Satoshi Nakamoto, l’uomo misterioso considerato il padre della criptomoneta più celebre, ha previsto questo meccanismo per limitare il numero dei Bitcoin in circolazione;
Il numero dei Bitcoin minabili sono 21 milioni, di cui restano oggi da estrarre circa poco più di 3 milioni;
Si chiama halvinged è l’evento più atteso della community degli appassionati di Bitcoin. “Halving” significa dimezzamento ed è ciò che avviene al valore dei Bitcoin, ogni quattro anni. Quello a cui abbiamo assisto ieri è il terzo halving della storia.
Perché succede? Satoshi Nakamoto, l’uomo misterioso considerato il padre della criptomoneta più celebre, ha previsto questo meccanismo per limitare il numero dei Bitcoin in circolazione e proteggerne così il valore nel tempo.
Se sei poco esperto del mondo Bitcoin, ti basterà sapere che il numero dei Bitcoin minabili sono 21 milioni, di cui restano oggi da estrarre circa poco più di 3 milioni. Oggi si calcolano in circa 18,4 milioni i bitcoin in circolazione. I Bitcoin sono estratti dai “miners”, che con la potenza di calcolo dei loro computer in rete risolvono dei codici complessi.
Ma quali sono gli effetti che il dimezzamento produce sugli investitori e sul valore della criptomoneta? Lo raccontiamo in quest’articolo.
Dalla sua nascita, nel 2008, i Bitcoin hanno conosciuto tre halving.
Nel primo, il 28 novembre del 2012, il numero dei bitcoin estraibili risolvendo i complessi codici che li sbloccano, è passato da 50 ogni 10 minuti a 25.
Il secondo halving invece ha avuto luogo il 9 luglio del 2016 portando la ricompensa dei miner, per ogni blocco, a 12,5 BTC.
Il terzo halving invece dimezza ancora di più questa cifra, fino a 6,25 con l’estrazione del blocco numero 630 mila.
Oltre a un minore compenso per i miner, che si vedono restituire meno moneta dal loro lavoro di estrazione, un halving ha in genere un aumento del valore sul mercato dei Bitcoin, anche se la volatilità delle cripto rende molto complesso fare previsioni.
Tuttavia, la storia ci dice questo, prendendo come riferimento i due halving precedenti. Nel 2012, per esempio, il valore dei Bitcoin, post halving che ha toccato la quota di 1000 dollari (per fare un raffronto un anno prima ne valeva poco meno di 10).
Una situazione simile si è verificata con il secondo halving, con il valore dei bitcoin arrivato alla cifra monstre di 20mila dollari (rispetto ai 200 dollari dell’anno precedente).
Cosa aspettarsi con il terzo halving?
Come dicevamo difficile fare previsioni. Alla normale volatilità della cripto oggi va aggiunta la questione Coronavirus, che di certo rende il quadro previsionale ancora più complesso.
Gli esperti sperano che anche questa volta la cripto aumenti il suo valore, andando a recuperare terreno dopo la perdita di valore degli ultimi giorni, con i Bitcoin che dopo aver superato 10mila dollari, sono crollati di circa il 20% in pochissime ore.
Anche se non è possibile avere certezze, tuttavia, è possibile prevedere alcuni scenari:
un rialzo ancora più rapido. In un momento in cui i mercati finanziari sono in una fase buia, l’aumento dei prezzo potrebbe portare attirare nella sua rete sempre più investitori retail. Questa è l’opinione, per esempio, di CryptoMurmur, un hub che riunisce appassionati delle criptovalute).
Una più veloce regolamentazione. Un ulteriore aumento dei prezzi potrebbe spingere la classe politica a velocizzare le operazioni di regolamentazione della cripto per proteggere gli investitori. Questa l’opinione di Simon Peters, analista della piattaforma di investimento eToro.
Un trasferimento dei miner su cripto più remunerative. Un altro scenario vede i miner protagonisti: questi potrebbero lasciare la cripto e vendere, per avvicinarsi ad altre cripto che ritengono più vantaggiose, le cosiddette Altcoin.
In attesa di sapere quali saranno gli esiti del dimezzamento, una notizia è già certa: il boom delle ricerche su Google per “halving di Bitcoin”, che hanno superato di circa il 360%, il numero di ricerche per il secondo halving, quello del 2016, come riportato anche da CoinTelegraph.
A testimonianza di una crescita dell’interesse di appassionati e investitori verso la criptovaluta più nota.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/bitcoin-halving.jpg560838Giancarlo Donadiohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiancarlo Donadio2020-05-12 12:00:372020-05-13 11:50:22Halving Bitcoin: cos’è e come cambierà la vita di miner e investitori?
In Italia 36,7 milioni di persone hanno utilizzato i social network e 33,8 milioni hanno usato i servizi di Instant Messaging;
Anche i tempi migliori per postare sui social media sono cambiati man mano che più aspetti del lavoro e della vita si sono spostati online.
Gli Italiani obbligati a stare a casa per il lockdown, durante il mese di marzo 2020 hanno mantenuto contatti e relazioni sociali grazie alle piattaforme online.
Hanno utilizzato i siti e le app di Social Networking 36,7 milioni di persone (ovvero il 94% di quelle che hanno navigato in rete) mentre sono state 33,8 milioni, pari all’87% della popolazione on-line, quelle che hanno usato i servizi di Instant Messaging.
Gli insight dai social per l’Italia
Come emerge dai primi insight condivisi da Comscore, in media ognuno ha trascorso 40 minuti al giorno sui Social Network (+53% del tempo speso rispetto all’anno precedente) e 28 minuti sulle app di messaggistica (+ 77% del tempo speso su marzo 2019).
Se si analizzano le singole piattaforme social in termini di diffusione, inserendo nell’analisi anche YouTube, la piattaforma video di Google risulta essere la più utilizzata seguita da Facebook, Whatsapp e Instagram. TikTok è invece il social con il maggior tasso di crescita, arrivando a raggiungere i 7 milioni di utenti unici a marzo 2020, con un’audience quasi quadruplicata rispetto a marzo dello scorso anno così come significativa è la crescita di Pinterest, che supera i 12 milioni di utenti unici grazie al +112% di incremento rispetto a marzo 2019.
In termini di tempo speso Facebook è la prima piattaforma con 26 minuti medi al giorno per utente e una crescita del +49% rispetto a marzo 2019 seguita da Whatsapp con 20 minuti medi al giorno per utente e una crescita dell’81% anno su anno.
Focalizzando l’analisi sul solo segmento di età 18-24, i giovani trascorrono più tempo rispettivamente su YouTube (oltre 32 minuti giorno), WhatsApp (con 30 minuti al giorno), TikTok (con 18,6 minuti al giorno per utente, in crescita del 121% rispetto marzo 2019), ormai terza piattaforma per tempo medio per utente.
“Nella fase di lockdown, Social Media e servizi di messaggistica hanno svolto un ruolo fondamentale nel mantenere connesse le persone; i giovani nella fascia d’età 18-24 hanno trascorso su App e Siti di queste categorie oltre due ore e 45 minuti in media al giorno, a fronte di quasi un’ora e 20 minuti in media al giorno della fascia d’età 35+” commenta Fabrizio Angelini, CEO di Sensemakers, società che rappresenta in esclusiva Comscore in Italia. “Insieme ai player conosciuti e consolidati il dinamismo del mercato è evidenziato dalla crescita di operatori come TikTok e Pinterest”.
I momenti migliori per pubblicare sui social media
Anche SproutSocialha aggiornato alcuni dati del suo report annuale per mostrare gli ultimi insight aggiornati a metà aprile 2020, a seguito dell’emergenza. Nel complesso, è emerso che i tempi migliori per postare sono cambiati a livello globale man mano che più aspetti del lavoro e della vita si sono spostati online.
Facebook
Mentre in precedenza il mercoledì dalle 11 del mattino e dalle 13 alle 14 era il momento migliore per postare su Facebook, l’attività è stata più consistente in modo generalizzato tutti i giorni della settimana. Attualmente, gli orari migliori per postare su Facebook sono lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 11. In effetti, ogni giorno alle 11 c’è stato un leggero picco rispetto al resto della giornata.
I fine settimana e i giorni feriali dopo le 17 mostrano un notevole calo, poiché i lavoratori a distanza che si destreggiano tra le diverse esigenze domestiche e familiari devono affrontare, in molti casi, anche più richieste di attenzione dopo la fine della tipica giornata di lavoro.
Instagram
Analogamente a Facebook, il numero di ore di punta durante la settimana è aumentato anche su Instagram. In precedenza, il mercoledì alle 11 e il venerdì dalle 10 alle 11 erano stati individuati come gli orari migliori per pubblicare. Ora, in un arco di tempo complessivo molto intenso di giorni feriali e orario di lavoro, lunedì, martedì e venerdì alle 11 e martedì alle 14 sono gli orari migliori per postare su Instagram.
Inoltre, mentre la precedente analisi mostrava che l’attività di Instagram proseguiva con una certa coerenza al mattino presto e a tarda sera, l’attività è ora molto più concentrata nella giornata lavorativa, con un distinto drop-off dopo le 18.
Twitter
I modelli di utilizzo di Twitter sono rimasti leggermente più consistenti prima e dopo l’emergenza COVID. Ciò può essere dovuto all’uso continuo della piattaforma come mezzo per controllare rapidamente le notizie e diffondere informazioni utili al pubblico per le misure di blocco e quarantena delle diverse regioni.
Ciononostante, il tempo di impegno in cima alla lista è leggermente cambiato: mentre prima era mercoledì e venerdì alle 9 del mattino, il momento migliore per postare su Twitter ora è venerdì 7-9, con le 9 che mostrano il picco di attività.
LinkedIn
Poiché LinkedIn è una rete orientata al lavoro, non sorprende che il comportamento sia rimasto in gran parte immutato. Come Twitter, l’orario migliore per postare è cambiato un po’: passando dagli orari di punta di mercoledì dalle 8 alle 10 e mezzogiorno, giovedì alle 9 e le 13, e venerdì alle 9 agli attuali orari migliori per LinkedIn di mercoledì alle 15, giovedì alle 9 alle 10 e venerdì dalle 11 al pomeriggio.
L’orario del regolare engagement nei giorni feriali inizia e finisce un po’ più tardi, con l’attività che inizia alle 8 invece che alle 7 e termina verso le 16 invece che alle 15. Ciò potrebbe riguardare il cambiamento degli schemi di lavoro a distanza, compreso un calo nella navigazione per gli aggiornamenti durante gli spostamenti dei pendolari.
Come è cambiato il comportamento dei brand sui social media
In tutti i settori e le reti, il numero di messaggi inviati al giorno è rimasto più o meno lo stesso in media (con un calo di soli 0,2 messaggi al giorno) rispetto al primo trimestre e all’aprile 2020.
Alcune industry hanno aumentato il volume dei messaggi inviati durante questo periodo, in particolare l’assistenza sanitaria, i media e l’intrattenimento, che sono diventati più centrali durante questo periodo.
D’altra parte, alcuni settori hanno avuto un calo più marcato dei post pubblicati, in particolare sport e viaggi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/social-media-lockdown.jpg590949Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-05-11 17:56:292020-05-14 11:31:47Social Media Trend: dagli utenti sempre più connessi (anche in Italia) ai migliori orari per pubblicare
L’eCommerce ha conosciuto una nuova spinta durante l’emergenza;
La Digital Transformation impone oggi più che mai rapidità e competenze per fronteggiare una nuova domanda d’acquisto.
