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sfide per il retail

Sfide per il retail: quali sono e come le aziende possono affrontarle

Le sfide per il retail sono sempre più evidenti e, in un contesto di incertezza economica, i modelli di distribuzione nel settore stanno cambiando, insieme alle aspettative mutevoli delle persone.

La convergenza tra il mondo online e offline è diventata una realtà senza soluzione di continuità. Inoltre, l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove opportunità per le imprese del retail, portando una vera rivoluzione.

Esaminiamo da vicino questa rivoluzione e scopriamo come le aziende stanno affrontando tali cambiamenti per rimanere competitive, grazie al blog post di Jacopo Allegrini, Director Sales, Retail, Google Italia.

Esaminiamo tre grandi cambiamenti che stanno influenzando il settore nel suo complesso.

Sfide per il retail: l’esperienza d’acquisto immersiva

In passato, il mondo online era principalmente un luogo per cercare ispirazione e informazioni per gli acquisti.

Ora l’esperienza di acquisto diventa fondamentale, con il 61% dei clienti che preferisce siti web che offrono un’esperienza coinvolgente. Tra le sfide per il retail, garantire questo tipo di esperienza diventa importantissimo.

sfide per il retail - comprare con lo smartphone

Google ha sviluppato modalità di ricerca completamente nuove grazie ai progressi nell’intelligenza artificiale. Ad esempio, le ricerche visive con Google Lens consentono di trovare informazioni online sugli oggetti che vediamo intorno a noi.

La Ricerca Multipla permette alle persone di trovare informazioni anche quando non hanno tutte le parole per descrivere ciò di cui hanno bisogno, utilizzando sia testo che immagini.

L’esperienza immersiva unisce online e offline in modo realistico, consentendo ai rivenditori di offrire funzionalità come la visualizzazione di mobili all’interno delle abitazioni o la prova virtuale di prodotti utilizzando la realtà aumentata.

LEGGI ANCHE: Google potenzia i suoi prodotti con l’AI: arriva la ricerca Multipla

La personalizzazione come valore aggiunto

In Italia, più della metà degli acquisti online avviene tramite dispositivi mobili.

Grazie allo smartphone, la relazione tra rivenditori e consumatori è diventata sempre più personale, con l’obiettivo di offrire un’esperienza di acquisto personalizzata.

È essenziale per le persone trovare ciò che cercano durante l’acquisto, e l’82% dei consumatori a livello globale evita i siti web che presentano difficoltà di ricerca.

I rivenditori rischiano di perdere ricavi potenziali a causa di risultati di ricerca che non soddisfano le aspettative dei consumatori.

Le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, come Recommendations AI di Google Cloud, consentono di consigliare prodotti ai consumatori in base ai loro acquisti precedenti e alla cronologia di navigazione.

Omni-esperienza: la vera sfida per il retal

C’è una crescente convergenza tra lo shopping online e offline, con un aumento delle ricerche di “negozio aperto”. È cruciale per i rivenditori prestare attenzione all’interazione tra gli acquisti fisici e quelli online.

Circa il 76% delle persone in Italia non mostra preferenze specifiche tra i due canali.

Le persone utilizzano una varietà di canali per gli acquisti, con il 68% dei consumatori italiani che ha fatto shopping attraverso cinque o più canali durante la scorsa stagione invernale.

sfide per il retail - il blogpost di Google

La sfida per i rivenditori è trasformare l’omni-canale in un’esperienza di acquisto senza soluzione di continuità su tutti i canali. Utilizzando i dati proprietari acquisiti con il consenso dei clienti, i rivenditori possono comprendere meglio le esigenze e le preferenze dei clienti e veicolare il messaggio giusto tramite il canale più appropriato.

Le campagne Performance Max di Google sono progettate per raggiungere le persone giuste nel momento giusto, attraverso una varietà di canali, inclusi la rete di ricerca, YouTube, la Rete Display, Discover, Gmail e Maps, con l’obiettivo di aumentare le vendite online e offline.

L’intelligenza artificiale offre agli operatori del settore retail la possibilità di creare un’esperienza di acquisto personalizzata e coinvolgente, rispondendo alle aspettative e alle esigenze dei consumatori.

Come annunciato durante Google I/O, l’azienda si impegna a sfruttare la tecnologia per sbloccare nuove possibilità per le persone, le aziende e le comunità.

LEGGI ANCHE: Google I/O 2023: le novità sull’intelligenza artificiale annunciate all’evento

youtube works awards copertina

YouTube Works Awards: tutti i vincitori della seconda edizione

YouTube ha annunciato i vincitori della 2^ edizione YouTube Works, il riconoscimento annuale assegnato da YouTube in collaborazione con Art Directors Club Italiano (ADCI), volto a celebrare i talenti creativi che hanno saputo produrre le campagne più efficaci e innovative sulla piattaforma.

La redazione di Ninja ha partecipato all’evento di premiazione, raccogliendo le voci di Stefania Siani, Presidente ADCI e Carla Leveratto, Head of Creative Works di Google in Italia.

youtube works awards logo

A partire dalla location, la Sala Melato del Piccolo teatro di Milano, dove la premiazione ha avuto luogo, la creatività è stata il filo conduttore dell’evento, accompagnato dalla presentazione irriverente del comico (e youtuber) Luca Ravenna e dalla performance canora di Annalisa.

Una giuria di esperti, provenienti da agenzie creative, media e brand tra le più riconosciute in Italia e nel mondo,  ha valutato oltre 75 candidature attraverso un processo e criteri chiari e trasparenti.

Gli esperti hanno così identificato le campagne che,utilizzando i formati degli annunci di YouTube e una forte creatività, hanno saputo raggiungere il pubblico in modi unici.

youtube works awards membri della giuria

I vincitori della seconda edizione di YouTube Works

Di seguito le campagne vincitrici per le 6 categorie di concorso: Creative Innovation, Best Use of Creators, The Underdog, Action Driver, The Unskippable e Breaking Barriers. A queste si aggiunge il Gran Prix, assegnato – tra i vincitori per ciascuna categoria – alla campagna più creativa, innovativa e data-driven che ha portato risultati di business concreti e tangibili.

Creative Innovation + Grand Prix – “Maserati Grecale Global Premiere” di Maserati

La campagna di lancio della nuova Maserati Grecale si è aggiudicata il premio YouTube Works per la categoria Creative Innovation e il Grand Prix.

Ideata da Independent Ideas – BCW MILANO, ha spiccato per l’utilizzo della diretta streaming su YouTube in maniera strategica e innovativa, un racconto coinvolgente e la scelta accurata dei protagonisti. Il formato lungo ha ottenuto una performance eccezionale sulla piattaforma, raggiungendo gli obiettivi di business prefissati, incarnato appieno il concetto di “Creative Effectiveness”.

Best Use of Creators – “Sono in una serie Netflix – Favij per Di4ri” di Netflix

Sono in una serie Netflix – Favij per Di4ri” ha rappresentato un unicum per il mercato italiano ed è riuscita ad aggiudicarsi il premio per la categoria Best Use of Creators. Il duplice utilizzo, come testimonial e protagonista, di un creator come Favij ha generato infatti un notevole interesse e curiosità nel target di riferimento.

La scelta dello youtuber si è dimostrata oltremodo vincente grazie anche al suo tono ironico e all’affinità con il target kids.

La campagna è stata curata dall’agenzia We Are Social

The Underdog – “Arnett Underdog Creators” di Arnette

La campagna “Arnette Underdog Creators” dimostra come è possibile ottenere grandi risultati con piccoli mezzi, grazie alla giusta intuizione.

Curata da Blinks Essence, Arnette è stata in grado di raggiungere il suo nuovo target di riferimento, composto dalla GenZ e dal mondo dello street style, coinvolgendo direttamente nel processo creativo “creators e talent underdog”, minimizzando così da un lato i costi e massimizzando dall’altro la coerenza con il proprio target.

Action Driver – “Golden Gum – Un sogno da urlo” di Air Action Vigorsol

Grazie ad un progetto solido e ben strutturato la campagna Golden Gum di Air Action Vigorsol ha registrato un notevole risultato in termini di brand KPI e sales uplift.

L’iniziativa “sogni da urlo” ha raggiunto 3mila upload, dimostrando come un formato lungo insieme ai formati adv brevi completano l’esperienza di comunicazione raggiungendo ritorni importanti.

