Tag Funnel

spazio business coronavirus 2

Cosa è successo alla corsa allo spazio (e al suo business) durante l’emergenza Coronavirus

  • Entro il 2040 si prevede che l’economia spaziale globale raggiungerà 1.100 miliardi di dollari;
  • Il lockdown ha messo in standby anche tantissime delle missioni e delle esercitazioni previste nello spazio, permettendo di attivare però nuove sperimentazioni tra i civili;
  • Le ultime notizie parlano di un nuovo possibile business spaziale, stavolta non legato alle estrazioni minerarie dagli asteroidi, ma ad Hollywood.

 

Gli esseri umani osservano le stelle da migliaia di anni. Da sempre, scienziati e studiosi hanno fatto scoperte e messo a punto teorie rivoluzionarie, che hanno cambiato radicalmente la percezione dell’universo.

Dopo aver compreso il nostro sistema solare e l’universo, l’umanità ha deciso di superare i confini del nostro pianeta e di esplorare lo spazio. I primi tentativi furono fatti negli anni ’50, con la Russia che lanciò il primo satellite artificiale in orbita. Il successo della Russia preoccupò gli Stati Uniti, spingendoli ad accelerare le proprie attività spaziali. Tutto questo fino al 1969, anno in cui il primo uomo mise piede sulla Luna, uno dei balzi più significativi per l’umanità.

Quel periodo, fino ad oggi, è rimasto ineguagliato per la quantità di risorse impegnate in termini economici. A partire dagli anni Settanta, la corsa allo spazio rallentò e i budget assegnati alla NASA diminuirono. Per questo il sostegno privato al settore spaziale divenne una priorità.

Oggi l’economia spaziale privata non è più un ripiego e, grazie ad un numero crescente di imprese e ad una produzione diversificata, ha raggiunto una dimensione significativa, diventando uno dei protagonisti più potenti dell’economia globale.

Per comprendere meglio le dimensioni di questo fenomeno, dovremmo dare uno sguardo ai numeri. Secondo alcuni studi, infatti, l’economia spaziale globale raggiungerà 1.100 miliardi di dollari entro il 2040, mentre la quota dei governi nell’economia spaziale globale diminuirà dal 25% al 17%.

economia dello spazio

Come evolverà l’economia spaziale globale?

Tuttavia, ci sono ancora dubbi sul futuro dell’economia spaziale globale. Alcuni affermano che, sì, l’economia spaziale è fiorente, ma per poter parlare di un’economia da 1,1 trilioni di dollari, è necessario che entrino in gioco enormi interessi. Di conseguenza, ci si riferisce a due diverse economie spaziali. Da un lato, le attività basate su necessità “terrestri“, come le telecomunicazioni e la sorveglianza. Dall’altro, nuovi settori, come l’esplorazione dello spazio profondo e l’estrazione mineraria dagli asteroidi.

Dato che, per quanto riguarda il primo caso, possiamo tranquillamente dire che si tratta di attività che diventano, giorno dopo giorno, più fiorenti, per capire come si evolverà l’economia spaziale globale, dobbiamo concentrarci sui nuovi campi come la vita interplanetaria, l’estrazione mineraria dagli asteroidi e il turismo spaziale privato

LEGGI ANCHE: Elon Musk manda in orbita altri 60 satelliti della costellazione Starlink

L’estrazione mineraria dagli asteroidi

Dieci anni fa, l’estrazione mineraria su asteroidi sembrava irrealistica, ma oggi ci sono aziende che operano in questo campo e si prevede che questa diventerà una pratica comune tra qualche decennio.

Metalli Preziosi

Il protagonista dell’industria mineraria legata agli asteroidi è Planetary Resources, una società con sede a Washington che mira a estrarre acqua e metalli preziosi dagli asteroidi.

Quando si parla di metalli preziosi, si pensa immediatamente all’oro. Ma il fisico Stephen Hawking, nella sua ultima intervista televisiva prima di morire, disse “l’oro è raro ovunque, non solo sulla Terra“.

Trovare l’oro, dunque, potrebbe essere un problema? No, pare ci sia un’eccezione: l’asteroide Psiche 16.

Psiche 16, scoperto dall’astronomo italiano Annibale de Gasparis il 17 marzo 1852, è quasi del tutto costituito da metalli – per lo più oro – a differenza della maggior parte degli altri asteroidi precedentemente osservati.

Ora, immaginiamo che una società mineraria atterri su questo asteroide, lo scavi e riesca a riportare i metalli preziosi sulla Terra. Cosa accadrebbe? Beh, Psyche 16 vale 700 quintilioni di dollari, una cifra sufficiente a dare a ogni persona sul pianeta 93 miliardi di dollari. Ma c’è una realtà: il prezzo si basa sui concetti di domanda o offerta. Quando l’offerta sale, i prezzi scendono, quindi, un forte aumento della quantità di oro presente sul mercato porterebbe ad una diminuzione molto forte del prezzo.

Quindi, in termini di metalli preziosi, questo esempio, ci mostra come il contributo dell’estrazione dagli asteroidi all’economia spaziale globale potrebbe risultare alquanto controverso nell’attuazione.

Acqua e Ossigeno

Un altro obiettivo delle compagnie minerarie specializzate in asteroidi sono acqua e ossigeno. L’acqua, infatti, viene utilizzata per la produzione di aria respirabile e di cibo, ma anche per il propellente ad acqua, una tecnologia che faciliterà l’esistenza interplanetaria e le esplorazioni nello spazio profondo su cui la NASA sta lavorando.

Alcuni studiosi hanno già iniziato a pensare al valore di questi due elementi nelle colonie extraterrestri. L’ossigeno, dunque, potrebbe generare enormi entrate per le compagnie minerarie che lavoreranno sugli asteroidi, anche se, tali compagnie potrebbero non essere l’unica opzione per fornire acqua e ossigeno. Alcuni scienziati, infatti, pensano che Marte e la Luna – gli obiettivi primari dell’esistenza interplanetaria – possano avere abbastanza acqua per produrre ossigeno.

LEGGI ANCHE: La NASA ha presentato le nuove tute spaziali che andranno sulla Luna

Vivere nello Spazio

La possibilità, per l’uomo, di vivere su pianeti diversi dalla Terra è uno dei campi che farà progredire l’economia spaziale globale. Oltre alle agenzie spaziali nazionali, le società private hanno pianificato missioni con equipaggio per visitare anche altri corpi celesti.

La figura più importante in questo campo è Elon Musk, il fondatore di SpaceX. Musk ha un piano ambizioso per andare su Marte prima della NASA nel 2020. Inoltre, ha anche in programma di fondare una colonia sul Pianeta Rosso. La sua azienda ha già testato con successo Starhopper, il prototipo della nave stellare marziana colonizzatrice. Questo razzo nei test è stato capace di salire di 150 metri per poi fermarsi su una piattaforma di atterraggio vicina.

Anche se un progetto interplanetario di questo tipo aiuterebbe senza dubbio l’economia spaziale globale ad andare avanti, bisogna tener presente che i progetti interplanetari richiedono ingenti fondi e, sicuramente, i costi più bassi delle aziende private rispetto alle agenzie spaziali nazionali aiutano.

La NASA non sta ferma a guardare

L’agenzia spaziale statunitense, infatti, prevede di andare su Marte nel 2030, ma senza certezze, a causa di questioni tecniche ma anche, e soprattutto, finanziarie. La stima dei costi di una missione su Marte con equipaggio è di 217,4 miliardi di dollari. Se si considera che il budget della NASA è di 22 miliardi di dollari, risulta chiaro che, per questa missione, sarebbe necessario stanziare un enorme budget aggiuntivo.

D’altra parte, vale la pena ricordare che le attività militari nello spazio si stanno intensificando. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno ufficialmente attivato lo Space Command, una nuova forza militare che difenderà i propri satelliti e altri beni spaziali. Inoltre,  il Pentagono vuole creare una stazione spaziale, inizialmente usata come esperimento, capace, in seguito, di sostenere la vita e ospitare equipaggi militari.

Tanti progetti che richiederanno uno sforzo economico notevole ma che, una volta realizzati, saranno capaci di diventare fonte di guadagno per governi e aziende private.

Turismo Spaziale

Molte aziende stanno lavorando febbrilmente per portare dei semplici passeggeri nello spazio. È il caso di Virgin Galactic. L’azienda ha già presentato il suo spazioporto, un hangar che fornirà uno spazio per le operazioni di volo e ha venduto 600 biglietti, con un costo a partire da 250.000 dollari.

Il ruolo del turismo spaziale, non deve essere ridotto ad una semplice stravaganza per ricchi. Infatti, un team di medici della University of Technology Sydney ha scoperto che la maggior parte delle cellule tumorali sottoposte a microgravità in laboratorio muoiono senza alcun altro trattamento e vuole riprodurre lo stesso esperimento nella Stazione Spaziale Internazionale. Se questo metodo dovesse essere accettato, potremmo vedere le aziende che si occupano di turismo spaziale collaborare con il settore sanitario per trasportare i pazienti affetti da cancro nello spazio. Naturalmente, un tale trattamento richiederebbe un tempo di permanenza più lungo. Ma alcune aziende stanno ci stanno già pensando. Un esempio è la Orion Span, che sta lavorando alla costruzione di una stazione spaziale privata che dovrebbe fungere da albergo spaziale, capace di accogliere i suoi ospiti per 12 giorni.

Riassumendo, molto probabilmente in futuro assisteremo a missioni spaziali di successo effettuate da governi e aziende private. Alcune nazioni che oggi non si sono ancora impegnati in attività spaziali parteciperanno sicuramente all’industria spaziale globale negli anni a venire. In ogni caso, come sottolineato in precedenza, le missioni spaziali su larga scala determineranno il raggiungimento dei mille miliardi di dollari impiegati in questo settore e se i governi e le agenzie nazionali continueranno a collaborare con le aziende private, molto probabilmente vedremo più aziende spaziali, una produzione diversificata e una più ampia economia spaziale globale.

LEGGI ANCHE: Cosa sapere per prepararsi a diventare turisti dello Spazio

spazio business coronavirus 2

Intanto, sulla Terra…

In tutto questo, l’emergenza Coronavirus ha messo in standby anche tantissime delle missioni e delle esercitazioni previste dalle varie agenzie spaziali, permettendo di attivare però nuove sperimentazioni anche tra i civili.

