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Addressability Era

Perché l’Addressability è il futuro dell’Advertising Online

Immagina di dover organizzare un matrimonio con 500 invitati. 

Hai preparato una valanga di inviti alla cerimonia e al ricevimento, ciascuno con la sua busta linda e le sue minuziose decorazioni. 

Sei già nell’ufficio postale pronto a spedire, con il bigliettino in mano e, davanti a te, l’impiegata ti attende sorridente. 

In quel preciso istante ti accorgi di non avere a portata di mano gli indirizzi degli invitati.

A quel punto, vai nel panico.

Ovviamente, si tratta solo di una situazione a titolo di esempio, ma è uno scenario molto simile a quello che si prospetta per il futuro della pubblicità digitale. 

I messaggi promozionali sono pronti sui nastri di partenza, ma le aziende si accorgono di non aver modo per farli arrivare al target corretto

I nostri prospect riceveranno la nostra sponsorizzazione?”, “Quanti di loro hanno visualizzato il messaggio?”, “Riceveremo una risposta?”.

Questo è il dilemma che dovranno affrontare molti editori e inserzionisti nei prossimi mesi.

Inserzionisti

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L’Addressability Era

La chiamano Addressability Era e a tanti incute più timore del Capitano Willard di Apocalypse Now o di una scena di Squid Game. 

I marketer si affannano a reinventare il modo in cui identificare e raggiungere uno specifico target pubblicitario attraverso il web.

I giganti del digitale, Google e Apple tra i principali player, puntano ad adottare un approccio più attento alla privacy e ai dati dei consumatori, spingendo chi si occupa di pubblicità online a far fronte alla dismissione dei cookie di terze parti.

Facciamo chiarezza. 

Il meccanismo con cui inserzionisti ed editori comprano e vendono spazi pubblicitari è automatizzato e si basa su aste sviluppate attraverso i dati elaborati da una piattaforma che incrocia domanda e offerta. 

È il Programmatic Advertising Exchange

L’offerta è quella di spazi pubblicitari messi a disposizione dalle piattaforme degli editori (SSP – Supply Side Platform). La domanda è relativa alle inserzioni pubblicitarie che aziende e marketer devono allocare (DSP – Demand Side Platform).

Il Programmatic Advertising – e in particolare il retargeting – dipende fortemente dai cookie di terze parti. 

Ad oggi, su Safari e su Firefox l’impostazione di default del livello di privacy prevede già il blocco dei cookie di terza parte

Google Chrome si accinge a disabilitarli dal 2023 con l’applicazione della Privacy Sandbox, aggiornamento che segnerà un cambiamento radicale nel modo di fare advertising online.

Ma non è ancora arrivato il momento di suonare la Cavalcata delle Valchirie di Wagner e far salire in volo gli elicotteri: il cambiamento fa meno paura perché viene percepito come un’opportunità per offrire al consumatore 4.0 soluzioni di ingaggio multiple e multichannel.

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Che cos’è l’Addressability e perché è così importante

L’Addressability è la capacità di identificare e raggiungere persone specifiche attraverso una campagna pubblicitaria. 

Una audience “addressed” è quella che puoi chiaramente tracciare e identificare attraverso dati univoci, come l’indirizzo email.

L’addressability è importante perché consente a un’azienda di capire come e dove coinvolgere il proprio pubblico di destinazione: con dati chiari su come specifiche persone interagiscono con le proprie campagne, l’azienda è in grado di creare segmenti di pubblico targettizzato, messaggi altamente personalizzati e lanciare campagne mirate che generano alto coinvolgimento e revenue.

La capacità di identificare le caratteristiche di un singolo consumatore è un’arma estremamente potente presente nell’arsenale della pubblicità digitale. 

Stabilire una comprensione di come gli inserzionisti utilizzano i vari dispositivi mobili e interagiscono online attraverso una miriade di canali e piattaforme, significa che i brand possono raggiungere il pubblico con la messaggistica giusta, al momento giusto.

Esattamente ciò che serve per far funzionare una campagna di digital marketing.

Il percorso verso l’addressability può presentarsi complesso, ma è un cambiamento che i professionisti del marketing devono abbracciare per non restare indietro in vista dell’imminente scomparsa dei cookie di terze parti.

Dal mercato arrivano chiari segnali che gli inserzionisti stanno già facendo progressi. 

Una ricerca svolta nel Regno Unito nel terzo trimestre del 2021 da Criteo, azienda global specializzata nell’Open Internet applicato al digital marketing, ha evidenziato che il 45% dei marketer con capacità di spesa nel digital marketing si sentiva confuso, stressato e arrabbiato quando ha scoperto la notizia. 

È comprensibile: si tratta di un grande cambio nel settore del digital advertising. 

Tuttavia, si prevede che quasi la metà degli inserzionisti e delle agenzie marketing (47%) spenderà di più per una maggiore identificazione del pubblico e in addressability nel 2021 rispetto al 2020. Esattamente la metà (50%) prevede di mantenere invariati i livelli di spesa. Solo il 3% ha dichiarato che spenderà meno.

La strada è tracciata.

Se i brand devono ottimizzare il ROI e gli editori massimizzare il rendimento, allora l’addressability deve essere generata e gestita in maniera solida per garantire l’integrità dei dati su cui sono pianificate le campagne.

Le complessità dell’Addressability

Prima di Internet, le aziende semplicemente creavano mailing list e raggiungevano le persone tramite messaggi di Direct Email Marketing. Sapevano dove stava andando il messaggio e a chi veniva recapitato.

Oggi che pubblicità e advertising si sono spostati online, l’addressability è diventata più complessa: le aziende ricercano soluzioni di tracciamento diverse, spesso integrate tra più canali – i cookie di terze parti sono l’esempio più eclatante – per tracciare i clienti su siti web, blog, forum e altre piattaforme. 

Sebbene questo abbia permesso loro di scalare meglio le loro inserzioni, è stata generata una mole impressionante di dati poco strutturati e un pubblico in gran parte anonimo, difficile da poter approcciare su altri canali.

Con la scomparsa dei cookie di terze parti, le aziende sono costrette a ripensare l’addressability e a nuovi modi di identificare il proprio pubblico.

Ma c’è una buona notizia: ora marketer e aziende possono riprendere il controllo dei propri dati e comprendere meglio i propri clienti. Hanno solo bisogno delle giuste soluzioni per affrontare questo grande cambiamento.

Clienti

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First (to the) party

L’idea di raggiungere il consumatore sbagliato con un messaggio che non fa per lui è l’incubo di qualsiasi marketer coscienzioso. 

Quando un editore e un marketer uniscono le forze, sono in grado di dar vita ad un efficace sistema di addressability e abbinare inequivocabilmente un consumatore specifico a una proposta commerciale altamente convincente.

