Gucci ha lanciato oggi ilnuovo profilo Instagram e ha rinnovato il suo sito web Equilibrium per ribadire il costante impegno della Maison nel promuovere cambiamenti positivi in favore delle persone e del pianeta.
Accanto alle iniziative a sostegno della generazione di un valore sociale positivo e della tutela dell’ambiente, oggi sono stati pubblicati anche i risultati del conto economico ambientale 2019, che rivelano una sostanziale riduzione (-21%) degli impatti ambientali totali rispetto all’anno precedente.
Gucci Equilibrium
Il portale Gucci Equilibrium, originariamente lanciato nel 2018, intende stimolare una comunità di voci a partecipare a conversazioni su temi cruciali per il mondo in cui viviamo. Aprendo nuovi percorsi rispetto agli altri canali e contenuti digitali di Gucci, il profilo Instagram e il sito web Equilibrium di Gucci si rivolgono a una comunità di persone curiose, consapevoli e motivate, la #GucciCommunity. Una comunità di individui impegnati e attivi, che condividono obiettivi e prendono posizione su questioni che definiscono il modo in cui tutti noi trattiamo il nostro pianeta e i suoi abitanti.
Le nuove destinazioni digitali di Gucci condivideranno messaggi da gruppi diversi, organizzazioni e talenti, membri di Gucci Equilibrium e non, per promuovere azioni per la salvaguardia del clima e a favore di un mondo giusto, equo e solidale per tutti. Questo appello incoraggerà a sua volta la condivisione di nuove esperienze e idee per un cambiamento trasformativo.
“L’azione di Gucci è guidata da tematiche che costituiscono le fondamenta del nostro futuro collettivo e che lo influenzano profondamente. È fondamentale costruire un futuro in cui l’ingiustizia e la discriminazione in tutte le loro forme non possano prevalere. Alla luce degli eventi attuali, il nostro impegno a combattere il razzismo e lottare per l’uguaglianza è ora ancora più forte”, ha dichiarato Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci. “Come azienda, continueremo a concentrare i nostri sforzi nel generare un cambiamento positivo per le persone e per la natura in tutte le nostre attività. Abbiamo inoltre la responsabilità, come brand globale, di assumere un ruolo attivo all’interno della comunità per farci promotori di cambiamento. Gucci Equilibrium ha la capacità di richiamare e unire una comunità di voci diverse con il compito di aiutare a percorrere al meglio la strada che ci attende”.
Definito dai pilastri Persone e Pianeta, il sito raccoglie gli impegni e le azioni intraprese da Gucci per ridurre il suo impatto ambientale e proteggere l’ambiente, sostenendo al contempo i diritti delle persone e promuovendo l’inclusività e il rispetto, affinché tutti nella comunità globale di Gucci siano liberi di esprimere la diversità autentica del proprio essere.
Queste iniziative si espandono oltre le attività dirette di Gucci, per avere un impatto più ampio e sistemico. Alcuni esempi sono la creazione di opportunità per gruppi di giovani talenti sottorappresentati nell’industria della moda, nell’ambito del programma di finanziamenti e borse di studio Gucci Changemakers, o l’invito lanciato ai leader di ogni settore a proteggere l’ambiente attraverso la CEO Carbon Neutral Challenge.
L’interconnessione tra le persone e il pianeta è rappresentata anche attraverso la nuova identità grafica del sito, curata dall’artista MP5.
Gucci ha pubblicato anche i risultati del suo conto economico ambientale, per misurare il continuo progresso della Maison rispetto agli ambiziosi obiettivi di sostenibilità che si è preposta. Tali obiettivi, propulsori della strategia decennale per la sostenibilità (2015-2025) di Gucci, includono una riduzione del 40% degli impatti ambientali totali per le operazioni dirette e lungo l’intera catena di fornitura e una riduzione del 50% delle emissioni di gas serra entro il 2025 rispetto alla crescita (2015 è il valore base di riferimento).
Gucci è in anticipo sulla sua tabella di marcia e prossima al raggiungimento degli obiettivi previsti per 2025. Come riportato in dettaglio nel suo conto economico EP&L digitale interattivo, i nuovi risultati per il 2019 mostrano una riduzione del 39% degli impatti combinati della Maison, e una riduzione del 37% delle sole emissioni GHG rispetto alla crescita (valori misurati facendo riferimento al 2015). Confrontando questi risultati con l’EP&L del 2018, il brand ha ridotto il suo impatto complessivo del 21% e le emissioni GHG del 18% su base annua, rispetto alla crescita (valori misurati facendo riferimento al 2015). Questi ottimi risultati sono il frutto diretto degli sforzi compiuti da Gucci per migliorare le aree ad alto impatto lungo l’intera catena di fornitura, interventi che hanno portato a cambiamenti positivi e misurabili, tra cui:
l’incremento dell’uso di materie prime riciclate e fibre biologiche nelle collezioni, e utilizzo di metalli preziosi provenienti da fonti di approvvigionamento responsabili per gli accessori e nella gioielleria, come l’impiego di oro 100% etico per la gioielleria;
l’ estensione di processi sostenibili e efficientamenti nella produzione, come Gucci Scrap-less per la pelle e Gucci-Up per la produzione circolare;
il passaggio all’energia verde che ha portato Gucci a raggiungere un utilizzo dell’83% di energie rinnovabili nei suoi negozi, uffici, magazzini e stabilimenti, con l’obiettivo del 100% entro la fine del 2020.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/gucci-equilibrium-2.jpg606849Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2020-06-09 17:37:522020-06-10 13:00:23Gucci a sostegno del Pianeta con nuove piattaforme digitali
Questo articolo è stato scritto da Sadie Thoma, Director, Creative Development at Google.
Le agenzie pubblicitarie non sono nuove ai cambiamenti radicali. Sono loro gli esperti cui si affidano i brand per avere una guida attraverso i mutamenti culturali, economici e tecnologici. In questo periodo, sono in molti a vantarsi di essere disruptor, in quanto mettono in discussione lo status quo e sanno orientarsi in questa nuova situazione.
Mentre l’epidemia da Coronavirus si evolve come la forza più dirompente mai vista in tempi moderni, le agenzie stanno aiutando i brand ad affrontare una nuova realtà senza precedenti. In mezzo a tanti rapidi cambiamenti, ora è più importante che mai restare al passo. Per chi si occupa di strategia, questo significa raccogliere i dati in tempo reale, scoprire nuovi comportamenti, ridefinire obiettivi e successi e trovare e creare nuove prospettive veicolate dai dati.
Sei esperti di strategia e leader di agenzie hanno spiegato quali sono le differenze nei modi di affrontare la pianificazione tattica e gli approfondimenti sui dati in questo momento, offrendo alcuni utili consigli per i brand.
Sfrutta le opportunità di un totale cambiamento di mentalità
“Molti dei brand che stanno registrando sell-through da record devono passare rapidamente da una mentalità che predilige ‘l’aumento delle vendite dalla sera alla mattina’ a una che si concentra sullo ‘sviluppo del brand nel tempo’. Non si tratta di una sfida nuova, ma la situazione corrente richiede un cambio di prospettiva“, spiega Aki Spicer, Chief Strategy Officer di Leo Burnett.
Trovo che siano i brand con fondamenta solide, vale a dire una forte motivazione e un punto di vista definito, a poter superare questa transizione con facilità. È giunto il momento di dimostrare la nostra motivazione ai nuovi clienti, che forse interagiscono con noi per la prima volta dopo tanto tempo”.
Adatta la tabella di marcia interna in modo che misuri il successo
“Oltre a trovare le parole giuste, aiutiamo i clienti a capire che cosa è meglio fare, esplorando modi significativi di offrire valore concreto.
In questo momento tutti desideriamo ottenere un impatto che richieda il superamento delle misure tradizionali del patrimonio di marca e rifletta il feedback dei clienti, a indicare che abbiamo fatto realmente la differenza. Le misure del successo devono riflettere questo obiettivo”, indica Jonathan Lee, Chief Strategy Officer di Grey.
Investi in “conversazioni autentiche” con persone reali
Christine Chen, Partner, Head of Communication Strategy di Goodby Silverstein & Partners, aggiunge: “Siamo sommersi da dati strutturati riguardanti argomenti seri quali perdita del lavoro e diffusione della malattia. Gli approfondimenti più interessanti, che vertono sulle speranze e sulle emozioni personali, sono più difficili da misurare e spesso ci pervengono sotto forma di ‘focus group di una sola persona’.
