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Nel futuro il cliente è al primo posto: 5 aziende l’hanno capito grazie alla pandemia

Nel corso di quasi 15 mesi da quando è stato annunciata la pandemia da COVID-19, la vita è cambiata radicalmente. La maggior parte di noi ha stravolto i propri piani – sia personali che professionali – e ha maturato una comprensione molto più profonda di cosa significhi adattarsi. 

Abbiamo osservato enormi cambiamenti nel modo in cui le persone interagiscono con le aziende a livello mondiale. Il comportamento d’acquisto è estremamente cambiato: i clienti hanno iniziato a esplorare, cercare e pianificare la maggior parte dei loro acquisti sul web. La nuova realtà della pandemia ha costretto molti brand a cambiare radicalmente le loro strategie di marketing; altri, invece, hanno accelerato strategie già avviate.

Fra tutte le sfide dell’anno scorso, i brand si sono mostrati ai consumatori come mai prima d’ora, creando un modello di marketing ancora più incentrato sul cliente. Puntando su soluzioni come i dati di prima parte e l’automazione, le aziende ora garantiscono maggiore tutela della privacy, personalizzazione e convenienza alle persone che interagiscono con il brand e lo vivono.

Mentre gli Stati Uniti iniziano a immaginare il ritorno a una parvenza di normalità, abbiamo parlato con cinque leader del marketing in diversi settori che hanno messo in atto dei cambiamenti customer-centric per preparare le loro aziende al futuro.

Di seguito spiegano come hanno utilizzato i dati di prima parte e l’automazione, dando consigli chiave agli altri marketer, indipendentemente dal settore di appartenenza.

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Promuovere le connessioni per creare una community

Nel mondo dei servizi finanziari, è facile concentrarsi sull’utilità dei prodotti che offriamo. Ma alla fine della giornata, il denaro e la gestione di un’azienda riguardano soprattutto le persone. I proprietari delle piccole imprese dipendono dalle relazioni con gli altri, e i video ci aiutano a raccontare queste “storie di persone”. Su YouTube possiamo raggiungere venditori in cerca di ispirazione e idee su come sopravvivere e prosperare.

Lauren Weinberg, Chief Marketing Officer di Square

La missione di Square – permettere a tutti di accedere agli strumenti per avere successo, in base alle proprie caratteristiche – è stata ideata l’anno scorso. Il COVID-19 è arrivato proprio mentre l’azienda stava preparando la sua prima grande campagna di brand, facendo slittare il lancio. Square ha immediatamente riallocato il suo budget di marketing per offrire software gratuiti e rimborsi ai proprietari delle piccole imprese profondamente colpite dalla crisi.

Nel corso della pandemia, Square ha deciso che non poteva continuare a basarsi sul performance marketing, come faceva da tempo; i proprietari delle aziende stavano cercando consigli su come adattare le loro attività, e Square aveva le soluzioni e gli strumenti per aiutarli.

L’azienda ha trasformato la sua strategia iniziale di messaggistica mettendo in evidenza le soluzioni indispensabili agli imprenditori per affrontare le nuove modalità di fare business, come i pagamenti contactless, gli shop online, il ritiro e la consegna sul marciapiede, e i Prestiti Paycheck Protection (PPP).

Poi, per sostenere ulteriormente la comunità delle piccole imprese, Square ha invitato i clienti a condividere le loro storie di lotta e resilienza chiamando un numero verde. I messaggi ricevuti hanno dato il via alla serie di video Seller Stories di Square, che unisce storie d’ispirazione di piccole imprese, come quella del più antico rivenditore di abbigliamento maschile di Detroit che ha creato un e-commerce per rimanere aperto, con dei consigli su come prosperare in tempi difficili.

Sviluppando questo duplice approccio, Square ha ottenuto un aumento dell’82% del traffico web di prospect rispetto all’anno precedente e ha aumentato il tempo trascorso sulla landing page della campagna di oltre 3 volte.

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Trasformare i clienti in superfan fedeli

Abbiamo cercato con tutte le forze di ridurre la distanza tra l’ispirazione e l’acquisto per i nostri clienti. Quando qualcuno è ispirato da un prodotto, vogliamo essere lì per aiutare a concludere l’acquisto, quindi abbiamo fatto una serie di progressi in ambito social commerce. La centralità del cliente è sempre stata un obiettivo della nostra azienda, e stiamo continuando a migliorare in questo senso.

William White, SVP e Chief Marketing Officer di Walmart U.S.

Come più grande rivenditore al mondo, Walmart serve circa 220 milioni di clienti e membri nel mondo ogni settimana. Quindi, quando i consumatori di tutto il mondo hanno dovuto affrontare le difficoltà economiche legate alla pandemia, la missione dell’azienda – aiutare le persone a risparmiare per poter vivere meglio – è diventata più importante che mai.

Per soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti, Walmart ha accelerato e ampliato i servizi esistenti di ritiro sul marciapiede, ritiro in negozio, consegna in giornata e consegna a domicilio. E per semplificare ulteriormente l’esperienza d’acquisto online dei clienti, l’azienda ha unito le sue app, un tempo separate, per i prodotti alimentari e gli acquisti.

Walmart sapeva anche di dover rafforzare l’amore per il brand per avere clienti fidelizzati in un mercato ipercompetitivo. La soluzione è stata Walmart+, un nuovo tipo di abbonamento che offre ai clienti dei vantaggi per risparmiare tempo e denaro, tra cui il pagamento “scan-and-go” sullo smartphone nei negozi al dettaglio e una spedizione veloce e gratuita per gli acquisti online. Inoltre, Walmart ha iniziato a offrire “esperienze di brand” su larga scala, come ospitare film drive-in nei parcheggi dei negozi, per favorire le relazioni con i clienti.

Walmart ha già visto il risultato del cambiamento verso una maggiore customer-centricity. Il suo impegno ha contribuito a una crescita del 37% delle vendite online e una crescita del 6% delle vendite totali negli Stati Uniti per il primo trimestre dell’anno fiscale in corso.

Contestualizzare i contenuti attraverso dati di prima parte

I viaggi con le tecnologie contactless non devono essere meno personalizzati. Quando conosciamo le preferenze di un cliente o l’iscrizione a un programma di fidelizzazione, possiamo offrire le promozioni giuste e condividere i contenuti più rilevanti, come i dettagli sui nostri ristoranti, se è un buongustaio, o le informazioni sulla spa, se ama il relax. Usare i dati di prima parte in questo modo ci permette di personalizzare le esperienze e far risparmiare del tempo ai nostri colleghi in azienda per garantire esperienze eccezionali.

Julia Vander Ploeg, vicepresidente e responsabile globale del settore digitale e tecnologico di Hyatt Hotels

Hyatt ha capito da tempo l’importanza di unire i manager del marketing, dei dati e dell’analisi, dell’ingegneria, dei prodotti e non solo attorno a un pensiero condiviso: segnali in entrata, segnali in uscita. Questo ha permesso all’azienda di integrare le piattaforme di dati con quelli di ogni team perché questi attingano alle stesse informazioni, al fine di fornire esperienze allineate con i valori del brand.

Il COVID-19 ha poi dato la spinta per accelerare l’uso, da parte di Hyatt, dei segnali dei clienti per offrire interazioni personalizzate più smart. L’azienda è passata da una strategia di dati di terze parti a un approccio basato sulla privacy e sui dati di prima parte. Questo ha permesso a Hyatt di costruire relazioni dirette con gli utenti e offrire contenuti di valore in cambio delle loro informazioni. L’offerta di “contenuti in contesto” includeva dettagli personalizzati e rilevanti sulle destinazioni, come ristoranti vicini, eventi sportivi, concerti e anche ritardi dei trasporti locali.

Dando priorità ai dati di prima parte e offrendo un’esperienza più personalizzata, Hyatt ha raggiunto 13 volte più clienti nel 2020. L’azienda continuerà a sfruttare il successo delle esperienze di brand customer-centriche per promuovere la fidelizzazione dei clienti in tutto il Gruppo.

Supportare i clienti in modo autentico

I marketer devono essere sempre pronti a cambiare direzione. Man mano che ci avvicinavamo al 2021, abbiamo percepito più volte l’ottimismo dei nostri clienti per il futuro. Il loro ottimismo, unito al ruolo importante che gli imprenditori svolgono nel creare nuove idee e incrementare l’economia, ci ha aiutato a trasformare #OpenWeStand in un messaggio per il 2021: – Make a Different Future.

Fara Howard, Chief Marketing Officer di GoDaddy

Con lo scoppio della pandemia, GoDaddy si è resa subito conto che i clienti avevano bisogno di aiuto in modi nuovi e diversi. Questo ha portato GoDaddy a lanciare #OpenWeStand, una campagna che ha riunito oltre 70 partner aziendali con l’obiettivo di aiutare gli imprenditori a gestire una piccola impresa in tempi incerti. Sul sito della campagna, GoDaddy ha creato un’ampia gamma di strumenti per aiutare la comunità delle piccole imprese a riunirsi per una forte causa: “Come rimanere aperti, anche se le vostre porte sono chiuse”.

