La Giornata Internazionale della Donna quest’anno propone il tema #BreakThe Bias, promuovendo la rottura di ogni genere di pregiudizio.
Una giornata che fa da eco alla celebrazione di un mondo equo e inclusivo a favore delle donne, una società libera da stereotipi e discriminazioni. Un mondo in cui la diversità non è più messa da parte ma al contrario, valorizzata.
Nella società, nel lavoro, nei rapporti sociali. Per questo le immagini simbolo di #BreakTheBias sono quelle di una donna, di una madre, di una lavoratrice, di una manager, che rifiuta questi preconcetti che non la rendono al pari degli uomini.
Anche i brand hanno celebrato la donna con diversi messaggi di incoraggiamento, spronando ognuna di loro a realizzarsi e ad affrontare tutte le fasi naturali della vita senza mai mettersi da parte.
BARBIE | Role Models
Il brand di bambole più famose al mondo è da sempre vicino alle bambine e ai loro sogni. Già nel 2018 ha istituito il Barbie Dream Gap Project, un’iniziativa globale nata per aumentare la consapevolezza sui limiti che impediscono alle ragazze di raggiungere il loro potenziale.
In questo progetto, Barbie si è legata ad organizzazioni senza scopo di lucro, investendo oltre un milione di dollari per incrementare l’istruzione e la capacità di leadership a favore dell’equità di genere.
Per la Giornata Internazionale della Donna 2022, Barbie ha presentato Role Models, la sua collezione di 12 bambole ispirate ad altrettante donne pioneristiche scelte in tutto il mondo. Attraverso le loro storie di successo, queste donne fungono da esempio per responsabilizzare la prossima generazione di leader femminili. Nei settori di tecnologia, benessere, istruzione, moda, lifestyle, riconosciamo leader come:
Sonia Peronaci (Italia) – Fondatrice di “GialloZafferano”;
Shonda Rhimes (Stati Uniti) – Fondatrice della società di produzione televisiva americana Shondaland;
Ari Horie (Stati Uniti/Giappone) – Fondatrice e CEO Women’s Startup Lab e Women’s Startup Lab Impact Foundation;
Pat McGrath (Regno Unito) – Truccatrice e fondatrice di Pat McGrath Labs; Melissa Sariffodeen (Canada) – CEO e co-fondatrice di Canada e Ladies Learning Code;
Adriana Azuara (Messico) – Fondatrice di All4Spas; Doani Emanuela Bertain (Brasile) – Docente e Fondatrice di Sala 8; Jane Martino (Australia) – Presidente e co-fondatrice di Smiling Mind; Lan Yu (Cina) – Stilista;
Butet Manurung (Indonesia) – Fondatrice e Direttore di SOKOLA; Tijen Onaran (Germania) – CEO e fondatrice di Global Digital Women e co-fondatrice di ACI Diversity Consulting; Lena Mahfouf (Francia) – Creatrice digitale, videografa e autrice di “Always More”.
LEGO | Designer Stories
Lego continua il suo progetto “Rebuilt the world”. Per la Giornata Internazionale della Donna 2022 il brand di costruzioni celebra il fondamentale contributo delle donne nel design dei suoi prodotti.
A supporto delle potenzialità femminili delle prossime generazioni, Lego condivide le storie di designer e le difficoltà nel relativo settore dovute ai diversi pregiudizi di genere.
Ci fa notare inoltre l’enorme mancanza femminile nel campo ingegneristico. Partendo da una progettazione non stereotipata si potranno creare prodotti molto più inclusivi e che aiutino il mondo a rispondere al meglio alla necessità di equità di genere.
PREGA NEWS India | #SheCanCarryBoth
Prega News, il brand di test di gravidanza più conosciuto in India, fa di nuovo sentire la sua voce. Quest’anno la sua campagna #SheCanCarryBoth incoraggia le donne a combattere il pregiudizio della gravidanza nel mondo del lavoro. Questo è un argomento molto discusso ultimamente.
Una donna non deve sentirsi costretta a scegliere tra costruire un suo percorso lavorativo e costruire una famiglia, diventare madre. Il brand sprona dunque le donne a rompere gli stereotipi della dicotomia carriera\famiglia.
Nello spot sono rappresentate tre diverse personalità: la prima ambiziosa e dedita completamente alla carriera, un’altra è una neo mamma e l’ultima, indecisa e insicura su una possibile scelta tra i due ambiti.
Ciò che si evincerà è che l’unica scelta giusta è quella di non rinunciare alle proprie aspirazioni e assecondare ogni singola ambizione.
ADIDAS | I’mPossible
È di recente uscita la campagna Adidas per promuovere la sua vasta gamma di reggiseni. Criticata, apprezzata, discussa: sicuramente di grande effetto. Il brand ha voluto dare la sua visione di inclusività nello sport, senza vergogna, senza discriminazione.
I seni mostrati riflettono la realtà di qualunque donna per cui “Niente è impossibile”. A favore delle donne, contro il body shaming. Ogni seno ha bisogno del suo sostegno: #SupportIsEverything.
We believe women’s breasts in all shapes and sizes deserve support and comfort. Which is why our new sports bra range contains 43 styles, so everyone can find the right fit for them.
La celebrazione della donna per Adidas continua, regalandoci uno spot le cui protagoniste sono atlete e donne di successo che, nonostante le diversità oggettive, di genere e di identità, sono riuscite ad abbattere le barriere discriminatorie.
Forte il claim che trasforma la parola “Impossible” in “I’mPossible”. Lo sport unisce, costruisce una comunità basata sull’inclusione, crea l’azione “Per me è possibile” contro quella “è Impossibile”.
Giornata Internazionale della Donna 2022: VIVO India | #JoyOfEquality
È ora di smettere di dire alle donne come porsi nella società. È ora di combattere quei pregiudizi che le accompagnano. È ora di andarecontro una società preconfezionata che si aspetta che la donna rispetti ogni ruolo stereotipato.
Giocare con le bambole, tingersi i capelli, rimanere un passo dietro l’uomo: tutto questo deve essere (eventualmente) una libera scelta e non una gabbia sociale discriminatoria.
Ogni donna ha il diritto di scegliere come porsi: solo iniziando da questo possiamo parlare di equità di genere.
La creative agency di Londra ha collaborato con l’agenzia di ricerca Perspectus Global per capire come i bambini siano ancora influenzati dagli stereotipi sociali e di genere.
La ricerca ha evidenziato come i diversi ruoli vengano percepiti in modo distinto: “I dottori sono uomini, le infermiere sono donne”. Su 1000 bambini tra i 6 e gli 11 anni, il 45% ritiene che il lavoro di infermiera sia prettamente femminile, Il 60% ritiene che un elettricista sia un uomo, il 39% pensa che chi si debba occupare della casa sia la mamma e il 38% ritiene giusto che sia il papà ad andare al lavoro.
CPB ha creato così la sua campagna “Imagine” in cui, date situazioni comuni e ruoli, suggerisce a chi siano rivolte, rispecchiando il più delle volte il pregiudizio sociale.
ALEXA | Donna del Giorno
“Alexa qual è la donna del giorno?”, basterà fare questa domanda per conoscere ogni giorno, a partire dall’8 Marzo, le eccellenze femminili tutte italiane.
Alexa celebra le donne e ci racconterà di Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Bebe Vio e tantissime altre che si sono distinte nel proprio campo, dallo sport, alla letteratura, alla tecnologia.
COCA-COLA Filippine | Kababae mo’ng tao(2021)
“Kababae mo’ng tao” significa “Sei una donna” ma… ancora esiste un ma. Nello spot vediamo donne nella loro semplice quotidianità in cui però aleggia il solito pregiudizio di genere e di comportamento.
Sei una donna ma “non comportarti in modo così sconveniente, non tornare tardi la sera”, si sente ripetere nel video mentre scorrono le immagini di donne che lavorano, che inseguono i loro sogni, che si mettono in situazioni pericolose per seguire le loro passioni.
Coca-Cola è fortemente convinta che le donne abbiamo un ruolo fondamentale nella creazione di comunità ed economie proficue. Infatti, il brand ritiene che per creare un mondo più inclusivo ed abbattere le diseguaglianze, sia necessario lasciare spazio alle donne e costruire una società in cui è gli sia possibile raggiungere il successo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/PSD-Template-20.jpg10801920Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2022-03-08 12:29:082022-03-09 12:42:08Giornata Internazionale della Donna 2022: le campagne contro pregiudizi e stereotipi
L’innovazione chiave del lavoro è nella “ripensabilità” della leadership
I modelli di leadership cambiano verso l’adattività e lo scambio tra generazioni
Una “Age-ile Leadership” per il futuro intergenerazionale
Più di cento anni fa, i manager e i leader sapevano esattamente cosa fare: trovare persone che svolgessero il lavoro richiesto, dire loro cosa fare e accertarsi che seguissero con precisioni gli ordini.
L’approccio ingegneristico gestionale di Taylor rese scientifico questo approccio: gli ingegneri industriali mappavano i processi di lavoro efficienti e i capi si accertavano che il lavoro venisse svolto. Col passare del tempo le cose sono cambiate e i lavoratori hanno portato nuove abilità e attitudini al lavoro, con tutta la reticenza nell’accettare delle istruzioni in maniera passiva.
La famosa teoria Y di Douglas Mc Gregor rappresentava già negli anni ‘80 uno stile diverso: ascoltare, avere fiducia nei dipendenti, incoraggiare, far assumere delle responsabilità erano i mantra; ma per quanto se ne sia parlato negli anni, la versione applicata fino ad oggi è forse un ibrido, dove in molti casi si alza meno la voce e non si impartiscono degli ordini militareschi, ma non ci sono dubbi su chi è che prende le decisioni e quale sia la piramide gerarchica delle responsabilità.
C’è da dire che i manager degli ultimi trent’anni non potevano comportarsi in modo diverso, poiché si è continuato a giudicarli e a premiarli in base a indicatori di risultato (obiettivi di vendita, di costo e i budget, etc.) Ed è così che i manager, come i capi fabbrica di cento anni fa, hanno continuato a interpretare il loro ruolo di “leader” assicurandosi che gli altri facessero il loro lavoro; in molte occasioni si sono messi a lavorare senza sosta e facendo lavorare anche gli altri nello stesso modo, indicando dettagliatamente i compiti ai propri sottoposti e addirittura, facendo alcune mansioni al posto loro.
Gli stili di leadership che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare le organizzazioni odierne, esprimono sostanzialmente la capacità di dare stabilità a dei piani prestabiliti, sintetizzabile nella parola “execution”.
