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Smart Rental Experience Auto

Il futuro del noleggio a lungo termine? Una Smart Rental Experience

I player del settore automotive si trovano faccia a faccia con una sfida tosta almeno quanto gli sfidanti che la lanciano: si tratta dei consumatori più giovani, i famigerati GenZ e la fascia “bassa” dei Millennials, per cui acquistare un’auto non sembra essere una priorità. La Smart Rental Experience è il futuro del noleggio.

Lo spiega molto bene un’indagine da Skuola.net, edutech che da più di dieci anni lavora a stretto contatto con la fetta più giovane della popolazione italiana, condotta su un campione di ragazzi fra gli 11 e i 30 anni: l’auto per i più giovani (il rapporto è 9 su 10, ben il 90%) non è più un desiderio, ma una semplice commodity.

In uno scenario dove il possesso viene snobbato da una fetta di pubblico, il noleggio a lungo termine si accredita come soluzione alternativa e credibile: ma perché per un GenZer noleggiare potrebbe esser più vantaggioso che acquistare un’auto?

Un dato su tutti può essere utile per rispondere alla domanda: la maggior parte degli intervistati nell’indagine di Skuola.net non considera più l’auto uno status symbol.

Solo il 2% infatti la indica come fattore di posizionamento sociale. E se non si ha un valore aggiunto in una società che si sta sempre più basando sull’immagine, perché possederne una?

Oltre a questo, il noleggio può aprire le porte a un aspetto più di tendenza agli occhi di un under 25, il “fattore elettrico”: per i più giovani, guidare un’auto elettrica sembra essere un’esperienza più accattivante e intrigante, intanto per come si configura proprio l’atto del guidare.

Il 41% indica la silenziosità del motore come qualità preferenziale rispetto al motore a scoppio, il 26% il comfort che caratterizza un’auto elettrica (tecnologicamente avanzata) mentre il 14% l’allestimento di bordo, ricco di optional.

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Smart Rental Experience avis

Non solo comfort alla guida ma anche sostenibilità ambientale.

La ZGen, fortemente e autenticamente attenta ai bisogni della Terra nelle proprie abitudini di consumo, sembra prediligere un’auto – quella elettrica – decisamente meno impattante sull’ambiente rispetto a un veicolo a combustione fossile. Favorendo la circolarità dei beni, il noleggio è intrinsecamente sostenibile: vale per l’abbigliamento, così come le auto.

Noleggiare significa produrre meno e valorizzare di più i beni: un comportamento che si inserisce nella preferenza dichiarata dal 62% degli appartenenti alla Generazione Z.

L’auto noleggiata è trendy ed ecologica quindi, ma non solo: c’è anche una motivazione strettamente economica a indirizzare le preferenze degli utenti. Per i GenZer noleggiare può essere una formula più attrattiva perché più economica: 4 intervistati su 10 affermano che possedere un’auto elettrica è trendy, ma che costa troppo.

La forte propensione per l’esperienzialità dei consumatori GenZ porta le aziende che vogliono essere competitive su questo target a ripensare i propri servizi come esperienze, personalizzabili e co-costruibili proprio dall’utente sulla base dei propri gusti e interessi.

Stiamo pur sempre parlando della Netflix Generation, quella composta dai consumatori abituati ad acquistare servizi a subscription e a sviluppare relazioni valoriali, per “affinità” con i brand.

Ne è consapevole Avis Budget Italia, leader nel settore dell’autonoleggio di medio e lungo termine con una delle flotte di veicoli “smart” e connessi più vasta al mondo. Guardando al futuro, Avis lancia una sfida – a sé stessa, al comparto del noleggio, agli utenti: come si configurerà la mobilità di domani? Come farà il tempo trascorso alla guida a diventare un’esperienza di viaggio accattivante per i GenZer?

La Smart Rental Experience è il futuro del noleggio

Smart Rental Experience Avis studenti

Per provare a capire come relazionarsi con questi nuovi utenti, anticipandone i bisogni e come progettare un’esperienza che li sappia deliziare, Avis con il supporto di The European House – Ambrosetti ha lanciato un progetto pensato per approfondire la conoscenza degli “Z-drivers”, gli automobilisti di domani: la Smart Rental Experience, una due giorni che ha visto coinvolto il management di Avis insieme ad alcuni formatori e sedici fra universitari e giovani professionisti, che hanno alternato momenti di brainstorming ade attività di guida su due circuiti da sogno: Lago di Garda e Val D’Orcia.

Scopo dell’attività era raccogliere spunti dai “driver del domani” per migliorare la customer experience del noleggio, permettendo ad Avis di capire come posizionarsi come vero e proprio abilitatore e facilitatore di un’esperienza di viaggio personalizzata caratterizzata, assistita e digitalizzata, a bordo di un’auto a noleggio.

Un ripensamento strategico e rivoluzionario che permetterebbe ad Avis di essere avanguardia in uno scenario dove al di là del “come noleggio” diventa importante intervenire sul “come” il cliente viva il proprio viaggio, influenzandolo positivamente sin dal ritiro e non limitandosi ad attendere la riconsegna del mezzo.

Ninja Academy ha partecipato, insieme agli studenti di master e lauree magistrali delle università Ca’ Foscari e Sant’Anna di Pisa e ai membri dell’associazione Marketers, alla Smart Rental Experience con un team di studenti iscritti a diverse edizioni del Master Online in Social Media Marketing e della Social Media Factory. I ragazzi hanno potuto mettersi alla prova sulle sfide reali di Avis e fornendo molti stimoli utili alla riuscita del progetto.

C’era da aspettarselo, ma gli Z-drivers hanno generato idee pazzesche.

Dalla valorizzazione delle stazioni di noleggio distribuite sul territorio come touchpoint relazionali alla digitalizzazione dei processi per rendere più fluida l’esperienza di chi noleggia permettendo di ampliare il ventaglio dei servizi aggiuntivi e personalizzabili offerti, e ovviamente enfasi sull’impatto delle nuove motorizzazioni (come i veicoli elettrici) sull’ambiente.

Smart Rental Experience studenti avis

Scrivendo il futuro del noleggio (e forse del mercato automobilistico)

Per il prossimo futuro, gli Z-drivers suggeriscono che il protagonista dell’esperienza di noleggio sarà la persona, le cui preferenze e interessi potranno essere intercettate e valorizzate dalle aziende attraverso processi digitali di raccolta dati e customizzazione dei servizi.

In questo, tutti i touchpoint online porteranno a definire un flusso molto fluido che non dovrà presentare alcun tipo di frizione (come definito prima, “Friction-less”), dove l’utente possa fissare il ritiro in stazione in maniera semplice e puntuale, pagando agevolmente in sicurezza e configurando le caratteristiche del veicolo di cui ha bisogno senza che vi siano limitazioni, allo scopo di sfruttare al massimo uno de punti di forza del noleggio, ossia la possibilità di attingere a un’ampia gamma di mezzi.

Come si può configurare un’esperienza “senza frizioni”?

Agendo sulla UI delle properties digitali, in modo che siano chiare e intuitive e sui canali di direct marketing come le newsletter, favorendo un flusso informativo non invasivo ma arricchente per l’utente.

Intervenire sulla personalizzazione dell’esperienza (che per il 52% dei consumatori influisce positivamente sulla preferenza d’acquisto) erogando contenuti altamente profilati e notificati nel momento giusto; infine, rendere i canali di relazione efficienti (come quelli di instant messaging) in grado di accompagnare l’utente in ogni step della propria esperienza di guida.

 Smart Rental Experience Avis

Questo percorso altamente profilante permetterà di erogare ovviamente servizi sempre più tailor-made, che Avis punta a far diventare leve attive per la fidelizzazione del consumatore: in altri termini, il bisogno di spostarsi per lavoro (per esempio in occasione di una trasferta o di un trasloco) o per piacere (un viaggio fuori città, una vacanza estiva) diventerà occasione per Avis di confezionare, come farebbe un partner della mobilità, un pacchetto che tenga conto del profilo dell’utente, progressivamente azzerando la standardizzazione del processo in favore di una relazione duratura.

In altri termini, fra dieci anni si punterà a noleggiare auto fornendo soluzioni di mobilità adattate sulla persona, e in cui chi offrirà l’auto assolverà un ruolo più ampio di affiancamento e facilitazione del viaggio.

Smart Rental Experience studenti avis

In tutto questo un ruolo importante lo giocheranno il fattore green e i veicoli a trazione elettrica, che come abbiamo visto si stanno già affermando come preferiti dai GenZer: in moltissimi che oggi trovano le auto 100% elettriche inarrivabili perché economicamente non vantaggiose da acquistare, potranno puntare sul noleggio per definire la bontà della soluzione di mobilità, nel caso valutare l’acquisto definitivo o magari preferire il noleggio in forma stabile.

Gli Z-drivers hanno idee a riguardo, ed è prezioso per le aziende cominciare ad ascoltarle.

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Corporate Entrepreneurship team

3 innovativi progetti di Corporate Entrepreneurship per ispirare le aziende italiane

La Corporate Entrepreneurship è molto più di un semplice approccio strategico di business. 

È il piano B di cui l’umanità ha bisogno per rispondere con successo alle sfide quotidiane. 

La Corporate Entrepreneurship è la promozione di idee, relazioni e scambi di creatività che porta la cultura imprenditoriale a un nuovo livello evolutivo.  L’imprenditorialità aziendale esce dai processi di management tradizionale e dalle quattro classiche mura delle organizzazioni. Per citare Charles Darwin, non è la specie più forte che sopravvive né la più intelligente, ma quella che meglio si adatta al cambiamento. 

Fino a qualche anno fa, molti di noi hanno creduto che la crescita e la produzione continua di beni e servizi fossero le uniche forze propulsive a garantire un benessere condiviso e un futuro roseo all’umanità.

Complice la pandemia e i drastici cambiamenti climatici, stiamo rivalutando le classiche idee di sviluppo del business a favore di approcci sostenibili. Proprio come quello della Corporate Entrepreneurship.

Che cos’è la Corporate Entrepreneurship?

Sebbene non sia un concetto totalmente inedito, oggi la Corporate Entrepreneurship ha guadagnato maggior slancio ed è ampiamente riconosciuta come una delle risposte concrete ad alcuni dei principali quesiti economico-sociali.

