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Dawn Ostroff - Spotify

Podcast, audiolibri e Diversity & Inclusion: intervista a Dawn Ostroff di Spotify

Il mercato globale del podcasting vale circa 20,32 miliardi di dollari e si prevede un aumento fino a 58,31 miliardi di dollari nel 2026, con un tasso di crescita annuale del 30,15%. Numeri impressionanti, che abbiamo avuto l’occasione di commentare con Dawn Ostroff, Chief Content & Advertising Business Officer di Spotify.

Grazie al suo punto di vista di assoluto rilievo, abbiamo analizzato quali siano le opportunità per inserzionisti e brand di crescere insieme a questo mercato in espansione; ma abbiamo anche cercato di capire cosa le persone si aspettino da questo ormai relativamente nuovo canale di comunicazione.

Dawn Ostroff ci ha parlato di “rivoluzione audio”, che sta diventando sempre più parte della quotidianità delle persone con il suo formato immersivo in grado di migliorare l’esperienza del pubblico.

Pubblico che in Italia conta, solo fra gli ascoltatori di podcast, più di 13 milioni di persone. E, c’è da scommettere, con l’arrivo degli audiolibri sulla piattaforma, il numero sia destinato ad aumentare velocemente.

Dawn Ostroff - chief content officer and advertising business officer of Spotify

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I budget pubblicitari si stanno spostando sempre più dai media tradizionali a quelli digitali. Cosa sta determinando questo spostamento?

Gli inserzionisti si muovono di pari passo ai consumatori, in particolare quelli più giovani – penso alla Gen Z.

E quando le audience si spostano sempre di più dai media tradizionali a quelli digitali, lo fanno anche gli inserzionisti. Lo abbiamo visto con il passaggio alla TV e ora lo stiamo sperimentando con l’audio.

Il pubblico, a livello globale, infatti, è ormai sintonizzato sull’audio digitale. E lo fa a ritmi record, con numeri in costante aumento. Di conseguenza, i podcast stanno crescendo in popolarità.

Secondo lo IAB Europe i podcast sono destinati a diventare un business pubblicitario da 1,5 miliardi di euro in Europa entro la fine del 2023.

Noi di Spotify siamo impegnati a modernizzare la pubblicità audio.

Siamo convinti che seguendo questa strada – introducendo un migliore targeting con strumenti come Streaming Ad Insertion, aiutando gli inserzionisti a raggiungere gli ascoltatori di podcast su scala con lo Spotify Audience Network, dimostrando l’impatto della pubblicità audio digitale con nuove soluzioni di misurazione e innovando l’esperienza pubblicitaria stessa con formati come le call-to-action cards – porteremo a maggiori investimenti da parte degli inserzionisti, rendendola un must-buy.

Questo non è un bene solo per Spotify, ma anche per gli inserzionisti e i creatori del settore.

Qual è il valore aggiunto che Spotify offre agli inserzionisti rispetto ad altre piattaforme più visive, come Facebook e TikTok?

Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione audio.

Ci sono molti nuovi formati e nuovi modi per gli utenti di ascoltare i contenuti grazie a dispositivi intelligenti come smart speaker, telefoni, tablet e altro ancora.  Questo significa che c’è più ascolto in tutti i settori, perché le persone cercano alternative allo schermo.

Gli studi dimostrano che entro il 2025 saranno più di 400 milioni le famiglie che utilizzeranno prodotti e servizi per la casa intelligente (Statista, Marzo 2022).

E secondo il National Public Media’s 2022 Smart Audio Report, il 53% di coloro che possiedono uno smart speaker e che, durante il giorno, ascoltano una pubblicità su di esso, affermano di essere molto più propensi a rispondere a tali annunci (“The Smart Audio Report”, National Public Media, giugno 2022).

Si tratta di un’opportunità a cui brand e inserzionisti dovrebbero prestare attenzione. L’anno scorso abbiamo collaborato con Neuro-Insights per condurre una ricerca volta a comprendere l’impatto che i diversi mezzi di comunicazione hanno sull’attività cerebrale.

L’abbiamo chiamata Sonic Science. Abbiamo scoperto che l’audio digitale – e Spotify in particolare – è più coinvolgente e immersivo dei social media (+27%), della TV (+23%) e della radio (+23%).

Taglia il rumore e coinvolge in un modo unico il pubblico migliorandone l’esperienza.

Siamo ancora ai primi capitoli del “rinascimento” dell’audio e all’orizzonte si profilano innovazioni e crescita che andrà a beneficio dell’intero settore.

In termini di audio advertising, le opportunità di attirare l’attenzione dei consumatori sono infinite, proprio perché l’audio digitale sta diventando sempre più parte della vita quotidiana di tutti noi.

Dal lavoro all’attività fisica, dalla cucina al pendolarismo, gli inserzionisti sono in grado di raggiungere i consumatori nel corso della loro giornata in modo profondamente personale e intimo.

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Perché la parità di genere e la D&I sono valori così importanti per Spotify e come si riflette questo approccio nell’offerta di podcast?

Gender equality, diversity e inclusion sono i pilastri culturali che guidano tutte le nostre attività, dalla musica ai podcast agli audiolibri. Crediamo in una cultura inclusiva in cui ognuno si senta autorizzato ad essere pienamente sé stesso.

Attraverso le nostre produzioni su Spotify e gli show esclusivi, cerchiamo di essere sostenitori del cambiamento. In Italia, ad esempio, abbiamo recentemente lanciato la seconda stagione di Maschiacci, il podcast di Francesca Michielin dedicato a D&I, donne e comunità sottorappresentate.  E il nostro impegno non si ferma certo qui.

inaugurazione casa Spotify

Francesca Michielin all’inaugurazione di Casa Spotify – Milano

Con gli utenti che continuano a crescere di anno in anno, il mercato audio globale è cresciuto a livelli sorprendenti.