Le pratiche di management su cui si fonda la leadership, la cultura che ne deriva, i sistemi di misurazione e controllo e (non ultimo) il processo decisionale collegato alle responsabilità, non sono state disegnate per configurarsi negli attuali sistemi valoriali che sono invece altamente dinamici, interconnessi e complessi, ma processi che hanno come principio la massima efficienza ed efficacia, dovuto proprio all’approccio “predict and control”, che si è sviluppato con la visione tayloristica delle organizzazioni produttive, imprese-macchina.
Oggi è palese che non è più possibile mantenere questo stile di gestione.
Il business è cambiato radicalmente e più volte: alcune realtà sono crollate, mentre l’ecosistema startup è cresciuto a dismisura. Per imprevedibilità degli eventi, mutevolezza degli obiettivi, velocità dell’innovazione e della tecnologia, ma anche soprattutto per cambiamento culturale.
Come ricorda Matteo Sola nella prefazione al volume di Michael Lopp, oggi la leadership è in crisi. L’idea di un capo superuomo, che ha sempre la decisione giusta in tasca e che vede più lontano di tutti è un’illusione che tutti abbiamo compreso.
I “capi” di oggi sono sfiniti, inarrivabili, affannati e appesantiti da una mole di perdite di tempo, di gangli burocratici e politici all’interno dell’organizzazione. Le soluzioni che vengono continuamente proposte e i “modelli” di leadership sono ormai centinaia e il “Leader” deve assurgere a decine di ruoli attitudinali in contemporanea: attento ai risultati ma anche alle persone, deciso ma gentile, visionario ma situazionale, aperto ma carismatico, innovatore ma garante della tradizione culturale aziendale, e così via.
Il cambiamento epocale è stato segnato anche da alcuni effetti inevitabili che oggi si palesano ancora di più.
Come veniva espresso nel 2015 dagli studi Gallup, il 75% delle persone lasciava il lavoro per “allontanarsi dal proprio manager” a un certo punto della propria carriera. Molte persone che abbandonano il proprio lavoro continuano a farlo anche a causa di un cattivo manager.
In pratica, i dipendenti possono essere attratti dai brand (e oggi forse meno di prima) ma fuggono dai manager.
Oggi potremmo dire che con la vita “pandemica”, la causa non sia solo nella cattiva leadership. Questa è solo l’esemplificazione di quello che è un modello manageriale e organizzativo che negli anni non ha tenuto conto del benessere psico-fisico, della complessità e dell’evoluzione culturale a cui siamo arrivati.
Leadership = Management?
Un peccato originale che viene spesso compiuto in ambito aziendale è quello di utilizzare Management e Leadership come sinonimi.
Considerare la leadership come la caratteristica di chi ha il compito di guidare dei “follower” e quindi proporzionarla semplicemente alla gestione delle anime che lavorano in un team, o in un dipartimento, può essere fuorviante.
Fino a non molto tempo fa, la leadership era considerata come un ambito con competenze e caratteristiche molto distanti da quelle che contraddistinguevano il management. Principalmente a causa del tipo di funzione attribuita ai due ambiti: il management, più focalizzato sulla ricerca delle modalità operative ottimali e della corretta pianificazione per svolgere precise attività (come l’efficientamento dei processi, con orizzonti temporali definiti e guidati dal rispetto dei piani operativi); la leadership, invece, interessata a trovare il perché delle cose e con un orizzonte più ampio, alla ricerca di nuovi spazi e con una prospettiva visionaria.
Ma il vero nodo cruciale sta nel concetto di responsabilità: questa sempre di più riguarda decisioni prese in condizioni di incompletezza informativa, di incertezza e dubbio.
Quando i manager non possiedono strumenti per essere certi dell’esito delle strategie, e devono comunque decidere senza essere sicuri di poter allineare gli altri, allora in quei momenti possono dimostrare di essere anche dei leader. Si tratta di quei meccanismi di presa delle decisioni che non è il sistema (o le regole dell’organizzazione) a richiedere: perché fanno sì che il “leader” debba prenderle senza che derivino da richieste precise, e dal fatto che si deve andare oltre il confine dell’esistente, come quando si innescano i trigger dell’innovazione.
Quest’ultima, infatti, richiede l’applicazione di una leadership dalle caratteristiche più condivise e condivisibili: sfidare lo status quo, avere una visione di lungo periodo, favorire il cambiamento, saper ispirare, lavorare con le idee e le persone, e così via.
Ma come cambiano le prospettive con le situazioni, ormai consolidate, di gestione di una forza lavoro sempre più multigenerazionale?
Per la maggior parte delle loro carriere, ai Baby Boomers e alla Gen X è stato detto di fare le cose, raggiungere i risultati, indipendentemente da ciò che dovevano sacrificare a livello di processo. I leader sono stati identificati con quelli che lavorano a tarda notte e nei fine settimana a scapito del sonno, dell’esercizio fisico, del tempo personale e familiare.
Poiché questo è tutto ciò che sanno e che hanno imparato con l’esperienza, spesso si aspettano lo stesso dai loro dipendenti: il che purtroppo li fa apparire insensibili e indifferenti e contribuisce inevitabilmente alla discordia tra le generazioni.
Un primo cambiamento di mindset dovrebbe mirare ad aiutare i leader a capire che il loro approccio al lavoro non è salutare o sostenibile. A causa del modo in cui sono stati cresciuti e della pressione che hanno esercitato su sé stessi, le generazioni più anziane hanno un forte senso del dovere e credono che il loro team si aspetti che siano le prime a presentarsi “in ufficio” e le ultime ad andarsene, come un sergente o un capitano di una nave (tra l’altro oggi un numero significativamente inferiore di giovani ha esperienza o familiarità con la leva militare, il che aiuta a spiegare perché in strutture e luoghi di lavoro formali e gerarchici potrebbero non sentirsi a loro agio).
Spesso i senior manager non comprendono che per trovare l’energia per soddisfare le crescenti richieste della loro squadra, devono diventare più sensibili ai propri bisogni.
Colmare il divario tra generazioni deve iniziare con la convinzione che tutti i dipendenti, indipendentemente dall’età, hanno un bisogno innato di trovare uno scopo e un equilibrio nella loro vita.
Il ricambio generazionale come motore del cambiamento
Purtroppo, la maggior parte dei Baby Boomers e della Gen X è cresciuta con l’idea distorta che queste cose non siano importanti (i problemi di salute mentale, ad esempio, fino a poco tempo fa, e tuttora in molti contesti, sono considerati un tabù e non è opportuno parlarne) e questo impedisce loro di entrare in connessione con le nuove generazioni.
Se i leader hanno uno scopo e trovano un significato in ciò che fanno, influenzeranno l’intera squadra.
Se i leader hanno un’elevata energia che gestiscono bene attraverso l’alimentazione, il sonno e l’equilibrio tra lavoro e vita, desidereranno lo stesso anche per i loro dipendenti. Sfortunatamente, in pochi sono in grado di ammetterlo per paura che questo influisca negativamente sulla propria carriera.
Naturalmente, questo provoca danni su più fronti: i dipendenti senior, induriti da queste pratiche “tossiche”, si concentrano nel fare solo ciò che sanno fare meglio, sentendosi inadatti se vengono inseriti in nuovi ruoli, perdendo interesse e motivazioni. I giovani dipendenti, attratti dalla promessa di leader stimolanti che sosterranno il loro sviluppo, si sentono ingannati e se ne vanno.
Le nuove generazioni al lavoro oggi, non si accontentano di certo di una relazione “benefattore-beneficiario”, (“caro giovane, ti faccio un favore a farti crescere e lavorare con noi”): vogliono lavorare al fianco di leader che possano ispirarli, che siano autentici, con cui possono relazionarsi informalmente, e che possano sfruttare i loro attributi unici dati dall’esperienza per aiutarli a sbloccare il loro vero potenziale e diventare dei “leader del futuro”.
Da bambini, molti Millennial hanno ricevuto più attenzione da genitori e insegnanti rispetto alle generazioni precedenti. Inoltre, le nuove generazioni sono più istruite ma con meno esperienza lavorativa.
E può capitare che, al di là delle figure scolastiche e accademiche, non abbiamo mai avuto un “capo”. Questo influisce sulle loro aspettative relative a feedback, tutoring, supporto da parte dei leader e altre esperienze sul posto di lavoro.
Ricordiamo inoltre che, sebbene Internet e i social media abbiano avuto un impatto su tutte le generazioni, i Millennial e la Generazione Z non hanno mai conosciuto un mondo senza il riconoscimento immediato e continuo e l’infinita disponibilità di informazioni a cui ora abbiamo accesso. Questo non può che contribuire alle aspettative dei giovani dipendenti di una comunicazione e una conoscenza più continue e coerenti.
Secondo Lindsey Pollak, lo stile di leadership più efficace per ottenere i migliori risultati da tutte le generazioni è quello di essere dei coach. Gli allenatori guidano e supportano (invece di comandare e controllare) ogni persona per il suo più grande sviluppo del potenziale e per ottenere un risultato vincente condiviso.
Come suggerisce inoltre Rachele Focardi per far crescere tra le nuove generazioni in azienda nuovi leader è importante:
Non “modellarli” alle regole aziendali ma aiutarli a scoprire i loro veri potenziali.
Fare loro Empowerment e farli sentire “al sicuro”.
Offrire loro un percorso multidimensionale verso la leadership e attraverso le esperienze di più stili manageriali diversi fra loro.
Dare loro visibilità interna e consentire loro di avere un impatto: dalla partecipazione ai board meeting alle challenge interne su progetti trasversali.
In merito a quest’ultimo punto, come illustra Alessia Canfarini, sarà capitato a molti di essere stati coinvolti in compiti più grandi rispetto alla mansione principale del proprio lavoro: ad esempio partecipare a un evento aziendale riservato a un livello organizzativo più alto, far parte di una community professionale su temi di innovazione o a una task force per risolvere un problema specifico.
Sono queste le situazioni nelle quali per l’individuo è necessario determinare una responsabilità personale importante. In questi contesti, la capacità di esprimere “leadership” da parte di chi ha una minore seniority o esprime una posizione manageriale subalterna è soprattutto fondata sulla competenza e sulla capacità di portare un nuovo punto di vista nella risoluzione di un problema.
Le distanze organizzative si riducono fino ad annullarsi in queste circostanze e il contributo dato dal singolo viene valorizzato a prescindere da quelli che sono i job title e gli anni di vita aziendale.
In definitiva, l’abbinamento di successo tra manager e dipendente è un processo delicato, che richiede tempo e un’attenta considerazione. Non si tratta solo di obiettivi e competenze condivisi, ma di interessi, valori, rituali e stili di comunicazione complementari comuni.
