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pancacke mulino bianco Midjourney

Com’è nata l’immagine dei Pancake di Mulino Bianco generata dall’AI

La promessa di un mondo potenziato dall’Intelligenza Artificiale continua ad animare un vivace dibattito intorno a temi etici, sociali e legali. Ne discutono, tra gli altri, le istituzioni, l’industria, le università. Intanto anche la comunicazione dei brand inizia a muovere i primi passi nel mondo dell’AI e alcune grandi aziende hanno già rotto il ghiaccio. Nel suo post di capodanno Mulino Bianco ha pubblicato su Instagram e Facebook un post realizzato con l’AI Midjourney.

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Successivamente, su LinkedIn Alessio Garbin, coordinatore Data & Digital Marketing di Barilla per l’Italia, ha raccontato di più su questa prima incursione dello storico marchio di prodotti da forno nel campo dell’intelligenza artificiale: “La reazione è stata una sorpresa“, spiega Garbin, “prima abbiamo pubblicato il post sui canali del brand Mulino Bianco. Era un contenuto organico e le persone lo hanno apprezzato come spesso avviene, perché abbiamo la fortuna di avere un brand molto amato“.

alessio garbin barilla

Poi, quando su LinkedIn ha annunciato: “Abbiamo realizzato il primo post utilizzando gli scenari prodotti da Midjourney”,  si è accesa un’animata discussione che ha coinvolto creativi, illustratori e comunicatori:C’è stata un’esplosione di commenti, alcuni negativi. Diciamo un bel po’ negativi e altri, invece, positivi. Ho cercato di rispondere a tutti, perché volevo creare un dialogo e perché anche io mi sto chiedendo quale strada prendere. Ma dopo lo stupore iniziale ho pensato: ‘è giusto che sia così’. Perché quando si fa qualcosa di nuovo e di particolarmente diverso, è giusto che se ne parli e se ne discuta anche in modo acceso”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Mulino Bianco (@mulinobianco)

Intanto le aziende cercano di definire gli obiettivi e le strategie di utilizzo di questa tecnologia: “Per dirla in una maniera molto stretta – prosegue Garbin –  credo che tutti i grossi brand oggi si stiano chiedendo come approcciare l’AI. Sia che si decida di farlo per produrre dei visual, sia che per creare dei copy. Non parliamo degli strumenti di Data Intelligence, per cui do per scontato che i brand si stiano già muovendo nella direzione delle prospettive offerte dall’AI”

Per molti marchi, riguardo alle possibilità offerte dall’AI, quello attuale è soprattutto il momento delle domande e dell’osservazione: “Ci stiamo chiedendo appunto quali sono le possibili strade da percorrere ma non abbiamo ancora fatto grandissimi passi in avanti. Stiamo approcciando delle cose e cercando di comprendere, soprattutto con le agenzie e i nostri partner, quali sono gli scenari possibili e cosa fare“.

Il post di capodanno è stato un primo test, quello su LinkedIn l’occasione per condividere in modo dettagliato i diversi processi seguiti: “In questa fase in cui le persone si stanno interrogando, e in cui c’è anche un po’ di timore, esplicitare l’uso dell’Ai in certi ambiti credo sia una pratica etica. Per questo noi, dopo aver creato questi scenari con l’AI, abbiamo avuto l’accortezza di indicare espressamente come erano stati realizzati. In futuro, quando questi processi saranno sdoganati, probabilmente non sarà più necessario. Ma in questa fase penso sia una cosa buona farlo“.

Alessio Garbin parteciperà all’evento Ninja Wrap Up: “Perché l’AI non ti ruberà il lavoro” in programma martedì 31 gennaio e mercoledì 1 febbraio, dalle ore 12.30 alle 14.30.

wrap up ninja #2

Ecco cosa troverai nel Ninja Wrap Up #1:

Marketing OF AI, WITH AI, TO AI: tre declinazioni del branding digitale

con Giuseppe Mayer, Managing Partner Antifragile

Come l’AI più aiutarti a scalare la SERP

con Gaetano Romeo, CMO Innovation People

Tutto quello che devi sapere prima di usare i testi di Chat GPT

con Matteo Flora, docente universitario, imprenditore, divulgatore

Cosa ci dice il pancake Barilla sul futuro della comunicazione dei brand

con Alessio Garbin, Data & Digital Marketing Coordinator Barilla Region Italy e Manuela Sissa, Head of Campaigns Kettydo+

Perché l’AI non è nemica dei Copywriter

con Camilla Poretti, Pre Sales Manager & Max Di Blasi, Product Manager Contents

<<Partecipa al Ninja Wrap Up #1 per scoprire l’impatto dell’AI sul Marketing e le principali applicazioni nel tuo lavoro>>

M&m's

Quando il brand activism fa autogol: il caso di M&M’s

Cosa c’è di più innocuo e divertente delle mascotte delle M&M’s?

Trasversali alle simpatie di molte generazioni, i simpatici personaggi colorati appartenenti alla scuderia dei brand della Mars Inc. affollano il nostro immaginario più dolce dal lontano 1941.

il caso m&m's

Ma cosa succede se al pensiero subentra una sorta di “effetto Ghostbuster?” Ricordate quando il “dio Gozer” pronuncia la frase “Scegliete la forma del distruggitore” e Ray pensa la cosa più innocente della sua infanzia, ovvero l’omino delle pubblicità dei marshmallow? Stay Puff si materializza sotto forma di un mostro di 40 metri che devasta New York City.

Le mascotte delle M&M’s non hanno distrutto nessun grattacielo né hanno preso improvvisamente vita, se non in alcuni celebri spot, come quello con protagonista Danny DeVito proiettato nel corso del Super Bowl 2018, tuttavia sono state recentemente al centro di una fastidiosa querelle mediatica.

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Andare avanti a costo di perdere i clienti? Una strategia ormai vecchia e fallimentare

Sono passati solo 5 anni da quel celebre spot in cui appariva anche Ms.Brown, la “cioccolatina” marrone più sexy del team di mascotte, sempre impeccabile con i suoi tacchi a spillo.

Il nuovo corso “woke” americano prevede continui adattamenti narrativi in linea con gli umori della società a cui sono più sensibili marketing manager e dirigenti delle multinazionali.

Nella svolta “politically correct” questa volta sono cadute gli “spokescandies”, ovvero le mascotte delle M&M’s: i tacchi di Ms. Brown si sono abbassati e gli stivali anni ’60 di Ms. Green sono diventate delle sneakers. In un serissimo comunicato stampa, Mars Inc. aveva annunciato questa svolta giustificandola come il contributo del marchio per dare un messaggio più “inclusivo, accogliente e unificante”.

Tuttavia questa volta, ad evidenziare la questione – solo all’apparenza frivola – è stato niente meno che Tucker Carlson, popolarissimo anchor man di Fox News, che ha causato un vero shit storm intorno alla scelta della Mars Inc.

