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LANDING PAGE seo

SEO per Landing Page, come farsi trovare sui motori di ricerca

Cosa non è una Landing Page: non è una pagina qualsiasi del sito internet.

Cosa è una Landing Page: una pagina di atterraggio, una pagina web dedicata a “chiamare all’azione” i nostri avventori.

Dal chiedere le loro generalità in cambio di un premio gratuito al chiedere loro di iscriversi alle nostre newsletter o condividere i nostri canali social.

Il suo obiettivo è, tendenzialmente uno: registrare nuovi lead.

Gli utenti arrivano su una Landing Page o tramite la ricerca di una certa Keyword online, o tramite i canali social del brand o, anche, tramite la ricezione di una newsletter.

Una Landing Page efficace è una pagina semplice, visivamente accattivante che utilizza la cosiddetta Hero Image, che ha la funzione di spiegare in modo chiaro il suo obiettivo.

Non esiste una landing senza una Call To Action, di solito un bottone ben visibile, in grado di portare l’utente a compiere l’azione da noi desiderata.

I testi inseriti, partendo dal titolo e sottotitolo, devono essere accattivanti e semplici allo stesso tempo.

Devono evidenziare i benefici e il perché l’utente debba compiere l’azione richiesta, meglio ancora se corredata dalle opinioni positive di altri utenti.

Quindi se abbiamo chiarito il fatto che una Landing Page è qualcosa di dedicato e costruito ad hoc ora andiamo ad approfondirne gli elementi base e il perché se nessuno la trova online può essere anche la miglior pagina di atterraggio del marketing moderno, ma non serve a nulla.

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Vocabolario basic: i termini da sapere prima di costruire una Landing Page

le keyword per una landing page seo optimized

Visto che quando si parla di Landing Page si toccano anche concetti o vocaboli settoriali, ci sembra giusto fare una piccola carrellata di orientamento.

Partiamo da Inbound Marketing, il marketing per il quale l’azienda individua il suo target e cerca di attrarlo a sé. In questo contesto si sviluppano le Landing Page che, come abbiamo detto, hanno lo scopo di acquisire lead attraverso un canale e una strategia che interessi veramente il pubblico.

Oggi il 74% dei marketer utilizza questa strategia come primaria in netto contrasto con l’Outbound Marketing che, al contrario, spinge dei messaggi generici del brand sulla massa del target, senza adattarne il contenuto alle buyer personas.

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Fanno parte dell’Inbound Marketing azioni che partono dalla SEO o dalla newsletter, fino ad arrivare a blog e podcast fatti di contenuti di intrattenimento.
Parliamo di intrattenere proprio perché l’Inbound Marketing inizia con l’attrazione del cliente grazie alla creazione di contenuti distintivi e attrattivi, continua con l’intrattenimento ed il coinvolgimento e si chiude con la costruzione di un rapporto di fiducia tra il cliente e il brand, che prosegue anche dopo la vendita vera e propria.

Poi c’è sicuramente Keywords, le parole chiave, quelle che decidono il nostro destino nell’essere trovati dai clienti.

Google mette a disposizione uno strumento molto efficace per la ricerca e la pianificazione con anche la possibilità di procedere per una ricerca correlata alle prime voci inserite.
Dallo stesso strumento di ricerca è possibile pianificare le campagne a pagamento studiate per parole chiave.

CTA, Call to Action, la chiamata all’azione dell’utente in merito a quello che vogliamo fargli fare noi.

Chiaramente per far sì che un utente faccia qualcosa la nostra Call to Action dovrà essere evidente all’interno della Landing Page e dovrà contenere un’azione interessante per l’utente.
L’azione contenuta all’interno di una CTA deve essere funzionale ad attrarre lead e a trasformare questi in clienti.

Esempi di Call to Action possono essere: lasciare un contatto in cambio di un “premio” la possibilità di ottenere qualcosa gratis, come il download di un eBook o di un corso, procedere con l’acquisto di un prodotto con forte sconto o gratuitamente con la scusa di essere eletto come cliente test, in tutti quelli che sono gli ambiti della Customer Care, come una richiesta di contatto o di supporto.

Infine, mai dimenticarsi dove posizionare il bottone, deve essere sul percorso dell’utente che, scorrendo la landing, lo incontra e decide di cliccarci.
Posso mettere più CTA in una stessa Landing Page? Sì, ma l’utente deve riuscire a distinguerli.

Ultima la SEO, Search Engine Optimization, l’insieme di tutte quelle tecniche e procedure che aiutano siti e Landing Page a raggiungere la vetta dei risultati della ricerca organica, infatti solo il 63% degli utenti è disposto a visualizzare i risultati presenti dalla seconda pagina in poi.

Seppur una SEO efficace comporti la scelta e l’inserimento delle keywords perfette, deve essere scritto in maniera fluida e sintatticamente corretta per scalare l’algoritmo di Google.

I motori di ricerca prediligono testi più corti se densi di significato.
Poi titolo, sottotitolo e meta description sono le prime informazioni che vengono analizzate e che devono, necessariamente, avere come focus quello che è il tema e fornire anche un breve riassunto all’utente.

La SEO va a indagare le parole della pagina, quindi è importante che anche le singole immagini inserite devono avere una descrizione o un sottotitolo in backend così da essere indicizzate insieme al testo stesso.

Infine link: ottimizzato quello diretto alla pagina e inseriti, con sistemi di ricollegamento, ad altre pagine coerenti con la propria e che approfondiscano il tema.

LEGGI ANCHE: 15 esempi di landing page da cui trarre ispirazione

Landing page efficace? Fatti trovare nella SERP

Come abbiamo detto sopra, una Landing Page è una pagina che deve scatenare intorno a sé conversazioni e attrarre lead, deve aver chiaro l’obiettivo principe per la quale è stata creata, ma senza una SEO corretta la nostra pagina non verrà trovata da nessuno nei motori di ricerca, parliamo dunque di SERP.

come creare una landing page che converte

Ecco quindi che una pagina di atterraggio deve essere sempre studiata in maniera strategica se si parla di keywords e di facilità nelle ricerche, spostiamo dunque il focus su una vera e propria categoria, ossia la SEO Landing Page.

LEGGI ANCHE: Scrittura SEO: 7 passi per creare contenuti ottimizzati per la ricerca

Potremmo dire che, in questo caso, Less is More, e non nelle Hero Images, ma nel testo: focus su un gruppo di keywords, chiare, che forniscano all’utente, in modo chiaro, l’intento della pagina e che ne creino una vera e propria esperienza di navigazione.

Che inizia dalla prima parola e finisce al click sulla CTA.

checklist SEO per Landing Page

Nel predisporre la nostra Landing Page dobbiamo ricordarci di stimolare l’utente a fare l’azione e alcuni dei punti sui quali fare leva sono: la scarsità, la sensazione di perdere un’occasione imperdibile se non si clicca sulla CTA, riprova sociale, infatti l’affidabilità del servizio o prodotto proposto è data dalle opinioni di altri utenti, aggiungiamo anche la possibilità di avere una prova gratuita del servizio o prodotto.

Alcuni concetti base per creare una SEO Landing Page

  1.  Keyword
    Individua il gruppo di Keywords principale e poi struttura un gruppo di parole chiave per parola selezionata all’inizio, così da coprire più intenti di ricerca differenti. Sempre in modo coerente e “umano”. L’algoritmo dei motori di ricerca premia le pagine web scritte per i lettori, non per i robot.
  2.  Search Intent
    Cosa sta cercando il mio utente target? Che risposta vuole da me?
    Rispondere in modo corretto a queste domande, strutturando quindi la Landing Page con le informazioni e i contenuti giusti, attireranno più lead possibili a premere sulla nostra Call To Action
  3. SEO
    On-Page SEO, la capacità che la nostra pagina dia ai motori di ricerca di leggere, analizzare e individuare i concetti chiave della nostra Landing Page. Più il nostro punteggio è alto, più la nostra pagina riuscirà a rimontare nella classifica dei risultati.
    Per ottenere questo risultato ci sono alcune buone pratiche da mettere in atto: ottimizzare il titolo e i sottotitoli, inserendo anche una parola chiave rilevante, stendere una meta desription, una sorta di riassunto di cosa verrà trovato nella pagina completa, inserire un titolo e descrizione all’immagine inserita (i motori di ricerca leggeranno quello, non i pixel) e inserire delle immagini o video, rendono più facile la lettura, strutturare un sistema di link che rimandino a pagine coerenti con la nostra.
  4. URL
    Creare un URL della pagina ad hoc, corto e dritto al punto, modificando, se necessario, quello proposto di default.
  5. Monitorare i risultati
    La nostra Landing Page per quanto tempo è rimasta o rimane nei risultati rilevanti della ricerca? Che numeri di lead genera? Dove si concentra l’attenzione del mio lettore?