Tecnicamente l’imprenditorialità aziendale, o Intrapreneurship, è la creazione di nuove attività, prodotti o servizi dall’interno di un’organizzazione. 

L’obiettivo è soddisfare nuove esigenze di mercato, fino ad allora inesplorate, e generare nuovi ricavi per l’azienda, trovando la spinta imprenditoriale direttamente all’interno dei reparti R&D o tra le menti più brillanti che gravitano attorno all’azienda.

Esistono due modi distinti per applicare la Corporate Entrepreneurship. 

Il primo prevede che una società già affermata nel proprio settore sviluppi un’idea internamente, costruisca la startup per incubare il progetto di business all’esterno e successivamente riporti la startup sotto la propria ala protettrice. 

Nel secondo caso, l’azienda identifica la startup con cui collaborare (o da acquisire) in fase preliminare, quindi assimila l’attività nell’organizzazione più ampia.

LEGGI ANCHE: Forum HR 2021, le sfide del mondo del lavoro tra talk, tavoli tematici e streaming

Perché la Corporate Entrepreneurship è così importante

È molto semplice: i problemi organizzativi e di gestione non sono più questioni che si fermano ai bilanci e ai piani di crescita di società e organizzazioni. 

Le aziende hanno compreso di dover orientare le loro scelte d’impresa verso obiettivi condivisi in relazione all’impatto sociale e ambientale

Ciò significa che le organizzazioni cercano attivamente di risolvere i problemi sociali e ambientali come parte delle loro principali attività commerciali.

Corporate Entrepreneurship mondo

La Corporate Entrepreneurship coinvolge player e stakeholder desiderosi di apportare il loro sostegno in cause ambientali e sociali a livello locale e nazionale. L’obiettivo è quello di accelerare un cambiamento culturale globale per ridefinire le dinamiche di profitto e successo negli affari. 

In poche parole, costruire un’economia più inclusiva e sostenibile. 

Come generare un concreto impatto sociale grazie alla Corporate Entrepreneurship

Le aziende hanno ora una serie di modi per garantire che le loro attività forniscano un beneficio sociale o ambientale

Cercare di risolvere i problemi sociali e ambientali stabilisce un nuovo scopo per le organizzazioni e, nel farlo, queste aziende vogliono che le loro soluzioni siano come il faro che indica il porto sicuro alle navi.

Non proprio un gioco da ragazzi: scardinare le classiche dinamiche di business, soprattutto per le grandi organizzazioni che operano nel mercato da diverso tempo e secondo logiche ben precise, non è una passeggiata. Presuppone un cambio di mentalità.

Ecco che per intraprendere la strada della Corporate Entrepreneurship è necessario:

  1. ridurre l’incertezza comunicativa: il management e i responsabili devono assicurarsi che le loro idee siano riconosciute come opportunità. Hanno bisogno di divulgare la nuova cultura aziendale comunicando in maniera efficace con tutti i player e le generazioni coinvolte;
  2. promuovere le buone pratiche: le risorse (sempre più scarse) devono essere assegnate a idee sostenibili. L’incertezza comportamentale sorge quando le organizzazioni coinvolte nel processo non rivelano completamente il loro vero intento.
  3. allineare valori e obiettivi: come vengono condivisi i benefici della Corporate Entrepreneurship? La questione dell’appropriazione del valore, la commercializzazione internazionale, i prezzi di trasferimento e l’applicazione di schemi di incentivazione sono fondamentali tanto a livello individuale quanto collettivo. Gli attori del mercato devono sapere quali ricompense aspettarsi se ci si impegna in processi di innovazione sociale.

Storie di successo di Corporate Entrepreneurship: il caso Terna Ideas

Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale e il più grande operatore indipendente di reti per la trasmissione di energia elettrica in Europa, ha da tempo inglobato la promozione della cultura dell’innovazione nel proprio modello di business.

Il nuovo progetto lanciato lo scorso giugno dall’azienda guidata da Stefano Donnarumma è Terna Ideas, un programma di Corporate Entrepreneurship che ha offerto la possibilità ai dipendenti di mettersi in gioco vestendo i panni di un vero e proprio capitano d’impresa.

I progetti innovativi vincenti – B.I.G. Blu in Green, Rut e Samat – sono stati premiati il 13 dicembre, nel corso del pitch conclusivo dell’iniziativa che ha dato spazio alle idee imprenditoriali nate in azienda.

Alla giuria che ha valutato e scelto i progetti vincitori hanno preso parte la Presidente di Terna, Valentina Bosetti e l’Amministratore Delegato e Direttore Generale, Stefano Donnarumma, insieme al top management dell’azienda.

Corporate Entrepreneurship evento Terna

L’innovazione di Terna mette al centro le persone, valorizzando il loro potenziale e lo spirito imprenditoriale, oltre a creatività e competenze dei singoli, con l’obiettivo di promuovere una condivisione di spazi e momenti di crescita: una significativa evoluzione della cultura aziendale.

Con Terna Ideas non solo le persone hanno potuto proporre azioni concrete che permettono al management di esaminare nuove possibilità di business. L’obiettivo del progetto, infatti, è stato anche quello di generare una cultura d’impresa virtuosa, volta all’ottimizzazione della vita in azienda: mettere in campo idee innovative per generare opportunità di sviluppo sostenibile.

Le tre challenges di Terna Ideas per l’imprenditorialità aziendale

Nell’ambito del programma di imprenditorialità Terna Ideas, sono state identificate tre aree su cui i lavoratori hanno potuto focalizzare gli sforzi e ideare soluzioni concrete da trasformare in veri e propri percorsi di business.

La prima challenge, NexTerna Our Work Evolution, era dedicata al futuro del lavoro e alle nuove opportunità digitali per migliorare l’operatività delle persone che lavorano negli spazi di Terna. Creatività, sperimentazione, collaborazione e lavoro in team, ma anche green, mobilità, wellbeing. Questi sono i principi e i valori che hanno caratterizzato questa call di Corporate Entrepreneurship.

La seconda sfida, dedicata a Innovazione e Tecnologie per la Sicurezza sul Lavoro, puntava a sviluppare nuove soluzioni per la sicurezza e la salvaguardia della salute dei lavoratori. L’obiettivo in questo caso è stata la creazione di nuovi sistemi di controllo e monitoraggio degli asset aziendali senza impiego diretto di personale operativo. Terna si dimostra così all’avanguardia nella ricerca di soluzioni che assicurano la sicurezza dei lavoratori impegnati nelle quotidiane attività presso gli impianti e le infrastrutture di rete.

La terza area di intervento della Corporate Entrepreneurship, Market Solutions per la Transizione Ecologica, ha riguardato soluzioni per il raggiungimento degli obiettivi della transizione ecologica. Da promuovere verso il mercato o da integrare nella gestione del sistema elettrico, come mobilità ecologica, flessibilità ed efficienza energetica, Smart Grid, Operation and Maintenance e sensoristica innovativa.

Le idee di business vincenti sono state:

B.I.G. Blue in Green, che si propone di ideare, progettare e realizzare spazi di lavoro in un ambiente naturale, aperto e sostenibile, con postazioni singole e di team utilizzabili tutto l’anno, a prescindere dalle condizioni meteorologiche, a beneficio del benessere psico-fisico delle persone e della loro creatività e produttività;

RUT, progetto per aumentare ulteriormente la sicurezza del personale operatore di Terna, semplificando le attività di manutenzione delle infrastrutture elettriche, attraverso l’utilizzo di un dispositivo universale che rileva la presenza di tensione degli impianti;

SAMAT, soluzione per aumentare la sicurezza dei tecnici di Terna e ottimizzare i tempi di intervento grazie allo sviluppo di un sistema innovativo che, nelle operazioni di manutenzione delle stazioni elettriche, minimizza l’esposizione al rischio del personale coinvolto.

Corporate Entrepreneurship premio Terna

LEGGI ANCHE: Comprendere (davvero) l’Open Innovation: i 4 progetti di Terna a Maker Faire

Un successo superiore alle aspettative

La call di Terna Ideas è stata lanciata a giugno 2021 e si è chiusa il 22 agosto scorso.

Gli iscritti a Terna Ideas hanno partecipato individualmente o in team durante le ore di lavoro, selezionando un’idea e mettendosi in gioco attraverso le proprie competenze specifiche. La partecipazione è avvenuta tramite il supporto di una piattaforma dedicata, la creazione di room di incontro, chat di dibattito, momenti di confronto e scambi di visione per arrivare a dare forma all’idea e alla squadra proponente il progetto.

I numeri del contest di innovazione: 9 tappe organizzate per l’Innovation Roadshow sul territorio, oltre 1.000 partecipanti, 143 idee presentate, 14 idee promosse in fase di incubazione e 7 coach dedicati.

Il processo prevedeva una prima fase di incubazione per le 14 idee selezionate, uno step intermedio di process pitch nel quale sono stati individuati i 7 progetti finalisti e una nuova fase di incubazione per lo sviluppo delle idee giunte alla finale.

Il 13 dicembre si è tenuto il pitch conclusivo in presenza del top management di Terna, che assumerà il ruolo di investitore per le idee valutate come migliori.

Quali sono i benefici della Corporate Entrepreneurship promossa con Terna Ideas

Potranno nascere realtà imprenditoriali come startup o spin-off, si potranno depositare brevetti, stipulare accordi di collaborazione, potenziare gli assetti dei team, rafforzare eventuali competenze mancanti.

La Corporate Entrepreneurship promossa da Terna ha senza dubbio stimolato una dinamica di sviluppo interno non indifferente. Se è ancora prematuro quantificare gli impatti che il programma Terna Ideas avrà su servizi, processi e organizzazione del lavoro all’interno, senza dubbio la corporate ha capito come coinvolgere lavoratori e collaboratori in una grande azione di diffusione della cultura dell’innovazione, suscitando interesse, partecipazione al cambiamento in atto.

Senza dimenticare che il progetto Terna Ideas è stato selezionato e premiato nel corso di SMAU 2021, l’evento dedicato alle migliori eccellenze innovative del panorama italiano e internazionale che si è tenuto a Milano il 12 e il 13 ottobre 2021. Il “Premio Innovazione Smau” è il riconoscimento assegnato alle migliori imprese italiane che si distinguono per la propensione all’innovazione e si propongono come modello di cambiamento a cui fare riferimento.

