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Digital PR: competenze e attività strategiche di un ruolo cruciale dopo il lockdown

  • La figura del Digital PR sarà sempre più fondamentale in azienda
  • Per Digital PR si intende l’insieme delle attività strategiche di relazione verso tutti gli stakeholder di un’azienda attraverso i media digitali
  • Le competenze del professionista di quest’area devono svilupparsi in ottica T-shaped su tutte le aree della comunicazione digitale

 

“Se mi rimanesse un solo dollaro del mio budget di marketing, lo spenderei in PR”. L’avevate mai sentita? Questa famosa citazione è attribuita a Bill Gates e rappresenta molto bene quello che dovrebbe essere il ruolo delle PR all’interno delle attività messe in campo da ogni azienda – ancora di più in un momento delicato come questo.

Nell’ultimo decennio, mentre il digital marketing avanzava la sua scalata verso il podio di must-have skill, questa parte fondamentale del communication mix è stata relegata per lo più alla produzione di comunicati stampa, nel caso migliore, o soppressa, nel peggiore.

Nel mentre, però, si è contaminata evolvendosi nella sua versione digitale ed è pronta a riprendersi il palcoscenico.

La figura del Digital PR è infatti da tempo tra le più richieste delle aziende, ma dopo questo periodo di lockdown diventerà fondamentale. Il perché è semplice: il cambio di paradigma nel modo in cui abbiamo iniziato a comunicare – da un approccio più marcatamente commerciale alla costruzione di relazioni con gli utenti – non avrà un facile dietro-front, dunque la presenza di skill strategiche dedicate a questo sarà indispensabile.

Come tutte le nuove professioni, però, il Digital PR è continuamente oggetto di misunderstanding.
Se dovessimo basarci sulla maggior parte delle offerte di lavoro su Linkedin, al momento, la figura ricercata è un ibrido tra un addetto stampa bravo con il computer e un pr-qualcosa che passi molto tempo su Instagram. Ecco… non è proprio così. O meglio, è molto più di questo.

Che vuol dire, davvero, Digital PR?

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Un’attività di comunicazione strategica

Facciamo un passo indietro. A livello di mercato del lavoro spesso si indica per PR un’attività di comunicazione corporate, sviluppata però prevalentemente attraverso le relazioni con la stampa. In realtà la parte delle media relation è solo una delle leve di cui le Pubbliche Relazioni – o meglio, Relazioni Pubbliche – dispongono.

Per PR infatti si intende l’insieme di strategici processi comunicativi tesi a costruire rapporti e relazioni fra le organizzazioni e il loro target. L’ultima definizione ufficiale, data dalla Public Relation Society of America nel 2012, dice che le PR sono un processo di comunicazione strategica che costruisce relazioni reciprocamente vantaggiose tra l’organizzazione e tutti i suoi pubblici: non solo i media, dunque, ma anche tutti gli altri stakeholder, insieme anche a quelli che sono gli influencer e i decision maker.

Il professionista delle PR, di per sé, dovrebbe dunque avere alcune competenze di base: abilità di gestire rapporti interpersonali e di interpretare il contesto, ma anche capacità di scrittura, ideazione e gestione di eventi. Con l’avvento dei media digitali queste competenze non cambiano, ma si potenziano contaminandosi con altre più tattiche.

Il Digital PR per eccellenza è profondamente legato all’alta cultura e tradizione professionale delle relazioni pubbliche, ma contemporaneamente proiettato verso scenari digitali complessi che gli richiedono di impadronirsi di nuove, indispensabili, skill.

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Digital PR e competenze T-shaped

Non solo media relations, insomma, ma anche capacità di costruire progetti con i nuovi opinion leader (social influencer e blogger), di creare contenuti sui social media, di fare advertising e scrivere in ottica SEO.

Le Digital PR sono l’insieme di tutte le attività volte a raccontare l’azienda ai suoi stakeholder attraverso i media digitali: una professione profondamente strategica, che riesce a tenere le fila di tutte le azioni di coinvolgimento, comunicazione e relazione, facendole funzionare in sincronia. Un lavoro di coordinamento e dunque spesso manageriale in cui, molte volte, il professionista dev’essere in grado di dare un contributo specialistico – in ottica T-shaped.

Mai come in questo momento, insomma, le PR possono vivere la loro golden age e riprendersi il loro spazio nell’Olimpo della comunicazione e del marketing.

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Come condurre una vita digitale sana dopo il lockdown da Covid-19

  • Durante il lockdown abbiamo scoperto quanto le tecnologie digitali possano essere importanti nelle nostre vite;
  • L’iperconnessione ha però degli effetti collaterali: il nostro cervello è sempre in allerta;
  • Ecco 5 modi per ritrovare da subito il benessere nelle nostra vita digitale.

 

Tra le misure di contenimento che abbiamo vissuto per rallentare la diffusione del Coronavirus c’è stato il social distancing, ovvero il distanziamento sociale, consistente, ad esempio, nell’isolamento domiciliare, nella restrizione degli spostamenti e nella pratica del lavoro agile.

Abbiamo la fortuna, tuttavia, di vivere in un’epoca di iperconnessione e, nonostante la distanza fisica, abbiamo avuto modo di mantenere contatto con le persone della nostra vita. Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo speso del tempo in più per sfruttare l’enorme potenzialità del web: abbiamo comunicato da remoto con le più svariate applicazioni per le videochiamate; ci siamo informati su fonti di notizie più o meno attendibili; abbiamo fatto shopping online; ci siamo divertiti, magari davanti a una delle tante serie tv su servizi di streaming on demand. Abbiamo scoperto quanto Internet giochi davvero un ruolo importante nelle nostre esistenze.

Allo stesso tempo, gli effetti collaterali dall’utilizzo eccessivo di Internet si fanno sentire più forti che mai, anche ora che è terminato il lockdown da Covid-19. Tra questi, la dipendenza da smartphone o quella da shopping compulsivo online (acquisti spesso dettati dal panico), che hanno minato il benessere di molte persone creando stati emotivi fortemente ansiosi.

Non ce ne rendiamo conto, ma il nostro cervello è costantemente in uno stato di allerta quando navighiamo su Internet e in particolare sui social network: siamo continuamente in attesa di qualcosa (come un commento o una importante notizia della giornata) e ci troviamo a gestire una situazione di ansia elevata per tutta la giornata.

Come fare per ritrovare il benessere digitale dopo le misure restrittive contro il contagio da Coronavirus? Ecco, qui di seguito, cinque consigli per vivere meglio il rapporto con il web.

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Naviga attivamente

Il modo con cui ci relazioniamo al web è drasticamente cambiato rispetto al passato. Viviamo sempre più in modalità “stream” e l’esempio più eclatante è quando apriamo social network come Instagram e Tik Tok: la navigazione non è più attiva e la scoperta di immagini, video e argomenti non è più lasciata alla propria sete di informazioni e conoscenza.

Il consumo passivo di contenuti altrui e la partecipazione passiva alla rete, come afferma Carlo Mazzucchelli in La solitudine dei social networker si traduce in “minore benessere, ma anche in malessere, come noia, depressione e solitudine“.

Per condurre una vita digitale serena e ritrovare il benessere online dopo il Coronavirus è importante riacquistare un senso di controllo delle tecnologie digitali e non subirle più passivamente.

Si potrebbe, ad esempio, utilizzare il digitale per fare progetti per il futuro, per fare programmi o per organizzare qualcosa con gli altri.

Un altro consiglio è quello di valutare quanto tempo si passa in modalità passiva rispetto alla modalità attiva dove si è noi, e non il proprio schermo, ad avere il controllo del device. Esistono numerose app che misurano il tempo da noi trascorso su luoghi virtuali dove la navigazione potrebbe essere più passiva rispetto ad altri.

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Crea un ambiente di lavoro per focalizzarti al meglio

Il problema di chi si è trovato durante il lockdown, e probabilmente ancora si trova, a lavorare in smart working sono le numerose distrazioni ed interruzioni a cui si va incontro durante la giornata: chiamate, notifiche, messaggi possono minare il focus e condurre a stress, oltre che a un sovraccarico eccessivo di informazioni.

