Nonostante la ritrovata normalità e l’accelerazione di quest’estate nella fruizione di eventi e spettacoli dal vivo, i consumi culturali sono ancora lontani dai livelli pre-Covid e risalgono lentamente.
L’indice realizzato da Impresa Cultura Italia-Confcommercio e SWG raggiunge nei primi 9 mesi del 2022 i 68 punti (+9 punti sul 2021 e +12 sul 2020), distante più di 30 punti dal valore di riferimento del 2019.
Si riduce il timore per il Covid ma rispetto a prima della pandemia la fruizione di beni e servizi culturali è più digitale, domestica e solitaria.
In ogni caso, dopo il crollo del 2020 in seguito ai lockdown cresce la voglia di partecipare alle attività culturali outdoor anche se la ripresa è a ritmi diversi: più rapida per concerti e spettacoli all’aperto, più lenta e altalenante per cinema e teatro; a settembre il 17% degli italiani ha acquistato biglietti per visitare mostre, musei e siti archeologici così come per andare al cinema, l’11% per concerti (con una spesa media pro capite di oltre 22 euro in più rispetto a settembre 2021), l’8% per spettacoli all’aperto e il 6% per il teatro; tuttavia l’incertezza economica legata al caro energia, alla guerra in Ucraina e all’inflazione galoppante rischia di vanificare nei prossimi mesi la ripresa dei consumi culturali: in autunno la spesa media mensile per famiglia potrebbe aggirarsi attorno ai 46 euro, con una riduzione di oltre il 20% rispetto ai 58 euro di settembre.
Un calo, peraltro, trasversale a tutti i beni e servizi culturali e più accentuato per concerti, cinema e teatro.
Consumi televisivi
Evidente il cambiamento nei consumi televisivi a livello generazionale: tra gli ultrasessantenni tiene la TV generalista, ma tra i giovani quasi la metà del consumo televisivo è veicolato dalle piattaforme a pagamento. A settembre si registra anche una forte crescita della fruizione televisiva attraverso piattaforme web gratuite (+23% rispetto a settembre 2021), facilitata da un’offerta che consente di trovare sempre più spezzoni di spettacoli sui social media.
Si conferma la preferenza per la lettura dei libri in cartaceo anche se cresce la quota in digitale (rispettivamente 34% e 20% di lettori abituali a settembre); in flessione la lettura di quotidiani (8% di lettori abituali in meno su settembre 2021) mentre il web si consolida come principale canale di accesso a contenuti giornalistici e di informazione (33% di lettori abituali a settembre, + 4% sullo stesso mese del 2021).
Offerta culturale e turismo
L’offerta culturale nelle città sembra essere tornata ai livelli pre-pandemici; per oltre sette italiani su dieci le iniziative culturali sono un importante attrattore turistico e rendono le città più vive e piacevoli.
Per i turisti autunnali i beni e servizi culturali che incidono di più nella scelta della meta di vacanza sono i musei e i siti archeologici (40%), seguiti da eventi enogastronomici (38%), festival (28%) e mostre (27%).
Consumi culturali: le misure di sostegno
Per due italiani su cinque l’estensione del bonus cultura e la detrazione fiscale delle spese in cultura sono le misure più efficaci per la ripresa dei consumi culturali.
Un intervistato su quattro indica una maggiore promozione delle attività sul territorio e agevolazioni per le politiche di investimento nel settore.
Le dichiarazioni sull’indagine di SWG per i consumi culturali
“Dopo il Covid una nuova pandemia, innescata dal caro bollette, dalla crisi geopolitica e dalla spirale inflattiva, mette a rischio la ritrovata normalità degli italiani nella fruizione di beni e servizi culturali e la voglia di spendere in cultura. Occorre, dunque, un intervento tempestivo e urgente da parte del prossimo Governo per non vanificare la ripartenza del mondo della cultura e per sostenere con misure appropriate ed efficaci la ripresa, i consumi e gli investimenti nel settore a partire dalle agevolazioni fiscali per famiglie e imprese”, ha dichiarato Carlo Fontana, Presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/consumi-culturali-indagine-swg.jpg650977Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2022-10-21 08:30:532022-10-21 17:02:57Consumi culturali: ancora lontani i livelli pre-Covid. L'indagine di SWG
Conoscere le diverse piattaforme eCommerce e le relative caratteristiche è oggi di cruciale importanza, poiché lo shopping online è una tendenza che continua ad avanzare e che non può assolutamente essere ignorata. Per questo motivo una scelta consapevole rispetto alle piattaforme eCommerce da utilizzare, unitamente ad un approccio omnicanale ben strutturato e ad una particolare attenzione rispetto all’user experience, sono elementi da tenere in forte considerazione.
Come è facile intuire la crescita dello shopping online è aumentata durante il lockdown, tuttavia è bene sottolineare come l’eCommerce B2c in Italia rappresentava il motore di crescita e di innovazione del settore retail, comunque già prima del lockdown.
La pandemia ha quindi avuto un ruolo solo di acceleratore di un processo di innovazione già in atto da tempo.
Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano infatti, gli acquisti B2c in Italia sono arrivati al 39,4% nel 2021 con un tasso di crescita del 21%. Nel dettaglio, il 30,5 % è inerente alla vendita dei prodotti, mentre l’8,9% è relativo alla vendita di servizi, e in entrambi i casi si registra un notevole tasso di crescita rispetto al 2020.
Questi dati mostrano bene la necessita di avere un eCommerce per andare incontro alle tendenze relative ad un nuovo e diverso modo di acquistare. Per sfruttare al massimo però quelle che sono le potenzialità di un eCommerce, è necessario agire facendo scelte consapevoli ed ottimizzate rispetto al raggiungimento degli obiettivi finali, a partire dalla progettazione dell’eCommerce, scegliendo tra le diverse piattaforme eCommerce la migliore rispetto al caso specifico.
Le piattaforme eCommerce oggi a disposizione sono infatti molteplici e molteplici sono i settori in cui è possibile realizzare un eCommerce. Ma come fare quindi a identificare tra le diverse piattaforme, quelle che potrebbero essere la migliore soluzione per il caso specifico? E cosa fare per ottimizzare al meglio il proprio eCommerce?
Iniziamo con l’identificare le piattaforme eCommerce più utilizzate tra cui è possibile scegliere, elencandone le caratteristiche e i casi di uso più esemplari da cui è possibile prendere ispirazione.
In questo modo, arriveremo facilmente ad avere una risposta alla domanda posta, poiché identificare la piattaforma più adatta ad un caso specifico ci risulterà estremamente semplice, avendo come metro di misura nella scelta i casi esemplari di uso di ciascuna di queste piattaforme, da cui prendere ispirazione per lo sviluppo di una strategia vincente che parte fin dalla progettazione dello shop online.
Tra le tante piattaforme eCommerce esistenti, ecco alcune tra quelle più utilizzate:
Shopify – secondo i dati elaborati da Statista e aggiornati a luglio 2022, questa piattaforma si posizione al quarto posto, detenendo il 10% di tutte le piattaforme e le tecnologie software di eCommerce in tutto il mondo;
WooCommerce – stando sempre ai dati di Statista risulta essere la piattaforma più utilizzata con una percentuale del 36,68% ed essendo uno strumento di eCommerce open source e self-hosted basato su WordPress rappresenta un’ottima soluzione per aziende di medie e grandi dimensioni, in particolare per quelle che utilizzano un sito esistente;
WIX – un costruttore di siti Web con potenti funzionalità di eCommerce, ottimo per le persone che vogliono aggiungere uno shop online solo come parte di un sito;
Magento – con una versione open source gratuita, questa piattaforma ha il vantaggio aggiuntivo di essere una soluzione economica ideale per un’azienda con un team tecnico o sviluppatori.
Shopify si caratterizza per:
un’ottimizzazione per gli acquisti fatti da mobile;
un’ampia personalizzazione dello shop e impostazioni intuitive;
pieno accesso per la modifica HTML e CSS;
possibilità di uso del proprio dominio o acquisto tramite piattaforme.
WooCommerce, nonostante sia solo un plugin di WordPress è l’eCommerce più diffuso grazie a:
efficienza;
affidabilità;
aggiornamento costante e velocità;
sicurezza;
flessibilità;
semplicità d’uso;
molteplici forme di pagamento;
facilità di navigazione.
WIX ha diversi elementi che lo rendono una scelta adatta per specifiche esigenze, tra queste troviamo:
l’economicità delle soluzioni;
la facilità d’uso;
la possibilità di vendere prodotti sia fisici che digitali;
la possibilità di non pagare le commissioni;
l’opzione gratuita di accesso clienti che consente agli utenti di visionare ordini recenti o prenotazioni.
In ultimo, tra le caratteristiche principali di Magento troviamo:
flessibilità;
design affascinante;
migliore UX;
robustezza;
sicurezza.