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ad esempio, è stata costretta a concentrare gli sforzi sulle attività più pressanti e necessarie, annullando tutto il resto.

Il direttore generale dell’ESA Jan Wörner ha dichiarato a Euronews che l’agenzia ha visto il coronavirus “venire verso di noi come uno tsunami”, ed è passata alla modalità telelavoro ancora prima del lockdown. L’ESA ha normalmente circa 5.000 dipendenti nei suoi siti chiave in Germania, Francia, Spagna e Italia, ma ora ne ha meno di 100 in loco. Secondo Wörner, infatti anche l’ESA ha registrato circa 50 casi di COVID-19 tra il suo personale.

La decisione ha significato anche un arresto del funzionamento della strumentazione e della raccolta dati sull’ExoMars Trace Gas Orbiter, che stava iniziando a rilevare segni di vita sul pianeta rosso, mentre la navicella spaziale MarsExpress, che opera intorno a Marte dal 2004, è stata anch’essa posta in modalità standby.

Anche l’ultima missione dell’ESA, Solar Orbiter, lanciata solo nel febbraio 2020, si è ridotta al minimo per un periodo sconosciuto, pur continuando la sua lunga crociera verso il Sole. La prima fase di messa in servizio degli strumenti scientifici era già partita, ma questi sono ora fermi. Anche la missione JUICE per esplorare le lune ghiacciate di Giove subirà ritardi prima del lancio.

Altre attività spaziali critiche sono ancora in corso. La Stazione Spaziale Internazionale è in fase di manutenzione come di consueto, mentre l’agenzia concentra l’energia anche su satelliti cruciali per l’osservazione della Terra, come la flotta di satelliti Sentinel dell’UE.

Mettere in standby le navicelle interplanetarie non è considerato un problema importante per i prossimi mesi, secondo il capo delle operazioni di missione dell’ESA, Paolo Ferri. “Queste sonde sono progettate per sostenere in sicurezza lunghi periodi di tempo con un’interazione limitata o nulla con il suolo”, ha spiegato. Quelle navicelle che richiedono attenzione sono sorvegliate da un unico tecnico in una sala di controllo, supportato da controllori di volo che lavorano da casa.

Wörner ha detto che una delle sue preoccupazioni principali è stata quella di preservare l’industria spaziale europea durante la crisi. Il settore comprende grandi aziende come ArianeGroup e ThalesAleniaSpace, ma anche una vasta gamma di PMI specializzate. “È nostro dovere fare in modo di non perdere molte di queste aziende”, ha detto Wörner. La risposta dell’ESA per le imprese più piccole è  stata quella di spostare le date di fatturazione e di pagamento per garantire un certo reddito per tenere a galla le imprese. Le aziende più grandi, come ArianeGroup, continuano le “attività critiche”. L’azienda aerospaziale italiana Avio, ad esempio, continua a produrre razzi a propellente solido Vega.

Per quanto riguarda i grandi progetti previsti nei prossimi mesi, il quadro è eterogeneo: “Siamo tutti la stessa specie, su un piccolo punto blu”, hanno ricordato dall’ESA.

spazio business coronavirus 2

Anche il previsto lancio di SpaceX di un nuovo satellite di navigazione GPS per l’esercito americano è stato ritardato almeno fino a giugno a causa della pandemia di Coronavirus, secondo quanto riferito dagli ufficiali della Space Force.

In una dichiarazione rilasciata il 7 aprile, i funzionari dello Space Force’s Space and Missile Systems Center (SMC) hanno annunciato di aver posticipato il lancio “per ridurre al minimo il potenziale di esposizione di COVID-19 all’equipaggio di lancio e agli operatori”.

L’esperimento francese

In Francia, intanto, gli scienziati spaziali hanno usato il blocco dovuto al COVID-19 come una prova generale di ciò che sarà stare rinchiusi all’interno di una navicella spaziale in missione su Marte.

Le cavie dell’esperimento sono 60 studenti che sono confinati nelle loro stanze del dormitorio nella città di Tolosa – non lontano dalle condizioni che potrebbero incontrare in una lunga missione spaziale.

Quando il governo francese ha imposto restrizioni di movimento per frenare la diffusione del virus, la ricercatrice spaziale Stephanie Lizy-Destrez ha deciso di sfruttare al meglio la situazione e ha iscritto gli studenti volontari.

Non è una simulazione esatta del volo spaziale: compiti come il prelievo di campioni dalla superficie di un pianeta con un rover lunare non sono previsti, e gli studenti possono interrompere il loro viaggio spaziale virtuale per una passeggiata giornaliera all’esterno.

Al contrario, essi svolgono compiti al computer come test di memoria e test di agilità mentale. Tengono un diario giornaliero e ogni cinque giorni devono compilare un questionario.

spazio business coronavirus 3

Ma gli spazi ristretti – gli studenti si trovano in stanze che misurano 12 metri quadrati – e i limiti di ciò che le persone possono fare sono simili alle condizioni che le persone possono incontrare nello spazio. Così come gli effetti psicologici negativi che questo può avere sulle persone, che gli scienziati vogliono capire meglio prima di inviare astronauti in una missione su Marte che potrebbe durare diversi mesi.

Tom Lawson, uno studente di master in ingegneria aerospaziale che partecipa al programma, ha descritto gli effetti: “Molti studenti trovano estremamente difficile stare al passo con il loro lavoro e tenere il passo con quello che devono fare”.

Nel 2017, sei volontari hanno trascorso due settimane in Polonia in una versione simulata di una base di Marte. Anche la Mars Desert Research Station nello Utah, negli Stati Uniti, mette in scena missioni simulate, ma il vantaggio della missione di isolamento durante il lockdown è che i ricercatori hanno avuto accesso a un campione di dimensioni maggiori.

spazio business coronavirus 2

Nello spazio arriva anche Hollywood

Notizia di pochi giorni fa, Tom Cruise, la NASA e SpaceX di Elon Musk starebbero pianificando di girare un film nello spazio. Dalle indiscrezioni emerse il progetto sarebbe ancora in fase iniziale, ma decisamente avviato; tuttavia, per ora non è ancora stato coinvolto alcuno studio.

Se il progetto dovesse realizzarsi si tratterebbe del primo vero film di fiction – non un documentario, insomma –  girato intorno alla Terra.

nike campagna coronavirus

Perché la campagna di Nike durante il lockdown è una di quelle che ci sono piaciute di più

“Play inside, play for the world” questo è lo slogan della campagna Nike per l’emergenza Coronavirus.

E questo è il messaggio pubblicato dal brand sul proprio sito web: “È quando il gioco si ferma che ci rendiamo conto che siamo una sola squadra. E in questo momento, il lavoro di squadra è più importante che mai”. 

Lo slogan “gioca rimanendo a casa, gioca per il mondo”, l’immancabile spirito di squadra, il valore della resilienza secondo cui ci si può piegare, ma mai spezzare e il concetto secondo il quale “piccole azioni danno vita a grandi risultati” rappresentano -da sempre e soprattutto in questo caso –  i quattro punti fondamentali su cui si fonda la campagna di Nike. L’obiettivo è quello di restare vicino ad atleti, sportivi e semplici amanti dello sport in questo momento così difficile per tutti continuando a fornire loro consigli, tutorial e strumenti utili per rimanere attivi e in allenamento, pur rimanendo dentro casa.

Ma quello che stiamo attraversando è un momento complesso, più che dal punto di vista fisico, dal punto di vista psicologico e – come sempre – Nike punta su quel senso di comunità che, negli anni, ha fatto davvero grande il brand. Sentirsi parte di una stessa squadra e resistere, muovendosi insieme verso un obiettivo comune – in questo caso lo sport – è uno dei modi migliori per mostrare vicinanza alla propria community. E Nike questo lo sa bene. Anche perché il benessere mentale passa anche da quello fisico.

LEGGI ANCHE: #StayHome: ecco come i brand ci hanno invitati a restare a casa durante la pandemia

La campagna di Nike, in pratica

“Se avete sognato di giocare per milioni di persone, è il vostro momento” lo scrive Cristiano Ronaldo, testimonial del brand, sui suoi canali social. E questo è, infatti, ciò che Nike intende comunicare: rimanere a casa ad allenarsi per aiutare milioni di persone a combattere l’emergenza. Questo è il “gioco” a cui fa riferimento la campagna e questi sono i “milioni di spettatori” a cui fa riferimento Ronaldo.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

If you ever dreamed of playing for millions around the world, now is your chance. Play inside, play for the world. #staysafe #playinside #playfortheworld

Un post condiviso da Cristiano Ronaldo (@cristiano) in data:

Ma passiamo ai fatti: Nike ha messo a punto una serie di strumenti, allenamenti, consigli sugli allenamenti e sull’alimentazione a cui tutti possono avere libero accesso. Basta scaricare un’app: Nike Training Club (NTC), disponibile sia per IOS che per Android. Attualmente, l’app contiene quattro programmi di allenamento dalla durata variabile, dalle 4 alle 6 settimane.

Gli allenamenti sono flessibili e adattabili alle varie esigenze delle persone e sono tutti illustrati dai Nike Master Trainer certificati dall’azienda. Le sessioni di allenamento vanno dai 15 ai 45 minuti e sono strutturate su forza, resistenza, mobilità e yoga. 

LEGGI ANCHE: Da McDonald’s a Chiquita, i brand cambiano logo per incoraggiare il distanziamento sociale

Un’ode alla coerenza e all’inclusività

Uno dei rischi più grandi in momenti di emergenza e di crisi per i brand è quello di avere un comportamento schizofrenico e di perdere la propria identità nell’intento di voler a tutti i costi manifestare la propria presenza. Il pericolo è di muoversi in modo scoordinato, lanciando messaggi lontani dai valori di marca.

Non è questo il caso di Nike, la cui campagna Play inside, play for the world è un inno alla coerenza.

Non solo uno spot, ma una serie di iniziative e attività messe in atto per aiutare la propria community, anche attraverso la voce dei grandi atleti mondiali.

Nel corso degli anni, Nike ha perfezionato la sua capacità di pubblicare contenuti di ispirazione. Come dice il marchio stesso, “Nike si sforza di portare innovazione e ispirazione a tutti gli atleti del mondo”. In questo caso però il brand va oltre: qui non si tratta solo del mondo, ma di una emergenza globale che riguarda tutti. Atleta allora diventa chiunque abbia un corpo. Questa definizione semplice ma inclusiva è ciò che attira le persone verso Nike.

