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canon plotter grafici copertina

Stupire ed emozionare con il colore: come farlo brillare nella stampa di un progetto digitale

I colori hanno una grande importanza nella nostra vita. Il colore guida, molto più di quanto immaginiamo, la nostra percezione delle cose: tanto più è brillante, più il nostro sguardo viene attratto e si sofferma a cogliere dettagli, sfumature, forme alla ricerca di armonia, identificazione e piacere.

Oggi ancor di più, quando si tratta di acquistare un prodotto o scegliere un servizio, il colore fa la differenza. Quando decidiamo se affidarci o meno a un professionista, l’idea che ci facciamo di lui e di quello che ha da offrire per migliorare la nostra vita è influenzato dal linguaggio cromatico.

Ecco perché, per chi si occupa di grafica e stampa, studiare associare e centrare il colore perfetto (e la resa sul supporto in cui verrà impresso) equivale a trovare il tanto ambito Sacro Graal del linguaggio visivo.

<< Scopri come far brillare i colori delle tue stampe per grandi formati>>

L’importanza del colore tra passato e presente

Per un professionista dell’immagine è fondamentale riuscire a catturare il colore. Pittori, fotografi, designer. Tutti hanno come obiettivo quello di stupire ed emozionare attraverso la giusta associazione cromatica per una specifica scena, immagine o campagna di comunicazione: un processo fisico che produce uno straordinario risultato viscerale.

Un codice che comunica uno stato d’animo e cerca di parlare al cuore delle persone attraverso gli occhi.

Oggi molti graphic designer sono cresciuti lavorando solo su digitale e difficilmente si interfacciano con la stampa e con la rappresentazione del colore su supporti materiali. Questo si trasforma inconsapevolmente in un vero e proprio tallone d’Achille per il professionista.

I colori sono infatti la prima cosa a cui un grafico deve prestare attenzione quando stampa un design. Deve sempre preoccuparsi che il colore scelto sia stampato con la resa di cui hai bisogno per evitare errori imperdonabili, talvolta drammatici per una campagna pubblicitaria.

Se oggi chiedessimo a Michelangelo, Raffaello o Leonardo di produrre un progetto di comunicazione visiva per la stampa saprebbero scegliere correttamente lo strumento tecnico adatto a riprodurre i fantastici risultati raggiunti oltre cinquecento anni fa? Sarebbero in grado di trovare la stessa perfezione nella riproduzione visiva?

serie plotter canon

Se dovessero stampare un progetto digitale per grandi formati, probabilmente sceglierebbero la nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GP di Canon. Non è uno scherzo: il motivo risiede tutto nella tecnologia che risalta la brillantezza del colore.

I plotter grafici imagePROGRAF GP-2000 e GP-4000 rappresentano l’ultima frontiera della tecnologia di stampa per grande formato perché supportano l’utilizzo di inchiostro fluorescente a pigmenti ad acqua.

Sono macchine capaci di dar vita a un’esplosione di colori con una gamma estremamente ampia e una straordinaria qualità di stampa.

Anche gli studenti di NABA, Nuova Accademia di Bella Arti, hanno potuto toccare con mano l’effetto stupefacente ottenuto con i plotter Canon tramite i quali hanno realizzato le campagne di comunicazione integrata nell’ambito di “Come Back Brighter“, il progetto formativo presentato alla fiera del printing e converting Print4All di Milano è stato realizzato per Canon e la gamma di laptop ConceptD di Acer.

Progetti grafici con una qualità di stampa superiore e una straordinaria vivacità, nitidezza e dettaglio grazie all’inchiostro a pigmenti per colori ad alto impatto e di ultima generazione.

Come Back Brighter canon imageprograf gp 4000 plotter grafici

Il segreto della brillantezza dei colori: i plotter grafici imagePROGRAF GP

Gli inchiostri a base acqua sono così definiti poiché sono idrofili e composti da soluzioni colorate sciolte in acqua. Quando l’inchiostro viene impresso sul foglio questo tende ad assorbire in profondità sia l’acqua che il composto colorante che si distribuisce tra i vari strati, fissandosi. Si può dire che l’inchiostro combina la propria colorazione con gli strati più superficiali del foglio.

Canon non poteva scegliere momento migliore per presentare questo vantaggio tecnologico che tanto avrebbero apprezzato i maestri del colore del passato: come dimostrato nel corso del progetto formativo “Come Back Brighter”, l’uso di colori brillanti come il rosa fluorescente è un vero e proprio invito al ritorno dell’esuberanza cromatica in una quotidianità quanto meno opaca, una sorta di Rinascimento cromatico dopo anni di restrizioni e distanziamenti legati alla crisi pandemica.

Il vantaggio tecnico dei nuovi plotter Canon puntano a (ri)affermare il valore di una stampa di qualità creata con strumenti all’avanguardia.

Se il mondo della comunicazione e del printing desidera davvero raggiungere un marketing mix sostenibile tra online e offline – tra digital e stampa – il successo dipenderà prevalentemente da creazioni di valore e non dal volume e la quantità di stampe effettuate.

<< Guarda i vantaggi tecnici della nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GP >>

inquinamento decentralizzazione

Decentralizzazione e industria tradizionale: perché l’inquinamento tra le due non può essere paragonato

Crypto, NFT, blockchain, metaverso, smart contract, DeFi e DAO sono tutti prodotti della nuova filosofia alla base della decentralizzazione, che rompe definitivamente gli schemi del vecchio web a favore del web3.

Queste nuove tecnologie fanno già parte del nostro quotidiano e nel prossimo futuro si integreranno sempre più nella nostra società e nella nostra vita, ponendosi in parte in forte contrasto con un problema a cui tutti oggi siamo molto sensibili come la tutela dell’ambiente.

Vediamo quali punti di contatto può avere la decentralizzazione con la green economy e come in un breve futuro riuscirà ad evolversi riducendo il più possibile il suo impatto ambientale ed essere quindi sempre più sostenibile.

Perché ne parliamo

Numerosi sono i dibattiti riguardanti l’impatto ambientale dei sistemi basati sulla decentralizzazione rispetto a quelli tradizionali, per l’appunto centralizzati, ma per poter effettuare un confronto analitico ed oggettivo che riguardi ad esempio gli scambi effettuati in criptovalute e quelli con moneta FIAT, dobbiamo chiamare in causa la teoria sui costi di transazione.

Quando parliamo di costi di transazione facciamo riferimento a tutti quei costi che sono legati all’organizzazione di una specifica attività.

Questi costi si dividono in due differenti entità di costo che sono: i costi ex ante, che vengono sostenuti prima della transazione e i costi ex post, che invece sono sostenuti dopo la transazione.

I costi di transazione sono i costi che devono essere sostenuti per realizzare uno scambio, un contratto o una transazione economica in genere; questi rappresentano i costi d’uso del mercato.

Costa più una transazione in Bitcoin o Ethereum o una transazione in Euro

Se pensiamo a quanto costa produrre ad esempio un mouse per computer, immaginiamo al costo di stampa del suo involucro, ai costi dei componenti elettronici ed ai costi per il suo assemblaggio, all’energia necessaria per la produzione del bene.

Questi costi in economia si definiscono costi marginali, ossia il costo dell’ultima unità prodotta, per farla molto semplice.

Come vediamo non sono stati presi in considerazione tutti quei costi, definiti fissi, che sono stati necessari per rendere possibile la produzione dei mouse.

Grazie a questo esempio ci rendiamo conto che se prendiamo in considerazione i soli costi energetici marginali non effettuiamo una valutazione corretta e oggettiva per confrontare i costi connessi alla finanza centralizzata rispetto quella legata all’ecosistema decentralizzato.

Il mondo decentralizzato di cui abbiamo parlato all’inizio richiede dei costi in sicurezza e replica per rendere la blockchain affidabile. Viene da sé che è richiesta molta energia a livello di transazione e l’attività di mining richiede energia che viene distribuita su tutte le transazioni.

L’energia richiesta per una singola transazione rappresenta solo una piccola parte rispetto alla totalità dei costi.

Entriamo nel dettaglio delle differenze tra i costi della centralizzazione rispetto alla decentralizzazione. Partiamo dal presupposto che le odierne infrastrutture centralizzate tramite “l’economia di scala” riescono a ridurre i costi di transazione, sulla base del presupposto che maggiore è la dimensione produttiva, maggiori sono i volumi produttivi, minori sono i costi di produzione.

Per la finanza centralizzata tutto ciò si traduce in:

  • costruire uffici finanziari e filiali locali dalle quali operare;
  • gestione e leasing dei datacenter e di tutta la struttura informatica;
  • manutenzione e protezione delle strutture fisiche;
  • impiego di personale (interno ed esterno) per tutte le attività a tutti i livelli;
  • reti di intermediari su scala globale;
  • mantenimento di riserve auree e di asset vari;
  • riunioni, meeting, spostamenti fisici di personale, ecc.

Ovviamente, è impossibile catalogare tutte le aree di costo in un semplice articolo, ma di sicuro non possiamo dire che una transazione su un circuito finanziario come quello VISA possa nella sua essenza avere un costo basso.

In media, il costo effettivo di una transazione tramite carta di credito si aggira tra il 2% e il 3% sul valore della transazione effettuata presso il commerciante.

Ovviamente le carte di credito rappresentano solo una parte della finanza centralizzata, se a queste aggiungiamo le transazioni sui mercati azionari, obbligazionari e di qualsiasi altra entità, le transazioni mobiliari e immobiliari, quelle assicurative, compensazioni nazionali ed internazionali e chi più ne ha più ne metta, sono richiesti trilioni di dollari per sostenere quell’esercito permanente che tiene in vita la finanza centralizzata (al pari dei miner che tengono in vita la blockchain).