A queste si aggiungono poi le caratteristiche usufruibili dagli utenti che possono essere racchiuse in:
Personalizzazione, elemento che sta continuando a ricoprire un’importanza sempre maggiore da parte degli utenti e a cui è quindi importante riservare la giusta attenzione. La personalizzazione è consentita attraverso la raccolta di dati ottenuti tramite il monitoraggio del comportamento degli acquirenti, le loro preferenze e la cronologia di navigazione;
Ricerca Avanzata, che si traduce nella possibilità per gli utenti di effettuare una ricerca avanzata rispetto al prodotto ricercato, ma in modo facilitato;
Pagamento Semplificato, elemento essenziale per aumentare il tasso di conversione.
I migliori esempi di eCommerce da seguire per ogni piattaforma
Tra i diversi eCommerce di brand italiani o stranieri ce ne sono molti da cui è possibile prendere ispirazione. Casi esemplari da cui trarre esempio nello sviluppo del proprio eCommerce, grazie alle scelte fatte in merito a molteplici aspetti, che risultano essere oggi vincenti.
Tra questi troviamo alcuni presenti su Shopify che si distinguono per il loro approccio sostenibile o per l’impegno dedicato a temi sociali. Ecco alcuni esempi.
Per questo brand l’etica è il valore primario, infatti si contraddistingue per il suo obiettivo di piantare oltre un miliardo di alberi entro il 2030. Per farlo, Tentree si impegna a piantare 10 alberi per ogni articolo venduto dal proprio eCommerce.
Un brand che si contraddistingue per i suoi prodotti di bellezza vegani e cruelty free, oltre che per il suo impegno nella riduzione dei rifiuti confezionando i suoi rossetti in carta biodegradabile e al sostegno economico rispetto a diverse cause sociali attraverso la donazione di parte dei profitti;
Meow Meow Tweet è un brand che offre una linea vegana biologica di prodotti per la pelle realizzati solo con ingredienti naturali.
Il brand si distingue per il suo impegno nella riduzione dell’inquinamento attraverso la riduzione degli imballaggi e il suo packaging sostenibile. L’azienda offre infatti ai propri clienti la possibilità di restituire i contenitori vuoti affinché siano riutilizzati.
L’azienda turca che vende giocattoli per bambini, si distingue per il suo approccio sostenibile visibile nei prodotti venduti e nell’impegno sociale profuso nei confronti delle madri casalinghe (molte delle quali sono profughe siriane) alle quali l’azienda offre un lavoro equamente retribuito.
L’azienda si impegna a collaborare con i produttori etici a cui affida la produzione di ogni capo e realizza abiti che andando oltre al genere sessuale pur ispirandosi ai capi di abbigliamento maschile sono progettati per essere indossati da corpi femminili e non binari.
L’azienda si impegna a contrastare l’inquinamento e lo fa producendo i suoi prodotti attraverso il riutilizzo della plastica. Più di 60 milioni di bottiglie d’acqua di plastica infatti, hanno trovato nuova vita trasformate in borse o scarpe. Anche le sue scatole da scarpe, che sono biodegradabili e realizzate con materiale riciclato, vengono spedite senza imballaggio aggiuntivo grazie alla robustezza che le contraddistingue.
Gli eCommerce sviluppati sulla piattaforma WIX sembrano invece essere accomunati principalmente da un elemento che contraddistingue questa piattaforma: il design.
Gli eCommerce sviluppati con WIX infatti si contraddistinguono spesso per la grande importanza riservata alle immagini e al design. Ecco alcuni esempi.
Indian Summer è un brand che vende costumi da bagno. Navigando nelle pagine del sito è possibile vedere la grande rilevanza data alle immagini dei prodotti, unitamente a questo aspetto però nel sito è evidenziata la mission del brand che vede nel loro impegno verso soluzioni sostenibili il loro valore aggiunto. Il brand persegue questo scopo attraverso l’uso di confezioni ecologiche e biodegradabili dei loro prodotti.
Un altro eCommerce sviluppato con WIX è Coal and Canary un brand di profumatori per ambiente che si contraddistingue per un ampio uso di immagini luminose dai colori sgargianti.
La mission principale di questo brand è quella di costruire una forte community di clienti fidelizzati, infatti sul sito si ha la possibilità di iscriversi al loro programma fedeltà e alla lista e-mail VIP e si può affermare che la loro strategia sia vincente rispetto al loro obiettivo, in quanto si stima che il 50% delle vendite dell’eCommerce provenga da clienti abituali.
Altre caratteristiche di questo eCommerce sono:
la chat online per l’assistenza dei clienti
la sezione dedicata alle testate che hanno parlato del brand
la sezione dedicata alle recensioni dei clienti
Woocommerce invece, per cui si contano almeno 5 milioni di negozi online che hanno scelto questa piattaforma, poiché questo è il numero di installazioni attive del plug-in WooCommerce gratuito, è sicuramente la piattaforma di eCommerce più popolare e ad usare questa piattaforma troviamo alcuni siti particolari da cui è bene prendere spunto. Ecco quali.
Garantia è un brand che vende accessori per il giardinaggio che pone particolare attenzione alla sostenibilità e lo fa scegliendo di utilizzare plastica riciclabile. L’ispirazione da trarre da questo brand però, non si limita all’approccio ecologico che viene fatto, ma anche al modo di presentarsi agli utenti.
Il brand infatti, grazie ad un menu di navigazione posto in alto mostra subito e chiaramente agli utenti quali sono le categorie di prodotti acquistabili che è possibile trovare sul sito e questa trasparenza si ritrova come caratteristica primaria lungo tutta la navigazione del sito.
Infatti in maniera altrettanto trasparente, sono visibili i prezzi dei prodotti in vendita ben chiari sopra le immagini di ciascun prodotto e visibili ancor prima di cliccare sul singolo pezzo. Anche qui troviamo in risalto le recensioni dei clienti visionabili attraverso un link a Trustpilot ben visibile perché posizionato in alto sotto al meny.
Lo shop che si caratterizza per un un layout intuitivo ed un aspetto professionale, trova la sua mission nell’aiutare gli appassionati di fumetti a trovare prodotti di alta qualità.
Grazie ad un’estetica gradevole e una navigazione semplice e ottimizzata, gli utenti che atterrano sul sito vengono facilmente condotti lungo il percorso designato.
A caratterizzare questo eCommerce è infine la ricerca avanzata che offre all’utente la possibilità di trovare facilmente il materiale desiderato, rendendo l’user experience ulteriormente ottimizzata.
Questo marchio di gioielli offre un elemento molto importante da cui prendere ispirazione: la social proof, ovvero quel concetto psicologico che nel marketing, viene applicato per dimostrare la popolarità o l’usabilità di un brand tra i consumatori, influenzando così le decisioni di acquisto.
Per farlo inseriscono delle immagini con volti noti come Giselle Bundchen, Tom Brady e Bryce Harper legati al marchio. Scorrendo la pagina infatti l’utente che atterra nel sito avrà modo di vedere una sequenza di foto provenienti da instagram e in aggiunta a questo troverà una sezione dedicata alle pubblicazioni del brand tra le testate più note come Elle, People, InStyle e altro.
Dopo alcuni esempi di eCommerce sviluppati sulla piattaforma Woocommerce, arriviamo a vederne infine altri, sviluppati sulla piattaforma Magento, anche questa una delle piattaforme eCommerce più utilizzate.
Cox & Cox è un brand che vende elementi di arredo. Atterrando sull’eCommerce di Cox & Cox si ha da subito evidenza delle priorità del brand, visibili attraverso le scelte compiute nella progettazione dello stesso eCommerce.
In questo caso, sul sito fin dalla parte alta dell’homepage è infatti possibile visualizzare da subito un box che invita gli utenti a iscriversi alla mailing list dell’azienda e come spinta all’iscrizione viene offerto in cambio anche uno sconto del 20% sul primo ordine. Elemento che sottolinea l’importanza per il brand di costruire una mailing list.
Boodles è un marchio inglese che vende prodotti di gioielleria. A caratterizzare questo brand è la narrazione che questo fa rispetto al lavoro dei propri artigiani.
All’interno dell’eCommerce è infatti possibile trovare una sezione dedicata all’artigianato dove si può vedere attraverso un video il processo che porta alla realizzazione dei gioielli, a partire dal disegno degli stessi. Un modo questo, per coinvolgere sempre di più l’utente nel mondo del brand, facendo conoscere ed apprezzare ogni aspetto che porta al prodotto finale offerto.
Un altro aspetto da cui prendere ispirazione è la possibilità di entrare in contatto con il brand che il sito offre, attraverso l’avvio di una chat dal vivo.
Ad essere stato sviluppato su piattaforma Magento è anche l’eCommerce di Nike, lo storico brand di indumenti sportivi che caratterizza il suo eCommerce per la grande facilità di muoversi al suo interno da parte dell’utente.