Abbiamo bisogno di un maggior numero di dati come questi, ma la loro acquisizione richiede colloqui con i consumatori a scadenza regolare. Le domande da porre devono poi essere simili a quelle che gli intervistati si aspetterebbero da parte di amici o familiari, non da ricercatori di tipo tradizionale”.
Utilizza la strategia di marketing per creare valore là dove è maggiormente necessario
“La triste verità è che la pandemia ha messo in luce le differenze sociali. Ci sono intere comunità e parti della forza lavoro che vivono un’esperienza molto diversa da quella di chi, come noi, ‘lavora da casa’.
Concentrarci su questi gruppi e cercare di entrare in sintonia con i loro sentimenti e il loro modo di esprimersi è forse la cosa più importante che possiamo fare per capire che cosa succede. Una profonda comprensione dei segmenti di pubblico consentirà ai nostri partner di adottare misure che abbiano un vero impatto e apportino un reale valore”, racconta Kelsey Hodgkin, Head of Strategy di Deutsch LA.
I test sulla creatività ci aiutano a orientarci tra le sfide poste dalla scelta dei messaggi
“Capire come parlare ai consumatori durante un periodo di panico senza precedenti dà la sensazione di camminare sulle uova, ma restare in silenzio è ugualmente rischioso”, spiega Stephanie Bohn, Chief Brand Officer di VidMob.
“È difficile prevedere le reazioni dei consumatori anche in situazioni normali, figuriamoci durante una pandemia. È fondamentale, quindi, affidarsi ai test sulle creatività. I brand hanno bisogno di indicatori in tempo reale per capire che cosa ha maggiore risonanza, in modo da dare forma alle strategie creative e convalidarle oppure, se necessario, aggiustare il tiro”.
Osserva gli indicatori del pubblico per scoprire la nuova normalità
“Ci affidiamo massicciamente ai dati di ricerca come fonte di approfondimento. Di solito possiamo affidarci ai trend anno su anno o al comportamento di ricerca più recente per avere buone indicazioni sul futuro. Purtroppo quando sopraggiunge una crisi dobbiamo reagire in tempo reale alle variazioni del comportamento di ricerca.
La corsa agli acquisti dettata dal panico, ad esempio, causa massicce fluttuazioni e irregolarità. La natura di questa crisi protratta sul lungo periodo rende difficile prevedere l’aspetto della nuova ‘normalità’.
Per aiutarci, cerchiamo di impostare una soglia per queste fluttuazioni e definire in base a questo standard la ‘nuova normalità’, o almeno la ‘prossima normalità’, una volta che le irregolarità tornino a essere considerate alla stregua di anomalie”, conclude Aaron Levy, Group Director, SEM di Tinuiti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/Depositphotos_10731672_s-2019-min.jpg6451000Think with Googlehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngThink with Google2020-06-08 15:02:172021-01-05 15:54:27Orientarsi ai tempi del Coronavirus: come i leader di 6 agenzie stanno ridefinendo la strategia di brand
Iniziamo giugno con una ventata pre-estiva di novità. Mentre Trump continua a dividere sui social, Instagram testa nuovi sticker, messaggistica e newsfeed, e Facebook apre alla possibilità di inviare marketing email dalle proprie pagine. Queste, e molte altre novità da Pinterest, Snapchat e YouTube, nella nostra Week In Social.
Instagram, tra BlackOutTuesday, sticker, messaggistica, eventi e newsfeed
L’evento più importante della settimana è stato di certo il #blackouttuesday. Pensa che solo su Instagram, mentre scriviamo questo articolo, 28.900.980 post sono stati pubblicati sotto questo hashtag e i numeri continuano a crescere.
Quanto alle novità, la piattaforma ha confermato che sta lavorando su tre feature. La prima riguarda la fusione di Facebook Messenger ai Direct Message di Instagram: pare che nei messaggi privati di Instagram potrebbero convergere quelli di Facebook Messenger.
Come puoi vedere dallo screenshot, su Instagram potrebbe arrivare anche lo sticker ‘Plans’, per pianificare online meeting.
E, in ultimo, alcuni utenti hanno riportato un cambiamento nella visualizzazione del feed, che sembra includere due tab, con i post “Suggested” e “Older“. Una volta scrollato tutto il newsfeed, e ricevuta la notifica “You’re All Caught Up”, in futuro, potrebbe essere possibile accedere a una doppia schermata, con post suggeriti e post già visti. Non sappiamo se e quando il formato verrà rilasciato, ma potrebbe essere interessante per quei business che usano Instagram in ottica eCommerce.
Sarà possibile inviare marketing mail da Facebook
Dopo aver lanciato l’app ‘Venue‘, pensata per aumentare l’engagement degli eventi in real time, negli ultimi giorni alcuni utenti di Facebook hanno notato una nuova funzione, che permetterà alle persone di mandare marketing email direttamente dalle pagine Facebook. Per usare il nuovo sistema, dovrai prima autenticare la mail della tua pagina, aggiungere i tuoi contatti al database e poi potrai creare la tua mail all’interno della piattaforma, che si comporterà come un qualunque altro CRM.
Pinterest sempre più verso l’eCommerce
Pinterest continua il suo viaggio nel mondo dell’eCommerce, introducendo un nuovo tab “Shop” ai risultati di ricerca visiva di Lens. Come funzionerà? Basterà caricare o scattare una foto usando la fotocamera interna di Pinterest, e la piattaforma ti suggerirà tutti gli articoli in stock identificati nella tua immagine. Ogni pin suggerito includerà un link alla pagina di acquisto dell’articolo sul sito del venditore.
Snapchat chiude a Trump e realizza ads dinamiche
Ricordi la polemica sollevata dagli ultimi tweet di Trump, segnalati da Twitter? Te ne avevamo parlato la scorsa settimana. Sull’onda delle ultime dichiarazioni del Presidente degli US in merito alle proteste antirazziali, mentre Facebook ha deciso di non prendere alcun provvedimento a riguardo, Snapchatlimiterà l’esposizione dell’account di Trump nella sezione “Discover”. Trump potrà continuare a postare e la piattaforma non bloccherà i suoi contenuti, ma ne limiterà la viralità.
Inoltre, pare che Snapchat stia realizzando “Annunci dinamici“ per consentire alle aziende di creare semplici campagne di annunci Snap caricando le informazioni del loro catalogo prodotti.
Come puoi vedere, gli annunci dinamici ti permetteranno di formattare le immagini dei tuoi prodotti e caricarle in formati compatibili con la piattaforma. Non solo, se alcune caratteristiche o il prezzo dei prodotti cambierà, l’annuncio verrà aggiornato in tempo reale.
Nuovi display e live alert su YouTube
YouTube aggiunge un paio di funzionalità. La prima riguarda il display in Creator Studio che riporta le performance del canale e raccoglierà in un’unica pagina display views, subscriber count, watch time e revenue performance. La seconda feature si chiama “Live Alerts for Merch“, realizzata per mostrare, durante gli streaming, gli acquisti effettuati dagli utenti nel Teespring store. In pratica, durante il live, nei commenti, apparirà un alert con l’oggetto acquistato, corredato di link per procedere all’acquisto. Un nuovo modo per aiutare i creator a promuovere i propri prodotti tra i fan, e aumentare la revenue attraverso i tool di YouTube.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/social-media-marketing.jpg563939Valentina De Felicehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngValentina De Felice2020-06-06 12:42:092020-06-08 13:53:32Week in Social: dalla fusione di Messenger con Direct alle ads dinamiche di Snapchat
Campari ha siglato un accordo con gli azionisti – inclusi il CEO, Marco Magnocavallo, P101 Sgr e Boox Srl – per acquisire una partecipazione del 49% di Tannico, la piattaforma eCommerce per la vendita online di vini.
L’accordo da 23,4 milioni di euro prevede la possibilità per il Gruppo di incrementare la partecipazione al 100% a partire dal 2025, in base a determinate condizioni.
Il perfezionamento della transazione è previsto entro la fine di luglio.
Per saperne di più sull’operazione abbiamo parlato direttamente con Marco Magnocavallo.
Fondata nel 2013, Tannico ha una quota di mercato superiore al 30%. Con oltre 7 milioni di visitatori unici negli ultimi 12 mesi, il portale offre una scelta di oltre 14.000 vini provenienti da ben 2.500 cantine italiane ed estere. Oltre ai vini, l’offerta comprende spirit di fascia alta.
