Diesel ha svelato una nuova collaborazione con Durex alla settimana della moda di Milano.
La partnership è stata svelata durante la sfilata di mercoledì al Superstudio Maxi. In passerella la sex positivity della collezione Fall Winter 2023 del designer Glenn Martens.
La D di Durex si fonde e confonde con quella di Diesel. Due brand inclusivi si uniscono a favore della libertà sessuale dando un messaggio preciso al loro pubblico con lo slogan “For sucsexful living”.
L’invito di Diesel alla FW 2023
I modelli hanno sfilato attorno a una montagna di 200 mila scatole di preservativi Durex con il logo rosso e bianco di Diesel.
Gli scenari avanguardisti sono diventati una firma Diesel da quando è tornato alla Milano Fashion Week lo scorso anno.
Che il “sesso sicuro” andasse già di moda ne eravamo consapevoli, nel 2017 il brand nato dal genio creativo di Virgil Abloh, Off-White aveva lanciato dei preservativi con la scritta “SAFE” e il suo logo.
Qualcosa di simile lo avevamo visto nel 2019 quando Demna Gvasalia per la presentazione della collazione SS20 di Vetements durante la Paris Fashion Week Uomo aveva recapitato degli inviti con dei preservativi brandizzati.
Il brand italiano di denim ha anche anticipato l’arrivo di una capsule di abbigliamento con Durex, che include magliette, jeans e cappellini in co-branding. La collezione dovrebbe essere lanciata ad aprile.
Come ulteriore impegno di entrambi i marchi per promuovere la libertà sessuale e il sesso sicuro, 300 mila preservativi Durex saranno esposti e distribuiti gratuitamente presso i punti vendita Diesel in tutto il mondo.
Il brand che produce e distribuisce profilattici, gel lubrificanti e altri prodotti per il benessere sessuale, sappiamo bene che non ha paura di sfidare i tabù.
Il denim non è territorio “vergine” per Durex. Nel 2017, l’azienda ha introdotto in India una gamma dei suoi preservativi con un pacchetto più sottile, progettato per scomparire nelle tasche dei jeans.
Il prodotto e la campagna miravano a rompere il tabù dell’acquisto e del trasporto di preservativi in Asia meridionale, dove l’uso del profilattico non era ampiamente accettato.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/co-branding-durex-insieme-a-diesel-alla-milano-fashion-week-1.jpg529794Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-02-24 09:37:092023-03-03 13:17:23Una montagna di preservativi: Durex insieme a Diesel alla Milano Fashion Week
Levi’s celebra i 150 anni dei suoi mitici jeans 501 e ci ricorda quanto sia uno dei brand più iconici e conosciuti in tutto il mondo. Per festeggiare questo importante traguardo Levi’s si è affidato all’agenzia Droga5 New York che ha realizzato tre diverse campagne che raccontano storie reali legate alla storia dei 501. Il mitico jeans ha messo d’accordo moltissime differenti persone e personalità che nel corso degli anni hanno scelto questo modello per rappresentare se stessi: dai rivoluzionari, ai sex symbol, ai ribelli.
Levi’s 501 ispiratore e protagonista di grandi cambiamenti | The Greatest Story Ever Worn
Con la campagna The Greatest Story Ever Worn, Levi’s celebra il jeans come il protagonista che ha incoraggiato i cambiamenti socialied individuali non solo nella cultura dello stile e dell’abbigliamento delle diverse epoche, invogliando le generazioni più giovani a far parte di una nuova storia.
Le tre nuove campagne si ispirano ad alcuni momenti più importanti ed interessanti: nel primo film, Precious Cargo, diretto da Melina Matsoukas è raccontato l’arrivo dei 501 in una Giamaica degli anni ’70 e di come abbiano stravolto positivamente lo stile degli abitanti. Tanto da diventare i promotori di un nuovo e vivace stile che ha fatto il giro mondo.
Il film Legends Never Die e diretto da Martin de Thurah vede come protagonista un Levi’s addicted che chiede come desiderio quello di essere vestito con i suoi jeans preferiti anche per il suo ultimo viaggio. Ma non solo: chiede a tutti i partecipanti di fare lo stesso durante il suo funerale. Di certo, un’uscita con stile.
Sempre diretto da Martin de Thurah, Fair Exchange ci riporta nel 1962 in Georgia, in cui è avvenuto uno degli scambi più innovativi – o strani se vogliamo- di quel periodo, trasformando il jeans in un irrinunciabile oggetto di desiderio.
Lo spot racconta di un ragazzo che, innamoratosi di questo capo d’abbigliamento avanguardista, decide di barattare la mucca di famiglia con i Levi’s 501.
Sorprendenti e al tempo stesso profondi questi film che ci accompagneranno durante il 2023, certo, ma Levi’s ci ha da sempre abituati a memorabili pubblicità che ancora oggi rimangono impresse, un po’ proprio come la sua storia e i suoi valori. Del resto, è un capo d’abbigliamento così rivoluzionario ed iconico che ha visto una sua continua evoluzione fin dalla sua nascita.
Fonte: Levi Strauss & Co
Era il 1873 quando l’imprenditore Levi Strauss e il sarto Jacob Davis realizzano delle tute da lavoro rinforzate con dei rivetti metallici, resistenti ed adatte al duro lavoro dei cercatori d’oro nel territorio di San Francisco.
La particolare idea nasce non solo da una specifica esigenza ma anche dall’intuizione di migliorare e facilitare l’usabilità delle tasche dei pantaloni, dando vita così ai famosi blue jeans. Le prime salopette da lavoro chiamate XX fino al 1890, furono il prototipo di quello che negli anni diventò il jeans 501, i pantaloni da lavoro più venduti negli Stati Uniti.
Ed è prima del 1900 che venne creata la famosa etichetta Two Horse, registrata come marchio e stampata sulla toppa di pelle, simbolo inconfondibile del brand.
Fonte: Levi Strauss & Co
Gli intramontabili jeans hanno segnato grandi cambiamenti nella cultura e non solo in fatto di stile e abbigliamento. I Levi’s hanno infatti rappresentato per anni il senso di libertà e indipendenza, tanto che nelle sue prime pubblicità i protagonisti erano i cowboy, uomini liberi e dediti al bestiame e alla terra.
Fonte: Levi Strauss & Co
La rivoluzione culturale del dopoguerra
Nel dopoguerra il brand cambia il suo posizionamento: da capo essenziale per il lavoro a quello casual per il tempo libero.
Mantenendo però quella riconoscibilità di un carattere ribelle e provocatorio. Dagli anni ’60 fino agli anni ’90, i 501 segnano una rivoluzione sociale: indossato dai più giovani riescono a sdoganare il tessuto denim, trasformandolo in un simbolo autentico di ogni tipo di cultura e status sociale.
Dalle scuole, all’università, dagli hippy ai rockers, dalle celebrità ai greaser ai motociclisti: i jeans diventano un must have della controcultura, un oggetto del desiderio irresistibile e irrinunciabile che evoca fascino, mistero ed ancora libertà, come James Dean.
Original Route 66 | Vintage Levi’s 1976
Laundrette – 1985
Negli anni ’80 i 501 sono sinonimo di attrazione, evocano quella misteriosa sensualità espressa dai sex symbol il più delle volte irraggiungibili.
È anche grazie a queste coraggiose pubblicità dell’epoca che molte star hanno iniziato la propria carriera. Basta pensare al modello e cantante (e compianto) Nick Kamen, al modello italo-americano Mario Sorrenti o al più noto Brad Pitt.
Camera – 1991
Perché gli originali resistono alla prova del tempo.
Pool Hall -1991
Negli spot dei Levi’s 501 sono incluse anche canzoni considerate pietre miliari della musica o che sono diventate famose proprio grazie alle pubblicità e che leghiamo indissolubilmente al brand. Chi non ricorda Boombastic di Shaggy, Inside degli Stiltskin e Flat Beat del Dj Mr Oizo su cui l’iconico pupazzo Flat Eric faceva headbanging?
Boombastic -1995
Flat Eric -1999
Creek – 1994
Blind Man -1996
Nei primi anni 2000, Levi’s 501 lancia la campagna globale Live Unbuttoned in cui, attraverso diverse pubblicità, si rievoca la libertà senza condizionamenti e si esorta ad avere una visione positiva della vita e sciogliere le inibizioni, a “sbottonarsi” allo stesso modo con cui si sbottonano appunto i famosi jeans.
