Sebbene le ricerche siano ancora appannaggio dei grandi motori di ricerca, oggi le persone si rivolgono anche ai social mediaper trovare le risposte alle loro domande.
A dirlo è uno studio di Capterra che ha analizzato i metodi di ricerca di informazioni online nell’era dei social.
La piattaforma per la ricerca e comparazione di software B2B ha intervistato un campione di oltre 1000 persone dai 18 anni in su, per comprendere come vengono effettuate le ricerche online.
La tecnologia continua ad aprire nuove strade di esplorazione all’interno del vasto mondo digitale e non è un caso che i social media stiano guadagnando sempre più terreno. Ma andiamo con ordine e scopriamo nel dettaglio alcuni dati salienti.
Avanza l’approccio ibrido
Il sondaggio ha mostrato che più della metà degli intervistati (il 54%) utilizza i motori di ricerca (Google, Yahoo o Bing) come metodo principale per trovare contenuti online, mentre il 5% si rivolge esclusivamente ai social media e il resto (il 41%) combina entrambi gli approcci con ricerche ibride.
Questi dati confermano che gli utenti oggi, più che mai, sono intenzionati a sfruttare al massimo le nuove tecnologie per saperne di più.
Negli ultimi due anni, quasi un quarto delle persone (il 22%) che cercano contenuti online ha iniziato a preferire i social media ai motori di ricerca. Tuttavia, nonostante questo spostamento di preferenze, i motori di ricerca rimangono dominanti.
La grande maggioranza dei consumatori (l’87%) preferisce il formato testuale quando cerca contenuti online. Seguono i video (7%) e le immagini (5%).
Le persone che utilizzano sia i social media che i motori di ricerca per trovare informazioni ritengono che i risultati dei motori di ricerca siano più affidabili rispetto ad altre fonti, il che indica quanto l’utilizzo dei motori di ricerca sia radicato nelle abitudini degli utenti.
I motori di ricerca fanno parte della quotidianità di ognuno di noi da molti anni; si sono evoluti e adattati nel tempo così da offrire un’esperienza sempre più intuitiva e veloce. I social media hanno aumentato le opzioni di ricerca per i consumatori che vogliono trovare contenuti veritieri e affidabili nel minor tempo possibile.
Qual è il social network più utilizzato per le ricerche online
Il social media più utilizzato per cercare informazioni online è YouTube. È scelto dal 77% delle persone che cercano contenuti sia sui social media che sui motori di ricerca. Seguono Facebook, selezionato dal 74%, Instagram dal 65% e TikTok, utilizzato dal 33%.
Tra coloro che utilizzano almeno una piattaforma social video, il 44% afferma di utilizzarla dalle 2 alle 5 volte al giorno per cercare contenuti online, il 31% dichiara di farlo più di 5 volte al giorno, mentre il 12% dichiara di farlo solo una volta al giorno.
Secondo i risultati dello studio, è emerso che la maggior parte degli utilizzatori di piattaforme social video (il 63% del campione) cerca principalmente contenuti che riguardano le istruzioni su come fare qualcosa (How To).
Al secondo posto ci sono i contenuti di intrattenimento, quelli visti per divertimento, che vengono guardati dal 59% degli utilizzatori. Le recensioni risultano al terzo posto con il 48%, seguite dalle dimostrazioni dei prodotti al 46%. Infine, il 45% degli utenti guarda i contenuti relativi alle notizie.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/ricerche-online.jpg6681145Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-03-23 10:58:542023-05-12 18:23:06Sempre più persone usano i social come motore di ricerca: lo studio di Capterra
Il font rappresenta non solo un vezzo per l’azienda, ma uno degli elementi che contribuiscono a dare forma all’identità del brand stesso: è frutto di una scelta non certo casuale, che aiuta a conferire carattere al prodotto, e che difficilmente viene cambiato nel tempo.
Il font evoca ricordi ed emozioni che risultano importanti nel processo decisionale del consumatore, per questo diventa uno strumento strategico di marketing.
La tipografia (letteralmente scrivere utilizzando delle forme) diventa, nelle parole di Martin Solomon “l’arte di produrre meccanicamente lettere, numeri, simboli e forme attraverso la comprensione degli elementi di base, i principi e gli attributi del design”.
Il ruolo del font nella comunicazione visiva
La comunicazione visiva è una presenza forte nella nostra quotidianità, un carattere può modificare la percezione di un messaggio e della comunicazione stessa. Il font deve essere scelto valutando una serie di criteri, non solo quello estetico, come verrebbe da pensare: deve facilitare la lettura e coincidere con l’idea che si intende veicolare.
La graphic designer Sarah Hyndman, direttrice dello studio Type Tasting, ha svolto un sondaggio per individuare quali fossero i caratteri tipografici in grado di riflettere i valori della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti. La lista di aggettivi è stata presentata agli intervistati con font diversi, chiedendo quale si abbinasse meglio al termine indicato: il 62% ha scelto un carattere tradizionale per il termine “democrazia”; il 45% ha indicato un font con linee sinuose per la parola “libertà” e un font moderno con grandi lettere che rinviano ad un senso di autorevolezza per il termine “uguaglianza”.
“Crediamo in quel che leggiamo quando il carattere e la rispettiva parola sono in armonia: quando questi due fattori non corrispondono il testo scritto viene percepito come meno autentico […] riconosciamo più velocemente una parola quando il suo significato rispecchia la tipografia utilizzata” spiga Hyndman.
Il font, elegante e leggibile, prende vita in una serie di caratteri mobili progettati a Parigi nel 1530 dal tipografo Claude Garamond su commissione di Francesco I di Francia. È stato oggetto di rivisitazioni, come quella operata da Giulio Einaudi, nel 1958, dal nome Simoncini Garamond, con cui ancora oggi sono scritti molti libri, e quella operata da Apple con la creazione del font Apple Garamond, variante dell’ICT Garamond di Tony Stan del 1977.
Bodoni
Ideato da Giambattista Bodoni, direttore della Tipografia Reale di Parma, si tratta di un carattere a contrasto, tra grazie sottili e aste verticali spesse. Ancora oggi si presenta tra i più utilizzati nell’editoria, scelto da Vogue, Lancia e Valentino
Didot
Nato dall’idea di Firmin Didot, figlio di stampatori francesi del ‘700, si presenta come elegante e moderno. Ha subito numerose rivisitazioni nel corso degli anni: nel 1991 Frutiger crea il Linotype Didot, successivamente, Jonathan Hoefler e Toby Frere Jones, lo modificarono per la rivista di moda Bazaar. Attualmente viene utilizzato da brand quali Boss, Dior, Yves Saint-Laurent, Giorgio Armani, Guess, Zara e Hilton.
Futura
Ideato da Paul Renner per l’agenzia Bauer di Francoforte, Futura è un font moderno, basato su tre forme geometriche essenziali: cerchio, quadrato, triangolo, con l’idea di promuovere il concetto di industrializzazione. Carattere ufficiale della propaganda nazista e di quella anti-nazista delle Olimpiadi di Mosca del 1980. Oggi è presente, tra i vari esempi, nel logo RAI, nel sistema ferroviario italiano e nella locandina del film “American Beauty“.
Gill Sans
È considerato come il font dallo stile british, creato da Eric Gill per l’insegna di una libreria di Bristol. Nel tempo fu usato come carattere ufficiale dalla Chiesa d’Inghilterra, la BBC e la ferrovia e metropolitana inglese
Helvetica
Visibile nei loghi di Coca Cola, Skype, Lufthansa, Harley Davidson, nasce dalla mano di Max Miedinger. Nel 1989, grazie alle caratteristiche di semplicità ed essenzialità, diventa il carattere utilizzato dalla segnaletica di New York.
Lato
In polacco “estate”, ideato da Lukasz Dziedzic su commissione di una banca, che poi rifiutò di concludere l’affare giudicandolo troppo costoso. Il designer propose allora il font, a titolo gratuito, a Google, facendone così la fortuna: ancora oggi si posiziona al sesto posto nella classifica Google dei caratteri di tendenza.
Frutiger
Un font dallo stile semplice ed essenziale, progettato da Adrian Frutiger per la segnaletica dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, e poi ripreso anche dall’Aeroporto J.F. Kennedy di New York.
Gotham
Ideato dall’artista Tobias Frere-Jones per la rivista maschile GQ, è un font fresco e geometrico, ispirato alle vecchie insegne della città di New York. Diventa popolare con l’utilizzo nella campagna presidenziale id Barak Obama nel 2008, per la celebre frase “Yes we can”.
14 font di tendenza oggi
Se alcuni font, come quelli sopra citati, sono considerati degli evergreen, altri invece variano a secondo delle tendenze del momento:
Irregardless by Ohno Type
Un font dall’aspetto fresco, ben leggibile, originale, curato da James Edmondson, e rilasciato nel maggio 2021 da Ohno Type (spesso impegnata nell’erogazione gratuita di contenuti e corsi gratuiti per studenti). “Alcuni progetti non hanno un percorso ben definito” spiega il curatore “Irregardless esiste dall’altra parte dello spettro. Non ho idea da dove provenga, e per gran parte del tempo che ho passato a lavorarci, non avevo idea di dove stessi andando. È stato un esercizio per combattere i miei impulsi e disegnare abitudini per creare qualcosa che fosse nuovo e scomodo”.