Solo nell’ultimo trimestre, abbiamo registrato un numero pari a 4.7 milioni di podcast e sulla scia di questo trend, il mercato è a diventare un business multimiliardario grazie alla sua crescente popolarità a livello globale, sostenuta anche da ricavi pubblicitari in costante aumento.

E questo vale anche per il mercato italiano, dove in Italia, in particolare, gli ascoltatori di podcast sono circa 13 milioni. E il 53% è costituito da appassionati che li fruiscono regolarmente.

Con numeri del genere, non smetteremo mai di essere lo specchio culturale perfetto su questi temi.

L'”istinto per i prodotti di successo” ha ancora un ruolo nella strategia di Spotify, o l’approccio data-driven è la metodologia più importante?

Essenzialmente è un mix, tutto condensato nel raggiungere, intercettare e comprendere le esigenze in evoluzione dei nostri utenti, facendo leva sulle nuove tendenze culturali e sociali.

Nel passaggio dai media tradizionali al digitale, la chiave da ricercare è andare a capire dove sono le nuove generazioni, dove si posizionano, quali sono le loro abitudini di ascolto e consumo del digitale.

Ovviamente i dati fanno molto in questo senso.

Sono fondamentali e gli inserzionisti lo sanno bene. Ecco perché offriamo un ampio portafoglio di dati chiave e strumenti di misurazione delle prestazioni grazie alla pubblicità su Spotify, come Podsights e Brand Lift.

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In che modo l’arrivo degli audiolibri sulla piattaforma convincerà ancora più inserzionisti a investire in Spotify?

Crediamo che ci sia una grande opportunità di innovare anche nel settore degli audiolibri, portando il mercato a un livello superiore.

Soprattutto dal punto di vista degli autori e degli editori, offrendo loro nuovi modelli di monetizzazione, nuovi modi per raggiungere gli ascoltatori e nuovi modi per essere creativi con i contenuti.

Il nostro intento è quello di spingere il settore in avanti, portando la nostra nuova visione di ciò che può essere l’esperienza degli audiolibri, compresa l’aggiunta di nuovi modelli di business per gli audiolibri in futuro.

Stiamo valutando una serie di modelli di monetizzazione per gli audiolibri, ma al momento non abbiamo informazioni specifiche da condividere.

Cos’è Viva Magenta? Pantone lancia il colore dell’anno 2023

Viva Magenta, il colore del 2023 secondo Pantone

Salutiamo Viva Magenta, il colore dell’anno 2023 di Pantone.
La fumata dell’autorità mondiale del colore, questa volta, si tinge di un colore rosso intenso e a tratti rosato.

pantone

Benvenuti nel Magentaverse. Pantone Color Institute combina l’ombra col coraggio: il calore del mondo naturale con le infinite e ricche possibilità dello spazio digitale, con la speranza di generare nuovi mondi e modi di vivere.

Pantone Color Of The Year 2023

La decisione di quest’anno, ha affermato Pantone, ha comportato una fusione sperimentale di esperti di tendenze umane e intelligenza artificiale.

Laurie Pressman, vicepresidente di Pantone Color Institute, ha collegato Viva Magenta al modo in cui le nostre vite sono cambiate durante la Pandemia di COVID-19.

Cos’è Viva Magenta? Pantone lancia il colore dell’anno 2023

Pantone ha utilizzato l’intelligenza artificiale per generare immagini del “Magentaverse”

 

Il Pantone dell’anno, Viva Magenta 18-1750, vibra di vivacità e vigore. È una tonalità radicata nella natura discendente dalla famiglia dei rossi ed espressiva di un nuovo segnale di forza.

È coraggioso e senza paura. È un colore pulsante, protagonista di una nuova narrativa, la cui esuberanza promuove una celebrazione gioiosa e ottimista.

A parte l’intelligenza artificiale e la Pandemia, ha affermato Pantone, un’altra grande influenza nella scelta è stata la tonalità rossa della cocciniglia, un colorante scarlatto naturale ottenuto polverizzando alcuni insetti squamati.

pantone

“In questa era di tecnologia, cerchiamo di trarre ispirazione dalla natura e da ciò che è reale” ha dichiarato Leatrice Eiseman, Executive Director, Pantone Color Institute. “Pantone 18-1750 Viva Magenta – continua – discende dalla famiglia dei rossi, e si ispira al rosso della cocciniglia, uno dei coloranti più preziosi appartenenti alla famiglia dei coloranti naturali nonché uno dei più forti e brillanti che il mondo abbia conosciuto”.

Perché Viva Magenta

Il colore di quest’anno è potente e stimolante. Radicato nel primordiale, ci riconnette alla materia originaria.

Viva Magenta richiama innegabilmente il ritorno ad un’estetica degli anni ’90, un naturale seguito alla rinascita dei jeans larghi e delle Dr. Martens. Per alcuni Millennial, il magenta sarà sempre legato agli elastici fucsia e alle magliette iper colorate.

pantone viva magenta

Un nuovo rosso animato, che mescolato alla gioia pura incoraggia la sperimentazione e l’espressione di sé senza misura. Un’ombra elettrizzante e senza confini che si manifesta come una dichiarazione di spicco.

Viva Magenta accoglie chiunque e tutti con la stessa verve vitale. È un colore audace, pieno di spirito ribelle che rappresenta, tra le altre cose, l’inclusività.

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i trend delle festività secondo Google

Omnicanalità, automazione e sostenibilità: i trend delle festività secondo Google

Incertezza, situazione geopolitica incerta e movimenti economici non troppo rassicuranti. In questo contesto, individuare i trend delle festività può darci una mano ad affrontare meglio l’instabilità e raggiungere il nostro pubblico con più efficacia.