Senza queste accortezze, l’organizzazione finisce per perdere sia le singole risorse senior che i giovani talenti ad alto potenziale. Allo stesso tempo, le esperienze critiche rafforzano la sfiducia reciproca e il velato risentimento tra le generazioni e, per finire, il brand subisce un enorme danno.
I leader di domani dovranno affrontare una serie completamente nuova di sfide e richiederanno una serie completamente nuova di skills per prosperare, in particolare in un mondo post-Covid. Sarà particolarmente importante essere in grado di identificare manager con una visione per il futuro e una forte mentalità intergenerazionale per supportarli in questo viaggio. Soprattutto perché le generazioni più anziane dovranno preparare le nuove generazioni a sfide che loro stesse non hanno mai dovuto affrontare.
Una “Age-ile Leadership” per il futuro intergenerazionale nelle organizzazioni
La realtà è che se il mondo è così VUCA, anche la formula magica del leader probabilmente non esiste.
Iniziano a vedersi casi in cui alcune organizzazioni hanno deciso di disfarsi della figura mitologica del leader, puntando su una crescita delle dinamiche di self-management, di governance distribuita, di gruppi di lavoro che funzionano anche senza un manager “preposto”.
Già qualche anno fa Frederic Laloux descriveva le “Teal organizations” come modello di integrazione che a “matrioska” non si pone in alternativa ai modelli già esistenti ma li racchiude e integra attraverso una visione sistemica e olistica fondata sui principi di self-management, pienezza e di proposito evolutivo.
Mentre le organizzazioni si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse, la leadership può iniziare ad assumere caratteristiche più collaborative, assicurando una comunicazione aperta e fondata sulla fiducia, che renda possibile una vera innovazione umana e non solo tecnologica.
Edgar e Peter Schein invitano a una forma ripensata di leadership che richiama addirittura all’umiltà, basata su una profonda comprensione delle complessità legate alle relazioni interpersonali, e dove l’attenzione si focalizza sulle dinamiche di gruppo.
Sta poi prendendo forma nell’ultimo periodo anche la declinazione di una leadership “gentile”, caratterizzata dallo spirito di squadra, dal riconoscimento dei fallimenti, dal raggiungimento degli obiettivi senza imposizione di idee e metodi, non colpevolizzante e che sa ascoltare e gratificare.
Ed ecco che le parole chiave come fiducia, sincerità, trasparenza, pazienza, sensibilità e gentilezza sembrano essere gli ingredienti per una nuova leadership a più livelli: una vera chiave di volta per favorire la creatività, l’adattabilità, e l’agilità di cui le organizzazioni hanno bisogno per sopravvivere e crescere, accompagnata necessariamente da buone pratiche di feedback e delega, di gestione del tempo, dei meeting, dei one-to-one periodici, ma anche dello storytelling, della gamification e del networking.
Ma il cambio di passo per rendere attuative e concrete queste linee tracciate dagli studiosi di leadership risiede nella prospettiva intergenerazionale unita ai principi di adattività Agile HR. Tutte le generazioni vogliono, in fondo, la stessa cosa: essere riconosciute e vivere il proprio lavoro con crescita e benessere.
La disciplina Agile propone di gestire le organizzazioni sempre di più come organismi dotati di comportamenti circostanziati e le pratiche di leadership dovranno fare sempre più riferimento all’adattività e sempre meno a strutture gerarchiche rigidamente definite.
E un gruppo dirigente agile è una componente essenziale per un’impresa che sia davvero intergenerazionale.
I membri, infatti, che agiscono come un team di strategia agile sono dediti al bene superiore piuttosto che agli interessi dei propri silos e il loro scopo è quello di aiutare l’intera organizzazione ad avere successo, agendo in maniera inclusiva, comunicando in maniera autentica e trasparente, facendo da allenatori e costruendo cicli continui di apprendimento. La collaborazione trasversale tra expertise dei senior e nuove conoscenze dei junior rappresenterà sempre di più l’ibridazione delle competenze che richiedono le nuove dinamiche di mercato.
La transizione “age-ile” dei leader passa anche sulla riflessione in termini di creazione di valore per i propri team: aiutare le persone ad imparare facendo, a renderli autonomi e capaci di gestire l’azienda, concentrandosi sulla definizione delle priorità e sulla rimozione delle barriere che ostacolano i team.
Infine, abbracciare il fallimento come strada di apprendimento e miglioramento continuo rappresenta ormai il quotidiano per le organizzazioni che vogliono essere costantemente alla ricerca di un purpose: insegnare a fallire nello sviluppo di iniziative senza esporre a rischi troppo alti la propria organizzazione è un obiettivo che può essere seguito se si lavora sul cambiamento culturale tra la prospettiva di performance senza fragilità della visione adulta con la vulnerabilità e l’incertezza propria dell’impulso giovanile senza esperienza.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/03/leadership-intergenerazionale-copertina.jpg6441148Giulio Beroniahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiulio Beronia2022-03-03 12:27:422022-03-04 16:57:38Come sarà leadership del futuro? Gentile e Intergenerazionale
Ci chiediamo spesso cosa i consumatori si aspettino dai brand perché vogliamo capire come andare incontro alle loro esigenze. Ci siamo mai davvero chiesti però cosa invece vogliono le aziende?
Cosa desiderano, più di tutto, i brand? Non solo essere scelti rispetto ai propri competitor, ma soprattutto essere ricordati. Potremmo dire che oggi i brand vogliono essere letteralmente amati.
Essere un Love Brand significa conquistare il cuore dei consumatori e costruire un rapporto forte e duraturo con ciascuno di essi. Sono molti i marchi che stanno trasformando le loro relazioni con i clienti e riadattando la loro strategia di marketing per ottenere questo ambito status.
Un Love Brand è quindi un marchio che attrae i clienti e li cattura emotivamente, resta nel cuore e nella testa, vi si radica e non se ne va mai. Questi marchi generano un’attrazione così forte nei consumatori che l’acquisizione dei loro prodotti avviene non solo perché sono i preferiti del momento, ma perché le persone che scelgono di affidarsi a quel servizio o acquistare quel prodotto ne sono completamente innamorati.
Perché diventare un Love Brand
In un momento storico di cambiamenti importanti come questo, in cui la dimensione emotiva gioca un ruolo sempre più importante nelle meccaniche di consumo, diventare un Love Brand si sta rivelando uno degli obiettivi primari di molte realtà.
Per rendertene conto ti basta pensare a come è cambiato il tuo rapporto con un’azienda o il modo in cui fai anche il più semplice degli acquisti. Qualche anno fa acquistavamo un prodotto perché era utile, poi perché era il migliore e oggi, invece, perché ci offre un’esperienza unica.
Cosa fa un Love Brand per distinguersi dagli altri?
Più che limitarsi a commercializzare i propri prodotti o servizi, i marchi stanno cercando di raccontare la loro storia e di farlo nel modo più originale possibile.
Affermandosi come love brand, un’azienda può conquistare potenziali clienti attraverso l’empatia e le emozioni. Sembra semplice a dirsi, ma è davvero complicato riuscirci!
Le attività che scelgono di seguire questa strada devono rispondere in modo profondo e molto mirato alle esigenze dei propri clienti. Essere un Love Brand significa anche essere irresistibili e memorabili. Bisogna comprendere l’asperità emotiva dei clienti in modo che essi non prendano in considerazione nessun’altra alternativa. E perché dovrebbero farlo? Perché sono coinvolti emotivamente dall’azienda, da ciò che vende, ma soprattutto da ciò che rappresenta.
Distinguersi dalla concorrenza
Diventare Love Brand permette prima di tutto di distinguersi dalla concorrenza ed essere più visibili nel proprio settore. Ma al di là della necessità di differenziare il proprio marchio dagli altri, in una società in cui le persone hanno bisogno di distinguersi, d’identificarsi con valori forti, l’obiettivo è diventare un vero e proprio punto di riferimento.
Fidelizzare i clienti
Come in una vera e propria storia d’amore, la relazione tra un cliente e il suo brand deve essere stuzzicante, travolgente, emozionante e, sì, paradossalmente comprendere anche a una certa routine.
Mantenere relazioni reali con i clienti richiede attenzione e sforzi che dimostrino che il brand li ascolti e, soprattutto, li conosca davvero. La fedeltà si basa anche sul prestare particolare attenzione alle loro richieste, alle loro aspettative e alle loro domande.
I Love Brand hanno quindi bisogno di conoscere i loro clienti e di personalizzare le relazioni con essi per garantirsi un successo duraturo.
L’importanza dell’Influencer Marketing
Un’altra strategia che le aziende dovrebbero tener presente è l‘importanza dell’Influencer Marketing. Gli influencer possono davvero venirci in aiuto per quanto riguarda i rapporti con i clienti.
Coinvolgendoli nella tua strategia digitale non solo stai potenzialmente ottenendo nuovi clienti o una maggiore visibilità, ma hai anche l’opportunità di aumentare un interesse spontaneo per il tuo marchio partendo da un pubblico già esistente e fidelizzato di un influencer.
La strategia di TERRITORY Influence: le persone al centro
Le campagne di influencer marketing sono quindi essenziali nel processo per diventare un Love Brand grazie alla connessione umana e al senso di comunità che un influencer può scatenare intorno alla tua azienda.
TERRITORY Influence, agenzia d’Influencer Marketing a 360° che opera sul mercato da ben 15 anni, lo sa bene. La strategia che propone alle aziende per diventare Love Brand è proprio quella di (ri)mettere le persone al centro del marketing, offrendo collaborazioni rilevanti con brand-influencer.
TERRITORY identifica il giusto mix di categorie d’influencer (nano, micro, macro e/o star) sulle sue piattaforme e le propone ai propri clienti. Inoltre mette a servizio tutte le proprie risorse: dalla consulenza alle attività operative, può gestire tutto in modo fluido e senza limitazioni di canale.
Diversi brand riconoscono il potere e la portata degli influencer e non solo dei personaggi più famosi e conosciuti dal grande pubblico.
Anche i micro influencer sono sempre più considerati nella strategia delle aziende per diventare vere e proprie Love Brand, perché sono in grado di aumentare il coinvolgimento grazie a un seguito che risulta spesso anche più coinvolto rispetto a una fanbase di un influencer già famoso.
Con mercati così saturi e una forte concorrenza tra i vari marchi, le persone sono in una posizione di potere con offerte che arrivano loro da tutte le parti. E a causa di questa abbondanza di scelta, si aspettano molto di più in termini di coinvolgimento. Quale brand sceglieresti tra 2 che offrono servizi quasi identici? Naturalmente quello che si è sforzato d’interagire con te in modo significativo e memorabile, senza dubbio!