Un elemento questo da cui prendere spunto, proprio come quello del targeting geografico, utilizzato nell’eCommerce per poter indirizzare i visitatori verso il negozio più vicino alla loro posizione.
Altri elementi degni di nota da cui trarre spunto sono:
le categorie (uomo, donna, bambino, outlet e collezioni) subito ben in vista nel menu in alto per rendere facile e intuitiva l’esperienza dell’utente sul sito;
l’invito a scaricare l’app del brand, visibile scorrendo la pagina;
il pop-up che appare dopo pochi secondi per iscriversi alla newsletter.
Warby Parker è un fornitore specializzato di occhiali che caratterizza il suo eCommerce per facilità d’uso eaccessibilità e a quest’ultima caratteristica riservano un’attenzione particolare, dedicandovi anche una pagina dell’eCommerce.
Tra gli altri elementi per cui si contraddistingue e da cui è possibile prendere spunto troviamo poi due peculiarità del brand:
il grande coinvolgimento degli utenti, coltivato anche attraverso quiz cui l’utente sceglie la montatura adatta tra quelle a disposizione;
la prova gratuita offerta al cliente che può ordinare e provare fino a cinque montature senza acquistarle finché non è sicuro che il prodotto sia quello in linea con le proprie esigenze.
S’Well Bottle è un marchio che vende bottiglie e contenitori. A caratterizzare l’eCommerce del brand troviamo l’intuitività del sito che accompagna l’utente fin da subito, permettendogli di navigare facilmente attraverso diverse sezioni, mostrate nel menu in alto.
Tramite il menu infatti, l’utente è subito indirizzato verso il prodotto più in linea con la sua ricerca trovando una divisione che va dal bere al mangiare al living. Altro aspetto importante da cui prendere spunto sono le immagini dei loro prodotti a cui viene dato particolare risalto e che risulta subito utile per esplicare chiaramente attraverso le immagini le diverse funzionalità ed usi dei prodotti.
Un altro brand che ha scelto Magento tra le diverse opzioni di piattaforme eCommerce è Helly Hansen, un brand che vende capi di abbigliamento per sportivi.
A caratterizzare questo eCommerce troviamo l’attenzione alla categorizzazione delle diverse sezioni del sito, divise prima di tutto per le categorie uomo, donna, bambino e accessori e successivamente in sottocategorie divise per tipologia di capo o accessorio. Una divisione ed un ordine che rende il percorso dell’utente il più facile e fluido possibile migliorando la user experience dei loro clienti che sono sia il grande pubblico che gli atleti professionisti.
Il brand di cosmetici Sigma si caratterizza utilizzando social proof e influencer marketing. Proprio agli influencer dedica infatti una pagina dell’eCommerce attraverso cui mostrando i look realizzati da loro invita gli utenti ad “acquistare il look”.
Allo stesso tempo, invita gli utenti a condividere i loro contenuti utilizzando gli hashtag ufficiali #sigmabeauty e #sigmabrush per comparire tra i contenuti legati al brand.
Il brand che vende elementi di arredo, si contraddistingue per porre in primo piano sull’eCommerce non solo i prodotti in vendita, ma anche i produttori degli stessi, che attraverso una pagina dedicata e facilmente raggiungibile dal menù principale del sito, vengono presentati al pubblico tramite:
la loro storia;
le loro immagini;
il processo di produzione usato per i prodotti;
una sezione dedicata allo storytelling attraverso domande e risposte;
le foto dei prodotti realizzati dai loro con i relativi prezzi e la possibilità di procedere all’acquisto.
Un altro elemento a cui prestare attenzione è inoltre il pop-up che appare dopo pochi secondi di navigazione sul sito attraverso cui l’utente viene invitato a iscriversi alla newsletter con un testo che riporta “Iscriviti alla nostra newsletter per essere il primo a scoprire i nostri ultimi lanci di prodotti, ascoltare le storie dei produttori e ricevere inviti alle anteprime nel nostro showroom Mayfair.”
Attraverso questo elemento è possibile comprendere come la raccolta dei contatti e la condivisione anche tramite e-mail di contenuti legati non solo ai prodotti, ma alla storia ad essi collegata attraverso i “creatori” degli stessi, rappresenti un punto fondamentale della comunicazione che il brand intende intraprendere con i suoi clienti o prospect.
Piattaforme eCommerce: conclusioni
Come abbiamo potuto vedere fino a qui, sono diverse le modalità attraverso le quali un brand può caratterizzarsi e le scelte che è possibile compiere nella propria strategia riscontrabili all’interno di un eCommerce.
Possiamo però affermare che ci sono alcuni elementi da cui è comunque sempre preferibile prendere spunto per la creazione del proprio eCommerce, a prescindere dalle piattaforme eCommerce attraverso cui si sceglie di realizzare il proprio shop online, e queste possono essere sintetizzate in:
immagini di alta qualità;
un buon design;
un’ottima user experience;
testi ben realizzati e ottimizzati in ottica SEO per le pagine del sito e dei prodotti;
una buona strategia di storytelling in grado di raccontare l’azienda e i suoi valori;
una strategia che includa social proof, influencer marketing e recensioni dei clienti come leve all’acquisto;
includere strategie di fidelizzazione del cliente al brand;
comunicare bene e distinguersi per le scelte etiche e sostenibili fatte dall’azienda;
usare la pagina “chi siamo” per facilitare la narrazione del brand;
includere una buona politica del reso che soddisfi i clienti e faciliti il processo di reso;
offrire una navigazione chiara e fluida agli utenti;
mostrare sempre i prodotti correlati per aumentare le probabilità di conversione;
offrire molteplici modalità di pagamento in fase di check out;
utilizzare pop-up o spazi sulle pagine dell’eCommerce dedicati alla raccolta delle e-mail degli utenti per creare una buona lista per l’e-mail marketing.
In ultimo, unitamente a tutti questi aspetti, ma non meno importante si inserisce la personalizzazione, un elemento che rappresenta forse quello più importante da tenere in considerazione per andare incontro alle esigenze manifestate dagli utenti e ad un miglioramento del tasso di conversione delle vendite.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/08/piattaforme-ecommerce-da-seguire-guida-aggiornata.jpg6451010Manuela Di Vietrihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngManuela Di Vietri2022-10-18 12:00:222023-02-02 12:54:59Guida aggiornata alle migliori piattaforme eCommerce
Il mondo sembra diventare sempre più piccolo: guardiamo serie TV coreane e ascoltiamo musica di artisti di ogni parte del globo.
Allo stesso modo, per i nostri business diventa importantissimo raggiungere clienti in ogni parte del pianeta. Pensa che solo su Shopify, ben il 39% dei merchant italiani vende all’estero (abbiamo approfondito un po’ di numeri in questa intervista al Country Manager).
La digitalizzazione fortemente spinta dagli avvenimenti degli ultimi anni non si ferma qui: sono le stesse grandi piattaforme (come sta facendo TikTok con le PMI), che forniscono tutorial e strumenti per aiutare le imprese a raggiungere pubblico e clienti; il 51% delle persone che ha visualizzato contenuti di PMI su TikTok li ha condivisi con parenti o amici e il 36% ha fatto un acquisto.
E anche i nuovi canali, come i podcast, diventano veicolo privilegiato dei brand che vogliono avvicinarsi sempre più alle persone, costruendo delle relazioni.
Un mondo più “vicino e piccolo”, con tantissime nuove strade da percorrere.
Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.
Shopify: i numeri dei merchant italiani
Nel 2021, più di 11 milioni di consumatori nel mondo hanno acquistato da un negozio italiano su Shopify, per un totale di oltre il 28% del traffico verso gli store Shopify tricolore proveniente, in media, da 5 mercati internazionali, con Stati Uniti in pole position, seguiti da Germania e Francia.
Altri dati e opportunità per i merchant di espandersi in nuovi mercati e far crescere gli affari a livello internazionale, nella chiacchierata con Paolo Picazio, Country Manager Italia di Shopify.
Le notizie Ninja: il programma di TikTok per le PMI
Gli utenti italiani di TikTok sono molto interessati ai contenuti delle piccole e medie imprese e sulla piattaforma ne scoprono sempre di nuovi e trasversali.
Il 51% di chi si è imbattuto in contenuti di PMI li ha condivisi con parenti o amici e il 36% ha fatto un acquisto.
Hanno preso parte anche all’evento anche la cantautrice e creator Francesca Michielin e Sans Soucis.
Gli italiani amano i podcast
Gli ascoltatori di podcast raggiungono nel 2022 quota 36% (circa 11,1 milioni di utenti tra i 16-60enni, cioè ben 1,8 milioni in più rispetto ad un anno fa), con una crescita significativa rispetto al 31% registrato nel 2021.