Procedere con un A/B Test, creando due pagine molto simili con piccole variazioni, può aiutare ad evidenziare quale sia la strada più efficace.

LEGGI ANCHE: I segreti per una checklist SEO di successo

Esempi per lasciarsi ispirare

Cercando online tra chi già aveva mappato alcuni esempi efficaci di Landing Page che racchiudono alcune best practices di cui abbiamo parlato, riportiamo:

Shopify’s crea una landing per i nuovi venditori che si vogliono avvicinare alla piattaforma: un unico ambiente in cui gestire le proprie vendite online, una fiducia visti gli utenti che già ne hanno approfittato. Non resta che procedere con una prova gratuita.

Airbnb, la piattaforma di affitti privati brevi più famosa al mondo, combatte da sempre con la necessità di incrementare gli host, più scelta per il turista che continuerà a organizzare le sue vacanze con Airbnb.
La landing non è altro che una sorta di configuratore che risponde alla domanda: quanto guadagneresti se la tua casa fosse su Airbnb?

Nike, diciamo la verità, non so quanto abbia bisogno di una Landing Page per vendere, forse ha necessità di ampliare il suo bacino di clienti, magari “rubandola” alla concorrenza, ecco quindi una landing fatta di foto e sconti, il cliente ha a disposizione un catalogo di prodotti in sconto da approfondire, ma si sa, uno apre lo sconto, ma finisce per mettere nel carrello anche articoli delle nuove collezioni.

nuovo visore apple vision pro

Quanto costa (e cosa fa) il nuovo visore di Apple

Arriva il Visore di Apple: dopo anni di annunci ritardi, l’azienda ha presentato un headset per la realtà aumentata chiamato Apple Vision Pro che fonde “senza soluzione di continuità” il mondo reale e quello digitale.

Le caratteristiche del Visore di Apple

È il primo prodotto Apple attraverso il quale si guarda“, ha dichiarato il CEO Tim Cook a proposito del dispositivo, che assomiglia a un paio di occhiali da sci. Il visore di Apple è dotato di una batteria estraibile e si controlla con gli occhi, le mani e la voce.

Vision Pro si posiziona principalmente come dispositivo AR, ma può passare dalla realtà aumentata a quella virtuale completa tramite una manopola.

nuovo visore apple vision pro persona che lo indossa

Quanto costa il visore di Apple

Il prezzo di partenza di Vision Pro è di 3.499 dollari e il lancio avverrà all’inizio del prossimo anno, a partire dal mercato statunitense e in altri Paesi nel corso dell’anno.

A differenza dei prodotti dei competitor già lanciati sul mercato, come il Quest di Meta o Pico di Bytedance, il dispositivo è privo di controller: app, file e icone si sfogliano in un sistema operativo chiamato visionOS, semplicemente guardandole.

È possibile utilizzare il nuovo visore di Apple anche tramite comandi vocali e l’azienda afferma che centinaia di migliaia di app già conosciute e utilizzate per iPhone e iPad”funzioneranno automaticamente in questo modo.

Inoltre, il visore per la realtà aumentata supporta gli accessori Bluetooth, tra cui Magic Keyboard e Magic Trackpad, e consentono di collegare il Mac per utilizzarlo all’interno dell’headset. Le telecamere rivolte verso il basso sono in grado di riprendere le mani e seguirne i movimenti.

L’hardware del Vision PRO

Il visore ha una parte frontale in vetro e un telaio in alluminio, che contiene cinque sensori, 12 fotocamere, un display 4K per ciascun occhio e un computer che sembra essere raffreddato da una ventola.

La maschera dell’headset (che Apple chiama “Light Seal”) e il cinturino (che Apple chiama “Head Band”) sono foderati in tessuto e modulari, e Apple afferma che possono flettersi per adattarsi a diverse forme del viso e dimensioni della testa.

Zeiss ha creato inserti ottici personalizzati che si attaccano magneticamente alle lenti per chi porta gli occhiali. Ha una batteria esterna che dura fino a due ore e può essere collegata tramite un “morbido cavo intrecciato” in modo da poterla infilare in tasca, oppure si può collegare a un’alimentazione esterna e usarla tutto il giorno.

Apple promette che il display sarà di una nitidezza senza precedenti e in grado di fornire video in 4K.

Il sistema utilizza un M2, ma include anche un nuovo chip chiamato R1.

Le differenze del Visore di Apple con Quest e Pico

Inoltre, Apple avrebbe superato la sensazione di isolamento tipica degli headset dei concorrenti: la mascherina sarà in grado di mostrare gli occhi di chi lo utilizza grazie a un sistema chiamato EyeSight e, durante l’uso in full VR, uno schermo luminoso li oscurerà per suggerire che non si è disponibili all’interazione esterna.

In più, crea una “persona” digitale – in pratica un avatar iperrealistico – scansionando il volto dell’utilizzatore. Il dispositivo utilizza poi un video passthrough che consente di vedere il mondo reale a colori permettendo di vedere e interagire con lo spazio circostante.

apple vision pro spatial computing

Sarà da subito possibile utilizzare FaceTime, catturare e “rivivere” video a 180 gradi con una telecamera 3D e fruire di contenuti TV e Arcade, compresi i contenuti premium di Disney.

Apple si lancia nello spatial computing

Il prodotto annunciato era in lavorazione da anni e, secondo quanto riferito, è stato sottoposto a diverse iterazioni. Tuttavia, entrerà in un mercato che non è ancora decollato. Il suo principale concorrente sarà probabilmente Meta.

giornata mondiale dell'ambiente

Giornata mondiale dell’ambiente 2023: i creator più seguiti che parlano di sostenibilità

Come ogni anno, anche questo 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, un appuntamento promosso dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente atto a sensibilizzare sulla salvaguardia del nostro pianeta.

Il tema scelto per il 2023 punta l’attenzione sulle soluzioni all’inquinamento causato da rifiuti in plastica e porta l’hashtag #BeatPlasticPollution.

Annualmente vengono infatti prodotte più di 400 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il 9% viene riciclato.

Da qui l’urgenza di far attuare azioni efficaci per affrontare la minaccia della contaminazione ambientale ad opera di plastica e microplastica.

La Giornata Mondiale dell’Ambiente rappresenta quindi un’occasione annuale per ricordarci il valore del nostro pianeta e l’importanza della sua tutela, ma chi sono i personaggi social che quotidianamente si dedicano a diffondere il messaggio della sostenibilità ambientale?

Infleadpiattaforma di Influencer Marketing Intelligence, ha stilato la classifica dei creator che ci parlano di ambiente: ecco qui quelli che con i loro contenuti riescono a raggiungere il maggior numero di utenti su Instagram e TikTok!