La multinazionale si è vista costretta a ritirare l’iniziativa, ma il nuovo “comunicato” dei vertici, affidato a un tweet, ha scatenato ancora più polemiche:

Includere è diverso da polarizzare: la trappola in cui cascano brand

Ancora una volta un brand che agisce con l’idea di “unificare” le opinioni di fatto finisce per polarizzarle: il proposito – sacrosanto – di dar vita a un messaggio pubblicitario più inclusivo e accogliente si scontra poi con la realtà.

Per alcuni brand infatti il concetto di “inclusione” viene vissuto come una inclusione partigiana: includere sì, ma solo chi la pensa in un certo modo. Le scelte aziendali di questo tipo escludono, di fatto, tutti i consumatori che abbiano una differente visione della società.

La mission dell’inclusione finisce per avere così conseguenze polarizzanti.

Questa volta è toccato a un media tradizionale come Fox News evidenziare il paradosso dietro questo tipo di narrazione, che risulta sempre meno conveniente anche a livello commerciale, come abbiamo di recente analizzato.

La tendenza globale sembra sempre più premiare le aziende che non fanno scelte polarizzanti come quella di M&Ms ma che propongono maggiore dialogo con tutti i consumatori attuali e potenziali, indipendentemente dalle loro idee politiche e dai loro valori. Mars Inc. ha imparato la lezione?

Forse no, visto che al posto delle “spokescandies” arriverà l’attrice Maya Rudolph, amica della vicepresidente Kamala Harris e sostenitrice di Joe Biden alle ultime elezioni. Una scelta che in molti hanno visto come un vero e proprio “trolling” dell’azienda nei confronti dei consumatori.

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priorità e sfide per i marketer italiani REPORT State of marketing salesforce

Le sfide per i marketer nel 2023: la ricerca di Salesforce su un campione di oltre 6.000 leader del settore

Quali saranno le principali priorità e sfide per i marketer nell’anno appena iniziano e in quelli a seguire?

Il 39% dei marketer in Italia sente la stretta dei vincoli di budget e il 66% afferma che soddisfare le aspettative dei clienti è più difficile rispetto a un anno fa.

È quanto emerge dall’ottava edizione del report State of Marketing, l’annuale ​ricerca condotta a livello globale da ​Salesforce su un campione di oltre 6.000 leader del settore marketing in 35 paesi e sei continenti, di cui 250 in Italia.

LEGGI ANCHE: 7 Creative Trends che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa nel 2023

I leader del settore sono ben consapevoli di dover affrontare una dura battaglia per fare fronte all’incertezza del panorama economico globale, tuttavia non manca l’ottimismo: l’80% dei professionisti del settore marketing in Italia afferma che il proprio lavoro fornisce un valore maggiore rispetto a un anno fa.

state of marketing - priorità e sfide per i marketer italiani

Priorità e sfide per i marketer in Italia

Le aziende italiane si rivolgono ai loro CMO e ai loro team di marketing per soddisfare le aspettative dei clienti incentrate sul digitale, una missione che oggi risulta più complicata sia per i venti contrari dell’economia globale che per le mutate normative sulla privacy dei dati dettate da un futuro senza cookie”, afferma Andrea Buffoni, Regional Vice President di Salesforce Marketing Cloud.

Andrea Buffoni - State of Marketing 2023 - Salesforce

I dati della nuova edizione del nostro annuale report sul settore, State of Marketing, forniscono un buon punto di riferimento per determinare le migliori strategie da adottare per coinvolgere i clienti attraverso una varietà via via più complessa di canali e sempre nel pieno rispetto della loro privacy”.

Modernizzare strumenti e tecnologie a disposizione dei team, migliorare l’utilizzo di quelli già in uso e rispettare le normative sulla privacy sono le priorità principali e le sfide per i marketer italiani.

priorità e sfide dei marketer in italia 01

Tra queste resta al primo posto la necessità di aggiornare i sistemi tecnologici oramai obsoleti e l’uso efficace che ne consegue al fine di creare un customer journey più coerente e continuo per i consumatori.

I dati italiani del report mettono in luce nuove tendenze:

  • La marcia verso il coinvolgimento guidato dal digitale percorre strade nuove e familiari.
    I professionisti del marketing stanno investendo in nuovi canali e tecnologie per raggiungere il pubblico in posti nuovi e costruire relazioni durature. In particolare, ad avere registrato il maggiore aumento in termini di investimenti da parte dei marketer italiani nell’ultimo anno  sono stati i canali TV e le piattaforme OTT, i contenuti digitali e video.
    Tuttavia, da un’analisi dei dati di Salesforce Marketing Cloud, si conferma che anche l’e-mail marketing rimane dominante, rappresentando oltre l’80% di tutti i messaggi di marketing in uscita a livello globale.
  • I marketer si preparano a un futuro senza cookie.
    I professionisti del settore navigano in un panorama tecnologico e normativo complesso, per questo si stanno adattando ai cambiamenti nelle regolamentazioni sulla privacy che richiedono una maggiore trasparenza sull’utilizzo dei dati. Sebbene l’81% dei marketer in Italia investa ancora in dati di terze parti, il 76% afferma di avere già una strategia completamente definita per svincolarsene.
    In particolare, il 58% sta lavorando alla creazione di una strategia di dati di prima parte (ovvero raccolti direttamente dai propri clienti), il 56% sta creando accordi di condivisione per i dati di seconda parte (quelli che provengono da un’azienda partner di fiducia) e il 54% si sta adoperando per una riduzione dei silos di dati interni.
  • I team di marketing individuano le migliori iniziative di CX misurando i KPI in tempo reale.
    In ogni fase del marketing funnel, i marketer devono monitorare sempre più metriche, per questo la velocità di comprensione dei KPI diventa un vantaggio competitivo. In Italia, l’82% dei team di marketing coinvolge i clienti in tempo reale attraverso uno o più canali. Sebbene il 72% dei marketer italiani intervistati afferma di poter analizzare i KPI di marketing in tempo reale, il 38% riconosce che unire e incrociare le fonti di dati dei clienti rimane una sfida per la propria azienda.

cookieless future - sfide per i marketer - State of marketing

In occasione dell’evento, abbiamo chiesto ad Andrea Buffoni se è possibile identificare un dato che distingue lo scenario italiano nel panorama globale dello State of Marketing.

La cosa che emerge maggiormente è un tasso di maturità leggermente inferiore in Italia, rispetto ai rispondenti globali, sull’adozione di tool che possano semplificare la vita dei marketer.

Se nei rispondenti globali troviamo al primo posto nelle priorità quella di utilizzare in maniera più efficiente i tool sui quali si è investito, in Italia l’esigenza è ancora quella di adottare questi tool. Anche per quanto riguarda le sfide, quella principale in Italia è sostituire i tool obsoleti con altri in grado di ottimizzare le operazioni“.

E sul problema del “futuro senza cookie, qual è la situazione?

