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Tutti i cibi amano Coca-Cola: la campagna con le insegne di diner e pizzerie

Coca-Cola è ovunque nei migliori ristoranti. Questo è il messaggio lanciato dalla nuova campagna del brand statunitense. L’agenzia creativa VMLY&R, che ha guidato Open X di WPP, lo ha dimostrato con le insegne e i menu di vari locali statunitensi.

Il team ha infatti intrapreso un lungo viaggio lungo gli USA per fotografare il panorama americano delle insegne dei ristoranti che riportano in bella vista il logo del brand associato al proprio cibo, considerato il migliore.

“Su una cosa siamo d’accordo”

È questo il claim che troneggia sulle ultime foto della campagna. Ogni insegna pubblicizza il cibo del proprio locale come il numero 1: ad esempio, “migliore pizza”, “hamburger n.1”, “re dei falafel”. L’elemento comune è che ognuno di essi è accompagnato dalla presenza della bevanda.

Coca Cola one thing we agree on

Coca-Cola diventa un plus che valorizza il prodotto. Chi lo dice? Non certo l’azienda, che si è limitata a registrare il fatto e a godere di una pubblicità praticamente a costo zero. Una forma alternativa di passaparola che l’ha resa oggetto involontario della constatazione della sua posizione nel mondo del beverage.

Se ogni cartellone è diverso, e si autoproclama come luogo per assaporare il miglior cibo, tutti concordano sul fatto che la bibita migliore per accompagnarlo sia Coca-Cola. Nella lotta tra i migliori, il vincitore è già decretato.

Ovunque con i primi

“One thing we agree on” cita l’azienda nelle foto della campagna lanciata, in un primo momento, su cartelloni pubblicitari e giornali, e poi estesa ai social media.

Dalla trattoria rustica, al ristorante stellato, al fast-food, alla pizzeria. Dai quartieri più lussuosi a quelli periferici, c’è sempre Coca-Cola, il simbolo della globalizzazione che mette tutti d’accordo.

L’agenzia, che si occupa del brand da due anni, ha portato il nome del prodotto fuori dalla comfort zone, dimostrandone la duttilità. Il tutto con semplicità ed astuzia. Ha dimostrato che la bevanda mantiene un primato indiscusso, senza dichiararlo ma facendolo ammettere agli altri, con i fatti. Coca-Cola si è limitata a fotografare l’evidenza e a mostrarla.

Il messaggio che se ne ricava è intuitivo: perché il cibo migliore dovrebbe essere accompagnato da Coca Cola? Perché è la bevanda adatta ad ogni gusto.

Il connubio Coca-Cola e cibo in Italia

La bibita non è nuova al connubio con il cibo nelle proprie campagne pubblicitarie. Anche in Italia, nel 2018, lanciò una campagna simile a quella statunitense, nella quale era accompagnata a vari piatti italiani.

“Ci siamo accorti che in Italia si cucina bene e si parla di cibo prima, durante e dopo i pasti. In questo Coca-Cola può avere un ruolo” ha spiegato Annalisa Fabbri, Responsabile Marketing di Coca-Cola Italia. Da qui il claim latino “De gustibus”, ad indicare che non è importante il cibo che piace, quanto il momento nel quale Coca-Cola unisce le persone a tavola.

Unito alla campagna pubblicitaria, anche un evento che ha previsto l’installazione temporanea di cinque chiringuitos a Milano. La partecipazione prevedeva di assaggiare alcune specialità per decretare la migliore.

La sfida ha visto contrapporsi: pollo al forno VS pollo alla diavola, hamburger di carne VS vegetariano, salsiccia VS salamella, piadina con prosciutto crudo VS prosciutto cotto, panino semplice VS farcito. Il tutto rigorosamente accompagnato da Coca-Cola.

Le campagne creative di Coca-Cola

L’agenzia creativa che ha seguito la campagna “One thing we agree on”, non è nuova a progetti ad elevata creatività. Nell’ultima primavera ha lanciato, sempre per il brand dalla doppia C, la campagna “I see Coke” nel Middle Est. I consumatori del Medio Oriente, possono ricevere, tramite email, un buono per l’acquisto della bibita, comunicando con Alexa. Durante la visione di film e programmi televisivi (opportunamente selezionati in uno specifico catalogo dall’agenzia creativa), ogni qual volta appare il prodotto sullo schermo, l’utente è invitato a dire “vedo Coca-Cola”. 

“È una campagna vocale unica nel suo genere” ha sottolineato Santiago Cony Etchart, creative strategy director, The Coca-Cola Company Eurasia e Middle East.

Anche in questo caso, la promozione della bibita più famosa al mondo, è collegata al senso della vista. E anche questa volta sono gli altri a selezionarne la presenza (come nel caso della campagna precedente). L’azienda si limita a raccogliere i tag.

Coca Cola "I see Coke"

La storia degli slogan di Coca-Cola

Quando il nome del brand fu ideato, nel 1886 da Frank M. Robinson (socio del fondatore John S. Pemberton), fu appositamente scelta La doppia “C”, in quanto ritenute ottime per le pubblicità. La storia degli slogan di Coca-Cola è lunga e ricca di espressioni che, con il tempo, sono entrate nell’immaginario collettivo.

Vediamo i passaggi più significativi:

  • Il primo clam dell’azienda fu pubblicato su Atlant Journal nel 1886. “Deliziosa e rinfrescante” erano le parole utilizzate fino al 1920;
  • Nel 1890, allo slogan precedente, si aggiunge “Coca-Cola ti ridà lo slancio e ti sostiene”, elaborato dall’agenzia Massengale Advertising di Atlanta;
  • Successivamente il compito fu affidato all’agenzia D’arcy di St. Louis, così prende vita una collaborazione lunga quaranta anni. Diversi furono i claim elaborati negli anni: il primo fu “Ogni volta che vedete una freccia pensate a Coca-Cola”, “Buona fino all’ultima goccia” del 1907, “La sete non conosce stagione” del 1922 oppure “La pausa che rinfresca” comparsa per la prima volta su The Saturday Evening Post nel 1929;
  • Nel 1956 subentrò l’agenzia McCann Erikson che elaborò l’idea “Dissetati davvero”;
  • Nel 1963 è arrivato lo stacchetto musicale firmato Bill Backer, “Tutto è meglio con Coca-Cola”, utilizzato per 6 anni. Lo stesso autore firmò anche la famosa “I’d like to buy the world a coke” (nella versione italiana Vorrei cantare insieme a voi) del 1971;
  • Dal 1993 arrivano i claim più recenti, come “Sempre Coca-Cola”, “Taste the feeling” e “Real magic”.


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nuova campagna di wwf - roomies from the wild 03

Un cinghiale come compagno di stanza: la nuova campagna di WWF

La nuova campagna di WWF punta a farci aprire gli occhi su quanto l’impatto ambientale di noi esseri umani sulla natura sia catastrofico.

