Netflix torna a crescere dopo un periodo di declino: l’azienda ha dichiarato di aver aggiunto più di 2,4 milioni di abbonati nel terzo trimestre, soprattutto fuori degli Stati Uniti, interrompendo una serie di calo di di clienti che quest’anno ha creato disagio tra gli investitori e interrogativi sulle prospettive di crescita.
Il gigante dello streaming ha precisato di poter contare attualmente su 223 milioni di abbonati in tutto il mondo, dopo aver superato la sua precedente previsione di circa un milione di nuovi clienti per il terzo trimestre. Una buona ripresa, considerato che Netflix ha perso 200.000 abbonati nel primo trimestre e quasi un milione nel secondo.
“Dopo un primo semestre difficile, crediamo di essere sulla strada giusta per accelerare nuovamente la crescita“, ha dichiarato l’azienda nella sua lettera trimestrale agli azionisti. “La chiave è soddisfare i membri“.
Nel terzo trimestre ha generato un fatturato di circa 7,9 miliardi di dollari, con un aumento di quasi il 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’azienda ha registrato circa 1,4 miliardi di dollari di profitti, con un calo del 3% rispetto all’anno precedente.
Le azioni di Netflix sono poi aumentate di oltre il 10% nelle contrattazioni after-hours.
Nella sua lettera agli azionisti ha dichiarato che prevede di aggiungere ancora 4,5 milioni di abbonati nel quarto trimestre, con un calo del 46% rispetto agli 8,3 milioni di abbonati aggiunti nello stesso periodo dell’anno precedente. Ha inoltre aggiunto che a partire dal prossimo trimestre smetterà di fornire agli investitori indicazioni sul numero di abbonati previsto.
L’arrivo del piano base con pubblicità
Netflix si sta preparando a introdurre la pubblicità sul suo servizio il 3 novembre, come parte di un tentativo di attirare più clienti con un abbonamento a basso costo. Il piano supportato dalla pubblicità mostrerà agli abbonati da quattro a cinque minuti di pubblicità per ogni ora di contenuti guardati.
La decisione di introdurre un’opzione pubblicitaria su Netflix è stata una vera svolta per l’azienda, che per anni ha sottolineato la sua esperienza senza adv come punto di forza per i clienti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/09/Netflix-story.jpg8001320Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-19 11:20:322022-10-20 09:19:43Netflix torna a crescere: 2,4 milioni di abbonati in più nel terzo trimestre
Si parla molto della Generazione Z, quella dei nativi digitali, ma anche quella di coloro che stanno crescendo con i problemi globali davanti agli occhi, dopo aver vissuto una pandemia. È la generazione che, già dall’età adolescenziale, acquisisce familiarità con l’ansia e presta maggiore attenzione alla propria salute mentale.
Se parliamo di intrattenimento, giovane non è sempre sinonimo di divertimento e musica ad alto volume.
Spesso infatti sono proprio gli adolescenti che ricercano uno spazio dove trovare la calma, placare lo stress e contrastare attacchi di panico, purtroppo, sempre più frequenti.
La pandemia ha fatto emergere la necessità di uno stile di vita rallentato, secondo la tendenza slow living. In questo contesto le tecnologie entrano in scena diventando alleati preziosi per il benessere psichico.
Un sondaggio di Ipsos, condotto quest’anno, ha mostrato che l’83% degli intervistati tra la Gen Z, ha utilizzato Youtube per fruire di contenuti rilassanti.
Il social è infatti ricco di video definiti calmanti, come i live streaming di animali, filmati di paesaggi naturali, spesso con sottofondo di musica meditativa o video per accompagnare lo studio e agevolare il sonno. Ma non solo.
Il boom dei video ASMR
Si tratta dei così detti video sussurrati, in circolazione da qualche anno, ma esplosi nell’ultimo periodo tra i giovanissimi.
Il termine, coniato nel 2010 (Autonomous Sensory Meridian Response), si riferisce alla risposta involontaria del corpo ad uno stimolo come sussurro, sospiro e crepitio. La reazione causata nell’utente è una sensazione di rilassamento, quasi sedativa, nota con il nome di “massaggio cerebrale”.
“Sostanzialmente è una sensazione simile a quei piacevoli brividi che si provano quando qualcuno ti sfiora la schiena con la punta delle dita” spiega Heather Feather, popolare “ASMEtist” con circa 40.000 iscritti su Youtube.
I video ASMR di Youtube, che riproducono suoni ovattati e discorsi sussurrati, hanno registrato nel 2021 più di 65 miliardi di visualizzazioni nel mondo, un dato non trascurabile per i marketer. I video ASMR su Instagram vanno fortissimo e anche sugli altri social media.
Anche le grandi istituzioni hanno iniziato a strizzare l’occhio al trend, l’Albert and Victoria Museum di Londra, ad esempio, ha creato una playlist dal titolo “ASMR at the museum”, nella quale vengono riprodotti suoni rilassanti con le opere della collezione, come il fruscio delle pagine sfogliate.
Inoltre, alcune persone utilizzano i video ASMR per dormire e sono molto gettonati anche gli ASMR di makeup.
Video Cottagecore
Il termine Cottagecore, dall’inglese cottage (le tipiche abitazioni di montagna e campagna) e core (nucleo, cuore, focus…), rappresenta uno stile nato su Internet a partire dal 2010 e definitivamente decollato nel 2020, raggiungendo in poco tempo circa 50 milioni di visualizzazioni.
Identifica una filosofia di vita definita semplice, lontana dallo stress cittadino.
È un richiamo alle origini e alla vita vissuta con calma, non a caso sono esplosi nel periodo del lockdown, che ha fatto riflettere sulla necessità di rallentare una vita che va sempre di corsa.
Lo stile Cottagecore ha interesse nella moda rustica, le candele, i fiori di campo e i colori della terra.
In Italia ha conquistato i giovani diventando virale su Tik Tok, Instagram e Pinterest, oltre che su Youtube. Molti di questi video mostrano immagini rilassanti quali una tazza di té fumante, un camino acceso, il fermo immagine di una stanza dalla calda atmosfera, un libro dalla copertina vintage, una torta home made, o ancora, paesaggi per lo più autunnali o primaverili, coniugate ad una musica distensiva.
Si tratta di video con contenuti che ripropongono azioni ripetitive (ad esempio mescolare la vernice, tagliare il sapone, modellare uno slime, glassare una torta, scoppiare dei palloncini…), che creano un senso di soddisfazione nello spettatore.
I video oddly satisfyng, nati da circa 10 anni, sono basati sull’aspetto visivo, a differenza di quelli ASMR, focalizzati sul senso dell’udito.