Unbuttoned – 2008
Nel 2014 la nuova campagna Live in Levi’s che include diverse pubblicità, mira a rinvigorire l’anima del brand, a celebrare il suo spirito ottimista e ad evidenziare l’autenticità del prodotto insieme a quello di ogni persona.
La narrazione si fa più consistente, più impegnata, in cui emerge l’evoluzione dei valori, vicini ad una società che anche in quest’epoca mostra una rivoluzione.
Come anche Circles del 2018 che rafforza il concetto attraverso la condivisione.
Levi’s si pone come quel filo conduttore tra le diverse generazioni promuovendo al tempo stesso gli ideali di inclusività e progresso. Si celebrano i valori del brand che da sempre, attraverso gli anni, i momenti storici e culturali, mettono in connessione le persone, che in modo autentico esprimono la propria individualità all’interno di una grande, e in continua evoluzione, comunità.
Ci aspettiamo un nuovo cambiamento e una nuova storia da ascoltare, ma indossando sempre lo stesso immutabile, iconico jeans.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/flat-eric-pubblicita-levis.jpg6661192Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2023-02-23 10:30:252023-02-24 09:38:40Le indimenticabili pubblicità dei Levi's 501 per celebrare i suoi 150 anni
Negli ultimi mesi Amazon Prime Video ha aggiornato il suo look. La nuova identità mira a differenziare la piattaforma video in un panorama sempre più affollato.
Il brand refresh del servizio di streaming tra i più popolari al mondo, con oltre 200 milioni di abbonati, di cui più della metà solo negli Stati Uniti, porta la firma di Pentagram.
L’agenzia indipendente specializzata in design e branding ha sviluppato un aggiornamento del marchio che mette in risalto l’incredibile gamma di intrattenimento e posiziona il servizio di streaming come una casa immersiva per fandom di tutti i tipi.
Oggi gli utenti di tutto il mondo possono accedere e godere di una vasta libreria di film, serie, sport e canali premium. Il marchio utilizza la “fossetta” dell’iconico sorriso di Amazon – “the Dimple” – come catalizzatore per spostare gli spettatori attraverso un’increspatura infinita dei loro contenuti preferiti.
L’identità è stata lanciata insieme a una versione ridisegnata dell’app Prime Video che rende più facile per gli utenti trovare i contenuti che amano.
Differenziare Amazon Prime Video con una nuova personalità
Per distinguere la piattaforma, di fronte a innumerevoli servizi di streaming come Netflix, Hulu, Disney+ e AppleTV+, Prime Video ha cercato una brand identity coerente evidenziando ciò che lo rende diverso da tutti gli altri, aiutando la sua programmazione originale a brillare.
Il framework doveva essere flessibile in modo da essere modulabile per diverse tipologie di contenuto, dall’azione al dramma, dalla commedia allo sport, e adattarsi alle sfumature culturali nei vari mercati globali.
Tra le altre esigenze c’era quella di correlare Prime Video al marchio principale Prime, pur mantenendo la propria personalità distinta.
La personalità del marchio è divertente, spiritosa e intelligente, guida gli spettatori attraverso la straordinaria gamma di spettacoli e film.
Pentagram, lavorando in stretta collaborazione con il team di Prime Video, ha contribuito a evolvere il posizionamento con un linguaggio visivo completo che riflette la passione per l’intrattenimento e fa spazio a tutti i tipi di storie.
Il framework conferisce a Prime Video un aspetto distinto e avvincente all’interno del mondo Amazon, sincronizzandosi con gli elementi Prime Video esistenti per creare un’esperienza coinvolgente del marchio.
Elementi familiari arricchiscono il carattere giocoso del brand
Con un occhio accattivante per i dettagli e un gioioso senso dell’umorismo, il rebrand esprime l’idea che Prime Video sia estremamente sintonizzato e nerd (nella sua accezione più positiva) quando si tratta di intrattenimento.
L’identità utilizza elementi familiari del marchio in maniera divertente e sorprendente, trasformando la freccia del sorriso di Amazon in una forma distinta e personale che trasmette movimento, slancio ed energia.
La forma curva può essere ritagliata in sezioni caratteristiche o utilizzata come cornice/finestra per immagini. Le immagini sono grandi e audaci e irrompono attraverso la fossetta. Il colore del brand è un brillante e contemporaneo “Prime Blue” tratto dalla palette Prime.
Pentagram ha creato un nuovo e audace carattere tipografico proprietario in collaborazione con Lucas Sharp di Sharp Type.
La nuova versione personalizzata di Sharp Grotesk, chiamata Prime Video Sharp, è forte e amichevole, con molteplici pesi che si adattano alla famiglia Prime e supportano il tono esuberante della messaggistica.
Il carattere è progettato per adattarsi a dozzine di simboli giocosi, soprannominati “Iconics”, che possono rappresentare vari generi o creare scorciatoie simili a rebus.
Il concetto si adatta abilmente a qualsiasi cosa, dai cartelloni pubblicitari ai social media, dalla grafica animata agli spot TV, passando per la GUI (interfaccia utente grafica).
I designer hanno sviluppato due modalità visive distinte, o “tunnel”, per diversi tipi di contenuti: audace e luminoso nel caratteristico blu di Prime Video per un tocco di cultura pop, o cupo e cinematografico per quando le cose si fanno più serie, sofisticate e drammatiche.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/nuova-identita-visiva-di-amazon-prime-video-1.jpg482800Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-02-22 09:40:162023-02-23 10:32:07La nuova identità visiva di Amazon Prime Video
L’inflazione, argomento di assoluta attualità che coinvolge l’economia mondiale e la nostra società tutta, sta avendo ricadute anche sul content marketing. Ad una prima lettura potrebbe sembrare insolito il nesso fra Content Marketing e questo fenomeno, ma nuove sfide e cambiamenti stanno interessando il lavoro dei marketer, tanto da parlare sempre più spesso di Content Inflation.
Cos’è di preciso e che ricadute ha la Content Inflation sulle decisioni (e sui budget) di addetti al marketing e aziende? Scopriamolo insieme.
Il Content Marketing ha un solo imperativo: farti crescere
“Content is King”, il mantra su cui si basano tutti i professionisti della SEO e del marketing online, stabilisce la sovranità del contenuto perché è attraverso questo che ci si può connettere davvero con le persone.
I contenuti come testi, immagini e video sono il più importante combustibile del grande motore informativo chiamato Internet, ambiente in cui, secondo il report The Global State of Digital 2022, le persone – e quindi i potenziali clienti – spendono circa 7 ore al giorno, vale a dire circa il 42% del tempo di veglia.
Se prima per annunciare un nuovo prodotto o i valori aziendali era sufficiente investire su contenuti destinati alla tv e alla stampa, oggi i canali di comunicazione sono molteplici e il processo d’acquisto si sviluppa attraverso diversi touchpoint.
Inoltre, molti brand, per attrarre nuovi tipi di pubblico, hanno sviluppato al loro interno delle nuove linee (vedi brand ombrello e brand portfolio) dove per ogni nuovo sotto-segmento è necessario un messaggio diverso.
Lo scenario in cui avviene tutto ciò, come dicevamo in apertura, è quello di una economia in grande difficoltà che lascia sempre meno spazio agli investimenti nelle attività di Content Marketing.
Content Inflation: perché non puoi ignorarla
Come è noto, ci troviamo davanti a un fenomeno inflazionistico quando si registra un rincaro di ampia portata, tale per cui con la stessa quantità di moneta si possono acquistare meno beni e servizi rispetto al passato. In altre parole, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo.
Cosa ha a che fare questo con i contenuti che ogni giorno vengono pubblicati su social, blog, newsletter e altri canali?
Molti contenuti presenti sul web sono ormai “inflazionati”, cioè ci sono tante copie di video e testi che non permettono di distinguersi e risultare efficaci.
In modo simile a quanto accade in economia, l’aumento considerevole della quantità totale diluisce il valore del singolo contenuto e l’incremento dei costi connessi alla produzione causa maggiore difficoltà nel generare output originale.
Ma non solo. Considerato che i canali da presidiare sono molteplici e con varie opzioni di formato (newsletter, reel, video in diretta, stories, blog post e podcast, solo per citarne alcuni), spesso lo stesso contenuto viene riutilizzato adeguandolo alle tante piattaforme, risultando snaturato e poco convincente.
