Non ci sono più i cinguettii di una volta. Twitter, social network con servizio di microblogging, in questi giorni è corredato dall’emoji della bandierina rossa, apparsa in tanti tweet di celebrità e aziende. Un ossimoro, un inatteso tormentone social che sta conquistando proprio tutti, la moda delle red flag ci provoca, diverte e appassiona, spronandoci a mettere in risalto: “l’esatto contrario di ciò che ho detto”.
Perchè i tweet hanno le bandierine rosse?
Tutto inizia da questo post ufficiale di Twitter:
“I’m not on Twitter” ????????????????????????????????????????????????
È difficile trovare la risposta a questo fenomeno, soprattutto quando non si ha una chiara spiegazione. Sembra, però, che proprio il profilo ufficiale di Twitter abbia iniziato a parlare delle bandiere rosse negli appuntamenti o delle cose che non si dovrebbero fare mentre si frequenta qualcuno.
Un contrasto dunque, una sorta di “state tutti alla larga”, una mania che ha spinto la casa madre a postare:“Non sono su Twitter”. Seguito poi da tanti profili con la battuta pronta dietro l’angolo. La bandierina rossa indica un pericolo o un avvertimento, indicato con tweet pungenti e contestualizzato con l’emoji.
I tweet con la bandiera triangolare sono aumentati del +455% e l’emoji è stata utilizzata circa 1,5 milioni in tutto il mondo.
I tweet red flag più divertenti
Netflix India ci mette in guardia, non c’è dubbio:”fate attenzione quando il protagonista nota una ragazza solo quando si toglie gli occhiali e si trasforma”.
Il profilo dell’Europa League sottolinea:”L’inno dell’Europa League non è un capolavoro”.
“The Europa League anthem isn’t a masterpiece” ??????????????????????????????
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/2_twitter_19_OTT.png10801920Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2021-10-19 15:19:032021-11-10 19:40:56Spopolano le bandierine rosse su Twitter, scopriamo cosa sta succedendo
Facebook è all’inizio di un percorso per contribuire a costruire la piattaforma informatica del futuro. Lavorando con altre realtà, sviluppano quello che viene comunemente definito il metaverso – una nuova generazione di esperienze virtuali interconnesse che utilizzano tecnologie come la realtà virtuale e aumentata.
Il metaverso si basa sull’idea che rafforzando la sensazione di “presenza virtuale”, l’interazione online può diventare molto più vicina all’esperienza che si ha con le interazioni di persona. Il metaverso ha il potenziale di aiutare a sbloccare l’accesso a nuove opportunità creative, sociali ed economiche. E saranno gli europei a plasmarlo fin dall’inizio.
Nessuna azienda sarà proprietaria del metaverso, né lo gestirà. Come nel caso di Internet, la sua caratteristica distintiva sarà di essere aperto e interoperabile. Per far nascere tutto questo sarà necessaria la collaborazione e la cooperazione tra aziende, sviluppatori, creator e politici. Per Facebook, richiederà anche continui investimenti nel prodotto e nei talenti tecnologici e questa crescita riguarderà tutta l’azienda.
Per questo motivo oggi annunciamo un piano per creare 10.000 nuovi posti di lavoro altamente qualificati nell’Unione Europea (UE) nei prossimi cinque anni. Questo investimento è un voto di fiducia nella forza dell’industria tecnologica europea e nel potenziale del talento tecnologico europeo.
L’Europa è estremamente importante per Facebook. A partire dalle migliaia di dipendenti in presenti nell’Unione Europea, fino ai milioni di aziende che utilizzano le nostre app e i nostri strumenti ogni giorno, l’Europa è una parte importante del nostro successo, come lo è Facebook del successo delle aziende europee e dell’economia in generale.
Questo è un momento entusiasmante per la tecnologia europea. L’UE offre una serie di vantaggi che la rendono un luogo ideale per le aziende tecnologiche per investire – un mercato di consumo di grandi dimensioni, università eccellenti e, soprattutto, talenti di alto profilo. Le aziende europee sono all’avanguardia in diversi campi, che si tratti della biotecnologia tedesca che ha contribuito a sviluppare il primo vaccino MRNA o della coalizione di neo-banche europee che stanno facendo da apripista al futuro della finanza.
La Spagna sta assistendo a livelli record di investimenti in start-up che soddisfano qualsiasi bisogno, dalla consegna di generi alimentari online alla neuro-elettronica, mentre la Svezia è pronta a diventare, entro il 2023, la prima società al mondo senza contanti.
Da tempo crediamo che il talento europeo sia leader a livello mondiale, ed è per questo che abbiamo effettuato investimenti così consistenti nel corso degli anni – dal finanziamento di borse di studio per l’Università Tecnica di Monaco, all’apertura del nostro primo grande laboratorio europeo di ricerca sull’Intelligenza Artificiale con il programma di accelerazione FAIR in Francia, fino all’apertura della sede dei Facebook Reality Labs a Cork.
Oltre ai talenti tecnologici emergenti, l’UE ha anche un ruolo importante da svolgere nel definire le nuove regole di internet. I politici europei sono in prima linea nell’aiutare a includere valori europei, come la libertà di espressione, la privacy, la trasparenza e i diritti delle persone, nel funzionamento quotidiano di internet. Facebook condivide questi valori e nel corso degli anni abbiamo intrapreso azioni significative per sostenerli. Speriamo di vedere il completamento del Mercato Unico Digitale per sostenere ulteriormente gli attuali punti di forza dell’Europa, così come la stabilità sui flussi di dati internazionali che sono essenziali per una fiorente economia digitale.