Secondo la psicologia, la soddisfazione è da ricercarsi nella perfezione del gesto che si ripete tanto da far scattare la voglia di continuare a guardare. Il corpo rilascia dopamina e serotonina, le sostanze chimiche presenti nel nostro cervello che ci fanno sentire felici, provocando una piacevole sensazione di formicolio sulla pelle, come se fossimo noi stessi a compiere l’azione (grazie ai neuroni specchio).
Video creator della quotidianità
Il 69% degli intervistati appartenenti alla Gen Z, afferma che ama particolarmente guardare video vlog, dove i creator riprongono la loro quotidianità, ricevendone una sensazione di sollievo. In molti casi i video sono di lunga durata, addirittura di ore, in cui il creator svolge faccende domestiche, cucina, studia, o semplicemente riprende l’intero svolgersi della giornata, spesso con della musica in sottofondo.
L’82% ha invece dichiarato di aver usato YouTube per guardare contenuti di youtuber che comunicano un senso di nostalgia, l’equivalente di un vecchio film quando ci si sente giù di morale.
Molto seguiti anche i video tutorial di make up che riproducono suoni rilassanti realizzati dallo youtuber, come il tamburellare dei pennelli o delle unghie su una superficie.
ASMR influencer più seguiti
La diffusione mediatica del fenomeno, in impennata con la quarantena, ha destato la curiosità delle aziende, che seguono con attenzione gli influencer del settore, iniziando a coinvolgerli nelle pubblicità.
Gli ASMRtist comunicano catturando l’attenzione della Gen Z e generando un ricordo durevole, elementi chiave del marketing.
Tra gli influencer del settore più seguiti al mondo troviamo:
ASMR TESORO: il canale registra circa 2,5 milioni di abbonati, offre video rilassanti soprattutto finalizzati a conciliare il sonno
SAS-ASMR: più di 9 milioni di followers, è un canale centrato sui suoni riprodotti masticando e tagliando il cibo
ASMR MARINA: 2,5 milioni di followers per l’influencer che crea video in cui gioca e modella lo slime, intervallati da tutorial di makeup
In Italia tra i più seguiti troviamo:
CHIARA ASMR: dichiarata “regina dei video rilassanti” da Vanity Fair con più di 1 milione di followers, inventa giochi di ruolo (roleplay), parla a bassa voce (soft spoken), sussurra frasi (whispering) e riproduce suoni realizzati con oggetti. Negli anni è diventata un’autorità dei video ASMR in Italia.
NINFEA ASMR: seguita da 38.500 followers, propone “La settimana enigmistica”, video nei quali rilassa i fan compilando i cruciverba della nota rivista settimanale.
DESY MAGIC: il canale registra più di 156 mila followers, oltre a riprodurre i suoni che innescano formicolii e brividi (trigger), la youtuber ha realizzato una playlist per bambini in cui racconta fiabe
FAIRY ASMR: 155 mila followers, presente tra i suoi video anche dei mukbag (nei quali mangia riproducendo così il suono dei morsi e del masticare il cibo). Ideatrice del poadcast Audible “5 sensi relax ASMR”.
Quali sono i brand che già utilizzato i video rilassanti in ASMR?
KFC: in un video Youtube, George Hamilton, attore nei panni del colonnello Sanders, sussurra dolci paroline, interrompendosi con dei morsi al pollo croccante. “C’è una community assolutamente affascinata ed entusiasta dell’esperienza sensoriale del suono” specifica il CMO di KFC, Kevin Hochman, “l’ASMR genera una sensazione di comfort, esattamente come il nostro cibo”.
PRINGLES: dal 1996 gli annunci utilizzano spesso suoni quali battiti ritmici, scricchiolii e rumori dello sgranocchiare le patatine stesse, che aiutano ad evocare buoni sentimenti da legare al prodotto
IKEA: 25 minuti di video in cui si ascolta una rilassante voce che accompagna le immagini e i suoni, ad esempio della mano che sfiora il lenzuolo o picchietta sui mobili dell’azienda
LUSH: la ragazza del video utilizza i prodotti del brand battendo le dita sul packaging, grattando i contenitori, immergendo le bombe da bagno nell’acqua, lasciando così riprodurre il rumore dello sfrigolio del sapone che si scioglie
W MAGAZINE: la rivista statunitense ha lanciato una serie di interviste a personaggi dello spettacolo che rispondono sussurrando o con dei suoni, come il burro spalmato con il coltello sul toast, l’allacciare di una cintura di sicurezza, i tacchi delle scarpe…
LINCOLN: Il brand automobilistico, oltre a lanciare un video pubblicitario nel quale la voce dell’attore Matthew McConaughey racconta dell’incontro con un toro, armonizzato dal rumore del vento in sottofondo, ha aggiunto un’app in cui l’attore racconta una favola della buonanotte con voce sussurrata:
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/09/istockphoto-1279325075-170667a.jpg339509Ilenia Vallerianihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngIlenia Valleriani2022-10-19 09:00:512023-05-12 12:49:59Includi i video ASMR nella tua strategia di marketing per arrivare alla Gen Z
E se il Metaverso si potesse toccare con mano? Una vera rivoluzione targata Samsung. E-Skin: questo il nome della ‘pelle’ progettata dal Professor Unryong Jeong del Dipartimento di Scienza e Ingegneria dei Materiali presso la Pohang University of Science and Technology della Corea del Sud.
Il gigante della tecnologia ha dato il suo notevole contributo al progetto Future Technology Promotion.
Vediamo nel dettaglio cos’è e-skin la pelle per percepire il Metaverso.
E-Skin la pelle per “percepire” il Metaverso
E-skin è una tecnologia che cerca di riprodurre la capacità della pelle umana di reagire all’ambiente simulando tutte le sensazioni tattili. Questa capacità sinestetica, spiega il professor Jung, permetterà alle persone – mediante i propri avatar – di toccare gli oggetti, avvertire gli sbalzi di temperatura e pressione.
In questo modo, infatti, le persone potranno provare su di sé le sensazioni tattili e condividerle con gli altri.
L’obiettivo dell’azienda è di contaminare la realtà virtuale attraverso esperienze sensibili. Il preludio alla connessione tra uomo e macchina che non tarderà ad arrivare.
Il professor Unryong Jeong, che ha guidato la ricerca ha dichiarato in merito: “Uno degli ostacoli alla completa immersione negli ambienti di realtà virtuale è la mancanza di feedback tattili complessi. Nonostante lo scetticismo che circondava il nostro progetto, con il supporto di Samsung siamo riusciti a sviluppare un prototipo di pelle che può replicare quella umana”.
