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DSA in Unione Europea

Entra in vigore il Digital Services Act, cos’è e cosa significa per Meta e le altre Big del Tech

Il Digital Services Act (DSA) dell’Unione Europea è ufficialmente entrato in vigore.

A partire dal 25 agosto 2023, i giganti tecnologici come Google, Facebook, Amazon e altri devono conformarsi a una legislazione di ampio respiro che ritiene le piattaforme online legalmente responsabili dei contenuti pubblicati su di esse.

Anche se questa nuova legge è stata approvata nell’Unione Europea, è probabile che si verifichino effetti di vasta portata a livello globale, man mano che le aziende adegueranno le loro politiche per conformarsi.

Ecco quali sono le regole contenute nel DSA e come l’UE intende farle rispettare.

cos'è il Digital Services Act

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Cos’è il DSA (Digital Services Act)

L’obiettivo generale della DSA è quello di promuovere ambienti online più sicuri. In base alle nuove norme, le piattaforme online devono implementare modalità per prevenire e rimuovere i post contenenti beni, servizi o contenuti illegali, fornendo al contempo agli utenti i mezzi per segnalare questo tipo di contenuti.

Inoltre, il DSA vieta la pubblicità mirata basata sull’orientamento sessuale, la religione, l’etnia o le convinzioni politiche di una persona e pone delle limitazioni alla pubblicità mirata ai bambini.

In più, richiede alle piattaforme online di fornire maggiore trasparenza sul funzionamento dei loro algoritmi.

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Cosa significa il Digital Services Act per le Big del Tech

Il DSA stabilisce regole aggiuntive per quelle che considera “piattaforme online molto grandi”, obbligandole a dare agli utenti il diritto di rinunciare ai sistemi di raccomandazione e di profilazione, a condividere i dati chiave con i ricercatori e le autorità, a cooperare con i requisiti di risposta alle crisi e a eseguire revisioni esterne e indipendenti.

Sebbene l’UE non richieda ancora alle aziende più piccole di conformarsi al DSA, ha chiesto alle piattaforme online di grandi dimensioni di conformarsi quattro mesi dopo la loro designazione come tali, avvenuta in aprile.

Quali piattaforme sono sottoposte al Digital Services Act

L’UE considera piattaforme online molto grandi (o motori di ricerca online molto grandi) quelle con oltre 45 milioni di utenti mensili nell’UE.

Finora, l’UE ha individuato 19 piattaforme e motori di ricerca che rientrano in questa categoria, tra cui i seguenti:

  • Alibaba AliExpress
  • Amazon Store
  • Apple App Store
  • Booking.com
  • Facebook
  • Google Play
  • Google Maps
  • Google Shopping
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Pinterest
  • Snapchat
  • TikTok
  • Twitter
  • Wikipedia
  • YouTube
  • Zalando
  • Bing
  • Google Search

L’UE richiederà a ciascuna di queste piattaforme di aggiornare il numero di utenti almeno ogni sei mesi. Se una piattaforma avrà meno di 45 milioni di utenti mensili per un intero anno, verrà rimossa dall’elenco.

Cosa stanno facendo le piattaforme online per adeguarsi

Molte di queste aziende hanno già illustrato i modi in cui si conformeranno al DSA. Ecco una breve panoramica delle più importanti.

Google

Sebbene Google affermi di essere già conforme ad alcune delle politiche previste dal DSA, tra cui la possibilità per i creatori di YouTube di appellarsi alle rimozioni e alle restrizioni dei video, Google ha annunciato che sta ampliando il suo Ads Transparency Center per soddisfare i requisiti delineati dalla legislazione.

L’azienda si è inoltre impegnata ad ampliare l’accesso ai dati da parte dei ricercatori per fornire maggiori informazioni su “come Google Search, YouTube, Google Maps, Google Play e Shopping funzionano nella pratica”.

Inoltre, migliorerà le sue relazioni sulla trasparenza e analizzerà i potenziali “rischi di diffusione di contenuti illegali, o i rischi per i diritti fondamentali, la salute pubblica o il discorso civico”.

Meta

Meta, la società madre di Facebook e Instagram, sta lavorando per espandere la sua Ad Library, che attualmente raccoglie gli annunci pubblicitari mostrati sulle sue piattaforme.

L’azienda inizierà presto a visualizzare e archiviare tutti gli annunci che hanno come target gli utenti dell’UE, includendo anche i parametri utilizzati per indirizzare gli annunci, nonché chi ha ricevuto l’annuncio.

Digital Services Act cosa cambia per Meta

A giugno, Meta ha pubblicato un lungo rapporto sul funzionamento del suo algoritmo su Facebook e Instagram come parte della sua spinta verso la trasparenza.

Meta inizierà inoltre a consentire agli utenti europei di visualizzare i contenuti in ordine cronologico su Reels, Stories e Search sia su Facebook che su Instagram, senza essere soggetti al suo motore di personalizzazione.

TikTok

Analogamente alle misure che Meta sta adottando, anche TikTok ha annunciato che renderà il suo algoritmo opzionale per gli utenti dell’UE.

Quando l’algoritmo sarà disattivato, gli utenti vedranno nei loro feed For You e Live video provenienti “sia dai luoghi in cui vivono sia da tutto il mondo”, anziché video basati sugli interessi personali.

Inoltre, gli utenti potranno visualizzare i contenuti in ordine cronologico nei feed Following e Friends.

TikTok sta anche apportando alcune modifiche anche alle sue politiche pubblicitarie. Per gli utenti europei di età compresa tra i 13 e i 17 anni, TikTok smetterà di mostrare annunci personalizzati in base alla loro attività nell’app.

Snap

Anche Snapchat darà agli utenti dell’UE la possibilità di scegliere di non ricevere feed personalizzati sulle pagine Discover e Spotlight e ha anche pubblicato dei report su come classifica i post in questi feed.

L’azienda si è impegnata a fornire agli utenti maggiori informazioni sul motivo per cui i loro post o account sono stati rimossi e darà loro gli strumenti necessari per impugnare la decisione.

Inoltre, Snapchat non servirà più annunci personalizzati agli utenti europei di Snapchat di età compresa tra i 13 e i 17 anni. Creerà anche un archivio delle pubblicità mirate che mostra nell’UE e darà agli utenti europei di Snapchat di età superiore ai 18 anni un maggiore controllo sulle pubblicità che vedono.

Cosa succederà alle piattaforme che non rispettano il DSA

Le piattaforme online che non rispettano le regole della DSA potrebbero incorrere in multe fino al 6% del loro fatturato globale.

Secondo la Commissione europea, il Coordinatore dei servizi digitali e la Commissione avranno il potere di “richiedere azioni immediate, ove necessario, per affrontare danni molto gravi”. Una piattaforma che si rifiuta continuamente di conformarsi potrebbe essere sospesa temporaneamente nell’UE.

L’UE sta già assistendo a una reazione da parte di alcune aziende nei confronti della DSA.

A luglio, Amazon ha presentato una petizione per chiedere all’UE di rivalutare la sua classificazione come piattaforma online di grandi dimensioni, sostenendo di essere stata “ingiustamente individuata”.

Anche il rivenditore tedesco Zalando ha intentato una causa contro la Commissione UE, sostenendo di non rientrare nella definizione di piattaforma online di grandi dimensioni.

Streamberry

Netflix si prende in giro e crea Streamberry: la piattaforma dove il protagonista sei tu

Qualche giorno fa, Netflix ha invitato i suoi fan a iscriversi a Streamberry una finta piattaforma di streaming citata nella nuova stagione di Black Mirror.