Lo scorso anno Tannico ha realizzato vendite nette pari a 20,6 milioni e il cagr delle vendite nette negli ultimi tre anni (2016-2019) è stato pari al 50% circa. Complice il lockdown, il trend è cresciuto in modo significativo nel primo trimestre 2020, raggiungendo un sostanziale break even gestionale.
Il deal tuttavia non è frutto della crescita di quest’ultimo periodo: «I primi contatti sono avvenuti prima del lockdown, che non ha avuto impatto rispetto a questo accordo», spiega il CEO.
Dal 2017 la società ha ampliato la propria presenza a oltre 20 mercati, tra cui Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Francia. «Nei prossimi anni seguiremo un progetto di internazionalizzazione ed espansione all’estero ancora più rapido», sottolinea Magnocavallo. «Il canale B2B è già dall’anno scorso una delle nostre priorità per il futuro e con maggiori energie e capitali potremo sicuramente spingere l’acceleratore in modo più pesante», aggiunge. L’interesse del Gruppo Campari sembra infatti essere motivato anche da questa doppia possibilità: rivolgersi sia al b2c che al b2b attraverso un’unica acquisizione.
«Il modello di Tannico si è formato mano a mano che scoprivamo e capivamo il mercato. Intelligence, WinePlatform, B2B, Tannico Flying Schoole wine bar non erano previsti all’inizio».
Cosa succederà dopo a Tannico
In base all’accordo al Gruppo Campari è garantita anche la possibilità incrementare la partecipazione al 100% a partire dal 2025. Abbiamo chiesto al CEO cosa accadrà dopo questa data: «Tannico sarà un brand sempre più affermato e conosciuto e le persone saranno ancora più felici di essere servite e guidate dalla nostra azienda», conclude.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/tannico-campari.jpg605950Daria D'Acquistohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDaria D'Acquisto2020-06-06 09:59:012020-06-08 17:17:02Campari acquisisce il 49% di Tannico per puntare sull'eCommerce
Nathan Furr, docente di strategie all’INSEAD ha condotto uno studio sulla reazione delle persone di fronte ad un periodo di incertezza improduttiva.
Lo studio fornisce un grado generale sulla situazione e viene arricchito da consigli utili per superare anche in momenti di ansia.
Di fronte a una situazione carica di ansia e ambiguità – che si tratti di una pandemia come quella in cui ci troviamo attualmente, una recessione, la perdita di lavoro, un cambiamento familiare indesiderato – la maggior parte di noi non è in grado di immaginare una possibilità, un vantaggio. La prima sensazione è la paralisi, cadiamo cioè vittima di uno stato di incertezza produttiva. Tuttavia queste situazioni possono – se pensate attraverso un pensiero positivo – aiutarci ad eccellere. Come?
I soggetti dello studio, apparso anche su HBR (Harvard Business Review), includevano innovatori, imprenditori, amministratori delegati e premi Nobel, insieme a giocatori d’azzardo, paramedici e surfisti. Ciò che veniva fatto durante lo studio era identificare gli approcci che usavano questi soggetti per resistere alle situazioni di incertezza e scoprire il potenziale nascosto al loro interno.
Tre peculiari abitudini sono state identificate come migliori per il nostro scopo. Vediamole insieme.
Incertezza improduttiva? Apri gli occhi su tutte le opzioni, presenti e future
Se siamo minacciati da incertezza improduttiva cerchiamo di concentrarci su ciò che è immediato, tralasciando le possibilità che – diversamente – saremmo in grado di cogliere facilmente.
Questo tipo di comportamento, afferma Furr, non solo crea inquietudine, ma può anche portarci a prendere decisioni avventate o a rinunciare alle opportunità che ci si presentano perché non le riconosciamo nemmeno: un po’ come la storia del pesce che per diventare “grande” abbandona l’oceano per andare a nuotare in uno stagno.
Questo tipo di comportamento – secondo Furr – avviene molto frequentemente nella fase di scelta dei futuri studenti universitari. Molti di questi infatti scelgono di non intraprendere percorsi di studi scientifici a causa dei loro punteggi SAT (il famoso test attitudinale necessario per l’accesso alle università americane).
Secondo lo studio – in cui si mettono a paragone gli studenti di scuole superiore e universitari di Harvard – gli studenti i cui punteggi SAT li collocano tra i primi tre della loro scuola hanno il 50% di possibilità di perseguire un titolo scientifico, mentre quelli con un punteggio inferiore hanno solo il 15% di probabilità di farlo. Queste statistiche creano nella mente di chi ha avuto un punteggio inferiore una sensazione di inappropriatezza che li mette nella condizione di pensare di non essere abbastanza intelligenti come i loro coetanei, e quindi di scegliere università più facili.
Lo stesso comportamento avviene per gli studenti di Harvard, perché la natura umana ci porta a prendere decisioni sulla base della nostra esperienza vissuta piuttosto che con un occhio al quadro più ampio. Gli studenti di Harvard con il punteggio più basso sono sicuramente abbastanza intelligenti da riuscire nelle discipline scientifiche, ma non riescono a vedere quel quadro più ampio e quindi non si danno una possibilità.
Se riusciamo a ricordare che esiste un contesto più vasto di quanto avremmo potuto pensare, pieno di possibilità più di quanto avremmo potuto immaginare, avremo molte più probabilità di raggiungere un risultato ottimale.
Ancora più importante, saremo in grado di resistere al disagio dell’incertezza improduttiva con maggiore ottimismo e calma.
Durante periodi di incertezza improduttiva, spesso ci blocchiamo ad immaginare quali saranno i risultati dei nostri dubbi. Gli innovatori esperti nella gestione di questo stato d’animo pensano in termini di probabilità.
L’emergenza COVID-19 ci viene in soccorso in questo caso per presentare un esempio calzante. Nel momento in cui la pandemia stava iniziando a diffondersi, ciascuno di noi ha iniziato a preoccuparsi della chiusura dei confini territoriali per fare in modo che la pandemia non si espandesse velocemente. Tuttavia pensare in termini binari – chiusura dei confini o non – crea inevitabilmente ansia.
Tutti volevamo che avvenisse in fretta per frenare questo fenomeno, considerata la mancanza di informazioni utili a capire come reagire.
In casi come questi valutare l’intera gamma dei possibili risultati ed assegnare loro delle probabilità, dà sollievo e ci permette di spalmare determinate percentuali di “liberazione” anche in un momento di terribile indecisione.
Ricorda che esistono sempre possibilità
Esistono sempre delle possibilità, anche tra l’incertezza improduttiva più dolorosa? O la capacità di trovarle è un privilegio per pochi? E ancora: la teoria regge in tempi di grave difficoltà?
Siamo in un periodo molto particolare, dove l’esitazione è una sensazione comune. L’Italia ha risposto bene: eppure, se ci dovessimo descrivere attraverso uno dei cinque organi di senso, questo sarebbe certamente il tatto. Gli italiani sono per loro natura accoglienti, gioiosi, necessitano di contatto, di stringersi la mano ma sono storicamente anche in grado resistere, di fare di necessità virtù e trasformando le loro incertezze produttive in possibilità.
Basti pensare alle tante aziende di moda (e non solo) che hanno convertito, temporaneamente, la loro produzione di indumenti in dispositivi di protezione individuale per ricordarci che siamo tra gli stati del mondo più adattivi e fantasiosi.
Una dimostrazione che anche dalle peggiori crisi possono nascere nuove strade e che l’incertezza si vince percorrendole.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/incertezza-improduttia-2.jpg603946Federico Gambinahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFederico Gambina2020-06-05 14:24:022020-06-08 17:17:12Come non farsi paralizzare dall'incertezza improduttiva (e cogliere le opportunità anche in tempo di crisi)
Tra i settori più colpiti dal Covid-19 c’è quello della moda. Nonostante il lockdown, è comunque rimasta invariata la fedeltà ai brand.
Nel frattempo il retail si reinventa per offrire un’esperienza d’acquisto sicura.
Uno dei settori più colpiti dalla crisi economica causata dal Covid-19 è quello della moda. Il lockdown, non ha provocato solo la cancellazione di eventi e sfilate, ma anche l’arresto della filiera produttiva in ogni suo aspetto, dal recupero di materie prime fino alla distribuzione, decretando un calo nei guadagni del -14,1% (report Area Studi Mediobanca). The State of Fashion 2020, il recente report di The Business of Fashion e McKinsey prevede che l’industria della moda globale quest’anno subirà una contrazione del 27-30%.