Infatti, mentre l’habitat naturale viene distrutto, gli animali selvatici tendono ad avvicinarsi sempre di più ai centri urbani, spostandosi nelle zone abitate dall’uomo.

La campagna di WWF, Roomies from the Wild

Coinquilini selvaggi. Così potremmo tradurre in italiano il nome della campagna di WWF Ungheria “Roomies from the Wild”, in cui l’organizzazione si presenta a noi con una chiara domanda, anche se, ovviamente ironica: se le foreste e gli altri habitat degli animali scomparissero, saremmo disposti a ospitare la fauna selvatica a casa nostra? 

La rappresentazione grafica dei Key Visual mostra chiaramente come la scelta non sarebbe l’ideale per nessuno (cioè terribile per noi e per gli animali). L’obiettivo è quindi di raccogliere donazioni al WWF per contribuire a proteggere gli habitat naturali.

nuova campagna di wwf - roomies from the wild 01

nuova campagna di wwf - roomies from the wild 02

nuova campagna di wwf - roomies from the wild 03

La campagna ha già ottenuto un buon successo, soprattutto grazie alla condivisione del video e delle immagini sui social.

Nel frattempo, proprio nei gruppi Facebook correlati, gli animali in cerca di sistemazione hanno “preso vita” cercando casa: mamma cinghiale ha avvertito che i suoi cuccioli sono un po’ maleducati, mentre la lince ha giurato che non avrebbe mangiato i suoi coinquilini.

Alcuni animali hanno trovato rifugio a casa di influencer e altri in redazioni giornalistiche.

Credits

Client: WWF Hungary Foundation, Budapest, Hungary
Head of Fundraising & Marketing & Communications: Csaba Klacsán
Communication and Engagement Manager: Dóra Gilányi
Digital Communication Expert: Nikolett Deák
PR Expert: Alexa Berende
Nature Conservation Director: Zoltán Fehér MD

Advertising Agency: Artificial Group, Budapest, Hungary
Creative Director: Vera Länger
Creative crew: Laura Lőrinczy, Liliána Nemes, Sándor Szalay
Craft: Sándor Szalay
Head of Social: Lídia Gulyás
Social crew: Nóri Cser, Kristóf Nagy
Account Director: Károly Széni
Account crew: Gergő Lussa, Vivien Vörös

 

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Maybelline

Ciglia giganti su treni e autobus, ma la campagna virale di Maybelline è in CGI

Maybelline New York mette le ciglia su autobus e treni insieme a un pettine gigante per pubblicizzare il suo nuovo mascara.

Tutti a bordo dello Sky High Mascara Express. Dopo aver invaso le strade di New York, l’advertising del marchio statunitense di cosmetici sta conquistando Londra e le carrozze della metropolitana.

La campagna virale di Maybelline New York

A tutto volume. Le immagini della nuova pubblicità social mostrano come il nuovo mascara Sky High, con la bacchetta “Flex Tower”, sia in grado di garantire ciglia incredibilmente lunghe.

 

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Un’acrobazia di marketing di Maybelline diventata virale nei giorni scorsi. Ma c’è un colpo di scena: la campagna non è reale.

Condiviso sull’account Instagram del marchio, il video presenta una creazione CGI realistica della parte anteriore di un treno che viene spazzolata da uno scovolino gigante di Lash Sensational Sky High Mascara.

Un altro frammento del reels mostra un autobus londinese che riceve lo stesso trattamento per avere le ciglia ancora più morbide.

CGI Marketing Campaign

I creativi che lavorano dietro le quinte delle campagne e delle strategie devono attirare l’attenzione attraverso mosse audaci e inaspettate.

Un plauso va all’artista 3D Ian Pagdam che con le sue creazioni sta combinando gli annunci pubblicitari alla realtà con la magia del CGI.

La creatività torna ad essere protagonista, soprattutto su LinkedIn dove advertiser, marketer e designer hanno lodato l’iniziativa che sfrutta il potere delle immagini generate dal computer.

Reale o non reale, questa non è la prima volta che un brand realizza un’acrobazia di marketing così gigante, ingannando i suoi follower e facendogli credere che sia tutto vero.

Di recente, il marchio di lusso Jacquemus ha lanciato una campagna in cui le sue iconiche borse avevano le dimensioni di un autobus ed erano mostrati in una palette di colori vibranti come il marrone, il rosa e l’arancione.

Maybelline

Enormi tram a forma di Le Bambino sono stati avvistati per le strade di Parigi in un video diventato subito virale, realizzato sempre dallo stesso artista Ian Pagdam.

 

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LEGGI ANCHE: McDonald’s vs Burger King: la battaglia si combatte con ChatGPT (e Subway si mette in mezzo)

meta verified spunta blu facebook e instagram

Arriva la spunta blu su Instagram e Facebook: come fare per ottenerla

Meta sta introducendo la spunta blu con alcune interessanti novità per le due piattaforme principali. Un servizio a pagamento in rollout in specifiche zone del pianeta, pensato per tutti quegli utenti che vogliono consolidare la loro presenza su Facebook ed Instagram.

Ma perché le spunte risultano così importanti? 

La spunta blu non è altro che un segno grafico che contraddistingue un account verificato dagli altri. Un aspetto che evidenzia immediatamente un profilo ad esempio tra i risultati di ricerca della piattaforma, rafforza la propria identità attraendo nuovi follower e potenziali collaborazioni con brand ed un maggiore controllo dal punto di vista ‘reputazionale’. 

La veridicità del profilo viene confermata dalla piattaforma e tale approvazione crea un rapporto di maggior fiducia tra la piattaforma stessa e i follower. 

L’idea nasce per combattere e limitare la diffusione di profili fake, un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso su tutte le piattaforme social esistenti e che porta con se tante inevitabili (e spesso gravi) conseguenze.

Meta Verified: la spunta blu sbarca su Instagram e Facebook

Ci hanno già provato Twitter e successivamente TikTok qualche mese fa, a puntare sulla spunta blu, utilizzandola come uno strumento di marketing per promuovere ed attrarre influencer e personaggi della politica internazionale o dello spettacolo.

Un’iniziativa che ha riscosso un considerevole successo nel panorama digital e che ha spinto, col tempo, anche Meta a percorrere la stessa strada creando il programma Meta Verified. 

Come ottenere la punta blu

Per ottenere la famosa spunta occorre richiederla ed attendere la conferma dalla piattaforma, che si accerterà che tutte le linee guide per ottenere il badge siano state rispettate. 

Ma quali sono generalmente le regole da rispettare per ottenere una spunta blu sulle piattaforme social e più nello specifico quelle di Meta Verified? 