Avrai sentito parlare almeno una volta di quella che negli anni è diventata una delle serie di punta della piattaforma di streaming americana.

Nel corso delle varie stagioni, gli autori hanno cercato di esplorare i lati oscuri della tecnologia e della società attraversando mondi distopici.

Per questo motivo, ti sarai anche chiesto o immaginato come sarebbe stato vivere la vita in un videogame oppure in un programma televisivo creato apposta per te.

Potrebbe sembrare un sogno, forse alla fine non è così fantastico come abbiamo sempre pensato.

Il primo episodio della sesta stagione di Black Mirror da questo punto di vista diventa uno dei più interessanti. Ci permette di cogliere molti significati, sovrapposti in mondo intelligente, del mondo delle serie in streaming.

Nell’episodio Joan is Awful (Joan è terribile) una donna diventa protagonista di una serie TV (a sua insaputa) lanciata sulla piattaforma di streaming Streamberry.

Si può notare una chiara corrispondenza (sia nella grafica che nei suoni) con Netflix.

Iniziano così una serie di strani eventi in cui i diversi piani della realtà si mescolano, dove ogni persona potrebbe diventare protagonista di una serie creata da algoritmi e immagini, in grado di raccogliere dati in tempo reale sulla vita degli utenti.

Streamberry una finta piattaforma di streaming

Qualora vorresti immergerti in questo mondo, puoi farlo. Netflix, prendendo spunto da questo episodio, ha lanciato  Streamberry.tv, una piattaforma di streaming che ripropone layout e tavolozza di marchio identico al suo.

Streamberry una finta piattaforma di streaming

I fan potranno sperimentare questo streamer di realtà alternativa dove gli verrà chiesto di esplorare programmi di fantasia come Mad Mind (con riferimento a documentari sul crimini e Black Mirror: Bandersnatch), Selling San Junipero (ispirato da Selling Sunset e San Junipero dei Black Mirror), Five Stars at a Weeding (basato su Nosedive dei Black Mirror), Ashley On A Roll Tour Live! (un giro su Black Mirror di Rachel, Jack e Ashley Too) e Rowdy e Peanut (come Cat Burglar di Netflix).

Uno degli elementi che ha resto Streamberry virale è You Are Awful. Agli utenti basterà cliccare sul pulsante “Make me Awful”, caricare o scattare una foto in primo piano e si creerà una locandina con la propria serie personalizzata.

Per un’esperienza ancora più immersiva per il pubblico, anche gli account Twitter di Netflix nel Regno Unito e in Irlanda hanno giocato con questa attivazione. Hanno sostituito l’iconica “N” di Netflix con la “S” di Streamberry invitando il pubblico a “unirsi alla famiglia di Streamberry”.

Una cosa che possiamo imparare da questo episodio di Black Mirror è che bisogna leggere con attenzione i termini e le condizioni, in cui si cede la possibilità di utilizzare la propria immagine per campagne marketing.

Nell’episodio della serie televisiva, la protagonista si rivolge ad un avvocato per scoprire che, quando si era iscritta alla piattaforma non aveva letto le condizioni e ha ceduto la possibilità di usare la sua immagine e realizzare una serie iper realistica su tutte le sfumature della sua vita.

Questo sito non seguirà la trama, ma se c’è una cosa che possiamo imparare dalla serie è di fare molta attenzione a come gestiamo la nostra immagine, anche in un’app divertente e popolare che utilizziamo costantemente.

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Pride Month

Oltre l’arcobaleno: come celebrare la diversità nella comunicazione in occasione del Pride Month

Ogni anno si festeggia il Pride Month, il mese per eccellenza dedicato all’uguaglianza, diversità e inclusività. Si tratta di un momento di grande festa e forte unione tra la comunità LGBTQIA+ e uno degli appuntamenti fissi a livello di marketing per moltissimi brand.

In questo contesto, come progettare ed implementare campagne il più autentiche possibile, fedeli ai propri valori e alla propria visione, portando al contempo rispetto ad un mese chiave per la creazione di un mondo veramente equo per tutti, indipendentemente dalla propria identità di genere ed orientamento sessuale?

pride month bandiera

Il desiderio di inclusività è ogni giorno sempre più forte per le persone provenienti da tutto il mondo e appartenenti a tutte le generazioni e il mese di giugno è il momento perfetto per celebrare la propria identità e trovare la propria voce.

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Anche i dati di Pinterest inerenti a questi argomenti lo confermano: le ricerche inerenti al tema “comprensione del genere” sono aumentate recentemente del +550%, “manifesto dell’identità di genere” del +415% e “dipinto di auto-espressione” del +455%.

Pride Month: come evitare il rischio di rainbow washing

La rilevanza socio-culturale di questo mese deve essere motivo di riflessione per i marchi, ispirandoli tutto l’anno a “fare sempre di più” in termini di inclusività. Sebbene il supporto di moltissimi brand sia genuino e del tutto disinteressato dal punto di vista economico, altrettanti marchi incorrono nel cosiddetto rainbow washing.

In altre parole, l’accusa è di sfruttare l’occasione al fine di incrementare i profitti ed intercettare un numero ancora più ampio di consumatori.

La linea di demarcazione tra sostenere la battaglia della comunità LGBTQIA+ e strumentalizzare la potenza della causa è estremamente sottile e il rischio è di perdere la credibilità del brand per avere implementato e comunicato attività superficiali, poco attente e di conseguenza potenzialmente controproducenti dal punto di vista mediatico. Altrettanto problematico a livello marketing è il queer-bating, ovvero l’inserimento di personaggi LGBTQIA+ che non vengono dichiarate come tali o non rappresentate correttamente.

saverio schiano

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Pinterest e Saverio Schiano, Head of Sales for Italy Pinterest, rivelano alcuni utili consigli su come creare campagne di marketing e comunicazione LGBTQIA+-friendly, così da amplificare la portata dei messaggi e richiamare l’attenzione sul tema con rispetto e positività:

  1. Semplice ed efficace… essere autentici!: non è scontato suggerire ai brand che il fattore n.1 per questa tipologia di campagna è l’autenticità.
    Scavare oltre la superficie ed abbracciare a 360° l’inclusività non significa semplicemente introdurre bandiere arcobaleno e colori sgargianti nelle proprie campagne e prodotti.
    La buona riuscita di tale “operazione” può basarsi solamente da una piena comprensione della storia delle battaglie e conquiste della comunità LGBTQIA+ e da una forte volontà di aiutare concretamente le voci storicamente marginalizzate nella società odierna.
    E non va dimenticato che il successo è dato proprio dalla giusta unione dei valori del proprio brand e di quelli incarnati dal Pride Month!
  2. Occorre prestare attenzione all’inclusività 365 giorni l’anno e sul lungo termine: i messaggi che si sceglie di comunicare devono essere celebrativi e senza scopo di lucro, volti a sottolineare la necessità di normalizzare la diversità.
    Per questo motivo, devono essere incorporati nelle proprie campagne nel corso di tutto l’anno, non limitati temporalmente al mese di giugno o ad altri specifici momenti nel corso dell’anno.
    Per quanto le parole siano uno strumento potente per incoraggiare dibattiti e discussioni, esse si devono necessariamente trasformare in fatti e gesti concreti da parte dei brand a supporto delle comunità sotto-rappresentate (come, per esempio, donazioni ad associazioni LGBTQIA+ oppure l’introduzione di politiche aziendali inclusive).
    I consumatori sono sempre più attenti alla responsabilità sociale delle aziende: un sincero e costante impegno nei confronti della causa e un rifiuto di concessioni puramente simboliche consentiranno di ottenere la fiducia e fidelizzare i membri della comunità LGBTQIA+ e i loro alleati.
    Per esempio, per Pinterest è prioritario assicurare contenuti online che rispettino i diritti di tutte le persone come ben identificato dalle  linee guida.
  3. Attenzione alle partnership: un’ottima modalità per i brand di dare maggiore autorevolezza alle proprie campagne e sensibilizzare un maggiore numero di persone è costruire delle sinergie con enti, associazioni e personalità attive ogni giorno nella lotta a favore dei diritti di chi non si identifica come cis- ed etero. La selezione di questi partner deve essere accurata e minuziosa.
    Per esempio, in occasione dell’arrivo del mese dedicato al Pride, Pinterest ha lanciato la campagna “Pride and Progress”, una serie di contenuti che coinvolgono Creator appartenenti alla comunità, tra cui Sasha Colby, la vincitrice dell’ultima edizione del programma RuPaul’s Drag Race.
    Inoltre, come parte di questa campagna, Pinterest ha avviato una collaborazione anche con Tastemade per lanciare una serie di programmi live-streaming negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Canada, Germania e Francia, tra cui “Proud of Me” una serie con protagonisti alcuni dei più talentuosi Creator queer, come Meg Garrod e David Lovric.
  4. Le critiche aiutano i brand a crescere: last but not least, sbagliare è umano, ma è importante essere aperti alle critiche, imparare dai propri errori e migliorare di volta in volta il proprio approccio quando si parla di inclusività e diversità.
nuovo visore apple vision pro

