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quiet quitting al lavoro

Il Quiet Quitting non è (solo) lavorare meno, ma lavorare meglio

La domanda alla base del fenomeno Quiet Quitting è: lavorare tanto sacrificando la propria vita privata per ottenere di più dal proprio lavoro o lavorare il giusto rinunciando a qualche promozione ma guadagnando in qualità della vita?

Il quesito, consciamente o inconsciamente, assilla tutti sin dal primo giorno di lavoro. Un dubbio che la Generazione Z sembra non avere, o meglio, su questo concetto sembra avere le idee molto chiare.

Infatti, stando agli ultimi studi di settore, le nuove generazioni di lavoratori non hanno dubbi nello scegliere di uscire dall’ufficio alle 17 per potersi andare a bere una birra con gli amici invece di fare degli straordinari per poter guadagnare qualche euro in più a fine mese.

Con questo esempio non vorremmo semplificare troppo il concetto che è alla base del Quiet Quitting, termine con il quale si descrive la nuova tendenza dei lavoratori di dare più peso alla qualità della vita privata rispetto alla crescita lavorativa.

LEGGI ANCHE: Cos’è il Quiet Quitting, la nuova fase delle Grandi Dimissioni

Da dove nasce il Quiet Quitting

Negli ultimi anni, anche con la complicità dei social, c’è stata sempre più la tendenza a sottolineare quanto fosse “alla moda” lavorare tanto, di notte, nei weekend, in aeroporto, durante le vacanze.

Farsi un selfie in spiaggia con un pc, oppure mentre facciamo colazione in un bar, o ancora mentre stiamo per prendere l’aereo per andare in vacanza.

A questa tendenza si contrappone quella del Quiet Quitting dove sparisce il concetto di lavorare sempre e ovunque, ed emerge la filosofia di lavorare il giusto per godersi la vita privata.

Una vera rivoluzione di atteggiamento lanciata soprattutto dalla Generazione Z e dai Millennial.

In questo cambio di direzione ha inciso molto la pandemia che, complice lo smart working, ci ha fatto passare per normalità il lavoro da casa senza alcun orario, obbligandoci a rispondere a mail o a messaggi anche nei week end, la sera o nei festivi.

quiet quitting e burnout

Proprio a questa situazione di intersezione costante e quotidiana tra vita lavorativa e vita privata il Quiet Quitting cerca di porre rimedio.

Quali sono gli atteggiamenti del Quiet Quitting

Questo nuovo approccio al lavoro, che potrebbe sembrare più teorico che pratico, si traduce in una serie di atteggiamenti quotidiani e in prese di posizioni chiare nei confronti di colleghi e manager.

Paula Allen, Global Leader e Vice-Presidente Senior di Ricerca e Wellbeing a LifeWorks li espone in maniera chiara.

Chi fa del Quiet Quitting la propria filosofia di vita decide di non rispondere alle mail o ai messaggi al di fuori degli orari di lavoro, decide volontariamente di non sincronizzare le mail lavorative sul proprio telefono e preferisce avere una seconda scheda telefonica dedicata esclusivamente al lavoro.

Un altro aspetto decisionale è quello di rifiutare attività o progetti che si discostano di molto dalla propria mansione per la quale si è stati assunti.

La Generazione Z, come accennato in precedenza, sceglie di andar via dall’ufficio all’orario stabilito da contratto e non si sente in obbligo di fare costantemente e quotidianamente degli straordinari.

Tutto questo porta automaticamente ad un altro risultato: quello di sentirsi emotivamente meno coinvolti negli obiettivi aziendali.

LEGGI ANCHE: La Gen Z compra solo da chi rispecchia i suoi valori. Ecco perché

Il problema del Burnout al tempo dell’iper connessione

La volontà espressa soprattutto dalle nuove generazioni di riprendersi in mano la vita è una risposta ad una condizione lavorativa che in molti casi è sfociata in malattia.

Una ricerca effettuata nel 2021 da BVA Doxa per Mindwork evidenzia che l’80% delle persone intervistate ha avuto negli ultimi 12 mesi sensazione di sfinimento, distacco mentale e calo dell’efficienza fisica e lavorativa.

quiet quitting - work life balance

Mentre il 44% del campione ha affermato che il sovraccarico lavorativo ha influito negativamente nelle relazioni famigliari, nelle amicizie e nella qualità del tempo libero.

A questi studi si aggiunge quello effettuato da Deloitte che evidenzia un altro espetto interessante.

L’87% del campione ha affermato di amare il proprio lavoro, ma di questo campione il 67% afferma ugualmente di essere stressato da questa situazione.

Un dato interessantissimo che fa cadere il mito del “se ami il tuo lavoro non lavorerai nemmeno un giorno della tua vita”.

Lavorare di meno non significa (molte volte) rinunciare alla crescita

All’interno di grandi aziende, ormai da anni, si va nella direzione del lavoro sostenibile, della settimana corta, del lavoro a progetto con orari flessibili.

Questo perché studi hanno dimostrato che lavorare meno, e meglio, significa ottenere risultati migliori per l’azienda e per la propria crescita personale (oltre a migliorare la vita privata). Trovare il giusto bilanciamento tra vita privata e carriera è il prossimo obiettivo di manager e lavoratori.

Quindi, dobbiamo iniziare a pensare al lavoro come strumento per migliorare il nostro tempo libero e non viceversa.

gallery di campagne geniali

+30 campagne geniali per trovare l’ispirazione

Meeting, riunioni e task. Se la noia della giornata in ufficio (o in remote working) uccide la tua creatività, stacca la spina e nutri la mente con questa selezione (in continuo aggiornamento) di campagne geniali e creative dei brand di tutto il mondo.

Siamo costantemente allerta su news e nuovi trend con l’ambizioso obiettivo di non perderci mai un aggiornamento: NFT, Metaverso, Blockchain e gli altri argomenti mainstream monopolizzano la nostra attenzione, riducendo al minimo l’ispirazione.

I nostri consigli? La giusta dose di formazione continua e una bella carrellata di annunci stampa e campagne super inspirational.

Enjoy!

#1. WWF – Extinction Can’t Be Fixed

Il messaggio dello spot di WWF è l’irreversibilità dell’estinzione. L’immagine mostra la vista aerea di un’officina meccanica, con il meccanico che lavora su un animale estinto e cerca di riportarlo in vita, proprio come fa con le automobili.

campagne geniali wwf

#2. Continental – Weather Forecast

L’azienda tedesca Continental, che produce pneumatici, ha realizzato un capolavoro pubblicitario con Weather Forecast. Con gli pneumatici a raffigurare la pioggia e il sole, Continental pubblicizzava la qualità dei suoi pneumatici in qualsiasi condizione atmosferica.

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#3. Chupa Chups – Ants

Questa pubblicità è stata utilizzata per promuovere i lecca-lecca sugar free e ha utilizzato le formiche, note amanti dello zucchero, per comunicare la validità del prodotto.

Nell’immagine, il lecca-lecca senza zucchero di Chupa Chups giace a terra e le formiche che lo evitano perché non lo trovano appetibile.

chupa chups - ants

 

#4 .San Francisco Department for Disability and Aging Services – End Ageism

In una campagna per combattere le discriminazioni legate all’ageismo, il San Francisco Department for Disability and Aging Services ha montato uno sguardo “anziano” su cinque volti giovani.

Su ognuno dei volti sono evidenziati i cinque attributi che non invecchiano mai. Tra questi, coraggio, intelligenza, creatività, leadership e passione.

ageismo campagne geniali

#5. Ricola – Make Sure Good News Sounds Like Good News

Una delle pubblicità più esilaranti della lista: presenta uno scenario in cui un ragazzo tossisce tra le presentazioni di una persona come “solo un’amica”.

Evitare un colpo inatteso di tosse non lascia spazio a fraintendimenti.

campagne geniali ricola

#6. Faber Castell – True Colors

Faber Castell ha lanciato una campagna per le sue matite colorate ed è… un capolavoro! Nell’immagine si vede la parte inferiore del corpo di un pesce che viene completata con una matita.

Il colore del pesce e della matita si fondono così bene che a prima vista non si nota.

faber castell true colors

#7. Ambev – Dirnk Repsnosilby

Puoi essere tanto ubriaco da non riuscire nemmeno a pronunciare il nome della birra da chiedere al bartender. Il messaggio è sempre lo stesso: il piacere del consumo dell’alcol deve essere gestito in modo responsabile. Dirnk Repsnosilby!

Alla campagna hanno partecipato tutti i brand di birra rappresentati, che hanno sostituito la propria immagine profilo sui social media con la versione “confusa”.

bahmbra

bud drink beer

corona

stella artois

 

 

#8. Tabasco Pepper Sauce – Volcano

Tabasco descrive la piccantezza della sua salsa con uno spot brillante. L’immagine dovrebbe essere un vulcano, ma invece di una roccia vulcanica con il fuoco in cima, viene utilizzato un volto umano. Il volto umano forma la roccia, con il fuoco e il fumo che fuoriescono dalle labbra.

campagne geniali tabasco

#9. Pedigree – Adopt

Pedigree non si limita a promuovere il suo cibo per cani e i suoi gustosi bocconcini per il migliore amico dell’uomo. Utilizza i suoi canali anche per promuovere i valori legati alla cura degli animali. Sebbene molte persone acquistino cani, l’adozione è un modo eticamente preferibile per portare un amico a quattro zampe nella propria casa: cani e umani stanno meglio insieme.

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#10. Nivea – Because Life Makes Wrinkles

La pubblicità di Nivea Men Active Age mostra una giovane ragazza che strattona la fronte di un uomo causando così le rughe. probabilmente, è la fotografia di un padre e della sua problematica figlia.