Le persone amano i marchi che agiscono nel modo più umano e personale possibile. Vogliono un impegno emotivo, un rapporto fatto di lealtà, onestà, affidabilità, longevità e impegno.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/02/PSD-Template-2-2-2.jpg10801920Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2022-02-22 12:54:262022-02-22 12:54:26Love Brand: come far innamorare le persone del tuo brand
Dalla liberalizzazione del mercato energetico alle tecnologie orientate alla sostenibilità, con Ivan Lupelli, Chapter Unit Leader | Data Management Market Analysis & Segmentazione e Maria Vittoria Destefanis, Head of Commercial Communications Planning, esploriamo le principali sfide del Gruppo Enel e la loro declinazione nel Digital Advertising.
Enel è stata partner dell’edizione 2021 della Digital Factory di Ninja Academy e, dopo il successo della collaborazione, la ritroveremo anche nella nuova Factory.
Quali i principali canali e attività su cui si sviluppa il Digital Advertising di Enel?
(Risponde Maria Vittoria Destefanis)
I canali attraverso i quali i clienti possono entrare in contatto con noi sono molteplici, sia offline che online. Poiché ogni occasione di contatto, dal punto di vista marketing, si traduce in un’occasione di vendita (ma anche in una occasione di fidelizzazione/caring e riduzione del churn), dobbiamo fare in modo di valorizzare al meglio ogni momento di contatto, assicurando al cliente la migliore experience, che deve essere il più possibile continua e fluida. E questo è ancora più vero per tutto ciò che è digitale, dove è veramente possibile sfruttare appieno le potenzialità del mezzo per gestire il cliente in modo trasversale, affiancandolo in tutti i suoi touch point, su tutti i device e in tutti i punti del funnel, dall’awareness alla conversion al post acquisition.
Pertanto il Digital Advertising in Enel ormai è pervasivo e ha l’obiettivo di affiancare il cliente, assecondando le sue esigenze a seconda del ciclo di vita nel quale si trova e delle ricerche che svolge. Questo offrendo informazioni relative al brand e offerte nella fase di awareness e consideration (video, formati impattanti, social, drive to store, etc); sfruttando il retargeting per massimizzare le performance nella fase di decisione dell’acquisto (banner display, search) e il cross selling/ upselling/ retention nel post acquisition (dem, sms).
Tutto questo si traduce poi in una ottimizzazione, non solo nella gestione della relazione con i clienti ma anche di budget: mostrare determinati contenuti a coloro che potenzialmente ed effettivamente sono più interessati agli stessi garantisce una minore dispersione di budget e una conseguente ottimizzazione dei costi, ritorno degli investimenti ma soprattutto una maggiore soddisfazione del cliente online che trova le risposte alle sue esigenze.
Come si inseriscono i dati e come vengono utilizzati nella vostra strategia di Advertising?
(Risponde Ivan Lupelli)
Abbiamo cominciato a utilizzare i dati proprietari di Enel nel Digital Adv, i cosiddetti first-party data, a fine 2019, da quando abbiamo consolidato il nostro stack tecnologico con l’internalizzazione della Data Management Platform. Questa piattaforma ha rappresentato il vero e proprio abilitatore tecnologico per raggiungere il nostro obiettivo di avere una segmentazione digitale centralizzata e azionabile sui diversi canali (video social display e search) e supportare le attività di Digital Advertising e di personalizzazione della Customer Experience sul nostro portale eCommerce.
Questo anche per garantire coerenza tra quello che il cliente/prospect vede in termini di creatività e il messaggio lato paid media e lato owned media come sito e landing. Come primo passo, abbiamo reso disponibili in piattaforma i dati proprietari provenienti da varie fonti come CRM e Data-Lake, dati provenienti dai canali offline come i negozi fisici, chiamate customer care, preferenze di privacy sino ovviamente ai dati relativi ai comportamenti sulle nostre digital properties per creare una descrizione unica del cliente. Successivamente, abbiamo creato in DMP le varie audience usate nelle campagne digitali always-on di Enel Energia, che quotidianamente sottoponiamo a continui test & learn all’interno della Room Digital ADV & DMP.
Il dato di prima parte è stato fondamentale per raffinare le audience utilizzate per la conversion (segmentazione per remarketing su display/social e persino sulla SEA), ma anche per razionalizzare il prospecting ed evitare di “sparare i nostri messaggi nel mucchio” come si dice. Questo lavorando molto sulla ricerca sul web di audience qualitative ma senza over-segmentare: persone che cercano attivamente contratti di commodity luce/gas o fibra, informate, digitali & tech, ad alto valore potenziale e “fedeli” in prospettiva perché in sintonia con i nostri valori e con la nostra user experience. Il dato di prima parte ha ovviamente supportato le logiche di up-selling cross-selling sui nostri clienti più digitali, mitigando il rischio di esporli a messaggi non interessanti e vantaggiosi per loro.
Le piattaforme di Advertising sanno parecchio sui target, ma ne sanno molto meno di noi sui clienti del settore energia. In sostanza, il dato di prima parte ci ha permesso di ottimizzare media mix, budget spending e ovviamente performance come nessuna piattaforma o algoritmo avrebbe potuto fare in autonomia. Stiamo andando verso uno scenario post cookie di terza parte in cui il dato proprietario per i brand sarà ancor più centrale. Ci stiamo attrezzando sia dal punto di vista tecnologico che strategico all’interno della Room in modo che questa transizione sia una opportunità per fare ancora meglio rispetto a quanto fatto fino ad ora.
Enel si muove sul doppio binario B2C e B2B: quali i principali elementi di differenziazione del messaggio pubblicitario?
(Risponde Ivan Lupelli)
Per il segmento consumer il web è altamente competitivo, una vetrina utilizzata dai trader per spingere le loro offerte di punta con focus su prezzo aggressivo e proposition a sconto. All’interno di questo contesto la nostra strategia B2C sul web è quella di comunicare la facilità della convenienza dell’offerta del nostro prodotto flessibile spinto anche in campagna ATL: una proposition che parla di sconto differenziato in base al mercato di provenienza, con particolare attenzione ai clienti ancora serviti in Maggior Tutela. A questo affianchiamo poi i nostri prodotti innovativi, che sfruttano le potenzialità dei nuovi Smart Meters e si rivolgono alla clientela più esigente e smart, proponendo soluzioni altamente differenzianti: ad esempio con la possibilità di scegliere ogni giorno 3 ore di componente energia gratuita.
Sul web, per il segmento Business, vogliamo essere delle calamite che attraggono con contenuti personalizzati e sorprendenti gli imprenditori e le aziende con bisogni più digitali. Alle piccole e medie imprese comunichiamo in modo semplice e trasparente un abbonamento mensile che permette al cliente di pagare l’energia come la paga Enel. Sul business la parola d’ordine è essere “open” e quindi “aprire” nuove possibilità, nuove modalità per accedere all’energia. Abbiamo voluto veramente centrare realmente e non sulla carta il famoso obiettivo di “mostrare sul web il messaggio giusto al pubblico giusto al momento giusto“ aggiungendo anche “rispettando il cliente/prospect” e “raggiungere i nostri obiettivi di business”. Questo è stato possibile lavorando su dati e piattaforme in maniera sinergica con le Tribe Consumer e Business del Marketing guidate da Alessio Pasqui e Luca Rainero.
Il green rappresenta oggi un focus centrale nella promozione del brand: quanto fa la differenza?
(Risponde Maria Vittoria Destefanis)
La sostenibilità, oggi, per le aziende, è sicuramente una conditio sine qua non fondamentale per restare nel mercato. La crisi sanitaria ha accelerato un processo di cambiamento già in atto, modificando ulteriormente l’attenzione e la sensibilità delle persone verso i temi ambientali e sociali. Oggi i consumatori sono sempre più disposti ad acquistare prodotti e servizi, anche a un prezzo leggermente più alto, da quelle aziende impegnate nella sostenibilità. Ma si aspettano che queste utilizzino processi a basso impatto ambientale e che lavorino con il sistema sociale complessivo per uno sviluppo sostenibile. Promuovere il green non è più un elemento differenziante della proposta commerciale di un brand come poteva essere qualche anno fa.
Oggi più che mai, la comunicazione legata alla sostenibilità, e non solo nel settore delle utilities, è un’area sovraffollata. Per essere efficaci e fare in modo che la sostenibilità possa essere comunicata in modo coerente e credibile occorre prima di tutto che questa sia radicata, abbracciata e adottata nei comportamenti aziendali. Ecco perché la sostenibilità è un fattore chiave non solo del nostro posizionamento commerciale ma, in senso più ampio, del nostro Purpose di gruppo: Open Power for a brighter future. We empower sustainable progress.
Il nostro piano è Purpose driven: guidato da uno scopo, che è quello di abilitare un progresso sostenibile. Tutto questo rafforza la percezione dei consumatori rispetto al brand. Non a caso, secondo il Ranking BrandZ di Kantar, che considera la sostenibilità come uno dei driver centrali per la valutazione, Enel si classifica al secondo posto tra i brand italiani di maggior valore e primo tra le utilities.
Quali aspetti del mondo Energia sono più difficili da comunicare e riscontrano maggiori criticità nella ricezione?
(Risponde Maria Vittoria Destefanis)
Il settore nel quale operiamo è molto complesso e fortemente regolamentato. Ciò implica che le nostre comunicazioni non possano mai prescindere dal prevedere sempre anche una parte informativa ed educativa (oltre che adeguata e compliant con la normativa in vigore), questo anche per andare incontro ai nostri valori di vicinanza e trasparenza verso i clienti. Cosa che però spesso contrasta con il desiderata di avere messaggi corti e immediati che siano allo stesso tempo esplicativi e commercialmente accattivanti. La stessa distinzione tra operatori del mercato libero e del servizio di maggiore tutela non sempre è chiara ai consumatori, come anche le voci che compongono la fattura o determinati processi di acquisizione o di switch.Per questo motivo, abbiamo creato una serie di tool finalizzati proprio a rispondere alle domande più frequenti dei consumatori.
Oltre alla classica sezione delle FAQ nel nostro sito, abbiamo ideato “lo Spazio delle risposte”: uno spazio virtuale che risponde a tutte le domande più frequenti sul mondo dell’energia. Nasce attraverso un’analisi SEO dettagliata (più ricerche di mercato) riguardante tutte le tematiche più cercate sui motori di ricerca su: bolletta, mercato libero e servizio di maggior tutela, contratto, servizi Vas (a valore aggiunto) e offerte.
Anche sui nostri canali social abbiamo uno stream dedicato, “Help”, che comprende diverse rubriche e che funge da aiuto ai clienti su diverse tematiche: abbiamo ad esempio le energy word, una sorta di glossario dell’energia (cosa è il POD/PDR, cosa significa kWh, il PUN etc), le green word, a tema sostenibilità, etc. Quest’anno abbiamo un obiettivo in più: cominciare a veicolare il servizio di Enel non più come commodity ma come fattore abilitante alla transizione sostenibile, come guida del cambiamento.