Il profilo deve essere: 

  1. Di un maggiorenne, un elemento assolutamente indispensabile (non solo per ottenere il badge blu); 
  1. Anzitutto completo in ogni suo aspetto: foto profilo, biografia, contatti e con almeno un post pubblicato; 
  1. Di grande interesse pubblico difatti deve essere ricercato di frequente all’interno della piattaforma e soprattutto deve essere presente anche su media (non necessariamente digitali) e non a pagamento; 
  1. Unico e veritiero difatti deve rappresentare in maniera univoca un personaggio pubblico o un’azienda ed ovviamente deve essere veritiero; 

Specifichiamo che inviare una richiesta a Meta per la verifica del proprio account, non significa avere la certezza che la spunta blu venga rilasciata, in quanto la decisione finale sarà a discrezione solo del team Meta. Pertanto non sempre sarà possibile accedervi al primo tentativo, ma a volte sarà necessario ripetere l’operazione per ottenere definitamente la spunta blu da Meta Verified.

Prezzi e vantaggi del Meta Verified 

Approfondiamo quali sono i vantaggi che comporta l’iscrizione al programma ‘Meta Verified’. Da una prima analisi sembrano molteplici, tra i più importanti troviamo: 

1. L’assistenza diretta dell’account

Meta mette a disposizione dei propri account verificati uno strumento utile per combattere la piaga dei fake e consiste nel ‘monitoraggio proattivo’ e un livello di sicurezza di accesso più alto. 

2. Assistenza diretta

Parlare con operatore di Meta è da sempre molto complesso e non è raro che molti interrogativi degli utenti non trovino risposta, ma nel Meta Verified è prevista un’assistenza più attenta e diretta riservata a risolvere ‘i problemi più comuni dell’account’. 

3. Funzioni esclusive

Dunque non solo assistenza riservata e maggiore tutela ma anche funzioni esclusive come adesivi originali su Storie e Reels; 

4. Verifica col badge 

Ultima non per importanza, la verifica con la spunta blu. Il segno grafico che certifica la veridicità del profilo a seguito di una procedura specifica. 

Approfondite le funzioni che Meta metterà a disposizione nei prossimi mesi a tutti gli utenti che sceglieranno di iscriversi al programma ‘Meta Verified’, analizziamo il punto dolente della questione: ebbene sì, ottenere il badge avrà un costo. Il costo mensile della spunta blu ha suscitato numerose critiche già quando Elon Musk nell’acquisizione di Twitter decise di introdurlo (con l’abbonamento Twitter Blue) per gli account con verifica. Una decisione, questa del pagamento, che ha incoraggiato le altre piattaforme a fare altrettanto.

I costi della nuova funzione di Meta, che permette di ottenere la verifica con un documento di identità ufficiale, variano e vanno dagli 11,99 dollari per abbonamento sul web ai 14,99 dollari per abbonamento dall’app.

Meta Verified: rivoluzione reale o solo apparente? 

La spunta blu non è certo pensata per tutti, ma solo per quegli utenti che rispettano tutti i requisiti.

Si tratta di un’importante novità, questa volta a pagamento, che nei prossimi mesi dovrebbe rivoluzionare l’intera piattaforma.

L’abbonamento mensile proposto da Meta non sembra essere particolarmente vantaggioso, come in altre piattaforme. Ma c’è di più. Meta ha dichiarato sin da subito che la spunta blu non comporterà in alcun modo un ampliamento della portata. Dunque non ci saranno variazioni sulla visibilità dei profili.

L’unica certezza, è la possibilità di stringere nuove collaborazioni con brand e aziende, facendo leva sulla veridicità del profilo. Un plus che tornerà utile a diversi content creator e che sicuramente aiuterà a ripulire i canali dagli impostori.

LEGGI ANCHE: Cos’è e come si fa un social media report delle campagne

ninja elite retreat copertina

Volo, formazione e party: Elite Retreat e Graduation raccontati dai Ninja

Chi ha partecipato al Ninja Elite Retreat ha di certo portato a casa (tra le molte disponibili) almeno una lezione: imparare è un processo continuo, fatto di sfide e di impegno, ma anche di divertimento e rapporti umani.

L’appuntamento che ha coinvolto tutta la Ninja Family per due intense giornate è iniziato con l’emozionante cerimonia di Graduation, in collaborazione con l’Istituto Universitario IUSVE, dei partecipanti all’Executive Master ed è culminato con il party in piscina dal sapore hollywoodiano nella Country House Felicia di Giugano, durante il quale ci siamo letteralmente scatenati festeggiando il sensei di Ninja, il nostro CEO Mirko Pallera.

 

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Fin dal 2004, Ninja ha fatto del marketing non-convenzionale il proprio marchio di fabbrica.

Una graduation Unconventional, un volo verso il mondo del lavoro e verso una carriera in crescita: lo staff di Ninja Business School e i professionisti che hanno frequentato il master si sono lanciati a 120 chilometri l’ora, sospesi a un filo d’acciaio a 300 metri di altezza a Trentinara, in Cilento, dove si trova una delle zip-line più belle d’Italia.

Nuove tecnologie, intelligenza artificiale, mondo del lavoro che cambia: sono queste le sfide che ci attendono da subito e per i prossimi anni. Un salto nel vuoto che i professionisti del digital non possono e non devono avere paura di affrontare.

Alla cerimonia di premiazione, hanno partecipato anche Roberto Ascione, presidente Healthware Group, Marco Di Bello, brand manager La Dispensa di San Salvatore, e Arcangelo Annunziata, consigliere AIDP – Associazione Italiana per la Direzione del Personale.

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Ninja Graduation & Elite Retreat – Le voci dei protagonisti

Stare insieme e vivere queste giornate in compagnia hanno creato ricordi indelebili nelle menti dei partecipanti. Riviviamo con voi l’evento attraverso le parole di chi c’era.

Paolo della Gatta – Studente Ninja Business School

Ninja elite retreat - paolo mirko mariano

«Una bellissima esperienza: dopo un percorso di formazione, il volo è stato davvero adrenalinico. Come negli sport, anche nel lavoro c’è bisogno di quella spinta ad agire per cogliere le occasioni che si presentano».

Fra Marco Valletta – Responsabile Ufficio Comunicazione e MKT dei Frati francescani di Puglia e Molise

mirko diotto fra la valletta

«Anche noi, come Chiesa, oggi non possiamo fare a meno del marketing, della comunicazione e delle “piazze digitali”, per portare avanti la nostra mission ovvero l’annuncio del Vangelo. Il marketing a cui facciamo riferimento è certamente il marketing dei servizi, in quanto le nostre attività di comunicazione sono finalizzate alla diffusione di valori, nel nostro caso cristiani nella prospettiva francescana.

Grazie Ninja Academy: senza di voi questo “miracolo” non sarebbe stato possibile».