Preoccupazione e stress sono tra le ragioni per cui compaiono le rughe, ma il messaggio chiaro è che con le creme idratanti Nivea Men Active Age avrai comunque un aspetto fresco e giovane.

nivea campagne geniali

#11. McDonald’s – I’m Lovin’ It

Con I’m Lovin’ It, la famosa food company McDonald’s ha realizzato uno dei migliori capolavori pubblicitari dell’industria alimentare che non può mancare in una selezione di campagne geniali. Questa era incentrata sul tema dell’amore.

Quanto tempo ci hai messo per renderti conto che il ragazzo bacia un hamburger?

campagne geniali mcdonald

#12. FedEx – Neighbors

Anche la campagna pubblicitaria Neighbors di FedEx si colloca tra i capolavori della pubblicità. Lo spot mostra mappe continentali su due edifici, con due individui che si passano un pacco attraverso le finestre.

Per l’azienda, consegnare merci in diversi continenti è facile e veloce come ricevere qualcosa dal vicino di casa.

campagne geniali fedex

#13. Heinz Hot Ketchup – Sizzling

Heinz Hot Ketchup ha realizzato questa pubblicità per mostrare quanto sia calda e piccante la sua salsa. L’immagine mostra una patatina fritta in parte bruciata.

heinz campagna salsa piccante

#14. Ariel – Bright White

Ariel Bright White è un detersivo che lascia i capi bianchi puliti, così puliti da essere quasi accecanti (e, addirittura) non fanno ombra.

campagne geniali ariel

#15. Campagne geniali: Caschi Lazer Bike

Lazer Bike Helmets, il più longevo marchio di caschi sportivi al mondo, ha pubblicato questo spot per dimostrare quanto siano sicuri i suoi caschi. Nell’immagine si vede un motociclista coinvolto in un incidente, con la testa che è l’unica parte del corpo senza bende.

campagne geniali lazerbike

#16. Coca-Cola – Taste The Feeling

Coca-Cola ha realizzato una delle campagne pubblicitarie di maggior successo degli ultimi anni con Taste The Feeling. Taste The Feeling si è concentrata sui millennial, ritraendo diversi scenari di amore, amicizia e divertimento nelle bollicine di una bottiglia e di un bicchiere di Coca-Cola.

coca cola taste the feeling

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#17. IKEA – Need Space?

Un’altra brillante campagna pubblicitaria presente in questo elenco di campagne geniali è Need Space? Lo spot, realizzato per una scarpiera, mette in evidenza il problema della mancanza di spazio in casa per trasmettere il messaggio.

Nell’immagine ci sono due scarpe incastrate insieme, un paio di sneakers e una scarpa con il tacco alto. Le scarpe da ginnastica è infilata nella scarpa con il tacco per risparmiare spazio: è il problema che IKEA intende risolvere con la sua scarpiera.

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#18. BMW – New BMW M3

Un riferimento a un personaggio della cultura pop della DC Comics. La BMW M3 è stata commercializzata come auto per gli amanti della velocità con la dicitura “Un veicolo per veri esperti di velocità“. Quale testimonial più adatto del supereroe della DC Comics, The Flash?

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#19. Campagne geniali: Kamasutra – Kamasutra Condoms – Zip

L’atto dell’amore, con pochi giri di parole, anzi, nessuno. Kamasutra è leader nel mercato indiano dei condom e, grazie alla sua comunicazione fresca e diretta a un target giovanile, sta riuscendo a veicolare una piccola “rivoluzione sessuale” nel paese, contribuendo alla sensibilizzazione all’uso dei profilattici.

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#20. Colgate – Flossing Ad

Sebbene la frutta sia deliziosa, può essere estremamente fastidiosa per tutti i semini incastrati fra i denti.

Colgate ne è sicuramente consapevole e, senza bisogno di parole, l’azienda di igiene dentale ha realizzato questo spot semplice ma efficace. Immaginate un mondo in cui tutta la frutta sia priva di semi ! Ebbene, secondo questa pubblicità, questo è possibile, se avete sempre con voi una confezione di filo interdentale Colgate.

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#21. Campagne geniali: WeightWatchers

Tra le campagne geniali non può mancare quella di WW International, che ha pubblicato una pubblicità molto accattivante, come mostra questa immagine. L’annuncio mostra due porte con scale diverse. Una è piuttosto larga, mentre l’altra è molto stretta. Sulla porta larga c’è la scritta “ingresso”, mentre sulla porta stretta c’è la scritta “uscita”.

campagne geniali

 

#22. Le campagne geniali di WWF: More Horrifying

L’ecosistema mondiale è un elemento delicato e maltrattarlo può causare conseguenze devastanti per tutti gli esseri viventi.

Questo spot del World Wildlife Fund sottolinea che sì, gli squali sono pericolosi e possono costituire una minaccia per la vita umana. Tuttavia, la loro estinzione può avere un impatto negativo anche sull’uomo nel lungo periodo. Si interromperà completamente la catena alimentare, di cui ovviamente facciamo parte. Un messaggio molto potente.

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Sullo stesso tema, gli altri visual della campagna. Cambiano i protagonisti ma non il messaggio.

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#23. Ecovia – Stop the Violence

L’azienda messicana di trasporto rapido con autobus Ecovia ha ideato il seguente spot pubblicitario, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul divieto di inviare messaggi durante la guida.

Invece di fare quello che fanno molte aziende, cioè cercare di riprodurre la scena di un incidente d’auto, questo spot presenta la metafora che scrivere e guidare è l’equivalente della violenza. Lo spot sottolinea chiaramente che tutti abbiamo la possibilità di scegliere e che se teniamo gli occhi sulla strada, senza distrazioni, le strade saranno molto più sicure.

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#24. McDonald’s – Love Free Wi-Fi

Anche se gli hamburger sono la portata principale di ogni pasto di McDonald’s, la maggior parte delle persone concorda sul fatto che gli Archi d’Oro producono le migliori patatine fritte. Per questo, ha avuto senso creare un simbolo del wi-fi con le patatine per pubblicizzare la connessione senza fili gratuita in tutte le filiali.

Se parliamo di campagne geniali, non possiamo assolutamente escluderla.

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#25. Apple – MacBook 2007

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L’Apple MacBook 2007 è stato uno dei computer portatili più sottili mai prodotti. In una pubblicità di una rivista, il MacBook era raffigurato sottile come la pagina della rivista stessa.

Sullo schermo del MacBook nell’annuncio c’erano le parole “Ultra Thin”, che sottolineavano l’essenza dell’annuncio. Anche se in realtà il MacBook non era così sottile come raffigurato, ci si avvicinava molto.

#26. Campagne geniali: Sedex – Trust Us, We Deliver It Fast

Sedex è un’azienda di supply chain che promette consegne rapidissime. Puoi rompere un uovo, iniziare a versare il succo d’arancia e travasare l’amato pesciolino rosso: la consegna di padella, bicchiere e vaschetta arriverà in tempo.

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#27. Keloptic – See More Clearly for Less

Esiste un modo più semplice e diretto per comunicare che il tuo prodotto funziona alla grande?

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#28. Marevivo Italia – Stop Microfibre

Anche il lavaggio dei capi sintetici in lavatrice contribuisce a inquinare gli oceani, rilasciando milioni di microfibre di plastica che finiscono per riversarsi nei fiumi e nei mari, aggravando il problema.

La campagna di Marevivo Italia è davvero di forte impatto: per il mare ogni lavaggio è una tortura. L’invito è a lavare questi capi sempre a basse temperature e con cicli brevi.

campagna marevivo italia

#29. Advanced Sports Nutrition – What You Hide

Forse “mettere massa muscolare” non è l’unico modo per tirare fuori il nostro vero potenziale, ma il messaggio arriva chiaro: dacci dentro e allenati, puoi raggiungere risultati strabilianti. Advanced Sports Nutrition farà il resto.

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#30. FoxThe Simpsons – Predictions

In moltissimi anni di programmazione, è probabile che qualche previsione l’abbiano azzeccata. Certo, con alcune, i Simpson, il popolare show di animazione in onda su FOX, ci è andata proprio precisa.

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#31. IKEA – Real Life

Le famiglie sono al centro del business di IKEA: vecchie e giovani, tradizionali e moderne, famiglie nate per nascita o per scelta. Ma negli Emirati Arabi Uniti, IKEA affronta una sfida ancora più grande per essere rilevante per le famiglie, dato che la popolazione è altamente multiculturale.

Per dimostrare che il brand ha soluzioni per tutte le culture, IKEA ha ricreato le stanze delle serie televisive che tutti amano: l’ispirazione perfetta per vendere mobili connettendosi con un pubblico estremamente eterogeneo.

Il marchio svedese ha scelto tre iconiche family room della TV e le ha poi replicate utilizzando solo i mobili IKEA.

Un lavoro che ha richiesto la revisione di centinaia di pagine del catalogo IKEA e circa due mesi di lavoro solo per la scelta degli arredi più giusti.

Uno studio 3D ha infine riprodotto gli iconici salotti, dai Simpson a Stranger Things. Una citazione obbligata nella nostra selezione di campagne geniali.

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campagne geniali - ikea-families-1-2019

#32. Campagne geniali: Movistar – Fake Profiles

Molte, moltissime persone fingono di essere ciò che non sono. Se questo accade nella vita reale, quando a fare da filtro ci sono tastiere e monitor, i fake profiles riescono a diventare perfettamente credibili.

A farne le spese, come sempre le persone più ingenue o meno protette, come i bambini.

Occhi aperti!

campagne geniali movistar fake profiles 1

movistar fake profiles 1 - campagne geniali

movistar fake profiles 1 campagne geniali

festival del podcasting

Parte il Festival del Podcasting 2022: partecipa con lo sconto Ninja

La settima edizione del Festival del Podcasting, il primo evento in Italia dedicato al mondo dei podcast e del digital audio, si svolgerà dal 3 all’8 ottobre a Milano in presenza e online.

Nell’ultimo anno il numero dei podcast pubblicati in Italia è continuato a crescere e sono sempre di più i personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dei media che hanno lanciato un proprio podcast.