Come consiglia l’autore Alessio Carciofi in Digital Detox, la soluzione per ritrovare la concentrazione sui propri task e per ritrovare il benessere è quella di “eliminare o ridurre” le distrazioni “ridisegnando il proprio ambiente di lavoro”.

Si potrebbe, ad esempio, pensare ad una “stanza del silenzio“, una specifica stanza che viene usata solo ed esclusivamente per il lavoro. Tra le regole che ci si può imporre c’è, ad esempio, quella di non far entrare nessun componente della famiglia nella stanza dedicata al focus, magari comunicandolo con un cartello sulla porta. Soluzione semplice, ma che può “diminuire drasticamente la stanchezza ed aumentare la creatività“.

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Quando sei con qualcuno dimentica il cellulare

Ora che le misure di contenimento si sono fatte decisamente più blande e che è ritornata la possibilità di rivedere i propri congiunti ed i propri amici, bisogna godere al massimo del presente.

Un esercizio che si può mettere in pratica e che consiglia Marc Masip nel manuale “Disconnessi e felici” è quello di “dimenticare il cellulare quando si è con qualcuno“.

Si potrebbe, ad esempio, “non tenere il telefono in mano o sul tavolo per controllare eventuali chiamate e messaggi“. Anche se lo si fa, il linguaggio del nostro corpo potrebbe indicare che la nostra attenzione è indirizzata al telefono, creando disagio e poca fiducia da parte degli altri. Come fare? Bisogna sempre ricordare di dare attenzione alle persone con cui si è in quel momento.

Un altro esercizio consiste in un gioco di gruppo. Tutti i partecipanti devono lasciare il proprio smartphone al centro del tavolo per un certo periodo di tempo: chi lo tocca prima della fine del tempo incorre in una penalità. Ad esempio, può sparecchiare la tavola o lavare tutti i piatti.

L’obiettivo di questo esercizio è di far sì che si goda il presente al massimo e si ponga pienamente attenzione alla persona che si ha di fronte.

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Usa il digitale per aumentare le tue competenze

Per ritrovare il benessere digitale ed approcciarsi ad Internet senza ansia ed emozioni negative, si può approfittare delle numerose opportunità offerte dalla rete per fare formazione.

Questo periodo di lockdown ha visto il fiorire di webinar, seminari online che al momento sono uno dei pochi modi per continuare a fare didattica ed istruzione, appunto a distanza. Imparare nuove abilità e aumentare le competenze professionali tramite questi corsi online, può essere anche utile per aggiornare il proprio curriculum vitae.

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Riduci il consumo di informazioni

Le misure più restrittive per il contenimento del contagio ci hanno portato a passare molte ore in casa a leggere tante, troppe informazioni di attualità. Almeno una volta, in questo periodo di lockdown, abbiamo avuto a che fare con fake news, girate magari via Whatsapp o su social network come Facebook.

Un consiglio per ritrovare il benessere digitale dopo il lockdown da Covid-19 è quello di ridurre drasticamente il consumo di informazioni, magari solo ad uno o due “pasti informativi” al giorno.

Ancora più importante è cercare attivamente le informazioni, possibilmente da fonti attendibili.

Social Media Marketing

Social Media Marketing per ripartire: come continuare e quali strategie adottare

  • Secondo un recente rapporto della società di intelligence dei dati KalaGato il tempo medio trascorso su Facebook e Instagram è aumentato del 62%;
  • Nelle ultime settimane il Social Media Marketing è tornato ad essere il miglior strumento per le piccole aziende per promuoversi in un momento di profonda crisi.

 

Stiamo vivendo un periodo che ricorderemo a lungo e che andrà inevitabilmente a finire nei libri di storia.

Un cambiamento epocale nello stile di vita di tutte le persone del mondo, che ha provocato anche rivoluzioni irreversibili nel panorama dei media e soprattutto dei social media.

Avevamo vissuto anni di profonda crisi per le piattaforme social: dalla diffusione irrefrenabile di fake news, allo scandalo Cambridge Analytica, passando per i problemi legati ai nostri dati e alla privacy.

Poi durante la pandemia del Covid-19 qualcosa improvvisamente è cambiato. I social sono ritornati ad essere luogo di aggregazione, dove trovare notizie affidabili e certe, contenuti che ci permettessero di distrarci, formarci, ricongiungerci con persone fisicamente lontane.

Il Social Media Marketing è tornato ad essere il miglior strumento per le piccole aziende per promuoversi in un momento di profonda crisi, un canale per avvicinare nuovamente i brand alle persone, per comunicare in maniera semplice e diretta.

I social sono in poche settimane hanno letteralmente frantumato tutti i record per tempo trascorso sulle piattaforme.

Secondo un recente rapporto della società di intelligence dei dati KalaGato il tempo medio trascorso su Facebook e Instagram è aumentato del 62%, mentre TikTok ha registrato un aumento del 44%, LinkedIn un aumento del 27% e il tempo trascorso su Twitter è aumentato del 34% tra febbraio 5 e 29 marzo.

Un cambiamento veloce e repentino, che ha travolto i brand e le loro strategie di comunicazione. Una fase che ha richiesto capacità di adattamento alla situazione, pianificazione di nuovi contenuti e strategie, aumento della capacità di ascolto della community e nuovi servizi per gestire al meglio le richieste di utenti e clienti in maniera rapida e autorevole.

Indubbiamente questo 2020 rappresenterà per sempre uno spartiacque tra il pre e il post Covid-19 anche nel mondo della comunicazione e dell’utilizzo dei social media.

Per questo abbiamo cercato di individuare alcuni consigli utili da poter applicare nelle nostre strategie di Social Media Marketing nei prossimi giorni e nei prossimi mesi.

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Social Media Marketing per ripartire

Social Media Marketing: cosa fare e cosa non fare nel dopo-emergenza

Avere una chiara strategia di contenuto

I contenuti sono ritornati finalmente i veri protagonisti. Sì, gli utenti avevano più tempo per seguire i brand che amavano, ma è anche vero che durante la pandemia abbiamo assistito al ritorno della visibilità dei contenuti organici, segno che in realtà se pianifichiamo con più attenzione le nostre strategie di comunicazione sui social e creiamo contenuti che portano reale vantaggio nella vita delle persone, il gioco è fatto.

Sarà quindi ancora più importante in questi mesi pianificare con grandissima attenzione il nostro palinsesto di contenuti, individuando in maniera sempre più precisa i touchpoint e i relativi canali social da attivare.

Tenere sott’occhio tutte le news del giorno

Stiamo vivendo giorni intensi dal punto di vista delle informazioni che circolano ad una velocità impressionante su nuovi decreti, annunci o regole da seguire durante questa fase di emergenza.

È utile a tal proposito introdurre una buona pratica giornaliera, ovvero quello di revisionare ogni giorno ad inizio e fine giornata lavorativa, tutte le principali news per definire se e come alcune di queste notizie possano essere inserite nella strategia di comunicazione del nostro brand.

Questo ci permetterà di essere veloci nella produzione di eventuali contenuti per i social che possano essere interessanti per gli utenti con vantaggi significativi anche per la nostra brand reputation.

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Social Media Marketing strategie

Essere empatici

Il contesto attuale ha visto il susseguirsi di fasi che variavano tra ansia, preoccupazione, incertezza, speranza di una nuova normalità. È importante per questo motivo capire al meglio il contesto giornaliero adattando il tono di voce dei nostri contenuti.

Questo non significa necessariamente assumere un registro serio e istituzionale, ma semplicemente saper ascoltare la nostra community per avere il giusto tono al momento giusto.

Non è necessario menzionare esplicitamente il Covid-19 in tutti i nostri contenuti, ma bisognerebbe prendere in considerazione come il tono delle nostre didascalie potrebbero essere interpretate da persone che affrontano una realtà diversa da quella in cui potremmo essere noi.

Ricordiamo sempre che alcuni dei nostri follower potrebbero aver perso il lavoro o si prendono cura di una persona cara, cercano di lavorare a casa con un bambino, potrebbero ammalarsi, ecc.

Trasmettere empatia, comprensione e sensibilità verso ciò che i clienti stanno attraversando avrà enormi vantaggi per le nostre attività.

