lealtà dei clienti storici, quelli che già conoscono le qualità distintive della struttura e non intendono rinunciarvi.

LEGGI ANCHE: Undertourism e turismo di prossimità, le nuove tendenze per viaggiare ai tempi del Coronavirus

2. Comunicare sicurezza

Come dimostrano i dati che vengono diramati ogni giorno dalle istituzioni competenti, l’emergenza Covid-19 non è ancora finita.

Verosimilmente saremo tutti chiamati a conviverci fino alla creazione di un vaccino in grado di farci tornare a una parvenza di normalità, ma fino ad allora una parte di noi manterrà sempre alta l’allerta.

pagamenti contactless coronavirus

Durante i mesi di quarantena, oltre la metà della popolazione mondiale si è vista costretta a rinunciare alla propria quotidianità.

La lontananza dalle persone care, che siano amici o parenti o congiunti, ha lasciato una traccia importante nella psiche collettiva.

È proprio qui che le PR possono diventare il miglior alleato delle strutture del settore hospitality, le più a rischio in assoluto.

Oggi più che mai è di fondamentale importanza immedesimarsi nel potenziale cliente per intuirne le esigenze e ragionare come lui.

Fin dalle riaperture generali abbiamo infatti assistito a un paradosso che però non deve sorprendere: molte persone vivono ancora immerse in un clima di paura e diffidenza.

Ed è così che nonostante il rispetto delle normative sugli assembramenti e il distanziamento sociale da mantenere, molte realtà faticano ancora a riportare fisicamente la clientela all’interno delle strutture.

Il motivo? Una comunicazione poco efficace.

Chi si appresta a scegliere un tavolo al ristorante o la stanza di un hotel, le precauzioni prese per abbattere il rischio di contagio preferisce vederle piuttosto che limitarsi a leggerle.

A livello di PR, dunque, adottare il concetto astratto di sicurezza e recitarlo come un mantra è indispensabile ma non più sufficiente: l’aspetto visuale, foto e video che dimostrano il lavoro fatto per rendere i locali perfettamente adeguati, giocherà un ruolo primario per chi vuole distinguersi.

Riuscire a comunicare gli sforzi messi in atto contribuisce a generare un clima sereno e disteso, che non a caso è il fine ultimo di chi cerca un’esperienza confortevole durante una vacanza o una semplice cena.

Questo, ai tempi del Coronavirus, è doppiamente vero. E in futuro sarà la norma.

LEGGI ANCHE: Turismo post-Covid: cosa può fare chi opera nel Travel?

coronavirus igiene mani

3. Enfatizzare i propri punti di forza

Se in tempi meno turbolenti i punti di forza costituivano un biglietto da visita molto importante per le strutture alberghiere e della ristorazione, oggi rappresentano un plus determinante sul quale concentrare le proprie strategie di relazioni pubbliche.

Il Covid-19 sta determinando un nuovo modo di concepire le interazioni umane attraverso gli spazi.

sharing economy e Covid-19

I divieti di assembramento e le distanze minime di sicurezza da mantenere, se ben sfruttate, possono trasformarsi in una straordinaria opportunità per garantire massima privacy e relax dopo mesi psicologicamente non facili da gestire.

Mare o montagna, città o campagna, non esiste angolo notiziabile che le PR non possano trasformare in un’arma a proprio vantaggio.

Le strutture possono così riorganizzare i servizi migliorando quelli che già erano gli aspetti strategici dominanti nella propria offerta.

Spazi aperti, spiagge più confortevoli, escursioni in montagna o gite in barca: sarà proprio il potenziamento del servizio e la sua comunicazione intelligente, secondo le prerogative della struttura, a fare la differenza.

Celebrities Culture: la fine di un’era?

  • Tra la fine degli anni novanta e primi duemila le celebrities hanno influenzato opinioni e consumi.
  • L’era dei social ha reso queste persone più accessibili e creato la consapevolezza che le loro azioni possono influenzare i cambiamenti di domani, sociali e culturali.

 

Celebrities culture: un fenomeno nato agli inizi degli ’80, negli Stati Uniti, grazie al canale musicale MTV ha reso la vita di cantanti e icone pop più glamour, determinando l’inizio l’era del culto dell’immagine.

Durante la fine degli anni novanta e i primi anni duemila, abbiamo assistito ad una crescita continua del mercato delle celebrità, la cui influenza ha toccato tutti gli aspetti della vita televisiva e non.