Mirko Pallera – CEO e founder Ninja

mirko pallera

«Oggi è fondamentale apprendere competenze avanzatissime nel digitale: ci sono tecnologie che cambiano in continuazione perché il mondo si rivoluziona completamente. Ma è importante anche mantenere un approccio umanistico e i propri valori: in questo mondo futuro in cui ci sarà tanta tecnologia, ci distingueremo per il cuore. Questo è quello che vogliamo trasmettere con la nostra Business School».

Mariano Diotto – Docente di Marketing Strategico e Neuromarketing – IUSVE

mariano diotto

«IUSVE ha deciso da subito di collaborare con Ninja perché hanno gli stessi obiettivi: formare professionisti con competenze digitali reali in un mondo in continua evoluzione. La Graduation in volo esprime la natura di Ninja e IUSVE insieme: collaborare per affrontare nuove sfide».

Adele Savarese – General Manager

ninja elite retreat adele

«Ad una Cerimonia adrenalinica abbiamo associato una giornata di formazione esperienziale, concentrata ed immersa nella natura: dalle AI generative agli Archetipi, da Python alla Comunicazione Persuasiva, ho apprezzato il segno che questi due giorni hanno lasciato sul mindset e sulle soft skill dei Ninja del digital».

Michela Solitro – Product Leader

ninja elite retreat michela

«Com’è che si dice? “Il battito delle ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Questa celebre citazione descrive in modo straordinario ciò che ho provato ascoltando le storie di vita, personali e professionali, di coloro che hanno scelto e seguito il nostro Executive Master in Digital Marketing.

Mi sono resa conto che i nostri percorsi di formazione hanno il potere di cambiare le vite delle persone e di scatenare conseguenze straordinarie e imprevedibili. Ho compreso che anche la più piccola scelta che facciamo a livello didattico può plasmare il futuro di un’altra persona. Questa consapevolezza rappresenta una grande responsabilità, ma anche una fonte di grande gratificazione!

E, per rimanere in tema di ali e di volo… anche se non ho sperimentato la zipline (soffrendo di vertigini!), ho realizzato che il lavoro svolto da noi Ninja è un po’ un battito d’ali quotidiano.»

Emiliano Ruozzo – Learning Consultant | Corporate Training

emiliano ruozzo

«Il mondo del lavoro in continua evoluzione può essere paragonato a un audace salto nel vuoto da una montagna. Come nel salto, il cambiamento nel mondo del lavoro porta emozione, sfida e opportunità.

La velocità del cambiamento, la mancanza di sicurezza occupazionale, la competizione globale e la necessità di riorientarsi costantemente sono tutti elementi che caratterizzano questa sfida.

Affrontare il cambiamento con una mentalità positiva, adattabilità e supporto può aiutare a navigare con successo in questo ambiente in evoluzione».

Federica De Cenzo – Corporate Consultant

federica de cenzo

«Il Ninja Elite Retreat è stato un momento di formazione e raccoglimento di fondamentale importanza per me: ho trovato grande ispirazione, a bordo piscina, tra un tuffo e le parole dei docenti Mariano Diotto, che con le sua energia ci ha catapultati con passione nel mondo del Neuromarketing, Gianluca Lisi ed i suoi Archetipi (sono sicura che il suo libro, ed il momento intimo che ci ha permesso di vivere, siano stati pensieri graditissimi da tutti i Ninja!) e Pietro Bonomo, che con la sua grande esperienza ci ha spiegato perché (non) avere paura della tecnologia incalzante delle AI.

È stato semplice e meraviglioso, leggero e divertente ma allo stesso tempo altamente formativo. Sensibilizzante (verso certi temi ancora troppo poco approfonditi ed anche verso i miei colleghi ndr) ed introspettivo.

È stata un’esperienza e come tutte le esperienze, mi ha permesso di prendere e portare a casa un piccolo bagaglio di nozioni che, applicate nel modo corretto, sono sicura mi saranno di grande aiuto. Nel lavoro, così come nella vita».

Andrea Paraggio – Graphic Designer & Videomaker

Andrea Paraggio

«Grande experience in occasione delle graduation e del cinquantesimo compleanno del CEO Mirko. Ninja, unconventional come sempre, anche nella scelta di consegnare un diploma dopo aver fatto l’esperienza di un volo a 120km/h, nonché nell’aver scelto una location molto particolare, il cilento, dove l’uomo non è riuscito ad avere ancora la meglio sulla natura.

Cos’altro dire, sono uscito da quest’esperienza rilassato ma allo stesso tempo carico di energia positiva! Be Ninja

Eliana Glielmi – Ninja Lover

eliana glielmi

«Essere Ninja è un modo di essere e affrontare la vita, in questi giorni passati insieme mi hanno fatto capire con quale entusiasmo e contenuti formativi ed ispirazionali la squadra Ninja si alimenta, senza tralasciare gli aspetti etici e spirituali».

Stefania Scielzo – Finance Assistant

Ninja elite retreat - stefania

«È passato pochissimo dal rientro della Graduation e davvero faccio ancora tanta fatica a trovare le parole giuste per descriverla..ma posso descrivere ciò che sento: gratitudine per aver comunque avuto la fortuna di vivere questo momento altamente formativo, spirituale, intellettuale nonchè divertente e in parte pieno di adrenalina insieme ai colleghi di tutti i giorni.

Grazie Ninja»

Jacopo Flauti – Customer Support

jacopo flauti

«Svoltando a sinistra, in direzione di Giungano, ho avuto l’impressione di essere tornato magicamente a casa per festeggiare con gli amici. Volare sulla zipline della Graduation per omaggiare quei ragazzi che avevo seguito per mesi, come Customer Support, è stato emozionante.

Li ho trovati di fronte a me per la prima volta, con il sorriso di chi ha raggiunto un importante obiettivo nella vita. Sembrava davvero di essere tornato a casa, quella casa (o country house) dove ho condiviso i miei spazi con colleghi unici, scoprendo che la bellezza delle cose sta anche nell’incontrare persone che finora avevo conosciuto solo tramite una semplice call. Festeggiare con loro, è stato un modo per celebrare la nostra guida e comprendere che, in fondo, siamo una famiglia.

La stessa famiglia che cresce ed impara grazie ai docenti invitati, che hanno abbattuto qualsiasi distanza tra “studente” e “docente” e hanno reso l’intero percorso ancora più memorabile. So che ho scritto molto, ma ciò che abbiamo vissuto non può essere raccontato nemmeno con 2500 caratteri.

Be Ninja… Sempre!».

Valentina Ventre – Finance Manager

Valentina Ventre

«Ritrovarsi insieme in una meravigliosa casa di campagna ci ha dato la possibilità di rimanere in ascolto e cogliere la bellezza della natura. Momenti meravigliosi ed irripetibili vissuti insieme.