LEGGI ANCHE: Cos’è e come si fa un social media report delle campagne

Giornata mondiale dell’ambiente 2023: i più seguiti su Instagram

  1. cotoncri

 

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Un post condiviso da Cose Non Cose – CNC (@cnc_media)

Dopo la nascita della figlia Blu, l’ex modella Cristina Cotorobai ha deciso di rivoluzionare il suo stile di vita così che fosse meno impattante per il Pianeta, e di raccontare questo suo percorso sui social

  1. camilla_agazzone

 

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Un post condiviso da Camilla | GREENtips (@camilla_agazzone)

Con i suoi green tips, la designer Camilla Agazzone insegna alla sua community come diventare degli “imperfetti sostenibili” a piccoli, ma fondamentali, passi per salvare il mondo

  1. giovanni.storti.ufficiale

 

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Un post condiviso da Giovanni Storti (@giovanni.storti.ufficiale)

Difficile da immaginare sul podio per questa tematica, ma al terzo posto c’è l’attore Giovanni Storti, del celebre trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”, che sul suo profilo intrattiene con post dedicati alla cura dell’ambiente e della salute

  1. eco.narratrice

Specializzata in comunicazione ambientale sia scritta che come regista di documentari, dal 2007 Elisa Nicoli racconta e ispira a una quotidianità più rispettosa verso la Terra e i suoi abitanti

  1. parlasostenibile

 

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Un post condiviso da Silvia Moroni (@parlasostenibile)


Spinta dal desiderio di aiutare le persone a diventare più sostenibili, Silvia Moroni ha fondato @ParlaSostenibile, dove si occupa di creazione di contenuti digitali per social media e siti web a tema cibo e, ovviamente, sostenibilità

LEGGI ANCHE: Dimensioni immagini social 2023: la guida aggiornata

Giornata mondiale dell’ambiente 2023: i più seguiti su TikTok

  1. lambert.nic

@lambert.nic

Su TikTok, come sulle altre piattaforme, Nicola Lamberti (alias lambert.nic) ci parla di sostenibilità, di consapevolezza, d’impegno civico e di come possiamo contribuire positivamente e regolarmente ad aiutare il nostro pianeta.

  1. archeoplastica

@archeoplastica

Il progetto nasce da un’idea di Enzo Suma, da oltre dieci anni guida naturalistica ad Ostuni (Br), per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento da plastica e promuoverne un uso più consapevole e responsabile.

  1. giovannistoruff

@giovannistortiuff

Inarrestabile, conferma il suo posto sul podio anche su TikTok.

  1. lifegate

@lifegate

Non una persona fisica, ma il canale media di informazione principale per i temi ambientali e per la sostenibilità: sbarcato su TikTok, raggiunge solo con questo profilo 1.4 milioni di persone.

  1. telospiegasofia
@telospiegasofia

All’anagrafe Sofia Pasotto, ha partecipato ai Fridays for Future e fa divulgazione scientifica sui social in modo smart e a volte anche ironico, per cercare di sensibilizzare il più possibile anche i giovanissimi.

social media report

Cos’è e come si fa un social media report delle campagne

I canali digitali, in crescita costante, sono fondamentali per le strategie di marketing. A dirlo è lo studio Digital Report 2023 di Hootsuite e We Are Social . L’incremento dell’utilizzo dei social media è però legato a doppio filo al monitoraggio della performance delle campagne. È, dunque, importante sapere quali contenuti abbiano ottenuto più “clic”, e fare dei confronti con le precedenti campagne.

Non sempre è facile dimostrare quali risultati ha ottenuto un particolare evento del brand, o l’andamento generale nel tempo. Per questo è opportuno impegnarsi nella redazione di un report.

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Cos’è un report social media

Il report rappresenta un modo per essere sempre aggiornato circa le proprie strategie sui social media. È lo strumento che permette di evidenziare il monitoraggio dei vari canali digitali dell’impresa.

Si tratta, infatti, di un documento che presenta le tattiche usate per comprendere se le strategie di marketing sono state un successo o un fallimento. I dati evidenziati nel report, permettono di capire se il budget investito è stato ben speso, quali sono le esigenze del pubblico, ed eventuali informazioni preziose per il futuro.

È un modo semplice per allineare gli obiettivi di business alle strategie di marketing, sia per le aziende, che per i freelance. Per esempio, l’aumento del numero di followers non indica nulla se non sappiamo quanto abbiano influito in termini di fatturato.

social media report

Quali sono gli obiettivi di un report social media

Le informazioni che possono essere tratte da un report ben redatto sono molteplici, e riguardano vari spetti della gestione dell’impresa e delle strategie di marketing:

  • definire le future strategie di marketing sui social media, sfruttando i dati riassunti
  • dimostrare effettivamente qual è il ROI social media, che non è identificato solo dal numero di “like” che le pagine degli account ricevono
  • evidenziare i punti di forza e di debolezza di una campagna di marketing
  • capire quali sono le opportunità e gli elementi da migliorare nelle strategie di lungo periodo dell’impresa
  • effettuare dei confronti con i concorrenti. Analizzare ciò che fanno i competitor può essere fonte di ispirazione su cosa pubblicare e quando farlo

social media report

Gli obiettivi da porsi vengono identificati nell’acronimo SMART:

  • specific, chi coinvolgere? Cosa fare? Dove e perché? Quali sono i limiti?
  • measurable, puoi tenere traccia dei progressi? Come puoi quantificarli?
  • achievable, l’obiettivo è ragionevole? Può essere raggiunto? In che modo?
  • relevant, ne vale la pena? Combacia con gli altri obiettivi di medio/lungo termine?
  • timely, qual è il limite massimo di tempo per realizzarli?

LEGGI ANCHE: Gli orari migliori per postare sui social media nel 2023

I contenuti chiave da inserire nel report

I contenuti sono a discrezione aziendale in quanto dipendono dall’obiettivo, ma, ci sono dei dati rilevanti che è consigliabile inserire in ogni report. Per individuarli, è strategico rispondere a delle semplici domande: cosa dimostrano i numeri riguardo la strategia social? Cosa hai appreso dal pubblico? I risultati deludenti sono dovuti alla tempistica?

Le risposte a queste domande possono essere fornite dalle seguenti informazioni da reperire:

  • crescita del numero di followers nel tempo
  • interazioni quotidiane delle pagine aziendali con il pubblico
  • tasso di coinvolgimento, per capire l’orario adatto per pubblicare sui social
  • analisi dei post performanti (che ottengono più commenti, condivisioni e visualizzazioni)
  • dati anagrafici dei followers (residenza, età, sesso)
  • tempi impiegati nelle eventuali risposte da parte del team alle domande degli utenti

5 steps per creare un report social media

  1. Definire gli obiettivi, in modo da avere chiaro in mente qual è la direzione che il brand deve prendere per il futuro.
  2. Individuare gli stakeholder di riferimento, dirigenti, responsabili del team vendite, responsabili marketing…Ogni destinatario ha interessi diversi che devono avere risposta per lavorare bene
  3. Determinare il periodo di riferimento, settimanale, mensile, trimestrale
  4. Definire le metriche più pertinenti allo scopo
  5. Organizzazione del report, organizzare le metriche in modo che siano comprensibili ai destinatari. Completare con eventuali intuizioni, raccomandazioni e consigli utili per chi legge il report.

Presentazione del report

Se il report non è chiaro e comporta una lettura difficile, non sarà realmente utile. È fondamentale renderlo presentabile e accattivante, in modo da incuriosire il pubblico di riferimento.

social media report presentazione

Aggiungi elementi visivi, come immagini e grafici. La mente umana è portata a ricordare più facilmente se i contenuti sono collegati ad elementi visivi.

Rendi chiaro il percorso, estrai i dati fondamentali, andando dritto al punto. Non sprecare tempo con dati che non sono davvero interessanti per la situazione specifica, che confondono e annoiano. Evita di fare un elenco di numeri fini a sé stessi, piuttosto presentali come una storia, da trasformare in future azioni concrete.

Parla con franchezza, non mentire sui risultati negativi, che vanno necessariamente affrontati per poter migliorare.

Le metriche da monitorare

Tra le fasi più delicate nella realizzazione di un report social media, c’è la scelta delle giuste metriche da monitorare. Se si individuano le metriche giuste possono sbloccarsi informazioni preziose. Sono da includere solo quelle effettivamente utili al caso e al social media specifico. Più metriche vengono inserite, più difficile sarà l’elaborazione del report stesso.