Inoltre, grazie alle preziose informazioni che è possibile estrarre dagli UGC e dai metadati degli utenti, diventa sempre più importante (e utile) personalizzare le offerte, i prodotti e la comunicazione in base a fattori come la geolocalizzazione, i dati demografici, il dispositivo utilizzato a molti altri indicatori.
Per rispondere con successo alla Content inflation è necessario allocare una quantità maggiore di budget all’aumentare dei canali da presidiare con i contenuti per poter essere ancora efficaci.
Il 70% dei marketer ha un quadro sufficientemente chiaro della situazione e punta ad aumentare gli sforzi economici da indirizzare nel Content Marketing, ma in che modo è possibile pianificare i contenuti in maniera smart e ottimizzarli se abbiamo a disposizione un budget limitato?
Da dove partire per una content strategy anti crisi: il webinar di TERRITORY Influence
“Poiché le persone trascorrono una quantità significativa di tempo su un numero sempre crescente di canali, le aziende e i brand sono costretti a trovare soluzioni strategiche per reperire una grande quantità di contenuti specifici per i canali con un budget limitato.” – Ares Georgoulas, Executive Director, TERRITORY Munich.
Non lasciarsi sopraffare dalla Content Inflation è possibile attraverso la ricerca di una strategia per creare tanti contenuti di valore senza andare fuori budget. In che modo?
Pensando alla Content Strategy in maniera più ampia e ponendosi le giuste domande.
Per esempio, chiediti “in che modo potrei adattare la mia comunicazione per renderla adeguata ai diversi canali?”; oppure, “quali tool e piattaforme possono aiutarmi a ottimizzare il tempo e gli sforzi?”.
E ancora, “in che modo posso costruire una content factory per il mio brand?”
Nel webinar del 2 marzo, gli esperti di TERRITORY Influence insieme a Sprinklr ti mostreranno come ampliare e ottimizzare il portafoglio di contenuti grazie a best practice dei principali brand nel settore Tech, Beauty e Automotive e ai consigli per la pianificazione e analisi della strategia di content marketing per il 2023.
Grazie ad Andrea Barri, Senior Solutions Consultant di Sprinklr, Alessandra Arcuri, Project Manager TERRITORY Influence e Christian Piottoli, Key Account Manager di TERRITORY Influence, avrai l’occasione di imparare a pianificare i contenuti in maniera smart, senza soccombere alla Content Inflation.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/content-marketing-content-inflation.jpg517789Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2023-02-21 10:41:172023-02-24 09:41:10Content Inflation, cos'è e come pianificare una strategia di Content Marketing efficace
Negli ultimi mesi a chiunque sarà capitato di imbattersi in immagini generate con l’intelligenza artificiale. Per realizzarle è fondamentale cimentarsi nella creazione di prompt per immagini AI efficaci, in modo tale da generare opere realistiche (se voluto) e il più possibile accurate.
Attraverso una panoramica generale e alcuni suggerimenti utili proviamo a fare chiarezza sulla generazione di immagini AI, dal testo all’immagine. Bisogna sempre ricordare che potrebbero esserci delle differenze tra i vari generatori, a seconda della piattaforma (DALL-E2, Stable Diffusion o Midjourney, per esempio) che stiamo utilizzando.
Cosa sono i prompt
Il prompt è un insieme di istruzioni da fornire a un algoritmo di apprendimento automatico che viene utilizzato per generare un output specifico; consente all’utente di fornire suggerimenti all’AI, come ad esempio un colore o un soggetto. Quest’ultima genererà un’opera d’arte basata su quell’indicazione.
Quindi, si possono definire come il mezzo di comunicazione per i generatori di AI, che trasmettono l’idea (cioè cosa dovrebbe contenere l’immagine) ai modelli di machine learning, trasformando il testo in un’immagine.
Esistono vari tipi di prompt. Possono essere semplici come una singola riga di testo oppure più complessi, con l’utilizzo di emoji che danno la possibilità di ottenere l’output desiderato.
Come generare immagini con i prompt
Se stai cercando un generatore AI da testo a immagine, puoi dare un’occhiata a DALL.E e DALL.E2. Anche se accedere a questi generatori non è facilissimo. I seguenti modelli sono basati sul web e non richiedono una grande potenza di calcolo del CPU:
Guida base per la creazione di prompt per immagini AI
Per quanto riguarda i suggerimenti da inserire nelle istruzioni del tuo prompt, come regola base dovrai ricordare che, al suo interno, il prompt dovrà contenere un nome, un aggettivo e un verbo per creare un soggetto interessante.
Ecco alcune linee guida generali da seguire:
Scrivi almeno da 3 a 7 parole: un prompt con più di tre parole darà all’AI un contesto chiaro.
Usa più aggettivi: infonderanno più “sentimenti” nell’opera d’arte (es. bello, realistico, colorato, massiccio).
Includi il nome dell’artista: l’AI imiterà lo stile di quell’artista (es. Picasso, Vincent Van Gogh, Paul Gaugin).
Scegli uno stile: se vuoi riprodurne uno in particolare, includi il nome desiderato (es. surrealismo).
Usa la grafica computerizzata: l’opera diventa più efficace e significativa utilizzando, ad esempio, Octane render, Cycles, Unreal Engine, Ray tracing.
Scegli la qualità: indica la risoluzione come bassa, media, alta, 4k e 8k.
Non usare parole vietate dal generatore di intelligenza artificiale.
Anatomia base di prompt efficaci
Per la generazione di immagini in AI, il prompt è tutto. La scrittura di ciò che si desidera ottenere può fare la differenza tra un’immagine realistica e accurata e una che sembra disegnata da un bambino.
Generalmente, un input di testo per la generazione di immagini AI ha sempre la stessa struttura. Nella maggior parte dei casi sono necessari tre elementi:
soggetto: cosa vedi?
dettagli e ambientazione: di cosa si tratta?
stile, artista(i), tipo di media: come deve apparire?
È bene ricordare che la lingua di input deve essere chiara e concisa. Ad esempio, una frase completa grammaticalmente corretta, per garantire che il modello possa apprendere il contesto dell’input e creare un’immagine corrispondente; se sono presenti ambiguità o errori nell’input, la generazione dell’immagine ne risentirà.
Descrivi ciò che dovrebbe esistere, non ciò che manca
Se vuoi evitare di avere un uomo con la barba, non scrivere “un uomo senza barba” ma “un uomo rasato”. L’intelligenza artificiale prende le cose alla lettera, quindi se c’è qualcosa nel prompt, è probabile che lo riproduca.
Inoltre, ricordati che parole plurali vaghe come “gatti” lasciano molto spazio all’interpretazione dell’intelligenza artificiale da testo a immagine, quindi, come regola generale, viene consigliato di inserire un massimo di tre soggetti.
È poi importante sapere in quale lingua è stato programmato il modello, perché lingue diverse possono avere un ordine delle parole diverso e questo può influire sulla generazione dell’immagine. Se utilizzi un generatore di testo in immagine con traduzione automatica incorporata, aspettati molti errori dovuti a una traduzione errata.
Se stai cercando di ottenere il massimo dal tuo prompt, è consigliato l’inglese quando si utilizza: Stable Diffusion, DALL.E, DALL.E2, Midjourney o Dreamstudio.
L’algoritmo Stable Diffusion è stato programmato su un sottoinsieme LAION-5B, che contiene 2,3 miliardi di coppie immagine-testo in inglese e 2,2 miliardi di coppie immagine-testo da oltre 100 altre lingue; questo significa che non sei limitato all’alfabeto dell’Europa occidentale.
Il paese di origine dell’AI può fare una grande differenza nell’output. È molto probabile che le AI programmate con i dati di un paese specifico conoscano gli artisti di quel paese.
Quindi, se stai usando un’intelligenza artificiale russa, probabilmente avrà maggiori conoscenze relative agli artisti russi e dell’Europa orientale. Il consiglio è quello di selezionare il miglior generatore di testo in immagine per l’aspetto specifico che stai cercando di produrre.
Inoltre, non sottovalutare che le AI sono bias based: non dimenticare che i database di immagini su cui è stato programmato un generatore di AI possono contenere pregiudizi sulla base del loro addestramento.
