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Il lato oscuro dei selfie: dati biometrici ed emozioni per venderci prodotti

Sostenuta da investitori come Snap, Chanel, Goldman Sachs Asset Management e Alibaba Group Holding, Perfect Corp offre ai consumatori e ai brand sofisticati strumenti di prova (essenzialmente filtri AR) che consentono ai clienti di testare virtualmente i prodotti di bellezza da casa propria.

La piattaforma di intelligenza artificiale di Perfect Corp, addestrata su centinaia di milioni di volti, è in grado di analizzare la qualità della pelle degli utenti, di abbinare l’esatta tonalità della pelle a un prodotto corrispondente e di sovrapporre cosmetici e accessori.

E presto il programma potrà anche etichettare i tratti della personalità degli utenti. È quest’ultima caratteristica a presentare le possibilità più distopiche.

Una promozione online per l'AI Personality Finder di Perfect Corp

Un’ad online per l’AI Personality Finder di Perfect Corp

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Perfect Corp vuole tracciare le emozioni

Di recente, Perfect Corp ha lanciato un AI Personality Finder, che promette di leggere i tratti del viso per “trovare indizi” sul tipo di persona, di conseguenza, sul tipo di prodotti che questa persona potrebbe acquistare.

In pochi secondi l’app restituisce un profilo basato esclusivamente sui tratti somatici del viso.

Secondo l’algoritmo di Personality Finder, la distanza tra il naso e la bocca, combinata con gli zigomi, la forma e la distanza degli occhi a mandorla e altri attributi facciali, riesce a identificare i tratti emotivi di una persona, se questa sia più o meno estroversa, nevrotica o orientata all’attivismo sociale.

Questi dati, una volta inseriti nel sistema di algoritmi di Perfect Corp, concesso in licenza da aziende diverse come Google, Meta e Aveda, mostrano una serie di cosmetici generici.

Questi prodotti sono suggerimenti provvisori per futuri clienti aziendali, ma è facile immaginarli sostituiti con prodotti reali di clienti esistenti come L’Oréal, Macy’s, Estée Lauder o Nars. E Perfect Corp ha chiaramente aspirazioni che vanno ben oltre la vendita di rossetti e fard.

Dimmi che volto hai e ti dirò cosa comprare

In base alla forma degli occhi, alla distanza delle sopracciglia e alle dimensioni del naso, possiamo intuire che tipo di caffè vi piace“, ha dichiarato Alice Chang, CEO di Perfect Corp durante un webinar del 2021. “Guardiamo il viso e diventiamo indovini. Se comprendiamo la personalità di un volto, possiamo consigliare qualsiasi tipo di prodotto“.

Anche se le parole della Chang sembrano ancora fantascienza, le raccomandazioni di prodotti basate su valutazioni biometriche sono un nuovo settore in rapida crescita per Perfect Corp.

Oggi la sua suite di strumenti di riconoscimento facciale, alimentata da AR e intelligenza artificiale, è abbastanza sofisticata da eseguire una diagnostica completa della pelle, analizzare 89.969 tonalità di pelle e fornire una mappatura iperrealistica per cosmetici, colore dei capelli, peli del viso e accessori di moda.

Secondo l’azienda, le prossime espansioni riguarderanno la chirurgia estetica, l’odontoiatria e le videoconferenze.

Nell’ultimo decennio, i rapporti tra le aziende tecnologiche, brand e i rivenditori di prodotti di bellezza sono diventati sempre più complessi.

Nel 2020 Ulta Beauty, un rivenditore statunitense di cosmetici, prodotti per la cura della pelle e profumi, ha stretto una partnership con Google per offrire prove virtuali a domicilio di prodotti di bellezza.

Nel 2021, Snap ha integrato gli strumenti di mappatura facciale di Perfect Corp negli occhiali AR di Snapchat, che marchi come Mac Cosmetics ed Estée Lauder hanno utilizzato per incoraggiare gli utenti a provare e acquistare virtualmente i prodotti in-app.

Man mano che i marchi acquistano fiducia nello sfruttare i big data per fornire agli utenti una personalizzazione più precisa, gli utenti si sono a loro volta abituati a consegnare i dati dei loro selfie per ricevere un livello più elevato di personalizzazione e di consigli.

L’Oréal, uno dei primi utilizzatori della tecnologia biometrica, ha lanciato un’app di prova AR nel 2014.

Con i dati, l’intelligenza artificiale e le partnership tecnologiche strategiche, ridefiniamo il futuro della bellezza“, ha scritto l’amministratore delegato Nicolas Hieronimus nella relazione annuale dell’azienda per il 2021, anno che ha visto anche la più rapida crescita annuale di L’Oréal dal 1988.

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Durante la pandemia, “la tecnologia di prova con AR è passata dall’essere vista come un espediente a strumento indispensabile nel settore della bellezza“, ha dichiarato Kenya Watson, analista di CB Insights.

Fa parte di una spinta più ampia verso la personalizzazione delle raccomandazioni attraverso motori di ricerca e di scoperta alimentati dall’intelligenza artificiale.

Il marchio di tinta per capelli Madison Reed ha riferito che il 38% degli utenti che hanno provato i prodotti virtuali ha effettuato un acquisto, mentre la manicure AR di Sally Hansen ha aumentato del 110% le conversioni.

Le persone di tutto il mondo si affidano a queste esperienze personalizzate per orientarsi verso prodotti per la pelle e la bellezza, e il 56% degli acquirenti intervistati da NielsenIQ afferma che gli strumenti di prova AR aumentano la loro fiducia in un prodotto.

Ma Luke Stark, professore presso la University of Western Ontario che si occupa di ricerca sugli impatti etici, storici e sociali dell’IA, si preoccupa di dove finiscano tutti questi dati. “Le grandi aziende sfruttano i [volti] umani a scopo di lucro“, ha detto, osservando che due anni di blocco di Covid-19 “hanno abituato o costretto le persone a usare di più le loro fotocamere e a fornire più dati“.

I filtri di bellezza, per quanto frivoli, rimangono problematici: “Anche in un contesto divertente, aprono la porta alla raccolta e all’uso diffuso dei volti” man mano che le applicazioni diventano più attente ai desideri degli utenti di selfie raffinati e prodotti personalizzati.