In poche parole, se un consumatore utilizza il proprio indirizzo email per accedere al sito Web di un retailer e lo utilizza anche per accedere ai contenuti premium di un editore, quell’indirizzo e-mail verifica l’identità univoca dell’utente, confermando che è la stessa persona a navigare su entrambe le piattaforme. 

Ma i dati proprietari abbinati possono essere un concetto che trascende gli accordi del singolo inserzionista-editore.

Oggi c’è una crescente disponibilità ad accedere a fasce di dati altamente scalabili tramite collaborazioni tra publisher. Si tratta di piattaforme che agiscono sui propri dati e danno agli inserzionisti l’accesso a vasti pool di dati proprietari.

Questo approccio unificato non solo arricchisce le fonti di dati, ma consente anche all’industria editoriale (e pubblicitaria) di bypassare l’oligopolio eretto dai giganti del Tech nei propri walled garden virtuali. 

In pratica, è come presentarsi a un party prima di Google, Facebook e Amazon.

Le soluzioni di Addressability già disponibili

Come detto, Google ha dato alle aziende un preavviso di due anni prima di rimuovere i cookie di terze parti dal suo browser Chrome, mentre Safari e Firefox avevano già disabilitato i cookie di terze parti sui propri browser. 

Ora, molte piattaforme sono al lavoro per sviluppare soluzioni di addressability. Quando i cookie di terze parti non esisteranno più, marketer e inserzionisti non rimarranno persi nel vasto oceano dell’online advertising senza una scialuppa di salvataggio.

Cliente

Grazie alla Commerce Media Platform, Criteo offre una tecnologia che combina dati e intelligence per guidare i consumatori lungo il percorso di acquisto e supportare i marketer a ottenere migliori risultati di business. 

Un’offerta imponente che colloca Criteo in una posizione privilegiata all’interno del panorama “addressable”, dove un First-Party Media Network ospita più di 25.000 brand, retailer e editori da tutto il mondo. 

Uno strumento efficace per attivare il più grande insieme globale di dati commerce.

Il futuro dell’adv è Wide Open

La pubblicità contestuale è tornata in auge come principale metodo per raggiungere risultati di business significativi senza i compianti third-party cookie. Annunci rilevanti, focalizzati su un contenuto “cucinato” appositamente per la persona specifica che lo consumerà. 

La personalizzazione degli annunci si basa sui segnali contestuali di una pagina Web e sarà sempre più la normalità tra gli inserzionisti, i quali potranno utilizzare anche i segnali del commerce dei loro dati first-party. 

La pubblicità contestuale offre soluzioni per raggiungere specifiche audience con un occhio di riguardo alla privacy dei dati e la possibilità di affiancarla a nuove tecnologie come machine learning e intelligenza artificiale, rendono lo strumento ancora più potente.

Sovrapposizione di audience inferiore all’1% e fino al 90% di traffico che reindirizza ai siti web affiliati con campagne contestuali. Il tutto mantenendo i KPI in linea con le altre campagne mid-funnel che l’azienda ha in attivo.

Per quanto riguarda la pubblicità fondata su risultati tracciabili, l’addressability è la via Wide Open nel futuro dell’adv.

Yougov Brand

Come conoscere quello che i clienti pensano di un brand

Ogni azienda conosce perfettamente se stessa e cosa offre. Parla dei suoi prodotti e servizi, li mostra, ne conosce pregi e difetti. Purtroppo, però, spesso ha un punto di vista incentrato su di sé e non sempre è consapevole di come il proprio brand viene percepito dai consumatori. 

Seth Godin ha definito il brand come un insieme di “aspettative, ricordi, storie e relazioni” che guidano la decisione di scegliere una particolare azienda, prodotto o servizio. Quindi è chiaro che la percezione è alla base della scelta di acquistare un brand rispetto a un altro.

Indipendentemente da cosa un’azienda comunica, quello che le persone pensano e dicono su quel brand, sarà la reale percezione. 

YouGov permette proprio di capire cosa i consumatori pensano e di misurare in modo affidabile e continuativo la percezione di migliaia di brand, grazie alle milioni di interviste online che vengono effettuate annualmente su panel proprietario.

Cosa si aspettano le persone da un brand? YouGov è una finestra sul mondo

Yougov Brand

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YouGov è una società internazionale attiva nel campo delle ricerche di mercato e analisi dati con sede anche in Italia. La mission dell’azienda è quella di creare una community online globale, in cui persone e organizzazioni commerciali e culturali condividano informazioni su quello in cui credono, sui loro comportamenti e sull’opinione che hanno delle aziende.

Grazie all’esperienza nella ricerca unita a questa mole di dati raccolta in tutto il mondo, YouGov è in grado di sviluppare e offrire tecnologie e metodologie che consentano un processo decisionale più collaborativo. Quali sono quindi i servizi messi a disposizione per le aziende che vogliono conoscere come vengono percepite dai consumatori?

Cosa offre YouGov alle aziende

Le soluzioni YouGov coprono 2 grandi aree:

  • La percezione dei brand: BrandIndex
  • La descrizione dei target d’interesse: Profiles

Cosa pensano le persone del mio brand? Questa è la domanda che ogni azienda si pone. Il servizio BrandIndex risponde a questo quesito misurando la percezione di un marchio e valutando migliaia di brand in decine di settori diversi.

Il servizio è attivo a livello nazionale e internazionale, tutti i dati vengono aggiornati settimanalmente e permettono di avere una visione locale e globale di come evolve la percezione del proprio brand e dei competitors

Conoscere in modo approfondito i target d’interesse: YouGov Profiles

Profiles rende semplice e veloce quantificare e analizzare un target interessante per un’azienda grazie a una granularità delle informazioni senza pari, aiutando a descrivere e scoprire ciò che non si conosce del proprio target.

mimesi milano wine week

Milano Wine Week 2021: l’impatto sui social media svelato da Mimesi

La Milano Wine Week si è svolta dal 2 al 10 Ottobre, una settimana ricca di eventi legati al vino che hanno coinvolto l’intera città, con enoteche e locali dei diversi quartieri del capoluogo lombardo che si sono prestate ad ospitare gli eventi più amati dai cultori del buon bere. 

Quest’anno la Milano Wine Week è tornata per le strade e un elemento caratterizzante è stato quello dell’adozione di tecnologie innovative. Grazie all’app W, disponibile gratuitamente su Android e iOS, i visitatori hanno potuto elaborare un itinerario dei distretti e dei locali dove degustare i propri vini preferiti.

Come ogni evento che si rispetti, l’evento è stato commentato dagli utenti del web sui social media. Il mondo del vino è ormai approdato sul web, è assodato che si tratta di un prodotto adatto a essere venduto online, soprattutto all’estero.