Inoltre, riuscire a supportare le esigenze in mutevole trasformazione delle persone (che in questo periodo festivo si trasformano ancora di più in acquirenti), è essenziale.

In un recente articolo pubblicato sul suo blog italiano, Google ci dà qualche prezioso consiglio sugli aspetti da tenere d’occhio per la stagione delle festività in arrivo.

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I trend delle festività: l’0mnicanalità

Secondo uno studio realizzato da Ipsos e Google nel 2021, ben il 68% dei consumatori italiani ha utilizzato cinque o più canali diversi per fare shopping durante le festività.

Inoltre, mentre le visite in store sono cresciute rispetto al 2020, l’online è rimasto stabile e si è consolidato come un canale indispensabile nel corso degli ultimi tre anni; lo dimostra il fatto che, durante le festività, le persone hanno speso il 60% del proprio tempo online alla ricerca del regalo perfetto e il il 31% degli intervistati ha dichiarato di voler fare quest’anno più shopping online rispetto al 2021.

Insistere quindi su più canali è una strategia irrinunciabile: ora che il confine tra store online e retail fisico va assottigliandosi fino a scomparire, è importante risultare rilevanti per le persone che cercano su internet, indipendentemente da dove decideranno di acquistare in seguito.

La Ricerca Google, in particolare, risulta il canale principale quando si tratta di trovare nuove idee per i regali durante le festività: il’87% degli intervistati afferma di affidarsi alla Ricerca Google più che ad altri canali online o offline.

Offrire un’esperienza senza soluzione di continuità tra lo shopping fisico e quello online diventa così fondamentale per andare incontro alle esigenze delle persone.

trend delle festività

Automazione

Conseguenza di un approccio multicanale allo shopping è che le persone entrano più facilmente in contatto con nuovi brand e retailer grazie al web.

Secondo lo studio realizzato da Google e Ipsos, più di 6 persone su 10 affermano di essere pronte ad acquistare prodotti di brand che non hanno mai comprato prima.

In questo contesto di trasformazione, oltre ai bisogni delle persone cambiano infatti anche le loro abitudini. Machine learning e automazione possono fornire un valido aiuto ai retailer e renderli agili nel cogliere fluttuazioni della domanda e raggiungere i potenziali clienti proprio lì dove vogliono essere trovati.

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Sostenibilità

Non è più una novità: l’attenzione alle tematiche legate alla sostenibilità ambientale è sempre più al centro dei pensieri degli italiani. Nel 2021 Google ha registrato una crescita della query “regali natale sostenibili” rispetto all’anno precedente.

Durante le scorse festività sono andati per la maggiore i doni destinati alla salvaguardia delle foreste o delle api. Secondo lo studio condotto da Google e Ipsos Il 78% dei consumatori intervistati afferma che per gli acquisti di Natale sarebbe disposto a rinunciare a un brand conosciuto, in favore di uno più attento alla sostenibilità.

Diventa quindi molto utile raccontare con autenticità il proprio impegno o quello del proprio brand in questa direzione.

generazione Twitch

Un potere d’acquisto di 33 trilioni di dollari: come i brand possono intercettare la generazione Twitch

Nel 2030, le persone nate tra il 1997 e il 2012 disporranno di 33 trilioni di dollari. Una cifra enorme: si parla di circa il 27% del reddito mondiale a disposizione della “generazione Twitch”.

Riuscire a comprendere quali saranno le abitudini di spesa, ma anche i canali e i luoghi online che queste persone frequentano diventa un’esigenza indispensabile per i brand, per rimanere rilevanti agli occhi del proprio pubblico.

Il dato iniziale così impressionante è contenuto all’interno della ricerca Leading Cultural Change, uno studio globale di Twitch che mette in evidenza una nuova serie di comportamenti emergenti, che hanno il merito di riflettere meglio le esperienze e i valori culturali dei giovani adulti.

generazione twitch - i guadagni

Solo i brand in grado di cogliere davvero il cambiamento generazionale saranno in grado di creare messaggi realmente rilevanti per questo pubblico emergente. Dall’analisi semiotica dello studio, è emerso in particolare come per i brand sia prioritario imparare a parlare la lingua dei giovani adulti che popolano gli spazi digitali.

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Nella ricerca, questi Young Adults sono racchiusi nel macrogruppo della Generazione Twitch, accomunata da caratteristiche peculiari e differenzianti. Per comprenderle meglio e indagare in quali occasioni i brand possano inserirsi, abbiamo sentito Nicoletta Besio, Sales Director di Twitch per l’Italia. Ecco cosa ci ha detto.

Sales Director Italia di Twitch Nicoletta Besio

Generazione Twitch: cosa accomuna Alpha, Zed e Millennial

Questo gruppo di generazioni, che comprende anche la generazione Alpha e che dal prossimo anno potrà accedere a Twitch, è quella che oggi è alla guida del cambiamento culturale.

«Da sempre, tutte le nuove generazioni hanno creato disruption rispetto a chi è venuto prima di loro. Tra il 1997 e il 2012, sono nate ben 2,5 miliardi di persone, che sono già buyer di moltissimi prodotti. In poco tempo, entro il 2030, saranno in possesso del 27% della ricchezza globale. Si tratta di una generazione concreta e reale, cresciuta in un mondo connesso e padrona di spazi virtuali. La distinzione tra mondo online e offline, propria di generazioni passate, per queste persone scompare del tutto: non si va più online, ma si vive online» ha chiarito Nicoletta.

Ne consegue che il tipo di esperienze che queste persone si aspettano di vivere siano dinamiche e coinvolgenti a 360 gradi: tanto nei rapporti sociali quanto nel rapporto con i brand e i prodotti.