NaN Tragedy by Nan
Definito dal creatore, JB Morizot, come “Classico ma contemporaneo. Non convenzionale ma funzionale. Energico e vivace ma robusto. Stravagante ma evidente e semplice […] il figlio della chimera di due epoche. La sua struttura ed energia stanno ereditando il ritmo di uno scriba monacale mentre il suo trattamento dei dettagli geometrici si trova nell’acceleratore atomico del CERN”. Rilasciato nel 2019 da Nan (studio di progettazione grafica e design con sedi a Berlino e Sydney), Nan Tragedy è un carattere tipografico che rappresenta forme non convenzionali e correzioni ottiche.
Everett by TYPE.WELTKERN
Font con struttura minimalista e simmetrica, dalla lettura confortevole. Prevede variazioni di peso del carattere, da Hairline a Super, e l’utilizzo del corsivo, funzionale per libri, poster branding e segnaletica. Everett è stato creato da Nolan Paparelli nel 2021 che, ispirato dal lavoro del fotografo americano Daniel Everett del 2015, lo ha aggiornato e personalizzato.
Rainer by Vectro Type
Progettato da Philipp Neumeyer e rilasciato da Vectro, azienda fondata nel 2021 da Travis Kochel e Lizy Gershenzon, a Portland (Oregon). Si tratta di un font dal carattere geometrico e moderno ma allo stesso tempo elegante, dal design sottile, fornito in 12 stili e 6 pesi differenti, e un supporto linguistico, particolarmente adatto per i titoli.
Iskry by Laic
Carattere unico e stravagante, adatto per visualizzazione su schermo e stampa, soprattutto nel caso di titoli e paragrafi brevi. Creato nel gennaio 2020 a Varsavia da Laic, il termine “Isky significa scintilla in polacco. Le scintille sono qualcosa di piccolo che si accende con un improvviso calore o luminosità, ma anche minuscoli pezzi di materiale luminoso”.
Queens by Kilotype
Disponibile in tre grandezze (compressed, condensed, standard), è un carattere da esposizione, elegante e classico, dai tratti affusolati.
Dazzed by Display
Creato nel 2019 da Display con sede a Praga, dalle proporzioni strette e i punti arrotondati, evoca un fumetto ispirato a momenti di imperfezione e spontanea irregolarità.
Urbanist by Corey Hu
Ideato da Corey Hu in USA nel 2020, questo carattere è ispirato al design moderno: le forme elementari e neutre lo rendono versatile sia per la stampa che per il digitale.
Humane by Rajesh Rajput
Ha il vantaggio di essere un font gratuito, con supporto multilingue. Ideato da Rajesh Rajput in India. Dotato di sette pesi, da sottile al grassetto, risulta particolarmente adatto a titoli e loghi. “Questo carattere tipografico è dedicato a tutti gli esseri umani” afferma Rajput. “La vita non è giusta per nessuno, e tutti stanno affrontando la loro situazione. Tuttavia, c’è amore e compassione. Quindi resisti e godi di tutto ciò che hai”.
Roboto by Christian Robertson
Lanciato da Christian Robertson nel 2011, è un font dal carattere geometrico, utilizzato per tantissimi siti web e app. È il più popolare su Google Fonts. “Roboto ha una doppia natura, ha uno scheletro meccanico e le forme sono in gran parte geometriche. Allo stesso tempo, il carattere presenta curve amichevoli e aperte […], Roboto permette alle lettere di essere sistemate nella loro lunghezza naturale” sottolinea l’autore.
Pastiche Grotesque by Order
Progettato da Order, con sede a San Francisco e rilasciato nel 2021, ha un design giocoso e stravagante. Risulta idoneo per titoli e testi che richiedono umorismo e ilarità. I caratteri sono descritti come “fanfiction di type design che guarda al gotico della fine del XIX sec. attraverso la lente del neo-grottesco della metà del del XX sec.”
Frame by Commercial
Inizialmente ideato per il brand di ciclismo Rapha da Paul Barnes, si ispira al lavoro di William Caslon I. Dotato di quattro pesi, dalla struttura semplice con assottigliamento minimo e nitidezza. Lanciato dall’azienda Commercial è una joint venture tra Paul Barnes e Christian Schwarz.
Gt Pressura by Grillptype
Versatile, moderno, minimalista e arrotondato. Progettato da Grilly Type in Svizzera, ha un design pulito, adatto anche al web design. È stato rilasciato nel 2012 e aggiornato nel 2022. I fondatori dell’azienda, Noel Leu e Thierry Blancpain affermano che “ciò che conta per noi è questo: quale storia, cosa dice un carattere tipografico? Che tipo di personalità ha?”.
Epicene by Klim
I caratteri Epicene text e Epicene Display sono caratteri tipografici barocchi ispirati al lavoro di J.F. Rosart e J.M. Fleischmann, maestri rivali nel XVIII sec. “Sebbene attento alla storia, Epicene non è un carattere revival. È un esperimento per modernizzare le forme delle lettere barocche senza imbavagliare la loro idiosincrasia ornamentale né cadere nella trappola delle codificazioni di genere. È una ferma affermazione che i caratteri non hanno genere” affermano il designer Kris Sowersby, “i nostri caratteri combinano la conoscenza storica con il rigoroso artigianato contemporaneo”.
Come si classificano i font gratuiti
La scelta del font è sempre delicata, e non sempre si ha la necessità di utilizzare format a pagamento. Si può, infatti, ricorrere a quelli gratuiti, messi a disposizione dai software di scrittura dei sistemi operativi. Anche in questo caso è importante conoscerne le caratteristiche, perché la scelta non va mai lasciata al caso.
I font utilizzati gratuitamente sono raggruppati in 4 tipologie:
Serif: include tutti i font in cui, la parte alta e bassa delle lettere ha all’estremità degli allungamenti ortogonali (dette grazie), in modo che tutte le lettere siano bilanciate, per facilitare la transizione dall’una all’altra, come fossero continue. Vi rientrano, ad esempio, il Roman, il Times New Roman (chiamato così perché usato dalla redazione del The Times nel 1931), Square Serif, Round Serif, scelti frequentemente per testi lunghi in quanto assicurano una migliore leggibilità;
Sans serif: caratteri senza grazie, la fine di ogni lettera è considerata secca, utili per i titoli. Si dividono in due sottogruppi: Gothic (le parti curve delle lettere sono più fini), e Single line sans serif, come ad esempio il font Arial (non hanno linee di diverso spessore);
Handwriting: comprende tutti i caratteri che danno l’impressione di essere stati scritti a mano, come Scripte, Corsive, Calligraphic e Text (il primo carattere mobile creato da Gutemberg, utilizzato oggi per la stampa di certificazioni e diplomi);
Decorative: sono font usati per fini decorativi e grafici, non hanno limiti particolari proprio perché non sono funzionali per un testo ma solo per lavori di tipo artistico.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/font-che-faranno-tendenza.jpg6751012Ilenia Vallerianihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngIlenia Valleriani2023-03-22 12:47:062023-03-23 15:31:41I font che hanno fatto la storia e quelli che faranno tendenza nel 2023
La notizia della rottura delle trattative tra Meta e Siae ha velocemente generato il panico nell’industria musicale, ma anche tra chi i social li usa per farsi conoscere e per lavorare (leggi, creator di contenuti). Via la musica dalle piattaforme della holding e fredde comunicazioni a colpi di comunicato.
Risultato? Reel e storie mute (sì, ma non sempre) e stakholder nel panico.
Via la musica da Meta: cosa è successo
“Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae“, si legge nel comunicato diffuso dall’azienda proprietaria di Facebook e Instagram. “La decisione unilaterale di Meta di escludere il repertorio Siae dalla propria library lascia sconcertati gli autori ed editori italiani” è la risposta, in una nota, della Società Italiana Autori ed Editori.
Abbiamo contattato Siae per capire in che punto si sia interrotta la trattativa, quale sia stato l’oggetto della contesa e se siamo o meno vicini a una soluzione.
«Il comunicato stampa di Meta ci ha colto di sorpresa: è stata una doccia fredda perché c’era un tavolo negoziale che andava avanti da diverse settimane; con alti e bassi, certo, ma non ci saremmo mai aspettati di arrivare a questa rottura», ci ha detto Siae.
L’oggetto della contesa: secondo Siae sono i dati
Il pomo della discordia in grado di generare la rottura, a quanto ci ha detto Siae, sembra essere una mancata trasparenza nella comunicazione dei dati da parte della Corporate proprietaria di Facebook e Instagram, sulla quale valutare con cognizione di causa un’offerta economica. «Gli unici dati che siamo riusciti a tirar fuori sono quelli depositati alla SECamericana. Non avendo a disposizione i dati, ad esempio, per singolo contenuto o per Paese e neppure la percentuale di distribuzione della musica nei video delle due piattaforme, come è possibile fare una valutazione?»