ARK Investment Management LLC, società di gestione degli investimenti con sede negli Stati Uniti, ha di recente pubblicato una ricerca dove mette a confronto i costi energetici connessi al processo di mining (estrazione) di Bitcoin (fondamentale per il mantenimento della finanza decentralizzata DeFi), con l’estrazione dell’oro e con la finanza centralizzata.

Costi energetici Finanza centralizzata e decentralizzata - decentralizzazione

Perché è importante comprendere la questione

L’evoluzione della DeFi  vedrà proprio nell’anno corrente una crescita decisiva dovuta in particolare all’evoluzione e introduzione nella blockchain degli smart contract.

L’importanza della decentralizzazione, garantita da un numero sempre più crescente di utenti, è legata ad una serie di vantaggi rispetto alla finanza tradizionale quali: poche barriere all’ingresso, garanzia dell’anonimato, maggiore rapidità di esecuzione dei contratti, riduzione dei costi di transazione, estrema varietà delle applicazioni disponibili.

Il grafico che segue, fornito da DefiLlama, rappresenta la crescita negli ultimi anni del valore di tutte le attività che sono attualmente oggetto di partecipazione in un protocollo specifico.

Attenzione, il valore rappresentato non è il numero di prestiti in essere, ma l’importo totale dell’offerta sottostante che viene garantita da un specifica applicazione.

Questo parametro, molto importante è detto Total Value Locked (TVL).

Andamento Total Value Locked (TVL) - decentralizzazione

Negli ultimi due anni i ritmi di crescita sono stati a dir poco impressionanti come evidenziato dal successo riscosso dai Total Value Locked i quali esprimono il valore totale degli assets depositati nei protocolli della DeFi che dal 2020 a oggi sono passati da meno di 1 miliardo di dollari a circa 230 miliardi di dollari.

Total Value Locked (TVL)

A seguito di questa crescita, gli esperti prevedono che la domanda di compensazioni di carbonio aumenterà di un valore compreso fra gli 1,1 miliardi e 3,6 miliardi di tonnellate all’anno entro il 2050. Non poco, se pensiamo che la domanda cumulativa dal 2005 al 2021 è stata di poco superiore a 1,7 miliardi di tonnellate.

Decentralizzazione: a che punto siamo

L’evoluzione della tecnologia legata al mondo della decentralizzazione diventa sempre più efficiente con il passare del tempo.

Fino a qualche anno fa le piccole transazioni in Bitcoin venivano eseguite singolarmente al pari delle altre, mentre oggi si tende a raggrupparle, rendendo più smart ed efficiente il loro processo di esecuzione.

Ancora, la blockchain di Ethereum sta migrando verso soluzioni basate sul Proof of Stake che richiedono molta meno energia (si stima solo 1% di energia) rispetto a Proof of Work e sempre in proof of stake sono oggi gestiti gli NFT e lo stesso metaverso, come WAX, Flow oppure Immutable X.

DEFINIZIONI

Proof of Work (PoW) e Proof of Stake (PoS) sono due algoritmi utilizzati per ottenere il consenso distribuito, gestire e validare le transazioni da parte di tutti i nodi della blockchain.

L’algoritmo PoW i blocchi vengono estratti mediante una pratica definita mining che richiede molta energia ed è utilizzata da Bitcoin. Ethereum, con il nuovo aggiornamento denominato Casper, utilizzerà la PoS dove i blocchi non vengono estratti ma coniati e questo abbatte i costi energetici.

Di conseguenza, tramite la PoS, i soggetti che possiedono una partecipazione significativa vengono selezionati su base pseudo casuale per coniare i blocchi e aggiungerli alla blockchain.

Oltre ai due algoritmi di consenso sopra citati va aggiunto anche il Proof of Authority (PoA) il quale si basa sul fatto che i nodi necessari per certificare le informazioni siano dei nodi fidati. In questo modo, per certificare le azioni quindi non serviranno più enormi calcoli, ma solo la fiducia di questi nodi riconoscibili tramite nome e cognome, che hanno l’autorità di creare i blocchi validandone le transazioni.

Tra le blockchain che oggi garantiscono un consumo minimo di energia va annoverata la rete Polygon, mentre tra le criptovalute più green vanno citate Cardano, Stellar, Solana, Algorand e altre.

Stellar Lumens fa uso del PoS con consumo energetico stimato per transazione a 0,00003 KWh, ma il vero campione delle cripto eco sostenibili è dato da Algorand che oltre a sfruttare a pieno la PoS garantisce un consumo energetico stimato per transazione a 0,000008 KWh.

È utile sapere che Algorand nasce da un idea di un italiano, Silvio Micali matematico, crittografo e informatico italiano, professore d’informatica presso il Laboratorio d’Informatica e Intelligenza Artificiale del MIT di Boston.

Algorand ha ottenuto lo status di Carbon Neutral nell’aprile 2021 grazie a una partnership con ClimateTrade, che tiene traccia delle emissioni di carbonio.

Prospettive a breve e a lungo termine sulla decentralizzazione

Possiamo dedurre che per ridurre le emissioni di CO2 create dalle criptovalute basterebbe cambiare il protocollo di funzionamento e gli  algoritmi di consenso.

Cosa molto facile a dirsi, ma molto difficile da attuare tanto che la rete Ethereum, per dirne una, ci sta provando da tempo, ma il progetto è slittato più volte.

Altro problema, molto più rilevante e di natura economica è data dal fatto che abolendo la Proof of Work i minatori che negli anni hanno sostenuto forti investimenti per componenti hardware si troverebbero da un momento all’altro con una grande quantità di capacità produttiva inutilizzata, difficilmente vendibile anche nel mercato dell’usato, essendo processori dedicati solo al mining.

Proprio per risolvere questo problema molti governi iniziano a prendere in considerazioni soluzioni come la carbon tax che resta lo strumento principe per contenere le “esternalità negative ambientali”.

L’idea è quella di tassare chi svolge attività professionale di mining oppure tassare le transazioni di criptovalute che operano direttamente o indirettamente tramite la Proof of Work.

Ad oggi, considerando lo stato dell’evoluzione del sistema finanziario decentralizzato rispetto quello centralizzato, possiamo dire con certezza che il costo energetico marginale del decentramento è probabilmente più alto per transazione rispetto ai costi energetici marginali di quello centralizzato, ma sotto il profilo dei costi totali (costi variabili + costi fissi), quelli legati alla decentralizzazione sono probabilmente già molto più bassi, e senza ombra di dubbio è probabile che i miglioramenti tecnologici che ci attendono nel breve periodo consentiranno di ridurre anche i costi marginali.

lead generation - intervista ad armando biondi

Individuare i lead più qualificati tra i prospect: intervista ad Armando Biondi

Il contesto macroeconomico spinge le aziende a rendere più efficienti tutti i processi. Gran parte dell’attenzione va rivolta all’individuazione dei lead più interessanti e sui quali conviene puntare subito, sulla base dei criteri di frequency e recency.

Ne abbiamo parlato con Armando Biondi, CEO e Co-Founder di BreadcrumbsIO, company americana con sede a San Francisco che si occupa di Lead Scoring e permette alle aziende di “fotografare” l’istante in cui un prospect è particolarmente interessante per la conversione in cliente.

Armando sarà anche tra gli speaker di B2B Rocks, un evento di nuova generazione che riunisce le Rock Star della tecnologia e del SaaS. Nel 2022, il valore cumulativo del mercato del software B2B non sarà inferiore a 670 miliardi di dollari, di cui il SaaS rappresenterà 190 miliardi: ha infatti registrato una crescita a due cifre negli ultimi dieci anni e dà lavoro a più di mezzo milione di persone.

B2B rocks montpellier

Il Keynote di Armando Biondi, dal titolo “Revenue 101: the playbook for startup growth“, è programmato per giovedì 9 giugno e conterrà preziosissimi insight e consigli per aziende e startup racconti nella sua lunga esperienza in AdEspresso prima, in Hootsuite poi e in Breadcrumb.IO adesso.

Dal 9 all’11 giugno, il rinomato “Domaine de Biar” accoglierà i migliori decision-maker internazionali nel settore del software B2B: un evento pensato per i fondatori di startup, dirigenti di scale-up, venture capitalist e decisori strategici. Il focus del 2022 sarà la crescita internazionale, l’audacia e l’inclusività. Questo evento di nuova generazione, sostenuto dalla French Tech, si allontana dai formati tradizionali con un formato ibrido online/offline e contributi simulcast dal vivo dai cinque continenti.

LEGGI ANCHE: Game Changing, People Centered e cosmopolita: pronta a partire la decima edizione di B2B Rocks

Quali sono i vantaggi pratici di individuare i lead più qualificati tra i diversi prospect e quanto è importante per le aziende oggi?

È fondamentale, particolarmente in un contesto di efficienza di business. Le company e le organizzazioni sono sempre molto focalizzate all’acquisizione, ma acquisire clienti è sempre molto costoso e progressivamente competitivo Per cui, avere un meccanismo che ti consente non solo di acquisire nuovi clienti ma anche  di massimizzare ed estrarre il potenziale non solo dei clienti futuri, ma anche di quelli presenti e passati diventa un’opportunità di crescita estremamente importante.

Un altro aspetto è quello dell’efficienza: ogni business in qualunque momento della sua vita si trova davanti a competing priorities, più priorità di quelle che si possono gestire e soddisfare. Da un punto di vista “sales vs marketing”, tu magari hai un marketing engine che sta generando, centinaia, migliaia, decine di migliaia di bit al mese e dall’altra parte hai un team marketing che deve prioritizzare a cosa fare attenzione, quando e su quale potenziale cliente. Per cui il tema diventa fondamentale in questo senso.