Ed ora che siamo nella fase della ripartenza? Sono due le domande che agitano il settore, secondo Fashion United: da un lato, come disinfettare i capi dopo ogni prova, dall’altra, come comportarsi con le grandi quantità di merci accumulate nei magazzini. Inoltre ci si chiede: “Con questa crisi che vige nel paese, quanta voglia c’è di fare shopping?” Secondo ricerca dell’Assirm, i consumatori italiani stanno acquistando abbigliamento, accessori e scarpe prevalentemente per necessità (45%), più che per sfizio personale (17%). Sì, perché nessuno in questo momento ama “provare vestiti che possono essere stati indossati poco prima da altre persone”. Inoltre si preferisce acquistare capi comodi, funzionali, rispettosi dell’ambiente e duraturi nel tempo.
Le prossime indagini sulla moda riveleranno sicuramente un quadro più chiaro dell’impatto del COVID-19 nel settore dell’abbigliamento. Per adesso, le uniche certezze degli studiosi dicono che:
nonostante il lockdown è rimasta invariata la fedeltà ai brand
le ricerche si sono orientate principalmente verso capi di athleisure
solo chi si ingegna ha possibilità di migliorare la propria rendita
Fedeltà ai brand: il risultato del report di Lyst Index
Secondo Lyst Index, durante il primo trimestre del 2020 i top 3 brand più desiderati su scala mondiale sono stati Off-white, Balenciaga e Nike.
Off-White si è confermato come il brand più desiderato in assoluto, per il 3° trimestre consecutivo, grazie ad un’idea di lusso sovversiva e anti-sistema. L’approccio digitale adottato nelle prime settimane di emergenza sanitaria, sia dal brand che dal suo fondatore Virgil Abloh, hanno fatto registrare un esponenziale aumento di engagement sui social media: la quarantena è stata trasformata in una nuova occasione per creare fidelizzazione tra brand e clienti, rafforzando ulteriormente la brand identity del marchio.
Balenciaga è salito di una posizione, raggiungendo il 2° posto della classifica (l’ultima volta era successo nel 3° trimestre 2019). Con il passare delle stagioni, il brand ha proposto collezioni sempre più avvincenti, capaci di mescolare lo stile Haute Couture con la semplicità dello street style ed un’atmosfera apocalittica.
Nikeè uno dei marchi che ha scalato più velocemente la classifica: è schizzato al 3° posto, salendo di ben nove posizioni e scalzando Gucci (ora 4°). Il colosso dello sportswear è stato spinto in alto da una serie di importanti iniziative globali del brand e da un aumento delle richieste dei consumatori di prodotti come felpe, pantaloni della tuta e calzoncini.
In generale, la classifica dei brand più desiderati del primo trimestre del 2020 vede una stabilità di numero dei marchi italiani più ricercati, segno che, nonostante il COVID-19, sembra rimasta invariata la brand loyalty, ovvero la percezione che i consumatori hanno della marca.
Sono cambiate le ricerche in termini di abbigliamento?
La pandemia non ha solo cambiato solo le nostre abitudini, ma anche le nostre ricerche e gli acquisti online. In una recente intervista a WWD, Net-à-Porter ha dichiarato di aver registrato un incremento del 40% nelle vendite online, con un particolare interesse per i pantaloni della tuta. Anche una ricerca di XChannel ha rivelato un cambiamento nelle ricerche, che va verso una tendenza alla comodità (56%), all’informalità (21%) e alla sportività (17%).
Ma, quali sono stati i prodotti più ricercati al mondo? Secondo Lyst, il prodotto da uomo più ricercato a livello globale è la mascherina nera con frecce bianche di Off-White. Nel corso del trimestre questo prodotto ha registrato il sold out presso tutti i rivenditori fisici (al prezzo di 95 dollari) perciò attualmente è venduta solo sulle piattaforme online, a tre volte in più rispetto al suo prezzo originale (secondo Madame Figaro queste mascherine avrebbero raggiunto il prezzo record di mille dollari sul sito Farfetch, ma sarebbero poi state ritirate, a causa delle polemiche scatenate sui social).
Certamente, la pandemia di COVID-19 ha spinto molti brand a buttarsi su questo mercato e ha scatenato un’impennata del 496% delle ricerche, ma non si tratta di un nuovo trend: Off-White è stato il primo a lanciare mascherine fashion sul mercato e in passato sono state indossate da rapper del calibro di Travis Scott, Future e Young Thug. La maglia in pile con mezza zip di Loewe, ispirata alla natura, è stata il secondo prodotto da uomo più desiderato del trimestre: dopo essere stata indossata dagli attori Timothée Chalamet e Josh O’Connor e dal cantante Justin Bieber, ha registrato una flessione del +88%. In terza posizione, invece, troviamo la felpa con cappuccio di Gucci x Disney, mentre le sneakers Kobe 4 Protro Carpe Diem di Nike, che rendono omaggio alla stella dell’NBA Kobe Bryant, si sono posizionate al quarto posto.
La top 3 della classifica femminile di Lyst è stata dominata dalla borsa matelassé Cassette di Bottega Veneta, dal body morbido in pizzo di Off-White e dalla borsa shopper di Telfar (una borsa tote con logo goffrato, spesso in sold out presso i suoi rivenditori). Visto il periodo di incertezza, molte consumatrici di abbigliamento e accessori di lusso sono andate alla ricerca di pezzi vintage di seconda mano, decretando la decima posizione della famosissima borsa Classic Double Flap di Chanel (+75% delle ricerche).
Quali sono state le principali iniziative della moda durante il lockdown?
Molti brand come Armani, Prada, Gucci, Trussardi, Versace, Bulgari e fashion icon come Chiara Ferragni, Kylie Jenner e Mariano di Vaio si sono schierati in prima linea nella lotta contro il Coronavirus, attraverso generose donazioni. Le case di moda hanno riconvertito i propri stabilimenti per la produzione di mascherine o altri dispositivi di protezione.
Armani ha invitato le altre maison a fermarsi a riflettere: è il momento ideale per combattere la “fast fashion”, ovvero il concetto di “moda istantanea” che rende i prodottiobsoleti dopo poco tempo dal lancio, sostituiti da merce nuova che non è mai poi troppo diversa. Tra i brand che ha accettato con buoni propositi questo invito è stato Gucci, che ha deciso di rallentare i ritmi di produzione per tornare a dar valore alla creatività. Anche la direttrice di Vogue e Condé Nast, Anna Wintour, in una recente intervista rilasciata a Naomi Campbell, ha dichiarato di essere d’accordo con questo diktat, affermando: “Siamo tutti d’accordo che bisogna mostrare di meno, che bisogna puntare di più sulla sostenibilità e sulla creatività, e meno sul lusso. Questo terribile evento ci ha fatto capire che dobbiamo cambiare e che saremo in gradi di farlo”.
Ma non solo, il lockdown è diventato anche un’occasione per lanciare “servizi fotografici fai da te”. La campagna di Zara per la primavera-estate 2020, ad esempio, è stata ripresa in autonomia dalle modelle che hanno ricevuto a casa i prodotti e dopo aver scelto un angolo instagrammabile della propria casa, hanno realizzato un autoscatto. Il risultato ottenuto è quello di fotografie in veste “casalinga”, caratterizzate da pose semplici e naturali, senza trucco e senza acconciature. Altra campagna scattata direttamente dai modelli, senza l’aiuto di truccatori, hair stylist e fotografi, è quella di Gucci per l’autunno-inverno 2020-2021.
Ma soprattutto, non sono mancate le social challenge, per continuare a coinvolgere e intrattenere la propria community, anche durante il lockdown. Versace, ad esempio, con la campagna #VeryVersace, ha invitato la propria fanbase a fotografare oggetti, paesaggi, spazi e scene che ricordavano l’iconica V del brand. Alexander McQueen ha lanciato il progetto #McQueenCreativeCommunity, che consisteva nel pubblicare immagini inspirational, allo scopo di invitare gli utenti a replicare con sketch e disegni da ri-pubblicare sui propri canali social. Per non parlare di Louis Vuitton, che tramite il progetto #FLWfromhome intratteneva i propri utenti con concerti, tour virtuali, masterclass online. E Nike, che con l’iniziativa #PlayInsidePlayForTheWorld, ha animato il proprio canale IG di sorprese ed eventi sportivi.