Le tecnologie per la distribuzione di audio on-demand hanno visto un sorprendente sviluppo nel momento in cui i podcast sono stati adottati dalle maggiori piattaforme di streaming audio sul mercato: Apple Podcast, Spotify, Google Podcast, Amazon Music e Audible.

Il trend positivo è confermato anche dai numeri del Festival, che si rivela un osservatorio privilegiato sul mondo del podcasting in Italia.

Grazie alla sempre crescente partecipazione di aziende, editori, professionisti ed esperti di podcasting e digital audio, la settima edizione del Festival durerà una settimana e andrà ad esplorare in modo verticale i temi più caldi del settore.

festival del podcasting - screenshot

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Il programma del Festival del Podcasting 2022

Lunedì 3 ottobre il Festival inizia online con una giornata dedicata alla creatività e alla creazione di contenuti.
Concept, format, scrittura o improvvisazione saranno i temi al centro dei primi interventi.

Martedì 4 ottobre sarà il giorno dedicato a produzione e sound design.
Si parlerà di ciò che è necessario per fare un podcast di qualità: dall’attrezzatura, registrazione, sound design e montaggio.

Mercoledì 5 ottobre gli incontri online si focalizzeranno su piattaforme e tecnologie di distribuzione mettendo a fuoco le migliori strategie di marketing per far crescere una podcast.

Giovedì 6 ottobre si parlerà di modelli di business e monetizzazione: dall’advertising al crowdfunding per capire quanto e come si guadagna con un podcast nel mercato italiano.

Venerdì 7 ottobre, l’ultima giornata online, sarà dedicata al branded podcast.
Parleranno sia le aziende che hanno scommesso sul podcasting per raccontare il proprio brand, sia i produttori ed
editori che hanno creato branded podcast di successo.

Sabato 8 ottobre è la giornata dell’incontro dal vivo dedicata a trend, ispirazione e networking.
Dai talk si capirà dove sta andando il podcasting e come cogliere le migliori opportunità.

LEGGI ANCHE: Ecommerce HUB sceglie Giffoni per lanciare i nuovi trend del digital retail

Partecipa con lo sconto dedicato ai Ninja

Anche noi Ninja saremo presenti al Festival del Podcasting con il nostro podcast di informazione quotidianaNinja Marketing PRO News: le notizie su Digital, Marketing, Social e Business da Ninja.it“.

ninja pro information al festival del podcasting

Puoi seguire l’intervento online mercoledì 5 ottobre alle 16.30: doppio appuntamento con Mirko Pallera, CEO di Ninja e il suo intervento “Ninja Marketing PRO News – L’economia digitale” e Alessio Galea, giornalista radiofonico e voce di Ninja Marketing Pro News sul tema: “Perché il linguaggio della radio può aiutarci a realizzare i podcast“.

Per partecipare all’appuntamento del 2022 dedicato al mondo dell’audio grazie a una promozione dedicata alla community Ninja è sufficiente acquistare il biglietto qui con uno sconto del 50%.

Acquistando il Biglietto Podcast potrai partecipare al Festival del Podcasting, da lunedì 3 a sabato 8 Ottobre 2022, dalle 9.00 alle 18.00.

La partecipazione sarà dal lunedì al venerdì completamente online e sabato 8 online o in presenza a Milano.

se usi le gif sei un boomer

Se usi le GIF sei un boomer, lo dice proprio Giphy

Se usi le GIF sei un boomer. È strano che un’azienda multimilionaria dichiari esplicitamente che la sua attività sta morendo perché è semplicemente “troppo poco cool” per sopravvivere al cambiamento.

Questa è però l’audace strategia che il motore di ricerca di gif, Giphy, ha adottato nei confronti dell’autorità di regolamentazione della concorrenza del Regno Unito, che sta cercando di bloccare un tentativo di acquisizione da 400 milioni di dollari (352 milioni di sterline) da parte del proprietario di Facebook, Meta.

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In un documento depositato presso l’Autorità per la concorrenza e i mercati, Giphy ha sostenuto che Meta fosse l’unica azienda in grado di acquistarla, proprio per questa sua peculiarità.

La sua valutazione è scesa di 200 milioni di dollari rispetto al picco raggiunto nel 2016 e, cosa ancora più importante, la sua offerta di base mostra segni di declino. “Ci sono indicazioni di un declino generale nell’uso delle gif“, ha dichiarato l’azienda nel suo documento, “a causa di un generale calo dell’interesse degli utenti e dei partner per questi contenutiSono passate di moda  e gli utenti più giovani, in particolare, le come “per i boomers” e “cringe”“.

Per sottolineare il punto, la documentazione di Giphy includeva link a diversi articoli e tweet che confermavano la sua ipotesi.

È vero che se usi le gif sei un boomer?

Il divario generazionale è reale“, afferma lo scrittore di cultura internet Ryan Broderick. “Le Gif sono estremamente datate. Non sono mai state facili da realizzare e non funzionano particolarmente bene sugli smartphone”.

Ora rappresentano fondamentalmente l’immagine che il vostro capo millennial usa su Slack, invece di quello che erano un tempo, cioè un tipo di immagine decentralizzata per comunicare su blog e bacheche. È piuttosto triste che la gif sia stata soffocata dalle grandi aziende, dalle leggi sul copyright e dai browser mobili“.

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La gif animata è stata inventata nel 1989, ha preceduto non solo gli smartphone e i social media, ma anche il world wide web. È esplosa in popolarità con l’avvento del web come il modo più semplice per aggiungere movimento a una pagina, ma ha perso lentamente terreno a favore di altri modi di mostrare le immagini che richiedevano meno larghezza di banda all’epoca.

La sua rinascita è avvenuta a cavallo degli anni 2010, in concomitanza con la crescita del social network Tumblr. Sebbene le gif non siano mai state pensate per sostituire i video, grazie a connessioni Internet più veloci sono tornate a essere il modo più semplice per condividere brevi clip, troppo brevi per avere un significato da sole, ma perfette per aggiungere contesto e colore ai post sotto forma di “reaction gif“.

I primi creator

All’apice del suo impatto culturale, creare, pubblicare e curare le gif sarebbe potuto diventare un lavoro a tempo pieno. I migliori creatori erano noti per la velocità con cui riuscivano a ritagliare momenti condivisibili da spettacoli televisivi o eventi dal vivo mentre andavano in onda, oltre che per la loro capacità di modellare il formato per mantenere alta la frequenza dei fotogrammi e bassa la dimensione del file.

Ma mentre i “postatori a tempo pieno” tenevano grandi archivi delle gif più utilizzate, accuratamente ordinate ed etichettate, per molti trovare esattamente quella giusta da usare in ogni situazione era una noia.

se usi le gif sei un boomer - screenshot di giphy

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La nascita di Giphy…

È questo il problema che Giphy ha cercato di risolvere quando è stata fondata nel 2013. Come “motore di ricerca per le gif”, l’azienda ha raccolto più di 300.000 gif da tutto il web, le ha etichettate e categorizzate e ha aiutato gli utenti a trovare esattamente quella giusta per ogni situazione.

Giphy è stato pensato a colazione con il mio partner nel progetto, Alex Chung, mentre riflettevamo sull’ascesa della comunicazione puramente visiva“, ha dichiarato il co-fondatore Jace Cooke in un’intervista del 2013 al Daily Dot. “Entrambi non riuscivamo a capacitarci di quanto fosse ancora complicato trovare e condividere le gif e pensavamo di poter fare qualcosa al riguardo“.

Ma la democratizzazione delle gif ha anche gettato i semi per la loro distruzione. “Che si tratti di design o di intenzione, gli strumenti di ricerca di Giphy hanno portato a una notevole monotonia nella cultura delle gif“, ha dichiarato Brian Feldman nel 2020.

Gli stessi principi che si applicano a Google sembrano applicarsi anche a Giphy: se non sei nei primi tre risultati, non esisti“.

…e il declino delle gif

I cambiamenti tecnici hanno aggravato il problema. Le stesse ragioni per cui le gif sono morte la prima volta non sono scomparse: la tecnologia produce file di grandi dimensioni con una scarsa qualità dell’immagine.

Anche se siti come Twitter e Facebook hanno integrato il supporto per la pubblicazione di gif, le hanno anche modificate, trasformandole in file video per visualizzarle in modo più efficiente sui dispositivi mobili. Ciò significava che gli utenti non potevano semplicemente scaricare una gif che vedevano e salvarla in seguito, il che ha ulteriormente appiattito la selezione disponibile.

Man mano che Giphy cresceva come azienda, al punto che il suo fatturato annuo è ora stimato in 27,5 milioni di dollari dagli analisti GrowJo, ha incontrato un altro problema: il copyright.

La risposta dell’azienda è stata quella di collaborare con i media per ospitare gif originali; oggi, nove delle 10 gif più popolari sul sito nel 2021 sono state pubblicate dall’azienda che le ha create, in una spinta di promozione incrociata per incoraggiare i contenuti virali.

ecommerce hub giffoni

Ecommerce HUB sceglie Giffoni per lanciare i nuovi trend del digital retail

Il 7 ottobre 2022 per i protagonisti del commercio elettronico è una data da segnare in rosso. Dopo due edizioni online, torna dal vivo Ecommerce HUB® l’evento pensato per i player dell’ecommerce che tra workshop, tavole rotonde e masterclass, nelle sale della Multimedia Valley di Giffoni, grazie alla collaborazione con Giffoni Innovation Hub, si confronteranno sui nuovi trend e sulle best practice del digital retail.

LEGGI ANCHE: 10 Tendenze eCommerce da seguire nel 2022

Un evento imperdibile per scoprire i dettagli della rivoluzione in corso nel mondo del commercio elettronico che, durante la fase pandemica, ha ripensato se stesso per soddisfare le richieste dei consumatori arrivando così a registrare una straordinaria crescita.