Le persone potrebbero ritardare gli acquisti, ma sono alla ricerca d una parvenza di vita normale per superare questo periodo. Secondo quanto riportato da GlobalWebIndex, il 50% dei consumatori globali afferma di preferire marchi che adottano strategie pubblicitarie “normali”.

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Empatia Social Media Covd

Tuttavia, qualsiasi attività deve essere gestita con cura. Se diffidate dalla pubblicazione di annunci “normali”, condividete più risorse didattiche anziché promozionali.

Fornire contenuti formativi gratuiti

Abbiamo imparato in questa emergenza a sfruttare appieno tutte le potenzialità che i social hanno per la formazione a distanza.

Tendenzialmente anche nei prossimi mesi gli utenti e i nostri clienti continueranno ad apprezzare contenuti come tutorial, mini corsi, articoli formativi inerenti i nostri prodotti e servizi senza chiedere nulla in cambio.

Utilizziamo questi contenuti nella nostra strategia per approfondire tematiche legate al nostro prodotto e servizio, aiutare i nostri clienti ad utilizzare al meglio un prodotto che proponiamo, ad incuriosirlo su modalità d’uso o applicazioni innovative. In questo modo non venderemo semplicemente qualcosa, ma spingeremo gli utenti a scoprire lati insoliti della nostra offerta.

Social Media Marketing engagement

Influencer Marketing più autentico

Diciamoci la verità, anche chi di noi precedentemente non apprezzava gli influencer, durante la pandemia da Coronavirus ha iniziato a seguirne molti. Si perché finalmente per la prima volta non eravamo invidiosi di osservare le loro vite perfette, i loro outfit sempre impeccabili e le location da mille e una notte.

Finalmente siamo entrati nelle loro reali vite, nella loro quotidianità, abbiamo imparato a vedere le top influencer struccate, nella loro semplicità quotidiana. Abbiamo iniziato a fidarci di loro, dei loro consigli e punti di vista. E loro hanno risposto alle nostre domande durante le live o hanno risposto alle nostre richieste sui messaggi in direct.

Mai come in questo momento, gli influencer sono ritornati ad avere maggiore credibilità presso la loro audience come dimostrato anche dalla ricerca di Ogilvy dedicata proprio al rapporto tra brand e influencer ai tempi del COVID-19.

influencer marketing covid19

Lo studio dimostra come gli influencer si siano sentiti investiti, in queste settimane di lockdown, del ruolo di portatori di messaggi di positività e speranza alle proprie community.

Potrebbe essere questa una nuova era anche per l’Influencer Marketing, fatto più di condivisione di contenuti veri e spontanei? Difficile dirlo, ma sicuramente ogni brand oggi dovrebbe pianificare una strategia ben chiara per individuare gli influencer più adatti al proprio settore per veicolare un messaggio, una filosofia, un valore della propria azienda.

Utilizzare maggiormente i social come strumento di Customer Service

Il momento di incertezza in ogni settore, ha aumentato la possibilità degli utenti di contattare le aziende attraverso gli strumenti di messaggistica offerti dai social. Diventa quindi centrale soprattutto in momenti come questi, aumentare le risorse per gestire in maniera rapida e tempestiva le richieste degli utenti, allocando più tempo o più persone a questi strumenti.

È importante ascoltare e comprendere le preoccupazioni dei clienti e affrontarle nel miglior modo possibile. Dimostrare che stai facendo del tuo meglio in tempi incerti, può fare molto.

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Social Media

Inserire nella strategia contenuti live

Parliamoci chiaro. Quanti brand prima del Covid-19 avevano inserito nelle loro strategie di social media l’utilizzo assiduo e costante di strumenti come le dirette Instagram e Facebook, IGTV, le domande e risposte live? Ben pochi. Questo momento di emergenza ha accelerato (finalmente) l’utilizzo di questi contenuti, evidenziandone le loro enormi potenzialità.

Ora che gli utenti si sono abituati a seguire le live e a ricevere risposte in diretta ai loro quesiti, continuiamo ad utilizzarle integrandoli in maniera strategica nei nostri piani di ContentMarketing sui social.

Non prevedere il futuro, ma assecondalo con il Social Media Marketing

Non possiamo prevedere il futuro, ma i brand possono certamente pianificarlo.

Settori diversi affrontano sfide diverse, quindi non esiste una soluzione unica per tutte le soluzioni su come trasformare la strategia di comunicazione sui social.

L’importante sarà essere trasparenti, coerenti, affidabili sforzandoci di mostrare il lato vero e umano del nostro brand. La parola d’ordine è pianificare e testare imparando da quello che stiamo facendo o abbiamo fatto.

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SpaceX porta due astronauti della NASA nello spazio (e il lancio si potrà seguire in diretta streaming)

[UPDATE: 27 maggio – ore 22.36 (ora italiana)] Causa avverse condizioni meteo, il lancio è stato rimandato a sabato prossimo. La decisione è stata resa nota in diretta dal comando della NASA ieri sera, pochi minuti dopo l’ora prevista per il “go”.
Il 30 maggio, alle 15:22 di Washington, le 21:22 in Italia, dalla rampa di lancio dello John F. Kennedy Space Center a Cape Canaveral partirà la missione Demo-2 diretta verso la Stazione spaziale internazionale. Fino ad allora i due astronauti saranno nuovamente in quarantena.

Pochi giorni fa, con un tweet, la NASA ha invitato il pubblico a contribuire a celebrare una pietra miliare nel volo spaziale umano, mentre si prepara per #LaunchAmerica – il primo volo in orbita di astronauti americani sui razzi della compagnia privata statunitense SpaceX.

Il volo di prova “Demo-2” è previsto alle 16.33 ora americana di oggi e gli astronauti della NASA che partiranno per questa avventura saranno Robert Behnken e Douglas Hurley.

Intanto, il pubblico potrà assistere al lancio virtualmente, ricevendo gli aggiornamenti della missione minuto per minuto, anche grazie a un hashtag dedicato.

Un evento storico

Gli astronauti lasceranno la Terra a bordo della capsula Crew Dragon e di un razzo riutilizzabile Falcon 9, diretti alla Stazione Spaziale Internazionale. Il volo avviene all’interno del Commercial Crew Development Program, un piano che punta a incentivare lo sviluppo di veicoli per portare gli astronauti della NASA nello spazio, a cui partecipano sia Boeing che SpaceX.

Si tratta di un evento storico per diversi motivi:

  • è la prima volta che il compito di portare degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale viene affidato a un privato;
  • gli astronauti della NASA parteciperanno al collaudo di sistemi spaziali privati direttamente in orbita.

Il lancio rappresenta la riconquista dello spazio da parte degli Stati Uniti: per la prima volta dal 2011, un veicolo spaziale  dotato di equipaggio prenderà il volo direttamente dal suolo statunitense. Dai tempi dello Shuttle, infatti, per decolli e rientri la NASA aveva dovuto rivolgersi alle navicelle Soyuz dell’agenzia spaziale russa.

Cosa accadrà dopo il lancio

In totale, il volo che porterà i due astronauti a bordo della ISS durerà circa 24 ore: la navicella infatti non raggiungerà immediatamente la stazione spaziale, ma compirà alcune manovre intorno alla Terra per posizionarsi correttamente in orbita bassa.

Una volta attraccati, Behnken e Hurley saranno a tutti gli effetti parte dell’equipaggio e completeranno i test sulla navicella Dragon, oltre ad aiutare i colleghi con una serie di esperimenti in assenza di gravità.

Non si conosce ancora la durata della missione e dunque la data di rientro della navicella: la capsula Crew Dragon si sgancerà in modo automatico dalla Stazione Spaziale per rientrare in atmosfera, riportando i due astronauti sulla Terra con uno splashdown (ossia un ammaraggio) nell’Oceano Atlantico.

Se la missione avrà successo, SpaceX avrà via libera per altre sei missioni operative verso la Stazione Spaziale Internazionale; un primo passo per Musk verso il suo vero obiettivo: Marte.

Week in Social: Facebook Shops, le stories di Twitter e Pinterest con Shopify

Il mondo dei social non si ferma mai. Anche questo fine settimana, la Week in Social ovvero la rubrica Ninja che vi regala tutti gli aggiornamenti del web è con voi. Cosa si deve sapere della settimana trascorsa? Ecco le notizie principali.