Il modo in cui le persone interagiscono con i brand e fanno acquisti sta cambiando velocemente e il digitale assume un’importanza fondamentale per le case di moda. Secondo Chris Morton, Co-fondatore e CEO di Lyst, “Coloro che si adatteranno più rapidamente ai nuovi scenari, prendendo decisioni basate su dati e faranno affidamento sulle loro stesse forze, avranno maggiori probabilità di crescita”.
Fashion renting e personal shopper digitale: nuove idee per la ripresa
Dopo oltre due mesi di lockdown, scatta una nuova sfida per il retail moda, costretto a reinventarsi per offrire un’esperienza d’acquisto in totale sicurezza.
Secondo alcuni esperti, il fashion renting potrebbe essere la soluzione per il post COVID-19. Il noleggio degli abiti, infatti, permetterebbe di soddisfare il bisogno di indossare vestiti nuovi, senza muoversi da casa e con la garanzia che siano stati sottoposti a lavaggi specializzati. Ogni capo, infatti, prima di ogni spedizione verrebbe inviato a tintorie specializzate. I vantaggi? Prezzi alla portata di tutti, rispetto per l’ambiente e sicurezza.
Un’altra idea per la ripresa può essere quella di introdurre un personal shopper digitale che offra consigli in streaming, mostrando al cliente i look indossati e i relativi prezzi. Alcuni brand che hanno già abbracciato questa idea sono stati OVS e Pinko. Ma non solo. C’è anche chi ha provato a sostituire il personal shopper con un’APP fondata sull’AI: The Yes. D’altro canto, la moda dovrà inevitabilmente affidarsi alla tecnologia: capi progettati e presentati in 3D, sfilate online, virtual fitting room e prototipazione 3D, molto presto, diverranno la normalità.
Infine, c’è chi ha deciso di lanciare una piattaforma on demand con delivery express: si tratta di P448, un negozio di sneakers a Milano che offre un’esperienza d’acquisto veloce e sostenibile, in tutta sicurezza. Per tutti coloro che non vogliono recarsi in negozio esiste, infatti, la possibilità di acquistare online il proprio modello di scarpa preferita e di riceverlo attraverso un servizio gratuito di delivery in bici, entro 90 minuti dall’ordine.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/friends-showing-to-each-other-purchases-in-paper-bags-4005062.jpg426640Monica Brignolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMonica Brignoli2020-06-04 17:05:122020-06-08 17:17:24Gli effetti della pandemia sulla moda e la ripartenza per il settore retail
Circa l’80% degli utenti afferma che i contenuti generati dagli utenti influenzano le loro decisioni di acquisto, mentre l’84% dei millennial afferma di essere influenzato dagli UGC in fase d’acquisto;
Gli UGC forniscono una pletora di materiali, spendibili sui social media, sito web ecc., che attraggono centinaia, se non addirittura migliaia di persone, con relativa facilità.
La rapida ascesa dei social network, come Facebook ed Instagram, che in breve tempo hanno registrato un aumento esponenziale nel numero degli iscritti (con cifre da capogiro), ha reso ancor più difficile l’affermazione online di alcuni ristoranti, che tuttora faticano a distinguersi dalla massa o, semplicemente, a farsi notare.
È un po’ come alzare la mano tra la folla, durante un concerto musicale, nella speranza di essere immortalati dalla camera: le possibilità di essere ripresi sono davvero limitate.
Tuttavia, per ovviare a questo problema, puoi sfruttare i contenuti elaborati direttamente dagli utenti (testi, foto, video ecc.), sia che tu gestisca un piccola trattoria di paese sia che tu faccia capo ad una catena di ristoranti, con un grande team da coordinare.
Stiamo parlando dei cosiddetti UGC (User Generated Content), sempre più importanti dal 2005, e liberamente condivisi su blog, piattaforme social e forum. Gli UGC generalmente sono gratuiti e derivano dall’utilizzo, più o meno esperto, dei nuovi strumenti digitali che, negli anni, hanno rimosso dal monopolio i media tradizionali, favorendo la democratizzazione del processo creativo, ormai privo di barriere.
Semplificando ancora, gli UGC rappresentano l’esempio più vivido di quella auto-comunicazione di massa che ha smantellato – e continuerà a farlo – il modello broadcast e unidirezionale dell’industria mediatica.
Parola agli analisti
Circa l’80% degli utenti afferma che i contenuti generati dagli utenti influenzano le loro decisioni di acquisto, mentre l’84% dei millennial afferma di essere influenzato dagli UGC in fase d’acquisto.
A riprova di questi risultati, si aggiunge un’interessante studio, pubblicato sulla piattaforma Social Media Today, da cui emerge che il 74% dei consumatori ritiene che gli UGC siano utili al rafforzamento del marchio (e della sua autenticità), e che circa il 48% dei marketers concorda sul fatto che “umanizzino” un’azienda.
L’importanza degli UGC è dunque evidente, e integrarli nella tua strategia di Content Marketing potrebbe aiutarti non solo ad attrarre nuovi clienti, ma anche a migliorare il posizionamento del tuo brand sul mercato, sia locale che globale.
Quali vantaggi?
Nello specifico, ecco i principali vantaggi derivanti dal loro utilizzo:
Social Proof
Letteralmente significa Riprova Sociale, ed è probabilmente uno degli aspetti più importanti del marketing, non solo della ristorazione. Viene utilizzata dai grandi brand per convincere i potenziali clienti della validità della loro offerta, prodotto o servizio che sia. In tal senso, gli UGC forniscono una pletora di materiali, spendibili sui social media, sito web ecc., che attraggono centinaia, se non addirittura migliaia di persone, con relativa facilità. Quindi, dedica del tempo alle recensioni dei tuoi clienti, e condividi le migliori.
Riduzione dei tempi
Creare contenuti pubblicitari richiede tempo, pazienza (tanta) e risorse. Ma con gli UGC puoi dimezzare il periodo di produzione, affidandoti semplicemente alla creatività e al buon gusto dei tuoi clienti. Di conseguenza, potrai pubblicare nuovi contenuti con maggior frequenza, risultando così più attivo online.
Autenticità
Come accennato in precedenza, il fatto che persone reali siano venute nel tuo ristorante e, dopo il pasto, abbiano lasciato un feedback positivo (ad esempio su TripAdvisor), rappresenta una delle migliori prove di autenticità. Nessuna pubblicità a pagamento, grafica personalizzata e/o fotografia professionale potrà mai sostituirsi agli UCG, che fanno leva su emozioni vere.
Produzione continua di nuovi contenuti
Il miglior marketing per il tuo ristorante è quello rivolto agli ospiti, e non agli algoritmi di ricerca o agli esperti di digital marketing. Utilizzando gli UGC attrarrai nuovi clienti che, a loro volta, contribuiranno con i loro contenuti, garantendo un afflusso costante.
Questo tipo di marketing, definibile come ciclico, porta ad un sensibile risparmio di tempo, e ad una massimizzazione dei margini di profitto. Si tratta di rendere automatiche molte delle tua attività: dalla ricerca, alla produzione dei contenuti.
Maggiore coinvolgimento
Un altro valido motivo per affidarti agli UGC, è dato dalla possibilità di interagire con i tuoi clienti con una maggiore facilità (anche a distanza), fidelizzandoli. Infatti, gli utenti che hanno lasciato una recensione e/o pubblicato una foto a tuo nome in passato, seguiranno con attenzione i tuoi nuovi contenuti, condividendoli e favorendo così il passaparola.
Puoi interagire con loro tramite la tua pagina social, le recensioni di Google, oppure attraverso altri canali di comunicazione. Quindi, prenditi del tempo, e rispondi a commenti, domande, ed encomi. L’immagine del tuo ristorante ne beneficerà, diventando da subito estremamente positiva. E, in aggiunta, il cliente passerà da costumer a prosumer, partecipando attivamente alla “vita” del tuo locale, magari offrendoti spunti e consigli preziosi, per rendere la sua esperienza ancor più sensazionale, e quindi di valore.
UGC Marketing e continuità
L’efficacia degli UGC, come avrai capito, è legata anche e soprattutto al principio della continuità. Di seguito, ti lascio alcuni consigli utili per incentivarla, favorendo così un afflusso costante di nuovi contenuti.