Milano Wine Week 2021: l’analisi di Mimesi

E questo processo è stato accelerato dalle ripercussioni dettate dalla pandemia di covid-19. In questo contesto, gli influencer sono diventati uno strumento importante per le aziende vinicole, che consente non solo di fare branding, ma anche di comunicare notizie sull’azienda, sul territorio e raccontare la storia della cantina, di un’etichetta.  

Per scoprire l’eco ottenuta dalla Milano Wine Week sui social media e identificare i wine influencer più attivi ci affidiamo all’analisi svolta da Mimesi, che ha monitorato l’evento per l’intera durata isolando tutti i contenuti che hanno citato la kermesse. 

Mimesi opera nel mercato del media monitoring dal 2001. La società, parte del gruppo DBInformation, fornisce ai propri clienti dei monitoraggi completi, attivi 7 giorni su 7, che investono tutti i media italiani e internazionali, cross canale:

  • Rassegna stampa;
  • Web Monitoring;
  • Social Media Monitoring;
  • Audio Video Monitoring.

In particolare, Mimesi ha recentemente deciso di potenziare il servizio di monitoraggio dei social media, integrando la piattaforma Brandwatch nella propria suite. Una scelta strategica per offrire un livello di servizio all’avanguardia su scala mondiale, infatti Brandwatch è stata nominata leader mondiale del mercato per il «social media monitoring» nel rapporto Forrester Wave 2020.

Si tratta di una piattaforma che fornisce la copertura più completa e la tecnologia di Intelligenza Artificiale più avanzata per identificare automaticamente insight e migliorare engagement e performance di business. 

Noi di Ninja Marketing abbiamo avuto accesso alla piattaforma di Mimesi: si tratta di una piattaforma molto performante, ma allo stesso tempo intuitiva e facile da utilizzare. Ogni vista è personalizzabile ed è possibile scegliere tra una grande quantità di grafici.

Mimesi ha monitorato la Milano Wine Week durante il suo svolgimento e anche nella settimana precedente e in quella immediatamente successiva alla sua conclusione. I contenuti monitorati in questo periodo, dal 25 Settembre al 17 Ottobre, sono stati 3.248, pubblicati da 712 autori unici. 

Di seguito riportiamo il trend dei volumi delle conversazioni, che ha avuto il picco maggiore nella giornata di Mercoledì 6 Ottobre con 361 contenuti monitorati.

Il genere degli autori è piuttosto bilanciato: il 54% sono uomini, mentre il 46% sono donne.

Mimesi Milano Wine Week

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L’Intelligenza Artificiale

La piattaforma di Mimesi è un caso concreto di applicazione delle tecnologie di IA (Intelligenza Artificiale). L’analisi dei contenuti postati precedentemente dagli autori, incrociata con le informazioni estratte dalle loro biografie, ha permesso di estrarre in modo automatico gli interessi delle persone che hanno pubblicato contenuti sulla Milano Wine Week.

Non stupisce la forte presenza di “Food & drinks”, altre categorie con un buon posizionamento sono “Business”, “Photo & Video”, “Sports” e “Technology”. Troviamo che questa funzionalità sia molto interessante per i marketer che, grazie all’analisi delle conversazioni online, hanno un nuovo strumento per prendere decisioni data-driven e creare nuove audience per le campagne pubblicitarie digitali e offline.

Milano Wine Week Mimesi

 

A giudicare dal grafico seguente, che mette in relazione i post con l’orario in cui sono stati pubblicati, l’orario dell’aperitivo (tra le 18 e le 19) è quello preferito dagli utenti per postare contenuti sulla Milano Wine Week.

Milano Wine Week 2021 grafico

Da dove provengono gli autori dei post? Ovviamente dall’Italia, mentre tra i Paesi esteri spiccano Stati Uniti e Canada. 

Tutti i grafici sono cliccabili ed è possibile verificare le informazioni aggregate andando sempre più in profondità. Per esempio, in questo caso, abbiamo cliccato sugli Stati Uniti e il sistema ci ha proposto l’elenco dei contenuti pubblicati dagli utenti americani.

Su quali media online si è parlato della Milano Wine Week? I siti di web news costituiscono il canale più utilizzato (46% dei contenuti totali), seguiti da Twitter (23%), Instagram (21%) e Facebook (8%).

Milano Wine Week mimesi grafico

L’intelligenza artificiale della piattaforma è in grado di processare una grande mole di dati, consentendo di classificare i post in base al sentiment grazie a una tecnologia che svolge un’analisi linguistica del testo, identificando il tono utilizzato dagli autori.

Molto interessante la possibilità di utilizzare il machine learning per migliorare ulteriormente l’affidabilità dell’analisi. Infatti, il sistema può essere istruito facilmente, addestrandolo a riconoscere il tono nel modo più corretto. 

Milano Wine Week Mimesi

Milano Wine Week 2021 Feed

Oltre al sentiment, la piattaforma riesce a identificare i topic principali.

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Siete curiosi di conoscere gli hashtag, le keywords oppure le emoji più utilizzati dagli utenti? La piattaforma permette di ottenere queste viste con un solo clic.

Milano Wine Week hashtag

Milano Wine Week 2021 emoji

Grazie alla tecnologia di image recognition, la piattaforma è in grado di analizzare automaticamente il contenuto delle immagini, classificandole in quattro macro contenitori: logo, oggetti, azioni, scene. Nel caso della Milano Wine Week, ovviamente bottiglie e bicchieri di vino sono tra gli oggetti più ricorrenti, mentre tra le scene ci sono gli scorci della città di Milano, pranzi e conferenze.

Milano Wine Week 2021 Mimesi

Gli influencer della Milano Wine Week

Per scoprire chi sono gli influencer che hanno performato meglio è sufficiente ordinare i post per “impact”, che è una metrica che assegna uno score di engagement a ogni post, monitorando commenti, like, reazioni e condivisioni ottenute. Un’altra metrica di fondamentale importanza è la “reach” che stima il numero di persone che potrebbero avere visto il post.

Milano Wine Week 2021

I primi tre post della Milano Wine Week che hanno ottenuto un maggiore impatto sono i seguenti:

1. Stefano Franzoni

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Stefano Franzoni (@stefano_franzoni)

2.Enozioni

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Enozioni ® Digital Atelier (@enozioni)

3. Tannina.it

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da ER (@tannina.it)

Chiudiamo con una delle funzionalità più utili per costruire nel concreto una strategia di infuencer marketing. La piattaforma offre un tool che permette di classificare tutti gli autori che scrivono di un argomento in base a diversi parametri: numero di post scritti, sentiment dei post, impatto e reach.

