Sotto tag HR di Personas

Come le neuroscienze possono far aumentare le vendite della tua azienda

Tredicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è la Neuroscienza: ne abbiamo discusso con Lorenzo Dornetti, CEO e Founder di Neurovendita. Un know how esclusivo, innovativo e brevettato, che traduce le più recenti scoperte sul funzionamento cerebrale in servizi per accelerare le vendite. La psicologia abbraccia statistica e biologia, evolvendosi nelle neuroscienze cognitive.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Neurovendita, cos’è: min 01,50
  • Come le emozioni e il funzionamento del nostro cervello influenzano gli acquisti: min 06,40
  • L’evoluzione del marketing e delle vendite: min 08,45
  • Smartworking e rientro in ufficio: il punto di vista delle Neuroscienze: min 16,15
  • I comportamenti del reparto sales di un’azienda: min 22,50

#Venezia78: il bilancio della #BiennaleCinema2021 su Twitter

Si è appena conclusa la 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e l’evento si è rivelato ancora una volta uno degli  appuntamenti di cultura e spettacolo più attesi e chiacchierati dagli italiani su Twitter.  

A manifestazione conclusa, Twitter ripercorre gli eventi più commentati del Festival, che ha  radunato sulla piattaforma gli appassionati per commentare i film, condividere apprezzamenti e non sugli attori e sulle attrici che hanno sfilato sul red carpet e, soprattutto, per interagire in diretta con quanto accaduto al Lido di Venezia.  

La competizione si è chiusa con il Leone d’oro per il miglior film assegnato a Audrey Diwan, vincitrice con “L’Événement”.  

Tuttavia, a trionfare nelle conversazioni su Twitter è stato Paolo Sorrentino, vincitore del Gran premio della giuria per il film È stata la mano Dio”.  

LEGGI ANCHE: Il Welfare aziendale genera impatto sociale: l’impresa al centro della comunità

Al secondo posto la regista Jane Campion, vincitrice del Leone d’argento per la miglior regia per il film “Il potere del cane”. Terza piazza per Gabriele Mainetti, che ha presentato  in concorso il film “Freaks Out”. Ai piedi del podio, Pedro Almodóvar, il cui “Madres  Paralelas” annovera tra gli interpreti Penélope Cruz che ha vinto la Coppa Volpi per la  migliore interpretazione femminile

La top-20 degli hashtag più utilizzati su Twitter

Nel periodo tra il 31 agosto e l’11 settembre – giornata conclusiva del Festival – l’hashtag più  utilizzato in assoluto è stato #venezia78. Seguono nella top-3 #canyaman ##canyamanbestmovieaward.  

Di seguito, la top-20 completa, basata su dati interni Twitter:  

  1. #venezia78 
  2. #canyaman 
  3. #canyamanbestmovieaward 
  4. #biennalecinema2021 
  5. #bestmovieaward2021 
  6. #venicefilmfestival 
  7. #dune 
  8. #filmingitalybestmovieaward 
  9. #canyamanvenezia78 
  10. #dakotajohnson 
  11. #zendaya 
  12. #timotheechalamet 
  13. #spencer 
  14. #kristenstewart 
  15. #robertobenigni 
  16. #dunemovie 
  17. #venezia 
  18. #thelostdaughter 
  19. #horrorvenezia 
  20. #thelastduel

Di seguito, alcuni tra i Tweet che hanno riscosso maggior successo, serata per serata:  

Martedì 31 agosto

Mercoledì 1 settembre

Giovedì 2 settembre

Venerdì 3 settembre

Sabato 4 settembre

Il Welfare aziendale genera impatto sociale: l’impresa al centro della comunità

Più di 6000 imprese di tutti i settori produttivi per la sesta edizione di Welfare Index PMI: per la prima volta misura l’impatto sociale del welfare aziendale su tutti gli stakeholder: lavoratori, famiglie, comunità, fornitori, consumatori. Welfare Index PMI promuove le PMI italiane in Europa con SME EnterPRIZE, la nuova iniziativa di Generali per premiare i modelli di business sostenibili delle imprese europee

Il welfare aziendale genera impatto sociale: le piccole e medie imprese italiane hanno avuto un ruolo centrale nell’affrontare l’emergenza Covid-19 ed è aumentata la consapevolezza del loro impatto sociale attraverso iniziative di welfare aziendale. Oggi le PMI sono fondamentali per la ripresa e rinascita del Paese e le loro strategie di welfare aziendale sostengono le priorità del PNRR: Salute, Donne, Giovani, Famiglie e Comunità

È quanto emerge dal Rapporto Welfare Index PMI 2021 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, giunto alla sesta edizione, che ha coinvolto più di 6000 imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni, ed è stato illustrato oggi a Roma alla presenza di: On. Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Anna Ascani, Sottosegretaria di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico; Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura; Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni; Dario Bruni, Delegato del Presidente Confartigianato al Lavoro e Bilateralità; Maurizio Grifoni, Presidente Fondo FON.TE Confcommercio; Maurizio Stirpe, Vice Presidente Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali; Lucia Sciacca, Direttore Comunicazione e Sostenibilità di Generali Italia e Membro del Comitato Welfare Index PMI; Enea Dallaglio, Partner Innovation Team – Gruppo Cerved.

LEGGI ANCHE: Cookieless: sfide e opportunità raccontate dai protagonisti di ADworld Experience 2021

Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines:

In questo nuovo contesto ancora caratterizzato dal Covid-19, attraverso Welfare Index PMI abbiamo osservato come le imprese abbiano agito come soggetto sociale, oltre che economico e di mercato, per la loro diffusione nel territorio e per la vicinanza ai lavoratori e alle famiglie, dando vita a un nuovo welfare di comunità. Le imprese hanno dimostrato che il welfare aziendale oggi può e deve uscire dall’azienda. Guardare non solo ai dipendenti e famiglie, ma includere e creare valore per fornitori, territorio e comunità. Questo oggi ci conferma che il welfare, oltre ad essere strategico per la crescita delle imprese, sarà leva per la ripresa sostenibile del Paese.

