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Le “colpe” di Chiara Ferragni agli Uffizi (e quelle della cultura nel digital)

Nel ultimi giorni si è acceso un dibattito online su Chiara Ferragni e la sua visita agli Uffizi di Firenze, un dibattito che è diventato da subito polarizzato agli estremi tra accaniti detrattori e sostenitori.

Cosa è accaduto

Chiara Ferragni si trovava agli Uffizi per realizzare uno shooting per Vogue Hong Kong. Non è la prima volta che moda e musica girano all’interno dei musei, come nel caso del video di Beyoncé e Jay Z al Louvre e di quello recentissimo di Mahmood al museo egizio di Torino. Finito lo shooting, dove Vogue Hong Kong paga secondo le tariffe del museo, non danneggia alcune opera e non impedisce la normale fruizione del museo da parte dei visitatori, Ferragni decide di godersi gli Uffizi accompagnata dal direttore Eike Schmidt.

Colpita in particolare dalla Venere di Botticelli, si fa una foto e la posta su Instagram con la caption “one of the most beautiful museums in the world, so come and visit it!” rivolgendosi ai suoi 20 milioni di follower solo su Instagram. Anche gli Uffizi postano la foto dell’imprenditrice, accostandola al canone estetico della Venere e definendola “divinità contemporanea nell’era dei social”.

Da lì è iniziata una violenta shitstorm sotto la foto degli Uffizi e si sono sprecati post sui vari social attaccando la Ferragni, quello che secondo i commentatori rappresenta e come svaluti l’opera d’arte. Il tutto condito dalla comune minaccia di un defollow immediato all’account del museo.

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La comunicazione culturale

La polemica appare subito tematizzata su Chiara Ferragni e infatti i commenti si focalizzano su di lei e non tanto sugli Uffizi: viene deprecata la sua attività, la sua bellezza, viene sminuita lavorativamente, viene indicata come non rappresentativa della bellezza italiana e l’intera operazione – ammesso che si possa davvero parlare di operazione – indicata come controproducente.

Secondo il report annuale del MiBACT, il Ministero dei Beni Artistici e Culturali, il numero dei visitatori del sistema museale pubblico è intorno ai 55 milioni, calando rispetto ai dati 2018. Nel dato sono inclusi i visitatori internazionali, e fa riflettere se accostato a un altro dato, fonte Istat 2016, Istituto Italiano di Statistica, secondo cui 69,2% degli italiani non sono mai andati al museo. La percentuale cresce al 75% se si tratta di mostre o esposizioni temporanee, e all’80,2% nel caso dei siti archeologici. Leggendo meglio i dati Istat, i più assenti dai musei italiani sono proprio i giovani.

In Italia conserviamo quasi la metà dell’intero patrimonio culturale antico e romano del mondo. Eppure questo non si traduce automaticamente in competitività o in una comunicazione culturale innovativa e competente. I percorsi audioguida italiani risultano in generale poco inclusivi e si pensa che l’immersivitá sia un QR code su una vetrina.

Spesso i nostri musei hanno al massimo un sito web dove, se siamo fortunati troviamo tutte le informazioni necessarie, molti allestiti con un gusto estetico discutibile. E i canali social si limitano a veicolare comunicati stampa e sparute informazioni “importanti”, fatta eccezione per l’esempio fulgido dell’account Instagram “Musei Italiani”.

Thanks to Cristina Gottardi

A confermarlo è anche lo studio del 2016 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali secondo cui solo il 19% dei musei offre il wi-fi gratuito e  il 52% dei musei possiede un profilo social ma solo il 13% è presente su uno dei tre social network più diffusi: ad esempio il 15% uno su Instagram. L’Istat conferma: il tasso di adozione di servizi digitali (e si intende di tutto, dal catalogo online alle prenotazioni dei biglietti) è inferiore al 20%. 

Si tratta forse di una fotografia parziale, ma piuttosto forte.

Sembra emergere innanzitutto che il problema del settore culturale non abbia a che fare con l’influencer marketing. Semmai si consiglierebbe di riflettere sulla didascalia scritta dal Museo degli Uffizi, che invece è un po’ superficiale e sterotipata, quando invece avrebbe potuto offrire uno stimolo maggiore utilizzando l’immagine dell’influencer. O anche costruirle intorno una vera e propria occasione di comunicazione creando contenuti editoriali di approfondimento, pur rimanendo pop.

La leggerezza delle strategie digitali non ha a che fare con la superficialità dei contenuti.

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Ieri ed oggi … I canoni estetici cambiano nel corso dei secoli. L’ideale femminile della donna con i capelli biondi e la pelle diafana è un tipico ideale in voga nel Rinascimento. Magistralmente espresso alla fine del ‘400 da #SandroBotticelli nella Nascita di #Venere attraverso il volto probabilmente identificato con quello della bellissima Simonetta Vespucci, sua contemporanea. Una nobildonna di origine genovese, amata da Giuliano de’Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico e idolatrata da Sandro Botticelli, tanto da diventarne sua Musa ispiratrice. Ai giorni nostri l’italiana Chiara Ferragni, nata a Cremona, incarna un mito per milioni di followers -una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social – Il mito di Chiara Ferragni, diviso fra feroci detrattori e impavidi sostenitori, è un fenomeno sociologico che raccoglie milioni di seguaci in tutto il mondo, fotografando un’istantanea del nostro tempo. ?ENG: Beauty standards change in the course of time. The female ideal of a blonde- haired woman with diaphanous skin is a very common beauty model in the Renaissance. Masterfully expressed by the Florentine Sandro Botticelli in The birth of Venus maybe portraying the face of one of his contemporary, Simonetta Vespucci. A beautiful noble woman, of Genoese origin, beloved by Giuliano de’ Medici, the younger brother of Lorenzo the Magnificent ; she was so worshiped by Sandro Botticelli that she became his muse. Nowadays, Chiara Ferragni, born in Cremona, embodies a role model for millions of followers – a sort of contemporary divinity in the era of social media – The myth and the story of Chiara Ferragni, argued by harsh critics and supported by faithful fans, is a real sociological phenomenon that involves millions of supporter worldwide and it can undoubtedly be considered a snap-shot of our time.