Arriva Facebook Shops

Una grande, grandissima novità da parte di Facebook. I lettori attenti lo sanno: non si possono annoverare momenti storici in cui Facebook sia rimasto indietro. Lo sappiamo che da grandi budget derivano grandi responsabilità ed ecco che che il nuovo obiettivo di Marc Zuckerberg è quello di portare le aziende a vendere sempre di più online.

I just announced that we’re launching Facebook Shops today – the basic idea is that any small business can easily start…

Pubblicato da Mark Zuckerberg su Martedì 19 maggio 2020

Anche in questo caso, Ninja Marketing ha seguito la notizia:

“Il lancio di Shops arriva in un momento di vero boom per l’eCommerce, a livello globale, legato al lockdown. Se la pandemia è stata devastante per le piccole imprese, un terzo delle quali ha riferito di aver smesso di operare in un sondaggio condotto da Facebook, un ulteriore 11% afferma che potrebbe fallire nei prossimi tre mesi se la situazione attuale dovesse continuare.

Le vendite online sono state invece un punto luminoso per le piccole imprese. Etsy, dove  a vendere sono i piccoli artigiani locali, ha raddoppiato il suo fatturato rispetto a tre anni fa e oraFacebookscommette che portare un maggior numero di imprese locali online le aiuterà a sopravvivere, creando al tempo stesso nuove grandi opportunità di business per l’azienda, come aveva già anticipato lo scorso annoZuckerberg, parlando degli interessi della compagnia verso l’eCommerce.

Nelle intenzioni di Zuckerberg, Shops dovrebbe migliorare l’esperienza standard del commercio online, memorizzando le credenziali di pagamento degli utenti in un unico luogo, per poi utilizzarle su qualsiasi vetrina di Facebook o Instagram. Un potenziale enorme, considerando che attualmente ci sono più di 160 milioni di piccole imprese che utilizzano le app della società”.

Twitter e i Fleet

Lo avevamo accennato ed ecco che sono arrivati “concretamente”. Sono disponibili ora i fleet, ovvero le stories volatili di Twitter.

Solito sistema: durano un giorno e poi spariscono.

Anche qui: cliccando  in alto a sinistra della piattaforma si potranno aggiungere liberamente le proprie stories, come social comanda.

Chissà se l’andazzo di Twitter cambierà in qualche modo: staremo vedere e intanto, via libera alla condivisione.

LEGGI ANCHE: In Italia arriva Twitter Fleet, la nuova funzione con post che scompaiono dopo 24 ore

twitter fleet

Pinterest lancia Shopify

Una nuova funzionalità in uno dei social per il visual più apprezzati di sempre: parliamo di Pinterest e del suo recente aggiornamento.

La notizia del mese è che Pinterest ha annunciato la collaborazione con Shopify, l’app per permettere ai rivenditori di migliorare la loro presenza sulla piattaforma. Questo insieme di funzioni che fornirà l’app permetterà nuove aggiunte al catalogo, tag e molto altro.

Pinterest

Pinterest punta così ad una connessione tra il privato e la piattaforma. Ci piace!

TikTok e il cyberbullismo

Questa volta non si tratta di un aggiornamento dell’app o del nuovo video divertente sulla challenge di turno. Abbiamo però il dovere di segnalarlo per diffondere sempre più la cultura del “saper usare i social”. Una ventenne residente in Malesia è stata vittima di cyberbullismo: un suo video privato è stato pubblicato e nonostante le richieste di rimozione è rimasto lì su TikTok. La ragazza, preoccupata per la sua reputazione, non ha retto il peso e si è suicidata.

Usare i social vuol dire anche tutelare la privacy altrui e il rispetto per gli altri.

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Design (Digital) Fair: come sono cambiati gli appuntamenti della creatività

  • Questo tempo sospeso vissuto in lockdown sta cambiando il nostro modo di vivere, di lavorare, di stare con gli altri e di fruire la creatività;
  • Anche le fiere del design nel mondo, per non rinunciare totalmente agli appuntamenti previsti e promessi, si convertono e vanno online. Così come i design museum;
  • Il digitale, forse, rimarrà un appuntamento anche post Covid-19.

 

Chi può è in smart working, università e scuole sono in eLearning, i musei aprono le porte online, le palestre organizzano dirette Instagram e gli aperitivi con gli amici sono su Houseparty.

Se tutto è in digitale, erogato così come si dice “da remoto”, possono esserlo anche le design fair?

Certamente sì. In effetti, il mondo del design si è trasferito online, con un ricco programma digitale per utilizzare comunque questo strano tempo sospeso.

In genere, Covid-19 a parte, gli appuntamenti tanto attesi dai design passionate (e non) vanno da Parigi con la famosa Maison & Object, a Madrid con il suo Design Festival; da Milano con il Salone del Mobile a Miami con Design Miami; da Londra con il London Design Festival a Bologna con Cersaie.

Ci sarebbero, ancora, la 3 Days of Design di Copenhagen e la Brussels Furniture Fair.

Insomma, le fiere della creatività in un anno sono più di quelle che vi aspettereste e, a volte, è difficile stare al passo con tutte.

Ante Covid-19, gli appuntamenti si sono tenuti regolarmente. Ora che il mondo è in lockdown non vi è rinuncia alla creatività e alcuni appuntamenti hanno solo cambiato il modo di renderla fruibile.

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La creatività va online

Per il Salone del mobile di Milano si diceva che non sarebbe esistito un piano B. L’idea di un’alternativa per imprese, operatori e appassionati è arrivata dal Fuorisalone, spesso considerato diametralmente opposto alla fiera “core” che si tiene a Rho.

Fuorisalone Digitale è la piattaforma digital che propone dal 15 al 21 giugno (date in cui era stata inizialmente posticipata la Design week milanese) nuovi format di comunicazione e promozione online, tra i quali il Fuorisalone.tv. Un vero e proprio palinsesto, attivo per 7 giorni per 12 ore al giorno, con contenuti ad hoc e dirette con ospiti. Il tutto per presentare progetti e idee di aziende e designer e non perdere l’opportunità di essere comunque presenti “somehow”.

A questo si aggiunge anche il Fuorisalone Meets, piattaforma che promuove webinar destinati agli addetti ai lavori e due canali destinati al mercato estero (Fuorisalone Japan e Fuorisalone Cina, con l’apertura di Wechat e Weibo).

L’iniziativa ha visto il coinvolgimento dei distretti creativi (quali, Tortona, Brera, Porta Venezia), che sposano la strada innovativa dell’offerta digitale, per consentire alle aziende di non perdere contatti con il pubblico e i buyer.

Sui social, invece, si è aperto il cassetto dei ricordi al grido degli hashtag #Salonedelmobile e #milanodesignweek. Ci sono post nostalgici e di incoraggiamento a non mollare: dalla giornalista di design Beck Sunshine, all’interior designer Beatrice Fuzzi, il messaggio è univoco. Milano manca. Ma rivive allo stresso tempo, proprio grazie agli stessi post pubblicati.

eventi digitali di design

Cosa succede fuori confine

Se in Italia l’appuntamento clou è a Milano, all’estero sono Parigi e Londra a dominare la scena. Maison & Object della capitale francese si è regolarmente tenuta prima dell’emergenza Coronavirus e, al momento, le date del prossimo settembre sono confermate.

È Londra che si converte al digitale. Infatti, Dazeen, il design magazine London based, inaugura il Virtual Design Festival dal 15 aprile al 30 giugno con incontri, interviste, webinar e lanci di nuovi prodotti. Hanno già aderito all’iniziativa Design Indaba, Dutch Design, Venture Project e il Forum di architettura the World Around.

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design digitale

Design Museum

Ci sono poi i design museum che hanno aperto le loro collezioni online.

Il Vitra Design Museum di Weil am Rein (Germania) dà voce e spazio a iniziative online proponendo videotour e progetti digitali per scoprire le mostre in corso, come “Home Stories: 100 years, 20 visionary interiors”, oltre ai live talk in diretta su Instagram.