Ma anche un appuntamento in grado di offrire ai partecipanti la possibilità di formarsi, ampliare il ventaglio delle proprie competenze e allo stesso tempo fare networking.

ecommerce hub 2022 multimedia valley

Ecommerce HUB: tendenze e best practice nel digital retail

«Dopo due edizioni tutte online, siamo felici di annunciare il ritorno in presenza di Ecommerce HUB®. L’evento del 7 ottobre sarà l’occasione per confrontarsi sui nuovi trend del digital retail, dopo due anni di crescita straordinaria del commercio elettronico in cui le aziende hanno dovuto adattare in modo repentino i modelli di business alle nuove abitudini dei consumatori”, ha detto Alfonso Annunziata, co-founder dell’evento. “Quest’anno l’evento ospiterà oltre 40 workshop, tavole rotonde e masterclass con alcuni fra i principali player e professionisti del settore, in un intenso programma con al centro dell’agenda le nuove tendenze e best practices nel digital retail. Oltre alla parte formativa, sarà allestita un’ampia area espositiva e di networking, in cui le aziende avranno l’opportunità di incontrarsi e discutere».

alfonzo annunziata ecommerce hub

Sul palco tanti rappresentanti di importanti aziende dell’eCommerce come Shopify, DHL, Banca Sella, TikTok e Nexi.

Tra questi: Paolo Picazio Country Manager Italia Shopify, Davide Casaleggio CEO & Partner Casaleggio Associati, Vincenzo Cosenza Consulente di marketing, Mario Moroni, conduttore, autore e creatore di contenuti, Francesco Santoro, Responsabile Ecommerce Partnership Nexi, Lorenzo Pozzi, Strategic Partnership Manager TikTok, Paolo Iabichino Scrittore pubblicitario e direttore creativo, Andrea Degl’Innocenti, Direttore Ufficio Servizi Digitali alle Imprese & RTD di ITA – Italian Trade Agency, Ivano Di Biasi, CEO di SEOZoom e tanti altri (l’elenco completo è consultabile alla pagina https://www.ecommercehub.it/home-2022/relatori/ ).

LEGGI ANCHE: Shopify potenzia le soluzioni per vendere il Made in Italy all’estero

La Multimedia Valley di Giffoni, dove verrà presentato il tema “What’s Next?” e dove saranno consegnati premi 4eCom, si conferma polo innovativo e creativo in grado di incrociare domanda e offerta sul piano della formazione, dell’approfondimento, dello scambio e del confronto su temi che coinvolgono direttamente le nuove generazioni mettendole in contatto con i maggiori esponenti delle più grandi realtà imprenditoriali.

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Tavole rotonde, workshop e masterclass: un evento irrinunciabile per essere aggiornati sui nuovi trend dell’eCommerce Revolution e sfruttare le ottime possibilità di networking con i rappresentanti di importanti aziende del mondo digitale.

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Ci vediamo all’Ecommerce HUB!

walmart entra su roblox

Walmart entra in Roblox e punta sull’engagement dei più giovani

Walmart entra in Roblox con due nuove esperienze nel metaverso: “Walmart Land” e “Universe of Play“.

I mondi virtuali di Walmart sono rivolti ai clienti più giovani  e consentono ai giocatori di Roblox di collezionare merce virtuale, giocare con giocattoli e action figure, partecipare a concerti dal vivo, vincere concorsi di moda e altro ancora.

Si tratta della prima volta che il gigante della vendita al dettaglio testa i mondi virtuali, mentre continua a sperimentare nuovi modi per raggiungere la prossima generazione di acquirenti, la Generazione Alpha e la Gen Z, anche se Walmart non è nuova alle sperimentazioni; pochi giorni fa, ha lanciato l’applicazione per creare camerini virtuali e provare gli abiti direttamente a casa grazie all’intelligenza artificiale.

William White, chief marketing officer di Walmart U.S., ha dichiarato: “Questo è un altro passo per raggiungere i nostri clienti in modi inaspettati e nei luoghi in cui trascorrono il loro tempo. Siamo entusiasti di essere uno dei primi grandi rivenditori a farlo“.

Walmart entra in Roblox ma è già in buona compagnia

Tra gli altri rivenditori presenti su Roblox ci sono Nike con “Nikeland”, American Eagle Outfitters e Ralph Lauren. Tuttavia, il grande rivenditore Walmart sembra aver fatto l’investimento maggiore.

Penso che la presenza di Walmart in questo modo sia solo un altro esempio di come stiamo pensando al futuro, di come stiamo reimmaginando modi unici e innovativi per coinvolgere i nostri clienti“, ha aggiunto White.

A partire da Walmart Land, i giocatori di Roblox entrano in un coloratissimo parco divertimenti con una ruota panoramica a tema Walmart, scivoli, spiagge e altro ancora. L’isola ha la forma del logo Walmart con un centro a forma di cerchio e sei rami con temi e attività diverse.

Cosa si può fare nelle isole di Walmart su Roblox

Attualmente ci sono quattro spazi ancora vuoti e hanno cartelli con la scritta “Coming Soon!”. Walmart ha dichiarato a TechCrunch che le sezioni sono chiamate “isole” e che una sarà lanciata a novembre, mentre altre due saranno lanciate all’inizio del 2023.

Al loro arrivo, i giocatori  ricevono un cappello e possono visitare l’Hub Store per riscattare i gettoni per merce virtuale, come abbigliamento, accessori ed elettronica.

L’hub centrale è anche il luogo in cui un dirigibile lascia cadere i premi. Il timer per ogni lancio è visibile nella parte superiore dello schermo e c’è anche una monorotaia che porta i giocatori in giro per il mondo virtuale, dando loro una visione dall’alto di tutto lo spazio.

La “Casa dello stile” è invece una sezione all’interno di Walmart Land dove i giocatori possono mettere alla prova le loro abilità nel campo della moda: possono cimentarsi in attività come la “Sfida della manicure”, in cui devono abbinare i colori dello smalto, “Strike a Pose”, in cui devono copiare la posa di un manichino, e una cabina fotografica che permette  di provare abiti e scattare foto del proprio avatar. C’è anche un “percorso cosmetico a ostacoli” e una pista di pattinaggio.

Serie tv, spettacoli e concerti

A “Electric Island”, i giocatori possono partecipare alla sfida “Dance Off”, assistere a concerti dal vivo con artisti famosi all’Electric Fest” e persino giocare a Netflix Trivia, condotto dall’attore di “Stranger Things” Noah Schnapp, che interpreta Will nello show.

walmart entra su roblox metaverso

L'”Electric Fest” inizierà a ottobre, secondo quanto dichiarato da Walmart nel suo annuncio. Il 7 ottobre, il primo concerto in motion-capture vedrà la partecipazione degli artisti Madison Beer, Kane Brown e YUNGBLUD.

I giocatori di Walmart Land possono creare beat nel gioco “DJ Booth Remix” e saltare su una tastiera che suona note diverse a seconda del tasto su cui si salta., simile al trampolino di Spotify Island, dove i giocatori possono interagire con diversi suoni.

Uno spazio per i più giovani

Universe of Play è lo spazio destinato a giocatori più giovani. Presenta la popolare serie televisiva per bambini “PAW Patrol” e giocattoli come L.O.L Surprise!, Magic Mixies, uova di dino di “Jurassic World” e monopattini Razor. Anche Universe of Play avrà un dirigibile, proprio come quello di Walmart Land.

walmart universe of play roblox

Le sfide e le attività in questo mondo includono la caccia alle uova di dinosauro scomparse, l’aiuto della squadra PAW Patrol a trovare la gallina del sindaco Goodway, Chickaletta, la sfilata di moda L.O.L Surprise! e la creazione di un Magic Mixie.

 

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influencer marketing

Influencer Marketing: cos’è e come sviluppare una strategia efficace

L’influencer marketing è uno dei social media trend principali degli ultimi anni. È uno strumento indispensabile per i business che vogliono promuovere i loro prodotti e servizi.

Ma chi sono esattamente gli influencer? E che cos’è l’influencer marketing?

Se ne senti parlare da tempo, ma non sai esattamente quali benefici possa portare quest’attività, sei nel posto giusto al momento giusto!

influencer marketing cos'è

Influencer marketing: cos’è?

L’influencer marketing è una forma di marketing online che si basa sulla collaborazione tra un brand e un personaggio influente, finalizzata a far conoscere un particolare prodotto o servizio al pubblico. Generalmente, questa collaborazione prevede la pubblicazione di uno o più contenuti, come foto, video, blog post, in cambio di un compenso monetario, prodotti omaggio o altre forme di retribuzione, con l’obiettivo di ottenere visualizzazioni, commenti, condivisioni e conversioni.

Adottare strategie di influencer marketing per le aziende significa reclutare persone note sui canali di social media più conosciuti, per poter sponsorizzare in modo genuino un prodotto o un servizio che intendono vendere. In questo modo la “fiducia” riservata al creator viene trasferita al prodotto pubblicizzato, con la possibilità di aumentare la brand trust (fiducia nel marchio), incrementare la brand awareness (consapevolezza del marchio) e generare maggiori conversioni.

L’Influencer Marketing è la naturale evoluzione della pubblicità tradizionale: se fino a pochi anni fa le aziende spendevano importanti somme di denaro per accaparrarsi il VIP del momento (un attore, uno sportivo, un cantante famoso), al fine di utilizzarlo come testimonial per pubblicizzare un prodotto o un servizio sui media tradizionali (televisione, radio, riviste, cartelloni pubblicitari), in seguito all’esplosione del web i social media hanno acquisito sempre più potere, sostituendo i media tradizionali, quindi i blogger, gli youtuber e gli influencer hanno preso il posto dei classici testimonial.

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Ma, chi è nello specifico cos’è un influencer?

L’influencer è una persona capace di “influenzare” la percezione, e dunque il comportamento, della sua community attraverso la pubblicazione di contenuti sui suoi profili. Una persona che ha un seguito appassionato di persone che apprezzano le sue opinioni o che amano osservare quotidianamente il suo stile di vita.