Anche la palette di colori – in bianco e nero – contribuisce a create un ulteriore legame emotivo con il pubblico. Così, nel complesso, Play for the World celebra la ricerca umana dell’eccellenza sportiva. Si tratta di come gli atleti continuano a mettercela tutta nonostante la permanenza in casa, esattamente come ognuno di noi.

assistenti vocali

Google Home e gli altri assistenti vocali: ecco cosa faranno al posto nostro

  • Dati i cambiamenti nella sensibilità dei consumatori dopo la pandemia, ci sono i settori già maturi per l’interazione contactless e attivata dalla voce;
  • Il 31% degli adulti statunitensi utilizzerà i pagamenti vocali entro il 2022 e lo shopping vocale raggiungerà i 40 miliardi di dollari;
  • Gli assistenti vocali si preparano a invadere aree sempre più ampie del nostro quotidiano.

 

La comodità dei touchscreen e dei pulsanti è evidente in quasi tutti gli aspetti della nostra vita, ma la situazione sta cambiando rapidamente, complice la pandemia mondiale che ci ha fatto scoprire la pericolosità potenziale di questi “tap”.

Così le interfacce fisiche, il contante e persino le carte di credito fisiche potrebbero presto diventare mezzi secondari di interazione e transazione, poiché gli utenti sceglieranno sempre più spesso interfacce contactless e abilitate alla voce.

Dopo l’inizio dell’emergenza Coronavirus, l’iper-consapevolezza del nostro ambiente fisico, il desiderio di una maggiore comodità e una maggiore attenzione nel fornire accesso alle persone con disabilità creeranno probabilmente una domanda di interazioni hands-free in generale.

Dati i cambiamenti nella sensibilità dei consumatori, ci sembra utile analizzare quali sono i settori già maturi per l’interazione contactless e attivata dalla voce e quali azioni potremo fare nel quotidiano attraverso assistenti vocali come Google Home e Amazon Alexa.

assistenti vocali

Credits: Depositphotos #72168293

1. Dispositivi intelligenti abilitati alla voce nelle aree pubbliche

Oltre a trarne convenienza, le aziende e gli enti istituzionali beneficeranno dell’aumento della produttività e della redditività dei luoghi di lavoro e degli spazi pubblici che ogni anno sono meno colpiti dall’assenteismo a causa della minore diffusione di germi e batteri, e dunque di malattie.

2. Pagamenti contactless in aumento

Secondo il Business Insider’s Voice Payments Report, il 31% degli adulti statunitensi utilizzerà i pagamenti vocali entro il 2022. Le case automobilistiche stanno già sviluppando assistenti vocali in auto che possono pagare il rifornimento permettendo ai clienti di accostare alla pompa specificata e ottenere il pieno senza interagire con il sistema di pagamento.

assistenti vocali

Credits: Depositphotos #100285944

3. Ordini hands-free nei ristoranti

Le interfacce senza contatto attraverso l’avanzata intelligenza artificiale vocale forniranno ai ristoranti un modo per mantenere bassi i costi, fornire un modo conveniente per i clienti di presentare ordini complessi con un’ampia gamma di modifiche e soddisfare l’esigenza di igiene e sicurezza alimentare.

4. Acquisti vocali attraverso applicazioni e chioschi in negozio

Secondo le prime stime, lo shopping vocale raggiungerà i 40 miliardi di dollari negli Stati Uniti entro il 2022. Queste previsioni sono già in fase di adeguamento per tenere il passo con il crescente numero di assistenti vocali in uso e con l’accelerazione dell’attività di ricerca vocale.

5. Alberghi e navi da crociera abilitati alla voce

Fornire a ciascun ospite un assistente vocale in camera può ridurre l’onere per il personale dell’hotel, fornendo al contempo risposte più rapide alle richieste e risposte immediate alle domande più comuni. Oltre a migliorare le comunicazioni tra gli ospiti, la pulizia dell’ambiente, stimolare l’uso del servizio in camera e il contatto con la reception, i sistemi vocali possono far sì che le operazioni interne si svolgano senza intoppi e che i dipendenti possano trascorrere del tempo prezioso faccia a faccia con gli ospiti che lo richiedono.

assistenti vocali

Credits: Depositphotos #205275154

Cosa cambia nel nostro quotidiano con un assistente vocale

Lo scorso Natale circa 6.8 milioni di persone, dati alla mano, hanno acquistato un assistente vocale Google.

L’azienda di Mountain View, in questo momento ha in commercio tre diversi dispositivi: Google Home Mini, Google Home e Google Home Max, tutti con l’assistente artificiale di Google integrato. L’incredibile crescita nelle vendite non è dovuta semplicemente a un trend, ma all’effettivo valore che questi dispositivi sembrano poter apportare nelle nostre vite. Ecco, ad esempio, una serie di attività che potrebbero diventare la normalità.

LEGGI ANCHE: La battaglia della Domotica: Google vs Amazon

Ninja marketing google home

Riprodurre rumori bianchi mentre dormi

Mentre dormi o per aiutarti ad addormentarti, puoi dire al tuo assistente: “Hey Google, riproduci il suono della pioggia”. E il tuo dispositivo riprodurrà il rumore di un acquazzone costante. Questo fino a quando non ti sarai addormentato definitivamente.

Sincronizzare ogni dispositivo

Se possiedi più di un dispositivo Google o Amazon, potrai sincronizzarli tutti contemporaneamente. In particolare Google Home può essere utilizzato come un interfono per annunci del tipo: “Ok Google, è pronta la cena”! Oppure, “Ok Google, sono sulla strada di casa“, e lui attiverà tutti i dispositivi prima del tuo arrivo.

Controllare la tua abitazione

Ad oggi l’assistente di Google è compatibile con più di 100 dispositivi di aziende diverse, come: LG, Whirpool, GE e altre. Questo ti permetterà di collegare interamente la tua casa al dispositivo e controllare, temperatura, illuminazione o robot domestici interamente con il comando vocale.

Ricordarti di allenarti

Se sei uno che dimentica, o fa finta di dimenticare, puoi ricorrere all’aiuto di questi dispositivi ad attivazione vocale, a cui puoi chiedere di ricordarti che in un determinato giorno ad una determinata ora dovrai allenarti. Niente più scuse ora!

Ninja marketing google fitness home

Chiamare in tranquillità

Potrai collegare i tuoi contatti all’assistente virtuale e basterà un semplice comando per effettuare una chiamata senza l’uso dello smartphone. Questi strumenti sono in grado di riconoscere il timbro di voce, quindi, se il dispositivo è condiviso con altre persone, saprà riconoscere chi effettuerà il comando, per esempio.

Parlare in diverse lingue

Google Home, ad esempio, può comunicare in diverse lingue, come: italiano, spagnolo, francese, portoghese e tante altre. Puoi trovare la lista completa sul Blog.

LEGGI ANCHE: Il futuro del digital marketing è nella Ricerca Vocale?

Ninja marketing google home local service

Effettuare ricerche

Forse è l’aspetto più scontato, ma gli assistenti vocali sono i migliori amici delle nostre ricerche online. Ci basterà fare una domanda per effettuare una ricerca a livello locale se, ad esempio, abbiamo bisogno di un idraulico, o per acquistare qualche prodotto online.

Ricordare gli appuntamenti della giornata

Quando ti svegli la mattina e pronunci: “Hey Google, buongiorno!” Il dispositivo ti elencherà tutti gli appuntamenti della giornata, leggerà le notizie in rilievo, calcolerà il tempo di arrivo al lavoro e naturalmente, le previsioni meteo della giornata. Ugualmente, prima che tu vada a letto, al comando “Ok Google, buonanotte”. Abbasserà il termostato e ti ricorderà gli appuntamenti del giorno dopo.

Non dimenticare più niente

Se hai lucchetti, password complesse o molto altro, ti basterà pronunciare “Hey Google, ricordami la combinazione di …”, e lui ricorderà al posto tuo tutte quelle cose che troppo spesso dimentichiamo.

Ninja marketing google home tv

Collegare la TV

Tramite la sincronizzazione tra Google e la TV o di Alexa e Fire Tv Stick, potrai spegnerla o accenderla in qualsiasi momento, ma ancora più importante, potrai chiedere al dispositivo di ricordarti gli appuntamenti televisivi a cui tieni particolarmente.

Non perderemo mai più nessuna puntata della nostra serie preferita!

assistenti vocali

Credits: Depositphotos #173510794

Gli assistenti vocali potrebbero aiutare nella diagnosi

Tornando al capitolo iniziale di questo articolo, oggi Amazon Alexa potrebbe anche aiutare a diagnosticare il COVID-19, come riporta TheVerge.

Domande come “Alexa, cosa faccio se penso di avere il coronavirus?” o “Alexa, cosa faccio se penso di avere COVID-19?” indurranno l’assistente vocale a chiedere informazioni sui sintomi, sulla storia dei viaggi e sulla possibile esposizione al virus. Il dispositivo offrirà quindi una consulenza basata sulle informazioni ufficiali dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie.

La funzionalità è un passo avanti rispetto alle informazioni che Alexa offriva in precedenza. L’annuncio di Amazon segue una mossa simile di Apple, il cui assistente vocale Siri è stato aggiornato per offrire consigli sulla diagnosi.

competitor analyisis

Come ottenere informazioni di Marketing dal traffico dei siti dei competitor

In un mondo in rapido movimento è di fondamentale importanza adattare rapidamente la propria strategia. Questo significa per gli esperti di marketing ottimizzare campagne, budget e strategia, il che include naturalmente il monitoraggio delle attività digitali dei concorrenti.

Nel mondo digitale, proprio come in natura, non sono sempre i più forti a sopravvivere, bensì coloro che riescono ad adattarsi in modo migliore al cambiamento.

In qualsiasi momento occorre essere certi che la tua strategia digitale ti aiuterà a superare i tuoi competitor. In questi frangenti devi in particolare assicurarti che il marketing mix da te scelto ottimizzi le spese, che il focus delle tue campagne si conformi al cambiamento della domanda e che il tuo messaggio sia recepito in modo chiaro dal tuo pubblico.

La strategia da te precedentemente adottata può diventare obsoleta e potrebbe essere necessario agire con determinazione. Sarà utile innanzitutto verificare cosa non dovresti fare.

Cosa è possibile capire attraverso l’analisi del traffico

Ciascuno di questi punti può essere supportato dall’analisi del traffico dei siti dei tuoi competitor.