La Triennale di Milano, oltre a rendere fruibile il proprio archivio online che comprende più di mille oggetti del design italiano, ispirandosi al Decamerone di Boccaccio, lancia Triennale Decameron che ogni giorno alle 17.00 trasmette live su Instagram video narrazioni di artisti, designer, musicisti e scrittori.

#Designdispatches è l’iniziativa del Design Museum di Londra che una volta a settimana prevede conservazioni tra il direttore Tim Marlow e designer e architetti.

vitra design museum

It’s a Digital World

Nessuna intenzione di virtualizzare le design fair e gli exclusive party annessi (dove c’è chi fa di tutto un anno prima per imbucarsi) o le visite al museo, l’esperienza sarà sempre un’altra cosa. Piuttosto l’intenzione, dettata dalla necessità, è quella di digitalizzare l’esperienza per creare nuove modalità di partecipazione e comunicazione e, perché no, per ispirare.

E la cosa sembra stia anche piacendo, grazie soprattutto al potere della disintermediazione del digitale (social annessi), che rende tutto più raggiungibile e umano. Inaspettatamente è anche possibile fare domande ai guru dell’arte e del design.

E chissà, magari in un domani post Covid-19, le design fair proporranno sempre il pacchetto reale+digitale.

Sigmund Freud

Un inedito Freud, dalla serie Netflix al nipote spin doctor

  • La nuova serie “Freud” di Netflix si prende molte libertà, mettendo in scena situazioni surreali, nelle quali il giovane Freud assume il ruolo di un investigatore;
  • Il nipote di Freud, Edward Bernays ha applicato gli insegnamenti tratti dalla psicoanalisi in note campagne di public relations;
  • Lo stesso Bernays, interpellato da American Tobacco, è riuscito a rompere un tabù che allora era ben radicato tra le donne, convincendole a fumare per essere più libere.

 

Freud, è la nuova serie austriaca targata Netflix e girata in cooperazione con ORF che immagina la vita del giovane Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, neurologo e filosofo.

I produttori disegnano Sigmund Freud, interpretato dall’attore Robert Finster, come un personaggio che risolve dei crimini utilizzando l’ipnosi nella Vienna del XIX secolo. Un crime thriller criticato anche da The Guardian, perché distorce la vera biografia del fondatore della psicoanalisi.

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Retroscena che hanno influenzato la trama

Il pluripremiato regista viennese Marvin Kren puntualizza che lo stesso Freud, che era una persona molto riservata, in maggiore età ha eliminato documenti riguardanti i suoi studi e le sue attività da giovane, non volendo compromettere la propria immagine. Il regista ha quindi trasformato queste lacune nella biografia di Freud in un’opportunità drammaturgica, per distogliere lo sguardo dalla biografia ed inventare nuovi contenuti.

Prendendo atto che gli avvenimenti della serie non si basano su fatti storici, ci sono alcuni aspetti che probabilmente si riferiscono a fatti e personaggi reali. La coprotagonista e sensitiva/medium Fleur Salomè, per esempio, potrebbe riferirsi – con forti rielaborazioni del personaggio – a Lou Andreas-Salomè, che fu prima studentessa di Freud, poi amica, confidente e anche lei psicoanalista. La serie si svolge nel 1880, mentre invece Freud e Salomè nella vita reale si sono incontrati dopo il 1910. L’intelletto di Salomè ha ispirato poeti come Rilke e Nietzsche. Su Amazon Prime è disponibile il film della “vera” Salomè, il titolo porta il suo nome: “Lou Andreas-Salomè – The Audacity to be free

Il luogo delle riprese di “Freud”: Praga diventa la Vienna del 1800

I dati biografici sono corretti, Freud è cresciuto in una famiglia di commercianti di cultura ebraica e sin da piccolo visse a Vienna, dove si laureò in medicina e chirurgia all’Università nel 1881. Seppur la vita di Freud si svolgesse a Vienna, Kren ha scelto di girare gran parte della serie a Praga. Il motivo è presto detto: Praga negli anni ha mantenuto un velo storico, lasciando invecchiare gli edifici senza troppe restaurazioni. Un’imperfezione perfetta ricercata dal regista, che in un’intervista definisce il genere a cui appartiene la serie un “Vienna Noir”.

Indubbiamente quindi anche l’abitazione/studio della serie, non corrisponde a quella reale. È possibile visitare la sua vera abitazione/studio, oggi museo, nella Berggasse 19 a Vienna.

Il regista della serie ha fatto visita al museo, attualmente in restaurazione, per aderire all’iniziativa #keepfreudalive. Per la campagna è stato creato appositamente un filtro Instagram che trasforma l’utente in Freud. L’iniziativa ha come fine la raccolta fondi per terminare il rinnovo del museo.

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Il subconscious marketing applicato dal nipote di Freud

Distogliendo lo sguardo dalla serie e focalizzandosi sulla vita di Freud, emergono nessi interessanti che riguardano la sua vita e la comunicazione.
Da una parte, come anticipato, il suo controllo rigoroso delle informazioni che lo riguardavano. Dall’altra suo nipote Edward Bernays, considerato uno dei padri delle relazioni pubbliche e tra i primi spin doctor della storia. Bernays divulgò negli Stati Uniti le opere pubblicate da Freud.

Nel 1929 Bernays realizzò una delle campagne più eclatanti degli stati Uniti per American Tobacco Company, che si rivolse a lui per trovare il modo di far fumare anche le donne. Fino ad allora, le sigarette per le donne erano considerate un tabù sociale. Bernays presentò la sua teoria, basata su studi della psicoanalisi, dimostrando come la sigaretta rappresentasse un simbolo fallico e di dominio maschile. Il pubblicista era a conoscenza dei movimenti di emancipazione femminile e cercò un modo per convincerle a fumare, facendo della sigaretta un mezzo per raggiungere la loro libertà. Organizzò una finta protesta durante la parata di Pasqua a Broadway (NY). Alcune femministe da lui invitate accesero per la prima volta in pubblico le sigarette Lucky Strike. Alla stampa fornì anche lo slogan da usare, ovvero “le torce della libertà”, dichiarandolo un simbolo di protesta e riferendosi alla Statua della Libertà.

Con questa iniziativa il nipote di Freud riuscì a rompere il tabù del fumo al femminile, aumentando così le vendite delle sigarette. Trent’anni dopo e in seguito ai vari studi che ne dimostrarono i danni alla salute, Bernays si disse pentito di aver incoraggiato le donne a fumare.

 

 

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La psicoanalisi applicata per aumentare le vendite

Bernays ha tratto ispirazione dal lavoro di suo zio sul subconscio umano, applicandolo al mondo delle pubbliche relazioni e lavorando con grandi aziende come General Motors e United Fruit Company.

Alcuni produttori di pancetta si rivolsero a Bernays per incrementare le vendite dei loro prodotti. La tipica colazione americana, composta da uova e pancetta, ancora non esisteva. Fu proprio Bernays ad inventare questa combinazione. Commissionò un sondaggio tra una decina di medici compiacenti, che indicarono “eggs&bacon” come una colazione nutriente. Il pubblicitario inviò tramite comunicato i risultati del sondaggio a migliaia di medici statunitensi, che si fidarono dalle indicazioni ricevute da colleghi “indipendenti”. Oltre ad incrementarne le vendite, uova e pancetta sono rimaste fino ad oggi la colazione per antonomasia nei paesi anglosassoni.

Sigmund Freud si è sempre mostrato scettico e riservato nei confronti dei media. Pur non avendo vissuto l’intero periodo di successo di suo nipote, alcuni aneddoti fanno trasparire il suo disappunto. Un esempio su tutti: il nipote lo mise in contatto con il magazin Cosmopolitan, che gli consigliò di sviluppare il tema “lo spazio mentale della moglie in casa”. Freud, che aveva proposto un tema diverso e prettamente scientifico, indignato, abbandonò il progetto.

La comunicazione pubblica al giorno d’oggi è in parte basata sui lavori di Bernays, che ha applicato in maniera trasversale politica, propaganda e psicoanalisi.