Come spiegano Jianliang Xiao e Wei Zhang, i leader del team statunitense, dalle pagine della rivista Science Advances, il segreto della nuova e-skin è nel materiale: un polimero (poliimmina) e nanoparticelle d’argento che conferiscono elasticità, stabilità chimica e conducibilità elettrica.
Non solo, la formulazione del materiale permette alla e-skin di ripararsi da sola grazie all’aggiunta di un mix di tre composti chimici a base di etanolo, facilmente reperibili in commercio. Sempre l’etanolo è la chiave della vera innovazione tecnologica: la completa riciclabilità del prodotto.
Basta immerge la pelle artificiale in una soluzione di etanolo perché il polimero si degradi e le particelle d’argento precipitino sul fondo. Tutto recuperabile e pronto per assemblare una nuova e-skin.
Il ‘reale’ obiettivo di E-skin
Il team di progetto ha un obiettivo ben più ampio. Ampliare il Metaverso è solo uno dei traguardi.
La e-skin troverà il suo utilizzo primario in ambito medico con la volontà di ambiziosa di restituire ai pazienti ustionati la possibilità di provare le sensazioni tattili e di temperatura.
Progetto, questo, di portata straordinaria che traccerebbe nella storia dell’umanità un solco indelebile e che, a effetto domino, produrrebbe riverberi positivi su sperimentazioni ulteriori.
Gli studi sull’e-skin, a dire il vero, sono in corso da diversi anni.
Il California Institute of Technology sta sviluppando una pelle elettronica in grado di misurare i segni vitali, mentre un gruppo di ricercatori della Graduate School of Engineering dell’Università di Tokyo ha realizzato una pelle in materiale flessibile che rileva il battito cardiaco e gli impulsi elettrici dal movimento dei muscoli.
La soluzione di Samsung vuole però andare oltre, simulando a tutti gli effetti il comportamento della pelle umana.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/e-skin-pelle-virtuale.jpg6441041Luca Arlottohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Arlotto2022-10-18 11:00:312022-10-19 11:21:14Come funziona la pelle artificiale che ci farà toccare con mano il Metaverso
Questo mese Decathlon ha colto tutti di sorpresa cambiando temporaneamente la sua insegna. È successo in Belgio, dove il nome “Nohltaced” (“Decathlon” al contrario) è apparso sul sito web, sui social media e sopra gli ingressi di tre store del paese: Namur, Gent ed Everre.
Il Belgio è un terreno fertile per la sperimentazione, il rivenditore di articoli sportivi con questa operazione ha voluto effettuare alcuni test nei punti vendita più vicini al mercato francese, con l’obiettivo di valutare nuovi modi per evolvere il suo modello di business.
Alla base di questa interessante iniziativa c’è l’obiettivo di promuovere il concetto di “reverse shopping”, consentendo ai clienti di rivendere a Decathlon articoli sportivi vecchi o non utilizzati in modo che possano essere riparati e rivenduti in garanzia.
“L’obiettivo è riutilizzare quante più apparecchiature possibili per ridurre l’impatto sul nostro ambiente ed evitare sprechi. La gamma di prodotti di seconda mano di Decathlon consentirà inoltre ai consumatori meno fortunati di acquistare attrezzature sportive di qualità a un prezzo inferiore”, si legge in un comunicato di Decathlon Belgio.
Se i prodotti non possono essere riparati o riutilizzati, verranno indirizzati a un centro di riciclo.
Il modello di consumo classico sta cambiando
Decathlon sta raccogliendo articoli sportivi, anche quelli non acquistati nelle catene, in cambio di buoni con validità di due anni. Il retailer ha affermato di aver già raccolto 26.000 articoli in Belgio quest’anno durante la fase di test in cambio di un valore totale dei buoni di € 593.220.
Influenzato dall’elevata inflazione che ha reso la vita più cara negli ultimi mesi, Nolhtaced ha osservato il crescente interesse per gli oggetti di seconda mano. Degli oltre 40.000 articoli sportivi (26.000 riacquistati, 15.000 provenienti da resi, modelli di prova o di esposizione) che la catena propone di seconda mano nei suoi negozi dall’inizio di quest’anno, circa l’80% sono stati venduti.
I primi tre prodotti di seconda mano più popolari sono le biciclette per bambini, le mountain bike e le attrezzature per il fitness, ma Nolhtaced ha notato anche un crescente interesse per abbigliamento e scarpe.
L’offerta dell’usato non solo garantisce la massima durata dell’attrezzatura sportiva, ma offre anche ai consumatori che hanno meno potere d’acquisto di acquistare attrezzature sportive di alta qualità a un prezzo inferiore.
“I consumatori stanno anche iniziando a guardare le cose in modo diverso rispetto a prima. Riguarda meno il possesso e più l’utilizzo. Questo cambiamento è pienamente in linea con la nostra strategia circolare, che mira a incoraggiare il più possibile il riutilizzo dei prodotti e a rimanere responsabili durante il loro intero ciclo di vita. Ciò significa anche progettare prodotti in modo tale che possano durare”, ha dichiaratoJoeri Moons, Country Sustainability Leader di Nolhtaced Belgio.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/decathlon-cambia-nome-in-nolhtaced-in-belgio-ecco-perche-1.jpg6671000Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2022-10-14 09:43:402022-10-17 20:43:39Decathlon cambia nome in Nolhtaced in Belgio: ecco perché
Benessere, flessibilità ed equità: sono questi i fattori chiave che contraddistinguono le 25 migliori aziende al mondo per le quali lavorare.
Great Place to Work,azienda leader nello studio e nell’analisi del clima aziendale, della trasformazione organizzativa e dell’employer branding, ha stilato la classifica World’sBest Workplaces 2022,in cui emergono le 25 multinazionali a livello globale per cui i dipendenti sono più felici di lavorare.
Queste aziende sono state scelte da 4,5 milioni di collaboratori in rappresentanza di 14,8 milioni di persone impiegate in oltre 8.500 imprese attive in 146 paesi del mondo.
Per poter entrare in questo speciale ranking le aziende devono essere state inserite in almeno 5 classifiche Best Workplaces nazionali in Asia, Europa, America Latina, Africa, Nord America o Australia durante il 2021 oppure all’inizio del 2022.
Inoltre, l’altra condizione da rispettare per poter essere valutati in qualità di World’s Best Workplaces è legata alla necessità di avere almeno 5mila collaboratori in tutto il mondo e, di questi, almeno il 40% devono lavorare al di fuori del Paese in cui si trova l’headquarter aziendale.