Nonostante la deprecazione sia stata posticipata di oltre un anno, è un tema caldo che i brand devono affrontare. La ricerca ci dice che la maggior parte di loro ha già messo in piedi una strategia basata su strumenti adeguati per gestire i dati di prima parte dei clienti e sulla creazione di un rapporto di fiducia in grado di convincere le persone a lasciare i loro dati nel rispetto della privacy“.

Per consultare tutte le statistiche, è possibile scaricare il report completo a questo link.

wrap up ninja #1

Al via i Ninja Wrap Up: scopriamo con gli esperti perché l’AI non ci ruberà il lavoro

Il Ninja Wrap Up nasce per mettere insieme la potenza informativa e di Intelligence Ninja con la profondità dell’Alta Formazione. Si parte infatti da un condensato delle principali notizie Digital del mese – tra quelle selezionate ogni giorno dalla Redazione dalle più autorevoli fonti internazionali – per poi commentarle con i migliori esperti del settore e renderle applicabili concretamente.

Se ti impegni costantemente per restare al passo con le novità che impattano sulla tua professione, ma vorresti andare oltre il livello superficiale della notizia e affidarti a chi ne sa qualcosa per esperienza diretta, il Ninja Wrap Up è l’appuntamento mensile di cui ha bisogno per unire tutti i punti e imparare ad applicare nelle tue attività quotidiane nuovi trend e funzionalità, tool e best practice del Digital.

Si parte con una puntata dedicata all’Intelligenza Artificiale applicata al Marketing e alle sue ripercussioni, vere o presunte, sulle principali professioni digitali.

Parleremo dell’impatto sulla SEO, sul Visual Content, sul Copywriting e, in generale, sulla comunicazione dei brand, che non tornerà mai più come prima.

Martedì 31 gennaio e mercoledì 1 febbraio dalle 12:30 alle 14:30, per cominciare l’anno alla grande, ti spiegheremo come l’AI sta cambiando il modo di fare marketing e quali sono le sue principali applicazioni e e partiremo dallo sfatare un tabù: perché l’AI non ci ruberà il lavoro e cosa dobbiamo fare per renderla una nostra alleata.

wrap up ninja #2

 

Cosa ti porti a casa da questi appuntamenti

  • Le notizie più importanti che hai perso durante il mese
  • I case study di marketing digitale che hanno conquistato la scena
  • I commenti dei migliori esperti e professionisti sui trend topic
  • I consigli pratici per ottimizzare le tue strategie integrando le novità più performanti

Il programma e gli ospiti del primo Ninja Wrap Up

wrap up #1 ospiti

Ecco cosa troverai nel Ninja Wrap Up #1:

Marketing OF AI, WITH AI, TO AI: tre declinazioni del branding digitale

con Giuseppe Mayer, Managing Partner Antifragile

Come l’AI più aiutarti a scalare la SERP

con Gaetano Romeo, CMO Innovation People

Tutto quello che devi sapere prima di usare i testi di Chat GPT

con Matteo Flora, docente universitario, imprenditore, divulgatore

Cosa ci dice il pancake Barilla sul futuro della comunicazione dei brand

con Alessio Garbin, Data & Digital Marketing Coordinator Barilla Region Italy e Manuela Sissa, Head of Campaigns Kettydo+

Perché l’AI non è nemica dei Copywriter

con Camilla Poretti, Pre Sales Manager & Max Di Blasi, Product Manager Contents

Come partecipare al Ninja Wrap Up

Partecipare è semplicissimo: basta registrarsi a questo link per essere tra i primi ad approfondire e sperimentare le più recenti novità del mondo digital.

Se non vuoi arrivare impreparato all’evento puoi approfondire l’argomento con alcuni articoli pubblicati dalla nostra Redazione:

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7 Creative Trends che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa nel 2023

Depositphotos ha pubblicato le sue previsioni annuali nel report “Creative Trends 2023: Ready to Escape?”.

La piattaforma internazionale di contenuti, con una libreria di oltre 250 milioni di foto, video, file vettoriali e tracce audio, ha annunciato le sue tendenze creative per il 2023.

Creative Trends depositphotos

Insieme ad esperti di tutto il mondo, sono stati esaminati stili, temi e idee che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa. L’obiettivo consiste nel fornire informazioni e consigli su come i brand e i creator debbano interagire con il loro pubblico durante il corso dell’anno.

<<Scopri tutti i trend visual per il 2023 in questo report gratuito>>

I consumatori di oggi bramano di vivere nuove esperienze. Non vedono l’ora di interagire con marchi che forniscono uno sguardo alternativo alla routine e ispirano gli altri ad andare oltre.

Utilizzando approcci creativi, tecnologie XR e tecniche di produzione più complesse, i content creator avranno l’opportunità di conquistare vari segmenti di pubblico e invitarli a immergersi in mondi creativi, sia dimenticati che nuovi di zecca.

Depositphotos ha realizzato i 7 Creative Trends per ispirare le persone e stimolare la loro immaginazione.

1. Anime Thrill

Il brivido dell’anime. La tendenza nostalgica Y2K (il ritorno degli anni 2000) e la rapida crescita dei servizi di streaming hanno riacceso l’entusiasmo universale nei confronti degli anime, che molti si sono divertiti a guardare in gioventù.

Personaggi interessanti con superpoteri, trame avvincenti ed effetti visivi colorati hanno reso l’animazione giapponese una fantastica fuga dalla realtà odierna.

Per essere sulla stessa lunghezza d’onda con il loro pubblico, marchi di fama mondiale come Adidas e Acura hanno iniziato a integrare l’estetica degli anime nelle loro campagne di marketing.

Oltre all’ispirazione per il design, gli anime possono aiutare i creator ad accrescere le loro capacità creative nel 2023.

Imparare a inventare personaggi iperbolici, pensare a elementi simbolici da includere nelle trame, eseguire servizi fotografici di anime o sperimentare costumi, disegnati o stilizzati. Sono tantissime le possibilità offerte dall’estetica dell’anime che quest’anno raggiungerà l’apice e sarà in grado di arricchire progetti dinamici e artistici per attirare l’attenzione.

creative trends

2. Back to the Wild

Un ritorno allo stato brado. Quanti di noi sono stati consumati dalla voglia di viaggiare negli ultimi due anni? Con le restrizioni finalmente revocate nella maggior parte dei paesi, i viaggi stanno tornando di moda in maniera impressionante. Il pubblico è pronto a scoprire, interagire e testare nuovi prodotti o servizi.

Tuttavia, per attirare la loro attenzione, i brand dovranno considerare che le prospettive globali stanno cambiando. Tutto questo chiaramente si riflette nei colori gorpcore (lo stile che si ispira all’escursionismo e all’abbigliamento da arrampicata ma pensato per la città), nell’entusiasmo generale per la vita all’aria aperta e nella decisione di Yvon Chouinard di regalare Patagonia per combattere la crisi climatica.

LEGGI ANCHE: Il fondatore di Patagonia “dona” l’azienda a una onlus per combattere il cambiamento climatico

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Nel 2023, i viaggi saranno incentrati maggiormente su experience responsabili e consapevoli, al contrario di viaggi ben pianificati e basati sul comfort.