La storia di Perfect Corp

Perfect Corp è stata lanciata nel 2015, quando Alice Chang, autoproclamatasi “amante dei selfie”, ha lasciato l’incarico di CEO dell’azienda di software multimediale CyberLink, con sede a Taiwan. La donna immaginava un mercato enorme per “l’abbellimento in tempo reale in app“, ma la strada è stata in salita. Gli investitori (soprattutto uomini) non riuscivano a comprendere le potenzialità del suo prodotto.

Si sono però lasciati convincere dai numeri: a tre mesi dal lancio, l’applicazione YouCam Makeup di Perfect Corp contava un milione di download (da allora è stata scaricata oltre 100 milioni di volte). Quasi subito è apparso evidente il potenziale di guadagno di una mappatura accurata del viso e di una sovrapposizione del make-up, alimentata dall’intelligenza artificiale.

Stiamo cercando di farvi sentire come se vi steste truccando davvero, invece di mettere un filtro o sfocare la vostra foto per farla sembrare bella“, ha dichiarato Chang a una rivista taiwanese.

Con i riconoscimenti e le collaborazioni alla Settimana della moda, è aumentato anche l’interesse degli investitori. A marzo 2022, Perfect aveva raccolto 100 milioni di dollari.

Oggi le app di Perfect Corp hanno oltre 1 miliardo di download e 420 marchi e partner globali. Il suo software è utilizzato dai marchi di prodotti per la cura dei capelli Madison Reed e Aveda per le prove di tintura, da Meta e Snap per le prove di cosmetici su Instagram e Snapchat e da Clinique e Tarte per l’abbinamento dei colori dei cosmetici.

Ma l’azienda è soprattutto un incubatore di potenti strumenti di intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale garantisce che il cliente sia abbinato a un prodotto perfetto“, ha dichiarato Louis Chen, vicepresidente esecutivo e responsabile della strategia. Ha sottolineato che gli strumenti dell’azienda eliminano i “punti dolenti” dello shopping online: “Può essere difficile individuare il prodotto e la tonalità più adatti alla propria carnagione. La personalizzazione è al centro di tutte le nostre soluzioni“.

Perfect Corp

Nel 2021, il settore della bellezza personalizzata è stato valutato 41,9 miliardi di dollari (circa il 17% del mercato cosmetico globale) e si prevede che raggiungerà 143,6 miliardi di dollari entro il 2030.

È una forma di ricerca di mercato davvero intima“, ha dichiarato Sarah Broyd, partner associato di Clarkston Consulting che lavora con marchi di bellezza globali. “I clienti forniscono questi dati scansionando letteralmente la loro pelle“. I team di ricerca e sviluppo dei marchi utilizzano queste informazioni per sviluppare nuovi prodotti e strategie di marketing.

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Poiché i clienti hanno imparato ad affidarsi agli strumenti di prova digitali durante la pandemia, i marchi hanno iniziato ad acquisire startup tecnologiche di bellezza a destra e a manca. “Molte grandi aziende non stanno sviluppando questa tecnologia internamente, ma si sono affrettate ad aggiornarsi [duranteil lockdown] perché la gente non entrava nei loro negozi“, ha detto Broyd.

Lo scorso agosto, ad esempio, il marchio cosmetico Il Makiage, con sede a New York, ha acquisito la startup di imaging computerizzato Voyage81 per perfezionare il suo software di abbinamento dei fondotinta, per 40 milioni di dollari.

A giugno Walmart ha acquisito Memomi, una startup che si occupa di far provare gli occhiali in AR. Anche gli investitori si stanno occupando con attenzione di questo mercato: secondo Retail Dive, nel 2021 le startup del settore bellezza e cura della persona hanno raccolto 3 miliardi di dollari, con un aumento del 650% rispetto al 2011.

In autunno Perfect Corp dovrebbe quotarsi alla Borsa di New York attraverso un accordo da 1,02 miliardi di dollari con una società di acquisizione speciale.

Nonostante il mercato delle SPAC sia in crisi, Michael Klausner, professore di legge dell’Università di Stanford ed esperto di SPAC, ha affermato che l’operazione di Perfect ha “ragionevoli possibilità di chiudersi”, in base alla probabilità che l’azienda soddisfi il requisito minimo di 125 milioni di dollari in contanti.

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Ethereum merge: cosa c’è da sapere sul passaggio alla Proof of Stake

Di cosa si tratta

Il 06/09/2022 è stata una data storica per la DeFi e in particolare per il mondo delle blockchain: ha inizio l’upgrade (o meglio, la migrazione) dell’algoritmo di consenso di Ethereum che consentirà di ridurre del 99,5% il fabbisogno energetico della blockchain.

Tecnicamente il blocco con TTD (terminal total difficulty) numero 58750000000000000000000 della blockchain di Ethereum, che arriverà verso la metà di questo settembre 2022, sarà l’ultimo ad essere gestito con la PoW.

Una volta che l’Execution Layer avrà superato quel livello di TTD, avverrà l’integrazione tra la Ethereum Mainnet con la nuova Beacon Chain e il blocco successivo sarà prodotto da un validatore sulla Beacon Chain. La finalizzazione di questo blocco segnerà la transizione completa della blockchain di Ethereum a un meccanismo di consenso basato su Proof of Stake (PoS).

Perché ne parliamo

Per chi non lo sapesse, mantenere attiva una blockchain è estremamente oneroso sotto il profilo energetico dato che la validazione dei nuovi blocchi avviene mediante un’attività, il mining che richiede una potenza di calcolo molto alta espletata attraverso centinaia di GPU.

Questa potenza di calcolo è necessaria per svolgere i “compiti” dettati dall’algoritmo di consenso chiamato Proof of Work (o PoW) che imposta la difficoltà e le regole per il lavoro che i miner devono svolgere. Il lavoro dei miner viene remunerato attraverso frazioni di ETH o BTC in base alla blockchain per la quale lavorano.

Senza il lavoro dei miner, oggi non potrebbero esistere le blockchain.

Ethereum merge: perché è importante

Il passaggio di cui parliamo riguarda proprio l’algoritmo di consenso. Infatti si passerà dalla Proof of Work (o PoW) alla Proof of Stake (PoS) che abbatterà di oltre il 99% i costi energetici necessari al mantenimento della blockchain e di conseguenza anche il lavoro dei miner.