Tra le metriche immancabili in un report social media troviamo:

  • engagement, la frequenza con la quale gli utenti interagiscono (commenti, like, condivisioni, retweet, clic). Più sono coinvolti, più è probabile che acquistino il prodotto
  • copertura, il numero di utenti che hanno visto i contenuti e che sono dei potenziali lead o clienti
  • hashtag, consentono di sapere di cosa parlano gli utenti, quali sono gli argomenti di tendenza, e di conseguneza, valutare l’impegno dell’azienda in riferimento ai trend
  • dati demografici, evidenziano quali sono i segmenti di pubblico più coinvolti con il brand, permettendo di adeguare il contenuto in base al target che si intende raggiungere
  • lead, i visitatori potenziali clienti
  • conversioni, quando il lead diventa cliente in seguito ad una “call to action” (apertura email, download, abbonamento alla newsletter, scansione del codice QR…)
  • impression, il numero di volte il cui il contenuto viene cliccato
  • engagement, permette di valutare la rilevanza del contenuto. Individua i canali efficaci per il brand ed evidenzia i post che ottengono risultati migliori
  • audience, il numero di coloro che partecipano alle conversazioni e risultano più attivi
  • contenuto, monitora i post che hanno avuto maggiore successo e quelli che sono stati un fiasco
  • click-through e bounce rate, è importante tenere traccia anche della provenienza online degli utenti. Nel primo caso si parla di coloro che visitano il sito aziendale provenendo dai social, nel secondo caso dal motore di ricerca o da campagne pubblicitarie a pagamento
  • share of voice, quante volte gli utenti menzionano il brand sul web. Il dato può essere comparato con quello dei competitor.

LEGGI ANCHE: Social Media: le metriche che devi conoscere e le novità in arrivo per il 2023

Le tipologie di social media report

Tenendo presente le metriche principali, si possono realizzare report differenti. Ogni tipologia si focalizza su un aspetto particolare.

Sulla base degli obiettivi, si possono individuare 3 tipologie di report:

  • Regolari (svolti con regolarità, tengono conto delle metriche principali per dimostrare i progressi)
  • una tantum (creato in seguito ad una specifica campagna o il lancio di un prodotto)
  • di ricerca (legato al trend di un periodo)

Rispetto al tempo, possono essere:

  • giornalieri, per individuare cambiamenti repentini, come nel caso di uno specifico post
  • mensile, utile al management per fare confronti, per capire se un eventuale picco di successo di una campagna è stato un caso o meno
  • trimestrale, consente di valutare la performance di lungo periodo, di accertare se gli obiettivi sono stati raggiunti, e se ci sono stati progressi rispetto al periodo precedente

Il report può anche avere dei focus specifici:

  • focus sulle performance del brand, per confrontare i dati di tutti gli account del brand e individuare quello più adatto, relativamente ai punti di forza e di debolezza
  • focus sulla promozione del brand, consente di monitorare la reputazione e la notorietà del brand

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campari

Come creare una brand identity forte. Il caso Campari

In un mercato sempre più competitivo, puntare su una brand identity forte è essenziale per distinguersi dalla concorrenza e catturare l’attenzione del pubblico di riferimento. Ma come si può creare un’identità di marca unica e memorabile? Quali sono i passaggi chiave per costruire un’immagine chiara, coerente e riconoscibile a tutti i livelli?

Approfondiamo l’argomento ripercorrendo la storia di Campari insieme a Fabio Molinaro, partner di Robilant e direttore creativo che ha progettato l’ultimo restyling di questo brand iconico.

Le origini di Campari e dell’aperitivo Red Passion

Sotto la guida della sua ardente passione, nel 1860 Gaspare Campari inventa una miscela così distintiva e rivoluzionaria che non è mai stata modificata e che ancora oggi mantiene intatta la sua composizione e ricetta originale.

Negli anni a venire, la “Red Passion” continua ad ispirare il suo fondatore, facendo crescere sempre di più il marchio. È così che nel 1867 Gaspare sceglie un caratteristico locale nella nuova Galleria Vittorio Emanuele II, l’epicentro culturale di Milano, come punto di riferimento per la sua attività. Il bar, luminosamente affacciato sull’iconica Piazza Duomo, viene chiamato Caffè Campari.

campari

Fotografia del Camparino in Galleria – 1925

Nel 1915, in omaggio al Caffè Campari di suo padre, Davide apre le porte del Camparino in Galleria. Rivoluzionando il modo di gustare il Bitter e introducendo la Red Passion a tutti gli avventori meneghini. Così Davide Campari diffonde l’aperitivo, ancora oggi, momento di socialità per eccellenza tutto italiano. L’aperitivo diventa sinonimo di incontro, conoscenza e piacere di stare insieme.

L’iconico Spiritello avvolto in una buccia d’arancia disegnato da Leonetto Cappiello nel 1920.

Negli anni ’30, arriva Campari Soda: l’aperitivo autentico e senza etichette, creato da Davide Campari, con una spruzzata di seltz. È frizzante e vivace, servito in un bicchiere conico appositamente progettato per esaltare il suo gusto e le note aromatiche. Questa abitudine milanese si diffonde gradualmente in tutta Italia.

L’intuizione eccezionale raggiunge il suo apice quando Davide Campari decide di unire Campari e seltz in una bottiglietta disegnata dal futurista Fortunato Depero.

Depero ideò la bottiglietta semplicemente rovesciando la sagoma del bicchiere del Bitter – 1932

Ancora oggi, senza etichette come allora: perché le etichette spesso parlano di noi, ma non per noi. L’aperitivo è il momento perfetto per lasciarsi andare e liberarsi dalle convenzioni e dagli orpelli.

La connessione con la città di Milano

Un’ulteriore consacrazione del legame già saldo tra Campari e la città di Milano arriva con la scelta da parte del brand di affidare a Bruno Munari il redesign del logo aziendale.

Munari nel 1964 progetta per Campari un manifesto strettamente collegato all’apertura della prima linea metropolitana di Milano. L’M1, la “linea rossa” inaugurata a novembre dello stesso anno, collegava Piazza Duomo allo stabilimento Campari di Sesto San Giovanni.

campari bruno munari

La sua efficacia visiva, anche se fugacemente avvistata dalla vettura del metrò, rimane intatta, offrendo uno sguardo caleidoscopico e curioso sulla città contemporanea. L’idea fondamentale del manifesto è quella di un montaggio potenzialmente estendibile all’infinito. Un’iterazione seriale che si ispira al concetto di mobilità, senza interruzioni.

Un flusso continuo di immagini: Munari segnala proprio l’elemento di continuità del marchio, ripercorrendo attraverso il confronto del lettering la lunga e prestigiosa storia pubblicitaria della azienda, passando dalle locandine iconiche di Hohenstein e Dudovich, Cappiello e Depero, giusto per citarne alcuni.

Nel progetto grafico di Munari convergono gli esiti della sua ricerca artistica, proiettati in un nuovo contesto urbano. Il manifesto per Campari diventa quindi una rappresentazione unica e innovativa dell’identità del marchio, in perfetta connessione con la città di Milano.

Nuova identità di marca e di prodotto per Campari

Quest’anno Campari si presenta ai mercati internazionali con un’inedita identità di marca. Il risultato è una sintesi scultorea ed iconica di tutti gli elementi che costituiscono le radici, l’identità e il futuro dell’aperitivo italiano per antonomasia.

La bottiglia è stata completamente ridisegnata dalla branding firm Robilant per assolvere al suo ruolo di protagonista indiscusso nei bar di tutto il mondo.

campari

Con un’elegante maestosità, il suo corpo di vetro è arricchito da un raffinato e significativo motivo a canneté, dettaglio che richiama lo stile tardo-deco e si ispira alla ricca architettura milanese, includendo il celebre Camparino nella Galleria Vittorio Emanuele II, dove tutto ebbe inizio.

L’etichetta, ridotta di dimensioni per mettere in risalto il rosso Campari, pone tutta l’attenzione sulla firma “Campari Milano”, sancendo in modo inscindibile il legame con il suo fondatore e artefice, Davide.

La ricchezza materica e la profondità compositiva dell’etichetta si possono cogliere solo osservandola con attenzione.