Il crollo degli incassi nei negozi fisici e l’esplosione del traffico sull’eCommerce rappresentano nuovi rischi ed opportunità, figli di questo periodo. Valutare un nuovo modus operandi per accelerare il percorso di acquisto finale rappresenta oggi una vera e propria missione digitale.
Dal tradizionale “Drive To Store” al “Drive To Online Store”, l’eCommerce trova una nuova luce.
Il nuovo capitolo digitale ha già notevolmente stimolato gli acquisti online, motivo per cui, per imprese e professionisti del web, si è presentata l’esigenza di elaborare nuove modalità gestionali. L’eCommerce, con le dovute messe a punto può diventare la fonte di sostentamento per una nuova economia dall’eccezionale peculiarità. L’epidemia ha accelerato i processi di una Digital Transformation che ha imposto rapidità e nuove competenze per allineare domanda e offerta.
Per capire al meglio tutto ciò, bisogna ricercare le cause all’interno dei nuovi atteggiamenti degli utenti: “Quando la situazione non è sotto controllo, tendiamo ad eseguire azioni e nuove attività per aumentare, in noi, un senso di controllo”, in risposta alla nuova dimensione che ci circonda.
Paul Marsden, Consumer Psychologist – University of the Arts di Londra, tenta di fornire una spiegazione, attraverso cui l’attuale utente è mosso da ben tre diversi tipi di “necessità”, che si configurano nei seguenti princìpi:
autonomia (per tenere sotto controllo la situazione);
relazionalità (quel senso senso di stare bene facendo del bene per la propria famiglia);
competenza (l’idea di essere in grado di acquistare “le cose giuste”);
Il vedere gli altri che acquistano o comunque notare la scarsità di certi prodotti, a partire dai supermercati, ci fa credere di dover acquistare “per non restare senza”. Alcuni studi di settore hanno evidenziato che il nuovo approccio d’acquisto si presenta diversamente anche tra le diverse generazioni: per la Generazione Z e millenial, si assiste, ad una minore spesa (a fronte di un utilizzo più spiccato dei canali digitali), mentre gli appartenenti alla Generazione X ed i Baby-Boomers dichiarano che la pandemia ha avuto un impatto sul “cosa comprare” e non sul “quanto”.
La chiave (anche nell’eCommerce) è la comunicazione
Cercare di orientare al meglio le aspettative dei propri clienti, riflette, quindi, l’esigenza di valutare una nuova chiave in merito alla comunicazione aziendale.
Innanzitutto, valutare possibili ritardi prioritariamente alla presa in carico di qualsiasi ordine. Bisogna, inoltre, valutare se continuare le campagne attive, e per gli ordini già presi in carico diventa necessario informare i clienti in merito a potenziali ritardi sopraggiunti, causa Covid-19.
In tal senso, anche l’OMS è intervenuta, confermando che non c’è nessun rischio nell’aprire o maneggiare prodotti spediti dalla Cina.
Scegliereuna piattaforma intuitiva all’interno della quale sviluppare il proprio sito, tramite una chiave semplice e sicura.
Rendere visibile, in primis, il numero di step necessari prima della convalida dell’ordine e limitare il numero dei campi da riempire, richiedendo solo i dati necessari.
Assicurare lo stock di prodotti.
Generare un Business Plan che tenga conto delle nuove richieste e contattare i propri fornitori per un recap della situazione, aumentando, possibilmente, le scorte di prodotti per soddisfare la domanda.
Scegliere il partner a cui affidare la logistica.
Tempi brevi e tempistiche sicure devono essere elementi prioritari, e nel caso in cui i tempi di consegna si prolungassero, risulta indispensabile avvisare i consumatori per evitare episodi di Chargeback (forma di tutela per i clienti truffati dai commerciati riguardo gli acquisti effettuati sul web o comunque tramite carte di credito).
Trasparenza sulle condizioni di vendita, specificando le modalità di consegna, restituzione e consegna.
Valutare, quindi, dato il periodo, di prolungare i tempi di restituzione, e qualora non si fosse in grado di soddisfare alcuni ordini, procedere al rimborso.
Configurare una pagina di pagamento personalizzata e sicura.
In fase di pagamento, il visitatore che è già stato convertito in una lead e che ha pensato di concludere positivamente il processo di acquisto (Bottom of Tunnel – BOFU), tende ad abbandonare il carrello e non concludere la transazione, se proprio in questa fase, viene reindirizzato su una pagina impersonale, rispetto al sito del negozio. Meglio, quindi, tentare di eliminare processi di registrazioni ed informazioni richieste troppo complicate.
Offrire diverse modalità di pagamento.
Risulta positivo, il cercare di offrire più soluzioni di pagamento nei confronti degli utenti: bonifico bancario, portafoglio elettronico, carta di credito. Caratteri quali la notevole personalizzazione, compatibilità e semplicità di acquisto, sembrano essere ottimi ingredienti. Una delle ultime soluzioni più innovative, in tal senso, prende il nome di Payplug. Nata in Francia nel 2012, ha già ricevuto più di 12 milioni di euro di sovvenzioni e conta, oggi, oltre 10.000 clienti tra Francia ed Italia. Per tutti gli E-Merchants, permette di realizzare pagine a pagamento ottimizzate, ed usufruire, così, di un’esperienza unificata, attraverso un portale di gestione su cui seguire lo stato dei pagamenti.
Richiesta di pagamento per ordini al telefono o via mail.
Si presentano nuove modalità, come la cosiddetta funzionalità “richiesta di pagamento” (RDP): si tratta di inviare in pochi click un link all’utente per reindirizzarlo ad una pagina di pagamento Payplug, in questo caso, 100% sicura, così da definire la transazione.
Sicurezza e buone norme per gli acquisti eCommerce
I criminali informatici stanno fiutando le numerose informazioni veicolate verso i siti web, poiché sempre più utenti rimangono online per tanto tempo, condividendo dati succulenti e preziosi e per hackers affamati dell’ultima ora.
A supporto di ciò, Tim Mackey, Stratega della Sicurezza presso il Synopsys CyRC (Cybersecurity Research Center), indica alcune misure da adottare per tutti coloro che utilizzano le carte per attività di E-Shopping:
non archiviare i dati della carta di credito su alcun sito.
Se sopraggiungesse un eventuale hackeraggio del sistema, i propri dati potrebbero essere manomessi.
Limitare l’utilizzo di metodi di pagamento monouso di terze parti come Apple Pay , Google Wallet, PayPal. È preferibile che l’utente visualizzi che il prompt della pagina web presentato dal metodo di pagamento prescelto sia ben visibile così da evitare reindirizzamenti anomali.
Abilitare avvisi di acquisto su tutte le carte per monitorare costantemente le transazioni.
Si riduce, così, il tempo in cui, eventuali hackers, potrebbero utilizzare una carta rubata (numerosi episodi a riguardo, si sono registrati a danno del colosso Tupperware).
Disabilitare tutti gli acquisti internazionali per tutte le carte di credito.
Così da perseguire al meglio, da parte delle forze dell’ordine, eventuali malintenzionati.
Utilizzare soltanto la rete del provider di casa/cellulare per attività di eShopping.
Le reti WI-FI aperte sono convenienti ma rischiano di configurarsi come il luogo migliore per eventuali compromissioni delle impostazioni DNS.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/ecommerce-4849055_1280.jpg8251280Luca Maggipintohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Maggipinto2020-05-11 12:34:252020-05-13 15:39:53La sfida dell'eCommerce Marketing nel post-lockdown
Anche questa settimana, sui social, proseguono gli aggiornamenti a supporto di business e persone duramente colpite dal coronavirus.
Accanto a questo trend, c’è una fetta di utenti che invece ha ripreso a cercare online contenuti su eventi, matrimoni e viaggi. Bentornato ottimismo? Queste, e altre novità, nella nostra Week in Social.
Instagram punta alle notizie sulla salute
“A partire da oggi, porteremo le storie legate a COVID-19 da organizzazioni sanitarie credibili che seguite più da vicino in cima alle vostre Stories. Questo fa parte del nostro lavoro continuo per mettere in contatto le persone con informazioni accurate, e la prossima settimana presenteremo una soluzione simile per Feed”.
È questa la dichiarazione pubblicata da Instagram, in cui informa gli utenti che nei prossimi giorni, sia nelle Stories che nel news feed, noterai un incremento di notizie legate alla salute, per facilitare la diffusione di informazioni sul covid-19. Se non sei interessato a questo topic, il tuo newsfeed non cambierà. Diversamente, noterai una maggiore esposizione di contenuti legati alla salute.
Intanto, sembra che Instagram stia lavorando a una nuova visualizzazione delle Stories, che potrebbero apparire così:
Dopo il lancio dell’apprezzatissima emoji abbraccio, Facebook questa settimana si concentra su questioni un po’ più tecniche. Come la rimozione di account fake o che hanno violato, in vari modi, le regole del social network.
Solo nel mese di aprile, fa sapere la piattaforma, sono stati eliminati 732 Facebook account, 162 Instagram account, 993 pagine Facebook e 200 gruppi. Puoi leggere qui le ragioni che stanno dietro a questa scelta.
Restando in tema Gruppi, Facebook sta aggiornando il sistema per impedire lo switch da gruppo pubblico a privato, e tutelare la privacy dei membri. Ci avrai fatto caso. Succede anche su Instagram. Account pubblici che diventano privati, e poi di nuovo pubblici. Ovviamente sono stratagemmi, non troppo furbi, per ottenere follower. E a Facebook non piacciono.
Continua il sostegno alle persone e alle aziende duramente colpite dalla pandemia in corso, con un aggiornamento dell’hub “Community Help“, introducendo nuove risorse come banche del sangue o promozione di organizzazioni non profit, e il lancio di Community Connect event, per aiutare gli admin nella gestione dei gruppi.
Su LinkedIn arrivano le Stories
Solo in Brasile, per ora, sono arrivate le LinkedIn Stories. La piattaforma social aveva anticipato che le avrebbe lanciate, e dove. Al momento, non sono state rilasciate a tutti gli utenti, ma, a quel che sappiamo, sono molto simili alle Stories di Facebook e Instagram: si possono creare solo da mobile, durano 24 ore ma è possibile salvarle e mantenerle nel tempo, possono essere condivise in privato con un altro membro di
LinkedIn, è possibile scrivere a chi le condivide e i video in Stories hanno una durata massima di 20 secondi.
Il lancio delle LinkedIn Stories è stato accolto tra apprezzamenti e critiche, ma vista la diffusione di questo strumento, è facile condividere la scelta del social network.
Nuovi tool su Pinterest
Se non sei su Pinterest da un po’, quando accederai di nuovo alla piattaforma, potresti trovarla leggermente diversa da come la ricordavi. Questa settimana Pinterestlanciatre diversi tool. Parliamo di note e di un calendario da usare per organizzare i progetti a cui stai lavorando.
L’altra novità riguarda la possibilità di selezionare i tuoi pin e raggupparli in nuove board. Metti il caso che sul tuo canale Pinterest ci sia una board “work from home ideas”. Potresti voler selezionare, all’interno di questa board, tutti gli elementi con sedie e desk, raggrupparli in una nuova board, e chiamarla “desk chair”.
Inoltre, Pinterest ti darà suggerimenti più personalizzati sulla base dei pin che salvi. Ad esempio, se salvi un pin a tema birthday, Pinterest potrebbe suggerirti idee per inviti, decor, food & drink e attività.
Queste novità nascono dallo studio della user experience degli utenti. Come puoi immaginare, nelle lunghe settimane di quarantena, le ricerche degli utenti sono cambiate. Ma pare che negli ultimi giorni le persone abbiano iniziato a cercare di nuovo contenuti visual legati a viaggi, matrimoni, eventi, estate e altro.