Ordinando la tabella tramite questi utilissimi KPI, sarai in grado di isolare gli autori più adatti a mettere in pratica la tua strategia, identificando non solo gli influencer più conosciuti ma anche i micro influencer.

Milano Wine Week 2021

Si offre un ottimo strumento per il monitoraggio dei blog e dei social media, inoltre il loro team di Media Analyst è in grado di interpretare i bisogni del committente, impostando un monitoraggio personalizzato e selezionando le viste più adatte tra le numerose funzionalità offerte dalla piattaforma.

L’ascolto delle conversazioni sui social media è un aspetto di primaria importanza per costruire una strategia di marketing in grado di raggiungere obiettivi concreti. Grazie a piattaforme avanzate i brand hanno la possibilità di analizzare la propria reputazione online e conoscere meglio la propria audience.

Questa conoscenza è fondamentale e può essere utilizzata per due obiettivi diversi e complementari: da una parte si ha la possibilità di migliorare o creare ex novo servizi e prodotti basandosi su opinioni, desideri e aspettative degli utenti, dall’altra è possibile utilizzare le informazioni per realizzare strategie di marketing data driven.

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Perché una strategia marketing ha bisogno dei Nano Influencer

Qual è, se c’è, quell’ingrediente segreto in grado di rendere efficace una campagna marketing? 

Uno tra tutti: le persone. Le persone sono uno degli elementi più importanti da tenere in considerazione nella pianificazione di una strategia di marketing, in particolar modo a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria, che ci ha imposto cambiamenti enormi. 

Tra questi mutamenti, anche le strategie di comunicazione e vendita delle aziende hanno subito trasformazioni. 

Quante attività locali abbiamo visto fallire? E quante di quelle sopravvissute stanno affrontando enormi sfide, tra cui la necessità di digitalizzarsi il prima possibile?

Brand e Influencer: perché il binomio funziona

In questo periodo in cui tutti siamo stati costretti a rimanere in casa con negozi e attività chiuse, comunicazione e vendita si sono ancora di più spostate sul digitale, spesso facendo ricorso a strategie che includevano la collaborazione con gli Influencer

È stato un periodo in cui le persone erano alla ricerca di ispirazione, un modo per capire come andare incontro a questa nuova e surreale situazione. 

Le ricerche si sono focalizzate sulla cura di sé, l’apprendimento di nuove ricette e video fai-da-te. 

Tutto ciò ha creato una forte opportunità per Influencer e marchi per interagire in modo nuovo con il loro pubblico attraverso messaggi più impattanti. 

Molti brand hanno quindi deciso quindi di riallineare le loro strategie includendo anche l’Influencer Marketing

Infatti, l’anno scorso abbiamo assistito a un aumento di contenuti come video brevi e Reels da parte delle aziende per promuovere i propri servizi e prodotti: una funzionalità in grado di generare più interazione da parte del pubblico e percepita come più autentica.

Questa tendenza si confermerà anche il prossimo anno, con l’inclusione dei Nano Influencer nelle strategie.

Chi sono i Nano Influencer?

I Nano Influencer sono creatori di contenuti con un profilo social fino a 10.000 follower

Molti di noi hanno dei potenziali Nano Influencer fra i contatti: sono quelle persone che accumulano tanti ‘like’ e commenti ai propri post e producendo contenuti interessanti e originali. Ognuno di noi può essere un Nano Influencer!

A differenza delle loro “controparti” più famose, cioè influencer di livello medio, macro o Star che esercitano un appeal ampio, generale o mainstream, questa tipologia di influencer parla a gruppi molto specifici, spesso categorie o sotto categorie di nicchia.

Perché le aziende dovrebbero rivolgersi ai Nano Influencer

La crescita esponenziale dell’influencer marketing negli ultimi 2 anni è dovuta principalmente a due motivi:

  • l’enorme crescita del numero di influencer sui social media;
  • l’incremento degli investimenti nell’influencer marketing da parte dei brand.

Alcune aziende tendono però ancora a sottovalutare il fenomeno. 

Perché invece un brand dovrebbe includere nella propria strategia marketing questi Influencer? 

Ecco 5 motivi per collaborare con i Nano Influencer.

Aumento dei tassi di coinvolgimento

I Nano Influencer condividono un rapporto costante e diretto con i propri follower. Ciò garantisce un più alto tasso di coinvolgimento

Inoltre, poiché il loro numero di follower è contenuto, possono mantenere un filo diretto e continuo rispondendo in direct o ai commenti, creando così una relazione autentica e di fiducia.

Il valore dell’autenticità

Questi influencer vengono visti come persone comuni e non come “i classici influencer”, più popolari e conosciuti praticamente da chiunque. 

La loro principale fonte di reddito non proviene quindi dall’influencer marketing e così tendiamo ad ascoltarli e affidarci a loro perché sono più avvicinabili e riconoscibili.

Passaparola positivo

Un Nano Influencer ha un rapporto personale e diretto con molti dei suoi follower. Significa che la loro promozione e il loro impegno può fungere da raccomandazione per il passaparola, per quel prodotto o brand. 

Il passaparola ha un grande peso nel dettare le decisioni di acquisto dei consumatori e può aiutare a guidare le conversioni per i marchi.

Nano Influencer

È più semplice lavorare con loro

In generale, i Nano Influencer sono più flessibili rispetto ai termini e alle condizioni dei brand con cui stanno collaborando. 

Le aziende avrebbero meno complicazioni a lavorare con loro rispetto a influencer di maggior successo. Inoltre, si avvicinano in modo proattivo ai marchi per ottenere accordi di sponsorizzazione.

Sono meno costosi e più motivati

Un Nano Influencer non è un influencer professionista, ma utilizza i social media come un lavoro secondario o un modo per mostrare a tutti la propria passione. 

Pertanto, sarà disposto a creare contenuti di marca in cambio di un prodotto o di una tariffa nominale. 

Come lavorare con i Nano Influencer

Ci sono tantissimi possibili Nano Influencer “nascosti” sui social media che non vedono l’ora di collaborare con il proprio brand preferito. 

Trovarli non sarà semplicissimo, ma hashtag specifici possono aiutare nella ricerca.

Un modo sicuro e professionale per trovare la persona che fa per la nostra azienda è quello rivolgersi ad agenzie d’influencer marketing.

TERRITORY Influence: il valore delle persone

TERRITORY Influence è un’agenzia d’influencer marketing a 360°. 

La sua mission è quella di (ri)mettere le persone al centro del marketing, offrendo collaborazioni rilevanti con brand-influencer, tra cui proprio i Nano Influencer. 

Una realtà che ha sempre creduto in queste figure, anche prima che si chiamassero così. 