Quanto costa (e cosa fa) il nuovo visore di Apple

Arriva il Visore di Apple: dopo anni di annunci ritardi, l’azienda ha presentato un headset per la realtà aumentata chiamato Apple Vision Pro che fonde “senza soluzione di continuità” il mondo reale e quello digitale.

Le caratteristiche del Visore di Apple

È il primo prodotto Apple attraverso il quale si guarda“, ha dichiarato il CEO Tim Cook a proposito del dispositivo, che assomiglia a un paio di occhiali da sci. Il visore di Apple è dotato di una batteria estraibile e si controlla con gli occhi, le mani e la voce.

Vision Pro si posiziona principalmente come dispositivo AR, ma può passare dalla realtà aumentata a quella virtuale completa tramite una manopola.

nuovo visore apple vision pro persona che lo indossa

Quanto costa il visore di Apple

Il prezzo di partenza di Vision Pro è di 3.499 dollari e il lancio avverrà all’inizio del prossimo anno, a partire dal mercato statunitense e in altri Paesi nel corso dell’anno.

A differenza dei prodotti dei competitor già lanciati sul mercato, come il Quest di Meta o Pico di Bytedance, il dispositivo è privo di controller: app, file e icone si sfogliano in un sistema operativo chiamato visionOS, semplicemente guardandole.

È possibile utilizzare il nuovo visore di Apple anche tramite comandi vocali e l’azienda afferma che centinaia di migliaia di app già conosciute e utilizzate per iPhone e iPad”funzioneranno automaticamente in questo modo.

Inoltre, il visore per la realtà aumentata supporta gli accessori Bluetooth, tra cui Magic Keyboard e Magic Trackpad, e consentono di collegare il Mac per utilizzarlo all’interno dell’headset. Le telecamere rivolte verso il basso sono in grado di riprendere le mani e seguirne i movimenti.

L’hardware del Vision PRO

Il visore ha una parte frontale in vetro e un telaio in alluminio, che contiene cinque sensori, 12 fotocamere, un display 4K per ciascun occhio e un computer che sembra essere raffreddato da una ventola.

La maschera dell’headset (che Apple chiama “Light Seal”) e il cinturino (che Apple chiama “Head Band”) sono foderati in tessuto e modulari, e Apple afferma che possono flettersi per adattarsi a diverse forme del viso e dimensioni della testa.

Zeiss ha creato inserti ottici personalizzati che si attaccano magneticamente alle lenti per chi porta gli occhiali. Ha una batteria esterna che dura fino a due ore e può essere collegata tramite un “morbido cavo intrecciato” in modo da poterla infilare in tasca, oppure si può collegare a un’alimentazione esterna e usarla tutto il giorno.

Apple promette che il display sarà di una nitidezza senza precedenti e in grado di fornire video in 4K.

Il sistema utilizza un M2, ma include anche un nuovo chip chiamato R1.

Le differenze del Visore di Apple con Quest e Pico

Inoltre, Apple avrebbe superato la sensazione di isolamento tipica degli headset dei concorrenti: la mascherina sarà in grado di mostrare gli occhi di chi lo utilizza grazie a un sistema chiamato EyeSight e, durante l’uso in full VR, uno schermo luminoso li oscurerà per suggerire che non si è disponibili all’interazione esterna.

In più, crea una “persona” digitale – in pratica un avatar iperrealistico – scansionando il volto dell’utilizzatore. Il dispositivo utilizza poi un video passthrough che consente di vedere il mondo reale a colori permettendo di vedere e interagire con lo spazio circostante.

apple vision pro spatial computing

Sarà da subito possibile utilizzare FaceTime, catturare e “rivivere” video a 180 gradi con una telecamera 3D e fruire di contenuti TV e Arcade, compresi i contenuti premium di Disney.

Apple si lancia nello spatial computing

Il prodotto annunciato era in lavorazione da anni e, secondo quanto riferito, è stato sottoposto a diverse iterazioni. Tuttavia, entrerà in un mercato che non è ancora decollato. Il suo principale concorrente sarà probabilmente Meta.

Twitch Marketing - webinar Territory Influence

Twitch Marketing: da dove iniziare per avere successo

Se ti è arrivato all’orecchio che Twitch è solo roba per smanettoni di videogame, fermati un attimo. Forse ti sta sfuggendo il fatto che altri marketer e streamer stanno già sfruttando le potenzialità di Twitch per fare campagne di marketing molto efficaci.

Vuoi saperne di più su questa piattaforma e su come può tornare utile nella comunicazione del brand? Allora resta rintonizzatə e continua a leggere.

Perché Twitch è diverso dagli altri

Twitch è una piattaforma online di streaming in diretta di proprietà di Amazon, dove gli utenti possono sia trasmettere live che guardare altri streamer. È come una TV che trasmette sempre in diretta, ma non ha la limitazione del mezzo one to many perché, al contrario, permette l‘esperienza interattiva: attraverso la chat dedicata, gli user interagiscono in tempo reale con il creator che sta eseguendo la diretta streaming.

Questo crea un senso di autenticità e coinvolgimento più profondo rispetto ai contenuti pre-registrati o pubblicati su altri social network.

Come succede anche su Youtube, Instagram e TikTok, i creator con il tempo costruiscono delle community di follower appassionati. Ma su Twich la community è molto più forte e sviluppata, tant’è che gli utenti quando seguono i loro streamer preferiti partecipano alle chat e creano relazioni con altri spettatori con interessi simili. Di fatto si crea un senso di appartenenza unico attorno ad uno streamer o un argomento.

Inoltre la varietà di contenuti è davvero ampia attualmente. Solo all’inizio Twitch poteva essere associato al gaming e agli eSport, mentre adesso i creator trasmettono performance musicali, creazioni artistiche, tutorial di trucco, acconciature, spettacoli di cucina, ASMR, cosplay, discussioni su anime, partite a scacchi e persino contenuti con animali.