Nell’occasione, è stato assegnato a 105 imprese Welfare Champion il rating 5W (erano 22 nel 2017). L’iniziativa è promossa da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio

Secondo il Rapporto 2021, il welfare continua a crescere nelle PMI: oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello iniziale. In 6 anni le imprese con un livello di welfare elevato sono più che raddoppiate, passando dal 9,7% del 2016 all’attuale 21%. 

Il Rapporto ha messo in evidenza che per affrontare la pandemia le imprese hanno attuato numerose iniziative di welfare aziendale: in ambito sanitario, dai servizi diagnostici per il Covid-19 (43,8%) ai servizi medici di consulto anche a distanza (21,3%) a nuove assicurazioni sanitarie (25,7%); nella conciliazione vita-lavoro, con maggiore flessibilità oraria (35,8%) e nuove attività di formazione a distanza (39%) e aiuti per la gestione dei figli e degli anziani (7,2%); a sostegno dei lavoratori e delle famiglie, con aumenti temporanei di retribuzione e bonus (38,2%) e sostengo nell’educazione scolastica dei figli (4,8%); ma anche offrendo contributi alla comunità esterna, come donazioni (16,4%) e sostegni al Sistema Sanitario e alla ricerca (9,2%).

La gran parte di queste iniziative sono tuttora in corso e per il 42,7% delle imprese sono strutturali e permanenti. Inoltre, emerge che il 54,8% delle imprese che hanno inserito il welfare nella strategia aziendale ha registrato ritorni positivi sulla produttività. Guardando al futuro 2 imprese su 3 intendono rafforzare l’impegno sociale verso i lavoratori (67,5%) e verso gli stakeholder esterni: la comunità locale e la filiera produttiva (63,1%). 

Oggi le PMI sostengono le priorità del PNRR con un impatto su: Salute, Donne, Giovani, Famiglie e Comunità

LEGGI ANCHE: Twitter lancia Communities, la nuova funzione per parlare tra utenti con gli stessi interessi

Salute: cresce al 92,2% il numero di imprese che mette salute e sicurezza dei lavoratori come valori centrali nella gestione dell’azienda; il 22% hanno già attivato numerose iniziative di salute e assistenza per i lavoratori e i familiari.  

Giovani – occupazione: oltre la metà delle PMI più attive nel welfare ha assunto nuovi lavoratori (51,2% vs media del 39,8%) contribuendo alla mobilità sociale di donne e giovani

Donne – opportunità di lavoro e di carriera: la presenza femminile sale al 42% nelle imprese più attive nel welfare vs media 32,5%; salgono al 45,5% le donne in posti di responsabilità vs media 36,2%

Comunità: il 56% delle imprese hanno attivato numerose iniziative a sostegno della propria comunità

L’indagine misura l’impatto sociale delle iniziative di welfare aziendale su tutti gli stakeholder

Si rafforza lo strumento di analisi di Welfare Index PMI, che valuta 127 variabili per indagare le misure delle iniziative, della capacità gestionale e di performance. 

Il nuovo modello di analisi sviluppato con Cerved Rating Agency. Oltre alle iniziative di welfare per i lavoratori e le loro famiglie, ha monitorato l’impegno delle imprese nella tutela dei diritti e delle diversità, la responsabilità verso consumatori e fornitori, e sono state rafforzate le aree dello sviluppo del capitale umano, della tutela delle condizioni di lavoro, del welfare di comunità.

Il nuovo modello è organizzato in dieci aree: 1) Previdenza e protezione, 2) Salute e assistenza, 3) Conciliazione vita-lavoro, 4) Sostegno economico ai lavoratori, 5) Sviluppo del capitale umano, 6) Sostegno per educazione e cultura, 7) Diritti, diversità, inclusione, 8) Condizioni lavorative e sicurezza, 9) Responsabilità sociale verso consumatori e fornitori; 10) Welfare di comunità.

105 le imprese Welfare Champion che quest’anno hanno ricevuto il rating 5W (erano 22 nel 2017)

Sono 105 le imprese Welfare Champion 2021 che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index PMI. Storie straordinarie di imprese che si sono impegnate su temi rilevanti per il Paese. Si tratta delle realtà caratterizzate da numerose iniziative in diversi ambiti del welfare aziendale, capacità gestionali e impegno economico-organizzativo elevati e impatti sociali significativi sulle comunità interne ed esterne all’impresa.

Welfare Index PMI promuove le PMI italiane in Europa con SME EnterPRIZE

Quest’anno Welfare Index PMI promuove il valore del welfare aziendale in Europa con la partecipazione alla prima edizione di SME EnterPRIZE, l’iniziativa di Generali che premia e valorizza i migliori esempi di business sostenibile sviluppati dalle piccole e medie imprese europee. Durante l’evento internazionale, che si terrà a Bruxelles il 28 settembre alla presenza di rappresentanti delle istituzioni europee e dei media, sarà inoltre presentato il White Paper sull’integrazione dei principi di sostenibilità nelle PMI europee, sviluppato da Generali in collaborazione con SDA Bocconi. Maggiori informazioni sono disponibili qui.

Twitter lancia Communities, la nuova funzione per parlare tra utenti con gli stessi interessi

Su Twitter c’è sempre stata una vasta e disparata gamma di conversazioni, ma non esisteva ancora una funzione che potesse aiutare le persone sulla piattaforma a connettersi con altri utenti che condividono gli stessi interessi o le stesse idee. Per questo motivo, a partire da oggi Twitter comincerà a testare Communities, una nuova funzione per trovare e connettersi in modo più semplice con utenti che vogliano parlare degli stessi argomenti.