In breve
Twitter sta testando un nuovo reply layout, nell’ottica di incrementare l’engagement in piattaforma, mentre YouTube vorrebbe dare ai news publishers la possibilità di vendere abbonamenti direttamente dal proprio canale YouTube.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/linkedin-stories.jpg360745Valentina De Felicehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngValentina De Felice2020-05-09 10:30:222020-05-09 09:02:11Week in Social: dalle Stories su LinkedIn agli organization tool di Pinterest
GroupM ha realizzato un progetto per disegnare un framework che possa servire sia come strumento di analisi, che come strumento di pianificazione e di misurazione della comunicazione;
Il report racconta le reazioni degli ultimi due mesi degli italiani che navigano in rete, e giunge alla definizione di quattro macro-aree e di sette personas.
Il virus, la pandemia, il lockdown. Il tempo che stiamo vivendo ci ha insegnato che non è più possibile ragionare attraverso le categorie tradizionali, tanto nella politica quanto nell’economia e di conseguenza anche nel marketing e nella comunicazione.
L’emergenza da COVID-19 ha creato nuove differenze, definendo uno scenario che può essere affrontato solo a partire da un quadro generale, una visione che aiuti a semplificare la complessità delle reazioni umane senza banalizzarla.
Proprio in quest’ottica GroupM ha realizzato un progetto il cui obiettivo non è solo ottenere nuove informazioni, quanto mettere in prospettiva l’enorme mole di dati che vengono prodotti ogni giorno, per disegnare un framework che possa servire sia come strumento di analisi, che come strumento di pianificazione e di misurazione della comunicazione.
In concreto, questo report racconta le reazioni degli ultimi due mesi della popolazione italiana maggiorenne che naviga in rete, e giunge alla definizione di quattro macro-aree e di sette personas, che descrivono come stanno reagendo gli italiani alla crisi attuale.
I Protector – sono 11,8 milioni (rappresentano il 28,8% della popolazione online)
Il tema che li guida è garantire la sicurezza personale e dei propri familiari da un punto di vista sanitario. Non contagiarsi, non ammalarsi.
I Defender – sono 9,5milioni (rappresentano il 23% della popolazione online)
Sono preoccupati di dover difendersi dai pericoli (reali e immaginari, che spesso sono ancora più profondi) che stanno insorgendo e che possono insorgere dal punto di vista sociale ed economico. Oltre che sanitario.
Gli Escapist – sono 6,4 milioni, (rappresentano il 15,6% della popolazione online)
Tendono ad usare il tempo della crisi per trovare tempo per sé stessi ed approfondire i propri interessi e le proprie passioni.
I Calm Keeper – sono 4,9 milioni, (rappresentano il 11,9% della popolazione online)
Non lasciarsi travolgere dalle emozioni e ricostruire una nuova normalità, un equilibrio psicologico innanzitutto, è la loro priorità.
I Committed – sono 4,1 milioni, (rappresentano il 10,1% della popolazione online)
Sono quelli che non si sono mai fermati e si sono dati da fare per trovare soluzioni per sé (lavoro), per i figli (studio) e per la vita quotidiana.
I Communitarian – sono 2,1 milioni, (rappresentano il 5,2% della popolazione online)
Preoccuparsi, fare qualcosa di concreto per gli altri, non lasciare indietro nessuno: questi i loro obiettivi
I Surrender – sono 2,2 milioni, (rappresentano il 5,4% della popolazione online)
Sono i sommersi, coloro che sono andati sott’acqua, sono sprofondati in una zona oscura. Una precisazione su quest’ultimo segmento. Anche se le cifre sono destinate a cambiare di mese in mese, Istat dichiarava nel 2019 (dati 2018) che gli italiani in condizioni di povertà assoluta erano 14 milioni di cui 5 sotto soglia di povertà assoluta (dati ISTAT 2019). 2 milioni di Surrender sono solo la punta dell’iceberg, ovvero la parte di persone in difficoltà che può essere intercettata con uno strumento come questo, ovvero con una ricerca sulla popolazione online. Se teniamo ferma la cifra ISTAT all’appello mancano più di 10 milioni di persone, persone “digitalmente invisibili”.
Le quattro aree in cui si muovono le nuove Personas
Le sette diverse Personas si posizionano all’interno di un contesto caratterizzato da due dimensioni: l’asse temporale che indica la prospettiva di uscita dalla fase più acuta della crisi. In particolare, risponde alla domanda se usciremo da questa fase prima o dopo l’estate. Una dimensione più di speranza che fa riferimento alla fiducia nella capacità delle istituzioni di governare la situazione.
Si delineano così quattro macro-aree, “abitate” con attitudini diverse dalle sette Personas, per raggiungere le quali le aziende devono adeguare la propria comunicazione scegliendo nuovi messaggi, tone of voice, mezzi e strumenti.
È quella dove si trovano i Communitarian schierati – come in una frontiera – nel ruolo di messaggeri della fine della crisi.
Rappresentano la parte più attiva della GenX. Sono coloro che si sono dati da fare concretamente per aiutare persone in difficoltà: tra loro, ad esempio, c’è chi ha fatto la spesa e chi ha raccolto e distribuito computer e tablet ai ragazzi più poveri per seguire le lezioni scolastiche. Sono molto fiduciosi sulla possibilità di chiudere la fase più acuta della crisi in tempi brevi e danno un giudizio positivo su come si stanno comportando le istituzioni pubbliche.
Sono anche tra coloro che, per primi, potrebbero riprogrammare i piani futuri di un ritorno alla normalità. Quello che li spinge così avanti nella speranza è la convinzione che “ci si salva tutti assieme”, un sentimento molto importante per bilanciare coloro che, invece, sono rimasti intrappolati nella paura e nello scoraggiamento.
Rispetto agli altri segmenti hanno ridotto la fruizione della cronaca più allarmistica, poco vicina alla loro sensibilità e alla loro attitudine pratica. Sono il target ideale ed aspirazionale delle tante comunicazioni valoriali presenti oggi su tutti i media, messaggi legati alla visione collettiva e di lungo periodo.
2. Il Mainstream
Attivo, popolato in maniera più articolata, da Calm keeper, Committed e Escapist, che valgono in totale 15,4 milioni di persone. Ognuno di questi profili esprime un diverso progetto per affrontare la crisi, tre modi differenti di stare nella situazione senza subirla.
I Calm keeper fin dalle prime fasi della pandemia hanno cercato di non farsi travolgere dagli eventi per conservare o ritrovare il senso di una nuova quotidianità. Il loro mantra è: “preoccuparsi oltre il necessario rende la vita ancora più difficile”. Si tratta di Boomer anziani e Senior evoluti con istruzione elevata, che vivono soprattutto in provincia.
Condividono con i Communitarian la fiducia in una fine rapida della crisi ma sono più pessimisti sulla tenuta della società nelle fasi successive all’emergenza, perché grazie alla loro età e alla loro esperienza ne hanno viste tante e anche se, alla fine, se la sono cavata ricordano ancora le ferite e le cicatrici del passato. Facendo di necessità virtù, molti di loro hanno iniziato ad acquistare online, colmando il digital gap rispetto alla popolazione più giovane. Per non perdere la loro immunità psicologica e non essere sovrastati dall’infodemia anche loro, come i Communitarian, si sono schermati da un’esposizione eccessiva ai media, in particolare dalla cronaca che enfatizza troppo gli aspetti allarmistici e sensazionalistici. Proprio per questo è importante rivolgersi a loro usando una comunicazione e dei toni pacati e realistici.
I Committed, giovani adulti (25-34 anni), prevalentemente uomini, metropolitani e di istruzione e livello socioculturale superiore. Il loro tema è essere proattivi e trovare soluzioni. Sono la parte più giovane e intraprendente della popolazione, pieni di energia e mentalmente aperti. Hanno reagito alla crisi attrezzandosi attraverso le tecnologiedigitali per il lavoro o per lo studio dei figli e sono diventati il popolo dello smartworking e dell’e-learning evoluto. Sono l’immagine di un’Italia che ha saputo stare al passo con l’innovazione. Sono tra quelli che dall’inizio della crisi hanno ridotto di più i loro acquisti fisici, incrementando ancora di più lo shoppingonline. Hanno utilizzato i servizi di food delivery anche per fare la spesa e sono tra i maggiori sottoscrittori di servizi d’intrattenimento. Il loro mondo mediale è dominato dal video: TV tradizionale, streaming, siti. Per comunicare con loro è importante bilanciare valori d’immagine e soluzioni pratiche che aiutano a ripensare le nuove condizioni di vita, usando un tono di voce concreto e positivo.
Gli Escapist, che hanno approfittato della quarantena per dedicare ancora più tempo alle proprie passioni e interessi. Sono il gruppo più giovane. Si sono ritagliati una sorta ambiente-nido alternativo al mondo di fuori. Per questa ragione sono tra i meno preoccupati per la situazione e hanno maturato, al limite, una sorta d’indifferenza. Abituati a mangiare spesso fuori casa prima della crisi, molti di loro hanno dovuto abituarsi a cucinare tra le pareti domestiche incrementando gli acquisti di beni di prima necessità. Sono i massimi consumatori d’intrattenimento in tutte le sue forme: film in TV, YouTube, Netflix, Amazon Prime.
Sono il core target di social, Instagram in particolare, e sono anche il pubblico ideale degli influencer e degli Youtuber, del gaming, degli eventi digitali su piattaforma. Per comunicare con loro è fondamentale costruire relazioni leggere e ludiche, evitando messaggi drammatici e presidiando l’intrattenimento.
Passivo, un’area in cui prevalgono le emozioni negative e le preoccupazioni. La crisi è vista soprattutto come qualcosa che si subisce. Qui troviamo i Protector e i Defender.
I Protector sono prevalentemente donne, di età centrale e anziana, più concentrate nei piccoli centri. Il loro tema principale è seguire tutte le precauzioni possibili dal punto di vista sanitario per proteggersi e tenere in sicurezza se stessi e i propri cari. Sono i più assidui nelle pratiche igieniche, evitano ogni mezzo di trasporto pubblico e il contatto con gli oggetti nei luoghi comuni. Sanificano la spesa dopo essere rientrati dal supermercato e disinfettano spesso le superfici di casa. Il livello di paura e di preoccupazione verso il contagio è tra i più elevati. L’ansia e la paura li rende molto critici verso le istituzioni e vedono l’uscita dalla crisi molto in là nel tempo. Hanno incrementato gli acquisti di prodotti per la cura e la salute sia on che offline e di alimentari nei negozi fisici. Sono il pubblico dei media generalisti e sono uno dei target elettivi dell’infodemia. Proprio per questo, hanno un’alta esposizione mediale e hanno grande bisogno di soluzioni pratiche e rassicuranti sulla soluzione dei problemi quotidiani.
I Defender, profilo adulto con una presenza massiccia di anziani e una maggiore concentrazione nel Nord e nei centri più grandi. La loro preoccupazione fondamentale è difendere sé stessi e i propri casi da ogni rischio e pericolo economico e sociale, oltre che sanitario. Non sono tra le persone più in difficoltà, ma hanno una gran paura di trovarcisi: il loro livello di paura è il più elevato e la fine della crisi è proiettata molto in là nel tempo. Hanno costruito delle trincee che presidiano e nelle quali si sono attrezzati per resistere a lungo, facendo ad esempio scorte significative di beni di prima necessità, soprattutto nei negozi fisici. Sono il pubblico ideale dell’infodemia e da quando è iniziata la crisi hanno incrementato in modo significativo il consumo di tv, in particolare di news e di Facebook.
