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DSA in Unione Europea

Entra in vigore il Digital Services Act, cos’è e cosa significa per Meta e le altre Big del Tech

Il Digital Services Act (DSA) dell’Unione Europea è ufficialmente entrato in vigore.

A partire dal 25 agosto 2023, i giganti tecnologici come Google, Facebook, Amazon e altri devono conformarsi a una legislazione di ampio respiro che ritiene le piattaforme online legalmente responsabili dei contenuti pubblicati su di esse.

Anche se questa nuova legge è stata approvata nell’Unione Europea, è probabile che si verifichino effetti di vasta portata a livello globale, man mano che le aziende adegueranno le loro politiche per conformarsi.

Ecco quali sono le regole contenute nel DSA e come l’UE intende farle rispettare.

cos'è il Digital Services Act

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Cos’è il DSA (Digital Services Act)

L’obiettivo generale della DSA è quello di promuovere ambienti online più sicuri. In base alle nuove norme, le piattaforme online devono implementare modalità per prevenire e rimuovere i post contenenti beni, servizi o contenuti illegali, fornendo al contempo agli utenti i mezzi per segnalare questo tipo di contenuti.

Inoltre, il DSA vieta la pubblicità mirata basata sull’orientamento sessuale, la religione, l’etnia o le convinzioni politiche di una persona e pone delle limitazioni alla pubblicità mirata ai bambini.

In più, richiede alle piattaforme online di fornire maggiore trasparenza sul funzionamento dei loro algoritmi.

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Cosa significa il Digital Services Act per le Big del Tech

Il DSA stabilisce regole aggiuntive per quelle che considera “piattaforme online molto grandi”, obbligandole a dare agli utenti il diritto di rinunciare ai sistemi di raccomandazione e di profilazione, a condividere i dati chiave con i ricercatori e le autorità, a cooperare con i requisiti di risposta alle crisi e a eseguire revisioni esterne e indipendenti.

Sebbene l’UE non richieda ancora alle aziende più piccole di conformarsi al DSA, ha chiesto alle piattaforme online di grandi dimensioni di conformarsi quattro mesi dopo la loro designazione come tali, avvenuta in aprile.

Quali piattaforme sono sottoposte al Digital Services Act

L’UE considera piattaforme online molto grandi (o motori di ricerca online molto grandi) quelle con oltre 45 milioni di utenti mensili nell’UE.

Finora, l’UE ha individuato 19 piattaforme e motori di ricerca che rientrano in questa categoria, tra cui i seguenti:

  • Alibaba AliExpress
  • Amazon Store
  • Apple App Store
  • Booking.com
  • Facebook
  • Google Play
  • Google Maps
  • Google Shopping
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Pinterest
  • Snapchat
  • TikTok
  • Twitter
  • Wikipedia
  • YouTube
  • Zalando
  • Bing
  • Google Search

L’UE richiederà a ciascuna di queste piattaforme di aggiornare il numero di utenti almeno ogni sei mesi. Se una piattaforma avrà meno di 45 milioni di utenti mensili per un intero anno, verrà rimossa dall’elenco.

Cosa stanno facendo le piattaforme online per adeguarsi

Molte di queste aziende hanno già illustrato i modi in cui si conformeranno al DSA. Ecco una breve panoramica delle più importanti.

Google

Sebbene Google affermi di essere già conforme ad alcune delle politiche previste dal DSA, tra cui la possibilità per i creatori di YouTube di appellarsi alle rimozioni e alle restrizioni dei video, Google ha annunciato che sta ampliando il suo Ads Transparency Center per soddisfare i requisiti delineati dalla legislazione.

L’azienda si è inoltre impegnata ad ampliare l’accesso ai dati da parte dei ricercatori per fornire maggiori informazioni su “come Google Search, YouTube, Google Maps, Google Play e Shopping funzionano nella pratica”.

Inoltre, migliorerà le sue relazioni sulla trasparenza e analizzerà i potenziali “rischi di diffusione di contenuti illegali, o i rischi per i diritti fondamentali, la salute pubblica o il discorso civico”.

Meta

Meta, la società madre di Facebook e Instagram, sta lavorando per espandere la sua Ad Library, che attualmente raccoglie gli annunci pubblicitari mostrati sulle sue piattaforme.

L’azienda inizierà presto a visualizzare e archiviare tutti gli annunci che hanno come target gli utenti dell’UE, includendo anche i parametri utilizzati per indirizzare gli annunci, nonché chi ha ricevuto l’annuncio.

Digital Services Act cosa cambia per Meta

A giugno, Meta ha pubblicato un lungo rapporto sul funzionamento del suo algoritmo su Facebook e Instagram come parte della sua spinta verso la trasparenza.

Meta inizierà inoltre a consentire agli utenti europei di visualizzare i contenuti in ordine cronologico su Reels, Stories e Search sia su Facebook che su Instagram, senza essere soggetti al suo motore di personalizzazione.

TikTok

Analogamente alle misure che Meta sta adottando, anche TikTok ha annunciato che renderà il suo algoritmo opzionale per gli utenti dell’UE.

Quando l’algoritmo sarà disattivato, gli utenti vedranno nei loro feed For You e Live video provenienti “sia dai luoghi in cui vivono sia da tutto il mondo”, anziché video basati sugli interessi personali.

Inoltre, gli utenti potranno visualizzare i contenuti in ordine cronologico nei feed Following e Friends.

TikTok sta anche apportando alcune modifiche anche alle sue politiche pubblicitarie. Per gli utenti europei di età compresa tra i 13 e i 17 anni, TikTok smetterà di mostrare annunci personalizzati in base alla loro attività nell’app.

Snap

Anche Snapchat darà agli utenti dell’UE la possibilità di scegliere di non ricevere feed personalizzati sulle pagine Discover e Spotlight e ha anche pubblicato dei report su come classifica i post in questi feed.

L’azienda si è impegnata a fornire agli utenti maggiori informazioni sul motivo per cui i loro post o account sono stati rimossi e darà loro gli strumenti necessari per impugnare la decisione.

Inoltre, Snapchat non servirà più annunci personalizzati agli utenti europei di Snapchat di età compresa tra i 13 e i 17 anni. Creerà anche un archivio delle pubblicità mirate che mostra nell’UE e darà agli utenti europei di Snapchat di età superiore ai 18 anni un maggiore controllo sulle pubblicità che vedono.

Cosa succederà alle piattaforme che non rispettano il DSA

Le piattaforme online che non rispettano le regole della DSA potrebbero incorrere in multe fino al 6% del loro fatturato globale.

Secondo la Commissione europea, il Coordinatore dei servizi digitali e la Commissione avranno il potere di “richiedere azioni immediate, ove necessario, per affrontare danni molto gravi”. Una piattaforma che si rifiuta continuamente di conformarsi potrebbe essere sospesa temporaneamente nell’UE.

L’UE sta già assistendo a una reazione da parte di alcune aziende nei confronti della DSA.

A luglio, Amazon ha presentato una petizione per chiedere all’UE di rivalutare la sua classificazione come piattaforma online di grandi dimensioni, sostenendo di essere stata “ingiustamente individuata”.

Anche il rivenditore tedesco Zalando ha intentato una causa contro la Commissione UE, sostenendo di non rientrare nella definizione di piattaforma online di grandi dimensioni.

gruppo ninja

I Ninja si incontrano a Sanremo per parlare di Intelligenza Artificiale

Una reunion per incontrarsi in modo informale e scambiarsi spunti e opinioni su uno dei temi più caldi del momento. Il Ninja Meetup Sanremo, in questa occasione, sarà un evento dedicato alla “AI Revolution: il futuro dellIntelligenza Artificiale“.

Ninja Meetup Sanremo

Ninja Meetup Sanremo: dove e quando

Questo appuntamento speciale avrà luogo il 31 maggio presso il Forte Santa Tecla a Sanremo, e sarà organizzato in collaborazione con Andrea Ventura, Ninja Ambassador, digital strategist e CEO di RebelDigital Agency.