L’evento organizzato da Ninja è iniziato con una mattinata istituzionale legata alla consegna dei diplomi Iusve su una terrazza mozzafiato seguita da una pazzesca festa in piscina e si è concluso con una giornata di formazione sui temi di gestione delle risorse umane, intelligenza artificiale, neuroscienze applicate al marketing e tanto altro. È stato spesso difficile per me trattenere le emozioni in questi giorni vissuti insieme.

Le ali con apertura automatica realizzate dal collega Fabio Casciabanca la nota più divertente del week end 🙂»

Vittoria Pozza – Project Manager, Corporate Training

Ninja elite retreat - vittoria

«Come molti hanno scoperto in piena pandemia, il lavoro in Smartworking è una modalità di lavoro che può essere amata o odiata.

Da “smartworker full time”, l’unica preoccupazione iniziale era l’eventualità di non riuscire a legare bene con il resto del team. Ora, mi guardo indietro e sono felice di poter dire con la più assoluta serenità di far parte di una famiglia allargata.

Una famiglia in cui, quando si ha la possibilità di vedersi e di passare del tempo assieme, la sensazione comune è quella di conoscersi come tra vecchi amici. La quotidianità delle relazioni virtuali o fisiche ci ha permesso di conoscersi in modo indiretto ed è sempre bello rivedere i sorrisi di coloro che condividono con te la propria quotidianità».

Enzo Storti – Content Manager

ninja elite retreat enzo

«Lanciarsi da quell’altezza è molto simile a iniziare una nuova avventura professionale: è il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle, di proiettarsi verso nuove esperienze e sentirsi trasportati da una nuova emozione».

Jessica Ippolito – Community Manager

ninja elite retreat graduation volo - jessica

«Durante quest’esperienza abbiamo creato dei ricordi indimenticabili, oltre i confini degli spazi lavorativi. È stato meraviglioso scoprire quanto possiamo essere più di semplici colleghi. Abbiamo condiviso risate, sogni, e anche qualche momento di sana pazzia che ci torneranno in mente quando la routine riprenderà il suo posto».

Formazione, dialogo ed esercitazioni pratiche a bordo piscina

Dunque, con la Ninja family abbiamo vissuto la sfida di lanciarsi insieme da una montagna; ma ci siamo anche rilassati con attività piacevoli come tuffi in piscina e una sessione di social cooking, condividendo momenti di serenità. Senza dimenticare il favoloso party con DJ Delta a tema “ali”, per volare tutti insieme verso un futuro professionale stellare (con tanto di performance musicale del nostro CEO, Mirko Pallera).

mirko ninja elite retreat

Non è mancata, però, l’occasione di arricchirci e imparare: grazie agli appuntamenti informali a bordo piscina abbiamo vissuto una full immersion fatta di nuove tecnologie e strategie di marketing, ma anche di sentimenti e mindset.

I docenti e gli ospiti del Ninja Elite Retreat ci hanno trasportato in conversazioni appassionanti, esercitazioni pratiche e scoperta di noi stessi.

Sail Thinking

mario vitolo

In che modo si può allenare il nostro pensiero con le soft skill dei velisti, cioè adattabilità, perseveranza, equilibrio e focus? Lo abbiamo imparato da Mario Vitolo, CEO di Virvelle.

Neuro Marketing

mariano diotto

Mariano Diotto ci ha affascinato con le basi della psicologia del consumo e dell’analisi dei comportamenti digitali.

Archetypal Living

gianluca lisi

Gianluca Lisi, Archetypal Branding Strategist, ci ha insegnato come riconoscere gli archetipi che incontriamo nella nostra vita e superare con consapevolezza ogni sfida (e ha regalato a ognuno di noi una graditissima copia del suo bestseller, “Loveting! 127 archetipi per il management olistico”).

Etica & Empatia

pietro bonomo

Con Pietro Bonomo, marketer esperto di AI, abbiamo visto in che modo imparare le soft skills fondamentali per affrontare le sfide della nuova era della human-machine interaction.

Life Management

luca mastroianni

Il mito del work life balance è realizzabile? Secondo Luca Mastroianni, VP Indirect Channels & International at PrestaShop, lo è, e ci ha spiegato come.

Pitch Framing

adele savarese

La “nostra” Adele Savarese, ci ha spiegato come inquadrare con successo problemi, presentazioni ed interlocutori e portare la nostra capacità persuasiva ai massimi livelli.

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Ninja Power alla riscossa

Ninja Power” è un’espressione che utilizziamo spesso, perché ci identifica davvero. Proprio come “puffare”, vuol dire tante cose: serve a darci la carica, a incoraggiarci, a rinsaldare lo spirito di gruppo; è insieme un augurio e una promessa, un “benvenuto” e un arrivederci”. Come fanno i tre moschettieri, i Power Rangers e tutti gli altri team più o meno “super”.

Ed è stato il leitmotiv che ha accompagnato questa fantastica esperienza di formazione e svago. Non sono mancate le emozioni, così tanto importanti nella nostra vita: l’entusiasmo di condividere le stesse stanze, qualche lacrimuccia nel separarsi, la voglia di rifarlo, presto.

C’è un altro modo di dire tutto nostro, che è un invito e uno stimolo a migliorare se stessi e a superare i propri limiti.

Per questo voglio rivolgerlo a te, che sei arrivato alla fine di questo lungo racconto: Be Ninja!

mcdonald burger king chatgpt

McDonald’s vs Burger King: la battaglia si combatte con ChatGPT (e Subway si mette in mezzo)

Nelle scorse settimane uno spot brasiliano di McDonald’s ha fatto parlare di sé, quando il gigante degli hamburger si è assicurato una visibilità importante.

McDonald’s è stato uno dei primi brand a trasformare il nuovo hobby del settore (cioè giocare con i prompt di ChatGPT) in un vero spot pubblicitario.

McDonald’s e ChatGPT

Ha chiesto allo strumento di intelligenza artificiale generativa: “Qual è l’hamburger più iconico?” e ha pubblicato la risposta (il Big Mac, ovviamente) su un cartellone pubblicitario.

Con la tipica agilità, i rivali di Burger King si sono affrettati a trasformare anche loro l’output di ChatGPT in un annuncio pubblicitario, pubblicando un cartellone proprio accanto a quello dello storico rivale, con la domanda successiva “E qual è il più grande?” – il Whopper.

mcdonald burger king chatgpt

Le execution riassumono perfettamente il posizionamento e le tattiche di entrambi i marchi: McDonald’s è il boss della categoria, Burger King è lo sfidante sfacciato che sgomita per farsi notare.

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La pubblicità al tempo dell’AI

Tutto molto divertente, ma l’endorsement di ChatGPT è davvero positivo per il marchio? È credibile?

Il bello di ChatGPT è che si può testare soli a casa.