Nell’iniziare il viaggio per trasformare il metaverso in una realtà, una delle più urgenti priorità per Facebook è quella di trovare ingegneri altamente specializzati. Non vediamo l’ora di lavorare con i Governi di tutta l’UE per trovare le persone giuste e i mercati giusti per portare avanti questo obiettivo, come parte di una prossima campagna di reclutamento che avverrà in tutta la regione. E mentre Facebook continua a crescere in Europa, speriamo di investire di più nel suo talento e continuare a innovare in Europa, per l’Europa e il mondo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1_company-_rox.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-10-18 17:03:382021-10-27 15:46:03Facebook investe nel talento europeo per contribuire a costruire il metaverso
Quindicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.
L’argomento scelto per questa puntata è l’Influencer Marketing: ne abbiamo discusso con Matteo Pogliani, Partner di Openbox & Founder dell’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing (ONIM), che ha la mission di fare cultura e dare insight concreti sull’Influencer Marketing nel mercato italiano. Autore dei libri “Influencer marketing: valorizza le relazioni e dai voce al tuo brand” e “Professione Influencer”.
Non perderti i punti salienti dell’intervista:
L’evoluzione e la crescita esponenziale dell’Influencer Marketing: min 02,50
Report 2020 sull’Influencer Marketing: min 11,00
Relevance: una metodologia multi-kpiolistica: min 24,00
Analisi mensili sui social network: min 34,30
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1920x1080-antearticoli-–-2-min.png10801920Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2021-10-15 15:57:132021-10-15 17:27:48Febbre da Influencer: qual è il termometro giusto per il tuo brand (e come curarti)
Per una buona colazione, o una merenda speciale, non c’è età che tenga: sia i più grandi che i più piccini apprezzano cominciare la giornata con qualcosa che sappia dare energia e gusto. In un mercato che offre veramente tantissime referenze, però, a volte la differenza la fanno i dettagli: in particolare, per quelle fette di pubblico che dal prodotto non pretendono solo qualità ma anche un’esperienza distintiva ed espansa.
È il caso della Generazione Z, che vive il consumo sempre più come un fattore di condivisione distribuito nel tempo. Un dato su tutti: circa il 96% dei GenZer si prende il tempo di leggere le recensioni prima di acquistare un prodotto.
Questo vale anche per le modalità di scelta: secondo FinancesOnline, anche come effetto della pandemia, la scelta di ciò che si mangia per la GenZ è fatta principalmente sui social media, mettendo in secondo piano addirittura la convenienza come fattore di scelta (per una generazione che nell’80% dei casi si dice preoccupata per le condizione economiche future, non male) e le valutazioni in termini di salute. La colazione, va da sé, non fa eccezione.
Se quindi i fattori distintivi diventano socialità, divertimento e ovviamente qualità per farsi preferire dalla Generazione Z, un brand deve posizionarsi sul mercato attraverso azioni che sappiano caratterizzarsi per essere memorabili, grazie magari a un’attivazione dell’utente che sia coinvolgente e diffusa nella sua rete sociale.
Trasformare il packaging grazie alla realtà aumentata
Mr.Day, storico marchio di merendine, specializzato nella produzione di buonissimi Muffin con pepite al cioccolato, ha deciso di puntare su questo concetto.
Per riposizionarsi nella mente dei consumatori più giovani, provando a coinvolgerli in un’esperienza caratteristica che sappia anche avere un ruolo sull’acquisizione di earned media, l’azienda veneta ha puntato su un vettore agile e sempre più in voga: il packaging.
Non è un caso infatti che nell’ultimo anno siano aumentati, in linea con i trend attesi, i casi di aziende che abbiamo agito sul pack dei propri prodotti in chiave tecnologica, puntando su attività che contassero sull’Intelligenza Artificiale o la virtual reality: un’evoluzione che ha portato in tanti a parlare di Internet of Packaging.
Mr. Day ha scelto di lavorare su questa falsariga, realizzando una confezione che potesse aprire le porte al consumatore di un’esperienza in realtà aumentata, come recita il claim di campagna, “un’esperienza più che reale”.
Attraverso il proprio smartphone e interagendo con il packaging delle merendine Mr. Day attraverso un QR code, l’utente potrà vedersi animare la creatività stampata sulla confezione, in un tripudio di gocce di cioccolato e muffin che popoleranno lo spazio attorno mentre vengono mangiate.
Non finisce qui, però, perché la parte più interessante è quella che riguarda il coinvolgimento dell’utente: la bocca stampigliata sul packaging infatti, dopo aver ingoiato la merendina, passerà sul volto dell’utente cominciando a pronunciare delle frasi tipiche dello slang giovanile e selezionate per l’occasione dagli studenti della Naba.
Un filtro divertente e pronto per esser applicato sui propri contenuti video da condividere su IG e TikTok (con la possibilità quindi di diventare virale). Come dicevamo qualche riga su, un vettore per ampliare la propria reach organica attraverso i propri clienti, che diventano così ambassador di prodotto.
Per lanciare l’iniziativa verranno distribuiti contenuti su IG, TikTok e Twitch, anche grazie al coinvolgimento di alcuni creator di assoluto valore come Favij, Giulia Penna, La Sabri, Surry, Sascha e Stepny dei Mates: d’altronde, se si vuole parlare ai più giovani bisogna farlo anche attraverso chi dai giovani è riconosciuto, no?