Per capire quanto successo ha avuto #OpenWeStand tra il pubblico, GoDaddy ha collaborato con Google per sviluppare una metodologia e un sistema di misurazione. L’azienda ha usato gli studi di Brand Lift per misurare i cambiamenti nell’awareness del brand, nella consideration e nell’interesse di ricerca, e ha applicato il modello dell’attribuzione per misurarne gli effetti durante il custumer journey.

Sulla base dei risultati ottenuti, GoDaddy è stata in grado di ottimizzare la campagna nel tempo. Ha incrementato l’utilizzo dell’offerta automatica e ha introdotto annunci adattabili della rete di ricerca (responsive search ads) per raggiungere, ad esempio, i clienti nei momenti giusti con un messaggio pertinente.

Ad oggi, più di 70 grandi aziende si sono unite alla causa di GoDaddy per sostenere le piccole imprese e il video dell’inno #OpenWeStand ha totalizzato oltre 65 milioni di visualizzazioni.

Offrire esperienze diversificate

Per quanto riguarda l’adozione dei servizi online nel settore Automotive, ciò che avrebbe dovuto richiedere dai tre ai cinque anni ha richiesto soltanto sei mesi. Durante la notte si sono verificate importanti curve di apprendimento. Non è stato facile, ma ci sono state molte nuove opportunità. I clienti possono creare relazioni con i brand che non avrebbero mai creduto possibili. Quindi, come brand, dobbiamo pensare a come soddisfare le esigenze dei clienti ed essere davvero presenti per loro, usando i dati. Stiamo cercando di cambiare l’intero modello di relazione con i clienti.

Suzy Deering, Global Chief Marketing Officer di Ford Motor Company

Se molte aziende si stavano focalizzando solo su come rimanere a galla durante la pandemia, Ford aveva una visione più grande. In un momento in cui le vendite dell’industria automobilistica erano scese del 15%, l’azienda ha colto un’opportunità di trasformazione del business e ha iniziato a delineare un piano.

Guidata da un nuovo CEO, Ford ha iniziato a mettere in discussione tutto, dai silos organizzativi alla leadership, fino al futuro dei suoi veicoli. Come parte del processo, il brand ha intrapreso una partnership strategica con Google per reinventare completamente l’esperienza del cliente attraverso nuove tecnologie, come migliori veicoli connessi, e servizi più personalizzati, come richieste di manutenzione in tempo reale.

Tra le altre attività di marketing, Ford sta mettendo al primo posto anche le relazioni con i clienti. L’azienda sta rapidamente passando da un modello di acquisizione a un modello basato sulla fedeltà che le permetterà di soddisfare le continue esigenze delle persone in modo più personalizzato.

Senza sapere come sarebbe stata la “nuova normalità”, queste aziende hanno dato priorità alla soddisfazione dei bisogni dei loro clienti investendo in dati di prima parte e nell’automazione. Anche se non possiamo prevedere quali sfide ci aspetteranno, trovare nuovi approcci che mettano i clienti al centro del vostro business è un ottimo modo di prepararsi a quel che accadrà nel prossimo futuro.

Articolo di: Kate Stanford

Traduzione a cura di: Debora Melania Martuccio

temporelli copertina

Podcast, Steve Jobs e stampa 3D: intervista a Massimo Temporelli

Sposare una tecnologia, sposare l’innovazione significa guardare al futuro con ottimismo. Nessuna delle persone che dicono di voler abbandonare la tecnologia sarebbe disposta a fare a meno del wi-fi o dei viaggi in aereo, a meno di non essere davvero ortodossi“.

In questa tappa degli appuntamenti con gli Unbreakable Speaker protagonisti di N-Conference, Mirko Pallera di Ninja ha incontrato Massimo Temporelli, fisico e co-founder della start up innovativa sulla fabbricazione digitale TheFabLab.

>> Iscriviti al canale Unbreakable Tour per seguire tutte le tappe del viaggio alla scoperta delle aziende indistruttibili <<

F***ing Genius e stampa 3D

Massimo è anche protagonista di un seguitissimo podcast, “F***ing Genius“, che racconta le grandi figure che hanno cambiato la nostra evoluzione, da Nikola Tesla a Steve Jobs, da Marie Curie a Leonardo da Vinci: assolutamente consigliato!

Secondo lui, fare ricerca e sviluppo sulle nuove tecnologie è l’unico modo per far incontrare innovazione e sostenibilità. Il suo F***ing Genius ideale è quasi un antropologo, oltre che uno scienziato, più umano e meno tecnico, in grado di proporre alla società quello che non sa ancora di volere: quello che rappresentano ad esempio Steve Jobs ed Elon Musk.

Audacia, coraggio, tecnologia, progettualità, innovazione sociale e tecnologica: questa la ricetta di Massimo Temporelli per essere unbreakable.

massimo temporelli the fablab

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Il grande potenziale della digital fabrication è che permette di passare facilmente dall’idea al progetto e dal progetto alla produzione con pochi passaggi, senza dover frequentare la vecchia filiera industriale.

Infatti, nel corso del viaggio all’interno di TheFabLab, il suo spazio in Talent Garden, tra “Umarell” di ogni dimensione e altri prodotti di artigianato digitale da scrivania stampati in 3D come il “Made in Italy” (la famosa manina “all’italiana” che oscilla), Massimo ci spiega perché ha dato vita al suo podcast verticale sul percorso di alcune delle personalità più innovative della storia:

Se i giovani ascolteranno le storie di Marie Curie, che nell’800 fece di tutto per diventare una scienziata e ricercatrice quando era complicato per le donne; se sentono le storie di Elon Musk, di Steve Jobs, di Edison, di Laura Bassi, di Archimede, si innamoreranno della scienza e porteranno il messaggio anche in quest’epoca: portare la scienza e la tecnologia a compiersi nel business“.

L’hacking delle maschere per trasformarle in respiratori

La passione per la scienza e la tecnologia può portare a risultati inattesi: “Quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus, mancava tutto: valvole, siringhe, mascherine. Così mi ha chiamato la direttrice de Il Giornale di Brescia, chiedendomi di realizzare le valvole con la stampa 3D. Grazie a Cristian Fracassi, che ha fatto reverse engineering sulle valvole esistenti, abbiamo realizzato i primi prodotti. Poi, una cosa incredibile: grazie alla collaborazione di Decathlon, siamo riusciti a trasformare un tipo di maschera in uno strumento per la respirazione assistita. Tanti Fab Lab si sono messi a disposizione del progetto e abbiamo contribuito a salvare probabilmente migliaia di persone in diverse parti del mondo“.

In questa storia ci sono tutti gli elementi per diventare unbreakable: audacia, coraggio, tecnologia, progettualità e innovazione, sociale e tecnologica.

>> Viaggia assieme a Mirko Pallera sul Ninja Van per scoprire le aziende Unbreakable. Iscriviti qui <<

cannes lion

Cannes Lions 2021: i vincitori e le campagne più coinvolgenti

Si sono conclusi i Cannes Lions 2021, anche questa volta svolti in streaming a causa delle restrizioni anti Covid. I progetti presentati quest’anno sono stati più di 29mila, provenienti da 90 Paesi. Alcune iscrizioni concorrevano anche per i premi del 2020, ovviamente sospesi a causa della pandemia.

Da questa edizione del festival della creatività, l’agenzia pubblicitaria Publicis Italy esce da grande vincitrice, avendo fatto incetta di 30 Leoni ed essendosi  aggiudicata anche il titolo di seconda agenzia più premiata dell’anno.

Tra tematiche attuali come la pandemia e l’inclusività  di genere, abbiamo selezionato quelle che secondo noi sono state le campagne più belle ed coinvolgenti.

Grand Prix Film| Grand Prix Health & Wellness| Titanium Grand Prix|

Gold Lion Glass| Gold Lion Film Craft| Gold Lion Health & Wellness|

Gold Lion Film – 2021

ESSITY – BODYFORM #Wombstories 

Agency AMV BBDO Londra

Super premiata durante i Cannes Lions 2021, Bodyform racconta ancora una volta le donne dal punto di vista del ciclo mestruale. Difficoltà a concepire con la fecondazione assistita, endometriosi, volontà di non volere figli, menopausa. Storie comuni, normali, viste dall’esterno. E il racconto animato visto dal punto di vista dell’utero: a volte triste e arido, a volte confuso, impazzito, dispettoso. Un universo complesso e a volte poco conosciuto. Il piacere, la rabbia, l’amore, il dolore, l’accettazione: non è facile “relazionarsi” con il proprio utero. Tutti dovrebbero sapere cosa significa e, soprattutto, comprendere. Un grande film questo di Essity, per i contenuti, per la realizzazione e per continuare ad incoraggiare le donne a raccontare la propria storia, ogni storia di donna e di utero.