L’estate scorsa avete lanciato una grande campagna online e offline sulla ripartenza con Saatchi e Saatchi. Che cambiamenti ha portato l’emergenza Covid nella vostra strategia di Advertising e che risposta avete avuto?
(Risponde Maria Vittoria Destefanis)
Da quando è iniziato il periodo dalla pandemia, abbiamo deciso da subito di non bloccare le nostre comunicazioni. Anzi, abbiamo affrontato le diverse fasi, del lockdown prima e della ripartenza poi, con comunicazioni mirate e in linea con il periodo che si stava vivendo. Nel periodo più difficile, abbiamo affrontato una fase di comunicazione in “emergenza”. Era stata istituita una task force, che ha lavorato per mettere in evidenza e comunicare tutte le iniziative concrete che come azienda avevamo messo a disposizione dei clienti. E in TV siamo andati on air ad aprile, durante il picco della crisi, con una campagna che aveva l’obiettivo principale di trasmettere la solidarietà e la vicinanza dell’azienda al paese.
Durante l’estate, abbiamo poi fronteggiato la fase di restart, spostando la comunicazione su temi di positività che i clienti manifestavano e ricercavano, con contenuti focalizzati sulla ripartenza, rilevanti e che proponevano vantaggi concreti. La campagna sulla ripartenza aveva dunque un duplice obiettivo: rendere concreto il supporto dell’azienda con un’offerta che potesse contribuire alla ripartenza del Paese (volutamente indirizzata sia al Consumer che allo Small Business), mettendo a disposizione tre mesi di componente energetica gratuita ed evidenziare come questo supporto avesse anche un valore sostenibile: a livello ambientale ma soprattutto sociale.
La campagna, pur lavorando in coerenza con il posizionamento dell’azienda, voleva raccontare di una nuova energia. Per questo motivo aveva un tono di voce tutto in positivo, senza fare riferimento alle difficoltà vissute. Ci si è focalizzati sul momento in cui tutti ricominciavano a fare quello che facevano sempre, raccontando i piccoli gesti cui eravamo abituati, sia dal punto di vista della “famiglia” che delle imprese. In generale l’emergenza Covid ha determinato una attenzione e un supporto crescente verso il territorio. Abbiamo circa 1.200 negozi su tutto il territorio nazionale e i nostri imprenditori sono quelli che più di tutti hanno sofferto delle restrizioni dettate dall’emergenza. Per questo motivo, nella strategia di Advertising (offline e online) di quest’anno, tutte le campagne che metteremo in piedi quest’anno avranno una declinazione locale.
Quali i principali obiettivi di Digital Advertising per il futuro prossimo e quali canali e attività intendete implementare?
(Risponde Ivan Lupelli)
Come obiettivi abbiamo dei target molto sfidanti in termini di adesioni e cpa sia sul segmento consumer che sul business. Per quanto riguarda canali e attività, il nostro mantra è mantenere un media mix efficientee performante che ci permetta di raggiungere audience che “risuonino con il nostro brand”. Continueremo sicuramente a sperimentare in maniera continua con approccio few-in few-out riguardo a canali e piattaforme per le campagne always-on, ma non vogliamo neanche provare tutto per la paura di perdere opportunità o perché “ci dobbiamo essere” con il rischio di frammentare messaggi e budget senza impatto significativo sulle performance.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/02/ENEL-DIGITALIZZAZIONE.jpg7721371Ninja Academyhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Academy2022-02-16 12:08:182022-02-16 12:08:18Enel: “La nostra sfida? Abilitare un progresso sostenibile con il digitale”
Illimity, il gruppo bancario ad alto tasso tecnologico fondato e guidato da Corrado Passera, ha presentato pochi giorni fa una nuova realtà ideata per un innovativo ecosistema di servizi finanziari dedicati alle PMI che hanno un fatturato compreso tra i 2 e i 10 milioni di euro.
Stiamo parlando di B-ilty, una piattaforma bancaria di servizi finanziari e di credito, costruita sulla base dei suggerimenti di centinaia d’imprenditori e pensata proprio per agevolare la quotidianità di questi professionisti. Una piattaforma di ultima generazione, completamente digitale.
Che cos’è B-ilty
B-ilty è una banca che nasce con l’obiettivo di semplificare la vita agli imprenditori grazie a una piattaforma di ultima generazione che unisce competenze specialistiche e tecnologia all’avanguardia. Offre ai clienti tutti quei prodotti e i servizi di una banca completa, con l’immediatezza che solo una user experience evoluta può garantire.
Raccoglie in un unico ecosistema l’operatività bancaria, integrando gli strumenti per supportare la crescita dei clienti con soluzioni che si adeguano alle esigenze della singola azienda e dei singoli settori dell’economia di riferimento.
I servizi offerti da B-ilty: una banca su abbonamento
La particolarità di B-ilty è la sua speciale formula ad abbonamento per accedere alla piattaforma e a tutti i servizi bancari che sono disponibili in modo illimitato.
L’offerta comprende tutte le più diffuse transazioni bancarie, carte di credito e debito, credito a breve termine, factoring per finanziare il capitale circolante, credito a medio-lungo termine per finanziare gli investimenti, coperture assicurative per tutelare l’imprenditore e l’impresa e molti altri prodotti e servizi forniti direttamente dal Gruppo Illimity o da partner qualificati.
L’abbonamento costa 40 euro al mese con formula try and buy per i primi 3 mesi. In questo modo le PMI interessate potranno provare con calma tutti i servizi e, nel caso, procedere ad abbonarsi successivamente.
Un servizio digitale ma allo stesso tempo fatto da persone
B-ilty è una banca digitale di semplice utilizzo proprio per consentire all’imprenditore, al CFO, e al commercialista, di gestire le finanze dell’azienda quando vuole. Può farlo dal proprio ufficio, senza carta o bisogno di recarsi in filiale, ma soprattutto senza dipendere dagli orari altrui.
Questo però non significa che sia priva del lato umano, tutt’altro. Allo stesso tempo è fatta anche di persone. Ogni cliente avrà a disposizione un Relationship Manager. Ogni azienda infatti avrà uno o 2 responsabili dedicati, in modo da garantire sempre la disponibilità. Inoltre il call center di B-ilty è operativo 24/7.
Dinamicità continua e credito veloce
B-ilty fornisce sia credito a breve che a medio-lungo termine. Gli imprenditori vogliono risposte immediate e chiare, e ogni settore è diverso dall’altro. Ecco perché con un approccio fortemente basato sui dati e le competenze industriali della divisione Growth Credit di Illimity, B-ilty propone un’offerta di credito costruita su una valutazione delle diverse imprese e dei settori specifici in cui operano.
È infatti in grado di analizzare rapidamente decine d’indicatori che si adegueranno progressivamente alle caratteristiche di ogni singolo settore economico e saranno poi condivisi con gli stessi clienti.
Tutti i conti in un unico punto
Grazie alle funzionalità della PSD2 sulla piattaforma B-ilty possono essere visualizzati il saldo e i movimenti di tutti i conti correnti posseduti di un’azienda anche presso altri intermediari. Inoltre, sempre dalla stessa piattaforma, si possono effettuare anche le operazioni su tutti gli altri conti.
Maggiore collaborazione tra le persone
B-ilty metterà a disposizione dei propri clienti tutte le informazioni che possiede sugli andamenti finanziari sia di ciascuna azienda che del settore di appartenenza. Sarà il capo dell’impresa a decidere quali informazioni condividere e con chi.La piattaforma semplifica la collaborazione sia all’interno dell’azienda sia con il proprio commercialista e altri professionisti esterni.
Una realtà fatta apposta per le PMI
B-ilty è una vera e propria rivoluzione nel mondo dei servizi finanziari. È una realtà che nasce e vuole rimanere digitale, quindi di facile accesso e sempre disponibile per i propri clienti. Non importa che ora sia o che giorno della settimana, l’obiettivo di B-ilty è d’impegnarsi ad ascoltare le necessità e i desideri delle PMI, sempre.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/02/Illimity-bank-copertina.jpg535956Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2022-02-16 10:52:022022-02-17 11:32:09Ecco B-ilty: nasce la banca di Illimity per le PMI
Il Piano Ninja di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato ritenuto tra le iniziative più utili al processo di trasformazione digitale del Paese ed è stato quindi inserito nel portale Repubblica Digitale, una raccolta di iniziative pubbliche e private finalizzata a combattere il gap digitale e a favorire l’educazione sulle tecnologie del futuro.
Anche Ninja Academy nella coalizione di Repubblica Digitale
La ripresa è davanti a noi, ma dobbiamo fare di più. Ed è per questo che Ninja ha deciso di mettere a disposizione le proprie risorse per contribuire a questo slancio con il progetto “Resilienza Digitale”, accedendo così al Manifesto di Repubblica Digitale ed entrando fra i partner del progetto, con l’ambizioso compito di ridurre il gap digitale fra l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione Europea.
Le tecnologie digitali possono dare molte risposte e fornire soluzioni adeguate ad affrontare le sfide di oggi, incentivando la competitività attraverso l’innovazione e traducendole in opportunità grazie al miglioramento del livello di istruzione e alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Trasformazione digitale è il nuovo mantra. DAD, smart working, app di delivery, formazione online, cinema in streaming: la nostra vita, durante i lockdown, è stata riflessa in uno schermo.
Chi non era attrezzato è stato tagliato fuori dalla vita di comunità e, in molti casi, ha dovuto interrompere il proprio lavoro, con danni incalcolabili.
Chi rischia di più sono i lavoratori con minore livello di istruzione e per questo la pandemia minaccia di aumentare le disuguaglianze già esistenti. Maggiore sicurezza la hanno invece i lavoratori che non sono direttamente in contatto con altre persone o che non garantiscono servizi essenziali.
La buona notizia è che la Transizione Digitale è al centro delle politiche di rilancio del Governo italiano.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha l’ambizione di rendere il Paese innovativo e digitalizzato, fornendogli gli strumenti per affrontare le debolezze strutturali dell’economia, riparare i danni della crisi pandemica e raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale.
La prima delle 6 Missioni del Piano è proprio la Transizione Digitale, da realizzare attraverso l’innovazione del sistema produttivo e consistenti investimenti in due settori chiave: turismo e cultura. Lo stanziamento previsto per questa missione è di 40,29 miliardi di euro (il 21,04% del totale del budget), distribuiti in 51 misure.