Suggerimenti per la creazione di prompt per immagini AI efficaci
Ecco alcuni suggerimenti da ricordare durante la creazione di prompt per la generazione di immagini AI:
Pensa a che tipo di immagini vuoi generare. Devi sapere se vuoi generare immagini realistiche o astratte. Una volta chiarito, sarà più facile trovare suggerimenti appropriati.
Considera a quale tipo di informazione desideri che l’AI abbia accesso. Ad esempio, se stai generando immagini realistiche, dovrai fornire i dati sulla scena, come la posizione, l’illuminazione e gli oggetti presenti. Al contrario, se stai generando immagini astratte, potresti fornire un elenco di colori, forme e motivi.
Cerca di essere il più specifico possibile con i tuoi suggerimenti.
Usa diversi stili artistici come i filtri nei tuoi prompt, consentirà all’AI di aggiungere personalità alle tue immagini generate dall’intelligenza artificiale, attraverso una serie di istruzioni da seguire.
Mantieni il prompt semplice. I prompt complessi possono essere difficili da comprendere per il modello AI e possono portare a una generazione di immagini imprecisa.
Definisci una tavolozza di colori nei tuoi prompt; l’AI la utilizzerà per la generazione della tua immagine.
Scrivi un prompt che contenga i nomi di più artisti famosi per ottenere uno stile unico.
Sii creativo! Non ci sono risposte sbagliate quando si tratta di richiedere la generazione di immagini AI. Quindi non avere paura di sperimentare e vedere che tipi di risultati puoi ottenere.
Può essere una grande sfida per l’intelligenza artificiale creare immagini partendo dal testo, perché a volte potrebbe non comprendere le relazioni (di significato) per generare l’opera finale. Puoi provare a ripetere la descrizione, modificare l’ordine delle parole, ripetere elementi o aggiungere più oggetti.
Sii paziente. Può essere necessario del tempo per comprendere il comportamento del modello AI e iniziare a generare immagini realistiche accurate.
Copywriter o Graphic Designer, Digital Strategist o SEO Specialist: qualunque sia la tua specializzazione digitale, in questo momento hai bisogno di aggiornarla al nuovo modo di fare Marketing.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/intelligenza-artificiale-scrivere-prompt.jpg6111004Alice Ambrosihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAlice Ambrosi2023-02-20 15:49:512023-02-22 09:42:25Come creare prompt per immagini AI efficaci: la guida
È online Digital 2023, il nuovo report di We Are Social con tutti i dati importanti sui comportamenti e le abitudini delle persone in rete.
Anche se gli ultimi anni (e mesi) sono segnati da diversi scossoni e cambiamenti, dovuti prima alle emergenze sanitarie e poi all’instabilità geopolitica, il panorama italiano presenta diverse conferme e quale novità: analizziamo insieme, grazie alle slide del report, gli aspetti più rilevanti.
La popolazione mondiale ha raggiunto 8,01 miliardi di individui all’inizio del 2023. Poco più del 57% della popolazione mondiale vive in contesti urbani.
5,44 miliardi di persone usano smartphone, pari al 68% della popolazione mondiale. Gli utenti unici di dispositivi mobili sono aumentati di poco più del 3% lo scorso anno, con 168 milioni di nuovi utenti negli ultimi 12 mesi.
Ci sono 5,16 miliardi utenti di Internet, il 64,4% della popolazione mondiale è ora online. Il totale degli utenti Internet globali è aumentato del 1,9% negli ultimi 12 mesi.
Ci sono 4,76 miliardi utenti dei social media in tutto il mondo, pari a poco meno del 60% della popolazione mondiale.
Digital 2023 di We Are Social, i dati italiani
Gli highlights in Italia
Continua la contrazione della popolazione italiana e la fascia demografica più corposa è costituita dagli over 65, che si attestano di poco sotto il 25%. In questo scenario, emerge che:
Siamo più attivi sui social, con particolare attenzione al purpose.
I video sono il nostro contenuto preferito, con un trend in crescita.
L’Influencer Marketing si conferma come un traino positivo per l’industry del digital.
Come emerge anche dallo studio globale, gli italiani spendono meno tempo online rispetto all’anno scorso, ma un po’ più tempo sui social.
In leggera contrazione (la prima dal 2013) il numero delle persone connesse ad internet, che scende dello 0,3%.
Non cambiano in maniera importante le motivazioni per essere online: cercare informazioni è lo scopo principale per cui gli italiani si collegano alla rete, in particolare utilizzando gli smartphone e altri dispositivi mobili (calano desktop e laptop).
Gli italiani amano guardare video online
Contenuti leggeri come comedy e meme trainano la crescita della fruizione di contenuti video: le persone che dichiarano di guardare contenuti dinamici sono oltre il 91%.
Quasi il 75% degli italiani è attivo sui social (siamo vicini ai 44 milioni di persone). Dopo una leggera flessione registrata lo scorso anno relativa a una diversa metodologia di raccolta dei dati, il trend appare in crescita.
Per quali motivi
Le ragioni principali per cui le persone visitano e partecipano alla conversazione sui social sono legate all’informarsi, al rimanere in contatto con i propri cari, al passare il tempo (tutti sopra il 40%). Seguono a breve distanza la ricerca di ispirazione su cose da fare o prodotti da acquistare.
Le piattaforme più utilizzate dagli italiani: vince Meta
Il gruppo Meta domina la classifiche delle piattaforme social, grazie a WhatsApp che stacca tutti gli altri coinvolgendo l’89% delle persone tra i 16 e i 64 anni. Seguono a ruota Facebook (78%) e Instagram (73%).
Solo il 38% degli italiani nella stessa fascia di età dichiara di usare TikTok.
Per quanto riguarda le piattaforme preferite dagli utenti, WhatsApp rimane al primo posto, ma Facebook cede il secondo posto a Instagram. Anche TikTok e Telegram invertono posizione, con la piattaforma di video brevi che sale una decina di punti dietro a Facebook.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/digital-2023-di-we-are-social.jpg5351051Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-02-17 10:58:292023-02-20 11:23:51Gli italiani online sono più vecchi ma amano i video. I dati del Report di We Are Social 2023
Avviare un’attività online con un eCommerce o in dropshipping può essere vantaggioso e sfidante ma, ancor prima di compiere il primo passo in questa direzione, occorre saper valutare gli strumenti che oggi la rete offre per non sbagliare ancora prima di partire.
Il settore della vendita online in Italia, soprattutto negli ultimi anni, è letteralmente esploso a causa della situazione storico-sociale di questi ultimi anni. Pertanto, aprire un eCommerce potrebbe risultare una scelta vincete, una vera e propria opportunità di business.
Quando si apre un’attività (che sia online o meno), accade che i budget a disposizione siano ridotti, pertanto considerare soluzioni ‘low cost’ per avviare un’attività online, come ad esempio il dropshopping potrebbe rappresentare una soluzione fattibile; ma cos’è il dropshipping?
Il dropshipping: cos’è e quali sono i vantaggi
Il dropshipping è una delle soluzioni low cost più diffuse in rete per avviare un’attività online. Si tratta di un metodo di vendita di prodotti senza possederli concretamente in magazzino. Pertanto, nel momento di una vendita l’esercente diviene sostanzialmente un intermediario tra cliente e fornitore del prodotto venduto.
Cosa vuol dire drop shipping?
Si tratta di una metodologia, quella del dropshipping, che pone le basi essenzialmente su un accordo commerciale tra fornitore e venditore finale, che condividono ed uniscono i propri sforzi per un unico vantaggio che li accomuna: il business online.
In questo modo, il venditore si occuperà della strategia di vendita e dell’assistenza pre e post vendita, delegando la spedizione, gli accordi con corrieri e tutta la gestione del magazzino, al fornitore finale. Insomma, una suddivisone dei compiti che potrebbe facilitare di non poco, l’apertura di un’attività online.
Ma è davvero tutto così semplice? La risposta è “ni”, con vantaggi e svantaggi da valutare con molta attenzione:
Facile da gestire e da avviare
Come già indicato, il dropshipping permette di gestire un vero e proprio eCommerce in maniera semplice senza preoccuparsi di gestire magazzini, imballaggi e spedizioni, tracciabilità, resi e ordini per il mantenimento di scorte e rimpiazzi.