Provando e riprovando a porre gli stessi quesiti dei due brand, non è detto che il chatbot di OpenAI risponda con lo stesso risultato: il Big Mac appare come il primo di una lista (non l’unico, dunque), mentre il Whopper non è la risposta alla domanda “qual è l’hamburger più grande“.

Chiunque abbia lavorato con l’IA generativa sa che la richiesta creativa e l’editing dei risultati sono abilità fondamentali, ma i risultati dell’IA non hanno valenza scientifica: sono più simili a quella persona in un focus group che, dopo due ore e qualche bicchiere di vino gratis, dice esattamente quello che ci aspettiamo.

Al pubblico interessa davvero cosa ne pensa ChatGPT, un’entità immateriale senza corpo e senso del gusto, del miglior panino possibile?

Al pubblico, l’ardua sentenza.

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Il colpo grosso di Subway

Subway si è unita alla battaglia che ha visto contrapposti i giganti del fast food McDonald’s e Burger King, con una frecciatina ironica.

L’azienda ha chiesto al chatbot di confrontare queste risposte con la sua offerta di panini footlong.

La risposta? Secondo ChatGPT, in termini di dimensioni, sia il Whopper che il Big Mac sono “significativamente più piccoli di un panino footlong”.

E via al terzo cartellone, in una lista che potrebbe continuare ad allungarsi.

mcdonald e chatgpt burger king subway

Franki Goodwin, chief creative officer di Saatchi & Saatchi, ha dichiarato: “Si parla molto di ChatGPT e, anche se cerchiamo di non farci prendere troppo dalle mode, non potevamo non partecipare a questa conversazione. È un momento importante per Subway con il lancio del nuovo menu Series, e anche ChatGPT dice che sono i più grandi“.

Digital Advertising: ecco da dove partire

Se ne sente parlare spesso, ma non sempre è così chiaro cosa sia e perché sia importante il digital advertising. Per moltissime aziende la pubblicità digitale è diventata una realtà quotidiana imprescindibile per promuovere il proprio brand e per vendere i propri prodotti o servizi. Ma di cosa si tratta nello specifico? Ecco una guida completa per scoprire perché è importante usarlo.

Che cos’è il digital advertising

Quando si parla di digital advertising, ci si riferisce a tutte le attività online che vengono svolte da un’azienda sui social media, i motori di ricerca, i siti web, la newsletter e qualsiasi altro touchpoint online e compone la Digital Customer Journey, che corrisponde all’esperienza online degli utenti.

Il grande vantaggio di questa forma di pubblicità è la possibilità di creare una comunicazione customizzata, misurabile e mirata e offre l’opportunità per qualsiasi azienda, sia grande che piccola, di investire budget alla propria portata. Infatti, a differenza dei media tradizionali, è possibile prevedere investimenti anche più piccoli in funzione degli obiettivi da raggiungere.

Ispirandoci alla definizione realizzata da Philip Kotler, acclamato come “il maggior esperto al mondo nelle strategie di marketing” dal Management Centre Europe, l’advertising è “qualsiasi forma pagata di presentazione e promozione non personale di idee, beni e servizi attraverso i mass media come giornali, riviste, televisione o radio da parte di uno sponsor identificato”. Il digital advertising ha in sé tutte queste caratteristiche da applicarsi al mondo online.

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Il digital advertising per piccole e medie imprese

Uno degli effetti più interessanti del digital advertising è che tutte le imprese possono accedervi perché i costi per ottenere visibilità sono molto più contenuti rispetto alla pubblicità offline. Dunque, anche in periodi di recessione o di crisi economica, le piccole e medie imprese possono decidere di attivare campagne per mantenere alto l’engagement sul proprio brand e per migliorare la propria reputation.

digital advertising

Inoltre, oltre ai costi contenuti, c’è l’enorme vantaggio di poter monitorare i risultati raggiunti rispetto alla definizione di un obiettivo, impostando un determinato KPI (key performance indicator) in funzione della strategia di marketing.

Senza dubbio è molto più semplice indirizzare un messaggio pubblicitario ad un target preciso e definito, mostrando l’annuncio al pubblico giusto nel momento giusto. Infatti, i social media e più in generale tutte le piattaforme di digital marketing permettono di impostare in maniera molto dettagliata i gruppi di pubblici di destinazione, avendo così la certezza di raggiungere le persone più coerenti al proprio brand.

In sintesi, per le piccole e medie imprese, il digital advertising rappresenta la soluzione ideale per investire in maniera contenuta, potendo raggiungere risultati misurabili su segmenti di mercato ben precisi. Questo perché:

  1. è agile. Potendo monitorare costantemente le proprie inserzioni pubblicitarie, si possono attuare degli accorgimenti e dei cambiamenti in corso d’opera.
  2. è misurabile. Qualsiasi risultato generato da un investimento può essere misurato.
  3. è integrabile nella strategia digitale. Deve essere sempre coerente con la strategia generale per il raggiungimento degli obiettivi di business dell’azienda.

I canali del digital advertising

Quando si parla di canali della pubblicità digitale si intendono tutte quelle piattaforme online, i siti e le app su cui si possono distribuire le campagne pubblicitarie. Ecco una panoramica dei principali strumenti a disposizione.

1. Sito dell’azienda

Bisogna immaginare il sito della propria azienda alla pari del proprio ufficio, negozio o impresa locale. Questo dovrebbe essere il luogo in cui approdano tutte le campagne pubblicitarie perché è dove i clienti possono scoprire maggiori informazioni o, nel caso di un eCommerce, acquistare i prodotti o scoprire di più dei servizi offerti.

Oggi ci sono molti sistemi di gestione dei contenuti e piattaforme più semplificate per creare un sito web.

2. Display advertising

Si tratta dell’insieme di azioni di pubblicità online di un brand o di un prodotto su altri siti web. Attraverso l’uso di immagini e di video si cerca di generare brand awareness incoraggiando le persone a cliccare sull’annuncio. Ovviamente, essendo una delle forme più comuni di pubblicità online, è accessibile a tutte le aziende e questo comporta il raggiungimento di un pubblico in modo massivo.

3. Search advertising

Fa parte delle possibili azioni di marketing attuabili sui motori di ricerca ed è noto anche come Search Engine Marketing. Si tratta della pubblicità sui motori come Google e Bing e viene spesso usata insieme alla SEO. Il vantaggio di questa forma è che permette di mostrare il proprio brand a persone che stanno già facendo ricerche affini, aumentando così la possibilità che clicchino sull’inserzione e che avvenga una conversione.

4. Social Media Advertising

In questo caso il posizionamento degli annunci pubblicitari avviene sui social media, come Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn. Sui motori di ricerca le inserzioni si basano sulla domanda consapevole da parte dell’utente che è lì proprio perché sta cercando informazioni su un certo prodotto. Sui social, invece, le persone non sanno ancora di avere bisogno di qualcosa e le pubblicità gli mostrano esattamente quello a cui potrebbero essere interessati (domanda latente). Ecco perché è necessario creare annunci che siano coinvolgenti e tracciabili.