Ma adesso veniamo al punto: se gli streamer hanno una forte influenza sui loro gruppi di seguaci allora vuol dire che sono di fatto degli influencer con una marcia in più perché possono collaborare con i brand e promuovere prodotti o servizi in modo più autentico, raggiungendo una base di fan fedeli e altamente coinvolti.

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A chi puntare: la Generazione Twitch

Twitch è principalmente utilizzato dalle generazioni dei più giovani, quelli nati tra il 1997 e il 2012, e che rientrano sotto il nome di Gen Z, Millennial e Gen Alpha, contando circa 2,5 miliardi di persone. Nello studio intitolato “Leading Cultural Change” Twitch ha esplorato le esigenze e le abitudini digitali di questi nuovi utenti. I risultati hanno rivelato che la Generazione Z e la Generazione Alpha sono nativi digitali cresciuti con dispositivi digitali e abituati a vivere in un mondo “onlife“, ovvero costantemente connessi.

Basti ricordare l’episodio famoso di quello streamer che si riprendeva live mentre provava a dormire (e che ha guadagnanto 16 mila dollari in una notte).

A ciò aggiungiamo che per la Gen Z non è sufficiente che i brand li coinvolga nella creazione di nuovi prodotti o di nuovi slogan. Questa nuova generazione desidera invece assumere un ruolo attivo, con gli individui al centro, con la loro identità, i loro valori e come membri di piccole comunità di persone con le quali condividono quei valori e quelle passioni.

Tutto ciò ha implicazioni significative sulle modalità comunicative dei brand, che devono cogliere l’opportunità di imparare a interagire con la Generazione Twitch e arrivare prima della concorrenza.

Come fare Twitch marketing

Twitch offre ai marketer una serie di opportunità per favorire la consapevolezza del marchio o fare promozioni. Vediamone alcune:

  1. Sponsorizzazioni e pubblicità: i brand possono sponsorizzare le trasmissioni degli streamer o inserire annunci pubblicitari durante le sessioni di streaming.
  2. Eventi interattivi: i brand possono organizzare eventi interattivi in collaborazione con gli streamer, come sfide, tornei o sessioni di gioco in diretta.
  3. Contenuto di marca: i brand possono creare il proprio canale su Twitch e produrre contenuti in diretta o registrati che siano rilevanti per il loro settore. Ad esempio, un marchio di videogiochi potrebbe trasmettere le sessioni di gioco dei propri sviluppatori o organizzare eventi speciali legati al lancio di nuovi giochi.
  4. Collaborazione con gli streamer: i brand possono collaborare con gli streamer più popolari o rilevanti nel loro settore per promuovere i loro prodotti o servizi. Gli streamer infatti, possono creare contenuti sponsorizzati o recensioni di prodotti durante le loro trasmissioni, raggiungendo un pubblico dedicato e coinvolto.

Influencer marketing su Twitch

L’influencer marketing si è dimostrato una strategia efficace per raggiungere e coinvolgere i consumatori, e Twitch non fa eccezione. Il vantaggio per i brand è quello di poter sfruttare le community consolidate e l’autenticità degli streamer per promuovere prodotti o servizi. Come dicevamo poco sopra, gli streamer coltivano delle vere e proprie fan base legate a giochi specifici, hobby o interessi.

Perciò, il compito dei marketer è quello di trovare e stringere collaborazioni con influencer pertinenti, il cui contenuto si allinei ai valori del proprio brand e raggiungere in modo efficace nicchie di mercato.

Twitch aiuta i brand a raggiungere il loro pubblico mentre è attivamente coinvolto e attento, il che è estremamente prezioso e unico. E ciò è effettivamente possibile grazie ai numeri impressionanti di Twitch: ha 31 milioni di utenti medi giornalieri e ha registrato 1,3 trilioni di minuti di visualizzazione nel 2022.

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Inoltre, daranno il benvenuto a “Nezak“, famoso streamer italiano che parlerà della sua esperienza, di cosa funziona e cosa non funziona sulla piattaforma e tanto altro.

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Gli orari migliori per postare sui social media nel 2023

Gli orari migliori per postare sui social media nel 2023

Il web non dorme mai, e neppure il mondo dei social. Con oltre 5 miliardi di utenti presenti su diverse piattaforme a livello globale, i social media offrono numerose opportunità di crescita per le imprese e i brand.

Nonostante molte delle strategie per migliorare la visibilità sui social siano ampiamente diffuse, c’è un elemento chiave che spesso viene sottovalutato: l’orario migliore per pubblicare sui social media.

orari migliori per postare sui social

Per rispondere a questo punto, il team interno Data Science di Sprout Social ha esaminato i risultati e le tendenze nell’utilizzo dei social. L’indagine si è svolta analizzando, nell’ultimo anno, gli oltre 34 mila iscritti alla piattaforma, parliamo di circa 2 miliardi di dati sull’engagement presenti in oltre 400 mila profili sui canali Twitter, Facebook, LinkedIn, Instagram, Pinterest e TikTok.

L’obiettivo? Capire quando i contenuti hanno ottenuto maggior coinvolgimento durante i giorni della settimana.

I dati di Sprout Social includono utenti, settori e località di vario tipo. Tutti gli intervalli di tempo sono registrati a livello globale, il che significa che per ottenere risultati di coinvolgimento positivi è possibile pubblicare contenuti seguendo gli orari indicati in qualsiasi fuso orario.

Tuttavia, il nostro consiglio resta quello di testare direttamente gli account gestiti per scovare i tempi di posting ottimali.

I risultati sono sintetizzati in grafici suddivisi per piattaforma. Scopriamoli nel dettaglio.

Qui un rapido collegamento ai momenti migliori per postare sui social:

Orari migliori per postare sui social: panoramica generale

Ogni piattaforma social varia a seconda degli obiettivi, del tipo di contenuto e del pubblico.

Analizzando i dati specifici di ogni rete è emerso che i momenti di maggiore coinvolgimento sono di solito martedì, mercoledì e giovedì, soprattutto tra le 9:00 e le 12:00.

Gli orari migliori per postare sui social media nel 2023

Le mattine dei giorni infrasettimanali sono generalmente considerate i momenti di maggior successo su molte piattaforme, come Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn.

Tuttavia, come vedremo nel dettaglio, Pinterest e TikTok registrano un coinvolgimento maggiore nel pomeriggio.

È importante notare che queste informazioni rappresentano solo una panoramica generale, poiché ogni piattaforma ha intervalli di coinvolgimento diversi durante la settimana e in orari significativamente variabili.

Momenti migliori per postare sui social media in generale:

  • Lunedì dalle 10:00 alle 12:00
  • Martedì dalle 9:00 alle 14:00
  • Mercoledì dalle 9:00 alle 13:00
  • Giovedì dalle 9:00 alle 12:00
  • Venerdì dalle 9 alle 11

I giorni migliori per postare sui social media: martedì e mercoledì
Giorni peggiori per postare sui social media: la domenica

Gli orari migliori per pubblicare su Facebook

Facebook rimane la piattaforma più utilizzata (90%) dai digital marketer in tutto il mondo.

Gli orari ideali per postare su Facebook sono dal lunedì al giovedì, dalle 8:00 del mattino fino al primo pomeriggio, solitamente fino alle 13:00.

Le uniche ore da evitare per la pubblicazione su Facebook sono quelle molto presto, generalmente tra mezzanotte e le 4:00 di mattina.

È importante considerare che l’engagement dipende anche dalla frequenza con cui pubblichiamo sui social media e dal tipo di contenuto che condividiamo. Non tutti i contenuti social si adattano bene a tutte le piattaforme, questo per dire che pubblicare il contenuto giusto sulla piattaforma adeguata fa sempre la differenza.

