La storia d’amore più bella, dal tempo infinito, il cui rimando a San Valentino è diretto? Di sicuro quella raccontata da Baci Perugina, che vede come protagonisti Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni e che continua fino ai giorni nostri attraverso le pubblicità. La fortuna di questi cioccolatini nasconde infatti la dolce storia dei due innamorati che, dal 1922 a oggi, viene associata proprio a San Valentino.
Un successo costruito anche grazie alle pubblicità che hanno visto l’evoluzione del brand attraverso stili, colori, modo di comunicare.
Tutto inizia a Perugia agli inizi del 1900 quando una giovanissima, ma dalle grandi intuizioni, Luisa Sargentini sposa Annibale Spagnoli; insieme apriranno una drogheria nel centro della città dedita alla produzione di caramelle, confetti e cioccolato. La piccola attività in poco tempo si amplia e subentrano altri soci, tra cui Francesco Buitoni, già fondatore dell’omonimo pastificio: nasce La Perugina.
Fonte immagine: La Perugina
Negli anni, la gestione dell’azienda passa nelle mani di Luisa, dalle spiccate doti imprenditoriali, insieme a quella di Giovanni Buitoni, figlio di Francesco. Ed è proprio lei che nel 1922, grazie ad una sua intuizione dà vita al famoso cioccolatino composto da scheggie di cioccolato e granella di nocciole avanzate dalle produzioni giornaliere e chiamato inizialmente Cazzotto, dalla forma simile alle nocche chiuse. Giovanni Buitoni lo rinominò in seguito Bacio, per donargli un’accezione più romantica.
Fonte immagine: La Perugina
Ma sono i famosi bigliettini ad avere un ruolo fondamentale: sono il mezzo attraverso cui Luisa e Giovanni comunicano reciprocamente il loro amore segreto. Le frasi d’amore diventeranno – ed ancora lo sono a distanza di cento anni – la caratteristica che legherà questi cioccolatini al concetto dell’amore e alle occasioni più romantiche grazie anche all’idea di Federico Seneca – grafico, pubblicitario e direttore artistico di Perugina – di inserirli nell’incarto.
Le pubblicità di Baci e la condivisione delle emozioni negli anni
Le diverse pubblicità prodotte per Baci Perugina concordano con l’epoca in cui ognuna è stata ideata. Un linguaggio che dagli anni ’50 ad oggi si è evoluto, aderendo alle aspettative e ai modelli socialie comunicativi di tutta Italia. Sempre rispettando però la filosofia centenaria di questo prodotto: i Baci, che “celebrano l’amore in ogni sua forma, rappresentano il gusto delle cose semplici in cui si manifestano le emozioni più autentiche”.
Tubiamo?
Dai primi spot più “rudimentali” degli anni ’60 , ai caroselli con i grandi attori come Vittorio Gassman a quelli anni ‘70 in cui il concept era proprio “Tanti Baci” in cui il gesto del donare cioccolatini si sostituiva alle parole.
Negli anni ’80, la comunicazione si allarga anche ai più giovani, coniando anche un neologismo legato alla cultura paninara di quegli anni: Tubiamo diventa il sinonimo di condivisione in una forma più pratica e veloce, come quella del packaging a forma appunto di tubo. Nello spot del 1986 troviamo i giovanissimi Riccardo Rossi, Claudia Gerini e Yvonne Sciò.
Più Baci Più Piaci e Diamoci Un Mondo di Baci
Tanti sono stati i claim che hanno caratterizzato negli anni le pubblicità di questi cioccolatini che, grazie anche all’ottimo lavoro delle grandi agenzie italiane, ancora oggi molti di noi ricordano e associano facilmente al brand.
Lo stesso si può dire per l’inconfondibile jingle, rimasto originale, anche se riadattato varie volte, per tutti questi anni.
Ed io? Sono troppo buona!
Dagli anni ‘90 i Baci allargano il loro posizionamento: un prodotto che non sarà adatto solo alle festività tra gli innamorati. Anche il Natale, la Pasqua o la Festa della Mamma diventano il momento giusto per condividere emozioni come affetto, gioia e felicità.
Un bacio è qualcosa di più
Un Bacio, cosa vuoi dirmi?
Nei primi anni 2000 vediamo un ritorno dello stesso concept, anche se rinnovato, degli anni ’70: il gesto del donare i Baci sostituisce le parole d’amore ma sottointende una dichiarazione.
Con Chi Ama, Baci del 2012 si iniziano a scorgere le nuove tecniche di comunicazione, dove storytelling, enfasi ed emozione si fondono in una trama forte, come nel caso di questo spot in cui tutta la forza si sprigiona anche attraverso i versi di Prevert.
La Dolce Vita dei 100 anni dei Baci
Negli ultimi anni I Baci rinnovano la loro anima, creando diverse sfumature di gusto: dal cioccolato bianco a quello al lampone passando per edizioni limitate firmate da grandi stilisti come Dolce e Gabbana. Nonostante l’innovazione di prodotto, il cuore del concept rimane quello di condividere e regalare emozioni.
Con Dolce Vita si celebra non solo l’eccellenza italiana ma anche il centenario della nascita degli iconici cioccolatini. Completamente al passo con i tempi e con le nuove e diverse necessità della società, i Baci parlano davvero a tutti in modo indistinto. Senza pregiudizi su limiti di età, di identità né di genere, nelle ultime pubblicità di questi anni le varie forme dell’amore si mostrano spontanee e si esprimono liberamente. L’amore, del resto è un sentimento corale, umano. Ed i baci sono la più tenera e potente dimostrazione di questo sentimento.
Quella di Baci Perugina è il racconto di infinite storie d’amore, con tante emozioni ancora da scrivere.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/pubblicita-baci-perugina-san-valentino-ninja-marketing.png5251050Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2023-02-14 09:00:232023-02-15 07:27:02San Valentino e pubblicità: la storia e le campagne di Baci Perugina
McDonald’s promuove la consegna a domicilio con una campagna che trasforma le porte in articoli del suo menu.
In Francia, il colosso del fast food, per pubblicizzare il suo McDelivery, ha lanciato delle nuove creatività in collaborazione con TBWA/Paris.
Con questa campagna “McDonald’s Delivers to Your Door” il brand racconta 3 dei suoi famosi prodotti (Big Mac, French Fries e Sundae), completamente integrati nelle porte d’ingresso di diverse tipologie di edifici, per dimostrare che McDonald’s consegna direttamente alla nostra porta.
McDonald’s Delivers to Your Door
McDonald’s si è completamente reimmaginato: al centro dei nuovi annunci i suoi prodotti iconici rivisitati con un’estetica fresca e inedita.
I 3 visual, fotografati da Aurélien Chauvaud, presentano intenzionalmente ambienti diversificati, ritratti in momenti sparsi della giornata. La pubblicità punta tutto sulla possibilità di ordinare sia di giorno che di notte, sottolineando quanto sia flessibile e funzionale il servizio di consegna in area urbana e suburbana.
Per il Big Mac è rappresentata la porta di un garage di una casa di periferia in pieno giorno. Per le French Fries: una doppia porta di un condominio di notte.
Per il Sundae: una porta tradizionale di un edificio in stile Haussmann, ripresa al crepuscolo.
Le porte come tele di opere d’arte
Le ante sono state realizzate in 3D e giocano con texture in contrasto per un effetto suggestivo. Nonostante gli stili diversi, i poster mostrano dei sottili segnali visivi capaci di evocare sin da subito i prodotti.
McDonald’s sfrutta ancora una volta il potere della messaggistica urbana creando bellissimi artwork, attraverso una campagna che coniuga l’out-of-home con il classico annuncio stampa.
Con una mossa unica e originale (coerente con l’anima del brand) McDonald’s ha voluto immaginare come potrebbero apparire le nostre dimore adornate dalle sue immagini, con l’obiettivo di promuovere uno dei servizi di punta, già protagonista di diverse campagne di successo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/mcdonalds-trasforma-le-porte-in-hamburger-e-patatine-fritte-1.jpg606800Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-02-09 15:00:102023-02-11 08:44:26McDonald's trasforma le porte in hamburger e patatine fritte
Arriva la versione di ChatGPT a pagamento: con l’obiettivo di monetizzare quello che è diventato un fenomeno virale, OpenAI ha lanciato un nuovo piano di abbonamento pilota per ChatGPT, la sua IA in grado di scrivere saggi, poesie, email, testi e altro ancora in modo convincente e simile allo stile umano.