Questo abbattimento dei consumi energetici è dovuto al fatto che la PoS assegnerà ai nodi il diritto di validare i blocchi successivi sulla base dei token (monete) in loro possesso.
In generale, la probabilità di essere scelti è proporzionale alla quantità di monete che si possiedono: più monete hai, più alte saranno le probabilità che quel nodo verrà scelto per validare il prossimo blocco.

Al fine di rendere l’articolo più esaustivo ricordiamo che il processo di inserimento di un nuovo blocco in una blockchain con PoS è definita forging (rispetto al mining) ed infatti
con la proof of stake i blocchi sono forgiati e non sono minati.

Come vengono remunerati i nodi che partecipano alla validazione ?

Abbiamo detto che le persone che vengono selezionate per il forging devono avere in portafoglio una certa quantità di moneta virtuale, nel nostro caso Ethereum, per un certo periodo di tempo, attività che viene definita come staking.

Maggiore è il tempo che l’utente “congela” le proprie monete, maggiore è la remunerazione che ottiene.

Ethereum Merge e Proof of stake

Ma entriamo nel dettaglio: immaginiamo 100 investitori di Eth suddivisi in 3 gruppi dove ogni gruppo detiene una certa quantità di moneta. In base alle monete possedute, ogni gruppo ha una percentuale di partecipazione alla rete.

Al fine di garantire il principio di democrazia e decentralizzazione della rete il gruppo C ha si la maggiore probabilità di essere selezionato per il forging di nuove monete, ma una probabilità più bassa la hanno anche gli altri due gruppi.

Nel processo di selezione vengono utilizzati anche dei metodi aggiuntivi, per favorire non solo i nodi più ricchi presenti sulla rete. I due metodi più comunemente utilizzati sono il Randomized Block Selection e la Coin Age Selection.

Nel primo caso, i validatori vengono selezionati tra i vari nodi, utilizzando una combinazione tra il valore di hash più basso e lo stake più alto.

Nel secondo, i validatori vengono scelti considerando il numero di giorni a partire dal quale le monete sono state messe in staking e moltiplicato per il numero di monete in staking.

Una volta che un nodo ha forgiato un blocco, il coin age viene azzerato e si deve attendere un certo periodo per poter forgiare un altro blocco; questo impedisce, ai grandi nodi che fanno staking, di dominare la blockchain.

Cosa c’è da sapere

La necessità di passare dalla PoW alla PoS oltre che essere legata al fattore energetico nasce anche per oltrepassare alcuni limiti della Pow quali:

  • Mancanza di scalabilità e velocità legate ad un alto livello di latenza dovuto al processo di mining per poter approvare le transazioni e produrre nuovi blocchi. Grazie alla PoS le verifiche avvengono velocemente, impattando positivamente sulla scalabilità e velocità della rete.
  • Decentramento delle attività di validazione, problema che colpisce fortemente le reti PoW dovuta al fatto che il mining rischia si cadere nelle mani di pochi e grandi gruppi. Tramite la PoS si cerca di risolvere questo problema, diversificando e democratizzando l’accesso dei partecipanti ai diversi compiti della rete.
  • Timore verso l’attacco del 51% . Questo genere di attacco rappresenta una delle paure legate alle reti PoW. È sufficiente che un pool di mining abbia il 51% della potenza di calcolo della rete perchè avvenga un disastro; infatti con quella capacità, il gruppo di mining può manipolare la blockchain a piacimento. Ma in una rete basata sulla PoS è possibile solo se l’attaccante possiede il 51% di tutte le monete. Se l’attaccante effettua un tale attacco, il valore della moneta tende a diminuire, il che porta ad ingenti perdite economiche per l’attaccante. Questa situazione funge da deterrente per prevenire questi attacchi, pur mantenendo la sicurezza della rete.

Ninja Upshot

Grazie al passaggio dalla PoW alla PoS le blockchain supereranno moltissimi limiti che tuttora ne limitano pesantemente lo sviluppo di massa.

Grazie alle proprie caratteristiche intrinseche (mancanza di intermediari e decentralizzazione), la tecnologia blockchain ha il potenziale di soddisfare numerose esigenze della vita quotidiana e portare a nuove opportunità attraverso una maggiore trasparenza, una maggiore sicurezza e una più facile tracciabilità.

pannelli solari ikea

IKEA lancia un kit di pannelli solari per risparmiare sulle bollette elettriche

L’aumento dei costi per l’energia ha messo tutti in allarme: in soccorso arrivano i pannelli solari IKEA, in un kit fai da te che promette di farci risparmiare sui costi dell’energia.

Assieme alle diverse soluzioni proposte e consigliate dagli esperti, come spegnere l’acqua di cottura della pasta dopo l’ebollizione e fare docce più brevi, una possibile soluzione in grado di limitare la spesa arriva dall’azienda svedese: dalla collaborazione del colosso del mercato dell’arredamento con il produttore di pannelli solari Wolmann nasce SOLSTRÅLE, un insieme di soluzioni fotovotaiche che dovrebbe consentire a chiunque di produrre energia da fonti rinnovabili.

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Pannelli solari IKEA, come funziona SOLSTRÅLE

L’obiettivo della partnership tra IKEA e Wolmann è quello di permetterci produrre energia a un prezzo accessibile in impianti domestici, ma non va sottovalutato neppure l’aspetto di tutela ambientale: l’utilizzo di fonti rinnovabili, affiancato al tradizionale consumo di energia prodotta da fonti fossili, può contribuire a ridurre i livelli di emissione di CO2, in modo da rendere il nostro impatto sul pianeta più sostenibile.

pannelli solari ikea costo del kit wolmann

Vogliamo offrire alle persone la possibilità di vivere in modo più sostenibile ed è per questo che ci concentriamo su prodotti dal prezzo accessibile ed efficienti dal punto di vista delle risorse e dell’energia. Con pannelli solari domestici, hot dog vegetariani e soluzioni per il risparmio energetico, stiamo aiutando la maggioranza delle persone a creare case più sostenibili” si legge sul sito del colosso svedese.

SOLSTRÅLE di IKEA è attualmente la soluzione più economica disponibile sul mercato e, se l’installazione sarà semplice come il montaggio dei mobili a cui l’azienda ci ha abituato, possiamo scommettere che si trasformerà in un successo, considerata l’importanza del tema che in questi mesi il rincaro dei costi energetici sta assumendo.