Un riconoscimento che attesta il valore sociale e culturale dei progetti di trasformazione digitale, Open Innovation e Corporate Entrepreneurship che fanno parte della strategia di Terna.

Per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità attraverso l’innovazione, è necessario aprire strade e tracciare percorsi che richiedono solide capacità di sviluppo e una grossa percentuale di condivisione e sinergia con player come startup, università e centri di ricerca.

spot di natale 2021

Le pubblicità di Natale 2021 ispirano gentilezza. Ecco le 16 più emozionanti (secondo noi)

Ci siamo! Siamo arrivati al periodo più bello dell’anno, non solo quello dei regali ma degli spot commoventi e pieni di buoni propositi. Le pubblicità del Natale 2021 hanno raccontato i buoni sentimenti, l’amicizia, la gentilezza, il rispetto per le persone e attenzione verso il nostro ambiente.

Dopo un periodo passato in sordina, i brand sono pronti ad ispirare una nuova, vecchia condivisione, di sicuro più consapevole, di tutti quei momenti che ci fanno sentire parte di una comunità-famiglia.

McDonald’s UK – Imaginary Iggy

Agency: Leo Burnett

Matilda e il suo tenerissimo amico immaginario Iggy sono i protagonisti di questo spot che fa stringere il cuore. I due amici sono inseparabili e Iggy sostiene Matilda in ogni situazione. Fin quando però la bambina crescendo preferirà come compagnia quella delle sue amiche reali.

Ma la bambina che è ancora in lei tornerà a riscoprire, grazie ad una cena da Mc Donald’s, quanto affetto ancora prova per il suo amico con cui presto tornerà a passare del tempo insieme.

 

Coca-Cola – Chimney | Real Magic

Agency: DentsuMB UK

Qual è il regalo di Natale più bello? Quello di condividere momenti di gioia insieme. Lo sa Coca-Cola e lo sa il bambino dello spot che riesce a coinvolgere tutto il condominio nella costruzione di un camino gigante.

 

Amazon – Kindness, the greatest gift

Agency: Lucky Generals

Una ragazza, una come la maggior parte dei giovani, cerca di tornare alla normalità dopo due anni di pandemia. Affiorano però dei disagi: gli strascichi emotivi e sociali che ci ha lasciato questo duro periodo.

Ma abbiamo anche scoperto momenti di empatia che, come in questo spot, ci hanno fatto capire quanto la gentilezza sia comunque il regalo più grande. Pandemia o non.

Anche Amazon Prime Video presenta il suo film di Natale 2021, una storia di amicizia tra una iena che ama i programmi divertenti in tv ed il custode dello zoo. Agency: CYW Europa.

 

Deutsche Telekom – The Biggest Gift

Agency: DDB Budapest

Sembrerà che il bambino protagonista dello spot sia interessato solo ad un regalo più grande. Scopriremo con sollievo che ciò che in realtà aspettava era invece il più grande regalo.

 

Erste Group Bank – Christmas Ad 2021 #believeintomorrow

Agency: Jung von Matt DONAU (Vienna)

È dalle generazioni più giovani che abbiamo gli esempi più incoraggianti. Piccoli ma importanti gesti per imparare ad avere cura di noi e rispetto per il mondo. Per un futuro migliore per tutti.

 

Posten Norway – When Harry Met Santa

Agency: POL, Oslo

Sono state mosse varie critiche a questo spot. Noi lo troviamo coerente in una società che sempre più abbraccia l’inclusività e che lotta contro ogni tipo di discriminazione. Il corto di Natale 2021, realizzato dalle Poste della Norvegia, richiama la legge che ormai da 50 anni condanna l’omofobia nei paesi scandinavi, promuovendo i diritti LGBT.

E così anche Babbo Natale, libero di innamorarsi di chi vuole, sceglie di passare le festività con l’uomo che ama lasciando al servizio postale il compito di consegnare i regali natalizi.

 

Absolut Vodka – Absolut Carols

Agency: VMLY&R

La vodka svedese invece stravolge alcune tradizioni. Per un Natale ironico e tutto digital, Absolut ha raccolto durante l’anno i tweet più originali e li ha trasformati in testi, intonandoli alle note della più famosa Carol of the Bells. Certo non ispira gentilezza, ma la simpatica raccolta dei 25 ritornelli Absolut Carols è ascoltabile su Spotify.

LEGGI ANCHE: Natale 2020: ecco gli spot più coinvolgenti di questo strano anno

Cinque campagne tutte italiane

H48 Natale

Agency: H48 Milano

Per le agenzie pubblicitarie, il Brief di Natale è un avvenimento drammatico. Un’operazione a cuore aperto in cui gli specialisti cooperano per la buona riuscita del progetto del cliente. Una lotta contro il tempo, in loghi più grandi del pixel umano e minacciati dalla scure della deadline. Riusciranno i paladini della comunicazione a farcela? L’imprevisto è dietro l’angolo, come anche il provvidenziale intervento del primario-CEO che insegna che una semplice intuizione può essere la giusta soluzione.

Lo spot dell’agenzia H48 sostiene non solo i creativi prima delle feste natalizie ma soprattutto l’Ospedale Bambini Buzzi di Milano.

 

Pubblicità di Natale 2021: Yes Milano – Milano. It Changes More Than Just Your Look

Agency:  Wunderman Thompson Italy – Milano & Partners

Milano sa mostrare il meglio di sé, non solo perché è la capitale della moda. Lo racconta bene la città che, per Natale 2021, decide di raccontarsi anche attraverso la sua cultura, gli eventi, le bellezze caratteristiche, ed i suoi divertimenti. Sicura di rimanere nel cuore di chiunque, anche di Babbo Natale.

 

Rinascente – Finding Christmas

Agency: Wunderman Thompson Milano

Animazione e stop motion per questa favola tutta italiana, raccontata attraverso un viaggio tra gli iconici store Rinascente delle maggiori città.

Agency: VMLY&R Milano

Un altro video di agenzia per questo Natale 2021. Merry Briefmas è l’augurio per tutti quei pubblicitari alle prese con il Brief e il Debrief natalizio. Da una parte l’eroe creativo che si dimena tra idee, tasks e app. Dall’altra, l’antagonista-cliente che con tanto di font in Comic Sans intima la consegna dei lavori.

Il regalo più bello che i creativi sperano di ricevere da Santa Cloud è quello di spegnere il pc e rimandare tutto a dopo le feste.

Volkswagen – VW Service 2019

Agency: DDB Italia

Con il sorriso, una menzione va fatta anche a Volkswagen, anche se la sua campagna natalizia è del 2019. Molto simpatica e realistica, perché diciamolo…chi di noi conosce veramente le parole di Jingle Bells?

 

Aldi UK – A Christmas Carrot

Agency: McCann UK

Kevin la Carota è tornata per infondere lo spirito natalizio. E lo fa con lo scorbutico Ebanana, presumibilmente vecchio parente del Grinch, che mal sopporta l’atmosfera festiva. Babbo Kevin, che sprizza gentilezza da tutte le fibre, gli fa però cambiare umore, grazie ad un giro nei supermercati Aldi.

La pubblicità di Aldi per Natale 2021 è in collaborazione con Barnado’s, organizzazione che sostiene i bambini bisognosi di aiuto e che nel film si vedono giocare felici sottoforma di piccoli ortaggi.

Una curiosità: all’inizio dello spot si intravedono due agenti-limoni intenti ad arrestare un bruco. Bene, quel bruco è il tortino Cuthbert del supermercato Aldi, accusato di essere identico a Colin, dolce del competitor Marks & Spencer. In effetti…

 

John Lewis – Unexpected Guest

Agency: Adam&EveDDB

John Lewis impegna la sua pubblicità di Natale 2021 in un messaggio di amicizia e di riscoperta del vero sentiment di questo periodo. Empatia, gentilezza, condivisione. La gioia vera è nelle tradizioni, nel piacere di essere d’aiuto, donare un regalo, di condividere un’occasione speciale.

E l’occasione speciale nel film è quella tra Nathan e Skye, così diversi ma così uniti nell’emozione di vivere la magia del Natale, che sarà la nuova scoperta di una e la sincera riscoperta dell’altro.

Il tutto è ben infiocchettato dalla voce della giovane Lola Young, che interpreta una cover di Together in Electric Dreams di Philip Oakey e Giorgio Moroder, del 1984.

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Tesco – This Christmas, Nothing’s Stopping Us

Agency: BBH

Dopo lo scorso Natale passato in sordina, l’animo di un po’ tutti quanti, come di Tesco e di Babbo Natale con il green pass, è quello di riprendere a festeggiare, costi quel che costi. Speriamo.

Lego – Rebuild The World! Anything is Possible with LEGO

Agency: interna

Ancora una volta Lego celebra la creatività dei bambini e prende spunto dalla loro immaginazione, che è il motore per spingersi sempre oltre. Ed ecco che lo spot si trasforma in un viaggio animato attraverso i personaggi, le ambientazioni e le più belle costruzioni Lego.

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Influencer Marketing

Influencer Marketing Trends 2022, il mercato punta al Metaverso

Il panorama dell’Influencer Marketing continua a evolversi molto rapidamente, tanto che sono già online diverse ricerche che identificano i trend e le opportunità per il 2022.

Il 2021 si è rivelato essere un anno tanto impegnativo quanto decisivo nella consacrazione dell’Influencer Marketing, che si è riaffermato come strumento di comunicazione e presenza stabile nelle strategie per brand e aziende.

L’Influencer Marketing ha così creato nuove opportunità all’interno dei social media e in generale nel mondo della pubblicità e dell’advertising.

Influencer Marketing e comunicazione di brand

“Avete pensato di includere gli influencer nella vostra campagna marketing?”

Questa domanda è ormai diventata consueta in fase di briefing tra aziende, responsabili marketing e agenzie di comunicazione. Ormai da qualche tempo l’Influencer Marketing ha rubato la scena nel mondo digital.