Immaginiamo un rivenditore online di arredamento per la casa che desidera raggiungere i risultati ottenuti dal suoi concorrenti online. Inserendo cinque siti web dei competitor in Analisi traffico di SEMrush, potremo esaminare:

  • se il competitor in prima posizione è rimasto invariato (nel nostro caso ad esempio se ikea.com è rimasto alla posizione #1 nell’elenco);
  • quali fluttuazioni hanno influito sulla concorrenza negli ultimi mesi;
  • in che misura ogni competitor ha accresciuto (o ridotto) la sua popolarità nell’intervallo di tempo considerato.

Nel nostro esempio ikea.com rimane leader indiscusso in Italia. I siti manomano.it e leroymerlin.it mostrano però però un buon aumento del traffico sul loro sito web.

Quali canali di marketing hanno fornito risultati migliori per il traffico dei competitor

Nel nostro esempio possiamo vedere che la pubblicità online apporta circa lo stesso traffico per ikea.com e manomano.it.

Prima di trarre delle conclusioni, clicca sui periodi precedenti per vedere le variazioni mese per mese e anno per anno – questo per assicurarti che queste non siano tipiche fluttuazioni stagionali.

Per comprendere in modo ancora più profondo le strategie e le prestazioni digitali dei competitor, analizza in modo più dettagliato le loro Pagine migliori. In questi giorni potrebbe succedere che i tuoi concorrenti si siano focalizzando sulla promozione dei loro servizi di consegna o sulle opzioni per restare a casa e i beni essenziali piuttosto che sui prodotti premium. Potrebbero inoltre cercare di convogliare traffico a post di blog rilevanti, fornire software e abbonamenti gratuitamente nonché partire con le vendite.

Se hanno creato e promosso una pagina web per ciascuno di questi obiettivi, puoi vedere anche questo nelle Pagine migliore e analizzare i risultati di tale azione. Puoi poi decidere a botta sicura se concentrati o meno su un’offerta simile.

Nel nostro esempio leroymerlin.it ha mostrato una capacità di adattarsi senza precedenti: i loro prodotti di punta a marzo 2020 non sono stati mobili per la casa o attrezzature da giardino, bensì respiratori e mascherine. Dall’analisi delle loro fonti di traffico vediamo che la maggior parte delle loro visite è rappresentata dalla ricerca, ma è arrivato traffico anche da riferimenti e persino da canali di sponsorizzazione a pagamento.

Per una comprensione migliore del mercato, potresti volere controllare fino a cinque competitor diversi. In SEMrush Market Explorer ti basta inserire un sito web nel campo di ricerca e lo strumento cercherà di completare il resto del campo.

In questa fase potrai:

  • mappare il panorama competitivo nella chiara forma del Growth Quadrant;
  • classificare i tuoi competitor in base alle attuali dimensioni del loro pubblico e al potenziale di mercato;
  • passare da “All Market” a “Narrow Focus” per rilevare le quote di mercato online dei tuoi concorrenti più vicini e ricercare le loro strategia di marketing digitale in modo più dettagliato.

Nel nostro esempio ikea.com sembra avere molte cose in comune con altri siti di negozi di mobili, design e attrezzi come manomano.it o leroymerlin.it, mentre allo stesso tempo siti web più piccoli come mondoconv.it o maisonsdumonde.com mostrano una tendenza a crescere a un ritmo più sostenuto, il che significa che mostrano una buona crescita del traffico mese per mese nella sezione Operatori rivoluzionari, come mostrato dagli strumenti di analisi della concorrenza .

nen energia

EnerTech, NeN annuncia il lancio del suo servizio di fornitura

A metà tra una tech company e una energy company – tanto da definirsi “la prima startup EnerTech in Italia – NeN ha lanciato il suo servizio di fornitura elettrica e di gas, con la promessa di “sorprendere, stravolgere e ripensare da zero il mondo dell’energia”.

La startup è profondamente diversa dai tradizionali fornitori di energia. Nasce infatti con l’obiettivo di esprimere al meglio i valori di digitalizzazione, semplicità e trasparenza in un settore spesso percepito come ermetico e complicato, e per offrire una fornitura davvero green e sostenibile, con energia proveniente solo da fonti solari, eoliche e idriche sparse sul territorio italiano.

LEGGI ANCHE: Decreto liquidità, accordo Banca Sella-Credimi per finanziamenti “Liquidità 100”

nen energia

Come funziona NeN

Grazie alla sua piattaforma digitale, NeN semplifica l’intera esperienza di gestione della fornitura di luce e gas. Lo smartphone e il pc sostituiscono interamente la burocrazia, i moduli da compilare a mano e le tradizionali bollette difficili da capire: con NeN basta una scansione dell’ultima bolletta per dare il via al tanto famigerato “switch”. Non solo, NeN elimina i conguagli “a sorpresa” e le voci di costo criptiche, attraverso la creazione di un’offerta di fornitura che funziona come un abbonamento: ogni cliente ottiene una rata personalizzata al centesimo, basata sui propri consumi e all inclusive, che garantisce prevedibilità della spesa domestica per ogni anno di fornitura.

L’app di NeN, inoltre, permetterà all’utente di monitorare i consumi in qualsiasi momento: questo renderà le eventuali variazioni alla rata dell’anno successivo prevedibili, ma, soprattutto, aiuterà l’utente a capire l’origine dei propri consumi, migliorando abitudini e comportamenti quotidiani in ottica di un uso efficiente e responsabile dell’energia.

nen energia startup

Gli obiettivi

“NeN nasce per trasformare radicalmente l’esperienza di gestione e fornitura dell’energia. La digitalizzazione sta cambiando completamente l’approccio ai servizi del cliente, che ha aspettative sempre più alte e vuole semplicità, velocità e trasparenza; il settore dell’energia è fermo a modelli tradizionali, e non offriva nulla che rispondesse a questi bisogni – spiega Stefano Fumi, CEO di NeN – Il mondo energy è in grande fermento, con la liberalizzazione definitiva dei servizi di energia e gas prevista per il 2022: ci sembrava il momento migliore per lanciare un progetto così innovativo e offrire all’utente un’alternativa. Il mercato è affollato, ma abbiamo obiettivi importanti: puntiamo a 50.000 utenti domestici nei primi 12 mesi, che auspichiamo diventino più di 500.000 entro il 2024″.

A ulteriore garanzia degli utenti, la presenza e il coinvolgimento nell’assetto societario della startup del gruppo A2A, che ha creduto nell’idea e ha scelto di sostenere e investire nel progetto, con un’operazione di corporate entrepreneurship:

“Abbiamo dato vita ad un’iniziativa, dotata di autonomia, agilità e velocità necessarie ad interpretare in modo autenticamente innovativo necessità emergenti dal mercato – commenta Valerio Camerano, Amministratore Delegato di A2A – In un certo senso NeN vuole anche essere il nostro contributo di investimento, sviluppo e ripartenza in questa delicata fase che vive il nostro paese, contribuendo a dare più certezza e affidabilità ai bisogni concreti di individui e famiglie”.

Il servizio di fornitura elettrica e di gas di NeN è attivo in tutta Italia: è possibile ottenere una rata personalizzata in pochi minuti sul sito o, a breve, scaricando l’app NeN, disponibile per iOs e Android.

brian chesky airbnb lettera

La lettera di Airbnb che potrebbe passare alla storia delle HR

Se non avete già visto la lettera che parla dei licenziamenti imminenti scritta dal CEO Brian Chesky al suo team di Airbnb, probabilmente vi siete persi qualcosa.

Si tratta di una missiva che sta già iniziando a diventare virale, e si trasformerà certamente in un caso di studio per le HR, non solo perché si parla di licenziamenti in tempo di COVID-19.

Per capire cos’è che rende così incredibile la lettera, e soprattutto il sentimento che sta dietro alla lettera, basta leggerla. Ne riportiamo qui il testo tradotto.

airbnb lettera licenziamenti

LEGGI ANCHE: “Un’azienda non deve solo guadagnare, ma durare all’infinito”. Lo scrive il boss di Airbnb alla sua community

Un messaggio dal co-founder e CEO Brian Chesky

5 maggio 2020

Questa è la settima volta che vi parlo da casa mia. Ogni volta che abbiamo parlato, ho condiviso notizie buone e cattive, ma oggi devo condividere alcune notizie molto tristi.

Quando mi avete chiesto dei licenziamenti, vi ho detto che niente può essere fuori discussione. Oggi devo confermare che stiamo riducendo la forza lavoro di Airbnb. Per un’azienda come la nostra, la cui mission è incentrata sull’appartenenza, questo è incredibilmente difficile da affrontare, e sarà ancora più difficile per chi dovrà lasciare Airbnb. Condividerò tutti i dettagli possibili su come sono arrivato a questa decisione, su cosa stiamo facendo per coloro che se ne vanno e su cosa succederà in seguito.

Permettetemi di iniziare con il modo in cui siamo arrivati a questa decisione. Stiamo vivendo collettivamente la crisi più straziante della nostra vita e, mentre cominciava a svilupparsi, il viaggio globale si è arrestato. L’attività di Airbnb è stata colpita duramente, con un fatturato che quest’anno dovrebbe essere meno della metà di quello che abbiamo guadagnato nel 2019. In risposta a questo, abbiamo raccolto 2 miliardi di dollari di capitale e abbiamo tagliato drasticamente i costi che hanno toccato quasi ogni reparto di Airbnb.

Sebbene queste azioni fossero necessarie, è diventato chiaro che avremmo dovuto andare oltre quando ci siamo trovati di fronte a due dure verità:

  1. Non sappiamo esattamente quando torneremo a viaggiare.
  2. Quando torneremo a viaggiare, il viaggio avrà un aspetto diverso.

Anche se sappiamo che l’attività di Airbnb si riprenderà completamente, i cambiamenti che subirà non saranno temporanei o di breve durata. Per questo motivo, dobbiamo apportare ad Airbnb cambiamenti più radicali riducendo le dimensioni della nostra forza lavoro intorno ad una strategia di business più mirata.

Dei nostri 7.500 dipendenti, quasi 1.900 compagni di squadra dovranno lasciare Airbnb, vale a dire circa il 25% della nostra azienda. Poiché non possiamo permetterci di fare tutto quello che facevamo prima, questi tagli hanno dovuto essere mappati su un business più mirato.