Twitta alla tua Community

Alcune conversazioni non sono destinate a tutti, ma solo a persone che vogliono confrontarsi su un determinato tema. Grazie alla funzione Communities, un utente membro può pubblicare un Tweet direttamente nel gruppo invece che rivolgersi a tutta la platea costituita dai suoi follower. Allo stesso tempo, solo i partecipanti alla stessa Community potranno rispondere e unirsi alla conversazione, mantenendola intima e pertinente.

LEGGI ANCHE: Lancio globale di $inter: presto il takeover di San Siro da parte dei possessori dei fan token

Le pagine e le timeline delle Community resteranno però pubbliche e consultabili da chiunque su Twitter voglia leggere, citare e segnalare i Tweet della Community. Questo perchè Twitter vuole continuare a supportare la qualità della conversazione pubblica sulla piattaforma e, contemporaneamente, aiutare le persone a trovare un gruppo di utenti con gli stessi interessi, fornendo loro uno spazio più ristretto per il confronto e le conversazioni su temi specifici. 

Creare, moderare e trovare la funzione Community

I moderatori avranno un ruolo centrale nelle Twitter Communities: possono deciderne le regole, invitare persone che con il loro contributo possano dare un valore aggiunto alle conversazioni e individuare altri moderatori per mantenere lo spazio ordinato e coerente. Le Community diventano così dei luoghi in cui l’atmosfera e il tono della conversazione è deciso da persone che condividono gli stessi interessi e sempre in cerca di un confronto stimolante.

Al momento, la creazione di Community è circoscritta ai temi più popolari come cani, meteo, sneaker, cura della pelle e astrologia, ma nei prossimi mesi Twitter darà la possibilità a sempre a più persone di sfruttare la funzione Communities, creando gruppi in cui conversare di qualsiasi argomento. Allo stato attuale, per entrare a far parte di una Community è necessario essere invitati ma verranno presto aggiunti altri modi per unirsi in questi nuovi spazi. Per chi volesse segnalare la sua intenzione di creare una Community, può segnalarlo a Twitter segnalandolo a questo link.

Sostenere la qualità delle conversazioni nelle Communities

LEGGI ANCHE: Ray-Ban e Facebook lanciano gli smart glasses “Ray-Ban Stories

Ecco alcune delle linee guida che Twitter sta seguendo per mantenere le conversazioni sicure e favorire la loro qualità: 

  • Le Community sono visibili pubblicamente, quindi tutti possono leggere, segnalare e citare i Tweet pubblicati all’interno della pagina;
  • Tutti i gruppi e i suoi membri devono seguire le Regole di Twitter, e chiunque – sia membri che utenti esterni alla Community – può segnalare alla piattaforma violazioni di questi criteri;
  • I moderatori, oltre a rispettare le regole della piattaforma, devono soddisfare alcuni requisiti di idoneità e, in questa fase sperimentale, essere approvati da Twitter. I requisiti di ammissione saranno perfezionati man mano che la creazione e la moderazione della funzione Communities verranno estese a più utenti;
  • Le regole di Twitter e i provvedimenti in caso di violazione saranno adattati affinché le persone siano al sicuro nelle Community. Questo include lo sviluppo di sistemi per identificare gli spazi potenzialmente problematici, nuovi flussi di segnalazione e azioni su misura. 

Per il costante mantenimento della sicurezza nelle Community, Twitter continuerà a fare ricerche, pianificare scenari e lavorare con esperti esterni, tra cui il Trust and Safety Council. 

I membri selezionati da Twitter possono accedere alle Community attraverso una tab dedicata che si trova in fondo alla pagina dell’applicazione per i sistemi iOS o nella barra laterale per chi accede da Twitter.com. Gli utenti Android possono comunque leggere i Tweet delle Community in attesa che tutte le funzionalità vengano estese anche ai loro dispositivi. Chiunque in tutto il mondo può unirsi a una Community grazie all’invito di un moderatore o di un membro tramite messaggio privato. Per maggiori info sul funzionamento di Communities, seguite questo link. 

Questo è solo l’inizio della funzione Communities. Come sempre, Twitter sperimenta, impara e ascolta i feedback dei propri utenti per migliorare la piattaforma.

Lancio globale di $inter: presto il takeover di San Siro da parte dei possessori dei fan token

FC Internazionale Milano, in partnership con Chiliz $CHZ, blockchain provider di punta per il settore dello Sports and Entertainment globale, annuncia che venerdì 10 settembre alle ore 13.00 verrà lanciato il Fan Token $INTER sulla piattaforma Socios.com. 

A luglio, i Fan Token $INTER hanno avuto visibilità globale grazie al posizionamento sul fronte delle divise da gioco del Club per la stagione 2021/22 e venerdì i tifosi nerazzurri di tutto il mondo potranno finalmente acquistarli.  

Campagna di lancio

La Fan Token Offering (FTO®) prevede l’emissione di un milione di Fan Token $INTER al prezzo fisso di 2€ cadauno. I Fan Token $INTER costituiranno una nuova esperienza per i tifosi, facendoli entrare a far  parte della vivace comunità digitale di Socios.com. 

I possessori dei Fan Token $INTER avranno innumerevoli opportunità di engagement, tra cui la possibilità di interagire con il Club tramite una serie di sondaggi interessanti, interattivi e divertenti. I  tifosi avranno inoltre la possibilità di accedere a contenuti esclusivi del Club, mettersi alla prova contro altri tifosi da tutto il mondo in giochi, competizioni e quiz relativi all’Inter e partecipare a classifiche  mondiali per vincere ricompense ed esperienze uniche sia digitali che fisiche. 

I possessori dei Fan Token $INTER potranno votare da subito su Socios.com nel primissimo sondaggio per scegliere un messaggio di incitamento alla squadra che comparirà nel tunnel d’ingresso al campo. 