L’utilizzo di un creator noto come Frank Matano, prodotto appositamente per YouTube inoltre, ha reso possibile un forte ingaggio emotivo con lo spettatore che ha saputo riconoscere l’autenticità della marca.

La campagna è stata curata da Dentsu Creative e Selection Communication & Design.

Unskippable – “Vodafone Happy. Non perdi mai. Nemmeno il sorriso” di Vodafone

La campagna di Vodafone, curata dalll’agenzia We are Social, si è aggiudicata il premio YouTube Works per la più avvincente intro di 5’’, che ha convinto il pubblico a non saltare l’annuncio adv nel video. “Vodafone Happy.

Non perdi mai nemmeno il sorriso” è riuscita a catturare l’attenzione degli utenti sin dai primi secondi, agganciando lo user e  coinvolgendo per tutta la durata del racconto.

La scelta di un testimonial iconico e molto riconoscibile, come Harold, ha permesso di creare un legame forte con l’audience che ha da subito apprezzato il contenuto ironico e divertente dell’intera campagna. 

Breaking Barriers – “Parla con tua figlia prima che lo facciano i social | Dove Progetto Autostima” di Dove

Dove si è aggiudicato la categoria Breaking Barriers, dedicata alla campagna che ha rappresentato genuinamente la diversità e dimostrato la forza di una rappresentazione autentica.

Ideata da Ogilvy,  “Dove Progetto Autostima” è riuscita nel difficile compito di creare un contenuto emozionale su tematiche molto delicate come il self-esteem e la body positivity nei social media.

Grazie ad un trattamento di alta qualità, e ad uno storytelling estremamente efficace, la campagna ha saputo produrre un impatto positivo sul target di riferimento costituito dalle nuove generazioni e dai loro genitori.

Dati e Creatività agli YouTube Works

«Sono reduce dall’esperienza della giuria degli YouTube Works, ed è una giuria profondamente fondata sui dati, in una maniera straordinaria» ha detto ai nostri microfoni Stefania Siani, Presidente ADCI. «Questo ci consente di misurare il modo in cui i dati influenzano la performance creativa: creatività senza performance è un concetto monco. Gli insight data driven e data proof ci consentono di migliorare e alzare lo standard».

youtube works awards stefania siani

In occasione dell’evento, le abbiamo chiesto anche se la creatività sia oggi vincolata a utilizzare il format dei video brevi, che sono il trend del momento. Ecco cosa ci ha detto.

«La golden rule del contenuto breve è una possibilità, ma non l’unica: è una regola fatta per essere rotta. Utilizzare l’eccellenza creativa per fare in modo che le persone siano ingaggiate sin dai primi secondi e portate dentro la storia è un tema di design del contenuto. In questa economia del tempo estremamente sfidante, ci auspichiamo davvero che il contenuto pubblicitario riesca a competere, sempre di più, con i contenuti seriali delle piattaforme per evitare il concetto di advertising come interruzione del contenuto a favore di un advertising che intrattiene».

YouTube Works: la creatività come leva fondamentale di business

«Nelle candidature in generale, ma soprattutto nei finalisti, abbiamo visto l’autenticità. Ma anche l’uso di tutte le leve, emozionali ma anche tecniche e innovative della piattaforme, che ci hanno permesso di premiare campagne corte ma anche lunghissime» ci racconta Carla Leveratto, Head of Creative Works di Google in Italia. «Campagne molto diverse tra loro, che hanno in comune una bellissima creatività, ma anche un impatto sul business, che poi è il cuore di questo premio».

youtube works awards carla leveratto

 La creatività emoziona le persone, ma ha un impatto sensibile sul ROI dei brand?

«La creatività è una leva fondamentale per il ritorno degli investimenti. La volontà di questo premio è dare spazio e visibilità a campagne bellissime ma che, se fossero “solo belle” sarebbero fini a se stesse. Invece hanno un impatto concreto sul business in base ai KPI prefissati all’inizio della campagna».

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Reputazione aziendale, come renderla un punto di forza

La reputazione è ciò che precede l’azienda. Un asset intangibile e dinamico che influenza fortemente gli acquisti dei consumatori, preservando il successo aziendale.

La brand reputation (definizione diffusasi a partire dal 1982 dopo essere apparsa sulla rivista Fortune) è l’insieme delle percezioni, valutazioni e aspettative degli stakeholder rispetto alle azioni passate e future dell’impresa.

È la diretta conseguenza (anche involontaria) delle azioni che l’azienda realizza e che determina la sua posizione rispetto ai competitor.

Una buona reputazione consente di distinguersi dai concorrenti, ottimizzando la propria performance. Tra due aziende competitor, quella che non gode di una buona reputazione è considerata, infatti, maggiormente “a rischio” dagli investitori.

rafforzare reputazione aziendale

Un sondaggio condotto da Axios Harris Poll ha evidenziato che, chiedendo a più di 33 mila americani cosa contribuisse a creare una buona reputazione tra 100 aziende scelte, le principali metriche riconosciute sono state: fiducia nell’azienda, etica, crescita nel tempo, qualità dei prodotti e dei servizi, i valori e la cultura aziendale.

I consigli per rafforzare la reputazione aziendale

Costruire una buona reputazione è un processo costante e attento, “ci vogliono venti anni per costruire una reputazione e cinque minuti per rovinarla. Se pensi a questo farai le cose in modo diverso”, suggerisce il finanziere Warren Buffet.

Occorre essere attenti e costanti, rispettando alcuni passi principali:

  1. Promuovere una leadership del pensiero esecutivo, i leader svolgono un ruolo cruciale nella costruzione della fiducia nei confronti di un’azienda. Quello che dicono e fanno ha un effetto profondo sulla cultura aziendale. Secondo una ricerca della Harvard Business Review la fiducia è l’elemento fondamentale nel successo di un’impresa. “Le parti possono possono perdere la fiducia nel marchio se c’è una disconnessione tra i valori, il comportamento o i messaggi del dirigente e dell’azienda” spiega l’autrice Lida Citroën. Per questo, è necessario che i responsabili marketing dell’azienda si confrontino con i leader, per assicurarsi che trasmettano idee in linea con l’immagine del brand. I leader devono offrire informazioni chiare, comunicare le varie attività poste in essere dall’azienda mostrando un’apertura verso l’esterno
  2. Trova una squadra di sostenitori, nonostante le svariate strategie, il marketing più efficace rimane il “passaparola”. L’azienda non deve dunque rimanere passiva di fronte ad eventuali voci positive, anzi deve cavalcare l’onda. Amplificare i contenuti positivi incoraggiando i dipendenti a condividere i contenuti social. I contenuti condivisi dai dipendenti risultano avere una credibilità diversa rispetto a quelli condivisi dalle pagine ufficiali del brand
  3. Rafforzare i programmi B2B di marketing (bussiness to bussiness: scambi commerciali e di informazioni tra aziende), secondo la rivista Forbes, l’influencer marketing B2B, “è una delle trasformazioni più significative dell’era moderna nel settore del marketing, una componente fondamentale delle strategie di marketing ovunque”, in grado di rafforzare la brand reputation di un brand
  4. Innovazione, è importante essere flessibili e cercare, in modo tempestivo, di adattarsi ai cambiamenti della realtà. Monitorare e aggiornare i prodotti è una prerogativa irrinunciabile, assicurandosi di mantenere sempre alto il livello di sicurezza offerto da ogni singolo prodotto e servizio dell’azienda
  5. Qualità dei prodotti e dei servizi, se il prodotto non sarà di qualità eccellente, non rispecchiando le caratteristiche pubblicizzate, ovviamente la reputazione ne risentirà inevitabilmente. Non ha senso occuparsi della creazione di una brand reputation se non si è in grado di offrire un prodotto in linea con le attese dei consumatori
  6. Essere presenti sulle piattaforme online, per essere apprezzati bisogna presentarsi nei luoghi dove i consumatori ti cercano. I canali devono essere segnalati con cura, prestando attenzione ai contenuti terzi che sono visualizzati in ogni specifica piattaforma. Un contenuto inappropriato potrebbe infatti nuocere anche al proprio brand
  7. Comunicare i valori e la cultura aziendale, è necessario portare avanti un’etica chiara e trasparente, prontamente comunicata attraverso le pagine web. I consumatori vogliono avere informazioni circa la responsabilità sociale d’impresa e i valori dell’azienda. Non solo parole però, è opportuno mostrare anche gli sforzi che concretamente vengono sostenuti riguardo le cause sociali
  8. Stabilità della performance finanziaria, vantare una stabilità finanziaria è un ulteriore elemento che concorre a creare una buona reputazione. Più il brand è consolidato sul mercato più godrà di una buona reputazione. Altrettanto importante è la capacità di reagire ad eventuali crisi e affrontare le criticità
  9. Mostrare rispetto per la privacy, sia dei clienti che dei dipendenti
  10. Monitorare la reputazione, attivare i web alert (avvisi online) per tenere d’occhio i commenti dei clienti. Mostrarsi capace di ascoltare gli utenti e interagire con loro (rispondendo sempre ai commenti), gioca un ruolo importante a favore della reputazione

LEGGI ANCHE: Come comunicano i grandi leader (e 10 consigli per farlo come loro)

Potenziare l’employer branding per attirare talenti

I dati del sondaggio Randstad 2018, mostrano che l’86% dei lavoratori non farebbe domanda né continuerebbe a lavorare per un’azienda che ha una cattiva reputazione presso gli ex dipendenti, o il pubblico in generale. Il 65% si dichiara pronto a licenziarsi nel caso in cui i datori di lavoro fossero descritti negativamente sui social media a causa di pratiche commerciali negative.