Quello che Siae lamenta è stata quindi l’impossibilità di definire un quantum economico sulla base di un modello di revenue sharing.
Con TikTok e YouTube, ad esempio, si è arrivati a un accordo perché i dati che le piattaforme hanno presentato a Siae hanno consentito alla Società Italiana Autori ed Editori di concordare una tariffa “fair”.
Nel corso di una qualunque negoziazione, tanto più se fra due soggetti “forti” come Meta e Siae, è prevedibile che si sviluppi una sorta di “braccio di ferro” tra le parti: «È normale che si scontrino diverse pretese, da una parte e dall’altra», continua Siae, «ma da lì a diffondere un comunicato stampa annunciando un takedown dei contenuti ce ne passa. In più, tornando sui propri passi auspicando che il tavolo possa ritrovare una propria armonia, il comportamento è contraddittorio».
In aggiunta, il frettoloso takedown dei contenuti musicali dell’azienda di Mark Zuckerberg sembra non essere riuscito tecnicamente alla perfezione: «Sono stati buttati giù pezzi di musica italiana ma anche internazionale, è successo un caos. Ad esempio, alcuni colleghi in Spagna ci hanno segnalato che la musica è ancora disponibile; oppure, sono stati estromessi anche alcuni autori stranieri dei quali Siae non ha alcuna quota. È stata un’operazione fatta “con il lanciarazzi” che ha creato un disservizio e la situazione un po’ spaventa».
Insomma, è un po’ tutto complicato: «i brani ci sono, poi non ci sono, appaiono e scompaiono», hanno specificato.
Sembra comunque che il caos generato non faccia per nulla piacere a Siae: «Anche con YouTube le contrattazioni sono state, in un certo senso, “severe”, ma poi si è arrivati a un accordo, come è normale che sia».
Ma chi lavora con i social media, e con il marketing digitale in generale, ha probabilmente in mente una sola domanda: siamo davvero così lontani da una possibile soluzione?«Al momento non ci sono in corso ulteriori trattative; la diffusione del comunicato stampa di Meta ha portato la discussione su un livello diverso. Entrambi, attraverso i comunicati, abbiamo dichiarato l’intenzione di sederci e trovare un accordo».
Perché l’Italia no e gli altri Paesi sì
Uno dei dati che abbiamo ritrovato spesso nelle discussione sulla questione riguarda “l’unicità dell’Italia“, che si sarebbe trovata in questa situazione di stallo rispetto a un numero cospicuo di Paesi che, invece, con Meta avrebbero raggiunto l’accordo.
Alla base dell’accaduto ci sarebbe la scadenza della licenza di Meta per l’utilizzo della musica che, naturalmente, non coincide con quella degli altri 150 Paesi che vengono genericamente indicati come paragone dell’accordo raggiunto.
«Siamo il primo Paese che ha richiesto maggiore chiarezza sulla base della Direttiva Copyright fortemente voluta da tutti, che prevede che l’utilizzatore metta a disposizione una reportistica molto puntuale per fare un corretto matching tra quello che è stato performato e le distribuzioni economiche».
Perché Meta no e le altre piattaforme sì
Il tavolo di negoziazione che non è riuscito a chiudere positivamente l’accordo con Meta è però lo stesso che ha concluso con successo le trattative con molti altri player del mondo dei contenuti digitali, tra cui YouTube, DAZN e Spotify.
«A livello esperienziale, non si può negare che il servizio che offriamo a queste piattaforme crei un valore; chiaramente, ogni trattativa è diversa perché ogni realtà è differente: ad esempio, se togli la musica a Spotify, che è una piattaforma prevalentemente musicale, condizioni fortemente il servizio e l’impatto è sicuramente diverso se si tratta di Facebook, ma questo non significa che il valore della musica non sia importante per l’esperienza sulla piattaforma».
Siae e il futuro della musica a Palo Alto
Dobbiamo abituarci a reel silenziosi e storie senza audio o possiamo sperare in una soluzione rapida della diatriba? Lo abbiamo chiesto a Matteo Fedeli, Direttore Generale di Siae.
«La nostra speranza è che l’atteggiamento “muro a muro” di Meta possa cambiare e che ci sia la possibilità di riaprire il tavolo negoziale. Dopo due mesi di trattative, hanno scelto di alzarsi dal tavolo e andare via “sbattendo la porta”, comunicando la rottura pubblicamente senza informare prima noi e l’industria discografica».
Secondo Siae ci perdono tutti
Anche questo è un tema importante, in vista degli investimenti che diversi stakeholder possono aver fatto sulla musica intermediata da Siae. Creator, artisti, giovani emergenti e musicisti affermati: chi ha subito un danno maggiore dalla mossa inaspettata di Meta?
«Direi che il danno è di sistema: ci perdono tutti. Ci perde Meta, ci perdiamo noi e ci perde l’industria discografica. Il takedown è stato fatto, ma di cosa? La musica è ancora presente su Instagram, è un dato di fatto oggettivo e noi siamo tenuti a negoziare al meglio in nome e per conto dei nostri aventi diritto; l’offerta take or leave che ci ha fatto Meta non era altro che un’imposizione».
Siae continua a ripetere che il suo obiettivo, per il sistema e per il mercato, è mantenere la porta aperta a nuove contrattazioni, ma a una precisa condizione: che la musica cambi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/Siae-Meta.jpg7731372Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-03-21 15:10:432023-03-22 16:39:42Musica via da Facebook e Instagram: ecco cosa ci ha detto Siae
Il 2023 si presenta come un anno di festeggiamenti per Disney. La casa di Topolino compie il suo 100° anniversario e per l’occasione sta preparando una grande festa con l’aiuto di LEGO.
Disney100: fantasia, magia e grandi emozioni
Disney100 è una straordinaria parata di stelle del cinema, una celebrazione della narrazione, di personaggi indimenticabili che hanno intrattenuto e ispirato persone di tutte le età per un secolo.
Per commemorare i 100 anni di Disney, LEGO invita le famiglie a condividere la meraviglia della narrazione, dell’immaginazione e del gioco creativo.
La nuova collezione Disney100 unisce le icone Disney e Pixar sotto il segno della passione di LEGO per la creatività e il gioco.
Una serie di Minifig mai vista prima
I popolari e iconici personaggi animati Disney diventano costruzioni da collezionare, da esporre con orgoglio o da utilizzare per intraprendere entusiasmanti giochi di fantasia.
Tra le novità spiccano le 18 Minifigure di personaggi senza tempo, alcuni dei quali non sono mai apparsi prima.
Da Oswald, predecessore di Topolino, fino a Robin Hood e Pinocchio, passando per Crudelia De Mon e altre icone più recenti come Lilo & Stitch e Baymax di Big Hero 6.
Il regalo perfetto per i fan LEGO, per ispirare l’immaginazione dei bambini e anche degli adulti. Tutte le 18 Minifigure LEGO Disney sono contenute in una bustina misteriosa sigillata e sono accompagnate da almeno un accessorio e da un opuscolo per il collezionista.
Le nuove magiche costruzioni Disney LEGO
Un’altra costruzione interessante, perfetta da collezionare, è la casa in Up. L’appartamento sollevato da palloncini, ora sotto forma di mattoncini, si arricchisce con le versioni in miniatura di Carl, Russell e il cane Dug.
Tra gli altri prodotti, saranno lanciati anche Topolino, Oswald, Biancaneve e Trilly in versione statuetta BrickHeadz per dare un tocco originale alle nostre scrivanie.
Infine, il castello magico DUPLO Disney, 3 in 1, canalizza la magia dell’emblematico castello con Topolino, Minnie, Figaro, Paperino e Paperina.
I BrickHeadz sono già disponibili, mentre gli altri prodotti della serie Disney100 saranno lanciati l’1 aprile.
Le bustine con le Minifigure saranno vendute a partire da maggio 2023, nei rivenditori e su LEGO.com. Ogni personaggio sarà venduto ad prezzo di 3,99 €.
La serie #SharetheWonder
Per l’evento sarà lanciata una nuova serie in tre parti che conterrà scene di film Disney e Pixar e incoraggerà gli appassionati a condividere i propri momenti Disney preferiti realizzati con LEGO, sui social utilizzando l’hashtag #SharetheWonder.
Set Disney Celebration Train
La serie debutterà nel corso del prossimo mese su LEGO.com, sui social di LEGO e sul canale YouTube di Disney. Ecco un’anteprima:
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/lego-si-unisce-disney-per-il-suo-100-anniversario-3.jpg534800Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-03-20 15:07:122023-03-20 15:07:58LEGO collabora con Disney per festeggiare il suo 100° anniversario
L’intelligenza artificiale sta cambiando il panorama di molti settori e un’area in cui l’IA sta avendo un impatto importante è la creazione di immagini. Esistono molti generatori di immagini basati su AI che convertono il testo in immagini utilizzando algoritmi molto complessi.