Da quando nel 2020 brand e media buyer hanno ridimensionato i budget pubblicitari sui mezzi di comunicazione tradizionali, i social media sono diventati un canale leader che guida il pubblico alla scoperta di aziende e realtà imprenditoriali.

Creator e Influencer assumono sempre più rilevanza nelle scelte di consumo. Così come negli stili di vita e nelle decisioni di acquisto.

Un numero crescente di aziende sta spostando porzioni sempre più consistenti dei propri budget di marketing verso collaborazioni con influencer, content creator e profili rilevanti sui social media.

I dati pubblicati dalle principali agenzie che monitorano il mercato stimano che il valore complessivo dell’Influencer Marketing è più che raddoppiato dal 2019, passando da circa 6,5 miliardi $ a 13,8 miliardi $ in soli tre anni a livello globale.

Perché l’Influencer Marketing è diventato così popolare

Il modello dell’Influencer Marketing calza a pennello con un momento estremamente particolare della nostra storia.

Il passaparola analogico si è ormai definitivamente trasferito online: gli chef e i food blogger ci suggeriscono nuove ricette, mentre i make-up artist e i personal shopper ci danno consigli di stile e moda.

Questa è un’epoca in cui il pubblico è alla continua ricerca di ispirazione, di stili di vita alternativi e di risposte a tematiche sociali complesse e mai affrontate così apertamente.

Le persone cercano video tutorial, condividono contenuti in formato “wiki”, leggono reviews e si scambiano commenti su prodotti o servizi e gli influencer giocano un ruolo primario in questo panorama.

5 trend 2022 dell’Influencer Marketing

Chi si occupa di Influencer Marketing e vuole conoscere le tendenze che caratterizzeranno il mercato nel prossimo anno, ha a disposizione un documento prezioso e un webinar registrato che può fare al caso suo.

Territory Influence (TRND) ha prodotto uno speciale rapporto di Insights basato su un vasto campione scelto tra 10 Paesi europei.

Influencer Marketing Trend

Una serie di dati che aiutano brand e creator a farsi trovare preparati per il prossimo anno nel progettare e sviluppare strategie efficaci di Influencer Marketing.

Il rapporto su cui si basa il webinar di Territory Influence ha selezionato queste 5 macro-aree come particolarmente rilevanti per il mercato dell’Influencer Marketing.

  • Piattaforme e formati emergenti nei social media: il 75% del campione afferma di fruire contenuti in formato video-short più volte a settimana;
  • Trasparenza pubblicitaria: il 71% non crede che l’affidabilità di un influencer sia direttamente connessa con il suo numero di followers, perché chiunque può ottenerli;
  • Live events e Social Commerce: il 63% tende ad acquistare prodotti raccomandati e recensiti da influencer, specialmente quando combinano eventi live&post;
  • Collaborazioni che migliorano il mondo: il 76% pensa che gli influencer possano aiutare i brand a compiere azioni necessarie e condurre i loro follower al cambiamento;
  • Realtà virtuale e metaverso: il 44% si immagina nel metaverso, soprattutto se un/una influencer è connesso/a (più di 1 su 3).

All’evento live ha partecipato anche Ornella Sprizzi, CEO di Huuno, start up innovativa che si occupa di data science applicata al marketing e ai social media.

>> Scarica il PDF e la registrazione del webinar di Territory Influence, Influencer Marketing Trends 2022 <<

Una metodologia di ricerca ancora più precisa

In che modo i trend elaborati da Territory Influence si differenziano da quelli sviluppati da altre agenzie di settore?

Perché sono stati prodotti con la diretta partecipazione di creator, influencer e utenti social che hanno potuto confermare o smentire il “sentiment” attorno a questi scenari futuri.

Territory Influence, agenzia di Influencer Marketing a 360° appartenente al gruppo Bertelsmann, ha stilato la lista dei nuovi trend 2022 fondando i suoi scenari su ricerche accademiche e studi di settore basati sulla vita reale.

La lista è stata poi condivisa con più di 52.500 stakeholder in tutta Europa, attraverso le piattaforme locali TRND in UK, Germania, Austria, Francia, Svizzera, Spagna, Italia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Una base demoscopica di rilievo che offre uno spaccato molto più attinente alla realtà europea. Epurando eventuali dati provenienti da mercati statunitensi o asiatici, che falsificano l’analisi complessiva.

Metaverso e Influencer Marketing: focus sul futuro del mercato

Connettersi a un livello più propositivo, accorciare le distanze, mettere al centro della discussione argomenti che vanno oltre la classica promozione di marca.

Gli Influencer hanno cambiato il modo in cui i brand costruiscono relazioni e interagiscono con le persone. La pandemia ci ha insegnato quanto sia importante utilizzare nuove formule di comunicazione per raggiungere il proprio pubblico.

È così che l’Influencer Marketing ha ottenuto il dovuto riconoscimento. Secondo la recente ricerca svolta da Territory Influence, il metaverso sarà l’anello di congiunzione tra influencer e nuove generazioni di pubblico.

Dal momento che aziende e organizzazioni cercavano opzioni convenienti e di nicchia per raggiungere GenZ e Millennials, quale modo più immediato di raggiungere un pubblico estremamente connesso se non chiedendo il supporto di esperti comunicatori sui social media?

Influencer Marketing Consumer

Parlare al pubblico che frequenta le nuove piattaforme

Se c’è una costante che è possibile circoscrivere all’interno dell’Influencer Marketing questa è proprio il cambiamento.

Tenersi aggiornati su trend e possibili scenari di sviluppo decreta il successo di una campagna o di una strategia supportata dalla collaborazione con creator e influencer.

Ma c’è un punto di connessione importante che lega influencer e creator alle nuove evoluzioni su realtà aumentata e Metaverso: entrambi hanno un ruolo decisivo nella costruzione di un senso di comunità e relazione sociale.

Qualcosa che le persone cercavano già prima di sperimentare l’isolamento pandemico. Quest’ultimo non ha fatto altro che accelerare le dinamiche relazionali dell’Inflencer Marketing.

Quali sviluppi per gli influencer nel Metaverso?

Provate a immaginare una piovosa giornata di dicembre.

Vi svegliate, controllate il tempo fuori dalla finestra e, noncuranti del velo di tristezza fuori casa, indossate i vostri occhiali VR.

Il dispositivo vi chiede a quale tavolino volete fare colazione e leggere il vostro quotidiano preferito. In un prestigioso cafè nella piazza principale di una capitale internazionale? Dal bancone di un chiringuito che si affaccia sull’oceano?

L’inverno è là fuori ma lo spettacolo che si sta realizzando davanti ai vostri occhi ha dell’incredibile. Potete persino sentire il rumore delle onde del mare. Da qui procedete per una pedalata virtuale sulle Alpi o un po’ di footing a Copacabana e poi rientrare per una doccia (questa reale) giusto in tempo per la riunione di lavoro, rigorosamente in virtual meeting.

Pranzo condiviso con il consulente per gli investimenti nella stanza di lavoro virtuale, dove mostrate l’ultimo NTF appena aggiudicato all’asta e calcolate insieme lo scenario di rendimento futuro. Il consulente vi spiega come sta performando il resto del portafoglio e come si stanno comportando i vostri investimenti immobiliari digitali.

Se tutto questo può sembrare pura fantasia sci-fi da 2001 Odissea nello Spazio, circa 20 anni fa si diceva la stessa cosa di Facebook: un sito web che non avrà mai successo.

Oggi continua ad essere la piattaforma social più popolata al mondo. E non è un caso se Mark Zuckerberg abbia deciso di investire pesantemente sul progetto Metaverso.

Se un imprenditore visionario del suo calibro ha preso di mira il filone della realtà virtuale immersiva e aumentata, riattivandolo dopo anni di ibernazione tecnologica, ci sarà pure un motivo. Ecco perché influencer, creator, comunicatori digitali devono tenere orecchie e occhi ben aperti!

Uno dei campi di applicazione più interessanti al nuovo mondo digitale è il marketing e la creator economy.

Per publisher, media buyer e influencer saranno disponibili molti più dati di quelli odierni. Il targeting verrà ottimizzato a un livello ancora più preciso. Le informazioni tra pubblico, conversione e modalità di consumo saranno ancora più preziosi.

Perciò i brand si troveranno davanti a un bivio: creare i loro alter ego digitali oppure associarsi agli influencer che già popolano il Metaverso. E poter così contare su una discreta fan base al loro seguito.

>> Scarica il PDF e la registrazione del webinar di Territory Influence, Influencer Marketing Trends 2022 <<

Global Chip Shortage - copertina

Global Chip Shortage: cosa succede, i settori colpiti e le possibili soluzioni

L’industria globale è in grande sofferenza per la carenza dei chip che sta caratterizzando questo particolare periodo storico e ad aggravare questa situazione contribuisce la consapevolezza da parte delle aziende che al momento non si intravede una via d’uscita. 

La carenza globale dei chip iniziata a causa della pandemia da Covid-19 che ha colpito il mondo intero dura ormai già da più di un anno colpendo l’intero settore tecnologico e causando effetti nel breve e lungo termine a moltissime aziende e lavoratori.

In pratica, quello che si sta verificando è una produzione inferiore di chip da parte delle fabbriche produttrici, rispetto alla domanda di mercato fatta dalle imprese, ed è facile immaginare il disagio che tale carenza sta apportando, così come i danni per le imprese, a livello economico.

A rendere ancora più grave questa notizia, troviamo l’impossibilità di vedere una risoluzione di tale problematica nel breve periodo. Questa carenza di chip, sembrerebbe infatti destinata a durare ancora a lungo continuando a danneggiare molte imprese.

Perché si è verificata la carenza di chip

Durante i primi mesi della pandemia di Covid-19, le vendite nel settore automobilistico hanno subito un grande crollo che ha avuto una ripercussione sulle fabbriche produttrici di chip, che non ricevendo più richieste dalle aziende produttrici di auto hanno dovuto chiudere, interrompendo l’intera produzione dei chip.

Le uniche vendite nel settore tecnologico che durante la pandemia hanno subito un aumento sono infatti state quelle relative all’acquisto di PC, tablet ed elettronica di consumo.

Questo processo è legato al fatto che studenti e lavoratori hanno installato workstation a casa per studiare e seguire le lezioni a distanza e poter lavorare in smart working, ma anche dal fatto che le persone hanno consumato più contenuti multimediali in streaming rispetto al solito.