Cosa fa un influencer? Come costruisce la propria autorevolezza? Postando, con regolarità, contenuti di qualità sui suoi canali preferiti e interagendo con utenti e followers interessati alle tematiche proposte. Le persone si fidano di lui, perché lo considerano un vero e proprio punto di riferimento.

Quando un influencer sponsorizza un prodotto, non appare come una vera e propria pubblicità nel senso tradizionale, ma piuttosto come una recensione indipendente e spontanea del prodotto.

I settori d’occupazione possono essere davvero vari: cibo (Food Influencer), moda (Fashion Influencer), bellezza (Beauty Influencer), forma fisica (Fitness Influencer), design (Design Influencer), viaggi (Travel Influencer)…e poi ancora lifestyle, wellness, auto & motori e moltissimi altri.

Gli influencer sono celebrità?

Quando si sente parlare di “influencer”, i nomi che vengono in mente più frequentemente sono Chiara Ferragni, Giulia de Lellis, Fedez. Ma attenzione… non tutti gli influencer sono celebrità! Tra di essi ci sono anche persone “comuni” che hanno saputo costruirsi una reputazione sul web e sui social media creando e condividendo contenuti online.

È possibile suddividere gli influencer, in base al numero di followers, in cinque categorie:

  • Nano-influencer: influencer di livello inferiore, che di solito operano nel mercato locale e sono caratterizzati da un numero ristretto di followers (tra i 1.000 e i 50.000).
    Nonostante questo, hanno un tasso di engagement medio del 5% (superiore a ogni altra categoria) perché sono considerati maggiormente genuini e sinceri. Qualche esempio: Luli (@ilmondodiluli), Chiara Losh (@loshgram), Martina Aiello (@_martina_aiello_).
  • Micro-influencer: influencer di secondo livello, che hanno un numero di follower leggermente maggiore rispetto ai nano-influencer (tra i 50.000 e i 100.000), ma interagiscono attivamente con i loro seguaci e sono ritenuti esperti affidabili e imparziali della nicchia di mercato in cui operano.
    Solitamente, fanno molta presa sulla Generazione Z ed hanno un tasso di engagement medio del 1,7%.
    Qualche esempio: Gloria Strabla (@gloriastrabla), Angela Isai (@angelaisai), Jessica Brugali (@jessicabrugali), Giulia Izzo (@giuls.izzo).
  • Mid-influencer: influencer di livello intermedio.
    Hanno un forte numero di follower (tra i 100.000 e 1 milione di follower), una base di fan dedicata e hanno già esperienza nel lavorare come ambasciatori dei marchi. Hanno un tasso di engagement medio del 1,4%.
    Qualche esempio: Sophie Codegoni (@sophie.codegoni), Teresa Langella (@teresalangella___), Cecilia Zagarrigo (@cecilia_zagarrigo), Giulia d’Urso (@giulia_durso), Chiara Rabbi (@chiara_geme) Giulia Valentina (@giuliavalentina), Tess Masazza (@tessmasazza), Giulia Gaudino (@giuliagaudino), Giorgia Crivello (@lacrivello)Valeria Angione (@valeriangione), Rametta (@_rametta), Valentina Barbieri (@valentina_barbieri), Asia Busciantella (@asiabusciantella), Giulia Paglianiti (@giuliapaglianiti), Michela Coppa (@michelacoppaofficial), Laura Comolli (@lauracomolli).
  • Macro-influencer: hanno tra 1 e 10 milioni di follower.
    Sono persone affermate che collaborano attivamente con brand e aziende per la promozione di prodotti.
    Comprendono sia celebrità di secondo livello, che esperti online di successo che sono partiti da zero, ma hanno scalato la vetta con la propria dedizione e costanza.
    Questa categoria è adatta per chi punta ad una clientela di livello nazionale, variegata e ha una discreta somma da investire. Hanno un tasso di engagement medio del 1,3%.
    Qualche esempio: Paola Turani (@paolaturani), Diletta Leotta (@dilettaleotta), Luca Vezil (@lucavezil), Valentina Ferragni (@valentinaferragni), Cecilia Rodriguez (@chechurodriguez_real), Valentina Vignali (@valentinavignali), Chiara Biasi (@chiarabiasi), Chiara Nasti (@chiaranasti), Veronica Ferraro (@veronicaferraro), Alice Campello (@alicecampello), Giulia Salemi (@giuliasalemi), Beatrice Valli (@beatricevalli), Ludovica Valli (@valliludovica), Andrea Cerioli (iamandreacerioli), Camilla Boniardi (@camihawke), Camilla Mangiapelo (@ma.pina).
  • Mega-influencer o celebrities: hanno oltre 10 milioni di follower. Si tratta di personaggi famosi e celebrità, generalmente arruolabili da brand e aziende con un budget importante da dedicare all’influencer marketing.
    Ad esempio: Chiara Ferragni (@chiaraferragni), Giulia de Lellis (@giuliadelellis103), Fedez (@fedez), Khaby Lame (@khaby00), Cristiano Ronaldo (@cristiano), Gianluca Vacchi (@gianlucavacchi), Belen Rodriguez (belenrodriguezreal), Michelle Hunzicker.

Come monetizzano gli influencer? 

Ancora oggi, dietro al termine “influencer” si cela un certo imbarazzo, forse perché la percezione comune del termine è ancora quella di qualcuno che è “pagato per postare foto e video” della propria vita. A differenza di quanto si possa pensare, però, diventare influencer non è così semplice. Ad oggi è un vero e proprio lavoro che richiede professionalità e costanza.

Un influencer, infatti, lavora tutto il giorno e tutti i giorni e per attirare l’attenzione delle aziende deve costruirsi un solido seguito sul web e un’ottima reputazione. Le caratteristiche che rendono un influencer una persona di successo sono: carisma, autorevolezza, competenza, capacità di coinvolgimento e persuasione.

Gli step che deve compiere un influencer per poter monetizzare:

1# Scegliere una nicchia che si allinei con la sua immagine e permetta di mostrare i suoi punti di forza.

2# Ascoltare il proprio pubblico di destinazione, per capire quali contenuti desidera vedere.

3# Pubblicare contenuti originali, di qualità, con una scadenza regolare.

4# Analizzare i risultati ottenuti nei diversi canali (numero di visualizzazioni, commenti, likes, retweets, condivisioni, link e click)

Quanto guadagna un influencer

L’Influencer viene pagato in base al numero di post sponsorizzati, all’entità dell’engagement generato e alle commissioni sui prodotti venduti.

Secondo una ricerca di Derev, ecco quali sono i prezzi medi degli influencer dal nano al mega testimonial fino alle celebrità:

1# Quanto guadagna un influencer su Facebook?

Facebook non è ideale per l’influencer marketing. Tuttavia, è possibile che qui si trovino influencer rivolti alle fasce di età più elevate. I compensi per Instagram oscillano da 50 a 250 euro a post per i nano influencer e da cinquemila a quindicimila euro a post per le celebrities.

2# Quanto guadagna un influencer su YouTube?

YouTube è il regno dei contenuti di qualità, dove l’utente pesa il valore (anche in termini di intrattenimento) di ciò che sta guardando. Le retribuzioni vanno da 500 a 1000 euro a video per i nano influencer, fino a 25mila / 50mila euro a video per le celebrities.

3# Quanto guadagna un influencer su Instagram?

Instagram è la piattaforma regina degli influencer professionisti. Il social basato sulle immagini e, più recentemente sui video, incentivati da story, IGTV e reel, ha una componente visual che risulta perfetta per le recensioni e il coinvolgimento del pubblico. Su Instagram si possono attivare praticamente tutti i tipi di collaborazione, per questo il compenso può variare significativamente non soltanto in base alla tipologia di influencer, ma anche sulla base del contenuto che questo deve produrre e diffondere. Le tariffe partono dai 50-250 euro dei nano influencer e arrivano fino alla fascia da 15mila a 60mila delle celebrities.

4# Quanto guadagna un influencer su TikTok?

Tik Tok è il social network più giovane di tutti è ancora in profonda evoluzione. Tuttavia, anche in Italia diversi brand hanno cominciato le proprie attività di comunicazione su questa piattaforma fatta di video e musica. Il compenso parte dai 50 ai 250 euro degli influencer con meno follower e arriva alla fascia dai 15mila ai 60mila di quelli con il maggior numero di seguaci. Esistono molti siti che possono aiutare a calcolare il valore economico degli influencer come influencer.co oppure Influencer Marketing Hub.

Influencer famosi: chi sono gli influencer italiani e stranieri più pagati?

Secondo la Instagram Rich List 2022 di Hopper HQ, una delle influencer italiane che guadagnano di più grazie a Instagram è Chiara Ferragni (nella classifica mondiale è 72esima, con un costo di 82.100$ a post).

L’imprenditrice e fashion blogger è seguita da Khaby Lame (con un costo per post di 81.000$) e Gianluca Vacchi (con un costo per post pari a 69.500$).

Per quanto riguarda gli influencer stranieri, invece, Cristiano Ronaldo ha il record con un $2,397,000 per foto. Al secondo posto Kylie Jenner con $1,835,000 e poi Lionel Messi con $1,777,000.

Ecco qui parte della classifica degli influencer più pagati all’estero:

influencer più pagati

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Perché sfruttare l’influencer marketing? I pro e i contro degli influencer

Sfruttare l’influencer marketing ha diversi PRO:

1# Consolidare la brand awareness

L’influencer marketing è una delle strategie più efficaci per potenziare la presenza di un brand sui social media. Ad esempio, in caso di lancio di un nuovo marchio, una campagna di influencer marketing è in grado di aumentare lo user generated content necessario per costruire e mantenere la web reputation del brand, anche in ottica SEO.

2# Raggiungere le persone giuste

Gli influencer possono coinvolgere il pubblico molto più di qualunque altra attività di advertising e la ragione è semplice: gli influencer vengono percepiti come autentici e affidabili da chi li segue. Questo ha come conseguenza la possibilità di raggiungere delle lead più calde, al contrario di quello che accade quando si visualizza una pubblicità più classica, dove il consumatore ha maggiori barriere sociali da abbattere per essere convertito.