Gli orari migliori per pubblicare su Facebook:

  • Lunedì dalle 8:00 alle 13:00
  • Martedì dalle 8:00 alle 14:00
  • Mercoledì dalle 8:00 alle 13:00
  • Giovedì dalle 8:00 alle 12:00

Giorni migliori per pubblicare su Facebook: dal lunedì al giovedì
Giorni peggiori per postare su Facebook: la domenica

Gli orari migliori per pubblicare su Instagram

Al secondo posto tra le piattaforme più utilizzate dai marketer troviamo Instagram, con una percentuale del 79% di utilizzo.
Mentre la competizione tra Instagram e TikTok per i video di breve durata è tuttora in corso, la fruizione di Reels rappresenta il 30% del tempo trascorso sulla piattaforma di proprietà di Meta.

Gli orari migliori per postare su Instagram sono generalmente il lunedì, il martedì, il mercoledì e il venerdì tra le 9:00 e le 13:00. Dato molto simile a Facebook, le ore “off” sono le prime del mattino di tutti i giorni della settimana, da mezzanotte fino alle 4:00.

Gli orari migliori per postare sui social

Ricorda: l’algoritmo di Instagram è imprevedibile. Per avere successo sulla piattaforma è necessario trovare un equilibrio tra la pubblicazione costante di contenuti di alta qualità per coinvolgere e continuare a intrattenere il pubblico.

Momenti migliori per pubblicare su Instagram:

  • Lunedì dalle 10:00 alle 12:00
  • Martedì dalle 9:00 alle 13:00
  • Mercoledì dalle 10:00 alle 13:00
  • Venerdì dalle 9 alle 11

I giorni migliori per pubblicare su Instagram: martedì e mercoledì
Giorni peggiori per pubblicare su Instagram: la domenica

Gli orari migliori per pubblicare su LinkedIn

Su LinkedIn, la piattaforma social focalizzata sul mondo dei professionisti, gli orari di coinvolgimento coincidono con l’orario di lavoro, naturalmente.

Poiché i contenuti su LinkedIn si concentrano sulla thought leadership e sulla crescita professionale, è comprensibile che la maggior parte del pubblico interagisca con tali contenuti durante le ore lavorative. Infatti, le ore di maggiore engagement non si estendono al di fuori dell’orario classico di lavoro.

A mezzogiorno si osserva un’intensa attività sulla piattaforma con dei picchi molto importanti. Tra gli altri momenti migliori per pubblicare su LinkedIn, troviamo il martedì e il mercoledì tra le 10:00 e mezzogiorno.

orari migliori per postare

È consigliabile evitare di pubblicare i contenuti su LinkedIn durante il fine settimana, poiché l’engagement diminuisce significativamente nel weekend.

Momenti migliori per postare sulle pagine aziendali di LinkedIn:

  • Martedì e mercoledì dalle 10:00 alle 12:00

Giorni migliori per pubblicare sulle pagine LinkedIn: dal martedì al giovedì
Giorni peggiori per pubblicare sulle pagine LinkedIn: nel fine settimana

Gli orari migliori per pubblicare su Pinterest

Pinterest è il motore di ricerca visiva in cui gli utenti cercano e scoprono prodotti, tendenze, design e molto altro ancora. Sebbene non tutte le aziende siano presenti su questa piattaforma, coloro che la utilizzano conoscono bene l’efficacia e i vantaggi che Pinterest può offrire.

Gli utenti interagiscono con i contenuti praticamente in ogni momento della giornata, quasi tutti i giorni della settimana. Gli orari ottimali per pubblicare su Pinterest includono il martedì, il mercoledì e il giovedì intorno alle 13:00, con una flessibilità di un’ora prima o dopo.

È interessante notare che anche il mercoledì alle 6:00 del mattino rappresenta un momento di punta per pubblicare su Pinterest.

Momenti migliori per pubblicare su Pinterest:

  • Martedì alle 13:00
  • Mercoledì dalle 13:00 alle 15:00
  • Giovedì dalle 12:00 alle 14:00

Giorni migliori per pubblicare su Pinterest: dal mercoledì al venerdì
Giorni peggiori per pubblicare su Pinterest: domenica e lunedì

Gli orari migliori per pubblicare su TikTok

TikTok ha registrato una notevole crescita negli ultimi due anni. Attualmente, la piattaforma di video sharing conta oltre 1 miliardo di utenti attivi a livello globale che trascorrono quasi 20 ore al mese sull’app.

Gli orari migliori per pubblicare su TikTok sono il martedì dalle 14:00 alle 18:00, il mercoledì dalle 14:00 alle 17:00 e il giovedì dalle 15:00 alle 17:00. Durante i pomeriggi si registra un elevato livello di coinvolgimento sulla piattaforma.

Tuttavia, in generale, si osserva un maggiore coinvolgimento da metà mattina al pomeriggio (dalle 9:00 alle 17:00) dal martedì al giovedì.

Gli orari migliori per pubblicare su TikTok:

  • Martedì dalle 14 alle 18
  • Mercoledì dalle 14 alle 17
  • Giovedì dalle 15:00 alle 17:00

I giorni migliori per pubblicare su TikTok: martedì e mercoledì
I giorni peggiori per pubblicare su TikTok: la domenica

Gli orari migliori per pubblicare su Twitter

Twitter è la piattaforma ideale per le conversazioni in tempo reale e le ultime notizie. Ancora oggi l’app continua a essere un luogo in cui i marchi possono partecipare alle discussioni di tendenza, sforzandosi di essere coerenti ai propri valori e consapevoli di ciò che comunicano.

I momenti di maggiore coinvolgimento su Twitter sono aumentati rispetto all’anno precedente, con picchi costanti in tarda mattinata durante i giorni feriali.

Gli orari migliori per postare su Twitter vanno dal martedì al venerdì a partire dalle 9:00 fino a mezzogiorno.

Momenti migliori per postare su Twitter:

  • Martedì dalle 9:00 alle 14:00
  • Mercoledì dalle 9:00 alle 13:00
  • Giovedì dalle 9:00 alle 14:00
  • Venerdì dalle 9:00 alle 12:00

Giorni migliori per postare su Twitter: dal martedì al giovedì
Giorni peggiori per postare su Twitter: la domenica

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gruppo ninja

I Ninja si incontrano a Sanremo per parlare di Intelligenza Artificiale

Una reunion per incontrarsi in modo informale e scambiarsi spunti e opinioni su uno dei temi più caldi del momento. Il Ninja Meetup Sanremo, in questa occasione, sarà un evento dedicato alla “AI Revolution: il futuro dellIntelligenza Artificiale“.

Ninja Meetup Sanremo

Ninja Meetup Sanremo: dove e quando

Questo appuntamento speciale avrà luogo il 31 maggio presso il Forte Santa Tecla a Sanremo, e sarà organizzato in collaborazione con Andrea Ventura, Ninja Ambassador, digital strategist e CEO di RebelDigital Agency.

L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo in cui viviamo e lavoriamo, con un impatto che si fa sentire in ogni settore dell’industria e della società. Questo incontro rappresenta un’opportunità unica per discutere insieme del futuro di questa rivoluzione tecnologica e digitale.

La scaletta dell’evento

L’evento inizierà alle 18:00 con un momento di networking. Questa sarà un’occasione ideale per presentarsi, condividere idee e esperienze, e connettersi con altri appassionati di digitale.

La serata proseguirà con un focus sull’AI, durante il quale avremo l’opportunità di condividere pensieri e visioni sul suo impatto e sulle sue potenzialità.