Il posizionamento è questione (anche) di linguaggi
Al di là di una technicality crossmediale fresca e coinvolgente, l’attività immaginata da Mr.Day evidenzia come il distinguersi fra le varie proposte commerciali sia un fattore non solo di distribuzione, ma anche di linguaggio.
L’iniziativa di realtà aumentata infatti, al di là del contare su un media mix sapiente dove spicca il coinvolgimento di influencer anche molto famosi, è stata concepita assumendo il punto di vista del target, nel tentativo di parlare come loro e proponendo chiavi di attivazione il più possibile vicine alle loro corde.
Sembra una banalità, ma in un mondo che sta accelerando clamorosamente le evoluzioni comportamentali dei consumatori, identificare un veicolo che sappia da un lato distinguere e dall’altro attivare non è affatto secondario: e saperlo valorizzare impiegando un linguaggio fatto di gestualità e abitudini precise può essere una scelta decisiva nella riuscita di una campagna.
Mr. Day in questo caso ha scelto di puntare, prima che su una creatività di valore, su un modo di comportarsi funzionale al suo target, la Generazione Z.
Funzionerà? I fatti ci diranno di sì o di no, ma a naso non ci sarà da stupirsi di trovare, scorrendo il flow di IG o di TikTok, qualche bocca che ci parla come parlerebbe uno zoomer.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/2_COMPANY_12_2021.jpg10801920Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2021-10-12 11:45:522021-11-16 15:52:38MrDay sceglie di parlare alla GenZ con la realtà aumentata
I brand nel tempo hanno acquisito una comunicazione di livello superiore con il proprio pubblico.
Il flusso comunicativo non è più solo unidirezionale: l’introduzione dei social e di diverse tecnologie ha portato le aziende a interfacciarsi con utenti che sentono la necessità di interagire direttamente con i brand. Esprimere preferenze, abbracciare valori condivisi, compiere azioni in prima persona.
Per un’azienda, comunicare a livello digital è dunque fondamentale per poter raggiungere in modo più diretto il suo pubblico. Le campagne social ottengono facilmente risultati migliori rispetto a quelle tradizionali perché il pubblico è cambiato, è più dinamico e interattivo: parla con il brand, condivide contenuti, instaurando relazioni durature. Ecco perchè è importante l’introduzione del Bonus Pubblicità.
Bonus pubblicità: a cosa serve
Il Bonus Pubblicità è stato introdotto con il decreto numero 90 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 Maggio 2018 ed è un’agevolazione pensata per supportare imprese e professionisti che investono nel campo dell’editoria tv, della radio e della stampa.
Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria ha fatto slittare al 31 ottobre 2021 la scadenza per la domanda di accesso al Bonus Pubblicità per ottenere il 50% del credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari, sia su media cartacei che digitali.
Il bonus è rinnovato per tutte le aziende che vorranno investire da oggi fino al 31 dicembre nei media previsti dal Governo.
Quale miglior momento per investire con il Bonus Pubblicità?
Nuova finestra temporale per l’invio, grazie al requisito dell’incremento nell’investimento effettuato, pari almeno all’1% rispetto all’anno precedente.
Quindi, la detrazione è del 50% dell’importo investito, da usufruire attraverso stampa, quotidiani e magazine online ed emittenti tv e radiofoniche locali e nazionali analogiche o digitali. L’agevolazione è rivolta a imprese, lavoratori autonomi e enti non commerciali.
Chi è interessato al credito d’imposta del 50% dovrà inviare 2 domande distinte:
Nel periodo dal 1° al 31 ottobre 2021, è la “Comunicazione per l’accesso al credito d’imposta” , con la quale vengono indicati i dati degli investimenti già effettuati o che si intendono effettuare nel corso dell’anno;
Dal 1° al 31 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, è la “Dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati” , da utilizzare per l’appunto per indicare che gli investimenti inseriti nella Comunicazione sono stati effettivamente effettuati.
Ma questa non è l’unica novità introdotta: dopo le modifiche previste dalla Legge di Bilancio 2021, che aveva fissato nella misura del 50 per cento il credito d’imposta spettante per gli investimenti sulla stampa, l’articolo 67 comma 10 del decreto legge n. 76/2021 ha uniformato le regole di calcolo anche per gli investimenti su radio e TV.
Il mercato pubblicitario globale ha raggiunto un valore di 647 miliardi di dollari nel 2020 e la spesa per i media di advertising è in continuo aumento: crescerà infatti di 78 miliardi di dollari nel 2021 (+14%) e non si fermerà neppure nel 2022 (+7%).
In particolare, la pubblicità mirata per i dispositivi mobile ha registrato una crescita esponenziale nel corso degli ultimi anni, perché particolarmente efficace nella comunicazione a gruppi specifici di utenti.
Anche in Italia, le stime di crescita suggeriscono l’importanza di investire in advertising e raggiungere con facilità il pubblico, la cui spesa media è in aumento in tutti i settori, grazie alla ripresa globale del PIL.
Un’opportunità per sviluppare un piano di comunicazione su Ninja.it
Ninja.it rientra tra le testate editoriali su cui è possibile investire con il Bonus Pubblicità.
Online dal 2004, Ninja.it non è solo il punto di riferimento italiano dell’innovazione nel marketing e nella comunicazione. Ninja è oggi un editore multimediale specializzato in Branded Content e Branded Journalism che punta a diventare la piattaforma italiana della “digital economy”.
Il sito Ninja.it viene visitato giornalmente da una vasta community di Influencer, Trend setter, Early adopter, in particolare Imprenditori, C-level, Manager di agenzie e aziende, Professionisti del marketing, PR, Giornalisti, Geek e appassionati di digital.