Un business più mirato

I viaggi in questo nuovo mondo avranno un aspetto diverso, e dobbiamo far evolvere Airbnb di conseguenza. La gente vorrà opzioni più vicine a casa, più sicure e più convenienti. Ma la gente avrà anche il desiderio di ritrovare qualcosa che oggi sente come se gli fosse stata portata via – la connessione umana. Quando abbiamo dato vita a Airbnb, si trattava di appartenenza e di connessione. Questa crisi ha acuito la nostra attenzione per tornare alle nostre radici, alle basi, a ciò che è veramente speciale in Airbnb – le persone comuni che ospitano nelle loro case e offrono esperienze.

Questo significa che dovremo ridurre i nostri investimenti in attività che non sostengono direttamente il nucleo della nostra community di host. Stiamo mettendo in pausa i nostri sforzi nei Trasporti e negli Airbnb Studios, e dobbiamo ridurre i nostri investimenti in Hotel e Lux.

Queste decisioni non sono un riflesso del lavoro svolto dalle persone di questi team, e non significa che tutti i membri di questi team ci lasceranno. Inoltre, i team di tutti i reparti di Airbnb ne risentiranno. Molti team saranno ridotti di dimensioni in base alla loro capacità di individuare la direzione di Airbnb.

Come ci siamo approcciati ai tagli

Era importante che avessimo una serie di principi chiari, guidati dai nostri valori fondamentali, per come avremmo affrontato la riduzione della nostra forza lavoro. Questi erano i nostri principi guida:

  • Tracciare una mappa di tutti i tagli in base alla nostra strategia aziendale futura e alle capacità di cui avremo bisogno.
  • Fare tutto ciò che possiamo per coloro che ne sono colpiti.
  • Essere incrollabili nel nostro impegno per la diversità.
  • Ottimizzare la comunicazione 1:1 per coloro che ne sono colpiti.
  • Aspettare a comunicare qualsiasi decisione fino a quando tutti i dettagli non saranno stati definiti – la trasparenza di informazioni solo parziali può peggiorare la situazione.

Ho fatto del mio meglio per rimanere fedele a questi principi.

Il processo per fare riduzioni

Il nostro processo è iniziato con la creazione di una strategia di business più mirata, costruita su un modello di costo sostenibile. Abbiamo valutato il modo in cui ogni team ha mappato la nostra nuova strategia e abbiamo determinato la dimensione e la forma di ogni team che andrà avanti. Abbiamo poi fatto una revisione completa di ogni membro del team e abbiamo preso decisioni basate sulle competenze critiche e su come queste competenze corrispondano alle nostre future esigenze di business.

Il risultato è che dovremo separarci dai compagni di squadra che amiamo e che apprezziamo. Abbiamo persone fantastiche che lasciano Airbnb, e altre aziende saranno fortunate ad averle.

Per prenderci cura di coloro che se ne vanno, abbiamo tenuto conto della liquidazione, dell’equità, dell’assistenza sanitaria e del sostegno al lavoro e abbiamo fatto del nostro meglio per trattare tutti in modo compassionevole e premuroso.

TFR

I dipendenti negli Stati Uniti riceveranno 14 settimane di stipendio base, più una settimana supplementare per ogni anno presso Airbnb. La retribuzione sarà arrotondata all’anno più vicino. Ad esempio, se qualcuno è stato in Airbnb per 3 anni e 7 mesi, riceverà 4 settimane aggiuntive di stipendio, o 18 settimane di stipendio totale. Al di fuori degli Stati Uniti, tutti i dipendenti riceveranno almeno 14 settimane di stipendio, più gli aumenti di ruolo in linea con le pratiche specifiche del Paese.

Equity

Stiamo diminuendo a un anno le regole per l’equity per tutti quelli che abbiamo assunto nell’ultimo anno, in modo che tutti coloro che se ne vanno, indipendentemente da quanto tempo sono stati qui, siano azionisti. Inoltre, tutti coloro che se ne vanno hanno diritto alla data di maturazione del 25 maggio.

Assistenza sanitaria

Nel bel mezzo di una crisi sanitaria globale di durata sconosciuta, vogliamo limitare l’onere dei costi sanitari. Negli Stati Uniti, copriremo 12 mesi di assicurazione sanitaria attraverso il piano federale COBRA. In tutti gli altri Paesi, copriremo i costi dell’assicurazione sanitaria fino alla fine del 2020. Questo perché non siamo legalmente in grado di continuare la copertura, oppure i nostri attuali piani non consentiranno una proroga. Forniremo anche quattro mesi di supporto per la salute mentale attraverso KonTerra.

Sostegno al lavoro

Il nostro obiettivo è quello di mettere in contatto i nostri compagni di squadra che lasciano Airbnb con nuove opportunità di lavoro. Ecco cinque modi in cui possiamo aiutare:

  • Alumni Talent Directory – Lanceremo un sito web rivolto al pubblico per aiutare i membri del team che lasciano Airbnb a trovare nuovi lavori. I dipendenti che lasciano possono scegliere di avere profili, curriculum e portfolio di lavoro accessibili ai potenziali datori di lavoro.
  • Alumni Placement Team – Per il resto del 2020, una parte significativa di Airbnb Recruiting diventerà un Alumni Placement Team. I reclutatori che rimarranno in Airbnb forniranno supporto ai dipendenti che lasciano per aiutarli a trovare il loro prossimo lavoro.
  • RiseSmart – Offriamo quattro mesi di servizi di carriera attraverso RiseSmart, una società specializzata in servizi di transizione professionale e di collocamento.
  • Supporto agli Alumni – Stiamo incoraggiando tutti i dipendenti rimasti ad aderire a un programma per aiutare i compagni di team in partenza a trovare il loro prossimo ruolo.
  • Computer portatili – Un computer è uno strumento importante per trovare un nuovo lavoro, quindi stiamo permettendo a tutti coloro che se ne vanno di tenere i loro portatili Apple.

Ecco cosa succederà dopo

Voglio fare chiarezza su tutti voi il prima possibile. Abbiamo dipendenti in 24 paesi e il tempo necessario per fare chiarezza varia in base alle leggi e alle pratiche locali. Alcuni paesi richiedono che le notifiche sull’impiego siano ricevute in modo molto specifico. Anche se il nostro processo può differire a seconda del Paese, abbiamo cercato di pianificare con cura ogni dipendente.

Negli Stati Uniti e in Canada, posso fornire chiarezza immediata. Entro le prossime ore, quelli di voi che lasciano Airbnb riceveranno un calendario con l’invito a una riunione di commiato con un senior leader del vostro dipartimento. Per noi era importante che, ovunque fosse legalmente possibile, le persone fossero informate in una conversazione personale, uno a uno. L’ultimo giorno lavorativo per i dipendenti in partenza con sede negli Stati Uniti e in Canada sarà lunedì 11 maggio. Abbiamo pensato che lunedì avrebbe dato alle persone il tempo di iniziare a fare i passi successivi e di salutarsi – capiamo e rispettiamo quanto questo sia importante.

Alcuni dipendenti che rimarranno avranno un nuovo ruolo e riceveranno un invito ad un incontro sul tema “Nuovo Ruolo” per saperne di più. Per quelli di voi negli Stati Uniti e in Canada che si trovano nel team Airbnb, non riceveranno l’invito per il calendario.

Alle 18:00, ora del Pacifico, ospiterò un incontro world@ per i nostri team dell’Asia-Pacifico. Alle 12 del mattino, ora del Pacifico, ospiterò un incontro world@ per i nostri team dell’Europa e del Medio Oriente. Dopo ognuna di queste riunioni, procederemo con i passi successivi in ogni Paese sulla base delle pratiche locali.

Ho chiesto a tutti i leader Airbnb di aspettare a riunire le loro squadre fino alla fine di questa settimana per rispetto ai nostri compagni di squadra che sono stati colpiti. Voglio dare a tutti i prossimi giorni per elaborare la questione, e ospiterò un Q&A CEO anche questo giovedì alle 16:00, ora del Pacifico.

Alcune parole finali

Come ho imparato in queste ultime otto settimane, una crisi porta chiarezza su ciò che è veramente importante. Anche se abbiamo attraversato un vortice, alcune cose mi sono più chiare che mai.

In primo luogo, sono grato a tutti qui alla Airbnb. In tutta questa esperienza straziante, sono stato ispirato da tutti voi. Anche nelle peggiori circostanze, ho visto il meglio di noi. Il mondo ha bisogno di connessioni umane ora più che mai, e so che Airbnb sarà all’altezza della situazione. Ci credo perché credo in voi.

In secondo luogo, provo un profondo sentimento d’amore per tutti voi. La nostra missione non riguarda solo i viaggi. Quando abbiamo iniziato Airbnb, il nostro slogan originale era: “Travel like Human”. La parte umana è sempre stata più importante della parte del viaggio. Ciò di cui ci occupiamo è l’appartenenza, e al centro dell’appartenenza c’è l’amore.

A quelli di voi che restano,

uno dei modi più importanti per onorare coloro che se ne vanno è che sappiano che i loro contributi sono importanti e che faranno sempre parte della storia di Airbnb. Sono fiducioso che il loro lavoro continuerà a vivere, proprio come questa missione.

A chi lascia l’Airbnb,

sono veramente dispiaciuto. Sappiate che non è colpa vostra. Il mondo non smetterà mai di cercare le qualità e i talenti che avete portato ad Airbnb… che hanno contribuito a creare Airbnb. Voglio ringraziarvi, dal profondo del cuore, per averle condivise con noi.

Brian

Qui il link per leggere il testo originale.

risparmio fintech gamification

La gamification applicata a spese, risparmi e investimenti

  • Negli anni ’90 gli Italiani erano tra i maggiori risparmiatori dell’Unione Europea ma oggi il tasso di propensione al risparmio è crollato
  • Una ricerca condotta da Columbia Threadneedle ha identificato nei millennial, la fascia di popolazione maggiormente preoccupata per questioni economiche
  • La gamification ha già cambiato il fitness, l’apprendimento e il corteggiamento: lo farà anche sulle questioni economiche?

Ping! Viene visualizzata una notifica sul telefono.

Ciao, sto solo facendo il check-in per farti sapere che sto per fare il tuo primo salvataggio automatico di € 20,59.

Cinguetta un chatbot.

Ching! Punteggio!
La dopamina ti attraversa le vene mentre senti il ​​brivido della vittoria e l’approvazione del chatbot.
Ancora meglio, quel denaro extra che hai risparmiato significa che puoi fare shopping, andare fuori a cena o semplicemente hai più fondi.

Ben soddisfatto, accedi a un’altra app e parte la caccia al tesoro in realtà aumentata in stile Pokémon Go intorno alla città.

Ecco che ti imbatti in un poster dallo strano aspetto; lo scansioni con la fotocamera del telefono, rivela un modello 3D di un paio di scarpe da ginnastica non ancora rilasciate.
Congratulazioni! Puoi acquistarle prima di chiunque altro: basta inserire i dettagli della tua carta come indicato sull’app, oltre al tuo indirizzo di consegna ed eccole già in viaggio verso il tuo appartamento.

Sembra fantascienza ma non lo è. È la gamification applicata al risparmio e investimento.

Il FinTech, il risparmio e le nuove generazioni: amore e odio

La crisi del 2008 ha cambiato la percezione delle vecchie e nuove generazioni rispetto le istituzioni bancarie tradizionali e i mercati di capitali. Allo stesso tempo, le nuove generazioni sono più propense a spendere in viaggi ed esperienze piuttosto che investire nel mattone come i nostri nonni.

Specialmente in Italia, fino a prima dell’impatto COVID-19, miglioravano redditi e consumi, ma nessuno metteva più da parte. Negli anni ’90 eravamo tra i maggiori risparmiatori dell’Unione Europea (con una propensione al risparmio del 13,88% nel 2008 contro una europea dell’11,19%) ma oggi il tasso di propensione al risparmio è crollato ( nel 2017, il 9,71% Italiano contro il 9,97% Europeo).

Le cause sembrano riportare a quei giovani-adulti che guadagnano poco, ma non vogliono rinunciare al loro tenore di vita. Il reddito disponibile delle famiglie è infatti cresciuto, dell’1,5% e 1,7% nel 2016 e 2017, la spesa per consumi finali dell’1,6% e del 2,5%, gli investimenti del 3,4% e 2,4%, dopo un lungo periodo negativo. Nell’Unione Europea in media si è verificato un progresso del 15,1%, in Germania del 38,8%, in Francia del 13,9%.

Il risparmio come risultato di mentalità e conoscenza

La “classe aspirazionale” è quella crescente parte della società che ha fatto del mantenimento di un tenore di vita molto alto uno standard cui non vuole e non può rinunciare. Questa è fatta di consumi non vistosi, principalmente in servizi più che in prodotti, in esperienze, viaggi, ristoranti, aperitivi, master, che di lussuoso hanno spesso poco e che vengono preferiti a vecchi status symbol in disuso come una bella automobile o anche un vestito firmato. Insomma, la definizione propria delle spese di un millennial tipo.

Questo ceto in espansione ha caratteristiche ben definite: lo scollamento tra il reddito percepito, il consumo e la frequenza del consumo stesso. Spende cifre non enormi, preferendo il weekend low cost o alla vacanza al mare, invece di risparmiare soldi per una casa.

Da un lato, risparmiare significa privarsi di qualcosa oggi per avere qualcosa domani, ma se non si capisce il senso e gli effetti di tale sacrificio è difficile trovare la giusta motivazione. Il mondo in cui viviamo, le nuove generazioni, vogliono tutto e subito; questo, combinato all’espansione della nuova “classe aspirazionale”, e al fatto che ben il 62% dei Millennial soffre di insonnia causata dalla difficoltà di arrivare a fine mese e pianificare il proprio futuro finanziario.

C’è molto di sociale e non solo di economico in questa crisi del risparmio, che è probabilmente qui per restare a prescindere da come andrà l’economia nei prossimi anni.

Rispetto alla media internazionale gli italiani mostrano un grave ritardo nell’apprendimento di nozioni e abilità economico-finanziarie, collocandosi all’ultimo posto tra i Paesi OCSE e al penultimo tra quelli del G20, come spiega Lorenzo Bandera. Secondo Standard & Poor’s nel 2014 un italiano su tre non era in grado di leggere un estratto conto o di distinguere tra le diverse forme di mutuo. 

Educazione significa Inclusione. Capire la finanza personale e gli strumenti a disposizione apre un ventaglio di possibilità per il nostro futuro: aprire un impresa, comprare una casa o investire nella nostra istruzione. Ma come possiamo capire di più senza dover acquisire conoscenze troppo tecniche? Come si possono trovare i corretti incentivi ad applicare un comportamento coerente con questa nuova esigenza?

La gamification sembra essere la risposta.

Gamification of Savings

Il Trend

“Gamify” significa utilizzare concetti di gioco, come punti e premi, per coinvolgerci e motivarci in attività specifiche. Basti pensare a Fitbit che migliora l’esercizio assegnando medaglie per le gli obbiettivi prefissati. Hinge fa il “gioco delle coppie” con il suo sistema di “mi piace”. Duolingo permette l’apprendimento delle lingue con livelli diversi da completare e un sistema di punti che premia l’utilizzo quotidiano. Una nuova generazione di app, bot e siti web sta ora facendo lo stesso con le nostre tasche.

Il risparmio può essere reso coinvolgente e gratificante come le app che attualmente  sono le più usate dagli utenti di smartphone. Per incoraggiare i giovani a risparmiare, paradossalmente, serve qualcosa che offra gratificazione immediata. I risparmiatori hanno bisogno dello stesso tipo di eccitazione che ottengono giocando ad un videogame con gli amici o raggiungendo il livello successivo in Candy Crush.

La gamification utilizza elementi del mondo dei giochi – come sfide e competizioni – per premiare azioni positive nel mondo reale, che si tratti di 10.000 passi compiuti o 1.000 euro risparmiati.

Gamification implica necessariamente competizione, che quasi sempre si traduce in motivazione.

Tante app popolari riguardano la valutazione e il confronto e la valutazione del servizio, di chi lo offre e di chi lo riceve (si pensi alle semplici app di taxi) ma ciò che amiamo ancora di più è confrontarci con l’altro: sapere cosa stanno facendo i nostri coetanei per essere sicuri che non siamo da meno ed anzi sentirci migliori.

Questo sicuramente suona vero per molte persone quando si tratta di esercizio fisico. Infatti il successo di molte app è ottenuto anche con la condivisione dei risultati con gli amici nei social network. Possiamo misurare la nostra salute (ma anche i nostri risparmi) non nel vuoto, ma in base ai risultati – e alle aspettative – di amici e familiari.

Anche se non scegli di condividere le tue informazioni, queste app rendono più semplice che mai impostare obiettivi di risparmio personali, segnare i tuoi progressi e essere premiato per i tuoi sforzi.

Alla base c’è, d’altronde, uno studio della psicologia umana. La dopamina è il neurotrasmettitore che controlla il centro di ricompensa e piacere del cervello e si attiva quando “vinci”, una vulnerabilità che aziende tecnologiche come Facebook hanno ammesso di sfruttare per tenerti agganciato.

Simon Rabin stesso, fondatore di Chip, afferma che “la comunicazione di Chip è progettata per far sentire l’orgoglio e il senso di realizzazione ad ogni salvataggio”. Le notifiche di congratulazioni che inducono dopamina creano dipendenza. La psicologa dei consumi Carolyn Mair sottolinea l’effetto della ricompensa: “Quando desideriamo qualcosa, le nostre aspettative sull’avere o possederlo rendono più forte la nostra eccitazione e quindi aumentano il rilascio di dopamina. Una volta che abbiamo l’oggetto e sperimentiamo il piacere, la dopamina diminuisce in modo tale che abbiamo bisogno di un altro episodio emozionante per innescare di nuovo la dopamina”.

Le Startup

Queste app, così come FinTech multimilionarie come Monzo e Revolut, sfruttano le nuove regole dell’Open Banking dell’Autorità della concorrenza e dei mercati. Consentono ai clienti delle maggiori banche di fornire a terzi un accesso sicuro ai dati del loro conto, mantenendo al contempo i loro soldi al sicuro con la crittografia. Tra le startup da tenere sott’occhio abbiamo identificato:

  • Chip – utilizza l’intelligenza artificiale (AI) per calcolare un importo conveniente che può essere salvato automaticamente senza influire sulle solite abitudini di spesa quotidiane. Chip ha recentemente infranto l’obiettivo di crowdfunding sulla piattaforma CrowdCube raccogliendo 2,9 milioni di euro da un target di 1,1 milioni.
  • Qapital – consente di impostare “trigger” per risparmiare automaticamente quando hai raggiunto un determinato obiettivo, come, ad esempio, correre cinque miglia. Puoi anche impostare i trigger di “colpevolezza” per penalizzarti per comportamenti scorretti, come spendere troppo sulla tua carta di credito.
  • Cash Coach – un’app AI progettata per aiutare le persone a risparmiare e incoraggiarle ad investire, sostituendo il budget con un’esperienza completamente gamificata. Cash Coach offre agli utenti sfide di risparmio mensili, calibrate in modo intelligente e personalizzato. Gli utenti sono classificati in base alle loro prestazioni di risparmio, consentendo loro di confrontarsi tra di loro.
  • Thriv – si concentra sull’aiutarti a risparmiare abbastanza denaro “per le cose che vorresti davvero in futuro”. Puoi impostare obiettivi a breve e lungo termine, inclusi titoli, cartellini dei prezzi, immagini, descrizioni e collegamenti, e tenere traccia delle tue spese e risparmi personali con facilità. Un promemoria accurato e barre di avanzamento ti aiutano a rimanere motivato.
  • Fortune City – ti piacciono i tipi di giochi che ti consentono di costruire la tua città virtuale? Fortune City è un’app di contabilità che ti premia con le funzionalità di costruzione della città per l’uso quotidiano dello strumento.

Big Players

I big players come sempre non stanno a guardare, soprattutto negli Stati Uniti dove i maggiori esempi di gamification arrivano da Ally Bank e Indiana Centier Bank.

Ally Bank ha adottato diverse campagne usando giochi per mettere in evidenza i consumatori sulla finanza personale. La banca si è anche superata con il suo gioco di realtà aumentata “Ally + Monopoly“. Il gioco ha trasformato sei città degli Stati Uniti – Charlotte, Detroit, New York, Chicago, Seattle e Dallas – in tavoli da gioco dal vivo Monopoli. Pokémon Go incontra il settore bancario e il denaro.

Centier Bank dello Stato dell’Indiana ha offerto la propria gamma di risparmi, con tanto di premi in denaro, attraverso un’app chiamata Billinero. Il nome dell’app di gioco è una composizione di “Bill”, come in valuta, e “Dinero”, spagnolo per soldi.

Anche le nuove banche stabilite come Monzo aprono la discussione direttamente nei loro forum mostrando non solo un forte interesse nello sviluppare tali soluzioni, ma la volontà di svilupparle proprio come i loro consumatori più fedeli le preferiscono.

Le Critiche

Se sembra tutto divertente e giochi, anche la gamification ha i suoi critici. Alcuni studi dimostrano che i giochi e le loro ricompense estrinseche (trofei, badge, ecc.) possono essere dannosi per la nostra motivazione intrinseca, che generalmente ci motiva a fare qualcosa senza il ronzio della ricompensa o delle congratulazioni. Tra i maggiori detrattori, Ian Bogost, professore presso il Georgia Institute of Technology e autore di Play Anything. Ian ha criticato la gamification ed il modo in cui “trasforma il noioso in straordinario. Prendi il tuo lavoro: ottenere punti per tenere in ordine la tua scrivania lo rende divertente?”.

Conclusione

La gamification può rendere divertente il risparmio, ma può aiutare i consumatori a raggiungere i loro obiettivi? Ci sono alcune prove che suggeriscono che funzioni. Commonwealth, un’organizzazione che aiuta le persone a diventare finanziariamente sicure, ha condotto studi e sviluppato giochi come SavingsQuest, uno strumento online e mobile considerato il primo “Fitbit per il risparmio”.

Non esiste alcuna garanzia che la gamification aiuterà ogni consumatore a costruire o far crescere un fondo di emergenza. Ma potrebbe fornire la motivazione necessaria per spendere meno e risparmiare di più.

In ogni caso i segnali che la gamification può potenziare un business sono molteplici e ormai assodati. Per una azienda B2C potrebbe essere una possibilità ulteriore da inserire nei propri servizi al cliente in quei settori che vogliamo far crescere o in cui un maggiore coinvolgimento del cliente risulterebbe portare vantaggi a lui e all’azienda.

Brand-sostenibili-canapa

5 brand sostenibili che hanno scelto l’ultimo trend della moda: la canapa

  • I dati relativi all’impatto ambientale della moda fast-fashion hanno dimostrato come questo modello di business non sia sostenibile sul lungo periodo;
  • La risposta di molti brand a questa crisi è l’utilizzo di materie prime che riducano le emissioni, prima tra tutte la fibra di canapa tessile.

 

Da tempi immemori vittima del proibizionismo e oggetto di innumerevoli controversie, la pianta di canapa si conferma sempre di più una preziosa risorsa nei più svariati settori industriali (bioedilizia, alimentare, tessile, e via dicendo), in un momento storico in cui la necessità di una svolta sostenibile appare lampante come mai prima d’ora.

L’enorme potenziale di questa materia prima non è sfuggito ai brand di moda più attenti alle problematiche ambientali, che vogliono mantenere alti gli standard qualitativi dei loro prodotti, e allo stesso tempo adottare un approccio sostenibile per ridurre le emissioni inquinanti.

Nell’ultimo ventennio abbiamo assistito alla crescita smisurata del fenomeno fast fashion, denunciata da Giorgio Armani nella sua lettera aperta al quotidiano americano Women’s Wear Daily come responsabile non solo di un netto abbassamento della qualità dei capi sul mercato, ma anche di aver fatto dell’industria tessile una vera e propria minaccia per il pianeta.

La moda fast, si sa, alimenta costantemente l’impulso all’acquisto ed è caratterizzata da un sempre più rapido ricambio di capi d’abbigliamento, economici e fatti per non durare troppo a lungo (chi produce fast fashion arriva a lanciare fino a 50 collezioni in un anno). Questa logica di produzione ha degli effetti a dir poco devastanti per il pianeta, in termini di sovrapproduzione e conseguente difficoltà di smaltimento della mole di invenduto, oltre che impiego di materie prime e tecniche di lavorazione ad alto impatto ambientale.

LEGGI ANCHE: Chi sono i brand di moda che dicono no alla plastica e scelgono la sostenibilità

brand-sostenibili-canapa

Per citare solo qualche dato relativo ai materiali maggiormente impiegati, il cotone occupa da solo il 3% dei terreni coltivati in tutto il mondo e richiede il 25% di pesticidi e fertilizzanti impiegati in totale; mentre per la produzione di poliestere, fibra che da sola copre il 47% dell’intera produzione d’abbigliamento a livello mondiale, ogni anno viene rilasciato nell’atmosfera l’equivalente delle emissioni di gas serra generate da 185 centrali elettriche e a carbone.

La coltivazione della canapa industriale, invece, richiede meno di un terzo delle risorse idriche e dei pesticidi impiegati per la produzione del cotone, con una resa di fibre estratte per ettaro del 250% in più. Rispetto al lino, si calcola addirittura una resa maggiore del 600%.

Senza contare che netta riduzione di CO2 nell’atmosfera a cui si andrebbe incontro, incrementando la coltivazione di questa pianta che, in fase di crescita, si stima che assorba una quantità di anidride carbonica pari a 4 volte quella immagazzinata dagli alberi.

Gli indumenti realizzati a base di fibre di canapa sono circa 2,5 volte più resistenti dei tessuti sintetici oltre che completamente biodegradabili: proprio per questo, molti brand che fanno della sostenibilità un punto focale della propria mission, continuano ad investire nella ricerca e sviluppo di materiali e tecnologie per la realizzazione di capi hemp-based.

brand-sostenibili-canapa

Tra i brand più eco-friendly, ecco quelli che si sono distinti negli ultimi anni per aver ideato e realizzato intere linee che vedono come protagonista questa pianta dalle innumerevoli risorse.

Levi’s Wellthreat x Outerknown

Marchio per antonomasia del jeans in denim, Levi Strauss & Co, ha presentato alla fine della scorsa estate una nuova collezione, realizzata in collaborazione con il brand d’abbigliamento Outerknown, interamente a base di cottonized-hemp, una fibra ottenuta dalla miscela cotone e canapa.

Con un occhio rivolto all’innovazione e l’altro alla responsabilità sociale e ambientale, il colosso californiano del blue jeans apre così la strada a un nuovo denim più green, puntando a ridimensionare in maniera significativa l’utilizzo di acqua e pesticidi nelle coltivazioni destinate alla produzione.

LEGGI ANCHE: Le aziende che si impegnano per l’ambiente esistono (e ci guadagnano anche)

Patagonia

Il noto brand di abbigliamento tecnico e sportivo outdoor, da sempre attento ad offrire ai suoi clienti solo capi di prima scelta, presenta la sua prima linea di hemp clothing nel 2017, a base di fibre di canapa miste a cotone organico, poliestere riciclato e tencel.

L’azienda, impegnata sul fronte sostenibilità, mira a recuperare un antico know how in materia di coltivazione e lavorazione delle fibre di canapa, in particolar modo dopo l’approvazione del “2018 Farm Bill” che sancisce l’erogazione di incentivi per la coltivazione e la ricerca sulla canapa industriale.

L’obiettivo di Patagonia è sfruttare a pieno il potenziale di quest’opportunità di business, come dichiarato da Alexandra La Pierre, responsabile ricerca e sviluppo materiali di Patagonia:

“Non abbiamo coltivato la canapa negli USA da così tanti anni da aver perso parte di questa tradizione e della nostra conoscenza storica. Ora è il momento di recuperare”.

Jungmaven

Brand d’abbigliamento casual, per Jungmaven la moda sostenibile è una vera e propria vocazione, e fin dalle sue origini ha puntato sulla canapa come materia prima per la sua capacità di rigenerarsi rapidamente e gli enormi benefici sull’ambiente.

Con un’esperienza ultraventennale in ambito hemp clothing, oggi Jungmaven è un marchio d’alta moda eco-consapevole, i cui capi sono sfoggiati da molte celebrità.

Utilizzare la canapa è una scelta etica, un atto di responsabilità verso il pianeta, che diventa parte di un cambiamento a tutto tondo, che implica un ripensamento di un stile di vita culturalmente e socialmente determinato.

Recreator

Street e irriverente, Recreator non si accontenta di adottare la canapa come materia prima, ma sfida ogni pregiudizio giocando con gli stereotipi sulla pianta, con delle grafiche sulle sue t-shirt che di certo non mancano di creatività.

brand-sostenibili-canapa

Coniugando le tradizionali tecniche di coltivazione della pianta con le tecnologie di lavorazione più innovative, e condendo tutto con uno stile underground, l’azienda di Los Angeles trasforma la canapa da hippie a hipster.

Hempy’s

Come suggerito dal nome del brand, anche il modello di business adottato in casa Hempy’s mette in primo piano la salute del nostro pianeta, proponendo capi di qualità a prezzi comunque accessibili.

Tutti gli articoli firmati Hempy’s sono realizzati in canapa e cotone organico, per poter garantire capi resistenti, traspiranti e che non provochino prurito o irritazione.

Casual e confortevoli, i prodotti Hempy’s si adattano a qualsiasi stile e spaziano dall’abbigliamento agli accessori, e constano anche di una linea di cosmetici bio, naturalmente, anche questi hemp-based.

Decreto liquidità, accordo Banca Sella-Credimi per finanziamenti “Liquidità 100”

In questi giorni abbiamo compreso sempre meglio quanto sia essenziale questo aspetto per le aziende per un reboost di tutte le attività.

Banca e Fintech oggi sono insieme per favorire l’accesso alla liquidità alle ditte individuali, in modalità totalmente digitale, senza andare in succursale, e in tempi molto veloci. Banca Sella, già attiva nell’open banking, nell’ambito delle iniziative che sta avviando per supportare l’economia e i clienti in difficoltà a causa dell’emergenza covid-19, ha firmato un accordo con la Fintech Credimi, leader europeo del finanziamento digitale alle imprese, nella quale detiene anche una partecipazione.