La parte centrale dell’evento sarà l’aperitivo, un momento conviviale durante il quale scambiare idee e approfondire i temi affrontati.

Il Ninja Meetup Sanremo è un evento Free Entry, ma ti invitiamo a prenotare il tuo posto inviando un’email a andrea@rebeldigital.it.

Questo ci permetterà di organizzare al meglio la serata.

Siamo ansiosi di accoglierti a Sanremo per questa serata speciale.

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Arriva preparato all’evento. Leggi anche:

Google I/O 2023: le novità sull’intelligenza artificiale annunciate all’evento

Elon Musk chiede una pausa sulle Intelligenze Artificiali: possono renderci obsoleti

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Manifesto AI: l’intelligenza artificiale non ci sostituirà

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Google annuncia Bard, l’anti ChatGPT. Quali sono le differenze

Un articolo sull’Intelligenza Artificiale scritto da una AI

sfide per il retail

Sfide per il retail: quali sono e come le aziende possono affrontarle

Le sfide per il retail sono sempre più evidenti e, in un contesto di incertezza economica, i modelli di distribuzione nel settore stanno cambiando, insieme alle aspettative mutevoli delle persone.

La convergenza tra il mondo online e offline è diventata una realtà senza soluzione di continuità. Inoltre, l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove opportunità per le imprese del retail, portando una vera rivoluzione.

Esaminiamo da vicino questa rivoluzione e scopriamo come le aziende stanno affrontando tali cambiamenti per rimanere competitive, grazie al blog post di Jacopo Allegrini, Director Sales, Retail, Google Italia.

Esaminiamo tre grandi cambiamenti che stanno influenzando il settore nel suo complesso.

Sfide per il retail: l’esperienza d’acquisto immersiva

In passato, il mondo online era principalmente un luogo per cercare ispirazione e informazioni per gli acquisti.

Ora l’esperienza di acquisto diventa fondamentale, con il 61% dei clienti che preferisce siti web che offrono un’esperienza coinvolgente. Tra le sfide per il retail, garantire questo tipo di esperienza diventa importantissimo.

sfide per il retail - comprare con lo smartphone

Google ha sviluppato modalità di ricerca completamente nuove grazie ai progressi nell’intelligenza artificiale. Ad esempio, le ricerche visive con Google Lens consentono di trovare informazioni online sugli oggetti che vediamo intorno a noi.

La Ricerca Multipla permette alle persone di trovare informazioni anche quando non hanno tutte le parole per descrivere ciò di cui hanno bisogno, utilizzando sia testo che immagini.

L’esperienza immersiva unisce online e offline in modo realistico, consentendo ai rivenditori di offrire funzionalità come la visualizzazione di mobili all’interno delle abitazioni o la prova virtuale di prodotti utilizzando la realtà aumentata.

LEGGI ANCHE: Google potenzia i suoi prodotti con l’AI: arriva la ricerca Multipla

La personalizzazione come valore aggiunto

In Italia, più della metà degli acquisti online avviene tramite dispositivi mobili.

Grazie allo smartphone, la relazione tra rivenditori e consumatori è diventata sempre più personale, con l’obiettivo di offrire un’esperienza di acquisto personalizzata.

È essenziale per le persone trovare ciò che cercano durante l’acquisto, e l’82% dei consumatori a livello globale evita i siti web che presentano difficoltà di ricerca.

I rivenditori rischiano di perdere ricavi potenziali a causa di risultati di ricerca che non soddisfano le aspettative dei consumatori.

Le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, come Recommendations AI di Google Cloud, consentono di consigliare prodotti ai consumatori in base ai loro acquisti precedenti e alla cronologia di navigazione.

Omni-esperienza: la vera sfida per il retal

C’è una crescente convergenza tra lo shopping online e offline, con un aumento delle ricerche di “negozio aperto”. È cruciale per i rivenditori prestare attenzione all’interazione tra gli acquisti fisici e quelli online.

Circa il 76% delle persone in Italia non mostra preferenze specifiche tra i due canali.

Le persone utilizzano una varietà di canali per gli acquisti, con il 68% dei consumatori italiani che ha fatto shopping attraverso cinque o più canali durante la scorsa stagione invernale.

sfide per il retail - il blogpost di Google

La sfida per i rivenditori è trasformare l’omni-canale in un’esperienza di acquisto senza soluzione di continuità su tutti i canali. Utilizzando i dati proprietari acquisiti con il consenso dei clienti, i rivenditori possono comprendere meglio le esigenze e le preferenze dei clienti e veicolare il messaggio giusto tramite il canale più appropriato.

Le campagne Performance Max di Google sono progettate per raggiungere le persone giuste nel momento giusto, attraverso una varietà di canali, inclusi la rete di ricerca, YouTube, la Rete Display, Discover, Gmail e Maps, con l’obiettivo di aumentare le vendite online e offline.

L’intelligenza artificiale offre agli operatori del settore retail la possibilità di creare un’esperienza di acquisto personalizzata e coinvolgente, rispondendo alle aspettative e alle esigenze dei consumatori.

Come annunciato durante Google I/O, l’azienda si impegna a sfruttare la tecnologia per sbloccare nuove possibilità per le persone, le aziende e le comunità.

LEGGI ANCHE: Google I/O 2023: le novità sull’intelligenza artificiale annunciate all’evento

youtube works awards copertina

YouTube Works Awards: tutti i vincitori della seconda edizione

YouTube ha annunciato i vincitori della 2^ edizione YouTube Works, il riconoscimento annuale assegnato da YouTube in collaborazione con Art Directors Club Italiano (ADCI), volto a celebrare i talenti creativi che hanno saputo produrre le campagne più efficaci e innovative sulla piattaforma.

La redazione di Ninja ha partecipato all’evento di premiazione, raccogliendo le voci di Stefania Siani, Presidente ADCI e Carla Leveratto, Head of Creative Works di Google in Italia.

youtube works awards logo

A partire dalla location, la Sala Melato del Piccolo teatro di Milano, dove la premiazione ha avuto luogo, la creatività è stata il filo conduttore dell’evento, accompagnato dalla presentazione irriverente del comico (e youtuber) Luca Ravenna e dalla performance canora di Annalisa.

Una giuria di esperti, provenienti da agenzie creative, media e brand tra le più riconosciute in Italia e nel mondo,  ha valutato oltre 75 candidature attraverso un processo e criteri chiari e trasparenti.

Gli esperti hanno così identificato le campagne che,utilizzando i formati degli annunci di YouTube e una forte creatività, hanno saputo raggiungere il pubblico in modi unici.

youtube works awards membri della giuria

I vincitori della seconda edizione di YouTube Works

Di seguito le campagne vincitrici per le 6 categorie di concorso: Creative Innovation, Best Use of Creators, The Underdog, Action Driver, The Unskippable e Breaking Barriers. A queste si aggiunge il Gran Prix, assegnato – tra i vincitori per ciascuna categoria – alla campagna più creativa, innovativa e data-driven che ha portato risultati di business concreti e tangibili.

Creative Innovation + Grand Prix – “Maserati Grecale Global Premiere” di Maserati

La campagna di lancio della nuova Maserati Grecale si è aggiudicata il premio YouTube Works per la categoria Creative Innovation e il Grand Prix.

Ideata da Independent Ideas – BCW MILANO, ha spiccato per l’utilizzo della diretta streaming su YouTube in maniera strategica e innovativa, un racconto coinvolgente e la scelta accurata dei protagonisti. Il formato lungo ha ottenuto una performance eccezionale sulla piattaforma, raggiungendo gli obiettivi di business prefissati, incarnato appieno il concetto di “Creative Effectiveness”.