Trasforma i tuoi clienti in ambasciatori
I tuoi ospiti, se soddisfatti, saranno felici di sostenerti, in cambio di qualche piccolo vantaggio e/o premio. Ad esempio, un buono sconto e/o un prodotto di nicchia in omaggio possono fare miracoli, rendendo i tuoi ospiti dei veri brand ambassador. I clienti, metteranno una buona parola su di te e sul tuo ristorante, estendendola alla loro cerchia di follower, che può essere più o meno estesa. Inoltre, condivideranno volentieri foto e recensioni con il tuo #tag.
Organizza dei contest
Concorsi e quiz sui social media favoriscono la rapida creazione di UGC, e dovrebbero ruotare attorno alla condivisione obbligatoria di post, da selezionare e ripubblicare sulla tua pagina. Si tratta di uno scambio di visibilità reciproco ma, ovviamente, a te va il maggior vantaggio. Questa tecnica, ti permetterà di raggiungere un pubblico via via sempre più ampio, collezionando un gran numero di contenuti, utili anche in futuro.
In conclusione
Anche se a prima vista può sembrare complesso, integrare gli UGC nella tua strategia di marketing, è relativamente semplice. Il tuo unico compito infatti, è quello di continuare a stupire i tuoi ospiti, affinché possano diffondere commenti positivi sulla loro esperienza – che tu dovrai essere bravo/a ad individuare ed utilizzare. E non aver paura di chiedere un feedback, è il miglior modo per crescere.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/burger-app-food-delivery-ui-case-study-tubik-1-e1539640752585.jpg8001200Kevin Feragottohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKevin Feragotto2020-06-02 11:00:102020-06-01 18:18:02User Generated Content (UGC): un'opportunità per il tuo ristorante
Ventura Projects chiude dopo 10 edizioni e dice addio al Fuorisalone, le parole di Margriet Vollenberg
Mentre passiamo da una fase all’altra della pandemia, si guarda già alla prossima edizione del Salone Internazionale del Mobile
Punto di riferimento per il settore del design, il Salone Internazionale del Mobile nasce a Milano nel 1961 come esposizione delle soluzioni di arredo e interni per la casa. Fino al ’91 si teneva a settembre presso la Fiera campionaria, poi la data è stata spostata ad aprile.
Fiera dal respiro sempre più internazionale, il Salone del Mobile nei primi anni ’80 allarga i suoi orizzonti pervadendo l’intera città grazie all’evento complementare del Fuorisalone, la cui istituzione ufficiale risale all’inizio degli anni ’90 grazie alla rivista Interni che ne edita una guida. Su questo primo primo opuscolo erano elencati in ordine alfabetico gli eventi e le feste con una mappa generica della città che indicava semplicemente la zona dell’happening.
Due eventi, Salone e Fuorisalone (che insieme compongono la Design Week), destinati a consacrare definitivamente Milano come capitale del design, che da sempre utilizza la creatività come elemento distintivo e simbolo della cultura italiana in tutto il mondo.
I nuovi format digitali del Fuorisalone 2020
Nonostante l’annullamento dell’edizione 2020 del Salone del Mobile Milano, il Fuorisalone, si prepara ad allargare la sua influenza con altre forme e nuovi spazi tutti virtuali. Per metà giugno, precisamente dal 15 al 21, verranno presentate online tutte le anteprime dei brand che avevano scelto di prendere parte all’evento, attraverso una piattaforma che sfrutta al meglio i nuovi strumenti di Fuorisalone.it e di Brera Design District.
Sul vero significato della Design Week esordisce così la design blogger Alessandra Barlassina alias Gucki: “È la mia settimana preferita dell’anno, sicuramente non può essere sostituita da una versione digitale. La formula che la compone è come una formula magica, impossibile replicarla. In quella settimana Milano si trasforma, l’energia della città è una componente fondamentale che in digitale è impossibile riprodurre. Ma quest’evento digitale non nasce per sostituirsi alla versione ‘live’, per quest’anno purtroppo sarà l’unica versione possibile, ma per le edizioni future, sarà sicuramente un nuovo e potente strumento. Quest’edizione digitale sarà una grande opportunità per le aziende che sono chiamate a rafforzare la loro presenza e comunicazione online. Ogni azienda deve trovare il proprio tono di voce e il proprio modo di raccontarsi e raccontare i propri prodotti in modo nuovo. Le opportunità sono moltissime e con una grande forza comunicativa” .
Courtesy Salone del Mobile.Milano
Il Fuorisalone lancia così quattro nuovi format, pensati inizialmente come supporto all’evento e che invece in questa situazione di emergenza acquisteranno maggiore forza e valore. L’iniziativa è sviluppata in partnership con il comitato Fuorisalone di cui fanno parte Brera Design District, Ventura Projects, i referenti di Zona Tortona, i distretti di inBovisa, 5vie e Porta Venezia in design e il progetto Asia Design Milano.
Fuorisalone.Tv, un palinsesto video che riempirà le giornate in assenza del Fuorisalone con contenuti live (talks, interviste, presentazioni di prodotto, concerti) e contenuti confezionati da design e aziende che vorranno presentare i propri progetti e idee in un formato innovativo. Il palinsesto durerà 7 giorni, 12 ore al giorno. I contenuti saranno poi accessibili on demand 10 giorni dopo l’evento sulla stessa piattaforma.
Fuorisalone Meets, per tutto il mese di giugno la piattaforma webinar di Fuorisalone.it metterà in contatto aziende con partner, clienti, rivenditori e pubblico selezionato. Questo per fare formazione e promozione, creando un contatto diretto tra aziende e addetti ai lavori al fine di presentare nuovi prodotti, condividere le strategie con la forza vendita e incontrare nuovi potenziali clienti.
Fuorisalone Cina, ad aprile sarà inaugurato il canale ufficiale Wechat, Weibo e Tencent Video. Questo è il primo passo di un progetto di collaborazione e networking più ampio con le più importanti Design Week cinesi.
Fuorisalone Japan, che prevede il lancio ad aprile di una nuova piattaforma web dedicata al Giappone. Rivolta ad architetti, designer e aziende oltre che al pubblico giapponese, pensata per comunicare il meglio del design e del lifestyle e promuovere la cultura della Milano Design Week grazie a un team operativo tra i due Paesi e servizi di consulenza dedicati.
“Il format digitale ha anche dei punti di forza non trascurabili: renderà il Fuorisalone accessibile anche da lontano. Il mio intento negli anni è sempre stato raccontarlo a chi non poteva esserci, le mie storie su Instagram accompagnano in giro per gli eventi chi non può esserci di persona. La mia app Gucki Fuorisalone Guide vuole essere una guida dei migliori eventi e delle location più belle. Una selezione di quello che proprio non ci si può perdere in una settimana dove si concentrano così tanti eventi. La versione digitale renderà più accessibile il calendario di eventi, dilaterà il tempo, amplierà il pubblico e farà selezione di contenuti. Forse il rischio di questa edizione sarà di rivolgersi a un pubblico di addetti ai lavori rimanendo un po’ lontana dai numeri popolari, perdendo l’appeal di aperitivi e installazioni scenografiche” aggiunge Gucki.
Il Fuorisalone digital si traduce in una piattaforma rinnovata con 4 nuovi format. L’uso integrato dei format consentirà alle aziende che non potranno partecipare dell’evento fisico a causa del Covid-19, di comunicare comunque al meglio.
L’architetto e fondatrice del blog di progettazione d’interni MakeYourHome Roberta Borrelli, non ha dubbi sul valore del digitale in una fase come questa: “Penso che il digitale sia un’opportunità di evoluzione per molte aziende che sopratutto nel nostro settore non ne comprendono ancora il potenziale. Se pensate che molti cataloghi vengono ancora prodotti in cartaceo, capirete la grande necessità di sviluppare e ottimizzare processi legati alla comunicazione del design. Ma oltre all’opportunità di crescita in se non credo che si possa prescindere dal fattore esperenziale che regala questo evento. Le suggestioni non possono essere trasmesse ugualmente attraverso le immagini o la fruizione di contenuti video”.