L’arrivo di internet, e soprattutto dei social media, ha poi amplificato il panorama delle star, determinando l’arrivo delle cosiddette self-made celebrities.

LEGGI ANCHE: Insidie e opportunità dell’Influencer Marketing ai tempi del Coronavirus

Nuove star che, attraverso la continua esposizione, non solo della propria immagine ma anche delle proprie qualità o idee imprenditoriali, hanno dato il via al fenomeno (e all’industria) degli influencer.

Le star dunque non sono persone solo ricche ma, in particolare per il pubblico americano che ha dato vita a questa “evoluzione pop del divismo”, ma personaggi che hanno ottenuto (e saputo gestire) l’attenzione delle persone influenzandone opinioni e consumi.

Pensiamo solo al settore del fashion, e a come la moda dei primi anni duemila sia stata fortemente influenzata dalle scelte di stile di numerosi cantanti.

Celebrities culture: la fine dell’apparenza

La pandemia non ha risparmiato nessuno dal distacco netto ed improvviso dalla realtà vissuta fino al giorno prima.

E così come ha cambiato i nostri consumi e il nostro modo di vivere, ha reso le vite tutte uguali tra le mure di casa.

Il culto delle celebrità si è sgretolato a poco a poco durante i periodi di lockdown: le persone hanno considerato il modo di agire di tanti loro idoli poco coerente con la realtà.

Diversi personaggi famosi si sono trovati spiazzati, vedendo i loro milioni di fan non apprezzare più la loro immagine, ma anzi reputare le loro azioni offensive e non coerenti con il mondo il reale, nonostante lo #StayPositive o l’#AndraTuttoBene.

Dalla cultura dell’immagine alla cultura dei valori

La domanda è: abbiamo ancora bisogno del mondo di apparenze a cui eravamo abituati prima?

LEGGI ANCHE: Coronavirus: il crowdfunding lanciato da Chiara Ferragni e Fedez supera i 3 milioni di euro

Ad oggi non c’è una risposta corretta: non è pensabile per le star né rimanere in silenzio prima che passi la tempesta, né dare consigli senza agire veramente.

La comunità nell’era dei social non dimentica i fatti e le azioni concrete.

Diversi brand hanno scelto di agire e anche per le celebrità è venuto il momento della cultura del fare.

Fare non vuol dire invitare i propri fan a compiere un azione o a prendere una posizione restando in disparte ma esserci in prima persona. L’era di Internet ha fatto emergere una nuova tendenza: quella del self-made.

“Metterci la faccia”, portare avanti una causa o un ideale non solo per dimostrare di esserci, ma credendo davvero che la loro immagine possa contribuire al cambiamento.

Il fenomeno delle star ha un potere sulla società di grande valore perché può influenzare il pensiero di molti e stimolare un cambiamento; lo sforzo di queste persone dovrebbe spostarsi da un obiettivo solo di consumo, verso uno stimolo nel portare un cambiamento nella società in cui vivono.

Finora un grande esempio in questo senso è stato quello del movimento #MeeToo, che vedeva però coinvolte in prima persona tante celebrità nello scandalo. La partecipazione attiva alla protesta era quindi una scelta con una chiara consequenzialità.

I social media hanno avuto il potere di abbattere un muro invisibile tra le star e noi: possiamo vedere come vivono, possiamo interagire con loro. Allo stesso modo perché il fenomeno muti e sopravviva, anche le celebrities devono esporsi ed essere umane. Combattere in modo genuino per gli ideali, mostrarsi per quello che sono, fragilità comprese.

Twitter

Il nuovo progetto segreto di Twitter è una piattaforma in abbonamento

Twitter sta preparando una sorta di servizio in abbonamento per la sua piattaforma e sta reclutando ingegneri per lavorarci. Finora si sa davvero poco sul progetto di subscription, ma il potenziale potrebbe essere straordinario.

In un annuncio di lavoro sul sito di Twitter per ingegneri software senior full-stack si legge che il lavoro riguarda “un nuovo team, nome in codice Gryphon”.

L’annuncio descrive quindi il progetto: “Stiamo costruendo una piattaforma di abbonamento, che potrà essere riutilizzata anche da altri team in futuro. Questa è la prima volta per Twitter! ” L’ingegnere lavorerà con il team di Twitter.com e Payments. La descrizione originale della posizione aperta è poi stata modificata per dire semplicemente che la società è alla ricerca di un “ingegnere Android” e ora non si fa menzione di Gryphon.