La nuova identità vive anche al di fuori dell’iconico bitter, mantenendo allo stesso tempo una perfetta sinergia con esso.

rebranding campari

Il nuovo sistema di Brand Visual Identity dà forma e sostanza a quell’attitudine raffinata e cosmopolita che caratterizza il brand e che ora si esprime in ogni sua sfaccettatura.

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Gli elementi cruciali per creare un’identità forte

Proprio come la nostra identità personale ci rende unici, l’identità di un brand rappresenta quel mix di ingredienti speciali che permette all’azienda di distinguersi sul mercato. Campari ha sempre avuto un’identità forte e memorabile, senza eguali, intrisa di fascino e seduzione.

Coerenza, creatività ma soprattutto valori. Oggi i marchi più riconosciuti e di successo a livello mondiale sono quelli che hanno un forte codice genetico, che i clienti possono riconoscere da lontano.

«L’audacia, inoltre, è da sempre una caratteristica intrinseca di Campari, che fin dalla sua prima identità si è contraddistinto per la spinta all’avanguardia: la rilevanza di un marchio leader a tali livelli si misura e si preserva anche attraverso la capacità di anticipare i tempi, di spingersi oltre, di essere autenticamente se stessi in modo libero e consapevole» racconta Fabio Molinaro, direttore creativo di Robilant che ha firmato il progetto.

Una brand identity non deve essere statica, ma deve continuamente evolversi per adattarsi alle nuove tendenze, ai valori e alla cultura dell’azienda.

Questa profondità di sfaccettature trova giustizia in etichetta, dove Davide Campari Milano diventa griffe e le finiture di stampa, apprezzabili solo a uno sguardo ravvicininato, diventano racconto aperto di una bellezza che va scoperta.

L’ispirazione dell’ultimo redesign di Campari

Ma in che modo si garantisce la coerenza in tutte le comunicazioni e i materiali aziendali?

«Dal punto di vista della strategia di marca, quando sai chi sei e dove stai andando, non c’è spazio per sbavature», continua Molinaro. «Bisogna esser bravi a mettere tutto ben “a fuoco” a monte. Poi c’è il design. Un’identità che sa farsi alfabeto e linguaggio visivo, garantisce impatto, identità, coerenza e, non ultimo, scena».

Il packaging rappresenta l’essenza stessa della comunicazione di un marchio e di un prodotto: racchiude l’intero racconto, per quanto articolato e complesso, di un’impresa e di tutte le storie nascoste che si celano al suo interno.

Questo racconto viene sintetizzato in un’essenza iconica, capace di parlare direttamente alle emozioni delle persone.

Nel caso di Campari, più che per altri brand, gran parte della sua forza risiede nella bottiglia stessa, un elemento fondamentale che compone intere “pareti” e scaffali in quasi ogni bar del mondo.

Tra gli elementi che hanno influenzato il rebranding troviamo le origini di Campari, quelle del suo fondatore e il potente legame con la città di Milano: «Abbiamo immaginato Davide Campari all’inizio della sua avventura chiuso in quelle stanze affacciate sulla piazza e ci siamo lasciati guidare da quella stessa energia, da quell’intraprendenza, da quello slancio. Ci siamo lasciati trasportare dal sogno di un uomo con una visione», aggiunge Molinaro.

Osservare il celebre Camparino in Galleria (dal punto di vista dell’uomo che ha dato inizio a tutto) ha permesso di esplorare in modo nuovo la storia del marchio, riscoprendo il suo legame con l’architettura e il tessuto culturale in cui è incastonato.

A questo si aggiunge l’appartenenza alla città e la condivisione profonda di questa “cittadinanza”, tra la brand agency milanese Robilant e Campari.

campari

«Trasformare in design qualcosa di così profondamente connaturato anche nella nostra identità è stato naturale: un omaggio alla bellezza elegante di Milano, ricercatissima ma mai urlata, a volte nascosta nei suoi meravigliosi cortili» conclude Fabio Molinaro.

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Twitch Marketing - webinar Territory Influence

Twitch Marketing: da dove iniziare per avere successo

Se ti è arrivato all’orecchio che Twitch è solo roba per smanettoni di videogame, fermati un attimo. Forse ti sta sfuggendo il fatto che altri marketer e streamer stanno già sfruttando le potenzialità di Twitch per fare campagne di marketing molto efficaci.

Vuoi saperne di più su questa piattaforma e su come può tornare utile nella comunicazione del brand? Allora resta rintonizzatə e continua a leggere.

Perché Twitch è diverso dagli altri

Twitch è una piattaforma online di streaming in diretta di proprietà di Amazon, dove gli utenti possono sia trasmettere live che guardare altri streamer. È come una TV che trasmette sempre in diretta, ma non ha la limitazione del mezzo one to many perché, al contrario, permette l‘esperienza interattiva: attraverso la chat dedicata, gli user interagiscono in tempo reale con il creator che sta eseguendo la diretta streaming.

Questo crea un senso di autenticità e coinvolgimento più profondo rispetto ai contenuti pre-registrati o pubblicati su altri social network.

Come succede anche su Youtube, Instagram e TikTok, i creator con il tempo costruiscono delle community di follower appassionati. Ma su Twich la community è molto più forte e sviluppata, tant’è che gli utenti quando seguono i loro streamer preferiti partecipano alle chat e creano relazioni con altri spettatori con interessi simili. Di fatto si crea un senso di appartenenza unico attorno ad uno streamer o un argomento.

Inoltre la varietà di contenuti è davvero ampia attualmente. Solo all’inizio Twitch poteva essere associato al gaming e agli eSport, mentre adesso i creator trasmettono performance musicali, creazioni artistiche, tutorial di trucco, acconciature, spettacoli di cucina, ASMR, cosplay, discussioni su anime, partite a scacchi e persino contenuti con animali.

Ma adesso veniamo al punto: se gli streamer hanno una forte influenza sui loro gruppi di seguaci allora vuol dire che sono di fatto degli influencer con una marcia in più perché possono collaborare con i brand e promuovere prodotti o servizi in modo più autentico, raggiungendo una base di fan fedeli e altamente coinvolti.

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A chi puntare: la Generazione Twitch

Twitch è principalmente utilizzato dalle generazioni dei più giovani, quelli nati tra il 1997 e il 2012, e che rientrano sotto il nome di Gen Z, Millennial e Gen Alpha, contando circa 2,5 miliardi di persone. Nello studio intitolato “Leading Cultural Change” Twitch ha esplorato le esigenze e le abitudini digitali di questi nuovi utenti. I risultati hanno rivelato che la Generazione Z e la Generazione Alpha sono nativi digitali cresciuti con dispositivi digitali e abituati a vivere in un mondo “onlife“, ovvero costantemente connessi.

Basti ricordare l’episodio famoso di quello streamer che si riprendeva live mentre provava a dormire (e che ha guadagnanto 16 mila dollari in una notte).

A ciò aggiungiamo che per la Gen Z non è sufficiente che i brand li coinvolga nella creazione di nuovi prodotti o di nuovi slogan. Questa nuova generazione desidera invece assumere un ruolo attivo, con gli individui al centro, con la loro identità, i loro valori e come membri di piccole comunità di persone con le quali condividono quei valori e quelle passioni.

Tutto ciò ha implicazioni significative sulle modalità comunicative dei brand, che devono cogliere l’opportunità di imparare a interagire con la Generazione Twitch e arrivare prima della concorrenza.

Come fare Twitch marketing

Twitch offre ai marketer una serie di opportunità per favorire la consapevolezza del marchio o fare promozioni. Vediamone alcune:

  1. Sponsorizzazioni e pubblicità: i brand possono sponsorizzare le trasmissioni degli streamer o inserire annunci pubblicitari durante le sessioni di streaming.
  2. Eventi interattivi: i brand possono organizzare eventi interattivi in collaborazione con gli streamer, come sfide, tornei o sessioni di gioco in diretta.
  3. Contenuto di marca: i brand possono creare il proprio canale su Twitch e produrre contenuti in diretta o registrati che siano rilevanti per il loro settore. Ad esempio, un marchio di videogiochi potrebbe trasmettere le sessioni di gioco dei propri sviluppatori o organizzare eventi speciali legati al lancio di nuovi giochi.
  4. Collaborazione con gli streamer: i brand possono collaborare con gli streamer più popolari o rilevanti nel loro settore per promuovere i loro prodotti o servizi. Gli streamer infatti, possono creare contenuti sponsorizzati o recensioni di prodotti durante le loro trasmissioni, raggiungendo un pubblico dedicato e coinvolto.