Sui costi di acquisizione diventa importantissimo: è in realtà un macrotrend che esiste da molti anni ed è destinato a durare. Infatti oggi è esacerbato dal contesto macro economico a causa dei costi di acquisizione in crescita costante, della competizione con gli altri business e da inflazione e stock market.

In questo nuovo playground vincono le company che riescono ad acquisire clienti in maniera efficiente ed estrarre il massimo valore possibile dal punto di vista della lead generation.

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In che modo la marketing automation può alimentare il team sales

In maniera un po’ controintuitiva, il tema non è necessariamente abbassare i costi di acquisizione ma riuscire a permettersi il costo di acquisizione più alto, che implica un’efficienza interna di business nei processi, un price point di un certo tipo e la capacità di competere su segmenti di mercato che sono ad alto valore. Più puoi fare questo, più puoi tenere il costo di acquisizione alto.

Detto questo, il tema marketing automation è senza dubbio uno degli elementi chiave: mentre 10 o 15 anni fa si aveva a disposizione un tool che fungeva da source of truth per la company, che era il CRM, oggi i diversi dipartimenti hanno vari tool come source of truth ed è necessario farli funzionare insieme. Questo crea la necessità di un tessuto connettivo tra questi tool esistenti in grado di risolvere tutta una nuova categoria di problemi che si presentano oggi agli operatori moderni. Questo è proprio uno dei motivi per i quali abbiamo creato Breadcrumbs.IO.

breadcrumbs armando biondi - individuare i lead più qualificati

Quali sono i dati utili e necessari per un’attività di lead scoring efficace?

Quello che raccomandiamo e che vediamo fare agli operatori più sofisticati è mettere insieme i dati che si hanno a disposizioni su diverse repository e organizzarli sulla base di due dimensioni più una.

La prima dimensione è il concetto di fit o ICP (ideal customer profile), cioè le caratteristiche del cliente, del buyer, dello user dal punto di vista di profilo e di company. Ad esempio, una company con un certo fatturato o basato su una certa geografia; oppure un ruolo che ha un certo livello di seniority o che appartiene a un determinato departimento.

La seconda dimensione è il concetto di activity: cosa le persone stanno facendo nelle tue online properties. Per esempio qualcuno che visita la tua pagina di pricing, un’altra persona che converte da trial a pagante, una terza persona che attiva una nuova trial, tutte della stessa company e sono tutte interazioni che avvengono nello stesso mese, hai a disposizione tutta una serie di touchpoint che questo prospect sta facendo con te, che se fatti emergere in maniera organizzata ti dà un idea di potenziale di upsell expansion. Senza un tessuto connettivo diventa molto più complicato.

Come si attribuisce un punteggio dinamico a un prospect

Questa è proprio la terza dimensione: è il tema timeliness e della short life. Qualunque operatore sa che fare follow up a un prospect oggi rispetto a farlo tra tre settimane fa molta differenza. Per cui, il concetto di dinamicità legato alla recency and frequency, non è ancora del tutto integrato negli attuali standard, mentre invece qualunque operatore dovrebbe avere interesse a seguirlo.

Per questo intendiamo lo score dinamico come un punteggio che cambia sulla base del tempo e sulla base della frequenza delle interazioni, che possono influenzare la conversazione a nostro favore in quel dato momento.

Insieme al concetto di fit, quello di activity crea un diagramma che ci permette di individuare i prospect più interessanti in quel momento, escludendo i cluster a basso valore.

individuare i lead più qualificati

Puoi anticiparci qualcosa del tuo intervento al B2BRocks?

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Il tema sarà Secret Playbook to Revenue Acceleration, ci saranno tutta una serie di insight che abbiamo messo insieme in questi anni. Come team ci occupiamo di questo da molti anni e ci siamo trovati a fare le stesse attività in company diverse, cosa che ci ha portato a pensare che ci fosse un prodotto che poteva essere pensato e automatizzato. Gli insight che ci hanno permesso di arrivare a questo prodotto sono ciò di cui parleremo; sono cose che si possono mettere in pratica senza la necessità di essere operatori sofisticati nel pensare a come accelerare la crescita.

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Il tema generale è che il mondo i cui viviamo oggi è molto più complesso, veloce e dinamico rispetto a 10 anni fa e nuovi problemi richiedono nuove soluzioni e nuovi framework. Data la crescita esponenziale dei Big Data, serve mettere insieme questi dati in un modo che abbia senso e che permetta di crescere più velocemente.

Anche Ninja al B2B Rocks

Un evento prestigioso di respiro internazionale con speaker, tavole rotonde e keynote sui temi della tecnologia e del Saas. Il team e la redazione di Ninja non potevano mancare ad un appuntamento del genere: seguiremo passo passo le due giornate dell’evento raccontandovelo sul Magazine e sui nostri canali social, mentre venerdì 10 giugno alle 9.30, il CEO e Founder di Ninja Marketing e Ninja Academy, Mirko Pallera avrà un ruolo da protagonista moderando una tavola rotonda dal titolo “How to hire & build marketing teams at different growth stages?

>>Non perdere l’occasione di partecipare a B2B Rocks! Iscriviti subito<<

foto ninja gruppo

Vuoi lavorare con i Ninja? Cerchiamo un Training Assistant – Digital Marketing!

Ninja Academy, la scuola che sta rivoluzionando l’alta formazione professionale rendendola accessibile e democratica, vuole ampliare il team: apriamo una posizione di tirocinio curriculare come Training Assistant in area Digital Marketing per la unit Corporate Training.

La risorsa, supervisionata dall’Head of Corporate Training, si occuperà di assistere la progettazione dei corsi di formazione sui temi del marketing erogati nelle aziende.

Cerchiamo persone motivate, con la passione per il marketing digitale e per la formazione. Lavorare coi Ninja è un vero e proprio stile di vita, perché è un’azienda che investe nei tuoi obiettivi personali e professionali: avrai strumenti per costruire il tuo personal brand e lavorerai al centro della formazione digitale in Italia.

Questo lavoro fa per te se:

  • sei un appassionato di marketing e di digitale: divori libri, newsletter e podcast a tema;
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  • sei in grado di gestire diversi progetti in contemporanea, impostando e rispettando deadline;
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Ti occuperai di:

  • curare la progettazione didattica dei progetti formativi aziendali in area Digital Marketing, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze di una clientela B2B;
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Il tirocinio curriculare potrà essere svolto in Remoto, presso la sede di Ninja Marketing oppure in modalità ibrida. Sarà considerata come plus la disponibilità a lavorare a Milano.

Obiettivi formativi

  • Apprendere come relazionarsi con gli stakeholder a vari livelli di un’organizzazione;
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  • Apprendere a progettare percorsi formativi aziendali in area marketing.

Competenze da acquisire

  • Progettazione Didattica;
  • Relationship Management;
  • Data Analysis ;
  • Comunicazione e Coordinamento.

Si richiede:

  • Buona conoscenza delle discipline del Digital Marketing: content, seo, social media, eCommerce, marketing automation, etc.;
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Come inviare la candidatura?

Clicca qui e compila il form selezionando Training Assistant – Area Digital Marketing.

In alternativa, invia la tua candidatura a:  con oggetto: “Training Assistant Digital Mktg 2022”.

crollo terra luna

Crollo dell’ecosistema Terra-Luna: cosa è successo

Le giornate del 10 e 11 maggio 2022 passeranno alla storia come le più disastrose per il mondo delle monete virtuali (sia stablecoin che cripto). A farne le spese è stata, in particolare, TerraUSD, che in 24 ore ha perso il 65% del proprio valore arrivando a 0,3 dollari e perdendo quindi l’ancoraggio al dollaro USA. 

Peggiore sorte ha subito la sua collegata Luna, che nello stesso lasso di tempo ha perso il 95% del proprio valore passando dai 119 dollari del 05/04/22 agli attuali 4,77 dollari.

 

Perché ne parliamo

La notizia ha fatto il giro del mondo e tutti ne parlano, dai consumatori alle istituzioni, associando l’ecosistema Terra-Luna alla Lehman Brothers. Ovviamente, il lato peggiore di questa situazione coinvolge le persone che hanno perso i propri risparmi, che sono migliaia e in gran parte piccoli risparmiatori senza alcuna tutela o protezione.

Cerchiamo di capire cosa sia successo e in che modo tutelare i piccoli risparmiatori per il futuro.

Caratteristica di ogni stablecoin è quella di essere sostenute da un bene di riserva come l’oro oppure il dollaro USA, come nel caso delle più importanti quali Tether e USDC.

 

 

Nel caso di Terra e Luna la stabilità e il rapporto 1:1 con il dollaro USA non è dato dall’accantonamento di riserve, ma viene gestito tramite la sua collegata Luna, definita anche come  token di governance.

In poche parole, per creare più TerraUST si devono bruciare token Luna, e viceversa, il tutto  gestito da un algoritmo (da qui la definizione di stablecoin algoritmiche) che solo fino a pochi giorni fa era tra le 10 maggiori criptovalute per capitalizzazione di mercato.

Queste stablecoin algoritmiche, ricordiamo, rappresentano un connubio tra matematica e algoritmi informatici per creare una valuta digitale che simula il comportamento del dollaro con un valore e rapporto 1:1 con il dollaro americano a cui dovrebbe essere ancorato.