L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo in cui viviamo e lavoriamo, con un impatto che si fa sentire in ogni settore dell’industria e della società. Questo incontro rappresenta un’opportunità unica per discutere insieme del futuro di questa rivoluzione tecnologica e digitale.

La scaletta dell’evento

L’evento inizierà alle 18:00 con un momento di networking. Questa sarà un’occasione ideale per presentarsi, condividere idee e esperienze, e connettersi con altri appassionati di digitale.

La serata proseguirà con un focus sull’AI, durante il quale avremo l’opportunità di condividere pensieri e visioni sul suo impatto e sulle sue potenzialità.

La parte centrale dell’evento sarà l’aperitivo, un momento conviviale durante il quale scambiare idee e approfondire i temi affrontati.

Il Ninja Meetup Sanremo è un evento Free Entry, ma ti invitiamo a prenotare il tuo posto inviando un’email a andrea@rebeldigital.it.

Questo ci permetterà di organizzare al meglio la serata.

Siamo ansiosi di accoglierti a Sanremo per questa serata speciale.

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Arriva preparato all’evento. Leggi anche:

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Un articolo sull’Intelligenza Artificiale scritto da una AI

sfide per il retail

Sfide per il retail: quali sono e come le aziende possono affrontarle

Le sfide per il retail sono sempre più evidenti e, in un contesto di incertezza economica, i modelli di distribuzione nel settore stanno cambiando, insieme alle aspettative mutevoli delle persone.

La convergenza tra il mondo online e offline è diventata una realtà senza soluzione di continuità. Inoltre, l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove opportunità per le imprese del retail, portando una vera rivoluzione.

Esaminiamo da vicino questa rivoluzione e scopriamo come le aziende stanno affrontando tali cambiamenti per rimanere competitive, grazie al blog post di Jacopo Allegrini, Director Sales, Retail, Google Italia.

Esaminiamo tre grandi cambiamenti che stanno influenzando il settore nel suo complesso.

Sfide per il retail: l’esperienza d’acquisto immersiva

In passato, il mondo online era principalmente un luogo per cercare ispirazione e informazioni per gli acquisti.

Ora l’esperienza di acquisto diventa fondamentale, con il 61% dei clienti che preferisce siti web che offrono un’esperienza coinvolgente. Tra le sfide per il retail, garantire questo tipo di esperienza diventa importantissimo.

sfide per il retail - comprare con lo smartphone

Google ha sviluppato modalità di ricerca completamente nuove grazie ai progressi nell’intelligenza artificiale. Ad esempio, le ricerche visive con Google Lens consentono di trovare informazioni online sugli oggetti che vediamo intorno a noi.

La Ricerca Multipla permette alle persone di trovare informazioni anche quando non hanno tutte le parole per descrivere ciò di cui hanno bisogno, utilizzando sia testo che immagini.

L’esperienza immersiva unisce online e offline in modo realistico, consentendo ai rivenditori di offrire funzionalità come la visualizzazione di mobili all’interno delle abitazioni o la prova virtuale di prodotti utilizzando la realtà aumentata.

LEGGI ANCHE: Google potenzia i suoi prodotti con l’AI: arriva la ricerca Multipla

La personalizzazione come valore aggiunto

In Italia, più della metà degli acquisti online avviene tramite dispositivi mobili.

Grazie allo smartphone, la relazione tra rivenditori e consumatori è diventata sempre più personale, con l’obiettivo di offrire un’esperienza di acquisto personalizzata.

È essenziale per le persone trovare ciò che cercano durante l’acquisto, e l’82% dei consumatori a livello globale evita i siti web che presentano difficoltà di ricerca.

I rivenditori rischiano di perdere ricavi potenziali a causa di risultati di ricerca che non soddisfano le aspettative dei consumatori.

Le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, come Recommendations AI di Google Cloud, consentono di consigliare prodotti ai consumatori in base ai loro acquisti precedenti e alla cronologia di navigazione.

Omni-esperienza: la vera sfida per il retal

C’è una crescente convergenza tra lo shopping online e offline, con un aumento delle ricerche di “negozio aperto”. È cruciale per i rivenditori prestare attenzione all’interazione tra gli acquisti fisici e quelli online.

Circa il 76% delle persone in Italia non mostra preferenze specifiche tra i due canali.

Le persone utilizzano una varietà di canali per gli acquisti, con il 68% dei consumatori italiani che ha fatto shopping attraverso cinque o più canali durante la scorsa stagione invernale.

sfide per il retail - il blogpost di Google

La sfida per i rivenditori è trasformare l’omni-canale in un’esperienza di acquisto senza soluzione di continuità su tutti i canali. Utilizzando i dati proprietari acquisiti con il consenso dei clienti, i rivenditori possono comprendere meglio le esigenze e le preferenze dei clienti e veicolare il messaggio giusto tramite il canale più appropriato.

Le campagne Performance Max di Google sono progettate per raggiungere le persone giuste nel momento giusto, attraverso una varietà di canali, inclusi la rete di ricerca, YouTube, la Rete Display, Discover, Gmail e Maps, con l’obiettivo di aumentare le vendite online e offline.

L’intelligenza artificiale offre agli operatori del settore retail la possibilità di creare un’esperienza di acquisto personalizzata e coinvolgente, rispondendo alle aspettative e alle esigenze dei consumatori.

Come annunciato durante Google I/O, l’azienda si impegna a sfruttare la tecnologia per sbloccare nuove possibilità per le persone, le aziende e le comunità.

LEGGI ANCHE: Google I/O 2023: le novità sull’intelligenza artificiale annunciate all’evento

youtube works awards copertina

YouTube Works Awards: tutti i vincitori della seconda edizione

YouTube ha annunciato i vincitori della 2^ edizione YouTube Works, il riconoscimento annuale assegnato da YouTube in collaborazione con Art Directors Club Italiano (ADCI), volto a celebrare i talenti creativi che hanno saputo produrre le campagne più efficaci e innovative sulla piattaforma.

La redazione di Ninja ha partecipato all’evento di premiazione, raccogliendo le voci di Stefania Siani, Presidente ADCI e Carla Leveratto, Head of Creative Works di Google in Italia.

youtube works awards logo

A partire dalla location, la Sala Melato del Piccolo teatro di Milano, dove la premiazione ha avuto luogo, la creatività è stata il filo conduttore dell’evento, accompagnato dalla presentazione irriverente del comico (e youtuber) Luca Ravenna e dalla performance canora di Annalisa.

Una giuria di esperti, provenienti da agenzie creative, media e brand tra le più riconosciute in Italia e nel mondo,  ha valutato oltre 75 candidature attraverso un processo e criteri chiari e trasparenti.

Gli esperti hanno così identificato le campagne che,utilizzando i formati degli annunci di YouTube e una forte creatività, hanno saputo raggiungere il pubblico in modi unici.

youtube works awards membri della giuria

I vincitori della seconda edizione di YouTube Works

Di seguito le campagne vincitrici per le 6 categorie di concorso: Creative Innovation, Best Use of Creators, The Underdog, Action Driver, The Unskippable e Breaking Barriers. A queste si aggiunge il Gran Prix, assegnato – tra i vincitori per ciascuna categoria – alla campagna più creativa, innovativa e data-driven che ha portato risultati di business concreti e tangibili.

Creative Innovation + Grand Prix – “Maserati Grecale Global Premiere” di Maserati

La campagna di lancio della nuova Maserati Grecale si è aggiudicata il premio YouTube Works per la categoria Creative Innovation e il Grand Prix.

Ideata da Independent Ideas – BCW MILANO, ha spiccato per l’utilizzo della diretta streaming su YouTube in maniera strategica e innovativa, un racconto coinvolgente e la scelta accurata dei protagonisti. Il formato lungo ha ottenuto una performance eccezionale sulla piattaforma, raggiungendo gli obiettivi di business prefissati, incarnato appieno il concetto di “Creative Effectiveness”.