Secondo quanto dichiarato sulla pagina ufficiale del prodotto, per montare il sistema sulla propria abitazione si partirà da un sopralluogo tecnico di Wolmann, che definirà la fattibilità e individuerà il settaggio migliore per il kit rispetto all’immobile.

Sembra chiaro quindi che il prodotto si rivolge espressamente a piccole abitazioni indipendenti invece che a un contesto urbano popolato da edifici che richiedono certamente un dispendio energetico maggiore.

I pannelli andranno poi accoppiati ad accumulatore e inverter per rendere disponibile l’energia anche durante le ore del giorno in cui il sistema non produce a causa della mancanza di sole (nelle ore notturne, ad esempio) o in condizioni di cielo nuvoloso.

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Quanto costano i pannelli solari IKEA

La linea di questi prodotti sostenibili, come detto, risulta abbastanza economica: i pannelli solari IKEA costano 5.490 euro; è il prezzo di listino per il prodotto base SOLSTRÅLE di IKEA da nove pannelli (anche se sono disponibili soluzioni più performanti). prezzo che viene ridotto del 50% grazie allo sconto immediato in fattura previsto dall’Ecobonus.

Siamo consapevoli del fatto che sempre più persone vogliono ridurre il proprio impatto sul pianeta, ma sappiamo anche che molte non sanno come farlo. Per facilitare il compito, ci concentriamo su alcuni aspetti fondamentali: energia, aria, acqua e rifiuti“.

Ridurre l’impatto sul pianeta e sul nostro portafoglio (magari aumentando quello sulle vendite di IKEA).

politici su TikTok effetto Burns

L’Effetto Burns: perché per parlare di politica ai giovani non è necessario fare i giovani

Lo scenario distopico si è avverato: i politici sono su TikTok!

Montgomery Burns è il celeberrimo personaggio de I Simpson, proprietario della centrale nucleare di Springfield e dispotico capo di Homer. Nell’immaginario creato da Matt Groening è anche l’uomo più vecchio della città e leader della locale sezione del Partito Repubblicano.

In una puntata della stagione 6 (“Who Shot Mr. Burns” – Parte 1) Mr. Burns si presenta dal direttore Skinner vestito da giovane, con tanto di cappellino e t-shirt grunge. Skinner, che lo riconosce subito, gli chiede come creda che un uomo di 104 anni possa davvero assomigliare a un suo studente delle elementari.

Il celebre frame di questa puntata è diventato, negli anni, una tra le più diffuse base meme.

L’Effetto Burns e i politici su TikTok

Chiameremo “Effetto Burns” quella parte di comunicazione politica che viene creata per un target giovane e il cui risultato rasenta spesso il cringe.

La campagna elettorale per le elezioni politiche italiane 2022 ci offre numerosi casi di Effetto Burns, tra i più celebri: lo sbarco di Silvio Berlusconi su Tik Tok, il messaggio di Carlo Calenda che elenca tutti i luoghi comuni della piattaforma e il video inaugurale di Matteo Renzi che sembra una vera e propria parodia di se stesso; molto si è detto e scritto riguardo l’uso che la politica italiana sta facendo dei social media per parlare al pubblico dei Millennial e alla sfuggente Generazione Z.

@silvio.berlusconi

@carlocalendaofficial

@matteorenziufficiale

Quale deve essere il tone of voice giusto? Come ci si presenta? Cosa interessa veramente ai ragazzi?

Spesso i politici e il loro staff puntano su una strategia di comunicazione che tende a posizionare vicino ai giovani, utilizzando i codici linguistici (stereotipati) dei ragazzi e gestualità e temi “giovanilistici”.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’Effetto Burns è assicurato, con le inevitabili trollate degli utenti.

Tra slacktivism e voglia di cambiamento

A scanso di equivoci, e non per difendere i politici italiani su Tik Tok, possiamo dire che parlare a determinati target non è mai stato semplice: c’è innanzitutto da affrontare la disaffezione cronica nei confronti della politica e una rassegnazione generazionale difficile da scalfire con promesse e programmi elettorali.

Alle elezioni politiche italiane 2022 i sondaggisti stimano un’affluenza al voto tra il 65 e 70% e gli under 35 che si recheranno alle urne saranno probabilmente intorno al 50%.
Insomma, ai giovani interessa poco la politica perché si sentono poco rappresentati?

Oppure perché i temi a loro cari sono praticamente assenti dal dibattito?

Le ragioni di un fenomeno antico e trasversale alle democrazie occidentali sono molti e vari; perfino “l’attivismo” sociale, che a più riprese negli ultimi 20 anni, aveva preso il posto della vecchia cara funzione della “militanza” sembra venuto meno.

Lo slacktivism (l’attivismo pigro, quello dei copia incolla degli appelli sui social), prende sempre di più il posto della militanza vecchio stile, fatta di iniziative politiche e battaglie a suon di banchetti in centro, manifesti, cortei e volantini.

Non si cada però nell’errore di pensare che la Generazione Z sia indifferente alle cause: i giovani di oggi hanno maggiori probabilità di firmare petizioni, aderire a cause e partecipare a manifestazioni rispetto alle generazioni precedenti.

Anche grazie alla diffusione dei social media, alle app di messaggistica, ai siti web e ai gruppi dedicati, aggregare attorno a cause, e tematiche calde nell’agenda dell’opinione pubblica, oggi è paradossalmente più semplice e immediato di un tempo.

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Cari politici su TikTok, parlare ai giovani non significa parlare come i giovani

Per parlare alle generazioni più giovani i politici dovrebbero smettere di scimmiottare i giovani: l’Effetto Burns non aiuta la loro causa ma li rende delle macchiette.

I ragazzi non sono bambini: non esiste un “codice” linguistico per avvicinarsi a loro e renderci più simpatici ai loro occhi.

I ragazzi vogliono, giustamente, essere trattati da adulti anche nel linguaggio: bene dunque essere presenti nelle piattaforme da loro maggiormente fruite ma senza indossare nessun cappellino grunge o inventarsi improbabili saluti.

Per parlare efficacemente ai giovani si potrebbero rivelare, ad esempio, interessi e hobby trasversali che “svecchiano” l’immagine, a patto però che siano autentici.