 

Foto Credits: Sigmund Freud on the manuscript of Moses and Monotheism, London 1938 © Sigmund Freud Copyrights

Oprah Winfrey

La “Queen of All Media”: Oprah Winfrey in 15 citazioni

  • Oggi è la donna afroamericana più ricca al mondo, con un patrimonio di 2,7 milioni di dollari. Le sue origini, però, sono caratterizzate da un’infanzia costellata da problemi economici, difficili condizioni familiari, e abusi sessuali;
  • Oprah Winfrey è l’esempio vivente della tenacia, della determinazione, della voglia di raggiungere i propri sogni;
  • Diventata celebre per il suo ‘The Oprah Winfrey Show’, si è distinta con una carriera esemplare nel mondo dello spettacolo, ricevendo anche molti premi.

 

7 gennaio 2018: Oprah Winfrey riceve il Cecil B.De Mille Award, il Golden Globe alla carriera, diventando la prima donna afroamericana a vincere il premio. Nell’incipit del suo discorso cita Sidney Poitier, il primo afroamericano a ottenere l’Oscar come migliore attore, nel 1964. Racconta le emozioni fortissime, provate su un divano economico davanti alla televisione a Milwaukee, mentre aspettava che sua madre rincasasse esausta dopo il lavoro. 

Non avevo mai visto un uomo nero che venisse festeggiato in quel modo. […] Nel 1982, Sidney ha ricevuto il premio Cecil B. DeMille proprio qui ai Golden Globes e so bene che che in questo momento ci sono delle ragazzine che mi stanno guardando mentre divento la prima donna nera che riceve lo stesso premio. 

Oprah Winfrey è diventata una fonte d’ispirazione per milioni di persone, grazie al suo carisma, alla sua personalità, alla sua empatia e alla sua capacità di entrare nei cuori di chiunque. La 75esima serata dei Golden Globe, in cui tutte le donne erano vestite di nero per protesta contro le molestie, è passata alla storia soprattutto per il discorso della celebre presentatrice TV. Poco meno di 10 minuti, che però erano bastati a definirla addirittura la “candidata ideale” per le elezioni presidenziali 2020. Con le sue parole si era rivolta specialmente alle donne, valorizzando la forza e il coraggio che ci vuole per dire la verità, in un mondo che a volte è pieno di ingiustizia e corruzione. Donne eccezionali che danno speranza, che hanno sopportato abusi e aggressioni, di cui la maggior parte delle volte non si conosce il nome.

Tematiche forti, difficili da affrontare, che però Oprah ha sempre avuto il coraggio di trattare nel corso della sua carriera. È grazie a lei se nella programmazione televisiva americana sono entrati argomenti come omossessualità, razzismo, discriminazioni. Ne ha parlato con personaggi di ogni tipo, aprendosi anche personalmente e raccontando della sua infanzia e dei suoi problemi familiari, degli abusi subiti, della sua lotta con la bilancia, o di altre difficoltà che ha dovuto affrontare.

Mesi dopo i Golden Globe 2018 ha smentito le voci che si erano create su una possibile candidatura alla casa bianca, dicendo di non avere il DNA per diventare presidente, e che una corsa alla stanza ovale “la ucciderebbe”. Impossibile non pensare, però, che una personalità come la sua potrebbe essere adatta anche a un ruolo del genere.

La storia

Oprah Winfrey nasce il 29 gennaio 1954, nel Mississippi. Dopo la definitiva separazione dei genitori, poco dopo la sua nascita, passa gran parte della sua infanzia e adolescenza in una piccola comunità di campagna, sballottata da una casa all’altra e allevata dalla nonna e dalla madre. È costretta a respirare la difficile aria di razzismo di quegli anni, in un contesto che lascia poche speranze al riscatto di una donna, oltretutto, afroamericana. Momenti difficili, quelli trascorsi da Oprah nei primi anni della sua vita: a soli 9 anni ha iniziato a subire molestie sessuali da parte di parenti e conoscenti di sua madre, e a 14 è addirittura rimasta incinta. Subisce perfino un aborto. Alla gravidanza indesiderata, però, segue una prima svolta. Si trasferisce da suo padre, a Nashville, in Tennessee. Più volte, nel corso della sua carriera, ha dichiarato che suo padre le ha letteralmente salvato la vita, precisando che in quel periodo aveva pensato anche al suicidio. 

Grazie alla rigorosa educazione paterna e all’amore trasmesso dalla compagna del padre, Oprah riesce a a conseguire i primi successi scolastici e anche a laurearsi in  “Speech and Performing Arts” nel 1971, alla Tennessee State University. Subito dopo, inizia a lavorare in trasmissioni radio e TV locali, a Nashville. 

Nel 1976 conduce People Are Talking, a Baltimore, nel Maryland. Lo show ebbe successo, e dopo 8 anni venne chiamata a guidare il morning show di Chicago A.M. Chicago, presso un’emittente locale. In poco più di un mese diventò lo show più seguito della città, trasformandosi due anni dopo nel The Oprah Winfrey Show che tutti conosciamo. Nel solo primo anno lo show produsse un guadagno di 125 milioni di dollari. Il programma venne comprato da ABC, che diede però il pieno controllo alla casa di produzione di Oprah, Harpo Productions. Nel suo programma, Oprah trattava tematiche singolari e fino a quel momento tabù per la televisione, entrando nelle case degli americani con la sua storia e le sue testimonianze.

Oprah Winfrey Show

Ma Oprah non è stata solo una conduttrice. Si può definire una vera e propria imprenditrice, una filantropa, e anche un’attivista politica. Ha partecipato, ad esempio, alla campagna del 2007 di Barack Obama. Si stima che la Winfrey abbia portato al nativo di Chicago più di un milione di voti. L’ex presidente americano e l’ex first lady Michelle Obama furono anche ospiti dello show di Oprah nel 2011, durante il mandato.

Ha recitato, inoltre, nel film Il colore viola, di Steven Spielberg, e in Beloved, pellicola tratta dal celebre libro di Toni Morrison.

Il leggendario The Oprah Winfrey Show si conclude nel 2011, a chiusura del contratto con ABC. Dopo il suo show la Winfrey ha dato vita al suo network, Oprah Winfrey Network, in collaborazione con Discovery Communications. È qui che ha preso forma la celebre intervista con il ciclista Lance Armstrong, 7 volte vincitore del Tour de France, sulla vicenda legata al doping che gli ha strappato i suoi titoli nel 2012, ad esempio. Oltre a questo, Oprah si dedica al suo magazine mensile, O: The Oprah Magazine, e alla partnership con Apple, siglata nel giugno 2018.

La celebre conduttrice, poi, è anche una grande attivista. La sua associazione umanitaria Angel’s Network ha raccolto milioni di dollari negli anni per innumerevoli iniziative benefiche, tra cui ad esempio la costruzione di scuole in Sud Africa e programmi di educazione per bambine, o gli aiuti e i soccorsi per le vittime dell’uragano Katrina. All’inizio della emergenza per il COVID-19, poi, ha donato 10 milioni di dollari per fronteggiare la pandemia, dimostrandosi ancora una volta un vero e proprio punto di riferimento.

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La Oprahfication. Oprah Winfrey come una fonte d’ispirazione

Il Collins Dictionary recita “il percepibile aumento di desiderio nelle persone ad aprirsi con le proprie emozioni o problemi personali […]” alla voce “Oprahfication”.

Per comprendere al 100% la grandezza di Oprah Winfrey basta sfogliare il dizionario. Oprahfication è un neologismo che fa riferimento alla capacità della celebre conduttrice di entrare in empatia con gli ospiti del suo The Oprah Winfrey Show, che entravano talmente in confidenza con lei da parlare dei loro segreti più profondi. Una capacità innata di Oprah che non deriva solo dalla sua storia, ma anche di un sapiente uso della sincerità. Ecco quindi che la Winfrey è considerabile una vera e propria icona, in grado di veicolare consigli in mondovisione su come affrontare le difficoltà e andare avanti.

Uno degli argomenti più affrontati dalla nativa del Mississippi, che le permetteva e le permette ancora di entrare in grande intimità con ospiti e spettatori è l’imperfezione fisica, in particolare i problemi legati al suo peso. Numerose volte ha perso chili, continuando però sempre a oscillare tra diversi pesi forma nel corso della sua carriera. Questo però l’ha avvicinata a moltissime altre donne (e uomini) che condividevano problemi simili ai suoi, trasmettendo il messaggio che chiunque può raggiungere i propri obiettivi con forza di volontà e determinazione.