I nostri numeri
+ 1 Milione di pagine viste al mese;
+ 350.000 visitatori unici mensili;
+80 giornalisti, influencer e content creator che compongono la Redazione;
2,6 milioni di audience lorda complessiva (sito e property social);
+176mila fan su Facebook, 104mila follower su LinkedIn, 45mila su Twitter e 42mila su Instagram;
+13 milioni di reach complessiva generata.
Henry Ford una volta disse che “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare tempo”.
Questa volta, risparmiare sulla pubblicità è davvero possibile, ottenendo però ottimi risultati.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/11_OTT_2021.jpg10801920Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2021-10-11 16:12:182021-12-01 15:55:10Bonus Pubblicità 2021: cosa c'è da sapere per investire in un piano media
Da oggi su Instagram i video di IGTV e i video del feed saranno combinati in un unico formato: Instagram Video. Comparirà sul profilo una nuova tab Video, che permetterà agli utenti di scoprire tanti nuovi contenuti in tutta facilità. La nostra community di creator sfrutta moltissimo i video per raccontare le proprie storie, intrattenere e connettersi con il pubblico: per questo vogliamo rendere sempre più semplice creare e scoprire video su Instagram.
Rendere più semplice caricare e scoprire video
I video di IGTV e del feed avranno un unico formato, ma il processo per caricare i video dal proprio rullino foto sarà lo stesso: cliccando sul simbolo + nell’angolo in alto a destra nella home page di Instagram e selezionando “Pubblica”.
Introdurremo anche nuove funzioni per ritagliare i video, nuovi filtri e nuovi tag di persone e luoghi.
I creator continueranno a fare cross-posting dei propri video nelle Storie, e a condividerli tramite direct. L’accesso a tutti i nostri strumenti offre ai creator tante possibilità per raccontare le proprie storie e coinvolgere la community. Le anteprime dei video nel feed saranno ora di 60 secondi, a meno che il video non sia idoneo per le inserzioni: in questo caso, l’anteprima resterà di 15 secondi.
Sono un creator e trovo fantastico che non ci sia più alcuna divisione tra i diversi formati: i video del feed e di IGTV sono semplicemente video. Quando una persona cerca un contenuto da guardare online, non lo seleziona in base alla durata del formato ma in base a cosa la può divertire e intrattenere. Sono contento di non aver più bisogno di navigare tra tante tab diverse per guardare video su Instagram.
Nuove modalità per guardare e analizzare i video
La nuova tab Video sarà la casa di questo formato combinato, e renderà più semplice per gli utenti trovare i contenuti dei creator che amano. Mentre guardano un video su Instagram, le persone possono toccare qualunque punto del video per visualizzarlo a schermo intero; inoltre, hanno sempre la possibilità di scorrere per scoprire nuovi contenuti interessanti.
Per rendere più facile per le aziende e i creator conoscere i risultati dei loro contenuti video, stiamo realizzando una metrica che comprende sia gli insights sui post del feed sia quelli sui video.
Raggiungere nuovi utenti con le inserzioni video
Con Instagram Video, le inserzioni di IGTV si chiameranno inserzioni video in-stream di Instagram. I creator idonei potranno ancora monetizzare i contenuti di lunga durata, e i brand potranno raggiungere il pubblico coinvolgendolo con contenuti lunghi. Le aziende interessate a promuovere i propri video per raggiungere più utenti, potranno pubblicare video non superiori ai 60 secondi.
La tab Video è la nuova casa del visual storytelling. Siamo felici di vedere i creator su Instagram continuare a creare contenuti che ispirino gli altri ad essere creativi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/6_OTT_company.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-10-06 10:16:532021-10-08 14:17:36Instagram unisce video del feed e IGTV in un unico formato
Nella suggestiva cornice di Garage Italia a Milano viene presentato il logo istituzionale della FIGC ideato da Independent Ideas, agenzia creativa di Publicis Groupe. L’immagine della FIGC si rinnova, affiancando allo scudetto un logo moderno e autorevole che raffigura, anche graficamente, il processo di innovazione voluto dal presidente Gabriele Gravina.
In uno dei momenti più felici della storia azzurra, dove i successi sportivi si accompagnano al ritrovato entusiasmo dei tifosi verso la Nazionale, la FIGC si dota di un emblema ispirato da alcuni elementi iconici per rappresentare al meglio l’attività della Federazione in tutto ciò che non è calcio giocato.
Le attività di responsabilità sociale e quelle con i giovani, le relazioni istituzionali e quelle internazionali, con l’obiettivo di esaltare la multidimensionalità del calcio in tutte le sue sfaccettature e per rendere ancor più riconoscibile la Federazione, impegnata nel promuovere una profonda rivoluzione culturale dell’intero movimento. Se il ‘Nuovo Rinascimento’ degli Azzurri ha già prodotto risultati straordinari, adesso è necessario completare le riforme a vantaggio del sistema, radicando, allo stesso tempo, le diverse realtà calcistiche sui territori e nelle rispettive comunità di riferimento.