Puoi leggere qui i trend e il reportage della settima edizione del Festival del Podcasting che ha coinvolto complessivamente quasi 900 partecipanti tra podcaster alle prime armi, professionisti del mondo digital audio, editori e rappresentanti delle piattaforme.
L’evento è stato pensato per aiutare i creatori a capire meglio come utilizzare gli strumenti di Facebook e Instagram per costruire una presenza online e monetizzare il proprio lavoro.
INFLUENCE DAY: sconto per i Ninja
Un evento per approfondire il mondo dell’influencer marketing attraverso gli occhi e le voci dei protagonisti del settore. Puoi partecipare con uno sconto dedicato alla nostra community.
La Limited Edition di Nutella
Nutella compie 59 anni e presenta 59 nuovi vasetti in edizione limitata.
Il brand, famoso in tutto il mondo per la sua inconfondibile crema al cacao e nocciole, da sempre ispira le persone a vivere il lato bello della vita. È proprio da questo insight che nasce la Limited Edition “Nutella Con Te”.
Una collezione speciale che racconta piccoli e grandi fatti accaduti nel mondo dal 1964 – anno di nascita del marchio – ad oggi. Cambiamenti storici che hanno arricchito le nostre vite, aneddoti per rievocare emozioni e forti ricordi.
Nuovo logo e identità per Coppertone
Coppertone è stato il primo marchio di prodotti solari lanciato nel mercato statunitense.
Formazione, capitale umano, trasformazione digitale e innovazione: saranno le parole chiave indispensabili per le aziende nel 2023.
Ne parleremo mercoledì 19 ottobre alle ore 13:00 durante il primo appuntamento del nuovo ciclo di tavole rotonde dedicate al mondo Corporate, pensato per aiutare Head of People & Culture e Responsabili Formazione a rendere le aziende a prova di futuro.
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https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/weekly-recap-1.jpg6001200Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-17 11:58:562022-10-17 11:59:52Nutella, podcast e Spotify: le notizie Ninja della settimana
Standing ovation per Meta Quest Pro, protagonista assoluto del Meta Connect 2022.
Dal 25 ottobre, il visore di ultima generazione sarà in vendita anche in Italia al prezzo di 1799,99 euro.
Il performante visore di ultima generazione è pronto ad annunciare importanti novità. La stessa Meta ha grande fretta di irrompere sul mercato attraverso un pre-order sul sito di Meta con consegna entro due settimane.
Scopriamo qual è l’evoluzione del Meta Quest Pro rispetto ai visori di vecchia generazione.
Meta Quest Pro: nuove esperienze immersive
Finora i visori VR, infatti, hanno vissuto su un equilibrio precario: trovare un compromesso tra potenza e praticità.
Il Meta Quest 2, ad esempio, punta su leggerezza e prezzo competitivo, rinunciando a qualcosa a livello computazionale. Altri dispositivi, invece, aumentano in potenza se collegati a un pc ma rendono meno appetibile l’esperienza immersiva. Meta Quest Pro, al contrario, si pone da subito come porta tra i due mondi.
La sua tecnologia performante e la comodità garantita dall’indipendenza del visore da qualsiasi device, rappresenta un’evoluzione senza precedenti nell’ambito VR.
“Sarà la prima nostra piattaforma multi-funzionale immersiva che abiliterà il metaverso”: queste le parole della Product Management Lead di Meta, Rupa Rao. Il nuovo Quest Pro vuole infatti assicurare una potenza davvero formidabile, decisamente di più rispetto al Quest 2. Il nuovo design permette di utilizzare nuove funzionalità ottiche e ben dieci sensori per migliorare l’esperienza immersiva.
Meta Quest Pro: tecnologia Qualcomm Snapdragon XR2
Il design minimale garantisce un peso e un ingombro decisamente non invasivi.
Il Meta Quest Pro è un visore stand alone: non richiede, infatti, una connessione ad altri dispositivi. I dati vengono elaborati al suo interno attraverso la tecnologia SoC progettato in collaborazione con Snapdragon (XR2 Plus) con una previsione di performance nettamente superiore al modello precedente, il Quest 2, almeno del 50%.
Il processore Qualcomm, infatti, garantisce un refresh rate da 90 Hz. Ma non è tutto: i 12 Gb di ram e i 256 GB di spazio di archiviazione garantiscono una memoria poderosa.
Una tecnologia titanica che grazie alla presenza di 10 sensori, altamente sensibili, consentono di ricavare tutti i dati e consentire un’esperienza ancora più realistica e immersiva quando si fa ingresso nel mondo virtuale.
Ma la vera evoluzione del Quest 2 è apprezzabile soprattutto attraverso fotocamere e lenti. L’azienda ha lavorato anche per ridurre lo spessore del visore, utilizzando lenti pancake che sono il 40%più sottili. La risoluzione aumenta comunque rispetto al Quest 2: arriva a 1800×1920 per occhio, mentre il Quest 2 era da 1440×1600.
Non siamo ai livelli di visori professionali come il Vive Pro 2 (2448×2448), ma dovrebbe ottenere un’immersione realistica pur senza restare collegato al PC.
Meta Quest Touch Pro
La costruzione delle lenti è stata del tutto rivoluzionata per ridurre del 40% lo spessore a tutto vantaggio della comodità visto che ora i visori permettono un maggiore comfort anche se indossati a lungo, con i pesi dei vari componenti che si controbilanciano al meglio. Infine, gli schermi LCD supportano la tecnologia quantum dot che può creare zone a illuminazione indipendente per una maggiore fedeltà delle immagini.
Il lato dolente di tutte queste migliorie è la batteria che scende ad appena 2 ore di autonomia se si usa non collegata alla corrente.
Completano il quadro i nuovi controller Meta Quest Touch Pro che ora possono tracciare in loco la propria posizione per ancora più libertà d’azione, la funzione Natural Facial Expressions che ricreerà le stesse espressioni sul proprio avatar e un nuovo set di accessori come auricolari, base di ricarica e custodie.
Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha partecipato alla kermesse di Meta spiegando che “Il metaverso cambierà ogni cosa, dal gioco alla produttività. E se lo facciamo insieme sono convinto che possiamo plasmare il futuro della realtà virtuale per rendere il suo utilizzo più interessante che mai”.
E proprio per questo “come Microsoft, siamo entusiasti di poter collaborare con Meta per portare online la nuova versione di Teams pensata apposta per il metaverso”. In futuro spiega che arriveranno anche declinazioni di Microsoft 365 e Xbox Cloud Gaming per il VR nel metaverso. Meta Quest Pro è una rivoluzione annunciata.
La vera porta per il Metaverso si aprirà davanti a noi? Non ci resta che bussare e scoprirlo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/02_Meta-Quest-Pro_Camera-1-min.jpg501890Luca Arlottohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Arlotto2022-10-17 09:14:552022-10-17 09:14:55Arriva il nuovo visore Meta Quest Pro: prezzo e caratteristiche
Benessere, flessibilità ed equità: sono questi i fattori chiave che contraddistinguono le 25 migliori aziende al mondo per le quali lavorare.
Great Place to Work,azienda leader nello studio e nell’analisi del clima aziendale, della trasformazione organizzativa e dell’employer branding, ha stilato la classifica World’sBest Workplaces 2022,in cui emergono le 25 multinazionali a livello globale per cui i dipendenti sono più felici di lavorare.
Queste aziende sono state scelte da 4,5 milioni di collaboratori in rappresentanza di 14,8 milioni di persone impiegate in oltre 8.500 imprese attive in 146 paesi del mondo.
Per poter entrare in questo speciale ranking le aziende devono essere state inserite in almeno 5 classifiche Best Workplaces nazionali in Asia, Europa, America Latina, Africa, Nord America o Australia durante il 2021 oppure all’inizio del 2022.
Inoltre, l’altra condizione da rispettare per poter essere valutati in qualità di World’s Best Workplaces è legata alla necessità di avere almeno 5mila collaboratori in tutto il mondo e, di questi, almeno il 40% devono lavorare al di fuori del Paese in cui si trova l’headquarter aziendale.
World’s Best Workplace: le migliori aziende del 2022
Il ranking ha visto le migliori organizzazioni globali ottenere, in media, un dato superiore di 6 punti percentuali (86%) rispetto agli altri ambienti di lavoro riconosciuti come eccellenti dalle indagini di Great Place to Work (80%); un risultato ancora più importante se confrontato con quello fatto registrare dalla media della forza lavoro globale (55%, +31%).
Il podio del ranking vede al primo posto DHL,azienda specializzata nel settore dei trasporti e della logistica, davanti a Hilton (ospitalità) e Cisco.
Facendo invece un focus sull’Italia, il nostro Paesechiude la top ten mondiale delle nazioni più rappresentate in classifica ed è il 3° paese europeo,dopo Regno Unito (15) e Francia (11), per numero di filiali premiate (10).