Per attrarre le migliori risorse umane presenti sul mercato del lavoro, non si tratta solo di fare recruting, ma di mostrarsi come il migliore ambiente lavorativo nel quale si possa operare.

I tanto ambiti “talenti”, infatti, hanno davanti a loro la possibilità di scelta, e in caso di cattiva reputazione aziendale, migreranno verso altro. L’elemento primario che attira i potenziali migliori dipendenti a proporsi all’azienda è il clima lavorativo positivo e la cultura aziendale.

reputazione aziendale talenti

Lo studio “Guida all’employer branding” di LinkedIn, ha evidenziato che i costi di assunzione delle aziende dotate di una buona reputazione sono inferiori fino al 50% rispetto a quelle con una reputazione peggiore. Non solo, nei casi di migliore reputazione sembra diminuire del 28% il turnover dei dipendenti.

LEGGI ANCHE: Employer Branding: come attirare talenti in azienda attraverso il marketing

Comunicare per assicurarsi una buona reputazione

La comunicazione ha un effetto di forte impatto sulla brand reputation.

Lavorare per ottenere una reputazione rispettabile non ha senso se questa non viene comunicata nel modo migliore, prestando attenzione alle varie forme di comunicazione, volontarie ed involontarie. Non solo a parole ma anche con i fatti.

Il primo assioma della comunicazione di Watzlawick insegna che “è impossibile non comunicare”. Il comportamento e le concrete azioni poste in essere dall’azienda rappresentano la comunicazione primaria, che si desume anche se non espressa consapevolmente a parole.

La comunicazione secondaria concerne i segni inviati in maniera strategica dall’impresa, che vanno a rafforzare la comunicazione primaria (pubblicità, packaging, logo…). Gran parte della comunicazione secondaria dell’impresa viene oggi veicolata online.

Il piano editoriale deve essere specificatamente strutturato per generare positività attraverso contenuti aggiornati e di qualità (tutorial, ebook, video…). Particolare attenzione merita l’ascolto del pubblico, che necessita di un continuo monitoraggio per scovare eventuali link building (pagine esterne che parlano positivamente dell’azienda), che vanno quindi aggiunti alle proprie pagine web.

Infine, la comunicazione terziaria, rappresentata dall’insieme dei messaggi diffusi dalle varie fonti indipendenti dall’azienda. Si tratta di voci che si propagano attraverso relazioni interpersonali, come il potente passaparola dei clienti, o gli opinion leader come gli influencer.

Esempi di campagne che hanno creato buona reputazione

Apple

Il video lega la buona reputazione dell’azienda, leader nel mercato delle tecnologie, all’ottima qualità e lunga durata nel tempo dei prodotti.

Lacoste

La campagna 2018 del brand è finalizzata a sostenere le specie animali in via d’estinzione. Per l’occasione, l’azienda ha sostituito l’iconico logo del coccodrillo con quello delle varie specie minacciate dal pericolo dell’estinzione (foca del Golfo della California, tartaruga della Birmania, rinoceronte…)

Burger King

Per sostenere l’orgoglio LGBTQ+ a San Francisco, tutti i panini della catena di fast food sono stati incartati con la stessa carta multicolor. Non conta l’involucro, all’interno sono i panini di sempre, questo il messaggio lanciato dal marchio. Il video ha ottenuto un forte impatto tra gli utenti registrando circa 1,2 milioni di interazioni.

Procter & Gamble

Olimpiadi e madri: questo il binomio sul quale ha puntato l’azienda, sottolineando il ruolo centrale che le mamme hanno nella crescita degli atleti.

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Come e perché creare le web personas per il tuo sito web

Prima di creare un sito web è fondamentale chiedersi chi sarà l’utente che lo navigherà, cosa cercherà e come potrà trovare le risposte ad ogni sua esigenza. Per questo motivo il primo step è creare web personas che possano racchiudere le principali caratteristiche dell’utente ideale tanto da poter aumentare l’usabilità e la centralità del cliente nel processo di progettazione incentrato sulla user experience.

Che cosa sono le web personas

Prima di esaminare degli esempi, può essere utile comprendere cosa sia una web persona. Si tratta di una sintesi delle caratteristiche, dei bisogni, delle motivazioni e dell’ambiente di un modello ideale di utente del sito web.

Le personas, quindi, sono personaggi fittizi che rappresentano le caratteristiche primarie di un gruppo di utenti, identificato e selezionato come target chiave attraverso l’uso di dati di segmentazione. In questo modo l’azienda può progettare la migliore user experience per i propri clienti su tutti i touchpoint e favorire un alto tasso di conversione.

Il termine personas, utilizzato per indicare profili di potenziali utenti che utilizzano un sito web, venne coniato per la prima volta da Alan Cooper nel suo libro The Inmates Are Running the Asylum. 

Cooper aveva adottato lo strumento delle interviste ai possibili utilizzatori di software per poter soddisfare le esigenze e i desideri dei suoi utenti e per poter usare programmi user friendly.

Questo metodo di indagine venne adottato anche in altri ambiti e si passò dalla user persona fino alla buyer persona.

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Come costruire le web personas

Come afferma David Meerman Scott nel libro “Le nuove regole del marketing e del PR”, “la buyer personas è essenzialmente il rappresentante di una tipologia di clienti che voi identificate come aventi o un interesse specifico per la vostra organizzazione o per i vostri prodotti, oppure un problema di mercato che i vostri prodotti o servizi sono in grado di risolvere”. 

I dati diventano uno strumento decisivo per la definizione della personas. Partendo dall’analisi di clienti reali è possibile definire il tipo di persona che visita il nostro sito e creare degli archetipi che guidano la strategia di marketing e di posizionamento del brand.

Da questa definizione possiamo iniziare a costruire una web persona che deve contenere le seguenti informazioni:

  • caratteristiche personali
  • ruolo aziendale
  • lavoro e obiettivi di carriera
  • sfide lavorative
  • compiti
  • messaggi chiave

Per la creazione di un utente ideale di un sito si raccolgono dati più personali (socio-demografici, psicografici) e informazioni che riguardano l’eventuale risposta o preferenza da parte della persona rispetto al prodotto.

(fonte: Canva)

Linee guida per la creazione di web personas

  1. Una web persona non può non avere un nome assegnato.
  2. Bisogna ricordarsi che le personas sono solo modelli di caratteristiche e ambiente. In tal senso è utile definire tre o quattro web personas in grado di migliorare l’usabilità generale, mentre è necessario prenderne in considerazione di più per analizzare task specifiche.
  3. Si devono definire le caratteristiche personali che si differenziano in dati:
    – demografici: età, sesso, istruzione, occupazione;
    – psicografici: obiettivi, compiti, motivazione;
    – webografici: esperienza web, luogo di utilizzo (casa o lavoro), piattaforma di utilizzo (desktop, tablet, dispositivo mobile), frequenza di utilizzo, uso dei social media, siti preferiti all’interno e all’esterno della categoria.

LEGGI ANCHE: Il marketing tribale secondo Bernard Cova: cos’è e come si fa

Web personas e customer journey

Il customer journey è il viaggio che viene compiuto dall’utente nelle varie fasi della costruzione di una relazione con un brand fino a diventare cliente. Al fine di comprendere e di intercettare i bisogni reali dell’utente è utile analizzare, costruire e tracciare un customer journey.