Best Use of Creators – “Sono in una serie Netflix – Favij per Di4ri” di Netflix

Sono in una serie Netflix – Favij per Di4ri” ha rappresentato un unicum per il mercato italiano ed è riuscita ad aggiudicarsi il premio per la categoria Best Use of Creators. Il duplice utilizzo, come testimonial e protagonista, di un creator come Favij ha generato infatti un notevole interesse e curiosità nel target di riferimento.

La scelta dello youtuber si è dimostrata oltremodo vincente grazie anche al suo tono ironico e all’affinità con il target kids.

La campagna è stata curata dall’agenzia We Are Social

The Underdog – “Arnett Underdog Creators” di Arnette

La campagna “Arnette Underdog Creators” dimostra come è possibile ottenere grandi risultati con piccoli mezzi, grazie alla giusta intuizione.

Curata da Blinks Essence, Arnette è stata in grado di raggiungere il suo nuovo target di riferimento, composto dalla GenZ e dal mondo dello street style, coinvolgendo direttamente nel processo creativo “creators e talent underdog”, minimizzando così da un lato i costi e massimizzando dall’altro la coerenza con il proprio target.

Action Driver – “Golden Gum – Un sogno da urlo” di Air Action Vigorsol

Grazie ad un progetto solido e ben strutturato la campagna Golden Gum di Air Action Vigorsol ha registrato un notevole risultato in termini di brand KPI e sales uplift.

L’iniziativa “sogni da urlo” ha raggiunto 3mila upload, dimostrando come un formato lungo insieme ai formati adv brevi completano l’esperienza di comunicazione raggiungendo ritorni importanti.

L’utilizzo di un creator noto come Frank Matano, prodotto appositamente per YouTube inoltre, ha reso possibile un forte ingaggio emotivo con lo spettatore che ha saputo riconoscere l’autenticità della marca.

La campagna è stata curata da Dentsu Creative e Selection Communication & Design.

Unskippable – “Vodafone Happy. Non perdi mai. Nemmeno il sorriso” di Vodafone

La campagna di Vodafone, curata dalll’agenzia We are Social, si è aggiudicata il premio YouTube Works per la più avvincente intro di 5’’, che ha convinto il pubblico a non saltare l’annuncio adv nel video. “Vodafone Happy.

Non perdi mai nemmeno il sorriso” è riuscita a catturare l’attenzione degli utenti sin dai primi secondi, agganciando lo user e  coinvolgendo per tutta la durata del racconto.

La scelta di un testimonial iconico e molto riconoscibile, come Harold, ha permesso di creare un legame forte con l’audience che ha da subito apprezzato il contenuto ironico e divertente dell’intera campagna. 

Breaking Barriers – “Parla con tua figlia prima che lo facciano i social | Dove Progetto Autostima” di Dove

Dove si è aggiudicato la categoria Breaking Barriers, dedicata alla campagna che ha rappresentato genuinamente la diversità e dimostrato la forza di una rappresentazione autentica.

Ideata da Ogilvy,  “Dove Progetto Autostima” è riuscita nel difficile compito di creare un contenuto emozionale su tematiche molto delicate come il self-esteem e la body positivity nei social media.

Grazie ad un trattamento di alta qualità, e ad uno storytelling estremamente efficace, la campagna ha saputo produrre un impatto positivo sul target di riferimento costituito dalle nuove generazioni e dai loro genitori.

Dati e Creatività agli YouTube Works

«Sono reduce dall’esperienza della giuria degli YouTube Works, ed è una giuria profondamente fondata sui dati, in una maniera straordinaria» ha detto ai nostri microfoni Stefania Siani, Presidente ADCI. «Questo ci consente di misurare il modo in cui i dati influenzano la performance creativa: creatività senza performance è un concetto monco. Gli insight data driven e data proof ci consentono di migliorare e alzare lo standard».

youtube works awards stefania siani

In occasione dell’evento, le abbiamo chiesto anche se la creatività sia oggi vincolata a utilizzare il format dei video brevi, che sono il trend del momento. Ecco cosa ci ha detto.

«La golden rule del contenuto breve è una possibilità, ma non l’unica: è una regola fatta per essere rotta. Utilizzare l’eccellenza creativa per fare in modo che le persone siano ingaggiate sin dai primi secondi e portate dentro la storia è un tema di design del contenuto. In questa economia del tempo estremamente sfidante, ci auspichiamo davvero che il contenuto pubblicitario riesca a competere, sempre di più, con i contenuti seriali delle piattaforme per evitare il concetto di advertising come interruzione del contenuto a favore di un advertising che intrattiene».

YouTube Works: la creatività come leva fondamentale di business

«Nelle candidature in generale, ma soprattutto nei finalisti, abbiamo visto l’autenticità. Ma anche l’uso di tutte le leve, emozionali ma anche tecniche e innovative della piattaforme, che ci hanno permesso di premiare campagne corte ma anche lunghissime» ci racconta Carla Leveratto, Head of Creative Works di Google in Italia. «Campagne molto diverse tra loro, che hanno in comune una bellissima creatività, ma anche un impatto sul business, che poi è il cuore di questo premio».

youtube works awards carla leveratto

 La creatività emoziona le persone, ma ha un impatto sensibile sul ROI dei brand?

«La creatività è una leva fondamentale per il ritorno degli investimenti. La volontà di questo premio è dare spazio e visibilità a campagne bellissime ma che, se fossero “solo belle” sarebbero fini a se stesse. Invece hanno un impatto concreto sul business in base ai KPI prefissati all’inizio della campagna».

Vai matto per le creatività? Dai un’occhiata qui:

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google I-O 2023

Google I/O 2023: le novità sull’intelligenza artificiale annunciate all’evento

Un lungo e spettacolare evento di presentazione aperto proprio da Sundar Pichai, CEO of Google and Alphabet. Al Google I/O 2023 sono state svelate tutte le nuove applicazioni dell’Intelligenza artificiale ai prodotti esistenti (e utilizzatissimi nel mondo) dell’azienda di Mountain View, ma anche molte nuove soluzioni super innovative, destinate a rivoluzionare il mondo in cui ricerchiamo informazioni, facciamo acquisti e lavoriamo.

Gran parte dell’evento è infatti incentrato proprio sull’intelligenza artificiale, sulle AI generative e su come sia necessario utilizzare questi nuovi modelli in modo responsabile proteggendo la privacy delle persone.

Durante Google I/O l’azienda ha condiviso diversi modi in cui Google usa l’intelligenza artificiale, inclusi i progressi dell’IA generativa.

Sundar Pichai, CEO of Google and Alphabet

Nel corso di I/O 2023, Google ha presentato PaLM 2, un modello linguistico di nuova generazione con multilingue, ragionamento e coding migliorati. Inoltre, sono stati annunciati 25 nuovi prodotti e funzionalità basati su questa tecnologia.

Multilingua: PaLM 2 è stato addestrato in modo più intensivo su testi multilingue, che comprendono più di 100 lingue. Questo ha migliorato in modo significativo la sua capacità di comprendere, generare e tradurre testi ricchi di sfumature – compresi modi di dire, poesie e indovinelli – in un’ampia varietà di lingue, un problema difficile da risolvere. PaLM 2 supera anche gli esami di competenza linguistica avanzata al livello “mastery”.

Ragionamento: L’ampio set di dati di PaLM 2 comprende articoli scientifici e pagine web che contengono espressioni matematiche. Di conseguenza, dimostra di aver migliorato le capacità di logica, ragionamento di buon senso e matematica.

Codifica: PaLM 2 è stato pre-addestrato su una grande quantità di set di dati di codice sorgente pubblicamente disponibili. Ciò significa che eccelle nei linguaggi di programmazione più diffusi, come Python e JavaScript, ma può anche generare codice specializzato in linguaggi come Prolog, Fortran e Verilog.