Come per i Protector, sono un pubblico sovraesposto ai media che cerca praticità, concretezza e rassicurazioni sulla soluzione dei problemi e sulle procedure di sicurezza e trasparenza.
4. La Zona buia
È l’area della paura, dello sconforto e dell’impotenza, popolata da coloro che non hanno né mezzi, né risorse per andare avanti.
Qui si trovano i Surrender. Questa ricerca ne conta solo 2 milioni di persone perché il campione è stato reclutato con interviste online. Ma di fatto sono solo la punta dell’iceberg degli oltre 10 milioni di italiani in condizioni di povertà.
Quella parte dei Surrender che è stato possibile intervistare è rappresentata prevalentemente da adulti, in maggioranza donne, di età trasversale, disoccupati o separati o divorziati delle medie città e dei piccoli centri. Una minima parte dei precari che, già fragili e in difficoltà prima della crisi, sono stati letteralmente travolti. Non hanno nessuna fiducia nel futuro e sono decisamente ostili alle istituzioni. Impauriti e sfiduciati, tendono a isolarsi e a sopravvivere. Sono quelli che hanno attinto alle loro già scarse riserve per fare scorte di beni di prima necessità. E, rispetto alla media, hanno ridotto anche il consumo di tutti i media (TV, digital, notizie, intrattenimento) entrando in una sorta di isolamento. Per questo è fondamentale cercare di rassicurarli e di raggiungerli con offerte, agevolazioni, promozioni. Se possibile in collaborazione con le istituzioni e le iniziative dei leader di mercato.
Allo stato attuale i segmenti che potrebbero crescere di più nel breve periodo sono quello dei Protector e dei Calm Keeper. I primi sono predittivi dell’intenzione di mantenere le abitudini prese durante la fase di emergenza; i secondi esprimono la necessità di recuperare una qualche forma di equilibrio dopo la fase iniziale.
Tutto questo in uno scenario nel quale l’orizzonte temporale di uscita dalla fase acuta della crisi si sposta oltre l’estate e la fiducia nella tenuta del clima sociale è in calo.
“Nonostante il momento che stiamo vivendo, la maggior parte della popolazione continua a chiedere di non fermare la comunicazione commerciale– commenta Federica Setti, Chief Research Officer di GroupM Italia –. Questo dipende dalle funzioni fondamentali della comunicazione: identificazione e orientamento, delle quali le persone oggi hanno più che mai bisogno. Una lettura integrata di tutti questi elementi ci consentirà di definire l’evoluzione dei prossimi mesi. E la prima cosa che capiremo riguarda la profondità e l’impatto delle abitudini prese durante la quarantena. Per comprendere se queste abitudini sono destinate a volatilizzarsi, persistere (ma solo per il periodo della crisi), diventare definitive o per capire quali nuovi e inaspettate reazioni potrebbero sorgere”.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/personas-coronavirus-2.jpg548834Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-05-08 16:48:102020-05-13 15:42:14L'evoluzione delle Personas al tempo del Coronavirus
Entro il 2040 si prevede che l’economia spaziale globale raggiungerà 1.100 miliardi di dollari;
Il lockdown ha messo in standby anche tantissime delle missioni e delle esercitazioni previste nello spazio, permettendo di attivare però nuove sperimentazioni tra i civili;
Le ultime notizie parlano di un nuovo possibile business spaziale, stavolta non legato alle estrazioni minerarie dagli asteroidi, ma ad Hollywood.
Gli esseri umani osservano le stelle da migliaia di anni. Da sempre, scienziati e studiosi hanno fatto scoperte e messo a punto teorie rivoluzionarie, che hanno cambiato radicalmente la percezione dell’universo.
Dopo aver compreso il nostro sistema solare e l’universo, l’umanità ha deciso di superare i confini del nostro pianeta e di esplorare lo spazio. I primi tentativi furono fatti negli anni ’50, con la Russia che lanciò il primo satellite artificiale in orbita. Il successo della Russia preoccupò gli Stati Uniti, spingendoli ad accelerare le proprie attività spaziali. Tutto questo fino al 1969, anno in cui il primo uomo mise piede sulla Luna, uno dei balzi più significativi per l’umanità.
Quel periodo, fino ad oggi, è rimasto ineguagliato per la quantità di risorse impegnate in termini economici. A partire dagli anni Settanta, la corsa allo spazio rallentò e i budget assegnati alla NASA diminuirono. Per questo il sostegno privato al settore spaziale divenne una priorità.
Oggi l’economia spaziale privata non è più un ripiego e, grazie ad un numero crescente di imprese e ad una produzione diversificata, ha raggiunto una dimensione significativa, diventando uno dei protagonisti più potenti dell’economia globale.
Per comprendere meglio le dimensioni di questo fenomeno, dovremmo dare uno sguardo ai numeri. Secondo alcuni studi, infatti, l’economia spaziale globale raggiungerà 1.100 miliardi di dollari entro il 2040, mentre la quota dei governi nell’economia spaziale globale diminuirà dal 25% al 17%.
Come evolverà l’economia spaziale globale?
Tuttavia, ci sono ancora dubbi sul futuro dell’economia spaziale globale. Alcuni affermano che, sì, l’economia spaziale è fiorente, ma per poter parlare di un’economia da 1,1 trilioni di dollari, è necessario che entrino in gioco enormi interessi. Di conseguenza, ci si riferisce a due diverse economie spaziali. Da un lato, le attività basate su necessità “terrestri“, come le telecomunicazioni e la sorveglianza. Dall’altro, nuovi settori, come l’esplorazione dello spazio profondo e l’estrazione mineraria dagli asteroidi.
Dato che, per quanto riguarda il primo caso, possiamo tranquillamente dire che si tratta di attività che diventano, giorno dopo giorno, più fiorenti, per capire come si evolverà l’economia spaziale globale, dobbiamo concentrarci sui nuovi campi come la vita interplanetaria, l’estrazione mineraria dagli asteroidi e il turismo spaziale privato
Dieci anni fa, l’estrazione mineraria su asteroidi sembrava irrealistica, ma oggi ci sono aziende che operano in questo campo e si prevede che questa diventerà una pratica comune tra qualche decennio.
Metalli Preziosi
Il protagonista dell’industria mineraria legata agli asteroidi è Planetary Resources, una società con sede a Washington che mira a estrarre acqua e metalli preziosi dagli asteroidi.
Quando si parla di metalli preziosi, si pensa immediatamente all’oro. Ma il fisico Stephen Hawking, nella sua ultima intervista televisiva prima di morire, disse “l’oro è raro ovunque, non solo sulla Terra“.
Trovare l’oro, dunque, potrebbe essere un problema? No, pare ci sia un’eccezione: l’asteroide Psiche 16.
Psiche 16, scoperto dall’astronomo italiano Annibale de Gasparis il 17 marzo 1852, è quasi del tutto costituito da metalli – per lo più oro – a differenza della maggior parte degli altri asteroidi precedentemente osservati.
Ora, immaginiamo che una società mineraria atterri su questo asteroide, lo scavi e riesca a riportare i metalli preziosi sulla Terra. Cosa accadrebbe? Beh, Psyche 16 vale 700 quintilioni di dollari, una cifra sufficiente a dare a ogni persona sul pianeta 93 miliardi di dollari. Ma c’è una realtà: il prezzo si basa sui concetti di domanda o offerta. Quando l’offerta sale, i prezzi scendono, quindi, un forte aumento della quantità di oro presente sul mercato porterebbe ad una diminuzione molto forte del prezzo.
Quindi, in termini di metalli preziosi, questo esempio, ci mostra come il contributo dell’estrazione dagli asteroidi all’economia spaziale globale potrebbe risultare alquanto controverso nell’attuazione.
Acqua e Ossigeno
Un altro obiettivo delle compagnie minerarie specializzate in asteroidi sono acqua e ossigeno. L’acqua, infatti, viene utilizzata per la produzione di aria respirabile e di cibo, ma anche per il propellente ad acqua, una tecnologia che faciliterà l’esistenza interplanetaria e le esplorazioni nello spazio profondo su cui la NASA sta lavorando.
Alcuni studiosi hanno già iniziato a pensare al valore di questi due elementi nelle colonie extraterrestri. L’ossigeno, dunque, potrebbe generare enormi entrate per le compagnie minerarie che lavoreranno sugli asteroidi, anche se, tali compagnie potrebbero non essere l’unica opzione per fornire acqua e ossigeno. Alcuni scienziati, infatti, pensano che Marte e la Luna – gli obiettivi primari dell’esistenza interplanetaria – possano avere abbastanza acqua per produrre ossigeno.
La possibilità, per l’uomo, di vivere su pianeti diversi dalla Terra è uno dei campi che farà progredire l’economia spaziale globale. Oltre alle agenzie spaziali nazionali, le società private hanno pianificato missioni con equipaggio per visitare anche altri corpi celesti.
La figura più importante in questo campo è Elon Musk, il fondatore di SpaceX. Musk ha un piano ambizioso per andare su Marte prima della NASA nel 2020. Inoltre, ha anche in programma di fondare una colonia sul Pianeta Rosso. La sua azienda ha già testato con successo Starhopper, il prototipo della nave stellare marziana colonizzatrice. Questo razzo nei test è stato capace di salire di 150 metri per poi fermarsi su una piattaforma di atterraggio vicina.
Anche se un progetto interplanetario di questo tipo aiuterebbe senza dubbio l’economia spaziale globale ad andare avanti, bisogna tener presente che i progetti interplanetari richiedono ingenti fondi e, sicuramente, i costi più bassi delle aziende private rispetto alle agenzie spaziali nazionali aiutano.
La NASA non sta ferma a guardare
L’agenzia spaziale statunitense, infatti, prevede di andare su Marte nel 2030, ma senza certezze, a causa di questioni tecniche ma anche, e soprattutto, finanziarie. La stima dei costi di una missione su Marte con equipaggio è di 217,4 miliardi di dollari. Se si considera che il budget della NASA è di 22 miliardi di dollari, risulta chiaro che, per questa missione, sarebbe necessario stanziare un enorme budget aggiuntivo.
D’altra parte, vale la pena ricordare che le attività militari nello spazio si stanno intensificando. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno ufficialmente attivato lo Space Command, una nuova forza militare che difenderà i propri satelliti e altri beni spaziali. Inoltre, il Pentagono vuole creare una stazione spaziale, inizialmente usata come esperimento, capace, in seguito, di sostenere la vita e ospitare equipaggi militari.
Tanti progetti che richiederanno uno sforzo economico notevole ma che, una volta realizzati, saranno capaci di diventare fonte di guadagno per governi e aziende private.
Turismo Spaziale
Molte aziende stanno lavorando febbrilmente per portare dei semplici passeggeri nello spazio. È il caso di Virgin Galactic. L’azienda ha già presentato il suo spazioporto, un hangar che fornirà uno spazio per le operazioni di volo e ha venduto 600 biglietti, con un costo a partire da 250.000 dollari.
Il ruolo del turismo spaziale, non deve essere ridotto ad una semplice stravaganza per ricchi. Infatti, un team di medici della University of Technology Sydney ha scoperto che la maggior parte delle cellule tumorali sottoposte a microgravità in laboratorio muoiono senza alcun altro trattamento e vuole riprodurre lo stesso esperimento nella Stazione Spaziale Internazionale. Se questo metodo dovesse essere accettato, potremmo vedere le aziende che si occupano di turismo spaziale collaborare con il settore sanitario per trasportare i pazienti affetti da cancro nello spazio. Naturalmente, un tale trattamento richiederebbe un tempo di permanenza più lungo. Ma alcune aziende stanno ci stanno già pensando. Un esempio è la Orion Span, che sta lavorando alla costruzione di una stazione spaziale privata che dovrebbe fungere da albergo spaziale, capace di accogliere i suoi ospiti per 12 giorni.