Gli esempi sono molti e noti, tra tutti citiamo l’ex presidente americano Jimmy Carter, che era un grande frequentatore di festival musicali e aveva un grande rapporto con alcuni idoli dei giovani di allora come ad esempio Willie Nelson, The Allman Brothers, Bob Dylan (per gli appassionati, c’è anche un documentario che si chiama Jimmy Carter: Rock & Roll President).

Oppure Bill Clinton, che guadagnò grande popolarità suonando il sax in diretta al talk show di Arsenio Hall nel 1992.

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Insomma, la migliore strategia per parlare ai giovani è semplicemente quella di presentarsi con serietà e in maniera coerente con la propria immagine pubblica, evitando di usare terminologie giovanilistiche e gestualità imbarazzanti, parlando come si farebbe in qualsiasi talk show “per adulti” (ovviamente con i tempi adatti al format di ciascun canale).

La soluzione potrebbe quindi essere più semplice di quello che si immagina: non snaturare il proprio tone of voice ma concentrarsi semmai sui temi che interessano maggiormente un pubblico under.

Siate voi stessi, parlate loro come parlereste a una platea di Confindustria. Magari non vi voteranno ma eviterete imbarazzi e “cringiate” da parte di tutti (non solo dei giovani). Nel modesto panorama della comunicazione politica italiana attuale sarebbe già un buon risultato.

 

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Grafica di copertina a cura di Silvia Camerani, Venice Bay

Meta presenta i Creators of Tomorrow: ecco chi sono gli italiani selezionati

Meta ha lanciato Creators of Tomorrow, una campagna pensata per mettere in luce i diversi talenti che, a livello globale, stanno contribuendo alla nascita di una nuova ondata di contenuti digitali, creativi e originali.

In Europa, in Medio Oriente, in Africa, e prossimamente in tanti altri Paesi, l’azienda sta lavorando a stretto contatto con questi creator emergenti per aiutarli a far crescere il loro pubblico e trasformare le loro passioni in professioni.

Puoi scoprire l’elenco completo dei creator sul sito dedicato: www.creatorsoftomorrow.com/it

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La nuova generazione di Content Creator

I Creators of Tomorrow hanno davanti a sé enormi opportunità di carriera. Sono stati selezionati perché si stanno affermando all’interno delle loro community online e perché mostrano un approccio innovativo nella creazione di contenuti video, nell’utilizzo della tecnologia e nella proposta di contenuti d’intrattenimento originali e coinvolgenti: qualità che, siamo certi, saranno parte fondamentale dell’evoluzione del metaverso.

Creators of Tomorrow: i 10 Creators of Tomorrow italiani

I 10 Creators of Tomorrow italiani rappresentano l’ampio ventaglio di talenti che ogni giorno utilizzano le app di Meta per esprimersi, raccontando le loro storie e promuovendo la loro professione.

C’è chi viene dal mondo del gaming, come Fjona Cakalli, ideatrice di Games Princess, il primo sito italiano dedicato ai videogiochi gestito esclusivamente da ragazze, e poi di Tech Princess, che racconta la tecnologia con uno sguardo inedito.

creators of tomorrow - Fjona Cakalli

Fjona Cakalli

C’è chi si sta affermando nel mondo della moda come Aya Mohamed e Sumaia Saiboub, che raccontano la loro visione e la loro estetica con un fortissimo senso di identità culturale, profondamente radicato nelle loro origini, o come Eugenia Longo, che esprime la propria creatività nel segno della self-acceptance.

Fanno parte della rosa anche le food creator Cibosupersonico, ideatrici di esperienze culinarie autentiche a base di piatti sani e completamente plant-based e Chiara’s Cakery, che ha fatto della pasticceria la sua missione di vita.

Aya Mohamed

Aya Mohamed

Dal mondo lifestyle, la creator Macy Fancy ci regala uno sguardo unico sulla black beauty, inseguendo il desiderio di mostrare i mille volti e le tante sfaccettature che ci rendono speciali.

E, ancora, la campionessa di nuoto paralimpica Arianna Talamona, che ha trasformato la malattia da cui è affetta in un’opportunità, insieme ad artisti come Francesco Spedicato, che utilizza le piattaforme Meta per ispirare, intrattenere, emozionare e divertire quante più persone possibili attraverso i suoi disegni, realizzati con tecniche diverse e Ceppeland, videomaker specializzato in effetti visivi, programmatore e musicista polistrumentista.

I Creators of Tomorrow stanno crescendo in modo sorprendente perché, con i loro  contenuti digitali, cavalcano le nuove tendenze culturali e scoprono nuove strade per fare business, coltivando nuove opportunità, che abbracciano il futuro di Internet: dal costruire i propri marketplace digitali a ospitare eventi immersivi con fan da tutto il mondo, fino alle collaborazioni con i brand per promuovere nuove esperienze.

Parallelamente al costante impegno dell’azienda nello sviluppo del metaverso, lavoreremo per  aiutare i creator a farsi strada nelle loro carriere, favorendo loro l’accesso a strumenti, formazione e risorse all’avanguardia, per testare e sperimentare in prima persona nuove opportunità e innovazioni.

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Creators of Tomorrow: programmi e iniziative locali

Nei prossimi mesi Meta darà vita a una serie di progetti e iniziative che avvicineranno i creator alla cultura aziendale, metteranno in luce il loro talento e gli permetteranno di fare passi avanti nella crescita delle proprie carriere.

Per fare in modo che i creator conoscano tutte le ultime novità e tutti gli strumenti offerti dalle nostre tecnologie, saranno organizzati workshop in presenza, dedicati a ciascuno di loro.

In Italia, in particolare, ci sarà una masterclass per esprimere al meglio la creatività sulle nostre piattaforme attraverso le diverse funzionalità a loro disposizione. 

Inoltre accesso a esperienze ed eventi unici, che possano ispirare a creare contenuti originali e di tendenza. In Germania, ad esempio, Meta ospiterà i Creator of Tomorrow al Superbloom Festival, dove avranno un accesso VIP ai concerti, mentre i creator dell’area MENA parteciperanno a Forever is Now, una mostra d’arte immersiva alle Piramidi di Giza, durante la quale potranno fare esperienza diretta delle nostre installazioni in realtà aumentata.