Quanto costa Chat GPT a pagamento
Chiamato ChatGPT Plus e a partire da 20 dollari al mese, il servizio offre una serie di vantaggi rispetto al livello base di ChatGPT, secondo OpenAI, tra cui l’accesso generale a ChatGPT anche nei momenti di punta, tempi di risposta più rapidi e accesso prioritario a nuove funzionalità e miglioramenti.
ChatGPT in versione gratuita, però, non scomparirà e potrà essere utilizzato come sempre.
Per quanto riguarda ChatGPT Plus, al momento è disponibile solo per i clienti degli Stati Uniti. OpenAI ha dichiarato che nei prossimi mesi inizierà il processo di invito delle persone in lista d’attesa e cercherà di espandere Plus ad altri Paesi.
“Abbiamo lanciato ChatGPT in versione gratuita in modo da poter conoscere meglio i punti di forza e di debolezza del sistema e raccogliere il feedback degli utenti per aiutarci a migliorarne i limiti“, ha scritto OpenAI in un post sul blog. “Da allora, milioni di persone ci hanno fornito il loro feedback, abbiamo apportato diversi aggiornamenti importanti e abbiamo visto che gli utenti hanno iniziato a usarelo per scopi professionali, tra cui la stesura e la modifica di contenuti, il brainstorming, l’aiuto alla programmazione e l’apprendimento di nuovi argomenti“.
ChatGPT a pagamento è solo l’inizio
ChatGPT Plus potrebbe essere il primo di diversi progetti futuri, secondo quanto dichiarato da OpenAI. Nel post sul blog, l’azienda afferma che sta “esplorando attivamente” opzioni per piani a basso costo, piani aziendali e pacchetti di dati, oltre al rilascio delle API.
“Amiamo i nostri utenti gratuiti e continueremo a offrire l’accesso gratuito a ChatGPT. Grazie all’abbonamento, saremo in grado di sostenere la disponibilità dell’accesso gratuito al maggior numero possibile di persone“, ha proseguito la società. “Abbiamo in programma di perfezionare ed espandere questa offerta in base ai feedback e alle esigenze di chi usa il prodotto“.
OpenAI ha anticipato il lancio di ChatGPT Plus all’inizio di gennaio, annunciando che stava iniziando a pensare a come monetizzare ChatGPT e pubblicando un sondaggio che delineava i potenziali prezzi e le caratteristiche di un piano “ChatGPT Professional“. Poi, qualche settimana fa, diversi utenti di ChatGPT hanno riferito di aver avuto accesso a un livello pro che costava 42 dollari al mese, cosa che a posteriori sembra essere stata un errore.
Nonostante le polemiche e i diversi divieti, ChatGPT si è rivelato un successo pubblicitario per OpenAI, attirando l’attenzione dei media e generando innumerevoli meme sui social media. All’inizio di dicembre, ChatGPT contava più di un milione di utenti, una base invidiabile da qualsiasi punto di vista.
Ma è un servizio costoso da gestire. Secondo il cofondatore e amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, le spese operative di ChatGPT sono “da capogiro” anche se ammontano a pochi centesimi per chat.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/chatgpt-a-pagamento.jpg7041530Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-02-03 10:18:372023-02-06 10:24:31Arriva ChatGPT a pagamento: si parte da 20 dollari al mese
Prima era Google Business, ora si chiama Google Workspace, perché l’azienda ha voluto, anche nel naming, puntare al fatto che la sua suite di applicazioni mira a rendere il lavoro, di tutta la gerarchia aziendale, condiviso in qualsiasi parte del mondo e con qualsiasi device disponibile.
Due requisiti: la rete internet e le credenziali (user e password) a portata di mano.
Google ha saputo perfezionare il suo servizio per buttarsi a capofitto nell’era in cui “smartworking” è diventata la parola più usata, ampliando la durata dei Meet e facilitando la condivisione delle informazioni in tempo reale.
Ma andiamo su quello che è il tema di questo articolo, cercare di riassumere in una breve guida quelle che sono, oggi, le funzionalità più utili e rapide degli strumenti a disposizione.
Gmail e Drive, i VIP di Google Workspace
Iniziamo da Gmail, probabilmente uno dei provider di posta elettronica più famoso ed utilizzato al mondo.
Gli utenti lo usano sia a livello personale che aziendale.
Nel primo caso, è frequentemente utilizzato come suite gratuita, a pagamento se si decide di ampliare lo spazio e le funzionalità; nel secondo caso, viene utilizzato principalmente a pagamento, con diverse tariffe a seconda delle necessità.
Funzioni Base: scrivere una mail
Una volta selezionato “scrivi” si apre la casella di dialogo per la scrittura della mail vera e propria.
Oltre ai classici pulsanti di formattazione, di inserimento allegato, anche direttamente da Drive, e di inserimento link, le funzionalità utili sono:
Programma invio: di fianco al bottone “invia” c’è una freccina che se selezionata apre la possibilità di programmare l’invio della mail a data e ora desiderata.
Annulla l’invio: da impostazioni è possibile impostare “la seconda chance”. Si può infatti prevedere la possibilità di annullare l’invio di una mail entro un tot di secondi. A questo punto la mail tornerà come se fosse da finire di scrivere e potremmo procedere a correggere tutti gli errori.
Suggerimenti: figlio del correttore automatico, il suggeritore fa comparire delle evidenziazioni blu sotto le parole che secondo Google dovrebbero essere sostituite, liberi di scegliere.
Taggare persone: come per il tag nei post social, se nel testo vogliamo far riferimento ad una persona in modo specifico, ci basterà inserire @ e iniziare a digitare il suo nome o la sua mail. Cliccando su invio il nome comparirà in blu nel testo e la sua mail in automatico tra i destinatari.
Completamento parole e frasi con TAB: l’intelligenza artificiale di Google ci permetterà, usando il tasto TAB, di decidere se il suggerimento di completamento frase o parola è quello che stiamo cercando. I suggerimenti provengono anche dalle espressioni che più utilizziamo quando scriviamo le nostre mail.
La firma e il risponditore automatico
Sempre da impostazioni possiamo inserire una firma personalizzata, con immagini, testo e link, che comparirà ogni volta che scriveremo nuove mail; e il risponditore automatico che darà risposte alle mail al posto nostro se fuori ufficio. Importante scrivere un testo propositivo, che magari dirotti le richieste su altri colleghi, e chiaro. Necessario poi scegliere le date di attivazione e di disattivazione.
Ultima info: cc e ccn CC, la mail è visibilmente in copia, il destinatario rimarrà nella conversazione se useremo la funzione “rispondi a tutti” CCN, la mail riceverà solo la prima mail che gli invieremo, ma il destinatario risulterà nascosto agli altri destinatari.
Tips: non si risponde mai alle mail in cui siamo in ccn, ci sveleremmo.
Funzioni da “Posta in arrivo”
Rispondi a tutti e come rendere mute le notifiche
Ci è capitato di essere in una conversazione con altri destinatari, ma di non essere i diretti destinatari delle mail; è possibile mutare le notifiche in entrata: apri la mail in questione – clicca sui puntini in alto – disattiva. La conversazione rimarrà archiviata ma non ti arriverà più alcuna notifica.
Etichette
Servono ad organizzare al meglio per temi o destinatari le diverse conversazioni. Possiamo dargli un nome e un colore per raggruppare sotto di loro tutte le conversazioni di riferimento.
L’impostazione di un’etichetta ad una conversazione può essere fatta “a mano” quindi creo l’etichetta e poi a mano l’abbino alla conversazione, o in automatico andando su impostazioni – etichette/filtri – crea nuova visualizzazione filtrata e inserendo i parametri sulla quale questa debba funzionare, come mail coinvolte o tematiche. A questo punto tutte le mail con le specifiche selezionate prenderanno l’etichetta impostata.
Silenziare una mail temporaneamente: una sorta di “ricordamelo in seguito”.
Apri la mail – click sull’icona orologio – selezionare tra quanto vogliamo la notifica.
In quella data la conversazione ricomparirà per magia nella posta da leggere
Reminder di conversazioni non risposte dopo alcuni giorni
Se impostato, Gmail ci ricorderà di conversazioni e di mail arrivate giorni prima a cui non abbiamo dato seguito e ci chiederà se vogliamo o meno rispondere. A questo punto sta a noi decidere se declinare l’invito.
Google Drive è lo spazio di archiviazione per eccellenza in cui poter salvare e produrre documenti o presentazioni.
Lo spazio di Google Drive può essere organizzato in cartelle e sottocartelle in cui si può decidere chi far accedere e con quali privilegi, se da Editor o solo in visualizzazione.
È possibile anche creare ambienti e sezioni dedicati a diversi team, così da lavorare in una sorta di spazio protetto.