«C’è anche un altro aspetto che accomuna questa generation Twitch ed è il modo di comunicare», ha sottolineato. «Ci sono dei “codici di linguaggio” relativi a questo gruppo, un fattore caratterizzante che la distingue dalle generazioni precedenti».

Qual è questo codice? Intanto una forte propensione alla collaborazione: per Twitch, “community” è una delle keyword più importanti. Poi c’è anche una forte attenzione all’autenticità: l’esperienza “patinata”, quella troppo costruita non risuona, non piace a questa generazione. Queste persone cercano un rapporto molto vero con i loro interlocutori.

generazione twitch - il linguaggio

Come si costruisce una vera relazione con la Gen Z

«I brand hanno un ruolo fondamentale per costruire una vera relazione. Dalla nostra analisi emerge che gli Young Adults si ritrovano benissimo in queste conversazioni con i marchi purché siano comunicate con le giuste modalità, con il giusto linguaggio e il corretto tone of voice. Non possono prescindere dal comprendere quelle che sono le regole e i codici alla base di questa audience.

I brand si possono inserire molto bene in questo contesto purché lo facciano con una profonda comprensione di quello che è il linguaggio della generazione Z. Non devono infatti “avere paura” di entrare in questo contesto avendo il timore di non utilizzare il linguaggio giusto. Devono invece comprenderlo, utilizzare i giusti canali e le giuste modalità per entrare in questo ambiente».

Nella nostra chiacchierata, Nicoletta ha definito Twitch come un “mondo community-centrico“, ed è questo, secondo lei, il punto di vista che anche i brand devono comprendere.

Tutto ciò che è partecipazione attiva, interazione, collaborazione e condivisione delle passioni e dei valori di questa generazione è fondamentale.

La Gen Z (e la Generazione Twitch) si aspetta di ricevere stimoli che siano purposeful ed è questo il tipo di modalità che si deve avere ben chiara quando si vuole interagire con questo tipo di community.

Anche un’attività di branding tradizionale con un messaggio di advertising deve partire da questo punto di ingresso: cioè cosa è rilevante per questo tipo di pubblico.

L’importanza di recepire il cambiamento

«Uno dei claim che utilizziamo spesso in azienda è “Le persone vengono su Twitch per il contenuto ma poi ci rimangono per la community”. L’opportunità per il brand è proprio quella di inserirsi in questo rapporto così autentico, così vero e profondo con la community (che poi è anche il potenziale cliente di ogni servizio)».

Si passa quindi dalla viralità alla rilevanza: non serve più arrivare a molti, conta arrivare alle persone giuste. Ed è importante rendere comprensibile, “tradurre” alla community il messaggio del brand, grazie a chi parla la lingua giusta.

«Negli anni passati siamo stati abituati a ricercare il contenuto virale e il trend; una spasmodica ricerca che potesse arrivare a un grandissimo numero di persone. In realtà, l’esperienza che abbiamo su Twitch e che è nata dall’ambiente del gaming per estendersi al grande mondo che comprende tipi anche molto diversi di streaming, è proprio la voglia di appartenere a un gruppo con un rapporto molto vero con lo streamer.

Lo vediamo spessissimo quando lavoriamo con i brand sui progetti di branded content: i brand devono affidarsi a chi parla il linguaggio della community (lo streamer), il che non significa che il brand non dia suggerimenti e perimetri. Il brand rimane owner del messaggio e del posizionamento, ma è come se lo streamer diventasse un “traduttore simultaneo” con il linguaggio della community».

Gli ultimi anni ci hanno fatto capire la portata del fenomeno del live streaming sottolineando la democratizzazione della produzione dei contenuti e dell’aumento della partecipazione.

«Chiunque, con una webcam e una buona connessione a internet, può esprimere le proprie idee, condividere la propria passione, trasmettere una performance. Il live streaming, da questo punto di vista, ha accelerato moltissimo dei fenomeni e reso molto più partecipativa l’esperienza del pubblico», ha sottolineato Nicoletta.

In conclusione, emerge una domanda secca ma fondamentale: qual è il modo giusto per avvicinarsi alla capacità di spesa delle nuove generazioni?

«Siamo abituati a pensare alle nuove generazioni come ancora “fuori dal mercato”. Li consideriamo erroneamente come persone “non attive”, che non prendono decisioni. In realtà, quasi il 30% della ricchezza globale sarà in mano a questa generazione, ed è quindi importantissimo iniziare a capire già da adesso con che tipo di pubblico ci stiamo interfacciando.

Non sarà possibile entrare in risonanza da un momento all’altro: i brand hanno bisogno di fare un percorso e costruire questa relazione. Recepire questo cambiamento è fondamentale: the time is now e molti marchi lo hanno già compreso ma le opportunità da cogliere sono davvero ancora tante».

I trend video della Generazione Z, cosa guardano i più giovani e perché

Sono nati tra il 1996 e il 2010 e sono determinati a combattere gli stereotipi e a lottare per un mondo più green e più pacifico. Sono loro la Generazione Z, una generazione che è molto meno interessata all’alcol, che punta a relazioni più stabili e che desidera esplorare il mondo senza preconcetti preferendo la diversità e l’inclusione. 

La Gen Z ama contenuti sempre più personali e predilige una cultura pop digitale incentrata su di sé.

Questo è quanto emerge dal Culture e Trends Report 2022 redatto da YouTube che offre una panoramica approfondita delle tendenze inerenti a questa audience con sempre maggiore potere d’acquisto e a cui devono necessariamente rivolgersi brand, media, pubblicità e content creator. 

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Ma chi è realmente la Generazione Z? A darne una panoramica precisa è il report mondiale rilasciato da GWI, la società inglese di ricerche di mercato globali che ha intervistato circa 205 mila persone di 47 paesi diversi, confrontato anche con un campione statunitense.