World’s Best Workplace: le migliori aziende del 2022
Il ranking ha visto le migliori organizzazioni globali ottenere, in media, un dato superiore di 6 punti percentuali (86%) rispetto agli altri ambienti di lavoro riconosciuti come eccellenti dalle indagini di Great Place to Work (80%); un risultato ancora più importante se confrontato con quello fatto registrare dalla media della forza lavoro globale (55%, +31%).
Il podio del ranking vede al primo posto DHL,azienda specializzata nel settore dei trasporti e della logistica, davanti a Hilton (ospitalità) e Cisco.
Facendo invece un focus sull’Italia, il nostro Paesechiude la top ten mondiale delle nazioni più rappresentate in classifica ed è il 3° paese europeo,dopo Regno Unito (15) e Francia (11), per numero di filiali premiate (10).
“I risultati della classifica dei World’s Best Workplaces 2022 sono sempre più incoraggianti e ci fanno ben sperare per il futuro poiché le imprese stanno investendo sempre di più sul benessere dei propri collaboratori.
In questo scenario, poter supportare le aziende nell’analisi della propria people experience è per noi fondamentale e ci garantisce uno sguardo privilegiato sul mondo del lavoro poiché siamo in prima linea nell’aiutare il management e la proprietà nel comprendere le esigenze delle proprie persone per iniziare il processo di trasformazione culturale che sta influenzando il panorama globale”, afferma Beniamino Bedusa, Presidente e Partner di Great Place to Work Italia.
Dai nostri studi e analisi emerge infatti che la differenza tra un’azienda eccellente, dove i collaboratori stanno bene e si sentono valorizzati, sta tanto nei cosiddetti aspetti “hard” (quali ad esempio profit sharing, opportunità di sviluppo, formazione e crescita, strumenti e risorse…) quanto in quelli “soft”, come l’apprezzamento per un lavoro ben svolto, la possibilità di essere se stessi in azienda, la ricerca di suggerimenti e idee, il coinvolgimento nelle decisioni e l’incoraggiamento a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata.
Da ultimo, vedere che l’Italia è il terzo Paeseeuropeo più rappresentato per numero di filiali italiane premiate nella classifica World’s Best Workplaces 2022 ci riempie di orgoglio, a dimostrazione del fatto che le nostre imprese stanno investendo sempre di più sul benessere dei propri collaboratori e che sono assolutamente competitive rispetto alle migliori aziende a livello globale” sostiene Bedusa.
World’s Best Workplace: la fiducia come indicatore principale
Il principale indicatore preso in considerazione nell’analisi del ranking delle migliori aziende attive è il Trust Index, l’indice di “fiducia” che raggruppa tematiche quali credibilità, rispetto, equità, spirito di squadra e orgoglio.
Qui i World’s Best Workplaces 2022 hanno mostrato in media, nel confronto con le aziende premiate nelle varie classifiche nazionali dei Great Workplaces, risultati migliori in termini di credibilità e rispetto (+6%), equità, spirito di squadra e orgoglio (+5%).
Ma quali sono gli altri indicatori che caratterizzano i World’s Best Workplaces?
Un primo aspetto riguarda il benessere dei collaboratori garantito attraverso il riconoscimento di benefit unici e speciali, rispetto al quale c’è una differenza di ben 12 punti percentuali nel confronto con gli altri eccellenti luoghi di lavoro.
C’è poi la flessibilità, la quale, durante la pandemia, è diventata fondamentale per i collaboratori.
A questo proposito il numero medio di dipendenti delle aziende in classifica che hanno registrato un rapido cambiamento da parte dell’organizzazione di appartenenza è stato superiore di ben 7 punti rispetto ad altri ottimi luoghi di lavoro. Infine, ecco l’equità che si collega alla retribuzione del proprio lavoro (75%, +9%) e alle promozioni professionali (+7%).
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/Guidare-coinvolgere-e-abilitare-in-modo-sostenibile-la-forza-lavoro-.jpeg480720Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-14 08:30:342022-10-17 08:43:53World's Best Workplace: ecco le 25 migliori aziende per cui lavorare nel 2022
+1,8 milioni di persone ascoltano podcast in controtendenza con la news avoidance del mondo mediale
I content creator indipendenti dell’audio sono i nuovi microinfluencer del digitale
Il futuro del podcasting è tra rinascita dell’oralità, cryptovalute e digital marketing
Il Festival del Podcasting 2022
Il Festival del Podcasting 2022, in 6 giorni, con oltre 35 ore di streaming no stop e più di 300 partecipanti nella giornata dal vivo il Festival del Podcasting 2022 ha celebrato ancora una volta per la sua settima edizione lo strumento di content creation che negli ultimi anni ha dimostrato più vigore e capacità di sviluppo.
Il più grande evento per chi ama i podcast in italia è nato con lo scopo di far incontrare centinaia di persone che hanno in comune l’amore per il podcasting per conoscersi, scambiare idee e creare collaborazioni, e la settima edizione del Festival del Podcasting, che si è svolta dal 3 all’8 Ottobre, online e in presenza a Roma e a Milano, ha coinvolto complessivamente quasi 900 partecipanti tra podcaster alle prime armi, professionisti del mondo digital audio, editori e rappresentanti delle piattaforme.
115 speaker hanno animato 16 tavole rotonde, 10 workshop, 22 interventi di approfondimento “FocusOn”, 4 talk ispirazionali, 3 podcast live, 2 presentazioni di libri e 13 interventi “Storie di podcaster”.
Avendo seguito le precedenti edizioni, vale la pena scoprire quali novità e quali tendenze sono diventate rilevanti in quest’ultimo anno.
E abbiamo scoperto che gli ascoltatori di podcast hanno raggiunto nel 2022 circa 11,1 milioni di utenti tra i 16 e i 60 anni, con un aumento di ben 1,8 milioni rispetto all’anno precedente.
Una crescita molto significativa che testimonia la capacità del podcast di attrarre e interessare il pubblico, ottenendo una sua collocazione sempre più rilevante nelle abitudini di fruizione mediatica. Ascoltatori soddisfatti di questo strumento mediale tanto da dedicare circa 35 minuti al giorno ai podcast (il tempo che una volta si dedicava alla lettura del quotidiano).
Un pubblico che rimane prevalentemente giovane (quasi la metà è under 35) e socio-culturalmente elevato (il titolo di studio è ancora più elevato rispetto al 2021) e fatto in buona parte da professionisti e da “early adopter”.
Sono ascoltatori che decidono di fruire di un podcast a partire da un argomento di interesse (34%); il driver di scelta più forte è proprio l’argomento del podcast (57%), mentre è in calo il peso relativo degli host (28%), che rimangono ancora una leva da valorizzare sul mercato.