Questi strumenti di intelligenza artificiale possono essere un ottimo strumento per trasformare rapidamente le tue idee o concetti in rappresentazioni visive in pochi secondi.
Quindi, quale generatore di immagini AI è il migliore? In questo articolo, daremo un’occhiata ad alcuni dei migliori generatori di immagini AI presenti sul mercato nel 2023.
Discuteremo anche dei pro e dei contro di ogni generatore in modo da consentire a chiunque di individuare quello più adatto alle proprie esigenze.
Si dice giustamente che un’immagine può valere più di mille parole e, nel mondo digitale di oggi, puoi realizzare un’immagine senza utilizzare Photoshop.
Questi generatori di immagini AI rappresentano un grande vantaggio per chi lavora nella grafica, in particolare per i principianti che ancora faticano a trovare idee e ispirazione per i loro progetti.
Perché parliamo di generatori di immagini con l’AI
Perché tutti parlano di intelligenza artificiale negli ultimi mesi ? Come mai questo argomento è diventato così importante ?
A seguito del fenomeno ChatGPT di OpenAI l’ intelligenza artificiale è passata dalla dimensione di “applicazione di laboratorio” a quella di strumento della nostra quotidianità uscendo definitivamente dagli schemi di strumento per automatizzare le attività di routine per tuffarsi a capofitto nel mondo della creatività.
Questo genere di intelligenza artificiale viene definita di tipo generativa, il ramo dell’IA che utilizza i dati esistenti per creare artefatti ed immagini completamente nuove e mai viste prima.
Perché è importante
L’importanza di questo argomento, come abbiamo visto sopra, sta nel fatto che oggi possiamo finalmente immaginare un mondo in cui chiunque può utilizzare l’IA con un semplice clic, indipendentemente dalle proprie capacità tecniche e dalla propria formazione.
Possiamo addirittura parlare di democratizzazione dell’IA, infatti OpenAI ha reso l’ intelligenza artificiale più accessibile alle masse, ma aiuta anche a colmare il divario di competenze nel settore. Le aziende e le organizzazioni possono ora consentire ai propri dipendenti di diventare data scientist e ingegneri “da poltrona”, rendendo la potenza e l’utilità dell’IA alla portata di tutti.
Cosa c’è da sapere sui generatori di immagini con l’AI
Entriamo nel dettaglio di questo articolo.
Un generatore di immagini AI è uno strumento che può essere utilizzato per generare immagini realistiche da una descrizione testuale. Questo tipo di strumento si basa su un algoritmo di deep learning che è stato addestrato su un ampio set di dati di immagini e le relative descrizioni.
I generatori di immagini AI possono essere utilizzati, come già detto, per vari scopi, come generare ispirazione per i tuoi progetti creativi, visualizzare le tue idee, esplorare diversi scenari e concetti o semplicemente per divertirti con l’IA.
Puoi utilizzare i generatori di immagini AI per creare rapidamente immagini di paesaggi, animali, oggetti, personaggi, modelli 3D o qualsiasi altra cosa tu possa immaginare e modificarli con varie opzioni e dettagli di personalizzazione.
Iniziamo il nostro percorso tra le varie applicazioni che utilizzano l’ AI per generare immagini.
Dall-E2
Dall-E2, il potente nonché famosissimo generatore di immagini sviluppato da OpenAI, lo stesso team che ha creato GPT-3, il miglior algoritmo di apprendimento automatico del linguaggio naturale.
Grazie a questo applicativo è possibile generare immagini e opere d’arte originali e realistiche da una semplice descrizione testuale. L’applicativo può combinare concetti, attributi e stili differenti.
Uno dei punti di forza di Dall-E2 sta nella possibilità di utilizzare il classico pennello per aggiungere dettagli alle immagini create come ombre, luci, colori, trame, ecc. Vantaggi:
generazione di più immagini alla volta
immagini di alta qualità ed accuratezza
possibilità di modificare l’immagine generata
filtro per evitare la generazione di immagini per adulti ed orientate all’odio o minaccia
Midjourney
Midjourney, premiato al concorso di belle arti alla Colorado State Fair, con il dipinto intitolato “Théâtre d’Opéra Spatial”, Midjourney è sicuramente, al pari di Dall-E2, uno dei migliori generatori di immagini AI, con funzionalità complete e generazione di immagini estremamente veloce.
Molti artisti usano Midjourney per generare le immagini che utilizzano come ispirazione per il loro lavoro. Vantaggi:
veloce curva di apprendimento
veloce nel generare immagini
genera immagini di alta qualità e dettaglio
produce 4 immagini alla volta
Jasper Art
Jasper Art, ottimo per la creazione di immagini in stili differenti. Jasper Art è la nuova funzionalità di Jasper AI introdotta nell’agosto 2022 e da allora ha guadagnato molta popolarità. Questo generatore AI può creare immagini e opere d’arte in pochi secondi.
Uno dei punti di forza di Jasper Art è che tutte le immagini generate con esso sono completamente prive di watermark. Lo strumento è costantemente aggiornato per migliorarne le funzionalità. Vantaggi:
Crea immagini uniche illimitate
Non presenta il watermark sulle immagini
Sono disponibili vari stili
Crea immagini da semplici descrizioni non molto dettagliate
Genera quattro immagini alla volta
Ha un costo di $20/mese per singolo utente
Starry AI
Starry AI, ideale per generare immagini e NFT. Simile alla maggior parte degli altri generatori di immagini AI, Starry AI ti dà la proprietà delle immagini che generi. Ciò significa che puoi utilizzare le immagini dove vuoi, per uso personale o commerciale. Il suo principale punto di forza è che è completamente gratuito, non richiede alcun input da parte dell’utente e può elaborare immagini con algoritmi di apprendimento automatico. La tecnologia è in costante miglioramento, ma ci sono già incredibili esempi di creatività generati tramite l’app. Vantaggi:
Oltre 16 stili
Attribuisce all’utente la completa proprietà dell’immagine
Semplice interfaccia utente
Generatore di NFT gratuito
Wombo Dream
Dream by Wombo, ottimo per i principianti. A differenza di altri generatori di immagini AI, questo tool offre la creazione di immagini illimitate senza alcuna restrizione sulle sue funzionalità e senza alcun costo. Questo generatore di intelligenza artificiale è l’opzione migliore per le persone con un budget limitato o per gli studenti ancora nel processo di studio e formazione. Vantaggi:
Interfaccia mobile friendly
Molteplici stili disponibili
Proprietà delle immagini generate
Immagini ad alta definizione
Abilita gli artwork alla vendita come NFT
NightCafè Studio
Nightcafe, ideale per creare immagini creative e autentiche tramite parole semplici. Usi le parole inglesi più elementari per generare foto personalizzate che rappresenteranno esattamente ciò che desideri.
Inoltre, Nightcafe ha diversi stili e creatività utili per generare arte digitale versatile. Ad esempio, l’avanzatissimo sistema di deep learning ti consente di convertire le foto della vita reale in un capolavoro artistico.
L’interfaccia del sito web accattivante e conveniente consente a chiunque di creare e migliorare le immagini con un solo clic. Inoltre, ogni creazione che fai viene salvata in modo permanente nel tuo account, quindi non devi preoccuparti di archiviarla separatamente. Vantaggi:
Molteplici stili disponibili
Crea la tua comunità AI personale
Generatore di logo
Generazione immagini ad alta e bassa risoluzione
Deep AI
Deep AI, potente per generare immagini uniche che mira a fornire la creazione di immagini open source, realistiche che mantengono un’alta risoluzione. Con Deep AI puoi creare immagini illimitate e nessuna sarà uguale a quella precedente. Si concentra sul fornire varietà e diversità ai suoi utenti. Inoltre, puoi personalizzare la quantità di dettagli in ogni immagine, incluse trame e colori. Vantaggi:
Immagini vettoriali indipendenti dalla risoluzione
Colorizzazione immagini
StyleGAN
BigGAN
CartoonGAN
Photosonic
Photosonic, ideale per generare immagini per blogger e content creator. Alle spalle di Photosonic vi è un potente strumento di scrittura AI chiamato Writesonic. L’applicativo prevede due distinte modalità per creare un’immagine AI, puoi inserire la solita e consueta descrizione per creare un’immagine o semplicemente utilizzare un’immagine per trasformarla in un’arte unica.
Photosonic utilizza il modello di diffusione latente, che trasforma un’immagine casuale in un’immagine coerente basata sulla descrizione data. Supporta anche diversi stili artistici. L’applicativo prevede due opzioni di prezzo: quello base costa $ 10 al mese e ti dà 100 crediti, mentre quello illimitato costa $ 25 al mese e ti offre crediti illimitati. Vantaggi:
Restauro automatico del volto
Rimozione del background
Assenza del watermark
15 crediti gratuiti per generare le tue immagini
Stable Diffusion
Stable Diffusion, applicativo molto potente per generare immagini fotorealistiche. Realizzata dall’ azienda Stability AI,specializzata nella creazione di diverse tecnologie AI, questo tool si basa su tecniche di deep learning e algoritmi avanzati per creare immagini della migliore qualità in pochissimo tempo. Le immagini che crei con esso saranno accurate e dettagliate in base alla descrizione inserita.