5. Video advertising

A prescindere dal loro posizionamento su un canale, l’utilizzo dei contenuti video per promuovere un brand si è rivelato estremamente proficuo essendo una delle forme più coinvolgenti di advertising. Anche in questo caso, gli annunci possono essere indirizzati ad un pubblico specifico definito in base alla geolocalizzazione, agli interessi e ai dati demografici.

6. Email advertising

Senza dubbio è una delle forme di digital advertising più efficaci per il suo incredibile valore relazionale in grado di mettere in connessione brand e potenziali clienti. Osservando le statistiche che arrivano direttamente dagli Stati Uniti, le email hanno un tasso di penetrazione pari al 90% tra gli utenti di Internet, mentre solo il 69% degli adulti si trova su Facebook. Le mail sono senza dubbio uno degli asset più duraturi che ti permettono di costruire una comunicazione personale con l’utente. Sicuramente nella strategia di email si possono considerare come contenuti: le offerte e le promozioni, gli aggiornamenti su prodotti o servizi, i contenuti informativi, gli articoli di approfondimento.

7. Influencer marketing

Anche le piccole e medie imprese hanno iniziato a collaborare con gli influencer traendo così vantaggio dalla collaborazione con account che hanno un certo seguito. Ricevere l’approvazione e la promozione da parte di un personaggio rilevante per la propria community significa aumentare la brand awareness e magari anche le vendite.

8. Affiliate marketing

In questo caso si tratta di un programma basato sulle prestazioni per cui un partner viene premiato con una commissione in base al raggiungimento di un risultato specifico concordato con l’inserzionista.

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I 4 passi per definire una strategia di digital advertising

Per realizzare al meglio una strategia di digital advertising che possa portare i suoi frutti è fondamentale definire dei passaggi chiave.

1. Definire l’audience

Come primo punto c’è la definizione della propria audience. Non può esistere nessun piano se non si conosce perfettamente il pubblico a cui si vuole comunicare. Comprendere il proprio target significa anche scoprire quali segmenti di pubblico sono più redditizi così da poter analizzare al meglio il ritorno dell’investimento.

Per definire il proprio pubblico si può partire dalle persone che sono già attuali clienti. In questo modo si potranno studiare:

  • i dati demografici
  • gli interessi
  • i comportamenti

Bisogna poi fare ricerche di mercato per ampliare i propri dati a disposizione per aumentare il segmento di mercato di riferimento. Una volta analizzate le informazioni si può passare alla costruzione delle buyer personas, ossia la costruzione di veri e propri avatar dei propri potenziali clienti, in cui vengano raccontate le loro sfide, gli obiettivi, le minacce, i motivi che potrebbero spingerli all’acquisto.

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2. Stabilire gli obiettivi di digital advertising

Dopo aver analizzato il proprio pubblico e dopo aver stabilito su quali canali impostare le proprie campagne, è necessario definire gli obiettivi aziendali.

Per funzionare un obiettivo deve essere SMART:

  • specifico (specific)
  • misurabile (measurable)
  • raggiungibile (achievable)
  • rilevante (relevant)
  • con un limite di tempo definito (time-bound)

3. Impostare il proprio channel mix

Non si può essere ovunque e con la stessa efficacia. Ecco perché è fondamentale determinare quale sarà il mix dei canali a disposizione in base agli obiettivi, al target e al budget a disposizione. L’unico modo per avere una visione d’insieme e analizzare quale canale performa meglio è testare, testare, testare.

4. Misurare i risultati

L’economista e saggista austriaco naturalizzato americano Peter Drucker diceva spesso che non puoi gestire qualcosa che non puoi misurare. Lo stesso vale nel digital advertising.

digital advertising

Soltanto misurando i risultati si può decidere se la strategia in uso è la più corretta e fruttuosa per il proprio business. Ma su quali KPI è utile soffermarsi?

  • Ritorno sulla spesa pubblicitaria (ROAS): si riferisce alle entrate generate dalla spesa pubblicitaria.
  • Costo per impression (CPM): il costo per mille impression.
  • Click-through rate (CTR): la percentuale di volte che un utente vede un annuncio e fa un’azione o un click per aprire il sito web o la pagina di destinazione.
  • Costo per clic (CPC): è il costo medio per clic per ciascun annuncio.
  • Tasso di conversione: la percentuale di persone che effettuano una precisa azione atta a convertire l’utente in cliente.
  • Engagement rate: è il tasso di coinvolgimento di persone che interagiscono in qualche modo con l’annuncio.

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Nel 2022 il mercato del digital advertising ha chiuso a quota 4.42 miliardi di euro, registrando un aumento del 3% rispetto all’anno precedente.

A prescindere da come andrà il 2023, quello che è certo è che la pubblicità digitale rappresenta per qualsiasi impresa o azienda uno strumento imprescindibile per la propria notorietà. Il più democratico di sempre, perché chiunque può accedervi in base alle proprie disponibilità di investimento.

Come migliorare le conversioni e ridurre il tasso di abbandono del tuo eCommerce

I carrelli abbandonati, specialmente nel settore degli eCommerce di moda, sono uno dei più grandi problemi da risolvere perché non consentono di ottenere le conversioni desiderate dalle aziende.

Ci si trova quindi spesso a chiederci quali possono essere le azioni possibili per ridurre il tasso di abbandono dei carrelli ed aumentare le vendite online.

Quali sono i motivi che facilitano l’abbandono da parte degli utenti? E quali sono le azioni che è possibile compiere per ottimizzare il processo di vendita?

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Per rispondere a queste domande e trovare degli utili spunti e soluzioni in grado di migliorare il tasso di abbandono del carrello negli shop online è innanzitutto fondamentale essere un passo avanti conoscendo i trend globali relativi alle vendite online ma anche sulle singole categorie di prodotto, le statistiche sull’abbandono del carrello, le abitudini di acquisto dei consumatori, le statistiche sull’e-mail marketing e molto altro ancora.

Solo la conoscenza di tendenze e statistiche infatti, può fornire gli elementi necessari per intraprendere le corrette strategie capaci di aiutare le aziende e-commerce a incrementare le conversioni e il fatturato.

L’importanza dei dati

Compreso che la creazione della strategia adeguata deve partire dalla conoscenza, prima di tutto, dei trend del mercato e dei dati statistici, vediamo alcuni numeri che ci permettono di creare le strategie migliori attraverso cui è possibile aumentare conversioni e fatturato per gli eCommerce.