I settori colpiti dalla carenza di chip

Global Chip Shortage

Tra i settori tecnologici più colpiti dalla carenza di chip che stiamo vivendo in questo momento, troviamo il settore automobilistico ma anche quello dell’entertainment e nello specifico dei videogiochi.

Alcune delle conseguenze dirette di questa carenza di chip nel settore dei videogiochi è infatti visibile anche da questa serie di eventi che si sono verificati nel corso dell’ultimo periodo.

Tra questi troviamo:

  • la posticipazione di due mesi del lancio del PC da gioco portatile Steam Deck di Valve previsto per dicembre
  • la riduzione della produzione di PS5 da Sony che prevede una produzione di circa 15 milioni di console rispetto all’originaria previsione di 16 milioni di pezzi 
  • la decisione di posticipare l’uscita del palmare Playdate di Panic spostato all’inizio del 2022 rispetto alla fine del 2021 inizialmente prevista
  • l’annuncio del capo di Xbox di Microsoft, Phil Spencer che ha avvertito delle carenze affermando che i problemi di fornitura di Xbox dureranno fino al 2022
  • la revisione delle previsioni di vendita di Nintendo Switch da parte di Nintendo, per l’anno fiscale per cui si prevede un calo di 1,5 milioni a causa degli effetti della carenza globale di semiconduttori

Questo incerto periodo si è tradotto in nuovi scenari e trend per il settore automobilistico nel 2021 che rappresenta un altro dei settori colpiti da tale carenza, che oggi non è in grado di soddisfare la richiesta di mercato, perché per provvedere alla produzione necessita di forniture di cui non dispone a causa della chiusura delle fabbriche produttrici.

Una chiusura determinata dal calo della richiesta di fornitura ricevuta dalle aziende del settore automobilistico che durante i primi mesi della pandemia di Covid-19 hanno subito un crollo delle vendite vedendo scendere le vendite dell’80% in Europa, del 70% in Cina e di quasi il 50% negli Stati Uniti.

La crisi di questo settore, come degli altri, oggi continua a causa della carenza delle forniture e ad attestare tale crisi ci sono i dati sulle immatricolazioni in Italia che hanno registrato a settembre un calo del 32,7%, confermando un andamento negativo già attestato ad agosto dopo il -27,3% registrato e a luglio con il -28,1%.

La carenza di chip ha avuto un impatto enorme anche sull’economia degli Stati Uniti, ostacolando la produzione di auto e facendo salire i prezzi, così come in Francia dove il mercato dell’auto a settembre è sceso del 20,5%.

Cosa comporta la carenza di chip

La carenza di chip che stiamo vivendo, per quanto riguarda il settore gaming, è la causa della irreperibilità delle console di Sony e Microsoft di nuova generazione solo per fare un esempio.

A subirne le conseguenze troviamo anche colossi come Apple che non rimane indenne da disagi e cali del fatturato, pur avendo un approvvigionamento interno, che al momento permette di poter assicurare la consegna degli ordini fatti direttamente dal sito aziendale entro Dicembre. 

Ma le aziende legate alla produzione di console per videogiochi non sono le uniche a subire i disagi di questa carenza di chip, che avendo gravemente colpito anche il settore automobilistico, ha provocato delle decisioni importanti anche in questo comparto. Infatti già molte grandi case automobilistiche si sono mosse annunciando significativi rollback della loro produzione che non può proseguire finché la carenza di chip prosegue.

Anche qui i danni economici previsti sono alti, si prevede infatti una riduzione delle entrate previste per il 2021 di diversi miliardi di dollari in considerazione di alcune stime che vedono l’impatto sui volumi di produzione globale di circa 7-8 milioni di unità.

Chi è toccato dalle conseguenze della carenza dei chip

Ad essere toccati dalla carenza dei chip che prosegue ormai da più di un anno, non sono ovviamente solo i grandi colossi informatici, che si vedono mancare componenti essenziali alla produzione dei loro prodotti, ma sono anche i singoli lavoratori delle fabbriche produttrici di tali forniture, che a causa dell’annullamento della domanda di questi componenti da parte delle aziende, si sono visti improvvisamente mancare il lavoro, vista la chiusura obbligata delle fabbriche, che improvvisamente hanno perso i loro acquirenti.

Ad essere colpiti da queste vicissitudini che hanno paralizzato l’economia del Paese, creando notevoli problemi e disagi,  sono stati anche gli acquirenti di auto che si sono ritrovati a vivere la frustrazione dovuta all’impossibilità di poter acquistare un’auto a causa della carenza degli elementi necessari per la produzione.

Le possibili soluzioni per il settore automobilistico

Come spesso succede, a causa delle crisi si sviluppano nuove esigenze e nascono nuovi modi di adattarsi alla situazione. Infatti data la carenza di chip, le case automobilistiche sono sempre più obbligate ad imparare dalla situazione attuale per adattarsi e affrontare il futuro in modo più efficiente.

Nel settore automobilistico infatti un’indagine di Mckinsey ha individuato tre nuovi percorsi, attraverso cui è possibile vedere come molti OEM (produttori di apparecchiature originali) stanno prendendo in considerazione la progettazione interna, come soluzione alla condizione di crisi attuale.

Infografica Mckinsey

Infografica estratta da Mckinsey

 

Alcuni OEM hanno infatti già iniziato la progettazione interna di chip ottenendo grazie a questa scelta numerosi vantaggi, tra cui:

  • migliori prestazioni per algoritmi specifici
  • tempi di sviluppo più brevi
  • miglioramenti continui delle funzionalità

Un’altra possibile soluzione a questa crisi sembra inoltre provenire dall’Unione Europea che, secondo quanto annunciato, sta pianificando di affrontare il problema attraverso la legislazione, sperando di creare “sovranità tecnologica” di fronte alla carenza in corso.

Conclusioni

Non è ancora dato sapere quando questa crisi avrà fine ma è certamente evidente come oggi sia sempre più chiaro alle aziende come una produzione propria possa forse essere una soluzione per non incappare in problematiche simili in futuro.

Come spesso avviene infatti, dai momenti di crisi nascono nuove opportunità di crescita, e magari questa situazione potrà trasformarsi in un modo per efficientare un processo di cui gli aspetti problematici sono oggi più evidenti.

acquisti online per Natale i consigli di Pinterest

Come portare un senso di scoperta e gioia negli acquisti natalizi: i consigli di Pinterest

Così come le abitudini e gli stili di vita sono stati alterati drasticamente dalla pandemia, anche le priorità dei consumatori sono cambiate, sia per motivi economici che sociali e questo cambiamento influisce anche sugli acquisti online per Natale.

Quest’anno le festività sono più simili alla normalità, le aziende devono ripensare il modo di comunicare per soddisfare i nuovi bisogni del proprio pubblico. Quando si tratta di momenti stagionali, i social network sono il luogo ideale per i piccoli e grandi brand per implementare le proprie campagne poiché forniscono spunti utili su come e perché le priorità delle persone siano cambiate e cosa possano fare i brand per raggiungere e coinvolgere il proprio pubblico di riferimento.

I Ninja hanno sentito Adrien Boyer, Country Manager, Pinterest France, Southern Europe & Benelux per comprendere meglio la situazione e ricevere feedback utili sulle strategie per massimizzare il risultato degli acquisti online per Natale.

Adrien Boyer, Country Manager, Pinterest France, Southern Europe & Benelux

LEGGI ANCHE: Pagamenti digitali: perché sempre più italiani trovano vantaggioso pagare cashless

Come sono cambiate le priorità delle persone dopo la pandemia?

La pandemia ha sicuramente cambiato i comportamenti di acquisto e ha accelerato la crescita dell’eCommerce più di quanto ci saremmo mai aspettati. Quando si tratta di fare acquisti, le persone danno la priorità e si aspettano dai brand un’esperienza simile allo shopping nella vita reale.

Poiché l’eCommerce è diventato più importante che mai e i consumatori continuano a spostare i propri acquisti online, i retailer dovrebbero ispirare i consumatori e creare un’esperienza di acquisto che sembri più simile alla vita reale, portando un senso di scoperta e gioia.

I brand  e i retailer che hanno avuto successo hanno attuato strategie per ispirare gli acquirenti creando, di conseguenza, esperienze di acquisto digitale altamente visive.

acquisti online per Natale consigli di Pinterest

Man mano che le persone continuano a rivolgersi a Pinterest per fare acquisti, stiamo costruendo un luogo per fare un’esperienza di acquisto online, non solo per concludere una transazione di acquisto, ma un luogo in cui gli acquirenti possono trovare i prodotti che amano davvero e in cui rendere lo shopping interessante e piacevole.

Si può identificare un ipotetico profilo del “consumatore post-Covid” sugli acquisti online per Natale?

Sebbene la pandemia continui, quest’anno le vacanze sembrano molto diverse dall’anno precedente. La gente non vede l’ora di passare del tempo con la propria famiglia e gli amici.

Inoltre, le persone desiderano fare la propria parte per supportare le piccole imprese e sono tendenzialmente preoccupate dai ritardi che la crisi ha causato nelle catene di approvvigionamento.

Abbiamo quindi riscontrato che gli utenti si sono rivolti alle piattaforme per lo shopping natalizio prima rispetto ad altri anni: quest’anno le ricerche su Pinterest di regali di Natale hanno iniziato ad aumentare già ad agosto per settori come la casa, la bellezza e la moda.

A settembre abbiamo lanciato le nostre funzionalità di acquisto, che consentono ai Pinner di acquistare facilmente i prodotti che scoprono e di trarre ispirazione dai propri creator preferiti. Alcuni anni fa abbiamo lanciato anche in Italia la possibilità di caricare i propri cataloghi in modo che possano raggiungere il pubblico della piattaforma (in Italia di 19,5 milioni di visitatori unici mensili – Audiweb).

Rivenditori come IKEA e Leroy Merlin in Italia hanno caricato il proprio catalogo di prodotti su Pinterest nell’ultimo anno.