La campagna Womb Stories insieme alle precedenti Bloody Normal e Viva la Vulva, è volta alla consapevolezza del corpo della donna e alla rottura dei tabù sul ciclo mestruale a cui ancora oggi (nella vita e in pubblicità), siamo legati.

Wombstories inoltre ha dato coraggio a migliaia di conversazioni sulle proprie storie e sulla condivisione dei racconti sulla malattia dell’endometriosi. Ma non solo: ha dato vita ad una nuova metodologia per classificazione del dolore, andando a sostituire l’obsoleta scala “da 1 a 10”. Attraverso sensazioni e descrizioni inserite in un “dizionario del dolore” risulta più semplice riconoscere e diagnosticare i diversi tipi di dolore, in particolare quello dell’endometriosi.

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Grand Prix Film 2021

NIKE • You Can’t Stop Us

Agency Wieden+Kennedy Portland

Negli ultimi anni abbiamo dovuto riprogrammare eventi e quotidianità, siamo stati e lo siamo ancora protagonisti di rivoluzioni a favore delle diversità. Nel film, il filo narrativo è quello del mondo dello sport che in pieno stile Nike affronta diversi ostacoli: in questo caso la pandemia e l’ingiustizia razziale. Il mashup, realizzato attraverso l’analisi di 4000 filmati ci mostra, come in un doppio schermo, gli atleti più famosi durante le loro performance. Tra questi notiamo anche il quarterback Colin Kaepernick, già protagonista di Nike e dei Cannes Lions 2019, che con il “taking the knee” mostra la sua protesta contro le discriminazioni razziali. “You can’t stop us” recita il voice over. Perché anche quando le cose non andranno bene, la nostra forza sarà quella di non essere soli. “E quando le cose non saranno giuste, ci uniremo per il cambiamento”. Nonostante le difficoltà, torneremo più forti che mai perché “nessuno può fermare quello che possiamo fare insieme”.

Grand Prix Film | Gold Lion Film Craft 2020

LACOSTE • Crocodile Inside 

Agency BETC Parigi

Lo sgretolarsi delle anime di una coppia durante un litigio si riflette con lo sgretolarsi del mondo attorno. Sui loro visi si leggono rabbia, passione, rancore, delusione. Si separano, si ritrovano ma i riavvicinamenti non convincenti portano ad un finale disastroso in cui la coppia riesce però a salvarsi in extremis grazie alla forza dell’amore.

Gold Lion Film | Gold Lion Film Craft 2020\2021

DIESEL • Francesca

Agency Publicis Italy

La modella trans Harlow Monroe è la protagonista di questo tanto brillante quanto attuale film. Nei panni di un giovane, vive la sua quotidianità costruendo il suo sogno di diventare una donna. Durante la transizione Francesca, piena della sua consapevolezza femminile ha però ancora un desiderio più profondo: quello di diventare suora. La sua determinazione le regala una nuova identità e la realizzazione personale.

Complimenti Publicis Italia!

Grand Prix Outdoor 2021

HEINEKEN • Shutter Ads

Agency Publicis Italy

Un’idea a livello globale che ha coinvolto nuovi spazi OOH a favore dei bar costretti a chiudere durante il periodo di lockdown. Publicis Italia ha trasformato 5000 saracinesche di tutto il mondo in spazi pubblicitari per il brand Heineken, “pagando” gli affitti degli spazi direttamente ai commercianti. Una grande operazione che ha raccolto 7,5 milioni di euro destinati appunto alla sovvenzione dei locali chiusi.

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Grand Prix Outdoor 2020

BURGER KING • The Moldy Whopper

Agency Burger King Miami, Publicis, Ingo e David Miami

Burger King ha una grande notizia da comunicare: nella composizione dei suoi panini ha eliminato 8.500 tonnellate di conservanti artificiali a livello globale. Come farlo sapere se non con una chiara immagine della naturale decomposizione degli alimenti durante il tempo? Ci saremmo aspettati anche un’analisi delle muffe ma, per questa volta, non fa niente!

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Grand Prix Outdoor

RENAULT • Village Electrique

Agency Publicis Conseil Paris

Non tutti sono aperti ai grandi cambiamenti. Negli ultimi anni, nonostante la consapevolezza che per il settore automobilistico l’elettrico sia il futuro, il 93% delle persone ritiene di non essere pronta a questo cambiamento. Renault ha trovato un modo alternativo per persuaderci. Scovando uno dei più piccoli paesi in Francia, ha sostituito le 11 automobili dei 25 cittadini con altre elettriche per un periodo di 3 anni. Appy, di fatto, è diventato il primo paese al mondo 100% elettrico. Sono cambiate le abitudini degli abitanti? No di certo. Ma a cambiare sono state le emissioni di Co2 e le vendite delle auto elettriche in Francia, incrementate del 50%. Proprio un “Appy” ending.

Grand Prix Print & Publishing | Grand Prix Campaign Industry Craft 2020\2021

DOVE • Courage is Beautiful

Agency Ogilvy London

Dove, famosa per esaltare con positività la bellezza nella autenticità di ognuno, è riuscita a coglierla anche in un periodo di sofferenza come quello della pandemia. La vera bellezza questa volta è nella forza e nella stanchezza di tutti gli operatori sanitari che si sono dedicati alla cura dei pazienti ricoverati. Diversi soggetti per un unico concept di impatto. Visi scavati e stanchi, segnati da tute, mascherine ed elastici. La bellezza di quei segni sta nel coraggio e nell’amore con cui hanno messo a rischio la propria vita per aiutare quella degli altri.

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Grand Prix Design 2020

NOTPLA • Notpla

Agency Superunion London

Una nuova visione del packaging: naturale e comodo. Così Notpla presenta ai Cannes Lions 2021 il suo progetto contro l’abuso della plastica che sta distruggendo il mondo. Un nuovo modo di dissetarsi e di usare le monoporzioni. Un aiuto per l’ambiente che grazie alle sue caratteristiche organiche -e non sintetiche- riesce a decomporsi in poche settimane contro i 700 anni della normale plastica.

Grand Prix Design 2021

H&M • Looop

Agency Akqa Stoccolma

L’87% degli abiti che non usiamo più finiscono in discarica. Per dare un aiuto concreto al cambiamento climatico dovuto alle emissioni delle lavorazioni, H&M promuove la circular fashion. Insieme all’Honk Hong Research Institute of Technology, è stato messo a punto il primo sistema di riciclaggio da capo a capo. Attraverso un’esperienza immersiva, i clienti possono scegliere in quali vesti -è il caso di dire- far rinascere il proprio capo di abbigliamento che desiderano riciclare. Senza l’uso di acqua né di prodotti chimici. Saranno spettatori del processo di destrutturazione e ricomposizione dei filati direttamente in negozio. H&M prevede di portare la tecnologia Looop anche fuori dalla Svezia, in nuovi mercati per incoraggiare i brand a scegliere il riciclaggio. Il messaggio, per noi, è quello di guardare ai nostri abiti vecchi come una risorsa e non più come un ingombro da buttare via.

Gold Lion Design 2020\2021

KRAFT HEINZ CANADA • Pour Perfectly

Agency Rethink Communications

Può un’etichetta posizionata in modo diverso sul prodotto incrementare le vendite e aumentare l’interesse di ricerca del 400%? Ebbene, sì. Heinz Ketchup, di fama quasi preistorica, ha riconquistato il suo pubblico canadese ed attirato nuovi acquirenti grazie ad una semplice ma evidentemente potentissima mossa: ruotare la sua etichetta di 31° in modo da suggerire la perfetta angolazione per la fuoriuscita del prodotto.

Grand Prix Glass 2020\2021

STARBUCKS • I AM

Agency VLMY&R Brasile

Il Brasile registra la maggior percentuale di transgender del mondo. Nonostante ciò, le pratiche burocratiche per cambiare nome richiedono tempi lunghi e procedure ostili. In più, il pregiudizio e la discriminazione rendono il cambio di identità socialmente e psicologicamente alienante. Così, Starbucks per la Giornata Internazionale della Visibilità Transgender, in accordo con l’ufficio notarile ha trasformato il locale in un ufficio in piena regola, pronto a garantire il cambio nome in modo legale e rapido. Il 29 Gennaio si trasformerà dunque nella giornata in cui Starbucks aiuterà le persone nel processo legale di cambio nome.

starbucks_iam_cannes lions

Grand Prix Creative Strategy 2020\2021

CHEETOS • Can’t Touch This

Agency Goodby Silverstein & Partners

Cheetos, gli snack al formaggio dalla polvere arancione, per riposizionarsi sul mercato ha trasformato la sua debolezza in punto di forza. Per anni Cheetos è stato lo snack per le pause in famiglia che nel tempo si è rivelata non essere più la condizione dominante di acquisto. Il “difetto” di lasciare le dita sporche ha aperto nuovi punti di vista verso un nuovo pubblico non più circoscritto in casa ma uno dall’indole giocosa e dispettosa. I Pop Corn Cheetos hanno spostato l’attenzione su quello “sporco difetto“, trasformandolo in un buon motivo per giustificare una simpatica indolenza.