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I/O 2023: Intelligenza Artificiale per tutti (in modo responsabile)

Attualmente Google può contare su 15 prodotti che servono oltre mezzo miliardo di persone e ben 6 di questi sono usati da più due miliardi di utenti. Oggi l’azienda punta a rendere l’Intelligenza Artificiale ancora più utile per tutti attraverso quattro principali strade:

  1. Migliorando la conoscenza e l’apprendimento delle persone e approfondendo la loro comprensione del mondo.
  2. Stimolando la creatività e la produttività, in modo che le persone possano esprimersi e portare a termine le proprie attività.
  3. Consentendo agli sviluppatori e alle aziende di creare i propri prodotti e servizi all’avanguardia.
  4. Sviluppando e implementando l’IA in modo responsabile, così che tutti ne possano beneficiare nella stessa misura.

Le informazioni potenziate dall’AI

Search Labs

Search Labs è uno spazio in cui sperimentare nuove esperienze di ricerca basate sull’intelligenza artificiale. Uno dei primi esperimenti è Search Generative Experience (SGE), che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire panoramiche di informazioni e suggerimenti per esplorare gli argomenti in modo naturale.

Quando SGE sarà disponibile (inizialmente solo negli Stati Uniti), gli annunci della rete di ricerca continueranno a essere visualizzati negli spazi pubblicitari dedicati in tutta la pagina.

Con SGE, gli annunci della rete di Ricerca continueranno ad apparire negli spazi dedicati agli annunci all’interno della pagina. In questa nuova esperienza, gli inserzionisti avranno come sempre l’opportunità di raggiungere potenziali clienti durante le loro ricerche.

Immersive View for routes

Visualizzazione immersiva utilizza la visione artificiale e l’intelligenza artificiale per unire miliardi di immagini Street View e di immagini aeree per creare un ricco modello digitale del mondo.

Ora con Immersive View for routes, è possibile visualizzare ogni segmento di un percorso prima di partire, sia che si voglia guidare, camminare o pedalare. Le città europee che verranno lanciate nei prossimi mesi sono: Amsterdam, Dublino, Firenze, Venezia, Londra, Parigi, Berlino.

Migliorare creatività e produttività

Alcuni degli annunci hanno l’obiettivo dichiarato di aiutare le persone a svolgere le proprie attività utilizzando l’intelligenza artificiale per aumentare la creatività e la produttività.

Bard

Bard si sta espandendo in 180 paesi, aggiungendo tra le proprie lingue anche il giapponese e il coreano e migliorando gli aggiornamenti di coding e le funzionalità di esportazione. Si integrerà anche con servizi di terze parti, tra cui Adobe, Instacart, Wolfram, Khan Academy e molti altri.

google I O 2023 - bard

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Magic Editor

Con Magic Editor sarà possibile apportare modifiche complesse senza competenze di editing di livello professionale.

L’utilizzo di una combinazione di tecniche di intelligenza artificiale, inclusa l’IA generativa, consentirà di apportare modifiche a parti specifiche di un’immagine, come il soggetto, il cielo o lo sfondo, in modo da avere un controllo ancora maggiore sull’aspetto finale della propria foto.

Duet AI for Workspace

Duet AI for Workspace integra la potenza dell’IA generativa in tutte le app di Workspace.

Queste funzionalità aiuteranno a scrivere, organizzare, visualizzare, accelerare i flussi di lavoro, partecipare a riunioni più ricche e molto altro ancora.

L’integrazione di Duet AI in Presentazioni renderà possibile generare facilmente immagini con poche parole di input, permetterà di analizzare e classificare dati in Fogli e introdurrà altre importanti novità.

L’Intelligenza Artificiale di Google per gli sviluppatori

Google sta anche portando Duet AI su Google Cloud per consentire a più aziende e sviluppatori di confrontarsi con l’impatto delle Intelligenze Artificiali.

Per gli sviluppatori stia introducendo nuove funzionalità e modelli di base nei prodotti IA di Google Cloud aprendo il supporto dell’IA generativa in Vertex AI e ampliando l’accesso a:

  • Nuovi modelli di base in Vertex AI includono Codey (text-to-code), Imagen (text-to-image) e Chirp (speech-to-text)
  • Text Embeddings API
  • Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF)

Contrastare la disinformazione

L’obiettivo di raggiungere un modello di intelligenza artificiale responsabile passa attraverso:

  1. l’inserimento di un sistema di watermarking nei metadati;
  2. un maggiore investimento nelle procedure che proteggono la privacy delle persone.
email marketing

5 motivi +1 per puntare sull’Email Marketing

Chi si occupa di social media affronta quotidianamente l’imprevedibilità degli algoritmi che governano i social network. Da un momento all’altro, infatti tutti gli sforzi e i traguardi raggiunti potrebbero svanire a causa di blocco improvviso dell’account oppure può verificarsi un calo improvviso delle performance.  

Se ti occupi di advertising stai invece facendo i conti con l’imminente eliminazione dei cookie di terze parti da parte di Google, che renderà necessaria la riprogettazione del flusso di acquisizione, conversione e fidelizzazione dei clienti.

Non dimentichiamo inoltre, i costi sempre crescenti per fare advertising online. 

In questo scenario, diventa strategico selezionare i giusti canali di comunicazione, in grado cioè di garantire il migliore ritorno sull’investimento ed una performance a prova di “aggiornamento tecnologico”.

La buona notizia è che esiste una soluzione e si chiama email marketing, uno strumento spesso sottovalutato le cui competenze e padronanza nell’utilizzarlo sono sempre più richieste nel mondo del lavoro oggi, sia da parte di aziende italiane che internazionali. 

L’email, nelle sue diverse forme di newsletter e DEM, non é solo un ottimo strumento di relazione one-to-one ma è anche un importante strumento di vendita

E quando parliamo di vendita non ci riferiamo solo alla conversione da lead a cliente ma anche alla possibilità di aumentare il lifetime value dei clienti con azioni di upselling e cross-selling.

Inserirlo quindi all’interno della propria strategia di marketing costituisce non solo una competenza chiave ma anche un fattore competitivo aziendale.

Conosci tutti i vantaggi dell’Email Marketing? Nei prossimi paragrafi ne elenchiamo 5 + 1.

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email marketing getresponse vantaggi

5 vantaggi dell’Email Marketing

L’Email Marketing è una forma di direct marketing (DEM) che si basa su strategie e tattiche per creare e distribuire comunicazioni via email con l’obiettivo di creare e consolidare la relazione tra brand ed audience o inviare informazioni ed aggiornamenti di natura promozionale con lo scopo di vendere un prodotto o servizio.

“L’e-mail marketing è un gioco a lungo termine. E anche piuttosto intimo. Se vuoi generare un ROI elevato, devi costruire relazioni solide con il tuo pubblico. Ciò significa che devi fornire loro valore e mantenere le tue promesse.” – Michal Leszczynski – Head of Content Marketing & Partnerships @GetResponse 

Ecco i motivi per cui l’email non può mancare nella tua strategia di marketing:

1 – È un owned media: l’email fa parte dei media di proprietà che sono sotto il controllo dell’azienda, come il sito ad esempio, dove chi gestisce la comunicazione decide cosa pubblicare, come e quando. In tal senso, l’email è completamente customizzabile oltre che nei messaggi da veicolare anche nell’aspetto visivo, nella frequenza di invio e, ancora più importante nell’audience/segmenti cui si rivolge.

2 – Con l’email vendi: l’Email Marketing garantisce i risultati più performanti in termini di conversione degli utenti rispetto agli altri canali di digital marketing. Il suo ROI è di 3,800% cioè 38 dollari per 1 dollaro investito!

3 – È economico: devi prevedere solo il costo della piattaforma e della persona che prepara le comunicazioni. In sostanza, se  gestisci un piccolo business e ti occupi in prima di persona di scrivere newsletter e DEM, sostieni solo il costo della piattaforma.

4 – Raccoglie dati di prima parte: la scomparsa dei cookie di terze parti renderà più difficile per i marketer indirizzare i clienti attraverso gli annunci.  L’email invece consente la raccolta di dati di prima parte (e consensuale) utili alla segmentazione e alla personalizzazione delle comunicazioni.