Afferma il Presidente della FIGC Gabriele Gravina:
La Nazionale vittoriosa sul campo ha una grande squadra che la supporta fuori dal terreno di gioco, contraddistinta dalla stessa passione e dalla medesima professionalità con cui gli Azzurri hanno affrontato le gare dell’Europeo. Oggi diamo a questo team straordinario, e a tutta l’organizzazione federale, un simbolo nuovo in cui riconoscersi, che muove dalla nostra tradizione per proiettare la Federcalcio verso le sfide del futuro. Lavoriamo ogni giorno per una FIGC sempre più moderna, integrata, responsabile e attenta alle esigenze di tutti gli stakeholders, siamo coscienti che lo sviluppo del calcio passi anche attraverso una crescita culturale e valoriale che stiamo promuovendo in tutti i settori del nostro mondo. Desidero ringraziare Lapo Elkann e Independent Ideas per aver interpretato al meglio le motivazioni che contraddistinguono il nostro lavoro.
Con questa scelta la FIGC si allinea ad altre Federazioni europee (ad esempio Belgio, Germania e Spagna) che hanno fatto la stessa scelta, distinguendo il simbolo della maglia da gioco da quello ‘corporate-istituzionale’.
Sottolinea il Presidente della Fondazione Laps e di Independent Ideas Lapo Elkann
Disegnare il logo della FIGC è per me motivo di estremo orgoglio e felicità; da italiano non c’è nulla che può rendermi più fiero. Il mio sentimento è ulteriormente rafforzato perché ciò accade in un momento topico per la Federazione e appena dopo la entusiasmante vittoria degli Azzurri a EURO 2020. Sono onorato e grato al Presidente Gravina per avere scelto il mio team e me per realizzare uno dei loghi più emblematici della nostra amata Italia. Il logo che abbiamo disegnato coniuga la tradizione gloriosa della Federazione con l’innovazione e l’autorevolezza, elementi propri del nostro Paese e dei suoi abitanti.
Il logo
L’estetica dei primi palloni da calcio ha ispirato la forma circolare e le grafiche verticali della nuova veste, con un chiaro e profondo rimando alle origini, rivisitato attraverso l’interpretazione contemporanea di un simbolo.
Nel logo, l’acronimo della Federazione Italiana Giuoco Calcio diventa protagonista, a riaffermare una presenza forte e un lavoro costante della Federazione. I colori richiamano naturalmente quelli della maglia della Nazionale e del tricolore italiano.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1_company_1.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-10-05 12:22:562021-10-06 07:34:45Independent Ideas presenta il nuovo logo istituzionale della FIGC
Instagram, Facebook e WhatsApp non funzionano più.
I malfunzionamenti sono iniziati alle 17.30, fino a rendere inaccessibili le piattaforme di Facebook, WhatsApp e Instagram.
Il fenomeno ha coinvolto Paesi di tutto il mondo e ha costretto l’azienda alle scuse.
We’re aware that some people are having trouble accessing our apps and products. We’re working to get things back to normal as quickly as possible, and we apologize for any inconvenience.
Sotto il tweet dell’account ufficiale dell’azienda fondata da Jack Dorsey, hanno risposto moltissimi grandi brand, dando un cinque virtuale all’unico vero social funzionante. Tra i tanti. anche, McDonald’s, Burger King, Reddit, Warner Bros, Alexa, OnlyFans, Tumblr, KFC e non sono mancati all’appello anche gli account proprio di WhatsApp e Instagram.
Quasi centomila commenti al saluto di Twitter e più di mezzo milione di retweet, più un milione e mezzo di cuoricini a incoronare l’indiscusso re dei social.
Festeggia anche Telegram che, in ogni occasione in cui WhatsApp ha alzato bandiera bianca, ha guadagnato milioni di iscritti in tutto il mondo.
E a un certo punto, alle 21.30 circa, ora italiana, è saltato anche Twitter, forse per la congestione causata dall’afflusso enorme di utenti sulla piattaforma.
Le misteriose ragioni del blocco
Secondo Reuters, Facebook risulta inaccessibile perché gli utenti non vengono indirizzati nel posto giusto dal Domain Name System.
Gli esperti della sicurezza che seguono la situazione hanno dichiarato che l’interruzione è stata probabilmente innescata da un errore di configurazione che ha lasciato le indicazioni per i server di Facebook non disponibili. Potrebbe quindi essere il risultato di un errore interno, anche se il sabotaggio da parte di un insider sarebbe teoricamente possibile.
Facebook intanto non ha fornito alcuna specifica sulla natura del problema o quanti utenti sarebbero stati colpiti dall’interruzione, ma l’ipotesi della cancellazione dai registri DNS è stata confermata anche da Brian Krebs, un esperto di sicurezza informatica.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/FACEBOOK-DOWN.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-10-04 21:58:362021-12-29 15:35:28Instagram, Facebook e WhatsApp non funzionano, blackout totale del Zuckerverse
Lavorare nel Social Media Marketing, oggi, è una sfida sempre più ambiziosa, che richiede competenze trasversali e costantemente aggiornate.
I Social Media sono ormai entrati in una fase matura e il livello di complessità si sta alzando sempre di più. Per portare risultati c’è bisogno di una preparazione continua, tecnica e verticale. La necessità di colmare il gap con persone che facciano upskilling e reskilling ha fatto esplodere la domanda di formazione. Diventa assolutamente necessario alzare il livello delle competenze strategiche e tecniche, di processo e di tool per permettere ai Digital marketer di fare la differenza.
Il Social Media Bootcamp di Ninja Academy
Per questi motivi, Ninja Academy ha lanciato un nuovo ciclo di incontri ancora più specifici e più pratici con alcuni dei migliori esperti di Social Media Marketing in circolazione: un concentrato di competenze Social rivolte a studenti e imprenditori, manager e freelance che hanno la necessità di essere sempre aggiornati ricevendo nuovi input da grandi professionisti del settore.