Un post condiviso da Gallerie degli Uffizi (@uffizigalleries) in data:

La polarizzazione intorno a Chiara Ferragni

Sembra che l’attacco non sia tanto alla comunicazione culturale italiana ma a Chiara Ferragni. È lei la colpevole secondo i commentatori online. Colpevole di essere “frivola”, di non essere “adeguata”, colpevole di non fare abbastanza per promuovere l’Italia.

Partiamo col considerare che l’imprenditrice – non filantropa, non politica, non attivista – si trovava lì per un lavoro e ha deciso spontaneamente di utilizzare quell’occasione per promuovere a un pubblico nazionale e internazionale di più di 20 milioni di follower le bellezze culturali italiane. Si tratta di un’operazione che Ferragni sta portando avanti da qualche tempo dopo il lockdown: pur avendone mezzi e non mancando di offerte, sta scegliendo di lavorare solo sul territorio nazionale e di mostrare le bellezze culturali italiane.

Lo ha fatto con una visita ai Musei Vaticani ed è stata attaccata perché faceva una visita privata – cosa che chiunque può fare pagando e infatti era lì per promuovere questo particolare servizio – senza riflettere sul fatto che in concomitanza con la foto di Ferragni l’account dei Musei Vaticani sono diventati trending topic su Twitter.

Lo ha fatto con gli Uffizi e lo ha fatto con il Museo Archeologico di Taranto accompagnata da Maria Grazia Chiuri, Direttrice artistica di Dior. E per l’importante sfilata Dior Cruise 2021 è stata, per volere della direttrice artistica, la protagonista tra gli ospiti alla sfilata.

È la prima volta che Dior non sfila a Parigi e ha scelto proprio Lecce, terra dove affondano le radici della famiglia di Maria Grazie Chiuri e una delle città italiane su cui si teme di più la ripercussione negativa del Coronavirus e del lockdown da un punto di vista di affluenza del turismo. Il profilo della maison ha dedicato due video emozionali di presentazione dell’evento che mostrano i tesori culturali e paesaggistici della città del Salento.

Le colpe di Chiara Ferragni

Tuttavia sembra che le colpe di Ferragni non siano le sue abilità come imprenditrice o ambasciatrice del suo brand, bensì una colpa atavica: quella di essere giovane e donna. Non a caso negli attacchi si leggono tantissime menzioni dispregiative delle sua caratteristiche fisiche, insulti feroci di tipo personale: attacchi purtroppo legati a un discorso misogino.

Se è una colpa essere donna, giovane e di successo, Chiara Ferragni è colpevole. 

youtube la vita in un giorno

25 luglio. YouTube ti invita a far parte di uno storico documentario globale

  • YouTube lancia un nuovo lungometraggio partecipativo globale prodotto da Ridley Scott e diretto da Kevin Macdonald.
  • Per partecipare, il prossimo 25 luglio dovrai riprendere la tua giornata e raccontare cosa per te è importante in questo 2020.

 

“Il 25 luglio 2020, riprendi la tua giornata: potresti entrare a far parte di uno storico documentario di portata globale, prodotto da Ridley Scott, diretto da Kevin Macdonald e girato da te. Preparati a partecipare”.

Eccolo l’invito di YouTube a tutti gli utenti per una operazione globale che arriva a 0 anni dal primo esperimento di questo genere.

Il 2020 è un anno che passerà alla storia. Dagli incendi boschivi in Australia ai disordini civili a Hong Kong. Dalla pandemia che ha distrutto tante vite preziose e trasformato il modo in cui viviamo alle proteste del movimento Black Lives Matter che hanno infiammato ogni angolo degli Stati Uniti (e del mondo). Ogni evento ha contribuito a renderlo un anno storico.

youtube la vita in un giorno

Tuttavia, nel mezzo di questi avvenimenti straordinari, la vita di tutti i giorni continua ad andare avanti. E noi continuiamo a condividerla online.

“Balliamo. Ridiamo. Piangiamo.
Amiamo. Abbiamo paura. Speriamo.

E se catturassimo tutti questi istanti e sentimenti nell’arco di una sola giornata?”.

Il progetto di YouTube è semplice: sabato 25 luglio 2020, riprendi la tua giornata e carica il tuo filmato, potresti entrare a far parte di questa capsula del tempo dell’anno 2020.

Come si partecipa

La partecipazione è aperta a tutti e i contenuti inviati da ogni angolo del pianeta verranno intrecciati insieme per realizzare un lungometraggio prodotto da Ridley Scott, diretto da Kevin Macdonald e girato anche da te, che verrà presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2021.

Le iscrizioni apriranno il 25 luglio e chiuderanno il 2 agosto.