5 – È scalabile: ogni risultato raggiunto è facilmente misurabile (open rate, click, click-to-open rate etc. ), testabile (grazie agli AB test) e scalabile. Inoltre l’invio dei messaggi si può automatizzare risparmiando tempo e rendendo più efficaci ed efficienti le comunicazioni, inviando il giusto messaggio, alla giusta persona, nel momento più opportuno.

Email Marketing + Automation e AI

Con l’automazione di DEM e newsletter, si può ottenere un buon grado di personalizzazione dei messaggi. Quest’ultimi infatti si basano sulle caratteristiche/preferenze del destinatario e  vengono inviati in base alle azioni del prospect o cliente (si configurano eventi detti trigger che determinano l’invio del messaggio) , ad esempio l’email di benvenuto dopo la registrazione ad un form o un acquisto, oppure l’invio dopo che l’utente clicca su un link, apre un messaggio, fa un acquisto, abbandona il carrello.

 È come se accompagnassi per mano l’utente verso la conversione!

Nello scenario attuale, l’email marketing sembra cavalcare le nuove tecnologie senza subirle (ad eccezione degli aggiornamenti di IOS, ma attenzione perché non è l’open rate il KPI chiave per interpretare i risultati delle vostre campagne di email marketing o almeno non l’unico).  – 

A riprova di questo, in tempi brevissimi GetResponse, software di email marketing ed automation, introdurrà anche per i suoi clienti italiani un generatore di e-mail AI basato sulla tecnologia GPT di OpenAI per aiutare gli esperti di marketing a massimizzare l’efficienza e le prestazioni.  

La feature di AI applicata all’Email Marketing permetterà di creare facilmente tutta la newsletter/DEM: oggetto, design e testo risparmiando l’85% del tempo e dell’effort.

L’azienda è uno dei primi ad adottare sul mercato la tecnologia GPT di OpenAI. La soluzione mira ad aiutare marketer ed imprenditori a ridurre drasticamente il tempo necessario per creare le proprie e-mail e fornire contenuti più pertinenti e coinvolgenti ai propri abbonati.

Un ulteriore step nella semplificazione del lavoro dei marketer. Ed arriviamo perciò a parlare del “motivo + 1″ per cui l’ Email Marketing non può mancare nella tua strategia.

Il corso gratuito sull’Email Marketing

Nel panorama degli ESP, email service provider,disponibili sul mercato è utile definire alcuni requisiti per poter scegliere in maniera strategica la piattaforma di email marketing più adatta al proprio business. 

In primo luogo, il prezzo che nel caso di GetResponse la posiziona decisamente come migliore ESP rispetto ai competitors in termini di  quantità di funzionalità e prezzo richiesto. All’interno della piattaforma sono disponibili più di 30 funzionalità oltre all’email marketing: conversion funnel, landing page, moduli contatti, webinar a pagamento, gratuiti e on-demand, ecc.

Questo vuol dire convenienza in termini di risparmio sia di soldi che di tempo, potendo contare sull’assistenza in italiano e su più di 150 modelli di newsletter/dem da cui tranne ispirazione, più di 200 modelli di landing page da riutilizzare e più di 30 flussi di Email Marketing automation già pronti da utilizzare.

Per farti conoscere tutti i segreti dell’email marketing e saperlo padroneggiare da vero esperto, GetResponse ha deciso di organizzare in collaborazione con Ninja Marketing un

corso gratuito on demand in programma a maggio adatto sia a principianti che a marketer esperti che intendono approfondire il tema dell’email marketing e della marketing automation. 

Il corso si terrà live martedì 16 maggio e giovedì 18 maggio dalle 18:30 alle 20:30. 

Al termine del corso ed in seguito al superamento del test finale si otterrà un certificato che è possibile condividere sui propri profili social.

<<Riserva il tuo posto al corso gratuito di Email Marketing di GetResponse adesso >>

Come guadagnare e mantenere la fedeltà dei clienti sul lungo periodo

La Brand Advocacy è il sostegno incondizionato che i clienti offrono al brand e rappresenta oggi un fattore più importante che mai per la crescita a lungo termine di ogni business ed è raggiungibile attraverso una efficace strategia di Brand Loyalty.

Sono infatti già molti i brand manager e i CEO di tutta Europa a ritenere fondamentale per il business guadagnare e mantenere la fedeltà dei consumatori.

Per sottolinearne l’importanza, Territory Influence ha raccolto alcuni dati da vari brand manager di diversi settori in tutta Europa che mostrano il loro punto di vista su:

  • cosa la Brand Loyalty significhi per loro e per i loro brand;
  • ruolo dell’esperienza nel promuovere la fedeltà;
  • come gli influencer abbiano aiutato i loro brand ad aumentare la fedeltà delle persone. 

Dai dati raccolti risulta che:

  • il 75% dei consumatori è leale ad almeno un brand;
  • il 60% dei consumatori consiglierebbe i brand a cui è fedele ad amici e parenti.

Ma quando parliamo di brand loyalty cosa intendiamo esattamente? Cosa comporta e come si acquisisce? Vediamolo insieme punto per punto.

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Cos’è la Brand Loyalty e come si misura

Possiamo definire la Brand Loyalty come la tendenza di alcune persone a continuare ad acquistare la stessa marca di prodotti invece che da marchi concorrenti.

brand loyalty

I clienti che possono essere ritenuti fedeli al marchio si distinguono poiché ritengono che un determinato marchio rappresenti una qualità e un servizio superiore rispetto a qualsiasi concorrente a dispetto di quale potrebbe essere il prezzo, fattore che perde di importanza alla luce di una acquisita fedeltà al brand. 

Per misurare la Brand Loyalty  possiamo usare tre elementi o metodologie:

  • la fidelizzazione del cliente;
  • il valore della vita del cliente;
  • sondaggi sulla soddisfazione del cliente.

Ma quali sono gli elementi imprescindibili per fidelizzare i nostri clienti? Vediamolo insieme.

Come si crea una Brand Loyalty strategy efficace

Sono tante le metodologie utili che possono essere impiegate per la creazione della Brand Loyalty.

In questo articolo abbiamo raccolto alcune delle strategie più utilizzate.

Punta sulla qualità

La qualità è la caratteristica principale che un prodotto o servizio deve avere per puntare a creare una brand loyalty.

Potenzia il servizio clienti

Garantire che i clienti ricevano sempre un servizio di assistenza ottimale è un investimento che aumenta il livello di fedeltà al marchio.

Utilizza Brand ambassador

Un ambasciatore del marchio è fondamentale per facilitare il processo di brand loyalty ed è possibile se questo ha una conoscenza approfondita del prodotto o servizio di cui si fa portavoce oltre che una community in target fidelizzata.  Si parla in questi casi di influencer.

Crea una community

Creare una comunità online è utile per la promozione della brand loyalty e questo vale in qualunque settore.

Perché la Brand Loyalty è importante e quali sono i vantaggi

Il motivo principale per cui la Brand Loyalty è considerata così importante è semplice ed è legato alla redditività del business.

Infatti i dati mostrano come:

  • il 65% delle entrate nella maggior parte delle aziende proviene da rapporti commerciali ripetuti con i clienti già acquisiti;
  • i clienti esistenti fedeli ai marchi acquistano il 90% più frequentemente rispetto ai nuovi clienti.

Inoltre un fattore aggiuntivo per cui la brand loyalty è conveniente per il business consiste nel fatto che mantenere il cliente fedele al marchio è un’operazione molto meno costosa rispetto alle strategie di marketing da seguire per attirare nuovi clienti.

Riguardo invece ai vantaggi che si possono avere nell’investire nella brand loyalty possono tradursi in particolar modo in due fattori:

  • maggiori numero di acquisti ripetuti dagli stessi clienti che percepiscono la marca come migliore rispetto alla concorrenza;
  • crescita dei ricavi ottenuti dal brand;
  • ogni consumatore fedele parlerà bene del brand promuovendolo in prima persona;

Come aumentare la Brand Loyalty con l’Influencer Marketing

L’influencer marketing permette più di ogni altra cosa di promuovere un brand costruendo la Brand Loyalty grazie ad una persona che si fa portavoce del brand trasmettendo caratteristiche del servizio o prodotto, ma anche valori dell’azienda e lo fa alla sua community, ovvero un numero significativo di persone che la seguono per un rapporto di fiducia creato.

influencer marketing brand loyalty

Per questo motivo è essenziale che il portavoce abbia caratteristiche precise e adatte alla promozione del brand.