Via libera a iniziative più eco-compatibili e di rewilding, ad un uso più ampio di tecniche visive che presentano colori ispirati alla natura, così come l’estetica dell’escursionismo e del campeggio. Il tutto sarà rafforzato da messaggi che ci ispirano ad agire oggi.

3. A Wonderful Age

Un’età meravigliosa. Con la pandemia che evidenzia le aree deboli a livello globale, il prossimo decennio è destinato a cambiare il modo in cui pensiamo, approcciamo e agiamo. Un tema prioritario sarà l’invecchiamento della popolazione, dato che 1 persona su 6 nel mondo avrà 60 anni o più entro il 2030.

Per affrontarlo, le imprese stanno già ampliando il proprio target di riferimento. Allo stesso tempo, le tendenze dei social media ruotano sempre più spesso attorno a celebrità, opinion leader e creatori di contenuti più senior, superando le generazioni più giovani.

Per agire le aziende dovranno aggiungere alle loro comunicazioni immagini e video age-friendly. Tuttavia, le immagini dovrebbero andare oltre i concetti goffi di anziani allegri che sorridono in camera o giocano con i nipoti.

Le immagini autentiche mostreranno varie attività in cui i boomer o i primi della Gen X organizzano feste, escono con gli amici, si divertono e iniziano nuove carriere. Solo così i brand e i creator potranno essere fedeli alle generazioni più anziane.

4. Ethereal World

Mondo etereo. L’anno 2022 è stato saturo di eventi mondiali significativi che hanno incoraggiato molti a guardare le cose da prospettive diverse. Alcuni hanno riposto tutti gli sforzi nella comprensione per affrontare la realtà, mentre altri sono diventati estremamente fiduciosi su ciò che il prossimo futuro potrebbe riservare.

Questo spettro di esperienze e una visione ancora offuscata del domani si riflettono ora nella fotografia, nella cinematografia e in altri rami dell’arte visiva.

creative trends

Traendo ispirazione dal realismo magico del XX secolo, i creatori di contenuti si rivolgeranno a effetti sfocati, ombre profonde e composizioni avvincenti nelle loro opere.

creative trends

L’editing creativo e la post-elaborazione sperimentale saranno sempre più presenti nella fotografia e nei video per aiutare gli spettatori a perdersi nell’estetica onirica e nella domanda: “Ciò che sto vedendo è reale?”

5. Eye on Sustainability

Occhi puntati sulla sostenibilità. Sebbene il design sostenibile sia diventato un termine familiare per molti, il cambiamento climatico rimane la più grande sfida da affrontare oggi.

7 Creative Trends

Per fare la differenza, i brand e i creator introducono idee green e a impatto zero in ogni processo. Spesso traggono ispirazione dalla natura e collaborano con ingegneri o scienziati per trovare soluzioni più efficaci e accattivanti.
Quest’anno, l’estetica del design sostenibile giocherà un ruolo più importante che mai.

creative trends

Colori monocromatici profondi, caratteri classici o condensati e trame minimaliste aiuteranno a creare design inclusivi, ma anche a ottimizzare le risorse, migliorare il ritorno sugli investimenti e proteggere il futuro dei marchi e del mondo.

6. Wellness Upgrade

Tra gli altri Creative Trends emerge l’impellenza di ripensare al benessere. Ultimamente la sfera del benessere ha subito un’incredibile trasformazione, con centinaia di brand che hanno introdotto progetti digitali incentrati sulla cura di sé, sul relax e sulla tranquillità.

La rapida crescita del metaverso nel 2022 ha influenzato la direzione in cui si stanno dirigendo i progetti di benessere. Le pratiche consapevoli e incentrate sulla salute stanno ora migrando dalle case a vari ambienti, inclusi musei, resort e strade.

Per connettersi meglio con il pubblico nel 2023, le aziende includeranno esperienze di benessere basate su AR e VR nelle loro attività di marketing.

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L’uso di grafica animata dinamica, astratta e 3D con effetti sonori e profumi tematici faciliterà la separazione dal mondo fisico, oltre ad accelerare i risultati positivi sia per i consumatori che per i brand.

7. A Blast of Joy

Un’esplosione di gioia. Gli ultimi anni ci hanno insegnato che un buon sonno, un’assunzione regolare di cibo e lo sport sono le migliori attività di benessere.

creative trends

Ma non appena sono diventati più presenti nella routine quotidiana, le persone hanno iniziato a chiedersi, cos’altro può innescare la dopamina?
Sono comparsi così i movimenti ‘Romanticize your life’ e ‘Dopamine dressing’, aprendo la strada a nuovi Creative Trends che decolleranno nei prossimi mesi.

creative trends

L’estetica massimalista, eclettica e talvolta troppo appariscente avanzerà in punta di piedi con immagini minimaliste e pulite. I creatori di contenuti stilizzeranno generosamente e in modo colorato i loro servizi fotografici, con ambientazioni e look delle modelle che diventano ancora più energici, per portare gioia e affascinare con dettagli luccicanti.

<<Per scoprire e approfondire tutte le tendenze leggi il report completo Creative Trends 2023 di Depositphotos>>

google chatgpt

Google risponde a ChatGPT: 20 nuovi prodotti di AI nel 2023

Google risponde a ChatGPT.

Il New York Times ha recentemente riportato la notizia secondo la quale i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, starebbero discutendo la potenziale contromossa al successo di ChatGPT, con l’intenzione di lanciare oltre 20 prodotti di intelligenza artificiale quest’anno, tra cui una demo del proprio chatbot integrato nel motore di ricerca.

Già a dicembre era circolata la voce che i dirigenti di Google temevano che, nonostante gli ingenti investimenti nella tecnologia AI, una diffusione troppo rapida avrebbe potuto danneggiare la reputazione dell’azienda. Il panorama sembra però cambiato velocemente: l’azienda si concentrerà sull’Intelligenza Artificiale considerandola una priorità.

<<Partecipa al Ninja Wrap Up #1 per scoprire l’impatto dell’AI sul Marketing e le principali applicazioni nel tuo lavoro>>

Anche se non è stata indicata una data ufficiale di presentazione dei nuovi prodotti AI based, tra cui l’attesissimo chatbot integrato in Search, la situazione sarebbe seria al punto di coinvolgere i fondatori dell’azienda, Page e Brin, dopo che i due hanno lasciato formalmente i propri ruoli operativi nel 2019. E l’invito sarebbe arrivato proprio dall’amministratore delegato di Google/Alphabet Sundar Pichai.

chatgpt per la seo screen

Il chatbot AI di Google e le differenze con ChatGPT

Lo strumento per la ricerca tramite chatbot punterà sull’esattezza dei risultati di ricerca, con l’obiettivo di “far sì che i fatti siano corretti, garantire la sicurezza e sbarazzarsi della disinformazione“.

Un passo in avanti rispetto ai numerosi test che hanno dimostrato l’inattendibilità delle risposte di ChatGPT in diverse occasioni.