Vantaggi:
Immagini di alta qualità in pochi secondi
Generazione di immagini fotorealistiche
Il prompt dispone 9 milioni di suggerimenti
Utilizzo di vari parametri
Ninja Upshot
Prepariamoci quindi a lavorare fianco a fianco con l’IA, poiché questa tendenza dominerà tutto il 2023. Dalla generazione di codice, test automatizzati, distribuzione e correzione di bug fino alla generazione di contenuti e all’automazione delle attività di routine, l’IA sarà dilagante a partire proprio da quest’anno.
Secondo Gartner, l’uso dell’intelligenza artificiale nello sviluppo del software crescerà in modo significativo entro la fine del decennio. Entro il 2030, l’80% della forza lavoro interagirà quotidianamente con strumenti di intelligenza artificiale, rispetto a meno del 10% di oggi.
Ma affinché ciò accada, i team devono concentrarsi sulla collaborazione tra uomo e macchina.
I processi automatizzati trarranno vantaggio dalla velocità e dalla precisione dell’intelligenza artificiale, mentre gli esseri umani si concentreranno maggiormente sull’esecuzione di attività specializzate e creative come la progettazione e l’esperienza utente.
In questo modo, i team possono migliorare la produttività e l’efficienza.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/griglia-immagine-di-copertina-2.jpg6001200Antonio Romanohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAntonio Romano2023-03-17 10:43:312023-07-21 12:33:21I migliori generatori di immagini basati su AI (secondo noi)
Come si creano contenuti ottimizzati per la SEO? L’ottimizzazione per i motori di ricerca è molto più della semplice scrittura. Tuttavia, non è possibile fare SEO senza scrivere. È un aspetto cruciale che ci aiuta a comparire nei risultati di ricerca.
Cos’è la scrittura SEO? Come si fa a scrivere per i motori di ricerca e allo stesso tempo per le persone che li utilizzano? Esiste un processo che chiunque può seguire per diventare un migliore scrittore SEO?
La scrittura SEO è il processo di scrittura di contenuti con l’intento di posizionarsi sulle pagine di un motore di ricerca, ad esempio Google.
Per farlo, è necessario concentrarsi su tre aspetti:
Sapere di cosa hanno bisogno le persone quando cercano la vostra parola chiave di destinazione (cioè, conoscere l’intento di ricerca – il search intent).
Creare la migliore risposta possibile a una determinata query.
Presentare la risposta in modo che sia facile da leggere e da capire.
Oltre a questo, è importante anche comprendere le basi degli elementi SEO on-page, come i meta tag, l’alt text delle immagini e i link interni.
Partiamo da qui: perché dovrebbe interessarci il SEO Writing?
La scrittura SEO è importante perché si stima che Google effettui 3,5 miliardi di ricerche al giorno. Ciò significa che i vostri clienti utilizzano sicuramente Google per trovare informazioni.
Inoltre, una volta posizionati sulle prime pagina di Google per le parole chiave che ci interessano, otterremo traffico gratuito, ricorrente e altamente rilevante per il nostro sito web.
Mentre i costi della pubblicità a pagamento aumentano e il coinvolgimento sui social media diventa sempre più difficile da ottenere, il traffico organico continua a dominare come uno dei canali di marketing più importanti in cui un’azienda moderna possa investire.
Come si fa a ottenere l’agognato posizionamento organico alla prima pagina del motore di ricerca?
Sette step per creare contenuti ottimizzati per la ricerca
Come detto in precedenza, per creare contenuti ottimizzati bisogna conoscere la parola chiave per la quale vogliamo essere raggiunti ed è importate sapere a chi vogliamo rivolgerci. Partendo da qui, possiamo individuare alcuni passi per creare contenuti ottimizzati per la ricerca sui motori.
1. Analizza le SERP per le parole chiave che ti interessano
Siamo partiti dicendo che scrivere per la SEO implica la comprensione dell’intento di ricerca. L’intento di ricerca è l’intenzione che un persona ha in mente quando digita una query. per semplificare, se qualcuno cerca “i migliori ristoranti vicino a me”, la sua intenzione è quella di trovare un buon ristorante vicino alla sua posizione attuale.
Sembra semplice, ma può essere sorprendentemente facile sbagliare. E se si sbaglia, non si ha alcuna speranza di posizionarsi correttamente nei risultati di ricerca, indipendentemente dalla qualità dei contenuti.
Facciamo un esempio per una ricerca per la quale è possibile ottenere un risultato ambiguo. Con la query “consigli per parcheggiare il camper“, l’utente starà cercando suggerimenti su come ottimizzare lo spazio nella sua autorimessa o una lista di indicazioni sugli spazi adibiti per lo scopo?
Comprendere il search intent di una query è assolutamente necessario per farsi raggiungere facilmente da chi cerca i nostri servizi.
2. Predisponi una scaletta per creare contenuti ottimizzati
La creazione di una scaletta dei contenuti è un passo fondamentale nella scrittura SEO. Una bozza rende il processo di scrittura più veloce e più facile, garantendo al contempo un elevato livello di controllo della qualità.
Parte del processo di stesura è l’inserimento di dettagli cruciali per la SEO, come le domande più comuni che le persone pongono quando cercano una determinata parola chiave.
Un’altra parte del processo consiste nel determinare il titolo e i sottotitoli, gli obiettivi e l’approccio dell’articolo. Che cosa rende il nostro articolo diverso o migliore di tutti gli altri?
In questo articolo trovi una serie di suggerimenti utili per costruire una struttura valida per l‘ottimizzazione SEO e il posizionamento sui motori di ricerca.
3. Prepara una bozza
Quasi tutti i grandi articoli iniziano con una bozza. Perché?
Perché la bozza ci aiuta a perfezionare le idee prima di completare la fase di ricerca. Inoltre, aiuta a definire il flusso dei contenuti e ci dà la possibilità di cambiare e rivedere facilmente le cose senza avere la sensazione di ricominciare da capo dopo aver ottenuto un prodotto finito.
Nessuna fretta, quindi. Parti dalla brutta copia.
La bozza è il momento perfetto per scrivere a ruota libera senza preoccuparsi troppo di rendere perfette le parole o di formattare tutto. Basta mettere sulla pagina la sostanza del contenuto e rifinire prima della pubblicazione.
Anche se non è sempre possibile, ricevere un feedback sulla bozza è una delle operazioni più utili. Quando scriviamo, spesso abbiamo difficoltà ad accorgerci di errori, dimenticanze e refusi; dato che due occhi vedono sempre meglio di quattro, una revisione esterna può aggiungere valore al risultato.
Possiamo richiedere feedback a nostri collaboratori e/o membri del team (se ne abbiamo); meglio ancora chiedere pareri a un pubblico interessato. Un gruppo di settore su Facebook o una lista di contatti email potrebbero essere perfetti supervisori e offrirci feedback e spunti che non avevamo preso in considerazione. In più, le risposte potrebbero contenere informazioni (preziosissime) che, per determinati motivi, ancora non si trovano su Google, garantendo al nostro contenuto un taglio unico.
5. Crea l’articolo vero e proprio
Siamo partiti dalla struttura, abbiamo creato una bozza, l’abbiamo sottoposta a revisione e rivista.
Ora è il momento di “dare una lucidata” al contenuto per migliorarne notevolmente la qualità. Ci si può affidare ovviamente a un editor esterno, ma non in tutti casi (leggi, economicamente) può risultare la soluzione più conveniente.
La mossa più rapida è, solitamente, fare da sé. Da dove dovremmo partire?
Quando si creano contenuti SEO, l’obiettivo fondamentale da perseguire è fornire la miglior risposta possibile con il minor numero di parole possibile, in un formato facile da leggere.
Per raggiungere lo scopo, iniziamo col porci queste domande:
La risposta che fornisco è la migliore possibile?
La sto spiegando in modo semplice?
Chi ha poco tempo a disposizione, riuscirà a trovare ciò che sta cerando?
Arrivare dritti al punto è quindi una strategia vincente: i contenuti facilmente assimilabili sono suddivisi in titoli e sottotitoli, con un puntuale uso del grassetto e del corsivo per far risaltare i punti chiave.
Attenzione particolare va poi posta anche sulla lunghezza delle frasi, in modo da mantenere l’attenzione alta con brevi definizioni.
Una buona abitudine in questo senso è utilizzare foto, video ed elenchi puntati per evitare un blocco di testo troppo lungo. Inoltre, la presenza di contenuti multimediali può favorire il punteggio SEO complessivo dell’articolo.
Un altro aspetto importante è quello di evitare troppi tecnicismi e termini complessi: è bene essere precisi, ma è fondamentale utilizzare un linguaggio semplice.