 

Titanium Lion | Gold Lion PR | Gold Lion Direct | Gold Lion Brand Experience & Activation 2020

DIESEL • Enjoy Before Returning

Agency Publicis Italy

Acquistare abiti, indossarli e poi restituirli per ricevere il completo rimborso: questo è il Wardrobing, il fenomeno che sta costando all’industria della moda ben 15 bilioni di dollari l’anno. Mentre mezzo mondo sta combattendo contro questa politica, Diesel, dalla filosofia prettamente controcorrente, invece la incentiva. Nella sua campagna F\W 2019 il brand ispirandosi al wardrobing mostra modelli che indossano le etichette ben in vista sugli abiti, a penzoloni sulle aste degli occhiali e dai cinturini degli orologi. Poco importa…quale pubblicità migliore che si trasforma addirittura in un trend? Questo approccio infatti ha portato a Diesel un incremento delle vendite del 24%, una riduzione dei resi del -9% in store e del -14% online. Ma comunque ricordatevi di non staccare le etichette dai vestiti!

diesel_enjoy before returning_cannes lions 2021

Gli altri premi vinti da Publicis Italy ai Cannes Lions 2021, oltre i più importanti già citati, sono:

Diesel “Enjoy Before Returning” : 1 Argento in Creative Ecommerce; 3 Bronzi in Creative Ecommerce, Social & Influencer e Print & Publishing;

Diesel “Francesca”: 1 Argento in Film;

Heineken “Shutter Ads”: 1 Argento in Outdoor e 1 Argento in Media;

Heineken “We’ll met again”: 1 Bronzo in Film;

Barilla “Playlist Timer”: 4 Bronzi in Social & Influencer, Direct, Entertainment for Music, Audio e Radio;

Bottega Veneta “The Invisible Store”: 1 Argento e 1 Bronzo in Outdoor;

Netflix “The Crown”: 1 Bronzo in Single Market Campaign.

Docenti di tutta Italia a scuola di intelligenza artificiale: Summer School sull’AI a Modena

Sono passati alcuni mesi dalla firma del protocollo d’intesa che ha visto Ammagamma e l’Istituto Comprensivo 3 di Modena “Mattarella” dare vita a LUCY, la prima scuola sperimentale di intelligenza artificiale per gli istituti secondari di primo grado.

Dato il successo di questa prima esperienza, positiva sotto tutti i punti di vista per gli oltre cento studenti che vi hanno preso parte, Ammagamma e l’Istituto Mattarella hanno deciso di dare vita anche alla fase successiva del progetto. L’obiettivo è quello di educare anche gli adulti a comprendere e a utilizzare i dati e le tecnologie di intelligenza artificiale, in modo consapevole e responsabile, ovvero di formare i docenti del primo ciclo (scuola primaria e secondaria di primo grado) di altre scuole d’Italia, affinché possano replicare il programma didattico di Lucy e gettare le basi per creare una community sulla buona pratica di educazione all’AI.

Con il progetto Lucy abbiamo realizzato la prima sperimentazione curricolare di didattica dell’intelligenza artificiale per la scuola secondaria di primo grado, dedicata non solo agli studenti ma anche ai docenti. Questa esperienza annuale, realizzata per le terze medie dell’IC3 di Modena, ci ha portato a costruire un percorso multidisciplinare e laboratoriale finalizzato alla scoperta dei meccanismi di funzionamento dell’AI e all’immaginazione delle implicazioni e nuovi utilizzi delle tecnologie intelligenti.

Ha commentato Daniele Barca, Preside dell’IC3 Mattarella di Modena.

Formazione

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L’intelligenza artificiale è infatti integrata nella nostra vita digitale quotidiana e può essere un valido supporto nel processo decisionale delle persone. Ma che cos’è l’intelligenza artificiale? Cosa è in grado di fare e dove è possibile applicarla? Come leggere i dati che vediamo tutti i giorni?

Educare all’intelligenza artificiale non significa solo rendersi conto di quali siano gli strumenti “intelligenti”, ma anche, e soprattutto, significa comprenderne il funzionamento per ridimensionare la percezione “magica” e la visione distopica di quello che potrebbe essere il suo impatto nel futuro.

Educare a pensare è un vero e proprio format didattico che abbiamo studiato per rispondere al tema dell’approccio critico al digitale e trova fondamento nei concetti espressi all’interno del libro bianco sulla didattica dell’intelligenza artificiale “De Arte Intelligendi”, redatto e promosso da Ammagamma. Serve un approccio multidisciplinare per comprendere a fondo l’AI. Questa è l’ambizione della nostra scuola e la visione educativa di Ammagamma.

Ha aggiunto Pietro Monari, responsabile dei progetti Education di Ammagamma.

Il percorso, che si svolgerà tra gli spazi dell’Istituto Comprensivo e il convento di suore Orsoline dove ha sede Ammagamma, guiderà i partecipanti in un viaggio tra l’evoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale e la storia culturale modenese, attraverso delle attività laboratoriali che metteranno in collegamento la storia, la letteratura, la magia e l’immaginazione, con l’informatica, la robotica, la natura e la matematica.

Il corso è accreditato S.O.F.I.A., con il codice 60473, darà diritto a crediti formativi e si terrà presso il future lab spazio Leo dell’IC3 di Modena (scuole medie Mattarella, Viale Piersanti Mattarella, 145).

Qui per accedere alla pagina di iscrizione alla Summer School.

Perché ogni azienda ha una responsabilità sociale e come scoprire la tua

Decimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è la CSR, Corporate Social Responsibility: ne abbiamo parlato con Marco Marchetti, Head of Digital Marketing di Despar. Grande appassionato di marketing e comunicazione, è coinvolto in prima linea anche in tutte le attività aziendali che hanno a che fare con l’impegno sociale.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Cos’è la CSR, Corporate Social Responsibility: min 03,20
  • I 4 pilastri fondamentali della CSR: min 07,25
  • Come avviare un contesto aziendale: min 09,00
  • I progetti a lungo periodo: min 13,00
  • I benefici della CSR per le imprese e le persone: min 16,55
  • La situazione in Italia: min 18,00
  • I case study: min 22,40
  • Cosa aspettarci per il futuro: min 32,45

Brumbrum chiude un finanziamento con un focus sul noleggio a lungo termine

Brumbrum, il primo e-commerce italiano di auto usate, a km 0 e di noleggio a lungo termine, annuncia di aver completato un’operazione di finanziamento per complessivi 65 milioni di euro. Alantra Credit Portfolio Advisory, in qualità di sole financial advisor per brumbrum S.p.A. e lo studio legale Orrick, Herrington & Sutcliffe, in qualità di legal advisor, hanno strutturato l’operazione. 

Il round di finanziamento è stato condotto tramite la costituzione di un veicolo di cartolarizzazione i cui titoli senior sono stati sottoscritti da fondi di investimento gestiti da Oaktree Capital Management L.P. (“Oaktree”) e da P&G SGR, assistiti da Phinance Partners come financial advisor e dallo studio legale Hogan Lovells come legal advisor, mentre i titoli junior sono stati sottoscritti dalla stessa brumbrum che svolge anche il ruolo di portfolio manager dell’operazione

È la prima cartolarizzazione di questa tipologia realizzata in Italia. Banca Finint, oltre ad aver garantito supporto nella realizzazione dell’operazione, ricopre il ruolo di master servicer, corporate servicer, representative of noteholders e computation agent, mentre Agenzia Italia quello di back-up portfolio manager

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Nonostante la crisi del mercato automotive legata all’impatto della pandemia Covid-19, il modello di distribuzione digitale di brumbrum si dimostra vincente. L’operazione appena conclusa ha come focus principale il noleggio a lungo termine a marchio brumbrum per clienti privati. Si tratta di un’operazione unica nel suo genere in Italia e tra le prime in Europa, resa possibile da una recente modifica normativa (L. 28 giugno 2019, n. 58) volta a creare innovazione attraverso la cartolarizzazione dei proventi derivanti da beni mobili registrati e beni immobili. Essa consentirà quindi a brumbrum di sviluppare un piano di crescita ambizioso sul noleggio a lungo termine per privati, ed allo stesso tempo di rafforzare ed estendere la flessibilità finanziaria a disposizione di brumbrum per la crescita del business dell’Usato.

L’operazione appena conclusa si somma ad un ulteriore rafforzamento della compagine dei Soci con l’ingresso nel capitale di brumbrum del fondo DIP Capital, che affianca i Soci storici guidati da United Ventures e Accel

La recente pandemia ha cambiato radicalmente la mobilità delle persone. I mezzi privati sono percepiti come più sicuri rispetto a quelli pubblici, mentre lo smart working e i ripetuti divieti di spostamento hanno costretto molte persone a lasciare ferma per molto tempo l’auto di proprietà, pur continuando a sopportarne i costi. Rispondendo quindi alle esigenze del periodo, brumbrum ha ideato una nuova offerta commerciale modulabile di noleggio a lungo termine dedicata ai privati. Direttamente dal sito brumbrum.it è possibile noleggiare la vettura, pagando un canone composto da una componente fissa molto conveniente, comprendente assicurazione, assistenza stradale, manutenzione ordinaria e straordinaria, e da una componente variabile legata alla reale percorrenza chilometrica.