Cosa ha portato al crollo del sistema Terra-Luna

Tra le cause di questo crollo, oltre ai deludenti risultati finanziari di Coinbase, principale piattaforma di scambio in USA, un bug nell’ algoritmo che gestisce il rapporto tra TerraUsd e Luna; in particolare, questo presunto malfunzionamento sarebbe in quella parte dell’algoritmo che decide di  attivare la copertura di TerraUSD , quando necessario, attraverso l’utilizzo del token Luna, posseduto da una fondazione, la Luna Foundation.

Qualche giorno prima la fondazione aveva comunicato di garantire il rapporto 1:1 tra TerraUSD e dollaro USA tramite una serie di prestiti del valore complessivo di 0,7 miliardi di dollari a società di trading OTC (over the counter) e altri 0,7 miliardi di dollari in Bitcoin.

A questo si aggiunge l’azione della società Anchor, azionista di Terra-Luna che ha raccolto più di 14 miliardi di dollari offrendo interessi al tasso del 20% a coloro che effettuavano investimenti nei prestiti a TerraUSD.  

Tutto ciò ha generato un ribasso del valore di TerraUSD e l’algoritmo ha spinto eccessivamente sulla vendita del token Luna per recuperarne il valore. Le vendite di Luna sono aumentate vertiginosamente fino a deprezzarla dai 119 dollari di una settimana fa a poco più di zero. 

Le contromisure finanziarie poste in essere da Do Kwon, creatore di Terra-Luna, e dal suo staff tecnico hanno portato alla decisione di sostenere il “peg” di TerraUSD con le loro riserve di Bitcoin. In breve, sono stati usati dei Bitcoin per riacquistare TerraUSD, il risultato, disastroso, ha portato alla svalutazione di Bitcoin (-8,7%) riducendo il suo valore al di sotto dei 29.000 dollari trascinando nel crollo anche altre criptovalute.

 

La reazione della Securities and Exchange Commission

Quanto successo pone l’attenzione di tutti sulla necessità di una regolamentazione delle criptovalute in generale, dato che come ribadito in questi giorni dalla Securities and Exchange Commission (SEC) tramite un comunicato ufficiale, ”gli utenti di cripto asset non hanno protezioni in caso di bancarotta”.

Un’affermazione del genere, in un momento storico come questo, non può non scatenare il panico e in effetti nella maggior parte delle giurisdizioni non vi è una specifica normativa primaria o regolamentare che sia in grado di disciplinare l’esistenza e gli effetti delle criptovalute.

Conclusioni e prospettive a breve termine

Concludendo, un passo in avanti lo sta facendo proprio l’ Europa con l’approvazione del MiCA (Market in Crypto Asset Regulation) del 14 marzo. Il MiCA, ha il compito di disciplinare solamente tematiche fiscali e regolatorie delle crypto mentre la tematica ambientale correlata al mining sarà lasciata ad un’altra commissione.

Negli USA, il Presidente Joe Biden punta alla regolamentazione del settore in 6 punti fondamentali:

  • protezione dei consumatori e degli investitori;
  • stabilità finanziaria;
  • perseguimento degli illeciti finanziari;
  • leadership USA nel sistema finanziario globale e competitività economica;
  • inclusione finanziaria;
  • innovazione responsabile.

L’Italia presenta un certo ritardo rispetto agli USA e all’UE, con normative di riferimento poco chiare e la mancanza di qualsiasi disposizione di carattere fiscale dedicata agli asset crittografici, e ovviamente, alle criptovalute in primis.

L’assenza di un pacchetto normativo ad hoc, rischia di farci mancare l’opportunità di inserimento e di sviluppo in un settore che vede un giro d’affari stimato in circa 3 mila miliardi verso la fine del 2022, per le sole criptovalute. E questo, senza considerare il mercato in crescita costante di altri asset, come gli NFT.

In particolare l’ interesse primario in Italia è legato esclusivamente alla regolamentazione fiscale delle criptovalute, ma non alla tutela e protezione dei consumatori e degli investitori.

Come Back Brighter colori-brillanti-su-stampa-trittico-come-back-brighter-Ninja-Marketing

Un’esplosione di colore: scopri la campagna degli studenti NABA presentata al Print4All

Il colore è un aspetto essenziale per chi si occupa di grafica, design e stampa. In comunicazione, assume grande rilevanza quando si tratta di intercettare percezioni ed emozioni.

Dal punto di vista tecnico, nella progettazione grafica, gli errori con il colore possono costare caro: da forte leva emotiva (e decisionale) per chi li guarda, possono trasformare una campagna geniale in qualcosa di effimero e inconsistente.

Per questo, una prova di stampa del progetto che permetta di mostrare come appariranno realmente i colori quando escono dalla macchina è uno step essenziale. Da questo test è possibile rilevare i problemi di colore in anticipo ed evitare che ore di sviluppo e progettazione vadano in fumo.

La maggior parte dei problemi di colore che i professionisti della comunicazione visiva devono affrontare derivano proprio da minuscoli errori commessi nel flusso di lavoro; per fortuna, schermi e stampanti professionali oggi sono decisamente in grado di coordinarsi per una corretta realizzazione finale di una stampa materiale.

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La campagna realizzata dagli studenti del NABA, Nuova Accademia di Belle Arti

Perché questa premessa su uno dei principali ostacoli che incontra chi deve realizzare concretamente un progetto grafica? Perché 10 studenti NABA, la Nuova Accademia di Belle Arti, hanno potuto toccare con mano l’importanza della prova di stampa, comprendere quali sono i processi che devono essere gestiti quando si crea una campagna di comunicazione integrata tra digitale e stampa e come fare per raggiungere un risultato strepitoso.

Grazie a due partner di enorme esperienza tecnica e professionale come Canon e Acer, ha preso vitaCome Back Brighter”, una vera e propria esperienza formativa che si è ufficialmente conclusa al Print4All di Milano la scorsa settimana.

Stampa offset e digitale, soluzioni software per la stampa online, studio dei flussi di lavoro su stampa, applicazioni per la gestione delle comunicazioni stampate offline/online, tecnologie di finitura e definizione del colore, sono elementi che gli studenti hanno potuto vedere da vicino, toccare con mano e apprendere in maniera concreta.

Argomenti su cui si sono confrontati e sui quali hanno prodotto un messaggio incentrato sul ritorno al desiderio di vivere con energia riuscendo a irradiare nuove emozioni rappresentate egregiamente con i colori brillanti delle stampe presentate al Print4All.

canon print4all

Il palcoscenico del Print4All

Print4All è la vetrina dell’innovazione tecnologica dedicata al settore della stampa e del converting, che quest’anno si è svolta dal 3 al 6 maggio a Fiera Milano. Un settore interessato da un profondo cambiamento e in continua trasformazione.

Il format proposto da Print4All ha unito innovazione tecnologica, business networking e formazione professionale offrendo alle aziende del mercato l’opportunità eccezionale di presentare progetti dall’alto valore formativo, proprio come “Come Back Brighter” sostenuto da Canon, Acer e NABA, nuova Accademia di Belle Arti.

Un incubatore di idee, un laboratorio per progetti professionali che prendono forma e vita grazie allo studio e alla passione di tutti i player del mercato della comunicazione: dalle scuole di comunicazione, agli studenti e i produttori di tecnologia per il digitale e la stampa.

Perché l’evento fieristico è così importante per il settore? La presenza dei player più rilevanti, l’interazione tra stakeholder della tipografia e professionalità del mondo della comunicazione, persone appassionate per lo studio e la formazione nella stampa, lo dimostrano.

Print4All è un’occasione di cultura specializzata, di incontro e confronto tra produttori e utenti, per scoprire, sperimentare e raccontare idee e progetti. Ma, soprattutto, è un momento per andare oltre la propria comfort zone e guardare l’evoluzione del mercato con occhi nuovi: tornare a essere ancora più luminosi.

Il progetto formativo Come Back Brighter

Proprio in occasione di questo importante appuntamento, Canon ha presentato ufficialmente, insieme ad ACER, la nuova campagna di comunicazione integrata tra stampa e digital realizzata da un team di 10 studenti di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.

«È sempre bello vedere che grandi aziende hanno uno sguardo rivolto verso i giovani creativi e ci permettono di collaborare ed imparare gli uni dagli altri» ha chiosato Lorenzo, uno dei ragazzi coinvolti nel progetto, in buona compagnia con Greta che, sulla stessa linea d’onda, ci ha raccontato: «Il progetto “Come Back Brighter” ci ha permesso di tornare finalmente a relazionarci con le aziende e a lavorare insieme dopo un lungo periodo di pandemia».

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Una campagna che rappresenta molto più di un semplice evento formativo dall’alto livello professionale. La campagna “Come Back Brighter” è stata scelta perché capace di interpretare più fedelmente il concept del ritorno allo splendore. Un evento capace di generare interesse ed entusiasmo per il debutto dello stand Canon al Print4All.

E il risultato esplosivo è stato reso possibile grazie alla nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GP. Una tecnologia di stampa per il grande formato con inchiostro fluorescente a pigmenti ad acqua.

Una tecnica che consente di ottenere stampe di altissima qualità dal forte impatto visivo, soprattutto su colori brillanti come il rosa fluorescente.

I primi ad essere stati colpiti positivamente sono i ragazzi che hanno dato forma alle loro idee, egregiamente coadiuvati dai docenti NABA.

Vittoria Annoè, Greta Cazzanelli, Lorenzo Costantini e Davide Occhicone sono i 4 giovani creativi che, interpretando il concept fornito da Canon, hanno dato vita ad un progetto di comunicazione visiva in grado di rappresentare un invito a tornare – ancora più luminosi – a condividere momenti insieme.

«Questa esperienza è stata per noi una bellissima occasione per poter lavorare con aziende che si interessano a coinvolgere giovani designer; permettendoci di esprimere la nostra creatività e di conoscere al meglio il mondo della professionalità», ha dichiarato entusiasta Vittoria.