“I risultati della classifica dei World’s Best Workplaces 2022 sono sempre più incoraggianti e ci fanno ben sperare per il futuro poiché le imprese stanno investendo sempre di più sul benessere dei propri collaboratori.
In questo scenario, poter supportare le aziende nell’analisi della propria people experience è per noi fondamentale e ci garantisce uno sguardo privilegiato sul mondo del lavoro poiché siamo in prima linea nell’aiutare il management e la proprietà nel comprendere le esigenze delle proprie persone per iniziare il processo di trasformazione culturale che sta influenzando il panorama globale”, afferma Beniamino Bedusa, Presidente e Partner di Great Place to Work Italia.
Dai nostri studi e analisi emerge infatti che la differenza tra un’azienda eccellente, dove i collaboratori stanno bene e si sentono valorizzati, sta tanto nei cosiddetti aspetti “hard” (quali ad esempio profit sharing, opportunità di sviluppo, formazione e crescita, strumenti e risorse…) quanto in quelli “soft”, come l’apprezzamento per un lavoro ben svolto, la possibilità di essere se stessi in azienda, la ricerca di suggerimenti e idee, il coinvolgimento nelle decisioni e l’incoraggiamento a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata.
Da ultimo, vedere che l’Italia è il terzo Paeseeuropeo più rappresentato per numero di filiali italiane premiate nella classifica World’s Best Workplaces 2022 ci riempie di orgoglio, a dimostrazione del fatto che le nostre imprese stanno investendo sempre di più sul benessere dei propri collaboratori e che sono assolutamente competitive rispetto alle migliori aziende a livello globale” sostiene Bedusa.
World’s Best Workplace: la fiducia come indicatore principale
Il principale indicatore preso in considerazione nell’analisi del ranking delle migliori aziende attive è il Trust Index, l’indice di “fiducia” che raggruppa tematiche quali credibilità, rispetto, equità, spirito di squadra e orgoglio.
Qui i World’s Best Workplaces 2022 hanno mostrato in media, nel confronto con le aziende premiate nelle varie classifiche nazionali dei Great Workplaces, risultati migliori in termini di credibilità e rispetto (+6%), equità, spirito di squadra e orgoglio (+5%).
Ma quali sono gli altri indicatori che caratterizzano i World’s Best Workplaces?
Un primo aspetto riguarda il benessere dei collaboratori garantito attraverso il riconoscimento di benefit unici e speciali, rispetto al quale c’è una differenza di ben 12 punti percentuali nel confronto con gli altri eccellenti luoghi di lavoro.
C’è poi la flessibilità, la quale, durante la pandemia, è diventata fondamentale per i collaboratori.
A questo proposito il numero medio di dipendenti delle aziende in classifica che hanno registrato un rapido cambiamento da parte dell’organizzazione di appartenenza è stato superiore di ben 7 punti rispetto ad altri ottimi luoghi di lavoro. Infine, ecco l’equità che si collega alla retribuzione del proprio lavoro (75%, +9%) e alle promozioni professionali (+7%).
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/Guidare-coinvolgere-e-abilitare-in-modo-sostenibile-la-forza-lavoro-.jpeg480720Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-14 08:30:342022-10-17 08:43:53World's Best Workplace: ecco le 25 migliori aziende per cui lavorare nel 2022
+1,8 milioni di persone ascoltano podcast in controtendenza con la news avoidance del mondo mediale
I content creator indipendenti dell’audio sono i nuovi microinfluencer del digitale
Il futuro del podcasting è tra rinascita dell’oralità, cryptovalute e digital marketing
Il Festival del Podcasting 2022
Il Festival del Podcasting 2022, in 6 giorni, con oltre 35 ore di streaming no stop e più di 300 partecipanti nella giornata dal vivo il Festival del Podcasting 2022 ha celebrato ancora una volta per la sua settima edizione lo strumento di content creation che negli ultimi anni ha dimostrato più vigore e capacità di sviluppo.
Il più grande evento per chi ama i podcast in italia è nato con lo scopo di far incontrare centinaia di persone che hanno in comune l’amore per il podcasting per conoscersi, scambiare idee e creare collaborazioni, e la settima edizione del Festival del Podcasting, che si è svolta dal 3 all’8 Ottobre, online e in presenza a Roma e a Milano, ha coinvolto complessivamente quasi 900 partecipanti tra podcaster alle prime armi, professionisti del mondo digital audio, editori e rappresentanti delle piattaforme.
115 speaker hanno animato 16 tavole rotonde, 10 workshop, 22 interventi di approfondimento “FocusOn”, 4 talk ispirazionali, 3 podcast live, 2 presentazioni di libri e 13 interventi “Storie di podcaster”.
Avendo seguito le precedenti edizioni, vale la pena scoprire quali novità e quali tendenze sono diventate rilevanti in quest’ultimo anno.
E abbiamo scoperto che gli ascoltatori di podcast hanno raggiunto nel 2022 circa 11,1 milioni di utenti tra i 16 e i 60 anni, con un aumento di ben 1,8 milioni rispetto all’anno precedente.
Una crescita molto significativa che testimonia la capacità del podcast di attrarre e interessare il pubblico, ottenendo una sua collocazione sempre più rilevante nelle abitudini di fruizione mediatica. Ascoltatori soddisfatti di questo strumento mediale tanto da dedicare circa 35 minuti al giorno ai podcast (il tempo che una volta si dedicava alla lettura del quotidiano).
Un pubblico che rimane prevalentemente giovane (quasi la metà è under 35) e socio-culturalmente elevato (il titolo di studio è ancora più elevato rispetto al 2021) e fatto in buona parte da professionisti e da “early adopter”.
Sono ascoltatori che decidono di fruire di un podcast a partire da un argomento di interesse (34%); il driver di scelta più forte è proprio l’argomento del podcast (57%), mentre è in calo il peso relativo degli host (28%), che rimangono ancora una leva da valorizzare sul mercato.
Ci sono ricerche, infatti, che dimostrano che le voci narranti portano con sé un capitale di fiducia che non solo può fare da traino alla scelta dei podcast, ma al contempo orienta di ascoltatori e può rappresentare una valida argomentazione commerciale per il riverbero positivo possono dare su tutti i contenuti (compresi quelli pubblicitari: 7 ascoltatori su 10 ricordano messaggi pubblicitari abbinati ai podcast).
Riflettendo sul più ampio contesto mediale in cui podcast giocano la loro partita, si tratta di un momento in cui la trasformazione del settore media e intrattenimento vive una forte accelerazione e finalmente anche l’Italia sta provando a colmare alcuni divari.
La pandemia ha sicuramente contribuito a questa accelerazione ma allo stesso tempo mentre si fa sempre più serrata, ed affollata, la competizione per una quota dell’attenzione; ma anche le aspettative, i comportamenti e le attitudini del pubblico stanno dando il segno di evolvere.
La parola d’ordine di quest’anno nel mondo mediatico è stata news avoidance (o selected news user avoidance), cioè la tendenza delle persone a limitare la propria esposizione alle notizie o a determinati tipi di notizie dalla tendenza negativa. In un contesto dove nell’audiovisivo si sta iniziando anche a ripensare il concetto di gratificazione istantanea e del binge watching, si osservano i comportamenti di fruizione dei più giovani che richiedono ai media approcci più innovativi della comunicazione tradizionale e l’attenzione per i podcast e il digital audio in genere rappresenta una bella controtendenza.
E infatti, secondo alcune indagini di Reuters, l’80% degli operatori editoriali ha collocato i podcast e l’audio digitale tra le attività a cui dedicare più risorse in questo ultimo periodo.
Dai dati emerge con grande forza ancora quanto sia alto il livello di engagement già sorto negli ultimi anni, con oltre la metà degli utenti che dichiara di ascoltare podcast per l’intera durata, così come cresce in maniera significativa l’ascolto per intero delle serie di podcast. Un tema cruciale è proprio quello della capacità di fidelizzazione dei podcast, specialmente per un format dalla logica pull.
I temi
Che il podcasting sia variegato ed eterogeneo non è una novità.
Da molti anni abbiamo assistito alla creazione di serie orizzontali o verticali su temi e ambiti davvero multiformi. Non solo per quanto riguarda le categorie (Storie, True Crime, News, Commedia, Sport, Cultura e Società, Formazione, Business, Tecnologia, Arte, Famiglia, etc.) ma soprattutto perché la possibilità di accesso da parte di tanti permette la creazione di contenuti tematici che afferiscono a tante categorie professionali e alle loro community di riferimento.
La forza del podcast è sempre stata quella di creare engagement con comunità di interesse e di pratica, di awareness professionale attraverso l’intimità dell’ascolto e della profondità a cui può arrivare la riflessione o la chiacchierata a più voci su un determinato tema.