Riassumendo, molto probabilmente in futuro assisteremo a missioni spaziali di successo effettuate da governi e aziende private. Alcune nazioni che oggi non si sono ancora impegnati in attività spaziali parteciperanno sicuramente all’industria spaziale globale negli anni a venire. In ogni caso, come sottolineato in precedenza, le missioni spaziali su larga scala determineranno il raggiungimento dei mille miliardi di dollari impiegati in questo settore e se i governi e le agenzie nazionali continueranno a collaborare con le aziende private, molto probabilmente vedremo più aziende spaziali, una produzione diversificata e una più ampia economia spaziale globale.
In tutto questo, l’emergenza Coronavirus ha messo in standby anche tantissime delle missioni e delle esercitazioni previste dalle varie agenzie spaziali, permettendo di attivare però nuove sperimentazioni anche tra i civili.
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ad esempio, è stata costretta a concentrare gli sforzi sulle attività più pressanti e necessarie, annullando tutto il resto.
Il direttore generale dell’ESA Jan Wörner ha dichiarato a Euronews che l’agenzia ha visto il coronavirus “venire verso di noi come uno tsunami”, ed è passata alla modalità telelavoro ancora prima del lockdown. L’ESA ha normalmente circa 5.000 dipendenti nei suoi siti chiave in Germania, Francia, Spagna e Italia, ma ora ne ha meno di 100 in loco. Secondo Wörner, infatti anche l’ESA ha registrato circa 50 casi di COVID-19 tra il suo personale.
La decisione ha significato anche un arresto del funzionamento della strumentazione e della raccolta dati sull’ExoMars Trace Gas Orbiter, che stava iniziando a rilevare segni di vita sul pianeta rosso, mentre la navicella spaziale MarsExpress, che opera intorno a Marte dal 2004, è stata anch’essa posta in modalità standby.
Anche l’ultima missione dell’ESA, Solar Orbiter, lanciata solo nel febbraio 2020, si è ridotta al minimo per un periodo sconosciuto, pur continuando la sua lunga crociera verso il Sole. La prima fase di messa in servizio degli strumenti scientifici era già partita, ma questi sono ora fermi. Anche la missione JUICE per esplorare le lune ghiacciate di Giove subirà ritardi prima del lancio.
Altre attività spaziali critiche sono ancora in corso. La Stazione Spaziale Internazionale è in fase di manutenzione come di consueto, mentre l’agenzia concentra l’energia anche su satelliti cruciali per l’osservazione della Terra, come la flotta di satelliti Sentinel dell’UE.
Mettere in standby le navicelle interplanetarie non è considerato un problema importante per i prossimi mesi, secondo il capo delle operazioni di missione dell’ESA, Paolo Ferri. “Queste sonde sono progettate per sostenere in sicurezza lunghi periodi di tempo con un’interazione limitata o nulla con il suolo”, ha spiegato. Quelle navicelle che richiedono attenzione sono sorvegliate da un unico tecnico in una sala di controllo, supportato da controllori di volo che lavorano da casa.
Wörner ha detto che una delle sue preoccupazioni principali è stata quella di preservare l’industria spaziale europea durante la crisi. Il settore comprende grandi aziende come ArianeGroup e ThalesAleniaSpace, ma anche una vasta gamma di PMI specializzate. “È nostro dovere fare in modo di non perdere molte di queste aziende”, ha detto Wörner. La risposta dell’ESA per le imprese più piccole è stata quella di spostare le date di fatturazione e di pagamento per garantire un certo reddito per tenere a galla le imprese. Le aziende più grandi, come ArianeGroup, continuano le “attività critiche”. L’azienda aerospaziale italiana Avio, ad esempio, continua a produrre razzi a propellente solido Vega.
Per quanto riguarda i grandi progetti previsti nei prossimi mesi, il quadro è eterogeneo: “Siamo tutti la stessa specie, su un piccolo punto blu”, hanno ricordato dall’ESA.
Anche il previsto lancio di SpaceX di un nuovo satellite di navigazione GPS per l’esercito americano è stato ritardato almeno fino a giugno a causa della pandemia di Coronavirus, secondo quanto riferito dagli ufficiali della Space Force.
In una dichiarazione rilasciata il 7 aprile, i funzionari dello Space Force’s Space and Missile Systems Center (SMC) hanno annunciato di aver posticipato il lancio “per ridurre al minimo il potenziale di esposizione di COVID-19 all’equipaggio di lancio e agli operatori”.
L’esperimento francese
In Francia, intanto, gli scienziati spaziali hanno usato il blocco dovuto al COVID-19 come una prova generale di ciò che sarà stare rinchiusi all’interno di una navicella spaziale in missione su Marte.
Le cavie dell’esperimento sono 60 studenti che sono confinati nelle loro stanze del dormitorio nella città di Tolosa – non lontano dalle condizioni che potrebbero incontrare in una lunga missione spaziale.
Quando il governo francese ha imposto restrizioni di movimento per frenare la diffusione del virus, la ricercatrice spaziale Stephanie Lizy-Destrez ha deciso di sfruttare al meglio la situazione e ha iscritto gli studenti volontari.
Non è una simulazione esatta del volo spaziale: compiti come il prelievo di campioni dalla superficie di un pianeta con un rover lunare non sono previsti, e gli studenti possono interrompere il loro viaggio spaziale virtuale per una passeggiata giornaliera all’esterno.
Al contrario, essi svolgono compiti al computer come test di memoria e test di agilità mentale. Tengono un diario giornaliero e ogni cinque giorni devono compilare un questionario.
Ma gli spazi ristretti – gli studenti si trovano in stanze che misurano 12 metri quadrati – e i limiti di ciò che le persone possono fare sono simili alle condizioni che le persone possono incontrare nello spazio. Così come gli effetti psicologici negativi che questo può avere sulle persone, che gli scienziati vogliono capire meglio prima di inviare astronauti in una missione su Marte che potrebbe durare diversi mesi.
Tom Lawson, uno studente di master in ingegneria aerospaziale che partecipa al programma, ha descritto gli effetti: “Molti studenti trovano estremamente difficile stare al passo con il loro lavoro e tenere il passo con quello che devono fare”.
Nel 2017, sei volontari hanno trascorso due settimane in Polonia in una versione simulata di una base di Marte. Anche la Mars Desert Research Station nello Utah, negli Stati Uniti, mette in scena missioni simulate, ma il vantaggio della missione di isolamento durante il lockdown è che i ricercatori hanno avuto accesso a un campione di dimensioni maggiori.
Nello spazio arriva anche Hollywood
Notizia di pochi giorni fa, Tom Cruise, la NASA e SpaceX di Elon Musk starebbero pianificando di girare un film nello spazio. Dalle indiscrezioni emerse il progetto sarebbe ancora in fase iniziale, ma decisamente avviato; tuttavia, per ora non è ancora stato coinvolto alcuno studio.
Se il progetto dovesse realizzarsi si tratterebbe del primo vero film di fiction – non un documentario, insomma – girato intorno alla Terra.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/tom-cruise-spacex-spazio.jpg6521000Sissi Fumarolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngSissi Fumarola2020-05-08 13:27:552021-02-15 16:26:23Cosa è successo alla corsa allo spazio (e al suo business) durante l'emergenza Coronavirus
Dati i cambiamenti nella sensibilità dei consumatori dopo la pandemia, ci sono i settori già maturi per l’interazione contactless e attivata dalla voce;
Il 31% degli adulti statunitensi utilizzerà i pagamenti vocali entro il 2022 e lo shopping vocale raggiungerà i 40 miliardi di dollari;
Gli assistenti vocali si preparano a invadere aree sempre più ampie del nostro quotidiano.
La comodità dei touchscreen e dei pulsanti è evidente in quasi tutti gli aspetti della nostra vita, ma la situazione sta cambiando rapidamente, complice la pandemia mondiale che ci ha fatto scoprire la pericolosità potenziale di questi “tap”.
Così le interfacce fisiche, il contante e persino le carte di credito fisiche potrebbero presto diventare mezzi secondari di interazione e transazione, poiché gli utenti sceglieranno sempre più spesso interfacce contactless e abilitate alla voce.
Dopo l’inizio dell’emergenza Coronavirus, l’iper-consapevolezza del nostro ambiente fisico, il desiderio di una maggiore comodità e una maggiore attenzione nel fornire accesso alle persone con disabilità creeranno probabilmente una domanda di interazioni hands-free in generale.
Dati i cambiamenti nella sensibilità dei consumatori, ci sembra utile analizzare quali sono i settori già maturi per l’interazione contactless e attivata dalla voce e quali azioni potremo fare nel quotidiano attraverso assistenti vocali come Google Home e Amazon Alexa.
1. Dispositivi intelligenti abilitati alla voce nelle aree pubbliche
Oltre a trarne convenienza, le aziende e gli enti istituzionali beneficeranno dell’aumento della produttività e della redditività dei luoghi di lavoro e degli spazi pubblici che ogni anno sono meno colpiti dall’assenteismo a causa della minore diffusione di germi e batteri, e dunque di malattie.
2. Pagamenti contactless in aumento
Secondo il Business Insider’s Voice Payments Report, il 31% degli adulti statunitensi utilizzerà i pagamenti vocali entro il 2022. Le case automobilistiche stanno già sviluppando assistenti vocali in auto che possono pagare il rifornimento permettendo ai clienti di accostare alla pompa specificata e ottenere il pieno senza interagire con il sistema di pagamento.
Le interfacce senza contatto attraverso l’avanzata intelligenza artificiale vocale forniranno ai ristoranti un modo per mantenere bassi i costi, fornire un modo conveniente per i clienti di presentare ordini complessi con un’ampia gamma di modifiche e soddisfare l’esigenza di igiene e sicurezza alimentare.
4. Acquisti vocali attraverso applicazioni e chioschi in negozio
Secondo le prime stime, lo shopping vocale raggiungerà i 40 miliardi di dollari negli Stati Uniti entro il 2022. Queste previsioni sono già in fase di adeguamento per tenere il passo con il crescente numero di assistenti vocali in uso e con l’accelerazione dell’attività di ricerca vocale.
5. Alberghi e navi da crociera abilitati alla voce
Fornire a ciascun ospite un assistente vocale in camera può ridurre l’onere per il personale dell’hotel, fornendo al contempo risposte più rapide alle richieste e risposte immediate alle domande più comuni. Oltre a migliorare le comunicazioni tra gli ospiti, la pulizia dell’ambiente, stimolare l’uso del servizio in camera e il contatto con la reception, i sistemi vocali possono far sì che le operazioni interne si svolgano senza intoppi e che i dipendenti possano trascorrere del tempo prezioso faccia a faccia con gli ospiti che lo richiedono.
Cosa cambia nel nostro quotidiano con un assistente vocale
Lo scorso Natale circa 6.8 milioni di persone, dati alla mano, hanno acquistato un assistente vocale Google.
L’azienda di Mountain View, in questo momento ha in commercio tre diversi dispositivi: Google Home Mini, Google Home e Google Home Max, tutti con l’assistente artificiale di Google integrato. L’incredibile crescita nelle vendite non è dovuta semplicemente a un trend, ma all’effettivo valore che questi dispositivi sembrano poter apportare nelle nostre vite. Ecco, ad esempio, una serie di attività che potrebbero diventare la normalità.
