Tag di prodotto

Recruitment marketing ed employer branding: tutte le principali differenze

Vengono spesso associate e confuse come un’unica cosa, ma il recruitment marketing e l’employer branding sono in realtà due facce diverse della stessa medaglia. Infatti, entrambe le discipline hanno il ruolo di rendere il brand più interessante agli occhi di chi sta cercando lavoro.

<<Domina i nuovi scenari HR, tra Great Resignation e GenZ: esplora il Corso Employer Branding>>

Ma quali sono le principali differenze e in che modo interagiscono tra loro? Per comprendere al meglio di cosa stiamo parlando è necessario partire dalle definizioni.

Il significato di employer branding

L’employer branding è il processo che consiste nel definire e mantenere positiva l’immagine di un’azienda come possibile datore di lavoro. Dunque è strettamente correlata al modo in cui l’azienda viene percepita dai dipendenti attuali e potenziali. Ovviamente una migliore percezione della società come luogo di lavoro concorre anche al miglioramento del posizionamento del brand nel mercato.

Lo stesso Richard Branson, fondatore di Virgin, ha provato a spiegare l’importanza strategica dell’employer branding dichiarando: “Non vengono prima i clienti. Sono i dipendenti che vengono prima. Se ti prendi cura dei dipendenti, loro si prenderanno cura dei clienti”.

Le componenti principali dell’employer branding

Alla base dell’employer branding ci sono alcuni passaggi da considerare che sono fondamentali per una strategia di posizionamento ideale del brand nel mondo del lavoro:

  1. la definizione dell’Employer Brand dell’azienda in cui sia espressa la mission, la vision e la value proposition.
  2. la definizione dell’Employee Value Proposition con i vantaggi e i premi per i propri dipendenti.
  3. la definizione della Candidate Persona ossia la rappresentazione del tuo candidato ideale.
  4. la definizione della cultura aziendale.
  5. la gestione della reputazione dell’azienda.

LEGGI ANCHE: Il Quiet Quitting non è (solo) lavorare meno, ma lavorare meglio

McKinsey & Co., una lezione da seguire nell’employer branding

Una delle più interessanti case history è rappresentata da McKinsey & Co., il brand più famoso al mondo nella consulenza manageriale che, nel 2020, contava 30 mila dipendenti. La sua employee value proposition è sempre stata chiara: chi va via da McKinsey & Co. può lavorare ovunque. Una promessa mantenuta se si pensa che, nel 2000, 70 ex dipendenti dell’azienda erano tra i CEO delle compagnie nella Fortune 500.

Ma cosa differenzia McKinsey & Co. da altri player? Il costante sforzo nel rafforzare la storia e l’identità della compagnia per favorire l’inserimento di talenti tra i propri dipendenti.

Nel frattempo, l’azienda si impegna quotidianamente per creare un ambiente di lavoro aperto alle tematiche dell’inclusione e dell’equità tanto da avere rappresentate oltre 140 cittadinanze all’interno degli uffici presenti in 65 Paesi e da investire 20 milioni di dollari nella ricerca su D&I.

Che cos’è il recruitment marketing?

Il recruitment marketing è l’attività di promozione dell’employer branding di un’azienda. Il suo obiettivo finale è quello di attrarre, coinvolgere, assumere e trattenere talenti di alta qualità attraverso il processo di selezione.

In un mondo del lavoro sempre più saturo e in cui le persone sanno bene cosa vogliono, le aziende attuano strategie di marketing per aggiudicarsi le persone più valide da integrare nel proprio organico. Ecco perché i recruiter hanno iniziato a pensare come marketer, cercando di unire agli annunci di lavoro delle vere e proprie brand strategy per favorire il recruiting.

LEGGI ANCHECos’è il Quiet Quitting, la nuova fase delle Grandi Dimissioni

Le componenti principali del recruitment marketing

A differenza dell’employer branding, il recruitment marketing ha come elementi chiave:

  1. Comunicare con i candidati incoraggiandoli a compilare una candidatura.
  2. Scrivere offerte di lavoro chiare ed accattivanti, magari grazie al supporto degli attuali dipendenti che sapranno focalizzarsi sui punti di forza dell’azienda e sui vantaggi nel lavorare per essa.
  3. Creare contenuti che nutrano l’employer branding e che generino fiducia nei candidati.

Le differenze tra l’employer branding e il recruiment marketing

La prima grande differenza tra queste due discipline è la finalità. Infatti, l’employer branding serve a definire il posizionamento dell’azienda come datore di lavoro, mentre il recruitment marketing è finalizzato a promuoverlo.

La seconda differenza sta nella flessibilità. Il marketing si evolve a seconda delle esigenze di mercato, l’employer branding resta immutato e ben saldo sugli asset valoriali dell’azienda.

La terza differenza è l’interconnessione. Pur non essendo intercambiabili, entrambi sono interconnessi perché l’uno non può prescindere dall’altro.

Nel panorama attuale in cui le persone sono sempre più attente a trovare un posto di lavoro in cui realizzare i propri obiettivi senza rinunciare alla qualità della vita, avere una visione chiara di cosa si può offrire in termini di vision e mission è l’unica regola che può avvicinare grandi talenti alla propria azienda.

sostenibilità e brand

Giornata Mondiale della Terra 2023: perché comunicare la sostenibilità è indispensabile per i brand

Il cambiamento climatico, in atto ormai da molto tempo, sta avendo impatti significativi sulle persone, sulle aziende e più in generale, sull’economia.

Da eventi climatici estremi alla mancanza di risorse fino alla povertà crescente, la “salute” del pianeta è in pericolo e gli effetti dello stato di emergenza climatica sono ogni giorno sempre più evidenti.

Secondo l’ultimo report condotto dall’IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), il tasso di crescita della temperatura è il più alto mai registrato, così come sono in costante aumento anche l’intensità e la frequenza dei disastri naturali.

LEGGI ANCHE: Il futuro degli acquisti è sempre più sostenibile: i dati del report Conscious Commerce

Di conseguenza, una rapida transizione ecologica riveste un ruolo importante per molti nella quotidianità.

Nonostante il carovita dettato dal difficile contesto geopolitico e dall’inflazione, la sostenibilità ambientale è fonte di preoccupazione per molti, influenzando direttamente le abitudini d’acquisto.

Il recente Deloitte 2023 CxO Sustainability report mostra che il cambiamento climatico è identificato dalle aziende in tutto il mondo tra le tre principali criticità da tenere in considerazione per il 2023, superando innovazione digitale e talent pipeline.

Il 75% delle realtà rispondenti, inoltre, ha aumentato nel 2022 gli investimenti legati alla sostenibilità ambientale.

Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di aziende ha scelto di promuovere campagne pubblicitarie e implementare policy sostenibili a 360°.

La sostenibilità è sempre più importante per le persone (e per i brand)

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, che ricorre annualmente il 22 aprile, Ninja Marketing invita a riflettere sui motivi per cui diventare aziende “green” è una necessità assoluta – non più solamente un’alternativa – grazie ai consigli di Saverio Schiano, Head of Sales for Italy Pinterest. 

Saverio Schiano Pinterest

Perché è diventato fondamentale comunicare la sostenibilità? E cosa consiglieresti ai brand per evitare il greenwashing?

La sostenibilità non va trascurata a livello di business.

Le aziende e i marketer devono, infatti, attivarsi per migliorare l’ambiente: si tratta di una mossa decisiva per vincere le sfide del futuro e incontrare i desideri delle persone, che – in numero sempre maggiore – si informano sul peso ambientale delle proprie azioni.