In questo modo si possono anticipare i comportamenti degli utenti, comprendere come mantenerli all’interno del percorso il più a lungo possibile, rendere l’esperienza d’acquisto unica, capire i problemi reali che impediscono l’acquisto e risolverli.

Nonostante sia ancora una pratica rara, il customer journey è una tecnica molto potente nella progettazione di siti web.

L’uso di web personas nella creazione di un customer journey permette di comprendere se tutte le esigenze di diverse tipologie di utenti possano essere soddisfatte attraverso la navigazione, i collegamenti e la ricerca per rispondere a domande specifiche.

Questo approccio ha diversi aspetti molto favorevoli:

  1. mette al centro il cliente;
  2. identifica le esigenze e i passaggi richiesti dai clienti;
  3. è utile per testare progetti e prototipi di siti già esistenti o da ideare;
  4. può essere utilizzato per analizzare l’efficacia della comunicazione della proposta su diversi siti web;
  5. può essere collegato a risultati di marketing specifici da raggiungere su un sito.

Creare delle personas permette alle aziende di avere una reale visione della propria audience creando percorsi e servizi capaci di rispondere alle reali esigenze del potenziale cliente.

Empatizzare con l’utente è il primo passo per connettersi con una persona in carne ed ossa che, al di là di uno schermo, cerca soluzioni alle proprie richieste. Comprenderne i bisogni e le caratteristiche è il mezzo per costruire una relazione stabile e duratura, in grado di trasformare quell’utente in cliente.

tiktok come piattaforma di employer branding

TikTok come piattaforma di employer branding: la ricerca in collaborazione con Kantar

Attrarre talenti e valorizzare le proprie persone sono gli elementi immancabili che influenzano positivamente l’immagine di un’organizzazione, allontanando stereotipi e pregiudizi che possono limitare le potenzialità di un’azienda come datore di lavoro.

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Come è possibile oggi reimmaginare l’employer branding?

Ci ha pensato TikTok, attraverso una ricerca svolta in collaborazione con Kantar e presentata in anteprima a JoyRiders – l’executive forum di TikTok dedicato ai CEO e CMO delle aziende più importanti in Italia, che ha l’obiettivo di indagare la percezione delle persone rispetto al ruolo di TikTok come piattaforma di employer branding ed educare le aziende rispetto alle potenzialità del digitale come piattaforma efficace in questo ambito.

LEGGI ANCHE: 7 trend di TikTok che devi assolutamente conoscere

TikTok: un buon alleato nel costruire l’immagine aziendale

Le piattaforme digitali sono la chiave di successo per l’employer branding – l’83% degli utenti ha infatti espresso interesse nel vedere questo tipo di contenuti. Il tema dell’employer branding si intreccia quindi perfettamente con TikTok: secondo il 77% degli utenti intervistati, fare employer branding su TikTok consente di conoscere meglio un’azienda, la sua cultura e i suoi valori, contribuisce a cambiarne la percezione, a prepararsi al meglio per un colloquio e a ricevere offerte di lavoro.

LEGGI ANCHE: TikTok e PMI: un impatto positivo sulla community e sui brand locali

Siamo molto soddisfatti dei risultati emersi dall’analisi, in quanto rispecchiano perfettamente il posizionamento di TikTok come piattaforma che mette al centro l’autenticità e la creatività nella realizzazione di un contenuto, veicolato in un linguaggio credibile e reale. Il nostro obiettivo è aiutare le aziende a costruire la propria immagine autentica, mostrando le proprie potenzialità nell’attrarre e trattenere i talenti. Su TikTok tutti i tipi di contenuti da quelli più leggeri a quelli più impegnati diventano coinvolgenti e aiutano le persone a comprendere meglio i valori delle aziende, la vita in ufficio e le opportunità di crescita e permanenza” – ha dichiarato Giuliano Cini, Brand Partnerships Director per TikTok Italia e Grecia.

giuliano cini tiktok

TikTok supporta le organizzazioni a posizionarsi come “great place to work”: il 70% degli utenti afferma che creare uno storytelling relativo all’employer branding in piattaforma potrebbe cambiare la percezione che le persone hanno dell’azienda, facendola apparire piu’ innovativa (75%), con una forte identità (72%), attenta ad attrarre e trattenere talenti (72%).

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Il ruolo di TikTok in tutte le fasi di ricerca del lavoro

Subito dopo le piattaforme digitali specializzate (57%) e le agenzie per la ricerca del personale (52%), le piattaforme digitali sono i canali più popolari (47%) in ambito ricerca del lavoro. Su TikTok infatti l’hashtag #jobsearch ha collezionato 2 miliardi di visualizzazioni e #jobsearchtips oltre 246 milioni.

tiktok come piattaforma di employer branding - 2

Ricerca ed esplorazione in piattaforma significa scoprire lavori nuovi e lasciarsi ispirare per trovare ulteriori opportunità di carriera.

Il 24 % delle persone su TikTok ha infatti scoperto nuove aziende che non conosceva prima e il 37% ha voluto saperne di più su lavoro in una determinata azienda.

TikTok è il luogo dove il coinvolgimento genera azioni, infatti, nel 71% dei casi gli utenti su TikTok hanno avuto un’esperienza ingaggiante, 6 utenti su 10 sono motivati a inviare una candidatura di lavoro e il 37% ha visitato il sito di quell’azienda.

Su TikTok l’hashtag #careertok ha collezionato 1.4 miliardi di visualizzazioni.

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L’unicità di TikTok per attrarre e trattenere i talenti

Che tipo di contenuti piacciono maggiormente agli utenti in piattaforma?

Quelli legati a offerte di lavoro nel 50% dei casi, i consigli su come ottenere un cv efficace o su come prepararsi a un colloquio, lo storytelling legato alla flessibilità e all’importanza del work-life-balance, e infine i contenuti sulla vita in ufficio.

L’hashtag #lovemyjob ha collezionato oltre 7 miliardi di visualizzazioni.

L’autenticità è la via da percorrere per creare una connessione tra i talenti e le organizzazioni: le persone in azienda sono la chiave dell’autenticità, infatti 1 su 3 utenti preferiscono contenuti con i dipendenti che si espongono come testimonial dell’azienda.

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creare un buon clima

Come creare coinvolgimento tra i dipendenti

Sul posto di lavoro non si parla più solo di risorsa umana, ma di “persona”, i lavoratori di oggi non sono interessati esclusivamente allo stipendio, ma vogliono essere tenuti in considerazione in quanto individui, per questo il coinvolgimento del dipendente diventa un asset fondamentale.

Spesso la direzione strizza l’occhio alle teorie psicologiche relative alla motivazione, proprio per rendere partecipe il dipendente. Qualsiasi forma di partecipazione richiede però un sistema premiante, che non concerne soltanto la retribuzione e l’avanzamento di carriera: sempre più il dipendente richiede di essere coinvolto.

Perché è importante creare il coinvolgimento del dipendente

Per mantenersi competitiva sul mercato, l’impresa, necessita di attirare e mantenere i talenti. È frequente che le aziende incontrino maggiori difficoltà nel trattenere i lavoratori migliori, piuttosto che ad assumerli. Si tratta di quella che viene definita una “guerra per il talento”: per vincere la guerra è necessario creare coinvolgimento sul posto di lavoro, che non vuol dire, semplicemente, rendere felici o soddisfatti i dipendenti, ma qualcosa di più.

coinvolgimento dipendenti sul lavoro

Riguarda la capacità di creare un impegno emotivo nei confronti dell’azienda, è un investimento psicologico, è la volontà di contribuire al successo dell’impresa. Vuol dire sentirsi parte dell’azienda, indipendentemente dai potenziali benefit.

Il coinvolgimento aumenta la produttività: le aziende che creano coinvolgimento risultano avere un incremento di produttività del 21%, oltre che un miglioramento del morale della forza produttiva, come evidenzia un sondaggio Gallup. Il riconoscimento porta ad una maggiore motivazione nel dipendente, aumenta l’orgoglio per la posizione ricoperta, che, indirettamente, spingerà il lavoratore a prendere iniziativa e responsabilità.