La stagionalità, ad esempio, rappresenta un elemento molto importante; conoscere infatti le statistiche che mostrano i periodi di vendita più performanti fornisce alle aziende un ottimo spunto per decidere quando fare campagne pubblicitarie su determinati capi, così come conoscere il tasso di apertura delle email è un dato utile per comprendere quali contenuti hanno migliori o peggiori prestazioni.

Allo stesso modo, conoscere gli articoli più acquistati può rappresentare una utile informazione per prendere diverse decisioni anche inerenti alla visibilità dei singoli capi sulle pagine dell’eCommerce.

Nel 2022 ad esempio, i clienti nel settore eCommerce della moda di SaleCycle, azienda specializzata in soluzioni data-driven di remarketing e di recupero carrelli abbandonati, hanno venduto un totale di 37 222 646 articoli.

Alla luce di questi dati diviene quindi importante saper individuare quali siano i prodotti più performanti che registrano il maggior volume di vendite online, così da pianificare al meglio la strategia di marketing ideale.

Ma vediamo alcuni dei dati raccolti da SaleCycle relativi al 2022:

  • Gli abiti da donna hanno registrato la percentuale di vendite più elevata, seguiti da t-shirt, jeans e maglioni.
  • Gennaio è stato il mese ad avere registrato il maggior volume di vendite online (10,71%). A dimostrazione di come i saldi invernali di gennaio stiano diventando popolari tanto quanto il Black Friday e il Cyber Monday in termini di marketing, promozioni e offerte da parte dei brand. 
  • Mentre alcuni prodotti sono maggiormente influenzati dal fenomeno della stagionalità, registrando picchi e cali, alcuni articoli come i jeans registrano un volume di vendite stabile durante tutto l’anno. 

salecycle - stagionalità ecommerce

Tutti questi dati rappresentano dunque uno strumento fondamentale attraverso cui sviluppare la più adeguata strategia di marketing.

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Le strategie per migliorare conversioni e fatturato del tuo eCommerce

Le ragioni per cui gli utenti abbandonano il carrello sono molteplici, tra cui i costi imprevisti, come le spese di spedizione o le tasse, preoccupazioni sulla sicurezza del sito web o semplicemente il fatto di cambiare idea. 

Per questo, le soluzioni che è possibile mettere in campo per l’ottimizzazione delle conversioni e la riduzione del tasso di abbandono del carrello sono diverse e da valutare in base al singolo caso.

Tuttavia è possibile individuare delle strategie che risultano essere vincenti nella maggioranza dei casi.

Ecco alcuni esempi:

  • Le soluzioni di  remarketing;
  • l’email marketing;
  • l’invio di sms;
  • l’invio di notifiche e messaggi on-site.

Queste soluzioni ed altre ancora sono in grado di aiutare le aziende eCommerce di moda ad aumentare il tasso di conversione, incrementare le vendite online, fidelizzare i propri clienti e ad acquisirne di nuovi e aumentare il fatturato.salecycle - capi venduti - ecommerce

Conclusioni

Ogni carrello abbandonato rappresenta un’occasione mancata in più di crescere come fatturato e come brand, per questo motivo è essenziale comprendere i motivi per cui questo accede, conoscere i trend del mercato per farsi trovare pronti e integrare le strategie più adatte alla singola situazione.

Conoscere le statistiche significa, ad esempio, sapere che secondo il report elaborato da SaleCycle i tassi di abbandono del carrello risultano essere più elevati da mobile (85,55%) che da desktop (78,68%) e ciò suggerisce che i brand di moda dovranno affrontare delle sfide non indifferenti per migliorare l’esperienza di acquisto da smartphone. 

In questo contesto quindi, può risultare utile per le aziende ad esempio ricevere consigli personalizzati su come incrementare il tasso di conversione o avere una previsione delle performance che è possibile generare grazie a specifiche soluzioni.

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Disney Pixar crea il primo personaggio non binario nel film Elemental

Il nuovo film d’animazione Disney Pixar è uscito nelle sale cinematografiche pochissimi giorni fa, il 16 giugno negli Stati Uniti e il 21 giugno in Italia, e già si è confermato – come d’altronde ci si aspettava – un esempio di innovazione e avanguardia.

Elemental, così si chiama il nuovo lungometraggio diretto da Peter Sohn, ha infatti introdotto il suo primo personaggio non binario.

Negli ultimi anni, Pixar, attraverso i film d’animazione che ha prodotto, ha sempre preso posizione riguardo a tematiche sociali di particolare rilevanza.

Se con Soul fece discutere la scelta di introdurre per la prima volta un protagonista nero, Pixar sta tentando di aprirsi già da tempo al tema della sessualità.

Nel 2021, infatti, appariva per la prima volta nella serie “The Owl House” un personaggio non binario Raine Whispers, presentato con i pronomi they/them. Ancor prima, in “Onward”, il personaggio dell’ufficiale Specter, è lesbica. Rimane poi iconico il primo bacio omosessuale in “Lightyear”.

Tutti questi esempi rappresentano, evidentemente, solo l’inizio di un percorso che la casa di produzione intende portare avanti facendo dell’inclusione (ancor di più) la propria vision.

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La presa di posizione dell’azienda, infatti, assume ancor più valore dato che ad Hollywood c’è una vera e propria carenza di rappresentazioni di personaggi non binari.

Elemental e il personaggio di Lake Ripple

Quella di Elemental è la storia di una città abitata da personaggi di acqua, fuoco, aria e terra che interagiscono tra loro per dimostrare che due poli opposti possono avere, in realtà, molto in comune.

Il film rappresenta già di per sé un’uscita importante perché per la prima volta, dopo molto tempo, debutterà solo al cinema e non in parallelo anche su Disney+.

pixar

Lake Ripple è uno dei personaggi del film e, come lascia intendere il nome, rappresenta l’elemento dell’acqua.

Doppiato da Ava Hauser, Lake è un personaggio non binario, ha una ragazza ed è il fratello del protagonista secondario, Wade Ripple.

Nonostante Lake non abbia un ruolo di primo piano all’interno del film, la sua presenza è chiaramente molto significativa non solo per i membri della comunità LGBTQIA+ che potranno vedersi rappresentati sul grande schermo nelle varie generazioni, ma per tutti coloro che credono nel cambiamento in atto e nei valori dell’inclusione e della diversità.

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La crisi della Pixar e la sfida di Elemental

Pixar sta affrontando un’ulteriore sfida: già da qualche anno, infatti, i licenziamenti e altre difficoltà avevano evidenziato la profonda crisi che l’azienda stava vivendo.

Elemental, nonostante la sua spinta creativa e attivista, è il peggior esordio nella storia di Pixar. Il film ha ottenuto un incasso di soli 28 milioni nel primo weekend negli Stati Uniti.

Se molti lo stanno apprezzando, per altri, invece, si tratta di un film che vive di incertezze e che si accontenta di imboccare la via più sicura, piegandosi alle logiche del mercato e fallendo dal punto di vista economico.