Ci sono ricerche, infatti, che dimostrano che le voci narranti portano con sé un capitale di fiducia che non solo può fare da traino alla scelta dei podcast, ma al contempo orienta di ascoltatori e può rappresentare una valida argomentazione commerciale per il riverbero positivo possono dare su tutti i contenuti (compresi quelli pubblicitari: 7 ascoltatori su 10 ricordano messaggi pubblicitari abbinati ai podcast).
Riflettendo sul più ampio contesto mediale in cui podcast giocano la loro partita, si tratta di un momento in cui la trasformazione del settore media e intrattenimento vive una forte accelerazione e finalmente anche l’Italia sta provando a colmare alcuni divari.
La pandemia ha sicuramente contribuito a questa accelerazione ma allo stesso tempo mentre si fa sempre più serrata, ed affollata, la competizione per una quota dell’attenzione; ma anche le aspettative, i comportamenti e le attitudini del pubblico stanno dando il segno di evolvere.
La parola d’ordine di quest’anno nel mondo mediatico è stata news avoidance (o selected news user avoidance), cioè la tendenza delle persone a limitare la propria esposizione alle notizie o a determinati tipi di notizie dalla tendenza negativa. In un contesto dove nell’audiovisivo si sta iniziando anche a ripensare il concetto di gratificazione istantanea e del binge watching, si osservano i comportamenti di fruizione dei più giovani che richiedono ai media approcci più innovativi della comunicazione tradizionale e l’attenzione per i podcast e il digital audio in genere rappresenta una bella controtendenza.
E infatti, secondo alcune indagini di Reuters, l’80% degli operatori editoriali ha collocato i podcast e l’audio digitale tra le attività a cui dedicare più risorse in questo ultimo periodo.
Dai dati emerge con grande forza ancora quanto sia alto il livello di engagement già sorto negli ultimi anni, con oltre la metà degli utenti che dichiara di ascoltare podcast per l’intera durata, così come cresce in maniera significativa l’ascolto per intero delle serie di podcast. Un tema cruciale è proprio quello della capacità di fidelizzazione dei podcast, specialmente per un format dalla logica pull.
I temi
Che il podcasting sia variegato ed eterogeneo non è una novità.
Da molti anni abbiamo assistito alla creazione di serie orizzontali o verticali su temi e ambiti davvero multiformi. Non solo per quanto riguarda le categorie (Storie, True Crime, News, Commedia, Sport, Cultura e Società, Formazione, Business, Tecnologia, Arte, Famiglia, etc.) ma soprattutto perché la possibilità di accesso da parte di tanti permette la creazione di contenuti tematici che afferiscono a tante categorie professionali e alle loro community di riferimento.
La forza del podcast è sempre stata quella di creare engagement con comunità di interesse e di pratica, di awareness professionale attraverso l’intimità dell’ascolto e della profondità a cui può arrivare la riflessione o la chiacchierata a più voci su un determinato tema.
La kermesse del Festival ha permesso di comprendere quanto alcune categorie professionali o determinati temi sociali siano molto rilevanti per far generare un “trigger” di interesse che diventa continuativo nel tempo: dalla sessualità, alla genitorialità, al food, ma anche la stand-up comedy, la psicologia, lo sport e il true crime continuano ad avere successo e a generare nuovi talenti del podcasting.
Estremamente significativa, poi, la trasformazione che tante realtà media tradizionali e di brand journalism stanno dando all’informazione attraverso lo sviluppo del filone del podcasting per l’aggiornamento e il newsmaking, ma soprattutto dell’approfondimento giornalistico da parte di una “firma” che diventa a tutti gli effetti una “voce”, creando ancora più intimità e fidelizzazione con il lettore/ascoltatore.
Piccola nota a margine per il mondo People&Culture aziendale: in questo Festival si sono iniziati anche a vedere progetti di HR Podcasting che hanno permesso il coinvolgimento diretto di lavoratori e collaboratori all’interno dell’organizzazione per raccontare le storie di apprendimento in azienda, per engagement su valori e contenuti di employer branding interno ed esterno, o per migliorare significativamente la comunicazione interna.
Con tutta la potenza dell’audio che si fonde con una community già esistente unita dal lavoro per un brand che può animare e coinvolgere anche tutti gli stakeholder che ruotano attorno al microcosmo aziendale.
Ma forse, dall’osservazione dei contenuti emersi nel Festival del Podcasting, la vera grande peculiarità di questo strumento, oltre alle sue caratteristiche di intimità, di profondità del contenuto, di ascolto in mobilità, di digital wellbeing e di autenticità, sta in due capisaldi importanti: la democraticità del mezzo, accessibile veramente a tutti (molto più che il videomaking) e l’incredibile capacità di generare community, sotto-community e network di appassionati che ruotano intorno ad un tema specifico e di nicchia.
Osservare dal vivo la comunità dei podcaster che si incontra, scambia idee e attiva sinergie fa immaginare quanto l’engagement basato sulle passioni comuni, sulle comunità di pratica e professionali che possono fare knowledge sharing e sull’amore per l’emozione che possono generare le voci sia davvero potente.
Il futuro del podcasting
Il 2022 è stato anche l’anno in cui in maniera sempre più chiara si sono affermate le major del mondo della distribuzione, ma anche e soprattutto sono nate e cresciute in maniera importante le realtà di produzione audio, soprattutto attraverso i modelli del branded podcast e della monetizzazione attraverso la sponsorizzazione di serie o host di successo.
Ma non per questo l’attenzione verso il podcasting indipendente ha perso la sua presa.
Per certi versi è come se negli ultimi anni avessimo assistito a ciò che accadeva intorno al 2008/2009 quando incominciarono a nascere i primi youtuber (tra i primi youtuber italiani ricordiamo Willwoosh, Clio MakeUp, Frank Matano e Yotobi), giovani ragazzi e ragazze che caricavano video con serialità, spinti soltanto dalla passione di fare video e dalla curiosità scaturita da questo nuovo mezzo di comunicazione.
Oggi la concorrenza inizia a farsi sentire e la difficoltà nella “discovery” di contenuti nuovi e originali è limitata anche dal fatto che le piattaforme di ascolto sono tante e diversificate, al contrario della piattaforma di Mountain View.
Stiamo osservando anche i primi tentativi di rendere i podcast dei “vodcast”, cercando di unire il contenuto audio a quello video, con una sorta di catch-up al contrario, quando invece in molti semplicemente riversavano i contenuti YouTube su Spotify e Apple Podcast.