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youtube la vita in un giorno

Il primo esperimento nel 2010

Già nel 2010, decine di migliaia di persone avevano preso in mano la propria videocamera per rispondere all’invito di mostrare la loro giornata.

Con oltre 80.000 clip inviati da 189 paesi, La vita in un giorno era diventato il progetto cinematografico partecipativo più grande mai realizzato. Kevin Macdonald e il suo team hanno tratto dalle 4.500 ore di filmato un lungometraggio di 90 minuti che è stato proiettato in prima assoluta al Sundance Film Festival del 2011 e su YouTube, ricevendo nel frattempo più di 16 milioni di visualizzazioni.

Cosa raccontare a YouTube

L’idea è di ripetere questo esperimento in questo anno così particolare: il 25 luglio, prendi la tua videocamera o il tuo smartphone e riprendi la tua giornata.

Potresti registrare la tua giornata tipo con lavoro, famiglia e amici oppure condividere un evento speciale, ad esempio il giorno del tuo matrimonio, importanti novità in arrivo o la nascita di un bambino. Potresti mostrare il tuo graduale ritorno alla normalità o qualcosa per cui stai lottando.

In alternativa, potresti decidere di riprendere una persona che trovi interessante e immortalare tutto il suo 25 luglio.

L’invito è quello di partire da queste quattro domande:

  • Cosa ti sta a cuore?
  • Di cosa hai paura?
  • Cosa vorresti cambiare nel mondo o nella tua vita?
  • Cosa ti porti dietro di quest’anno?

La cosa più importante è dare una testimonianza personale. Condividi quello che conta ai tuoi occhi, perché questo è il tuo film.

Le iscrizioni saranno aperte dal 25 luglio al 2 agosto. Alla chiusura delle iscrizioni, un team di ricercatori ed editor esaminerà i clip ricevuti. Se il tuo filmato verrà utilizzato nella versione finale del film, ti contatteremo più avanti nel corso dell’anno.

YouTube fornisce anche una serie di indicazioni tecniche e consigli per le riprese, che puoi leggere qui.

Intanto puoi riguardare il progetto del 2010 per trovare l’ispirazione.

islanda campagna

Hai voglia di urlare? Vieni in Islanda. Ecco l’ultima campagna dell’ente per il turismo

  • Secondo un sondaggio condotto per Inspired by Iceland in altri paesi circa il 40% degli intervistati ha riferito di sentire sintomi di stress dovuti a Covid-19.
  • L’ente per il turismo islandese sta invitando le persone a sfogarsi facendo risuonare le proprie urla con un altoparlante in una zona remota del paese.

 

Le persone in tutto il mondo hanno trovato modi diversi per alleviare lo stress durante la pandemia di coronavirus. Alcuni hanno provato a correre, a fare giardinaggio, a fare puzzle, a cucinare – ma che dire delle urla?

L’ente per il turismo islandese sta invitando le persone a sfogarsi facendo risuonare le proprie urla con un altoparlante in una zona remota del paese. L’ultima campagna, sviluppata dalle agenzie sorelle SS+K e M&C Saatchi U.K., mostra diverse persone frustrate in situazioni di lockdown, che fissano la TV ma non trovano nulla di buono da guardare, che faticano a completare un puzzle e che si tagliano male i capelli da soli. Mentre ognuno di loro emette un urlo, viene trasportato nella nazione nordica.

islanda campagna tursimo

Secondo un sondaggio condotto per Inspired by Iceland in altri paesi circa il 40% degli intervistati ha riferito di sentire sintomi di stress dovuti a Covid-19 e il 37% ha dichiarato che la condizione attuale del mondo sta avendo un effetto negativo sul benessere mentale.

Così in sette diverse località in tutto il paese sono stati allestiti sette amplificatori per trasmettere le urla che è possibile registrare da un sito web dedicato all’iniziativa.

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campagna tursimo islanda

Gli altoparlanti nella natura in Islanda

Si possono trovare nei pressi della cascata Skógarfoss, nell’Islanda meridionale; sotto il ghiacciaio Snæfellsjökull, nell’Islanda occidentale; sulla spiaggia di Rauðisandur nei fiordi occidentali; e sull’isola di Víðey al largo della costa di Reykjavík. I partecipanti, poi, ricevono un video del loro urlo che viene trasmesso in una delle località.

“Vogliamo attirare l’attenzione dei potenziali turisti sul fatto che è relativamente sicuro viaggiare in Islanda e che qui si può sperimentare una natura bellissima senza folla, cosa che pensiamo la gente cercherà quando l’interesse per i viaggi aumenterà di nuovo”, ha dichiarato il direttore del programma turistico di Promote Iceland, Sigríður Dögg Guðmundsdóttir.

“È importante attirare l’attenzione sui vantaggi dell’Islanda adesso. La gente sogna il momento in cui sarà possibile viaggiare di nuovo e persino pianificare viaggi nel prossimo futuro. Noi vogliamo far parte di questa conversazione”.

islanda

Alcuni islandesi si sono rivolti ai social media per esprimere il loro disappunto nei confronti dell’approccio utilizzato dalla campagna, alcuni l’hanno definita sciocca e fuori dal contatto con la realtà islandese. Altri temono che i suoni emessi dagli altoparlanti rovinino la calma e la quiete che rende la natura islandese così attraente, con alcuni che minacciano persino di spegnere semplicemente gli altoparlanti se daranno fastidio.

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L’effetto terapeutico di un urlo

Un disclaimer della campagna ricorda ai partecipanti che urlare può essere terapeutico, ma è solo “un punto di partenza”. Se si ha bisogno di un sostegno per la salute mentale è indispensabile cercare un aiuto professionale.