A tal proposito ha realizzato un evento focalizzato proprio sull’argomento: #M2M – Marketers to Marketers, un nuovo formato di webinar di 30 minuti che si terrà il 9 novembre alle 17

Un appuntamento imperdibile creato per i marketer che vogliono scoprire l’influencer marketing o approfondirlo il più possibile. L’evento avrà come protagonisti i Nano Influencer della campagna di Haier.

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#M2M Marketers to Marketers: il programma

Durante il webinar verrà esaminata la campagna di successo di Care+Protect dell’azienda Haier, condotta con 750 Nano Influencer e 6 Macro Influencer. 

Alla diretta parteciperanno Eleonora Fiducia (TERRITORY Influence), Grazia Palmerini ed Emilia Calvello dell’azienda Haier e la micro influencer e food blogger Monica Pannacci @lericettedelcuore.

Gli argomenti su cui si svilupperà il dialogo sono:

  • consigli pratici per la gestione di una campagna con influencer; 
  • risultati concreti e benchmarks;
  • insights sulla scelta e partecipazione di Nano e Micro influencer.

I Nano Influencer fanno tendenza?

Ogni brand dovrebbe iniziare a considerare nella propria campagna marketing una collaborazione con i Nano Influencer. Non solo perché sarà una delle tendenze del prossimo anno, ma perché possono davvero mostrare sfaccettature diverse di un prodotto o servizio veicolate da un punto di vista del tutto nuovo e non mainstream. 

La maggior parte degli utenti di Instagram è fatta da Millennial e Gen Z: nativi digitali desensibilizzati ai contenuti promozionali sui social media. 

E i Nano Influencer possono essere gli interlocutori perfetti per conversare con questo pubblico.

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tiktok for business copertina

Dalla Generazione T agli insight degli utenti: tutti i dati di TikTok che devi assolutamente sapere

Sono molte le novità recenti per TikTok presentate durante il TikTok World e alcune, molto interessanti, riguardano proprio TikTok for Business, una piattaforma globale che ospita tutte le soluzioni di marketing attuali e future per i brand, pensate per offrire gli strumenti necessari a creare storytelling creativi, in grado di ingaggiare la community di TikTok con il proprio messaggio e “a fare un TikTok”.

Quando un brand arriva su TikTok, il suggerimento della piattaforma è sempre di pensare come esperti di marketing, ma agire come creator.

Il 61% degli utilizzatori afferma che su TikTok i video sono unici, più che su qualsiasi altra piattaforma, e 7 su 10 aggiungono che su TikTok gli annunci sono divertenti.

LEGGI ANCHE: Selezionare il giusto creator per la tua campagna: uno strumento concreto

L’incontro con TikTok for Business

Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a una colazione con  TikTok for Business, un’occasione per fare il punto con Adriano Accardo, Managing Director, Global Business Solutions, Southern Europe e il suo team ed esplorare le opportunità di crescita per i brand su TikTok e le ultime novita’ dalla piattaforma.

TikTok for business - evento

Oggi siamo qui per raccontare un anno di storia per TikTok for Business” ci ha detto Adriano, “è stato un anno fantastico e abbiamo visto un’evoluzione profonda di quelli che sono i nostri contenuti e la nostra community. Parliamo sempre di più di Generazione T, composta da diverse generazioni, millennial, baby boomer, ma con un’attitudine unica“.

Una parte importante per la crescita ha riguardato anche la sicurezza, con le nuove community guidelines e gli strumenti creati per gli utenti.

Tutti i settori merceologici sono oggi sempre più presenti in piattaforma, fashion, luxury, food, retail, tech. Continuiamo ad aiutarli per raggiungere risultati non solo di brand awareness ma sempre di più di performance“, continua Accardo, “abbiamo creato un team qualificato con esperienza nei diversi settori e puntiamo a essere riconosciuti come un’azienda italiana nel mercato italiano e aggiungere valore all’ecosistema economia“.

La Generazione T si preoccupa e condivide. Da nipoti adolescenti a nonni più anziani, la Generazione T non lascia indietro nessuno. Anche se fuori dalla piattaforma uscire con parenti più anziani da adolescente potrebbe essere considerato imbarazzante o strano, su TikTok diventa un momento di orgoglio e legame.

TikTok for Business: la community ama l’intrattenimento e l’autenticità

Durante l’evento, è stata presentata anche una nuova ricerca sull’autenticità della community TikTok. Perché autenticità, creatività e allegria sono così importanti per i brand su TikTok?

Condotta in collaborazione con l’agenzia di cultural strategy Flamingo Group, l’indagine dimostra che l’intrattenimento è al centro dell’esperienza su TikTok e che il suo effetto si riflette sulla percezione del brand da parte degli utenti e sul tipo di inserzioni che ottengono i migliori risultati. 

evento tiktok for business

Secondo la ricerca, circa la metà (48%) degli utenti ritiene che TikTok sia allegro, rispetto al 30% di altre piattaforme, mentre il 41% ritiene che ispiri felicità, contro il 30% di altri social. Un’allegria contagiosa, con un impatto reale sugli altri utenti: il 78%, infatti, dichiara di provare sentimenti più positivi dopo aver guardato dei contenuti su TikTok.

E non c’è dubbio che TikTok sia in sintonia con molteplici pubblici.

Oltre un miliardo di persone in tutto il mondo entrano ogni mese nell’app per ridere, divertirsi, imparare, o scoprire qualcosa di nuovo. L’intrattenimento, dunque, è il fattore chiave su TikTok: un’altra ricerca, questa volta di Walnut Unlimited, rivela che il 75% degli utenti entra su TikTok principalmente per questa ragione.

Quando i sentimenti sono positivi, l’approccio all’advertising è migliore

E quando provano sentimenti positivi grazie all’intrattenimento, le persone vedono in modo diverso anche i brand. L’indagine ha riscontrato che il 56% degli utenti migliora la percezione di un brand dopo averne visto un contenuto su TikTok, rispetto al 52% di altre piattaforme.

Questo significa che le marche possono trarre vantaggio anche dal semplice fatto di essere presenti nell’app. In breve, su TikTok le inserzioni sono più performanti.

La ricerca EU CPG MMx di TikTok e Nielsen indica che nella pubblicità a pagamento TikTok presenta un ritorno del 30% superiore alla media del canale digitale.

La ricerca ha anche rilevato che gli utenti associano la pubblicità su TikTok a maggiore autenticità, divertimento, creatività, ispirazione e coinvolgimento rispetto ad altri canali.

Gli spot che possiedono queste caratteristiche possono quindi ottenere un elevato engagement su TikTok. E lo dimostra il fatto che alcune delle inserzioni di maggiore successo sulla piattaforma puntano proprio sull’allegria e l’autenticità.