$INTER San Siro Takeover – 18 Settembre: Il primo sondaggio fa parte di una grande campagna di lancio che culminerà nell’evento ‘$INTER San Siro Takeover’ quando il club affronterà il Bologna il 18  settembre alle 18.00.  

LEGGI ANCHE: La fotografia di Millennial e Gen Z secondo Spotify: differenze e sovrapposizioni

In occasione di questa partita lo slogan scelto dei tifosi accompagnerà la squadra nel tunnel di ingresso al campo, mentre un messaggio di Socios.com per i tifosi dell’Inter verrà svelato con una coreografia  che vedrà il coinvolgimento di circa 10.000 bandierine sugli spalti. Il messaggio vincente sarà mostrato  anche sui pannelli LED a bordocampo. I possessori dei Fan Token $INTER da tutto il mondo  accoglieranno inoltre via webcam i calciatori al loro arrivo a San Siro.

Alexandre Dreyfus, CEO di Chiliz e Socios.com, ha dichiarato:

Chiamo a raccolta i fan dell’Inter di tutto il mondo: il vostro momento sta per arrivare! Tra pochissimi giorni i tifosi nerazzurri avranno la possibilità di interagire e di avvicinarsi alla propria squadra del cuore come mai fatto prima. Se volete  un Fan Token $INTER assicuratevi di essere pronti e connessi su Socios.com per le 13 di venerdì. I possessori di $INTER avranno la possibilità di sentirsi parte integrante del loro club, cosa che dimostreremo con stile in occasione del takeover di San Siro il 18 settembre. 

Alessandro Antonello, CEO Corporate di FC Internazionale Milano, ha dichiarato:

Il lancio dell’$Inter Fan Token è il primo importante momento di attivazione insieme ai nostri fan della partnership con Socios.com, un accordo che pone al centro lo sviluppo del fan engagement. Per il Club nerazzurro i  tifosi hanno da sempre un ruolo fondamentale ed è per noi essenziale che il percorso di sviluppo e  innovazione che caratterizza la nuova era dell’Inter permetta a tutti i nerazzurri di essere sempre più  parte del nostro mondo. Siamo sicuri che l’$Inter Fan Token avrà grande successo all’interno della  nostra community.

Oltre 55 società sportive hanno stretto accordi con Socios.com per il lancio dei Fan Token, tra esse ci sono club europei di primaria importanza e le nazionali di calcio dell’Argentina e del Portogallo.  Socios.com sta rapidamente espandendosi negli Stati Uniti con 11 squadre NBA già presenti e altre pronte ad unirsi. L’UFC, gigante delle MMA, ha lanciato un Fan Token così come la PFL, altra  organizzazione delle MMA. La rosa di Socios.com include anche squadre importanti di F1, E-sports e  Cricket. 

Creata da Chiliz $CHZ, primo blockchain provider per il settore globale dello Sports and Entertainment, la piattaforma Socios.com ha grandi progetti di espansione e punta al lancio di molti altri Fan Token con partner da tutto il mondo del calcio e di altri sport di punta.

ome è cambiata la comunicazione dall'11 settembre 2001 a oggi

Venti anni dopo l’11 settembre: come è cambiata la comunicazione di talebani e USA

Sono già passati vent’anni dall’11 settembre 2001 e qualcuno in più da quando, una sera di agosto, mia madre mi accompagnò sulla cima delle Torri Gemelle a guardare le luci di New York.

Il 16 agosto del 1998 avevo 16 anni e un ridicolo marsupio, come usava allora. Al World Trade Center faceva così caldo fuori e così freddo dentro che all’entrata le enormi vetrate, dalla indimenticabile forma ad albero, erano tutte appannate. Per anni ho tenuto nel portafoglio il bigliettino di ingresso, adesso è in una cornice insieme a una foto, scattata da Ellis Island, qualche giorno dopo.

Erano le 8:20 PM, così dice quel foglietto, e nella hall del World Trade Center c’era ancora molta fila. Ricordo che due cose toglievano il respiro: la velocità dell’ascensore e l’oscillazione che avvertivi in cima all’Observation Deck, un suggestivo percorso all’aria aperta nella Torre Sud, con ringhiere bianche e parecchio vento.

Dagli articoli di Oriana Fallaci alle storie Instagram dei reporter da Kabul nell’estate della riconquista talebana: dopo vent’anni si torna al punto narrativo di partenza, come se la storia si fosse ripiegata su se stessa in una spirale dove il mezzo si arrende a non essere più il messaggio.

Gli anni ’90 tornano nelle nostre vite con tutto il loro carico di ricordi e ce li ritroviamo improvvisamente nell’epoca della pandemia, come in uno di quei film sui viaggi nel tempo.

Ci sono infinite domande a cui nessuno di noi sa ancora rispondere, ma ce n’è una di cui tutti abbiamo sempre conservato la certezza: dove eravamo l’11 settembre del 2001.

I biglietti di ingresso alla Torre Sud del World Trade Center e all’Observation Deck “Top Of The World”.

LEGGI ANCHE: L’America a un bivio: tra Trump e Biden è guerra di spot

Come cambia la narrazione dei protagonisti: i talebani 2.0

Quando nel 1996 i talebani presero il potere in Afghanistan vietarono ogni forma di intrattenimento, compresa la televisione e la nascente rete internet che, a loro parere, era portatrice di contenuti volgari, immorali e anti-islamici.

Oggi, il loro portavoce Zabihullah Mujahid, comunica su Twitter, vanta 400 mila follower e come foto profilo ha un microfono stile Elvis. Così come Suhail Shaheen (quasi mezzo milione di follower, ma foto profilo canonica), portavoce per i media internazionali che però i suoi tweet li scrive solo in inglese.