Rendendo il proprio inventario ricercabile come Pin su Pinterest, la piattaforma offre ai brand nuovi modi per raggiungere gli acquirenti con Pin di prodotto, annunci Shopping e profili aziendali dinamici.

acquisti online per Natale consigli di Pinterest - shop

Gli utenti di Pinterest sono particolarmente adatti a questo percorso perché arrivano sulla piattaforma con una mentalità aperta ma indecisa e spesso escono con una decisione di acquisto. Infatti, l’83% dei Pinner settimanali ha effettuato un acquisto in base ai contenuti visualizzati dai brand su Pinterest.

In che modo i brand possono trarre vantaggio dalle tendenze?

Gli utenti di Pinterest sono pianificatori.

In genere iniziano a cercare due volte prima delle persone su altre piattaforme. Raggiungendo gli utenti in anticipo quando sono alla ricerca di ispirazione, le aziende sono in grado di raggiungere i consumatori quando sono più aperti a diverse possibilità di acquisto.

Risulta davvero importante essere in grado di prevedere gli interessi degli utenti in base alle idee che le persone cercano. Queste tendenze sono molto preziose per i brand.

Ad esempio, il report annuale di Pinterest – Pinterest Predicts – ha supportato gli inserzionisti durante tutto il 2021: l’80% delle tendenze rilevate nel report hanno continuato ad aumentare durante tutto l’anno (Fonte: Pinterest, analisi delle ricerche in lingua inglese, globale, luglio 2019-2020 rispetto a luglio 2020-giugno 2021).

Un certo numero di brand ha creato campagne sfruttando le tendenze e i risultati, tra cui Dawn ha approfittato della tendenza in aumento “Sapori che stendono” e ha lanciato un pacchetto basato sul picco di ricette speziate. L’attività ha prodotto CPM più efficienti del 24% rispetto al benchmark Household (fonte Pinterest, analisi interna, agosto 2021).

Quali azioni, campagne o programmi possono intraprendere i brand per soddisfare le nuove esigenze dei consumatori?

Il consumatore di oggi è attento al modo in cui i brand creano una connessione con il proprio pubblico. Per soddisfare queste nuove esigenze, l’empatia e un ambiente positivo sono la chiave.

Nella strategia, i brand dovrebbero essere consapevoli del proprio pubblico, creando un messaggio che sia sensibile nei confronti delle situazioni personali dei consumatori, pur essendo aperto, onesto e umano.

I brand dovrebbero anche avere una rappresentazione corretta. Al di là delle basi della messaggistica “siamo tutti uniti”, i brand devono impegnarsi ponendo l’accento su inclusione e diversità in modo più coerente nella propria narrazione visiva, evitando una comunicazione superficiale e stabilendo una connessione reale con gli utenti.

Pinterest ha condotto una ricerca che indica che gli ambienti online positivi rendono le persone più propense a ricordare, fidarsi e acquistare dai brand presenti in questi spazi (fonte: YouGov, UK Adults and Monthly Pinners, agosto 2020).

Questa tendenza è già in atto da tempo, ma adesso è cresciuta in maniera esponenziale e le persone vogliono più responsabilità da parte dei brand. Infatti, il 70% dei consumatori in tutto il mondo è d’accordo: “I brand e le aziende che vedo mettere i loro propri davanti alle persone durante questa crisi perderanno la mia fiducia per sempre”.

Viewable Completion

Come migliorare la Viewable Completion dei tuoi video e renderli davvero efficaci

Si parla sempre più spesso di pubblicità digitale soprattutto in concomitanza con la futura scomparsa dei cookie di terze parti.

L’ecosistema pubblicitario dovrà trovare e sperimentare nuove soluzioni di targeting e monitoraggio dati.

Molti brand stanno spostando la propria attenzione su un modo sempre più consolidato ed efficace di fare pubblicità online: l’advertising video.

Gli annunci video digitali offrono agli inserzionisti ottime opportunità per la raccolta di dati, la visibilità del marchio, il targeting avanzato e la personalizzazione.

Grazie al tipo di formato, gli annunci video offrono agli inserzionisti opportunità uniche di coinvolgere e convertire i potenziali clienti meglio dei classici annunci, rendendoli il futuro della pubblicità digitale. Nonostante comportino un coinvolgimento maggiore di utenti, bisogna tener presente delle variabili importanti per comprenderne la reale portata e le potenzialità di conversione degli utenti in clienti.

Quando si fa riferimento alle campagne pubblicitarie video, gli inserzionisti e le loro agenzie media prendono principalmente in considerazione due indicatori di performance: visibilità e completamento.

Viewable Completion

Che cos’è la Viewable Completion

La visibilità dei formati video sui device mobile è un KPI fondamentale che misura l’efficacia di qualsiasi messaggio o contenuto veicolato tramite il formato video.

L’obiettivo è considerato raggiunto se almeno metà dei pixel del video sono visibili sullo schermo durante la riproduzione e per almeno due secondi senza interruzioni. La percentuale di completamento del video si riferisce alla parte del pubblico che visualizza l’intero video.

Perché la Viewable Completion è così importante

Ci sono diversi motivi per cui i video a volte non vengono realmente visualizzati dagli utenti. Possono ad esempio essere aperti su una pagina inattiva, o lasciati in fondo alla schermata.

Spesso prestiamo particolare attenzione. La nostra visualizzazione è quindi passiva e senza interazione perché non ne siamo coinvolti. Di conseguenza, iniziamo a scorrere la pagina per evitarli, specialmente da mobile. Lo scrolling è la vera sfida da affrontare da chi investe su questo tipo di formato.

Le campagne digitali di successo non devono interrompere l’esperienza di navigazione dell’utente in maniera invasiva. L’esposizione ripetuta serve, ma la sovraesposizione ha effetti negativi sulla performance dei brand.

Gli utenti rimangono quindi indifferenti di fronte al contenuto offerto e scorrono senza visualizzare cosa viene mostrato nel video. Infatti, secondo Integral Ad Science (IAS), leader mondiale nell’ad-verification, la visibilità media dei video sui dispositivi mobili in Francia è solo del 75,6%. Un rischio che va assolutamente evitato.

C’è un modo per risolvere questo problema?

TopRoll® by Sublime: la nuova generazione di formati mobile video

Sublime è un marketplace di formati alto impatto in grado di sviluppare e garantire una tecnologia innovativa che consente, per la prima volta, la diffusione semplificata, istantanea e settoriale di un unico elemento creativo, in modalità programmatica e nella vendita diretta.

La società ha sede centrale a Parigi e uffici nel Regno Unito, Spagna, Italia e Singapore. Distribuisce campagne multi-device in managed o programmatic in tutto il mondo, e dal primo settembre 2021 è diventata una company del gruppo Azerion.

Con la sua soluzione pubblicitaria che combina una tecnologia all’avanguardia a un approccio creativo, semplifica la delivery di formati premium e non intrusivi rispettando la user experience

Per soddisfare le aspettative degli inserzionisti e per cambiare la situazione del mercato, Sublime ha sviluppato da pochissimo un nuovo formato video mobile: il TopRoll®

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TopRoll® risponde proprio al problema della scarsa visibilità dei formati pubblicitari video grazie a una tecnologia brevettata all’avanguardia. È un formato video coinvolgente e non intrusivo che fornisce una user experience fluida e interattiva attraverso una migliore integrazione nei siti web dei publisher. Grazie alla sua nuova soluzione pubblicitaria, Sublime combina video Premium e visibilità totale.

Come funziona TopRoll® by Sublime?

La visualizzazione del video è semplice. L’annuncio in questione parte attraverso un banner video nella parte superiore della pagina, mentre un’icona invita gli utenti a visualizzare l’annuncio in modalità a schermo intero. Man mano che l’utente scorre l’annuncio, il banner si espande gradualmente fino ad apparire a schermo intero. Il banner poi diventerà più piccolo con lo scroll in senso inverso, offrendo così un’esperienza mobile non intrusiva.

Con questa nuova soluzione compatibile VAST e VPaid, TopRoll® mostra risultati mai raggiunti prima da un formato video outstream. Il tasso di visibilità sarà superiore al 90% con un completion rate pari al 70% e per una durata video di 15 secondi. In questo modo supererà di netto gli standard di mercato.

Il formato TopRoll® può essere costruito con qualsiasi risorsa video e ogni tipo di formato. Ciò consente ai brand di riutilizzare spot creati per la TV o anche video verticali progettati per i social media, oltre che garantire anche video in modalità orizzontale.

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Pagamenti digitali

Pagamenti digitali: perché sempre più italiani trovano vantaggioso pagare cashless

Negli ultimi mesi il mondo delle transazioni finanziarie ha conosciuto un’importante accelerazione verso i pagamenti digitali.

Se la digitalizzazione sta cambiando rapidamente le aspettative, i comportamenti e le abitudini delle persone e delle aziende, anche la pandemia ci ha messo il suo zampino.

Secondo una ricerca condotta da McKinsey’s, Il COVID-19 ha rafforzato la tendenza all’adozione del digitale nei pagamenti tra varie tipologie e cluster demografici.

Pagamenti digitali grafico

Una delle conseguenze che la digital transformation porta con sé sta proprio nelle nuove abitudini di pagamento. In Italia si sta gradualmente abbandonando l’uso del contante in favore dei pagamenti digitali.

Secondo un recente sondaggio Ipsos, il 63% dei pagamenti degli italiani avvengono attraverso soluzioni cashless.

La quasi totalità del campione esaminato (95%) utilizza le carte e un sorprendente 29% usa abitualmente i nuovi metodi di smart payment. L’80% di questi trova i pagamenti digitali più comodi, veloci e sicuri.

Pagamenti digitali grafico 2

A dominare sono in particolar modo le carte di debito e credito, che sono utilizzate da ben 1 italiano su 2; seguono gli smart payments (digital wallet e app) già adottati dal 29% della popolazione, con una curva di crescita potenziale stimata in ulteriori 6 punti percentuali (35%).

LEGGI ANCHE: Millennials e Gen Z: sì al contactless e ai metodi di pagamento innovativi

Pagamenti digitali, la situazione pre-covid

Non era tutto rose e fiori. Anzi, il quadro sembrava piuttosto sconfortante.

In base alle indagini condotte dal Team per la Trasformazione Digitale, una task force nata nel 2016 per costruire servizi più semplici ed efficaci per i cittadini attraverso prodotti digitali innovativi, l’Italia fino a qualche anno fa presentava statistiche allarmanti.