Best Use of Creators – “Sono in una serie Netflix – Favij per Di4ri” di Netflix

Sono in una serie Netflix – Favij per Di4ri” ha rappresentato un unicum per il mercato italiano ed è riuscita ad aggiudicarsi il premio per la categoria Best Use of Creators. Il duplice utilizzo, come testimonial e protagonista, di un creator come Favij ha generato infatti un notevole interesse e curiosità nel target di riferimento.

La scelta dello youtuber si è dimostrata oltremodo vincente grazie anche al suo tono ironico e all’affinità con il target kids.

La campagna è stata curata dall’agenzia We Are Social

The Underdog – “Arnett Underdog Creators” di Arnette

La campagna “Arnette Underdog Creators” dimostra come è possibile ottenere grandi risultati con piccoli mezzi, grazie alla giusta intuizione.

Curata da Blinks Essence, Arnette è stata in grado di raggiungere il suo nuovo target di riferimento, composto dalla GenZ e dal mondo dello street style, coinvolgendo direttamente nel processo creativo “creators e talent underdog”, minimizzando così da un lato i costi e massimizzando dall’altro la coerenza con il proprio target.

Action Driver – “Golden Gum – Un sogno da urlo” di Air Action Vigorsol

Grazie ad un progetto solido e ben strutturato la campagna Golden Gum di Air Action Vigorsol ha registrato un notevole risultato in termini di brand KPI e sales uplift.

L’iniziativa “sogni da urlo” ha raggiunto 3mila upload, dimostrando come un formato lungo insieme ai formati adv brevi completano l’esperienza di comunicazione raggiungendo ritorni importanti.

L’utilizzo di un creator noto come Frank Matano, prodotto appositamente per YouTube inoltre, ha reso possibile un forte ingaggio emotivo con lo spettatore che ha saputo riconoscere l’autenticità della marca.

La campagna è stata curata da Dentsu Creative e Selection Communication & Design.

Unskippable – “Vodafone Happy. Non perdi mai. Nemmeno il sorriso” di Vodafone

La campagna di Vodafone, curata dalll’agenzia We are Social, si è aggiudicata il premio YouTube Works per la più avvincente intro di 5’’, che ha convinto il pubblico a non saltare l’annuncio adv nel video. “Vodafone Happy.

Non perdi mai nemmeno il sorriso” è riuscita a catturare l’attenzione degli utenti sin dai primi secondi, agganciando lo user e  coinvolgendo per tutta la durata del racconto.

La scelta di un testimonial iconico e molto riconoscibile, come Harold, ha permesso di creare un legame forte con l’audience che ha da subito apprezzato il contenuto ironico e divertente dell’intera campagna. 

Breaking Barriers – “Parla con tua figlia prima che lo facciano i social | Dove Progetto Autostima” di Dove

Dove si è aggiudicato la categoria Breaking Barriers, dedicata alla campagna che ha rappresentato genuinamente la diversità e dimostrato la forza di una rappresentazione autentica.

Ideata da Ogilvy,  “Dove Progetto Autostima” è riuscita nel difficile compito di creare un contenuto emozionale su tematiche molto delicate come il self-esteem e la body positivity nei social media.

Grazie ad un trattamento di alta qualità, e ad uno storytelling estremamente efficace, la campagna ha saputo produrre un impatto positivo sul target di riferimento costituito dalle nuove generazioni e dai loro genitori.

Dati e Creatività agli YouTube Works

«Sono reduce dall’esperienza della giuria degli YouTube Works, ed è una giuria profondamente fondata sui dati, in una maniera straordinaria» ha detto ai nostri microfoni Stefania Siani, Presidente ADCI. «Questo ci consente di misurare il modo in cui i dati influenzano la performance creativa: creatività senza performance è un concetto monco. Gli insight data driven e data proof ci consentono di migliorare e alzare lo standard».

youtube works awards stefania siani

In occasione dell’evento, le abbiamo chiesto anche se la creatività sia oggi vincolata a utilizzare il format dei video brevi, che sono il trend del momento. Ecco cosa ci ha detto.

«La golden rule del contenuto breve è una possibilità, ma non l’unica: è una regola fatta per essere rotta. Utilizzare l’eccellenza creativa per fare in modo che le persone siano ingaggiate sin dai primi secondi e portate dentro la storia è un tema di design del contenuto. In questa economia del tempo estremamente sfidante, ci auspichiamo davvero che il contenuto pubblicitario riesca a competere, sempre di più, con i contenuti seriali delle piattaforme per evitare il concetto di advertising come interruzione del contenuto a favore di un advertising che intrattiene».

YouTube Works: la creatività come leva fondamentale di business

«Nelle candidature in generale, ma soprattutto nei finalisti, abbiamo visto l’autenticità. Ma anche l’uso di tutte le leve, emozionali ma anche tecniche e innovative della piattaforme, che ci hanno permesso di premiare campagne corte ma anche lunghissime» ci racconta Carla Leveratto, Head of Creative Works di Google in Italia. «Campagne molto diverse tra loro, che hanno in comune una bellissima creatività, ma anche un impatto sul business, che poi è il cuore di questo premio».

youtube works awards carla leveratto

 La creatività emoziona le persone, ma ha un impatto sensibile sul ROI dei brand?

«La creatività è una leva fondamentale per il ritorno degli investimenti. La volontà di questo premio è dare spazio e visibilità a campagne bellissime ma che, se fossero “solo belle” sarebbero fini a se stesse. Invece hanno un impatto concreto sul business in base ai KPI prefissati all’inizio della campagna».

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Cyber Security

Cybersecurity: come proteggerti dalle vulnerabilità più comuni

La Cybersecurity è diventata un tema di crescente importanza nel mondo moderno. Negli ultimi anni, le aziende hanno implementato e sperimentato nuove soluzioni e tecnologie IT. Con la digitalizzazione, le minacce informatiche sono diventate sempre più sofisticate e diffuse.

Secondo il rapporto Clusit 2023 sulla sicurezza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Italia, il numero di attacchi informatici nel nostro paese è cresciuto del 168,6% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Questo aumento significativo degli attacchi ha portato molte organizzazioni a considerare la sicurezza informatica come una priorità.

Cybersecurity

A supporto di aziende, professionisti ed organizzazioni in Italia troviamo il Cloud Computing Provider Seeweb. Presente dal 1998, la società, con le sue soluzioni IT e i quattro data center di proprietà distribuiti tra le città di Milano e Frosinone, rappresenta un punto di riferimento nel nostro Paese.

Scopriamo nel dettaglio le principali sfide in campo cybersecurity individuate da Seeweb per il 2023 e altri importanti dati di scenario.

In Italia gli attacchi informatici sono in crescita

Negli ultimi cinque anni, la situazione relativa agli attacchi informatici è notevolmente peggiorata, seguendo un trend costantemente in crescita.

Dal confronto tra i numeri del 2018 e quelli del 2022, emerge un aumento del 60% del numero di attacchi rilevati, con una media mensile di attacchi gravi a livello globale che è passata da 130 a 207.

Cybersecurity

Il Rapporto Clusit 2023, inoltre, indica che il 2022 è stato l’anno peggiore per la cybersecurity, con 2.489 incidenti gravi a livello globale. L’Italia è ormai diventata un obiettivo centrale degli hacker, con il 7,6% degli attacchi totali avvenuti nel paese nel corso dell’anno scorso (contro il 3,4% del 2021). Inoltre, l’83% di questi casi si è rivelato grave.