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Le statistiche sul coinvolgimento in azienda

  1. Secondo un sondaggio Gallup, il 70% della forza lavoro non si sente coinvolta nell’attività che svolge, la maggior parte vede il posto di lavoro come un luogo negativo, e fa il minimo indispensabile per arrivare a fine giornata
  2. Il 73% dei dipendenti sarebbe disposto a lasciare il posto di lavoro se ricevesse una buona offerta
  3. Il basso coinvolgimento dei lavoratori rappresenta un costo per l’impresa, tra i 450-500 dollari l’anno. I lavoratori che non si sentono coinvolti non sono pronti ad assumersi responsabilità, e producono meno, cosa che si traduce in perdita per l’azienda
  4. Avere una buona e chiara cultura aziendale aumenta di 4 volte i ricavi. Il 47% di chi è in cerca di lavoro dichiara di considerare la cultura dell’azienda il motivo principale per lasciare l’attuale lavoro. La filosofia che guida l’azienda, ossia tutti quei principi che ne costituiscono il DNA e riflettono ciò che si rappresenta, sono un elemento chiave nella creazione del coinvolgimento
  5. Il 33% della forza lavoro attiva dichiara di cercare un nuovo lavoro nel momento in cui si sente annoiato e senza sfide
  6. Il 37% dei dipendenti ritiene importante che il riconoscimento gli venga comunicato espressamente: il 43% preferisce un riconoscimento face to face con il datore di lavoro, il 10% vorrebbe essere elogiato di fronte ai colleghi, il 9% in privato in modalità scritta
  7. Solo il 29% dei lavoratori è soddisfatto delle opportunità di crescita offerte dal posto lavoro. Il 41% considera la crescita professionale fondamentale per considerarsi soddisfatto, percentuale che tra i Millennial sale all’87%

comunicare crea coinvolgimento

Comunicare vuol dire coinvolgere

Per permettere ai dipendenti di sviluppare un senso di appartenenza e coinvolgimento è necessario rafforzare la comunicazione interna. La comunicazione è infatti il fattore chiave per creare coinvolgimento: i dipendenti informati saranno più sicuri di sé sul lavoro e quindi motivati.

Secondo un sondaggio solo il 17% delle persone ritiene che la comunicazione della propria azienda sia efficace, e 1 dipendente su 3 non si fida della comunicazione del proprio capo.

Un dipendente che non ha le necessarie informazioni relative al lavoro è costretto a cercarle da solo o chiedendo aiuto ai colleghi, cosa che può comportare perdita di tempo e frustrazione.

La comunicazione aziendale deve essere un flusso continuo di condivisione delle informazioni, all’interno e all’esterno, suddivisibile in 4 tipologie specifiche:

  1. comunicazione interna verso l’alto, da un subordinato ad un superiore, realizzata attraverso sondaggi, feedback, rapporti
  2. comunicazione interna verso il basso, dal superiore al subordinato, che si concretizza attraverso lettere, promemoria, direttive verbali
  3. comunicazione laterale interna, tra i colleghi, che spesso riveste un ruolo cruciale nel coinvolgimento, svolta con chat, email o software intranet
  4. comunicazione esterna, con i clienti, fornitori e partner

I Consigli per creare coinvolgimento

  • Assumere un buon manager è il primo passo da compiere: il manager è responsabile del 70% del coinvolgimento dei subordinati. Una personalità empatica e trascinante saprà motivare e coinvolgere con facilità
  • Fornire le risorse di cui si necessita per lavorare, tecnologie, strumenti, accessori, nulla deve mancare al dipendente per renderlo soddisfatto
  • Mostrare apprezzamento non è un particolare insignificante, al contrario, è il modo migliore per creare un clima positivo basato sulla fiducia
  • Premiare i dipendenti, con remunerazioni extra ma anche, ad esempio, con del tempo libero
  • Iniziare a coinvolgere il dipendente già dal suo primo giorno di lavoro, non lasciare che sviluppi un sentimento di ostilità, difficile da modificare nel futuro

3 errori di chi non crea coinvolgimento

  1. Non promuovere una connessione umana tra i dipendenti: la solitudine è nemica della produttività che influenza negativamente
  2. Non ottimizzare i processi interni: sovraccaricare di email e riunioni non necessarie crea distanza rispetto al lavoro
  3. Non promuovere la mission aziendale: i valori e gli obiettivi dell’azienda vanno ripetuti ogni volta sia possibile, in tutte le riunioni, in modo che vengano bene compresi ma, soprattutto, interiorizzati dai dipendenti

Quanto ha influito il Covid sul coinvolgimento in azienda?

La pandemia ha rivoluzionato il mondo del lavoro italiano, costringendo ad un improvviso lavoro da remoto. L’influenza che questo ha avuto sul fattore coinvolgimento è legato alla capacità che ogni singola azienda ha avuto nel gestire la situazione.

Il 60% dei datori ha dichiarato di aver aumentato l’ascolto ma non con l’utilizzo di strumenti formali, solo il 31%, infatti, ha condotto dei sondaggi o dei focus group tra i dipendenti.

Il 22% dei lavoratori ha ammesso di avere difficoltà a staccare la spina nel lavoro da casa, il 38% di sentirsi spesso esausto a causa delle riunioni online. D’altra parte, però, il 73% sostiene di essere più produttivo nel lavoro da casa, l’87% dichiara di sentirsi motivato se l’azienda è in grado di fornire i giusti aggiornamenti.

Il 96% ha avvertito l’impegno del datore di lavoro nel mettere veramente al primo posto la sicurezza del dipendente in una situazione di emergenza. Questo è chiaramente un elemento fondamentale nello sviluppo del coinvolgimento.

coinvolgimento in smart working

Le statistiche emerse dal periodo di lavoro remoto forzato sono comunque utili per chi intende continuare con tale modalità, anche ora che l’emergenza è terminata. In un lavoro svolto a distanza è bene tenere presente alcuni consigli utili per sviluppare il coinvolgimento:

  1. Sviluppare un’adeguata strategia di comunicazione interna che preveda una comunicazione regolare
  2. Spingere i dipendenti alla collaborazione attraverso una comunicazione laterale
  3. Incoraggiare i dipendenti a partecipare ad ogni conversazione
  4. Mostrare apprezzamento per il lavoro svolto

LEGGI ANCHE: Il Quiet Quitting non è (solo) lavorare meno, ma lavorare meglio

trend di tiktok per il 2023

7 trend di TikTok che devi assolutamente conoscere

Quali sono i trend di TikTok da conoscere per il 2023? Che tu sia un creator affermato o che ti stia appena tuffando nell’app dedicata agli short video, hai assolutamente bisogno di capire da dove partire e che direzione prendere.

Che tipo di contenuti favorirà l’algoritmo? La piattaforma potrà contare su maggiori entrate pubblicitarie quest’anno? Che cosa coinvolge maggiormente il pubblico?

>>Sei pronto ad esplorare al meglio tutto il potenziale esplosivo di TikTok? Scopri TikTok Marketing: un percorso Web Live per sfruttare tutto il potenziale della piattaforma<<
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Qui di seguito, ti presentiamo le principali tendenze di TikTok da conoscere per il 2023.

  1. La fiducia del pubblico rimarrà un bene prezioso per i creatori di TikTok
  2. La SEO sarà sempre più importante su TikTok
  3. I contenuti didattici di breve durata spaccano
  4. La spesa pubblicitaria aumenterà nel 2023
  5. I contenuti che suscitano gioia raggiungeranno più pubblico
  6. Le micro-community diventeranno ancora più piccole
  7. I brand si affideranno ai contenuti generati dagli utenti

#1 La fiducia del pubblico rimarrà un bene prezioso per i creatori di TikTok

È probabile che tu abbia già sentito la frase “TikTok made me buy it“, ma ti sei chiesto cosa spinge qualcuno a fare un acquisto dopo aver visto un breve video? Tutto si riduce a una cosa semplice ma essenziale: la fiducia.

I TikToker di successo sono affidabili e le persone si fidano del fatto che i loro creatori preferiti abbiano in mente i loro interessi. Secondo il Trend Report 2023 di TikTok, il 72% degli utenti che hanno acquistato un prodotto o visitato un sito web dopo essere andati su TikTok ha dichiarato di aver guardato una recensione di un creatore di cui si fida.

Per promuovere le vendite su TikTok, i creatori e i marchi dovranno costruire questa fiducia con il loro pubblico: niente più annunci ingannevoli o contenuti clickbait. Si tratta di uno dei trend di TikTok più importanti.