6. Imposta gli elementi SEO di base per creare contenuti ottimizzati
Sebbene poter contare su un ottimo contenuto sia un grande passo per posizionarsi su Google, ci vuole qualcosa di più per raggiungere buone posizioni nella SERP (e il proprio pubblico).
Alcuni degli elementi indispensabili della SEO on-page sono:
Title tag
Meta description
URL ottimizzato
Testo alternativo nelle immagini
Gli elementi da ottimizzare sono molti altri. Se vuoi approfondire la questione della SEO on Page, ti consiglio di dare un’occhiata qui.
7. Inserisci e aggiorna i link interni
Dopo la pubblicazione del post, è utile aggiungere sempre dei link interni da altre pagine del sito al nuovo articolo, per aiutare i motori di ricerca e gli utenti a raggiungerlo.
Questo non solo rende il sito più user friendly, ma aiuta anche Google a scansionarlo e a stabilire l’argomento della nuova pagina (tramite l’anchor text) per indicizzarla correttamente.
Un modo semplice per identificare rapidamente le opportunità di link interni è l’operatore di ricerca di Google, site:. Si utilizza digitando in Google “site:yoursitehere.com [parola chiave correlata]“.
In questo modo riuscirete a identificare gli articoli pertinenti e a creare i necessari collegamenti tra i contenuti.
Conclusioni sulla creazione di contenuti ottimizzati per la ricerca
La scrittura SEO si può quindi semplicemente ricondurre alla creazione della migliore risposta possibile a una determinata domanda, presentata in modo da essere facilmente comprensibile e scorrevole.
Se riesci a ottenere questo risultato implementando le best practice SEO on-page di base, avrai padroneggiato l’aspetto contenutistico della SEO.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/creare-contenuti-ottimizzati-per-la-ricerca.jpg643992Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-03-16 16:26:162023-03-16 16:26:16Scrittura SEO: 7 passi per creare contenuti ottimizzati per la ricerca
La consapevolezza dei cambiamenti climatici è ormai preponderante nelle scelte d’acquisto dei consumatori di tutto il mondo. Il 62% di essi, infatti, non è disposto a scendere a compromessi in termini di sostenibilità, neppure durante questo periodo di incertezza economica. Ad affermarlo è Shopify, che a questo proposito ha condotto un sondaggio online insieme a Sapio Research.
Dalla ricerca è nato il report “Conscious Commerce”, che rivela come i consumatori e le aziende stiano continuando a impegnarsi in pratiche sostenibili, incentivando soluzioni come le spedizioni a zero emissioni di carbonio e ponendo attenzione a pratiche favorevoli per il clima, nonostante la crisi dettata da un aumento del costo della vita e la riduzione del budget di spesa.
L’82% dei merchant intervistati a livello globale ha inoltre dichiarato come, a loro avviso, ci sia una forte correlazione tra la sostenibilità e il miglioramento delle stesse prestazioni aziendali, ovvero di come le pratiche sostenibili siano ormai imprescindibili dal successo aziendale.
Stacy Kauk, Head of Sustainability di Shopify, dichiara: “Questo report dimostra che la consapevolezza circa la situazione climatica sta guidando le decisioni di acquisto dei consumatori, anche in circostanze economiche difficili. È quindi nell’interesse di tutti implementare pratiche sostenibili, come l’adozione di un approccio “a basso o nullo spreco” per la produzione e l’offerta di spedizioni a zero emissioni. Ci auguriamo che un sempre maggior numero di aziende si unisca a noi nello sviluppo di tecnologie innovative per la rimozione del carbonio, che fa parte del nostro obiettivo di invertire la rotta nel cambiamento climatico”.
I consumatori non cedono sulla sostenibilità nonostante il carovita
A livello globale, molti consumatori mettono le pratiche green al primo posto e il 54% fa già acquisti sostenibili, scegliendo per esempio retailer che offrono spedizioni a zero emissioni.
Il report evidenzia come in tutto il mondo i consumatori stiano cambiando attivamente le proprie abitudini d’acquisto, facendo scelte che abbiano un impatto positivo sul pianeta come eliminare gli acquisti superflui (35%), scegliere prodotti con imballaggi riciclabili o ecocompatibili (24%) e fare acquisti a livello locale (24%).
Si tratta di una tendenza in costante aumento, anche se il 38% dei consumatori si è dichiarato cauto nello spendere (il 45% in Italia) a causa dell’aumento del costo della vita.
L’Europa è inoltre al primo posto nel mondo in materia di acquisti consapevoli: guardando all’Italia, è emerso come il 64% dei consumatori italiani faccia acquisti in modo sostenibile e ha in programma di continuare a farlo, mentre il 37% degli intervistati è disposto a spendere persino di più per comprare da un marchio sostenibile – soprattutto Millennials (46%) e Gen Z (38%).
E sono infatti proprio le generazioni più giovani a guidare la rivoluzione dello shopping consapevole, spinte dall’urgenza nei confronti del cambiamento climatico: il 59% della Gen Z e il 61% dei Millennial a livello globale fa già acquisti sostenibili, mentre il 31% di entrambe le fasce d’età vuole essere ancora più sostenibile quest’anno.
Il costo è il principale ostacolo alla sostenibilità per le imprese
Alcune aziende rivelano che il costo è il principale ostacolo verso una maggiore sostenibilità, con particolare riferimento alle aziende più grandi, che possono avere vincoli più complessi nella catena di approvvigionamento. E infatti, se il 40% delle aziende con 1-50 dipendenti lo indica come un vero e proprio ostacolo, la percentuale cresce al 48% per le aziende più grandi (501-1.000 dipendenti).
Anche se i costi possono rappresentare un ostacolo, soprattutto in questo periodo, i retailer più grandi sono tuttavia i più propensi (46%) a considerare l’attuale panorama economico come un’opportunità per accelerare i propri programmi rivolti alla sostenibilità.
In futuro, infatti, chi sarà più attento al clima non solo riceverà un maggiore interesse da parte dei consumatori, ma rappresenterà anche un vantaggio economico per le aziende stesse.
Chat bubble made of recycled paper on green background. Reuse, reduce and recycle writes on the chat bubble. Horizontal composition with copy space.
Le aziende stanno trovando nuovi modi per creare pratiche sostenibili per i loro clienti
Le iniziative sostenibili sono accolte con favore dai consumatori, soprattutto perché quasi la metà (45%) a livello globale dichiara di essere disposta a pagare un sovrapprezzo se questo porta alla riduzione della propria impronta di carbonio.
Due pratiche sostenibili molto diffuse tra le aziende sono, ad esempio, il riciclaggio in negozio, offerto dal 37% delle aziende italiane, e i programmi di sostenibilità in cui una percentuale delle vendite viene devoluta a organizzazioni no-profit (attuati dal 32% delle PMI italiane).
Ma i retailer possono anche utilizzare strumenti come l’app Planet di Spotify, che può essere utilizzata per azzerare le emissioni delle spedizioni. L’applicazione calcola le emissioni stimate per ogni ordine e consente ai merchant di abbatterle finanziando le società sostenute da Shopify che si occupano di rimuovere le emissioni di carbonio.
Planet ha già neutralizzato le emissioni di spedizione di oltre 7 milioni di ordini con una rimozione di carbonio ad alta qualità, per un totale di oltre 6.000 tonnellate di carbonio.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/sostenibilita.jpg630995Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-03-16 11:53:142023-03-17 10:45:18Il futuro degli acquisti è sempre più sostenibile: i dati del report Conscious Commerce
OpenAI lancia GPT-4, il nuovo potente modello di intelligenza artificiale per la comprensione di immagini e testi che l’azienda definisce “l’ultima pietra miliare nel suo sforzo di scalare il deep learning“.
GPT-4 è disponibile da oggi per gli utenti paganti di OpenAI tramite ChatGPT Plus (con un limite di utilizzo), mentre gli sviluppatori possono iscriversi a una lista d’attesa per accedere alle API.
Il prezzo è di 0,03 dollari per 1.000 token “prompt” (circa 750 parole) e 0,06 dollari per 1.000 token “completion” (sempre circa 750 parole). I token rappresentano il testo grezzo; ad esempio, la parola “fantastico” sarebbe suddivisa nei token “fan”, “tas” e “tic”.
A quanto pare, GPT-4 si è nascosto in bella vista: Microsoft ha confermato che Bing Chat, la sua tecnologia per chatbot sviluppata in collaborazione con OpenAI, funziona già con GPT-4.
Tra gli altri primi utilizzatori c’è Stripe, che usa GPT-4 per scansionare i siti web delle aziende e fornire un riepilogo al personale dell’assistenza clienti. Duolingo ha integrato il GPT-4 in un nuovo livello di abbonamento per l’apprendimento delle lingue. Morgan Stanley sta creando un sistema alimentato dal GPT-4 che recupera informazioni dai documenti aziendali e le fornisce agli analisti finanziari.