Tra gli investimenti chiave, spicca la Digitalizzazione delle Imprese, anche attraverso interventi di formazione alle competenze digitali.
Cos’è Repubblica Digitale
Repubblica Digitale è l’iniziativa strategica nazionale, promossa dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e coordinata dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, che ha l’obiettivo di ridurre il divario digitale e promuovere l’educazione sulle tecnologie del futuro, supportando il processo di sviluppo del Paese.
L’obiettivo di Repubblica Digitale
I servizi pubblici digitali devono essere inclusivi e accessibili per tutti e tutte, senza nessun tipo di discriminazione, né alcuna forma di divario. Possedere le necessarie competenze digitali è fondamentale per poter esercitare pienamente i diritti di cittadinanza. Nella trasformazione digitale in corso nessuno deve essere lasciato indietro.
Repubblica Digitale è l’iniziativa strategica nazionale promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri nel quadro della strategia “Italia 2025” con l’obiettivo di combattere il divario digitale di carattere culturale presente nella popolazione italiana, per sostenere la massima inclusione digitale e favorire l’educazione sulle tecnologie del futuro, accompagnando il processo di trasformazione digitale del Paese.
Per chiudere entro il 2025 il gap attuale con Paesi come Germania, Francia, Spagna e rendere il digitale opportunità reale di crescita sociale ed economica, sono state definite delle azioni di sistema, incluse nel Piano Operativo della Strategia per le competenze digitali.
Il Piano, pubblicato a dicembre 2020, contiene le misure ritenute necessarie per abbattere l’analfabetismo digitale e sviluppare un percorso necessario di cambiamento culturale in tutti i settori della società.
Resilienza digitale nel dettaglio
Resilienza Digitale – Piano Ninja di Ripresa e Resilienza – si ispira proprio al PNRR e si rivolge a studenti, neolaureati ma anche a professionisti di altri ambiti che vogliono reinventarsi e cogliere l’opportunità di costruirsi un futuro nel digitale.
Il progetto si rivolge anche alle piccole e medie imprese che la pandemia ha messo in seria difficoltà per dar loro un’occasione di rilancio attraverso il Digital.
Il nostro Piano consiste nell’offrire un pacchetto di risorse gratuite che abbracciano 3 livelli:
FORMAZIONE
Un Corso su come dar vita a un Progetto di Business Digitale
6 lezioni gratuite su una delle tre verticali formative, a scelta tra Digital Marketing, Social Media Marketing o Digital Business
INFORMAZIONE
La Daily Newsletter Ninja “Morning News” per essere sempre aggiornati sulle principali News in ambito Digital, Social e Tech e i Marketing Insights, selezionati dalle più autorevoli fonti internazionali di settore
Il Canale Telegram “Ninja Marketing” per seguire ogni giorno le principali notizie della “digital economy”
NETWORKING
La community Facebook “Ninja Marketing Dojo” per connettersi con le esperienze dei professionisti del Digital e condividere consigli, aggiornamenti, ispirazioni con la Ninja Tribe
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/02/resilienza-digitale-repubblica-digitale.jpg535956Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-02-02 13:00:132022-02-03 11:36:59Ninja è su Repubblica Digitale: la coalizione per digitalizzare l'Italia
Partire con il piede giusto vuol dire entrare in possesso di tutte le informazioni necessarie prima di muovere il primo passo e questa raccolta di report in continuo aggiornamento può indirizzarti correttamente
Mercati, trend, preferenze dei consumatori. Ogni dato è importante per impostare una pianificazione efficace all’inizio di un nuovo anno, soprattutto perché le incertezze che caratterizzano questo periodo impongono una particolare attenzione al monitoraggio e alle sfide che ci troviamo davanti.
Lavoro ibrido, viaggi, tendenze sui consumi, fruizione dei contenuti e attenzione all’ambiente sono solo alcuni dei temi e dei settori che sono stati più volte stravolti nell’ultimo periodo: un cambiamento al quale non ci si può sottrarre e che non si può ignorare (pena l’esclusione dal mercato), ma che invece va compreso e cavalcato per raggiungere gli obbiettivi fissati.
Questa collezione, in continuo aggiornamento, di report e analisi per l’anno 2022 e per quelli a venire, punta proprio in questa direzione: fornire gli strumenti ideali per comprendere a fondo quello che sta succedendo intorno a noi e muoversi senza inciampo.
#39 KANTAR – The Imperative of Imagination Insights 2030
#40 KAWO – Guide to China Social Media Marketing 2022
#41 KORN FERRY – Future of Work Trends 2022
#42 KPMG – Cyber Security Considerations 2022
#43 MailModo – State of Email 2022 Report
#44 MCKINSEY – Global Media Themes 2022
#45 MESSARI – Crypto-theses for 2022
#46 MM – makingthemetaverse
#47 MSCI – 2022 ESG Trends to Watch
#48 NATIONAL GEOGRAPHIC – Year in Pictures 2022
#49 NEWMAN REUTERS OXFORD – Trends and Predictions 2022
#50NEXTATLAS – Annual Report 2022
#51 NOURISH – 2022 Trend Report
#52 OGILVY – Business & Growth Trends 2022
#53 OMG APAC – Trends Report 2022
#54 POSITIVE LUXURY – PredictionsReport2022
#55 POSTCLICK – Machine Marketer Conversion Advertising in 2022
#56 QLIK – BI & Data Trends 2022
#57 QUALTRICS – 2022 Global Consumer Trends Report
#58 S&P CORPORATE RESEARCH – Global Credit Outlook 2022
#59 SPARKS&HONEY – Business Bets 2022
#60 SPARXOO – 2022 Digital Marketing Trends
#61 STANDARD CHARTERED – Outlook 2022, A Winding Road To Normality
#62 STYLUS – Look Ahead 2022
#63 TATLER – The values driven luxury consumer
#64 TBA – Home-and-Living-Trends-2021-22
#65 TREND MICRO – Security Predictions 2022
#66 TREND ONE x BDI – TrendRadar for Mid Sector
#67 ULTRA VIOLET – The Future of Cycle Care 2022
#68 WARC – The Marketer’s Toolkit 2022 Global
#69 WARC – Global Ad Trends 2022
#70 WGSN – Future Consumer 2022 Executive Summary
#71 YELP – 2022 Food Trend Forecast Report
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/70-report-per-il-2022.jpg7421315Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-01-26 11:00:272022-01-26 12:32:4470+ report e trend per la tua strategia vincente nel 2022
Il settore della Formazione è sempre più legato ai nuovi trend del ‘workplace’ e alle iniziative strategiche.
La formazione è diventata ormai un vero e proprio driver di profitto, ovvero uno strumento essenziale per sviluppare e trattenere i dipendenti, formare i clienti e valorizzare i partner.
Per questo, i professionisti della formazione dovrebbero guardare anche ai nuovi trend in termini di luoghi di lavoro che avranno un impatto non solo sui programmi formativi, ma anche sulle aziende, sul mercato e sul settore della formazione più in generale.
Una visione più ampia, infatti, sarà fondamentale per allineare perfettamente le priorità strategiche e gli investimenti tecnologici della propria organizzazione ai cambiamenti in termini di luoghi di lavoro nei prossimi cinque anni.
Per partire nella giusta direzione, Docebo ha raccolto i principali trend del ‘workplace’, che le aziende si troveranno ad affrontare nei prossimi anni.
#1 La flessibilità si sposterà dai luoghi agli orari
Il lavoro da remoto e ibrido è diventato la nuova normalità. Molte aziende hanno allentato o rimosso i vecchi standard relativi al luogo di lavoro dei loro dipendenti, con-
sentendo adesso una grande flessibilità e opzioni per tutti i lavoratori.
Secondo il ReimagineHR Employee Survey 2020 di Gartner, la prossima fase di questo cambiamento in termini di flessibilità si tradurrà in un allentamento dei vincoli di orario per i dipendenti. Ci sono dati sempre più evidenti secondo cui una maggiore flessibilità porta a migliori performance, dipendenti più soddisfatti e a una maggiore fidelizzazione.
Dunque, le aziende e i professionisti della formazione dovrebbero considerare questo trend come un’opportunità per offrire maggiore flessibilità ai propri dipendenti,
offrendo loro strumenti che permettano di lavorare e apprendere ovunque e in qualsiasi momento.
#2 I gap di competenze continueranno ad aumentare
Secondo Gartner, solo il 16% dei nuovi assunti possiede le competenze necessarie per svolgere al meglio il proprio ruolo attuale e per affrontare i lavori del futuro. Secondo Deloitte oltre la metà dei leader intervistati dichiara che, nei prossimi tre anni, tra il 50% e il 100% della loro forza lavoro dovrà necessariamente cambiare le proprie competenze e capacità.
Inoltre, una combinazione di lavoro da remoto, un alto tasso di occupazione e una grande quantità di offerte di lavoro ha ostacolato le aziende nel trattenere i loro migliori talenti.
Non sorprende che l’upskilling, il reskilling e la formazione siano diventate priorità assolute per la maggior parte delle organizzazioni. Si tratta di una grande opportunità per i professionisti della formazione, che dovranno ripensare e ridefinire i loro programmi, per rendere ancora più rapida ed efficace la formazione della forza lavoro.
#3 Più investimenti per supportare il lavoro da remoto
Il lavoro da remoto e ibrido non sarà abbandonato nel giro di poco tempo. Molte organizzazioni sono già passate a una forza lavoro che opera interamente da remoto, e molte altre hanno intenzione di mantenere a tempo indeterminato gli approcci e gli assetti adottati durante la pandemia.
Tuttavia, per essere sostenibile a lungo termine, il lavoro da remoto presuppone investimenti in nuovi strumenti e processi.
Secondo il sondaggio 2021 Deloitte Human Capital trends, la maggior parte dei leader ritiene che questi siano i fattori più importanti per rendere più sostenibile il lavoro da remoto:
Introdurre piattaforme di collaborazione digitale (39% degli intervistati)
Lasciare la scelta individuale in merito alle modalità di lavoro (36% degli intervistati)
Investire nella formazione dei team leader (24% degli intervistati)
In altre parole, i datori di lavoro dovranno investire in piattaforme, risorse e formazione che consentano ai dipendenti di lavorare da remoto, senza ostacolare la loro produttività o senza interferire con la loro vita privata.
L’appuntamento per comprendere i nuovi scenari
Con l’inizio del 2022, il Learning è diventato un importante motore di sviluppo e retention dei talenti, formazione dei clienti e abilitazione dei partner.
Ora più che mai, i professionisti L&D devono guardare oltre la formazione, alle tendenze sul posto di lavoro che avranno un impatto non solo sui loro programmi, ma sulla loro azienda, il mercato e il settore nel suo insieme.