Anche Davide condivide a fondo le premesse dell’iniziativa: «Il concept “Come Back Together” rispecchia perfettamente il momento che stiamo vivendo: poter ritornare a lavorare insieme in vista di un futuro più luminoso. Collaborare con queste aziende è stata un’ottima esperienza per poter crescere ed apprendere».

Il progetto portato avanti da Canon, Acer e NABA ha mostrato a tutti i presenti al Print4All la differenza di stampa realizzata con i nuovi plotter: colori raggianti che trasmettono vivacità ed emozione.

Colori brillanti per rappresentare l’energia del ritrovarsi

Seguendo questa direttrice cardinale, la campagna si snoda attraverso un trittico di stampe che ha come soggetto due o più mani che insieme creano forme e movimenti.

Si toccano e si ritrovano per rappresentare in modo figurato le emozioni che si provano quando si riscopre l’energia e la gioia del sentirsi nuovamente vicini in maniera indistinta: dall’amore all’amicizia, fino allo spirito di collaborazione.

colori-brillanti-su-stampa-canon-naba-come-back-brighter-Ninja-Marketing

A fare da sfondo, i colori luminosi e fluorescenti che esprimono la vivacità del momento. Colori certamente in grado di risaltare sugli schermi dei computer della gamma di Laptop ConceptD di Acer, ma anche di scatenare forti sensazioni grazie alla riproduzione fedele su carta raggiunta dalla nuova tecnologia Canon.

Giocare, stringersi le mani e riabbracciare amici e persone importanti. Un messaggio rivolto al ritorno alla tanto attesa normalità dopo un lungo periodo di pandemia. Riprodotto attraverso la luminosità dei colori cangianti scelti per un progetto di comunicazione che dimostra quanto sia importante non solo progettare in digitale, ma saper riprodurre efficacemente in formato stampa.

<< Scopri i dettagli tecnici che trasformano una semplice stampa in un capolavoro >>

giffoni for kids - ragazzi seduti su una panchina che usano la tecnologia

Al via la call per startup e progetti dedicati a bambini e ragazzi

Al via la call ad evidenza pubblica di Giffoni For Kids, il programma di Giffoni Innovation Hub per l’accelerazione di startup, spin-off e giovani talenti.

Finanziato con l’avviso pubblico “Misure di rafforzamento dell’Ecosistema innovativo della Regione Campania (Por Campania FSE 2014- 2020 – ASSE III obiettivo specifico 14)”, il progetto è realizzato in partnership con Iniziativa Cube e con il Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems dell’Università degli studi di Salerno.

giffoni for kids - ragazzi presenti all'iniziativa

Il programma di Giffoni For Kids

Giffoni For Kids nasce dalla spinta propulsiva di Giffoni che, da oltre 50 anni, rappresenta il punto di riferimento internazionale del mondo dei ragazzi.

Il lancio della prima call di Giffoni for Kids – spiega Luca Tesauro, Founder & CEO di Innovation Hubè un altro tassello importante che Giffoni inserisce nell’ambito delle attività dell’ecosistema innovativo della nostra regione. La Campania è già da anni una tra le più attive e in crescita nell’ambito dei progetti di creazione di nuove imprese innovative”.

L’iniziativa prevede lo sviluppo di prodotti e servizi rivolti al mercato Kids & Teens di tutto il mondo, e nasce con l’obiettivo di supportare idee in grado di generare un impatto positivo sulla società e sulla vita delle nuove generazioni.

L’offerta di Giffoni Innovation Hub per Giffoni for Kids comprende, tra le altre cose, un percorso della durata di tre mesi, con attività di brand, product & service acceleration, pianificazione strategica e go to market strategy, in cui verranno fornite skills, know-how e strumenti agli startupper per sviluppare il loro progetto al meglio.

È un progetto innovativo nel suo concept che ha già grandi aziende nella sua compagine allargata ed è declinato secondo l’ottica dell’open innovation” ha dichiarato la scorsa settimana durante la presentazione ufficiale all’Innovation Village di Napoli l’assessore regionale all’Innovazione, ricerca e startup Valeria Fascione.

Concluso il percorso di accelerazione, ai migliori, verrà offerta la partecipazione ad eventi dedicati, come ad esempio, lo Startupitalia Open Summit.

giffoni for kids - visori 3d

Come partecipare

La call è rivolta a tutte le startup già costituite, ma anche a business idea che con la loro proposta negli ambiti Media, Education, Edutainment, Environment, Health, Design, Communication, Energy, Smart Communities, Games, Food e Fashion, puntino a realizzare un prodotto o un servizio che abbia un impatto positivo per bambini e adolescenti.

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Le fasi attuative del programma prevedono la realizzazione di azioni finalizzate alla scoperta ed emersione del talento imprenditoriale; l’implementazione di un percorso di affiancamento qualificato di business; il coinvolgimento di partner industriali e stakeholders; l’attrazione di capitali; la promozione di percorsi e missioni internazionali per favorire il networking e la business growth e il coinvolgimento dei media specializzati per garantire un elevato impatto mediatico all’intera operazione e alle singole iniziative attivate.

Per presentare la propria idea imprenditoriale o la propria startup in ambito Kids & Teens, c’è tempo fino al 20 giugno.

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Startup Weekend Caserta: una maratona di 54 ore per sviluppare un’idea

Startup Weekend è un format di Techstars® sviluppato in partnership con Google for Startups®, attivo dal 2007 in oltre 150 Paesi nel mondo. Quest’anno si svolgerà, per la quinta edizione, dal 13 al 15 Maggio 2022 a Caserta.

Si tratta di una maratona creativa di 54 ore (dal venerdì alla domenica) volta alla promozione dell’imprenditorialità, nell’ambito della quale soggetti con diversi background e qualifiche (studenti, dottorandi, ricercatori e professori di una pluralità di Dipartimenti/ambiti disciplinari) si uniranno per condividere idee, formare team e sviluppare business idea.

Il format è basato sul lavoro di gruppo e la condivisione di competenze ed esperienze, con il fine di sviluppare innovative idee di impresa in soli tre giorni.

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Sono 4 gli obiettivi di Startup Weekend

1. Connect

Mettere in collegamento le persone per generare qualcosa di nuovo. Il talento ricco e diversificato è un punto di partenza per lo Startup Weekend. I partecipanti si mescoleranno e lavoreranno con nuove persone che potrebbero essere il loro prossimo co-founder, mentore o investitore.

2. Discover

I partecipanti scopriranno a che punto sono del proprio “entrepreneur’s journey”. Avranno accesso a nuove e necessarie risorse complementari e prenderanno cognizione dei passi da compiere per intraprendere la strada verso il successo.

3. Learn

I partecipanti impareranno cosa è necessario per avviare un business, anche facendo leva su consolidati processi di learning by doing.

4. Start

Startup Weekend è pensata per andare veloce. Gli organizzatori creeranno l’ambiente ideale affinché i partecipanti imparino e sviluppino il più possibile la propria idea in sole 54 ore, ponendo i presupposti perché questa possa tradursi in una start up e in un successo imprenditoriale.

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Il Programma

Ad ospitare Startup Weekend sarà 012factory, un incubatore certificato (MISE) di startup innovative e centro di trasferimento tecnologico (Unioncamere), che sostiene, sviluppa ed accompagna la crescita di nuove imprese ad alto potenziale innovativo, a partire dall’idea di startup fino alla sua effettiva trasformazione in azienda innovativa attiva sul mercato.

Tra i giudici di Startup Weekend Caserta ci sarà Enrico Saldutti, Marketing Manager in Ninja Marketing e Ninja Academy.

enrico saldutti

Le attività dei partecipanti si svolgeranno secondo un programma articolato in tre giornate:

Day 1 – Meet, pitch and team up (presentazione idee, scelta progetti, formazione team, dinner e networking)

Venerdì 13/05/22, ore 18-24, in questa prima giornata, dopo i saluti istituzionali e un workshop relativo al tema dell’imprenditorialità, tutti i partecipanti all’evento avranno la possibilità di presentare la propria idea. Le idee ritenute migliori dai partecipanti verranno selezionate per la formazione di gruppi di lavoro. Il lavoro dei gruppi inizierà lo stesso giorno.

Day 2 – Learn and work

Sabato 14/05/22, ore 9-24, in questa giornata i partecipanti lavoreranno intensamente allo sviluppo dell’idea con intervalli dedicati a brevi pillole formative, testimonianze aziendali, speech di professionisti e startupper di successo. Durante i lavori della giornata verranno assistiti da mentor, suddivisi per aree di competenza (Marketing, Design, Legal, ecc.). A questi ultimi è richiesto di supportare i partecipanti fornendo consigli ma sempre nel pieno rispetto delle idee proposte. L’obiettivo è indurre al ragionamento.

Day 3 – Present and choose

Domenica 15/05/22, ore 9-17, in questa giornata si procederà a rifinire il lavoro al fine di realizzare un MVP (Minimum Viable Product) che verrà poi presentato durante il pitch davanti ad una giuria di esperti composta da imprenditori, manager, esponenti di incubatori, acceleratori e fonti di finanziamento dell’innovazione ed altri attori del mondo dello Startup.

I Mentor e la formazione imprenditoriale

Le attività dei partecipanti saranno supportate da alcune pillole formative sul processo di idea development e costantemente affiancate da una pluralità di mentor, soggetti perlopiù espressione dell’ecosistema italiano delle Startup con background manageriale e/o imprenditoriale e vasta conoscenza dei processi di sviluppo e finanziamento dell’innovazione e start up.