3# Eludere gli AdBlock

Un altro vantaggio dell’influencer marketing è quello di “eludere” gli Adblock, perché di fatto si tratta di contenuti veicolati sui social media e non di campagne di advertising. In più, come abbiamo detto, gli influencer vengono percepiti come voci autorevoli e i loro contenuti non sono visti come mere campagne pubblicitarie.

4# Aumentare l’Earned Media Value (EMV)

L’EMV quantifica il ritorno sull’investimento (ROI) ottenuto dalle attività di marketing. Un EMV più elevato significa tendenzialmente che il brand sta ottenendo più menzioni social e costruendo relazioni più autentiche con gli utenti, il che può aiutare ad aumentare le vendite in modo considerevole.

5# Misurare i risultati

Le attività di influencer marketing sono misurabili e il traffico generato dalle campagne può essere monitorato e analizzato in ogni sua fase.

6# Ridurre i costi di marketing complessivi

L’influencer marketing permette di ridurre gli investimenti complessivi. Questo perché consente di avere accesso ad una libreria di contenuti di qualità e di valore, da poter riutilizzare all’interno del proprio piano editoriale, risparmiando tempo e denaro.

Ci possono essere anche dei “CONTRO” all’influencer marketing?

In linea di massima no, ma per questo sono necessarie una buona ricerca e una buona pianificazione a monte della propria campagna.

Influencer Marketing, quindi, funziona davvero?

Si! Il mercato degli influencer è in crescita costante da anni.

Questa rapida crescita non è casuale: l’influencer marketing è diventato uno degli strumenti più efficaci per raggiungere i propri consumatori in modo efficiente, creando una strategia che possa dare frutti sul lungo periodo.

Che possa essere uno strumento di comunicazione ideale per le aziende italiane, lo conferma anche l’edizione 2021 del Report Brand & Marketer di ONIM (Osservatorio Nazionale Influencer Marketing), un’analisi, condotta coinvolgendo 485 professionisti italiani.

Il 53,9% degli intervistati ha attivato progetti con creator e influencer, con addirittura un 37,3% di questi che hanno realizzato più di 10 campagne negli ultimi 12 mesi. Il 79,99% degli intervistati si dichiara da soddisfatto ad ampiamente soddisfatto.

LEGGI ANCHE: A che punto è l’Influencer Marketing in Italia? Scopriamolo con questo report

Il meccanismo che sta alla base del successo della strategia di influencer marketing è piuttosto banale: la riprova sociale.

Per comprendere le radici di questo assunto, dobbiamo chiedere aiuto alla psicologia e alla filosofia, partendo dall’antica Grecia. Secondo Aristotele, l’uomo è un animale sociale, che tende a ricercare l’approvazione e la vicinanza con i suoi simili.

Questo concetto è stato ripreso dal famoso psicologo statunitense Robert Cialdini, nel suo libro “Le armi della persuasione”. Il principio di riprova sociale afferma che le persone, per decidere ciò che è giusto, cercano di conoscere ciò che è giusto per gli altri.

Riportando tutto questo all’influencer marketing, è facile capire come i prodotti e i servizi scelti da persone “influenti” risultino immediatamente più appetibili per i consumatori. Gli individui si fidano più dei propri simili rispetto alle pubblicità, che spesso ritengono essere ingannevoli.

Quindi, si fidano di più di un influencer che apprezza un prodotto mostrandolo sui social ed elogiandolo, piuttosto di una pubblicità che evidenzia gli stessi punti di forza del prodotto. Le statistiche lo confermano: secondo i dati del Digital Marketing Institute, il 49% dei consumatori si affida ai consigli degli influencer per le proprie decisioni di acquisto.

influencer marketing funziona

Come sviluppare una campagna di influencer marketing

Quando si comincia a pensare ad una strategia di influencer marketing bisogna stare molto attenti. Se una strategia mirata può essere molto vantaggiosa e redditizia, una scelta sbagliata può causare una spesa inutile e dannosa per le casse societarie. Come sviluppare una campagna di influencer marketing?

#1 Definire la strategia della campagna di influencer marketing

Primo step: la pianificazione strategica

Il primo passaggio per una piano di influencer marketing è la pianificazione strategica: bisogna quindi definire obiettivi, target di riferimento, budget necessario, i canali da presidiare, le tempistiche della campagna e la forma di collaborazione.

Il primo passo è quello di delineare gli obiettivi. Alcuni obiettivi da considerare per una strategia di influencer marketing:

  • Aumentare la base di follower
  • Migliorare la brand awareness
  • Ottenere più engagement
  • Generare leads
  • Incrementare le conversioni

Tutti gli obiettivi scelti dovranno essere SMART, cioè specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e a tempo.

Secondo step: delineare il target

Il secondo passaggio per condurre una campagna di influencer marketing di successo, è di individuare il target di riferimento e delineare dettagli specifici riguardo  al proprio pubblico ideale, tra cui:

  • Età
  • Interessi
  • Posizione geografica
  • Canali presidiati

Conoscere il pubblico significa sapere esattamente a chi si rivolge il messaggio, che abitudini ha e in che modo è strutturato il suo processo decisionale.

Terzo step: pianificare il budget

Il terzo passaggio consiste nel pianificare il budget. Il budget da destinare alla campagna è un valore fondamentale per comporre la giusta strategia comunicativa, è inoltre un elemento che influisce fortemente anche sulla scelta dell’influencer con cui collaborare.

Nel definirlo, bisogna tenere conto degli investimenti da fare per:

  • pianificazione, creazione e distribuzione dei contenuti
  • compenso per gli influencer
  • promozione sui canali social e su altri media
  • attività di marketing offline

Quarto step: delineare i canali da presidiare

Il quarto passaggio è quello di delineare i canali da presidiare. Per massimizzare il profitto di ogni campagna di influencer marketing bisogna investire nei canali giusti, che permettano di raggiungere il pubblico adeguato e di conseguenza personalizzare il messaggio in base a dove andrà veicolato.

Quali sono le principali piattaforme di influencer marketing?

  • Influencer Marketing su Instagram. Se vendi un prodotto Instagram è quasi sicuramente una piattaforma su cui vorrai essere presente. Attualmente, è considerato il canale principale per l’attività di influencer marketing, ed è utilizzato dal 67% dei brand. È seguito da un target di utenti compreso tra 18 e 34 anni, prettamente femminile, ed è la soluzione migliore per condividere contenuti fotografici o video che hanno lo scopo di catturare l’attenzione.
  • Influencer Marketing su Facebook. Facebook consente di pubblicare un mix di contenuti, tra cui testi, foto, contenuti video e dirette. Insieme ad instagram, è uno dei canali prediletti per le campagne di influencer marketing. Gli utenti di questo canale sono più adulti, compresi nella fascia tra i 25 e i 34 anni.
  • Influencer Marketing su Youtube. YouTube è la piattaforma migliore per i contenuti video. Il target è estremamente variegato: nonostante sia più popolare tra gli utenti compresi tra i 18 e i 24 anni, ha un tasso di diffusione del 51% anche tra le persone over 75.
  • Influencer Marketing su Tik Tok. TikTok è l’ultima frontiera dell’influencer marketing, ideale per chi punta ai teenagers e ad un pubblico giovane. Su questa piattaforma è possibile creare diversi tipi di partnership ma l’unico tipo di contenuto ammesso è il micro filmato.

È bene comprendere anche che ogni settore ha un proprio pubblico e dei social più adatti, ergo ogni settore avrà anche degli influencer più seguiti ed efficaci, attivi proprio su quelle specifiche piattaforme.  Ad esempio, se stiamo lanciando una nuova linea di cosmetici vegani 100% naturali, molto probabilmente Instagram sarà un ottimo canale per ottenere recensioni, stories, reel e dirette con le beauty-blogger più in voga. Se ci rivolgiamo a un pubblico estremamente giovane e vogliamo dare un taglio divertente, da valutare TikTok. Invece, se vogliamo mostrare dei veri tutorial di make-up professionali, molto estesi in formato video, la scelta più azzeccata sarà YouTube.

Nulla esclude di ricorrere a un mix di canali diversi, ma tenendo presente che spesso gli influencer sono specializzati e molto seguiti su una singola piattaforma.

Quinto step: definire le tempistiche della campagna

Il quinto passaggio è quello di definire le tempistiche della campagna. È possibile attuare una campagna a breve o a lungo termine:

  • La strategia a breve termine dura qualche mese ed è utile quando si vogliono ottenere risultati immediati. Questo tipo di strategia è efficace quando si vogliono promuovere eventi, offerte di lancio e altre attività occasionali.
  • La strategia a lungo termine, invece, si struttura su un arco temporale più ampio, che va da 6 mesi a un anno, e può perseguire diversi obiettivi, come migliorare la brand awareness, aumentare il traffico sui canali dell’azienda, fidelizzare i clienti o conquistare un nuovo segmento di mercato.

Sesto step: individuare la tipologia di contenuto da creare

Infine, il sesto ed ultimo passaggio consiste nell’individuazione della tipologia di contenuto della campagna da creare.