Inoltre, si riconosce l’importanza strategica della transizione ecologica: a confermarlo, per esempio, in Europa è il 61% dei cittadini adulti, come riportato dal report  European Sustainability Foundational Study condotto da Kantar.

kantar sostenibilità

E diventa tassativo, pertanto, reinventare la propria modalità di comunicazione senza, tuttavia, incorrere nel greenwashing.

Un primo consiglio, in apparenza semplice ma spesso non applicato da chi vuole comunicare la sostenibilità, è di argomentare qualsiasi informazioni con dati e insight: la conoscenza, quindi, del proprio business in toto è di assoluta importanza per poter introdurre policy ambientali che contribuiscono effettivamente alla creazione di un mondo più verde.

In un processo lungo e pieno di incertezze come la ricerca della sostenibilità, non ci si aspetta che le aziende abbiano tutte le risposte fin da subito (la “perfezione” non esiste e in questo campo, ancora meno), ma l’onestà è certamente un fattore non di poco conto per ottenere la fiducia dei consumatori.

Infine, è bene prestare attenzione al linguaggio scelto nella comunicazione green: l’aggiunta di maggiori dettagli e la ricerca del significato di termini apparentemente “innocui” (ma in realtà, definiti da regolazioni severe) è essenziale!

Di contro, non si deve pensare al green hushing come una via percorribile.

Con questo termine, si fa riferimento ad un fenomeno nuovo, meno conosciuto rispetto al ben noto greenwashing: per paura di conseguenze spiacevoli, reputazionali ed economiche, le aziende scelgono di non comunicare i propri obiettivi di sostenibilità. 

LEGGI ANCHE: Stella McCartney lancia S-Wave, il simbolo della sostenibilità

Quali sono i trend ambientali riscontrati tra i consumatori di recente?

I consumatori sono sempre più alla ricerca di insight sui eco-trend più recenti per poter cambiare il proprio stile di vita, dalla scelta di prodotti più rispettosi dell’ambiente alla riduzione del consumo di carne fino a mezzi di trasporto a basso impatto ambientale.

C’è la volontà di comprendere appieno i cambiamenti ecologici in atto e conseguentemente, di agire per contrastarli nella vita di tutti i giorni (di questa radicale spinta green, Gen Z e Millennials sono i principali promotori).

Oltre il 90% delle persone su Pinterest settimanalmente cercano ispirazione sulla piattaforma per attività volte a diminuire la propria impronta ecologica come il riciclaggio, la donazione di oggetti, la riduzione dell’utilizzo di plastica, l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico e il supporto alle imprese locali.

Non solo, ma abbiamo anche constatato che ricerche per termini come “casa autosufficiente”, “energia off grid”, “ecopunk”, e “alloggi collettivi” sono in aumento sulla piattaforma (rispettivamente del 340%, 100%, 130%, e del 150%).

Un’altra conferma del cambio di rotta “verde” arriva dal nostro ultimo report, Pinterest Predicts 2023, che prevede un’attenzione verso pratiche ecologiche come soluzioni alternative per la raccolta di acqua piovana, l’arredamento vintage e i viaggi in treno.

Come le aziende possono sfruttare questi trend per implementare campagne di marketing efficaci?

Per poter sfruttare al meglio gli insight della piattaforma e creare campagne di comunicazione efficaci, il motto delle aziende e dei marketer dovrebbe essere “be educational”: per esempio, la collaborazione con esperti di settore permette di fornire consigli e guide di valore su come vivere in modo sostenibile.

Nonostante la Giornata Mondiale della Terra sia un’ottima occasione per riflettere su temi ecologici e sociali, ogni giorno dovrebbe essere dedicato alla salvaguardia del nostro pianeta.

Non da ultimo, implementare l’utilizzo delle cosiddette credenziali verdi.

Ossia, utilizzare statistiche chiare per mostrare come il vostro marchio o prodotto sia sostenibile e utilizzare termini come “meno plastica”, “a base vegetale”, “biologico” o “coltivato in modo sostenibile” per posizionarlo al meglio.

Parte l’AI Fashion Week, l’evento più atteso dagli stilisti della AI generativa

La città che non dorme mai, la Grande Mela, New York ospita la prima AI Fashion Week dedicata agli stilisti emergenti della moda, che sviluppano le loro creazioni mediante l’utilizzo della Intelligenza Artificiale Generativa.

Partecipano sia stilisti che creatori di AI che, grazie alle loro creazioni, daranno vita a questo incredibile evento unico nel suo genere.

ai fashion week

AI Fashion Week: quando e dove

Le date della AI Fashion Week sono fissate dal 20 al 21 aprile 2023 e vedranno competere tra loro più di 350 creator. La location è al centro di Manhattan presso lo Spring Studio.

L’evento è gratuito ed è stato organizzato in collaborazione con Revolve Group, organizzazione specializzata nella rivendita di moda online, di abbigliamento e calzature, accessori e prodotti di bellezza per il target millennial e generation Z.

LEGGI ANCHE: I migliori generatori di immagini basati su AI (secondo noi)

L’Intelligenza artificiale nella moda

Come già detto, l’evento ha lo scopo di scoprire i nuovi talenti della moda: è un vero e proprio scouting di talenti della moda che operano con l’ AI, tanto è che nella giuria sono presenti personaggi di tutto rilievo, come:

  • Pat McGrath, è una delle più prestigiose truccatrici al mondo e la sua influenza nel mondo della bellezza e della moda non ha rivali da oltre 20 anni. L’aspetto visionario che immagina e che quindi crea per sfilate di moda, pubblicità e riviste – definisce i futuri canoni della bellezza.
  • Tiffany Godoy di Vogue Giappone, è una giornalista e influencer di moda esperta di internet.
  • Natalie Hazzout, casting director di Celine, azienda francese di vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori.

Negli ultimi mesi l’interesse del settore moda nell’ AI generativa ha superato di gran lunga quello sul Metaverso, dei token non fungibili (NFT), della realtà aumentata e virtuale, argomenti che restano obiettivi di medio periodo rispetto all’AI che ha invece interessato da subito il settore, mostrando gli innumerevoli ambiti di applicazione.

Quello che è importante tenere in considerazione è che questa tecnologia è diventata ampiamente disponibile solo di recente ed è ancora piena di problemi e bug preoccupanti, ma tutto mostra che possa migliorare velocemente di giorno in giorno e diventare un punto di svolta in molti aspetti del business.

AI Fashion Week

Secondo l’analisi di McKinsey, in un periodo compreso tra i tre e i cinque anni l’AI generativa potrebbe raggiungere fino a 275 miliardi di dollari di profitti nei settori dell’abbigliamento, della moda e del lusso.

Attualmente i designer, i direttori creativi e i rivenditori possono fare affidamento non solo sui report di tendenza e sull’analisi di mercato, ma possono utilizzare l’AI generativa per analizzare in tempo reale vari tipi di dati non strutturati.

AI fashion Week: dalle sfilate al business

L’AI generativa può, ad esempio, aggregare rapidamente ed eseguire analisi del sentiment dai video sui social media o modellare le tendenze da più fonti di dati sui consumatori.

I direttori creativi e i loro team possono inserire schizzi e i dettagli desiderati, come tessuti, tavolozze di colori e motivi, in una piattaforma alimentata dall’intelligenza artificiale generativa che crea automaticamente una serie di “proposte”, consentendo così ai designer di giocare con un’enorme varietà di stili e look.

Un team potrebbe quindi progettare nuovi articoli sulla base di questi risultati, mettendo il tocco distintivo di una casa di moda su ciascuno dei look. Questo apre le porte alla creazione di prodotti innovativi in ​​edizione limitata che potrebbero anche essere collaborazioni tra due marchi.