Il 27 gennaio dalle 13:30 alle 14:30, 4 esperti di formazione discuteranno dei cambiamenti nel panorama della formazione, delle tendenze principali che le aziende dovranno affrontare e altro ancora:
Un appuntamento che vale la pena seguire per diverse figure professionali, in grado di distribuire una visione ampia dell’ecosistema in modo da non farsi trovare impreparati ai cambiamenti che sono già in atto e che condizioneranno i prossimi anni.
Per conoscere i dettagli del programma e iscriverti all’evento puoi cliccare qui.
I trend presentati da Docebo sono direttamente collegati a quelli del settore della Formazione. Come già accennato, la formazione è ormai direttamente collegata a molte delle principali priorità strategiche delle aziende per i prossimi cinque anni.
Pertanto, i leader e i professionisti del settore dovranno adottare un approccio olistico per affrontare i trend (sia interni che esterni) che influenzano il loro business.
#1 Upskilling e Reskilling diventano sempre più importanti
Secondo McKinsey, il 14% della forza lavoro globale dovrebbe cambiare occupazione a causa dei progressi dell’IA. Si tratta solo di una statistica che illustra la portata di questo cambiamento sul posto di lavoro.
Tuttavia, tale dato dovrebbe essere sufficiente per far riflettere attentamente le aziende sulle tecnologie e sui processi che oggi hanno a disposizione per supportare l’upskilling e il reskilling.
#2 Il micro-learning è in crescita
Il micro-learning offre molti vantaggi alle aziende e ai dipendenti, primo fra tutti il fatto che si adatta perfettamente al flusso di lavoro.
Secondo HRExchange, il micro-learning aiuta anche a migliorare la concentrazione, supporta la conservazione delle conoscenze a lungo termine fino all’80% e aumenta il coinvolgimento degli utenti di oltre il 50%.
#3 Aumenta la necessità di misurazione dei risultati
Le aziende dovranno adottare soluzioni che permettano di collegare facilmente la formazione agli obiettivi del core business, come i profitti, le performance dei dipendenti, la fidelizzazione dei clienti e la valorizzazione dei partner.
#4 Adozione mainstream dei dati nel learning design
Grazie a strumenti che permettono di raccogliere e presentare i dati formativi con facilità, i leader saranno in grado di porre le domande giuste sui loro programmi, al momento giusto. In questo modo, riusciranno a progettare e lanciare programmi d’impatto, mantenendo sempre il focus sui bisogni degli utenti e dell’organizzazione.
#5 Contenuti formativi sempre più personalizzati e generati dagli utenti
Con la crescente personalizzazione e accessibilità della formazione, ci sarà un notevole aumento della formazione ‘on-the-job’, ovvero nel flusso di lavoro.
Per questo, i leader della formazione e i fornitori di soluzioni dovranno puntare soprattutto sul social learning, sui contenuti generati dagli utenti e su esperienze altamente personalizzate, basate su Intelligenza Artificiale.
#6 La Formazione come driver di profitto
Tutti i trend presi finora in esame mettono evidenziano un dato fondamentale: la formazione si sta affermando come uno dei principali driver strategici, capace di generare profitto.
Grazie alle nuove soluzioni tecnologiche ci sarà un allineamento molto più stretto tra le iniziative formative e i profitti, come ad esempio il training dei clienti, la formazione dei partner e lo sviluppo dei dipendenti.
Le priorità per le nuove generazioni di lavoratori
Oltre ai trend esterni menzionati finora, i professionisti della formazione dovranno anche tenere a mente i bisogni e le aspettative in continua evoluzione degli utenti, prima di scegliere una nuova soluzione.
Oggi gli utenti sono letteralmente sommersi da informazioni provenienti da molteplici fonti. Può quindi risultare difficile distinguere quali informazioni siano applicabili al lavoro quotidiano e quali no.
Di conseguenza, i dipendenti hanno aspettative molto specifiche sui programmi formativi della loro azienda.
La crescita e lo sviluppo sono in cima alla lista delle priorità per le nuove generazioni di lavoratori. Gli utenti si aspettano che la propria organizzazione permetta loro di apprendere ed acquisire nuove proprie competenze. Le aziende che possono garantire queste opportunità, insieme a una formazione mirata e rilevante, avranno un grande vantaggio competitivo rispetto a tutti gli altri competitor.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/nuovi-scenari-della-formazione.jpg7711374Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-01-21 11:40:022022-01-24 12:07:43Flessibilità, skill e investimenti: come comprendere il nuovo scenario della formazione
Gennaio è il mese dei rientri e dei buoni propositi. È anche il mese in cui si definiscono le strategie e gli obiettivi per qualsivoglia business. Perché quindi non cominciare l’anno identificando le campagne marketing sulle quali si desidera puntare nel 2022?
Nel 2022 vogliamo gioia, colore e divertimento. Questo non è solo un buon proposito, ma un vero e proprio stimolo a un nuovo approccio editoriale, poiché la vera chiave del successo quest’anno risiederà anche nella capacità di comunicare buonumore e gioia ai clienti su tutti i canali, grazie a campagne innovative e divertenti.
In questo articolo vi offriamo il calendario 2022 di Splio, con le date più significative del nuovo anno e 12 suggerimenti di campagne marketing per coinvolgere diversamente i tuoi clienti quest’anno.
Le giornate mondiali e internazionali sono da sempre fonte di ispirazione e un’occasione per celebrare tematiche di impatto, ma anche per dimostrare il proprio affetto verso i cari o manifestare gioia per una ricorrenza speciale.
I marketing manager e i marchi stessi ben sanno che variare i propri contenuti è fondamentale per mantenere alto l’interesse, e che un ricco calendario editoriale può fare la differenza, accompagnato da campagne marketing originali che riescano a infondere gioia e divertimento.
Vi mettiamo quindi a disposizione un originale calendario con un suggerimento di campagna marketinge una selezione di ricorrenze speciali per ogni mese del 2022.
Ogni tips potrà facilmente essere riadattato alle diverse esigenze e settori, l’importante è riuscire a stupire, assicurandoti l’engagement dei tuoi clienti e la conversione.
Gennaio è il mese degli attesissimi saldi: metti in risalto le tue promozioni, facendo attenzione alla deliverability! I saldi sono un momento d’oro per incoraggiare il traffico sul proprio e-commerce e le visite in-store. Perciò non sprecare l’occasione: implementa una campagna e-mail ricordandoti di evitare le parole spam poiché i provider di posta elettronica respingono le comunicazioni contenenti determinate parole, facendo finire i tuoi messaggi nella posta indesiderata.
Quindi, rispetta semplici regole, la tua strategia editoriale e i tuoi valori. I vantaggi? Deliverability e reputazione.
Febbraio: il 14 si celebra l’Amore
Perché quindi non dimostrare il tuo affetto verso i tuoi clienti affezionati? Il 14 febbraio lancia la campagna “We love you too”: invia una comunicazione ai tuoi clienti e segmenta il tuo target con l’aiuto della marketing automation (clienti attivi/clienti inattivi). Dimostra loro il tuo affetto riservando uno sconto speciale su tutti gli acquisti effettuati online o in negozio il 14 febbraio.
Perché San Valentino non è solo il mese degli innamorati, ma è il mese dell’amore. Amore e coccola verso sé stessi. I vantaggi? Riattivazione, engagement e drive-to-store.
Marzo: il 18 è la giornata mondiale del Riciclo
Sensibilizza i tuoi clienti grazie a una campagna in collaborazione con un’associazione benefica. Invita i tuoi clienti a portare in negozio gli indumenti ed accessori del tuo marchio non più utilizzati.
Premiali accreditandogli dei punti fedeltà in base al peso del tessuto da riciclare e il numero di prodotti donati.
Il vestiario sarà devoluto a un’associazione benefica! In questo modo incoraggerai il drive-to-store e l’engagement dei tuoi clienti grazie a un’iniziativa di sensibilizzazione, che li avvicinerà ancora di più ai tuoi valori.
Aprile: il 15 è la giornata mondiale dell’Arte
Aprile è il mese dell’Arte! Approfittando della giornata mondiale dell’Arte, lancia una collezione speciale del tuo brand in collaborazione con un’artista e trasformala in un evento imperdibile online & offline.
Invita i tuoi clienti più affezionati alla festa di lancio, insieme al designer, promuovendo l’iniziativa su tutti i canali, incluso Instagram. I vantaggi? Drive-to-store, fidelizzazione ed engagement.
Maggio: il 21 è la giornata internazionale del Tè
Maggio è il mese del gradito tè, simbolicamente momento di condivisione! Perché non organizzare un’iniziativa conviviale con i tuoi clienti in-store?
Stringi una partnership con un fornitore di tè per questa occasione, invita i clienti e visitatori a provare le bustine di questo marchio, in omaggio per ogni acquisto avvenuto in negozio. Potrai utilizzare diversi canali, per esempio inviare una notifica push sul wallet dei tuoi clienti nelle vicinanze grazie alla geo-localizzazione.
I vantaggi? Drive-to-store, fidelizzazione ed engagement.
Giugno: il 6 è la giornata mondiale della Minigonna
A giugno si celebra la giornata della Minigonna, icona di stile, eleganza e libertà.
Approfittane per coccolare i membri del tuo programma fedeltà. Imposta una campagna per l’occasione: invia a coloro che hanno acquistato una gonna nell’ultimo anno, un’e-mail con la tua collezione speciale e un voucher da utilizzare in negozio e online, valido solo per i membri del programma dal 6 al 13 giugno.
I vantaggi? Customer satisfaction, fidelizzazione e traffico sull’e-commerce.
Luglio: il 30 è la giornata internazionale dell’Amicizia
A luglio si celebra l’Amicizia. Quale occasione migliore per lanciare la tua campagna “Porta un amico” per questa giornata speciale?
Invita i tuoi clienti ingaggiati a condividere con i loro amici un voucher di referral, grazie a un link condivisibile tramite i social, WhatsApp o per e-mail.
Una campagna di referral marketing può aiutarti a rispondere a molteplici obiettivi: fidelizzare clienti esistenti, acquisire nuovi clienti e aumentare il fatturato.
Agosto: il 19 è la giornata mondiale della Fotografia
In occasione della giornata mondiale della Fotografia, lancia la campagna “Scatena il fotografo che è in te” e incoraggia i tuoi clienti a condividere i loro migliori scatti con i tuoi prodotti su Instagram, ricordandogli di taggare il tuo marchio.
Per loro e i nuovi membri del tuo programma fedeltà: un voucher da utilizzare in negozio o online dal 19 al 26 agosto. I vantaggi? Vendite, fidelizzazione e traffico sull’eCommerce.