Il trend è confermato anche da una ricerca dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano. Gli attacchi informatici sono in continuo aumento e stanno interessando anche infrastrutture critiche, con un aumento del 8,4% tra il 1° semestre del 2021 e quello del 2022.

Il 67% delle imprese rileva un aumento dei tentativi di attacco e il 14% ha subito conseguenze tangibili a seguito di incidenti informatici.

Il mercato italiano della cybersecurity è cresciuto del 18% rispetto al 2021, raggiungendo il valore di 1,86 miliardi di euro. Mentre, la spesa in cybersecurity in Italia si attesta allo 0,10% del PIL. Tuttavia, il mercato della cybersecurity cresce in modo significativo e l’aumento degli investimenti degli attori privati e pubblici rappresentano un segnale incoraggiante in vista dei prossimi anni.

Le aziende italiane stanno adottando una visione olistica della gestione dei rischi per definire le priorità di investimento. Il 49% delle organizzazioni integra la gestione del rischio cibernetico all’interno del processo di gestione aziendale del rischio, ma un’ampia quota lo tratta ancora come un rischio separato o addirittura non lo monitora costantemente.

Solo il 32% delle aziende utilizza metodi di valutazione finanziaria del rischio, che seppur complessi, sono efficaci nel far comprendere ai dirigenti aziendali l’importanza della sicurezza informatica e dei possibili impatti commerciali di un potenziale incidente.

Settori maggiormente bersagliati dai cyber attacchi

L’analisi dei dati di Clusit evidenzia anche il trend generale della Severity per attacker con dati clusterizzati per settore merceologico.

In ambito sicurezza informatica, “severity” si riferisce alla gravità di una minaccia o di un attacco informatico, ovvero alla sua capacità di causare danni significativi per l’organizzazione colpita.

A livello internazionale, i Multiple Targets sono diventati la principale vittima degli attacchi informatici, con un aumento del 97% rispetto al 2021.

In particolare, le organizzazioni governative, militari e le forze di polizia, passano dal primo posto al terzo a favore dei “bersagli multipli”, probabilmente influenzato dallo scenario geopolitico attuale.

Distribuzione della Severity per prime 10 vittime nel 2022

Un trend coerente con gli attacchi alle grandi infrastrutture critiche, alle loro filiere e agli attacchi mirati non solo contro singole organizzazioni, ma contro un intero ecosistema. Questo dimostra come le minacce siano sempre più sofisticate e ingegnerizzate, replicabili su larga scala, come dimostrato dalle notizie apparse sui media nell’ultimo anno.

Il settore sanitario sale ulteriormente in classifica, diventando un bersaglio appetibile sia per coloro che cercano di monetizzare gli attacchi, sia per chi vuole arrecare danni ai servizi fondamentali della società.

D’altro canto, le imprese del comparto ICT rimangono ancora nella parte alta della classifica, a causa della loro particolare predisposizione. Si tratta di organizzazioni che, grazie all’elevato grado di digitalizzazione dei processi, hanno una maggiore esposizione rispetto ad altri settori.

Interessante la scalata del settore manifatturiero, che si è dimostrato particolarmente redditizio per i cyber criminali nel 2022.

Sicurezza Cyber e Social Engineering

Seeweb ha condotto diverse simulazioni in ambito Sicurezza e Social Engineering con l’obiettivo di dimostrare che spesso sono gli errori umani a generare rischi per la sicurezza delle aziende. È stato dimostrato come sia indubbiamente la posta elettronica il vettore più comune per i tentativi di phishing.

Cyber Security

Il fine di questi esperimenti è stato quello di valutare se un attacker esterno, privo di informazioni specifiche sull’azienda sotto attacco (al di fuori di quelle disponibili pubblicamente su Internet), potesse accedere in modo non autorizzato a dati sensibili mediante attacchi di phishing ai danni dei dipendenti.

I cyber criminali, infatti, non hanno sempre bisogno di grandi quantità di informazioni per effettuare un attacco: a volte basta risalire, studiando per esempio i suoi canali social, a una sola informazione su una determinata persona, come ad esempio la sua passione per il calcio o per la moda, per convincerla a cliccare su un’email a tema. In altri casi, invece, è necessario avere informazioni precise e accurate.

Dalle simulazioni, è emerso, infine, quanto sia assolutamente facile per un hacker risalire ai contatti di un’azienda, profilare gli interessi dei suoi lavoratori e individuare eventuali debolezze, cercando di persuadere i dipendenti a compiere azioni a vantaggio dell’hacker.

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Cybersecurity: 8 problemi comuni

Tra le minacce più diffuse, in campo Sicurezza Informatica, sono stati individuati 8 problemi ricorrenti da Seeweb:

1. SQL Injection

L’attacker inserisce in input nell’applicazione web una guery SQL che viene gestita dal database come se fosse legittima.

2. Account Takeover

L’Hacker accede all’interno di un account utente di cui non e proprietario e in maniera non autorizzata

3. Authentication Bypass

L’utente malevolo accede a un account utente senza doversi autenticare con le corrette credenziali di accesso

4. Insecure Direct Obiect Reference

L’IDOR è una vulnerabilità che permette all’attacker di eludere i controlli di accesso applicativi per aumentare orizzontalmente o verticalmente i propri privilegi.

5. Privilege Escalation

L’attacker cerca di acquisire privilegi maggiori di quelli a cui ha accesso di norma.

6. Brute Force

L’Hacker riesce ad ottenere informazioni, come username e password di accesso valide, a fronte di un elevato numero di tentativi.

7. Cross-site scripting

L’attacker riesce a far eseguire del codice JavaScript arbitrario sulla postazione di un utente (il bersaglio) che visita il sito web posto sotto attacco.

8. Outdated Software Version

L’utilizzo di software non aggiornati e la causa principale di problemi di sicurezza informatica.

Le soluzioni di Seeweb

Grazie alla sua tecnologia unica e alla scalabilità dei servizi, Seeweb offre strategie efficaci per proteggere i dati e servizi di alta qualità e dalle elevate performance. Tra le diverse soluzioni di sicurezza online, per la risoluzione dei problemi elencati, troviamo sia veri e propri “strumenti” quali Web Application Firewall (WAF) che attività specialistiche di consulenza e analisi come l’assessment QSA:

  • II Web Application Firewall permette di fruire di un firewall applicativo in grado di proteggere le tue web application e il business stesso. II WAF è completamente “managed” e non comporta nessuna configurazione a carico dell’azienda. In presenza di più siti, realizzati con la stessa tecnologia o CMS, è possibile usare un unico WAF, senza fare modifiche applicative.
    Il WAF funziona in modalità single-tenant, il che significa che è necessario attivarlo su uno o più server che offrono servizi web per singolo cliente. Per proteggere molti siti altamente trafficati, gli esperti Seeweb possono contribuire a sviluppare una strategia di difesa efficace ed efficiente.
  • Quick Security Assessment è un test che valuta il grado di vulnerabilità dei sistemi IT di una società o di un ente, consentendo di mettere in sicurezza applicativi e architetture IT, riducendo il cyber risk e preservando la business community nella sua totalità.
    Il Quick Security Assessment (QSA) è adatto per qualsiasi tipo di architettura e applicazione. Inizialmente, vengono individuati i server pubblicamente raggiungibili e i servizi che accettano richieste dall’esterno. Successivamente, vengono identificate eventuali vulnerabilità e validate durante il processo di scansione. Infine, vengono fornite raccomandazioni per migliorare la sicurezza della web application, includendo la lista dei possibili vettori di attacco.