Influencer marketing su Twitch

L’influencer marketing si è dimostrato una strategia efficace per raggiungere e coinvolgere i consumatori, e Twitch non fa eccezione. Il vantaggio per i brand è quello di poter sfruttare le community consolidate e l’autenticità degli streamer per promuovere prodotti o servizi. Come dicevamo poco sopra, gli streamer coltivano delle vere e proprie fan base legate a giochi specifici, hobby o interessi.

Perciò, il compito dei marketer è quello di trovare e stringere collaborazioni con influencer pertinenti, il cui contenuto si allinei ai valori del proprio brand e raggiungere in modo efficace nicchie di mercato.

Twitch aiuta i brand a raggiungere il loro pubblico mentre è attivamente coinvolto e attento, il che è estremamente prezioso e unico. E ciò è effettivamente possibile grazie ai numeri impressionanti di Twitch: ha 31 milioni di utenti medi giornalieri e ha registrato 1,3 trilioni di minuti di visualizzazione nel 2022.

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Ti piacerebbe vedere ancora più da vicino come sfruttare Twich ai fini di marketing? Allora devi assolutamente iscriverti al webinar gratuito organizzato da TERRITORY Influence in programma il prossimo 6 giugno alle ore 16:00. Alessandra Arcuri, project manager, e Marco Rende, Business Developer in TERRITORY Influence, mostreranno il potere di Twitch per i brand, diversi tipi di streamer e di contenuti e le best practice delle campagne di marketing degli streamer di successo.

Inoltre, daranno il benvenuto a “Nezak“, famoso streamer italiano che parlerà della sua esperienza, di cosa funziona e cosa non funziona sulla piattaforma e tanto altro.

Prontə a imparare come sfruttare Twich per delle campagne marketing di successo?

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Gli orari migliori per postare sui social media nel 2023

Gli orari migliori per postare sui social media nel 2023

Il web non dorme mai, e neppure il mondo dei social. Con oltre 5 miliardi di utenti presenti su diverse piattaforme a livello globale, i social media offrono numerose opportunità di crescita per le imprese e i brand.

Nonostante molte delle strategie per migliorare la visibilità sui social siano ampiamente diffuse, c’è un elemento chiave che spesso viene sottovalutato: l’orario migliore per pubblicare sui social media.

orari migliori per postare sui social

Per rispondere a questo punto, il team interno Data Science di Sprout Social ha esaminato i risultati e le tendenze nell’utilizzo dei social. L’indagine si è svolta analizzando, nell’ultimo anno, gli oltre 34 mila iscritti alla piattaforma, parliamo di circa 2 miliardi di dati sull’engagement presenti in oltre 400 mila profili sui canali Twitter, Facebook, LinkedIn, Instagram, Pinterest e TikTok.

L’obiettivo? Capire quando i contenuti hanno ottenuto maggior coinvolgimento durante i giorni della settimana.

I dati di Sprout Social includono utenti, settori e località di vario tipo. Tutti gli intervalli di tempo sono registrati a livello globale, il che significa che per ottenere risultati di coinvolgimento positivi è possibile pubblicare contenuti seguendo gli orari indicati in qualsiasi fuso orario.

Tuttavia, il nostro consiglio resta quello di testare direttamente gli account gestiti per scovare i tempi di posting ottimali.

I risultati sono sintetizzati in grafici suddivisi per piattaforma. Scopriamoli nel dettaglio.

Qui un rapido collegamento ai momenti migliori per postare sui social:

Orari migliori per postare sui social: panoramica generale

Ogni piattaforma social varia a seconda degli obiettivi, del tipo di contenuto e del pubblico.

Analizzando i dati specifici di ogni rete è emerso che i momenti di maggiore coinvolgimento sono di solito martedì, mercoledì e giovedì, soprattutto tra le 9:00 e le 12:00.

Gli orari migliori per postare sui social media nel 2023

Le mattine dei giorni infrasettimanali sono generalmente considerate i momenti di maggior successo su molte piattaforme, come Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn.

Tuttavia, come vedremo nel dettaglio, Pinterest e TikTok registrano un coinvolgimento maggiore nel pomeriggio.

È importante notare che queste informazioni rappresentano solo una panoramica generale, poiché ogni piattaforma ha intervalli di coinvolgimento diversi durante la settimana e in orari significativamente variabili.

Momenti migliori per postare sui social media in generale:

  • Lunedì dalle 10:00 alle 12:00
  • Martedì dalle 9:00 alle 14:00
  • Mercoledì dalle 9:00 alle 13:00
  • Giovedì dalle 9:00 alle 12:00
  • Venerdì dalle 9 alle 11

I giorni migliori per postare sui social media: martedì e mercoledì
Giorni peggiori per postare sui social media: la domenica

Gli orari migliori per pubblicare su Facebook

Facebook rimane la piattaforma più utilizzata (90%) dai digital marketer in tutto il mondo.

Gli orari ideali per postare su Facebook sono dal lunedì al giovedì, dalle 8:00 del mattino fino al primo pomeriggio, solitamente fino alle 13:00.

Le uniche ore da evitare per la pubblicazione su Facebook sono quelle molto presto, generalmente tra mezzanotte e le 4:00 di mattina.

È importante considerare che l’engagement dipende anche dalla frequenza con cui pubblichiamo sui social media e dal tipo di contenuto che condividiamo. Non tutti i contenuti social si adattano bene a tutte le piattaforme, questo per dire che pubblicare il contenuto giusto sulla piattaforma adeguata fa sempre la differenza.

Gli orari migliori per pubblicare su Facebook:

  • Lunedì dalle 8:00 alle 13:00
  • Martedì dalle 8:00 alle 14:00
  • Mercoledì dalle 8:00 alle 13:00
  • Giovedì dalle 8:00 alle 12:00

Giorni migliori per pubblicare su Facebook: dal lunedì al giovedì
Giorni peggiori per postare su Facebook: la domenica

Gli orari migliori per pubblicare su Instagram

Al secondo posto tra le piattaforme più utilizzate dai marketer troviamo Instagram, con una percentuale del 79% di utilizzo.
Mentre la competizione tra Instagram e TikTok per i video di breve durata è tuttora in corso, la fruizione di Reels rappresenta il 30% del tempo trascorso sulla piattaforma di proprietà di Meta.

Gli orari migliori per postare su Instagram sono generalmente il lunedì, il martedì, il mercoledì e il venerdì tra le 9:00 e le 13:00. Dato molto simile a Facebook, le ore “off” sono le prime del mattino di tutti i giorni della settimana, da mezzanotte fino alle 4:00.

Gli orari migliori per postare sui social

Ricorda: l’algoritmo di Instagram è imprevedibile. Per avere successo sulla piattaforma è necessario trovare un equilibrio tra la pubblicazione costante di contenuti di alta qualità per coinvolgere e continuare a intrattenere il pubblico.

Momenti migliori per pubblicare su Instagram:

  • Lunedì dalle 10:00 alle 12:00
  • Martedì dalle 9:00 alle 13:00
  • Mercoledì dalle 10:00 alle 13:00
  • Venerdì dalle 9 alle 11

I giorni migliori per pubblicare su Instagram: martedì e mercoledì
Giorni peggiori per pubblicare su Instagram: la domenica

Gli orari migliori per pubblicare su LinkedIn

Su LinkedIn, la piattaforma social focalizzata sul mondo dei professionisti, gli orari di coinvolgimento coincidono con l’orario di lavoro, naturalmente.

Poiché i contenuti su LinkedIn si concentrano sulla thought leadership e sulla crescita professionale, è comprensibile che la maggior parte del pubblico interagisca con tali contenuti durante le ore lavorative. Infatti, le ore di maggiore engagement non si estendono al di fuori dell’orario classico di lavoro.