“È questa la generazione del cambiamento senza precedenti che ritiene obsolete molte abitudini dei loro genitori, incluso lo shopping e anche brand e stilisti devono tenerne conto” spiegano gli autori del report condotto da GWI. 

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Le tendenze video della Gen Z secondo YouTube

È anche la generazione dei video: l’85% di loro, secondo i dati dell’analisi di YouTube, ha pubblicato contenuti video online e il 65% ritiene che i contenuti personali sono più importanti di quelli di cui parlano tutti. 

Per questo motivo non si possono ignorare le tendenze lanciate proprio da questo target che desidera una creatività più condivisa.

Infatti il 61% ammette di essere un grande fan o un super fan di qualcosa o di qualcuno. Non è un caso che le community siano diventate sempre più fondamentali per l’esperienza di intrattenimento ed è per questo che sono nate community di YouTube per tutto.

Un caso esemplare è quello di Big Jet TV che è diventata un fenomeno internazionale quando quasi 250 mila utenti si sono sintonizzati per guardare gli aerei che tentavano di atterrare durante la tempesta Eunice. Un contenuto della durata di quasi 8 ore che ha raggiunto la bellezza di 7.5 milioni di visualizzazioni.  

Questa generazione non rinuncia certo ad una creatività multiformato, tanto che il 57% di afferma di apprezzare i brand che producono meme.

Ryanair ha fatto di questa tipologia di contenuti un asset di comunicazione sui social e su YouTube con short video che ironizzano sulle abitudini e le paure dei propri utenti. 

Contenuti su misura per la Generazione Z

I video per questa generazione devono poter creare una cultura pop che rispecchia le varie esigenze.

Viaggiare rimanendo comodamente seduti davanti al proprio pc, vivendo l’esperienza attraverso lo schermo: il 90% della Gen Z afferma di aver guardato un video che li ha aiutati a sentirsi trasportati in un luogo diverso.

Video rilassanti su destinazioni lontane e sulla natura, ma anche live streaming di animali e filmati immersivi della durata di 10 ore con una musica rilassante in sottofondo.

Ecco cosa apprezzano questi giovani e come amano essere catapultati in realtà lontane senza spostarsi dal divano. 

Ma tra i loro contenuti preferiti non c’è solo questo. Apprezzano molto anche i video ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response) che hanno il potere di essere calmanti e rilassanti e che, in genere, includono immagini e suoni pacati. La crescita dell’interesse di ricerca a livello mondiale della parola ASMR su YouTube è davvero notevole. 

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generazione Z - video asmr

Solo nel 2021 questo trend ha raggiunto oltre 65 miliardi di visualizzazioni di video, tanto che anche le grandi istituzioni di tutto il mondo hanno iniziato a produrre contenuti in risposta a questa richiesta del mercato. Una su tutte è stata il Victoria and Albert Museum con la sua playlist “ASMR at the museum”

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Le relazioni con i creator

YouTube è un vero e proprio aggregatore di creatività, tanto che il 69% degli intervistati della generazione Z afferma che si trova spesso a tornare a guardare i creator o i contenuti in cui trova sollievo.

Guardare e riguardare i creator preferiti persino quando fanno cose ordinarie per un lungo periodo di tempo, magari sintonizzandosi su vlog di lunga durata, è un’usanza frequente per la Generazione Z. In generale spicca un forte senso di community in cui la creazione di relazioni significative con le persone avviene attraverso fandom. 

generazione Z

Tra pandemia e crisi climatica, la Gen Z conosce bene le sensazioni di ansia e di instabilità, non è un caso che tra i contenuti più apprezzati ci siano quelli capaci di far vivere stati d’animo rilassanti, l’idea di essere in posti lontani e con persone che senti di conoscere senza averlo mai fatto davvero.

Questa è una generazione che combatte lo stress, che cerca il benessere psicologico e sociale e che ama sentirsi al sicuro. Costruire i messaggi per la Gen Z significa creare contenuti in grado di aggiungere valore alle loro vite, nel pieno rispetto della loro personalità.

E questa è la missione più ambiziosa per brand e marketers che vogliono parlare con questa nuova realtà che ha le idee chiare e la forza per realizzarle. 

IKEA SÄKERHET contro la violenza domestica

IKEA lancia SÄKERHET, una serratura per trovare rifugio dalla violenza domestica

Le donne vittime di violenza sono spesso costrette a cercare rifugio dal luogo che dovrebbe essere il primo posto dove sentirsi al sicuro, la propria casa. È adottando questo punto di vista che prende vita la campagna integrata di sensibilizzazione ideata e sviluppata da DDB Group Italy per IKEA Italia in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne.

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La campagna si muove all’interno del territorio d’elezione del brand – la casa – partendo da un dato di cronaca significativo: le mura domestiche sono il luogo in cui più si consumano casi di violenza contro le donne (ben il 93% secondo i dati Istat del 2020).

Da qui, lo spunto creativo: un prodotto ideato per risolvere il problema della violenza domestica.

Nasce così SÄKERHET, la prima serratura per guardaroba con chiusura dall’interno, compatibile con tutti i modelli IKEA, studiata per resistere ai tentativi di apertura dall’esterno.

Ideale per trasformare ogni armadio in un rifugio sicuro.

IKEA SÄKERHET contro la violenza domestica - messaggio

Un prodotto che non esiste contro la violenza domestica

Ovviamente SÄKERHET nella realtà non esiste, perché un prodotto non può risolvere il problema della violenza domestica. Ma una soluzione concreta e reale è possibile ed è proprio su questa che il brand vuole accendere i riflettori.