È quindi un’offerta a consumo, si paga il mezzo in base all’utilizzo mensile. A salvaguardare la spesa dei propri clienti però interviene il servizio di Canone Protetto, offerto gratuitamente: si tratta di un limite di spesa massima mensile, a seconda della vettura, che consente di tenere i costi sotto controllo, annullando il rischio di rate eccessivamente alte nei mesi di maggiore utilizzo dell’auto. Permette quindi di orientare la spesa mensile in base all’effettivo utilizzo del veicolo. Se si utilizza poco la vettura, si pagano i chilometri percorsi. In caso di percorrenze elevate, interviene il Canone Protetto e la rata non è mai maggiore della cifra prevista da contratto.

Francesco Banfi, fondatore e CEO di brumbrum ha dichiarato:

Siamo particolarmente soddisfatti di avere completato un’operazione così innovativa e ambiziosa in un contesto di mercato così complesso. Brumbrum può proseguire lo sviluppo commerciale della propria offerta affiancando al prodotto Usato anche un prodotto di noleggio a lungo termine per privati, affermandosi come il principale canale online italiano nel settore auto.

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Oggi brumbrum, che impiega complessivamente più di 120 dipendenti e opera attraverso il sito brumbrum.it, è presente sul mercato italiano attraverso la Factory di Reggio Emilia: un impianto di 50.000 mq, suddiviso tra area produttiva, zona di stoccaggio, uffici e spazi commerciali – dove operano i team di logistica e i meccanici impegnati nel processo di selezione e riqualifica delle vetture – e gli uffici di Milano dove lavorano i team tech, marketing, vendita, acquisti e pricing. 

La piattaforma online offre due diverse proposte di mobilità: (i) l’acquisto di usato o auto a km 0 e (ii) il noleggio a lungo termine per privati. Per le auto usate in vendita, brumbrum seleziona e acquista le proprie vetture, le controlla e ripara presso la Factory di Reggio Emilia prima di renderle disponibili sul proprio sito. Ai futuri acquirenti viene offerto un livello di trasparenza, qualità garantita e dettaglio senza pari nel mercato dell’usato, oltre a servizi extra, come il finanziamento online e la consegna in tutta Italia.  

Per quanto riguarda il noleggio a lungo termine, i clienti hanno la possibilità di sottoscrivere un contratto flessibile, personalizzando anticipo e canone mensile, usufruendo di servizi come manutenzione, spese amministrative e assicurazione inclusi nel prezzo.

Come la cultura digitale sta cambiando l’arte in ogni dimensione

Dall’esperienza di Meet ho imparato a stare fuori dagli schemi, cercare di avere la mente libera da pregiudizi, regole, schemi, e applicare un pensiero critico.

Questo è il mood di Maria Grazia Mattei, fondatrice e Presidente del centro nonché inventrice di Meet the Media Guru, ciclo di incontri e confronti internazionali con il gotha della cultura digitale e dell’arte, della filosofia e della comunicazione, del marketing e dell’imprenditoria.

Maria Grazia accoglie Mirko Pallera durante il Ninja Van Tour, mostrandogli i manifesti affissi alle pareti del Meet, che raccontano la storia della cultura digitale in un percorso, compreso di proiezioni, chiamato “Le radici del nuovo” e un’intera sala dedicata al Siggraph, l’iniziativa più importante al mondo dedicata all’evoluzione della cultura digitale dalla computer-grafica alla realtà virtuale. 

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Il luogo di cultura Meet, a Milano è sempre stato un ritrovo dedicato a rassegne e cinema, adesso invece si è rimodernato attraverso la cultura digitale. Le pareti raccontano il percorso “le radici del nuovo” fatta di poster, oggetti, proiezioni sui muri, effetti speciali, web e 3D. Racconta Maria Grazia:

Per questo mio nuovo progetto ho coinvolto 4 artisti: Carlo Stanga, Chiara Luzzana, il gruppo Screen Colors e i Fuse. Abbiamo creato un monitor 12×8 m lineare da girare attorno le opere che danno il benvenuto, la sensazione è una Milano che parla, che si presenta con narrazione più sonora che visiva, con riprese particolari alla continua scoperta di luoghi. Quattro nuove interpretazioni in un modo innovativo di raccontare la città: così nasce Nice to Meet You.

Anche il Meet ha subito una battuta d’arresto con la chiusura forzata dello scorso anno, nonostante molti progetti erano pronti a partire, sempre con lo sguardo dell’arte verso il futuro, con sperimentazioni narrative, artistiche e creative. Una realtà concepita già 7 anni fa, con costanti ricerche e preziose collaborazioni con altri centri Europei, uno spazio che coniuga tutte le dimensioni.

Meet è quello che ci serve, a Milano e nel resto del territorio. Riconcilia la dimensione locale a quella internazionale. Continuiamo a raccontare le storie passate, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, che guardano al futuro, aiutandoci a ragionare. Consiglio a tutti di tenere d’occhio questo processo inarrestabile, approcciarci al nuovo con curiosità, avere apertura mentale e diventare pienamente consapevoli di quello che sta accadendo. Non dobbiamo essere passivi di tecnologia, altrimenti saremmo schiacciati. Se si liberano energie, si scoprono praterie da esplorare.

Un museo, dunque, dove gli artisti espongono, non con un pennello, ma con computer e algoritmi, aiutando a cambiare la percezione delle cose, con nuove forme d’arte. È Il Meet vuole rispecchiare questa storia: guardare n° prospettive, non un punto di vista solo.

Non c’è dubbio, il Meet è un posto davvero Unbreakable, in grado di attraversare ogni periodo storico e ogni cambiamento, di continuare a raccontare il passato e allo stesso tempo farsi specchio del futuro.

>> Viaggia assieme a Mirko Pallera sul Ninja Van per scoprire le aziende Unbreakable. Iscriviti qui <<

come cercano lavoro i giovani

Podcast e Social Media: come cercano lavoro le nuove generazioni

L’orientamento, questo sconosciuto. O meglio: non troppo riconosciuto.

Nel mondo del lavoro, troppo spesso si è confuso (e si continua tuttora a confondere) con l’adattamento. Quest’ultimo è, in realtà, una strategia di sopravvivenza degli esseri viventi che viene espressa nei contesti naturali, mentre l’orientamento dovrebbe riguardare il processo che il soggetto che lo desidera deve svolgere per diventare consapevole della propria posizione rispetto a un punto fisso (nel caso dello spazio geografico il sole e i punti cardinali).

Mai come in questo periodo storico le persone, e soprattutto i più giovani, hanno bisogno e devono necessariamente orientarsi per conferire senso alla propria esistenza in un mondo complesso, privo di confini e al contempo denso di opportunità e stimoli differenti.

Un’indagine (pre-pandemia) di Studenti.it raccontava quanto fosse indispensabile l’orientamento per i giovanissimi: non solo come supporto educativo alla crescita individuale e professionale, ma soprattutto perché oltre il 60% dei 12.000 intervistati dichiarava di non averlo ricevuto o di non esserne per nulla soddisfatti.

Gli investimenti nelle cosiddette “politiche attive” per il lavoro negli ultimi tempi sono stati messi in ombra dall’enfasi sulle politiche “passive” e da alcuni approcci più assistenzialistici del welfare state. L’orientamento invece dovrebbe essere la chiave di volta per supportare una congiuntura economica che si dimostra sicuramente difficile.

Perché orientamento al lavoro non significa necessariamente “adattamento al datore di lavoro”.

La pandemia è stata un’occasione, anche se in certi casi frustrante, infatti, di trasformare alcune insoddisfazioni in cambiamenti, e le nuove tendenze sulle nuove generazioni raccontano la voglia di distaccarsi dal lavoro come è inteso in senso tradizionale. Sono tantissimi i giovani che decidono di abbandonare dei lavori stabili per avviare nuove attività.

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Ma come fanno allora le nuove generazioni a raccogliere le informazioni utili per destreggiarsi nel labirinto della ricerca attiva di lavoro? Se gli strumenti istituzionali non sono sufficienti, la ricerca autonoma diventa favorita, sebbene possa implicare alcuni errori di metodo.

Sempre secondo la stessa ricerca, il criterio che solitamente guida la scelta del percorso accademico, ad esempio, è la scelta “di pancia” per il 49% degli intervistati; con il 19%, vengono le richieste del mondo del lavoro, per l’8% degli intervistati conta la sede dell’Ateneo mentre il 5% si affida ai consigli di parenti e amici.

Quali sono i canali con cui in Italia si trova più facilmente lavoro?