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<<Come un agricoltore pianta il suo primo seme per raccoglierne i frutti domani, così Startup weekend fornisce le basi per essere gli imprenditori del futuro. Credo sia la rappresentazione stessa di quello che è quest’evento, ovvero il primo passo verso l’apprendimento, per chiunque voglia capire il mondo dell’imprenditoria e creare per il futuro qualcosa di proprio>>. Queste le parole di Mario Di Girolamo, tra gli organizzatori di Startup Weekend Caserta, insieme a Adriana Figurato, Vincenzo Zambardino, Luca Famoso, Salvatore Della Gatta e Felice Balletta.

Lo stimolo dei processi creativi

Le testimonianze aziendali di successo, l’esposizione presso le sale di lavoro di prodotti innovativi e artistici e alcuni momenti musicali accompagneranno la giornata dei partecipanti, stimolando la creatività (attraverso le immagini, i suoni e la creazione di spazi poco convenzionali), nel tentativo di spronare i partecipanti ad andare oltre le soluzioni consolidate per lo sviluppo delle proprie idee imprenditoriali.

Anche il consumo dei pasti (forniti dall’organizzazione) e i coffee-break (che si svolgeranno durante i lavori e che sono sempre forniti dall’organizzazione) sono da intendersi come occasioni di socializzazione e di stimolo dei processi creativi.

Startup Weekend è un evento NO PROFIT.

Sono previste delle sponsorizzazioni di soggetti/enti locali così come di imprese italiane di rilievo nazionale e internazionale, nella forma della fornitura di prodotti e servizi esclusivamente impiegabili nell’ambito e ai fini della manifestazione. Ciò creerà i presupposti che consentiranno ai partecipanti di vivere un’esperienza altamente formativa e un’opportunità unica di sviluppo delle proprie idee.

L’evento sarà promosso tramite la partecipazione ad eventi in ambito digital – startup – innovation del panorama campano. Sarà poi attivata una campagna di comunicazione online che vedrà coinvolti canali social quali facebook e Instagram con l’obiettivo di informare e divulgare i valori alla base di Startupweekend®.

Le attività di comunicazione sono state pensate come attività di accompagnamento all’evento. Ogni settimana, sulle pagine ufficiali, saranno pubblicati dei video utili a coinvolgere i partecipanti. I video riguarderanno i principali temi dell’imprenditorialità e, allo stesso tempo, saranno utili a far conoscere tutti i soggetti coinvolti (i mentor, i giudici, gli organizzatori).

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Fertilizzazione e scouting

Da Marzo fino alla data dell’evento è previsto un calendario fitto di appuntamenti in tour per tutti gli enti pubblici e privati. L’obiettivo è educare e promuovere la manifestazione per stimolare a partecipare tutti i detentori di idee innovative e coloro che presentano una sensibilità e propensione verso i processi imprenditoriali.

A cadenza settimanale gli interessati avranno occasione di percepire da vicino l’esperienza e confrontarsi con personalità esperte del format per risolvere eventuali domande e perplessità in merito. I membri del comitato promotore e gli altri soggetti coinvolti nell’evento, infatti, si recheranno presso gli enti pubblici e privati per comunicare al meglio il format di Startup Weekend, stimolare le idee di impresa e coinvolgere tutte le persone potenzialmente interessate.

Great Resignation: l’identikit degli italiani che lasciano il lavoro

  • La “Grande Rassegnazione” lancia i segnali per il futuro del lavoro
  • La qualità della vita lavorativa è il nuovo mantra per il mondo aziendale
  • Nuove Generazioni e Adulti insieme possono innescare la nuova rivoluzione del lavoro

Il sistema valoriale che per anni ha guidato le scelte lavorative di Baby Boomers e Generazione X è entrato in crisi a partire da un nuovo paradigma che mette al primo posto la salvaguardia della qualità della vita.  Come sono gli italiani che lasciano il lavoro? L’aspetto economico, in Italia comunque ancora centrale, inizia ad essere subordinato alla salute psico-fisica, soprattutto dalle Nuove Generazioni. Una volta “il posto fisso e la carriera a tutti i costi” erano ambizioni che per decenni hanno condizionato le scelte di intere generazioni. Ma qualcosa è cambiato: l’impianto del lavoro tradizionale fortemente gerarchizzato e basato su performance e produttività ha iniziato a scricchiolare e oggi, dopo due anni di pandemia, è in atto una trasformazione che lo scrolla sensibilmente.

A preoccupare non sono le “Grandi Dimissioni”, che nel nostro Paese non si sono rivelate così significative, quanto i segnali sottesi che raccontano una rivoluzione dei principi che regolano i rapporti lavorativi.

Grandi Dimissioni o Grandi Omissioni?

Il fenomeno denominato “Big Quit” o “Great Resignation” è nato Oltreoceano come un’ondata senza precedenti storici di lavoratori dimissionari.

Dopo i cataclismi economici del 2020, alcuni economisti statunitensi, analizzando la fase della ripresa, si sono accorti dell’aumento del numero di dipendenti che si dimettevano spontanemente.

Nel 2021, negli Stati Uniti, quattro americani su dieci hanno deciso di cambiare lavoro, di abbandonare la propria carriera o di avviare un’attività autonoma lasciando il posto di lavoro in cui avevano vissuto gran parte della loro vita, facendo diventare questo comportamento una sorta di fenomeno di massa.

Un discorso che, insieme alle tendenze economiche, sociali, tecnologiche, si è allargato: in Australia un lavoratore su due pensava di lasciare il lavoro; in Cina i giovani hanno iniziato a rifiutare di lavorare perché si sentivano solo un ingranaggio del sistema.

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Le Grandi Dimissioni in Italia: come sono gli italiani che lasciano il lavoro

Con una portata più ridotta, il fenomeno sembra sia stato avvertito anche in Italia: nel secondo trimestre del 2021 il boom è stato dell’85%, mentre nel terzo la media è stata del 26,7%. Alcuni hanno letto questi numeri come una risposta ai mesi di pandemia, altri invece hanno teorizzato un mutamento sostanziale e ormai inarrestabile dei paradigmi lavorativi.

Il fenomeno delle “grandi dimissioni” in Italia si è affermato nel corso del 2021 con un tasso di dimissioni (il numero di dimessi sul totale dei lavoratori dipendenti) che ha superato il 3% nel quarto trimestre dell’anno passato (un numero mai visto nell’ultimo decennio).

Questi numeri sembravano indicare un fenomeno simile a quello americano anche perché l’autunno del 2021 ha comportato un aumento del numero di lavoratori dimissionari che ha superato il mezzo milione di persone.

Un primo “disclaimer” da tenere in considerazione è che si è trattato in proporzione di numeri molto più piccoli rispetto agli USA. Al di là dell’Atlantico, ogni mese si dimetteva il 3% dei lavoratori, mentre in Italia il 2-3% ogni 3 mesi: la “velocità” era di un terzo in meno. Se è vero che il fenomeno in Italia ha avuto proporzioni molto più contenute rispetto alla “versione originale” statunitense (circa un terzo), allo stesso tempo, esiste ancora una tendenza nel nostro Paese e ci si è interrogati lungamente, e ci si continua ad interrogare, sulle sue cause.

Che succede se tutti lasciano il lavoro

Per un’economia, se tante persone si dimettono non si tratta di una tendenza necessariamente negativa: alcuni ricercatori della Banca d’Italia avevano considerato questo fenomeno come “normale” all’interno di una fase di ripresa e ri-equilibratura economica dopo la forte contrazione dovuta alla pandemia.

I lavoratori che decidono di trovare nuovo lavoro possono essere addirittura un segnale di vitalità di un mercato: l’assunto è che chi cambia, lo fa per condizioni migliori (la cosiddetta job-to-job transition), per cercare un posto di lavoro migliore e, a livello macroeconomico complessivo, si riflette in lavoratori che possono anche generare una produttività migliore se si trovano a loro agio nei nuovi contesti.

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Francesco Armillei, ricercatore della London School of Economics e di Tortuga, ha compiuto delle rilevazioni molto significative per descrivere il fenomeno e ha contribuito a smentire e ridimensionare alcuni aspetti dell’“identikit” di questa popolazione dimissionaria: si è trattato per la maggior parte di uomini (tre quarti delle dimissioni in più); non erano in prevalenza giovani (c’è stato un aumento dimissioni sotto i 30 anni, ma l’aumento più importante rilevato è quello sopra i 50 anni, spesso accompagnato ad un discorso di uscita dal mercato del lavoro o di avvio verso un percorso alternativo pre-pensionistico); l’aumento delle dimissioni era pressappoco identico tra titoli di studio, configurandosi come un fenomeno trasversale e molto sfumato nelle interpretazioni.

Una particolarità tutta italiana è stata rappresentata del settore delle costruzioni, “drogato” dagli incentivi introdotti recentemente e che hanno alterato non poco le misurazioni.

Le interpretazioni dei dati hanno anche provato ad indagare quanto, tra le possibili cause, ci fosse un fenomeno di “dimissioni rimandate” poiché bloccate dal lockdown sanitario e dall’impasse economica, ma i settori (o professioni, gruppi d’età, e di anzianità di servizio) che hanno visto calare maggiormente le loro dimissioni nel 2020, sono gli stessi in cui le dimissioni sono rimaste a livelli relativamente inferiori anche nel 2021, non facendo emergere nessun “rimbalzo” da dimissioni rimandate.

Un’altra ipotesi approfondita è quella della “paura o stress del lavoro da remoto” ma la variazione del numero di dimissioni a livello di professione sembra non seguire a livello macroscopico nessuno degli indici utilizzati per il remote working.