Mentre dormi o per aiutarti ad addormentarti, puoi dire al tuo assistente: “Hey Google, riproduci il suono della pioggia”. E il tuo dispositivo riprodurrà il rumore di un acquazzone costante. Questo fino a quando non ti sarai addormentato definitivamente.
Sincronizzare ogni dispositivo
Se possiedi più di un dispositivoGoogle o Amazon, potrai sincronizzarli tutti contemporaneamente. In particolare Google Home può essere utilizzato come un interfono per annunci del tipo: “Ok Google, è pronta la cena”! Oppure, “Ok Google, sono sulla strada di casa“, e lui attiverà tutti i dispositivi prima del tuo arrivo.
Controllare la tua abitazione
Ad oggi l’assistente di Google è compatibile con più di 100 dispositivi di aziende diverse, come: LG, Whirpool, GE e altre. Questo ti permetterà di collegare interamente la tua casa al dispositivo e controllare, temperatura, illuminazione o robot domestici interamente con il comando vocale.
Ricordarti di allenarti
Se sei uno che dimentica, o fa finta di dimenticare, puoi ricorrere all’aiuto di questi dispositivi ad attivazione vocale, a cui puoi chiedere di ricordarti che in un determinato giorno ad una determinata ora dovrai allenarti. Niente più scuse ora!
Chiamare in tranquillità
Potrai collegare i tuoi contatti all’assistente virtuale e basterà un semplice comando per effettuare una chiamata senza l’uso dello smartphone. Questi strumenti sono in grado di riconoscere il timbro di voce, quindi, se il dispositivo è condiviso con altre persone, saprà riconoscere chi effettuerà il comando, per esempio.
Parlare in diverse lingue
Google Home, ad esempio, può comunicare in diverse lingue, come: italiano, spagnolo, francese, portoghese e tante altre. Puoi trovare la lista completa sul Blog.
Forse è l’aspetto più scontato, ma gli assistenti vocali sono i migliori amici delle nostre ricerche online. Ci basterà fare una domanda per effettuare una ricerca a livello locale se, ad esempio, abbiamo bisogno di un idraulico, o per acquistare qualche prodotto online.
Ricordare gli appuntamenti della giornata
Quando ti svegli la mattina e pronunci: “Hey Google, buongiorno!” Il dispositivo ti elencherà tutti gli appuntamenti della giornata, leggerà le notizie in rilievo, calcolerà il tempo di arrivo al lavoro e naturalmente, le previsioni meteo della giornata. Ugualmente, prima che tu vada a letto, al comando “Ok Google, buonanotte”. Abbasserà il termostato e ti ricorderà gli appuntamenti del giorno dopo.
Non dimenticare più niente
Se hai lucchetti, password complesse o molto altro, ti basterà pronunciare “Hey Google, ricordami la combinazione di …”, e lui ricorderà al posto tuo tutte quelle cose che troppo spesso dimentichiamo.
Collegare la TV
Tramite la sincronizzazione tra Google e la TV o di Alexa e Fire Tv Stick, potrai spegnerla o accenderla in qualsiasi momento, ma ancora più importante, potrai chiedere al dispositivo di ricordarti gli appuntamenti televisivi a cui tieni particolarmente.
Non perderemo mai più nessuna puntata della nostra serie preferita!
Gli assistenti vocali potrebbero aiutare nella diagnosi
Tornando al capitolo iniziale di questo articolo, oggi Amazon Alexa potrebbe anche aiutare a diagnosticare il COVID-19, come riporta TheVerge.
Domande come “Alexa, cosa faccio se penso di avere il coronavirus?” o “Alexa, cosa faccio se penso di avere COVID-19?” indurranno l’assistente vocale a chiedere informazioni sui sintomi, sulla storia dei viaggi e sulla possibile esposizione al virus. Il dispositivo offrirà quindi una consulenza basata sulle informazioni ufficiali dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie.
La funzionalità è un passo avanti rispetto alle informazioni che Alexa offriva in precedenza. L’annuncio di Amazon segue una mossa simile di Apple, il cui assistente vocale Siri è stato aggiornato per offrire consigli sulla diagnosi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/assistenti-vocali-6.jpg659917Marco Mantovanhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMarco Mantovan2020-05-07 18:26:482020-05-11 18:02:19Google Home e gli altri assistenti vocali: ecco cosa faranno al posto nostro
In un mondo in rapido movimento è di fondamentale importanza adattare rapidamente la propria strategia. Questo significa per gli esperti di marketing ottimizzare campagne, budget e strategia, il che include naturalmente il monitoraggio delle attività digitali dei concorrenti.
Nel mondo digitale, proprio come in natura, non sono sempre i più forti a sopravvivere, bensì coloro che riescono ad adattarsi in modo migliore al cambiamento.
In qualsiasi momento occorre essere certi che la tua strategia digitale ti aiuterà a superare i tuoi competitor. In questi frangenti devi in particolare assicurarti che il marketing mix da te scelto ottimizzi le spese, che il focus delle tue campagne si conformi al cambiamento della domanda e che il tuo messaggio sia recepito in modo chiaro dal tuo pubblico.
La strategia da te precedentemente adottata può diventare obsoleta e potrebbe essere necessario agire con determinazione. Sarà utile innanzitutto verificare cosa non dovresti fare.
Cosa è possibile capire attraverso l’analisi del traffico
Ciascuno di questi punti può essere supportato dall’analisi del traffico dei siti dei tuoi competitor.
Immaginiamo un rivenditore online di arredamento per la casa che desidera raggiungere i risultati ottenuti dal suoi concorrenti online. Inserendo cinque siti web dei competitor in Analisi traffico di SEMrush, potremo esaminare:
se il competitor in prima posizione è rimasto invariato (nel nostro caso ad esempio se ikea.com è rimasto alla posizione #1 nell’elenco);
quali fluttuazioni hanno influito sulla concorrenza negli ultimi mesi;
in che misura ogni competitor ha accresciuto (o ridotto) la sua popolarità nell’intervallo di tempo considerato.
Nel nostro esempio ikea.com rimane leader indiscusso in Italia. I siti manomano.it e leroymerlin.it mostrano però però un buon aumento del traffico sul loro sito web.
Quali canali di marketing hanno fornito risultati migliori per il traffico dei competitor
Nel nostro esempio possiamo vedere che la pubblicità online apporta circa lo stesso traffico per ikea.com e manomano.it.
Prima di trarre delle conclusioni, clicca sui periodi precedenti per vedere le variazioni mese per mese e anno per anno – questo per assicurarti che queste non siano tipiche fluttuazioni stagionali.
Per comprendere in modo ancora più profondo le strategie e le prestazioni digitali dei competitor, analizza in modo più dettagliato le loro Pagine migliori. In questi giorni potrebbe succedere che i tuoi concorrenti si siano focalizzando sulla promozione dei loro servizi di consegna o sulle opzioni per restare a casa e i beni essenziali piuttosto che sui prodotti premium. Potrebbero inoltre cercare di convogliare traffico a post di blog rilevanti, fornire software e abbonamenti gratuitamente nonché partire con le vendite.
Se hanno creato e promosso una pagina web per ciascuno di questi obiettivi, puoi vedere anche questo nelle Pagine migliore e analizzare i risultati di tale azione. Puoi poi decidere a botta sicura se concentrati o meno su un’offerta simile.
Nel nostro esempio leroymerlin.it ha mostrato una capacità di adattarsi senza precedenti: i loro prodotti di punta a marzo 2020 non sono stati mobili per la casa o attrezzature da giardino, bensì respiratori e mascherine. Dall’analisi delle loro fonti di traffico vediamo che la maggior parte delle loro visite è rappresentata dalla ricerca, ma è arrivato traffico anche da riferimenti e persino da canali di sponsorizzazione a pagamento.
Per una comprensione migliore del mercato, potresti volere controllare fino a cinque competitor diversi. In SEMrush Market Explorer ti basta inserire un sito web nel campo di ricerca e lo strumento cercherà di completare il resto del campo.
In questa fase potrai:
mappare il panorama competitivo nella chiara forma del Growth Quadrant;
classificare i tuoi competitor in base alle attuali dimensioni del loro pubblico e al potenziale di mercato;
passare da “All Market” a “Narrow Focus” per rilevare le quote di mercato online dei tuoi concorrenti più vicini e ricercare le loro strategia di marketing digitale in modo più dettagliato.
Nel nostro esempio ikea.com sembra avere molte cose in comune con altri siti di negozi di mobili, design e attrezzi come manomano.it o leroymerlin.it, mentre allo stesso tempo siti web più piccoli come mondoconv.it o maisonsdumonde.com mostrano una tendenza a crescere a un ritmo più sostenuto, il che significa che mostrano una buona crescita del traffico mese per mese nella sezione Operatori rivoluzionari, come mostrato dagli strumenti di analisi della concorrenza .
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/semrush-competitor-analysis.jpg592951Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2020-05-07 17:08:212020-05-11 18:01:40Come ottenere informazioni di Marketing dal traffico dei siti dei competitor
Se non avete già visto lalettera che parla dei licenziamenti imminenti scritta dal CEO Brian Chesky al suo team di Airbnb, probabilmente vi siete persi qualcosa.
Si tratta di una missiva che sta già iniziando a diventare virale, e si trasformerà certamente in un caso di studio per le HR, non solo perché si parla di licenziamenti in tempo di COVID-19.
Per capire cos’è che rende così incredibile la lettera, e soprattutto il sentimento che sta dietro alla lettera, basta leggerla. Ne riportiamo qui il testo tradotto.
Questa è la settima volta che vi parlo da casa mia. Ogni volta che abbiamo parlato, ho condiviso notizie buone e cattive, ma oggi devo condividere alcune notizie molto tristi.
Quando mi avete chiesto dei licenziamenti, vi ho detto che niente può essere fuori discussione. Oggi devo confermare che stiamo riducendo la forza lavoro di Airbnb. Per un’azienda come la nostra, la cui mission è incentrata sull’appartenenza, questo è incredibilmente difficile da affrontare, e sarà ancora più difficile per chi dovrà lasciare Airbnb. Condividerò tutti i dettagli possibili su come sono arrivato a questa decisione, su cosa stiamo facendo per coloro che se ne vanno e su cosa succederà in seguito.
Permettetemi di iniziare con il modo in cui siamo arrivati a questa decisione. Stiamo vivendo collettivamente la crisi più straziante della nostra vita e, mentre cominciava a svilupparsi, il viaggio globale si è arrestato. L’attività di Airbnb è stata colpita duramente, con un fatturato che quest’anno dovrebbe essere meno della metà di quello che abbiamo guadagnato nel 2019. In risposta a questo, abbiamo raccolto 2 miliardi di dollari di capitale e abbiamo tagliato drasticamente i costi che hanno toccato quasi ogni reparto di Airbnb.
Sebbene queste azioni fossero necessarie, è diventato chiaro che avremmo dovuto andare oltre quando ci siamo trovati di fronte a due dure verità:
Non sappiamo esattamente quando torneremo a viaggiare.
Quando torneremo a viaggiare, il viaggio avrà un aspetto diverso.
Anche se sappiamo che l’attività di Airbnb si riprenderà completamente, i cambiamenti che subirà non saranno temporanei o di breve durata. Per questo motivo, dobbiamo apportare ad Airbnb cambiamenti più radicali riducendo le dimensioni della nostra forza lavoro intorno ad una strategia di business più mirata.
Dei nostri 7.500 dipendenti, quasi 1.900 compagni di squadra dovranno lasciare Airbnb, vale a dire circa il 25% della nostra azienda. Poiché non possiamo permetterci di fare tutto quello che facevamo prima, questi tagli hanno dovuto essere mappati su un business più mirato.