Per i comunicati ufficiali del nuovo governo il portavoce sta utilizzano https://justpaste.it/, un editor online molto semplice, registrato in Polonia, diventato celebre con l’utilizzo che ne faceva l’ISIS.

Il dominio .it in questo caso non è utilizzato per il riferimento all’Italia ma per il significato dell’acronimo: Information Technology.

QUI il comunicato dei telebani riguardo alla posizione sugli accordi di Doha, e sulla black list americana che secondo loro violerebbe quegli stessi accordi.

È quella che Politico chiama la “Extreme Makeover” dei talebani, prendendo a prestito il titolo di un fortunato reality show.

In questi venti anni, internet si è diffuso in Afghanistan (ci sono circa 23 milioni di cellulari e 10 milioni di accessi internet) con l’89% degli afgani che ha un qualche accesso alle telecomunicazioni. Percentuali inimmaginabili prima della lunga opera di nation building americana e internazionale.

In un simile contesto mediatizzato, i talebani 2.0 hanno pensato che essere parte del sistema fosse decisamente più vantaggioso che imporre divieti. Tuttavia, il loro utilizzo dei new media, non è cosa recente: già nel settembre del 2015 i militanti barbuti si facevano selfie a Kunduz, dopo la prima vera e propria battaglia vittoriosa dal 2001.

Ma cosa significa nel 2021 che la comunicazione dovrà “soddisfare la legge islamica?”. Un bell’interrogativo per tutte le aziende tech che vorranno continuare ad operare nel Paese.

A una precisa domanda sulla libertà di parola, Zabihullah Mujahid ha risposto di chiedere a Facebook: «Questa domanda dovrebbe essere posta a loro». I nuovi talebani dimostrano di aver studiato bene il dibattito che si sta consumando in Occidente intorno alla censura sui social media, che si fanno sempre più editori. (Ne abbiamo già parlato su Ninja: QUI).

I talebani hanno imparato anche a rispondere a chi prova a trollarli: “Qual è il tuo formaggio preferito?”, chiede Joe. Ecco la risposta:

I talebani non violano i celebri “standard della community”? Per Facebook e Instagram la risposta è affermativa: la presenza di “hate organizations” non è consentita nelle piattaforme di Zuckerberg.

Anche TikTok ha bollato i talebani come organizzazione terroristica e continua a rimuovere i loro contenuti. Su Twitter, però, è un’altra storia: qui ai talebani è permesso di mantenere gli account attivi, mentre – come molti hanno notato – l’ex presidente Trump è stato bannato a vita. Interrogato sul perché, Twitter ha glissato non rispondendo alle sollecitazioni aggiungendo solo che avrebbe «continuato a far rispettare in modo proattivo» le sue regole che vietano la «glorificazione della violenza, la manipolazione della piattaforma e lo spam».

Cosa c’è poi di meglio che parlare di cambiamento climatico per essere internazionalmente accettati?

Succede così che Abdul Qahar Balkhi, membro della “Commissione Culturale” dei talebani, in una intervista a Newsweek citi la lotta al cambiamento climatico come una delle grandi sfide per il futuro. Abduld si dice anche preoccupato per la “sicurezza mondiale”, sicurezza di cui proprio i talebani erano finora una delle principali minacce, assieme alle organizzazioni terroristiche da loro ospitate e protette.

Come cambia la narrazione dei protagonisti: da George W. Bush a Joe Biden

“Steady Leadership In Times of Change”: quando nel 2004 George W. Bush viene rieletto alla Casa Bianca con questo claim, la sicurezza e la lotta al terrorismo sono i temi che più stanno a cuore agli americani.

Le macerie delle Torri Gemelle sono ancora calde, così come il ricordo del presidente a Ground Zero che abbraccia un vigile del fuoco, pronunciando dal megafono il celebre “Bullhorn speech”: «I Can hear you, the rest of the world hears you. And the people who knocked these buildings down will hear all of us soon».

La controversa guerra in Iraq del 2003 aveva in patria un’approvazione intorno al 72%, quasi quanto il gradimento personale del presidente in carica. La guerra all’Afghanistan del 2001 aveva un consenso perfino maggiore, praticamente plebiscitario.

Vent’anni dopo la metà degli intervistati sostiene che quell’intervento sia stato un errore, come dimostrano le rilevazione di Gallup. Perfino nell’elettorato repubblicano si manifesta una grandissima percentuale di scontenti.

L‘umore dell’opinione pubblica è stato alla base delle scelte di Trump e di Biden riguardo al disimpegno militare. La crisi economica devastante del 2008 e la pandemia hanno segnato due decadi difficili. Una cosa è certa: la sicurezza internazionale e il terrorismo non sono più in cima alla lista dei temi da cavalcare per vincere un’elezione negli Stati Uniti.

Il parere dei cittadini americani sul coinvolgimento militare in Afghanistan dal 2001 al 2021. Fonte: Gallup

Il parere secondo l’appartenenza politica – Fonte: Gallup

Tra le dichiarazioni maggiormente condivise sui social nell’estate 2021, c’è sicuramente quella presidente Biden che, durante una conferenza stampa, afferma che nessuno sarebbe stato portato via dai tetti dell’ambasciata di Kabul come successo a Saigon nel 1975.

L’immagine, diventata presto un meme, di Biden che controlla per ben tre volte l’orologio durante la cerimonia di rimpatrio delle salme dei caduti, ha scatenato invece reazioni durissime dell’opposizione e anche delle genitori dei caduti, come Shana Chappell, madre di un marine di 20 anni morto a Kabul, che ha manifestato il suo sdegno in un post di Facebook diventato virale.

Lo stesso Instagram è stato costretto a scusarsi per un blocco operato nei confronti della signora nei giorni successivi all’attentato.