Le principali caratteristiche quindi, a cui porre attenzione nella creazione di una influencer marketing strategy possono essere riassunte nella scelta dell’influencer più adatto che dovrebbe avere:

  • una community fidelizzata;
  • un target di followers in linea con il brand da promuovere;
  • una conoscenza o competenza specifica nel prodotto o servizio di cui si fa portavoce.

A poter contare su queste caratteristiche non sono solo i macro influencer, ma anche quelli definiti come nano e micro influencer, ovvero persone seguite sui loro profili social da un numero inferiore di utenti purché questi siano in target con gli argomenti trattati dall’influencer e da quanto offerto dall’azienda di cui questo si fa portavoce.

Questi sono alcuni ma non tutti gli elementi da considerare per la costruzione di una strategia di Influencer Marketing che porti alla costruzione della brand loyalty e conoscere tutti gli elementi è un fattore essenziale per creare una strategia in linea con le aspettative desiderate.

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sostenibilità e brand

Giornata Mondiale della Terra 2023: perché comunicare la sostenibilità è indispensabile per i brand

Il cambiamento climatico, in atto ormai da molto tempo, sta avendo impatti significativi sulle persone, sulle aziende e più in generale, sull’economia.

Da eventi climatici estremi alla mancanza di risorse fino alla povertà crescente, la “salute” del pianeta è in pericolo e gli effetti dello stato di emergenza climatica sono ogni giorno sempre più evidenti.

Secondo l’ultimo report condotto dall’IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), il tasso di crescita della temperatura è il più alto mai registrato, così come sono in costante aumento anche l’intensità e la frequenza dei disastri naturali.

LEGGI ANCHE: Il futuro degli acquisti è sempre più sostenibile: i dati del report Conscious Commerce

Di conseguenza, una rapida transizione ecologica riveste un ruolo importante per molti nella quotidianità.

Nonostante il carovita dettato dal difficile contesto geopolitico e dall’inflazione, la sostenibilità ambientale è fonte di preoccupazione per molti, influenzando direttamente le abitudini d’acquisto.

Il recente Deloitte 2023 CxO Sustainability report mostra che il cambiamento climatico è identificato dalle aziende in tutto il mondo tra le tre principali criticità da tenere in considerazione per il 2023, superando innovazione digitale e talent pipeline.

Il 75% delle realtà rispondenti, inoltre, ha aumentato nel 2022 gli investimenti legati alla sostenibilità ambientale.

Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di aziende ha scelto di promuovere campagne pubblicitarie e implementare policy sostenibili a 360°.

La sostenibilità è sempre più importante per le persone (e per i brand)

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, che ricorre annualmente il 22 aprile, Ninja Marketing invita a riflettere sui motivi per cui diventare aziende “green” è una necessità assoluta – non più solamente un’alternativa – grazie ai consigli di Saverio Schiano, Head of Sales for Italy Pinterest. 

Saverio Schiano Pinterest

Perché è diventato fondamentale comunicare la sostenibilità? E cosa consiglieresti ai brand per evitare il greenwashing?

La sostenibilità non va trascurata a livello di business.

Le aziende e i marketer devono, infatti, attivarsi per migliorare l’ambiente: si tratta di una mossa decisiva per vincere le sfide del futuro e incontrare i desideri delle persone, che – in numero sempre maggiore – si informano sul peso ambientale delle proprie azioni.

Inoltre, si riconosce l’importanza strategica della transizione ecologica: a confermarlo, per esempio, in Europa è il 61% dei cittadini adulti, come riportato dal report  European Sustainability Foundational Study condotto da Kantar.

kantar sostenibilità

E diventa tassativo, pertanto, reinventare la propria modalità di comunicazione senza, tuttavia, incorrere nel greenwashing.

Un primo consiglio, in apparenza semplice ma spesso non applicato da chi vuole comunicare la sostenibilità, è di argomentare qualsiasi informazioni con dati e insight: la conoscenza, quindi, del proprio business in toto è di assoluta importanza per poter introdurre policy ambientali che contribuiscono effettivamente alla creazione di un mondo più verde.

In un processo lungo e pieno di incertezze come la ricerca della sostenibilità, non ci si aspetta che le aziende abbiano tutte le risposte fin da subito (la “perfezione” non esiste e in questo campo, ancora meno), ma l’onestà è certamente un fattore non di poco conto per ottenere la fiducia dei consumatori.

Infine, è bene prestare attenzione al linguaggio scelto nella comunicazione green: l’aggiunta di maggiori dettagli e la ricerca del significato di termini apparentemente “innocui” (ma in realtà, definiti da regolazioni severe) è essenziale!

Di contro, non si deve pensare al green hushing come una via percorribile.

Con questo termine, si fa riferimento ad un fenomeno nuovo, meno conosciuto rispetto al ben noto greenwashing: per paura di conseguenze spiacevoli, reputazionali ed economiche, le aziende scelgono di non comunicare i propri obiettivi di sostenibilità. 

LEGGI ANCHE: Stella McCartney lancia S-Wave, il simbolo della sostenibilità

Quali sono i trend ambientali riscontrati tra i consumatori di recente?

I consumatori sono sempre più alla ricerca di insight sui eco-trend più recenti per poter cambiare il proprio stile di vita, dalla scelta di prodotti più rispettosi dell’ambiente alla riduzione del consumo di carne fino a mezzi di trasporto a basso impatto ambientale.

C’è la volontà di comprendere appieno i cambiamenti ecologici in atto e conseguentemente, di agire per contrastarli nella vita di tutti i giorni (di questa radicale spinta green, Gen Z e Millennials sono i principali promotori).

Oltre il 90% delle persone su Pinterest settimanalmente cercano ispirazione sulla piattaforma per attività volte a diminuire la propria impronta ecologica come il riciclaggio, la donazione di oggetti, la riduzione dell’utilizzo di plastica, l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico e il supporto alle imprese locali.

Non solo, ma abbiamo anche constatato che ricerche per termini come “casa autosufficiente”, “energia off grid”, “ecopunk”, e “alloggi collettivi” sono in aumento sulla piattaforma (rispettivamente del 340%, 100%, 130%, e del 150%).

Un’altra conferma del cambio di rotta “verde” arriva dal nostro ultimo report, Pinterest Predicts 2023, che prevede un’attenzione verso pratiche ecologiche come soluzioni alternative per la raccolta di acqua piovana, l’arredamento vintage e i viaggi in treno.

Come le aziende possono sfruttare questi trend per implementare campagne di marketing efficaci?

Per poter sfruttare al meglio gli insight della piattaforma e creare campagne di comunicazione efficaci, il motto delle aziende e dei marketer dovrebbe essere “be educational”: per esempio, la collaborazione con esperti di settore permette di fornire consigli e guide di valore su come vivere in modo sostenibile.

Nonostante la Giornata Mondiale della Terra sia un’ottima occasione per riflettere su temi ecologici e sociali, ogni giorno dovrebbe essere dedicato alla salvaguardia del nostro pianeta.

Non da ultimo, implementare l’utilizzo delle cosiddette credenziali verdi.

Ossia, utilizzare statistiche chiare per mostrare come il vostro marchio o prodotto sia sostenibile e utilizzare termini come “meno plastica”, “a base vegetale”, “biologico” o “coltivato in modo sostenibile” per posizionarlo al meglio.

Responsabilità sociale d’impresa, i passi da seguire per realizzarla davvero

A partire dal primo decennio del XXI secolo, il marketing viene accusato di essere uno dei colpevoli della crisi economica, reo di diffondere un atteggiamento iperconsumista, che ha legato il concetto della felicità al possesso dei beni materiali.