Google sta infatti lavorando a un processo di revisione per verificare se questa nuova tecnologia sia in grado di operare in modo corretto ed etico.

Non solo testo tra i prodotti AI di Google

I prodotti previsti nel lancio del 2023 non si limitano alla sfera di elaborazione testuale dell’intelligenza artificiale: il gruppo di dirigenti coordinato da Jeff Dean, che dirige il dipartimento di ricerca e IA, prevede di presentare anche un generatore di immagini e una serie di strumenti specificamente studiati per le aziende, chiamata MakerSuite.

Inoltre, sono in fase di test applicazioni di Intelligenza Artificiale per la scrittura di codice (PaLM-Coder 2) e per la creazione di app per smartphone (Colab + Android Studio).

Google accelera sull’Intelligenza Artificiale

Negli ultimi anni, Google si è mossa con cautela quando si è trattato di rilasciare nuovi prodotti di intelligenza artificiale. L’azienda si è trovata al centro di un dibattito sull’etica dell’intelligenza artificiale dopo aver licenziato due importanti ricercatori del settore, Timnit Gebru e Margaret Mitchell. I due avevano espresso critiche ai modelli linguistici dell’intelligenza artificiale, rilevando problemi come la loro propensione ad amplificare i pregiudizi nei dati di addestramento e a presentare informazioni false come fatti.

Sebbene la ricerca sull’IA di Google sia ritenuta altrettanto avanzata di quella di altre importanti aziende tecnologiche, ha testato il software solo con barriere particolarmente restrittive.

Ad esempio, l’applicazione AI Test Kitchen, offre accesso a strumenti di generazione di immagini e testi simili a DALL-E e ChatGPT di OpenAI. Tuttavia, Google limita fortemente le richieste che gli utenti possono fare a questi sistemi. L’azienda ha già mostrato alcuni dei suoi prodotti di intelligenza artificiale per la chat, tra cui una dimostrazione non pubblica nel 2021 di un sistema simile a ChatGPT.

google e chatgpt

Con il lancio di ChatGPT di OpenAI, però, e gli allarmismi sull’imminente scomparsa di Google, sembra che l’azienda stia rivedendo le proprie tattiche. In passato, Google ha dichiarato di aver evitato di lanciare alcuni prodotti di intelligenza artificiale a causa del potenziale “danno alla reputazione”.

Ora, sembra che la reputazione che vuole evitare sia quella di essere in ritardo sui tempi.

Ti interessa l’argomento? Dai un’occhiata qui:

Louis Vuitton, Microsoft e ChatGPT: le notizie della settimana

Martini lancia una campagna generata con l’AI

ChatGPT a scuola: perché non dovremmo vietarlo e come possiamo usarlo per insegnare

7 cose da sapere su ChatGPT prima di utilizzarlo per i contenuti e per la SEO

notizie della settimana - copertina

Louis Vuitton, Microsoft e ChatGPT: le notizie della settimana

Torna il nostro appuntamento fisso con le notizie della settimana.

Intelligenza artificiale, realtà virtuale e metaverso, non si parla d’altro! Il 2023 si preannuncia come un anno di rivoluzioni tecnologiche, alcune già sotto i nostri occhi e dita, altre più a portata di visori e dispositivi tech.

Il riferimento è naturalmente a ChatGPT e alle intelligenze artificiali che stanno stravolgendo i nostri orizzonti: monta il dibattito dell’utilità (e dei rischi) legati all’apprendimento (ne abbiamo parlato in questo articolo), mentre si fanno sempre più concrete le applicazioni pratiche (puoi leggere qui qualche consiglio prima di iniziare).

Le grandi del tech non stanno a guardare, Microsoft sta dando vita a tutta una serie di operazioni per applicare la tecnologia alle sue properties, ma altre organizzazioni stanno sfruttando le potenzialità dell’AI per sviluppare processi creativi (come ha fatto Martini, dai un’occhiata qui).

E se ancora attendiamo un annunciatissimo Metaverso (che pare sarà la nuova Eldorado), la realtà aumentata sembra invece più prossima, con molte applicazioni in campo health.

Tuttavia, lo stupore di sollevare lo sguardo e rimanere sbalorditi davanti alle installazioni di Yayoi Kusama per Louis Vuitton, è qualcosa che nessuna tecnologia può ancora replicare. Per adesso.

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

ChatGPT tra i banchi di scuola

Il NYT sostiene che le scuole dovrebbero adottare il chatbot di OpenAI come strumento didattico per liberare la creatività e preparare gli studenti a lavorare con l’intelligenza artificiale in futuro.

Inutile, quindi, vietarne l’uso per i compiti tra gli studenti, ma necessario individuarne le opportunità di applicazione come ambiente didattico.

Realtà virtuale per combattere l’ansia

I ricercatori dell’Università di Cambridge, con l’aiuto della società di videogiochi Ninja Theory, hanno testato un gioco VR per insegnare alle persone una strategia per affrontare l’ansia quotidiana.

Con tanto di tecniche di respirazione e monitoraggio della frequenza cardiaca, l’esperimento si propone come ausilio complementare alla psicanalisi e alle terapie cognitivo comportamentali.

Come smascherare un bot

Tra le notizie della settimana l’Intelligenza Artificiale ha un ruolo importante. Mentre cresce l’hype intorno all’intelligenza artificiale applicata ai contenuti, nascono anche nuovi strumenti per “frenare” questa avanzata. GPTZero è un’app in grado di scansionare il testo per decifrare se è stato scritto da un essere umano o da un programma di intelligenza artificiale come ChatGPT.

Un tool che si propone come garanzia di trasparenza nei confronti degli utenti.

ChatGPT non è affidabile al 100%

Questa l’osservazione da cui parte l’analisi su limiti e pericoli della creazione di contenuti basati sull’intelligenza artificiale generativa. Un recente articolo di Ninja considera punti di forza e di debolezza dello strumento, cercando di identificarne opportunità di applicazione nella SEO, ma anche possibili criticità.

L’IA generativa al centro del World Economic Forum di Davos

Non solo sui social ma anche nell’importante meeting internazionale, ChatGPT e le altre intelligenze artificiali in grado di creare testi, video o immagini da un semplice comando sono state un tema caldo.

Se da un lato il CEO di Microsoft ha riconosciuto che i progressi dell’AI generativa potrebbero essere potenzialmente pericolosi, ha anche affermato che potrebbero aiutare a risolvere alcuni importanti problemi.

Di parere diverso Yan LeCun, capo di Meta AI, secondo il quale, per il momento, i sistemi di dati sono divertenti ma non realmente utili.

Il metaverso è un’opportunità a tanti zeri

A dirlo sono i risultati che Accenture ha rilasciato durante il Salone dell’elettronica di consumo (CES) a Las Vegas. Secondo la ricerca, più della metà (55%) dei circa 9.000 consumatori intervistati vede il metaverso come un’opportunità di business per creare e monetizzare contenuti.

notizie della settimana - ricerca accenture

Un totale di 1 trilione di dollari di entrate potrebbe provenire dalle esperienze e dal commercio del metaverso entro la fine del 2025.