1. Fare del proprio meglio adesso ti mette nella posizione migliore per il futuro.

2. Circondati solo di persone che ti porteranno più in alto.

3. Nella vita ottieni ciò che hai il coraggio di chiedere.

4. La più grande avventura che puoi intraprendere è vivere la vita dei tuoi sogni.

5. In qualsiasi esperienza, dipingi da solo la tua tela, pensiero dopo pensiero, scelta dopo scelta. 

Oprah Winfrey

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Le ferite, le sfide

6. Trasforma le tue ferite in saggezza.

7. Le sfide sono regali che ci costringono a cercare un nuovo centro di gravità. Non bisogna combatterle. Si deve trovare semplicemente un nuovo modo di resistere.

8. Fai ciò che pensi di non essere in grado di fare. Fallisci. Riprova. Fai di meglio la seconda volta. Le uniche persone che non cadono mai sono quelle che non rischiano mai.

9. Vai avanti. Cadi a terra. Il mondo sembra diverso a guardarlo dal pavimento.

10. Quando sottovaluti quello che fai, il mondo sottovaluterà chi sei.

Per diventare una delle donne più potenti al mondo, Oprah Winfrey non solo ha tratto insegnamenti dalle situazioni difficili che ha dovuto fronteggiare quando era solo una bambina, ha dovuto sapersi rialzare anche in altre occasioni. Curioso quello che accadde dopo sette mesi di conduzione di un telegiornale serale a Baltimore. Le venne tolto l’incarico con la motivazione che si lasciava coinvolgere eccessivamente nelle notizie che divulgava. Venne spostata su una trasmissione diurna, molto meno prestigiosa. Oprah ha raccontato di considerarlo il peggior fallimento della sua vita, ma anche un profondo momento di riflessione. La sua empatia (che poi risultò essere la sua caratteristica distintiva), infatti, poteva aiutarla in un altro ruolo. È da quella trasmissione diurna che nasce la vera Oprah, la Queen of All Media

Cosa ci insegna in questo caso? A volte ciò che ci può sembrare un ostacolo può essere un trampolino di lancio. Gli aspetti negativi di certi incarichi o attività possono rivelarsi positivi in altri contesti. È tutta una questione di prospettiva: come dice Oprah, il mondo dal pavimento sembra davvero diverso.

Oprah Winfrey Obama

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“Started from the bottom, now we’re here”

La frase della canzone di Drake non potrebbe non essere più adatta per una donna come Oprah Winfrey.

Secondo Forbes, la Winfrey è la donna afro americana più ricca al mondo, con un patrimonio che si aggira attorno ai 2,7 miliardi di dollari. La rivista Life l’ha definita come la donna più influente della sua generazione. Oltre al Golden Globe alla carriera ricevuto nel 2018, a Oprah è stata riconosciuta anche la più grande onorificenza civile americana, la Medaglia presidenziale della libertà. Il presidente Barack Obama gliel’ha consegnata nel novembre 2013, per il suo contributo alla nazione. Sono solo alcune delle riconoscenze che la celebre conduttrice ha ricevuto nel corso della sua straordinaria carriera, ma non si può dire che abbia avuto una vita facile.

Gli abusi sessuali durante l’infanzia e l’adolescenza, la gravidanza indesiderata dal terribile epilogo, la povertà e le precarie condizioni familiari, il contesto di razzismo in cui ha dovuto crescere, sono alcune delle difficili situazioni che hanno caratterizzato la vita di Oprah Winfrey: una donna che costituisce un esempio vivente di come dal basso si può guardare in alto e cominciare a risalire, arrivando a realizzare i propri sogni.

11. Siate grati per ciò che avete, finirete a possedere ancora di più. Se vi concentrate su ciò che non avete, non avrete mai abbastanza.

12. La chiave per realizzare un sogno è concentrarsi non sul successo ma sul valore delle cose – così, poi, anche i piccoli passi e le piccole vittorie lungo il proprio cammino assumeranno un grande significato.

13. Più si è grati e si celebra la propria vita, più ci saranno cose per cui essere felici.

14. La vera onestà è fare la cosa giusta, sapendo che nessuno saprà se l’hai fatta oppure no.

15. Il grande atto di coraggio che dobbiamo fare tutti è far venire fuori il coraggio dalla nostra storia e dal nostro passato, così da poter vivere i nostri sogni.

viaggiare da casa

Astinenza da partenza? Ecco come viaggiare anche da casa

  • Finché il mondo rimane chiuso nelle sue frontiere a causa del Coronavirus, il mondo del turismo deve reinventarsi
  • Per far continuare a viaggiare anche da casa è essenziale fornire il brivido della scoperta, anche se mediata dal digitale
  • Videogiochi per smartphone, VR, escursioni su Google Maps e tour guidati a 360gradi sono solo alcuni dei metodi con cui puoi partire subito da casa

 

I sintomi dell’astinenza da viaggi possono essere difficili da affrontare, in questo periodo di pandemia.

Gli occhi si riempiono di lacrime davanti a foto di vecchie avventure; la vista dei (pochi) aerei che nonostante tutto solcano il cielo ci dà un colpo al cuore; e per i casi più severi, si inizia a soffrire di una strana sindrome, una sorta di dipendenza da Google Maps, su cui ci si reca compulsivamente per scorrere trasognati con il mouse tra terre sconosciute e mari sconfinati.

A parte gli scherzi, dopo mesi di quarantena e isolamento, ora che le misure restrittive si stanno allentando e finalmente si inizia a scorgere vita dopo la pandemia, ci si comincia anche a rendere tristemente conto che una delle ultime cose a tornare alla normalità sarà probabilmente il turismo.

Per quanto le compagnie aeree abbiano riaperto le prenotazioni per le principali rotte da luglio, e l’Italia stessa prometta di rimuovere l’isolamentorichiesto ai viaggiatori in entrata dall’Europa verso giugno, non sembra che le cose torneranno alla normalità così presto.

E così, con il settore turistico completamente fermo e sull’orlo del tracollo, e la voglia dei viaggiatori di ripartire che impazza, bisogna trovare nuove soluzioni inedite per continuare a viaggiare anche da casa.

Perché viaggiamo?

Impossibile? No, grazie al nostro tanto amato digitale.

Certo, non è la stessa cosa. Viaggiare attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone non può restituirci il sapore di un piatto squisito mai assaggiato prima, o la gioia di un incontro inaspettato con i locali, o il profumo di spezie nell’aria di un mercato esotico. Ma credetemi, può andarci vicino.

Perché in fondo, quali sono quegli aspetti che più ci appassionano del viaggio? Qual è quella cosa che spinge(va) milioni di persone ogni anno ad affrontare estenuanti ore di aereo e di altri trasporti per visitare luoghi spesso impervi e lontani?

Semplicemente, il piacere della scoperta.

Quel senso di brivido che l’esplorazione dell’ignoto ci garantisce; la diversa percezione dello scorrere del tempo che viviamo quando facciamo qualcosa di completamente diverso dalla nostra quotidianità; lo stupore davanti a qualcosa di esotico e inaspettato.

Ebbene, forse un computer non potrà restituirci sapori e odori, ma con un po’ di inventiva anche il viaggio da casa può almeno farci godere della meraviglia della scoperta di luoghi nuovi e sconosciuti.

Gli enti turistici ce la stanno mettendo tutta, con intere città e destinazioni che si sono reinventate per accogliere i viaggiatori online, tra tour virtuali e soluzioni più ingegnose, come la divertente iniziativa “noleggia virtualmente un finlandese”.

Ma a parte le iniziative ufficiali delle destinazioni che tanto ci mancano, come possiamo continuare a viaggiare anche da casa e a provare le stesse (o simili) emozioni?

viaggiare stando fermi

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Come continuare a viaggiare anche da casa?

È questa la domanda che ogni persona e azienda coinvolta nell’industria turistica si è fatta negli ultimi due mesi, essendo una di quelle più duramente colpite dal Coronavirus. Non esiste smart-working che tenga per chi, per lavoro, fa viaggiare le persone.