Cosa fa GPT-4
GPT-4 è in grado di generare testo e di accettare input di immagini e testo (un miglioramento rispetto a GPT-3.5 che accettava solo testo) e ottiene prestazioni di “livello umano” in vari benchmark professionali e accademici.
Ad esempio, GPT-4 ha superato un esame di abilitazione alla professione forense simulato con un punteggio medio del 10% dei partecipanti al test.
OpenAI ha impiegato sei mesi per “allineare iterativamente” il GPT-4 utilizzando le lezioni di un programma interno di test, ottenendo i “migliori risultati di sempre”. Come i precedenti modelli GPT, GPT-4 è stato addestrato utilizzando dati disponibili pubblicamente, compresi quelli provenienti da pagine web pubbliche, nonché dati concessi in licenza da OpenAI.
OpenAI ha anche collaborato con Microsoft per sviluppare un “supercomputer” da zero nel cloud Azure, che è stato utilizzato per addestrare il GPT-4.
Le differenze con GPT-3
“In una conversazione informale, la distinzione tra GPT-3.5 e GPT-4 può essere sottile“, ha scritto OpenAI in un post sul blog.
“Le differenze emergono quando la complessità è maggiore e raggiunge una soglia sufficiente: GPT-4 è più affidabile, creativo e in grado di gestire istruzioni molto più complesse di GPT-3.5“.
Senza dubbio, uno degli aspetti più interessanti di GPT-4 è la sua capacità di comprendere le immagini e il testo. GPT-4 è in grado di interpretare immagini relativamente complesse, ad esempio di identificare un adattatore per cavo Lightning da una foto di un iPhone collegato.
La capacità di comprensione delle immagini non è ancora disponibile per tutti i clienti OpenAI, che la sta testando con un solo partner, Be My Eyes, per iniziare. La nuova funzione di è in grado di rispondere a domande sulle immagini che le vengono inviate. L’azienda spiega come funziona in un post sul blog:
“Se un utente invia una foto dell’interno del proprio frigorifero, non solo sarà in grado di identificare correttamente cosa c’è dentro, ma anche di estrapolare e analizzare cosa si può preparare con quegli ingredienti“. Lo strumento può quindi anche offrire una serie di ricette per quegli ingredienti e restituire una guida passo-passo su come prepararli“.
Con GPT-4, OpenAI sta introducendo una nuova funzionalità API, i messaggi “di sistema”, che consentono agli sviluppatori di prescrivere lo stile e i compiti descrivendo indicazioni specifiche. I messaggi di sistema, che in futuro arriveranno anche in ChatGPT, sono essenzialmente istruzioni che stabiliscono il tono e i limiti delle successive interazioni dell’intelligenza artificiale.
Ad esempio, un messaggio di sistema potrebbe recitare: “Sei un tutor che risponde sempre in stile socratico. Non dai mai la risposta allo studente, ma cerchi sempre di porre la domanda giusta per aiutarlo a imparare a pensare con la propria testa. Devi sempre adattare la domanda all’interesse e alle conoscenze dello studente, suddividendo il problema in parti più semplici fino a raggiungere il livello giusto per lui“.
Ma non è perfetto
Anche con l’introduzione dei messaggi di sistema e degli altri aggiornamenti OpenAI riconosce che GPT-4 è ben lungi dall’essere perfetto.
Continua ad avere “allucinazioni” sui fatti e a commettere errori di ragionamento, a volte con grande sicurezza.
“GPT-4 generalmente non conosce gli eventi che si sono verificati dopo l’interruzione della maggior parte dei suoi dati (settembre 2021) e non impara dalla sua esperienza“, ha scritto OpenAI.
“A volte può commettere semplici errori di ragionamento che non sembrano compatibili con la competenza in così tanti domini, o essere eccessivamente ingenuo nell’accettare dichiarazioni palesemente false da parte di un utente. E a volte può fallire in problemi difficili proprio come fanno gli esseri umani, ad esempio introducendo vulnerabilità di sicurezza nel codice che produce“.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/gpt-4.jpg6091354Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-03-15 10:25:332023-03-16 11:54:01OpenAI lancia GPT-4: la nuova generazione di Intelligenza Artificiale
Più di 850 milioni di utenti, più di 59 milioni di pagine aziendali, eleggono LinkedIn una delle piattaforme professionali con più utenti sparsi per il mondo.
LinkedIn è da sempre conosciuto come il social media dedicato alla professionalità e alla ricerca del lavoro dei sogni, ma non dobbiamo dimenticarci, come ogni social media che si rispetti, che è in grado di dettare trend e creare conversazioni con un engagement organico online del 40% degli utenti iscritti.
Ecco alcuni profili, aziendali e personali, che per questo 2023 potrebbero essere d’ispirazione secondo noi.
I Brand più seguiti su LinkedIn e cosa ci insegnano
La classifica di questi 10 grandi big, tra i più seguiti di LinkedIn, ci insegna che avere un tratto distinguibile tra 59 milioni di pagine aziendali è uno dei segreti per farsi riconoscere.
Primo e decimo posto: Amazon e The Economist. Perché insieme?
Amazon con una platea di più di 28 milioni di followers è il brand in assoluto più followato su LinkedIn.
Il suo tratto distintivo sono: i suoi dipendenti.
L’azienda, infatti, produce contenuti in cui i suoi dipendenti e collaboratori sono in prima linea per il successo e i contenuti aziendali, con format che vanno da video interviste a riprese di eventi aziendali. Il successo è dettato dallo stimolo continuo dei collaboratori che a vario titolo interagiscono con i loro profili personali con la pagina aziendale.
The Economist, con “soli” 13 milioni di followers, cosa condivide con il primo in classifica?
Le facce dei dipendenti, naturalmente. Anche per la testata di informazione coinvolgere in prima linea i propri collaboratori nella creazione di contenuti è uno dei tratti vincenti, oltre a quello di riprendere in ogni post, anche se vengono utilizzate grafiche diverse, i propri colori del logo così da risaltare agli occhi dell’utente nello scorrimento del feed.
Punta sul colore anche Unilever, quinta con più di 18 milioni di followers, in cui il blu del suo logo è dominante in ogni post che si tratti di informazione o di employees. Sì, parliamo di persone in prima linea anche qui.
C’è poi tutto un mondo di contenuti formativi e informativi che rendono i big interessanti da seguire perché danno ai loro followers informazioni utili da cui imparare.
Partiamo dal nostro argento con Google, quasi 27 milioni di followers, che trasforma il suo feed nei risultati di ricerca del suo motore, riportando una carrellata di domande e risposte, tra quelle più richieste dagli utenti.
Lo segue a ruota IBM con 14 milioni e mezzo di followers che cerca, tramite i contenuti pubblicati, di scatenare una vera e propria conversazione da parte degli utenti che interagiscono con l’azienda utilizzando, anche, degli hashtag creati ad hoc per ogni trend del feed.
C’è poi Microsoft, 18 milioni e mezzo di utenti, che non solo crea contenuti attrattivi, ma anche ottimizzati per le ricerche. Mostrando ai suoi followers che il suo mondo è la tecnologia, anche su LinkedIn.
Terzo topic: il contenuto autoreferenziale, ossia creare dei post che rimandino a contenuti poi del sito o di altre iniziative del brand. TED Conferences, Forbes e Harvard Business Review.
TED Conferences, 23 milioni di utenti, utilizza piccoli video ed estratti delle sue conferenze per tenere aggiornati i suoi utenti sulle ultime news, dandogli la possibilità, anche in caso di mancata partecipazione all’evento, di avere spunti e materiali.
Arriviamo a Forbes, quasi 18 milioni di followers, i suoi post pubblicati sono per la maggior parte ricondivisioni di notizie dal sito, suddivisi per approfondimenti. Seppur il contenuto potrebbe essere lo stesso, è chiaramente scritto in ottica LinkedIn e quindi ottimizzato per le ricerche e la lettura da mobile.
Harvard Business Review, 13,7 milioni di followers, ospita, mensilmente, eventi live sulla propria pagina LinkedIn a tema lavoro e professionalità, dando agli utenti la possibilità di interagire live con i professionisti coinvolti.
Per ultimo chi usa LinkedIn per approfondire tematiche a cui tiene, come la sostenibilità, Nestlé. Nestlé ha 14 milioni di followers e ha deciso di dedicare il proprio feed a ricordare i propri sforzi e traguardi per rendersi un’azienda sostenibile entro il 2050 senza mai dimenticarsi di tenere vive le conversazioni con i propri follower ai quali risponde e con i quali interagisce.
Ogni brand citato ha una strategia che lo distingue dagli altri e che lo posiziona tra i 10 più seguiti, ma possiamo imparare da loro quelle che sono le caratteristiche principali che li rendono tra i più seguiti.
Innanzitutto il coinvolgimento dei propri dipendenti. È innegabile che rendere i propri dipendenti e collaboratori partecipi della strategia social di un’azienda la rende più umana e permette ai follower di immedesimarsi con chi lavora per il brand. Vedere dipendenti felici trasforma l’azienda nel luogo di lavoro dei sogni e rende l’utente maggiormente disposto ad interagire e a sentirsi parte della filosofia aziendale.