Il 27 e il 28 settembre i migliori guerrieri Ninja hanno dispensato consigli e illustrato best practice per misurarsi con le proprie competenze attuali nel Social Media Marketing e con quelle da integrare per essere un professionista a 360°.
Ecco cosa abbiamo imparato dall’appuntamento:
Come pianificare strategie social a prova di crisi con Mariano Tredicini, Head of Social Communication & Web Analysis TIM
Come attrarre clienti su LinkedIn con contenuti ingaggianti con Cristiano Carriero, Storyteller & Brand Journalist
Come acquisire contatti con le Lead ADS di Facebook con Veronica Gentili, Facebook Marketing Expert & Influencer
Come sfruttare i Reels per crescere su Instagram con Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia
Come fare lead generation con Telegram con Mario Di Girolamo, Growth Marketer Zero
Come vendere via WhatsApp con il conversational commerce con Alessandra e Maria Rosaria Gallucci, WhatsApp Marketing Expert
Come recuperare la diretta del Social Media Bootcamp
Non hai potuto seguire gli interventi da vivo? Nessun problema! Li ripercorriamo insieme.
Ecco un breve recap delle due giornate, con i video per vedere o rivedere gli interventi integrali:
Day 1
Mariano Tredicini, Head of Social Communication & Web Analysis TIM
Con Mariano Tredicini ci siamo lasciati ispirare dai migliori case study per progettare una Social Media Strategy a prova di crisi, a partire dall’esempio di Tim e della gestione del “caso Dazn”, abbiamo conosciuto i trucchi per una Social Media Policy inattaccabile e i migliori tool e consigli per un’analisi dei dati e dei competitor davvero utile.
Con Cristiano Carriero abbiamo conosciuto i segreti per fare Content Marketing su LinkedIn e realizzare contenuti davvero ingaggianti; abbiamo preso spunto dai migliori case study per creare sia contenuti istituzionali che più emozionali; abbiamo imparato come conquistare autorevolezza con il personal branding e sostenere la mission aziendale anche come membri.
Con Veronica Gentili abbiamo appreso le best practice per realizzare Facebook Lead Ads efficaci e per padroneggiare nuove funzionalità, personalizzazioni e formati specifici; e abbiamo scoperto come si conciliano le attività di acquisizione contatti con la gestione corretta della normativa in materia di privacy.
Day 2
Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia
Grazie a Orazio Spoto abbiamo imparato come sfruttare le potenzialità di uno degli strumenti social oggi più performanti, gli InstagramReels, prendendo spunto da alcuni dei più interessanti case study per far crescere le nostre pagine nonché per vendere prodotti; e abbiamo scoperto in cosa si differenziano gli IG Reels da altri micro contenuti come gli YouTube Shorts e perché gli youtuber li stanno preferendo sempre di più.
Mario Di Girolamo, Growth Marketer Zero
Con Mario Di Girolamo abbiamo capito quali sono i passaggi fondamentali per utilizzare Telegram in modo completamente nuovo, sfruttandolo per fare lead generation e ottenere nuovi clienti; abbiamo visto alcuni dei migliori esempi di acquisizione contatti mediante Telegram, e in particolare con funzioni come AD/POST per traffico alla landing page e attività di conversione e notifiche eventi.
Alessandra e Maria Rosaria Gallucci, WhatsApp Marketing Expert
Con “Le Gallucci” abbiamo appreso alcuni segreti per far crescere il nostro business e aumentare le vendite attraverso WhatsApp; abbiamo esplorato i motivi del successo del conversational commerce, come la ricerca da parte degli utenti di esperienze personalizzate e di risposte rapide ai propri bisogni; e abbiamo attinto spunti preziosi da alcuni dei brand pionieri di questa nuova frontiera dell’online commerce.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/09/social-media-bootcamp-2.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-10-01 14:00:052022-01-21 12:31:05Le competenze che ti servono per lavorare nel Social Media Marketing
Non parliamo del celebre formato che un po’ tutte le grandi piattaforme hanno adottato, rincorrendosi nella copia spudorata da quando Snapchat le ha introdotte, nell’ormai lontano 2013.
Parliamo proprio dell’epopea dei nuovi titani, i colossi del web che stanno dominando l’epoca della comunicazione fatta di bit e caroselli, di post e like.
Molti di noi li utilizzano per lavoro, indirettamente per rimanere in contatto con i colleghi, magari in smart working, o direttamente come strumenti per la promozione aziendale o per attività commerciali.
In ogni caso, siamo talmente abituati a scorrere il feed su Facebook, a “cuoricinare” la foto degli amici al mare, a guardare il video della festa di compleanno sul nostro schermo, che diamo per scontato che questi strumenti siano sempre esistiti.
Invece queste enormi aziende, capaci di polarizzare il tempo di attenzione delle persone a livello globale, da qualche parte hanno iniziato. Alcuni, come leggenda vuole, in sedi provvisorie e spartane (come dimenticare il celebre garage di Apple?); altri sono partiti dalle intuizioni di professionisti già affermati e con grandi successi alle spalle.
Vediamo insieme il percorso che hanno fatto fino ad oggi Instagram, Facebook, YouTube e LinkedIn.
Mentre ancora lavoravano in PayPal, Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim hanno fondato YouTube, stabilendo la prima sede sopra una pizzeria e un ristorante giapponese di San Mateo, California.
L’idea iniziale era di creare un servizio di incontri online, che non ebbe successo pur potendo contare su una piattaforma di caricamento video dalle prestazioni eccezionali.