Posizione flessibile
Basterà un buon collegamento ad internet per poter lavorare alla propria attività online da qualunque luogo. Tutto ciò comporterà una grande libertà degli orari lavorativi e nella gestione della mole di lavoro che il dropshipping inevitabilmente comporta.
Costi di apertura minimi
Come già anticipato, i costi per l’apertura di un eCommerce in modalità dropshipping sono notevolmente ridotti grazie a quella suddivisione di compiti e competenze che stipulano il venditore ed il fornitore finale, pertanto non sarà necessario acquistare e depositare la merce, gestire un magazzino ma anche spedizioni, resi, personale, fornitori e affitti. Gran parte dell’attività (da parte del venditore) verrà svolta online da casa o da dove si preferisce.
Potenziali fornitori da ogni dove
Scegliere di vendere in dropshipping significa anche (e soprattutto) essere liberi. Liberi di scegliere i propri fornitori, che possano essere in qualunque angolo del globo: un vantaggio non da poco.
Gran varietà di prodotti
Avere la possibilità di vendere prodotti sempre diversi inseguendo le mode del momento o dedicarsi a specifiche nicchie del mercato proseguendo un percorso verticale e scambiale, è un’altra libertà possibile con un’attività in dropshipping.
Rischi ridotti
Come già accennato, aprire un eCommerce in dropshipping non richiede grandi investimenti, in quanto non sarà necessario acquistare merci e gestire magazzini: un gran vantaggio per non indebitarsi con rappresentanti e fornitori in caso di non riuscita del progetto.
Ma quali potrebbero essere i vantaggi del fornitore, di colui che concretamente spedisce e gestisce i prodotti venduti? In realtà sono innumerevoli, uno su tutti è la gestione del cliente, un impegno non di poco conto.
Altro aspetto a tutto vantaggio del venditore consiste nel mancato impegno nel marketing, nella promozione e nella comunicazione del brand e del prodotto online.
Scalabilità facilitata
Dopo i primi tempi di rodaggio, l’intento di ogni venditore online è scalare i mercati, concetto ancor più vero e valido nel mondo del dropshipping dove i guadagni possono giungere solo con un importante numero di ordini. La mancata gestione del magazzino in prospettiva di un aumento delle vendite nel tempo, comporterà una scalabilità maggiore, in quanto il lavoro aggiuntivo, sarà principalmente sulle spalle dei fornitori, che dovranno preoccuparsi di spedire e gestire i magazzini.
Gli svantaggi di un eCommerce in modalità dropshipping
Oltre ai numerosi vantaggi determinati dalla scelta di vendere in dropshipping, esistono anche alcuni svantaggi da tenere in considerazione. Il primo è forse il più preoccupante riguarda certamente il rischio di truffe.
Il pericolo delle truffe
L’intero sistema di dropshipping potrebbe essere utilizzato per organizzare truffe online, difatti è la natura stessa del sistema ad offrire un ventaglio abbastanza ampio di azioni ostili e malevoli: basti pensare ad un fornitore che a vendita conclusa non spedisce o spedisce prodotti differenti da quelli concordati o in modalità differenti da quelle contrattualizzate.
Alla base dunque di un buon eCommerce in dropshipping risiede la scelta di selezionare accuratamente e con grande attenzione i propri fornitori e siglare con essi, accordi chiari e vincolanti.
Scelta di prodotti sbagliati
Di altrettanta importanza è la scelta dei prodotti che si vorrebbero vendere online. Senza alcun dubbio si tratta di una scelta strategica, per il successo del proprio business online.
Bassi margini
Si è proprio così: i guadagni in dropshipping, soprattutto nei primi tempi e per i primi ordini, è spesso molto ridotto. Si tratta di una triste verità con la quel bisogna fare i conti quando su decide di abbracciare una soluzione di condivisione, come potrebbe essere quella del dropshipping.
Per poter avere un guadagno più gratificante occorrerà concentrarsi sulla quantità degli ordini, puntando ad un numero sempre più elevato.
Aprire un’attività online richiede attenzione, devozione e tantissimo impegno e come in tutte le attività (anche nel mondo offline) richiede tempo, tanto tempo per poter veder i primi risultati, anche in termini di fatturato.
Grande concorrenza
Se da un lato la concorrenza Italiana non è ancora particolarmente attiva come in altri paesi Europei, dall’altro confrontarsi sin da subito con chi negli anni ha già collezionato esperienze e fornitori affidabili, sui canali di maggiore utilizzo per venditori e dropshippers (esempio eBay) non sarà di certo semplice.
Mancato controllo sul prodotto finale
Questo è un grande limite dettato dalla natura stessa del dropshipping. Difatti, non avendo la possibilità di controllare il prodotto finale spedito e gestito dal fornitore, sarà impossibile lavorare su tutti quelli espedienti di marketing e comunicazione che è possibile mettere in atto nel momento della ricezione e dell’apertura del pacco.
Contatti “regalati”
Nel momento in cui si concretizza una vendita, al fornitore vengono regalati alcuni dei dati più importanti dell’acquirente. Un vero peccato dopo tutta la pazienza e fatica per realizzare la vendita ed accumulare dati di grande rilevanza per l’intera attività online.
Oltre agli svantaggi del dropshipping è indispensabile non commettere errori, soprattutto nei primi tempi, per evitare che si parta col piede sbagliato.
Quali sono gli errori più diffusi e comuni dei dropshipper? Scopriamoli subito.
Errori da evitare per un eCommerce in dropshipping
Nel mondo del dropshipping non basta avere solo competenze di vendita e di marketing, ma occorrono anche altre skill per ottenere quel successo quasi indispensabile per poter continuare a vendere online. Per non demoralizzarsi è bene tenere a mente questi errori da evitare:
1) Creare relazioni superficiali con i fornitori e/o collaboratori
Edificare relazioni vere e proficue, ad esempio con fornitori e collaboratori, è un aspetto a dir poco essenziale. Rispettare le tempistiche di pagamento e risolvere i problemi che potrebbero sorgere per spedizioni e resi con i tuoi fornitori, è fondamentale per costruire relazioni lavorative più profonde, che si basino sulla fiducia. Queste relazioni saranno utili per superare le difficoltà, che nella carriera di un dropshipper potrebbero insorgere.
2) Prezzi al ribasso
Un grave errore è pensare di ampliare le entrare andando al ribasso, soprattutto nei primi tempi di ‘rodaggio’ di un’attività online. Ignorare un attento studio dei prezzi e dei competitor, sarà la causa di una graduale perdita di fiducia del consumatore e di una ulteriore riduzione dei profitti (già marginali nei primi tempi). Insomma la riduzione dei prezzi è un errore da evitare.
3) Non avere un piano ‘B’
Un piano B deve esserci sempre. Come già anticipato le difficoltà potrebbero essere dietro l’angolo e non avere un piano di riserva potrebbe rappresentare una pessima scelta, ma facciamo un esempio.
In questo articolo abbiamo fatto cenno più volte alla libertà, alla libertà di poter scegliere i propri fornitori e prodotti: ma se un fornitore dovesse preferire un altro venditore o se smettesse di vendere quel prodotto che si vende così facilmente, come ci si comporterebbe?
In casi come questi un piano B potrebbe evitare innumerevoli perdite di tempo. Pertanto, affidarsi a più fornitori e avere sempre più di un contatto, potrebbe essere una principio da non dimenticare.
4) Vendere prodotti firmati
Per poter vendere prodotti “firmati” è possibile che sia richiesta un’autorizzazione, una licenza di vendita. Non si possono ignorare diritti e copyright.
5) Offrire troppi metodi di spedizione
La chiarezza e la semplicità di un eCommerce risultano essere (molte volte) elementi chiave nel successo di un’attività online e offrire diverse metodologie di spedizione, potrebbe creare confusione e incertezze su tempistiche di consegna ed altro.
Si consiglia di preferire un unico (o la massimo duplice) metodo di spedizione, che sia gratuito o meno sarà necessario stabilirlo in base alla strategia in atto.
6) Non essere paziente
Essere paziente per assaporare i primi risultati di questa tipologia di attività online richiede tempo ed essere impazienti potrebbe rappresentare un grave errore.
Tenere a mente che diventare ed essere un dropshipper non è un gioco e chepotrebbe essere più complesso e impegnativo di ciò che si potrebbe pensare, è essenziale per non scoraggiarsi e gettare la spugna troppo presto.