La kermesse del Festival ha permesso di comprendere quanto alcune categorie professionali o determinati temi sociali siano molto rilevanti per far generare un “trigger” di interesse che diventa continuativo nel tempo: dalla sessualità, alla genitorialità, al food, ma anche la stand-up comedy, la psicologia, lo sport e il true crime continuano ad avere successo e a generare nuovi talenti del podcasting.
Estremamente significativa, poi, la trasformazione che tante realtà media tradizionali e di brand journalism stanno dando all’informazione attraverso lo sviluppo del filone del podcasting per l’aggiornamento e il newsmaking, ma soprattutto dell’approfondimento giornalistico da parte di una “firma” che diventa a tutti gli effetti una “voce”, creando ancora più intimità e fidelizzazione con il lettore/ascoltatore.
Piccola nota a margine per il mondo People&Culture aziendale: in questo Festival si sono iniziati anche a vedere progetti di HR Podcasting che hanno permesso il coinvolgimento diretto di lavoratori e collaboratori all’interno dell’organizzazione per raccontare le storie di apprendimento in azienda, per engagement su valori e contenuti di employer branding interno ed esterno, o per migliorare significativamente la comunicazione interna.
Con tutta la potenza dell’audio che si fonde con una community già esistente unita dal lavoro per un brand che può animare e coinvolgere anche tutti gli stakeholder che ruotano attorno al microcosmo aziendale.
Ma forse, dall’osservazione dei contenuti emersi nel Festival del Podcasting, la vera grande peculiarità di questo strumento, oltre alle sue caratteristiche di intimità, di profondità del contenuto, di ascolto in mobilità, di digital wellbeing e di autenticità, sta in due capisaldi importanti: la democraticità del mezzo, accessibile veramente a tutti (molto più che il videomaking) e l’incredibile capacità di generare community, sotto-community e network di appassionati che ruotano intorno ad un tema specifico e di nicchia.
Osservare dal vivo la comunità dei podcaster che si incontra, scambia idee e attiva sinergie fa immaginare quanto l’engagement basato sulle passioni comuni, sulle comunità di pratica e professionali che possono fare knowledge sharing e sull’amore per l’emozione che possono generare le voci sia davvero potente.
Il futuro del podcasting
Il 2022 è stato anche l’anno in cui in maniera sempre più chiara si sono affermate le major del mondo della distribuzione, ma anche e soprattutto sono nate e cresciute in maniera importante le realtà di produzione audio, soprattutto attraverso i modelli del branded podcast e della monetizzazione attraverso la sponsorizzazione di serie o host di successo.
Ma non per questo l’attenzione verso il podcasting indipendente ha perso la sua presa.
Per certi versi è come se negli ultimi anni avessimo assistito a ciò che accadeva intorno al 2008/2009 quando incominciarono a nascere i primi youtuber (tra i primi youtuber italiani ricordiamo Willwoosh, Clio MakeUp, Frank Matano e Yotobi), giovani ragazzi e ragazze che caricavano video con serialità, spinti soltanto dalla passione di fare video e dalla curiosità scaturita da questo nuovo mezzo di comunicazione.
Oggi la concorrenza inizia a farsi sentire e la difficoltà nella “discovery” di contenuti nuovi e originali è limitata anche dal fatto che le piattaforme di ascolto sono tante e diversificate, al contrario della piattaforma di Mountain View.
Stiamo osservando anche i primi tentativi di rendere i podcast dei “vodcast”, cercando di unire il contenuto audio a quello video, con una sorta di catch-up al contrario, quando invece in molti semplicemente riversavano i contenuti YouTube su Spotify e Apple Podcast.
Le sperimentazioni del Podcast Index, una directory aperta di podcast a cui chiunque può inviare il proprio feed RSS e che qualsiasi app può ricercare, stanno andando avanti per permettere al podcasting indipendente di sopravvivere al potere delle major che fagocitano i più piccoli ed effettuano un controllo editoriale sugli episodi uploadati.
Nato dall’idea di Adam Curry, il “primo podcaster della storia”, propone ai podcaster di intraprendere il “Value for Value” model, che attraverso servizi “custodial”, permette di monetizzare autonomamente l’ascolto dei podcast prodotti attraverso le cryptovalute.
E allora il futuro del podcasting sta veramente nei content creator dell’audio, che possono continuare ad alimentare una sottocultura indipendente, al di là delle logiche del digital marketing più mainstream, oltre le logiche editoriali ma anche insieme ad esse. Nell’unione sinergica di questi universi e con una competizione sana si possono disegnare i tratti di una nuova capacità di comunicare nel mondo BANI (Brittle/Fragile, Ansioso, Non lineare, Incomprensibile).
Il podcasting, inoltre, può essere considerato uno strumento del futuro, in quanto riesce a generare un nuovo spazio di comunicazione, perché permette di non subire la dittatura dell’immagine. Anticamente la frattura che abbiamo osservato nella filosofia dei media era tra oralità e scrittura.
Oggi esiste un’altra “frattura” che si configura tra scrittura e immagine. E per abitare bene questa “crepa”, questo spazio di navigazione, bisogna utilizzare delle “barche” che sappiano reinventare in fondo il podcast: che oggi non è che una “nave di Teseo” che rimane sé stessa anche se mutano nel percorso i suoi componenti e si frammenta in tante realtà identitarie.
Una delle critiche che viene fatta spesso al mondo del podcast è che “di podcast ce ne sono troppi” e che vengono ascoltati da poche persone.
Ma per quanto possano essere poche, compongono un ambiente, anche circoscritto, in cui è possibile sperimentare e imparare delle cose nuove. Perché davvero facendo podcast e ascoltando podcast, si impara moltissimo e si impara molto di sé.
Si tratta di scoprire (o riscoprire) la propria voce, ma anche mettersi a disposizione degli altri, un po’ come avviene con le idee secondo il celebre aforisma di G.B. Shaw: “se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.
Attraverso il podcasting, fatto di oralità e di voce, si riesce ad andare oltre ciò che siamo: è quella parte del corpo che non è nel corpo – è l’invisibile del corpo – con la quale riusciamo a “toccare” qualcuno senza spostarsi, parlandogli e facendo vibrare qualcosa che condividiamo, passando dalle orecchie e arrivando direttamente alla mente e al cuore.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/podcast.jpg583912Giulio Beroniahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiulio Beronia2022-10-13 08:50:062022-10-13 08:50:06Reportage e nuovi trend dal Festival del Podcasting 2022
Prende forma la prima edizione dell’INFLUENCE DAY, l’evento per approfondire il mondo dell’influencer marketing attraverso gli occhi e le voci dei protagonisti del settore.
Ideato da FLU, business unit di Uniting Group, INDA sarà una giornata di formazione esperienziale grazie alla presenza dei creator più importanti d’Italia che, il 10 novembre all’interno della location milanese ‘Magna Pars’, ricopriranno il ruolo di speaker d’eccezione.
“Non potevamo chiedere di meglio per la prima edizione dell’INFLUENCE DAY, che promette un palinsesto davvero di primo livello sia per le ‘voci’, che per i contenuti” afferma Chiara Dal Ben, Marketing & Innovation Director di FLU, Part of Uniting Group.
“Temi come Metaverso, Avatar 3D, Infotainment, Edutainment, novità e approfondimenti sugli aspetti legal, Virtual Influencer verranno raccontati da chi li vive e li studia ogni giorno”.
Tantissimi i nomi di spicco: da Gabriele Vagnato, comico e creator con oltre 4 milioni di follower, allo youtuber vincitore dell’Isola dei Famosi Awed™ e Marco Cartasegna, Founder e direttore di Torcha.
Da Paola Di Benedetto, modella e apprezzatissima conduttrice televisiva-radiofonica, a Pow3r, uno dei gamer più seguiti e amati del panorama italiano. E ancora: Catherine Poulain, famosa influencer e DJ, Cooker Girl (Aurora Cavallo), fenomeno emergente nel mondo cooking dei social, tra i top creator di Giallozafferano e Benedetta De Luca, ambassador indiscussa della body positivity e gender e inclusion editor di The Wom.
Impossibile elencare tutti gli ospiti, per una lista che vede, tra gli altri, anche Elisa Maino, Mattia Stanga, Dangiuz, Riccardo Dose, Rosy Chin, Alessia Lanza, Rafael Nistor, Muriel, Beatrice Gherardini, Yuniho, Nefele e Cameron-James Wilson.
Un palinsesto importante, frutto anche del coinvolgimento di media partner d’eccellenza che hanno scelto da subito di sposare l’iniziativa: Giallozafferano, il food media brand leader in Italia e The Wom, il social magazine 100% inclusivo che parla alle giovani millennial e alla generazione Z e delle talent agency Doom Entertainment, Wannabe, WebStarsChannel, Oneshot, TeamWorld, Sparkle e Ehappen.