Zoë Aston, terapeuta e consulente per la salute mentale, ha offerto in proposito consigli per chi volesse partecipare all’iniziativa e urlare. Alcuni dei suoi consigli includono la scelta del tipo di urlo da usare – volume, parole o respiro – stare in piedi con i piedi alla stessa larghezza dei fianchi, piegare leggermente le ginocchia, rilassare le spalle, urlare spingendo dalla pancia fuori l’aria e seguire il proprio istinto.

 

CREDITS

SS+K
Partner: Lenny Stern
Executive creative director: Stevie Archer
Managing director, production and operations: John Swartz
Agency and client lead: Amy Frisch
Account director: José Salgado
Agency producer: Craig von Wiederhold
Creative director: Daniel Bremmer
Senior strategist: Elena Claro
Managing director, strategy group: Kevin Skobac

M&C Saatchi UK
Senior copywriter: Camila Gurgel
Senior art director: Ieva Paulina:

Peel
Managing directors: Magnús Magnússon, Egill Thordarson
Designer: Einar Guðmundsson
Animator: Arnar Jónsson

M&C Saatchi TALK (Global PR Hub)
Global managing director: Chris Hides:
Director: Sophie Hayes
Senior associate director: Lauren Hunt-Morgan
Senior account manager: Jade Beaty
Account manager: Maia Quinn

Firefall
Founder, chief technologist: Scott Park
Producer: Nancy Tran

Skot Productions
Directors: Samuel & Gunnar
Executive producer: Hlynur Sigurðsson
Head of production / producer: Birna Paulina Einarsdóttir.

macbook

Apple potrebbe lanciare due MacBook con processori ARM già nel 2020 (e la rivoluzione è appena iniziata)

  • Durante il WWDC 2020 Apple aveva già annunciato il passaggio dei processori su Mac da Intel agli ARM.
  • Secondo quanto riferito da The Next Web, Cupertino sta pianificando due MacBook con i nuovi processori già per la fine dell’anno.

 

Il divorzio tra Intel e Apple è appena agli inizi. Ecco la più grande novità introdotta con il WWDC del 2020, il consueto appuntamento annuale dedicato agli sviluppatori ed incentrato sulle novità software delle proprie piattaforme.

Decisamente l’evento che tutti gli sviluppatori aspettavano e le novità introdotte sono state davvero innumerevoli, per gran parte dei dispositivi firmati Apple: dell’iPhone, al Watch, sino a coinvolgere il settore computer.

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Nell’aria si respirava già da tempo l’arrivo imminente di importanti novità, ma nessuno o quasi si aspettava un passaggio epocale di questo genere. In molti aspettavano un restyling di iMac, ma così non è stato. A Cupertino è stata svelata la più grande novità di quest’anno: il passaggio dei processori su Mac da Intel agli ARM.

Questi nuovi processori, cugini molto lontani di quelli già utilizzati sui dispositivi portatili di Apple come iPhone e iPad, determineranno una profonda rivoluzione del mercato dei computer.

Il primo su tutti sarà l’inevitabile interruzione dello sviluppo di software delle più importanti software house, altre conseguenze invece riguarderanno strettamente le performance delle macchine, che potrebbero migliorare ad esempio l’autonomia e attrarre nuovi segmenti di mercato. Le risposte a questi ed a ulteriori dubbi saprà fornircele soltanto il tempo.

Già pronti due MacBook

Secondo quanto riferito da The Next Web, Apple sta pianificando due MacBook con processori ARM già per il 2020.

L’analista Apple Ming Chi Kuo ritiene che si tratterà di un MacBook Pro da 13,3 pollici e un nuovo MacBook Air con i chip della casa madre, mentre i due modelli pro da 14 e 16 pollici arriveranno l’anno prossimo.

Si dice anche che Apple annuncerà un iMac riprogettato con un design più simile all’iPad Pro quest’anno, anche se probabilmente non presenterà un processore ARM nel 2020.

I nuovi processori ‘Apple Silicon’

Nasce questo nuovo termine: l’Apple Silicon. Sono stati così definiti i nuovi processori di Cupertino che presto sostituiranno i consueti Intel. In Apple è stata evidenziata una profonda esperienza e studio del settore, che permetterà di produrre processori ad alta prestazione.

apple macbook

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Architettati ad hoc per i propri prodotti, i chip Apple comporteranno un minor consumo energetico, minori costi di produzione, maggior controllo sull’intera architettura dei componenti.

Durante il WWDC sono state presentate anche alcune applicazioni demo, che mostrerebbero la potenza degli ARM e che confermerebbero la capacità di questi chip di offrire un’esperienza d’uso appagante, come: Final Cut, Affinity Photo e Cinema 4D, tutti applicativi molto richiesti dagli utenti Apple.

Ultimo aspetto molto interessante sarà la dimensione di questi chip, varierà in base alle caratteristiche delle macchine sulle quali verranno montati. Dunque molto efficienti ed energivori per Mac più grandi. Più compatti, silenziosi e meno caldi per portatili e dispositivi più piccoli.

Tempistiche e dettagli dei chip Apple

Il cambiamento annunciato durante le WWDC se da un lato ha notevolmente scosso il mercato, dell’altro non ha placato i malumori degli analisti che durante l’evento non sono riusciti a carpire molti dettagli tecnici per offrire fiducia nel futuro dei Mac sia agli utenti che agli sviluppatori di tutto il mondo, che da oggi potranno (e dovranno) servirsi di un nuovo ambiente di sviluppo firmato interamente Apple.