La campagna, infatti, vuole sensibilizzare sull’esistenza del numero Anti Violenza e Stalking 1522 promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità e gestito da Differenza Donna APS ONG, che si occupa di accogliere e sostenere tutte le donne e chiunque subisca o sia a conoscenza di una situazione di violenza di genere o stalking.

Per noi di IKEA la casa è il posto più importante del mondo, un luogo in cui sentirsi protetti, sicuri e amati. Purtroppo però, per troppe donne le mura domestiche racchiudono ansia, preoccupazione e violenza. Per questo da tanti anni ci impegniamo con campagne di sensibilizzazione nei nostri negozi per diffondere maggiore consapevolezza sul tema della violenza di genere. Negli ultimi 10 anni abbiamo inoltre contribuito alla realizzazione di oltre 50 progetti dedicati al supporto e all’accoglienza di donne in cerca di un luogo dove riconquistare la propria sicurezza e libertà.” dichiara Cristina Broch, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali IKEA Italia.

IKEA SÄKERHET contro la violenza domestica - messaggio-2

Mettere la creatività a disposizione di tematiche come queste è sempre motivo di responsabilità e forte coinvolgimento, perché significa contribuire a un messaggio forte che può agire realmente nella vita delle persone” ha detto Luca Cortesini, Chief Creative Officer DDB Italia. “Farlo con un brand come IKEA, con cui abbiamo stretto una partnership di lungo periodo, è sempre di grande soddisfazione, significa sfidarsi per avere idee sempre forti capaci di essere al contempo unexpected e di impatto”.

La campagna integrata è andata on-air il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, sui canali social del brand e con un’installazione ad hoc nei negozi IKEA Italia.

notizie ninja della settimana

Il reset delle Big del Tech, i licenziamenti di Amazon e le altre news Ninja della settimana

La seconda parte del 2022 non è stata certo clemente con le grandi compagnie tecnologiche, impegnate ad affrontare turbolenze su diversi fronti. Tra le notizie della settimana, Zoom perde colpi, registrando un meno 90% sulle azioni dopo che l’azienda ha tagliato le previsioni di vendita annuali (in questo articolo trovi più informazioni). L’azienda aveva grandemente prosperato durante la pandemia e ora accusa il colpo di un ritorno, se non alla normalità, a un nuovo cambiamento.

Stesso cambiamento che stanno affrontando altre big: Facebook è in costante crisi da ricambio generazionale (a proposito, ecco perché dovresti smettere di usare le emoji) e addirittura circolano voci sull’abbandono dell’iconico Mark.

Anche in Amazon e Twitter proseguono, per ragioni diverse, le riduzioni del personale e gli ex dipendenti non fanno mistero della propria frustrazione (lo abbiamo letto in questa notizia).

Il minimo comune denominatore di questi cambiamenti è la difficoltà ad adeguarsi al cambiamento tecnologico che ci sta investendo, con i primi timidi tentativi di Metaverso, decentralizzazione e cryptoeconomia. Neppure Facebook, cambiando il nome in Meta, è riuscita ad avvicinarsi al Web3.

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

Il reset delle Big del Tech

Si tratta di un reset culturale, secondo quanto commentato da Vox. Una delle ragioni è che sono ormai mature e non possono più fornire agli investitori lo stesso tipo di crescita massiccia che hanno avuto negli ultimi due decenni.

Questo cambiamento avrà grosse ripercussioni sul settore.

Non si fermano i licenziamenti di Amazon

Lo ha scritto l’amministratore delegato Andy Jassy in una nota inviata ai lavoratori giovedì scorso. “Questa è senza dubbio la decisione più difficile che abbiamo preso in questo periodo“, ha scritto il CEO. L’azienda ha iniziato a informare i lavoratori del loro licenziamento la scorsa settimana.

Zuckerberg non lascerà Facebook

La notizia era circolata martedì su alcuni magazine di settore, ma è stata smentita ieri da un tweet del portavoce della società, Andy Stone. Nel frattempo, le azioni di Meta sono salite dell’1%, come riporta il New York Post.

Notizie della settimana: chiude la sede europea di Twitter a Bruxelles

I sei dipendenti del team hanno lasciato i loro incarichi a seguito dell’ultimatum inviato via mail da parte del nuovo CEO.

Lo smantellamento dell’ufficio, che svolgeva un ruolo di raccordo con le istituzioni, preoccupa la Commissione europea per il rischio disinformazione.

Zoom crolla in Borsa

Le azioni dell’azienda hanno perso il 90% dal picco raggiunto nell’ottobre 2020, in piena pandemia.

Negli ultimi mesi Zoom sta cercando di focalizzarsi principalmente sulle attività aziendali, ma la concorrenza di servizi come Teams e Slack è impegnativa e a pesare sono anche i conti.

Metaverso, non solo uno spazio per i giovani

La nuova realtà tecnologica attrae maggiormente gli over 36.

I ragazzi sotto i 25 anni, contrariamente alle aspettative, si dimostrano più indecisi e hanno paura che si perda il contatto con la vita fisica.

notizie - metaverso

Sono alcuni dati che emergono dalla ricerca condotta da Ipsos e dall’Osservatorio sul Metaverso sull’atteggiamento degli italiani nei confronti della nuova realtà immersiva.

L’alternativa a Google Analytics

Matomo rappresenta una possibile alternativa, da un lato perché è cookieless, dall’altro per la semplicità di data visualization e di presentazione del dato.

Ne abbiamo parlato con Francesco De Nobili, Digital Marketing Manager con esperienza pluriennale in consulenza e specialista nel settore B2B. Ascoltalo nel podcast.

Tiriamo le somme del Forum HR 2022

Tre giornate in cui si sono affrontati rispettivamente i temi del Training & Recruiting, Welfare & Wellbeing, Digital & Innovation.