Le ipotesi su Twitter in abbonamento

Per ora sappiamo quindi che il Team Gryphon lavorerà su una piattaforma di abbonamento che a differenza di qualsiasi altro precedente servizio su TwitteR avrà una meccanismo di pagamento integrato.

Tra le ipotesi sul nuovo servizio di subscription di Twitter vi è una sorta di versione premium del sito. Twitter è principalmente conosciuto come social media che guadagna dall’advertising e dietro questa mossa potrebbe esserci la scelta di capitalizzare con nuove idee in un momento di irritazione generale verso la pubblicità sui social da parte di brand e utenti.

twitter

Un’altra possibilità è che Twitter stia lavorando a un servizio di abbonamento simile a Patreon che si rivolge al rapporto tra utenti. Quindi in futuro ci si potrebbe iscrivere a un account Twitter superiore per ricevere un qualche tipo di vantaggio. Non ci sono molte prove a favore di questa ipotesi, eccetto una frase nell’elenco di requisiti su LinkedIn che ricorda tra le priorità per questa figura il desiderio di: “aiutare gli utenti a raggiungere i propri obiettivi”.

Intanto, anche il mercato azionario ha preso atto della possibile novità facendone salire la quotazione: la CNBC riporta che le azioni di Twitter sono saltate dopo che è stata scoperta per la prima volta questa notizia.

Week in Social: dalle nuove funzioni di WhatsApp Business agli annunci su TikTok

Puntualissime, anche questa settimana, le ultime novità dal mondo dei social che non puoi assolutamente perdere.

Pronto a scoprire cosa ci riserva il fantastico mondo di Facebook, TikTok, LinkedIn & co.? Cominciamo!

I nuovi update per far trovare la tua azienda su WhatsApp

Oltre ad implementare le nuove funzioni Shopping di Facebook e Instagram, Mark Zuckerberg sta rapidamente espandendo la sua strategia eCommerce anche all’interno di WhatsApp.

Così, già da questa settimana, la tua azienda può contare su due nuove funzionalità per promuovere al meglio la propria presenza  sulla piattaforma.

Come?

Prima di tutto, crea il tuo QR code business e inseriscilo sul packaging, le etichette dei prodotti, o i materiali promozionali relativi al tuo business.

Come spiegato da WhatsApp:

In passato, quando le persone si imbattevano in un’attività che trovavano interessante, dovevano aggiungere il numero WhatsApp ai contatti prima di avviare una chat. Ora, possono semplicemente scansionare il QR code che l’azienda espone sull’insegna, sulla confezione prodotto o sulla ricevuta e contattarla”.

Inoltre, WhatsApp ha aggiunto i link al servizio catalogo, una nuova funzione che ha lo scopo di agevolare la condivisione delle schede prodotto aziendali tra i vari utenti.

“Da ora, per condividere un catalogo o un articolo è sufficiente copiare il link e inviarlo su WhatsApp o su altri social”.

LEGGI ANCHE: Come funzionano e come utilizzare i cataloghi dei prodotti per WhatsApp Business

TikTok estende il suo servizio di annunci self-service a tutti i business

Pochi giorni fa, TikTok ha reso noto il lancio della sua piattaforma di annunci self-service a livello globale.

Le soluzioni pubblicitarie self-service di TikTok offrono ai marketer gli strumenti per attingere ai contenuti creativi della community, raggiungere un nuovo pubblico e ottimizzare gli investimenti attraverso una piattaforma semplice ed intuitiva”.

Se già gestisci campagne pubblicitarie attraverso altri social media, il servizio di self-service TikTok ti sembrerà molto familiare.

Come puoi osservare, le opzioni di creazione delle sponsorizzate, sono sempre le stesse, inclusi campagne e gruppi di annunci, opzioni di targeting, budget e pianificazione, ecc.

A questo si aggiungono gli strumenti creativi automatizzati come i modelli dei video e i tool di auto-editing, tutti processi utili a semplificare la creazione di contenuti personalizzati e rendere le tue campagne più dinamiche attraverso una combinazione di contenuti fissi e video.

Facebook lancia corsi gratuiti dedicati al community management

In arrivo in casa Facebook l’ultima novità per i social media manager: una serie di corsi gratuiti su Blueprint dedicati al community management.

Il programma copre una serie di elementi chiave, tra cui:

  • Creare una comunità online – definire gli i valori e gli obiettivi della community.
  • Best practice per la gestione delle audience – compreso lo sviluppo del brand, il lancio della community e la promozione di partnership
  • Fornire contenuti pertinenti: monitorare i trend emergenti e pianificare attività mirate.
  • Creare engagement: strategie e strumenti per promuovere il coinvolgimento del pubblico.