Grazie al “famigerato incidente” dell’Halftime show di Justin Timberlake e Janet Jackson, i tre si resero conto che il punto di forza poteva essere individuato nelle funzioni di video sharing.
L’idea della nuova società era che i non esperti di computer potessero essere in grado di pubblicare, caricare e visualizzare video in streaming attraverso un browser web utilizzando un’interfaccia semplice e intuitiva.
In definitiva, puntavano alla creazione di una piattaforma di streaming video facile da usare che non avrebbe stressato i nuovi utenti di internet dei primi anni 2000, ancora poco “smanettoni”.
Il primo video di YouTube, intitolato “Me at the zoo“, è stato caricato il 23 aprile 2005, e mostra il co-fondatore Jawed Karim allo zoo di San Diego. Attualmente conta oltre 120 milioni di visualizzazioni e quasi 5 milioni di like.
I finanziamenti e la crescita di YouTube
Nel novembre 2005, la società di venture capital Sequoia Capital ha intravisto le prospettive di crescita del prodotto investendo 3,5 milioni di dollari nell’azienda.
Roelof Botha (un partner della società ed ex direttore finanziario di PayPal) è poi entrato nel consiglio di amministrazione di YouTube e, nell’aprile 2006, Sequoia e Artis Capital Management hanno investito altri 8 milioni di dollari nella società, che aveva già registrato una crescita significativa.
Sei mesi dopo il lancio, il sito ospitava ben oltre due milioni di spettatori al giorno. Nel marzo 2006 contava più di 25 milioni di video caricati e generava circa 20.000 upload al giorno. Durante l’estate dello stesso anno, YouTube era uno dei siti in più rapida crescita sul World Wide Web e registrava più di 65.000 nuovi upload.
L’era della pubblicità nei video
La prima pubblicità mirata è arrivata nel febbraio 2006 sotto forma di annunci video, che erano video a sé stanti e offrivano agli utenti la possibilità di visualizzare contenuti esclusivi cliccando sull’annuncio.
Il primo prodotto di questo tipo fu per lo show della Fox “Prison Break” e apparve esclusivamente sopra i video del canale di Paris Hilton.
Quando gli annunci furono introdotti, nell’agosto 2006, il CEO di YouTube Chad Hurley aveva respinto l’idea di espandersi in aree della pubblicità viste come meno user-friendly. Tuttavia, YouTube ha iniziato a proporre annunci in-video nell’agosto 2007, per introdurre successivamente i preroll nel 2008.
L’arrivo di Google
I crescenti problemi di violazione del copyright e la mancanza di commercializzazione di YouTube portarono infine all’esternalizzazione a favore di Google, che non era riuscita a incidere significativamente sul mercato con la sua piattaforma “Google Video“.
L’acquisizione del 2006 ha dato il via all’ascesa di YouTube verso il titolo di “dominatore globale dei media“, creando un business multimiliardario che ha superato la maggior parte delle emittenti televisive e altri mercati dei media, contribuendo al successo di molti YouTubers.
Nel 2009, Kevin Systrom, un ventisettenne laureato all’Università di Stanford, stava lavorando per Nextstop, una startup di raccomandazioni di viaggio.
Kevin aveva precedentemente lavorato in Google e aveva all’attivo uno stage in Odeo, la società che si sarebbe poi evoluta in Twitter .
Sebbene Systrom non avesse una formazione informatica, ha iniziato a studiare e scrivere codice di notte e nei fine settimana, realizzando la beta di un’app per amanti del Whisky e del Bourbon.
L’app Burbn permetteva agli utenti di fare il check-in e condividere foto e, anche se all’epoca le applicazioni di check-in basate sulla posizione erano molto popolari, la funzione di condivisione delle foto era abbastanza peculiare.
Grazie all’incontro con due venture capitalist di Baseline Ventures e Andreessen Horowitz, Systrom decise di lasciare il suo lavoro in Nextstop e concentrarsi su Burbn: nel giro di due settimane, aveva infatti già raccolto 500.000 dollari in finanziamenti seed.
Il finanziamento iniziale consentì a Systrom di iniziare a costruire un team di persone per sostenere la sua impresa; il primo a unirsi a lui fu il 25enne Mike Krieger, con il quale Kevin decise di concentrarsi principalmente su una cosa: le fotografie scattate specificamente su dispositivi mobile, studiando attentamente le app leader nella categoria della fotografia in quel momento.
Da Burbn a Instagram
L’app Hipstamatic li colpì particolarmente per la possibilità di applicare filtri alle fotografie. Systrom e Krieger hanno visto il potenziale nella costruzione di un’app che collegasse Hipstamatic e una piattaforma di social media come Facebook.
Hanno fatto un passo indietro e hanno spogliato Burbn fino alle sue funzioni basilari di foto, commenti e “mi piace”. Così è nato il nome Instagram, dalla combinazione tra le parole “instant e telegram”.
Per migliorare l’esperienza utente, hanno puntato su un’app minimalista il cui punto forte dovesse essere la semplicità di condivisione. Da lì in poi, è stato un successo continuo: l’applicazione per iOS, lanciata il 6 ottobre 2010, ha raccolto 25.000 utenti in un giorno.
Alla fine della prima settimana, Instagram era stata scaricata 100.000 volte e, a metà dicembre, il numero di utenti aveva raggiunto il milione di iscritti.
L’arrivo di Facebook
Dopo soli due anni, nell’aprile 2012, Facebook ha fatto un’offerta per comprare Instagram al prezzo di 1 miliardo di dollari in contanti e azioni; una disposizione chiave era che la società sarebbe rimasta gestita in modo indipendente.