Le sperimentazioni del Podcast Index, una directory aperta di podcast a cui chiunque può inviare il proprio feed RSS e che qualsiasi app può ricercare, stanno andando avanti per permettere al podcasting indipendente di sopravvivere al potere delle major che fagocitano i più piccoli ed effettuano un controllo editoriale sugli episodi uploadati.
Nato dall’idea di Adam Curry, il “primo podcaster della storia”, propone ai podcaster di intraprendere il “Value for Value” model, che attraverso servizi “custodial”, permette di monetizzare autonomamente l’ascolto dei podcast prodotti attraverso le cryptovalute.
E allora il futuro del podcasting sta veramente nei content creator dell’audio, che possono continuare ad alimentare una sottocultura indipendente, al di là delle logiche del digital marketing più mainstream, oltre le logiche editoriali ma anche insieme ad esse. Nell’unione sinergica di questi universi e con una competizione sana si possono disegnare i tratti di una nuova capacità di comunicare nel mondo BANI (Brittle/Fragile, Ansioso, Non lineare, Incomprensibile).
Il podcasting, inoltre, può essere considerato uno strumento del futuro, in quanto riesce a generare un nuovo spazio di comunicazione, perché permette di non subire la dittatura dell’immagine. Anticamente la frattura che abbiamo osservato nella filosofia dei media era tra oralità e scrittura.
Oggi esiste un’altra “frattura” che si configura tra scrittura e immagine. E per abitare bene questa “crepa”, questo spazio di navigazione, bisogna utilizzare delle “barche” che sappiano reinventare in fondo il podcast: che oggi non è che una “nave di Teseo” che rimane sé stessa anche se mutano nel percorso i suoi componenti e si frammenta in tante realtà identitarie.
Una delle critiche che viene fatta spesso al mondo del podcast è che “di podcast ce ne sono troppi” e che vengono ascoltati da poche persone.
Ma per quanto possano essere poche, compongono un ambiente, anche circoscritto, in cui è possibile sperimentare e imparare delle cose nuove. Perché davvero facendo podcast e ascoltando podcast, si impara moltissimo e si impara molto di sé.
Si tratta di scoprire (o riscoprire) la propria voce, ma anche mettersi a disposizione degli altri, un po’ come avviene con le idee secondo il celebre aforisma di G.B. Shaw: “se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.
Attraverso il podcasting, fatto di oralità e di voce, si riesce ad andare oltre ciò che siamo: è quella parte del corpo che non è nel corpo – è l’invisibile del corpo – con la quale riusciamo a “toccare” qualcuno senza spostarsi, parlandogli e facendo vibrare qualcosa che condividiamo, passando dalle orecchie e arrivando direttamente alla mente e al cuore.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/podcast.jpg583912Giulio Beroniahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiulio Beronia2022-10-13 08:50:062022-10-13 08:50:06Reportage e nuovi trend dal Festival del Podcasting 2022
Prende forma la prima edizione dell’INFLUENCE DAY, l’evento per approfondire il mondo dell’influencer marketing attraverso gli occhi e le voci dei protagonisti del settore.
Ideato da FLU, business unit di Uniting Group, INDA sarà una giornata di formazione esperienziale grazie alla presenza dei creator più importanti d’Italia che, il 10 novembre all’interno della location milanese ‘Magna Pars’, ricopriranno il ruolo di speaker d’eccezione.
“Non potevamo chiedere di meglio per la prima edizione dell’INFLUENCE DAY, che promette un palinsesto davvero di primo livello sia per le ‘voci’, che per i contenuti” afferma Chiara Dal Ben, Marketing & Innovation Director di FLU, Part of Uniting Group.
“Temi come Metaverso, Avatar 3D, Infotainment, Edutainment, novità e approfondimenti sugli aspetti legal, Virtual Influencer verranno raccontati da chi li vive e li studia ogni giorno”.
Tantissimi i nomi di spicco: da Gabriele Vagnato, comico e creator con oltre 4 milioni di follower, allo youtuber vincitore dell’Isola dei Famosi Awed™ e Marco Cartasegna, Founder e direttore di Torcha.
Da Paola Di Benedetto, modella e apprezzatissima conduttrice televisiva-radiofonica, a Pow3r, uno dei gamer più seguiti e amati del panorama italiano. E ancora: Catherine Poulain, famosa influencer e DJ, Cooker Girl (Aurora Cavallo), fenomeno emergente nel mondo cooking dei social, tra i top creator di Giallozafferano e Benedetta De Luca, ambassador indiscussa della body positivity e gender e inclusion editor di The Wom.
Impossibile elencare tutti gli ospiti, per una lista che vede, tra gli altri, anche Elisa Maino, Mattia Stanga, Dangiuz, Riccardo Dose, Rosy Chin, Alessia Lanza, Rafael Nistor, Muriel, Beatrice Gherardini, Yuniho, Nefele e Cameron-James Wilson.
Un palinsesto importante, frutto anche del coinvolgimento di media partner d’eccellenza che hanno scelto da subito di sposare l’iniziativa: Giallozafferano, il food media brand leader in Italia e The Wom, il social magazine 100% inclusivo che parla alle giovani millennial e alla generazione Z e delle talent agency Doom Entertainment, Wannabe, WebStarsChannel, Oneshot, TeamWorld, Sparkle e Ehappen.
INDA, inoltre, potrà contare sulla preziosa collaborazione come partner tecnico di TechStar, realtà italiana Metaverse Enabler che sviluppa soluzioni di Metaverso per accompagnare le aziende nella loro Virtual Transformation.
Partecipa con lo sconto dedicato alla community Ninja
Per scoprire il palinsesto dettagliato sono già stati lanciati il sito ufficiale e i canali social (Facebook, Instagram e LinkedIn), che permetteranno di rimanere sempre aggiornati sulle novità legate all’evento e, naturalmente, di acquistare i ticket per la partecipazione.
Alla community Ninja è dedicato uno sconto sul biglietto di ingresso: inserisci il codice NINJA30 in fase di acquisto per aggiudicarti la riduzione del prezzo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/influence-day-influencer-marketing.jpg6651000Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-12 13:00:242022-10-13 18:31:56La prima edizione dell'INFLUENCE DAY, l’evento per approfondire il mondo dell’influencer marketing
Negli ultimi anni, Spotify si è consolidata come vera e propria piattaforma audio leader al mondo, spazio per dare modo a tutti di esprimere la propria creatività e il proprio talento. E così, nel tempo, si è trasformata in una casa per artisti, creator, autori ed editor.
Sulla scia di questo percorso, Spotify mette nuove radici a Milano. Ha inaugurato l’11 ottobre i suoi uffici nel financial district cittadino in Via Joe Colombo 4, offrendo una nuova Casa a più di 100 dipendenti di oltre 10 diverse nazionalità.