Infine, tutti i Creators of Tomorrow saranno invitati alla EMEA Creator Week, che si terrà per la prima volta a novembre a Londra, presso l’iconica Tate Britain. Qui, i Creators of Tomorrow avranno la possibilità di conoscersi: un’occasione per far emergere la loro creatività, imparare gli uni dagli altri e trarre ispirazione per la creazione di contenuti sempre più originali.

instagram multato

Instagram multato per 405 milioni di euro dall’UE per le impostazioni sulla privacy dei minori

Brutta tegola per Meta: Instagram multato per 405 milioni di euro nell’UE per la privacy dei minori.

Una multa di 405 milioni di euro è in arrivo per Instagram dopo che le autorità di regolamentazione della privacy dell’Unione europea hanno preso una decisione su un reclamo di lunga data relativo al modo in cui la piattaforma di social media gestisce i dati dei minori. La sanzione riguarda una violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE.

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Meta non ha rilasciato alcuna dichiarazione a commento.

La decisione finale del GDPR sull’indagine di Instagram sarebbe stata inviata a Meta, la società madre di Instagram, venerdì – prima della pubblicazione formale sui siti web del principale supervisore dei dati della società nell’UE, la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC); e dell’European Data Protection Board (EDPB), un organo direttivo che ha contribuito a coordinare un processo di revisione delle decisioni che ha coinvolto altre autorità di protezione dei dati dell’UE interessate.

instagram multato per la privacy dei minori

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Instagram multato: sanzioni e motivazioni

Tuttavia l’entità della sanzione per Meta sembra essere trapelata in anticipo, attraverso un articolo di Politico, che contiene la cifra della multa (che ammonta a circa 403 milioni di dollari al cambio attuale) ma non ci sono ulteriori dettagli sulla decisione.

Il DPC irlandese ci ha confermato l’entità della multa. Il vice commissario, Graham Doyle, ha dichiarato a TechCrunch: “Abbiamo adottato la nostra decisione finale venerdì scorso e contiene una multa di 405 milioni di euro. I dettagli completi della decisione saranno pubblicati la prossima settimana“.

La sanzione per Instagram è la più grande sanzione GDPR che sia stata comminata al gigante dei social media (anche se non la più grande multa GDPR in assoluto, quella è toccata ad Amazon), dopo la sanzione di 267 milioni di dollari comminata alla piattaforma di messaggistica WhatsApp, di proprietà di Meta, lo scorso settembre per violazione del principio di trasparenza del GDPR.

Il reclamo di Instagram si concentrava sul trattamento dei dati dei minori da parte della piattaforma per gli account commerciali e su un sistema di registrazione degli utenti che, secondo il DPC, poteva far sì che gli account degli utenti minori fossero impostati come “pubblici” per impostazione predefinita, a meno che l’utente non modificasse le impostazioni dell’account per impostarlo come “privato”.

instagram ha rimosso l'account di pornhub

Instagram ha rimosso l’account ufficiale di PornHub dalla sua piattaforma

Instagram ha rimosso l’account ufficiale di PornHub probabilmente in seguito alle crescenti pressioni degli attivisti contro il sito.

La notizia è stata riportata per la prima volta da Variety. Al momento della rimozione, l’account Instagram di PornHub contava circa 13,1 milioni di follower e 6.200 post ma non pubblicava contenuti espliciti o performance. PornHub gestisce ancora account popolari su altre piattaforme di social media come Twitter.

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Instagram ha rimosso l’account di PornHub: le possibili motivazioni

Non è chiaro perché Meta, la società madre di Instagram, abbia rimosso l’account, anche se gli screenshot condivisi da Laila Mickelwait, attivista anti-PornHub, suggeriscono che l’account sia stato rimosso per aver violato le linee guida della comunità di Instagram. The Verge ha contattato Meta per avere conferme e dettagli e ha promesso aggiornamenti in caso di risposta.

Mickelwait è la fondatrice della campagna TraffickingHub: un gruppo di difesa dedicato a “chiudere Pornhub e a ritenere i suoi dirigenti responsabili di aver permesso, distribuito e tratto profitto da stupri, abusi su minori, traffico sessuale e abusi sessuali basati su immagini criminali“.

Mickelwait si propone come attivista contro il traffico sessuale, ma i critici notano i suoi legami con gruppi cristiani evangelici che sostengono l’abolizione totale di tutto il sex work e della pornografia commerciale. Secondo il sito web della stessa Mickelwait, in precedenza ha lavorato presso Exodus Cry, un gruppo cristiano “abolizionista” che vuole “porre fine all’industria del sesso” e che elenca il “TraffickingHub” della Mickelwait nella sezione “le nostre campagne“.

Le dichiarazioni degli attivisti

In una dichiarazione pubblicata su Twitter, Mickelwait ha affermato che Instagram e Meta hanno preso la “giusta decisione tagliando i legami con Pornhub” e che è tempo che altre grandi aziende tecnologiche come Google, Amazon e Microsoft seguano l’esempio.

instagram ha rimosso l'account di pornhub

Le critiche a PornHub per aver favorito la distribuzione di materiale pedopornografico sono cresciute negli ultimi anni, coinvolgendo i suoi partner commerciali e portando alle dimissioni del suo CEO e COO. Nel 2020, Visa e Mastercard hanno interrotto l’elaborazione dei pagamenti su PornHub a causa della presenza di “contenuti illegali” sul sito, anche se ciò non ha impedito che venissero avviate azioni legali contro le società. Ad agosto, un giudice californiano ha autorizzato il proseguimento di una causa contro Visa, sostenendo che la società “intendeva aiutare MindGeek a monetizzare la pornografia infantile”.

In risposta alle critiche, PornHub ha preso provvedimenti come la rimozione di tutti i contenuti di utenti non verificati e la rimozione della funzione di download che permetteva a qualsiasi utente di scaricare qualsiasi video.

competenze più richieste dal mondo del lavoro

Quali sono le competenze digitali che i datori di lavoro cercano

Le aziende tecnologiche, ma in realtà tutte le organizzazioni dell’economia digitale, sono ben consapevoli che le competenze digitali sono fondamentali per i dipendenti nell’era digitale. È più che mai importante che i dipendenti e i nuovi assunti siano trasversali alle discipline e che abbiano competenze sia hard che soft. I selezionatori cercano, in chi si candida per una posizione aperta, un set di competenze più ampio e un’esperienza più vasta. Questo elenco comprende dieci delle principali competenze digitali che i datori di lavoro cercano oggi e che sempre più cercheranno nei prossimi anni.