A mezzogiorno si osserva un’intensa attività sulla piattaforma con dei picchi molto importanti. Tra gli altri momenti migliori per pubblicare su LinkedIn, troviamo il martedì e il mercoledì tra le 10:00 e mezzogiorno.

orari migliori per postare

È consigliabile evitare di pubblicare i contenuti su LinkedIn durante il fine settimana, poiché l’engagement diminuisce significativamente nel weekend.

Momenti migliori per postare sulle pagine aziendali di LinkedIn:

  • Martedì e mercoledì dalle 10:00 alle 12:00

Giorni migliori per pubblicare sulle pagine LinkedIn: dal martedì al giovedì
Giorni peggiori per pubblicare sulle pagine LinkedIn: nel fine settimana

Gli orari migliori per pubblicare su Pinterest

Pinterest è il motore di ricerca visiva in cui gli utenti cercano e scoprono prodotti, tendenze, design e molto altro ancora. Sebbene non tutte le aziende siano presenti su questa piattaforma, coloro che la utilizzano conoscono bene l’efficacia e i vantaggi che Pinterest può offrire.

Gli utenti interagiscono con i contenuti praticamente in ogni momento della giornata, quasi tutti i giorni della settimana. Gli orari ottimali per pubblicare su Pinterest includono il martedì, il mercoledì e il giovedì intorno alle 13:00, con una flessibilità di un’ora prima o dopo.

È interessante notare che anche il mercoledì alle 6:00 del mattino rappresenta un momento di punta per pubblicare su Pinterest.

Momenti migliori per pubblicare su Pinterest:

  • Martedì alle 13:00
  • Mercoledì dalle 13:00 alle 15:00
  • Giovedì dalle 12:00 alle 14:00

Giorni migliori per pubblicare su Pinterest: dal mercoledì al venerdì
Giorni peggiori per pubblicare su Pinterest: domenica e lunedì

Gli orari migliori per pubblicare su TikTok

TikTok ha registrato una notevole crescita negli ultimi due anni. Attualmente, la piattaforma di video sharing conta oltre 1 miliardo di utenti attivi a livello globale che trascorrono quasi 20 ore al mese sull’app.

Gli orari migliori per pubblicare su TikTok sono il martedì dalle 14:00 alle 18:00, il mercoledì dalle 14:00 alle 17:00 e il giovedì dalle 15:00 alle 17:00. Durante i pomeriggi si registra un elevato livello di coinvolgimento sulla piattaforma.

Tuttavia, in generale, si osserva un maggiore coinvolgimento da metà mattina al pomeriggio (dalle 9:00 alle 17:00) dal martedì al giovedì.

Gli orari migliori per pubblicare su TikTok:

  • Martedì dalle 14 alle 18
  • Mercoledì dalle 14 alle 17
  • Giovedì dalle 15:00 alle 17:00

I giorni migliori per pubblicare su TikTok: martedì e mercoledì
I giorni peggiori per pubblicare su TikTok: la domenica

Gli orari migliori per pubblicare su Twitter

Twitter è la piattaforma ideale per le conversazioni in tempo reale e le ultime notizie. Ancora oggi l’app continua a essere un luogo in cui i marchi possono partecipare alle discussioni di tendenza, sforzandosi di essere coerenti ai propri valori e consapevoli di ciò che comunicano.

I momenti di maggiore coinvolgimento su Twitter sono aumentati rispetto all’anno precedente, con picchi costanti in tarda mattinata durante i giorni feriali.

Gli orari migliori per postare su Twitter vanno dal martedì al venerdì a partire dalle 9:00 fino a mezzogiorno.

Momenti migliori per postare su Twitter:

  • Martedì dalle 9:00 alle 14:00
  • Mercoledì dalle 9:00 alle 13:00
  • Giovedì dalle 9:00 alle 14:00
  • Venerdì dalle 9:00 alle 12:00

Giorni migliori per postare su Twitter: dal martedì al giovedì
Giorni peggiori per postare su Twitter: la domenica

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gruppo ninja

I Ninja si incontrano a Sanremo per parlare di Intelligenza Artificiale

Una reunion per incontrarsi in modo informale e scambiarsi spunti e opinioni su uno dei temi più caldi del momento. Il Ninja Meetup Sanremo, in questa occasione, sarà un evento dedicato alla “AI Revolution: il futuro dellIntelligenza Artificiale“.

Ninja Meetup Sanremo

Ninja Meetup Sanremo: dove e quando

Questo appuntamento speciale avrà luogo il 31 maggio presso il Forte Santa Tecla a Sanremo, e sarà organizzato in collaborazione con Andrea Ventura, Ninja Ambassador, digital strategist e CEO di RebelDigital Agency.

L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo in cui viviamo e lavoriamo, con un impatto che si fa sentire in ogni settore dell’industria e della società. Questo incontro rappresenta un’opportunità unica per discutere insieme del futuro di questa rivoluzione tecnologica e digitale.

La scaletta dell’evento

L’evento inizierà alle 18:00 con un momento di networking. Questa sarà un’occasione ideale per presentarsi, condividere idee e esperienze, e connettersi con altri appassionati di digitale.

La serata proseguirà con un focus sull’AI, durante il quale avremo l’opportunità di condividere pensieri e visioni sul suo impatto e sulle sue potenzialità.

La parte centrale dell’evento sarà l’aperitivo, un momento conviviale durante il quale scambiare idee e approfondire i temi affrontati.

Il Ninja Meetup Sanremo è un evento Free Entry, ma ti invitiamo a prenotare il tuo posto inviando un’email a andrea@rebeldigital.it.

Questo ci permetterà di organizzare al meglio la serata.

Siamo ansiosi di accoglierti a Sanremo per questa serata speciale.

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Arriva preparato all’evento. Leggi anche:

Google I/O 2023: le novità sull’intelligenza artificiale annunciate all’evento

Elon Musk chiede una pausa sulle Intelligenze Artificiali: possono renderci obsoleti

ChatGPT e l’intelligenza artificiale generativa: i numeri del mercato

Manifesto AI: l’intelligenza artificiale non ci sostituirà

Chatbot: i senior li snobbano ma i giovani li amano di più (grazie a ChatGPT)

Google annuncia Bard, l’anti ChatGPT. Quali sono le differenze

Un articolo sull’Intelligenza Artificiale scritto da una AI

Sostenibile e inclusiva: la bar industry va in scena al Roma Bar Show

Tutto pronto per il Roma Bar Show, un evento unico nel suo genere, giunto alla terza edizione e rivolto allo spirito e alla cultura della mixology e dell’industria del beverage.

Uno show, appunto, in cui i più importanti brand, bartender ed esperti del settore – non solo italiani ma anche mondiali – saranno i protagonisti indiscussi delle giornate del 29 e 30 Maggio, alternandosi tra masterclass, seminari e talk, condividendo con gli appassionati degustazioni ed esperienze straordinarie.

LEGGI ANCHE: Sfide per il retail: quali sono e come le aziende possono affrontarle

Ed insieme, ospiti internazionali che in linea con l’Educational Program di RBS 2023  racconteranno le novità della miscelazione e di come anche la bar industry sia sempre più vicina alle tematiche della sostenibilità e dell’inclusività.

Roma Bar show 2023

Un evento autentico, volto alla promozione, alla valorizzazione e alla condivisione della cultura del bere grazie ad un originale  approccio basato sull’interazione tra business, formazione ed entertainment.

In un’area dal respiro internazionale, le tradizioni italiane della Spirit Industry saranno la punta di diamante del Roma Bar Show grazie alle grandi eccellenze che hanno conquistato le vette dei mercati liquoristici. Ma non solo: il Palazzo dei Congressi offrirà le sue sale al Mexican Village, al Coffee Village, alle tasting room ed ovviamente anche al food.