Il coinvolgimento dei creator

tiktok for business khabane lame

Il coinvolgimento dei creator nelle campagne marketing è fondamentale per veicolare correttamente i messaggi e attivare le community di riferimento. Il TikTok Creator Marketplace offre a brand, agenzie e professionisti del marketing la possibilità di incontrare e mettersi in contatto con i creator più adatti di TikTok per la loro campagna attraverso uno studio approfondito dei dati e un percorso semplice per entrare in collaborazione con loro.

Come iscrivere i Bitcoin nel bilancio della tua impresa senza correre rischi

Sedicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata sono i Bitcoin con focus sul settore impresa: ne abbiamo discusso con Gianluca Massini Rosati, founder di Soluzione Tasse, imprenditore con oltre 20 aziende in 5 continenti, autore di bestseller e Business Angel specializzato in tasse e fisco, fonda nel 2018 Xriba, una delle 4 startup più finanziate del 2018.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Tassazione e contabilità dei bitcoin nell’impresa: min 02,10
  • Come trattare gli asset in bitcoin all’interno dell’azienda: min 07,50
  • Dichiarazione dei redditi: come trattare i bitcoin: min 26,40

Fusione tra Splio e D-AIM per introdurre i marketer nell’era dell’Individuation marketing

Le due società di software Splio e D-AIM hanno appena annunciato la loro fusione, decidendo di unire il loro know-how, competenze e risorse per avviare un cambiamento significativo verso il customer marketing del domani. Mireille Messine viene nominata CEO della nuova società e Stéphane Amarsy assume la presidenza del Consiglio di Amministrazione, con l’ambizione comune di moltiplicare il fatturato per sette entro il 2025 grazie a un marketing creatore di valore, rispettoso e responsabile. 

L’Individuation marketing è il mantra del gruppo appena creatosi, un modo per poter finalmente  raggiungere ogni cliente individualmente, con la comunicazione più rilevante per ognuno, selezionata tra  un’infinità di possibilità grazie all’intelligenza artificiale. La visione comune sulla crescente importanza  dell’intelligenza artificiale e dei dati, come elemento essenziale del marketing, ha infatti portato i due CEO a  diventare una cosa sola fondendo le due società.

Individuation marketing

Da questa fusione nasce una nuova piattaforma SaaS che copre l’intera catena del valore del marketing relazionale: dalla strutturazione dei dati all’attivazione marketing, alla maggiore conoscenza del cliente e, naturalmente, al motore dell’Individuation marketing potenziati dall’intelligenza artificiale. 

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Stéphane Amarsy ha realizzato un’importante evoluzione strategica negli ultimi tre anni per trasformare la sua  azienda, ribattezzata D-AIM nel 2020, in una società di software pioniera dell’Individuation marketing. Questa piattaforma, che consente di sfruttare i dati tramite l’AI, realizza le decisioni di marketing più pertinenti per ogni cliente. L’intelligenza artificiale è diventata essenziale per affrontare ciascuno cliente in modo singolare. 

Al di là della condivisione di valori comuni, la fusione con Splio consente di aumentare significativamente le  possibilità operative per i nostri clienti. Un programma di fidelizzazione e di engagement differenziato permette di considerare l’unicità di ogni cliente per instaurare una relazione olistica con quest’ultimo. L’Individuation marketing è una proposta di valore unica che si arricchisce notevolmente con Splio!

Stéphane Amarsy, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Splio + D-AIM. 

Mireille Messine ha avuto significative esperienze prima di prendere la guida di questa nuova società che  svelerà il suo nome nelle prossime settimane. Dai suoi anni come direttore marketing clienti presso Sephora, Printemps o Go Sport, per citarne solo alcuni, ha mantenuto il desiderio di sfruttare al massimo la conoscenza  del cliente per personalizzare al meglio la relazione e raggiungere i suoi obiettivi.  

Afferma Mireille Messine, CEO di Splio + D-AIM:

Il customer marketing ha raggiunto la saturazione, i marchi stanno investendo sempre di più per un ROI  inferiore ogni anno. Dobbiamo tornare alle origini, i marketer devono concentrarsi sul cliente e sul loro core  business, e lasciare che l’AI si occupi dei compiti ripetitivi e colga le opportunità. Il mio ruolo oggi è di garantire che tutti i marketer, senza Data Scientist a disposizione, abbiano accesso alla data intelligence e di rendere l’Individuation marketing una leva di crescita per tutti i marchi. 

Questa piattaforma restituirà ai team di marketing il loro ruolo centrale, ovvero il branding e la creazione di contenuti ad alto valore aggiunto per i loro clienti, mentre l’intelligenza artificiale si concentrerà  sull’automazione delle attività che le risorse umane non possono più gestire quando vogliono rivolgersi a  centinaia di migliaia o addirittura milioni di consumatori in modo individuale.

ai intelligenza artificiale

L’implementazione di progetti di Individuation marketing su larga scala trasformerà i dipartimenti di marketing, spesso visti come centri di  costo, in vere fonti di ricavo. 

I fondi di investimento, che hanno già finanziato in passato entrambe le società, hanno ribadito il loro  impegno e la loro fiducia partecipando a questa raccolta fondi di 10 milioni di euro per il gruppo appena creatosi. Ring Capital, Sofiouest, Alliance Entreprendre, Omnes Capital e Swen Capital hanno sostenuto questa  nuova raccolta fondi che avrà i principali obiettivi di rinforzare i team tecnici, il R&D, il Sales & Marketing e  quindi di accelerare la conquista di nuovi mercati internazionali. 

Commenta Marie-Capucine  Lemétais, partner di Ring: 

La fusione tra D-AIM e Splio è in linea con la nostra strategia di investimento: favorire il build-up e posizionare  le nostre partecipazioni come consolidatori del mercato, permettendo a Splio di aggiungere solide competenze  di dati e AI e aprire nuovi verticali. Questa fusione è ancora più significativa per Ring Capital in quanto le due  società condividono la stessa vision e gli stessi impegni sulle questioni di impatto.

Patrice Hutin, Deputy Ceo di Sofiouest aggiunge:

Con questa operazione, D-Aim e Splio si rafforzano reciprocamente nella catena del valore dell’Individuation marketing. È molto emozionante partecipare alla creazione di questa nuova società europea guidata da due leader eccezionali ed estremamente complementari. Ci aspetta una bellissima avventura!

Meta nuovo nome di Facebook

Facebook ha deciso il suo nuovo nome: si chiamerà Meta

Facebook ha annunciato di aver cambiato il suo nome in Meta, come parte di una transizione strategica per enfatizzare lo sviluppo del suo mondo virtuale mentre il principale business della compagnia, quello del social network, è in crisi.

Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha fatto l’annuncio durante Connect, l’evento annuale dell’azienda sull’hardware in cui solitamente si presentano e si discutono  prodotti come i dispositivi video Portal e il visore Oculus.