Assenza di trasparenza, corruzione e riciclaggio. Dal punto di vista dei pagamenti digitali, un Paese complessivamente arretrato e caratterizzato da una situazione di profondo digital divide e scarsa consapevolezza in merito a possibilità e buone pratiche sui trasferimenti di denaro online.

Giusto per avere il sostegno dei numeri:

  • solo il 24 % degli italiani nel 2018 utilizzava internet per accedere ai servizi pubblici (in questo caso il gap con la media Ocse del 57 % era ancora più rilevante);
  • tra i Paesi industrializzati, l’Italia era tra quelli che utilizzava più contante (205,7 miliardi di Euro nel 2018) e il 50 % della popolazione non aveva effettuato neppure un acquisto online nell’ultimo anno.

Rileggere oggi le statistiche contenute nel rapporto PricewaterhouseCoopers del 2020 lascia un senso di incredulità e stupore.

In Italia, fino a 2 o 3 anni fa, si continuava a guardare le transazioni digitali con diffidenza: qualcosa da evitare come la peste perché associate a truffe online e raggiri.

La percezione è decisamente cambiata e oggi i pagamenti digitali sono visti come un’opportunità.

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Lo sviluppo del progetto pagoPA e la rinascita dei pagamenti digitali

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deciso di prendere in mano la situazione e portare una ventata di freschezza e consapevolezza nel settore, avviando la costruzione della piattaforma pagoPA. Un primo passo verso il cambiamento.

L’obiettivo è quello di rendere più naturali, immediati e veloci per i cittadini i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione. Deve essere una cosa normale in ogni angolo d’Italia poter accedere tramite una semplice app a un servizio pubblico, risolvere una pratica con il proprio Comune in pochi secondi, pagare un tributo con un click. Il valore aggiunto di questo progetto è quello di portare in dote al sistema pubblico le best practices garantite dalle migliori energie del sistema di mercato privato. Si tratta di un vero e proprio cambio di visione, in cui i pagamenti digitali non sono più considerati come un problema da gestire o un costo da sostenere, ma come un’opportunità per l’intero settore pubblico.”

Queste le parole pronunciate da Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio al momento del lancio di pagoPA.

L’obiettivo era uno solo: semplificare quanto più possibile.

Ciò che prima risultava complesso e ostico al cittadino, sarebbe dovuto diventare rapido, diretto e conveniente. Anche uno dei gesti più comuni nell’arco della nostra giornata, come effettuare il pagamento di un bene o un servizio, è infatti qualcosa che può migliorare le nostre giornate.

Certo, esistono problemi ben peggiori nella vita. Ma gustarsi un aperitivo o una cena fuori dai soliti circuiti turistici e che accetta pagamenti cashless (senza dover andare alla ricerca di un bancomat) è diventato qualcosa che tutti noi desideriamo.

Così il Team per la Trasformazione digitale ha lanciato nel 2019 l’iniziativa Repubblica Digitale, un percorso di partnership tra pubblico e privato per guidare la popolazione verso un corretto utilizzo delle tecnologie e dei servizi digitali.

I risultati raggiunti da pagoPA

pagoPA è l’infrastruttura digitale di cui aveva bisogno il Paese per abbracciare definitivamente l’epoca dei pagamenti digitali.

Quando Governo e Pubblica Amministrazione promuovono azioni concrete per una transazione monetaria 100% trasparente, significa che i tempi sono davvero maturi. E che ogni cittadino può finalmente scegliere l’opzione più comoda e conveniente per pagare un servizio online, in modo semplice, chiaro e immediato.

Passando da circa 900 mila transazioni l’anno nel 2016 a oltre 14 milioni di transazioni e quasi 2 miliardi di euro gestiti nel 2018, pagoPA è oggi una delle piattaforme abilitanti in maggiore crescita in Italia. Nonché una delle colonne portanti sulle quali si regge la trasformazione digitale del Paese.

  • Dal primo gennaio 2019, più del 60% dei pagamenti di bolli auto in Italia è avvenuto tramite pagoPA;
  • Sempre più i Comuni che scelgono pagoPA per gestire in modo efficace il pagamento delle multe stradali.

Come specifica Giuseppe Virgone, CEO di pagoPA, quando le persone sono messe in condizione di pagare online, in modo semplice e intuitivo, preferiscono i pagamenti digitali al contante. Un dato di fatto che deve spingere le Pubbliche Amministrazioni a offrire sempre più servizi online.

Le garanzie e la sicurezza fornite dalla piattaforma pagoPA hanno convinto anche giganti come Enel X ad aderire al circuito virtuoso dei pagamenti sicuri e veloci.

I servizi di pagamento digitale forniti da Enel X

Enel X ha deciso di fornire un ulteriore valore aggiunto alle persone, semplificando le opportunità generate dal sistema dei servizi finanziari e di pagamento digitale.

Sfruttando le potenzialità dell’innovazione digitale e cogliendo le nuove opportunità in ambito legislativo, Enel X, attraverso la Fintech Enel X Financial Services,ha ideato una soluzione di pagamento fatta su misura per le esigenze quotidiane: Enel X Pay.

Enel X Pay offre la possibilità di pagare in modo semplice e immediato sia dal sito pay.enelx.com che dall’App (fino al 6 gennaio tutte le commissioni sono pari a zero), ma anche aprire un conto online con carta Mastercard abbinata gratuita e IBAN italiano, con cui gestire facilmente le proprie spese quotidiane.  Una colazione al bar, un acquisto online dall’e-commerce preferito ma anche avvisi pagoPA, Bollo auto, bollettini per le utenze di casa.

Pagamenti Digitali telefoni

LEGGI ANCHE: La partnership tra Tink ed Enel X per il digital banking

Oppure una cena tra amici, la classica divisione delle quote per un regalo di gruppo, il costo della benzina da saldare per un passaggio offerto. Basta calcolatrice, con il conto Enel X Pay fai tutto grazie alla funzione “Dividi spesa” presente in app.

Enel X Pay dice addio alle file e alle lunghe attese ai centri di pagamento. Tutto a portata di dito, in pochi tap e in maniera istantanea.

<< Scopri Enel X Pay: pagare diventa un gesto ancora più semplice e a rischio zero >>

A che punto è l’Influencer Marketing in Italia? Scopriamolo con questo report

Erano in molti ad immaginarsi un calo dell’attenzione sul settore, ma il report sull’Influencer Marketing di ONIM sfata immediatamente tale convinzione: continua la sua crescita sia in termini di numero di progetti realizzati che di budget.

Il 53,9% degli intervistati ha attivato progetti con creator e influencer, con addirittura un 37,3% di questi che hanno realizzato più di 10 campagne negli ultimi 12 mesi. Un dato che conferma la centralità acquisita dall’influencer marketing nelle strategie dei brand.

LEGGI ANCHE: Social Media Trends 2022: cosa devono sapere i brand per puntare al successo

report sull'influencer marketing

Si mantiene alto anche il livello di soddisfazione: il 67,5% si dichiara infatti da soddisfatto ad ampiamente soddisfatto dei risultati ottenuti.

Tra chi non ha realizzato progetti di IM i freni maggiori sono costituiti da limiti budget (47,9%) e mancanza di un team dedicato (39,4%).

Andando ad indagare gli obiettivi connessi alle campagne di influencer marketing troviamo certamente l’awareness (78,3%), da sempre tra le finalità più connesse a questo strumento, ma crescono obiettivi più concreti come incentivare all’acquisto (63,9%) o “maturi” come incrementare la brand reputation (47%) o rafforzare il rapporto con clienti e community (32,5%).

Il bacino di indagine del report sull’Influencer Marketing

485 professionisti, tra marketer ed esponenti di brand: ecco il panel profilato da cui nasce l’edizione 2021 del Report Brand & Marketer di ONIM (Osservatorio Nazionale Influencer Marketing). Un’analisi che si pone l’obiettivo di fissare un’istantanea fedele del suo utilizzo e, soprattutto, dare a chi opera nel settore insight utili a comprendere l’andamento dell’influencer marketing in Italia.

Una serie di chart nate dalle risposte a survey dedicati che indagano temi quali la soddisfazione, le attività, i canali utilizzati, la selezione e l’analisi dei risultati. Uno scenario ancora più “completo” grazie al confronto con i dati 2020, delineando così evoluzioni e possibili trend.

report sull'influencer marketing

Report sull’Iinfluencer Marketing: domina Instagram

Instagram si conferma il canale fondamentale per le campagne di influencer marketing, centrale per utilizzo e attitudine degli utenti (il 95,2% degli intervistati lo usa da spesso a molto spesso). Accanto ad Instagram crescono piattaforme come Twitch, ma soprattutto TikTok. La crescita dei dati relativi a quest’ultimo è davvero notevole: se un 43,4% lo utilizza a volte, un 26,5% va da spesso a molto spesso.

Un maggior utilizzo dell’IM e soprattutto delle risorse dedicate (il 53% degli intervistati aumenterà il budget nel prossimo anno) porta la necessità di un approccio più strategico e competenziale in tutte le fasi di progetto. Un cambio ben evidente nelle metodologie di selezione di influencer e creator. Aumenta infatti l’utilizzo di strumenti data-driven, portando un netto miglioramento nella valutazione dei profili. Il 53% dichiara di usare infatti tool dedicati mentre il 36,1% strumenti di social listening.

Resta, per molti, ancora diffuso un approccio meno verticale e connesso agli insight (es. il 24,1% che utilizza il passaparola per individuare influencer), ma è innegabile, anno su anno, una maggiore consapevolezza del mercato.

A conferma della centralità e dei budget importanti messi a disposizione dei progetti di IM c’è la tipologia di influencer maggiormente coinvolti. Se i micro-influencer restano i più utilizzati notiamo una crescita rilevante dei profili più “alti”: il 49,4% utilizza creator con una fanbase da 100.000 a 500.000 follower e, addirittura, c’è un 28,9% che attiva creator oltre i 500.000 follower.

report sull'influencer marketing

Lato misurazione a farla da padrone sono gli insight più “superficiali” come interazioni generate e audience raggiunta. Ancora limitato l’utilizzo di metodologie più complesse come l’analisi delle conversazioni online o l’impatto sulle vendite, metodologie che necessitano di competenze e strumenti dedicati non sempre a disposizione di tutti i professionisti che realizzano campagne di IM.