Ed è proprio in questa direzione che si muove la AI generativa, individuare i creativi che in questo momento stanno utilizzando in maniera migliore l’ AI generativa.

AI generativa nella moda e Fashion Week 2023

Ai designer viene fornita una piattaforma che ha la funzione di vetrina, grazie alla quale possono mostrare le loro creazioni realizzate tramite AI a eventuali clienti oppure a direttori creativi.

Quando parliamo di creazioni intendiamo, come previsto dagli organizzatori, collezioni costituite da minimo 15 look ad un massimo di 30.

In questo modo si incoraggiano i designers a mettersi in luce a presentare creazioni che altrimenti rimarrebbero nel cassetto e tutto questo consente di creare un nuovo mercato accessibile a tutti oltre che fornire i nuovi designer a sperimentare le tecnologie generative basate su AI.

Gli organizzatori della AI Fashion Week puntano hanno formato la giuria coinvolgendo sponsor tra le grandi firme della moda per offrire premi in denaro ai vincitori. Sono in programma altri eventi subito dopo il calendario della settimana della moda per attirare una maggiore attenzione sull’evento.

Parte l'AI Fashion Week

Le creazioni generate dall’intelligenza artificiale sono state tra i temi più caldi di questi mesi. La moda fantasy, le calzature ed i design di accessori sono ora diffusi su Internet. I creativi ricreano l’immagine dei capi dei loro marchi preferiti e ne sviluppano di nuovi, in alcuni casi creano capi ancora più belli degli originali.

L’AI Fashion Week rappresenta un punto di partenza per tutta una serie di applicazioni ed eventi che possono valorizzare la creatività aprendo nuove prospettive di business per il mondo della moda e per i creativi.

pubblicità marzo- philips- ninja marketing

Le 8 pubblicità più belle di marzo: Barilla, Coca-Cola, Philips e altri big brand

La primavera si sta facendo largo ed insieme a lei anche i brand fanno fiorire le loro creatività: si affacciano le pubblicità più belle di marzo e promettono una stagione molto intensa.

Grandi brand e brillanti campagne per deliziarci e destarci dal torpore invernale e dalla eco del quasi dimenticato Super Bowl.

BARILLA AL BRONZO | Lady and The Trump

Il rituale della condivisione di un piatto di pasta non poteva trovare ambientazione migliore.

Il romanticismo la fa da padrona mentre due innamorati attraversano la città, seguiti dalle loro ombre canine, per gustare il miglior piatto di spaghetti. E il ristorante Tony’s guidato dallo stellato chef Davide Oldani è proprio lì, nascosto discreto l’angolo, discreto, appartato e anche un po’ spartano.

Si apparecchia l’amore in attesa di un bacio rubato: ed è un impeccabile piatto di spaghetti a metterci lo zampino. L’italianissimo brand di pasta (e l’italianissima Publicis-Le Pub) celebra così il centenario di Disney, con un omaggio al cartone animato Lilli e il Vagabondo, versione umana e versione Barilla Al Bronzo.

ADIDAS | The Ridiculos Run

Adidas da una sua ricerca globale condotta su un campione di circa 5000 donne, afferma che il 92% di loro che pratica jogging non sente la città come luogo sicuro. Non siamo nuovi a questo condiviso timore.

Molte donne, infatti, non vivono con libertà questa attività in quanto esposte a molestie verbali e fisiche. Ed è questo che il brand ci racconta nel suo spot: donne che affrontano prima della preparazione fisica quella psicologica.

Tutto questo è ridicolo, una corsa ridicola a cui le donne non devono più sottomettersi. Adidas espone l’esigenza di una rivoluzione sociale in cui soprattutto gli uomini sono chiamati a partecipare attivamente al cambiamento verso una reale parità delle opportunità.

 

COCA-COLA | Masterpiece

Tra le pubblicità più belle di marzo troviamo il capolavoro di Coca-Coca, letteralmente.

Un viaggio dell’iconica bibita tra le più celebri opere d’arte nelle diverse epoche; saltando dal suo autoritratto pop composto da Andy Warhol e rimbalzando di mano in mano dai personaggi di opere classiche e contemporanee che si fanno tridimensionali e prendono vita per ispirare la creatività di giovane studente.

Un viaggio di connessione e condivisione che rientra nella campagna più generale The Real Magic e che ritroviamo in ogni dettaglio artistico nella Gallery

L’insieme dei dipinti inclusi nello spot è affiancato alle opere di creatori emergenti provenienti da Africa, India, Medio Oriente e America Latina.

DOM PÉRIGNON x Lady Gaga | The Labor of Creation

La ricerca e l’accuratezza della lavorazione dello champagne millesimato sono ben rese in questo spot, la cui protagonista è Lady Gaga. Alternanza di luci e ombre, corpi in armonica sincronia e l’Abbazia francese di Hautvillers a far da sfondo all’elegante coreografia.

Una danza che vuole esprimere il desiderio di osare ed oltrepassare i confini, proprio come vuole mostrarsi Dom Pérignon.

Per la campagna hanno collaborato il fotografo e maestro della luce Mario Sorrenti, il regista Woodkid  e il coreografo Sidi Larbi Cherkaoui.

 

CEREAL SURREAL | OOH Campaign

I brand di cereali inglesi lancia una campagna OOH sfruttando i grandi dello sport. Sì, sfruttando.

Perché in realtà i nomi delle celebrità scritti a caratteri cubitali sui poster corrispondono a quelli di persone omonime. Una campagna ironica che attira l’attenzione sul prodotto grazie alla notorietà dei personaggi ”I cereali ufficiali di Ronaldo” ma che ci strappa un sorriso finale con la confessione della verità “Probabilmente non lo stesso Ronaldo che pensi tu”.

pubblicità marzo-cereal surreal- ninja marketing

cereal surreal-dwayne-pubblicità marzo

pubblicità marzo-cereal surreal-jordan

APPLE PODS | Quiet The Noise

Esiste rumore più bello di quello dei propri pensieri? Ogni cosa scompare.

Il trambusto e il caos della città spariscono mentre siamo assorti nei pensieri accompagnati dalla nostra musica preferita. Apple per la presentazione dei suoi nuovi Pods centra in pieno il concetto.

Nello spot, la cover di Pixies “Where is my mind?” ci guida attorno ad una città apparentemente tranquilla e priva di rumori ma che torna a farsi sentire in tutta la sua confusione una volta sfilati i Pods.

Apple ci azzecca sempre.

 

PHILIPS | The Dilemma

La rasatura entra in una diversa dimensione, anzi, in una diversa epoca. Radersi o non radersi, questo è il dilemma per il vero uomo shakespeariano che impugna il nuovo rasoio Philips. E che davanti ad un quesito così amletico non può che essere sbeffeggiato sarcasticamente dalla sua disillusa dama.

Philips propone anche un secondo spot, in cu il rasoio questa volta assurge al compito di dover depilare i “gioielli” del re. Impresa regale, di estrema precisione e sotto l’occhio vigile di due particolari sudditi guardoni.

 

MCDONALD’S | Live The Child Within This Ramadan

Tra le pubblicità più belle di marzo troviamo anche quella di Mc Donald’s. Marzo è stato, per i musulmani, il mese del Ramadan. Il famoso brand per l’occasione e con la sua nuova campagna incoraggia gli adulti ad ispirarsi alla purezza dei bambini e dedicarsi ad azioni altruistiche.

Gentilezza, benevolenza e sincerità nei gesti per far crescere l’amore e il sentimento di condivisione tra le persone: non solo nel Mese Santo e non solo per i musulmani.