Un business più mirato
I viaggi in questo nuovo mondo avranno un aspetto diverso, e dobbiamo far evolvere Airbnb di conseguenza. La gente vorrà opzioni più vicine a casa, più sicure e più convenienti. Ma la gente avrà anche il desiderio di ritrovare qualcosa che oggi sente come se gli fosse stata portata via – la connessione umana. Quando abbiamo dato vita a Airbnb, si trattava di appartenenza e di connessione. Questa crisi ha acuito la nostra attenzione per tornare alle nostre radici, alle basi, a ciò che è veramente speciale in Airbnb – le persone comuni che ospitano nelle loro case e offrono esperienze.
Questo significa che dovremo ridurre i nostri investimenti in attività che non sostengono direttamente il nucleo della nostra community di host. Stiamo mettendo in pausa i nostri sforzi nei Trasporti e negli Airbnb Studios, e dobbiamo ridurre i nostri investimenti in Hotel e Lux.
Queste decisioni non sono un riflesso del lavoro svolto dalle persone di questi team, e non significa che tutti i membri di questi team ci lasceranno. Inoltre, i team di tutti i reparti di Airbnb ne risentiranno. Molti team saranno ridotti di dimensioni in base alla loro capacità di individuare la direzione di Airbnb.
Come ci siamo approcciati ai tagli
Era importante che avessimo una serie di principi chiari, guidati dai nostri valori fondamentali, per come avremmo affrontato la riduzione della nostra forza lavoro. Questi erano i nostri principi guida:
Tracciare una mappa di tutti i tagli in base alla nostra strategia aziendale futura e alle capacità di cui avremo bisogno.
Fare tutto ciò che possiamo per coloro che ne sono colpiti.
Essere incrollabili nel nostro impegno per la diversità.
Ottimizzare la comunicazione 1:1 per coloro che ne sono colpiti.
Aspettare a comunicare qualsiasi decisione fino a quando tutti i dettagli non saranno stati definiti – la trasparenza di informazioni solo parziali può peggiorare la situazione.
Ho fatto del mio meglio per rimanere fedele a questi principi.
Il processo per fare riduzioni
Il nostro processo è iniziato con la creazione di una strategia di business più mirata, costruita su un modello di costo sostenibile. Abbiamo valutato il modo in cui ogni team ha mappato la nostra nuova strategia e abbiamo determinato la dimensione e la forma di ogni team che andrà avanti. Abbiamo poi fatto una revisione completa di ogni membro del team e abbiamo preso decisioni basate sulle competenze critiche e su come queste competenze corrispondano alle nostre future esigenze di business.
Il risultato è che dovremo separarci dai compagni di squadra che amiamo e che apprezziamo. Abbiamo persone fantastiche che lasciano Airbnb, e altre aziende saranno fortunate ad averle.
Per prenderci cura di coloro che se ne vanno, abbiamo tenuto conto della liquidazione, dell’equità, dell’assistenza sanitaria e del sostegno al lavoro e abbiamo fatto del nostro meglio per trattare tutti in modo compassionevole e premuroso.
TFR
I dipendenti negli Stati Uniti riceveranno 14 settimane di stipendio base, più una settimana supplementare per ogni anno presso Airbnb. La retribuzione sarà arrotondata all’anno più vicino. Ad esempio, se qualcuno è stato in Airbnb per 3 anni e 7 mesi, riceverà 4 settimane aggiuntive di stipendio, o 18 settimane di stipendio totale. Al di fuori degli Stati Uniti, tutti i dipendenti riceveranno almeno 14 settimane di stipendio, più gli aumenti di ruolo in linea con le pratiche specifiche del Paese.
Equity
Stiamo diminuendo a un anno le regole per l’equity per tutti quelli che abbiamo assunto nell’ultimo anno, in modo che tutti coloro che se ne vanno, indipendentemente da quanto tempo sono stati qui, siano azionisti. Inoltre, tutti coloro che se ne vanno hanno diritto alla data di maturazione del 25 maggio.
Assistenza sanitaria
Nel bel mezzo di una crisi sanitaria globale di durata sconosciuta, vogliamo limitare l’onere dei costi sanitari. Negli Stati Uniti, copriremo 12 mesi di assicurazione sanitaria attraverso il piano federale COBRA. In tutti gli altri Paesi, copriremo i costi dell’assicurazione sanitaria fino alla fine del 2020. Questo perché non siamo legalmente in grado di continuare la copertura, oppure i nostri attuali piani non consentiranno una proroga. Forniremo anche quattro mesi di supporto per la salute mentale attraverso KonTerra.
Sostegno al lavoro
Il nostro obiettivo è quello di mettere in contatto i nostri compagni di squadra che lasciano Airbnb con nuove opportunità di lavoro. Ecco cinque modi in cui possiamo aiutare:
Alumni Talent Directory – Lanceremo un sito web rivolto al pubblico per aiutare i membri del team che lasciano Airbnb a trovare nuovi lavori. I dipendenti che lasciano possono scegliere di avere profili, curriculum e portfolio di lavoro accessibili ai potenziali datori di lavoro.
Alumni Placement Team – Per il resto del 2020, una parte significativa di Airbnb Recruiting diventerà un Alumni Placement Team. I reclutatori che rimarranno in Airbnb forniranno supporto ai dipendenti che lasciano per aiutarli a trovare il loro prossimo lavoro.
RiseSmart – Offriamo quattro mesi di servizi di carriera attraverso RiseSmart, una società specializzata in servizi di transizione professionale e di collocamento.
Supporto agli Alumni – Stiamo incoraggiando tutti i dipendenti rimasti ad aderire a un programma per aiutare i compagni di team in partenza a trovare il loro prossimo ruolo.
Computer portatili – Un computer è uno strumento importante per trovare un nuovo lavoro, quindi stiamo permettendo a tutti coloro che se ne vanno di tenere i loro portatili Apple.
Ecco cosa succederà dopo
Voglio fare chiarezza su tutti voi il prima possibile. Abbiamo dipendenti in 24 paesi e il tempo necessario per fare chiarezza varia in base alle leggi e alle pratiche locali. Alcuni paesi richiedono che le notifiche sull’impiego siano ricevute in modo molto specifico. Anche se il nostro processo può differire a seconda del Paese, abbiamo cercato di pianificare con cura ogni dipendente.
Negli Stati Uniti e in Canada, posso fornire chiarezza immediata. Entro le prossime ore, quelli di voi che lasciano Airbnb riceveranno un calendario con l’invito a una riunione di commiato con un senior leader del vostro dipartimento. Per noi era importante che, ovunque fosse legalmente possibile, le persone fossero informate in una conversazione personale, uno a uno. L’ultimo giorno lavorativo per i dipendenti in partenza con sede negli Stati Uniti e in Canada sarà lunedì 11 maggio. Abbiamo pensato che lunedì avrebbe dato alle persone il tempo di iniziare a fare i passi successivi e di salutarsi – capiamo e rispettiamo quanto questo sia importante.
Alcuni dipendenti che rimarranno avranno un nuovo ruolo e riceveranno un invito ad un incontro sul tema “Nuovo Ruolo” per saperne di più. Per quelli di voi negli Stati Uniti e in Canada che si trovano nel team Airbnb, non riceveranno l’invito per il calendario.
Alle 18:00, ora del Pacifico, ospiterò un incontro world@ per i nostri team dell’Asia-Pacifico. Alle 12 del mattino, ora del Pacifico, ospiterò un incontro world@ per i nostri team dell’Europa e del Medio Oriente. Dopo ognuna di queste riunioni, procederemo con i passi successivi in ogni Paese sulla base delle pratiche locali.
Ho chiesto a tutti i leader Airbnb di aspettare a riunire le loro squadre fino alla fine di questa settimana per rispetto ai nostri compagni di squadra che sono stati colpiti. Voglio dare a tutti i prossimi giorni per elaborare la questione, e ospiterò un Q&A CEO anche questo giovedì alle 16:00, ora del Pacifico.
Alcune parole finali
Come ho imparato in queste ultime otto settimane, una crisi porta chiarezza su ciò che è veramente importante. Anche se abbiamo attraversato un vortice, alcune cose mi sono più chiare che mai.
In primo luogo, sono grato a tutti qui alla Airbnb. In tutta questa esperienza straziante, sono stato ispirato da tutti voi. Anche nelle peggiori circostanze, ho visto il meglio di noi. Il mondo ha bisogno di connessioni umane ora più che mai, e so che Airbnb sarà all’altezza della situazione. Ci credo perché credo in voi.
In secondo luogo, provo un profondo sentimento d’amore per tutti voi. La nostra missione non riguarda solo i viaggi. Quando abbiamo iniziato Airbnb, il nostro slogan originale era: “Travel like Human”. La parte umana è sempre stata più importante della parte del viaggio. Ciò di cui ci occupiamo è l’appartenenza, e al centro dell’appartenenza c’è l’amore.
A quelli di voi che restano,
uno dei modi più importanti per onorare coloro che se ne vanno è che sappiano che i loro contributi sono importanti e che faranno sempre parte della storia di Airbnb. Sono fiducioso che il loro lavoro continuerà a vivere, proprio come questa missione.
A chi lascia l’Airbnb,
sono veramente dispiaciuto. Sappiate che non è colpa vostra. Il mondo non smetterà mai di cercare le qualità e i talenti che avete portato ad Airbnb… che hanno contribuito a creare Airbnb. Voglio ringraziarvi, dal profondo del cuore, per averle condivise con noi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/brian-chesky-airbnb.jpg520805Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-05-07 11:41:472020-05-11 18:02:03La lettera di Airbnb che potrebbe passare alla storia delle HR
Negli anni ’90 gli Italiani erano tra i maggiori risparmiatori dell’Unione Europea ma oggi il tasso di propensione al risparmio è crollato
Una ricerca condotta da Columbia Threadneedle ha identificato nei millennial, la fascia di popolazione maggiormente preoccupata per questioni economiche
La gamification ha già cambiato il fitness, l’apprendimento e il corteggiamento: lo farà anche sulle questioni economiche?
Ping! Viene visualizzata una notifica sul telefono.
Ciao, sto solo facendo il check-in per farti sapere che sto per fare il tuo primo salvataggio automatico di € 20,59.
Cinguetta un chatbot.
Ching! Punteggio!
La dopamina ti attraversa le vene mentre senti il brivido della vittoria e l’approvazione del chatbot.
Ancora meglio, quel denaro extra che hai risparmiato significa che puoi fare shopping, andare fuori a cena o semplicemente hai più fondi.
Ben soddisfatto, accedi a un’altra app e parte la caccia al tesoro in realtà aumentata in stile Pokémon Go intorno alla città.
Ecco che ti imbatti in un poster dallo strano aspetto; lo scansioni con la fotocamera del telefono, rivela un modello 3D di un paio di scarpe da ginnastica non ancora rilasciate.
Congratulazioni! Puoi acquistarle prima di chiunque altro: basta inserire i dettagli della tua carta come indicato sull’app, oltre al tuo indirizzo di consegna ed eccole già in viaggio verso il tuo appartamento.
Sembra fantascienza ma non lo è. È la gamification applicata al risparmio e investimento.
Il FinTech, il risparmio e le nuove generazioni: amore e odio
La crisi del 2008 ha cambiato la percezione delle vecchie e nuove generazioni rispetto le istituzioni bancarie tradizionali e i mercati di capitali. Allo stesso tempo, le nuove generazioni sono più propense a spendere in viaggi ed esperienze piuttosto che investire nel mattone come i nostri nonni.