Courtesy Salone del Mobile.Milano
Roberta è una di quelle professioniste che il salone lo fa e non sono poche le difficoltà che ha incontrato quest’anno: “La prima grande delusione arriva dal vedere sfumato non solo un bellissimo progetto di allestimento ma anche sei mesi di lavoro. Difficilmente lo studio fatto sui trend attuali potrà traslare di un anno. La mia analisi personale mi ha portato, nonostante abbia raccontato attraverso i miei canali social il progetto mancato, uno scetticismo nei confronti della percezione del progetto in termini digitali. Con l’aggravante che l’immobilità di questi mesi non poteva consentire la creazione di nuovi contenuti che andassero oltre la mera ricerca”.
Sul valore degli eventi digitali e sulle preoccupazioni che sta vivendo il settore design interviene anche il docente universitario e content curator Paolo Ferrarini: “Tutte le iniziative digitali hanno lo stesso obiettivo: presentare contenuti, nuovi prodotti, innovazioni e tanto altro ancora. La preoccupazione maggiore è quella di perdere il contatto con le persone ma anche l’essenza di vedere dal vivo quello che hanno preparato i designer. Le design week, infatti, sono un’occasione imprescindibile per le aziende che vogliono incontrare le persone e le proprie community. Sono importanti perché mantengono vivo il contatto, anche se spesso sono momenti più per gli addetti ai lavori che per il grande pubblico. Tra le paure principali c’è anche quella di perdere occasioni di business, quest’aspetto tocca sia il designer emergente che quello più stagionato”.
I Ventura Projects a Milano chiudono dopo 10 edizioni
La crisi Coronavirus ha colpito il mondo intero, l’industria degli eventi e del design, e quindi anche diverse aziende, tra queste c’è Ventura Projects. Dopo dieci edizioni di successo e già pronti per l’undicesima durante la Milano Design Week 2020, l’incubatore di talenti, organizzato da Organisation in Design, chiude i battenti. Sia Ventura Centrale che Ventura Future sono state cancellate a causa dell’epidemia globale COVID-19. Sfortunatamente, queste cancellazioni hanno avuto un impatto enorme e irreversibile sulla società.
“Ho trascorso molte notti insonni preoccupandomi se e come avrei potuto salvare o trasformare l’azienda per adattarmi a una nuova normalità per essere ancora in grado di servire il mondo del design e abilitare il talento come abbiamo sempre fatto. È quindi con grande dolore nel mio cuore che sono giunta alla conclusione che non è più possibile costruire il mio sogno, e quindi i sogni di molti designer e di studi di design. Le circostanze attuali non mi lasciano altra scelta che terminare i Ventura Projects”, ha dichiarato a metà maggio la fondatrice, Margriet Vollenberg.
Un decennio all’insegna della ricerca e dei giovani designer, un vero e proprio forum per creativi internazionali che lanciano i loro progetti grazie al supporto di due team dedicati, uno nei Paesi Bassi e uno in Italia. Questo è Ventura Project, che negli anni non ha solo lavorato con progettisti e brand internazionali, ma ha aiutato molti di loro ad avviare la propria carriera. Dopo molte edizioni di successo gli eventi di Ventura Projects non saranno più allestiti durante la Milano Design Week e in altre kermesse internazionali dedicati al design.
“Come in tutti i periodi di cataclismi, ci sono cose che scompaiono e altre che si resettano, che prendono una nuova forma. Anche in questo caso ci saranno delle aziende che spariranno, magari ci saranno meno espositori e gli investimenti saranno più oculati. Come succede in tutte le crisi, potremmo aspettarci delle collaborazioni inattese, tra correnti che si mescolano. Non escludo, infatti, che nei prossimi anni, potremmo avere più gruppi di aziende che si coalizzano, magari con stand condivisi. Ci sarà più digitalizzzazione, le fashion week e le dirette dalle sfilate ne sono un esempio, ma di certo eventi di questo tipo non potranno mai diventare “solo” digital: il contatto fisico sarà la prima cosa che torneremo a valorizzare e far rinascere” aggiunge Paolo Ferrarini.
Uno sguardo alla Fall Design Week e al futuro del Fuorisalone
Andando verso l’autunno ci saranno delle forme ibride, nuove presentazioni, workshop, dove si arriverà a una dimensione di semi contatto fisico. Le prenotazioni, la regolazione dei flussi e delle visite, tutto sarà rivisto in una nuova ottica. Così mentre passiamo da una fase all’altra, si guarda già alla prossima edizione.
La prima domanda che tutti si pongono è se la Design Week sarà rivoluzionata alla luce di questa pandemia: “Spero che ci sia un’evoluzione ma non un cambiamento radicale. Lavoro con il digital da 10 anni e ho sempre riscontrato nell’evento una mancanza di apertura rispetto a questo canale, differentemente da quanto si è visto nelle fiere di settore internazionale. Ma mi auguro non finisca mai la possibilità di girare per la città e lasciarsi emozionare, in un cortile nascosto di Milano dovrà sempre esserci un’installazione ad aspettarci”, conclude Roberta Borrelli.
“Sicuramente l’edizione di Salone e Fuorisalone 2021 (come di qualsiasi altra manifestazione) dovrà cambiare e considerare delle nuove norme. Impareremo probabilmente un nuovo modo di progettare e partecipare agli eventi. Si tornerà a un’edizione ‘live’ con una nuova consapevolezza e un importante nuovo strumento (il digitale, ndr) che nel frattempo dovremo aver imparato a esplorare nelle sue potenzialità. Se c’è qualcosa che può ridefinire il nostro modo di vivere, quello è proprio il design. Le potenzialità sono infinite, creativi, progettisti, architetti e designer sono chiamati a ripensare le nostre città, percorsi e modi di incontro. Questa pandemia è sicuramente uno stimolo forte al cambiamento e il design non tarderà a rispondere con nuove soluzioni”, aggiunge Alessandra Barlassina.
Il “recupero” della Design Week 2020 passa anche dai Brera Design Days, in questa ottica gli attori del Fuorisalone stanno valutando un evento condiviso tra settembre e ottobre, che coinvolgerà tutti gli showroom permanenti partendo da Brera fino al resto della città.
Courtesy Salone del Mobile.Milano
Si ritorna quindi a settembre come il mese del design, con un evento territoriale che unirà virtuale e reale, talk e attività negli showroom (circa 120 realtà solo nel Design District di Brera). Questi ultimi saranno protagonisti con percorsi all’interno dei loro ambienti per far conoscere i nuovi prodotti e all’interno degli stessi spazi espositivi sarà inoltre possibile vivere percorsi virtuali grazie alla tecnologia Living 3D.
Un momento clou e molto vivace, per le aziende del mondo design per fare cose interessanti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/fuorisalone-digital-2020-coronavirus-7.jpeg497751Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2020-06-01 12:00:292020-06-01 18:22:28Il Fuorisalone al tempo del Coronavirus, tra difficoltà e nuovi format digitali
Il transumanesimo, le nuove tecnologie, le sfide del futuro, la musica a distanza, lo smartworking, la sostenibilità e un nuovo modo di andare in vacanza.
“Il Coronavirus non deve essere un freno – spiega Mirko Pallera, Ceo e fondatore Ninja – Come in ogni crisi occorre trovare la chiave per uscirne più forti e rafforzati. In tre ore abbiamo dato spazio a grandi personaggi del mondo del business che hanno raccolto la sfida della pandemia e hanno alzato lo sguardo sfruttando il momento senza soccombere. L’obiettivo è di raccontare storie, aprire confronti e dare spazio a riflessioni serie e concrete sul nostro oggi, ma soprattutto sul futuro che è qui, adesso”.
I protagonisti della maratona online si sono chiesti quali nuove sfide ci attendono, come cambieranno mondi come quello del Retail e del Travel, quali saranno le nuove strategie di marketing post covid-19, quali mantra hanno seguito gli HR delle grandi aziende per mantenere vivo lo spirito di squadra nonostante il periodo difficile e il remote working forzato.
Dialoghi, confronti, esperienze e testimonianze per guardare al futuro con ottimismo, capirne la direzione e seguirla con consapevolezza e determinazione.
Sul palco virtuale di Ninja, Mirko Pallera, founder & Ceo Ninja e Direttore Scientifico di Ninja Academy, ha dialogato con Marco Attisani – founder di Watly, Quang Ngo Dinh – VP Consumer Market Tim, Roberto Ciacci – Marketing Director di Robintur S.p.A., Mirco Pasqualini – VP Strategic and Innovation Design, Enea Roveda – Group Ceo Lifegate, Domenico Romano – Marketing Manager Aw-Lab, Guido Stratta – Direttore sviluppo, training, recruiting & people caring Gruppo Enel, e Fabio Zaffagnini – founder di Rockin’1000.