Calano gift ed esperienze gratuite

Il budget resta un punto sempre più chiave, vista la crescente professionalizzazione dei creator e, conseguentemente, il compenso richiesto per le loro attività: il 71,1% degli intervistati retribuisce da spesso a molto spesso gli influencer attivati.

Il pagamento resta per lo più connesso all’attività realizzata ed è economico. Calano gift ed esperienze gratuite dai dati del report sull’Influencer Marketing di ONIM.

Aumenta, ma resta comunque limitato, il ricorso a forme di retribuzione ibrida che prevedano una parte fissa ed una a performance, connessa cioè ai risultati ottenuti dal creator (16,9%).

“Un mercato che continua a crescere – dice Matteo Pogliani, founder dell’ONIM e partner di Open-Box in termini di volume di progetti realizzati e budget allocati, ma ancor di più nell’approccio e nella consapevolezza. Il report 2021 ci racconta, dati alla mano, la propensione da parte di brand e professionisti nel migliorare l’approccio all’influencer marketing e, conseguentemente, la necessità di avere team dedicati e strumenti ad hoc.
Un influencer marketing che amplia i canali utilizzati con Twitch e TikTok, ormai non più novità ma certezze concrete, e che si dimostra sempre più trasversale nella tipologia di progetti. Gli influencer passano dall’essere solo generatori di earned media a creator, co-creatori di contenuti brandizzati.”

Economia sostenibile

Economia sostenibile: le sfide che le aziende dovranno affrontare per un futuro migliore

Gli ultimi mesi hanno messo a dura prova chiunque e siamo consapevoli che, nei prossimi decenni, affronteremo ancora diverse sfide.

Tra le più complesse ci sono senza dubbio il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e le disuguaglianze sociali sempre più forti.

Queste crisi globali sistemiche non possono essere affrontate in modo isolato perché sono tutte interconnesse e i nostri sistemi economici non sono adatti a fornire un buon equilibrio tra obiettivi ambientali e sociali. Ecco che in nostro soccorso entra in gioco il concetto di economia sostenibile, che può indirizzarci meglio verso soluzioni più adeguate all’importanza di questi temi.

Le economie sono, in fondo, un insieme di regole e norme che premiano alcuni comportamenti e ne penalizzano altri.

Nella loro forma attuale, le nostre economie incentivano il consumo eccessivo, degradano i legami comunitari e danneggiano la ricchezza naturale. Questo schema non è immutabile e dipende dal modo in cui esse si sono evolute finora per funzionare. Per risolvere questi problemi bisogna spingersi verso una nuova visione: un futuro economico equo, sostenibile e verde.

Perché l’economia sostenibile rappresenta il futuro delle aziende

Un passo in questa direzione è rappresentato dalla Green Economy

La Green Economy è una visione alternativa per la crescita e lo sviluppo economico che supporta l’interazione armoniosa tra l’uomo e la natura, puntando a soddisfare i bisogni di entrambi.

Una componente significativa di una strategia green economy è quella di promuovere lo sviluppo e l’adozione di tecnologie sostenibili basandosi sulle relazioni interconnesse tra le persone e l’ambiente. Al di là del progresso tecnologico risulta necessario un adeguamento economico e sociale per ottenere un cambiamento tecnologico sostenibile.

economia sostenibile - ambiente

Un’economia ideale e sostenibile è quella che fornisce la maggior quantità di benessere generale con il minor uso di risorse e danni ambientali.

LEGGI ANCHE: La svolta sostenibile dei brand verso un’economia sempre più circolare

Sebbene un brand si definisca sostenibile quando ha integrato con successo questioni ambientali, economiche e sociali nelle sue operazioni commerciali, molte aziende che si considerano tali soddisfano non soddisfano del tutto questa definizione. Integrare la sostenibilità nel cuore strategico di un’organizzazione è un’azione a lungo termine e deve essere pianificata con attenzione. 

Cosa devono fare le aziende, così come la società, per diventare sostenibili? Per prima cosa comprendere a fondo le basi su cui operare questo cambiamento.

I pilastri della sostenibilità e dell’economia sostenibile

I 3 pilastri su cui si basa la sostenibilità, cioè soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai propri, sono:

  • l’economia;
  • la società;
  • l’ambiente.

Analizziamoli nel dettaglio.

Sostenibilità economica

La sostenibilità economica riguarda tutte quelle pratiche che supportano la crescita economica a lungo termine senza incidere negativamente sugli aspetti sociali, ambientali e culturali della comunità. Ciò, ovviamente, comporta che la crescita economica debba essere costruita sulla sostenibilità (e non contro di essa, come spesso accade).

Sostenibilità sociale

La sostenibilità sociale punta a garantire a tutti l’accesso a beni di prima necessità e il rispetto dei diritti umani. Significa anche fare in modo che i lavoratori non vengano sfruttati o discriminati.

Questi aspetti giocano un ruolo importante nelle catene di approvvigionamento sostenibili in cui i lavoratori vengono talvolta trattati in modo poco equo per massimizzare il profitto delle aziende.

Sostenibilità ambientale

L’aspetto della sostenibilità con cui la maggior parte delle persone ha familiarità è la sostenibilità ambientale: in poche parole, assicurare la salvaguardia delle risorse naturali evitandone il depauperamento in modo irreversibile.

Il modo in cui attualmente utilizziamo le risorse naturali non è per nulla sostenibile. I cambiamenti in questo settore aiuterebbero a proteggere gli ecosistemi globali e la biodiversità, a garantire acqua e aria pulite e a ridurre le nostre emissioni di gas serra.

Cosa possono fare i brand per migliorare e aumentare la sostenibilità nella propria strategia aziendale? Qualcuno si sta già muovendo in questa direzione.

Terna Start Up Procurement: sviluppo sostenibile grazie alle persone e all’innovazione

Terna è la società che gestisce la rete elettrica italiana.

Tra i principali operatori europei e mondiali di infrastrutture per la trasmissione dell’energia, l’azienda guidata da Stefano Donnarumma ha un ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica, per sviluppare e realizzare un sistema elettrico che in futuro dovrà essere ancor più eco-compatibile, efficiente, resiliente e sostenibile.

Le complessità della transizione energetica impongono nuove sfide e Terna, per gestire in sicurezza una rete sempre più complessa e articolata, con centinaia di migliaia di punti di generazione diffusi sul territorio, è chiamata a mettere in campo le soluzioni più innovative.

Nel Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’ la società ha dedicato oltre 900 milioni, sugli 8,9 miliardi di euro complessivi, proprio all’innovazione e alla digitalizzazione delle strutture e dei processi, con un approccio di open innovation, concreto e inclusivo.

Terna asset di rete elettrica - Economia sostenibile

In questo percorso rientra il progetto Start Up Procurement, un’iniziativa con cui l’azienda si impegna a collaborare con startup e PMI innovative per promuovere azioni finalizzate ad accrescere la sostenibilità per un cambiamento culturale nel territorio.

I pilastri della strategia di crescita individuati da Terna per garantire alle prossime generazioni un futuro green sono:

  • la sostenibilità;
  • l’innovazione;
  • la digitalizzazione.

Open Innovation e economia sostenibile

Terna ha scelto di puntare su progetti innovativi e sui trend tecnologici basandosi su un approccio di Open Innovation, cioè non facendo affidamento solo sulle proprie conoscenze, fonti e risorse interne ma condividendo e aprendosi alle competenze di risorse esterne, come startup e aziende dinamiche, per guidare l’innovazione e cooperare insieme.

Startup e Pmi innovative hanno caratteristiche peculiari ed è per questo che Terna ha avviato delle riflessioni sul processo di procurement creando un percorso ad hoc, che permettesse al gestore della rete elettrica nazionale di collaborare con queste realtà in maniera diretta ed efficace. È nata così l’idea dello “Startup Procurement”, con l’obiettivo di generare valore per l’ecosistema dell’innovazione, consentendo alle startup e alle Pmi innovative di accedere al mercato a condizioni che rispettino le rispettive peculiarità“, ha detto Marco Pietrucci, responsabile dell’innovazione di Terna. 

 Marco Pietrucci - Startup Procurement di Terna

Tracciando l’evoluzione dello scenario tecnologico, la società ha individuato i temi emergenti per il futuro del sistema energetico italiano, raggruppandoli in quattro cluster distinti:

  1. Digital, per far fronte alla crescente necessità di tecnologie digitali per soluzioni intelligenti di gestione dell’energia e della potenza;
  2. Advanced Materials, in quanto la necessità di ridurre l’impatto sull’ambiente richiede materiali eco-compatibili;
  3. Energy Tech, attraverso l’impiego di tecnologie più efficienti e green che guidano l’evoluzione del mercato energetico;
  4. Robotics, in quanto l’automazione consentirà l’offerta di servizi su vasta scala ad una popolazione crescente.

Collaborando con le diverse realtà, l’azienda vuole abilitare un cambiamento: dialogare con le startup per trovare insieme soluzioni efficaci alle sfide della transizione energetica.

“Con il progetto Startup Procurement, Terna ha voluto cambiare approccio, puntando a sviluppare iniziative con iter di gara snelli e veloci. Un approccio che definisce una nuova modalità di collaborazione e che sarà in grado di stimolare sinergie più efficaci con le startup per abilitare i propri progetti di open innovation”,  ha sottolineato Marco Pietrucci.

LEGGI ANCHE: Un futuro alimentato da energia pulita, con Open Innovation e analisi predittive

La sostenibilità riguarda tutti

Economia Sostenibile - ambiente

Un’economia sostenibile e inclusiva è un’alternativa necessaria al modello economico dominante di oggi, che esaspera le disuguaglianze, incoraggia gli sprechi, innesca la scarsità di risorse e genera minacce diffuse per l’ambiente e la salute di tutti noi.

Mahatma Gandhi una volta disse, “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, ed è questo che dovremmo fare tutti per approcciarci a una vita più sostenibile non solo per noi stessi, ma anche per chi verrà dopo di noi.