Lanciato dalla piattaforma Save America PAC e andato in onda sulle TV via cavo (con un budget molto modesto), lo spot “Failure” è stato veicolato soprattutto online e sui canali Telegram legati all’ex presidente Trump. Un video che per Fox News rappresenta il primo spot della campagna elettorale 2024. Crudo e angosciante, rappresenta un concentrato di tecniche dei migliori negative ads.

La font utilizzata ha le singole lettere tagliate, come per richiamare il concetto di catastrofe (crollo?), le immagini sono disturbate come in una vecchia TV, i volti dei bambini terrorizzati fanno leva sui sentimenti più profondi dell’audience.

“People are  being left behind”, recita il messaggio, mentre scorrono le tragiche sequenze dei neonati passati ai soldati al di là del muro dell’aeroporto. Nella conclusione dello spot, il podio della conferenza stampa rimane vuoto, come se il ruolo di presidente risultasse vacante. A chiudere frettolosamente la porta (in faccia al pubblico/agli americani, come in una ritirata) è una ragazza dello staff che indossa una mascherina.

I supermercati ancora vuoti, 20 anni dopo

Quando nel marzo del 2020 venne annunciato il primo lockdown, nel tentativo di contenere l’epidemia da Covid-19, gli scaffali dei supermercati si svuotarono improvvisamente di frutta, verdura, pasta, carne, conserve e molto altro. Sembrava passato un ciclone ma era solo l’isteria alimentata da una narrazione mediatica allarmista.

Chi non era troppo giovane per andare al supermercato da solo, si ricorderà gli scaffali il 12 settembre 2001: le stesse scene, lo stesso panico, gli stessi pensieri da fine del mondo.
L’11 settembre ha sancito la fine di quell’ottimismo figlio degli anni ’80 e ’90, dove la crescita sembrava infinita, i problemi pochi, i soldi molti.

Dopo la sconfitta dell’Unione Sovietica, per dirla con Nesi, si viveva “un’estate infinita” dove il domani sarebbe stato sempre migliore dell’oggi: almeno fino a quella mattina a Manhattan.

Gli anni ’90 che tornano trovano un mondo molto differente e complesso, in cui spesso la soluzione delle grandi questioni passa per il modo in cui le si raccontano. Un racconto in cui il finale però non è mai scritto, a differenza di molte delle epopee politico e sociali novecentesche. Come diceva Keynes: «Ciò che accade in fin dei conti, non è l’inevitabile, ma l’imprevedibile».

Etro nomina Fabrizio Cardinali come Chief Executive Officer

Etro (“Etro” o la “Società”), la maison del lusso rinomata a livello mondiale, ha annunciato in data odierna la nomina di Fabrizio Cardinali a Chief Executive Officer, con decorrenza a partire dal quarto trimestre 2021.

Cardinali vanta oltre 25 anni di esperienza manageriale ed un consolidato track record nel promuovere la crescita di marchi del lusso a livello internazionale. Prima dell’ingresso in Etro, Cardinali ha lavorato in Dolce & Gabbana, dove ha trascorso quasi 13 anni ricoprendo diversi ruoli, tra i quali, da giugno 2017, quello di Chief Operating Officer e membro esecutivo del Consiglio di Amministrazione, intervallati da 5 anni in Richemont, con il ruolo di Chief Executive Officer per diversi marchi del lusso del gruppo, tra cui Dunhill e Lancel.

La nomina

LEGGI ANCHE: Ogury: Fabien Magalon nominato Chief Publisher Sales Officer

Nel suo nuovo ruolo, Cardinali sarà supportato e lavorerà a stretto contatto con L Catterton, il principale fondo di private equity a livello globale focalizzato sul settore dei beni di consumo, con il quale la Società ha annunciato una partnership strategica lo scorso luglio, e con la famiglia Etro, incluso il Fondatore e Presidente Gerolamo Etro.

Sono entusiasta dell’opportunità di guidare Etro in un momento così decisivo nella storia di questa iconica casa di moda. Ho sempre ammirato l’heritage del marchio Etro, il suo stile e l’artigianalità italiana che lo contraddistinguono, e non vedo l’ora di collaborare con L Catterton, la famiglia Etro e l’intero management team per cogliere le numerose opportunità di crescita volte ad ampliare la base clienti, consolidare l’offerta nelle diverse categorie di prodotto ed espandere la presenza internazionale della Società.

Ha dichiarato Fabrizio Cardinali.

Siamo felici di dare il benvenuto a Fabrizio in Etro. Cardinali si è affermato come manager di assoluto rilievo nel panorama della moda e del lusso grazie ad un’incredibile visione ed energia creativa. La sua profonda esperienza ed acume operativo lo qualificano come la persona giusta per guidare questo nuovo capitolo di crescita e di sviluppo dell’incredibile eredità di Etro.

Ha dichiarato Luigi Feola, Managing Partner e Head of Europe di L Catterton.

Siamo lieti di accogliere un manager brillante e di comprovata esperienza come Fabrizio in questa nuova e significativa fase per l’azienda. Sono fermamente convinto che la sua visione e la sua conoscenza del business contribuiranno a rafforzare la crescita di Etro ed il suo posizionamento come marchio leader nello scenario del lusso globale.

Ha aggiunto il Fondatore e Presidente Gerolamo Etro.

Supersalone: l’evento speciale 2021 del Salone del Mobile.Milano

Dal 5 al 10 settembre, nei primi quattro padiglioni di Fiera Milano, Rho (complessivamente 68.520mq), oltre 1.900 progetti (di brand espositori, designer auto-produttori e giovani laureatisi nel 2020/2021), un ricchissimo public program con più di 40 voci illustri (tra architetti, innovatori, visionari, imprenditori, artisti e politici), una rassegna cinematografica in collaborazione con il Milano Design Film Festival, quattro food court ideate da Identità Golose e animate da nove dei più grandi interpreti della cucina italiana e una grande mostra dell’ADI/Compasso d’Oro hanno l’obiettivo di capitalizzare i punti di contatto tra settori differenti, sperimentare nuovi format espositivi, coinvolgere e motivare i visitatori.