Casa Spotify, infatti, si propone di essere un nuovo hub innovativo, moderno e dal respiro internazionale, centro di tutte le operation della regione Sud e Est Europa nonché punto di riferimento per tutti coloro che gravitano attorno all’universo Spotify.
Inoltre, sarà testimonianza del valore strategico della regione e del legame con la città di Milano, città che incarna appieno i valori dell’azienda.
L’ufficio, una vera e propria villa indipendente che si sviluppa su sei piani, è stato immaginato e progettato proprio per riflettere la diversità dei team, ospitare le varie funzioni ed operation.
Un hub dal quale chiunque può lavorare, non solo chi è direttamente coinvolto nel business locale, in base al programma Work From Anywhere.
“Sono davvero entusiasta di inaugurare la nostra nuova sede di Milano, ovvero nella città che è lo specchio perfetto della nostra cultura: internazionale, inclusiva, aperta e in continua crescita” ha commentato Federica Tremolada, Managing Director Southern & Eastern Europe Spotify. “Un ufficio che è una vera e propria casa di cui ciascun membro si sente parte. Le stesse stanze rappresentano le diverse sfaccettature culturali della regione: le sale riunioni, ad esempio, prendono il nome di “Plus Ultra” o “Estate Italiana”, due playlist italiane, oppure di XRey, il primo podcast originale che abbiamo lanciato in Spagna che rivela la storia dell’ex Re Juan Carlos, o ancora di altre stanze dedicate alla musica internazionale come Israeli Jazz o RapGeneracja in Polonia.”
“We like to think of ourselves as a band” è il nostro motto. E proprio come una band lavoriamo in totale sinergia e sintonia per offrire il meglio alla nostra community di artisti e creator” ha detto Katarina Berg, Chief Human Resources Officer Spotify.
“Tutta la nostra filosofia di lavoro, è riassunta nelle parole Work From Anywhere”. L’attenzione alla società, all’ambiente e alla comunità diventerà sempre più importante nel tempo. Una maggiore mobilità lavorativa e di ruolo, che offra opportunità di crescita attraverso molteplici percorsi, sarà data per scontata. E accogliere tutta la community di Spotify nel nuovo spazio milanese sarà per noi un nuovo modo di permettere a chiunque di dare libero sfogo alla creatività!”
Infatti, la roadmap strategica della piattaforma di streaming musicale in abbonamento più grande e più popolare al mondo, con 433 milioni di utenti, tra cui più di 188 milioni di abbonati Premium, passa anche per creatività, inclusività e passione.
1 miliardo di utenti e 50 milioni di creatori entro il 2030
Tre valori fondamentali per permettere a Spotify di raddoppiare i suoi numeri, prevedendo oltre 1 miliardo di utenti e 50 milioni di creatori entro il 2030.
Così, con l’apertura del nuovo hub, Spotify aggiunge un nuovo tassello al suo potenziale di crescita, in tutte e tre le sue linee di business, Music, Podcast e Audiolibri, con l’ambizioso obiettivo di essere la piattaforma creativa per eccellenza e luogo di riferimento per artisti, creator, editor e autori di tutto il mondo e della regione in particolare.
Una regione chiave per la crescita in Europa, rappresentata da 28 paesi, e in cui Italia, Spagna, Turchia e Polonia rappresentano quelli più virtuosi.
Ad inaugurare il nuovo hub di Milano hanno partecipato, insieme alla main host Federica Tremolada, anche Katarina Berg, Chief Human Resources Officer Spotify, Alberto Mazzieri, Head of Enterprise Sales Southern Europe, Eduardo Alonso, Head of Studios for Southern and Eastern Europe e Melanie Parejo, Head of Music for Southern and Eastern Europe.
Nel corso dell’inaugurazione sono stati presentati tutti i milestone e gli obiettivi raggiunti negli ultimi anni dall’azienda, come EQUAL, Sound Up e Radar e gli investimenti nella regione.
Hanno preso parte anche la cantautrice e creator Francesca Michielin e Sans Soucis, cantautrice e produttrice italiana, giovane promessa della musica senza confini, come ospiti d’eccezione ed esempio concreto di come Spotify si impegna a supportare artisti e i creator.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/spotify-a-milano.jpg629936Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-12 10:31:282022-10-14 09:03:25Spotify sceglie Milano per il suo Hub internazionale del Sud ed Est Europa
Fondato nel 1944, Coppertone è stato il primo marchio di prodotti solari lanciato nel mercato statunitense.
Oggi il brand, di proprietà della multinazionale tedesca Beiersdorf dal 2019, è sinonimo di protezione solare a livello globale. I risultati della ricerca scientifica, gli elevati standard di qualità e i severi test sui prodotti sono alla base dell’ampia gamma di prodotti.
Negli ultimi anni, il settore dei solari è diventato molto competitivo.
Una vera e propria corsa al miglior SPF, incentrata sui numeri e sulla protezione da ciò che è “cattivo”. Con una nuova generazione emergente di marchi sempre più audaci ed emozionali che ha superato gli storici leader. Per questa ed altre ragioni, qualche giorno fa, il gigante della crema solare ha introdotto un nuovo logo, insieme ad una brand identity e un packaging aggiornati.
Il progetto di rebranding di Coppertone porta la firma di Pearlfisher.
L’agenzia con sede a Londra e New York ha raccolto la sfida di ripristinare lo status iconico di Coppertone con un nuovo sistema di identità visiva che, ancora una volta, consolidasse il suo posto come leader di categoria.
Tra gli elementi fondamentali di questo rebranding troviamo la reintroduzione di “Little Miss Coppertone” nella sua prima apparizione in un unico colore, che non solo è estremamente leggibile e meglio eseguita rispetto a qualsiasi iterazione precedente, ma anche molto più accessibile grazie all’approccio grafico utilizzato.
“Abbiamo ripensato a Coppertone nel suo periodo di massimo splendore, prendendo ispirazione dalle azioni più amate e distintive di questa icona, come Little Miss Coppertone, che da sempre è sinonimo di fiducia, cura ed efficacia.
Ora, un’illustrazione più contemporanea, inclusiva e giocosa di lei occupa un posto d’onore nella comunicazione del marchio” ha dichiarato Hamish Campbell, Direttore Creativo Esecutivo di Pearlfisher.
Approfondendo cosa significa il sole per le persone e il marchio, Pearlfisher ha creato un posizionamento positivoed emotivo per Coppertone incentrato sulla libertà di abbracciare tutto ciò che c’è di buono sotto il sole.