E così in tanti hanno provato a dare la propria risposta, ognuno a modo suo, cercando di far forza sulle proprie caratteristiche e capacità.

Non solo tour operator e destinazioni, quindi, ma anche influencer, blogger, creatori di contenuti. E per chi come me ha voluto mettersi in discussione, come travel blogger e come viaggiatrice, è stata l’occasione di creare qualcosa di nuovo.

Continuare a far viaggiare dallo smartphone

Una delle cose che ci manca di più dei viaggi, come dicevamo, è il senso di scoperta che ci regalano. Viaggiare infatti ci permette di conoscere e imparare cose nuove con una velocità e intensità altrimenti introvabili, e la mancanza di quel tipo di stimolo mentale è tra le cose che soffre di più chi si ritrova invece confinato in casa per mesi.

Come offrire lo stesso tipo di stimolo, o almeno un suo surrogato digitale, in questo momento così difficile?

È stata questa la domanda che ha dato origine a Trivia Viaggi, un videogioco per smartphone disponibile su Apple e Android che ci porta in un viaggio virtuale attraverso tutti i continenti, domanda dopo domanda, curiosità dopo curiosità.

Il classico “trivia” alla Chi Vuol Essere Milionario, declinato in tema viaggi e arricchito di giochi interattivi come grattare l’immagine o sparare alla copertura che la nasconde. Per provare a fare il giro del mondo anche dal divano di casa, e riscoprire quel senso di sfida e di arricchimento che proviamo in viaggio, magari trovando anche qualche nuovo pezzo di mondo da visitare non appena ce ne sarà l’occasione!

Ma come ben sappiamo, lo smartphone con l’aiuto di un semplice pezzo di cartone può anche diventare molto di più: un visore di Realtà Virtuale. E con quello, si aprono altri mondi!

E quindi via, si parte: che ne dite di visitare una moschea in Turchia, o la Torre Eiffel in Francia con Sites in VR? O magari può essere carino distrarsi con una discesa rilassante lungo un fiume, con Relax River VR. O per i più avventurosi, c’è addirittura lo spazio ad attenderli

viaggiare virtualmente

Partire per luoghi inediti con le dirette Instagram

Instagram è stato sicuramente tra i grandi vincitori di questo lock-down, per gli utenti e per i marketer.

Tra gli strumenti più utilizzati da chi si occupa di viaggi oggi ci sono proprio le dirette sulla piattaforma (che recentemente possono anche essere utilizzate per IGTV). Per parlare di viaggi passati, pianificare quelli futuri, condividere pareri esperti su destinazioni e luoghi inediti, con il grosso vantaggio che lo strumento offre, ovvero la possibilità inimitabile di coinvolgere il pubblico permettendogli di fare domande e interagire direttamente con gli ospiti.

Le dirette sono diventate lo strumento principe per far viaggiare gli appassionati “incontrando” virtualmente luoghi, storie e viaggiatori, come fa ad esempio ogni settimana Frank Lotta per Radio Deejay con HouseTrips, sul suo profilo Instagram e su quello della radio.

Se a questi aggiungiamo le possibilità di scoperta offerte dai numerosi podcast di viaggio disponibili online, almeno sul fronte dell’ascolto c’è da essere soddisfatti dei viaggi che si possono fare dal divano di casa.

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Viaggiare da casa con i colossi del Travel

E non potevano mancare nella lista i colossi del Travel, quelli che trovano immancabilmente posto nello zaino (e nella libreria) della maggior parte dei viaggiatori: Lonely Planet e National Geographic.

La prima si è davvero data da fare durante questa pandemia. Dapprima ha regalato ai suoi lettori una risata (non senza un po’ di tristezza…) con la guida gratuita alla destinazione del momento, Casa: dalle Divano Mountains alla Coccole Beach, passando per il mitico Balconcino Canyon, diciamo che questo breve PDF gratuito un sorriso è riuscito a strapparcelo.

Poi si è inventata gli itinerari suggeriti in Google Maps, che se si utilizza la funzione StreetView diventano quasi quasi un’esperienza autentica, con tanto di allenamento dei muscoli dell’indice. E così possiamo scoprire il centro de l’Havana vecchia, la bellissima cittadina croata di Spalato, o l’ex distretto reale di Bangkok, Ko Ratanakosin.

Ma personalmente, una delle esperienze di viaggio virtuale più belle che ho fatto in questi mesi di lock-down, che è riuscita davvero a lasciarmi senza fiato come solo l’esplorazione di un luogo nuovo e ignoto può fare, è quella proposta da National Geographic: il walking tour a 360° della Son Doong Cave in Vietnam!

Grazie al lavoro fatto è possibile visitare questa meraviglia della natura, praticamente inaccessibile anche in tempi normali, e rimanere estasiati davanti alla sua enormità – possono starci comodamente un Boeing 747 oppure anche un quartiere di grattacieli di New York! E grazie alle immagini di qualità altissima, si può zoomare e osservare ogni particolare con incredibile dettaglio.

Insomma, non è certo la stessa cosa che esplorare qualche luogo nuovo e sconosciuto, perdersi nelle viuzze di una città d’arte, o osservare il sole che sorge dall’altra parte del mondo. Ma mentre aspettiamo che il mondo torni ad essere il bellissimo luogo tutto da esplorare che ben conosciamo, dovremo farci bastare la sua versione virtuale.

E va bene così, perché grazie al nostro smartphone, o tramite lo schermo di un computer, possiamo coltivare quel senso di sfida e di scoperta che il viaggio ci regala, per essere pronti a ripartire quando ne avremo l’occasione.

E soprattutto, per non dare più per scontato di poterlo fare.

In Italia arriva Twitter Fleet, la nuova funzione con post che scompaiono dopo 24 ore

Twitter ha lanciato in Italia il test di Fleet, un nuovo modo per creare conversazioni prendendo spunto da pensieri passeggeri e momentanei – che sarà disponibile per tutti gli utenti della piattaforma.

Fleet è un nuovo formato per le conversazioni su Twitter che permette alle persone di condividere i propri pensieri con più disinvoltura e con più controllo.

I Fleet scompaiono nel giro di 24 ore e non c’è la possibilità di retwittarli, mettere Mi Piace o di rispondere pubblicamente.

twitter fleet

Le Stories in formato Twitter

Twitter è ciò che sta accadendo nel mondo e quello di cui le persone parlano in questo momento esatto. Ma per alcuni, iniziare una conversazione potrebbe essere più difficile perché i Tweet sono pubblici, permanenti e mostrano il numero di Retweet e Mi Piace.

Mo Aladham, Product Manager di Twitter, afferma: “Gli italiani sono propensi a interagire e seguire su Twitter i propri connazionali, creando sulla piattaforma una grande comunità e dando frutto a volte a conversazioni estremamente interessanti e coinvolgenti. Siamo perciò curiosi di scoprire come useranno i Fleet, perché nelle nostre ricerche preliminari abbiamo rilevato che le persone si sentono più invogliate a condividere i propri pensieri con questa funzione, proprio perché consente di farlo in maniera temporanea”.

Fin dall’inizio dei primi test di Fleet, Twitter ha riscontrato che man mano le persone si sono sentite più a loro agio nel condividere i propri pensieri e le persone che magari prima twittavano in maniera sporadica, adesso stanno invece avviando più conversazioni sia tramite i Tweet che i Fleet.
Quando una persona pubblica un Fleet, di solito condivide una serie di pensieri in modo rapido e nel corso dei primi test solo una piccola percentuale dei Fleet è stata segnalata.

Come funziona Fleet

  • Per creare un Fleet, basta semplicemente toccare la propria immagine profilo in cima al feed.
  • Come i Tweet, i Fleet sono contenuti testuali a cui si possono aggiungere anche foto, video o GIF.
  • Per rispondere a un Fleet, è necessario toccarlo per poi inviare un Direct Message o inviare una reazione con un’emoji per poi proseguire la conversazione in privato.
  • Le persone possono visualizzare i Fleet pubblicati dai profili che seguono in cima al loro feed o visitando direttamente il loro profilo.

La nuova funzione Fleet sarà disponibile per tutti in Italia nelle versioni aggiornate delle applicazioni per iOS e Android che verranno rilasciate nei prossimi giorni.