Già negli anni ’70, Pier Paolo Pasolini, criticava sul Corriere della Sera l’economia del consumismo, seguito da una miriade di psicologi internazionali.

Nel tempo, il marketing ha necessariamente dovuto migliorare la propria immagine, sfruttando la carta della responsabilità sociale d’impresa. Non si parla quindi di marketing tradizionale bensì di marketing sostenibile e responsabile: non più centrato sul benessere individuale di breve periodo ma sul benessere collettivo di lungo periodo.

La responsabilità sociale d’impresa è un “must have”

Per sopravvivere l’azienda, oggi, deve agire nell’ottica di una responsabilità sociale d’impresa.

Se fino a poco tempo fa, l’attenzione alle problematiche della società era una scelta originale per differenziarsi, ora è necessario per la sopravvivenza di lungo periodo, non solo per le grandi imprese, ma anche per le piccole realtà.

Nella scelta di un prodotto da parte del consumatore, il criterio economico non è più l’unica variabile considerata, soprattutto per la Generazione Z. Si fa attenzione ad altri elementi, quali, il packaging plastic free, lo schieramento dell’azienda contro il gender gap, o ancora, il sostegno ai diritti LGTBQ+, e così via.

Vengono valutate una serie di misure e pratiche con fini etici, ambientali e sociali che un’impresa mette in atto nelle sue operazioni commerciali.

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responsabilità sociale d'impresa

L’azienda come “cittadino” della comunità

Se in passato le aziende potevano concentrarsi esclusivamente sul raggiungimento della redditività, ora la necessità è di ottenerla mostrando qualcosa in più, lavorando per il bene della comunità.

L’impresa è un sistema aperto che si relaziona con l’ambiente. Per perdurare nel tempo deve seguire i passi della società, e adeguarsi ai cambiamenti richiesti dai consumatori, che, grazie al web, discutono e si confrontano.

Se la reputazione aziendale è l’asset intangibile da seguire, allora la migliore reputazione possibile è quella che si realizza dimostrando l’impegno nell’ambito comunitario. All’azienda è richiesto una responsabilità sociale d’impresa che migliori le condizioni ambientali e sociali della comunità nella quale è inserita, secondo un atteggiamento “corporate citizenship”, quello proprio di un cittadino.

La cittadinanza d’impresa, promossa dall’ex segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nel 2000, nel Global Impact, comprende 10 principi essenziali:

  1. promuovere i diritti umani
  2. non essere complici di abusi dei diritti umani
  3. sostenere la contrattazione collettiva
  4. eliminare il lavoro obbligatorio
  5. eliminare il lavoro minorile
  6. eliminare le discriminazioni lavorative
  7. sostenere un approccio preventivo alle sfide ambientali
  8. promuovere azioni di responsabilità ambientale
  9. contrastare la corruzione
  10. incoraggiare lo sviluppo di tecnologie che rispettino l’ambiente

I concetti, ribaditi nel 2001 nel Libro Verde dall’Unione Europea, sottolineano che la sostenibilità non è l’elemento per differenziarsi dalla concorrenza, quanto una via da seguire per rimanere competitivi, e i programmi di responsabilità sociale d’impresa rappresentano un modo per soddisfare questo obiettivo.

Secondo un sondaggio pubblicato dal Word Economic Forum, 9 cittadini su 10, a livello globale, auspicano di vivere in un modo maggiormente sostenibile nel post-Covid 19.

Il 72% degli intervistati dichiara di aspettarsi un miglioramento delle condizioni di vita anziché un ritorno alla vita pre-pandemia.

Si tratta di un messaggio chiaro che le aziende non possono ignorare, “continuiamo a valutare il successo su basi unicamente finanziarie” ha affermato in un intervento al vertice WEF, Alan Jope, Chief Executive Officer di Unilever, “è bizzarro e superato. Le nostre metriche finanziarie, così come la misura della ricchezza di un paese basata sul PIL, stanno creando diseguaglianze sociali e degrado ambientale”.

D’altronde, come asseriva Robert Kennedy nel 1968, “il PIL misura tutto tranne ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”.

Come realizzare una strategia di responsabilità sociale d’impresa

Il concetto di CSR (corporate social responsability), fu espresso già nel 1953 nel libro Social Responsability of Bussinessman di Howard R. Bowen, nel quale l’autore si chiede quali responsabilità verso la società sia lecito aspettarsi da chi dirige un’impresa.

La Commissione Europea definisce la CSR come “la responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”.

responsabilità sociale d'impresa

Quali sono i passi da seguire per realizzare una strategia d’impresa responsabile?

  • Determinare i valori aziendali, secondo le priorità della comunità, collegandoli al brand. Un esempio, è il lavoro di Access Writers Program di WarnerMedia, (produttore di intrattenimento tv), il cui ultimo programma è focalizzato sul migliorare l’accesso alle professioni televisive da parte dei soggetti delle comunità più svantaggiate
  • Ottenere informazioni dettagliate da parte degli stakeholder (attraverso sondaggi, a risposta aperta e multipla), in modo da capire rispetto a quali temi ambientali e sociali i clienti sono più sensibili, e cosa conoscono del passato dell’impresa stessa. Il punto di partenza è la raccolta di feedback da parte degli stakeholders interni dai quali poi si possono intercettare le esigenze della comunità esterna. A tale scopo può risultare utile leggere le informazioni di Community Tool Box, che offre suggerimenti utili per comprendere le esigenze dell’attuale società
  • Prendi in prestito una buona strategia: cerca di individuare i campi di sostenibilità più seguiti. Non pensare che copiare sia sempre un fatto negativo, ogni brand sarà comunque unico nello sviluppare la propria strategia. Per selezionare le migliori strategie già messe in atto ci si può rivolgere alla Baker Library della Harvard Business School, che offre un elenco di report sulla responsabilità sociale delle imprese (la maggior parte delle quali allineate con gli obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite sopra citati)
  • Coinvolgimento interno, è fondamentale che la leadership sappia coinvolgere i dipendenti nella creazione della strategia, che permetta loro di rispecchiarsi nel valore supportato, e consenta la massima condivisione dei feedback, in modo da creare un maggiore senso di comunità, soddisfazione e motivazione. È importante che tutti i dipartimenti dell’azienda collaborino tra loro per il raggiungimento dell’obiettivo, in particolar modo è auspicabile la collaborazione del team che si occupa della responsabilità sociale d’impresa con l’area marketing e comunicazione
  • Creare partenariati esterni, dare vita a collaborazioni con organizzazioni o individui che nella società stanno già portando avanti i valori di CSR condivisi dall’impresa. Può essere vantaggioso per generare soluzioni alternative e aprire nuove opportunità riguardo a finanziamenti, sponsorizzazioni e occasioni di volontariato
  • Essere chiari e trasparenti, fissando obiettivi misurabili con metriche di misurazione, per mantenere la fiducia delle persone e a creare un senso di rigore e cura intorno al marchio. Utilizzare un linguaggio numerico consente inoltre di valutare e capire con maggiore facilità i risultati, anche all’impresa stessa. Altrettanto importante sarà poi comunicarli, ciò può avvenire attraverso diversi canali, sito web, newsletter, social media ecc.
  • Migliorarsi continuamente, le strategie di responsabilità sociale d’impresa devono saper essere flessibili perché riguardano le esigenze delle persone, e come tali sono in continua evoluzione. Ad esempio, con la diffusione del Covid-19, molte aziende hanno dovuto adeguarsi ai cambiamenti e rivedere i loro piani repentinamente. Saper anticipare è senza dubbio un fattore chiave.

Parola d’ordine: Report

A causa delle restrittive normative governative e dell’autoregolazione di alcuni, la necessità di una puntuale rendicontazione circa la responsabilità d’impresa è andata crescendo

Il World Business Council Sustainable Development definisce il report pubblico come la modalità da parte delle aziende di fornire informazioni agli stakeholders (interni ed esterni). Il report fornisce un quadro della posizione aziendale sulle attività circa la dimensione economica, ambientale, sociale.