Il punto forte di Drive è quello della condivisione, dove il proprietario del documento, comunque, rimane uno.
Ecco perché è bene conoscere la funzione “aggiungi a scorciatoia” con la quale è possibile inserire in una cartella di nostra proprietà un file o una cartella di altri, senza spostarlo ma creando una sorta di collegamento rapido.
La seconda cosa da tenere ben a mente è che, essendo uno il proprietario, eliminare l’account a cui era collegata la proprietà del documento va a minare l’esistenza e la condivisione del documento stesso. È bene quindi, prima di eliminare un account, capire se sia meglio solo cambiargli nome così da non perdere nessun documento importante.
Oltre all’archiviazione, Drive, con Sheets, Docs e Slides è in grado di fornire all’utente gli strumenti per creare direttamente i documenti in Google.
Docs potrebbe essere paragonato ad uno strumento di scrittura, come una sorta di Microsoft Word, in cui scrivere, inserire commenti e note nei paragrafi, taggare eventuali destinatari specifici di quella conversazione e poter lavorare in contemporanea, a più mani, sul documento.
Il salvataggio è automatico: ma nessun problema se si sbaglia, “la cronologia delle versioni” serve proprio a tornare al momento giusto e ripristinare il documento com’era.
Sheets, invece, potrebbe essere Excel, in cui elaborare dati, inserire filtri e creare visualizzazioni filtrate personalizzate. Sempre richiamando in maniera diretta eventuali componenti del team.
Slides chiude paragonandosi a Power Point, ma non dimenticando mai le interazioni con il team. Punto forte dell’intera Google suite.
Tutti i documenti prodotti direttamente su Google possono essere consultati e lavorati in qualsiasi momento dall’account coinvolto e possono essere scaricati in formati anche diversi dal loro originale, come PDF o CSV.
Drive è in grado anche di aprire documenti non nativi Google grazie alla proprietà di conversione di cui è dotato. Una volta aperto “con Drive” a questo punto si trasformerà in un documento Google a tutti gli effetti e continuerà a poter essere modificato online.
Per chi ama avere tutto anche in remoto, è possibile collegare Drive al proprio pc, come se fosse una cartella di documenti e modificare il tutto anche da lì. Appena il pc si riconnetterà alla rete le modifiche verranno integrate.
Le funzioni per rimanere in contatto: Contatti, Meet, Chat, Calendar
Il secondo gruppo di app riguarda la pianificazione del lavoro e “il rimanere in contatto” con il proprio team.
Contatti non è altro che una rubrica di mail e numeri di telefono abbinati. Si crea direttamente dall’integrazione dei numeri che salviamo in rubrica dal nostro smartphone, se collegato ad un account Google e se scegliamo come posizione di salvataggio appunto l’account, e le mail o i contatti che usiamo frequentemente dalla nostra casella mail.
Attivando la sincronizzazione e andando a pulire, con la funzione unisci e correggi, i contatti rilevati, avremo la nostra applicazione completa di tutti i riferimenti necessari compresi di nome, numeri di telefono e mail.
Contatti funziona anche al contrario, posso inserire un contatto direttamente dall’applicazione e, in automatico, verrà inserito nella mia rubrica di account.
I contatti inseriti possono essere anche completati con tutte le informazioni utili per la lavorazione e possono essere organizzati in liste o per etichette in modo da essere più comodi nel momento di invio mail a un gruppo frequente di persone.
Con la funzione “crea etichetta” si va a creare il titolo della nostra lista di contatti.
Una volta creata bisogna, quindi, aggiungere i contatti alla stessa: selezionare la spunta di fianco ad ogni singolo contatto → click su “gestisci etichetta” e selezionare l’etichetta da abbinare. A questo punto la lista è creata.
D’ora in poi, nel momento in cui vogliamo mandare una mail ad un gruppo preciso di persone, e abbiamo creato l’etichetta relativa, ci basterà iniziare a digitare nella casella destinatari il nome dell’etichetta per trovare la lista relativa.
No panic! Una volta riportato l’elenco completo degli indirizzi è possibile eliminare a mano qualsiasi casella non da coinvolgere.
Chi non ha mai sentito parlare di Meet in questi ultimi 3 anni?
Google Meet è lo strumento Google che ha avuto successo durante gli anni di lockdown e che, ancora oggi, viene utilizzato dalla maggior parte degli smartworkers in tutto il mondo.
Diciamo la verità, non era nemmeno lui pronto nel 2020, tanto che hanno fatto uscire di corsa sempre più release che lo rendessero uno strumento affidabile, senza perdere quote di mercato.
Google Meet, grazie all’integrazione con Google Calendar, dà la possibilità di programmare riunioni in automatico con l’inserimento del link della stanza di default nell’appuntamento e può essere raggiunto sia da app, anche mobile, sia da chiamata con un numero di telefono collegato.
Una volta aperta la stanza su Google Meet, tutti i partecipanti possono interagire, condividere schermo, usare la chat per gli interventi oppure “alzare la mano”.
Di recente introduzione, la funzione Lavagna, per creare appunti in diretta come in caso di un brainstorming o di definizione di schemi, e la possibilità di registrare la chiamata; oltre che l’integrazione con Chat per avviare una videocall anche da lì, un po’ come la videochiamata di Whatsapp.
Strumento di live chat usato molto nelle organizzazioni aziendali per parlare in maniera veloce e far arrivare un messaggio al collega rapido e diretto.
Oggi, con la nuova release, direttamente integrata nella casella Gmail, Chat è diventato un sistema di messaggistica semplice e intuitivo, allineato, anche per la possibilità di inviare GIF, con i più noti sistemi di messaggistica mondiali.
In aggiunta, la sua integrazione con Drive e la possibilità di inviare direttamente in chat allegati scaricabili, fa sì che per scrivere al collega della scrivania accanto un messaggio istantaneo non si esca più nemmeno da Google Workspace e, ancor meglio, tutte le conversazioni fatte tramite Chat rimangano tracciate e ricercabili nel motore di ricerca delle mail.
Anche su Google Chat esistono i gruppi, ma sono più divisioni operative per la gestione del team e delle tematiche.
Ultimo, ma non per ordine di importanza, è l’app salva-vita (anche della vita privata), parliamo di Google Calendar, agenda digitale condivisibile, su richiesta per calendario o per singolo appuntamento, con terzi.
Ogni account ha un suo Calendar automatico e principale, ma si possono poi creare nuovi calendari, condivisi e tematici, che possono essere visualizzati tutti insieme, o esclusi all’occorrenza, da ogni account Google coinvolto.
Per creare un calendario nuovo, aperta l’app, selezionato il + di fianco ad “altri calendari” si potrà creare un nuovo calendario con un nome specifico. Una volta selezionato “crea calendario” verrà creato. Ora bisogna selezionarlo dall’elenco dei “nostri calendari” per assegnare un colore, personalizzare le notifiche da ricevere e, facoltativamente, condividerlo con altri attraverso l’opzione “aggiungi persone o gruppi”.
A questo punto, una volta creati degli impegni attraverso il bottone “crea” a sinistra, si dovrà scegliere su che calendario vogliamo che questo impegno venga riportato (N.B. di default ogni tuo impegno, anche se legato ad un calendario specifico, verrà riportato anche nel tuo calendario personale).
Si può decidere, infine, la visualizzazione dei calendari, visivamente, nell’agenda complessiva, anche per differenti account. Se, per esempio, siamo proprietari di più account Google, avremo calendari divisi per account, ma posso decidere di visualizzarli tutti insieme nell’app dove sono stati fatti gli accessi in maniera contemporanea di più account.
A questo punto, consiglio: scegliete colori diversi per diversi calendari così da avere subito il quadro più chiaro di che tipologia di impegno stiamo parlando e codificate, per i calendari di team, nomi e modalità di scrittura del titolo dell’impegno così che sia universalmente, all’interno dell’azienda, riconosciuto.
Ogni impegno, infine, può essere ricercato successivamente nella finestra di ricerca in alto, per parole chiave per esempio, e può essere integrato ad un documento Drive per gli appunti da ricordare.
In Google Calendar possono essere registrate anche le scadenze legate alla app Task.
Riordina i to do con Keep o Task e produci contenuti con Google Form e Sites
L’ultimo gruppo riguarda app di appunti, Keep e Task, e piccole app di sviluppo, Google Form per i sondaggi e Google Sites per creare landing page o websites basic.
#1. Google Keep è l’app salva-memoria e non solo perché ci scriviamo cose che non possiamo dimenticare, ma perché ci permette di creare post-it condivisi dove ognuno può inserire appunti o, ancora, è utile per tenere una lista della spesa dinamica. Grazie alla funzione “elenco a punti” rimangono in memoria e possono essere ripristinati all’occorrenza.