Il passaggio da Intel agli ARM sarà graduale ma già verso la fine di quest’anno, dovremmo poter verificare ed analizzare le conseguenze della scelta.

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Amazon lancia il Dash Cart: un nuovo modello di carrello intelligente

Amazon espande la sua impronta nel mondo reale con uno strumento fisico unconventional. Si chiama Dash Cart ed è una versione intelligente del classico carrello della spesa da supermercato.

È dotato di touchscreen e altre componenti hardware per rilevare automaticamente quali oggetti si inseriscono all’interno e persino quanti prodotti uguali hai scelto dallo scaffale. Quando hai finito di fare acquisti, ti è permesso portare il carrello attraverso una corsia speciale che controlla tutto in digitale senza la presenza di un addetto umano.

Da anni l’azienda cerca di applicare quanto acquisito dallo sviluppo di prodotti basati su Alexa agli store fisici, anche grazie all’acquisizione di Whole Foods e alla crescente rete di negozi Amazon Go (cashless). Tali sforzi stanno ora portando a prodotti ibridi che collegano il digitale e il fisico.

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Dall’Amazon Go al Dash Cart: come cambia la strategia del gigante dell’eCommerce

Il Dash Cart arriverà per primo nel negozio di alimentari di Amazon nel quartiere di Woodland Hills a Los Angeles. Il negozio, confermato per la prima volta l’anno scorso, non è un Amazon Go, il che significa che non ha telecamere, sensori e altre apparecchiature integrate nel soffitto per rilevare automaticamente gli oggetti che togli dagli scaffali.

Questo è un supermercato “normale”, come quelli in cui tutti facciamo acquisti ogni giorno, solo che ha carrelli della spesa fatti appositamente per l’uso tecnologico.

Il negozio è attivo e funzionante per soddisfare gli ordini di generi alimentari online, ma lo spazio fisico non è ancora aperto al pubblico; Amazon afferma che punta ad aprire il negozio entro la fine dell’anno. Il negozio si unisce alla rete Whole Foods di Amazon e al suo negozio di alimentari Amazon Go di formato più grande, aperto a Seattle a febbraio.

Non è chiaro perché Amazon stia optando per un negozio più tradizionale, visti i suoi oltre due dozzine di negozi Go. Da un lato, potrebbe essere perché il modello Go è difficile da ridimensionare alle necessità di un negozio di alimentari più grande della classica drogheria. La nuova sede di Woodland Hills si trova infatti sul sito di un ex Toys “R” Us , che è sicuramente molto più grande di un Amazon Go.

C’è poi un’ulteriore domanda relativa alla privacy: forse l’approccio di monitoraggio e sorveglianza del formato Go non è appetibile come quello di un carrello intelligente che un consumatore deve scegliere di utilizzare.

Detto questo, sembra che ridimensionare il suo approccio senza casse, sia dal punto di vista della privacy sia da quello tecnico, una sfida che Amazon sta cercando di superare, e il carrello è lo strumento giusto per farlo in modo gestibile e scalabile rapidamente.

Come funzionerà il Dash Cart

Per ora, l’azienda non è pronta per utilizzare la tecnologia Dash Cart per grandi spese. Quindi il dispositivo può gestire fino a circa due buste di articoli, ma non può essere utilizzato per una spesa familiare che arriva a riempire per intero il carrello. Ciò significa che il negozio di Woodland Hills avrà carrelli standard e corsie di pagamento standard per tutti i clienti che acquistano più di quello che il Dash Cart consente.

dash cart amazon

Come spiegato da The Verge , il Dash Cart grazie a telecamere, una bilancia e sensori di visione e peso computerizzati può determinare non solo il tipo di articolo, ma anche la quantità.

Il carrello elabora l’ordine solo alla fine del percorso nel supermercato e solo dopo aver effettuato l’accesso al proprio account Amazon. Il carrello ha anche uno scanner coupon integrato e supporta la funzionalità di liste della spesa di Alexa.

Quando finisci di fare acquisti, poi, le corsie Dash Cart dedicate ti consentono di uscire dal negozio senza dover gestire i pagamenti.

Se il Dash Cart dovesse essere un successo tra i consumatori, Amazon potrebbe lanciare questo modello anche altrove, rivoluzionando anche la spesa di tutti i giorni, dopo aver trasformato il nostro modo di fare shopping online.

Celebrities Culture: la fine di un’era?

  • Tra la fine degli anni novanta e primi duemila le celebrities hanno influenzato opinioni e consumi.
  • L’era dei social ha reso queste persone più accessibili e creato la consapevolezza che le loro azioni possono influenzare i cambiamenti di domani, sociali e culturali.

 

Celebrities culture: un fenomeno nato agli inizi degli ’80, negli Stati Uniti, grazie al canale musicale MTV ha reso la vita di cantanti e icone pop più glamour, determinando l’inizio l’era del culto dell’immagine.

Durante la fine degli anni novanta e i primi anni duemila, abbiamo assistito ad una crescita continua del mercato delle celebrità, la cui influenza ha toccato tutti gli aspetti della vita televisiva e non.

L’arrivo di internet, e soprattutto dei social media, ha poi amplificato il panorama delle star, determinando l’arrivo delle cosiddette self-made celebrities.

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Nuove star che, attraverso la continua esposizione, non solo della propria immagine ma anche delle proprie qualità o idee imprenditoriali, hanno dato il via al fenomeno (e all’industria) degli influencer.