Il rebranding, legato esplicitamente al mondo virtuale e hardware noto come il “metaverso”, fa parte di un ampio sforzo per spostare l’attenzione dalle rivelazioni che stanno trapelando grazie a talpe interne all’azienda. Il social network Facebook, infatti, non cambierà il suo nome.

META mark zuckerberg facebook

D’ora in poi, saremo prima di tutto il metaverso e non solo Facebook“, ha dichiarato Zuckerberg nel suo keynote. “Facebook è uno dei prodotti più usati al mondo. Ma sempre di più, non comprende tutto ciò che facciamo. In questo momento, il nostro marchio è così strettamente legato a un prodotto che non può rappresentare tutto ciò che facciamo“.

Che vuol dire Meta, il nuovo nome di Facebook

Il termine, che deriva dalla fantascienza ma è diventato popolare tra alcuni venture capitalist della Silicon Valley, si riferisce a servizi tecnologici dentro a mondi virtuali interconnessi.

Facebook ha iniziato la sua avventura come un social network in un dormitorio del college 17 anni fa, ma è diventato un conglomerato che comprende Instagram, WhatsApp e Messenger. L’enorme successo e la grande popolarità della piattaforma, insieme alle vicende recenti legate alle fughe di notizie, hanno spinto diversi esponenti nel settore tecnologico, così come tanti dipendenti, a supporre che l’azienda fosse da tempo in attesa dell’occasione giusta per cambiare nome.

Facebook non è la prima azienda della Silicon Valley a puntare su questa mossa. Google, infatti aveva cambiato il nome della sua società madre in Alphabet nel 2015, nel tentativo di unificare un colosso aziendale che comprendeva non solo la ricerca e la pubblicità, ma anche auto senza conducente e molte altre divisioni.

Così come Snapchat, che ha cambiato il suo nome in Snap Inc. nel tentativo di “ribattezzarsi” come una nuova società.

copertina resilienza digitale

Trasformazione Digitale: perché dobbiamo Reskillare 1 miliardo di persone

Trasformazione digitale è il nuovo mantra. DAD, smart working, app di delivery, formazione online, cinema in streaming: la nostra vita, durante i lockdown, è stata riflessa in uno schermo.

Chi non era attrezzato è stato tagliato fuori dalla vita di comunità e, in molti casi, ha dovuto interrompere il proprio lavoro, con danni incalcolabili. 

Durante la pandemia si è parlato di una digitalizzazione 25 volte più veloce rispetto ai ritmi precedenti. Tra aprile e maggio 2020 la crescita degli eCommerce è stata in 8 settimane maggiore di quella avvenuta nei 10 anni precedenti.

Con la pandemia si è toccato il massimo livello di disoccupazione (7,2%) e l’80% dei lavoratori oggi affrontano insicurezze sul proprio posto di lavoro (licenziamenti, taglio delle ore, cassa integrazione). Il livello di rischio sul lavoro è inversamente proporzionale al livello di studio e di competenze avanzate in settori ad alta tecnologia.

Insomma, più si resta indietro con le digital skill, più si rischia di non essere più “necessari” al mercato del lavoro. 

Chi rischia di più sono i lavoratori con minore livello di istruzione e per questo la pandemia rischia di aumentare le disuguaglianze già esistenti. Maggiore sicurezza la hanno i lavoratori che non sono direttamente in contatto con altre persone o che non garantiscono servizi essenziali. 

Chi ha ruoli e competenze che permettono di lavorare da remoto è avvantaggiato, dal momento che le competenze digitali avanzate sono quelle oggi scarse e sempre più ricercate. È per questo che l’accelerata che abbiamo avuto si dovrebbe trasformare in una velocità ad andatura costante. 

1 miliardo di persone devono essere Reskillate entro il 2030

7 aziende su 10 dichiarano di avere difficoltà nell’assumere talenti che abbiano sviluppato adeguate competenze digitali. Ma quali sono? 

Quando parliamo di competenze digitali avanzate ci riferiamo alle capacità tecniche che permettono oggi ad una azienda di essere presente sui mercati attraverso strumenti e piattaforme digitali. 

Come la capacità di lavorare e collaborare da remoto, l’utilizzo di eCommerce, marketplace e piattaforme di delivery. E ancora, l’indicizzazione sui motori di ricerca, il social advertising, gli strumenti di marketing automation e di analisi dei dati, la capacità di strutturare esperienze di consumo su piattaforme digitali basate sull’usabilità ma anche sul rispetto della privacy e della sicurezza.

Servono insomma una marea di esperti di privacy e diritto online, di web analytics, di segmentazione dei pubblici, media strategist, esperti di paid media, di creazione di contenuti, di ottimizzazione delle conversioni, progettisti di user interface, designer di user experience, analisti di dati e professionisti delle tecnologie applicate al marketing.

Inoltre, nel breve e nel medio termine nuove tecnologie ancora modificheranno gli scenari e aumenteranno la domanda di ancora nuove competenze: pensiamo al web 3.0 abilitato dalla blockchain, al metaverso, alla realtà virtuale, aumentata o alla mixed reality.

Nuovi mondi e mercati digitali del valore stimato di 84 miliardi entro il 2025 che necessiteranno di nuovi architetti, designer, rappresentanti, venditori, commercianti, animatori, programmatori, esperti di marketing, ecc..

I vantaggi della maturità digitale per le imprese

metaverso il nuovo sviluppo di internet

Da una ricerca del Boston Consulting Group commissionata da Google, risulta che le aziende più mature dal punto di vista digitale ottengono mediamente un aumento di revenue del 18% e riducono del 29% i costi aziendali, con un crescita delle proprie quote di mercato doppia rispetto alle aziende simili ma meno digitalizzate.

La buona notizia è anche che la Transizione Digitale è al centro delle politiche di rilancio del Governo italiano.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha l’ambizione di rendere il Paese innovativo e digitalizzato, fornendogli gli strumenti per affrontare le debolezze strutturali dell’economia, riparare i danni della crisi pandemica e raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale. 

La prima delle 6 Missioni del Piano è proprio la Transizione Digitale, da realizzare attraverso l’innovazione del sistema produttivo e consistenti investimenti in due settori chiave: turismo e cultura. Lo stanziamento previsto per questa missione è di 40,29 miliardi di euro (il 21,04% del totale del budget), distribuiti in 51 misure.

Tra gli investimenti chiave, spicca la Digitalizzazione delle Imprese, anche attraverso interventi di formazione alle competenze digitali

Cosa fare per evitare che il cambiamento si fermi?

Ora che abbiamo capito che bisogna necessariamente formare le persone con competenze digitali avanzate e che si stanno facendo importanti investimenti in questa direzione rischiamo però di vedere fermarsi uno slancio che sembrava inevitabile. 