Specialmente in Italia, fino a prima dell’impatto COVID-19, miglioravano redditi e consumi, ma nessuno metteva più da parte. Negli anni ’90 eravamo tra i maggiori risparmiatori dell’Unione Europea (con una propensione al risparmio del 13,88% nel 2008 contro una europea dell’11,19%) ma oggi il tasso di propensione al risparmio è crollato ( nel 2017, il 9,71% Italiano contro il 9,97% Europeo).
Le cause sembrano riportare a quei giovani-adulti che guadagnano poco, ma non vogliono rinunciare al loro tenore di vita. Il reddito disponibile delle famiglie è infatti cresciuto, dell’1,5% e 1,7% nel 2016 e 2017, la spesa per consumi finali dell’1,6% e del 2,5%, gli investimenti del 3,4% e 2,4%, dopo un lungo periodo negativo. Nell’Unione Europea in media si è verificato un progresso del 15,1%, in Germania del 38,8%, in Francia del 13,9%.
Il risparmio come risultato di mentalità e conoscenza
La “classe aspirazionale” è quella crescente parte della società che ha fatto del mantenimento di un tenore di vita molto alto uno standard cui non vuole e non può rinunciare. Questa è fatta di consumi non vistosi, principalmente in servizi più che in prodotti, in esperienze, viaggi, ristoranti, aperitivi, master, che di lussuoso hanno spesso poco e che vengono preferiti a vecchi status symbol in disuso come una bella automobile o anche un vestito firmato. Insomma, la definizione propria delle spese di un millennial tipo.
Questo ceto in espansione ha caratteristiche ben definite: loscollamento tra il reddito percepito, il consumo e la frequenza del consumo stesso. Spende cifre non enormi, preferendo il weekend low cost o alla vacanza al mare, invece di risparmiare soldi per una casa.
Da un lato, risparmiare significa privarsi di qualcosa oggi per avere qualcosa domani, ma se non si capisce il senso e gli effetti di tale sacrificio è difficile trovare la giusta motivazione. Il mondo in cui viviamo, le nuove generazioni, vogliono tutto e subito; questo, combinato all’espansione della nuova “classe aspirazionale”, e al fatto che ben il 62% dei Millennial soffre di insonnia causata dalla difficoltà di arrivare a fine mese e pianificare il proprio futuro finanziario.
C’è molto di sociale e non solo di economico in questa crisi del risparmio, che è probabilmente qui per restare a prescindere da come andrà l’economia nei prossimi anni.
Rispetto alla media internazionale gli italiani mostrano un grave ritardo nell’apprendimento di nozioni e abilità economico-finanziarie, collocandosi all’ultimo posto tra i Paesi OCSE e al penultimo tra quelli del G20, come spiega Lorenzo Bandera.Secondo Standard & Poor’s nel 2014 un italiano su tre non era in grado di leggere un estratto conto o di distinguere tra le diverse forme di mutuo.
Educazione significa Inclusione. Capire la finanza personale e gli strumenti a disposizione apre un ventaglio di possibilità per il nostro futuro: aprire un impresa, comprare una casa o investire nella nostra istruzione. Ma come possiamo capire di più senza dover acquisire conoscenze troppo tecniche? Come si possono trovare i corretti incentivi ad applicare un comportamento coerente con questa nuova esigenza?
La gamification sembra essere la risposta.
Gamification of Savings
Il Trend
“Gamify” significa utilizzare concetti di gioco, come punti e premi, per coinvolgerci e motivarci in attività specifiche. Basti pensare a Fitbit che migliora l’esercizio assegnando medaglie per le gli obbiettivi prefissati. Hinge fa il “gioco delle coppie” con il suo sistema di “mi piace”. Duolingo permette l’apprendimento delle lingue con livelli diversi da completare e un sistema di punti che premia l’utilizzo quotidiano. Una nuova generazione di app, bot e siti web sta ora facendo lo stesso con le nostre tasche.
Il risparmio può essere reso coinvolgente e gratificante come le app che attualmente sono le più usate dagli utenti di smartphone. Per incoraggiare i giovani a risparmiare, paradossalmente, serve qualcosa che offra gratificazione immediata. I risparmiatori hanno bisogno dello stesso tipo di eccitazione che ottengono giocando ad un videogame con gli amici o raggiungendo il livello successivo in Candy Crush.
La gamification utilizza elementi del mondo dei giochi – come sfide e competizioni – per premiare azioni positive nel mondo reale, che si tratti di 10.000 passi compiuti o 1.000 euro risparmiati.
Gamification implica necessariamente competizione, che quasi sempre si traduce in motivazione.
Tante app popolari riguardano la valutazione e il confronto e la valutazione del servizio, di chi lo offre e di chi lo riceve (si pensi alle semplici app di taxi) ma ciò che amiamo ancora di più è confrontarci con l’altro: sapere cosa stanno facendo i nostri coetanei per essere sicuri che non siamo da meno ed anzi sentirci migliori.
Questo sicuramente suona vero per molte persone quando si tratta di esercizio fisico. Infatti il successo di molte app è ottenuto anche con la condivisione dei risultati con gli amici nei social network. Possiamo misurare la nostra salute (ma anche i nostri risparmi) non nel vuoto, ma in base ai risultati – e alle aspettative – di amici e familiari.
Anche se non scegli di condividere le tue informazioni, queste app rendono più semplice che mai impostare obiettivi di risparmio personali, segnare i tuoi progressi e essere premiato per i tuoi sforzi.
Alla base c’è, d’altronde, uno studio della psicologia umana. La dopamina è il neurotrasmettitore che controlla il centro di ricompensa e piacere del cervello e si attiva quando “vinci”, una vulnerabilità che aziende tecnologiche come Facebook hanno ammesso di sfruttare per tenerti agganciato.
Simon Rabin stesso, fondatore di Chip, afferma che “la comunicazione di Chip è progettata per far sentire l’orgoglio e il senso di realizzazione ad ogni salvataggio”. Le notifiche di congratulazioni che inducono dopamina creano dipendenza. La psicologa dei consumi Carolyn Mair sottolinea l’effetto della ricompensa: “Quando desideriamo qualcosa, le nostre aspettative sull’avere o possederlo rendono più forte la nostra eccitazione e quindi aumentano il rilascio di dopamina. Una volta che abbiamo l’oggetto e sperimentiamo il piacere, la dopamina diminuisce in modo tale che abbiamo bisogno di un altro episodio emozionante per innescare di nuovo la dopamina”.
Le Startup
Queste app, così come FinTech multimilionarie come Monzo e Revolut, sfruttano le nuove regole dell’Open Banking dell’Autorità della concorrenza e dei mercati. Consentono ai clienti delle maggiori banche di fornire a terzi un accesso sicuro ai dati del loro conto, mantenendo al contempo i loro soldi al sicuro con la crittografia. Tra le startup da tenere sott’occhio abbiamo identificato:
Chip– utilizza l’intelligenza artificiale (AI) per calcolare un importo conveniente che può essere salvato automaticamente senza influire sulle solite abitudini di spesa quotidiane. Chip ha recentemente infranto l’obiettivo di crowdfunding sulla piattaforma CrowdCube raccogliendo 2,9 milioni di euro da un target di 1,1 milioni.
Qapital– consente di impostare “trigger” per risparmiare automaticamente quando hai raggiunto un determinato obiettivo, come, ad esempio, correre cinque miglia. Puoi anche impostare i trigger di “colpevolezza” per penalizzarti per comportamenti scorretti, come spendere troppo sulla tua carta di credito.
Cash Coach – un’app AI progettata per aiutare le persone a risparmiare e incoraggiarle ad investire, sostituendo il budget con un’esperienza completamente gamificata. Cash Coach offre agli utenti sfide di risparmio mensili, calibrate in modo intelligente e personalizzato. Gli utenti sono classificati in base alle loro prestazioni di risparmio, consentendo loro di confrontarsi tra di loro.
Thriv– si concentra sull’aiutarti a risparmiare abbastanza denaro “per le cose che vorresti davvero in futuro”. Puoi impostare obiettivi a breve e lungo termine, inclusi titoli, cartellini dei prezzi, immagini, descrizioni e collegamenti, e tenere traccia delle tue spese e risparmi personali con facilità. Un promemoria accurato e barre di avanzamento ti aiutano a rimanere motivato.
Fortune City – ti piacciono i tipi di giochi che ti consentono di costruire la tua città virtuale? Fortune City è un’app di contabilità che ti premia con le funzionalità di costruzione della città per l’uso quotidiano dello strumento.
Big Players
I big players come sempre non stanno a guardare, soprattutto negli Stati Uniti dove i maggiori esempi di gamification arrivano da Ally Bank e Indiana Centier Bank.
Ally Bank ha adottato diverse campagne usando giochi per mettere in evidenza i consumatori sulla finanza personale. La banca si è anche superata con il suo gioco di realtà aumentata “Ally + Monopoly“. Il gioco ha trasformato sei città degli Stati Uniti – Charlotte, Detroit, New York, Chicago, Seattle e Dallas – in tavoli da gioco dal vivo Monopoli. Pokémon Go incontra il settore bancario e il denaro.
Centier Bank dello Stato dell’Indiana ha offerto la propria gamma di risparmi, con tanto di premi in denaro, attraverso un’app chiamata Billinero. Il nome dell’app di gioco è una composizione di “Bill”, come in valuta, e “Dinero”, spagnolo per soldi.
Anche le nuove banche stabilite come Monzo aprono la discussione direttamente nei loro forum mostrando non solo un forte interesse nello sviluppare tali soluzioni, ma la volontà di svilupparle proprio come i loro consumatori più fedeli le preferiscono.
Le Critiche
Se sembra tutto divertente e giochi, anche la gamification ha i suoi critici. Alcuni studi dimostrano che i giochi e le loro ricompense estrinseche (trofei, badge, ecc.) possono essere dannosi per la nostra motivazione intrinseca, che generalmente ci motiva a fare qualcosa senza il ronzio della ricompensa o delle congratulazioni. Tra i maggiori detrattori, Ian Bogost, professore presso il Georgia Institute of Technology e autore di Play Anything. Ian ha criticato la gamification ed il modo in cui “trasforma il noioso in straordinario. Prendi il tuo lavoro: ottenere punti per tenere in ordine la tua scrivania lo rende divertente?”.
Conclusione
La gamification può rendere divertente il risparmio, ma può aiutare i consumatori a raggiungere i loro obiettivi? Ci sono alcune prove che suggeriscono che funzioni. Commonwealth, un’organizzazione che aiuta le persone a diventare finanziariamente sicure, ha condotto studi e sviluppato giochi come SavingsQuest, uno strumento online e mobile considerato il primo “Fitbit per il risparmio”.
Non esiste alcuna garanzia che la gamification aiuterà ogni consumatore a costruire o far crescere un fondo di emergenza. Ma potrebbe fornire la motivazione necessaria per spendere meno e risparmiare di più.
In ogni caso i segnali che la gamification può potenziare un business sono molteplici e ormai assodati. Per una azienda B2C potrebbe essere una possibilità ulteriore da inserire nei propri servizi al cliente in quei settori che vogliamo far crescere o in cui un maggiore coinvolgimento del cliente risulterebbe portare vantaggi a lui e all’azienda.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/risparmio-fintech-gamification.jpg567949Andrea Maria Cosentinohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAndrea Maria Cosentino2020-05-06 16:01:212020-05-07 11:47:04La gamification applicata a spese, risparmi e investimenti
Vuoi fare Carriera nel Digital Business?
+100.000 professionisti e 500 grandi aziende hanno incrementato i loro Affari grazie a Ninja.
Non aspettare, entra subito e gratis nella Ninja Tribe per avere Daily Brief, Free Masterclass e l’accesso alla community di professionisti.