Le star dunque non sono persone solo ricche ma, in particolare per il pubblico americano che ha dato vita a questa “evoluzione pop del divismo”, ma personaggi che hanno ottenuto (e saputo gestire) l’attenzione delle persone influenzandone opinioni e consumi.

Pensiamo solo al settore del fashion, e a come la moda dei primi anni duemila sia stata fortemente influenzata dalle scelte di stile di numerosi cantanti.

Celebrities culture: la fine dell’apparenza

La pandemia non ha risparmiato nessuno dal distacco netto ed improvviso dalla realtà vissuta fino al giorno prima.

E così come ha cambiato i nostri consumi e il nostro modo di vivere, ha reso le vite tutte uguali tra le mure di casa.

Il culto delle celebrità si è sgretolato a poco a poco durante i periodi di lockdown: le persone hanno considerato il modo di agire di tanti loro idoli poco coerente con la realtà.

Diversi personaggi famosi si sono trovati spiazzati, vedendo i loro milioni di fan non apprezzare più la loro immagine, ma anzi reputare le loro azioni offensive e non coerenti con il mondo il reale, nonostante lo #StayPositive o l’#AndraTuttoBene.

Dalla cultura dell’immagine alla cultura dei valori

La domanda è: abbiamo ancora bisogno del mondo di apparenze a cui eravamo abituati prima?

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Ad oggi non c’è una risposta corretta: non è pensabile per le star né rimanere in silenzio prima che passi la tempesta, né dare consigli senza agire veramente.

La comunità nell’era dei social non dimentica i fatti e le azioni concrete.

Diversi brand hanno scelto di agire e anche per le celebrità è venuto il momento della cultura del fare.

Fare non vuol dire invitare i propri fan a compiere un azione o a prendere una posizione restando in disparte ma esserci in prima persona. L’era di Internet ha fatto emergere una nuova tendenza: quella del self-made.

“Metterci la faccia”, portare avanti una causa o un ideale non solo per dimostrare di esserci, ma credendo davvero che la loro immagine possa contribuire al cambiamento.

Il fenomeno delle star ha un potere sulla società di grande valore perché può influenzare il pensiero di molti e stimolare un cambiamento; lo sforzo di queste persone dovrebbe spostarsi da un obiettivo solo di consumo, verso uno stimolo nel portare un cambiamento nella società in cui vivono.

Finora un grande esempio in questo senso è stato quello del movimento #MeeToo, che vedeva però coinvolte in prima persona tante celebrità nello scandalo. La partecipazione attiva alla protesta era quindi una scelta con una chiara consequenzialità.

I social media hanno avuto il potere di abbattere un muro invisibile tra le star e noi: possiamo vedere come vivono, possiamo interagire con loro. Allo stesso modo perché il fenomeno muti e sopravviva, anche le celebrities devono esporsi ed essere umane. Combattere in modo genuino per gli ideali, mostrarsi per quello che sono, fragilità comprese.

Twitter

Il nuovo progetto segreto di Twitter è una piattaforma in abbonamento

Twitter sta preparando una sorta di servizio in abbonamento per la sua piattaforma e sta reclutando ingegneri per lavorarci. Finora si sa davvero poco sul progetto di subscription, ma il potenziale potrebbe essere straordinario.

In un annuncio di lavoro sul sito di Twitter per ingegneri software senior full-stack si legge che il lavoro riguarda “un nuovo team, nome in codice Gryphon”.

L’annuncio descrive quindi il progetto: “Stiamo costruendo una piattaforma di abbonamento, che potrà essere riutilizzata anche da altri team in futuro. Questa è la prima volta per Twitter! ” L’ingegnere lavorerà con il team di Twitter.com e Payments. La descrizione originale della posizione aperta è poi stata modificata per dire semplicemente che la società è alla ricerca di un “ingegnere Android” e ora non si fa menzione di Gryphon.

Le ipotesi su Twitter in abbonamento

Per ora sappiamo quindi che il Team Gryphon lavorerà su una piattaforma di abbonamento che a differenza di qualsiasi altro precedente servizio su TwitteR avrà una meccanismo di pagamento integrato.

Tra le ipotesi sul nuovo servizio di subscription di Twitter vi è una sorta di versione premium del sito. Twitter è principalmente conosciuto come social media che guadagna dall’advertising e dietro questa mossa potrebbe esserci la scelta di capitalizzare con nuove idee in un momento di irritazione generale verso la pubblicità sui social da parte di brand e utenti.

twitter

Un’altra possibilità è che Twitter stia lavorando a un servizio di abbonamento simile a Patreon che si rivolge al rapporto tra utenti. Quindi in futuro ci si potrebbe iscrivere a un account Twitter superiore per ricevere un qualche tipo di vantaggio. Non ci sono molte prove a favore di questa ipotesi, eccetto una frase nell’elenco di requisiti su LinkedIn che ricorda tra le priorità per questa figura il desiderio di: “aiutare gli utenti a raggiungere i propri obiettivi”.

Intanto, anche il mercato azionario ha preso atto della possibile novità facendone salire la quotazione: la CNBC riporta che le azioni di Twitter sono saltate dopo che è stata scoperta per la prima volta questa notizia.

Week in Social: dalle nuove funzioni di WhatsApp Business agli annunci su TikTok

Puntualissime, anche questa settimana, le ultime novità dal mondo dei social che non puoi assolutamente perdere.