Il pragmatismo vince sulla Great Resignation

Anche il CENSIS ha sancito ad inizio anno che “il pragmatismo ha vinto sulla tentazione da Great Resignation” (cioè dimissioni al buio per cercare un impiego più gratificante), poiché dai dati è emerso che continua a fare troppa paura ritrovarsi nella precarietà del mercato del lavoro.

Nonostante questo, l’82,3% dei lavoratori (l’86,0% tra i giovani, l’88,8% tra gli operai) si dice insoddisfatto della propria occupazione e ritiene di meritare di più. Le cause di questa insoddisfazione annoverate sono tendenzialmente i livelli retributivi inadeguati (che non crescono rispetto al resto d’Europa da troppo tempo), lo stress aggiuntivo sul lavoro accumulato con il lavoro da remoto e le situazioni d’urgenza o la richiesta (da parte dell’86,5% dei lavoratori) di maggiori servizi di welfare aziendale per rispondere ai bisogni sociali quali la non autosufficienza di un familiare, la previdenza o l’istruzione dei figli.

Forse allora non dovremmo tradurre malamente “Great Resignation” con “Grandi Dimissioni”, semmai letteralmente con “Grande Rassegnazione”. Una rassegnazione dal rapporto lavorativo che negli anni di pandemia ha accentuato tutti gli aspetti di sfiducia e malessere collegati alla vita professionale.

Ma al di là degli aspetti strutturali ed economici, quali sono i “demotivatori”, le cause intrinseche alla “Grande Rassegnazione”? Tornando al contesto americano, una ricerca del MIT Sloan Management Review ha identificato alcuni fattori che in maniera più marcata causano l’abbandono del lavoro presente da parte dei “grandi dimissionari”:

  1. la cultura tossica (come l’incapacità di promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione; dove i lavoratori si sentono mancati di rispetto ed esistono comportamenti poco etici all’interno dei processi di lavoro);
  2. la precarietà, l’instabilità occupazionale e le continue ristrutturazioni che influenzano continuamente il turnover dei dipendenti;
  3. la mancanza di riconoscimento delle performance laddove le aziende che non premiano le performance migliori riscontrano tassi di abbandono più elevati; oppure quando i dipendenti parlano più in generale della carenza di politiche della propria azienda per la protezione della salute e del benessere;
  4. i tassi di innovazione troppo alti e la difficoltà a stare dietro ai cambiamenti di questo tipo: rimanere all’avanguardia richiede ai dipendenti di dedicare più ore, lavorare a un ritmo più rapido e sopportare più stress di quanto farebbero in un’azienda che si muove più lentamente. Il lavoro può essere eccitante e soddisfacente, ma anche difficile da sostenere a lungo termine.
chi sono gli italiani che lasciano il lavoro - MIT Sloan Management Review

Source: MIT Sloan Management Review

La grande sfida aziendale è oggi prendere coscienza di queste “tossine” e coinvolgere nuovamente e in maniera più autentica e significativa i propri lavoratori. Le Grandi Omissioni sono e saranno quelle dovute alle mancanze di attenzione a questi segnali da parte dei datori di lavoro oppure gli obiettivi che i lavoratori non vorranno o non potranno raggiungere perché demotivati e rassegnati ad uno stile produttivo abbandonato all’inerzia.

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Yolo Economy, Tang Ping e gli “Sdraiati” del mercato del lavoro

Il senso di malessere e di rassegnazione dall’avere fiducia in un rapporto di lavoro soddisfacente è arrivato simultaneamente in tutto il mondo, facendo ribattezzare in alcuni ambiti questo nuovo approccio al mercato del lavoro come YOLO economy, dove YOLO sta per You Only Live Once, cioè “Si vive una volta sola”.

Un acronimo che è tornato in auge negli ultimi anni a partire dal mondo rap americano (comunemente era attribuito all’attrice Mae West già ai primi del novecento: “si vive solo una volta, ma se lo fai bene, una volta è sufficiente”) e che è stato abbinato spesso e volentieri alla generazione Millennial che nel decennio precedente ha espresso marcatamente la rilevanza dell’ experience (“meglio un passaporto pieno di timbri che una casa piena di oggetti”) e del purpose anche nel contesto lavorativo.

In questa fase questo hashtag assume molto meno il suo senso edonistico, di disimpegno dalle responsabilità, o del vivere alla giornata, e si può tradurre con la voglia di vivere un’esistenza piena di significato, dove vita e lavoro sono armonizzate, e dove le scelte professionali aderiscono alla propria identità. Andando oltre i fattori estrinseci dello stipendio, della carriera e dei benefit.

La YOLO economy sembra essere la vera grande discriminante tra il prima e il dopo pandemia. Sta di fatto che questo nuovo approccio sta cambiando il punto di vista con cui i lavoratori interpretano il mercato e come scelgono di viverlo.

È stato rilevato che l’Italia ha un discreto numero di “intenders”, ovvero chi ha intenzione di cambiare lavoro nei prossimi mesi, e secondo le riflessioni contenute nell’ultimo report Microsoft Work Trend Index non sottovalutare questa tendenza è importante soprattutto per le nuove generazioni, che in azienda possono offrire nuove prospettive e modificare lo status quo soprattutto nell’ambito manageriale.

grandi dimissioni - Microsoft Work Trend Index

Source: Microsoft Work Trend Index

Garantire che la Gen Z trovi un senso di purpose e di benessere è un imperativo urgente anche soprattutto nel passaggio che molte realtà aziendali stanno compiendo verso il lavoro ibrido. I dati confermano che l’ultimo anno è stato più impegnativo per la Generazione Z, rispetto alle altre generazioni, soprattutto nel riuscire a portare nuove idee sui tavoli di lavoro o nel sentirsi semplicemente più coinvolti o entusiasti della posizione che ricoprono.

In questo aspetto ritroviamo la “Grande Rassegnazione” o semplicemente la rapida disillusione che il lavoro non corrisponde a come viene raccontato oppure che inevitabilmente il bisogno di armonia tra benessere personale e professionale è prioritaria non solo perché deve compensare lo stress post-pandemico, ma perché la consapevolezza che la “sicurezza psicologica” (da intendersi quella dei modelli Agile) sia un assunto imprescindibile nel contesto lavorativo anche per gli anni a venire.

Il fenomeno è talmente globale che assume forme diverse in base alla cultura di riferimento: il movimento di protesta sociale cinese tang ping 躺平 (in inglese tradotto “lying flat”), è l’espressione di un rifiuto delle pressioni della società al superlavoro (il cosiddetto sistema 996), che è considerato come una corsa al successo esasperata.

I giovani cinesi non sono socialmente isolati come gli hikikomori in Giappone, ma scelgono semplicemente di abbassare le proprie ambizioni professionali ed economiche e semplificare i propri obiettivi, rimanendo comunque produttivi ma solo per bisogni essenziali, dando priorità alla salute psicologica rispetto al materialismo economico.

L’idea di “sdraiarsi” significa quindi prendersi una pausa dal lavoro incessante. Il movimento tang ping è decollato iniziato ad aprile 2021 poiché molti sentivano di essere sempre più sotto pressione per lavorare ancora più duramente e superare i loro coetanei: chi vi ha aderito vuole letteralmente solo “sdraiarsi” leggendo un libro o sedersi e guardare un po’ di TV, piuttosto che perseguire una hustle culture del lavoro sodo, ma schizofrenico.

Sui siti di social media cinesi, gli utenti pubblicavano messaggi in cui affermavano che non volevano tornare come erano prima della pandemia e che ora avevano trovato la fiducia necessaria per perseguire una vita più lenta.

Nell’immaginario italiano gli “sdraiati” sono quelli del romanzo di Michele Serra (“forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti, i figli già ragazzi”), e quindi i giovani superficiali o disimpegnati, oppure gli scansafatiche e i parassiti del mercato del lavoro? Il dibattito di questo ultimo periodo si perde ancora, a volte, sull’importanza del sacrificio, della “schiena dritta” (anziché sdraiata) e della fatica, come se fossero l’unico ingrediente che permetta di raggiungere obiettivi lavorativi e il famigerato “successo”.

Ma questo momento storico è unico nel suo genere e può permettere un cambio di paradigma del mondo lavorativo. Sono molti i filosofi contemporanei che lo rimarcano da tempo, ma oggi l’occasione di trasformare il concetto di performance lavorativa, al di là delle prospettive economiche è concreto, perché il sentimento condiviso è comune e soprattutto globale.

Superare la società della performance

Tra i segnali che ricaviamo dalla lettura di questi fenomeni di “Grande Rassegnazione” forse l’unica considerazione davvero rilevante è che la retorica dell’eccellenza, del talento e del successo sta perdendo di credibilità.

Avere successo, per le generazioni di qualche tempo fa, significava affermarsi all’interno della propria cerchia sociale: potersi permettere beni materiali e oggetti da mostrare a familiari e amici faceva percepire agli altri di essere una persona di talento e di “successo”.

Oggi tutto questo potrebbe tendere ad essere etichettato come old style, in poche parole da “boomer”. Anche la fiducia sulla potenza dei social media inizia a scricchiolare, per cui è quasi impossibile pensare di poter emergere anche impegnandosi duramente nella performance che richiede il marketing digitale: nella incommensurabile vetrina del web non c’è più lo stesso spazio di emersione e visibilità di anche solo quattro o cinque anni fa.

Siamo esposti a troppi standard che risultano inarrivabili. La «società della performance», come scrivono magistralmente Maura Gancitano e Andrea Colamedici, punta tutto sui talenti, sulle capacità individuali e sulla spendibilità in ottica produttiva. Ma “Il talento è misurabile, la vocazione è inestimabile”: qualcuno potrebbe non avere talenti, ma tutti hanno una vocazione.