Puoi rivedere il video della diretta qui:
La tecnologia
Durante la diretta abbiamo un po’ ripercorso alcuni dei temi salienti di questo periodo di emeregnza, approfondendone altri.
“Il transumanesimo è una tecno filosofia che prevede l’evoluzione dell’essere umano grazie all’implementazione tecnologica – spiega Marco Attisani – Le tecnologie non devono essere utilizzate come arma di controllo ma devono essere studiate, capite perché solo così salveranno il mondo”.
“In questi mesi la tecnologia ha dato sicuramente un forte impulso al processo di digitalizzazione del Paese, innescando significativi cambiamenti che, se gestiti adeguatamente, potranno creare valore – afferma Quang Ngo Dinh, VP Consumer Market TIM –. Grazie alle nostra rete, sia fissa che mobile, i nostri figli hanno potuto continuare a studiare, le aziende hanno dato continuità alle proprie attività e tutti noi siamo riusciti a restare in contatto con i nostri cari e con il mondo esterno. Insomma, l’emergenza ci ha fatto rendere conto di quanto la digitalizzazione sia un bene primario: per la ripartenza ci aspettiamo che tecnologia e la connettività si affermino tra le priorità per uscire dall’emergenza velocemente e più forti”.
Domenico Romano di Aw-Lab è un ribelle del retail. “Il covid 19 ha solo accelerato la crisi di traffico negli store fisici già in corso nel mondo del retail. Gli scenari che si presentano a noi operatori del settore sono completamente nuovi – evidenzia Romano – L’innovazione è indispensabile. Innovazione nei business model, nei processi di vendita, nel marketing e soprattutto nella relazione col cliente. Le nuove frontiere del mondo ‘phygitale’ saranno enormi oceani blu da esplorare dove l’aspetto umano, il mondo degli atomi si mescolerà con le potenzialità della tecnologia, il mondo dei bit, per disegnare un nuovo futuro. A noi il compito di renderlo sostenibile.”
Fabio Zaffagnini, Founder Rockin ‘1000, ha raccontato il progetto “Together we can” di Aperol: 1200 musicisti hanno suonato a distanza a favore di una raccolta fondi per la protezione civile: “Entrare nelle case per riuscire a fare musica rappresenta di questo periodo la voglia di coesione sociale – sostiene Zaffagnini – La musica è sempre stata una forma di evasione e come tale ha scatenato un processo di umanizzazione. Il progresso tecnologico ha salvato le persone malate e la musica ha salvato tutti gli altri. Il digitale è stato utilizzato come mezzo di diffusione, non come un fenomeno fine a se stesso.”
Secondo Enea Roveda, Group Ceo Lifegate “la pandemia ci ha uniti e ci ha fatto prendere più consapevolezza degli aspetti sociali e ambientali. Gli eventi come questo portano a due fasi: la prima emozionale e la seconda di ragionamento secondo le scelte quotidiane che entrano a far parte della vita delle persone. La crescita dell’interesse verso la sostenibilità – evidenzia Roveda – è aumentata dal 2015 che era del 43% fino al 72% di oggi. Questo ha comportato un cambio di rotta delle aziende che si sono accorte dell’attenzione degli italiani sul versante della sostenibilità e gli aspetti sociali e ambientali.”
Di design ha parlato Mirco Pasqualini, VP Strategic and Innovation Design. “È necessario pensare al design come una prospettiva per comprendere meglio come sviluppare il business – spiega –. Da questo si evince che in piena emergenza c’è stata un’accelerazione di alcuni cambiamenti che erano già in atto e una crescita più veloce delle abitudini”.
“Dovremo abituarci al fatto che la situazione sia cronica e rivedere tutto ciò che ci appartiene, accelerando nuove tendenze e cambiare in maniera radicale il nostro modo di fare turismo – sostiene Roberto Ciacci, Marketing Director di Robintur S.p.A- Il settore del turismo è inevitabilmente uno dei più colpiti in Italia, con il meno 55 % , ma stiamo cercando di fare il possibile per affrontare la situazione e far fronte alle difficoltà”. Ciacci ha poi raccontato che in base a un sondaggio effettuato tra i clienti di Robintur la destinazione privilegiata per le vacanze quest’anno sarà l’Italia. UN dato positivo e interessante sul quale puntare. “Spero che gli italiani tengano all’Italia e che ne valorizzino l’industria”, conclude.
Molti gli aspetti positivi legati al lockdown evidenziati dai relatori, in particolare da Guido Stratta, Direttore sviluppo, training, recruiting & people caring Gruppo Enel.
“L’emergenza ci ha fatto reagire davanti alla paura, facendoci diventare ‘digilogici’, sfruttando il digitale al meglio delle potenzialità- sottoliena – 30.000 impiegati in Enel hanno lavorato in totale smart working in questi mesi: la gerarchia, spesso sentenziata dalle riunioni fisiche in ufficio, è sparita, in quanto le idee buone non la necessitano. Vi è stato un maggiore rispetto del tempo ed è emersa la consapevolezza di vivere nel mondo della liquidità. In Enel, quando la situazione sarà stabile, sarà l’individuo ad essere il protagonista del rientro. Dobbiamo contribuire a far fare alle persone le cose migliori che sono in grado di fare, non si ripartirà mai da soli”.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/dialoghi-ribelli.jpg6301351Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-05-29 15:16:472020-06-01 18:23:56Dialoghi Ribelli: Top manager e Visionari hanno raccontato il futuro che verrà durante la maratona online
L’emergenza COVID-19 e il lockdown hanno generato un cambiamento rapidissimo in moltissimi settori. Tutto ciò a cui eravamo abituati è cambiato.
Anche N-Conference, l’evento ufficiale organizzato da Ninja che tanto aspettavamo, per ovvi motivi, è stato rimandato alla primavera 2021.
Ma questo non ha cancellato l’entusiasmo e la carica che attendevamo di ricevere dai due giorni live. Anzi, ci ha dato la spinta per chiederci quali nuove sfide ci attendono ora, come cambieranno mondi come quello del Retail e del Travel, quali saranno le nuove strategie di marketing post covid-19, quali mantra hanno seguito gli HR delle grandi aziende per mantenere vivo lo spirito di squadra nonostante il periodo difficile e il remote working forzato.
Per rispondere a tutte queste domande, abbiamo pensato a un Ninja Talk spin-off di N-Conference, i “Dialoghi Ribelli”, proprio durante la settimana della Milano Digital Week.
In live streaming oggi, 28 Maggio 2020, dalle ore 17 alle 20.30, il Founder & CEO di Ninja, Mirko Pallera, dialogherà con alcuni dei Top Speaker Ribelli che vedremo (finalmente) nella tanto attesa N-Conference 2021.
Inoltre parteciperanno con noi altri ospiti d’eccezione che ci condivideranno il loro punto di vista in termini di business, digital, travel, service design.
Riprendendo i tre Vertical di N-Conference – Technology powered by TIM, Culture powered by AW-Lab e Industry powered by GoDaddy – ci confronteremo con Marco Attisani, Founder Watly, sul tema della singolarità.
Insieme al VP Consumer Market TIM, Quang Ngo Dinh, parleremo di come le tecnologie che cambiano i mercati; con Roberto Ciacci (Marketing Director Robintur S.p.A.), Mirco Pasqualini (VP Strategic and Innovation Design) ed Enea Roveda (Group CEO LifeGate) parleremo di cosa ci aspetta nei prossimi 18 mesi, dal mondo dei viaggi al service design e nella comunicazione d’impresa.
Ci confronteremo anche sul tema della musica come il linguaggio universale per superare la crisi, insieme a Fabio Zaffagnini (Rock Band – Founder Rockin’1000) e con Domenico Romano (Marketing Manager Aw-Lab) chiacchiereremo sul tema del “Rebel Retail: guida galattica alla phygital economy”.
Infine, ci confronteremo con Guido Stratta (Direttore sviluppo, training, recruiting & people caring Gruppo Enel) sulle lezioni imparate nel gestire le risorse umane durante il lockdown.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/dialoghi-ribelli-n-conference-1.jpg436798Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-05-28 14:00:442020-05-29 08:10:12Dialoghi Ribelli verso N-Conference. Segui il Ninja Talk
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