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Roma Bar Show: spirito creativo e stile di vita

“Roma Bar Show è un’intuizione, un progetto, una filosofia, uno stile di vita. In due giornate si racchiudono gli sforzi di un anno, le idee e le iniziative che animano tutto il team di lavoro affinché diventino il punto di riferimento dell’industria del beverage e del mondo della mixology su scala nazionale e internazionale. Il Roma Bar Show è diventato leader non solo nell’ambito della  bar industry, ma anche nella formazione di settore, con masterclass di alto livello che attirano protagonisti di calibro mondiale – tra aziende e barman – e ponendosi quale apripista di segmenti e tematiche di interesse sociale trasversale, come l’inclusione e la sostenibilità”, questo è l’entusiasmo con cui ci parla dell’evento proprio Andrea Fofi, uno dei soci fondatori insieme a Giuseppe Gallo, Fabio Bacchi e Jerry Thomas Projec.

Roma Bar Show

I Grandi Protagonisti di Roma Bar Show 2023

Una grande edizione quella del 2023 che vede la partecipazione di mixologist di rilievo come Julie Reiner, mixologist e bar owner conosciuta per il suo contributo nell’innovazione della miscelazione in USA, nonché giudice della serie Netflix Drink Masters; Simon Ford di Ford Gin, Shingo Gokan, mixologist e bar owner giapponese di diverse realtà tra New York e Shangai. I ragazzi del Maybe Sammy di Sidney premiati come “Best International Bar Team Award”.

E ancora, Giacomo Giannotti e Margarita Sader del Paradiso “Best Bar Award 2022” accompagnati da Martin Hudak e Stefano Catino, Monica Berg, Alex Frezza e Lydia Soedadi.

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Ricca di nomi anche la tavola rotonda dedicata all’Agave Spirit (in cui sono coinvolte anche le Ambasciate di Messico e Guatemala e i relativi Ambasciatori), con ospiti del calibro di Ivan Saldagna, Stefano Francavilla, Esteban Morales, Jesse Este, Sophie Decobecq e tanti altri.

La RBS Academy by Perrier verrà invece interamente dedicata ai bar e ai loro progetti vedendosi alternare sul palco locali del calibro del Paradiso e l’Essentia (SIPS) di Barcellona, il Line di Atene, il Gibson di Berlino, il Limantour di Città del Messico, il Maybe Sammy di Sidney e l’SG Club di Tokyo.

RBS

RBS AWARDS 2023

In un evento di così alta risonanza, non può di certo mancare un altro grande momento, quello degli Awards, sponsorizzati da altri eccellenti brand pronti a premiare i migliori nelle diverse categorie:

  • BEST ITALIAN COCKTAIL BAR
  • BEST ITALIAN BARTENDER
  • BEST ITALIAN NEW COCKTAIL BAR
  • BEST ITALIAN HOTEL BAR
  • BEST FOOD PROGRAM
  • BEST SOCIAL MEDIA PRESENCE

Tra gli sponsor: Perrier, Amaro Formidabile, Engine, Strucchi, Cook_inc e sì, ci saremo anche noi di Ninja, con il piacevole compito di consegnare il premio Best Social Media Presence.

RBS-best social presence awards-sponsor Ninja Marketing

Dunque, noi ci saremo, pronti a scoprire i segreti, ma anche i gusti ed i profumi, di questo incredibile evento che prima di tutto celebra il Made in Italy, nel corpo e nello spirito.

Per conoscere ogni dettaglio del programma di RBS 2023 visita il sito.

positività online è importante per i brand

In che modo la positività online aiuta i brand nelle campagne di marketing

In che modo la positività online può aiutare i brand nelle campagne di marketing?

Sebbene sia stato implementato con lo scopo di facilitare la vita delle persone, Internet è visto sempre più spesso come una minaccia che come un’opportunità di crescita.

Non più solo un semplice strumento per comunicare e condividere idee, ma parte integrante della vita quotidiana, Internet è diventato un sistema tanto più accessibile quanto difficilmente navigabile, soprattutto per le generazioni più giovani, più facilmente influenzabili dai contenuti fruibili online.

brand e positività online

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Ogni giorno miliardi di persone vengono condizionate da motori di ricerca ottimizzati per ottenere risultati positivi in termini di engagement degli utenti.

E i brand, in moltissimi casi, non sono consapevoli del fatto che promuovere l’engagement a tutti i costi è tossico, con un impatto altamente negativo sulla salute mentale delle persone, al punto che finiscono per finanziare involontariamente un circolo vizioso.

Questo è dovuto al fatto che le piattaforme digitali utilizzano l’intelligenza artificiale per la gestione dei contenuti e la massimizzazione del tempo di visualizzazione.

E qual è stata la triste “scoperta”?

I contenuti che scatenano gli istinti più primordiali, come la paura, la rabbia e l’invidia, sono anche gli stessi che le persone tendono a visualizzare più a lungo.

C’è un neologismo inglese che identifica proprio questo comportamento: doomscrolling, ovvero la tendenza a trascorrere una quantità eccessiva di tempo sullo schermo fruendo contenuti negativi (letteralmente “scorrere sullo schermo in cerca di sventure”).

Non stupisce, quindi, che le persone si sentano sempre meno al sicuro sulle piattaforme digitali.

Eppure, come evidenziato da un recente studio di Pinterest in collaborazione con University of Berkeley, la fruizione di contenuti positivi e ispirazionali in un periodo sfidante dal punto di vista socio-economico come quello attuale, seppur per un durata limitata di tempo, permette di mantenere la propria capacità di provare emozioni positive, aumentare il desiderio di connessioni sociali e preservare il proprio ciclo del sonno (alla base, d’altronde, di uno stile di vita equilibrato e stress-free).

Nonostante il fatto che le conseguenze dell’implementazione dell’intelligenza artificiale non siano state inizialmente prese in considerazione dalle società di social media, oggi non sono solo evidenti, ma purtroppo anche profondamente radicate nel modello di business della maggior parte delle piattaforme digitali.

E le prospettive, con un’intelligenza artificiale che sarà sempre più avanzata, non promettono nulla di buono.

Pertanto, è imperativo un cambiamento radicale per i marchi.

Perché? Da un lato, la negatività è un fattore determinante per il successo dei marchi ed è compito di questi ultimi creare e promuovere positività su Internet. Dall’altro, è più probabile che le persone si ricordino, si fidino e addirittura, acquistino da un marchio che promuove uno spazio online positivo ed ispirazionale.

Ciononostante, il tema risulta essere ancora non prioritario per moltissime aziende.

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La positività online come driver di crescita per i brand

saverio schiano - positività online

Per questo motivo, Saverio Schiano, Head of Sales for Italy Pinterest, sottolinea la necessità di prioritizzare a livello di business la positività:Educare la tecnologia a dare priorità ai contenuti positivi rispetto a quelli che creano dipendenza è il primo passo fondamentale per la creazione di un Internet migliore per tutti. Un modello economico più consapevole, in cui gli inserzionisti valutano il proprio ritorno economico sulla base anche dell’ambiente in cui gli annunci sono presenti, è la direzione giusta in cui i brand devono muoversi al più presto. A Pinterest crediamo che il modo più opportuno per invertire la rotta presa dalla cosiddetta società “digitalizzata” è lavorare sul futuro della tecnologia, l’intelligenza artificiale, ponendo il benessere degli utenti più in alto rispetto al tempo di visualizzazione. Solo così si potrà costruire un ecosistema fondato sulla positività a tutto tondo”.

Pertanto, è opportuno che le piattaforme digitali si uniscano per contribuire ad un’esperienza digitale positiva per tutti.

Come sostiene Schiano: “La mission di Pinterest è proprio quella di ispirare le persone online, per creare la vita che amano offline. Crediamo che l’industria digitale debba lavorare per creare una rete ancora più positiva, sicura e inclusiva. Nel mondo online, a volte tristemente caratterizzato da disinformazione e odio, Pinterest non è solo una piattaforma di ispirazione e positività, ma anche un luogo sicuro dove poter trovare incoraggiamento e sollievo da ansia e stress. E lo abbiamo fatto attraverso politiche rivoluzionarie, come linee guida chiare e rigorose contro informazioni false e/o fuorvianti sul clima e funzioni innovative ed inclusive per far sentire tutti i Pinterest al sicuro e inclusi, come la ricerca per tipo di capello e la ricerca empatica.

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