Google Keep è il nuovo modo di scrivere delle Note, che non possono essere dimenticate grazie:
alla possibilità di impostare dei promemoria per via dell’icona con la campanella
all’essere fissate in alto con la puntina
al poter essere condivise con la scelta di un collaboratore o via chat e al poter essere organizzate scegliendo etichette e colore di sfondo.
Si parte con decidere in che elenco di Task voglio inserire il nuovo “to do”. Di default viene inserito quello relativo alle proprie attività, ma è possibile creare un elenco diverso cliccando su “la mie attività”.
A questo punto si può “aggiungere un’attività” a cui dare un titolo e meglio ancora una data, integrata con Google Calendar, e una descrizione.
Sarà poi possibile “aggiungere attività secondaria” selezionando i tre pallini in alto a destra; avrai quindi un Task completo di tutto lo svolgimento fino a che non vorrai completarlo. Allora cliccherai sul pallino a sinistra segnandola come completata. Tutte le task completate compariranno in un elenco unico dove potrai continuare a visualizzarle e ripristinarle nell’elenco “da fare” se andranno riaperte.
#3. Google Form è quell’utilissimo tool che tutti noi abbiamo conosciuto durante il periodo di Tesi e che ci ha permesso di compiere piccole indagini di mercato. Questa è la sua finalità: essere uno strumento a disposizione di chi deve fare sondaggi o raccogliere risposte ed opinioni.
Può essere creato inserendo domande obbligatorie o facoltative, a risposta multipla o discorsiva ed è integrato direttamente con un Google Sheet per la tracciabilità delle risposte.
Unica pecca: non può essere del tutto anonimo, a chiunque lo compili viene richiesta di inserire la propria mail.
#4. Google Sites, infine, dà la possibilità, anche senza l’aiuto di un professionista, di creare una landing page basic o un mini sito.
Con la sua semplice logica drag and drop ha l’obiettivo di essere una facile alternativa a Google Slides. Perfettamente integrato e integrabile con altre app di Google Workspace rappresenta anche una valida alternativa per presentare in maniera dinamica il lavoro prodotto dal team.
Ci sarebbe ancora tanto ancora da dire su Google Workspace, per un approfondimento individuale, anche in base alle necessità di ciascuno, si rimanda alle guide ufficiali di tutte le app che sono sempre molto chiare e complete.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/google-workplace.jpg612927Emikohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngEmiko2023-02-01 10:17:312023-02-02 10:03:43Google Workspace, guida base pronta all’uso
Prima di passare alle notizie della settimana, concediamoci una veloce riflessione.
Se negli ultimi mesi ti sei convinto che la tecnologia avrebbe impattato fortemente sul mondo del lavoro, andando a sostituire alcuni lavoratori meno qualificati, come i camerieri nei ristoranti e i cassieri del supermarket, beh, caschi male.
L’esplosione delle conversazioni generate attorno a ChatGPT (di cui abbiamo ampiamente parlato qui e che è solo una piccolissima anticipazione della rivoluzione in atto grazie all’intelligenza artificiale) ha squarciato il velo di Maya degli high skills jobs: le AI sanno scrivere, creare immagini, condurre analisi e preparare piani editoriali. Con che qualità? Salvo alcuni casi, per il momento, ancora sotto la media, ma l’esponenzialità dello sviluppo (e degli investimenti) per questa tecnologia è in grado di togliere il sonno anche al più ferrato dei creativi.
Se non sei del tutto convinto “del pericolo”, ti basti sapere che ChatGPT ha superato con successo l’esame finale del programma di Master of Business Administration dell’Università della Pennsylvania.
Le AI possono imparare (forse anche insegnare, come abbiamo letto qui) meglio e più velocemente di noi?
La domanda è interessante e la risposta non è per nulla scontata.
Quello che al momento ci preme capire è se, quando gli algoritmi, oltre alle immagini per i pancake e per i cocktail, ne scriveranno anche la ricetta, il sapore sarà lo stesso o ci sembrerà un po’ più amaro.
Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.
I pancake di Barilla generati con l’AI
Alessio Galea ha intervistato per NinjaAlessio Garbin, coordinatore Data & Digital Marketing di Barilla per l’Italia sulla discussione nata dalle immagini generate con Midjourney e poi diffuse sui canali di Mulino Bianco.
Alessio Garbin parteciperà al Ninja Wrap Up: “Perché l’AI non ti ruberà il lavoro” in programma martedì 31 gennaio e mercoledì 1 febbraio, dalle ore 12.30 alle 14.30.
Notizie da non perdere: ChatGPT, esame superato
Tra le notizie della settimana troviamo una ricerca condotta da un professore della Wharton School dell’Università della Pennsylvania, che ha scoperto che il chatbot GPT-3 è stato in grado di superare l’esame finale del programma di Master of Business Administration (MBA) della scuola. Il punteggio ottenuto dal bot, ha scritto il Prof. Terwiesch, dimostra la sua “notevole capacità di automatizzare alcune delle competenze dei lavoratori altamente remunerati in generale e, in particolare, dei lavoratori della conoscenza laureati MBA, come analisti, manager e consulenti“.
Shutterstock lancia un toolkit di AI generativa
I clienti della piattaforma di design online Creative Flow di Shutterstock potranno creare immagini sulla base di suggerimenti testuali, grazie a OpenAI e Dall-E 2. Le immagini ottenute, secondo quanto dichiarato dall’azienda, saranno “pronte per la licenza” subito dopo la loro creazione.
Google risponde a ChatGPT…
Il New York Times riporta che i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno intenzione di lanciare oltre 20 prodotti di intelligenza artificiale quest’anno, tra cui una demo del proprio chatbot di ricerca.
…e licenzia 12.000 persone
La notizia è arrivata ai dipendenti attraverso una email del CEO Sundar Pichai, e si aggiunge ai tagli annunciati nelle ultime settimane da Amazon e Microsoft, che hanno licenziato complessivamente 28.000 persone.
Finora, nel 2023, ci sono stati 175 licenziamenti in aziende tecnologiche con 57.914 persone coinvolte.
Su ChatGPT individuato un piano professionale
Alcuni utenti hanno identificato un’opzione “Upgrade plan” nell’interfaccia web di ChatGPT. Il piano professionale consentirebbe l’accesso al software anche quando la domanda è elevata e una maggiore velocità di risposta.
Le sfide per i Marketer: Italia indietro
Dal report State of Marketing emerge un tasso di maturità leggermente inferiore in Italia, rispetto ai rispondenti globali, sull’adozione di tool che possano semplificare la vita dei marketer.
Il 66% dei marketer in Italia afferma che soddisfare le aspettative dei clienti è più difficile rispetto a un anno fa.
Sono stati esaminati stili, temi e idee che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa per fornire informazioni e consigli su come i brand e i creator debbano interagire con il loro pubblico durante il corso dell’anno.
Ninja Wrap Up #1
Il primo appuntamento del nuovo format per commentare le news e i trend del mese con il Ninja Team e i migliori esperti. Si parte con una puntata speciale di Wrap Up sul Marketing applicato all’Intelligenza Artificiale. Clicca qui per partecipare all’evento.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/griglia-immagine-di-copertina-notizie-della-settimana.jpg6001200Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-01-30 11:22:222023-01-31 17:27:12I pancake di Barilla, i licenziamenti di Google e le altre notizie della settimana
Depositphotos ha pubblicato le sue previsioni annuali nel report “Creative Trends 2023: Ready to Escape?”.
La piattaforma internazionale di contenuti, con una libreria di oltre 250 milioni di foto, video, file vettoriali e tracce audio, ha annunciato le sue tendenze creative per il 2023.
Insieme ad esperti di tutto il mondo, sono stati esaminati stili, temi e idee che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa. L’obiettivo consiste nel fornire informazioni e consigli su come i brand e i creator debbano interagire con il loro pubblico durante il corso dell’anno.
I consumatori di oggi bramano di vivere nuove esperienze. Non vedono l’ora di interagire con marchi che forniscono uno sguardo alternativo alla routine e ispirano gli altri ad andare oltre.
Utilizzando approcci creativi, tecnologie XR e tecniche di produzione più complesse, i content creator avranno l’opportunità di conquistare vari segmenti di pubblico e invitarli a immergersi in mondi creativi, sia dimenticati che nuovi di zecca.
Depositphotos ha realizzato i 7 Creative Trends per ispirare le persone e stimolare la loro immaginazione.