Un rapporto Inapp di qualche anno fa (2016) indicava che il , il 33,1% dei job seeker trova un lavoro puntando sul networking a partire dagli amici, dai parenti e dai conoscenti, un quinto (20,4%) riesce inviando un’auto-candidatura. Secondo questa indagine le agenzie del lavoro sono efficaci solo per un 5,6% dei lavoratori, probabilmente perché utilizzate solo da aziende medio-grandi che rappresentano solo una piccola fetta del mercato.

Non dimentichiamo che più dell’80% delle imprese in Italia sono piccole o micro-imprese con meno di 10 dipendenti.

Gli annunci di lavoro, che sono stati forse lo strumento delle generazioni del passato (e che forse sono tramandati culturalmente come mezzo di ricerca di padre/madre in figlio) riescono a permettere il match a solamente il 2,6% dei disoccupati, nonostante la stragrande maggioranza dei job seeker “applica” alle opportunità aperte.

Secondo un rapporto ANPAL che analizza dati dello stesso periodo, il canale informale (richieste a parenti, amici e conoscenti) si conferma come la principale strategia di ricerca di un lavoro, con percentuali medie di utilizzo, negli ultimi 10 anni, superiori all’80%.

La consultazione di annunci su giornali e riviste è stata, invece, definitivamente scalzata dalla diffusione dell’utilizzo di internet. Infatti, il suo utilizzo è cresciuto di ben oltre 20 punti percentuali, attestandosi, nell’ultimo anno, al 60%.

Anche per l’Employer Brand Research 2021 di Randstad, nella ricerca di un nuovo lavoro il canale privilegiato resta quello dei contatti personali: il passaparola è stato indicato dal 32% del campione come il metodo migliore per trovare un nuovo lavoro.

I datori di lavoro che cercano personale, infatti, attingono molto spesso a risorse con referenze fidate (anche perché non dispongono di una funzione HR o il budget per investire su altre tipologie di intermediazione).

Come emerge dalla ricerca, nel 52% dei casi i candidati cercherebbero prima di tutto il sito web dell’azienda, e i relativi social media, per raccogliere informazioni sul potenziale datore di lavoro. Questi spazi virtuali rimangono, perciò, la fonte di informazione principale per approfondire la conoscenza di una determinata organizzazione e, di conseguenza, arrivare preparati ad un eventuale colloquio di lavoro.

colloquio di lavoro

Già dalle analisi di Adecco del 2019 (Work Trend Study) i social media come strumento utilizzato dai job seeker crescevano di anno, in anno, con la prevalenza naturale di Linkedin (circa il 60% del campione), ma in buona compagnia di Facebook (intorno al 30%), Instagram (10%) e Twitter (4%).

Negli ultimi due anni, però, lo scenario digitale si è trasformato molto e l’affermazione di nuovi social network, esplosi ancora di più durante la pandemia, sta modificando notevolmente anche le opportunità di ricerca e conoscenza del mondo del lavoro, anche se al contempo rischia di confondere ancora di più le idee.

Instagram, Tik Tok e le frontiere digitali dei job tips

Essere in grado di rafforzare e qualificare la propria rete di conoscenze si conferma comunque un valore aggiunto, potenziato enormemente dall’effetto moltiplicatore dei social network. Linkedin e gli altri social media, sempre più in crescita, consentono di veicolare informazioni, consigli, tips&tricks che anche a solo cinque o sei anni fa non erano così disponibili alla grande maggioranza dei giovani job seekers.

Tra gli effetti del periodo dei lockdown, c’è stata la proliferazione di tantissime pagine e profili di professionisti che si sono dedicati a raccontare il lavoro e il mondo del business, a suggerire contenuti e temi propri dell’orientamento al lavoro e del mondo della selezione in azienda.

Linkedin rimane il principale social dedicato al mondo del lavoro, ma sono sempre di più le evoluzioni di questi temi sulle piattaforme più frequentate dalle nuove generazioni.

LinkedIn conta 18,6 milioni di utenti in Italia (il 57% sono uomini e il 43% donne) e più della metà ha ricevuto un’istruzione. L’età media degli utenti Linkedin però si concentra principalmente fra i 25 e i 34 anni e per i più giovani l’esperienza del social network professionale continua ad essere meno attiva rispetto alle fasce di età di junior professional.

Quali sono allora le pagine da seguire? In questa gemmazione continua di account che raccontano di crescita personale, lavoro, selezione e scelte universitarie provo a dare la mia personalissima (e non esaustiva) lista.

In primis sono le pagine Instagram quelle in cui alcuni professionisti si sono cimentati nell’ultimo periodo a dedicarsi sul piano personale a trasmettere le loro conoscenze sui processi di recruiting e sull’orientamento al lavoro, mettendosi a disposizione delle community di giovani follower che continuamente interagiscono e chiedono lumi sul mondo del lavoro.

Ecco una loro “short list”, partendo dai profili che spiegano i processi e i trucchi della selezione in azienda:

  • Fabiana Andreani (@fabiana.manager), professionista d’azienda specializzata nell’orientamento di giovani, oramai vera influencer da +100K follower che senza sosta pubblica storie e video per consigliare sulle scelte di carriera
  • Gaia Alaimo, che con la sua @yourmillennialmentor (10K followers) che supporta la community di ragazze e ragazzi attraverso il career coaching ed esperienze di mentoring tra Millennials e ZedGen
  • Sara Gigliotti, recruiter d’azienda, che sul suo profilo personale @human.recruiter (10K followers) attrae e consiglia i giovani con i segreti del mestiere HR, raccontando le peripezie e il POV aziendale delle selezioni
  • Sonia Gentile, psicologa e manager delle risorse umane in azienda, sulla pagina personale @sonia_careetips (+5K followers) si dedica a supportare la ricerca del lavoro dei più giovani anche attraverso strumenti e consigli per valutarsi e affrontare i momenti della selezione con tips&tricks di taglio psicologico
  • Martina Torri, anch’essa psicologa ed HR in azienda su @lapsicologaconlevans (+3K followers) si è data la missione di aiutare chi, come lei pochi anni prima, si trova in una fase di transizione dallo studio al lavoro
  • Sabrina Grazini, consulente del lavoro, che su @sabrine_graz (+4K followers) spiega con grande semplicità i cavilli amministrativi e le norme che riguardano la retribuzione sul posto di lavoro
  • Daniele Vezza, creator digitale, docente universitario e professionista d’azienda, su @danibisnes (+14K followers) diffonde consigli sul mondo del lavoro nelle organizzazioni e sui processi di selezione.
  • Gioia Novena, Linkedin Top Voice 2021 e sua sorella Guenda, attraverso la community @nextopp_official (3K followers), molto attiva su Linkedin, si impegnano a far migliorare lo sviluppo delle soft skills e del personal branding per la crescita professionale.

Da seguire su IG anche le pagine che riescono ad orientare nel mondo del lavoro attraverso lo storytelling delle professioni e dei mestieri. “Conosci il professionista che vuoi diventare” è in qualche modo il mantra che aiuta, attraverso interviste, dirette e coinvolgimenti social, tanti professionisti, aziendali e non, nelle pagine di:

  • @talkinpills (+30K followers), fondata da Carolina Sansoni e Ludovica Tofanelli, che fornisce quotidianamente pillole di conoscenza del mondo lavorativo, con la maestria delle competenze di digital marketing;
  • @justknock (+10K followers) di Marianna Poletti che come start-up da diversi anni mette in collegamento giovani e aziende attraverso il blind recruiting e le call for ideas;
  • @truemillennials (10K followers) di Marco Aiuto che attraverso l’ascolto di junior professionals già all’interno delle aziende ispirano e preparano alla carriera i giovani seguaci della community;
  • @smartfutureacademy (+2,5 K followers), organizzazione no-profit che si rivolge a studenti di scuola e giovani e che organizza eventi virtuali e dal vivo per orientare alle professioni su tutto il territorio nazionale.

Oltre Instagram, i nuovi confini tracciati da Tik Tok nell’interazione con le nuovissime generazioni ha portato allo sviluppo di TikTokers che si dedicano a consigliare e orientare per la carriera e le scelte personali di centinaia di migliaia di ZedGen. Oltre a Fabiana Andreani e Gaia Alaimo, già citate precedentemente, e delle altre pagine che ritrovate quasi tutte anche su TikTok, vale la pena fare un giro tra gli account della life coach Angela Papi @angela_papi (+250K follower), Maria Grazia Balducchi, consulente HR (@risorse_umane, +11K follower), Elena Davanzo (@fashionel, +15K follower) per l’interesse specifico di carriera nella moda.

Non ho evidenza ancora di streamers italiani che siano riusciti a sviluppare con successo un canale Twitch dedicato a orientare i giovani attraverso video IRL (magari nella categoria “Just Chatting”) che permette agli spettatori di interagire direttamente, a differenza di quanto avviene sugli altri social, dando la possibilità di rispondere in diretta alle domande dei fan.

giovani che cercano lavoro

Podcasting e orientamento: imparare a cercare lavoro con l’ascolto

I recenti sviluppi del tema dell’audio a partire da ClubHouse (e tutte gli altri sviluppi di questi mesi, da dagli Spaces di Twitter, al potenziamento delle chat vocali di Telegram, alle room dedicate all’interazione vocale di Facebook e Slack) alle ultime news relative alle stanze audio di Linkedin, possono far tenere in considerazione altri canali di orientamento e job tips che possono essere seguiti per tenersi informati o cogliere spunti per le proprie scelte professionali e di carriera.