Le competenze digitali più richieste dalle aziende

1. Programmazione, sviluppo web e app

professioni più richieste - coding

Il cuore di qualsiasi prodotto tecnologico o servizio digitale è la programmazione. Queste competenze sono regolarmente elencate già da qualche anno nella top 10 delle più richieste dai datori di lavoro su LinkedIn.

Avere un portfolio di progetti che dimostrino le vostre capacità di coding può anche contribuire a convalidare le vostre conoscenze e competenze e aiutarvi a ottenere il ruolo dei vostri sogni. Esempi di esperienze di sviluppo web mobile e responsive vi daranno un vantaggio rispetto agli altri candidati.

Il coding è fondamentale anche per le tecnologie emergenti come la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR).

2. Digital Business Analysis

La Digital Business Analysis aiuta le organizzazioni a fare le scelte giuste, fornendo una mentalità indipendente e obiettiva e applicando una serie di tecniche di analisi comprovate per creare un caso aziendale convincente per l’investimento in una soluzione digitale.

Poiché la trasformazione digitale è fondamentale per tutte le organizzazioni, le competenze di Digital Business Analysis sono diventate le più richieste nel curriculum vitae. Gli analisti di business digitali sono l’epicentro dei progetti di trasformazione digitale. Aiutano le organizzazioni a sviluppare un ecosistema digitale di tecnologie che contribuiscono alla trasformazione digitale e alla crescita del business.

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3. Digital Design and Data Visualization

Siti web, applicazioni e servizi digitali hanno una cosa in comune: l’interfaccia utente. Un designer con esperienza nella creazione di esperienze utente efficaci e dinamiche sarà molto richiesto dalla maggior parte delle aziende tecnologiche.

I designer possono anche visualizzare dati complessi per aiutare il management a prendere decisioni aziendali fondamentali. Questa abilità si chiama visualizzazione dei dati. La visualizzazione dei dati è utile per i dirigenti in quanto li porta a ricavare informazioni preziose.

4. Le competenze digitali più richieste: Digital Project Management

competenze più richieste dai datori di lavoro - digital project manager

Il Digital Project Management non è affatto un’attività desiderabile solo per le aziende tecnologiche, ma è una parte vitale dello sviluppo di prodotti e servizi digitali in modo tempestivo e conveniente. La comprensione di una serie di metodologie come SCRUM e AGILE spicca in qualsiasi CV. I Digital Project Manager devono avere una comprensione olistica di come vengono sviluppati i progetti digitali, dall’ideazione al prototipo fino al prodotto o servizio digitale completamente sviluppato.

5. Digital Product Management

Un’altra competenza che non è esclusiva dello sviluppo software, ma che è comunque particolarmente preziosa, è la gestione del prodotto digitale. I servizi software, in particolare, hanno bisogno di un piano di gestione del ciclo di vita. La continua crescita del Software as a Service renderà il Product Management sempre più parte integrante del settore tecnologico.

6. Le competenze digitali più richieste: Digital Marketing

Per promuovere i propri prodotti e servizi le aziende tecnologiche si rivolgeranno al marketing digitale. La comprensione di come ottenere il massimo valore economico dalla più ampia gamma di reti sarà fondamentale in questo caso. Le competenze richieste ai Digital Marketer includono:

  • Conoscenza degli strumenti di marketing digitale
  • Conoscenza degli strumenti di analisi
  • Social Media Marketing
  • Content Marketing
  • SEO
  • UX (User Experience Design)

7. Social Media Management

Alcune delle attività più efficaci di PR oggi vengono svolte quasi esclusivamente attraverso i social media.

Twitter, Facebook, Reddit, Instagram e innumerevoli altre piattaforme consentono alle aziende tecnologiche di arrivare direttamente a clienti, leader di pensiero ed evangelist. I migliori responsabili delle PR tecnologiche hanno skill trasversali che comprendono il mondo del Social Media Management.

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8. Le competenze digitali più richieste: Data Science and Data Analytics

competenze più richieste dai datori di lavoro - analista dei dati

Le aziende raccolgono enormi quantità di dati che possono essere immensamente preziosi se hanno in organico un analista di Big Data in grado di dare un senso ai numeri.

I Data Scientist sono molto richiesti dai datori di lavoro di tutto il mondo e si tratta di un eccellente percorso di carriera per i professionisti dell’era digitale. Oggi la domanda supera di gran lunga l’offerta, rendendo i data Scientist altamente occupabili.

Un recente rapporto McKinsey ha dimostrato che “solo negli Stati Uniti mancano da 140.000 a 190.000 persone con competenze analitiche e 1,5 milioni di manager con capacità di prendere decisioni basate sull’analisi dei big data”. Poiché la “scienza dei dati” diventa un requisito minimo per un numero sempre maggiore di posti di lavoro a livello manageriale, questo percorso vi aiuterà a posizionarvi davanti a molti candidati.

9. Decision Making

Il processo decisionale è fondamentale per i leader nell’era digitale. Secondo il World Economic Forum, per coloro che desiderano rendere la propria carriera a prova di futuro, la costruzione di competenze in aree che difficilmente le macchine potranno affrontare in modo efficace (ad esempio la risoluzione di problemi complessi, la creatività e il problem solving) è probabilmente la migliore ricetta per il successo.

Le organizzazioni hanno bisogno di leader in grado di attingere alle proprie conoscenze ed esperienze per prendere decisioni rapide. L’economia comportamentale è una delle strade percorribili dai professionisti per migliorare le proprie capacità decisionali. L’economia comportamentale studia gli effetti dei fattori psicologici, cognitivi, emotivi, culturali e sociali sulle decisioni economiche di individui e istituzioni. L’apprendimento di questa competenza migliorerà le vostre capacità decisionali grazie all’acquisizione di conoscenze provenienti dai campi della psicologia cognitiva e sociale.

10. Skill che l’azienda non ha mai visto prima

Quando un datore di lavoro deve decidere tra una dozzina di candidati ugualmente qualificati, vorrà vedere qualcosa che lo aiuti a prendere una decisione, qualcosa di unico che un candidato può portare al team.