1. Anime Thrill
Il brivido dell’anime. La tendenza nostalgica Y2K (il ritorno degli anni 2000) e la rapida crescita dei servizi di streaming hanno riacceso l’entusiasmo universale nei confronti degli anime, che molti si sono divertiti a guardare in gioventù.
Personaggi interessanti con superpoteri, trame avvincenti ed effetti visivi colorati hanno reso l’animazione giapponese una fantastica fuga dalla realtà odierna.
Per essere sulla stessa lunghezza d’onda con il loro pubblico, marchi di fama mondiale come Adidas e Acura hanno iniziato a integrare l’estetica degli anime nelle loro campagne di marketing.
Oltre all’ispirazione per il design, gli anime possono aiutare i creator ad accrescere le loro capacità creative nel 2023.
Imparare a inventare personaggi iperbolici, pensare a elementi simbolici da includere nelle trame, eseguire servizi fotografici di anime o sperimentare costumi, disegnati o stilizzati. Sono tantissime le possibilità offerte dall’estetica dell’anime che quest’anno raggiungerà l’apice e sarà in grado di arricchire progetti dinamici e artistici per attirare l’attenzione.
2. Back to the Wild
Un ritorno allo stato brado. Quanti di noi sono stati consumati dalla voglia di viaggiare negli ultimi due anni? Con le restrizioni finalmente revocate nella maggior parte dei paesi, i viaggi stanno tornando di moda in maniera impressionante. Il pubblico è pronto a scoprire, interagire e testare nuovi prodotti o servizi.
Tuttavia, per attirare la loro attenzione, i brand dovranno considerare che le prospettive globali stanno cambiando. Tutto questo chiaramente si riflette nei colori gorpcore (lo stile che si ispira all’escursionismo e all’abbigliamento da arrampicata ma pensato per la città), nell’entusiasmo generale per la vita all’aria aperta e nella decisione di Yvon Chouinard di regalare Patagonia per combattere la crisi climatica.
Nel 2023, i viaggi saranno incentrati maggiormente su experience responsabili e consapevoli, al contrario di viaggi ben pianificati e basati sul comfort.
Via libera a iniziative più eco-compatibili e di rewilding, ad un uso più ampio di tecniche visive che presentano colori ispirati alla natura, così come l’estetica dell’escursionismo e del campeggio. Il tutto sarà rafforzato da messaggi che ci ispirano ad agire oggi.
3. A Wonderful Age
Un’età meravigliosa. Con la pandemia che evidenzia le aree deboli a livello globale, il prossimo decennio è destinato a cambiare il modo in cui pensiamo, approcciamo e agiamo. Un tema prioritario sarà l’invecchiamento della popolazione, dato che 1 persona su 6 nel mondo avrà 60 anni o più entro il 2030.
Per affrontarlo, le imprese stanno già ampliando il proprio target di riferimento. Allo stesso tempo, le tendenze dei social media ruotano sempre più spesso attorno a celebrità, opinion leader e creatori di contenuti più senior, superando le generazioni più giovani.
Per agire le aziende dovranno aggiungere alle loro comunicazioni immagini e video age-friendly. Tuttavia, le immagini dovrebbero andare oltre i concetti goffi di anziani allegri che sorridono in camera o giocano con i nipoti.
Le immagini autentiche mostreranno varie attività in cui i boomer o i primi della Gen X organizzano feste, escono con gli amici, si divertono e iniziano nuove carriere. Solo così i brand e i creator potranno essere fedeli alle generazioni più anziane.
4. Ethereal World
Mondo etereo. L’anno 2022 è stato saturo di eventi mondiali significativi che hanno incoraggiato molti a guardare le cose da prospettive diverse. Alcuni hanno riposto tutti gli sforzi nella comprensione per affrontare la realtà, mentre altri sono diventati estremamente fiduciosi su ciò che il prossimo futuro potrebbe riservare.
Questo spettro di esperienze e una visione ancora offuscata del domani si riflettono ora nella fotografia, nella cinematografia e in altri rami dell’arte visiva.
Traendo ispirazione dal realismo magico del XX secolo, i creatori di contenuti si rivolgeranno a effetti sfocati, ombre profonde e composizioni avvincenti nelle loro opere.
L’editing creativo e la post-elaborazione sperimentale saranno sempre più presenti nella fotografia e nei video per aiutare gli spettatori a perdersi nell’estetica onirica e nella domanda: “Ciò che sto vedendo è reale?”
5. Eye on Sustainability
Occhi puntati sulla sostenibilità. Sebbene il design sostenibile sia diventato un termine familiare per molti, il cambiamento climatico rimane la più grande sfida da affrontare oggi.
Per fare la differenza, i brand e i creator introducono idee green e a impatto zero in ogni processo. Spesso traggono ispirazione dalla natura e collaborano con ingegneri o scienziati per trovare soluzioni più efficaci e accattivanti.
Quest’anno, l’estetica del design sostenibile giocherà un ruolo più importante che mai.
Colori monocromatici profondi, caratteri classici o condensati e trame minimaliste aiuteranno a creare design inclusivi, ma anche a ottimizzare le risorse, migliorare il ritorno sugli investimenti e proteggere il futuro dei marchi e del mondo.
6. Wellness Upgrade
Tra gli altri Creative Trends emerge l’impellenza di ripensare al benessere. Ultimamente la sfera del benessere ha subito un’incredibile trasformazione, con centinaia di brand che hanno introdotto progetti digitali incentrati sulla cura di sé, sul relax e sulla tranquillità.
La rapida crescita del metaverso nel 2022 ha influenzato la direzione in cui si stanno dirigendo i progetti di benessere. Le pratiche consapevoli e incentrate sulla salute stanno ora migrando dalle case a vari ambienti, inclusi musei, resort e strade.
Per connettersi meglio con il pubblico nel 2023, le aziende includeranno esperienze di benessere basate su AR e VR nelle loro attività di marketing.
L’uso di grafica animata dinamica, astratta e 3D con effetti sonori e profumi tematici faciliterà la separazione dal mondo fisico, oltre ad accelerare i risultati positivi sia per i consumatori che per i brand.
7. A Blast of Joy
Un’esplosione di gioia. Gli ultimi anni ci hanno insegnato che un buon sonno, un’assunzione regolare di cibo e lo sport sono le migliori attività di benessere.
Ma non appena sono diventati più presenti nella routine quotidiana, le persone hanno iniziato a chiedersi, cos’altro può innescare la dopamina?
Sono comparsi così i movimenti ‘Romanticize your life’ e ‘Dopamine dressing’, aprendo la strada a nuovi Creative Trends che decolleranno nei prossimi mesi.
L’estetica massimalista, eclettica e talvolta troppo appariscente avanzerà in punta di piedi con immagini minimaliste e pulite. I creatori di contenuti stilizzeranno generosamente e in modo colorato i loro servizi fotografici, con ambientazioni e look delle modelle che diventano ancora più energici, per portare gioia e affascinare con dettagli luccicanti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/7-creative-trends-2023-depositphotos-2.jpg323800Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-01-24 12:37:342023-01-25 16:56:147 Creative Trends che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa nel 2023
Il New York Times ha recentemente riportato la notizia secondo la quale i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, starebbero discutendo la potenziale contromossa al successo di ChatGPT, con l’intenzione di lanciare oltre 20 prodotti di intelligenza artificiale quest’anno, tra cui una demo del proprio chatbot integrato nel motore di ricerca.
Già a dicembre era circolata la voce che i dirigenti di Google temevano che, nonostante gli ingenti investimenti nella tecnologia AI, una diffusione troppo rapida avrebbe potuto danneggiare la reputazione dell’azienda. Il panorama sembra però cambiato velocemente: l’azienda si concentrerà sull’Intelligenza Artificiale considerandola una priorità.
Anche se non è stata indicata una data ufficiale di presentazione dei nuovi prodotti AI based, tra cui l’attesissimo chatbot integrato in Search, la situazione sarebbe seria al punto di coinvolgere i fondatori dell’azienda, Page e Brin, dopo che i due hanno lasciato formalmente i propri ruoli operativi nel 2019. E l’invito sarebbe arrivato proprio dall’amministratore delegato di Google/Alphabet Sundar Pichai.
Il chatbot AI di Google e le differenze con ChatGPT
Lo strumento per la ricerca tramite chatbot punterà sull’esattezza dei risultati di ricerca, con l’obiettivo di “far sì che i fatti siano corretti, garantire la sicurezza e sbarazzarsi della disinformazione“.
Un passo in avanti rispetto ai numerosi test che hanno dimostrato l’inattendibilità delle risposte di ChatGPT in diverse occasioni.