Pronto a scoprire cosa ci riserva il fantastico mondo di Facebook, TikTok, LinkedIn & co.? Cominciamo!

I nuovi update per far trovare la tua azienda su WhatsApp

Oltre ad implementare le nuove funzioni Shopping di Facebook e Instagram, Mark Zuckerberg sta rapidamente espandendo la sua strategia eCommerce anche all’interno di WhatsApp.

Così, già da questa settimana, la tua azienda può contare su due nuove funzionalità per promuovere al meglio la propria presenza  sulla piattaforma.

Come?

Prima di tutto, crea il tuo QR code business e inseriscilo sul packaging, le etichette dei prodotti, o i materiali promozionali relativi al tuo business.

Come spiegato da WhatsApp:

In passato, quando le persone si imbattevano in un’attività che trovavano interessante, dovevano aggiungere il numero WhatsApp ai contatti prima di avviare una chat. Ora, possono semplicemente scansionare il QR code che l’azienda espone sull’insegna, sulla confezione prodotto o sulla ricevuta e contattarla”.

Inoltre, WhatsApp ha aggiunto i link al servizio catalogo, una nuova funzione che ha lo scopo di agevolare la condivisione delle schede prodotto aziendali tra i vari utenti.

“Da ora, per condividere un catalogo o un articolo è sufficiente copiare il link e inviarlo su WhatsApp o su altri social”.

LEGGI ANCHE: Come funzionano e come utilizzare i cataloghi dei prodotti per WhatsApp Business

TikTok estende il suo servizio di annunci self-service a tutti i business

Pochi giorni fa, TikTok ha reso noto il lancio della sua piattaforma di annunci self-service a livello globale.

Le soluzioni pubblicitarie self-service di TikTok offrono ai marketer gli strumenti per attingere ai contenuti creativi della community, raggiungere un nuovo pubblico e ottimizzare gli investimenti attraverso una piattaforma semplice ed intuitiva”.

Se già gestisci campagne pubblicitarie attraverso altri social media, il servizio di self-service TikTok ti sembrerà molto familiare.

Come puoi osservare, le opzioni di creazione delle sponsorizzate, sono sempre le stesse, inclusi campagne e gruppi di annunci, opzioni di targeting, budget e pianificazione, ecc.

A questo si aggiungono gli strumenti creativi automatizzati come i modelli dei video e i tool di auto-editing, tutti processi utili a semplificare la creazione di contenuti personalizzati e rendere le tue campagne più dinamiche attraverso una combinazione di contenuti fissi e video.

Facebook lancia corsi gratuiti dedicati al community management

In arrivo in casa Facebook l’ultima novità per i social media manager: una serie di corsi gratuiti su Blueprint dedicati al community management.

Il programma copre una serie di elementi chiave, tra cui:

  • Creare una comunità online – definire gli i valori e gli obiettivi della community.
  • Best practice per la gestione delle audience – compreso lo sviluppo del brand, il lancio della community e la promozione di partnership
  • Fornire contenuti pertinenti: monitorare i trend emergenti e pianificare attività mirate.
  • Creare engagement: strategie e strumenti per promuovere il coinvolgimento del pubblico.

Open To Work e Offerig Help: come cercare e far trovare lavoro su LinkedIn

In un recente articolo del suo blog, il colosso di Microsoft lancia Open To Work, una nuova funzione dedicata a chi cerca lavoro o vuole supportare la ricerca altrui.

“Attivando l’opzione, la tua foto profilo verrà aggiornata con una cornice verde denominata #OpenToWork, in modo che chiunque veda il tuo profilo sappia che sei aperto a nuove opportunità di lavoro.

Per aggiungere la cornice #OpenToWork, segui questi tre semplici step.

  • Clicca sulla tua foto profilo e seleziona l’opzione “Mostra ai recruiter che sei aperto al lavoro”
  • Inserisci le tue preferenze sulla posizione lavorativa che cerchi e la relativa categoria di appartenenza
  • Attraverso l’opzione “scegli chi può vedere che cerchi lavoro” decidi chi può visualizzare la tua disponibilità: solo i recruiter o tutta la comunità LinkedIn.

Se non sei interessato a nuove opportunità lavorative, puoi sempre dare una mano agli altri.

Ecco come. Inizia un nuovo post e fai clic sul pulsante “Offri aiuto”posizionato in basso a destra del composer LinkedIn: ti verrà fornito un elenco di opzioni tra cui scegliere in che modo stai cercando di fornire supporto.

  • #OfferingHelp: aiuto generale, career coaching
  • #OfferingHelp: referral
  • #OfferingHelp: revisione curriculum

Di seguito, alcuni esempi concreti di utenti LinkedIn che hanno già usato questa opzione.

La nuova reaction “Support” di LinkedIn

Nello stesso blog post, LinkedIn annuncia il rollout della nuova reaction “Support”, un’ opzione di risposta emoji che offre un ulteriore modo per interagire con i post, in particolare  con quelli relativi al COVID-19, per i quali una risposta come “Like” o “Insightful” non sembra davvero appropriata.

Questo update sottolinea ancora una volta quanto le reaction rappresentino un trend in forte ascesa, un modo di comunicare sempre più diffuso che, ovviamente, le varie piattaforme puntano ad implementare.

aw lab

AW LAB annuncia la finale del contest IS ME Music Edition

L’edizione 2020 di AW LAB IS ME Music Edition, la seconda del contest ideato da AW LAB, è stata la prima nel suo genere totalmente gestita in live streaming.