Adori l’Advertising? Dai un’occhiata qui:

IKEA, Google e la partnership tra Dove e LinkedIn: le pubblicità più belle di febbraio

Le indimenticabili pubblicità dei Levi’s 501 per celebrare i suoi 150 anni

Le pubblicità più belle di gennaio: BMW, British Airways, i 3D billboard di Meta e le altre

Barilla rinnova il suo Archivio Storico: 145 anni di storia della comunicazione pubblicitaria

Nike, IKEA e altre campagne di marketing inclusivo che celebrano la diversità

privacy tiktok

TikTok, lobbying e spionaggio: forse non è solo un film

Sembra passato un secolo dagli scandali di Cambridge Analytica, dalle polemiche sollevate da “The Social Dilemma” su Netflix,  dal Cookiegeddon di iOS e dalla frenesia del GDPR. Eppure ogni volta sembra essere al punto partenza: se di male si è trattato, la cura (più regolamentazione, più leggi) spesso è stata peggio della malattia.

LEGGI ANCHE: Alternative a Google Analytics per essere GDPR compliant

L’eccesso di Stato nella vita dei cittadini sembra avere preso il posto dell’invasività delle piattaforme, senza che ne siano conseguiti grandi scandali di massa. C’è un Paese dove tuttavia i confini tra il regime al Governo e le azioni delle grandi aziende “private” è sempre più labile e sottile.

La stretta della Cina ai business privati, la nuova via neo-maoista di Xi Jinping (rivelata anche nell’abbigliamento austero mostrato in più occasioni), ha contribuito di recente al crollo sui mercati di moltissimi big business di Pechino (Nio ed Ali Baba tra tutti).

Ovviamente siamo oltre il crony capitalism: siamo di fronte a un paradigma di controllo assoluto 2.0 ancora in gran parte da comprendere ed esplorare.

Ne abbiamo parlato con Lorenzo Castellani, politologo e professore di Storia delle Istituzioni Politiche all’università LUISS Guido Carli.

lorenzo castellani intervista su tiktok

TikTok raccoglie i dati per conto del Governo cinese?

L’Unione Europea ha bannato TikTok per i propri dipendenti. Il Belgio lo vieta a ministri e funzionari federali, il rischio può esserci anche in Italia?

Sì, perché il social è presente ovunque e chiunque lo usi può essere vittima di spionaggio o furto di dati. Dunque è bene che i governi si proteggano da uno strumento di mercato, ma anche di spionaggio di un regime totalitario.

All’inizio di quest’anno il CEO di TikTok Shou Zi Chew è apparso al World Economic Forum di Davos e ha visitato Bruxelles per incontrare i politici europei.

In Belgio ha incontrato decine di di parlamentari europei e funzionari politici della Commissione europea in una sessione a porte chiuse al De Warande, un club d’élite situato vicino al Palazzo reale belga e all’ambasciata americana.

Ha scattato foto con politici di grande rilievo come Dita Charanzová, vicepresidente del parlamento europeo, e Andreas Schwab , che ha negoziato il Digital Markets Act, una legge per limitare il potere di mercato delle grandi aziende tecnologiche.

Il problema sembra venga da una legge cinese che, di fatto, permette al governo di avere libero accesso a dati e informazioni di tutte le aziende (pubbliche e private) del proprio Paese.

È così. La Cina ha barattato l’arricchimento capitalistico di manager e imprenditori con un controllo e sfruttamento “politico” di tutte queste nuove tecnologie. In altre parole: tu imprenditore sei libero di guadagnare, ma io Stato decido come puoi farlo e cosa mi dai in cambio.

Si ripropone la questione dei social media che non sono piattaforme plurali ma sono editori. In questo caso, editori in mano a potenze straniere. Basterebbe esserne tutti più consapevoli: perché il problema viene evidenziato con TikTok e non con le altre big tech?

Perché nel caso di TikTok c’è un più evidente caso di spionaggio della più potente nazione al mondo non occidentale. Per gli altri social resta il problema della libertà di stampa e del free speech, ma si pone meno la questione spionaggio a fini strategici e competitivi.

Negli USA, il disegno di legge presentato da un gruppo bipartisan di senatori che potrebbe colpire TikTok è sostenuto dalla Casa Bianca. Conferirebbe al governo federale nuovi poteri per limitare, e potenzialmente vietare, le tecnologie della Cina e di altre nazioni designate come avversarie degli Stati Uniti. Un’azione del genere potrebbe essere a sua volta una limitazione della libertà di parola?

La libertà di parola può essere ristretta per questioni di Ragion di Stato verso un avversario esterno.

È sempre stato così. In questo caso poi si limiterebbe l’utilizzo di uno dei vari social a disposizione e non di tutti. Comunque esistono anche vie di mezzo al ban totale che possono concretizzarsi, come chiedere a TikTok di rispettare determinati standard di trasparenza e sicurezza. Li si vedrebbe se l’azienda è in condizione o meno di fornire rassicurazioni.

Il conto salato della lobbying in soccorso a TikTok. Uno sforzo sufficiente?

Secondo Politico , ByteDance (la società cinese proprietaria di Tik Tok) sembra abbia speso, solo negli Stati Uniti, più di 16 milioni di dollari in attività di lobbying dal 2019, assumendo dozzine di lobbisti e la celebre agenzia Crossroads Strategies.

Shou Zi Chew, prima di testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti lo scorso 24 marzo, è stato preparato da assistenti del presidente Kevin McCarthy e dell’ex presidente Nancy Pelosi. Sembra avere ricevuto inoltre la consulenza di Andrew Wright, ex direttore della politica legale per la transizione presidenziale Biden-Harris e ora partner dello studio legale K&L Gates.

@tiktok

Our CEO, Shou Chew, shares a special message on behalf of the entire TikTok team to thank our community of 150 million Americans ahead of his congressional hearing later this week.

♬ original sound – TikTok

A Washington, solo nell’ultimo trimestre, circa tre dozzine di persone hanno fatto pressioni sul governo federale per conto di ByteDance e TikTok, inclusi ex senatori e membri della Camera.

La multinazionale cinese è anche riuscita ad assumere SKDK, la società di relazioni pubbliche che vanta un’imponente rete di relazioni nelle stanze del potere americane, tra cui sembrano figurare personaggi di spicco dell’amministrazione Biden. Qui i dati, pubblici, della spesa di lobbying di Tik Tok, in vertiginosa crescita negli ultimi anni.

Legittima tutela degli interessi economici o seconde finalità vicine agli interessi del Governo cinese? La performance al congresso di Zi Chew è sembrata, da molti analisti, un vero e proprio disastro in cui il CEO ha saputo rispondere alle accuse solo con risposte vaghe e generiche.

 

tiktok

le notizie della settimana - copertina weekly

Il Papa rapper, ChatGPT, Pepsi e le altre notizie della settimana

Tra le notizie della settimana spicca Midjourney, che ha deciso di bloccare le prove gratuite per il suo generatore di immagini.

Che c’entrino qualcosa le foto del Papa rapper o dell’arresto di Trump? Subito diventate virali, hanno sollevato un inquietante interrogativo: tra quanto non saremo più in grado di distinguere ciò che è vero da quello che non lo è?

Focus totale sulle AI: come sappiamo (ne abbiamo parlato qui), il Garante della Privacy ha imposto a ChatGPT lo stop al trattamento dei dati degli utenti italiani. In risposta, OpenAI ha sospeso il servizio, proprio adesso che singoli e aziende lo stanno integrando nei processi. Ma la soluzione, per molti versi, è a portata di mano (leggi qui).