Oltre 200 HR Director e 50 aziende Partner hanno permesso la realizzazione di ben 65 sessioni di lavoro fra Phygital Speech, Phygital Talk Show e Tavoli tematici. Abbiamo tirato le somme di questa edizione insieme a Federico Morganti, Content & Relations Design Officer di Comunicazione Italiana. Puoi ascoltarlo nel podcast.

Tesla è il brand percepito come più sostenibili tra gli italiani

Questo quanto emerge da una ricerca di Brand Finance su un campione di 200 brand.

 

notizie della settimana tesla

L’attenzione alla sostenibilità risulta essere un driver di scelta il cui peso non supera il 5%, quindi un fattore con una rilevanza ancora inferiore alla qualità e al prezzo. Emerge tuttavia una forte attenzione a questo valore da parte dei consumatori.

Notizie da Ninja: Ceres celebra i baristi con una collezione di figurine

Da sempre, il marchio di birra danese li considera una categoria indispensabile per i luoghi di aggregazione e vere e proprie icone.

notizie ninja Ceres

Una collezione esclusiva alla quale si aggiunge una limited edition di Ceres Strong Ale che comprende 21 bottiglie, ciascuna dedicata ad un “capocannoniere” del bancone.

Black Friday, acquisti online su dell’8%…

Nella settimana delle offerte, tra Black Friday e Cyber Monday, gli italiani spenderanno online circa 2 miliardi di euro.

I numeri sono quelli riportati dall’Osservatorio B2c del Politecnico di Milano.

…e le campagne dei big da rivedere

Uno dei momenti più attesi dell’anno in cui tutti sono pronti a darsi a spese folli: carte alla mano e click veloci e compulsivi per gli acquisti.

E i brand non perdono l’occasione di coinvolgerci con storie che lusingano i nostri portafogli.

 

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Patagonia lancia l’emozionante documentario girato in Italia “The Art of Activism”

Patagonia lancia il documentario The Art of Activism girato in Italia e realizzato in collaborazione con Pop-Up Magazine.

Prosegue la serie di racconti radicati in luoghi selvaggi e dedicati all’attivismo ambientale. Storie che prendono vita in tutto il mondo con l’obiettivo di far conoscere diverse prospettive e battaglie.

patagonia

Il documentario racconta di un pescatore implacabile e della sua comunità in Toscana.

Narrata da Safy Hallan-Farah, la storia esplora i danni causati dalla pesca a strascico nelle aree marine, mostrando come anche l’azione individuale possa contribuire a proteggere i mari.

LEGGI ANCHE: Gli italiani preferiscono i brand sostenibili: il sondaggio di Google

L’impegno di Patagonia, la protesta di Paolo

La struttura esclusiva di Patagonia è basata su un unico azionista: il pianeta.

L’azienda è certificata B Corp ed è coinvolta nell’attivismo ambientale fin dalla sua nascita. Si tratta di uno dei marchi più affidabili nel campo dell’abbigliamento ecologico a livello mondiale. I profitti non reinvestiti nel business aziendale sono ridistribuiti, sotto forma di dividendi, per proteggerlo.

In questa puntata, il pescatore Paolo Fanciulli ci mostra il suo intervento per impedire ai pescherecci di danneggiare il suo amato ecosistema mediterraneo.

L’impegno di Paolo vuole mettere un freno alla pesca a strascico, un metodo di pesca che distrugge essenzialmente il fondale marino naturale. Questa distruzione contribuisce a sconvolgere la stabilità degli ecosistemi oceanici e a causare gravi effetti sul clima a livello globale. Ha portato avanti proteste, atti di sabotaggio e ha persino vestito i panni di un poliziotto, ma non è stato sufficiente.

La pesca a strascico non è un modo sostenibile di pescare. Queste reti vengono trascinate sul fondo del mare… È come se un cacciatore bruciasse un’intera foresta per uccidere un cinghiale“, dice Paolo. “Giorno dopo giorno, i prati sottomarini di posidonia e i coralli vengono distrutti: interi ettari di mare“.

Patagonia lancia il documentario girato in Italia "The Art of Activism"

Per trovare una soluzione, Paolo ha coinvolto il governo locale nel calare in mare dei blocchi di cemento, ma non ce n’erano abbastanza, e la criminalità organizzata ha fatto pressioni sulle autorità affinché si ritirassero dal progetto.

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Tra il 2015 e il 2020, ha convinto diversi artisti a creare sculture non solo con lo scopo di erigere una barriera per le reti della pesca a strascico, ma anche per dare vita a un museo sottomarino nel Mar Mediterraneo.

Tra i mari della Toscana e del Lazio, al largo di Talamone, sono state posizionate in profondità 39 statue in marmo di Carrara.

Le nuove sculture contro la pesca a strascico rappresentano una risorsa importante e diventano un sostegno per la biodiversità. Le figure in piedi fungono così da barriera fisica per impedire un’ulteriore distruzione delle risorse naturali e del patrimonio dei nostri oceani per le generazioni future.

Paolo aggiunge: “Ogni giorno ospito turisti sulla mia barca, racconto loro questa storia e cerco di coinvolgerli. La vita dei mari inizia dai fondali“.

Abbiamo raggiunto Paolo per chiedergli un commento. Puoi ascoltare nel nostro podcast cosa ha detto ai microfoni di Ninja.

zoom crolla in borsa

Zoom crolla in borsa del 90% dal picco raggiunto durante la pandemia

Le azioni di Zoom Video Communications Inc  sono crollate di circa il 90% rispetto al picco pandemico dell’ottobre 2020 e l’ex beniamino degli investitori lotta per adattarsi a un mondo post-COVID.

Il titolo è sceso di quasi il 10% solo nella giornata di martedì, dopo che l’azienda ha tagliato le previsioni di vendita annuali e ha registrato la crescita trimestrale più lenta, spingendo almeno sei broker a tagliare i loro obiettivi di prezzo.