Piattaforme e fornitori: come e dove trovarli
Da dove partire per aprire un eCommerce in dropshipping? Certamente dalla scelta della piattaforma, cioè dei siti web sui quali è possibile scoprire categorie e prodotti da poter vendere sin da subito sul tuo store.
Ognuna di queste piattaforme offre indicazioni sui fornitori oltre a proporre una serie di servizi solitamente utili per i principianti (e non solo) di questo mondo.
Esistono diverse tipologie di piattaforme dove poter intercettare i prodotti più idonei per il proprio progetto. Alcune di essere potrebbero risultare complesse, altre più semplici ed è proprio da quest’ultime che consigliamo di partire per addentarsi gradualmente in un mondo certamente interessante come quello del dropshipping,un primo passo per rompere il ghiaccio.
1) HOPLIX
La prima piattaforma italiana che tutti i dropshipper dovrebbero conoscere è Hoplix, uno store di prodotti personalizzati come cappelli, T-shirt e tantissimo latro ancora. Un fornitore affidabile, veloce nelle spedizioni e affidabile, insomma un buon punto di partenza per un’attività online ai primi passi.
2) DROPSHIPPINGB2B
DropshippingB2B è una piattaforma tutta italiana incentrata essenzialmente su gioielli di bigiotteria dei migliori brand a prezzi super concorrenziali grazie ad alcuni canali di approvvigionamento uscii di cui gode la piattaforma. Ultimo aspetto, manon per importanza, è la piattaforma che DropshippingB2B mette a disposizione per la gestione degli ordini, delle comunicazioni con i fornitori e di altre “faccende da dropshipper”.
3) SEEBILA
Se si desidera cominciare con fornitori che non ti obblighino a garantire un minimo d’ordini, allora Seebila potrebbe rappresentare la soluzione ideale. Difatti, la piattaforma non impone nessun minimo o vincolo temporale, un grande vantaggi per non sentirsi ‘sotto pressione’. Ma non solo, Seebila mette a disposizione per tutti i suoi venditori una piattaforma completa e polifunzionale.
4) DROPSHIPPING ONE
Si tratta di uno dei cataloghi di fornitori più importanti sul web, con innumerevoli categorie tra le quali scegliere. La piattaforma mette a disposizione servizi unici nel suo genere come i contratti in esclusiva, formazione gratuita e assistenza per dropshipper meno esperti. Un servizio, quello offerto da Dropshipping One di intermediazione commerciale unico nel suo genere.
5) REDIDROP
RediDrop è una delle poche piattaforme unicamente incentrata sulle borse. È possibile trovare una grande varietà di borse, da quelle eleganti a quelle più sportive, e non pone un tetto minimo di ordini. In pochi clic permette di caricare l’intero catalogo sul proprio eCommerce. Per le caratteristiche descritte, RediDrop è una di quelle piattaforme da non lasciarsi scappare.
6) B2B GRIFFATI
B2B Griffati è una piattaforma che propone abiti firmati. Più di 20.ooo prodotti pronti ad essere venduti in modalità dropshipping in tutto il mondo. Si tratta di una piattaforma italiana facile da utilizzare e che funziona benissimo grazie alla possibilità di importare l’intero catalogo sul portale dell’azienda indipendentemente che dal CMS utilizzato.
7) NEW CART
Un’altra piattaforma di cui vogliamo parlare in questo articolo di oggi è New Cart, una piattaforma smart e molto funzionale, che faciliterà la vita del dropshipper soprattutto nei primi caricamenti di cataloghi e prodotti del proprio store.
Difatti, New Cart permette di facilitare proprio questo genere di operazioni, fornendo ad ogni dropshipper un file CSV, un elenco di prodotti che sono stati scelti e che in pochi semplici clic sarà possibile importare sul proprio sito web.
Come tenersi aggiornati sul mondo del dropshipping
Tenersi aggiornati sul mondo del dropshipping è essenziale per non incorrere in problemi, come già accennato e per intercettare subito tendenze e novità del settore. Come tenersi aggiornati sull’argomento?
La risposta a questa domanda è abbastanza semplice: per tenersi aggiornati potrebbe essere utile seguire alcuni blog di riferimento come:
Solo per citarne alcuni; la lista di blog e forum che quotidianamente approfondiscono le tematiche legate al dropshipping sono tantissimi e tutti raggiungibili con qualche clic su Google.
Conviene fare dropshipping? È sicuramente questa la domanda che sorge se si è giunti sin qui a leggere l’articolo. La verità è che non c’è una risposta univoca, dunque dipende da molti fattori, con delle considerazioni da tenere sempre a mente se si decide di intraprendere questo meraviglioso percorso.
Il dropshpping, ancora oggi nel 2023, potrebbe essere una soluzione fattibile nonostante alcune problematiche che inducono a pensare il contrario, come i margini ridotti, la disponibilità il più delle volte di prodotti di bassa qualità e i fornitori poco seri. Allora perché avrebbe senso? Il segreto risiede nella concorrenza, non ancora particolarmente alta se vivi in Italia rispetto ad altri paesi in Europa ed in USA.
Tutti gli ostacoli, però, sono superabili prestando la dovuta attenzione alle scelte che una soluzione commerciale come il dropshipping propone. Senza dimenticare le numerose guide online oggi disponibili.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/Dropshipping-cose-vantaggi-e-svantaggi-come-farne-un-business-4.jpg600800Luca Cannarozzohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Cannarozzo2023-02-16 10:17:502023-05-12 17:30:37Dropshipping: cos'è, vantaggi e svantaggi, come farne un business
Chi lavora nel Digital Marketing non può farne a meno. Stiamo parlando degli strumenti per progettare o programmare al meglio il lavoro. In questo articolo troverai una rassegna completa di quelli che sono i principali tool per il marketing digitale nel 2023. Andremo a vedere piattaforme per l’invio di newsletter, tool per la programmazione di post, siti web che ci aiutano nella realizzazione grafica o per l’analisi SEO. Insomma ne abbiamo messi per tutti i gusti.
1. MailChimp
MailChimp è uno strumento di mail marketing completo, è uno dei migliori sul mercato. Permette di creare newsletter attraverso numerosi template gratuiti con un’impaginazione personalizzabile dall’utente e consente di raggiungere facilmente il pubblico giusto, al momento giusto. Rispetto alle altre piattaforme di mail marketing MailChimp ha un piano Free che consente l’invio di 2500 mail al mese per poi passare a dei piani a pagamento in base agli invii mensili.
2. MailUp
Altra piattaforma molto utilizzata per l’invio di newsletter programmate e graficamente personalizzabili è sicuramente MailUp. La costruzione del template grafico è molto simile a MailChimp e permette anch’esso di programmare invio, personalizzare mail e creare albero di invio. MailUp permette di fare una prova gratuita e il pacchetto base costa 39 euro al mese. Si tratta di una piattaforma più onerosa ma molto funzionale, che si presta anche all’invio massivo di SMS.
3. Sendinblue
Un altro tool utile per l’invio delle newsletter è Sendinblue, una piattaforma in italiano con funzionalità pari ai due precedenti. Permette di creare mail e template facilmente, il modo di operare è molto simile a MailUp e a MailChimp. Tra le leve principali di Sendinblue troviamo sicuramente il prezzo: è possibile fare un account gratuito per inviare 300 mail al giorno (quindi 9000 al mese), opzione inedita rispetto agli altri strumenti che non permettono di farlo maniera gratuita. I piani a pagamento vanno dai 19 euro al mese ai piani personalizzati in base alle esigenze.
4. Google Analytics
Google Analytics è un servizio di web analytics fornito da Google che consente di analizzare delle statistiche dettagliate sui visitatori di un sito web. Stiamo parlando forse del “Re” delle statistiche. Qui, con un servizio gratuito offerto da Google, possiamo analizzare miriadi di dati: dalle visite al sito, al pubblico, dai punti di connessione al tempo di lettura, dal totale di acquisiti online al monitoraggio delle azioni degli utenti. Uno strumento imprescindibile per chi opera sul web e possiede, o gestisce, un blog o un sito web. Entra di diritto tra i principali tool per il marketing digitale del 2023, anzi di tutti i tempi. Un veterano che non invecchia mai.