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Su ClubHouse, tra le room in italiano da seguire segnaliamo quelle di HR Italia Club (www.clubhouse.com/club/hr-italia), frequentate per lo più da HR Manager ed esperti di risorse umane che in alcuni appuntamenti dedicati forniscono consigli utili e “backstage” del mondo HR ai job seeker partecipanti.

Proseguendo nel mondo dell’audio, l’ascesa continua del podcasting e l’incremento esponenziali di ascolti degli ultimi anni ha permesso la nascita di serie dedicate all’orientamento al lavoro da gustare su Spotify e su tutte le altre piattaforme di ascolto. Cito i primi esperimenti di orientamento e tip&tricks sulla carriera professionale che puntano sull’ascolto come modalità per raggiungere più intimamente cuore e mente degli ascoltatori in cerca di un’occupazione:

  • Job Busters” il podcast firmato Adecco condotto dalla content creator YouTube Federica Mutti che intervista diversi professionisti per sfatare i falsi miti sul mondo del lavoro;
  • Beyond Business Podcast che racconta i dietro le quinte delle storie formative e professionali di ospiti provenienti dal mondo del lavoro e offre agli ascoltatori nuovi punti di vista per fornire strumenti utili e far trovare “la propria strada nella vita”;
  • Il Suono del Lavoro”, la serie di That’s Y che raccoglie decine e decine di voci di HR Manager, HR Director e Recruiter di grandi aziende multinazionali che offrono i loro spunti di incoraggiamento e qualche segreto per affrontare al meglio il percorso di avvicinamento dei giovani alle aziende.

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I metodi tradizionali e il “phygital” career guidance

Non mancano dunque le opportunità per informarsi sul mondo del lavoro e sui processi che caratterizzano la selezione in azienda.

La spinta del digitale, da Linkedin in poi, ha permesso di avvicinare molto più facilmente i protagonisti del mondo del lavoro nelle organizzazioni ai giovani, in alcuni casi senza interagire con le Università e gli altri player di intermediazione. Un conto è però la selezione vera e propria, un conto è l’orientamento utilizzato sempre di più anche dai brand come contenuto di attrattività e di awareness.

Sta di fatto che il mondo del lavoro sta subendo un’ulteriore trasformazione e un momento delicato dal punto di vista occupazionale, e la moltiplicazione delle informazioni su tanti canali, rischia di aumentare per certi versi la complessità e il filtraggio delle informazioni utili per il singolo job seeker.

Giovani, in cerca di prime occupazioni, che meditano però anche percorsi alternativi a quelli standardizzati che offrono le grandi organizzazioni.

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Vanno quindi sostenute anche tutte le occasioni reali di incontro e avvicinamento al mondo del lavoro. Soprattutto quelle in grado di sostenere le persone ad affrontare e gestire i cambiamenti, che rendono gli individui autonomi nelle scelte di orientamento, che sviluppano e fanno scoprire concretamente le risorse delle persone e che sono consapevoli che la grande difficoltà è sempre quella di coniugare le progettualità personali alle esigenze, più o meno chiare, del mondo del lavoro.

Perché, come dice Tony Watts, Professore di Career Development alla Derby University,Istruzione e l’orientamento professionale fanno parte di un processo profondamente politico. Funzionano da interfaccia tra l’individuo e la società, tra sé stessi e le opportunità, tra le aspirazioni e il realismo. Facilitano l’allocazione delle life chances. In una società in cui le life chances sono distribuite in maniera diseguale, affrontano il problema di rinforzare tali disuguaglianze o ridurle”.

Come fanno, ad esempio, le start-up di Talents Venture che lavora con Università e Scuole sui temi dell’orientamento allo studio o Job Club, che sul territorio sviluppa un metodo che punta molto a livello territoriale sulla potenza del networking e la qualità delle relazioni.

Nell’era della conoscenza e dell’economia immateriale le capacità distintive dell’essere umano di sviluppare competenze generaliste e specialistiche utili nella ricerca dell’autorealizzazione si è sempre più consolidata.

L’orientamento deve diventare sempre di più un apprendimento intenzionale che supporta individui e gruppi a considerare e riconsiderare continuamente il lavoro, il tempo libero e la formazione personale alla luce di nuove informazioni ed esperienze da intraprendere.

Deve formare sempre di più alla costruzione di coscienza critica (e al riconoscimento delle fake news), al riconoscimento delle proprie vulnerabilità (ed educare al fallimento), mettere in dubbio ciò che è “normale” (e aprire alle diversità), incoraggiare le persone a lavorare insieme (cercando lavoro in team o superando le barriere di differenza generazionale) e preparare a lavorare su livelli diversi e, perché no, contemporaneamente a lavori diversi.

La grande sfida è rendere “phygital” anche l’orientamento al lavoro, affinché non sia solo ricezione di stimoli rapidi e frammentati tra stories dei social media, streaming e call to action digitali, ma anche relazione umana, crescita personale e scambio collaborativo tra persone. Giovani e meno giovani.

Affinché il senso di “libertà” data dall’euforia digitale e dalla potenza delle connessioni non diventi, come nel protagonista di “Kafka sulla spiaggia”, un rafforzamento del senso di solitudine e di smarrimento nel giovane job seeker:

Sono libero, mi dico. Chiudo gli occhi e per un po’ penso a questa mia nuova libertà. Ma non riesco a capire bene che cosa significhi il fatto che sono libero. Quello che capisco adesso è semplicemente che sono solo. Solo e in un paese che non conosco. Come un esploratore solitario che ha perso bussola e mappe. È questo che significa essere liberi? Non lo so, e allora rinuncio a pensarci” (Haruki Murakami).

Perché mettere in sicurezza il tuo sito è una priorità (anche se sei una PMI)

Viviamo in un mondo sempre più digitalizzato: quando acquistiamo, quando cerchiamo quello che ci serve, mentre studiamo o lavoriamo, interagiamo sempre più con il web e le sue specificità, senza renderci conto che disseminiamo – come piccoli Hansel e Gretel – briciole fatte di informazioni sensibili.

Interagire online, d’altronde, produce informazioni: e questo continuo lasciare tracce, incontrarsi, scambiarsi dati, attira l’attenzione di chi con il furto di quelle miriadi di frammenti informativi può arricchirsi.

Come? Vendendoli o sfruttandoli per scopi non trasparenti o scorretti: un commercio floridissimo in un mondo che è ormai a trazione digitale.

Dietro questi crimini (perché di questo si tratta) ci sono gli autori di attacchi informatici. Non si tratta solo di hacker o di semplici nerd, ma di professionisti esperti e con grandi competenze, lontani dall’immaginario collettivo che li ritrae come goffi ragazzotti chiusi nel buio della cameretta ad armeggiare con complicatissimi linguaggi di programmazione.

Alcuni, scrivendo codice, possono fare danni ad aziende e privati cittadini: vediamo come.

sicurezza-digitale

La “forma” degli attacchi informatici

Secondo il rapporto Clusit 2021, un documento molto utile per comprendere il fenomeno, gli attacchi informatici hanno registrato un’impennata notevole nel 2020: se raffrontata al 2019, parliamo di un 12% in più.

Ma come sono fatti, letteralmente, questi “attacchi”?

Il più famoso è del tipo conosciuto come “cybercrime”, letteralmente crimine informatico. In parole povere, sono tutte quelle azioni finalizzate a truffare e rubare, come usare le credenziali altrui per accedere ad aree riservate o il furto di identità. Nel 2020 sono stati il 9% in più rispetto al 2019 (e il trend è ovviamente ancora in crescita). 

Ci sono altre forme di attacco informatico: l’Hacktivism, lo spionaggio e le cosiddette cyber warfare, la guerra fra stati di cui tanto si è sentito parlare nei telegiornali.

Vittime dei cybercrime sono molto spesso le aziende, che vengono colpite nelle loro infrastrutture, come reti o siti istituzionali: non è un caso che con l’aumento dell’attività da remoto dovuta alla pandemia, moltissime imprese si siano dotate di protezioni più capillari.

Sempre nel rapporto Clusit si legge come la remotizzazione del lavoro abbia cambiato gli obiettivi dei criminali digitali: si è ridotto di circa il 18% il numero di attacchi informatici rivolti a infrastrutture digitali, ma questo non significa che la situazione sia migliorata.

Se le reti principali erano diventate più difficili da colpire, allora perché non attaccare gli end-point, ossia il singolo device del dipendente?

Proprio così: nell’ultimo anno ad aumentare sono state le azioni che hanno messo nel mirino non tanto le reti dell’azienda, i suoi server, le sue centrali, ma i computer singoli dei dipendenti.