E mentre il sentimento diffuso (vedi il sondaggio di Dentsu) è di maggiore trasparenza nell’uso dell’AI generativa, ammettiamolo, non abbiamo gli anticorpi per difenderci da un uso dell’intelligenza artificiale mirato a confonderci con false informazioni.

Sei pronto per entrare in una nuova Matrix?

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

► FORMAZIONE ◄

GA4

Un percorso web live che ti guiderà passo dopo passo nell’analisi dei Digital Analytics strategici per il tuo business: apprendi tutte le nuove funzionalità di Google Analytics 4.

__________

Bill Gates: una pausa non risolverà le “sfide dell’AI”

Il co-fondatore di Microsoft ha dichiarato che gli appelli a sospendere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale non “risolveranno le sfide” che ci attendono. “È chiaro che queste tecnologie offrono enormi vantaggi… quello che dobbiamo fare è identificare le aree più complesse“, ha aggiunto Gates.

Il blocco di ChatGPT: l’impatto sulle aziende

L’interruzione del servizio da parte di OpenAI ha posto molte domande sul suo utilizzo in futuro. Gianluca Maruzzella, CEO e co-founder di indigo. ai ci ha detto che non tutto è perduto. Leggi qui l’intervista e ascolta cosa ha detto ai nostri microfoni.

L’importanza della trasparenza nell’AI generativa

Più di due terzi (70%) dei consumatori dichiara che i marchi dovrebbero rivelare quando l’IA è stata utilizzata per sviluppare prodotti, servizi, esperienze e contenuti.

notizie - sondaggio ai dentsu

A rivelarlo è un nuovo sondaggio Consumer Navigator condiviso da Dentsu.

Salesforce, cresce l’ecosistema italiano

Salesforce ha visto il fatturato globale crescere su base annua del 18% raggiungendo così i 31,4 miliardi di dollari. Ha contribuito significativamente anche l’Italia, che si conferma al quarto posto in EMEA per volume d’affari. Ascolta cosa ci ha detto Mauro Solimene, Country Leader di Salesforce per l’Italia.

Pagare di più per il packaging sostenibile

Secondo Ipsos, per le persone non esiste un materiale sostenibile universale: ciò che viene percepito come imballaggio più sostenibile varia tra plastica, vetro, cartone e metallo.

notizie sondaggio ipsos sostenibilità

La maggior parte degli intervistati, inoltre, non è disposta a pagare per il solo vantaggio della sostenibilità.

Le notizie sull’AI: Midjourney annuncia la fine del “prova gratis”

Dopo che le immagini false del Papa e di Trump hanno messo in subbuglio Internet, la piattaforma di intelligenza artificiale ha annunciato la fine delle prove gratuite.

 

notizie della settimana midjourney sospende la prova gratuita

L’azienda ha dichiarato che la decisione è dovuta a una “domanda straordinaria e all’abuso delle prove”.

Le dimensioni giuste per ogni social

Hootsuite ha creato anche quest’anno una guida delle dimensioni immagini social aggiornata al 2023. La trovi su Ninja.

La nuova identità visiva di Pepsi

Nell’anno in cui si celebra il suo 125° anniversario, il brand ha rivelato un inedito sistema di visual identity.

nuova identità visiva pepsi

Progettato dal team interno di PepsiCo il nuovo look sarà lanciato nel Nord America questo autunno e a livello globale nel 2024.

Le collaborazioni più belle di Heinz e Absolut Vodka

Heinz e Absolut Vodka uniscono il loro gusto per dare vita al nostalgico piatto “penne alla vodka”. Negli anni ’80, la ricetta spopolò diventando un piatto cult della cucina trendy del momento.

heinz e absolut vodka

Heinz e Absolut Vodka hanno dato vita insieme ad altri brand a molte altre collab interessanti. Trovi qui alcune tra le più rilevanti.

► EVENTI ◄

Mercoledì 12 aprile ti spiegheremo come valorizzare le relazioni tra gli individui e convertire una community in membership.

ninja wrap up #3

Partecipare è semplicissimo: basta registrarsi a questo link.
_________
Se vuoi ricevere tutte le notizie ogni giorno, senza pubblicità, con il formato audio attivabile su Alexa e l’accesso a tutti gli articoli e i webinar PRO iscriviti a Ninja PRO Information.

heinz e absolut vodka

Le collaborazioni più belle di Heinz e Absolut Vodka

Heinz e Absolut Vodka uniscono il loro gusto per dare vita al nostalgico piatto penne alla vodka. Direttamente dagli anni ’80, la ricetta spopolò in Italia come anche in America diventando un piatto cult della cucina trendy del momento, tanto da essere servita anche nelle discoteche.

La collaborazione tra Heinz e Absolut Vodka che li vede dosati sapientemente in un barattolo di sugo pronto è nata a seguito di un TikTok pubblicato dalla modella Gigi Hadid nel 2020, intenta a preparare un piatto di pasta. I due brand però hanno voluto anche ironizzare sulla decisione tardiva di creare questo sugo, effettivamente dopo 2 anni dall’uscita del video, riportando nell’etichetta la scritta “Ridiculously Late. Absolut(ely) Good”. Purtroppo, o per fortuna, il vasetto limited edition sarà messo in vendita solo nel Regno Unito.

collaborazioni Heinz e Absolut Vodka

A proposito di collaborazioni, nel corso del tempo ce ne sono state di interessanti a cui Heinz e Absolut Vodka hanno dato vita insieme ad altri brand. Eccone alcune tra più rilevanti.

HEINZ & THREDUP

Lo scorso anno Heinz si è “macchiato” di una collaborazione con ThredUp, la famosa piattaforma di rivendita di abbigliamento online con sede ad Oakland. Dalla partnership nasce Heinz Vintage Drip, la collezione di abiti usati con un’esclusiva macchia di ketchup impressa su ogni capo streetwear e di design. Le macchie sono fatte con del ketchup vero, quindi scompariranno a seguito dei lavaggi.

Disponibile solo su ThredUp, l’abbigliamento di seconda mano macchiato Heinz ha un secondo fine: quello di donare il ricavato della vendita all’associazione Rige Against Hunger, a supporto della lotta contro la fame nel mondo.

collaborazioni Heinz e ThredUp

T-shirt Heinz x ThredUp collab

HEINZ & SELETTI- STUDIO JOB

Nel 2019 Heinz ha festeggiato i suoi 150 anni di vita, in cui il ketchup ne ha viste davvero di cotte e di crude. Il brand che ha accompagnato ogni diversa pietanza, in ogni diversa cultura e nelle diverse epoche, ha visto anche i cambiamenti dei gusti dei consumatori che però non hanno mai fatto mancare Heinz nei propri piatti.

Proprio per questo, il brand ha deciso di celebrare il suo compleanno con un’edizione limitata di 150 piatti, in collaborazione con Seletti e Job Smeets, le due icone indiscusse del design.

collaborazioni Heinz e Seletti-Studio Job

HEINZ & OCEAN SPRAY

Ocean Spray è la nota cooperativa produttrice di succo e salsa di mirtilli che unisce tra Stati Uniti, Canada e Cile più di 700 coltivatori. Il primo aprile del 2021, Heinz annuncia una probabile partnership con Ocean Spray, creando un prodotto innovativo e dal curioso gusto: Cravy, una salsa fatta di ketchup e mirtilli. Heinz lascia però che siano i suoi fedeli consumatori a decidere se dare effettivamente vita a Cravy. Il sondaggio su Twitter però non diede responso positivo. In molti si sono chiesti se la collaborazione fosse un pesce d’aprile, ma vista la mancata volontà del pubblico di assaggiare la nuova salsa, siamo tutti rimasti con questo succulento dubbio.