Arredo e design

E, soprattutto, riaccendere – metaforicamente parlando – i motori della città del design per eccellenza: Milano. Questo, in sintesi, il “supersalone”, evento fortemente voluto dal Salone del Mobile.Milano e curato dall’architetto Stefano Boeri.

LEGGI ANCHE: Rebranding di Agosto: Yelp, Rockit, Dropbox e Microsoft Paint

La forza del Salone del Mobile.Milano è sempre stata la volontà di fare squadra, di sperimentare e anche di rischiare, senza mai, però, perdere di vista l’obiettivo finale: il bene per le nostre aziende e per i nostri espositori. Ho sempre vissuto un Salone che, in ogni edizione, è stato capace di mettersi in discussione, di guardare alle trasformazioni della società, di analizzare sfide e cogliere opportunità. Di cambiare punto di vista. È ciò che abbiamo fatto scegliendo la strada di un supersalone.

Afferma Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano. 

Abbiamo rotto gli schemi per non restare fermi in una situazione che avrebbe potuto impoverire il sistema e compromettere il primato di Milano. Non è stato facile, ma l’aver scelto una nuova strada e colto l’occasione di fornire nuove visioni di brand e prodotti è segno di quanto grande sia la forza del nostro design, che, coniugando tradizioni culturali, creatività dei protagonisti, capacità innovativa dell’industria e dei territori, ci permette di guardare al futuro con fiducia.

Un “supersalone” che raccoglie ed esibisce le migliori ricerche, produzioni e sperimentazioni realizzate da un intero settore in questi ultimi 18 mesi, ma che è, contemporaneamente, proiettato verso il futuro, rappresentando un importante momento di visibilità corale e un driver di rilancio per il comparto dell’arredo e del design.

Il riconoscimento di tale importanza e del suo valore simbolico è confermato dalla presenza di alte autorità governative e istituzionali – prima fra tutte il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che, da sempre, testimoniano quanto il Salone rappresenti uno dei motori dell’economia italiana, grazie al fertile rapporto che riesce a creare tra impresa, città e territori.

A lui il Salone del Mobile.Milano porgerà in dono una riproduzione del manifesto della prima edizione del Salone (1961) in una cornice d’eccezione, progettata dal duo di designer Formafantasma e realizzata dal giovane architetto-artigiano Giacomo Moor e dagli ebanisti Gigi Marelli e Giordano Viganó con il legno degli abeti abbattuti dalla tempesta Vaia in val di Fiemme.

Il Mercato Centrale apre a Milano: un nuovo modo di vivere il food

Tutto nasce a Firenze, nel 2014, con la riapertura del “Primo Piano” dello storico Mercato di San Lorenzo. L’obiettivo era chiaro dal principio. Creare attorno al cibo uno spazio aperto, sentito, vissuto. Dare anima a un contenitore di conoscenza e di arte, di saperi e di emozioni. Di proporre relazioni durature con le città e chi le vive e offrire un’esperienza culturale e sensoriale sempre nuova, buona, elementare.

Un obiettivo realizzato non solo a Firenze, ma anche a Roma, Torino e finalmente anche a Milano. La comunicazione al Mercato Centrale gioca un ruolo importantissimo. Ogni Mercato è diverso dall’altro. Sono simili per forza e diversi per scelta. Hanno tutti una voce, un colore, uno stile e un linguaggio unici sviluppati negli anni, in azione sinergica dal genio creativo di almagreal e dall’esperienza nella comunicazione digitale di Viralbeat.

LEGGI ANCHE: Just Eat svela i food trend a domicilio che hanno caratterizzato l’estate italiana 2021

Un concept alla ricerca del gusto

Questo perché ogni progetto di comunicazione – interna ed esterna – è progettato e realizzato ad hoc e site specific, per dialogare con la città: dal marchio alle insegne del Mercato e dei singoli artigiani, dalle infografiche degli spazi comuni alle personalizzazioni delle botteghe, dal wayfinding alle illustrazioni, dall’ADV ai progetti digital. 

Per questo quarto progetto di comunicazione, il concept, la strategia e la direzione creativa di almagreal trovano forma e sostanza in artwork unici in un ideale viaggio che rintraccia il vissuto, le memorie, i segni che un frammento di muratura ha raccolto e raccoglierà nel corso degli anni, passati e a venire. Il cliente viene invitato e sollecitato a guardare e riguardare gli spazi, in un continuum senza tempo, nella distanza, nella ripetizione, nel ritorno.

Per uscire dalla molteplicità dei messaggi presenti oggi e omaggiare la città in coerenza con lo spirito di Mercato Centrale, almagreal si è lasciata ispirare da grafica e arte degli anni ’50 interpretandola con diversi sistemi di rappresentazione dell’immagine: illustrazioni, pittura, segni, fotografia mescolati a colore, concetti, materiali, con spunti dal collage, dall’arte concreta, dalla Art Brut. 

Anche per il Mercato Centrale Milano Viralbeat interviene a gestire con talento propositivo tutte le properties digitali, con l’obiettivo di comunicare il concept in modo chiaro e coerente alla vocazione di marca, e di coinvolgere così i milanesi – come prima i fiorentini, i romani, e i torinesi – e i visitatori accomunati dalla ricerca del gusto, del convivio e di stimoli estetici e culturali tanto cari al Mercato Centrale. 

LEGGI ANCHE: Diamonds Factory, Bisco e McDonald’s: i migliori annunci stampa di agosto

Viralbeat ha lavorato e lavora per portare Mercato Centrale a distinguersi nel mondo digitale, reso ancora più fluido e affollato dalle vicende pandemiche. È il caso della realizzazione del sito dedicato mercatocentrale.it/milano che coniuga il concept e la creatività di almagreal all’identità di brand, dei suoi canali social e delle sue iniziative digitali, di campagna ed editoriali. 