5.Google Ads
Google Ads, invece, è un servizio sempre di Google che permette di progettare e programmare campagne a pagamento. Anche in questo caso, come nel precedente, stiamo parlando di uno strumento fondamentale per chi opera online. Gli annunci pubblicitari di Google sono importantissimi per generare traffico al sito web, per fare remarketing o campagne di brand su YouTube o su altri siti web attraverso banner.
6. Canva Business
Canva è uno strumento di progettazione grafica odiato dalla maggior parte dei grafici (era doveroso dirlo!). Nonostante questo, il tool è molto utilizzato per fare grafiche social, volantini, CV, brochure e altro ancora. Ha un database infinito di foto, video e template grafici. Un ottimo strumento per ovviare alle mancanze tecniche di chi non sa utilizzate Photoshop per esempio. Canva permette di avere un account gratuito (che comunque permette di lavorare bene) o piani a pagamento che naturalmente aprono a mille possibilità in più.
7. Trello
Trello è un software gestionale, utilizzato per creare, programmare e organizzare i contenuti online. Facilita il lavoro a distanza in cui i team possono accedere alle loro attività e progetti da qualsiasi luogo. È possibile assegnare più membri del tuo team a una singola scheda in modo che possano lavorare insieme a un progetto. Un tool utilissimo per organizzare il lavoro, gestire scadenze, progetti ed altro. All’inizio risulta essere un po’ macchinoso e dispendioso a livello di tempo ma una volta capita la logica risulterà molto utile.
8. Slack
Slack è un software che facilita la comunicazione in modo istantaneo con i membri del team. Aiuta le persone a collaborare da qualsiasi luogo. Si può discutere del lavoro del cliente, di nuovi articoli, nuovi progetti, nuovi ticket di supporto, condividere contenuti utili, inviare messaggi e fare videoconferenze. Una piattaforma perfetta per un utilizzo quotidiano.
9. Yoast SEO
Yoast SEO è uno dei tantissimi plugin che si possono installare sui siti in WordPress. Questo plugin permette di avere un pannello di gestione, interno a WordPress, che ti indica se il tuo testo è ben ottimizzato a livello SEO. Oltre alle segnalazioni, sempre puntuali, consiglia quali interventi occorre fare per poter migliorare una pagina o un articolo. Consente di scrivere i contenuti migliori per le campagne di marketing digitale. Tra i plus: proteggere il tuo feed RSS da plagio e raschiatori di contenuti, questo ti protegge da altri siti Web che copiano i tuoi contenuti e li pubblicano come loro. Non è un vero tool per il marketing digitale ma è sicuramente uno strumento molto utile per chi scrive sul web.
Survey Anyplace è lo strumento migliore per creare quiz, valutazioni e sondaggi divertenti e interattivi per la propria clientela, aiuta a comprendere le richieste di mercato, cosa vogliono i clienti, come migliorare l’immagine e il lavoro con loro e altro ancora. I sondaggi che fornisce sono ben progettati, semplici e compatibili con i dispositivi mobili.
11. Semrush
Semrush aiuta a far crescere la visibilità dell’azienda online. Questo strumento svela le strategie e le tattiche dei concorrenti. Viene spesso utilizzata per la ricerca di parole chiave e dati di ranking online, comprese le metriche come il volume di ricerca e il costo per clic. Lo strumento è gratuito per la prova di 7 giorni, dopo di che l’utente deve optare per la versione a pagamento. Utilissimo per analisi di parole chiave, contenuti e tendenze sul web.
12. Loomly
Loomly è un calendario di marketing digitale e uno strumento di gestione dei social media che aiuta gli utenti a pianificare, creare e pubblicare contenuti su più piattaforme. È uno strumento semplice da utilizzare anche per gli utenti non esperti di tecnologia, inoltre il prezzo è allettante sia per gli imprenditori singoli e sia per le grandi imprese. Tool utile soprattutto per pianificare su piattaforme che non consentono di farlo (esempio le pagine di Linkedin). Il pacchetto base cosa 26 dollari e può arrivare fino a 269 dollari per il pacchetto Premium.
13. Audeinse
Audiense, precedentemente noto come SocialBro, è una piattaforma di analisi dei social media e di audience. Fornisce dati specifici sugli utenti, inoltre è uno strumento che consente di analizzare il pubblico e quello dei concorrenti. Viene utilizzato per interagire in forma diretta con il pubblico e migliorare in generale la strategia digitale.
14. Hubspot
Hubspot include la gestione delle relazioni con i clienti, gestisce e ottimizza i contenuti di un sito web o di un blog. Inoltre, fornisce strumenti per l’email marketing, la gestione dei social media, l’analisi e la creazione di report. Include anche una versione gratuita e diverse versioni a pagamento.
15. Lemlist
Lemlist è uno strumento utilizzato per monitorare l’invio di email, inserendo immagini e video personalizzati. È utilizzato principalmente dai team di vendita, marketing e sviluppo aziendale per rendere autonomo l’invio e la risposta di email.
16. Clearscope
Clearscope è una piattaforma di ottimizzazione dei contenuti, aiuta gli utenti a identificare le parole chiave, le frasi e gli argomenti più pertinenti, aiuta a identificare e risolvere problemi di leggibilità, grammatica e stile.
17. Unbounce
Unbounce è una risorsa digitale, che sfrutta l’intelligenza artificiale per realizzare landing page e gestire contestualmente campagne di marketing. La piattaforma, inoltre, offre all’utente non solo la possibilità di creare pagine web con un editor intuitivo basato su funzionalità drag and drop, ma anche di utilizzare un software con funzioni di codifica avanzate.
18. Optimizely
Optimizelyintegra strumenti per il targeting del pubblico e la progettazione grafica per eseguire rapidamente test su vari segmenti di pubblico, è una piattaforma senza codice che permette di testare modifiche sia significative che minime alle pagine web.
19.Clearbit
ClearbitConnect è uno strumento che trova indirizzi email dal suo database di 150 milioni di contatti commerciali. Questo strumento fornisce dati specifici sulle aziende, arricchisce dati sui clienti, aiuta a cercare nuovi clienti.
20.Typeform
TypeForm è una piattaforma online che permette di creare questionari e sondaggi. I moduli sono belli, funzionano su tutti i dispositivi e sono facilissimi sia da creare che da utilizzare per gli utenti finali. Ma si può utilizzare anche come modulo di raccolta informazioni per il proprio sito web.
21. Visme
Visme è una piattaforma per la creazione grafica di contenuti. Offre una vastità di modelli di progettazione, inoltre fornisce un’ampia libreria di immagini, icone e illustrazioni stock, animazione ed elementi interattivi, consente di pubblicare e condividere i contenuti su diverse piattaforme.
22. Google Trends
È un’altra piattaforma di Google che entra di diritto nella lista dei tool per il marketing digitale 2023. Completamente gratuita, permette di analizzare le tendenze di ricerca degli utenti. È molto utile per capire cosa stanno cercando gli utenti su Google, che termini utilizzano, quali sono le differenze tra l’Italia e il resto del mondo, quali sono le differenti ricerche di flussi di traffico tra le varie regioni d’Italia. Insomma, uno strumento fondamentale per chi deve pianificare una strategia di content marketing.
23. SEO Zoom
SEO Zoom si presenta cosi: “è la SEO Suite migliore per le attività di Search Marketing: analizza, monitora e potenzia il tuo sito web con oltre 40 strumenti”. Dobbiamo dire che una volta utilizzata non possiamo che confermare la loro presentazione. È una piattaforma italiana adatta più a professionisti, poco adatto per chi è alle prime armi.
24. Facebook Ad Library
Facebook Ad Library è una libreria multimediale da cui è possibile ricevere informazioni sull’operato delle pagine dei social media. Il tool dà la possibilità di monitorare, non in maniera approfondita, tutte le campagne attive dei nostri competitor. Riusciamo a capire se una pagina Facebook ha delle campagne attive, quali post sta sponsorizzando, con quale budget e molto altro.