 

HEINZ & ED SHEERAN

Forse qualcuno saprà che il cantante ha un’incondizionata passione per Heinz. Si dice che non viaggi mai senza la sua bottiglia di ketchup e che addirittura abbia l’inconfondibile bottiglia tatuata sul braccio. Un vero e proprio consumatore fidelizzato che il brand non poteva lasciarsi scappare per aumentare la sua awareness. E così Ed Sheeran ed Heinz hanno creato nel 2019 un’edizione limitata di salsa di pomodoro chiamata Edchup, con tanto di simpaticissimo spot.

 

HEINZ & FORTNUM AND MASON

In UK il San Valentino del 2020 ha avuto uno strano sapore, grazie alla collaborazione tra i cioccolatini firmati Fortnum and Mason ed Heinz. Il grande magazzino famoso per rifornire la Casa Reale inglese ha ideato per l’occasione una scatola di tartufi in edizione limitata, dai diversi gusti e con la particolare e pungente glassa fatta di ketchup. È proprio vero, il ketchup sta bene su tutto!

collaborazioni HEINZ e FORTNUM AND MASON

ABSOLUT & SWEDISH HOUSE MAFIA

Per l’uscita del loro nuovo album, il gruppo electronic-house svedese nel 2012 non poteva scegliere un partner più idoneo di Absolut, entrambi svedesi ed entrambi protagonisti dei party. La collaborazione ha previsto la composizione del brano Greyhound ed il relativo video in esclusiva per Absolut Vodka. Brano che tra l’altro ha aperto il festival Coachella in cui Absolut è stato uno degli sponsor.

ABSOLUT & CLOTHSURGEON

La famosa vodka svedese per anni si è divertita a collaborare con artisti di fama internazionale come Keith Haring, Andy Wharol e Herb Ritts. Il brand da sempre aperto alla fusione delle culture, nel 2020 ha deciso di collaborare con l’inglese Clothsurgeon, marchio di abbigliamento maschile di lusso.

In edizione limitata, la collezione di t-shirt Absolut T Project esprime l’unione di diverse culture, idee e background i cui materiali organici provengono da diverse parti del mondo e su cui è impresso lo stemma di Absolut Vodka. Semplici magliette bianche che però racchiudono un grande messaggio: quello dell’inclusività.

collaborazioni Absolut Vodka e Clothsurgeon

ABSOLUT & DR.LAKRA

Absolut Messico celebra l’antica cultura messicana, quella Maya. Le bottiglie in edizione limitata nascono dalla collaborazione nel 2012 tra il brand di vodka e l’artista visivo Dr. Lakra che ha personalmente disegnato le grafiche che raccontano gli elementi simbolo dei Maya: il giaguaro, il serpente piumato ed il dio del vento, della tempesta e del fuoco.

Absolut Mexico collaborazioni Absolut Vodka e dr. Lakra

ABSOLUT & MERIVALE PER IL PRIDE

Merivale, l’azienda australiana specializzata in servizi per l’ospitalità, in occasione del Sydney Gay and Lesbian Mardi Gras del 2021, si unisce con Absolut Vodka per festeggiare l’orgoglio LGBTIQA+ ed insieme celebrare l’amore e la condivisione universale. Oltre che a una varietà di pacchetti per la ristorazione e alla creazione di una bottiglia arcobaleno, i due brand hanno creato il cocktail Absolut Banger. Absolut ci tiene a ricordare che dall’inizio degli anni ’80 è sempre in primo piano nell’offrire supporto alle diversità, nella convinzione che ognuno dovrebbe scegliere di amare ed esprimere le propria individualità nel modo più libero possibile.

collaborazioni Absolut e Merivale x Pride Sidney

ABSOLUT & PHILIP PLEIN

Il 2010 vede una brillante collaborazione tra Absolut e lo stilista tedesco Philip Plein che ha disegnato e decorato con cristalli Swarovski una tiratura di 100 leggendarie bottiglie.

collaborazioni Absolut Vodka e Philipp Plein

Adori le collaborazioni tra i brand? Dai un’occhiata qui:

LEGO collabora con Disney per festeggiare il suo 100° anniversario

Una montagna di preservativi: Durex insieme a Diesel alla Milano Fashion Week

Louis Vuitton e la spettacolare collaborazione con Yayoi Kusama

Bernard Cova

Ninja Wrap Up #3: come si trasforma una community in abbonati

Il Ninja Wrap Up nasce per mettere insieme la potenza informativa e di Intelligence Ninja con la profondità dell’Alta Formazione. Si parte infatti da un condensato delle principali notizie Digital del mese – tra quelle selezionate ogni giorno dalla Redazione dalle più autorevoli fonti internazionali – per poi commentarle con i migliori esperti del settore e renderle applicabili concretamente.

Se ti impegni costantemente per restare al passo con le novità che impattano sulla tua professione, ma vorresti andare oltre il livello superficiale della notizia e affidarti a chi ne sa qualcosa per esperienza diretta, il Ninja Wrap Up è l’appuntamento mensile di cui ha bisogno per unire tutti i punti e imparare ad applicare nelle tue attività quotidiane nuovi trend e funzionalità, tool e best practice del Digital.

ninja wrap up #3

Si parte infatti da un condensato delle principali notizie Digital del mese, tra quelle selezionate ogni giorno dalla Redazione dalle più autorevoli fonti internazionali, per poi commentarle con i migliori esperti del settore e renderle applicabili concretamente.

Ninja Wrap Up #3: temi e ospiti

Il tema di questo nuovo appuntamento è: Da Brand Tribe a Subscription: trasformare una community in abbonati.

Mercoledì 12 aprile ti spiegheremo come valorizzare le relazioni tra gli individui e convertire una community in membership grazie al marketing tribale.

Bernard Cova, l’inventore del Marketing Tribale, terrà una Masterclass gratuita in esclusiva per la Ninja Tribe.

Cova è tra i professori di marketing più importanti del mondo e tra i più grandi esperti di Brand Tribes. Oggi Professore di Sociologia del Consumo e Marketing presso la Kedge Business School in Francia e Visiting Professor all’Università Bocconi di Milano, ha il merito di aver applicato per la prima volta la teoria delle tribù del sociologo Michel Maffesoli al marketing, ideando il concetto di community unita intorno a una marca.

Il programma e gli ospiti

 

ospiti wrap up #3

Ecco cosa troverai nel Ninja Wrap Up #3:

ore 12:30 – 13:00
I take away dei marketer per il mese di marzo – Ninja Team

ore 13:00 – 13:30
Il ruolo delle brand community nella toolbox dei marketer – Bernard Cova

ore 13:30 – 14:00
Da Ninja Marketing a Ninja: evoluzione di una brand tribe – Mirko Pallera

ore 14:00 – 14:30
Convertire una nicchia di interessi in micro-community .- Gianluca Perrelli

ore 14:30 – 15:00
Dietro le quinte di un modello di business in subscription – Ignazio Morici

ore 15:00 – 15:30
I fattori di successo del Community Management – Carlotta Calegari

Come partecipare al Ninja Wrap Up

Partecipare è semplicissimo: basta registrarsi a questo link per essere tra i primi ad approfondire e sperimentare le più recenti novità del mondo digital.

Puoi continuare a usare ChatGPT nella tua azienda tutelando la privacy. Ecco come

Dopo la comparsa di ChatGPT, il più popolare e utilizzato strumento di AI generativa che ha avuto senza dubbio il merito di rendere di uso comune l’Intelligenza Artificiale, aiutandoci forse a comprenderne meglio il funzionamento, le nostre vite ci sembravano un po’ cambiate, a causa delle implicazioni sulla sfera professionale che l’impiego di questa tecnologia prospettava.