Open To Work e Offerig Help: come cercare e far trovare lavoro su LinkedIn

In un recente articolo del suo blog, il colosso di Microsoft lancia Open To Work, una nuova funzione dedicata a chi cerca lavoro o vuole supportare la ricerca altrui.

“Attivando l’opzione, la tua foto profilo verrà aggiornata con una cornice verde denominata #OpenToWork, in modo che chiunque veda il tuo profilo sappia che sei aperto a nuove opportunità di lavoro.

Per aggiungere la cornice #OpenToWork, segui questi tre semplici step.

  • Clicca sulla tua foto profilo e seleziona l’opzione “Mostra ai recruiter che sei aperto al lavoro”
  • Inserisci le tue preferenze sulla posizione lavorativa che cerchi e la relativa categoria di appartenenza
  • Attraverso l’opzione “scegli chi può vedere che cerchi lavoro” decidi chi può visualizzare la tua disponibilità: solo i recruiter o tutta la comunità LinkedIn.

Se non sei interessato a nuove opportunità lavorative, puoi sempre dare una mano agli altri.

Ecco come. Inizia un nuovo post e fai clic sul pulsante “Offri aiuto”posizionato in basso a destra del composer LinkedIn: ti verrà fornito un elenco di opzioni tra cui scegliere in che modo stai cercando di fornire supporto.

  • #OfferingHelp: aiuto generale, career coaching
  • #OfferingHelp: referral
  • #OfferingHelp: revisione curriculum

Di seguito, alcuni esempi concreti di utenti LinkedIn che hanno già usato questa opzione.

La nuova reaction “Support” di LinkedIn

Nello stesso blog post, LinkedIn annuncia il rollout della nuova reaction “Support”, un’ opzione di risposta emoji che offre un ulteriore modo per interagire con i post, in particolare  con quelli relativi al COVID-19, per i quali una risposta come “Like” o “Insightful” non sembra davvero appropriata.

Questo update sottolinea ancora una volta quanto le reaction rappresentino un trend in forte ascesa, un modo di comunicare sempre più diffuso che, ovviamente, le varie piattaforme puntano ad implementare.

aw lab

AW LAB annuncia la finale del contest IS ME Music Edition

L’edizione 2020 di AW LAB IS ME Music Edition, la seconda del contest ideato da AW LAB, è stata la prima nel suo genere totalmente gestita in live streaming.

La partecipazione degli aspiranti artisti ha raggiunto il record, in soli tre mesi, di 5.000 adesioni tra Italia e Spagna, segnando il nuovo orizzonte dei talent show musicali on-line.

LEGGI ANCHE: 6 consigli per i brand che vogliono connettersi con la Generazione Z attraverso la musica

aw lab music

La finale

Martedì 14 luglio dalle 18.00 alle 19.00 si terrà la finale, ripresa in diretta streaming da un innovativo studio che, grazie ad una particolare scenografia, renderà immersiva l’esperienza dei protagonisti e degli spettatori.

I nove finalisti, di cui 5 ragazze, si sfideranno in diretta dinnanzi ad una giuria d’eccezione composta dagli special guest dell’evento Dani Faiv, Ensi e Low Kidd, dai manager dei top brand internazionali di sneaker adidas, Diadora,
Nike, Puma e dal management di Sony Music.

I concorrenti verranno anche giudicati dal pubblico collegato in streaming, una vera e propria giuria popolare che potrà dire la sua tramite un link web che sarà comunicato in diretta, incidendo sul risultato finale.

Oltre al premio principale, si concorrerà per il Premio #PLAYWITHSTYLE, che
consentirà al pubblico di votare il miglior video tra tutti i partecipanti al contest, e per la nuova categoria #LOUDER, nata dall’iniziativa promossa da AW LAB durante il Pride.

LEGGI ANCHE: AW LAB presenta la nuova campagna Selected by Music Edition

aw lab

E per i vincitori?

Il vincitore di AW LAB IS ME Music Edition 2020 coronerà il sogno di produrre il proprio singolo grazie all’art direction di Low Kidd, di poterlo distribuire con il supporto di SONY MUSIC e promuoverlo insieme ad AW LAB che si occuperà della produzione del video clip.

Ecco i nomi di tutti i ragazzi che si sfideranno il 14 luglio: Malalingua, Cleo, Matteo Sica, Adrianaiè, Gabriel Jonah, Giordana Petralia, Rosie Neko, Zangel e Aroxa.