Cosa possono fare i creator su TikTok (e puoi fare anche tu)

Come il numero di follower, anche la fiducia del pubblico nei tuoi confronti è qualcosa che si costruisce nel tempo. Quando crei contenuti, devi sempre pensare al tuo pubblico. Come trarranno beneficio da ciò che stai creando? Si è sempre tentati di seguire l’ultimo trend di TikTok, ma se si vuole guadagnare la fiducia del’audience, è necessario chiedersi in che modo i propri contenuti possano aggiungere valore agli spettatori.

LEGGI ANCHE: Content Marketing: ecco come intercettare la Generazione Z

#2 La SEO sarà sempre più importante su TikTok

L’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) consiste nel far crescere la tua portata organica assicurandoti che i tuoi contenuti siano facilmente ricercabili. Questo processo di solito consiste nel popolare i siti web con le parole chiave che le persone potrebbero cercare su Google.

Ma la SEO è importante anche per TikTok, perché la piattaforma sta rapidamente diventando il motore di ricerca preferito dalla generazione Z e questa tendenza è destinata a continuare nel 2023.

Trend di TikTok: cosa possono fare i creator su TikTok

Per posizionare i tuoi video in alto nei risultati di ricerca di TikTok, devi avere una buona conoscenza del tuo pubblico di riferimento. Individua le parole chiave più importanti nella tua nicchia e includile nei tuoi contenuti. Dalle didascalie, agli hashtag, alle voci fuori campo, ci sono molti modi possibili per incorporare le parole chiave nei vostri contenuti. In questo modo, i contenuti avranno maggiori possibilità di essere visti dal pubblico giusto.

#3 I contenuti didattici di breve durata spaccano

L’apprendimento in forma breve prevede contenuti educativi distribuiti in pezzi di dimensioni ridotte, il che lo rende perfetto per una piattaforma come TikTok.

Nel suo Digital Learning Trends 2023 Report, la piattaforma di corsi online Thinkific ha previsto che il microapprendimento avrà un grande impulso quest’anno. In particolare, il 41% delle persone intervistate ritiene che i contenuti brevi siano ideali per scoprire nuovi argomenti. Inoltre, più della metà preferisce consumare i contenuti sul proprio telefono piuttosto che altrove.

@lafisicachecipiaceCome mai gli studenti non riescono a staccare i quaderni? È una questione di fisica♬ suono originale – LaFisicaCheCiPiace

Cosa possono fare i creatori di TikTok (e puoi fare anche tu)

È probabile che ci sia un argomento o una nicchia specifica di cui sai più del vostro pubblico, quindi prova a creare qualche TikTok per condividere le tue conoscenze. E se non sei già un esperto? Jay Clouse, il creator educator dietro la newsletter Creator Science, suggerisce di posizionarsi come un principiante curioso, pronto a condividere le proprie scoperte man mano che impara.

#4 La spesa pubblicitaria aumenterà nel 2023

La crescente popolarità di TikTok ha reso la piattaforma uno dei canali di marketing più caldi per aziende e marchi.

Secondo eMarketer, la spesa pubblicitaria su TikTok dovrebbe raggiungere gli 8,75 miliardi di dollari nel 2023, con un aumento di quasi il 47% rispetto al 2022. Per i creatori, potrebbero esserci potenziali opportunità di guadagno grazie alle partnership con i brand.

LEGGI ANCHE: Come guadagnare e mantenere la fedeltà dei clienti sul lungo periodo

Cosa possono fare i creatori di per questo trend di TikTok

Se punti a fare delle partnership con i marchi uno dei tuoi flussi di reddito per il 2023, dovrai migliorare la creazione di contenuti. Anche se i marketer spenderanno su TikTok, a causa dell’attuale clima economico, saranno anche più selettivi nella scelta dei creatori con cui collaborare.

Secondo Bradley Hoos, CEO dell’agenzia di influencer marketing The Outloud Group, i marketer preferiranno “i creatori che hanno un’esperienza consolidata di performance per i brand che si rivolgono a clienti con caratteristiche demografiche simili”. Questo per garantire che la loro spesa pubblicitaria sia “altamente efficiente”.

Per ottenere contratti lucrativi con i brand, i creatori dovranno dimostrare la loro capacità di creare contenuti ad alta conversione. Che si tratti di storyboarding, riprese o montaggio, è ora di affinare le proprie capacità.

trend di tiktok per il 2023 gioia

#5  I contenuti che suscitano gioia raggiungeranno più pubblico

Secondo il rapporto sulle tendenze di TikTok, il 2023 sarà l’anno delle vibrazioni positive.

Il 50% degli utenti di TikTok ha dichiarato che la piattaforma li fa sentire felici e più di un terzo di loro ha affermato che i brand devono “sollevare il loro spirito” per motivarli a fare un acquisto. Per avere successo su TikTok, i creatori dovranno sfruttare questo bisogno di gioia e leggerezza.

@khaby.lame hey bro, if you keep cutting potatoes like that, you won’t have anything left! #learnfromkhaby #comic #nowastefood ♬ suono originale – Khabane lame

Trend di TikTok per il 2023: cosa possono fare i creator

I tuoi contenuti diffondono positività? Anche se è vero che non si può imporre la positività su ogni argomento, molte nicchie possono trarre vantaggio da questa fame di contenuti spensierati.

Se sei specializzato in contenuti di bricolage, incoraggia il tuo pubblico a provare a costruire da solo e fallo sentire capace.

Crei tutorial sul make up? Ricorda ai tui follower che sono belli così come sono. Lascia la tristezza per le discussioni su Twitter.

LEGGI ANCHE: TikTok, lobbying e spionaggio: forse non è solo un film

#6 Le micro-community diventeranno ancora più piccole

Cosa distingue TikTok dalle altre piattaforme?

Le sue numerose community con interessi di nicchia diversi. TikTok ha una probabilità 1,8 volte maggiore di introdurre gli utenti a nuovi argomenti e gli utenti sanno che è il posto giusto per approfondire quella specifica cosa di cui sono ossessionati.

Quando le persone vanno su TikTok, cercano creator che li capiscano e che li ispirino a fare un cambiamento, che si tratti di imparare a suonare l’oboe o di fare una torta.

Nel 2023, questo senso di comunità sarà ancora più importante e nessuna nicchia sarà troppo piccola.

Cosa possono fare i creator per questa tendenza di TikTok

Non devi essere ossessionati dalla scelta della nicchia.

Qualunque sia l’argomento del tuo contenuto, c’è un pubblico per esso. Basta concentrarsi su un argomento di cui si è esperti, o su qualcosa per cui si è disposti a dedicare del tempo per imparare, e si troverà il proprio seguito.

Ricorda che, indipendentemente dalla tua nicchia, le persone vogliono imparare e crescere con te.

#7 Trend di TikTok: i brand si affideranno agli UGC

Nel 2023, quando la fiducia del pubblico diventerà più preziosa su TikTok, i marchi dovranno lavorare di più per attirare l’attenzione della loro base di clienti, oppure dovranno essere più intelligenti.

I contenuti generati dagli utenti (UGC) sono a cavallo tra l’influencer marketing e la pubblicità pura.

Sebbene l’UGC sia tradizionalmente conosciuto come contenuto organico creato dai clienti reali di un marchio, ha assunto un nuovo significato con l’ascesa dei creatori di UGC. Un’alternativa alle campagne di marketing convenzionali, i creatori UGC vengono pagati per creare contenuti autentici che i marchi possono utilizzare nei loro canali per promuovere i loro prodotti.

Un esempio: nel suo Trend Report 2023, TikTok rivela che il marchio di arredamento Fantastic Furniture ha utilizzato gli UGC per creare una campagna che ha portato più coinvolgimento, più entrate e meno costi di una normale campagna pubblicitaria.

@the.leap Becoming a UGC creator is alllll over our TikTok right now. Here’s how to actually do it. #UGC #UGCcreator #UGCjourney #contentcalendar ♬ Massive – Drake

Tendenze di TikTok per i creatori di contenuti

Considerare la creazione di UGC come un’opportunità per sbloccare un nuovo flusso di entrate.

A titolo di riferimento, alcuni marchi pagano oltre 250 dollari per un video di 60 secondi. E se stai creando contenuti, hai già le competenze necessarie per diventare un creatore UGC.

>>Sei pronto ad esplorare al meglio tutto il potenziale esplosivo di TikTok? Scopri TikTok Marketing: un percorso Web Live per sfruttare tutto il potenziale della piattaforma<<

Come potenziare il tracking con il Server Side Tagging

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è dedicato a come come tracciare meglio le attività del tuo negozio online utilizzando il Server Side Tagging.