INDA, inoltre, potrà contare sulla preziosa collaborazione come partner tecnico di TechStar, realtà italiana Metaverse Enabler che sviluppa soluzioni di Metaverso per accompagnare le aziende nella loro Virtual Transformation.
Partecipa con lo sconto dedicato alla community Ninja
Per scoprire il palinsesto dettagliato sono già stati lanciati il sito ufficiale e i canali social (Facebook, Instagram e LinkedIn), che permetteranno di rimanere sempre aggiornati sulle novità legate all’evento e, naturalmente, di acquistare i ticket per la partecipazione.
Alla community Ninja è dedicato uno sconto sul biglietto di ingresso: inserisci il codice NINJA30 in fase di acquisto per aggiudicarti la riduzione del prezzo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/influence-day-influencer-marketing.jpg6651000Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-12 13:00:242022-10-13 18:31:56La prima edizione dell'INFLUENCE DAY, l’evento per approfondire il mondo dell’influencer marketing
Nel 2021, più di 11 milioni di consumatori nel mondo hanno acquistato da un negozio italiano su Shopify, per un totale di oltre il 28% del traffico verso gli store Shopify tricolore proveniente, in media, da 5 mercati internazionali, con Stati Uniti in pole position, seguiti da Germania e Francia.
In Italia, il 39% dei merchant Shopify vende all’estero, per un totale del 27% delle vendite generate fuori dal nostro Paese. A dirlo è una recente indagine interna condotta da Shopify che rivela, ancora una volta, quanto sia amato all’estero il Made in Italy.
Per comprendere meglio le opportunità per i merchant di espandersi in nuovi mercati e far crescere gli affari a livello internazionale, abbiamo fatto una chiacchierata con Paolo Picazio, Country Manager Italia di Shopify. Ecco cosa ci ha detto.
“L’export è uno dei temi più importanti per i merchant italiani. Shopify Markets prima e Translate and Adapt adesso, sono prodotti che Shopify ha rilasciato a livello globale, ma che hanno un impatto specifico e molto forte su quei mercati che hanno una vocazione molto alta nei confronti dell’export“.
L’Italia nel 2021 ha esportato merci e servizi per più di 500 miliardi di euro, un impatto fortissimo sul PIL.
Questa vocazione si può esprimere soprattutto grazie all’eCommerce, strumento attraverso il quale le aziende possono vendere con facilità all’estero, raggiungendo il pubblico oltre i propri confini.
“Shopify opera in oltre 175 Paesi: questa capillarità consente di tastare il polso dei mercati e individuare con buona approssimazione dove l’interesse per l’export è più alto“.
Per comprendere con più concretezza la vocazione all’export del Made in Italy, Paolo mi ha fornito alcuni numeri: nel 2021, il fatturato complessivo dei merchant Shopify nel mondo è stato di 175 miliardi di dollari nel mondo, di cui ben 25 miliardi sono rappresentati dall’export; più del 14%.
In Italia, questa percentuale è doppia: nel 2021, gli export dei merchant Shopify, tra cui ad esempio Velasca, Alessi, Pittarosso, e Olivieri 1882, è stato del 27%, quasi il doppio della media globale.
“Siamo estremamente fortunati come “sistema Italia”: il valore del Made in Italy non è una “storiella” che ci raccontiamo fra noi. I settori delle “3 F”, Food, Fashion e Furniture, a cui mi sento di aggiungere il settore della Cosmetica, sono settori che hanno un appeal altissimo nei confronti degli stranieri, perché sono associati a valori intrinsechi come alta qualità, creatività, bellezza, fascino.
Molti merchant italiani fanno leva su questo “brand condiviso” e questo si riflette sui numeri: il 39% dei brand italiani presente su Shopify vende all’estero, ma stiamo facendo tanti investimenti per semplificare questo canale di vendita“.
Vendere all’estero non è “semplicemente” prendere un pacco e spedirlo (anche questa operazione ha una sua complessità) ma è riuscire ad attirare le persone verso il proprio sito, fare in modo che questo sia comprensibile ma anche localizzato correttamente, con le giuste valute e sistemi di pagamento differenti.
“Ogni mercato ha le sue specificità: se ho un prodotto che ha un ticket medio molto alto, per esempio, e voglio vendere negli USA, avrò bisogno di integrare un sistema di buy now pay later diffuso in quel contesto. Di contro, i merchant stranieri che vogliono vendere in Italia deve conoscere i metodi di pagamento utilizzati in Italia. Quello che fa Shopify Markets è proprio mettere a disposizione i metodi di pagamento nei diversi Paesi. Nel momento in cui sul sito di un merchant italiano arriva tanto traffico dagli USA, Shopify consiglia di aprire uno store in lingua inglese e quali sono i pagamenti da integrare“.
Un supporto quindi non solo di tipo tecnologico ma anche di insight sui singoli mercati con il chiaro obiettivo della semplificazione delle operazioni.
Chi sono i merchant italiani su Shopify
“Il merchant tipico italiano si sta evolvendo negli ultimi anni: all’inizio della pandemia, molti degli imprenditori che hanno iniziato a usare Shopify non avevano mai venduto online ma hanno colto l’opportunità per digitalizzarsi.
Attualmente, la piattaforma viene percepita come uno strumento che aiuta i piccoli ma permette anche i grandi di scalare il business. Anche aziende consolidate, come K-Way, Superga e Sebago, puntano alla semplificazione rispetto alle piattaforme proprietarie, che faticano a stare al passo con i cambiamenti continui che avvengono a livello tecnologico“.
La semplificazione appare il punto centrale: aziende come Pittarosso, che ha un business molto complesso con moltissimi negozi offline da coordinare con quanto accade online; oppure Alessi, che è un’azienda con 100 anni di storia e che proprio durante la pandemia ha effettuato il replatforming su Shopify. Ora vende in 30 Paesi.
“I merchant e i brand presenti sulla piattaforma, sono quindi uno specchio abbastanza fedele di quella che è l’economia italiana. Uno dei limiti della crescita all’estero di queste aziende può essere rappresentato dall’approccio alle lingue: non è più solo l’inglese lo scoglio per chi si propone a un mercato internazionale che non comprende soltanto Paesi anglofoni.
I nostri dati interni ci dicono con chiarezza che quando un sito è ben tradotto e ben localizzato, l’impatto sul G&B aumenta del 13% circa. Ovviamente, per merchant di tutte le fasce, l’impatto è enorme“.
Translate and Adapt garantisce questo margine di miglioramento semplicemente presentandosi ai potenziali clienti esattamente come si aspettano di trovare lo shop. Pensiamo infatti alle differenze che consideriamo minime, come quelle che ci sono tra l’inglese UK e quello americano o il francese della Francia e quello canadese. Queste differenze linguistiche permettono a chi compra di “sentirsi a casa”.
Proprio per questo, Translate and Adapt potrà avere un impatto ancora maggiore sul risultato di quei Paesi che hanno un basso indice di digitalizzazione e una scarsa conoscenza media dell’inglese (proprio come l’Italia).
“Oggi, con buona probabilità, chi inizia con l’eCommerce si affida a Shopify evitando i costi di una piattaforma proprietaria e l’impegno che in continuo aggiornamento delle integrazioni in-house comporta“.
Aspetto che risulta ancora più importante considerando che su Shopify le integrazioni sono implementate in tandem con le altre piattaforme, come Meta e TikTok, ad esempio, senza che i merchant debbano occuparsene. Le soluzioni ready to go permetteranno di essere pronti anche alle novità che riguardano il web3 e gli NFT.
Le novità per il mercato italiano
Una delle novità più interessanti per il mercato italiano è POS: è stato lanciato a ridosso dell’estate e chiude il cerchio dell’omnicanalità.
“Si tratta di un vero e proprio POS fisico che permette di gestire le vendite nel negozio fisico e ricondurle alle attività online. Shopify diventa così un sistema operativo per il retail, di cui l’eCommerce è una parte fondamentale“.
Siamo abituati a parlare di omnicanalità quando parliamo di grandi brand e grandi aziende, ma questa soluzione, che contribuisce ad abbattere il già flebile confine tra retail fisico e commercio online, consentirà anche ai piccoli merchant di essere presente su ogni canale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/shopify-le-nuove-funzionalita.jpg630998Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-11 11:30:232022-10-11 08:50:14Identikit degli italiani che vendono all'estero: i numeri di Shopify
Nutella compie 59 anni e presenta 59 nuovi vasetti in edizione limitata. Il brand, famoso in tutto il mondo per la sua inconfondibile crema al cacao e nocciole, da sempre ispira le persone a vivere il lato bello della vita. È proprio da questo insight che nasce la Limited Edition “Nutella Con Te”.
Una collezione speciale che racconta piccoli e grandi fatti accaduti nel mondo dal 1964 – anno di nascita del marchio – ad oggi. Cambiamenti storici che hanno arricchito le nostre vite, aneddoti per rievocare emozioni e forti ricordi.