Google sta infatti lavorando a un processo di revisione per verificare se questa nuova tecnologia sia in grado di operare in modo corretto ed etico.
Non solo testo tra i prodotti AI di Google
I prodotti previsti nel lancio del 2023 non si limitano alla sfera di elaborazione testuale dell’intelligenza artificiale: il gruppo di dirigenti coordinato da Jeff Dean, che dirige il dipartimento di ricerca e IA, prevede di presentare anche un generatore di immagini e una serie di strumenti specificamente studiati per le aziende, chiamata MakerSuite.
Inoltre, sono in fase di test applicazioni di Intelligenza Artificiale per la scrittura di codice (PaLM-Coder 2) e per la creazione di app per smartphone (Colab + Android Studio).
Google accelera sull’Intelligenza Artificiale
Negli ultimi anni, Google si è mossa con cautela quando si è trattato di rilasciare nuovi prodotti di intelligenza artificiale. L’azienda si è trovata al centro di un dibattito sull’etica dell’intelligenza artificiale dopo aver licenziato due importanti ricercatori del settore, Timnit Gebru e Margaret Mitchell. I due avevano espresso critiche ai modelli linguistici dell’intelligenza artificiale, rilevando problemi come la loro propensione ad amplificare i pregiudizi nei dati di addestramento e a presentare informazioni false come fatti.
Sebbene la ricerca sull’IA di Google sia ritenuta altrettanto avanzata di quella di altre importanti aziende tecnologiche, ha testato il software solo con barriere particolarmente restrittive.
Ad esempio, l’applicazione AI Test Kitchen, offre accesso a strumenti di generazione di immagini e testi simili a DALL-E e ChatGPT di OpenAI. Tuttavia, Google limita fortemente le richieste che gli utenti possono fare a questi sistemi. L’azienda ha già mostrato alcuni dei suoi prodotti di intelligenza artificiale per la chat, tra cui una dimostrazione non pubblica nel 2021 di un sistema simile a ChatGPT.
Con il lancio di ChatGPT di OpenAI, però, e gli allarmismi sull’imminente scomparsa di Google, sembra che l’azienda stia rivedendo le proprie tattiche. In passato, Google ha dichiarato di aver evitato di lanciare alcuni prodotti di intelligenza artificiale a causa del potenziale “danno alla reputazione”.
Ora, sembra che la reputazione che vuole evitare sia quella di essere in ritardo sui tempi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/google-chatgpt.jpg6401143Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-01-24 11:47:072023-01-26 10:45:17Google risponde a ChatGPT: 20 nuovi prodotti di AI nel 2023
Nell’ambito delle sue attività di promozione, Martini ha pubblicato 9 spettacolari foto inedite. Ogni immagine è stata realizzata sulla piattaforma AI Midjourney per creare una rappresentazione visiva di nove cocktail con Martini.
“Unbottling Martini” la campagna visiva fatta con l’AI
Per creare un’interpretazione unica dei prodotti Martini, alla piattaforma AI sono stati forniti gli ingredienti chiave delle bevande. Questo ha permesso al brand di proprietà della famiglia Bacardi la creazione di immagini che illustrano i sapori principali dei vari cocktail.
Le foto rappresentano una gamma di bevande a base Martini, tra cui un Negroni Sbagliato e un Martini Vibrante & Tonic analcolico.
La campagna inaugura una nuova era per il marchio che con quest’operazione vuole educare i clienti sul profilo aromatico di Martini: “Con questa nuova suite di foto avanzate digitalmente, guardiamo al futuro, sfruttando la tecnologia all’avanguardia per introdurre i consumatori nel mondo di Martini rivelando cosa c’è in ogni bottiglia” ha dichiarato Avril Nunez, responsabile dello sviluppo creativo globale di Martini.
I brand iniziano ad interessarsi alla creatività artificiale
Si tratta di uno dei primi esperimenti al mondo compiuto da un marchio di liquori. La campagna generata dall’intelligenza artificiale consolida lo status di Martini come leader culturale nello spazio pubblicitario delle bevande.
Martini non è il primo ad aver utilizzato l’intelligenza artificiale per creare immagini di campagna. Già Nestlé e Heinz hanno iniziato a sviluppare questo tipo di creatività per il marketing.
Nestlé ha usato l’intelligenza artificiale per espandere il dipinto “The Milkmaid” di Vermeer
Per celebrare l’arrivo del 2023, qualche settimana fa, i profili Instagram e Facebook di Mulino Bianco sono stati arricchiti da una deliziosa sorpresa: una pubblicità con immagini generate dall’intelligenza artificiale con delicati pancake immersi in luoghi mozzafiato. Sfondi iconici e abbaglianti di un futuro neanche così troppo lontano.
Nonostante la rivoluzione generata dall’avvento della creazione di immagini da parte di software come Midjourney o Dall-E, il metodo di progettazione di questi visual rimane oggetto di dibattito.
Questi programmi per la creazione di immagini hanno accesso a un’infinità di dati e di artwork, alcuni dei quali sono stati creati da artisti, che hanno precedentemente pubblicato le loro opere sul web. Mentre le battaglie sul copyright si scaldano, il futuro di queste divergenze rimane incerto; solo il tempo ci dirà cosa ci aspetta.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/martini-ai-campaign-6.jpg457483Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-01-20 15:32:482023-01-23 12:15:29Martini lancia una campagna generata con l’AI
Ogni anno vengono pubblicati innumerevoli articoli e analisi che provano a indicare la strada in termini di strategie e azioni da intraprendere. La redazione di Ninja aveva individuato ben oltre 70 report lo scorso anno.
Se da un lato è sempre bene prepararsi con un piano di azione, negli ultimi anni abbiamo compreso quanto sia fondamentale l’essere pronti a rivedere tutto in corso d’opera. Come pianificare i prossimi mesi e dove investire sforzi e risorse?
Al fine di facilitare nell’impresa, abbiamo sintetizzato il punto di vista delle principali società di consulenza e Big Tech. Partendo dal contesto e dal consumatore, abbiamo identificato quelle aree strategiche e le tecnologie in cui sia le aziende B2C e sia quelle B2B dovranno investire.
Il contesto
“Marketing is the force that shapes our wants and lifestyles more than we really realize”
Philip Kotler
Certe cose non cambieranno mai, una di queste è il cliente al centro di tutto. Questo presupposto – per nulla scontato ancora oggi – comprenderlo e assecondarlo risulterà sempre più importante e allo stesso tempo complesso. Sarà inutile portare avanti attività di branding senza considerare l’inflazione e l’effetto sui suoi comportamenti d’acquisto; investire in tecnologie all’avanguardia senza considerare l’esperienza d’acquisto; fare grandi promesse senza considerare la complessità dei suoi valori e delle sue reali preoccupazioni.
È per questo motivo che l’analisi parte da alcuni eventi e dati del 2022 al fine di delineare il contesto in cui ci stiamo muovendo.
L’impatto dell’inflazione sulla fedeltà di marca
Dal punto di vista politico, abbiamo aperto l’anno con la Guerra in Ucraina. Abbiamo assistito quindi alla conseguente crisi alimentare ed energetica, oltre all’inasprirsi della crisi climatica. Sullo sfondo l’aumento dell’inflazione: secondo l’ISTAT il dato del 2022 è il più alto dal 1985.
Per delineare gli effetti del contesto economico sul consumatore che sta inevitabilmente rivedendo la propria “spesa”, Deloitte ci fornisce una fotografia con il Consumer Tracker, osservatorio attivato durante la pandemia e che mensilmente monitora il sentiment del consumatore in 24 Paesi.
Stando ai dati relativi all’ultima rilevazione in Italia (25/12/2022):
il 53% degli intervistati italiani ritiene peggiorata la propria condizione finanziaria;
solo il 29% riesce a risparmiare alla fine del mese;
il 27% ritiene di potersi permettere dei beni voluttuari.
Secondo la stessa survey, l’Italia risulta essere il Paese in cui la preoccupazione sull’aumento dei prezzi è sentita maggiormente (68%).
Nella testa di un consumatore alle prese con nuovi modi per risparmiare, risulterà fondamentale essere o diventare un brand insostituibile. Sarà un termometro della fedeltà dei propri clienti. Secondo il Guardian, infatti, circa un quinto dei consumatori non cambierà brand a favore di un prezzo più basso.
Nel corso dell’analisi, approfondiremo alcuni dei fattori che possono agevolare nel diventarlo.
Il panorama dei Social Media
È stato l’anno in cui Meta ha perso un milione e mezzo di utenti per la prima volta con conseguenti effetti sul titolo a Wall Street (-20%, febbraio 2022); Elon Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari; Tik Tok ha superato 1 miliardo di utenti attivi.