Esistono diverse modalità di collaborazione:

  • Contenuti sponsorizzati. I contenuti sponsorizzati (tecnicamente branded content) sono il terreno dove si sviluppa il tipo di collaborazione più frequente per i content creator.
    Prevede infatti la realizzazione di contenuti specifici – post, storie, video, reels o blogpost – che siano in linea con lo stile narrativo dell’influencer ma dedicati alla presentazione e al racconto del brand (o un suo prodotto).
    In questo caso, tutte le attività e le modalità di collaborazione vengono concordate con un contratto che prevede un compenso fisso, a cui si aggiunge eventualmente una parte variabile in base ai risultati.
    L’influencer è tenuto a specificare che si tratta di una collaborazione commerciale: può adempiere a questa previsione di legge, inserendo gli hashtag #ad o #adv.
  • Contest e giveaway.
    I contest sono operazioni di comunicazione orientate al pieno coinvolgimento attivo del pubblico. Prevedono la partecipazione dei propri follower attraverso like, commenti e contenuti per poter partecipare all’estrazione di un premio o ricevere dei prodotti in regalo.
    In questo caso, la cosa più importante di cui tenere conto, oltre alla finalità della campagna, sono i limiti e le regolamentazioni da rispettare: in Italia, infatti, i giveaway sono equiparati ai concorsi a premi o alle lotterie.
    Per questo, le procedure e le autorizzazioni necessarie non rendono questo tipo di influencer marketing particolarmente conveniente per campagne e iniziative con piccoli budget.
    Con questo tipo di partnership, l’influencer viene considerato come un vero e proprio ambasciatore del brand.
    È una collaborazione spesso di lungo periodo (almeno un anno) e si basa sull’accostamento ripetuto di brand e volto noto: è infatti la forma meno evidente di influencer marketing perché il prodotto entra nella vita quotidiana del personaggio e nel suo stile.
  • Brand ambassador. In questo caso, il brand invia il prodotto in omaggio chiedendo all’influencer di promuoverlo. Sono collaborazioni spesso senza contratto né remunerazione, a parte il godimento gratuito del bene offerto.
    Per questo, si tratta della tipologia più semplice di influencer marketing.
  • Coupon e affiliazioni. Si tratta dello step successivo al brand ambassador e prevede che l’influencer, oltre a ricevere il prodotto in omaggio, possa anche ottenere sconti e coupon presso lo store del brand o un guadagno in percentuale sugli acquisti effettuati dai propri follower.
    La collaborazione prevede la sottoscrizione di un contratto, spesso virtuale attraverso una piattaforma di affiliazione, che stabilisce compenso, modalità di promozione e di pagamento. Questo tipo di partnership è tutta orientata alla conversione, ovvero alla vendita dell’articolo promosso.
  • Regali e unboxing. Un brand può fornire gratuitamente prodotti agli influencer, sottoforma di regalo inaspettato, con la speranza che il personaggio racconti ciò che ha ricevuto.
    Se manca un accordo esplicito tra le parti, infatti, non è affatto detto che l’influencer dia notizia del dono sui propri canali. Inoltre, sempre per lo stesso motivo, è possibile che l’influencer si senta libero di recensire quanto ricevuto, positivamente o negativamente.
  • Conferenze stampa, sfilate e manifestazioni: prevedere la presenza di una celebrità è da sempre un espediente perfetto per amplificare l’evento o attrarre visitatori.
    Per questo tipo di influencer marketing, occorrerà prevedere un cachet tanto più articolato quanto è strutturata la partecipazione. Il contratto dovrà precisare la cifra per la collaborazione e il tipo di contenuti richiesti all’influencer.

giveaway e concorsi

Un punto ovvio da cui iniziare è dare un’occhiata a ciò che stanno facendo i concorrenti.

Lo studio della concorrenza è una delle attività più importanti nell’ambito del marketing, ma spesso viene effettuata solo occasionalmente, per esempio nella definizione del posizionamento aziendale.

In mercati dinamici sarebbe opportuno, invece, monitorare costantemente i propri competitor, diretti e indiretti, in modo da tenere sotto osservazione i punti di forza e di debolezza della loro comunicazione e avere a disposizione nuovi spunti da cui trarre ispirazione.

#2 Individuare l’influencer giusto per la propria campagna di influencer marketing

Una volta stabilita la strategia e gli obiettivi da raggiungere, è possibile iniziare la fase di ricerca del “perfetto influencer”, cioè quello che sia in linea con il target di riferimento e abbracci la filosofia dell’azienda in questione. Per individuarlo è necessario fare outreach, cioè ricerca e selezione attiva di profili sul canale scelto durante la definizione della strategia.

Le metriche da valutare durante la scelta sono le “5R” definite da Amanda Russell, esperta di influencer marketing, all’interno del libro “The Influence Code” :

  • Reach: dimensione totale dei follower dell’influencer su tutte le piattaforme social
  • Recognition: quanto un influencer sia ‘conosciuto’ o ‘riconosciuto’ nella sua nicchia
  • Reference: citazioni e recensioni da altre persone
  • Relevance: quanto un influencer venga associato a uno specifico argomento o nicchia.
  • Resonance: livello di engagement (commenti, condivisioni, visualizzazioni, retweets, ecc…)

Tuttavia, l’errore da evitare è quello di selezionare gli influencer basandosi sulla mera valutazione del numero dei follower o l’engagement rate, dunque finendo con lo scegliere sempre i soliti nomi noti.

Un influencer con un numero alto di follower, infatti, potrebbe raggiungere un maggior numero di utenti, ma avere un tasso di coinvolgimento più basso, mentre creator con audience più contenute potrebbero generare maggiori interazioni e conversioni.

Riuscire ad individuare influencer poco conosciuti, ma ideali per il brand, sta diventando un elemento differenziante nella costruzione della propria strategia di Influencer Marketing.

Altri fattori importanti da tenere in considerazione:

  • Allineamento dell’influencer con il brand in questione
  • Tipologie di contenuti proposti e grado di qualità
  • Autenticità dell’influencer agli occhi del pubblico
  • Autenticità dei followers (ci sono influencer che comprano follower!)
  • Grado di coinvolgimento del pubblico
  • Grado di interazione con il proprio pubblico

Può essere piuttosto difficile trovare influencer di rilievo senza stare ore sui canali, a esaminare centinaia di account. Ed è qui che strumenti per l’influencer marketing come Buzzsumo, Klout, LittleBird, Talkwalker Influencer One, Buzzoole Discovery ti possono venire in aiuto!

#3 Contattare l’influencer scelto per la campagna di influencer marketing

L’email rimane il mezzo di comunicazione migliore per entrare in contatto con gli influencer.

Prima di scrivergli, però, studia un po’ il suo profilo ed il suo stile di comunicazione: potrai utilizzare quell’analisi per citare nel testo della email alcuni esempi di suoi contenuti precedenti che gli facciano capire che hai dedicato del tempo a studiare il suo lavoro. Spiegagli anche perché il suo profilo sia perfettamente in sintonia con il tuo prodotto e quale sia il valore aggiunto per la sua community.

Inoltre, metti subito in chiaro il budget del progetto, il tipo di creatività richiesta e le tempistiche della campagna.

#4 Concordare una formula di collaborazione

Una volta trovati gli influencer con cui lavorare, devi concordare una formula di collaborazione.

Un accordo scritto potrebbe sembrare non necessario, ma in realtà sarà utile a proteggere entrambe le parti da un punto di vista legale.

Per essere a norma di legge e per tutelare le parti, il contratto dovrà avere delle clausole che sono comuni a molti contratti di digital marketing:

  • le parti in accordo;
  • gli obiettivi della campagna
  • la durata del contratto;
  • le modalità ufficiali di comunicazione tra le parti;
  • numero e tipologia di contenuti da creare;
  • la fee (compenso);
  • le piattaforme social su cui pubblicare i contenuti;
  • lunghezza e stile dei contenuti;
  • hashtag per segnalare il contenuto promozionale del post, es. #Adv #SuppliedBy #GiftedBy;
  • l’esclusività, oppure patto di non concorrenza;
  • la proprietà intellettuale dei contenuti creati dallo sponsorizzato;
  • il diritto d’immagine dell’influencer;
  • la risoluzione del contratto e il diritto di recesso in caso di inadempimenti delle parti
  • l’obbligo di riservatezza per le informazioni e i documenti scambiati;
  • eventuali esoneri di responsabilità;
  • la previsione di eventuali collaboratori esterni per l’esecuzione delle attività previste dal contratto;
  • la previsione di report periodici per valutare il raggiungimento dei KPI prefissati;
  • l’informativa per il trattamento dati ai fini del GDPR;
  • l’indicazione del foro competente per le eventuali controversie legali.

Nonostante bisognerebbe sempre dare libertà creativa agli influencer per rappresentare il brand, è una buona idea creare una sorta di “guida di stile”, per assicurarsi che gli influencer rappresentino i valori del marchio e che comunichino rispettando quella visione.

Quali sono gli elementi distintivi del brand?

Quali sono le parole chiave fondamentali per identificare il business?

Ci sono argomenti che è meglio non affrontare?

#4 Tenere monitorata la campagna di influencer marketing

Nel momento in cui inizia la campagna di influencer marketing, bisogna continuamente monitorarne l’andamento. I risultati dell’analisi permetteranno di registrare il successo o meno dell’azione promozionale, permettendo inoltre di comprendere eventuali punti di forza e di debolezza.

Potrebbe essere che l’influencer individuato non sia il più indicato per la comunicazione, oppure che il target di utenti si comporti diversamente rispetto all’analisi preliminare.

Quindi diventa fondamentale calibrare la strategia in base a quelle che sono le analisi delle misurazioni.

Tra le metriche più interessanti da considerare, ci sono:

  • Numero di interazioni ed engagement rate
  • Copertura e impression
  • Conversioni

Ci sono moltissime piattaforme di influencer marketing che ti permetteranno di monitorare ogni campagna e misurarne l’efficacia, ad esempio Sprout Social, Hootsuite, Traackr, Buzzoole, PopularRise.

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Esempi di campagne di influencer marketing di successo

Esempi di campagne di influencer marketing di successo

#1 About You: enorme hype e curiosità tra i followers grazie agli influencer

About You è un e-boutique tedesca fondata nel 2014 e presente in 24 Paesi, che vende oltre più di 400mila capi di abbigliamento e accessori per donne, uomini e bambini di età compresa tra i 18 e 45 anni. La filosofia del brand è molto simile a quella Asos, Zalando e Yoox.