Screaming Frog è sicuramente uno degli strumenti di web marketing più importanti per la SEO tecnica. Si tratta di un software online che consente di eseguire il crawling di un sito web, attraverso cui è possibile venire a conoscenza di pagine 404, un titolo SEO (title) duplicato, breve o lungo, l’assenza del testo alternativo dalle immagini o della meta descrizione dagli articoli e molto altro. Una piattaforma indispensabile per gli amanti della scrittura SEO.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/tool-digital-marketing-2023.jpg525790Riccardo Angelo Colabattistahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRiccardo Angelo Colabattista2023-02-15 12:00:482023-02-17 10:59:0225 indispensabili tool per il marketing digitale nel 2023
La storia d’amore più bella, dal tempo infinito, il cui rimando a San Valentino è diretto? Di sicuro quella raccontata da Baci Perugina, che vede come protagonisti Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni e che continua fino ai giorni nostri attraverso le pubblicità. La fortuna di questi cioccolatini nasconde infatti la dolce storia dei due innamorati che, dal 1922 a oggi, viene associata proprio a San Valentino.
Un successo costruito anche grazie alle pubblicità che hanno visto l’evoluzione del brand attraverso stili, colori, modo di comunicare.
Tutto inizia a Perugia agli inizi del 1900 quando una giovanissima, ma dalle grandi intuizioni, Luisa Sargentini sposa Annibale Spagnoli; insieme apriranno una drogheria nel centro della città dedita alla produzione di caramelle, confetti e cioccolato. La piccola attività in poco tempo si amplia e subentrano altri soci, tra cui Francesco Buitoni, già fondatore dell’omonimo pastificio: nasce La Perugina.
Fonte immagine: La Perugina
Negli anni, la gestione dell’azienda passa nelle mani di Luisa, dalle spiccate doti imprenditoriali, insieme a quella di Giovanni Buitoni, figlio di Francesco. Ed è proprio lei che nel 1922, grazie ad una sua intuizione dà vita al famoso cioccolatino composto da scheggie di cioccolato e granella di nocciole avanzate dalle produzioni giornaliere e chiamato inizialmente Cazzotto, dalla forma simile alle nocche chiuse. Giovanni Buitoni lo rinominò in seguito Bacio, per donargli un’accezione più romantica.
Fonte immagine: La Perugina
Ma sono i famosi bigliettini ad avere un ruolo fondamentale: sono il mezzo attraverso cui Luisa e Giovanni comunicano reciprocamente il loro amore segreto. Le frasi d’amore diventeranno – ed ancora lo sono a distanza di cento anni – la caratteristica che legherà questi cioccolatini al concetto dell’amore e alle occasioni più romantiche grazie anche all’idea di Federico Seneca – grafico, pubblicitario e direttore artistico di Perugina – di inserirli nell’incarto.
Le pubblicità di Baci e la condivisione delle emozioni negli anni
Le diverse pubblicità prodotte per Baci Perugina concordano con l’epoca in cui ognuna è stata ideata. Un linguaggio che dagli anni ’50 ad oggi si è evoluto, aderendo alle aspettative e ai modelli socialie comunicativi di tutta Italia. Sempre rispettando però la filosofia centenaria di questo prodotto: i Baci, che “celebrano l’amore in ogni sua forma, rappresentano il gusto delle cose semplici in cui si manifestano le emozioni più autentiche”.
Tubiamo?
Dai primi spot più “rudimentali” degli anni ’60 , ai caroselli con i grandi attori come Vittorio Gassman a quelli anni ‘70 in cui il concept era proprio “Tanti Baci” in cui il gesto del donare cioccolatini si sostituiva alle parole.
Negli anni ’80, la comunicazione si allarga anche ai più giovani, coniando anche un neologismo legato alla cultura paninara di quegli anni: Tubiamo diventa il sinonimo di condivisione in una forma più pratica e veloce, come quella del packaging a forma appunto di tubo. Nello spot del 1986 troviamo i giovanissimi Riccardo Rossi, Claudia Gerini e Yvonne Sciò.
Più Baci Più Piaci e Diamoci Un Mondo di Baci
Tanti sono stati i claim che hanno caratterizzato negli anni le pubblicità di questi cioccolatini che, grazie anche all’ottimo lavoro delle grandi agenzie italiane, ancora oggi molti di noi ricordano e associano facilmente al brand.
Lo stesso si può dire per l’inconfondibile jingle, rimasto originale, anche se riadattato varie volte, per tutti questi anni.
Ed io? Sono troppo buona!
Dagli anni ‘90 i Baci allargano il loro posizionamento: un prodotto che non sarà adatto solo alle festività tra gli innamorati. Anche il Natale, la Pasqua o la Festa della Mamma diventano il momento giusto per condividere emozioni come affetto, gioia e felicità.
Un bacio è qualcosa di più
Un Bacio, cosa vuoi dirmi?
Nei primi anni 2000 vediamo un ritorno dello stesso concept, anche se rinnovato, degli anni ’70: il gesto del donare i Baci sostituisce le parole d’amore ma sottointende una dichiarazione.
Con Chi Ama, Baci del 2012 si iniziano a scorgere le nuove tecniche di comunicazione, dove storytelling, enfasi ed emozione si fondono in una trama forte, come nel caso di questo spot in cui tutta la forza si sprigiona anche attraverso i versi di Prevert.
La Dolce Vita dei 100 anni dei Baci
Negli ultimi anni I Baci rinnovano la loro anima, creando diverse sfumature di gusto: dal cioccolato bianco a quello al lampone passando per edizioni limitate firmate da grandi stilisti come Dolce e Gabbana. Nonostante l’innovazione di prodotto, il cuore del concept rimane quello di condividere e regalare emozioni.
Con Dolce Vita si celebra non solo l’eccellenza italiana ma anche il centenario della nascita degli iconici cioccolatini. Completamente al passo con i tempi e con le nuove e diverse necessità della società, i Baci parlano davvero a tutti in modo indistinto. Senza pregiudizi su limiti di età, di identità né di genere, nelle ultime pubblicità di questi anni le varie forme dell’amore si mostrano spontanee e si esprimono liberamente. L’amore, del resto è un sentimento corale, umano. Ed i baci sono la più tenera e potente dimostrazione di questo sentimento.
Quella di Baci Perugina è il racconto di infinite storie d’amore, con tante emozioni ancora da scrivere.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/pubblicita-baci-perugina-san-valentino-ninja-marketing.png5251050Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2023-02-14 09:00:232023-02-15 07:27:02San Valentino e pubblicità: la storia e le campagne di Baci Perugina
McDonald’s promuove la consegna a domicilio con una campagna che trasforma le porte in articoli del suo menu.
In Francia, il colosso del fast food, per pubblicizzare il suo McDelivery, ha lanciato delle nuove creatività in collaborazione con TBWA/Paris.
Con questa campagna “McDonald’s Delivers to Your Door” il brand racconta 3 dei suoi famosi prodotti (Big Mac, French Fries e Sundae), completamente integrati nelle porte d’ingresso di diverse tipologie di edifici, per dimostrare che McDonald’s consegna direttamente alla nostra porta.
McDonald’s Delivers to Your Door
McDonald’s si è completamente reimmaginato: al centro dei nuovi annunci i suoi prodotti iconici rivisitati con un’estetica fresca e inedita.
I 3 visual, fotografati da Aurélien Chauvaud, presentano intenzionalmente ambienti diversificati, ritratti in momenti sparsi della giornata. La pubblicità punta tutto sulla possibilità di ordinare sia di giorno che di notte, sottolineando quanto sia flessibile e funzionale il servizio di consegna in area urbana e suburbana.
Per il Big Mac è rappresentata la porta di un garage di una casa di periferia in pieno giorno. Per le French Fries: una doppia porta di un condominio di notte.
Per il Sundae: una porta tradizionale di un edificio in stile Haussmann, ripresa al crepuscolo.
Le porte come tele di opere d’arte
Le ante sono state realizzate in 3D e giocano con texture in contrasto per un effetto suggestivo. Nonostante gli stili diversi, i poster mostrano dei sottili segnali visivi capaci di evocare sin da subito i prodotti.
McDonald’s sfrutta ancora una volta il potere della messaggistica urbana creando bellissimi artwork, attraverso una campagna che coniuga l’out-of-home con il classico annuncio stampa.
Con una mossa unica e originale (coerente con l’anima del brand) McDonald’s ha voluto immaginare come potrebbero apparire le nostre dimore adornate dalle sue immagini, con l’obiettivo di promuovere uno dei servizi di punta, già protagonista di diverse campagne di successo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/mcdonalds-trasforma-le-porte-in-hamburger-e-patatine-fritte-1.jpg606800Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-02-09 15:00:102023-02-11 08:44:26McDonald's trasforma le porte in hamburger e patatine fritte
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