Microsoft lancia il servizio Azure OpenAI…

Lo strumento consente alle aziende di integrare tool come DALL-E nelle proprie applicazioni cloud.

Presto includerà l’accesso a ChatGPT, l’intelligenza artificiale conversazionale recentemente diventata virale. Si tratta del primo passo di un’estensione dell’AI a tutti i prodotti Microsoft, già annunciata dal CEO Satya Nadella.

… e presenta l’AI che replica la voce umana

Il colosso di Redmond ha presentato un nuovo modello AI di sintesi vocale in grado di copiare le voci di altre persone e perfino riprodurre il loro tono e il loro stato emotivo. Servono solo tre secondi di registrazione per “tarare” la voce, poi è possibile riprodurre qualsiasi messaggio semplicemente digitandolo. Il modello è stato istruito con oltre 60.000 ore di discorsi e parole, ma solo in inglese.

Louis Vuitton e Yayoi Kusama tornano a lavorare insieme

La collaborazione tra l’artista giapponese di fama mondiale e il brand del lusso si rinnova con un progetto che si preannuncia come spettacolare. L’articolo è tra le notizie più lette della settimana.

Big Activation: Louis Vuitton e la spettacolare collaborazione con Yayoi Kusama

Gli iconici pois, alter ego dell’artista, si uniscono ai motivi iconici del brand per creare una collezione unica che celebra il potere dell’arte, dell’audacia e della maestria artigianale.

Il progetto è diventato subito un fenomeno mondiale, offrendo uno spettacolo indimenticabile da vivere nelle città principali in cui il brand è presente, ma anche in mondi immersivi creati appositamente.

Notizie della settimana: la campagna visual di Martini basata sull’AI

Si intitola Unbottling Martini e include una serie di immagini generate attraverso il software di intelligenza artificiale Midjourney.

notizie della settimana - Martini

Il brand ha pubblicato nove immagini, ognuna basata su un differente testo descrittivo (prompt), per sviluppare un'”interpretazione unica” dei cocktail Martini.

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Martini lancia una campagna generata con l’AI

Nell’ambito delle sue attività di promozione, Martini ha pubblicato 9 spettacolari foto inedite. Ogni immagine è stata realizzata sulla piattaforma AI Midjourney per creare una rappresentazione visiva di nove cocktail con Martini.

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“Unbottling Martini” la campagna visiva fatta con l’AI

Per creare un’interpretazione unica dei prodotti Martini, alla piattaforma AI sono stati forniti gli ingredienti chiave delle bevande. Questo ha permesso al brand di proprietà della famiglia Bacardi la creazione di immagini che illustrano i sapori principali dei vari cocktail.

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Le foto rappresentano una gamma di bevande a base Martini, tra cui un Negroni Sbagliato e un Martini Vibrante & Tonic analcolico.

La campagna inaugura una nuova era per il marchio che con quest’operazione vuole educare i clienti sul profilo aromatico di Martini: “Con questa nuova suite di foto avanzate digitalmente, guardiamo al futuro, sfruttando la tecnologia all’avanguardia per introdurre i consumatori nel mondo di Martini rivelando cosa c’è in ogni bottiglia” ha dichiarato Avril Nunez, responsabile dello sviluppo creativo globale di Martini.

LEGGI ANCHE: 7 cose da sapere su ChatGPT prima di utilizzarlo per i contenuti e per la SEO

I brand iniziano ad interessarsi alla creatività artificiale

Si tratta di uno dei primi esperimenti al mondo compiuto da un marchio di liquori. La campagna generata dall’intelligenza artificiale consolida lo status di Martini come leader culturale nello spazio pubblicitario delle bevande.

Martini non è il primo ad aver utilizzato l’intelligenza artificiale per creare immagini di campagna. Già Nestlé e Heinz hanno iniziato a sviluppare questo tipo di creatività per il marketing.

Nestlé ha usato l’intelligenza artificiale per espandere il dipinto “The Milkmaid” di Vermeer

Per celebrare l’arrivo del 2023, qualche settimana fa, i profili Instagram e Facebook di Mulino Bianco sono stati arricchiti da una deliziosa sorpresa: una pubblicità con immagini generate dall’intelligenza artificiale con delicati pancake immersi in luoghi mozzafiato. Sfondi iconici e abbaglianti di un futuro neanche così troppo lontano.

mulino bianco

Nonostante la rivoluzione generata dall’avvento della creazione di immagini da parte di software come Midjourney o Dall-E, il metodo di progettazione di questi visual rimane oggetto di dibattito.

Questi programmi per la creazione di immagini hanno accesso a un’infinità di dati e di artwork, alcuni dei quali sono stati creati da artisti, che hanno precedentemente pubblicato le loro opere sul web. Mentre le battaglie sul copyright si scaldano, il futuro di queste divergenze rimane incerto; solo il tempo ci dirà cosa ci aspetta.

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Content Marketing: strategie e tendenze per il 2023

Content is The King? È un assioma cui tutti aderiamo senza troppo indugio. Ed è proprio il Content Marketing la parola chiave del marketing digitale per il 2023. Le ragioni sono molteplici e ovvie.

Il content marketing è una strategia scalabile e a lungo termine, consente di convertire contatti e ottenere importanti livelli di ROI, possiede enormi potenzialità educative e didattiche. Insomma è una risorsa importantissima per ogni organizzazione che si rispetti.

Pertanto valutare i dati derivanti dalla strategia di content marketing è vitale per dirigenti o leader nel settore dei contenuti per gestire al meglio budget e risorse per ottenere risultati vincenti.

Quali sono i dati statistici da valutare per il content marketing 2023? Scopriamolo insieme.

Content Marketing 2023: focus sui percorsi di carriera dei content marketer

Una recente ricerca condotta dal Content Marketing Institute ha indagato alcuni aspetti significativi della carriera dei content marketer.

La survey, dal titolo Content Marketers Share Salaries, Career Paths, and More in 2023, ha cercato di mettere in luce alcuni focus sui percorsi professionali di chi si occupa di contenuti di marketing attraverso domande esplorative tra cui “Cosa significa lavorare nel content marketing? È una carriera gratificante? È ben retribuito? Qual è la traiettoria di carriera? L’obiettivo è quello di aiutare i content marketer a comprendere le loro opportunità e posizioni nonché di aiutare le aziende a sviluppare ruoli significativi e le risorse e le opportunità per mantenerli.

La rilevazione, come si legge dal report, ha verificato che sono in molti i content marketer pronti a fare il “grande salto” appena se ne presenta l’opportunità.

Il 54% dei content marketer, infatti, ritiene di dover essere pagato di più. L’indagine, infatti, ha rivelato che i marketer statunitensi (non appartenenti alla categoria dei lavoratori autonomi) percepiscono un reddito medio di poco superiore agli 82.000 dollari.