Anche sulla sfera personale, però, l’impatto non era indifferente. Ce lo ha ricordato il Garante della Privacy che, sulla base della non aderenza alle norme contenute nel GDPR, ha imposto all’applicazione di OpenAI lo stop al trattamento dei dati della popolazione italiana.

LEGGI ANCHE: Stop a ChatGPT in Italia: il Garante della Privacy apre un’istruttoria

Al di là della curiosità della maggior parte degli utilizzatori, che si sono approcciati al sistema per gioco o per uso strettamente personale, molte aziende hanno scoperto con entusiasmo le possibilità di integrazione nei processi aziendali adottando immediatamente la nuova tecnologia per facilitare o velocizzare alcune operazioni.

La tegola dell’interruzione del servizio da parte di OpenAI ha quindi posto molte domande sulle possibilità di utilizzare il servizio in futuro. Domande che ci siamo posti anche noi.

Per questo, abbiamo sentito Gianluca Maruzzella, CEO e co-founder di indigo.ai e abbiamo scoperto che non tutto è perduto: ad esempio, che le interfacce dedicate agli sviluppatori continuano a funzionare e che GPT3 è ancora disponibile tramite i servizi Azure di Microsoft all’interno del territorio della UE ed è quindi completamente compliant alla GDPR.

Ecco cosa ci ha detto Gianluca.

 

Gianluca Maruzzella - Ceo di indigo ai - Come continuare a usare ChatGPT dopo l'istruttoria del Garante della Privacy

Facciamo chiarezza: ChatGPT è davvero bloccato?

Per noi è importante fare innanzitutto una premessa più ampia: il diritto alla privacy è fondamentale, e su questo non si discute.

La posizione del Garante, indipendentemente dall’effetto che ha scaturito, parte da una intenzione concettualmente corretta: fare chiarezza e regolamentare ove possibile un corretto trattamento dei dati di una organizzazione estera, OpenAI, rispetto ai cittadini italiani.

Allo stesso tempo crediamo sia importante favorire l’accesso alle tecnologie in quanto hanno un impatto diretto sulla competizione del nostro sistema-paese.

Fatte queste dovute premesse e tornando allo specifico caso di ChatGPT, è fondamentale distinguere il servizio rivolto agli utenti, che OpenAI ha scelto di non rendere accessibile agli utenti italiani in seguito alla richiesta del Garante di sospendere temporaneamente il trattamento dei dati,  dai modelli di linguaggio di OpenAI che sono attualmente accessibili dalle aziende, anche italiane, che vogliono utilizzarli per sviluppare le proprie soluzioni basate su AI generativa, come facciamo noi di indigo.ai.

Quali sono i servizi interessati dal blocco dopo l’istruttoria del Garante della Privacy?

In seguito all’istruttoria del Garante è stata disabilitata l’interfaccia più “consumer” di ChatGPT che era raggiungibile all’indirizzo chat.openai.com, sia nella versione gratuita sia in quella a pagamento.

L’istruttoria ha l’obiettivo di tutelare i cittadini italiani, in particolare assicurandosi che i loro dati vengano trattati in modo compliant alla GDPR e gestiti in data center all’interno dell’Unione Europea.

Avendo a disposizione un’interfaccia in cui potenzialmente scrivere qualsiasi cosa, con ChatGPT ogni cittadino italiano può riportare dei propri dati personali. Questi vengono poi gestiti attraverso data center di OpenAI collocati verosimilmente sul territorio statunitense, e di conseguenza utilizzati per migliorare le performance del modello al di fuori dell’Unione Europea.

stop a chatgpt

Quali sono invece quelli che continuano a funzionare?

Continuano a funzionare le interfacce dedicate agli “sviluppatori”.

Si tratta di un servizio di OpenAI chiamato playground che consente ad aziende e startup che vogliono sviluppare servizi innovativi utilizzando i modelli dietro ChatGPT di potervi accedere sia da interfaccia che attraverso API.

OpenAI ha sviluppato questi servizi pensando alle esigenze delle aziende, dando anche la possibilità di sfruttare l’infrastruttura tecnologica di Microsoft Azure che fornisce ambienti cloud in Europa e quindi completamente compliant alla GDPR.

Le realtà che vogliono utilizzare la potenza dei modelli sottostanti a ChatGPT all’interno del proprio stack tecnologico possono quindi continuare a farlo perché accedono ai modelli attraverso i servizi Azure di Microsoft, quindi i dati non fuoriescono dai confini europei.

Ad esempio, nel nostro caso abbiamo sviluppato una piattaforma rivolta alle aziende per consentire loro di creare chatbot di nuova generazione.

La nostra piattaforma utilizza diversi modelli di intelligenza artificiale generativa, tra i quali anche quelli creati da OpenAI, naturalmente sfruttando le opportunità rivolte agli sviluppatori e nel massimo rispetto della privacy grazie ai servizi di Azure che opera nell’Unione Europea.

Inoltre, ben prima di questo provvedimento del Garante della Privacy, abbiamo sempre posto massima attenzione al trattamento dei dati che facciamo anche e per conto dei nostri clienti: abbiamo nominato un Data Protection Officer e, nei contratti che facciamo sottoscrivere ai nostri clienti per l’utilizzo del nostro software, noi veniamo sempre nominati come responsabili esterni del trattamento dei dati mentre il cliente invece risulta essere titolare del trattamento.

Questo ci consente di fornire alle aziende italiane che a loro volta hanno utenti in italia, una soluzione per la creazione di chatbot che sfrutta la potenza delle più avanzate tecnologie sviluppate dalle big tech, ma fornendo loro opportunità di controllo, sia sui dati sia sui messaggi.

Le aziende possono così utilizzare la conoscenza generalista di GPT3 e integrarla con la conoscenza di settore e i dati dell’azienda, rispetto ai quali possono avere il massimo controllo rispetto all’accuratezza dell’informazione e nel massimo rispetto della privacy.

Al momento, utilizzare una VPN è davvero l’unica soluzione per l’utente medio?

Qualunque utente può accedere a ChatGPT simulando la connessione da un paese che non è l’Italia. Per farlo è possibile utilizzare una VPN. Ad esempio, tramite il browser Opera è possibile attivare gratuitamente una VPN ed accedere sia a ChatGPT che a Bard.

Una seconda soluzione potrebbe essere connettersi al playground, la piattaforma dedicata agli sviluppatori.

In questo caso c’è un costo di utilizzo estremamente accessibile (circa 0,001€ a messaggio). Trattandosi però di un’interfaccia progettata per gli sviluppatori è meno user friendly della versione di ChatGPT disponibile all’indirizzo chat.openai.com.

Che contromisure dovrebbe adottare chi ha iniziato a utilizzare questo strumento nei processi aziendali?

In questi mesi in cui ChatGPT è salito alla ribalta ci sono state due principali modalità in cui è stato inserito lo strumento nei contesti aziendali.

Da una parte tanti professionisti lo hanno utilizzato come supporto alla propria operatività per fare meglio il proprio lavoro, chiedendo a questi tool di AI generativa di scrivere mail, brief, elaborare pensieri, costruire presentazioni, etc.

Dall’altra, chi ha avuto modo di sfruttare questo modello da sviluppatore e ha trovato degli ambiti di applicazioni interessanti per l’utilizzo di chatGPT come modello di linguaggio da integrare in soluzioni B2BC, ha anche potuto inserirlo a pieno regime all’interno di un processo aziendale chiamandone le API – quindi in modo sicuramente più invasivo.