La campagna “Who the f*** is ABOUT YOU?” ha iniziato a circolare in Italia prima del debutto ufficiale della piattaforma il 14 settembre 2021. In quelle settimane, infatti, abbiamo visto circolare video, TikTok, IG story e altri contenuti social ad opera di oltre 300 influencers, tiktokers e Youtubers, dai più famosi come Chiara Ferragni, Giulia Salemi, Valentina Vignali, Taylor Mega, Andrea Damante o Andrea Cerioli, ai più piccoli come Giulia Izzo.

Due giorni prima dell’evento questi influencer hanno condiviso foto e contenuti sulle piattaforme social con la scritta “Who the f**k is About You?”, che rimandavano ad una landing page con un countdown, ed un invito a salvarsi la data del lancio. creando enorme hype e curiosità tra i followers. La cosa incredibile di questa operazione è che ha fatto aumentare l’interesse collettivo degli utenti attorno al marchio prima ancora che fosse lanciato sul mercato. La fase di teaser si è conclusa con l’evento tenutosi il 14 settembre presso i Bagni Misteriosi a Milano ed ha visto special guests come Belén Rodriguez, Valentina Ferragni e Mariano Di Vaio, oltre a moltissimi influencers che hanno condiviso stories, reel, tiktok e mini-vlog sull’evento.

#2 Fitvia: il successo della nuova campagna di influencer marketing #BeTheChange

Fitvia, è un brand specializzato nella produzione di una vasta gamma di body detox tea dalle proprietà depuranti e antiossidanti, che aiutano a bruciare grassi e a sostenere il metabolismo con un programma di 28 giorni che promette, unito ad uno stile di vita sano, una dieta regolare e a movimento, di aumentare il benessere, far ritrovare l’energia e favorire un aspetto brillante e radioso.

Le bevande a marchio Fitvia sono state pubblicizzate da diverse influencer, tra cui Belen e Cecilia Rodriguez, Ludovica Valli, Guendalina Tavassi, Katia Pedrotti.

Recentemente Fitvia, in linea con l’esigenza di presidiare al meglio la nuova target audience di riferimento (composta da donne tra i 18 e i 49 anni), incrementare l’awareness del brand, generare traffico al sito e contribuire a consolidare il percorso di riposizionamento dell’azienda, ha deciso di affidarsi a FLU, un’agenzia di influencer marketing.

Flu ha sviluppato il progetto di comunicazione #BeTheTrueChange, fondato su valori di self love&care, diversity e inclusion, coinvolgendo per l’occasione oltre 20 talent, tra cui influencer del calibro di Anna Safroncik, Michela Coppa, Laura Comolli e Sophia Salaroli.

L’attività ha seguito tre differenti fasi:

  • un primo momento di teasing in cui le influencer sono state protagoniste di una serie di interviste, pubblicate sui propri canali social, nel corso delle quali hanno raccontato il percorso di cambiamento che le ha portate a essere le persone che sono oggi;
  • una seconda fase, che è consistita in un evento, lanciato il 7 ottobre presso il “Magna Pars l’Hotel à Parfum” di Milano, durante il quale le influencer, oltre a partecipare a una masterclass di yoga, hanno potuto sperimentare e scoprire tutti gli ingredienti naturali che compongono i tè e gli infusi di Fitvia;
  • una terza fase (ancora in corso), dove le influencer sono state chiamate a condividere con i propri followers i momenti quotidiani in cui sperimentano il piacere dei prodotti Fitvia.

#3: Daniel Wellington: da O$ a 220.000.000 $ in 7 anni grazie agli influencer

Quando si discutono esempi di marketing di influencer di successo perfettamente integrati con una campagna di social media marketing, l’elenco sarebbe incompleto senza Daniel Wellington.

Daniel Wellington è un brand di orologi da polso svedese, che tra il 2014 e il 2015 è stato capace di sfruttare il potere dell’influencer marketing e dello user generated content per sviluppare una brand identity favorevole e raggiungere milioni di clienti che ancora non conoscevano il marchio.

Stelle di Instagram come Blake Scott, e altri nomi dell’universo fashion, hanno indossato e fotografato gli orologi per poi pubblicare gli scatti su Instagram.

Risultato? Con l’hashtag #DanielWellington sono stati creati più di 800 mila contenuti fra foto e video su Instagram sia da influencer che dagli utenti dei social media e l’incremento dei profitti è stato spettacolare (da O$ a 220.000.000 $ in 7 anni).

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amazon prime day

Amazon Prime Day raddoppia: nuovo appuntamento a ottobre

Amazon ha programmato un secondo evento Amazon Prime Day per martedì 11 ottobre.

I rumors erano già iniziati a giugno, ma ora l’azienda ha dato conferma ufficiale: l’unica differenza è che l’evento si chiamerà Prime Early Access Sale invece di Prime Day.

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Cosa ci sarà nel secondo Amazon Prime Day di ottobre

A parte il nome, non sembra che cambi molto tra i due eventi. Proprio come l’Amazon Prime Day, il Prime Early Access Sale dovrebbe continuare a offrire alcune delle migliori offerte dell’anno, oltre a proporre saldi sui dispositivi Amazon e una serie di altri prodotti tecnologici interessanti.

Amazon non ha fornito alcun dettaglio su quali siano esattamente le offerte che verranno proposte, ma ha menzionato alcuni marchi che saranno presenti durante la promozione: Peloton, New Balance, Philips Sonicare, Lego, Adidas, KitchenAid, Samsung, iRobot (che Amazon sta attualmente acquisendo) e altri ancora.

amazon prima day magazzino

Inoltre, sta sperimentando una nuova lista top 100 degli articoli più popolari da cui verranno estratte offerte durante l’evento.

Per chi volesse anticipare i tempi, sono già disponibili alcune offerte anticipate, come una prova gratuita di quattro mesi di Amazon Music Unlimited e la possibilità di acquistare un Echo Dot a 99 centesimi con un abbonamento di un mese al servizio di streaming musicale di Amazon.

Le offerte Prime Early Access sono disponibili per i membri Prime residenti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, oltre che in diversi altri Paesi, tra cui Austria, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Turchia.

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Tornano le polemiche sul costo umano del Prime Day

È diventato impossibile parlare delle vendite di Amazon Prime senza considerare anche il tributo fisico e mentale che impone alle migliaia di magazzinieri e autisti addetti alle consegne.

Durante il Prime Day dello scorso luglio, un lavoratore è morto in un magazzino privo di aria condizionata. Il sindacato dei lavoratori di Amazon sta ampliando la sua portata con una votazione che si terrà nel magazzino ALB1 il 12 ottobre, lo stesso giorno in cui terminerà la vendita Prime Early Access di Amazon.

Inoltre, la California ha recentemente intentato una causa antitrust contro Amazon.

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keepTheGrey-Dove-ninja marketing

Dove tinge il suo logo d’argento, come i capelli delle over 50

Il brand Dove si muove ancora verso l’inclusività. Questa volta tinge di grigio il suo logo, a favore di un movimento tutto al femminile che Dove Canada ha creato da poco sui social in collaborazione con la sua agenzia di marketing Edelman.

Da sempre vicino alle donne, il brand esorta ancora il mondo femminile a combattere gli stereotipi e a rappresentare la propria autenticità come segno della vera bellezza, quella reale.

Dove con le sue campagne “The Real Beauty” e “Reverse Selfie” si era già esposta a favore di un’immagine positiva e consapevole, contro la finzione dei ritocchi sui social.

dove-the real beauty- campaign

#KeepTheGrey

La nuova e improvvisa campagna arriva a sostegno di Lisa LaFlamme, 58enne giornalista canadese da 35 anni alla conduzione dei notiziari di CTV National News e licenziata dal suo incarico per aver scelto di non tingere più i propri capelli e mostrando dunque una capigliatura color argento.

Dove Canada con #KeepTheGrey si schiera contro la discriminazione e contro gli atti di sessismo nei confronti delle donne nei luoghi di lavoro.

Una società che fa ancora fatica ad accettare le naturali imperfezioni delle donne, accecando il merito, la bravura e la lealtà in favore dell’apparenza e di quegli “obblighi” di bellezza a cui le over devono obbedire.

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Contro la discriminazione

Essere una donna over 50 non è sinonimo di anzianità e inadeguatezza verso determinati ruoli.

Così il brand si schiera a sostegno di chi sceglie di essere come vuole e di chi, a qualsiasi età, sta imparando ad accettare la propria autentica bellezza. I modelli di bellezza perfetta e sempre eterea proposti dai social non dovrebbero essere il buon esempio da seguire nella vita reale e in quella lavorativa.

La bellezza dovrebbe essere un modello personale di espressione e non deve interferire con la propria identità.

Né tanto meno lo deve essere l’età. È questo su cui si sta combattendo da diverso tempo e che rimanda alla più generale inclusività.

Perché ad oggi esistono ancora conseguenze negative per chi sceglie di proporsi nella sua spontaneità e per chi accresce, seppur in alcuni casi con difficoltà, la propria autostima.

Dove si tinge di argento

Come reazione all’accaduto alla giornalista e a sostegno delle libere scelte di ogni donna, il logo del marchio Dove è passato dal color oro a quello argento, esortando le persone a fare lo stesso con le proprie immagini dei profili social per unirsi alla lotta contro l’età sul posto di lavoro.

Ma non solo: il brand ha deciso di donare 100mila dollari a Catalyst, organizzazione no-profit globale e fondata da Felice Schwartz, la scrittrice e attivista femminile impegnata nella promozione dell’inclusività femminile nei luoghi di lavoro.

La campagna #KeepTheGrey rappresenta una nuova sferzata al tema dell’inclusività e apre nuovi punti di vista al marketing e ai media in generale.

Un punto di vista che intende esaltare un ulteriore tipo di bellezza, o di naturalità per meglio dire, che per molto tempo è passato in ombra.

The Real Beauty” si manifesta ovunque e in ognuno: l’autostima è un percorso che non si conclude a 30 anni ma che continua il suo flusso adattandosi ai naturali cambiamenti e passando dalla celebrazione – e non dalla demonizzazione – di un elegante color argento.

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