Consente di individuare i punti deboli da migliorare e fornisce informazioni spesso assenti dai rapporti finanziari, tanto che, al classico bilancio economico-finanziario, è abitudine allegare il bilancio sociale.

report responsabilità sociale d'impresa

Il report rappresenta l’impegno dell’azienda nei confronti degli stakeholders, ne migliora la fiducia, e fornisce la potenzialità di attirare nuovi investitori green.

Secondo l’indagine di Deloitte, su oltre 2000 dirigenti, pubblicare e condividere un rapporto annuale di responsabilità sociale d’impresa aumenta la possibilità di ottenere un maggior successo.

Inoltre, protegge la reputazione del marchio contro il rischio di un’errata percezione da parte dei consumatori, che spesso temono che l’azienda possa fare tanti discorsi ma pochi fatti.

Deloitte ha individuato le pratiche per stilare un buon report:

  • Usare indicatori KPI (key performance indicator), riconosciuti a livello globale, che allineano il report alle guide standardizzate
  • Coinvolgere numerosi professionisti e gruppi di consulenza indipendenti per consigliare l’impresa con sguardo obiettivo proveniente dall’esterno
  • Effettuare un incrocio tra report cartaceo e digitale. Ultimamente la pratica si indirizza verso un cartaceo breve che rimanda ad una descrizione più dettagliata sul web, facilmente accessibile ai più.

Chi è il professionista del marketing ambientale

Con lo sviluppo di una responsabilità sociale d’impresa si modifica l’assetto organizzativo aziendale. Si sono rafforzati gli uffici legali delle imprese, si inseriscono così nuove figure necessarie, quali, ad esempio, l’esperto di marketing ambientale.

Si tratta di una figura che sa spaziare dallo studio attento degli adempimenti normativi, alla ricerca dei finanziamenti, fino alla comunicazione all’esterno dell’orientamento imprenditoriale. È una figura che deve saper conciliare gli obiettivi economici dell’impresa con il contributo che fornisce alla società.

Il ruolo da ricoprire richiede skills tecniche normative/ambientali, ma anche competenze trasversali, quali la capacità comunicativa e di leadership.

Dall’identikit del responsabile della sostenibilità, tracciato nel 2022 da Sustainability Markers, emerge che il 64,6% è donna, il 36,5% di esse è in possesso di una laurea in management e il 19,8% di una laurea dell’ambito tecnico-scientifico.

LEGGI ANCHE: Come comunicano i grandi leader (e 10 consigli per farlo come loro)

Attenzione al Greenwashing: quando alle parole non seguono i fatti

Non è sufficiente raccontare di portare avanti dei progetti green, occorre metterli in atto e raggiungere risultati concreti.

Il greenwashing, neologismo inglese, tradotto come ecologismo di facciata, indica la strategia di comunicazione di quelle imprese che, con poco sforzo, cercano di acquisire una reputazione sociale di facciata. “Un’appropriazione indebita di virtù e di qualità ecosensibili per conquistare il favore dei consumatori o, peggio, per far dimenticare la propria cattiva reputazione di azienda le cui attività compromettono l’ambiente” (Furlanetto, 2013).

greenwashing responsabilità sociale d'impresa

Il termine viene fatto risalire al 1986, ad opera dell’ambientalista Jay Westerveld. In quell’occasione, fu utilizzato per denunciare il comportamento degli alberghi che invitavano gli ospiti a ridurre il numero di asciugamani utilizzati dai clienti, al fine di diminuire l’impatto ambientale del lavaggio degli stessi. Il reale motivo, notò l’ambientalista, era invece quello di lenire i propri costi relativi al lavaggio.

Ricorrere a questa strategia è una strada molto pericolosa, che può danneggiare l’impressa anziché aiutarla, come potrebbe sembrare.

Quali sono i principi da seguire per non cadere nella trappola del greenwashing?

  • Autenticità della comunicazione, che deve avere riscontro concreto in ogni particolare che viene raccontato, altrimenti è meglio non dire
  • Sincerità: comunicare le best practice aziendali, ma anche quegli aspetti che vanno migliorati e sui quali si sta lavorando. Non esiste un’azienda ad impatto zero e il consumatore questo lo sa
  • Comunicare le informazioni in modo tecnico, per avere credibilità, ma allo stesso tempo in modo non troppo scientifico. Ricercare un linguaggio creativo per renderlo comprensibile a tutta la comunità
  • Continuità: l’attività di sostenibilità deve essere costante e avere obiettivi di lungo termine, non può estinguersi in un’attività temporanea, una singola azione non rende l’azienda sostenibile
  • Autorevolezza: i dati comunicati circa l’operato sostenibile devono essere certificati da enti esterni, non solo autocelebrati da chi li realizza
  • Non farti travolgere dagli effetti mediatici e dalle mode del momento. Non comunicare un comportamento che potrebbe essere difficile da realizzare concretamente, fissa obiettivi concreti per avere risultati concreti

LEGGI ANCHE: Quando il brand activism fa autogol: il caso di M&M’s

Bernard Cova

Ninja Wrap Up #3: come si trasforma una community in abbonati

Il Ninja Wrap Up nasce per mettere insieme la potenza informativa e di Intelligence Ninja con la profondità dell’Alta Formazione. Si parte infatti da un condensato delle principali notizie Digital del mese – tra quelle selezionate ogni giorno dalla Redazione dalle più autorevoli fonti internazionali – per poi commentarle con i migliori esperti del settore e renderle applicabili concretamente.

Se ti impegni costantemente per restare al passo con le novità che impattano sulla tua professione, ma vorresti andare oltre il livello superficiale della notizia e affidarti a chi ne sa qualcosa per esperienza diretta, il Ninja Wrap Up è l’appuntamento mensile di cui ha bisogno per unire tutti i punti e imparare ad applicare nelle tue attività quotidiane nuovi trend e funzionalità, tool e best practice del Digital.

ninja wrap up #3

Si parte infatti da un condensato delle principali notizie Digital del mese, tra quelle selezionate ogni giorno dalla Redazione dalle più autorevoli fonti internazionali, per poi commentarle con i migliori esperti del settore e renderle applicabili concretamente.

Ninja Wrap Up #3: temi e ospiti

Il tema di questo nuovo appuntamento è: Da Brand Tribe a Subscription: trasformare una community in abbonati.

Mercoledì 12 aprile ti spiegheremo come valorizzare le relazioni tra gli individui e convertire una community in membership grazie al marketing tribale.

Bernard Cova, l’inventore del Marketing Tribale, terrà una Masterclass gratuita in esclusiva per la Ninja Tribe.

Cova è tra i professori di marketing più importanti del mondo e tra i più grandi esperti di Brand Tribes. Oggi Professore di Sociologia del Consumo e Marketing presso la Kedge Business School in Francia e Visiting Professor all’Università Bocconi di Milano, ha il merito di aver applicato per la prima volta la teoria delle tribù del sociologo Michel Maffesoli al marketing, ideando il concetto di community unita intorno a una marca.

Il programma e gli ospiti

 

ospiti wrap up #3

Ecco cosa troverai nel Ninja Wrap Up #3:

ore 12:30 – 13:00
I take away dei marketer per il mese di marzo – Ninja Team

ore 13:00 – 13:30
Il ruolo delle brand community nella toolbox dei marketer – Bernard Cova

ore 13:30 – 14:00
Da Ninja Marketing a Ninja: evoluzione di una brand tribe – Mirko Pallera

ore 14:00 – 14:30
Convertire una nicchia di interessi in micro-community .- Gianluca Perrelli

ore 14:30 – 15:00
Dietro le quinte di un modello di business in subscription – Ignazio Morici

ore 15:00 – 15:30
I fattori di successo del Community Management – Carlotta Calegari

Come partecipare al Ninja Wrap Up

Partecipare è semplicissimo: basta registrarsi a questo link per essere tra i primi ad approfondire e sperimentare le più recenti novità del mondo digital.