Potrebbe trattarsi di un lavoro su una tecnologia emergente o di qualcosa di completamente fuori dal campo di applicazione richiesto. Entra quindi in gioco un elemento di unicità: per esempio, l’esperienza di lavoro in team internazionali interfunzionali è molto richiesta dalle aziende tecnologiche di tutto il mondo. Comunicare in modo chiaro ai membri dei team di tutto il mondo e attraverso diversi fusi orari aiuta le organizzazioni a operare in modo più efficace ed efficiente.

in arrivo il bottone modifica su Twitter

Twitter testa il bottone “Modifica” (ma devi abbonarti a Twitter Blue per usarlo)

Forse ci siamo: Twitter testa il bottone Modifica, l’attesissima e richiestissima funzione per modificare i Tweet pubblicati.

Dopo anni di meme e battute, i tweet modificabili saranno disponibili per alcuni abbonati a Twitter Blue verso la fine del mese. La funzione è attualmente in fase di “test interni” e sembra imitare lo stile di modifica di Facebook, con una cronologia di modifica dei tweet collegata.

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Twitter testa il bottone Modifica per gli abbonati a Twitter Blue

Secondo un post sul blog di Twitter, i tweet potranno essere modificati alcune volte nei 30 minuti successivi alla loro pubblicazione. I tweet modificati appariranno con un’icona, un timestamp e un’etichetta, in modo che sia chiaro ai lettori che il tweet originale è stato modificato.

L’etichetta di modifica includerà una cronologia completa delle modifiche con le versioni precedenti del tweet modificato. Twitter ha dichiarato che inizialmente sta testando i tweet modificabili con un piccolo gruppo per individuare eventuali problemi iniziali, incluso il modo in cui le persone potrebbero abusare della funzione. “La prudenza non è mai troppa“, afferma Twitter.

twitter testa il bottone modifica

Una volta completati i primi test interni, la funzione di modifica dei tweet verrà estesa ad alcuni abbonati di Twitter Blue nel corso del mese. “Il test sarà inizialmente localizzato in un solo Paese e si espanderà man mano che impareremo e osserveremo come le persone utilizzano Edit Tweet“, spiega Twitter.

Jay Sullivan, vicepresidente dei prodotti consumer di Twitter, ha dichiarato all’inizio di quest’anno che la modifica di un tweet è stata “la funzione di Twitter più richiesta per molti anni“. Se da un lato è molto richiesta, dall’altro c’è stata preoccupazione per un uso improprio. L’ex CEO Jack Dorsey si è opposto a una funzione di modifica dei tweet, affermando nel 2020 che Twitter non l’avrebbe “probabilmente mai” aggiunta.

Facebook, Instagram, Medium e molte altre piattaforme includono pulsanti di modifica e non ci sono molti esempi di abuso di alto profilo. Alex Stamos, ex responsabile della sicurezza di Meta, ha evidenziato all’inizio di quest’anno una truffa di criptovalute che coinvolgeva la funzione di modifica di Facebook, ma si tratta comunque di un esempio raro.

Twitter parla di tweet modificabili solo per il suo abbonamento Blue, che negli Stati Uniti ha recentemente aumentato il prezzo a 4,99 dollari al mese da 2,99 dollari.

Ciò significa che probabilmente non vedremo presto un pulsante di modifica per gli utenti non paganti.

google blocca truth social

Google blocca il lancio dell’app del social di Trump nel Play Store

Google ha deciso di bloccare il lancio dell’app Truth Social sul Play Store per problemi legati alla moderazione dei contenuti.

Secondo Axios, l’azienda ha individuato diversi post che violavano le policy sui contenuti per il Play Store, bloccando di conseguenza l’app sulla piattaforma. Lo stesso tipo di post sembra però essere presente sull’app per iOS sollevando la questione sul perché Apple non abbia preso provvedimenti, dato che le politiche di Apple e Google sono in gran parte allineate in termini di moderazione delle app con contenuti generati dagli utenti.

Devin Nunes, ex membro del Congresso e ora amministratore delegato del social media di Trump, aveva recentemente affermato: “Stiamo aspettando che ci approvino, e non so perché ci stiano mettendo così tanto“, ma pare che la situazione sia diversa: dopo aver esaminato l’ultimo invio di Truth Social al Play Store, Google ha riscontrato diverse violazioni delle norme, di cui ha informato Truth Social il 19 agosto.

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Google bocca il lancio di Truth Social ma lascia una porta aperta

Google ha anche informato Truth Social su come affrontare questi problemi per ottenere l’accesso al Play Store, ha specificato l’azienda.

La scorsa settimana, Truth Social ha risposto al nostro feedback dicendo che sta lavorando per risolvere questi problemi“, ha dichiarato un portavoce di Google. Questa comunicazione tra le parti ha preceduto di una settimana l’intervista di Nunes, che ha invece lasciato intendere che la la questione fosse invece in esame da parte di Google.

Non sono ovviamente mancati i commenti che imputavano una nuova censura da parte delle Big Tech verso i media conservatori e l’ex Presidente degli Stati Uniti.

Il problema in questione deriva dalla politica di Google per le app che contengono contenuti generati dagli utenti, o UGC. Secondo questa politica, le app di questo tipo devono implementare “una moderazione degli UGC robusta, efficace e continua”.

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La moderazione degli UGC con l’intelligenza artificiale

La moderazione di Truth Social, tuttavia, non è solida. L’azienda ha dichiarato pubblicamente di affidarsi a un sistema di moderazione AI automatizzato, Hive, utilizzato per individuare e censurare i contenuti che violano le policy. Sul suo sito web, Truth Social fa notare che i moderatori umani “supervisionano” il processo di moderazione, lasciando intendere che utilizza un mix standard di IA e moderazione umana.

Il fatto che Truth Social utilizzi una moderazione basata sull’intelligenza artificiale non significa necessariamente che il sistema sia sufficiente a renderlo conforme alle politiche di Google. La qualità dei sistemi di rilevamento dell’intelligenza artificiale varia e questi sistemi applicano una serie di regole che l’azienda stessa decide di implementare. Secondo Google, diversi post di Truth Social contenevano minacce fisiche e incitamenti alla violenza, aree che la politica del Play Store vieta fermamente.

L’applicazione Truth Social non è tecnicamente “bandita” da Google Play. Truth Social è ancora in lista per il preordine e, apportando delle modifiche per tornare a essere conforme, potrebbe essere accettata. L’alternativa sarebbe optare per un altro mezzo di distribuzione.