Per capire il fenomeno: si calcola che il numero di infezioni su singoli PC personali sia praticamente raddoppiato nel 2020 rispetto al 2019, dato che da 45.000 infezioni siamo passate a 85.000.

Insomma, nessuno è immune dagli attacchi informatici, a maggior ragione quelle realtà che sul web ci sono arrivate da poco e ancora devono “entrare” nella mentalità di proteggersi.

5 semplici consigli per mettere in sicurezza il tuo blog su WordPress

Proteggersi, per vendersi meglio

Questa generale presa di coscienza si scontra con la realtà, dato che lo scenario italiano propone una situazione alquanto frammentata: circa un terzo degli esperti di sicurezza informatica in Italia ammette di non avere una strategia contro il crimine informatico, mentre il 43% dei professionisti ritiene di doverne mettere in cantiere una entro i prossimi 18 mesi. Proiezioni che non sono avulse dal mondo delle PMI, che a dispetto di quanto si crede possono essere facilmente oggetto di attacchi di questo genere.

In particolare, non si deve abbassare la guardia se si è aziende (piccole e grandi non importa) che operano con l’ausilio di strumenti che impiegano grandi database per funzionare, o che realizzano campagne di advertising online (raccogliendo così tanti dati di clienti e prospect): una buona protezione delle informazioni non è solo una tutela del segreto industriale a disposizione, ma anche una garanzia di serietà per i propri clienti.

C’è poi un risvolto non secondario, cioè che la sicurezza può diventare una leva promozionale: chi infatti ti garantisce una tutela dei dati ha sicuramente una marcia in più rispetto alla concorrenza. Un aspetto da non sottovalutare. 

Il problema è “come” lavorare per garantirla, la sicurezza. Per farlo bisogna partire dalle infrastrutture che ospitano le properties aziendali, dall’hosting alla tecnologia cloud, le quali devono essere performanti e assicurare qualità.

Capire come queste siano effettivamente efficienti non è complicato: sul mercato infatti è possibile reperire tool in grado di diagnosticare lo stato di salute di dette infrastrutture, evidenziando i punti di debolezza e indicando dove intervenire.

Uno dei più performanti presenti sul mercato è Marxec, un sistema di controllo altamente evoluto che lavora attraverso i principi di intelligenza artificiale.

La tecnologia dell'Intelligenza Artificiale avrà un ruolo sempre più prioritario, e registrerà un incremento del 20%

Sviluppato da Gmg Net, un’azienda tutta italiana operante nel campo della sicurezza digitale e affiliata alla Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica), Marxec opera grazie a un algoritmo che permette di verificare se un sito, un portale eCommerce, una landing page siano sotto attacco informatico, identificando sin da subito se siano stati installati file dannosi o terze parti potenzialmente pericolose, ed evidenziando quali possano essere gli interventi da mettere in opera per risolvere ogni minaccia.

Marxec è insomma una sorta di guardiano silente che protegge e garantisce di individuare eventuali intromissioni, rintracciando in pochissimo tempo eventuali componenti malevoli che possono compromettere la sicurezza di un’infrastruttura digitale: ciò che serve per combattere nemici invisibili e sempre più agguerriti.

Con la venuta del New Normal, il digitale e l’analogico si intrecceranno sempre più, fondendosi: compito delle aziende sarà mettersi al riparo dai tanti malintenzionati che quotidianamente cercano di danneggiare le attività altrui, proteggendosi con strumenti adeguati. Come Marxec.

facebook social commerce

Social Commerce: Facebook annuncia Shops su WhatsApp e altre novità

Facebook ha annunciato nuovi modi per fare acquisti attraverso le proprie app, insieme a soluzioni per le aziende per personalizzare lo shopping con inserzioni e investimenti in tecnologie che daranno forma alle esperienze di shopping di domani.

L’annuncio delle nuove funzioni è arrivato dal CEO di Facebook in persona, Mark Zuckerberg, durante una Live Audio, e diffuso attraverso un post nella newsroom e in un blog post su Facebook for Business con tutti i relativi dettagli.

Il modo in cui le persone fanno acquisti è cambiato negli ultimi decenni: si è passati dal visitare i centri commerciali al fare acquisti online e, ora, a provare virtualmente gli occhiali da sole dal proprio divano.

Lo shopping fa parte da anni del DNA di Facebook, con brand del mondo retail che utilizzano annunci personalizzati per raggiungere i clienti. Lo scorso anno, quando il COVID-19 ha bloccato le attività economiche locali, Facebook ha accelerato il lancio di Shops per aiutare le imprese a vendere online.

Una tendenza, quella del social commerce, su cui l’azienda di Mark Zuckerberg punta perché crede fortemente che non sia un fenomeno temporaneo: un consumatore su tre, a livello globale, afferma di voler passare meno tempo in negozio anche dopo la fine della pandemia, e quasi tre quarti dichiarano di trarre ispirazione per lo shopping da Facebook, Instagram, Messenger o WhatsApp.

Facebook è quindi intenzionata a continuare a investire in Shops, rinunciando a richiedere commissioni alle aziende fino a giugno 2022.

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shop su whatsapp

Shops disponibile per più persone

Secondo i dati diffusi dall’azienda di Palo Alto, oggi Shops può contare su oltre 300 milioni di visitatori mensili e più di 1,2 milioni di Shops attivi mensilmente, ma l’obiettivo è quello di rendere ancora più semplice per le persone scoprire prodotti e fare acquisti sul social media, attraverso due step già previsti:

  • permettere alle aziende di alcuni Paesi selezionati di mostrare il loro Shop su WhatsApp
  • a partire dagli Stati Uniti, consentire di portare i prodotti di Shops su Marketplace, aiutando i business a raggiungere oltre 1 miliardo di persone che a livello globale che visitano Marketplace ogni mese.

shops su marketplace

Particolare attenzione verrà data anche alla soddisfazione delle persone che acquistano online: ci sarà infatti un’implementazione delle recensioni dei prodotti negli Shops su Instagram e la visualizzazione di foto e video della community. L’idea è quella di aiutare le persone a prendere decisioni più consapevoli su cosa comprare e permettere alle aziende di ricevere feedback sul loro operato.

Personalizzare il percorso d’acquisto con le inserzioni

Anche le soluzioni pubblicitarie per Shops verranno personalizzate, in modo da fornire esperienze pubblicitarie uniche basate sulle preferenze di acquisto delle persone.

Ad esempio, Facebook sta testando la possibilità per le aziende di indirizzare i consumatori dove è più probabile, in base al loro comportamento di acquisto, che comprino qualcosa, come una selezione di prodotti a cui potrebbero essere interessanti in uno Shop o sul sito web di un’azienda.

La scelta sarà possibile grazie a strumenti già a disposizione delle aziende che le aiutano a trovare il pubblico giusto, come il Pubblico personalizzato e inserzioni con tag di prodotto, che consentono ai business di indirizzare le persone al loro Shop direttamente da un annuncio. Nel complesso, questo insieme di soluzioni personalizzate per le inserzioni in Shops può aiutare le aziende a portare i clienti dalla fase di scoperta a quella di acquisto.

Nuove tecnologie per potenziare il futuro dello shopping

Anche le tecnologie come la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale faranno la loro parte in questo cambiamento. Questo nuovo approccio all’acquisto sarà, con grande probabilità, il modo in cui faremo shopping in futuro.

Il gruppo di Facebook sta quindi investendo in tecnologie immersive come la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale, che saranno le fondamenta del modo in cui faremo acquisti online in futuro. Con i nuovi strumenti di scoperta visuale su Instagram, stiamo aiutando i consumatori a trovare nuovi prodotti, e con le esperienze di Realtà Aumentata stiamo aiutando le persone a visualizzare gli articoli prima dell’acquisto.

instagram visual search

Su Instagram, lo shopping inizia con la scoperta visiva. Ogni giorno le persone scorrono attraverso l’app fermandosi quando vedono dei contenuti che le ispirano, un momento che diventa un punto di partenza per il percorso di acquisto.

Quest’anno il social media inizierà a testare una nuova ricerca visuale alimentata dall’Intelligenza Artificiale. La ricerca visuale aiuta le persone a trovare prodotti simili tra loro semplicemente toccando l’immagine di un abito che gli piace. In futuro sarà possibile semplicemente scattare una foto per avviare una ricerca visuale.

instagram visual search

Anche se i negozi stanno riaprendo in molti paesi, due terzi delle persone che fanno acquisti online affermano che vorrebbero provare “virtualmente” i prodotti stando comodamente a casa propria.

Per aiutare i consumatori a valutare meglio la vestibilità di un prodotto prima dell’acquisto, le app di casa Facebook stanno rendendo più facile per i brand creare esperienze di prova con la Realtà Aumentata in Shops attraverso nuove integrazioni API con Modiface e Perfect Corp e stanno anche introducendo nuovi strumenti per aiutare i brand a includere cataloghi di prodotti in Realtà Aumentata nelle inserzioni, per mostrare automaticamente prodotti rilevanti per le persone, in base ai loro interessi.