Questi ultimi in collegamento dalla Spagna. I loro singoli sono già ascoltabili su Spotify nella playlist IS ME targata Sony.

Per seguire la finale in diretta basta collegarsi alla pagina Instagram di AW LAB @awlab

brand activism

Nasce illimitHER, un programma di diversity e inclusion per valorizzare il potenziale delle giovani donne

illimity lancia “illimitHER”, programma di Diversity & Inclusion che nasce sotto il segno dell’innovazione digitale di STEM in the City per promuovere la cultura STEM e ispirare i giovani, in particolare le ragazze, a intraprendere strade coraggiose e alternative sia negli studi che nel lavoro.

Il programma intende creare occasioni di contatto tra le più giovani e le figure di ispirazione, in particolare donne under 35 che si sono distinte nel loro percorso personale e professionale sfruttando la vicinanza generazionale per realizzare connessioni ancora più profonde.

L’obiettivo è quello di trasferire e condividere conoscenze e competenze utili ad abilitare una nuova generazione di donne pronte a entrare in un futuro sempre più pervaso dalla trasformazione digitale.

Isabella Falautano, Chief Communication & Stakeholder Engagement Officer di illimity ha commentato: “Siamo orgogliosi di dare il via a illimitHER, progetto in cui crediamo fortemente e che nasce come iniziativa di ecosistema tra partner che credono nelle nuove generazioni e nell’importanza di sbloccare il potenziale dei giovani e, soprattutto, delle giovani. Con una percentuale di solo il 18% di ragazze iscritte alle Facoltà Stem*, riteniamo che il supporto e la vicinanza, anche generazionale, delle nostre Role Model sia fondamentale per ispirare tutte coloro che entrano nel mondo dello studio e del lavoro. Vogliamo che l’inclusione sia sempre più diffusa a vantaggio non solo delle donne, ma di tutti”.

LEGGI ANCHE: Digital Hubs, l’evento gratuito per scoprire l’evoluzione del banking

Gli appuntamenti di illimitHER

illimitHER nasce in collaborazione con associazioni e iniziative attive sui temi di Diversity & Inclusion: STEM in the City, SheTech, Young Women Network, Unstoppable Women di StartupItalia e della formazione delle nuove generazioni: Smart Future Academy, BAM Biblioteca degli Alberi Milano, Scuola di Politiche.

Sono tante le iniziative e le occasioni di confronto previste nei prossimi mesi. Gli eventi fisici e digitali saranno aperti a tutti e si terranno ogni mese su molteplici temi: scienza, imprenditorialità, sostenibilità, digitale e finanza.

Il primo appuntamento si terrà il 21 luglio alle ore 17:00 e vedrà come protagonista Diva Tommei, biotecnologa, inventrice, imprenditrice – che si è formata alla Cambridge e alla Singularity University – e oggi Direttrice di Eit Digital Italia, una innovation factory per startup ad alto impatto tecnologico.

Diva è tra le 50 donne della tecnologia più influenti d’Europa, è l’unica italiana nella “Top Women in Tech” di Forbes e sarà intervistata da Felice Florio, classe 1993, una delle voci narranti di illimitHER e giornalista della redazione Open.

Il webinar sarà visibile sulla pagina LinkedIn della banca e sulle piattaforme dei partner ed è dedicato a tutte le giovani donne che, se vorranno, potranno interagire con la speaker.

Il secondo evento, a settembre, sarà una “illimitHER marathon” organizzata in collaborazione con BAM Biblioteca degli Alberi Milano – spazio pubblico attivo sul tema dell’inclusione e della gender equality – che ospiterà personalità di spicco di diversi mondi, dalla scienza all’istruzione, dalla fisica all’imprenditoria, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e gli SDG dell’ONU condivisi.

Dear Class 2020

Dear Class of 2020: perché i discorsi motivazionali di quest’anno lasciano il segno

  • L’evento clou 2020 per i laureati USA ha registrato views da record.
  • Dear Class of 2020 si farà ricordare per le splendide parole di Obama, e per il suo cast stellare.
  • La rabbia per Floyd sia d’ispirazione per un futuro migliore: il messaggio di speranza.

 

Succede durante la cerimonia virtuale di Dear Class of 2020 di YouTube, evento storico per importanza e modalità, che ha sostituito con il live stream l’ultimo giorno dell’anno accademico 2020 negli USA. Peraltro, spostato proprio in onore di Floyd.