 

Il talento può essere fagocitato dalle logiche della società della performance, mentre chi segue la vocazione è in un certo senso più libero. Come rifletteva Jung, la vocazione non risponde allo Spirito del Tempo, ma allo Spirito del Profondo. Lo Zeitgeist è quello che vuole sentire di cose utili e che valgono, mentre lo Spirito del Profondo costringe comunque a parlare, al di là di ogni giustificazione, utilità e senso.

Metaforicamente, la ricerca della posizione “supina” della Yolo Economy è un invito a entrare in contatto con se stessi, con lo Spirito del Profondo, con la propria vocazione, mantenendo la prospettiva della transitorietà, dell’imperfezione e dell’unicità della propria esistenza professionale e personale.

Per questo, nel mondo manageriale si continua a sottolineare l’importanza dell’“equilibrio vita-lavoro” e del rispetto delle esigenze personali di ogni singolo lavoratore.

Come afferma compiutamente Riccardo Maggioloperché una volta eravamo più aperti alla possibilità di “fare gavettae trovavamo convincente la retorica del “lavoro duro”? Perché fino a ieri eravamo persuasi della necessità di perseguire l’eccellenza tramite una indefessa e quasi cocciuta dedizione alla nostra professione o progetto, e oggi invece non ne siamo più così sicuri? Forse la risposta semplice è: perché le narrazioni del successo e della carriera non convincono più”.

Nella prospettiva generazionale hanno funzionato per Baby Boomers o X Gen anche grazie alle congiunture favorevoli di crescita economica e tecnologica, ma oggi non sono più credibili nello stesso modo. Per Millennials e Zed Gen (ma anche per le generazioni più adulte) oggi è assolutamente normale darsi la possibilità di poter cambiare continuamente il proprio ruolo lavorativo.

La “Grande Rassegnazione”, oltre le interpretazioni economiche e politiche, ci fa allora accorgere che probabilmente è in atto il più grande momento di orientamento professionale collettivo della storia. Una nuova generazione di lavoratori e lavoratrici che davvero riescono a domandarsi se sono sulla strada giusta, agendo senza condizionamenti, senza approvazioni esterne o riconoscimenti materiali. E senza essere troppo legati al denaro, al potere e alla descrizione vecchio stile del “successo”.

Il futuro del lavoro è allora nella possibilità di accettare un nuovo modello di “successo” che comprenda la capacità di equilibrare la ricchezza economica e la celebrità anche con la salute psico-fisica, la consapevolezza del presente e i legami delle relazioni reali. Sovvertendo completamente il significato di pausa, di lentezza, e perfino di ozio.

Come scrive Byung-Chul Han, “l’ozio comincia là dove il lavoro cessa completamente. Il tempo dell’ozio è un altro tempo. L’imperativo neoliberista della prestazione trasforma il tempo in tempo di lavoro, totalizza il tempo di lavoro. La pausa ne è solo una fase. Oggi non abbiamo tempo all’infuori di quello lavorativo. Ce lo portiamo dietro, così, non solo in vacanza, ma anche nel sonno. Per questo dormiamo agitati: i soggetti di prestazione spossati si addormentano come si addormenta una gamba. Poiché serve alla rigenerazione della forza lavoro, anche il riposo non è nient’altro che una modalità del lavoro: il rilassarsi non è l’Altro dal lavoro, ma il suo prodotto”

progetto Come Back Brighter Canon

Libero sfogo alla creatività: un progetto formativo per tornare a brillare

Been down, but I’ve come back brighter”.

“Mi sono sentito giù, ma sono tornato più luminoso”.

Inizia così un brano dei Reef, rock band britannica che descrive la difficoltà e la fatica che si provano quando ci si trova di fronte a un “cigno nero”. Un evento inaspettato che ci lascia spiazzati e lottiamo con tutte le nostre forze per ristabilire un equilibrio perduto. Per tornare più forti di prima.

Inutile dire quanto sia stato incisivo il lockdown nella vita reale e nella percezione di tutti noi. La nostra quotidianità è stata letteralmente stravolta e siamo ancora oggi alla ricerca di qualcosa che ci trasmetta una nuova energia.

canon - studenti felici - Come Back Brighter

Un percorso formativo per tornare più luminosi

Proprio per dissolvere l’alone di inerzia e insicurezza degli ultimi due anni, Canon e Acer in collaborazione con NABA, Nuova Accademia di Belle Arti – hanno voluto lanciare l’iniziativa Come Back Brighter.

Un progetto formativo di eccellenza e dall’alto significato metaforico riservato a 10 fortunati studenti NABA.

Obiettivo del percorso? Suddivisi in 4 gruppi di lavoro, gli studenti hanno sviluppato un progetto di campagna grafica integrata (tra digitale e stampa) dedicata proprio al ritorno al colore brillante che ispira rinascita e vitalità.

Il tutto supportati dalle attività di mentoring e consulenza tecnologica di un top player nel mercato della fotografia, dei video e della stampa come Canon.

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Più brillantezza alle immagini con Canon

Canon ha così scelto di presentare la nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GPcollegando la brillantezza e l’alto impatto visivo dei colori sulla stampa a grande formato con la necessità di tornare a vivere un presente radioso, luminoso, quello di cui tutti noi abbiamo bisogno, in sinergia con Acer, che mette a disposizione dei processi di stampa la sua gamma di Laptop per il design grafico ConceptD, la nuova serie di dispositivi che consente ai professionisti del settore e agli artisti di esprimere il proprio talento grazie all’alto livello di fedeltà cromatica e alla vividezza delle immagini.

Quale miglior cura se non quella dei colori per tornare a brillare?

Il potere terapeutico dei colori, insieme al dinamismo e l’intraprendenza delle nuove generazioni, sono i due elementi al centro della campagna comunicativa Come Back Brighter.

Un richiamo alla rinascita delle immagini dopo anni di restrizioni, chiusure e distanziamenti. Dopo il lungo periodo di buio dettato dalla pandemia abbiamo tutti bisogno di energia, luce e vivacità.

L’idea del progetto è assolutamente in linea con gli umori del nostro tempo: ritrovare l’equilibrio perso da un paio d’anni lasciandoci stupire e incantare da forme, linee, parole e immagini esaltate da una nuova tecnologia di stampa del colore.

Ecco che nel progetto Come Back Brighter si fondono innovazione tecnologica, studio del mestiere e indagine culturale.

Gli step del progetto Canon e Acer

Molto più di una campagna di comunicazione.

Un programma educativo pensato per i giovani creativi di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti che è ormai un punto di riferimento quando si parla di comunicazione grafica e design.

Una volta realizzata la proposta grafica, gli studenti hanno potuto assistere all’intero workflow di stampa professionale dei loro progetti presso il Canon Experience Center di Cernusco sul Naviglio.

In questo modo per loro è diventato ancora più evidente l’impatto cromatico e visivo della resa dei plotter grafici imagePROGRAF GP.

Uno dei progetti è stato selezionato e viene presentato ufficialmente al Print4All 2022, il grande evento fieristico dedicato al settore della stampa, del converting e del packaging che si svolge a Milano dal 3 al 6 maggio.

canon - studenti universitari - Come Back Brighter

Digitale e stampa insieme per una campagna di successo

Perché Canon e Acer hanno scelto di lanciare un progetto di formazione accademica per far luce (in questo caso in senso anche letterale) sulla nuova resa cromatica della stampa?

Le aziende sono convinte che la capacità di restituire precisamente i colori e i dettagli dell’immagine così come è stata concepita e la qualità di un’immagine stampata facciano la differenza in termini di comunicazione ed engagement della persona, e il progetto Come Back Brighter ne è la prova tangibile.

Un’immagine digitale non potrà mai infondere la stessa fiducia, autorevolezza e creatività di una stampa di qualità ad alta definizione (e con una resa dei colori eccellente).

Ecco perché Canon continua a investire nel miglioramento delle tecnologie dedicate alla stampa e alla realizzazione di progetti grafici.

Ma non è una lotta all’ultimo sangue tra reale e digitale. Il progetto Come Back Brighter vuole dimostrare, a partire dall’ambiente accademico e dai giovani, che esiste un flusso di lavoro attraverso il quale digitale e materiale possono convivere.

E fare meglio di quanto si possa credere.

Come Back Brighter oltre che riportare luce e brillantezza sostiene metodi di integrazione sempre più stretta tra creazione digitale e fisica.

Collocare la stampa in un corretto sistema di media mix è la via per migliorare l’esperienza del consumatore e incrementare i risultati commerciali.

La stampa, gli stakeholder e gli strumenti impiegati per la realizzazione di progetti di comunicazione visiva, devono far sentire la propria voce.

Nel momento in cui i brand saranno in grado di calcolare l’impatto positivo generato dalla qualità di stampa saranno definitivamente convinti che il digitale può raggiungere vaste platee, ma è la stampa a colpire le persone nell’intimo. E conquistarle.

Guardare al futuro con una nuova luce sul passato

È vero, consumatori e brand tendono a considerare la stampa come uno strumento superato. Numerose ricerche continuano ad affermare che gli investimenti di marketing si spostano sempre più verso sistemi di comunicazione digitale.

Immagini, video, ora persino gli incontri si spostano dai luoghi reali al metaverso.

Una tendenza che prosegue nonostante il calo di attenzione da parte di persone e utenti sempre più sopraffatti e stremati dal sovraccarico di informazioni online.

Se è vero che anche le generazioni meno avvezze al digitale si sono fatte conquistare dalla velocità, l’immediatezza e la tracciabilità delle azioni di marketing online, non si può negare che la stampa continua a vincere sul digitale in termini di impatto emozionale e visivo. 

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