La consapevolezza c’è, la ripresa è davanti a noi, ma dobbiamo fare di più. Ed è per questo che Ninja ha deciso di mettere a disposizione le proprie risorse per contribuire a questo slancio con il progetto “Resilienza Digitale”. 

logo resilienza digitale ninjamarketing

Le competenze digitali avanzate, come quelle nel marketing digitale, sono da sempre il nostro focus e oggi abbiamo l’occasione di contribuire a diffonderle a macchia d’olio e di realizzare la nostra missione di rendere l’Alta Formazione finalmente democratica

Resilienza Digitale – Piano Ninja di Ripresa e Resilienza si ispira proprio al PNRR e si rivolge a studenti, neolaureati ma anche a professionisti di altri ambiti che vogliono reinventarsi e cogliere l’opportunità di costruirsi un futuro nel digitale.

Il progetto si rivolge anche alle piccole e medie imprese che la pandemia ha messo in seria difficoltà per dar loro un’occasione di rilancio attraverso il Digital

Il nostro Piano consiste nell’offrire, esclusivamente nel periodo dal 25 ottobre al 3 dicembre 2021, un pacchetto di risorse gratuite che abbracciano 3 livelli:

FORMAZIONE

  • Un Corso su come dar vita a un Progetto di Business Digitale
  • Il Corso Speciale “I fondamentali del Digital Marketing” composto da 7 lezioni gratuite su Digital e Social Strategy, Digital e Social Media Advertising, Content Marketing, SEO e eCommerce Management

INFORMAZIONE 

  • La Daily Newsletter Ninja “Morning News” per essere sempre aggiornati sulle principali News in ambito Digital, Social e Tech e i Marketing Insights, selezionati dalle più autorevoli fonti internazionali di settore
  • Il nuovo Canale Telegram “Ninja Marketing” per seguire ogni giorno il commento della Redazione alle principali notizie della “digital economy” 

NETWORKING 

  • La community Facebook “Ninja Marketing Dojo” per connettersi con le esperienze dei professionisti del Digital e condividere consigli, aggiornamenti, ispirazioni con la Ninja Tribe

>> Vuoi compiere il primo passo nel Digital? Ottieni subito il pacchetto di Risorse Gratuite “Resilienza Digitale” <<

Anche tu puoi diventare Ambasciatore della Resilienza Digitale

Fai già parte della Ninja Tribe, condividi il nostro sogno e vorresti esserne parte attiva, aiutandoci a spargere la voce come Ambasciatore nei tuoi territori?

Segui la pagina ufficiale Instagram @ninjacademy per essere aggiornato su tutte le iniziative che accompagneranno l’operazione Resilienza Digitale. Condividile sui tuoi social e scrivici in direct message se vuoi diventare parte attiva del progetto o di altre iniziative di Ninja. 

Pitch Blitz: Isobar Italia fa il suo ingresso nell’universo Roblox

Isobar Italia fa il suo ingresso con Pitch Blitz nell’universo Roblox, ed è la prima agenzia pubblicitaria a farlo, la piattaforma in cui si possono creare i propri mondi virtuali e socializzare con altri utenti. 

Quando i giocatori entrano nel mondo Isobar, da smartphone o computer, hanno dieci minuti per portare a termine un pitch, raccogliendo gemme speciali disseminate in quattro aree e altrettanti mondi segreti.  

Gaming: Isobar entra in Roblox

Dall’ideazione alla realizzazione, dai project manager agli art director, ogni sfaccettatura di Isobar viene trasmessa nella sua forma più immaginifica e sorprendente. La fase di brainstorming è rappresentata come un labirinto, Inspologic Dimension, in cui si rischia di perdersi tra le idee o scoprire il Brilliant Glowb, mentre il talento può volare libero alla ricerca (non semplicissima) del Big Idea Balcony situato tra le OMGenious Clouds.

L’ADgenda Fortress protegge il BUDG€T DUNG€ON da possibili nemici, mentre a Patienceville si attendono i feedback.  

Allo scadere del tempo, il numero di gemme raccolte determinerà il livello raggiunto dall’utente: da Creative Master a Creative To be.  

Per giocare a Pitch Blitz:

  1. Scarica l’App Roblox da Apple App Store, Google Play, Amazon Appstore, Xbox One o Microsoft
  2. Registrati, crea il tuo username e — facoltativo, ma divertente — personalizza il tuo avatar
  3. Cerca “Pitch Blitz” nella sezione “Discover”
  4. Leggi la descrizione 
  5. Premi Play 
  6. Inizia l’avventura!

Commenta Massimiliano Chiesa, CEO di Isobar Italia:

Il metaverso è la parola che sarà sulla bocca di tutti, un fenomeno che è letteralmente esploso, e che è qui per restare. Citando la CX Survey 2021 di Isobar Global, oggi gli eventi virtuali superano gli eventi reali in termini di numeri, rilevanza e capacità di creare qualcosa che prima non esisteva. E, se nel mondo che la pandemia ci sta lasciando in eredità, l’86% dei CMO concorda sul fatto che la maggior parte delle interazioni dei consumatori con i brand avviene online, sbarcando su Roblox abbiamo voluto offrire un esempio concreto di come sia possibile entrare in territori non ancora esplorati, rompere gli schemi, sfidare i preconcetti. Tra chi fa engagement per assecondare i gusti emergenti dei clienti e chi fa advertising per intercettare gusti già sedimentati, in Isobar vogliamo anticiparli creando nuove esperienze per le persone sulle piattaforme che frequentano e, soprattutto, su quelle che frequenteranno.

Massimiliano Chiesa

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Aggiunge Benedetta Manuka, Creative Director di Isobar Italia:

Potrebbe sembrare tutto virtuale, ma questa è Isobar: un’agenzia experience-first che ogni giorno accompagna i brand alla scoperta di orizzonti digitali inesplorati. Creare una versione gaming di sé stessa, su una piattaforma con più di 40 milioni di utenti attivi in tutto il mondo, non è solo un modo originale per farsi conoscere, ma una vera e propria sfida lanciata a clienti e talenti emergenti: è ora di portare lo storytelling in una nuova dimensione. 

Conclude Diego Vurro, Chief Experience Officer di Isobar Italia:

La capacità di essere un’agenzia sistematicamente innovativa è un percorso e una sfida che contraddistingue da sempre il team di Isobar a livello globale. L’attenzione per questi mondi è fortissima nel nostro gruppo, come dimostra il lancio recente di dentsu gaming. Progetti di questo tipo possono diventare per i barnd la porta d’accesso al metaverso e uno strumento per comprendere come, per certi target, queste esperienze siano percepite al pari di quelle reali.