Dear Class 2020

Un frame dal live streaming

Tradizionalmente, infatti, questa celebrazione annuale rappresenta il momento d’incontro tra personaggi pubblici e studenti dei college più prestigiosi, dove hanno luogo grandi discorsi motivazionali.

“Dear Class 2020”, è stato un anno diverso

L’evento virtuale dell’anno, dicevamo, si è svolto il 7 giugno nel rispetto dei funerali di George Floyd. E non è solo il cast stellare con Beyoncé, Lady Gaga, Taylor Swift, Billie Eilish, Lizzo, Justin Timberlake, Jennifer Lopez, Shawn Mendes ed altri ad averlo reso così indimenticabile.

Star

No, non è neppure il coinvolgimento dei conduttori televisivi tra cui Stephen Colbert e Jimmy Kimmel, e neanche l’incredibile cover di “Beautiful day” che Martin dei Coldplay, introdotto da Bono, ha inciso con altri otto cantanti e fatto ascoltare.

LEGGI ANCHE: Diritti civili, alimentazione e lavoro: le prime storie degli Obama per Netflix

Le parole di Barak

Quello che ricorderemo di più, molto probabilmente, sarà l’intervento a Dear Class of 2020 dell’ex presidente Barak Obama. Ai giovani laureati, ha detto che il Coronavirus ha fatto luce su numerose questioni ancora aperte negli Stati Uniti:

«In tanti modi diversi, la pandemia ha appena messo a fuoco i problemi che erano in aumento da molto tempo […]. Sia che si parli dell’incremento della disuguaglianza economica, della mancanza di assistenza sanitaria di base per milioni di persone, o del continuo flagello del bigottismo e del sessismo, o della divisione o disfunzione che ha afflitto il nostro sistema politico».

Insieme alla moglie Michelle, Barak Obama ha pronunciato tanti messaggi ispirazionali, nella speranza di sollevare i neolaureati.

Dear Class 2020

Gli studenti coinvolti in un ballo di festeggiamento

Per quanto spaventosi e incerti possano essere questi tempi, sono anche un campanello d’allarme. E un’incredibile opportunità per la vostra generazione.

L’ispirazione degli Obamas

In Dear Class of 2020, Michelle Obama ha affermato che le proteste a seguito della morte di Floyd sono «il risultato diretto di decenni di disinteresse, pregiudizio e disuguaglianza». E ha detto che capisce chi è spaventato, confuso o arrabbiato, o semplicemente sopraffatto” dagli eventi degli ultimi mesi. Eppure, la rabbia delle persone è un sentimento che dev’essere incanalato in “piani e politiche” concreti.

Michelle Obama

La rabbia è una forza potente. Può essere utile, ma lasciata a se stessa corrode e semina il caos dentro e fuori: sono le parole dell’ex Presidente, tanto semplici quanto lungimiranti.

Dear Class

«Ma quando la rabbia è focalizzata, quando è incanalata in qualcosa di più, questa è roba che cambia la storia. Il dottor King – ha detto alludendo a Martin Luther King – era arrabbiato. Sojourner Truth era arrabbiata. Lucretia Mott, Cesar Chavez, la gente di Stonewall, erano tutti arrabbiati. Ma erano anche guidati dalla passione, dai loro principi, dalla speranza». Queste le parole rivolte agli studenti nella diretta streaming.

L’evento live streaming più visto di sempre

Secondo YouTube, ad oggiDear Class of 2020 è stato l’evento live originale più visto di sempre, con un picco di oltre 665.000 spettatori simultanei. Lo speciale ha raggiunto oltre 17 milioni di visualizzazioni totali, appena un giorno dopo il lancio, e 34 milioni di visualizzazioni totali dopo tre giorni in tutti i video. Inoltre, 10 singoli video sono entrati in tendenza in 89 paesi.

L’evento ha raccolto quasi 2 milioni di dollari da donatori aziendali, in collaborazione con Reach Higher di Michelle Obama e Google.org. La celebrazione virtuale ha riunito oltre 70 leader, star e creators per celebrare i laureati, le loro famiglie e le loro comunità.

Dear Class

LEGGI ANCHE: Amnesty International insieme a Saatchi & Saatchi per i diritti umani

E non solo: Dear Class 2020 è stato l’argomento di tendenza n. 1 su Twitter per l’intera durata dell’evento, rendendo questo lancio originale di YouTube il più chiacchierato di sempre per la mole di conversazioni generate sui social media.

Puoi rivedere anche la versione “breve”, che riduce quella integrale (4 ore) a soli 2 minuti e 44 secondi: