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I trend video della Generazione Z, cosa guardano i più giovani e perché

Sono nati tra il 1996 e il 2010 e sono determinati a combattere gli stereotipi e a lottare per un mondo più green e più pacifico. Sono loro la Generazione Z, una generazione che è molto meno interessata all’alcol, che punta a relazioni più stabili e che desidera esplorare il mondo senza preconcetti preferendo la diversità e l’inclusione. 

La Gen Z ama contenuti sempre più personali e predilige una cultura pop digitale incentrata su di sé.

Questo è quanto emerge dal Culture e Trends Report 2022 redatto da YouTube che offre una panoramica approfondita delle tendenze inerenti a questa audience con sempre maggiore potere d’acquisto e a cui devono necessariamente rivolgersi brand, media, pubblicità e content creator. 

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Ma chi è realmente la Generazione Z? A darne una panoramica precisa è il report mondiale rilasciato da GWI, la società inglese di ricerche di mercato globali che ha intervistato circa 205 mila persone di 47 paesi diversi, confrontato anche con un campione statunitense.

“È questa la generazione del cambiamento senza precedenti che ritiene obsolete molte abitudini dei loro genitori, incluso lo shopping e anche brand e stilisti devono tenerne conto” spiegano gli autori del report condotto da GWI. 

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Le tendenze video della Gen Z secondo YouTube

È anche la generazione dei video: l’85% di loro, secondo i dati dell’analisi di YouTube, ha pubblicato contenuti video online e il 65% ritiene che i contenuti personali sono più importanti di quelli di cui parlano tutti. 

Per questo motivo non si possono ignorare le tendenze lanciate proprio da questo target che desidera una creatività più condivisa.

Infatti il 61% ammette di essere un grande fan o un super fan di qualcosa o di qualcuno. Non è un caso che le community siano diventate sempre più fondamentali per l’esperienza di intrattenimento ed è per questo che sono nate community di YouTube per tutto.

Un caso esemplare è quello di Big Jet TV che è diventata un fenomeno internazionale quando quasi 250 mila utenti si sono sintonizzati per guardare gli aerei che tentavano di atterrare durante la tempesta Eunice. Un contenuto della durata di quasi 8 ore che ha raggiunto la bellezza di 7.5 milioni di visualizzazioni.  

Questa generazione non rinuncia certo ad una creatività multiformato, tanto che il 57% di afferma di apprezzare i brand che producono meme.

Ryanair ha fatto di questa tipologia di contenuti un asset di comunicazione sui social e su YouTube con short video che ironizzano sulle abitudini e le paure dei propri utenti. 

Contenuti su misura per la Generazione Z

I video per questa generazione devono poter creare una cultura pop che rispecchia le varie esigenze.

Viaggiare rimanendo comodamente seduti davanti al proprio pc, vivendo l’esperienza attraverso lo schermo: il 90% della Gen Z afferma di aver guardato un video che li ha aiutati a sentirsi trasportati in un luogo diverso.

Video rilassanti su destinazioni lontane e sulla natura, ma anche live streaming di animali e filmati immersivi della durata di 10 ore con una musica rilassante in sottofondo.

Ecco cosa apprezzano questi giovani e come amano essere catapultati in realtà lontane senza spostarsi dal divano. 

Ma tra i loro contenuti preferiti non c’è solo questo. Apprezzano molto anche i video ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response) che hanno il potere di essere calmanti e rilassanti e che, in genere, includono immagini e suoni pacati. La crescita dell’interesse di ricerca a livello mondiale della parola ASMR su YouTube è davvero notevole. 

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generazione Z - video asmr

Solo nel 2021 questo trend ha raggiunto oltre 65 miliardi di visualizzazioni di video, tanto che anche le grandi istituzioni di tutto il mondo hanno iniziato a produrre contenuti in risposta a questa richiesta del mercato. Una su tutte è stata il Victoria and Albert Museum con la sua playlist “ASMR at the museum”

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Le relazioni con i creator

YouTube è un vero e proprio aggregatore di creatività, tanto che il 69% degli intervistati della generazione Z afferma che si trova spesso a tornare a guardare i creator o i contenuti in cui trova sollievo.

Guardare e riguardare i creator preferiti persino quando fanno cose ordinarie per un lungo periodo di tempo, magari sintonizzandosi su vlog di lunga durata, è un’usanza frequente per la Generazione Z. In generale spicca un forte senso di community in cui la creazione di relazioni significative con le persone avviene attraverso fandom. 

generazione Z

Tra pandemia e crisi climatica, la Gen Z conosce bene le sensazioni di ansia e di instabilità, non è un caso che tra i contenuti più apprezzati ci siano quelli capaci di far vivere stati d’animo rilassanti, l’idea di essere in posti lontani e con persone che senti di conoscere senza averlo mai fatto davvero.

Questa è una generazione che combatte lo stress, che cerca il benessere psicologico e sociale e che ama sentirsi al sicuro. Costruire i messaggi per la Gen Z significa creare contenuti in grado di aggiungere valore alle loro vite, nel pieno rispetto della loro personalità.

E questa è la missione più ambiziosa per brand e marketers che vogliono parlare con questa nuova realtà che ha le idee chiare e la forza per realizzarle. 

Darkverse: il lato oscuro del Metaverso

Hate Speech, phishing e ransomware: quali sono (e come evitare) i pericoli del Metaverso

Il Metaverso non è un Eden. Le truffe possono trovarsi dietro l’angolo, così come altri reati: riciclaggio di denaro, sfruttamento dei minori, disinformazione, attacchi informatici.

Il Darkverse, lato oscuro del Metaverso, è il luogo di florida e pericolosa proliferazione di illegalità. Non è certo il preludio della fine ma l’allarme è reale e richiede attenzione in un sistema che, apparentemente, sembra inespugnabile e insidioso.

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Il lato oscuro del Metaverso

Un’analisi proposta da Trend Micro lancia l’allarme e mette a sistema i rischi del Darkverse.

L’inaccessibilità è la caratteristica principale di creazione di rifugi inaccessibili al controllo esterno. Senza i token necessari e corretti i livelli di blindatura saranno elevatissimi.

Gastone Nencini, Country Manager di Trend Micro Italia ha affermato che “Il Metaverso è una visione hi-tech multimiliardaria che definirà la prossima era di Internet. Sebbene non sappiamo esattamente come si svilupperà, dobbiamo iniziare a pensare ora a come verrà sfruttato dai cybercriminali”.

Le proiezioni basate sui costi elevati e sul vuoto giurisdizionale confermano che “le Forze dell’Ordine faranno in generale fatica a sorvegliare il Metaverso nei primi anni. Dobbiamo intervenire ora, altrimenti si rischia che un nuovo selvaggio West si sviluppi nel nostro mondo digitale“.

I reati potenziali del Darkverse

Gli antri oscuri del Metaverso potrebbero rappresentare valide coperture per reati finanziari innanzitutto oltre a sabotaggi o estorsioni di sistemi industriali. Potranno anche pianificare e testare crimini che verranno poi replicati nel mondo reale.

Il rischio di phishing e ransomware coinvolgeranno in particolare gli NFT, unici strumenti utilizzati per definire la proprietà all’interno del Metaverso.

L’utente frodato potrebbe rimanere proprietario di un bene senza potervi accedere a meno che non venga pagato il ‘riscatto’.

Molti altri sono i rischi connessi alla dimensione oscura della realtà virtuale tra cui la falsificazione di opere artistiche.

Un esempio? Moxie Marlinspike, fondatore di Signal ed esperto di cyber security, che è riuscito a modificare un NFT in base a chi lo stava osservando.

Ulteriori rischi sono quelli connessi alla tutela della privacy: il furto di dati e l’esposizione online rappresentano già una potenziale minaccia nelle applicazioni internet che tutti siamo abituati a utilizzare e il pericolo si fa più concreto in mondi nuovi che conosciamo poco.

Phising su NFT

Hate Speech e molestie nel Darkverse

Un altro pericolo riguarda il rischio di molestie, hate speech e altri comportamenti violenti, che già oggi si diffondono a velocità impressionanti in molti ambienti in realtà virtuale.

Calum Hood è la responsabile per la ricerca del Center for countering digital hate (Ccdh) che ha recentemente investigato le interazioni che avvengono su VRChat, una sorta di social network in realtà virtuale disponibile per Oculus Quest. All’interno di VRChat, gli avatar degli utenti possono partecipare a feste e giochi o riunirsi nella piazza per chiacchierare.

Nel corso di undici ore, Callum Hood ha registrato più di 100 incidenti, che in molti casi hanno coinvolto anche ragazzini nemmeno adolescenti: minacce, atteggiamenti aggressivi, molestie sessuali e altro ancora. Nel complesso, il Center for countering digital hate ha stimato che un incidente di questo tipo si verifica ogni sette minuti.

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Darkverse: lato oscuro del Metaverso. Strumenti di difesa

È il caso di dirlo: fatto il Metaverso, trovato l’inganno.

Lo stesso responsabile di Meta per la creazione del metaverso, Andrew Bosworth, ha spiegato come sia “praticamente impossibile” moderare in maniera significativa il modo in cui le persone si comportano e parlano nei mondi virtuali.

Meta sta puntando soprattutto su tre strumenti:

  • l’intelligenza artificiale, che – nonostante i successi finora non travolgenti – potrebbe riconoscere comportamenti sospetti (per esempio l’avatar di un uomo che approccia in continuazione dei bambini);
  • la registrazione di tutto ciò che ci avviene (salvato solo sul nostro dispositivo personale) per inviare ai moderatori la testimonianza diretta delle esperienze negative;
  • la “zona di sicurezza personale” in cui sarà possibile rifugiarsi immediatamente e in qualunque momento, isolandosi da tutti gli altri utenti.

 

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IKEA SÄKERHET contro la violenza domestica

IKEA lancia SÄKERHET, una serratura per trovare rifugio dalla violenza domestica

Le donne vittime di violenza sono spesso costrette a cercare rifugio dal luogo che dovrebbe essere il primo posto dove sentirsi al sicuro, la propria casa. È adottando questo punto di vista che prende vita la campagna integrata di sensibilizzazione ideata e sviluppata da DDB Group Italy per IKEA Italia in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne.

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La campagna si muove all’interno del territorio d’elezione del brand – la casa – partendo da un dato di cronaca significativo: le mura domestiche sono il luogo in cui più si consumano casi di violenza contro le donne (ben il 93% secondo i dati Istat del 2020).

Da qui, lo spunto creativo: un prodotto ideato per risolvere il problema della violenza domestica.

Nasce così SÄKERHET, la prima serratura per guardaroba con chiusura dall’interno, compatibile con tutti i modelli IKEA, studiata per resistere ai tentativi di apertura dall’esterno.

Ideale per trasformare ogni armadio in un rifugio sicuro.

IKEA SÄKERHET contro la violenza domestica - messaggio

Un prodotto che non esiste contro la violenza domestica

Ovviamente SÄKERHET nella realtà non esiste, perché un prodotto non può risolvere il problema della violenza domestica. Ma una soluzione concreta e reale è possibile ed è proprio su questa che il brand vuole accendere i riflettori.

La campagna, infatti, vuole sensibilizzare sull’esistenza del numero Anti Violenza e Stalking 1522 promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità e gestito da Differenza Donna APS ONG, che si occupa di accogliere e sostenere tutte le donne e chiunque subisca o sia a conoscenza di una situazione di violenza di genere o stalking.

Per noi di IKEA la casa è il posto più importante del mondo, un luogo in cui sentirsi protetti, sicuri e amati. Purtroppo però, per troppe donne le mura domestiche racchiudono ansia, preoccupazione e violenza. Per questo da tanti anni ci impegniamo con campagne di sensibilizzazione nei nostri negozi per diffondere maggiore consapevolezza sul tema della violenza di genere. Negli ultimi 10 anni abbiamo inoltre contribuito alla realizzazione di oltre 50 progetti dedicati al supporto e all’accoglienza di donne in cerca di un luogo dove riconquistare la propria sicurezza e libertà.” dichiara Cristina Broch, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali IKEA Italia.

IKEA SÄKERHET contro la violenza domestica - messaggio-2

Mettere la creatività a disposizione di tematiche come queste è sempre motivo di responsabilità e forte coinvolgimento, perché significa contribuire a un messaggio forte che può agire realmente nella vita delle persone” ha detto Luca Cortesini, Chief Creative Officer DDB Italia. “Farlo con un brand come IKEA, con cui abbiamo stretto una partnership di lungo periodo, è sempre di grande soddisfazione, significa sfidarsi per avere idee sempre forti capaci di essere al contempo unexpected e di impatto”.

La campagna integrata è andata on-air il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, sui canali social del brand e con un’installazione ad hoc nei negozi IKEA Italia.

notizie ninja della settimana

Il reset delle Big del Tech, i licenziamenti di Amazon e le altre news Ninja della settimana

La seconda parte del 2022 non è stata certo clemente con le grandi compagnie tecnologiche, impegnate ad affrontare turbolenze su diversi fronti. Tra le notizie della settimana, Zoom perde colpi, registrando un meno 90% sulle azioni dopo che l’azienda ha tagliato le previsioni di vendita annuali (in questo articolo trovi più informazioni). L’azienda aveva grandemente prosperato durante la pandemia e ora accusa il colpo di un ritorno, se non alla normalità, a un nuovo cambiamento.

Stesso cambiamento che stanno affrontando altre big: Facebook è in costante crisi da ricambio generazionale (a proposito, ecco perché dovresti smettere di usare le emoji) e addirittura circolano voci sull’abbandono dell’iconico Mark.

Anche in Amazon e Twitter proseguono, per ragioni diverse, le riduzioni del personale e gli ex dipendenti non fanno mistero della propria frustrazione (lo abbiamo letto in questa notizia).

Il minimo comune denominatore di questi cambiamenti è la difficoltà ad adeguarsi al cambiamento tecnologico che ci sta investendo, con i primi timidi tentativi di Metaverso, decentralizzazione e cryptoeconomia. Neppure Facebook, cambiando il nome in Meta, è riuscita ad avvicinarsi al Web3.

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

Il reset delle Big del Tech

Si tratta di un reset culturale, secondo quanto commentato da Vox. Una delle ragioni è che sono ormai mature e non possono più fornire agli investitori lo stesso tipo di crescita massiccia che hanno avuto negli ultimi due decenni.

Questo cambiamento avrà grosse ripercussioni sul settore.

Non si fermano i licenziamenti di Amazon

Lo ha scritto l’amministratore delegato Andy Jassy in una nota inviata ai lavoratori giovedì scorso. “Questa è senza dubbio la decisione più difficile che abbiamo preso in questo periodo“, ha scritto il CEO. L’azienda ha iniziato a informare i lavoratori del loro licenziamento la scorsa settimana.

Zuckerberg non lascerà Facebook

La notizia era circolata martedì su alcuni magazine di settore, ma è stata smentita ieri da un tweet del portavoce della società, Andy Stone. Nel frattempo, le azioni di Meta sono salite dell’1%, come riporta il New York Post.

Notizie della settimana: chiude la sede europea di Twitter a Bruxelles

I sei dipendenti del team hanno lasciato i loro incarichi a seguito dell’ultimatum inviato via mail da parte del nuovo CEO.

Lo smantellamento dell’ufficio, che svolgeva un ruolo di raccordo con le istituzioni, preoccupa la Commissione europea per il rischio disinformazione.

Zoom crolla in Borsa

Le azioni dell’azienda hanno perso il 90% dal picco raggiunto nell’ottobre 2020, in piena pandemia.

Negli ultimi mesi Zoom sta cercando di focalizzarsi principalmente sulle attività aziendali, ma la concorrenza di servizi come Teams e Slack è impegnativa e a pesare sono anche i conti.

Metaverso, non solo uno spazio per i giovani

La nuova realtà tecnologica attrae maggiormente gli over 36.

I ragazzi sotto i 25 anni, contrariamente alle aspettative, si dimostrano più indecisi e hanno paura che si perda il contatto con la vita fisica.

notizie - metaverso

Sono alcuni dati che emergono dalla ricerca condotta da Ipsos e dall’Osservatorio sul Metaverso sull’atteggiamento degli italiani nei confronti della nuova realtà immersiva.

L’alternativa a Google Analytics

Matomo rappresenta una possibile alternativa, da un lato perché è cookieless, dall’altro per la semplicità di data visualization e di presentazione del dato.

Ne abbiamo parlato con Francesco De Nobili, Digital Marketing Manager con esperienza pluriennale in consulenza e specialista nel settore B2B. Ascoltalo nel podcast.

Tiriamo le somme del Forum HR 2022

Tre giornate in cui si sono affrontati rispettivamente i temi del Training & Recruiting, Welfare & Wellbeing, Digital & Innovation.

Oltre 200 HR Director e 50 aziende Partner hanno permesso la realizzazione di ben 65 sessioni di lavoro fra Phygital Speech, Phygital Talk Show e Tavoli tematici. Abbiamo tirato le somme di questa edizione insieme a Federico Morganti, Content & Relations Design Officer di Comunicazione Italiana. Puoi ascoltarlo nel podcast.

Tesla è il brand percepito come più sostenibili tra gli italiani

Questo quanto emerge da una ricerca di Brand Finance su un campione di 200 brand.

 

notizie della settimana tesla

L’attenzione alla sostenibilità risulta essere un driver di scelta il cui peso non supera il 5%, quindi un fattore con una rilevanza ancora inferiore alla qualità e al prezzo. Emerge tuttavia una forte attenzione a questo valore da parte dei consumatori.

Notizie da Ninja: Ceres celebra i baristi con una collezione di figurine

Da sempre, il marchio di birra danese li considera una categoria indispensabile per i luoghi di aggregazione e vere e proprie icone.

notizie ninja Ceres

Una collezione esclusiva alla quale si aggiunge una limited edition di Ceres Strong Ale che comprende 21 bottiglie, ciascuna dedicata ad un “capocannoniere” del bancone.

Black Friday, acquisti online su dell’8%…

Nella settimana delle offerte, tra Black Friday e Cyber Monday, gli italiani spenderanno online circa 2 miliardi di euro.

I numeri sono quelli riportati dall’Osservatorio B2c del Politecnico di Milano.

…e le campagne dei big da rivedere

Uno dei momenti più attesi dell’anno in cui tutti sono pronti a darsi a spese folli: carte alla mano e click veloci e compulsivi per gli acquisti.

E i brand non perdono l’occasione di coinvolgerci con storie che lusingano i nostri portafogli.

 

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Patagonia lancia l’emozionante documentario girato in Italia “The Art of Activism”

Patagonia lancia il documentario The Art of Activism girato in Italia e realizzato in collaborazione con Pop-Up Magazine.

Prosegue la serie di racconti radicati in luoghi selvaggi e dedicati all’attivismo ambientale. Storie che prendono vita in tutto il mondo con l’obiettivo di far conoscere diverse prospettive e battaglie.

patagonia

Il documentario racconta di un pescatore implacabile e della sua comunità in Toscana.

Narrata da Safy Hallan-Farah, la storia esplora i danni causati dalla pesca a strascico nelle aree marine, mostrando come anche l’azione individuale possa contribuire a proteggere i mari.

LEGGI ANCHE: Gli italiani preferiscono i brand sostenibili: il sondaggio di Google

L’impegno di Patagonia, la protesta di Paolo

La struttura esclusiva di Patagonia è basata su un unico azionista: il pianeta.

L’azienda è certificata B Corp ed è coinvolta nell’attivismo ambientale fin dalla sua nascita. Si tratta di uno dei marchi più affidabili nel campo dell’abbigliamento ecologico a livello mondiale. I profitti non reinvestiti nel business aziendale sono ridistribuiti, sotto forma di dividendi, per proteggerlo.

In questa puntata, il pescatore Paolo Fanciulli ci mostra il suo intervento per impedire ai pescherecci di danneggiare il suo amato ecosistema mediterraneo.

L’impegno di Paolo vuole mettere un freno alla pesca a strascico, un metodo di pesca che distrugge essenzialmente il fondale marino naturale. Questa distruzione contribuisce a sconvolgere la stabilità degli ecosistemi oceanici e a causare gravi effetti sul clima a livello globale. Ha portato avanti proteste, atti di sabotaggio e ha persino vestito i panni di un poliziotto, ma non è stato sufficiente.

La pesca a strascico non è un modo sostenibile di pescare. Queste reti vengono trascinate sul fondo del mare… È come se un cacciatore bruciasse un’intera foresta per uccidere un cinghiale“, dice Paolo. “Giorno dopo giorno, i prati sottomarini di posidonia e i coralli vengono distrutti: interi ettari di mare“.

Patagonia lancia il documentario girato in Italia "The Art of Activism"

Per trovare una soluzione, Paolo ha coinvolto il governo locale nel calare in mare dei blocchi di cemento, ma non ce n’erano abbastanza, e la criminalità organizzata ha fatto pressioni sulle autorità affinché si ritirassero dal progetto.

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Tra il 2015 e il 2020, ha convinto diversi artisti a creare sculture non solo con lo scopo di erigere una barriera per le reti della pesca a strascico, ma anche per dare vita a un museo sottomarino nel Mar Mediterraneo.

Tra i mari della Toscana e del Lazio, al largo di Talamone, sono state posizionate in profondità 39 statue in marmo di Carrara.

Le nuove sculture contro la pesca a strascico rappresentano una risorsa importante e diventano un sostegno per la biodiversità. Le figure in piedi fungono così da barriera fisica per impedire un’ulteriore distruzione delle risorse naturali e del patrimonio dei nostri oceani per le generazioni future.

Paolo aggiunge: “Ogni giorno ospito turisti sulla mia barca, racconto loro questa storia e cerco di coinvolgerli. La vita dei mari inizia dai fondali“.

Abbiamo raggiunto Paolo per chiedergli un commento. Puoi ascoltare nel nostro podcast cosa ha detto ai microfoni di Ninja.

zoom crolla in borsa

Zoom crolla in borsa del 90% dal picco raggiunto durante la pandemia

Le azioni di Zoom Video Communications Inc  sono crollate di circa il 90% rispetto al picco pandemico dell’ottobre 2020 e l’ex beniamino degli investitori lotta per adattarsi a un mondo post-COVID.

Il titolo è sceso di quasi il 10% solo nella giornata di martedì, dopo che l’azienda ha tagliato le previsioni di vendita annuali e ha registrato la crescita trimestrale più lenta, spingendo almeno sei broker a tagliare i loro obiettivi di prezzo.

LEGGI ANCHE: Ecco come puoi dare un boost alle tue ADS con l’Influencer Marketing

L’azienda, che è diventata famosa durante il lockdowno grazie alla popolarità dei suoi strumenti di videoconferenza, sta cercando di reinventarsi concentrandosi sulle aziende, con prodotti come il servizio di chiamate in cloud Zoom Phone e l’offerta di hosting di conferenze Zoom Rooms.

Sul crollo di Zoom pesa la concorrenza

Gli analisti  ritengono che un’eventuale inversione di tendenza sia ancora lontana nel tempo, poiché la crescita della sua unità online principale rallenta e la concorrenza di Teams di Microsoft e Slack di Salesforce  si fa intensa.

zoom chart

Fonte: Reuters Graphics

Zoom ha un problema fondamentale: ha dovuto spendere molto per mantenere la quota di mercato. Spendere per aggrapparsi alla quota di mercato, anziché farla crescere, non è mai un buon punto di partenza ed è stato un segnale di difficoltà“, ha dichiarato Sophie Lund-Yates, analista di Hargreaves Lansdown.

Le spese operative dell’azienda sono aumentate del 56% nel terzo trimestre per lo sviluppo dei prodotti e il marketing. Il margine operativo rettificato è sceso al 34,6% dal 39,1% dell’anno precedente.

Alcuni broker ritengono che le acquisizioni potrebbero contribuire a rilanciare la crescita di Zoom, ma l’amministratore delegato Eric Yuan, in una telefonata successiva ai risultati, ha dichiarato di continuare a vedere un’intensificazione del controllo delle transazioni per le nuove attività.

La partita non è finita, ma senza acquisizioni si tratta di un percorso pluriennale per tornare a una crescita più elevata“, ha dichiarato Ryan Koontz, analista di Needham & Co.

Amazon, Google e KFC: 5 campagne pubblicitarie sul Black Friday da non perdere

Uno dei momenti più attesi dell’anno in cui tutti sono pronti a darsi a spese folli. No non è ancora il momento del Natale, ma quello del Black Friday.

Carte alla mano, click veloci e compulsivi per acquisti a volte futili ma che ci danno l’illusione di aver fatto un affare e appagando l’animo prodigo.

Ad allettarci sono anche i brand che con le loro campagne pubblicitarie, per una buona causa o semplicemente per interesse, ci coinvolgono con storie che lusingano i nostri portafogli.

Ecco dunque una raccolta di 5 divertenti pubblicità dedicate al Black Friday.

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Google | Buying All Black

Google celebra il suo terzo #BlackOwnedFriday supportando oltre 70 aziende di imprenditori afroamericani che hanno risentito delle difficoltà causate dalla pandemia.

Il motore di ricerca intende incentivare la scoperta online dei negozi black, indirizzando le preferenze di acquisto in base ai valori socio-culturali di inclusività.

Ma non solo: Google ha creato una piattaforma dedicata a negozi black per posizionarsi e farsi riconoscere all’interno delle sue ricerche.

Per questa coinvolgente campagna pubblicitaria girata ad Atlanta, i rapper Ludacris e Flo Milli hanno una grande parte attiva, raccontando in pieno sound hip hop old school il perché scegliere “Buy All Black” tutto l’anno sia veramente cool.

Jumia | Beat SAPA

Jumia, è la piattaforma eCommerce più grande dell’Africa. Fondato a Lagos, in Nigeria, nel 2012, il gruppo si è rapidamente affermato in vari settori, tra i quali il commercio online, dove punta a diventare l’Amazon africana, servendo Ghana, Camerun, Senegal, Algeria, Tunisia, Tanzania e Uganda, Nigeria, Kenya, Egitto, Costa d’Avorio e Marocco.

Jumia grazie alle offerte e ai grandi sconti proposti incoraggia gli acquisti degli utenti e promuove le PMI nigeriane.

Nello spot, infatti, il Black Friday è un’occasione per fare acquisti consapevoli e per abbattere la situazione di “Sapa”, che nello slang nigeriano assume il significato di “rimanere al verde dopo acquisti sfrenati”.

Amazon | The Amazon Black Friday Week is Here

Amazon ci presenta uno Yeti spettinato e simpatico. Nelle due campagne pubblicitarie lo Yeti, nonostante sia isolato tra le montagne, riesce a divertirsi grazie agli acquisti durante il Black Friday.

Ma non solo, si prepara facendosi bello, liscio e profumato per fare la sua entrata scenica sulle note di Okay Okay dell’iconico Pino D’Angiò e fare colpo tra i banali festaioli.

KFC | Black Fry Day (2021)

La catena di fast food dedicata al pollo protesta contro il Black Friday e contro la corsa compulsiva verso  prezzi ribassati e offerte scatenate.

Così KFC Parigi sposta momentaneamente la sua friggitoria in un paesino della Normandia, chiamato guarda caso Fry. Celebra questo evento offrendo pollo fritto a chiunque passi di lì e ribattezzando la giornata come quella dedicata al Black FRY Day.

black friday- kfc black fry day

Walmart | Black Friday Deals For Days | Case of the Mondays

Il più grande brand della GDO per la sua campagna pubblicitaria dedicata al Black Friday riunisce il cast della serie Office Space direttamente dal 1999.

In uno spot nostalgico ritroviamo, tra gli altri, Gary Cole, nei panni del famigerato manager aziendale Bill Lumbergh e Ajay Naiduche in quelli del tecnico ribelle Samir Nagheenanajar.

Troviamo anche il vero Michael Bolton che nella serie era il soprannome del personaggio interpretato da David Herman.

Sono tutti concentrati sulle offerte del lunedì di Walmart che quest’anno ha deciso di dilazionare le promo durante tutto il mese, invogliando i consumatori ad acquistare con maggior frequenza.

LEGGI ANCHE: Black Friday: 7 campagne da ricordare (e da cui prendere ispirazione)

influencer marketing - territory influence - copertina

Ecco come puoi dare un boost alle tue ADS con l’Influencer Marketing

Le persone non cercano le pubblicità, anzi, le evitano. Ci sono però delle occasioni in cui si dimostrano più ricettive verso i messaggi promozionali, rispetto al solito. Individuare quindi quali siano i canali che rendono il pubblico maggiormente predisposto a ricevere il nostro messaggio è essenziale per massimizzare il risultato del nostro investimento pubblicitario. Secondo il report di Kantar, Media Reactions 2022, l’Influencer Marketing garantisce la migliore advertising equity tra i canali online.

Lo studio viene ampliato ogni anno e, in questa occasione  ha raccolto le opinioni di oltre 18.000 persone in 29 mercati, coprendo quasi 400 brand e quasi il 90% della spesa mediatica globale.

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All’interno, anche le opinioni di quasi 1.000 esperti di marketing, tra cui inserzionisti, agenzie e società di media di tutto il mondo, che integrano la prospettiva dei consumatori per fornire una visione completa dei canali più performanti.

Ad esempio, un dato interessante è che Instagram si conferma, per il secondo anno consecutivo, in testa alla classifica delle preferenze dei marketer per gli annunci pubblicitari. Il risultato è stato raggiunto grazie all’affidabilità e all’innovazione della piattaforma, due aree molto importanti per chi si occupa di investimenti pubblicitari.

Territory influence - instagram

L’Influencer Marketing per spingere le tue ads

Un aspetto importante da non sottovalutare è invece quali siano le preferenze delle persone quando ricevono un messaggio pubblicitario.

Analizzando i dati di Media Reactions 2022, emerge come l’Influencer Marketing offra un modo molto efficace per raggiungere il proprio pubblico quando e dove vuole essere raggiunto.

Per questo motivo, TERRITORY Influence ha organizzato un webinar online per commentare i dati del report e liberare il pieno potenziale delle tue ads con consigli concreti e casi di studio.

Il webinar gratuito di TERRITORY Influence

Ora che i media devono affrontare pressioni inflazionistiche e il numero di piattaforme pubblicitarie digitali continua a crescere e diversificarsi, è sempre più importante allocare con successo il budget pubblicitario.

Nel webinar gratuito organizzato da TERRITORY Influence a commento del report Media Reactions 2022 di Kantar e previsto per giovedì 1 dicembre alle ore 16.00, verrà esplorato proprio questo tema.

influencer marketing - territory influence

I relatori dell’appuntamento, Stéphanie Leix (Head of Media, Creative and Kantar Marketplace di KANTAR), Alessandra Arcuri (Project Manager di TERRITORY Influence) e Vincenzo Furfaro (Business Developer di TERRITORY Influence), attraverso l’esposizione di best practice e casi reali si focalizzeranno in particolare su:

  • Perché l’influencer marketing è e rimane un touchpoint forte nel media mix
  • Come i consumatori percepiscono i diversi canali, piattaforme e tipi di influencer
  • Quali strategie promuovono la comunicazione specifica per la distribuzione efficiente degli annunci

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le notizie della settimana

I Black Days, il robot di Amazon, il pescatore di Patagonia e le altre notizie Ninja della settimana

Amazon ha mostrato al mondo il suo nuovo braccio robotico annunciando contestualmente di non voler tagliare troppi posti di lavoro.

Si tratta di una precisazione importante, perché il futuro del lavoro e i cambiamenti nel welfare aziendale sono temi attualissimi, che abbiamo avuto modo di affrontare in prima persona nella quattordicesima edizione del Forum HR, a cui abbiamo partecipato in questa settimana (qui trovi alcune informazioni sull’evento).

Lavoro, consumi e ambiente sono argomenti strettamente collegati: ci avviciniamo al Black Friday e la sostenibilità di questi appuntamenti commerciali genera reazioni controverse.

Così, nella nostra selezione settimanale inseriamo volentieri il nuovo capitolo del progetto “The Art of Activism” di Patagonia (qui avevamo parlato dell’iniziativa di “donare l’azienda” a una organizzazione non-profit), e la prima banana non fungibile di Faitrade.

Cos’è una banana non fungible? Tra un frenetico acquisto super scontato e l’altro, speriamo di non doverlo scoprire a nostre spese.

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

Fairtrade lancia la prima non-fungible banana

Durante la conferenza sul clima COP27, l’organizzazione internazionale capofila del sistema di certificazione del commercio equosolidale ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sulle minacce che il cambiamento climatico rappresenta per i cibi più amati, da cui migliaia di agricoltori nel mondo dipendono per il loro sostentamento.

L’Ultima Banana, la NFB, prende ispirazione dal grande interesse che riscuotono i Non-Fungible Token, ma a differenza dagli NFT non si può acquistare e non è stata prodotta con un processo a consumo di energia.

A spiegare l’iniziativa ai microfoni di Ninja PRO Information c’è Benedetta Frare, Responsabile comunicazione Fairtrade. Ascoltala nel podcast.

Patagonia racconta la storia di un implacabile pescatore italiano

Il corto è il nuovo capitolo del progetto “The Art of Activism” dell’azienda tessile statunitense, nota per il suo attivismo.

Al centro del filmato la sfida al sistema della pesca a strascico, attraverso la testimonianza del pescatore toscano Paolo Fanciulli, ospite del nostro podcast. Puoi ascoltarlo qui.

Le notizie della settimana: il nuovo robot di Amazon potrebbe sostituire i lavoratori umani

A dirlo è Fortune, secondo cui il braccio robotico Sparrow del colosso dell’eCommerce è in grado di gestire milioni di prodotti diversi, afferrando articoli di dimensioni e consistenza diverse e riponendoli in scatole.

Il suo utilizzo su larga scala tuttavia potrebbe richiedere una riprogettazione dei magazzini e Amazon ha già manifestato la volontà di non tagliare troppi posti di lavoro nei suoi centri di distribuzione.

Il potere d’acquisto della Gen Z secondo Twitch

Sono 2,5 miliardi le persone nate tra il 1997 e il 2012: attualmente la loro disponibilità economica si attesta intorno ai 360 miliardi di dollari, su 7 triliardi guadagnati.

generazione twitch - i guadagni

Si tratta del doppio rispetto alle stime di tre anni fa e sono cifre destinate a salire ancora: le previsioni parlano di 33 triliardi di dollari nel 2030, circa il 27% del reddito mondiale.

Leggi qui tutti i dati dello studio globale.

GroupM punta ad annunci più green

Una coalizione che coinvolge una ventina di aziende che rappresentano 10 miliardi di investimenti pubblicitari a livello globale, si impegna ad accelerare la decarbonizzazione della supply chain media. Il proposito è di adottare un metodo comune per misurare le emissioni di CO2 della pubblicità.

Italiani pronti a uno shopping più attento e sostenibile per il Black Friday

Oltre al prezzo più conveniente, nell’88% dei casi prediligeranno prodotti di qualità che durino nel tempo e nel 75% dei casi acquisti sostenibili in linea con i propri valori.
A testimoniarlo i dati di una recente indagine condotta da Shopify.

Paolo Picazio, Country Manager dell’azienda per l’Italia, ha lasciato un commento ai nostri microfoni che puoi ascoltare qui.

Le notizie della settimana: YouTube supera 80 milioni di abbonati

Un importante traguardo che segna un aumento di 30 milioni di iscritti ai servizi Musica e Premium in tutto il mondo, rispetto ai 50 milioni di abbonati annunciati lo scorso anno. “Insieme ai nostri partner dell’industria musicale, abbiamo lavorato duramente per rendere YouTube il posto adatto a ogni fan e ogni artista, e la notizia di oggi segna un traguardo significativo in questo viaggio“, ha dichiarato Lyor Cohen, Global Head of Music di YouTube.

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notizie della settimana - black friday black days

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matomo alternativa a Google Analytics - intervista a Francesco De Nobili

GDPR: Matomo può essere l’alternativa a Google Analytics

Qualche mese fa abbiamo visto il Garante della privacy italiana allinearsi agli analoghi organismi di controllo della privacy europei nei confronti del più famoso e utilizzato applicativo di analisi dati del mondo, Google Analytics (GA), definito non conforme al GDPR (General Data Protection Regulation).