Grazie a questa partnership Banca Sella potrà garantire ai propri clienti, che svolgono attività economica rientrante nel perimetro previsto dal cosiddetto decreto liquidità, tempi ancora più rapidi per la gestione delle domande di finanziamento previste dal decreto, che prevede la possibilità di richiedere un prestito fino a 25 mila euro o comunque non superiore al 25% dei ricavi 2019, con la copertura del Fondo di garanzia del 100%.

liquidità 100 banca sella credimi

Credits: Depositphotos #79691248

Come funziona l’accordo

Le ditte individuali, clienti di Banca Sella, potranno richiedere questo finanziamento direttamente dall’internet banking, senza passaggi in filiale e senza presentare alcun modulo o documento cartaceo. A questo punto la domanda verrà presa in carico dai sistemi di Credimi, che processerà la richiesta in maniera quasi automatica, interfacciandosi digitalmente con il Fondo Centrale di Garanzia, senza alcun aggravio per il cliente, escluse le firme (tutte digitali) richieste dalla legge. La risposta arriverà sempre in pochi giorni e l’erogazione avverrà immediatamente dopo il rilascio della garanzia. Questo processo di lavorazione – dedicato alla partnership con Banca Sella – è stato messo a punto e rilasciato in una settimana.

“L’accordo con Credimi – ha dichiarato Andrea Massitti, Head of Corporate and Small Business di Banca Sella – rientra nell’ambito delle iniziative che la nostra Banca ha messo in campo nelle ultime settimane per supportare l’economia e i clienti in difficoltà a causa dell’emergenza Covid-19. In particolare, rispetto alle domande di finanziamento previste dal decreto liquidità, ci siamo organizzati per garantire ai nostri clienti tempi rapidi nella gestione delle richieste sia al nostro interno che attraverso la partnership strategica con Credimi. Questa organizzazione ci permette di rispondere alle esigenze dei clienti ed evadere le richieste nel minor tempo possibile”.

Bambini curiosità

La curiosità è importante e stimolarla nei bambini porta a un migliore apprendimento

  • È stato dimostrato come la curiosità, unita a un corretto approccio all’apprendimento, possa essere fondamentale in un bambino per apprendere nuove conoscenze;
  • Uno studio dellaUniversity of Michigan ha cercato di dimostrare come solo la curiosità, intesa come componente socio-emozionale, può effettivamente garantire maggiore propensione all’imparare in un bambino con conseguenti migliori risultati scolastici.

 

Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso.

Diceva Albert Einstein, un uomo straordinario che indubbiamente ha lasciato un segno indelebile sul mondo. La parola curiosità, e quindi anche l’aggettivo curioso, deriva dal latino curiosus, che a sua volta deriva da cura, ovvero “sollecitudine”. Il curioso è qualcuno che si cura, che è sollecito nell’investigare e nel ricercare i fatti. Potremmo sintetizzare la definizione epistemologica di “curioso” come qualcuno che è desideroso di sapere, quindi. Tutto ciò si collega alle parole del padre della teoria della relatività, che ci può far pensare che dietro a un genio, oltre al talento, c’è sempre curiosità.

Molte ricerche hanno portato una grande consapevolezza sull’importanza delle componenti socio-emozionali di un individuo quando si tratta di apprendere nuove conoscenze. In particolare, si è notata una correlazione con una maggiore predisposizione dei bambini a imparare e ottenere buoni risultati scolastici. Tra le componenti socio-emozionali da considerare c’è senza dubbio la curiosità, intesa come capacità di immaginare e inventare. Un’importanza fondamentale, poi, la riveste la capacità di autoregolazione dei comportamenti, anche detta “effortful control“, che si collega all’attenzione e tenacia nel portare a termine dei compiti. A queste si collegano i comportamenti pro-sociali, quindi l’abilità a formare e mantenere relazioni, e l’autoregolazione emotiva.

Come si collegano queste componenti alla capacità di apprendere di un bambino? Esistono correlazioni reali e tangibili tra la curiosità e la capacità di imparare cose nuove?

LEGGI ANCHE: 100 storie di bambini che non hanno avuto paura. E hanno cambiato il mondo

Che cos’è la curiosità?

La curiosità è caratterizzata dalla gioia di scoprire cose nuove, dalla motivazione di cercare risposte a qualcosa che ancora non si conosce.

Se guardiamo alle moltissime storie di successo di imprenditori, scienziati, sportivi o qualunque altra personalità, ci possiamo accorgere che hanno in comune il fatto di aver scoperto qualcosa di nuovo, o di averlo fatto in modo diverso dall’ordinario: hanno avuto la curiosità di esplorare l’ignoto, di andare oltre, portando innovazione. La curiosità, infatti, è fondamentale per l’apprendimento ed è per questo che è importantissima per i bambini, i quali la sviluppano sin da molto piccoli. Lo psicologo Jean Piaget li ha definiti come dei “piccoli scienziati“, per la loro fame di conoscenza.

Si può definire la curiosità come uno stato motivazionale, un approccio personale, associato all’esplorazione. Può essere collegata a più dimensioni, riferendosi alla persona o a una situazione specifica. Nel primo caso si parla di tratti caratteriali, qualcosa di profondo, insito in un individuo. Una persona può essere curiosa per natura, risultando aperta alle esperienze, desiderosa di novità, propensa ad accogliere tutto ciò che è inaspettato. La curiosità, però, può anche essere situazionale, relativa agli interessi più eccentrici di una persona, e può essere influenzata dal contesto individuale e sociale in cui si trova.

È stato dimostrato, infatti, come le persone possano diventare più curiose se coinvolte in attività a cui danno effettivamente molto significato dal punto di vista personale. Quindi, si potrebbe presupporre che intrattenere i bambini con attività legate a esperienze per loro significative può stimolare la loro curiosità. 

LEGGI ANCHE7 giocattoli (e oggetti) che hanno fatto la storia del design per bambini

Bambini curiosità

Come la curiosità stimola l’apprendimento: lo studio

Ci sono molti studi che hanno provato come la curiosità, unita a un corretto approccio all’apprendimento (l’autoregolazione dei comportamenti o effortful control), possa essere fondamentale in un bambino per apprendere nuove conoscenze, soprattutto in età pre-scolastica. Ma la curiosità, da sola, può effettivamente garantire maggiore propensione all’imparare?

È la domanda a cui hanno cercato di rispondere alcuni studiosi della University of Michigan in uno studio del 2018. Se effettivamente la curiosità spinge un bambino a cercare di conoscere qualcosa che ancora non conosce, allora spingendolo a essere sempre più curioso e incoraggiando certi suoi atteggiamenti lo si potrebbe favorire nel suo percorso di apprendimento, scolastico e non.

Ecco quindi che lo studio ha cercato di dimostrare come la curiosità possa diventare un vero e proprio indicatore di risultati per l’apprendimento. Nello specifico, sono stati presi in esame i risultati in matematica e capacità di lettura. Non solo: gli studiosi hanno cercato di analizzare il fenomeno anche considerando alcune variabili, come i livelli di effortful control di un bambino (la sua attitudine verso l’apprendimento), il suo genere, e il suo stato socio-economico. Questo per comprendere come la curiosità possa essere incentivata anche in situazioni e contesti specifici, non solo per sottolinearne l’importanza come tratto di personalità.

6200 bambini hanno preso parte allo studio, che consisteva in alcuni assessment di matematica e lettura per testarne le loro capacità. Genitori e insegnanti, invece, si sono visti somministrare dei questionari legati al comportamento dei bambini. Analizzando i risultati in periodi di tempo diversi (a 9 mesi, a 2 anni, all’asilo, ecc.), si è potuto comprendere pattern e correlazioni tra risultati scolastici e curiosità.

curiosità bambini

I risultati dello studio

Lo studio ha evidenziato come ci sono effettive correlazioni tra curiosità e ottimi risultati scolastici. Ciò è risultato indipendente dai livelli di effortful control dei bambini: chi risultava più curioso apprendeva più facilmente nuove conoscenze e otteneva migliori risultati. In particolare, si è notato che questo accade soprattutto in bambini con uno status socio-economico non elevato.

Dallo studio è stato evidenziato come non sia solo l’approccio all’apprendimento a essere importante per un bambino, ma anche la sua curiosità. Il “mostrare desiderio di imparare nuove cose” diventa fondamentale, soprattutto prima di entrare in un percorso scolastico. Ecco quindi che sarebbe opportuno identificare maggiori opportunità per coltivare la curiosità nei bambini, incoraggiando soprattutto quelli più piccoli.

curiosità

Il fatto che i bambini in condizioni socio-economiche meno rilevanti siano più soggetti a queste correlazioni tra curiosità e apprendimento, poi, può farci riflettere. In un’epoca in cui si è bombardati da fatti e notizie in tempo reale è inevitabile pensare come siamo sempre più circondati da meno curiosità. Può sembrare un paradosso, ma se da un lato abbiamo maggiori possibilità di esplorare il mondo, allo stesso tempo le informazioni a cui siamo esposti non sempre sono significative, di valore. Non solo: diamo per scontato che ottenere un’informazione sia facilissimo, basta un click o pronunciare la parola “Alexa”. Questa facilità ci porta a un calo della voglia di esplorare, del desiderio di sapere, di tuffarsi nella conoscenza di qualcosa. Scoprire qualcosa di nuovo è ormai troppo facile, e non sempre implica uno sforzo.

Una minore esposizione alla tecnologia o una minore interazione con strumenti che ci consentono questo accesso immediato alla conoscenza, forse, potrebbe farci modificare il modo in cui “utilizziamo” la nostra curiosità. Quest’ultima è la nostra sete di sapere, la nostra volontà di scoprire ciò che non si conosce, la voglia di impegnarsi per apprendere qualcosa di nuovo. Può bastare solo quella per portarci a un ottimo apprendimento, e lo studio illustrato precedentemente ha cercato di dimostrarlo. Meno si ha, più si avrà volontà di conoscere qualcosa di nuovo.

Un bambino non ha esperienza, è solo all’inizio di un percorso che dovrà costruirsi, cercando di seguire i suoi interessi e le sue passioni. Per questo, è importante stimolare la voglia di sapere dei bambini, sin dalla tenera età. La curiosità sarà qualcosa che potrà poi accompagnarli per tutta la vita. Se nasce nell’infanzia, con raffiche di domande e richieste, si rafforza nell’adolescenza, accompagnando i ragazzi nella loro crescita. Negli adulti, poi, è uno degli indicatori principali che può portare verso la capacità di innovare e il sentirsi realizzati, fino ad alimentare la voglia di vivere negli anziani. La curiosità, quindi, non è solo qualcosa che può portare i bambini ad apprendere più facilmente la matematica o a leggere meglio, ma una componente emotiva di enorme potenza e valore, che va coltivata continuamente.