I 59 vasetti raccontano viaggi, scoperte scientifiche, invenzioni e tante altre curiosità per offrire l’opportunità, soprattutto ai più giovani, di imparare e conoscere, decennio dopo decennio, alcuni dei fatti che hanno modificato, grazie alla loro spinta innovativa, la vita di ognuno di noi.
Nutella Con Te, una serie limitata
Dall’avvento della mail nel 1971 e della penna cancellabile nel 1981, fino all’arrivo del World Wide Web nel 1991 e degli smartphone nel 2007. I 59 vasetti di Nutella saranno disponibili, sui punti vendita di tutta Italia, a partire da questo mese.
I fatti della Limited Edition “Nutella Con Te” sono selezionati in collaborazione con ANSA. L’obiettivo è quello di raccontare le storie che hanno rivoluzionato i nostri stili di vita, mostrandoci che c’è sempre qualcosa di straordinario da “assaporare” e scoprire ogni giorno.
Anche la grafica dei vasetti è sviluppata creativamente traendo ispirazione dagli avvenimenti scelti insieme ad ANSA.
Ecco alcuni tra i barattoli più belli:
1969 – PRIMO UOMO SULLA LUNA
“Un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco balzo per l’umanità” Sono le 4.56 del 21 luglio 1969, ora italiana, quando Neil Armstrong diventa il primo uomo a toccare il suolo lunare, seguito subito dopo dal collega Buzz Aldrin, mentre Mike Collins rimane in orbita ad aspettare gli altri due astronauti per riportarli a Terra, con il mondo intero incollato al televisore per seguire la missione col fiato sospeso, gli occhi e il cuore nello spazio.
1977 – LA TV SI COLORA
“Da oggi per la televisione italiana finisce il periodo di trasmissioni sperimentali a colori e inizia quello delle trasmissioni regolari” Così le storiche presentatrici della TV hanno annunciato una vera rivoluzione: l’arrivo del colore nelle case degli italiani il primo febbraio del 1977, dopo 10 anni di rinvii, polemiche politiche e discussioni.
1983 – LA MUSICA CAMBIA FORMA
“La musica, in una nuova forma” Quest’anno cambia per sempre il modo di ascoltare la musica. Vengono, infatti, venduti 400 mila esemplari di CD, segnando l’inizio di una ascesa che vede la musica digitale superare il vinile sette anni dopo. Una lotta però, quella tra vinili e CD che ancora oggi non ha un vincitore.
1991 – NASCITA DI INTERNET
“World Wide Web, tre parole che ci rendono più connessi” È il 6 agosto del 1991 quando Dal Cern un informatico inglese mette online il primo sito, che parla del nuovo progetto, lo descrive e spiega come si usa. Vuole dar vita a una rete che cambi il modo di comunicare fra le persone, ma prima che la sua pagina venga visitata da un utente esterno al centro di ricerca svizzero passano 17 giorni.
2004 – NASCITA SOCIAL NETWORK
“Condividere e dire mi piace, non è mai stato così facile” Nate inizialmente per collegare fra loro gli studenti di Harvard, i social network nel 2004, quando condividere foto, pensieri, stati d’animo, notizie, interagire con gli altri in discussioni più o meno animate, creare una rete, sentirsi connessi con persone lontane, ritrovare amici persi da tempo, promuovere la propria attività o campagne sociali, diventa parte integrante della nostra vita.
2010 – BOOM DELLA LETTURA
“Un anno da best seller, quanti libri letti” Nel 2010, 26 milioni 448 mila italiani dai 6 anni in su – il 46,8% della popolazione – leggono per piacere almeno un libro. A fare la parte del leone i giovani, con la percentuale più alta, oltre il 59% tra gli 11 e i 17 anni, e un picco del 65,4% tra gli 11 e i 14 anni. Sono numeri che fanno di questo, l’anno del boom per la lettura con una predilezione per romanzi e libri di cucina.
2020 – L’ARTE ARRIVA A CASA
“Musei online, tutta l’arte in un click” Nel 2020 non solo le aste e le vendite sul web toccano numeri record, con il 67% del totale degli acquisti online, ma la stessa fruizione dell’arte ha nel web una nuova finestra sul mondo. Le gallerie virtuali si moltiplicano e consentono agli appassionati di visitare le opere preferite da casa, muovendosi solo con i tasti del computer o con il visore, e lo stesso concetto di arte cambia forma, arrivando a nuove forme espressive che rendono la intangibile come mai prima.
Una playlist Spotify per immergersi nel viaggio
Attraverso il QR code presente su ogni vasetto, sarà possibile approfondire la storia di ogni fatto selezionato sul sito di Nutella. Una vera e propria mostra digitale che gli utenti potranno scoprire anno dopo anno grazie ai testi realizzati dall’ANSA corredati da immagini selezionate dell’epoca.
Ma non finisce qui. Nutella arricchisce il viaggio alla scoperta di queste 59 storie grazie alla musica di Spotify, arriva una playlist sonora creata ad hoc per riuscire ad immergersi nell’atmosfera tipica di ogni anno.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/nutella-limited-edition.jpg10801920Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2022-10-11 08:55:162022-10-12 09:37:26Nutella racconta storie e scoperte dal 1964 ad oggi con una Limited Edition
Secondo il sondaggio IPSOS 2022, i giovanissimi inseriscono la sostenibilità al primo posto tra le 7 azioni prioritarie per il futuro.
Doxa ci fa sapere che l’80% delle persone intervistate in un sondaggio per Mindwork sostiene di aver manifestato i sintomi del burnout negli ultimi 12 mesi.
Da una recente indagine di Viewpoint di Dnv scopriamo che, sebbene il 79% delle aziende a livello internazionale affermi che Diversità e Inclusione sono ormai parte integrante della strategia di business, solo 6 organizzazioni su 10 ritengono che questo aspetto conduca a risultati migliori.
Cosa hanno in comune queste statistiche e le notizie della settimana?? Il comune denominatore è il cambiamento.
Cambiano le generazioni, cambiano le aspettative e il modo di vivere il percorso professionale e il bilancio vita lavoro (parola d’ordine: Quiet Quitting). Non ultimo, cambia il modo in cui vediamo il mondo e, di conseguenza le nostre abitudini di spesa.
Corriamo, almeno idealmente, verso un mondo in cui i brand rispettano il pianeta (come abbiamo scritto qui, è ormai indispensabile) lontanissimi da accuse di greenwashing. Intravediamo un futuro in cui le aziende e i marchi considerano l’inclusione un valore su sui puntare, invece di un mero strumento autopromozionale e anzi, celebrano la diversità come hanno fatto quelli di cui parliamo in questo articolo.
A volere più di tutti questo cambiamento ci sono loro: i giovani della Generazione Z. Siamo pronti a dare una mano?
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Le notizie della settimana: siamo attenti alla sostenibilità…
Un sondaggio condotto da Google per il mercato italiano mostra che la ricerca della parola “sostenibilità” è fortemente aumentata e il 31% delle persone pensa che, nello shopping, il fattore sostenibilità sia da preferire al design e allo stile.
Per questo, chiedono sempre maggiore trasparenza ai marchi.
Inoltre, le persone richiedono l’impegno delle aziende nella scelta di materiali che siano rispettosi per l’ambiente e nell’utilizzo di risorse energetiche green.
In questo cambio di direzione ha inciso molto la pandemia che, complice lo smart working, ci ha fatto passare per normalità il lavoro da casa senza alcun orario, obbligandoci a rispondere a mail o a messaggi anche nei week end, la sera o nei festivi.
Una ricerca di BVA Doxa per Mindwork evidenzia che l’80% delle persone intervistate ha avuto negli ultimi 12 mesi sensazione di sfinimento, distacco mentale e calo dell’efficienza fisica e lavorativa.
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Dagli omaggi a grandi personaggi, alle celebrazioni di eventi straordinari, all’esaltazione della vita quotidiana: quali campagne pubblicitarie ci hanno proposto i brand tra fine estate e questo rapido inizio autunnale?
L’occasione per migliorare la strategia social
Ninja Academy ha programmato un nuovo ciclo di webinar gratuiti per tutti coloro che vogliono mettere in pratica la teoria e farla funzionare. Segna in agenda il prossimo appuntamento:
Martedì 12 Ottobre ore 13:00
Content Creator: il lavoro del futuro? _____________ Se vuoi ricevere tutte le notizie ogni giorno, senza pubblicità, con il formato audio attivabile su Alexa e l’accesso a tutti gli articoli e i webinar PRO iscriviti a Ninja PRO Information.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/le-notizie-della-settimana.jpg6001200Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-10 10:36:462022-10-10 10:36:46Quiet Quitting, Elon Musk e Chiquita: le notizie Ninja della settimana
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