In poche parole, se il nostro sito trasferisce dati a GA, una parte delle informazioni raccolte, quelle più sensibili, dall’ IP del dispositivo, alla lingua utilizzata, alla risoluzione schermo, sistema operativo, data e ora della visita al sito, verranno trasferite su data center residenti negli Stati Uniti e non in Europa come prevede il GDPR.

Come è possibile mettersi in regola evitando spiacevoli soprese (cioè sanzioni economiche) e individuare una valida alternativa allo strumento di Google?

Per chiarirci qualche dubbio abbiamo ascoltato Francesco De Nobili, Digital Marketing Manager con esperienza pluriennale in consulenza e specialista nel settore B2B e in progetti Linkedin aziendali di employer branding, social selling e Linkedin ads.

È autore per Hoepli dei bestseller “Digital marketing integrato“, “SEO Google” e “Strategie di content marketing“. È docente in diversi Atenei e Master di alta formazione italiani ed è divulgatore digitale nei più importanti eventi di Marketing e Business in Italia e attraverso il suo sito francescodenobili.it.

 

Francesco De Nobili - mamoto analytics

Francesco ha anche recentemente pubblicato “Matomo Analytics: guida all’alternativa a Google Analytics“.

Nel tuo libro hai definito “terremoto” la non conformità al GDPR di Google Analytics, ma forse non tutti ne hanno compreso la portata. Puoi spiegarci cosa è successo effettivamente?

Il 9 giugno 2022 il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha sostanzialmente dichiarato che l’utilizzo di Google Analytics non è conforme ai principi stabiliti dal GDPR (Il regolamento generale europeo sulla protezione dei dati).

Questa notizia ha provocato sin da subito un vero e proprio terremoto, poiché la gestione dei dati in azienda ha una figura dedicata: il DPO (Data Protection Officer), ovvero il responsabile della protezione dei dati.

Da una ricerca che ho svolto nelle aziende quasi il 40% ha delegato la scelta al DPO che nella maggior parte dei casi ha richiesto di disattivare Google Analytics e di valutare un’alternativa. In altri casi invece sono stati direttamente i responsabili marketing o i data analyst a effettuare questa scelta

Per far comprendere l’impatto di questo cambiamento, ad oggi il 90% dei siti web della Pubblica Amministrazione italiana ha disattivato Google Analytics.

Perché, secondo te, tra le diverse scelte disponibili, Matomo rappresenta un’alternativa?

I motivi sono essenzialmente di 2 tipi.

Da un lato è una soluzione che permette la totale conformità al GDPR e soprattutto è cookieless: quindi permette il monitoraggio senza l’accettazione dei Cookie di tracciamento.

Dall’altro c’è una semplicità di data visualization e di presentazione del dato che rende molto più intuitive anche ai non addetti ai lavori, le informazioni prodotte dal sito web.

Inoltre anche per tracciamenti avanzati, come compilazione di moduli, download, tracciamento di link esterni, non sono necessarie competenze tecniche particolari perché sono servizi già presenti nella piattaforma senza installare nessun codice aggiuntivo.

Quali questioni tecniche dovrebbe prevedere chi vuole passare a Matomo?

Semplicemente scegliere la versione di Matomo più in linea con le proprie esigenze:

  • attraverso il plugin gratuito se si utilizza WordPress;
  • la versione gratuita On-Premise che va installata però sui propri server;
  • la versione Cloud (a pagamento) con tutte le funzionalità più avanzate (si installa con un semplice codice nel sito come Google Analytics).

Ognuna di queste soluzioni ha pro e contro, di cui parlo all’interno del libro,  ma senza dubbio la più utilizzata attualmente è la versione Cloud.

A chi è già abituato ad Analytics, non conviene orientarsi su GA4?

In realtà Google Analytics 4 rispetto al 3 è completamente diverso: anzitutto perché i dati vengono campionati in modo differente e quindi non sono confrontabili, ma soprattutto per la complessità di configurazione degli eventi poiché quelli disponibili automaticamente sono davvero pochi.

Anche se continuo a fornire consulenza anche su Google Analytics 4, ho notato che le implementazioni richieste spesso esulano dalle competenze tecniche di un marketing manager medio che già ha la sua enorme difficoltà a comunicare in modo adeguato questi dati per trasformarli in informazioni – e quindi in decisioni – per i suoi superiori.

Inoltre continua a non esserci alcuna certezza della conformità al GDPR anche per le soluzioni di installazione più avanzate di Google Analytics 4 (ad esempio il tracciamento Server-Side).

Infatti il recente parere del Garante Danese che è stato il primo ad esprimersi anche su Google Analytics 4 e l’entrata in vigore del Digital Markets Act – il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali che entrerà in vigore nel 2023 –  sembrano davvero mettere la parola fine al monopolio di Google sulle web analytics.

Qual è, secondo te, il vero punto di forza di Matomo?

Oltre ai motivi evidenziati prima, credo che sia abbastanza significativo quanto ho vissuto personalmente durante la ricerca che ho svolto presso le aziende e gli enti che lo hanno iniziato ad utilizzare.

Per la prima volta ho visto figure apicali (CEO, Titolari, direttori commerciali ecc.) comprendere sul serio le informazioni derivate dall’analisi dei siti web, soprattutto in merito ai percorsi dei potenziali clienti e alla valorizzazione delle attività di content marketing e pubblicazione dei contenuti sul sito.

Direi che per rispondere in modo più completo, può essere utile l’estratto di una ventina di pagine del libro che si può leggere direttamente qui.