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L’azienda, che è diventata famosa durante il lockdowno grazie alla popolarità dei suoi strumenti di videoconferenza, sta cercando di reinventarsi concentrandosi sulle aziende, con prodotti come il servizio di chiamate in cloud Zoom Phone e l’offerta di hosting di conferenze Zoom Rooms.

Sul crollo di Zoom pesa la concorrenza

Gli analisti  ritengono che un’eventuale inversione di tendenza sia ancora lontana nel tempo, poiché la crescita della sua unità online principale rallenta e la concorrenza di Teams di Microsoft e Slack di Salesforce  si fa intensa.

zoom chart

Fonte: Reuters Graphics

Zoom ha un problema fondamentale: ha dovuto spendere molto per mantenere la quota di mercato. Spendere per aggrapparsi alla quota di mercato, anziché farla crescere, non è mai un buon punto di partenza ed è stato un segnale di difficoltà“, ha dichiarato Sophie Lund-Yates, analista di Hargreaves Lansdown.

Le spese operative dell’azienda sono aumentate del 56% nel terzo trimestre per lo sviluppo dei prodotti e il marketing. Il margine operativo rettificato è sceso al 34,6% dal 39,1% dell’anno precedente.

Alcuni broker ritengono che le acquisizioni potrebbero contribuire a rilanciare la crescita di Zoom, ma l’amministratore delegato Eric Yuan, in una telefonata successiva ai risultati, ha dichiarato di continuare a vedere un’intensificazione del controllo delle transazioni per le nuove attività.

La partita non è finita, ma senza acquisizioni si tratta di un percorso pluriennale per tornare a una crescita più elevata“, ha dichiarato Ryan Koontz, analista di Needham & Co.

Amazon, Google e KFC: 5 campagne pubblicitarie sul Black Friday da non perdere

Uno dei momenti più attesi dell’anno in cui tutti sono pronti a darsi a spese folli. No non è ancora il momento del Natale, ma quello del Black Friday.

Carte alla mano, click veloci e compulsivi per acquisti a volte futili ma che ci danno l’illusione di aver fatto un affare e appagando l’animo prodigo.

Ad allettarci sono anche i brand che con le loro campagne pubblicitarie, per una buona causa o semplicemente per interesse, ci coinvolgono con storie che lusingano i nostri portafogli.

Ecco dunque una raccolta di 5 divertenti pubblicità dedicate al Black Friday.

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Google | Buying All Black

Google celebra il suo terzo #BlackOwnedFriday supportando oltre 70 aziende di imprenditori afroamericani che hanno risentito delle difficoltà causate dalla pandemia.

Il motore di ricerca intende incentivare la scoperta online dei negozi black, indirizzando le preferenze di acquisto in base ai valori socio-culturali di inclusività.

Ma non solo: Google ha creato una piattaforma dedicata a negozi black per posizionarsi e farsi riconoscere all’interno delle sue ricerche.

Per questa coinvolgente campagna pubblicitaria girata ad Atlanta, i rapper Ludacris e Flo Milli hanno una grande parte attiva, raccontando in pieno sound hip hop old school il perché scegliere “Buy All Black” tutto l’anno sia veramente cool.

Jumia | Beat SAPA

Jumia, è la piattaforma eCommerce più grande dell’Africa. Fondato a Lagos, in Nigeria, nel 2012, il gruppo si è rapidamente affermato in vari settori, tra i quali il commercio online, dove punta a diventare l’Amazon africana, servendo Ghana, Camerun, Senegal, Algeria, Tunisia, Tanzania e Uganda, Nigeria, Kenya, Egitto, Costa d’Avorio e Marocco.

Jumia grazie alle offerte e ai grandi sconti proposti incoraggia gli acquisti degli utenti e promuove le PMI nigeriane.

Nello spot, infatti, il Black Friday è un’occasione per fare acquisti consapevoli e per abbattere la situazione di “Sapa”, che nello slang nigeriano assume il significato di “rimanere al verde dopo acquisti sfrenati”.

Amazon | The Amazon Black Friday Week is Here

Amazon ci presenta uno Yeti spettinato e simpatico. Nelle due campagne pubblicitarie lo Yeti, nonostante sia isolato tra le montagne, riesce a divertirsi grazie agli acquisti durante il Black Friday.

Ma non solo, si prepara facendosi bello, liscio e profumato per fare la sua entrata scenica sulle note di Okay Okay dell’iconico Pino D’Angiò e fare colpo tra i banali festaioli.

KFC | Black Fry Day (2021)

La catena di fast food dedicata al pollo protesta contro il Black Friday e contro la corsa compulsiva verso  prezzi ribassati e offerte scatenate.

Così KFC Parigi sposta momentaneamente la sua friggitoria in un paesino della Normandia, chiamato guarda caso Fry. Celebra questo evento offrendo pollo fritto a chiunque passi di lì e ribattezzando la giornata come quella dedicata al Black FRY Day.

black friday- kfc black fry day

Walmart | Black Friday Deals For Days | Case of the Mondays

Il più grande brand della GDO per la sua campagna pubblicitaria dedicata al Black Friday riunisce il cast della serie Office Space direttamente dal 1999.

In uno spot nostalgico ritroviamo, tra gli altri, Gary Cole, nei panni del famigerato manager aziendale Bill Lumbergh e Ajay Naiduche in quelli del tecnico ribelle Samir Nagheenanajar.

Troviamo anche il vero Michael Bolton che nella serie era il soprannome del personaggio interpretato da David Herman.

Sono tutti concentrati sulle offerte del lunedì di Walmart che quest’anno ha deciso di dilazionare le promo durante tutto il mese, invogliando i consumatori ad acquistare con maggior frequenza.

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