La forbice della disparità tra uomini e donne è abbastanza ampia: se un uomo guadagna circa 99 mila dollari, le donne si attestano a poco meno di 80 mila.

Ma si sa: quando si parla di carriera non si fa riferimento solo all’aspetto squisitamente economico ma anche, e soprattutto, alle posizioni apicali cui è possibile anelare. Solo il 31% delle donne ricopre ruoli direttivi o di vertice rispetto al 48% degli uomini e tra questi solo il 23 % dichiara di aver fatto progressioni di carriera nel proprio contesto aziendale.

La situazione dei content marketer in Italia

Questi dati non confortano soprattutto se si scende nel dettaglio della survey.

Il 57% dei partecipanti all’indagine ha dichiarato che saranno protagonisti di ‘Grandi dimissioni’ e che, presumibilmente, prevedono di trovare un nuovo impiego nel corso del 2023. Percentuale che risente anche dei livelli di stress cui sono sottoposti i content marketer: sfavorite le donne rispetto agli uomini.

Situazione analoga è quella nostrana. Sebbene la ricerca attiva di figure profilate e specializzate nel content marketing sia cresciuta notevolmente i livelli salariali non superano i 35 mila euro.

Secondo un’indagine di Job Pricing su 36 settori analizzati, le Digital Companies si posizionano al quinto posto per livello retributivo medio in Italia, con quadri e impiegati con RAL significativamente più alte rispetto alle medie dei settori tradizionali. Questo perché il digitale già da tempo si configura come un mercato molto competitivo, dove quadri e impiegati si spostano velocemente tra un’organizzazione e l’altra.

Il digitale ha fame di competenze che possano portare a innovazioni di business. E la leva della retribuzione è quella che spinge le persone a spostarsi.

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LEGGI ANCHE: Come e dove cercare lavoro nel 2023: consigli per il tuo CV

Qual è il destino dei content marketer

Un altro articolo, sempre su Content Marketing Institute, dal titolo Content Marketers: Here’s How To Ask for (and Get) the Salary You Want, invita i content marketer ad analizzare il mercato e a guardarsi intorno qualora sorga il sospetto di un salario poco adeguato alla propria posizione lavorativa.

Il trucco è capire quanto guadagnano altre persone che ricoprono la stessa posizione lavorativa. Uno strumento particolarmente utile indicato nell’approfondimento è ‘Creative Circle‘: la community di talent nel settore del marketing mostra la retribuzione media in base al titolo di lavoro e alla località.

La piattaforma, poi, consente di controllare le fasce salariali indicate per le offerte di lavoro attive nel settore del content marketing. Nell’analisi, l’editor di Content Marketing Institute Ann Gyn, traccia un percorso chiaro per quanti desiderano trovare maggiore gratificazione nel proprio contesto lavorativo.

Il suggerimento è di preparare argomentazioni volte a far aumentare la propria base salariale. In fondo è utile far percepire alla propria azienda quanto il proprio lavoro sia utile, quanto i colleghi valutano positivamente il proprio operato.

Come gestire al meglio i team di content marketing

I manager dei team di marketing avranno sicuramente molto a cui pensare. Innanzitutto progettare eventuali progressioni di carriera per content marketer, qualora non siano previste.

Collaborare con il reparto risorse umane è sicuramente un primo passo. Robert Rose, fondatore di CMI, nel suo Don’t Let Content Marketing Be a Dead-End Career, suggerisce uno schema esemplificativo dei ruoli e dei relativi avanzamenti di carriera.

Il rischio, infatti, è di non tener conto di una professione preziosa per le aziende e di alimentare un turnover elevato, come dimostrato di recente da una ricerca condotta da SHRM (Society for Human Resources Management).

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Tendenze di content marketing per il 2023

Un altro aspetto importante da tenere in considerazione riguarda la ricerca annuale B2b che, quest’anno, ha evidenziato alcune aree in cui i content marketer potrebbero avere bisogno di ulteriore supporto da parte delle proprie organizzazioni.

Se il 71% dei marketer B2B afferma che il content è fondamentale per la propria organizzazione aziendale, soltanto il 40% sostiene di avere una strategia di content documentata e allineata agli obiettivi aziendali.

Dato confermato dal fatto che tra i marketer che affermano che la propria azienda vive importanti successi grazie al content marketing, circa il 29% degli intervistati, soltanto il 64% sostiene di aver programmato la propria strategia. Dato impietoso che dimostra una cosa molto semplice.

Ogni anno, infatti, si tirano le somme rispetto alle strategie poste in campo e il caso vuole che proprio strategie documentate e reportistiche raffinate, che mettano in luce soprattutto il ROI ottenuto, siano quelle vincenti e capaci di catalizzare meglio risorse aziendali per pianificare, creare, distribuire e misurare contenuti.

La ricerca B2B ha mostrato che anche nelle linee strategiche esistono molteplici punti di vista e divergenze. A farla da padrone sono eventi in presenza (seguiti poi dagli eventi virtuali), social media e community building, articoli e post brevi e video. Proprio i video, infatti, sono la tendenza del marketing B2B nel 2023: il 78% degli intervistati hanno deciso di puntare maggiormente su questi contenuti nell’anno in corso con un trend del +0.9% rispetto all’anno precedente.

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Video marketing 2023: coinvolgere, emozionare, raccontare

L’importanza dei video nel marketing è in continua crescita in ogni segmento di mercato.

Una recente ricerca del CMI ha dimostrato, infatti che il 73% degli esperti di marketing è convinto che i video siano diventati centrali nella loro pianificazione editoriale negli ultimi 12 mesi. Tra questi, circa il 69% si affida alla produzione di video in-house. 

Al netto della durata di un contenuto video e dei relativi risultati in termini di ROI ed engagement tutti i content marketer sono concordi con l’introduzione dei video nei propri piani editoriali investendo maggiori budget rispetto al 2022.

Il motivo è semplice: i video producono maggiore engagement. I buyer persona individuati sono sempre più sollecitati attraverso i trigger emozionali che discendono da un contenuto video, specialmente se il video in questione attiva dinamiche di racconto. La strategia di tendenza, infatti, è di produrre video che puntino allo storytelling dell’organizzazione.

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usare chatgpt a scuola

ChatGPT a scuola: perché non dovremmo vietarlo e come possiamo usarlo per insegnare

Quali rischi ci sono nell’utilizzo di ChatGPT a scuola?

ChatGPT è una tecnologia nuova: è un chatbot specializzato nella conversazione con gli essere umani basato su intelligenza artificiale e machine learning.

Sviluppato da OpenAI, è stato addestrato a partire dai modelli Instruct GPT ed è in grado di generare testi di varia lunghezza e complessità in base alle richieste dell’utilizzatore. L’applicazione può essere utilizzata attualmente per diversi scopi: instaurare un modello di conversazione, scrivere email e messaggi commerciali, redigere descrizioni di prodotti, creare contenuti per i social e compilare script di codice con una certa affidabilità.