Gli investimenti in Influencer Marketing sfiorano i 300 milioni di euro con un incremento dell’8% rispetto al 2021 (Fonte: UPA). Se alcune testate parlano già della fine dei social media, i dati sull’utilizzo mostrano un trend del numero di iscrizioni in aumento. La crescita più importante è quella di Tik Tok con un engagement rate medio del 4.1% (6 volte superiore a quello medio di Instagram).
Se da un lato, il 2022 è stato l’anno della nascita e della fine del Live Shopping (Tik Tok e Meta hanno preferito disabilitare la funzione, mentre YouTube ha accelerato annunciando la collaborazione con Shopify), dall’altro rappresenteranno ancora un’importante “piazza” in cui essere presenti per rafforzare la relazione con la nostra audience, ma in modalità diverse.
Secondo eMarketer, la crescita si avrà anche nel numero di acquisti. Un altro dato ce lo fornisce Deloitte con le recenti TMT Predictions 2023 in cui si stima una spesa a livello globale superiore ai 1.000 miliardi di dollari.
Valori e Purpose
I Valori e il Porpuse sono gli elementi comuni agli insight analizzati e l’imperativo per il 2023. Abbiamo fatto i conti con la più grande siccità da 500 anni a questa parte, mentre in America viene cancellato il diritto all’aborto. Great Resignation e Quite Quitting sono le tendenze che stanno caratterizzando il mercato del lavoro.
Le big tech licenziano oltre 150.000 dipendenti (52.000 solo nel mese di novembre).
Solo in Europa le imprese sono state multate per oltre 830 milioni di euro per violazioni del GDPR, l’80% è attribuito a Meta. L’anno si è concluso con una diretta del Parlamento Europeo “Corporate Sustainability Reporting Directive” con cui si stabilisce che i dati relativi alla sostenibilità dell’impresa assumono gli stessi valori dei dati finanziari.
Parlare di Purpose e di Valori significherà fare i conti con una società stanca che pretende una presa di posizione da parte dei brand. Vedremo in seguito ulteriori dettagli.
Partendo dal contesto e dagli insight abbiamo identificato le tre aree strategiche in cui non si potrà sbagliare:
Tendenze come l’intelligenza artificiale, i metaversi, le ricerche vocali avranno un ruolo importante ed è bene conoscerle e valutarle per il proprio business. Tuttavia, se le risorse sono scarse sarà necessario concentrarsi sulla principale sfida dei prossimi anni: i dati e tutto quello che ruota intorno a questo concetto (privacy, sicurezza e fiducia).
Il 2022 doveva essere l’anno dell’eliminazione dei cookie di terze parti, rinviata successivamente al 2024. Si è rivelato poi essere l’anno in cui il leader di mercato Google Analytics è stato messo in discussione: una sentenza ha spinto molti brand europei a sostituirlo senza indugio. In questi due eventi è possibile intravedere il peso che la gestione del dato avrà sul business, influenzando direttamente il comportamento d’acquisto.
La ricerca CISCO Customer Privacy lo conferma: l’81% dei consumatori intervistati vede nel modo in cui un’azienda è trasparente sul trattamento dei dati personali una prova del rispetto che ha per i consumatori.
Lo sostiene anche Matt Brittin, Presidente Google Europa, Medio Oriente e Africa, menzionando una ricerca simile condotta da Google: il 43% degli intervistati una cattiva gestione della privacy può portare a scegliere un altro brand.
L’imprevedibilità del comportamento digitale
Non è un caso che Gartner abbia indicato nella recente pubblicazione Chief Marketing Officer Leadership Vision 2023 la forte attenzione alla gestione dei dati e la conseguente imprevedibilità del comportamento digitale del consumatore come uno dei principali trend con cui fare i conti.
Stando alla ricerca, circa il 73% dei consumatori naviga ormai in modalità anonima e circa l’81% disabilita notifiche. Il grafico mostra le principali misure adottate dal consumatore per proteggere i propri dati:
Tali azioni e il contesto giuridico non facilitano quelle aziende non ancora mature dal punto di vista di analisi del dato (33% secondo l’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano).
Il traguardo è arrivare alle Predictive Analytics, essenziali nei prossimi anni e il cui giro di affari si stima supererà 100 miliardi di dollari entro il 2027 (fonte: DatatoBiz).
Non solo GDPR, anche altre norme avranno impatto sul marketing digitale con modalità diverse: il Regolamento ePrivacy rimandato più volte dal 2017 e al momento previsto nel 2025, il Digital Markets Act, il Privacy Shield e il Google Privacy Sandbox.
First-data experience
Da Deloitte a PwC, Google, Gartner, la personalizzazione è al centro delle indicazioni strategiche per i prossimi anni: dai touchpoint digitali e fisici ai messaggi in fase di acquisto e alla relazione post-vendita. L’utente che trova intrusivi il geotracking, il device listening e notifiche continuerà ad aspettarsi un’esperienza dedicata a lui, che magari vada al di là del prodotto stesso.
Deloitte parla di Human First – Data Experience finalizzata a conquistare la fiducia partendo dalla relazione. In questa espressione sono presenti due elementi che definiranno la Customer Experience nel 2023: First – Party Data e l’interazione umana.
I dati di prima parte – ovvero tutte quelle interazioni che un utente ha con un brand, dalla visita al sito alla vendita passando per newsletter, chiamate al call center, visite in negozio – rappresenteranno il patrimonio informativo da raccogliere in modo integrato (davvero).
Customer Engagement
Riprendendo Gartner, il Marketing avrà il ruolo di “orchestrare” le customer journey e il customer engagement, creando valore reciproco tra i canali digitali. Gli investimenti dovranno essere quindi orientati a migliorare l’esperienza degli utenti in tutti i touchpoint, fisici e digitali, considerandoli come un unicum.
Nel delineare le tendenze e le previsioni per il marketing digitale del 2023, Google menziona le super app come un benchmark che alza molto le aspettative. Non potremo ambire a creare “l’app di tutto”alla Elon Musk, ma sarà importante coinvolgere l’utente in una relazione più ampia che non termina con la mera vendita del prodotto. Con le super app le possibilità per i brand sono infinite.
Brand Purpose e valori nella strategia di Marketing
Riepilogando, la gestione della privacy determinerà la fiducia che il consumatore vorrà dare al nostro brand; l’interazione umana, la personalizzazione, la convenienza e l’efficienza saranno alla base della relazione. Tutto questo però non basterà per mantenerla in futuro.
Valori e Purpose rappresentano gran parte delle raccomandazioni per il prossimi anno dei leader di Google: inclusività, purpose e autenticità insieme dovranno far parte del DNA delle aziende.
Evitando quindi il “purpose-washing”, pubblicità e comunicazione dovranno essere supportate da azioni concrete e i valori proclamati dovranno diventare tangibili nelle componenti.
Secondo Hubspot, l’89% dei brand che hanno investito in contenuti relativi alla responsabilità sociale d’impresa stanno pianificando d’incrementare i loro budget.
Per riepilogare abbiamo creato un’infografica che riassume i principali trend e le sfide per i marketing manager del 2023.
Tech Trends
Identificate le aree strategiche, non ci resta che focalizzarci sulle tecnologie abilitanti considerate strategiche per i prossimi anni. Per farlo ci riferiremo all’ultimo report pubblicato da Deloitte Tech Trends 2023. Dalla ricerca emergono – tra gli altri – 2 principali trend che coinvolgono direttamente la direzione marketing e che si collegano al discorso fatto finora:
Artificial Intelligence
Think of deploying AI like onboarding a new team member. We know generally what makes for effective teams: openness, rapport, the ability to have honest discussions, and a willingness to accept feedback to improve performance.
Partiamo dall’Intelligenza Artificiale perché è riguarda tutti i punti analizzati.
Ormai si parla solo di ChatGPT, ma le potenzialità sono enormi: dall’analisi predittiva alla personalizzazione delle comunicazioni. KPMG stima che l’investimento totale in intelligenza artificiale raggiungerà i 150 miliardi entro il 2025.
La fiducia che emerge nei confronti dell’AI è ancora contenuta. Se il 73% delle aziende afferma che l’intelligenza artificiale è fondamentale per il loro successo, d’altra parte c’è ancora qualche resistenza nell’affidarle mansioni strategiche. Il 41% degli intervistati, infatti, è preoccupato per le implicazioni etiche; il 47% dei CEO è preoccupato per la trasparenza, ovvero la possibilità per gli utenti di comprendere i dati che sono vengono utilizzati.