Se tenere le persone al centro fa il successo sui social, lo fa anche dal lato followers. Un brand di successo continuerà ad avere un’attenzione specifica per il proprio pubblico, interagendo, dando informazioni aggiuntive a quelle che si individuano su altri canali e cercando di creare contenuti coinvolgenti, in cui foto e video la fanno da padrona.
Contenuti non solo propri, ma anche di ricondivisione di altre pagine simili o che hanno gli stessi interessi o punti di vista.
Dulcis in fundo: anche l’occhio vuole la sua parte. Scegliere un colore e uno stile riconoscibile tra milioni di altri stili e colori, che riprenda il logo aziendale e che sia il filo di collegamento tra tutto il materiale prodotto.
Attraverso, quindi, tutte queste tecniche un brand potrà posizionarsi tra i top of mind e far si che l’utente non voglia perdersi nessun aggiornamento della sua pagina.
LinkedIn Influencer, chi tenere d’occhio nel 2023
Passiamo invece, ora, alle star di LinkedIn intese come i marketing influencer di in questo 2023 che non possiamo lasciarci scappare.
Nemanja Zivkovic, CEO & Founder of Funky Marketing Il paladino del marketing evolutivo, secondo il quale il marketing deve essere una cosa in costante evoluzione, dinamica, sempre pronta a cambiare in funzione del punto di vista da cui la si guarda
Sydni Craig Hart, Inclusive Marketing Strategist & Coach to Minority/Women-owned Businesses Promotrice del marketing inclusivo, secondo il quale il marketing dovrebbe essere utile per far interagire e mettere in relazione i produttori anche con i business più piccoli e le piccole aziende, con particolare attenzione ai business a gestione femminile.
Marisa Lather, Director of Marketing and Communications of Bridge Partners Per lei marketing ed experience vanno a braccetto. Se un brand vuole avere successo dovrà usare la propria strategia di marketing per dare al proprio pubblico un’esperienza indimenticabile
Lola Bakare, CMO Advisor, Anthem Award-winning Inclusive Marketing Strategist and Founder of be/co Top Voice in Marketing & Advertising 2022, Lola, è un punto di riferimento per il marketing misurabile, ossia la spiegazione e l’applicazione di tutte le metriche di marketing che lo rendono effettivamente misurabile in materia di investimento e ritorno economico
Michael Barber, Freelance Brand Consultant and Marketing Strategist Michael ha sperimentato il marketing teorico, in università, e pratico, in grandi aziende ed è in grado di creare team efficaci che studino una strategia di customer-experience specifica per il target richiesto
Michelle Ngome, Founder of the African American Marketing Association Esperta di personal branding e di marketing inclusivo, produce contenuti coerenti sul considerare il marketing come una leva per fare squadra
Jacquie Chakirelis, Director of Digital Media at Cleveland Magazine and Quest Digital La conoscenza al servizio del posizionamento di valore, grazie alla sua esperienza eclettica nel mondo del marketing è in grado di consigliare come adattare il marketing aziendale alla situazione corrente
Mayur Gupta, CMO at Kraken Digital Asset Exchange Ex ingegnere ha un approccio al marketing analitico, che va a guardare numeri e statistiche oltre che il successo ottenuto dalla strategia
Stacey Danheiser, Founder and CMO of SHAKE Marketing B2B marketing former e performer, Stacey punta all’informazione su una strategia marketing di coesione tra comparto marketing e comparto vendite e un successo che può essere misurato solo con il coinvolgimento del target
Diego Oquendo, Founder of Vulkan Marketing L’innovatore, eletto come il marketer più giovane della scena, è in grado di dare una visione sempre nuova e al passo coi tempi del marketing 2.0.
Come performare al meglio su LinkedIn e perché non puoi non esserci
Lo abbiamo detto in apertura, LinkedIn è uno dei social network in cui l’engagement organico è in continua crescita, gli utenti hanno interazioni continue con le pagine che seguono, con il 40% di loro che interagisce settimanalmente in conversazioni o post.
Nei primi mesi dell’anno si sono registrati incrementi del 22% in pubblicazioni di aggiornamenti e post sulle proprie pagine, altri incrementi del 25% nelle interazioni nelle conversazioni e sempre più aziende che si affidano allo strumento “newsletter” fornito dalla piattaforma. LinkedIn, infatti, funziona sia per target B2B che B2C, in modo differente, ma sicuramente efficace.
Ora diamo qualche numero. Statistiche generali: più di 850 milioni di utenti sparsi in 200 Paesi, 9 milioni di pagine aziendali di cui solo 2,7 milioni postano settimanalmente.
Essendo LinkedIn il social network professionale per eccellenza, ci sono circa 39 mila skills registrate e il 40% delle aziende lo usa costantemente per selezionare candidati.
I contenuti a pagamento sono prodotti dall’80% degli utenti attivi.
Engagement: il 40% degli utenti interagisce con le pagine in maniera costante e intercetta +22% di aggiornamenti nel feed, percentuale che si incrementa se parliamo di contenuti video e foto, ecco perché nel 2022 gli eventi live hanno subito un +150% e le dirette live un +175%.
Strumenti a pagamento: l’incasso per LinkedIn nel 2022 è stato di 5 milioni di dollari, con un miglioramento a favore dei brand paganti nel tasso di engagement che si è quadruplicato e duplicato il tasso di apertura delle newsletter.
Quindi, come performare al meglio? Alcuni consigli:
Pubblica almeno 5 volte a settimana, martedì-giovedì-sabato sono i giorni migliori
Usa un mix di contenuti, tuoi e di terzi, cercando di pubblicare, condividere, interagire e reazionare i post
I contenuti più efficaci sono quelli che coinvolgono i dipendenti, comprese le storie personali, valori aziendali, pensieri motivazionali
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/brand-e-profili-da-seguire-su-linkedin.jpg6631012Emikohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngEmiko2023-03-14 10:57:152023-03-14 15:25:5310 brand e 10 profili da seguire nel 2023 su Linkedin (secondo LinkedIn)
Ci siamo: è l’anno dell’abbandono ai cookie di terze parti e la febbre della profilazione torna a salire. Grazie al report di Salesforce scopriamo che la soluzione c’è e passa attraverso la conquista della fiducia dei potenziali clienti.
L’importanza di farsi trovare è confermata dai dati dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, che registra un aumento dei pagamenti digitali (avevamo già affrontato l’argomento qui con Banca Sella), mentre l’advertising trova nuova linfa vitale nello streaming video e audio (trovi qui l’analisi di Spotify).
Chiudiamo il cerchio aperto con la maggiore attenzione alla privacy con l’alert dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica: gli attacchi informatici in Italia aumentano spaventosamente ogni anno.
“Sicurezza” continuerà a essere una delle hot keyword del 2023.
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I pagamenti digitali sfiorano i 400 miliardi
Lo dicono i risultati della nuova edizione dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano che per il 2022 registra una crescita del 18%.
Si avvicina il Cookieless. Cosa possono fare i marketer
Attraverso i dati dello State of Marketing di Salesforce scopriamo sfide e opportunità della scomparsa dei cookie di terze parti.
Secondo il report, le possibili soluzioni adottabili dai marketer possono essere riassunte in quattro punti principali:
Chi si occupa di contenuti online sa perfettamente che l’ottimizzazione per i motori di ricerca è fondamentale per aumentare il traffico verso il sito web. A questo scopo, questa shortlist di SEO tool può fornirti un valido aiuto anche se sei alle prime armi.
Secondo l’ultimo rapporto Clusit (l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica), nel 2022 sono stati 188 gli attacchi informatici verso il nostro paese, con un incremento del 169% sull’anno. A livello mondiale la crescita è stata del 21%.
Le notizie della settimana: il potenziale divieto di TikTok negli Stati Uniti
Lo streaming video supportato da pubblicità continua a crescere
Lo rileval’ultimo report di TiVo, secondo il quale, però, comincia a calare la tollerenza del pubblico nei confronti dei break pubblicitari.
Il numero medio di fonti video utilizzate dagli utenti raggiunge quasi 12 e sono i servizi gratuiti a crescere al ritmo più alto.
Notizie sull’intelligenza artificiale: DuckDuckGo si cimenta con la ricerca AI
Il motore di ricerca incentrato sulla privacy, ha seguito Microsoft e Google immergendosi nella tendenza dell’intelligenza artificiale generativa. Annunciato il lancio in versione beta di una funzione di riassunto alimentata dall’AI, denominata DuckAssist. Sarà in grado di rispondere direttamente alle query di ricerca semplici degli utenti.
Le pubblicità più belle di febbraio 2023
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https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/03/griglia-immagine-di-copertina-1.jpg5021006Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-03-13 10:30:462023-03-14 09:48:12Pagamenti digitali, tool SEO e cybersecurity: le notizie ninja della settimana
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