L’illustrazione è inclusa nel nuovo packaging e si flette in tutti i sottomarchi: diventa centrale nello storytelling del brand e nella mission di “cogliere il sole”.
La nuova architettura del marchio si presenta più snella e si inserisce in un sistema di identità visiva capace di rendere il portafoglio Coppertone più pulito, contemporaneo e adattabile.
La base del vecchio logo rimane intatta. Il titolo, condensato senza grazie è immediatamente riconoscibile grazie al fatto che è rimasto sostanzialmente invariato dal 1970.
Il sole astratto viene rimosso per spingere l’intera atmosfera del logo nel territorio farmaceutico generico.
Il nuovo wordmark mantiene praticamente tutta la struttura del marchio autentico del 1970 ma arrotonda tutti gli angoli, conferendo una sensazione più morbida, più pastosa e più solare.
Nutella compie 59 anni e presenta 59 nuovi vasetti in edizione limitata. Il brand, famoso in tutto il mondo per la sua inconfondibile crema al cacao e nocciole, da sempre ispira le persone a vivere il lato bello della vita. È proprio da questo insight che nasce la Limited Edition “Nutella Con Te”.
Una collezione speciale che racconta piccoli e grandi fatti accaduti nel mondo dal 1964 – anno di nascita del marchio – ad oggi. Cambiamenti storici che hanno arricchito le nostre vite, aneddoti per rievocare emozioni e forti ricordi.
I 59 vasetti raccontano viaggi, scoperte scientifiche, invenzioni e tante altre curiosità per offrire l’opportunità, soprattutto ai più giovani, di imparare e conoscere, decennio dopo decennio, alcuni dei fatti che hanno modificato, grazie alla loro spinta innovativa, la vita di ognuno di noi.
Nutella Con Te, una serie limitata
Dall’avvento della mail nel 1971 e della penna cancellabile nel 1981, fino all’arrivo del World Wide Web nel 1991 e degli smartphone nel 2007. I 59 vasetti di Nutella saranno disponibili, sui punti vendita di tutta Italia, a partire da questo mese.
I fatti della Limited Edition “Nutella Con Te” sono selezionati in collaborazione con ANSA. L’obiettivo è quello di raccontare le storie che hanno rivoluzionato i nostri stili di vita, mostrandoci che c’è sempre qualcosa di straordinario da “assaporare” e scoprire ogni giorno.
Anche la grafica dei vasetti è sviluppata creativamente traendo ispirazione dagli avvenimenti scelti insieme ad ANSA.
Ecco alcuni tra i barattoli più belli:
1969 – PRIMO UOMO SULLA LUNA
“Un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco balzo per l’umanità”
Sono le 4.56 del 21 luglio 1969, ora italiana, quando Neil Armstrong diventa il primo uomo a toccare il suolo lunare, seguito subito dopo dal collega Buzz Aldrin, mentre Mike Collins rimane in orbita ad aspettare gli altri due astronauti per riportarli a Terra, con il mondo intero incollato al televisore per seguire la missione col fiato sospeso, gli occhi e il cuore nello spazio.
1977 – LA TV SI COLORA
“Da oggi per la televisione italiana finisce il periodo di trasmissioni sperimentali a colori e inizia quello delle trasmissioni regolari”
Così le storiche presentatrici della TV hanno annunciato una vera rivoluzione: l’arrivo del colore nelle case degli italiani il primo febbraio del 1977, dopo 10 anni di rinvii, polemiche politiche e discussioni.
1983 – LA MUSICA CAMBIA FORMA
“La musica, in una nuova forma”
Quest’anno cambia per sempre il modo di ascoltare la musica. Vengono, infatti, venduti 400 mila esemplari di CD, segnando l’inizio di una ascesa che vede la musica digitale superare il vinile sette anni dopo. Una lotta però, quella tra vinili e CD che ancora oggi non ha un vincitore.
1991 – NASCITA DI INTERNET
“World Wide Web, tre parole che ci rendono più connessi”
È il 6 agosto del 1991 quando Dal Cern un informatico inglese mette online il primo sito, che parla del nuovo progetto, lo descrive e spiega come si usa. Vuole dar vita a una rete che cambi il modo di comunicare fra le persone, ma prima che la sua pagina venga visitata da un utente esterno al centro di ricerca svizzero passano 17 giorni.
2004 – NASCITA SOCIAL NETWORK
“Condividere e dire mi piace, non è mai stato così facile”
Nate inizialmente per collegare fra loro gli studenti di Harvard, i social network nel 2004, quando condividere foto, pensieri, stati d’animo, notizie, interagire con gli altri in discussioni più o meno animate, creare una rete, sentirsi connessi con persone lontane, ritrovare amici persi da tempo, promuovere la propria attività o campagne sociali, diventa parte integrante della nostra vita.
2010 – BOOM DELLA LETTURA
“Un anno da best seller, quanti libri letti”
Nel 2010, 26 milioni 448 mila italiani dai 6 anni in su – il 46,8% della popolazione – leggono per piacere almeno un libro. A fare la parte del leone i giovani, con la percentuale più alta, oltre il 59% tra gli 11 e i 17 anni, e un picco del 65,4% tra gli 11 e i 14 anni. Sono numeri che fanno di questo, l’anno del boom per la lettura con una predilezione per romanzi e libri di cucina.
2020 – L’ARTE ARRIVA A CASA
“Musei online, tutta l’arte in un click”
Nel 2020 non solo le aste e le vendite sul web toccano numeri record, con il 67% del totale degli acquisti online, ma la stessa fruizione dell’arte ha nel web una nuova finestra sul mondo. Le gallerie virtuali si moltiplicano e consentono agli appassionati di visitare le opere preferite da casa, muovendosi solo con i tasti del computer o con il visore, e lo stesso concetto di arte cambia forma, arrivando a nuove forme espressive che rendono la intangibile come mai prima.
Una playlist Spotify per immergersi nel viaggio
Attraverso il QR code presente su ogni vasetto, sarà possibile approfondire la storia di ogni fatto selezionato sul sito di Nutella. Una vera e propria mostra digitale che gli utenti potranno scoprire anno dopo anno grazie ai testi realizzati dall’ANSA corredati da immagini selezionate dell’epoca.
Ma non finisce qui. Nutella arricchisce il viaggio alla scoperta di queste 59 storie grazie alla musica di Spotify, arriva una playlist sonora creata ad hoc per riuscire ad immergersi nell’atmosfera tipica di ogni anno.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/nutella-limited-edition.jpg10801920Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2022-10-11 08:55:162022-10-12 09:37:26Nutella racconta storie e scoperte dal 1964 ad oggi con una Limited Edition
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