La diffusione di massa ha già mandato nel panico molti insegnanti. Gli studenti lo usano per fare i compiti, spacciando per propri saggi e i contenuti generati dall’IA.

Gli insegnanti e gli amministratori scolastici si affannano a scoprire chi lo strumento per imbrogliare, e sono preoccupati per il caos che ChatGPT potrebbe creare.

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C’è chi si è spinto a dichiarare che l’Intelligenza Artificiale ha reso del tutto inutili i compiti a casa.

Il timore immediato e pratico è quello che gli studenti possano imbrogliare spacciando per propri i contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale, insieme al rischio che il bot possa fornire risposte sbagliate o fuorvianti.

L’altro lato della medaglia è che gli insegnanti stessi potrebbero usare ChatGPT per correggere compiti, equazioni ed elaborati in una frazione minima del tempo che sarebbe stato necessario per farlo, incorrendo nelle stesse problematiche.

Alcune scuole hanno affrontato la situazione con un giro di vite. Le scuole pubbliche di New York, per esempio, hanno recentemente bloccato l’accesso a ChatGPT sui computer e sulle reti scolastiche, citando “preoccupazioni per l’impatto negativo sull’apprendimento degli studenti e per la sicurezza e l’accuratezza dei contenuti”.

Anche le scuole di altre città americane, tra cui Seattle, hanno limitato l’accesso.

È facile capire perché gli educatori si sentano minacciati: ChatGPT è uno strumento straordinariamente capace approdato senza alcun preavviso e ha prestazioni ragionevolmente buone in un’ampia varietà di compiti e materie accademiche.

Ovviamente esistono sono domande legittime sull’etica della scrittura generata dall’IA e il problema principale è che le risposte fornite da ChatGPT potrebbero non essere accurate o addirittura fuorvianti. Ma è evidente che una piccola rivoluzione nel mondo della scuola è già iniziata.

Nonostante i dubbi e le perplessità, ChatGPT potrebbe essere impiegato come un ausilio all’insegnamento (non in sostituzione, quindi), stimolando la creatività degli studenti e offrendo un tutoraggio personalizzato in grado di prepararli meglio a lavorare con le Intelligenze Artificiali da adulti. Ecco perché il fenomeno non andrebbe osteggiato.

chatgpt per la scuola

ChatGPT a scuola: il ban non funzionerà

Il primo motivo per non vietare ChatGPT nelle scuole è che, onestamente, non funzionerà.

La scuola può bloccare l’accesso sui dispositivi di sua proprietà, ma gli studenti hanno a disposizione smartphone e computer e possono accedervi in qualunque altro modo fuori dall’orario delle lezioni.

Per esempio, ho chiesto proprio allo strumento in che modo si possano eludere queste limitazioni. Questo è quello che mi ha detto.

Per superare un blocco ai servizi serve conoscere la causa del blocco. Se il blocco è stato imposto dal tuo provider di servizi Internet o da un’altra autorità, potresti voler contattarli per chiedere informazioni su come sbloccare l’accesso. Se il blocco è stato causato da un problema tecnico, potresti voler provare a riavviare il tuo dispositivo o a contattare il supporto tecnico per ulteriore assistenza. In alcuni casi, è possibile utilizzare una VPN (Virtual Private Network) per aggirare il blocco e accedere ai servizi desiderati.

La soluzione, quindi, la offre proprio l’intelligenza artificiale.

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Puoi bloccare ChatGPT a scuola ma non a casa

Alcuni insegnanti ripongono grandi speranze in strumenti come GPTZero, un programma costruito da uno studente di Princeton che sostiene di essere in grado di rilevare la scrittura generata dall’IA. Ma questi strumenti non sono accurati al 100% ed è relativamente facile ingannarli cambiando qualche parola o usando un altro programma di I.A. per parafrasare alcuni passaggi.

Una possibile soluzione è che i chatbot dell’IA vengano programmati per “filigranare” i loro risultati in qualche modo, così che gli insegnanti possano individuare più facilmente il testo generato dall’IA. Ma anche questa è una difesa inconsistente. Al momento, ChatGPT è l’unico chatbot gratuito e facile da usare adottato dalla massa, ma siamo certi che a breve l’offerta aumenterà, diversificandosi.

Anche se fosse tecnicamente possibile bloccare ChatGPT, gli insegnanti dovrebbero impiegare moltissimo tempo alla ricerca dei contenuti teoricamente generati dall’Intelligenza Artificiale, rischiando poi di bollare come “artefatto” un elaborato invece del tutto originale. Ne vale davvero la pena?

Invece di iniziare una guerra senza fine con un esercito di chatbot, un primo valido approccio potrebbe essere quello di considerare ChatGPT alla stregua delle calcolatrici, permettendone l’utilizzo in alcune situazioni e vietandolo in altre e dando per scontato che, appena ne avranno l’opportunità, gli studenti lo utilizzeranno.

A conclusione dell’anno scolastico, si dovranno invece considerare strategie a medio e lungo termine.

ChatGPT può essere il migliore amico degli insegnanti

Il secondo motivo per non bandire ChatGPT a scuola è che, con il giusto approccio, può essere uno strumento didattico efficace.

Ad esempio, può essere utilizzato per creare delle linee guida per la composizione di elaborati testuali, che poi gli studenti dovranno seguire.

Da un lato, questa metodologia permetterebbe di spostare il focus sulla capacità di produrre un output sulla base di un riferimento; dall’altro, insegnerà ai giovani come relazionarsi con queste nuove tecnologie e trarne il massimo beneficio.

Ma la creazione di schemi è solo uno dei molti modi in cui ChatGPT potrebbe essere utilizzato in classe. Potrebbe invece essere utilizzato per scrivere piani di apprendimento personalizzati per ogni studente, sulla base delle attitudini individuali. Oppure, potrebbe generare idee per attività da sviluppare in classe.

La strategia dovrebbe essere quella di utilizzarlo come punto di partenza per migliorare le attività di base o per fornire un sistema di tutoraggio fuori dagli orari scolastici.

studenti che usano chatgpt a scuola

Conclusioni

La tecnologia su cui si basa ChatGPT non scomparirà magicamente: è arrivata ed è qui per restare.

Anzi, è probabile che le performance di questi algoritmi crescano in modo esponenziale, allargano i propri confini fino a inglobare molte più attività di quelle di cui si possono occupare attualmente.

Gli educatori che si oppongono a questi strumenti non sono affatto irrazionali: la tecnologia utilizzata è dirompente e richiede un adeguamento di diversi processi legati all’insegnamento.

Gli studenti di oggi si diplomeranno in un mondo pieno di programmi di intelligenza artificiale generativi. Dovranno conoscere questi strumenti, i loro punti di forza e di debolezza e le loro caratteristiche per poterli utilizzare nel mondo del lavoro.

Per essere buoni cittadini, avranno bisogno di un’esperienza pratica per capire come funziona questo tipo di I.A., quali tipi di bias ha alla base e e come non vada usato in modo improprio.