In entrambi i casi è possibile continuare ad ottenere i benefici dell’AI generativa, senza dover mettere in discussione il diritto fondamentale alla privacy degli individui.

In ogni caso le rincipali contromisure sono le seguenti:

  • Prima di tutto continuare a prestare attenzione al tema del trattamento dei dati e quindi, qualsiasi sia l’applicazione messa in piedi, trovare sempre le giuste modalità per informare l’utente sul trattamento dei dati durante l’utilizzo. Naturalmente questa non dovrebbe essere una novità: la stessa attenzione sarebbe stata necessaria anche prima della diatriba tra Open AI e Garante della Privacy. Chi lo ha usato per scrivere le mail, ad esempio, può ricorrere all’uso di VPN in attesa che si risolva la disputa tra il Garante risolve e Open AI, in quanto nella maggior parte dei casi non serve trattare dati personali per assolvere allo scopo. Chi invece ne ha usufruito per la realizzazione di servizi rivolti ai consumatori finali, quindi sfruttando le interfacce da sviluppatore, potrebbe continuare ad utilizzarlo, accertandosi però di mostrare e chiedere all’utente di accettare la privacy policy – adeguatamente scritta per coprire questo caso d’uso – prima che avvenga il trattamento.
  • Per tutte le altre applicazioni più invasive, è inoltre utile capire quali modelli o tecnologie di AI siano in grado di assolvere allo stesso scopo – quindi trovare dei sostituti a ChatGPT per essere in grado di regolare il servizio che era stato immaginato senza interruzioni. Su questo fronte basta pensare al fatto che ChatGPT si basa su GPT3 che invece è disponibile tramite i servizi Azure di Microsoft all’interno del territorio della UE.

In ogni caso una strategia potrebbe essere anche solo quella di aspettare: dato che non è nell’interesse di nessuno bloccare la tecnologia, ci aspettiamo che a breve il Garante e Open AI trovino una soluzione che permetterà di ripristinare l’utilizzo di ChatGPT senza che ci siano rischi per la privacy delle persone.

salesforce chiama italia

Salesforce, l’ecosistema italiano cresce e aiuta le aziende a diventare Customer Company

Salesforce ha annunciato i risultati finanziari dell’anno fiscale da poco concluso che hanno visto il fatturato globale crescere su base annua del 18% raggiungendo così i 31,4 miliardi di dollari con un margine operativo del 22,5%.

A questa crescita ha contribuito significativamente anche l’Italia, che si conferma al quarto posto in EMEA e all’Ottavo nel mondo per volume d’affari.

In un momento di mercato estremamente difficile, le aziende devono concentrarsi sempre di più sulla conoscenza dei propri clienti in modo da alzare il livello della relazione. Oggi abbiamo a disposizione le tecnologie per riuscire ad anticipare i bisogni dei consumatori che è esattamente quello che le persone stanno chiedendo – ha commentato Mauro Solimene, Country Leader di Salesforce per l’Italia. – In questo modo ogni azienda può diventare una Customer Company e mantenere alta la fiducia del cliente. È quello che in Salesforce facciamo da sempre con il fondamentale contributo di tutto l’ecosistema”.

salesforce ecosistema

LEGGI ANCHE: Le sfide per i marketer nel 2023: la ricerca di Salesforce su un campione di oltre 6.000 leader del settore

I partner trainano l’ecosistema Salesforce

Anche in questo anno appena trascorso i partner sono aumentati sia in numero sia in qualità con un numero di certificazioni (4700) che mette l’ecosistema Italiano al secondo posto in EMEA per numero di certificazioni.

Un ecosistema che lo scorso anno ha visto la nascita della figura dei Cloud Reseller. Sono già 10 le aziende Italiane che hanno deciso di investire in risorse e competenze per creare dei  team dedicati alla rivendita di soluzioni Salesforce sul mercato italiano.

Ma per Salesforce ecosistema va ben oltre al concetto di partnership commerciale e tecnica.

Il nostro ecosistema sta crescendo costantemente, sono ormai 6000 le persone certificate all’interno dei nostri clienti e partner – ha spiegato Solimene. – Sul mercato vediamo sorgere opportunità che solo aziende lungimiranti possono cogliere. Non a caso tocchiamo con mano situazioni in cui i ruoli sono sempre più liquidi: molti partner sono gia’ clienti, ma spesso le aziende clienti lanciano attraverso la nostra piattaforma dei nuovi business e diventano a loro volta rivenditori di Salesforce”.

LEGGI ANCHE: Scopri le abitudini d’acquisto di oltre un miliardo di persone nel report gratuito di Salesforce

Cura e attenzione nell’acquisizione di competenze

Un elemento chiave che conferma che l’Italia nel mondo Salesforce sta acquisendo sempre più importanza, è l’investimento da parte dell’azienda su Trailhead, la piattaforma di eLearning gratuita su cui è possibile acquisire competenze digitali e più specifiche su Salesforce, e che da quest’anno è stata resa disponibile anche in lingua italiana.

salesforce trailhead

Gli investimenti di Salesforce sull’acquisizione di competenze e sulla formazione hanno sempre assunto un ruolo fondamentale all’interno dell’azienda e acquistano dimensioni sempre più importanti. È infatti tra gli obiettivi dell’azienda quello di cercare di unificare lo scollamento tra le competenze di cui le aziende hanno bisogno e quelle attualmente utilizzate dalla forza lavoro.

Per noi è importante sapere che ogni giorno possiamo apportare il nostro contributo per far sì che tutti possano acquisire le competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro e costruire la propria carriera, anche da zero. Con Trailhead, da quest’anno disponibile anche in italiano, tutto questo è ancora più possibile” ha concluso Mauro Solimene.

mauro solimene Salesforce

Noi Ninja abbiamo partecipato all’incontro “Salesforce chiama Italia” e abbiamo fatto qualche domanda a Mauro Solimene.

Quanto è complesso integrare un valore importante come la sostenibilità in una organizzazione grande come Salesforce?

«In questo momento e soprattutto dopo la pandemia, che ha cambiato un pochino le nostre coscienze, la sensibilità del cliente è aumentata moltissimo rispetto a questi temi. La strategia di sostenibilità diventa fondamentale in ogni azienda. Noi, con i nostri sistemi CRM, aiutiamo le aziende a rendere edotto il cliente della strategia di sostenibilità e a diffonderne la conoscenza».

salesforce netzero

Sui dati si costruiscono relazioni e fiducia. Come sta cambiando la percezione dell’importanza di queste risorse all’interno delle organizzazioni?

«Sta cambiando su due fronti: da parte delle organizzazioni, che si rendono conto che raccogliere una quantità di dati, selezionarla e intepretarla significa poter customizzare e rendere un miglior servizio al cliente personalizzando l’interazione. Dal lato dei clienti, abbiamo un pochino sfatato il mito dei nostri dati persi chissà dove: siamo sicuramente molto attenti a cedere i dati del nostro ego digitiale e li cediamo solamente a soggetti dei quali ci fidiamo. Ma a questi soggetti li cediamo molto volentieri, perché sappiamo che li utilizzeranno per meglio servirci».

Entrare in contatto con i clienti è più difficile che mai. Come si diventa una Customer Company?

salesforce customer company playbook

«Diventare una Customer Company è un lavoro scientifico. La Customer Company è un’azienda che ha un rapporto di lunga durata, basato sulla fiducia, a 360 gradi con i propri clienti. È un’azienda che mette il cliente al centro e che si configura, si immagina, si struttura in funzione del servizio che vuole rendere a quel cliente. Quasi come costruire un’azienda per il cliente».