Settembre: il 15 riaprono le scuole
Settembre è il consolidato mese del back-to-school, che simboleggia la fine delle vacanze e il momento dei rientri.
Non significa però che è il momento di riempire di messaggi il tuo target, perciò attenzione alla quantità e alla qualità delle tue comunicazioni. Durante i periodi di punta, come il back-to-school, scommetti sulla qualità e sulla personalizzazione delle tue campagne. E assicurati la pertinenza dei tuoi messaggi grazie alla segmentazione del database.
I vantaggi? Drive-to-store, vendite e deliverability.
Ottobre: il 7 è la giornata mondiale del Sorriso
Per la giornata mondiale del sorriso, raccogli recensioni e sorrisi! Approfitta del periodo di calma tra il rientro e le vacanze di dicembre per chiedere ai tuoi clienti la loro opinione sull’esperienza con il tuo marchio. Invitali a lasciare una recensione e premiali con dei punti fedeltà per ogni opinione ricevuta.
In questo modo potrai arricchire la conoscenza del cliente nel tuo motore loyalty e allo stesso tempo mostrare interesse per il loro pensiero con l’obiettivo di migliorarti.
I vantaggi? Conoscenza del cliente e customer satisfaction.
Novembre: il 13 è la giornata mondiale della Gentilezza
In occasione della giornata mondiale della gentilezza, fai sapere a tuoi clienti quanto sono importanti per te!
Imposta una piccola survey, sui social e per e-mail, per conoscerli meglio, e quindi meglio rispondere alle loro esigenze. Il mese del tuo compleanno? Il tuo colore preferito? La tua taglia? Un’e-mail, 3 domande, 3 clic e 5 secondi del loro tempo, per creare dei contenuti personalizzati durante tutto l’anno. La conoscenza del cliente è fondamentale, poiché aumenta le possibilità di conversione delle tue campagne.
Dicembre: il 13 si celebra il Christmas Jumper Day
Le festività natalizie spesso fanno rima con le tradizioni, una di queste: i maglioni natalizi.
Lancia un’iniziativa dedicata per coloro che sapranno osare con il maglione natalizio. Premia i membri del tuo programma fedeltà che faranno acquisti in-store indossando un originale maglione, raddoppiandogli quindi i punti per ogni acquisto effettuato dal 13 al 20 dicembre.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/Campagne-Marketing-Splio.jpg10801920Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2022-01-20 11:30:122022-01-20 15:05:01Calendario 2022: un'idea di campagna marketing al mese per animare la tua relazione con la clientela
La piattaforma internazionale di contenuti multimediali, attiva in 192 paesi e con più di 100.000 professionisti nella sua community, ha nuovamente chiamato in causa agenzie creative ed esperti di design mondiale per far luce sulle tendenze della comunicazione visiva 2022.
Per fornire al pubblico un approfondimento dettagliato ed estremamente curato, il team di Depositphotos ha raccolto nel suo Creative Trends 2022 le opinioni di illustri professionisti del design, CEO e artisti.
Megan Dell, direttrice del design presso 99designs by Vista; Lore Oxford, responsabile globale degli approfondimenti culturali presso We Are Social; Antoine P. Kostadinoff, direttore del design presso Dogstudio; Paul Zgordan, responsabile dei contenuti presso Mubert Inc, artista, produttore, e consulente; Froyo Tam, artista e curatrice transmedia che co-dirige il Y2K Aesthetic Institute; Rebeccah Pailes-Friedman, fondatrice e presidentessa della IDSA, Interwoven Design Group, LLC; David Wehmeyer, un artista; Synchrodogs, un duo di direttori artistici e fotografi.
Vediamo dunque quali saranno le attitudini, le propensioni e le inclinazioni che il panorama mondiale del visual propone per il nuovo anno. E cosa dobbiamo attenderci dall’estro creativo di comunicatori e designer di tutto il mondo.
Un tuffo nel Metaverso
Oggi i confini tra mondo reale e realtà virtuale sono sempre più fluidi.
Corporate e organizzazioni si sono già attrezzate per allestire nuovi scenari digitali entro cui ospitare mondi elaborati e poter avere esperienze immersive mai provate finora. Ma in che modo questo inciderà sulla comunicazione visiva del 2022?
Credits: Depositphotos #436325152
Gli spazi digitali acquisiranno un aspetto ancora più realistico con l’aiuto delle tecnologie AR e VR. I designer sceglieranno elementi di grafica animata 3D per raggiungere un nuovo livello di interattività tra persone. E per far sentire il pubblico ancora più presente, i creator cureranno i loro progetti con musica ambient ed effetti sonori coinvolgenti.
Steal Like An Artist, il saggio di Austin Kleon, racchiude il concetto fondamentale per ogni creativo: guardare al passato per alimentare l’ispirazione artistica del futuro. Quest’anno, i motivi giocosi e audaci degli anni ’70 decoreranno i messaggi visual e i contenuti di tutto il mondo.
Il desiderio di fuggire alla monotonia della realtà e affascinare il pubblico saranno le leve grafiche che favoriranno esperimenti d’arte psichedelica, soprattutto in ambito digitale.
Colori luminosi ad alto contrasto, sfondi olografici e granulosi, astrazioni complesse, interpretazioni variegate dal marcato tratto ipnotico saranno sempre più presenti nella progettazione grafica.
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Forse non sarà come fare un salto spazio-tempo nella Woodstock di Jimi Hendrix e dei Creedence, ma l’utilizzo di un gran numero di elementi creativi in un’unica composizione dai toni saturi e acidi e fornirà ai designer uno spunto di sperimentazione per aumentare il potenziale commerciale dei loro progetti.
L’Intelligenza Artificiale che crea musica
Negli ultimi due anni, l’Intelligenza Artificiale è stato quel fenomeno alla base della maggior parte delle nostre interazioni online con la musica. L’IA influenza il modo in cui scegliamo i nostri pezzi da suonare, semplificando il processo decisionale e fornendo consigli basati sulla cronologia delle nostre ricerche, sul nostro umore o sui nostri gusti personali. Fino a oggi questo è stato il suo ruolo.
Nel 2022 l’IA avrà un impatto significativo anche sull’effettiva produzione di contenuti musicali.
Tracce di sottofondo su siti web o app saranno personalizzate per adattarsi all’umore, al gusto e alle esigenze specifiche dell’utente. Progetti di comunicazione, campagne di marketing e annunci creativi presenteranno colonne sonore uniche per creare una realtà ancora più interattiva.
Torna in auge l’estetica anni 2000
La carenza di nuove esperienze e di emozioni positive che ha caratterizzato gli ultimi due anni, spinge le persone a ricordare la spensieratezza degli anni 2000.
I Millennial e la Z-Gen sono sempre più attratti da un’estetica che evoca felicità e serenità. Come quella che hanno sperimentato durante l’infanzia o l’adolescenza, quando Britney Spears e i Backstreet Boys facevano da colonna sonora alle loro giornate.
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Questa nostalgia diffusa spinge i creator a utilizzare prevalentemente palette di colori pastello (come rosa, giallo, verde e blu).
I progetti di design e fotografia acquistano vibrazioni retrofuturistiche con look pacchiani e luccicanti e post-produzioni simili a Matrix o Crash Bandicoot, fanno capolino tra i profili social di influencer, blogger e brand.
Si tratta di scienza, non magia
La fantascienza ha fortemente influenzato la nostra percezione dei progressi tecnologici.
Fino a quando non ci siamo improvvisamente ritrovati nel futuro. I viaggi nello spazio raccontati da Stanley Kubrick o le macchine volanti di Ridley Scott non sono più una bizzarra trovata cinematografica. I recenti sviluppi del turismo spaziale suscitano ispirazione, curiosità ed eccitazione nella comunità internazionale dei creativi.
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I progetti di comunicazione visiva del 2022 faranno largo uso di identità extraterrestri, robot super-intelligenti, attrezzature ed equipaggiamenti per viaggi spaziali, toni scuri e trame metalliche che indurranno il pubblico a chiedersi cosa ci riserverà il futuro e cosa si può fare oggi per un domani migliore.
Ci lasceremo guidare da atti di amor proprio
Nel nuovo anno si raggiungerà il picco di massima diffusione per l’amore verso se stessi. Questa esigenza si manifesterà in diversi campi della comunicazione, principalmente la fotografia.
Il self-love incoraggerà brand e artisti visivi a collaborare per migliorare la salute mentale della società, e guidarla verso un cambiamento globale.
I brand rinnoveranno il loro tono di voce e la loro immagine per avvicinarsi al proprio pubblico.
I fotografi opteranno per composizioni più semplici, soluzioni cromatiche minimaliste e ambienti autentici, rivelando il contesto reale di prodotti, servizi o eventi. Un tale approccio non solo aiuterà i brand e i creator a guadagnare più fiducia, ma servirà a coltivare una società più sana e più felice.
Scopriremo l’arte dello Scrollytelling
Raccontare storie che incantano è la vera sfida al giorno d’oggi. Per attirare l’attenzione del pubblico, i creativi ricorrono a nuovi formati che includono una miscela accattivante di multimedialità come video, animazioni ed effetti sonori nella progettazione di piattaforme e siti web.
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Layout asimmetrici, scorrimenti parallasse, tipografia sovradimensionata, grafica animata 3D, sono tutti elementi versatili che emergono tra i Creative Trends 2022.
Ricerca di dinamismo, narrazione a scorrimento (lo Scrollytelling), tracce musicali ed effetti sonori accattivanti, diventeranno condizioni necessarie per trasferire una storia unica ai lettori.
Tutto diventa immersivo
In un mondo così estremamente dinamico e in rapida evoluzione, i brand ripensano costantemente ai formati e alle strategie pubblicitarie per distinguersi dalla massa.
Aumentare il coinvolgimento e fidelizzare i clienti è sempre più difficile. Le aziende lungimiranti riescono a sfruttare approccio innovativo e nuovi strumenti a disposizione per raggiungere un solo obiettivo: assicurare un’esperienza immersiva indimenticabile.
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Annunci 3D, filtri AR e supporti visivi per un acquisto immersivo consentiranno a chiunque disponga di uno smartphone di interagire da vicino, testare o personalizzare un prodotto prima di completare un acquisto online.
I brand che mirano ad andare oltre i social media possono provare campagne OOH (Out-of-Home) digitali immersive. Insieme all’animazione 3D e alla motion graphic, tecniche come la prospettiva forzata creano illusioni tridimensionali e lasciano incantati i consumatori di oggi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/PSD-Template-20.jpg10801920Nicola Onidahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNicola Onida2022-01-18 18:00:512022-01-18 18:00:51Gli 8 Creative Trends 2022 che marketer e designer non possono ignorare
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