A parlarne con noi Felice Carotenuto, Digital Analyst.

Non perderti i punti salienti del webinar:

  • Che cos’è il Server Side Tagging
  • Google Tag Manager Server Side
  • Esempi di implementazione

Scarica le slide

Cyber Security

Cybersecurity: come proteggerti dalle vulnerabilità più comuni

La Cybersecurity è diventata un tema di crescente importanza nel mondo moderno. Negli ultimi anni, le aziende hanno implementato e sperimentato nuove soluzioni e tecnologie IT. Con la digitalizzazione, le minacce informatiche sono diventate sempre più sofisticate e diffuse.

Secondo il rapporto Clusit 2023 sulla sicurezza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Italia, il numero di attacchi informatici nel nostro paese è cresciuto del 168,6% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Questo aumento significativo degli attacchi ha portato molte organizzazioni a considerare la sicurezza informatica come una priorità.

Cybersecurity

A supporto di aziende, professionisti ed organizzazioni in Italia troviamo il Cloud Computing Provider Seeweb. Presente dal 1998, la società, con le sue soluzioni IT e i quattro data center di proprietà distribuiti tra le città di Milano e Frosinone, rappresenta un punto di riferimento nel nostro Paese.

Scopriamo nel dettaglio le principali sfide in campo cybersecurity individuate da Seeweb per il 2023 e altri importanti dati di scenario.

In Italia gli attacchi informatici sono in crescita

Negli ultimi cinque anni, la situazione relativa agli attacchi informatici è notevolmente peggiorata, seguendo un trend costantemente in crescita.

Dal confronto tra i numeri del 2018 e quelli del 2022, emerge un aumento del 60% del numero di attacchi rilevati, con una media mensile di attacchi gravi a livello globale che è passata da 130 a 207.

Cybersecurity

Il Rapporto Clusit 2023, inoltre, indica che il 2022 è stato l’anno peggiore per la cybersecurity, con 2.489 incidenti gravi a livello globale. L’Italia è ormai diventata un obiettivo centrale degli hacker, con il 7,6% degli attacchi totali avvenuti nel paese nel corso dell’anno scorso (contro il 3,4% del 2021). Inoltre, l’83% di questi casi si è rivelato grave.

Il trend è confermato anche da una ricerca dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano. Gli attacchi informatici sono in continuo aumento e stanno interessando anche infrastrutture critiche, con un aumento del 8,4% tra il 1° semestre del 2021 e quello del 2022.

Il 67% delle imprese rileva un aumento dei tentativi di attacco e il 14% ha subito conseguenze tangibili a seguito di incidenti informatici.

Il mercato italiano della cybersecurity è cresciuto del 18% rispetto al 2021, raggiungendo il valore di 1,86 miliardi di euro. Mentre, la spesa in cybersecurity in Italia si attesta allo 0,10% del PIL. Tuttavia, il mercato della cybersecurity cresce in modo significativo e l’aumento degli investimenti degli attori privati e pubblici rappresentano un segnale incoraggiante in vista dei prossimi anni.

Le aziende italiane stanno adottando una visione olistica della gestione dei rischi per definire le priorità di investimento. Il 49% delle organizzazioni integra la gestione del rischio cibernetico all’interno del processo di gestione aziendale del rischio, ma un’ampia quota lo tratta ancora come un rischio separato o addirittura non lo monitora costantemente.

Solo il 32% delle aziende utilizza metodi di valutazione finanziaria del rischio, che seppur complessi, sono efficaci nel far comprendere ai dirigenti aziendali l’importanza della sicurezza informatica e dei possibili impatti commerciali di un potenziale incidente.

Settori maggiormente bersagliati dai cyber attacchi

L’analisi dei dati di Clusit evidenzia anche il trend generale della Severity per attacker con dati clusterizzati per settore merceologico.

In ambito sicurezza informatica, “severity” si riferisce alla gravità di una minaccia o di un attacco informatico, ovvero alla sua capacità di causare danni significativi per l’organizzazione colpita.

A livello internazionale, i Multiple Targets sono diventati la principale vittima degli attacchi informatici, con un aumento del 97% rispetto al 2021.

In particolare, le organizzazioni governative, militari e le forze di polizia, passano dal primo posto al terzo a favore dei “bersagli multipli”, probabilmente influenzato dallo scenario geopolitico attuale.

Distribuzione della Severity per prime 10 vittime nel 2022

Un trend coerente con gli attacchi alle grandi infrastrutture critiche, alle loro filiere e agli attacchi mirati non solo contro singole organizzazioni, ma contro un intero ecosistema. Questo dimostra come le minacce siano sempre più sofisticate e ingegnerizzate, replicabili su larga scala, come dimostrato dalle notizie apparse sui media nell’ultimo anno.

Il settore sanitario sale ulteriormente in classifica, diventando un bersaglio appetibile sia per coloro che cercano di monetizzare gli attacchi, sia per chi vuole arrecare danni ai servizi fondamentali della società.

D’altro canto, le imprese del comparto ICT rimangono ancora nella parte alta della classifica, a causa della loro particolare predisposizione. Si tratta di organizzazioni che, grazie all’elevato grado di digitalizzazione dei processi, hanno una maggiore esposizione rispetto ad altri settori.

Interessante la scalata del settore manifatturiero, che si è dimostrato particolarmente redditizio per i cyber criminali nel 2022.

Sicurezza Cyber e Social Engineering

Seeweb ha condotto diverse simulazioni in ambito Sicurezza e Social Engineering con l’obiettivo di dimostrare che spesso sono gli errori umani a generare rischi per la sicurezza delle aziende. È stato dimostrato come sia indubbiamente la posta elettronica il vettore più comune per i tentativi di phishing.

Cyber Security

Il fine di questi esperimenti è stato quello di valutare se un attacker esterno, privo di informazioni specifiche sull’azienda sotto attacco (al di fuori di quelle disponibili pubblicamente su Internet), potesse accedere in modo non autorizzato a dati sensibili mediante attacchi di phishing ai danni dei dipendenti.

I cyber criminali, infatti, non hanno sempre bisogno di grandi quantità di informazioni per effettuare un attacco: a volte basta risalire, studiando per esempio i suoi canali social, a una sola informazione su una determinata persona, come ad esempio la sua passione per il calcio o per la moda, per convincerla a cliccare su un’email a tema. In altri casi, invece, è necessario avere informazioni precise e accurate.

Dalle simulazioni, è emerso, infine, quanto sia assolutamente facile per un hacker risalire ai contatti di un’azienda, profilare gli interessi dei suoi lavoratori e individuare eventuali debolezze, cercando di persuadere i dipendenti a compiere azioni a vantaggio dell’hacker.

LEGGI ANCHE: PMI e pubblicità online: proteggere la privacy delle persone passo dopo passo

Cybersecurity: 8 problemi comuni

Tra le minacce più diffuse, in campo Sicurezza Informatica, sono stati individuati 8 problemi ricorrenti da Seeweb:

1. SQL Injection

L’attacker inserisce in input nell’applicazione web una guery SQL che viene gestita dal database come se fosse legittima.

2. Account Takeover

L’Hacker accede all’interno di un account utente di cui non e proprietario e in maniera non autorizzata

3. Authentication Bypass

L’utente malevolo accede a un account utente senza doversi autenticare con le corrette credenziali di accesso

4. Insecure Direct Obiect Reference

L’IDOR è una vulnerabilità che permette all’attacker di eludere i controlli di accesso applicativi per aumentare orizzontalmente o verticalmente i propri privilegi.

5. Privilege Escalation

L’attacker cerca di acquisire privilegi maggiori di quelli a cui ha accesso di norma.

6. Brute Force

L’Hacker riesce ad ottenere informazioni, come username e password di accesso valide, a fronte di un elevato numero di tentativi.

7. Cross-site scripting

L’attacker riesce a far eseguire del codice JavaScript arbitrario sulla postazione di un utente (il bersaglio) che visita il sito web posto sotto attacco.

8. Outdated Software Version

L’utilizzo di software non aggiornati e la causa principale di problemi di sicurezza informatica.