La partecipazione degli aspiranti artisti ha raggiunto il record, in soli tre mesi, di 5.000 adesioni tra Italia e Spagna, segnando il nuovo orizzonte dei talent show musicali on-line.

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aw lab music

La finale

Martedì 14 luglio dalle 18.00 alle 19.00 si terrà la finale, ripresa in diretta streaming da un innovativo studio che, grazie ad una particolare scenografia, renderà immersiva l’esperienza dei protagonisti e degli spettatori.

I nove finalisti, di cui 5 ragazze, si sfideranno in diretta dinnanzi ad una giuria d’eccezione composta dagli special guest dell’evento Dani Faiv, Ensi e Low Kidd, dai manager dei top brand internazionali di sneaker adidas, Diadora,
Nike, Puma e dal management di Sony Music.

I concorrenti verranno anche giudicati dal pubblico collegato in streaming, una vera e propria giuria popolare che potrà dire la sua tramite un link web che sarà comunicato in diretta, incidendo sul risultato finale.

Oltre al premio principale, si concorrerà per il Premio #PLAYWITHSTYLE, che
consentirà al pubblico di votare il miglior video tra tutti i partecipanti al contest, e per la nuova categoria #LOUDER, nata dall’iniziativa promossa da AW LAB durante il Pride.

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E per i vincitori?

Il vincitore di AW LAB IS ME Music Edition 2020 coronerà il sogno di produrre il proprio singolo grazie all’art direction di Low Kidd, di poterlo distribuire con il supporto di SONY MUSIC e promuoverlo insieme ad AW LAB che si occuperà della produzione del video clip.

Ecco i nomi di tutti i ragazzi che si sfideranno il 14 luglio: Malalingua, Cleo, Matteo Sica, Adrianaiè, Gabriel Jonah, Giordana Petralia, Rosie Neko, Zangel e Aroxa.

Questi ultimi in collegamento dalla Spagna. I loro singoli sono già ascoltabili su Spotify nella playlist IS ME targata Sony.

Per seguire la finale in diretta basta collegarsi alla pagina Instagram di AW LAB @awlab

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Nasce illimitHER, un programma di diversity e inclusion per valorizzare il potenziale delle giovani donne

illimity lancia “illimitHER”, programma di Diversity & Inclusion che nasce sotto il segno dell’innovazione digitale di STEM in the City per promuovere la cultura STEM e ispirare i giovani, in particolare le ragazze, a intraprendere strade coraggiose e alternative sia negli studi che nel lavoro.

Il programma intende creare occasioni di contatto tra le più giovani e le figure di ispirazione, in particolare donne under 35 che si sono distinte nel loro percorso personale e professionale sfruttando la vicinanza generazionale per realizzare connessioni ancora più profonde.

L’obiettivo è quello di trasferire e condividere conoscenze e competenze utili ad abilitare una nuova generazione di donne pronte a entrare in un futuro sempre più pervaso dalla trasformazione digitale.

Isabella Falautano, Chief Communication & Stakeholder Engagement Officer di illimity ha commentato: “Siamo orgogliosi di dare il via a illimitHER, progetto in cui crediamo fortemente e che nasce come iniziativa di ecosistema tra partner che credono nelle nuove generazioni e nell’importanza di sbloccare il potenziale dei giovani e, soprattutto, delle giovani. Con una percentuale di solo il 18% di ragazze iscritte alle Facoltà Stem*, riteniamo che il supporto e la vicinanza, anche generazionale, delle nostre Role Model sia fondamentale per ispirare tutte coloro che entrano nel mondo dello studio e del lavoro. Vogliamo che l’inclusione sia sempre più diffusa a vantaggio non solo delle donne, ma di tutti”.

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Gli appuntamenti di illimitHER

illimitHER nasce in collaborazione con associazioni e iniziative attive sui temi di Diversity & Inclusion: STEM in the City, SheTech, Young Women Network, Unstoppable Women di StartupItalia e della formazione delle nuove generazioni: Smart Future Academy, BAM Biblioteca degli Alberi Milano, Scuola di Politiche.

Sono tante le iniziative e le occasioni di confronto previste nei prossimi mesi. Gli eventi fisici e digitali saranno aperti a tutti e si terranno ogni mese su molteplici temi: scienza, imprenditorialità, sostenibilità, digitale e finanza.

Il primo appuntamento si terrà il 21 luglio alle ore 17:00 e vedrà come protagonista Diva Tommei, biotecnologa, inventrice, imprenditrice – che si è formata alla Cambridge e alla Singularity University – e oggi Direttrice di Eit Digital Italia, una innovation factory per startup ad alto impatto tecnologico.

Diva è tra le 50 donne della tecnologia più influenti d’Europa, è l’unica italiana nella “Top Women in Tech” di Forbes e sarà intervistata da Felice Florio, classe 1993, una delle voci narranti di illimitHER e giornalista della redazione Open.

Il webinar sarà visibile sulla pagina LinkedIn della banca e sulle piattaforme dei partner ed è dedicato a tutte le giovani donne che, se vorranno, potranno interagire con la speaker.

Il secondo evento, a settembre, sarà una “illimitHER marathon” organizzata in collaborazione con BAM Biblioteca degli Alberi Milano – spazio pubblico attivo sul tema dell’inclusione e della gender equality – che ospiterà personalità di spicco di diversi mondi, dalla scienza all’istruzione, dalla fisica all’imprenditoria, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e gli SDG dell’ONU condivisi.