L’esperienza immersiva
Si stima un mercato di 800 miliardi di dollari entro il 2024 quello delle tecnologie di realtà aumentata e virtuale (AR/VR) e nello specifico dei metaversi. Le aziende hanno raddoppiato l’interesse per i mondi virtuali, con decine di miliardi di investimenti in venture capital solo nell’ultimo anno.
Eppure Deloitte ridimensiona tutta l’attenzione che ruota attorno il metaverso.
Lo presenta come alternativa alle e-mail, alle chat e alle videocall, non come un sostituto delle esperienze dal vivo. A conferma della Human First – Data Experience di cui abbiamo parlato in apertura. In altre parole, è meglio pensare al metaverso come a una versione più coinvolgente di Internet o internet+, citando testualmente.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/marketing-trends.jpg540960Marianna Tramontanohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMarianna Tramontano2023-01-12 10:32:352023-01-13 11:21:04Marketing Outlook 2023: scenari, tendenze e tecnologie su cui investire
Il nostro linguaggio si evolve a un ritmo sempre più veloce. Negli ultimi anni, la tecnologia ci ha catapultato nel futuro. Le parole si sono trasformate sotto i nostri occhi per permetterci di continuare a comunicare in maniera corretta ed efficace. Alcuni termini arrivano dal passato, altri sono neologismi o crasi tra parole di utilizzo comune.
Quali sono dunque le parole su cui i professionisti del marketing e della comunicazione digitale dovranno concentrarsi? Quelle che permetteranno di raccontare la complessa realtà contemporanea?
Esploriamo insieme le 10 parole che continueranno ad avere un ruolo chiave nel 2023, dalle esperienze digitali nel metaverso alla centralità delle persone e alla loro capacità di esprimersi nella società odierna.
1. Metaverso
Il termine è comparso la prima volta nel romanzo cyberpunk Snow crash scritto da Neal Stephenson nel 1992. Indica uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche hanno la possibilità di muoversi, condividere e interagire tra loro. Al centro di tutto troviamo la personalizzazione.
Un numero crescente di marketer sta abbracciando questa nuova era di esperienze virtuali e sta raccogliendo risultati notevoli.
Anche le aziende non possono più ignorare questa enorme opportunità per raggiungere il proprio pubblico in maniera unica e creativa.
Ma non è un Eden. Anche il Metaverso ha i suoi lati oscuri. Il Darkverse, infatti, è l’altro concetto che sta prendendo forma attraverso i nostri visori, diventando un luogo di florida e pericolosa proliferazione di illegalità come reati finanziari, sabotaggi, minacce o altre tipologie di estorsioni
La criptoeconomia descrive un campo interdisciplinare, emergente e sperimentale che attinge a idee e concetti dell’economia, della teoria dei giochi e da altre discipline correlate nella progettazione di sistemi crittografici peer-to-peer.
L’economia delle criptovalute ci ha fatto fare un passo avanti verso l’immaginazione di un futuro alternativo per Internet, in cui la decentralizzazione è protagonista.
Con shrinkflation si indica la pratica di ridurre le dimensioni di un prodotto mantenendone il prezzo di riferimento. È un fenomeno a cui fare attenzione soprattutto tra gli scaffali del supermercato alla luce della crescente inflazione.
Chiamata anche sgrammatura, è una strategia adottata dalle aziende, principalmente nel settore alimentare e delle bevande, per aumentare furtivamente i margini di profitto o mantenerli di fronte all’aumento dei costi di input.
4. Quiet Quitting
Nell’era della post pandemia, il quiet quitting diventa una forma di resistenza diretta e di protesta verso l’hustle culture, quella che ci vede impegnati al lavoro 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Lasciare silenziosamente il proprio lavoro è una pratica (purtroppo) comune. È il risultato di anni di burnout che hanno registrato un picco durante il periodo di lockdown.
Il nuovo approccio al mondo del lavoro, partito dagli Stati Uniti, è chiaramente una risposta alla cultura della competizione. Con il quiet quitting si intende dare più peso alla qualità della vita privata rispetto alla crescita lavorativa.
Gaslighting è la parola dell’anno 2022 secondo il dizionario statunitense Merriam-Webster. Il termine è associato alla manipolazione e all’abuso psicologico: “Manipolazione psicologica che durante un lasso di tempo prolungato induce la vittima a mettere in dubbio la validità dei propri pensieri, la propria percezione della realtà o dei ricordi, e porta a confusione, perdita di sicurezza e autostima, incertezza delle proprie emozioni e salute mentale”.
Le ricerche di questa parola sono aumentate in maniera vertiginosa del 1740% nel giro di due anni. Le persone sono sempre più interessate a capire esattamente cosa significhi, non solo nell’ambito delle relazioni sentimentali ma anche in molti altri contesti.
6. Permacrisis
In questo periodo di sconvolgimenti continui e senza precedenti, una singola parola è stata elegantemente creata per dare voce alla nostra esperienza collettiva: “permacrisi”.
Definita dal Collins Dictionary come parola dell’anno per il 2022, permacrisis è formata da “permanente” e “crisi”, e incarna un’epoca prolungata caratterizzata da instabilità, insicurezza e ansia. Con le guerre, le pandemie e la recessione economica che incombono sull’attuale instabilità, non sorprende che questo termine emergente nell’uso popolare superi anche parole più consolidate come “lockdown” o “pandemia”.
7. Ecoansia
Sul tema ambientale sentiremo ancora molto parlare di ecoansia e di quella profonda sensazione di disagio e di paura che si prova al pensiero ricorrente di possibili disastri legati al riscaldamento globale e ai suoi effetti ambientali.
Insieme ad ecoansia arrivano altre parole come simbiocene, che designa una nuova era, caratterizzata dalla necessità di progettare il futuro oltre il pessimismo ambientale. Ma anche solastalgia: il disagio causato dai cambiamenti negativi che si verificano nell’ambiente, una combinazione del latino sōlācium (conforto) e della radice greca -algia (dolore).
8. Goblin mode
Le persone di tutto il mondo stanno dicendo addio alle imposizioni estetiche della società per abbracciare una vita più libera.
È stata soprannominata “Modalità Goblin”, in cui oziare sul divano, mangiare pizza e guardare programmi televisivi viene incoraggiato come strumento per affrontare lo stress o l’ansia.
Il trend è diventato virale sui social già l’anno scorso ed è destinato a consolidarsi. Non si tratta di pigrizia, ma di uno stile di vita che può aiutare a superare i periodi difficili e a dimenticare per qualche tempo i problemi che affliggono il mondo.
9. Non binario
Parliamo di non-binario quando le persone rifiutano lo schema maschile-femminile nel genere sessuale e, a prescindere dal sesso attribuito alla nascita, non riconoscono di appartenere al genere maschile né a quello femminile.
L’identità di molte persone non si limita più alla concezione tradizionale di maschio e femmina: per alcuni il loro genere trascende queste due categorie. Parole come cisgender, transgender, agender e non-binary sono entrate a far parte del nostro vocabolario quotidiano, a testimonianza di quanta strada è stata percorsa in termini di accettazione delle diverse esperienze di identità di genere.
La consapevolezza e l’apprezzamento di queste terminologie permette a tutte le persone, non solo a quelle che si identificano in questo modo, di sentirsi viste e ascoltate senza giudizi o esclusioni.
10. Schwa
Tra le altre parole di cui sentiremo ancora molto parlare c’è lo schwa con il simbolo “ə”, citato sempre più spesso nel dibattito per una lingua italiana più inclusiva. Per anni, i linguisti hanno utilizzato lo schwa, vocale sconosciuta a molti parlanti di lingue europee. Nonostante la sua oscurità, anche se non c’è un modo per digitarlo facilmente su tastiere di computer e smartphone, è presente nell’alfabeto fonetico internazionale e fornisce la pronuncia corretta di innumerevoli lingue in tutto il mondo.
Nel sistema fonetico lo schwa identifica una vocale intermedia, il cui suono si pone esattamente a metà strada fra le vocali esistenti. Si pronuncia tenendo rilassate tutte le componenti della bocca, senza deformarla in alcun modo e aprendola leggermente.
Ad oggi l’Accademia della Crusca si è espressa negativamente dicendo che è una forma non accettabile per la lingua italiana. Non ci resta che aspettare di vedere se la lingua evolverà insieme alla società e se sarà lo schwa a testimoniare questa trasformazione.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/parole-keyword-2023.jpg638965Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-01-10 10:09:282023-01-11 15:08:4710 keyword del 2022 che useremo sempre di più nel 2023
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