Le soluzioni di Seeweb

Grazie alla sua tecnologia unica e alla scalabilità dei servizi, Seeweb offre strategie efficaci per proteggere i dati e servizi di alta qualità e dalle elevate performance. Tra le diverse soluzioni di sicurezza online, per la risoluzione dei problemi elencati, troviamo sia veri e propri “strumenti” quali Web Application Firewall (WAF) che attività specialistiche di consulenza e analisi come l’assessment QSA:

  • II Web Application Firewall permette di fruire di un firewall applicativo in grado di proteggere le tue web application e il business stesso. II WAF è completamente “managed” e non comporta nessuna configurazione a carico dell’azienda. In presenza di più siti, realizzati con la stessa tecnologia o CMS, è possibile usare un unico WAF, senza fare modifiche applicative.
    Il WAF funziona in modalità single-tenant, il che significa che è necessario attivarlo su uno o più server che offrono servizi web per singolo cliente. Per proteggere molti siti altamente trafficati, gli esperti Seeweb possono contribuire a sviluppare una strategia di difesa efficace ed efficiente.
  • Quick Security Assessment è un test che valuta il grado di vulnerabilità dei sistemi IT di una società o di un ente, consentendo di mettere in sicurezza applicativi e architetture IT, riducendo il cyber risk e preservando la business community nella sua totalità.
    Il Quick Security Assessment (QSA) è adatto per qualsiasi tipo di architettura e applicazione. Inizialmente, vengono individuati i server pubblicamente raggiungibili e i servizi che accettano richieste dall’esterno. Successivamente, vengono identificate eventuali vulnerabilità e validate durante il processo di scansione. Infine, vengono fornite raccomandazioni per migliorare la sicurezza della web application, includendo la lista dei possibili vettori di attacco.
google I-O 2023

Google I/O 2023: le novità sull’intelligenza artificiale annunciate all’evento

Un lungo e spettacolare evento di presentazione aperto proprio da Sundar Pichai, CEO of Google and Alphabet. Al Google I/O 2023 sono state svelate tutte le nuove applicazioni dell’Intelligenza artificiale ai prodotti esistenti (e utilizzatissimi nel mondo) dell’azienda di Mountain View, ma anche molte nuove soluzioni super innovative, destinate a rivoluzionare il mondo in cui ricerchiamo informazioni, facciamo acquisti e lavoriamo.

Gran parte dell’evento è infatti incentrato proprio sull’intelligenza artificiale, sulle AI generative e su come sia necessario utilizzare questi nuovi modelli in modo responsabile proteggendo la privacy delle persone.

Durante Google I/O l’azienda ha condiviso diversi modi in cui Google usa l’intelligenza artificiale, inclusi i progressi dell’IA generativa.

Sundar Pichai, CEO of Google and Alphabet

Nel corso di I/O 2023, Google ha presentato PaLM 2, un modello linguistico di nuova generazione con multilingue, ragionamento e coding migliorati. Inoltre, sono stati annunciati 25 nuovi prodotti e funzionalità basati su questa tecnologia.

Multilingua: PaLM 2 è stato addestrato in modo più intensivo su testi multilingue, che comprendono più di 100 lingue. Questo ha migliorato in modo significativo la sua capacità di comprendere, generare e tradurre testi ricchi di sfumature – compresi modi di dire, poesie e indovinelli – in un’ampia varietà di lingue, un problema difficile da risolvere. PaLM 2 supera anche gli esami di competenza linguistica avanzata al livello “mastery”.

Ragionamento: L’ampio set di dati di PaLM 2 comprende articoli scientifici e pagine web che contengono espressioni matematiche. Di conseguenza, dimostra di aver migliorato le capacità di logica, ragionamento di buon senso e matematica.

Codifica: PaLM 2 è stato pre-addestrato su una grande quantità di set di dati di codice sorgente pubblicamente disponibili. Ciò significa che eccelle nei linguaggi di programmazione più diffusi, come Python e JavaScript, ma può anche generare codice specializzato in linguaggi come Prolog, Fortran e Verilog.

LEGGI ANCHE: Google risponde a ChatGPT: più di 20 nuovi prodotti di AI nel 2023

I/O 2023: Intelligenza Artificiale per tutti (in modo responsabile)

Attualmente Google può contare su 15 prodotti che servono oltre mezzo miliardo di persone e ben 6 di questi sono usati da più due miliardi di utenti. Oggi l’azienda punta a rendere l’Intelligenza Artificiale ancora più utile per tutti attraverso quattro principali strade:

  1. Migliorando la conoscenza e l’apprendimento delle persone e approfondendo la loro comprensione del mondo.
  2. Stimolando la creatività e la produttività, in modo che le persone possano esprimersi e portare a termine le proprie attività.
  3. Consentendo agli sviluppatori e alle aziende di creare i propri prodotti e servizi all’avanguardia.
  4. Sviluppando e implementando l’IA in modo responsabile, così che tutti ne possano beneficiare nella stessa misura.

Le informazioni potenziate dall’AI

Search Labs

Search Labs è uno spazio in cui sperimentare nuove esperienze di ricerca basate sull’intelligenza artificiale. Uno dei primi esperimenti è Search Generative Experience (SGE), che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire panoramiche di informazioni e suggerimenti per esplorare gli argomenti in modo naturale.

Quando SGE sarà disponibile (inizialmente solo negli Stati Uniti), gli annunci della rete di ricerca continueranno a essere visualizzati negli spazi pubblicitari dedicati in tutta la pagina.

Con SGE, gli annunci della rete di Ricerca continueranno ad apparire negli spazi dedicati agli annunci all’interno della pagina. In questa nuova esperienza, gli inserzionisti avranno come sempre l’opportunità di raggiungere potenziali clienti durante le loro ricerche.

Immersive View for routes

Visualizzazione immersiva utilizza la visione artificiale e l’intelligenza artificiale per unire miliardi di immagini Street View e di immagini aeree per creare un ricco modello digitale del mondo.

Ora con Immersive View for routes, è possibile visualizzare ogni segmento di un percorso prima di partire, sia che si voglia guidare, camminare o pedalare. Le città europee che verranno lanciate nei prossimi mesi sono: Amsterdam, Dublino, Firenze, Venezia, Londra, Parigi, Berlino.

Migliorare creatività e produttività

Alcuni degli annunci hanno l’obiettivo dichiarato di aiutare le persone a svolgere le proprie attività utilizzando l’intelligenza artificiale per aumentare la creatività e la produttività.

Bard

Bard si sta espandendo in 180 paesi, aggiungendo tra le proprie lingue anche il giapponese e il coreano e migliorando gli aggiornamenti di coding e le funzionalità di esportazione. Si integrerà anche con servizi di terze parti, tra cui Adobe, Instacart, Wolfram, Khan Academy e molti altri.

google I O 2023 - bard

LEGGI ANCHE: Google annuncia Bard, l’anti ChatGPT. Quali sono le differenze

Magic Editor

Con Magic Editor sarà possibile apportare modifiche complesse senza competenze di editing di livello professionale.

L’utilizzo di una combinazione di tecniche di intelligenza artificiale, inclusa l’IA generativa, consentirà di apportare modifiche a parti specifiche di un’immagine, come il soggetto, il cielo o lo sfondo, in modo da avere un controllo ancora maggiore sull’aspetto finale della propria foto.

Duet AI for Workspace

Duet AI for Workspace integra la potenza dell’IA generativa in tutte le app di Workspace.

Queste funzionalità aiuteranno a scrivere, organizzare, visualizzare, accelerare i flussi di lavoro, partecipare a riunioni più ricche e molto altro ancora.

L’integrazione di Duet AI in Presentazioni renderà possibile generare facilmente immagini con poche parole di input, permetterà di analizzare e classificare dati in Fogli e introdurrà altre importanti novità.

L’Intelligenza Artificiale di Google per gli sviluppatori

Google sta anche portando Duet AI su Google Cloud per consentire a più aziende e sviluppatori di confrontarsi con l’impatto delle Intelligenze Artificiali.

Per gli sviluppatori stia introducendo nuove funzionalità e modelli di base nei prodotti IA di Google Cloud aprendo il supporto dell’IA generativa in Vertex AI e ampliando l’accesso a:

  • Nuovi modelli di base in Vertex AI includono Codey (text-to-code), Imagen (text-to-image) e Chirp (speech-to-text)
  • Text Embeddings API
  • Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF)

Contrastare la disinformazione

L’obiettivo di raggiungere un modello di intelligenza artificiale responsabile passa attraverso:

  1. l’inserimento di un sistema di watermarking nei metadati;
  2. un maggiore investimento nelle procedure che proteggono la privacy delle persone.