Con il medesimo spirito, Viralbeat lavora in termini strategici per sostenere il lancio del nuovo punto vendita, per promuovere awareness e lead, e per comunicare progetti non ordinari e complessi da veicolare, attraverso campagne di influencer marketing e iniziative speciali. Per contribuire, infine, in modo misurato e verificabile al successo di eventi che fanno e faranno la storia del marchio Mercato Centrale, che già oggi possiede una identità forte, riconoscibile e preminente nel settore dei food hall. 

La campagna opening del Mercato Centrale Milano ha visto una pianificazione che va dal digital advertising all’outdoor, dalla stampa alla dinamica, dalla metro fino agli spot su circuito Grandi Stazioni. Dal 2014 ad oggi la partnership tra almagreal e Viralbeat ha contribuito e continua a contribuire all’affermazione del brand Mercato Centrale. Una sinergia di intenti e visioni che lascia il segno.

Just Eat svela i food trend a domicilio che hanno caratterizzato l’estate italiana 2021

Da sempre l’estate rappresenta la stagione in cui più si può godere delle meraviglie del territorio e delle eccellenze gastronomiche che il Belpaese offre, potendo viaggiare e approfittare delle tanto desiderate ferie estive. Il meritato relax concesso dalle vacanze permette di abbandonare anche le rinunce e le rigide diete e coccolarsi dal punto di vista culinario.

Il food delivery rimane sempre il miglior alleato per soddisfare qualsiasi voglia anche durante la bella stagione, sia in vacanza che in città. Lo dimostrano anche i dati di Just Eat, app leader per ordinare online cibo a domicilio in tutta Italia e nel mondo, e parte di Just Eat Takeaway.com, leader mondiale nel mercato della consegna di cibo a domicilio e top player assoluto fuori dalla Cina, che ha analizzato gli ordini degli italiani per scoprire trend e differenze che hanno caratterizzato le abitudini di consumo a domicilio degli italiani nei mesi più caldi. 

Ferragosto, cos’hanno mangiato gli italiani?

Nella giornata preferita dell’estate italiana, Ferragosto, quest’anno non ci sono state solo tradizionali grigliate e picnic, ma anche ordini a domicilio, cresciuti del 40% rispetto allo scorso anno. Sono stati ordinati oltre 11.000 kg di pizze (+18%), oltre 4.000 kg di pietanze cinesi (+31%), oltre 1.200 kg di hamburger (+18%), 400 kg di gelato (+51%) e 322 kg di insalate (+39%). L’ordine più grande è stato registrato da un ristorante giapponese a Messina e composto da 35 piatti, mentre nel 2020 era stato registrato a Torino con 24 pietanze di cucina cinese.

Classifica delle città dove si è ordinato di più a Ferragosto:

  1. Roma;
  2. Bologna;
  3. Genova;
  4. Milano;
  5. Torino;
  6. Trieste;
  7. Napoli;
  8. Palermo;
  9. Firenze;
  10. Rimini.

La regina indiscussa del Ferragosto rimane la pizza margherita, che si conferma in piatto più ordinato nelle principali città italiane. A Milano sono stati molto apprezzati anche i piatti internazionali come ravioli al vapore, involtini primavera, cheeseburger e kebab, mentre a Roma hanno vinto specialità regionali come olive ascolane, fiori di zucca e supplì. A Bologna si è preferita la pizza in varie declinazioni con golose aggiunte come la salsiccia, alla diavola o con wurstel. A Torino, oltre a pizze e patatine fritte, prediletti anche piatti della cucina cinese come gli involtini primavera, ma anche gelato e poke bowl, che non sono mancate neanche a Napoli, seguite da piatti tipici regionali come crocchè e frittatina. A Palermo invece si è optato per la classica parmigiana.

LEGGI ANCHE: Dark Kitchen, eGrocery e FoodBox: com’è cambiata l’Italia a tavola con la pandemia

Tra cucine regionali e internazionali: le preferenze degli italiani lungo la penisola

Gli italiani amano le cucine regionali, in particolare quando sono in vacanza. Le città di mare, infatti, mostrano molta più varietà tra i piatti regionali più ordinati che rappresentano le pietanze tipiche del posto. Tra le specialità spiccano: crocchè e frittatine a Napoli, brioche con gelato e anelletti al forno a Palermo, piatti a base di prosciutto San Daniele e salame Viennese a Trieste. Roma rimane comunque la città in cui si sono ordinati più piatti tipici, con ben 2.211 kg di supplì ordinati durante l’estate e consumati principalmente a cena (96%), una preferenza che si ritrova anche nelle città di mare che ordinano le specialità regionali soprattutto durante questo pasto della giornata (89%).

Mentre le città di mare si sono orientate di più verso la cucina regionale della tradizione italiana, le città metropolitane sono invece risultate essere più aperte alle cucine internazionali con il 64% in più di piatti internazionali ordinati. Infatti, oltre la metà dei piatti più popolari ordinati nelle città sono piatti della cucina cinese (riso alla cantonese, ravioli al vapore o alla griglia), giapponese (sushi), mediorientale (kebab) oppure hamburger. La cucina italiana rimane la scelta migliore per la cena, mentre le cucine internazionali sono preferite principalmente a pranzo sia in città (61%) che al mare (73%). 

Oltre a scelte più golose, gli italiani d’estate preferiscono anche pietanze più leggere e salutari: infatti, la cucina vegetariana e vegana hanno visto un aumento del 130% durante i mesi caldi. Tra i nuovi piatti di tendenza troviamo non solo hamburger in versione vegana, ma anche piatti della tradizione rivisitati in chiave vegetale come le lasagne, il pesto e zucchine ripiene di lenticchie. In crescita anche piatti mediorientali come falafel, hummus e pita.