Mark Zuckerberg ha quindi acquisito la società che è entrata a far parte dell’universo della società di Palo Alto e oggi può contare su un vasto campionario di funzioni e formati: dai più recenti Reels ai video, alle storie, confermandosi come una delle piattaforme sociali più utilizzate al mondo.
LinkedIn, il social network orientato esplicitamente al business, è stato fondato nel dicembre 2002 da Reid Hoffman e dai membri del team fondatore di PayPal e Socialnet.com (Allen Blue, Eric Ly, Jean-Luc Vaillant, Lee Hower, Konstantin Guericke, Stephen Beitzel, David Eves, Ian McNish, Yan Pujante, Chris Saccheri). Il sito web fu poi lanciato nel 2003.
A differenza di altri social network come ad esempio Facebook, che ha un approccio puramente ricreativo, LinkedIn enfatizza le connessioni professionali delle persone.
Gli iscritti creano pagine di profilo che hanno una struttura simile a un curriculum, dove possono riassumere la loro carriera, pubblicizzare le loro skill e rendere pubbliche alcune informazioni rilevanti per gli HR, come l’istruzione e il percorso professionale.
Le connessioni si formano quando un utente accetta l’invito di un altro a unirsi alla sua rete. L’iscrizione è gratuita; tuttavia, è previsto un piano servizio premium che garantisce funzioni più ampliate nella visualizzazione dei profili e nei risultati di ricerca.
All’inizio, la crescita della piattaforma è stata piuttosto lenta, anche se, nel 2003, Sequoia Capital aveva già guidato un investimento di Serie A nella società.
Nel 2005, LinkedIn ha introdotto i servizi che permettevano alle aziende di pubblicare annunci di lavoro e di cercare nella rete potenziali dipendenti.
Oltre a questi servizi professionali, LinkedIn ha introdotto le funzioni pubblicitarie per le aziende, diventando finalmente redditizio nel 2007. Nel febbraio 2008 ha poi lanciato una versione mobile della piattaforma.
A quel punto, LinkedIn poteva contare su più di 15 milioni di membri perfettamente in target, superando i 100 milioni di membri in tutto il mondo nel 2011. L’offerta pubblica iniziale di LinkedIn dello stesso anno ha poi raccolto 353 milioni di dollari.
Le azioni di LinkedIn sono salite fino al 171% nel primo giorno di scambi alla Borsa di New York e hanno chiuso a 94,25 dollari, più del 109% sopra il prezzo di IPO. Poco dopo l’IPO, l’infrastruttura di base del sito è stata rivista per consentire cicli di revisione-rilascio accelerati.
Nel 2011, LinkedIn ha guadagnato 154,6 milioni di dollari solo in entrate pubblicitarie, superando Twitter. Nel quarto trimestre 2011, i guadagni della società sono saliti alle stelle: l’azienda impiegava a quel punto circa 2.100 dipendenti a tempo pieno rispetto ai 500 del 2010.
La svolta con l’acquisto da parte di Microsoft
Nel 2016, LinkedIn è stato acquisito da Microsoft per circa 26 miliardi di dollari. L’anno seguente è cresciuto fino a raggiungere più di 500 milioni di membri in circa 200 paesi del mondo.
Nel 2019 ha lanciato a livello globale la funzione Open for Business che permette ai freelance di essere scoperti sulla piattaforma. LinkedIn Events è stato lanciato nello stesso anno.
Si tratta forse della storia più conosciuta dal grande pubblico: FaceMash, una versione primordiale di Facebook, fu messo online nel 2003.
Mark Zuckerberg aveva scritto il codice mentre frequentava il secondo anno di college e la piattaforma era poco più di una sorta di gioco per gli studenti di Harvard: il sito permetteva ai visitatori di confrontare le foto di due studentesse una accanto all’altra e di decidere quale fosse più attraente.
FaceMesh fu chiuso pochi giorni dopo dall’amministrazione di Harvard e Zuckerberg rischiò l’espulsione con le accuse (poi ritirate) di violazione della sicurezza, violazione del copyright e violazione della privacy.
Nel gennaio 2004, Mark cominciò a scrivere il codice per un nuovo sito web, noto come “TheFacebook”, investendo 1000 dollari insieme a Eduardo Saverin, un altro studente di Harvard che fece lo stesso.
Le prime grane legali
Appena sei giorni dopo il lancio del sito, tre studenti dell’Università di Harvard, Cameron Winklevoss, Tyler Winklevoss e Divya Narendra, accusarono Zuckerberg di averli intenzionalmente ingannati facendogli credere che li avrebbe aiutati a costruire un social network chiamato HarvardConnection.com, ma di aver invece utilizzato la loro idea per costruire un prodotto concorrente. Alla fine, intentarono una causa che si risolse con un risarcimento.
L’inizio della crescita
Nell’estate del 2004, il venture capitalist Peter Thiel ha investito di 500.000 dollari nel social network per il 10,2% della società ed è entrato nel consiglio di amministrazione. Si tratta del primo investimento esterno in Facebook.
L’adesione a TheFacebook era inizialmente limitata agli studenti dell’Università di Harvard. Entro il primo mese, più della metà della popolazione universitaria di Harvard era iscritta al servizio.
Gradualmente, raggiunse la maggior parte delle università degli Stati Uniti e del Canada. Nel giugno 2004, Facebook spostò la sua base operativa a Palo Alto, California eliminando il “The” dal suo nome, dopo aver acquistato il dominio facebook.com nel 2005 per 200.000 dollari.
Nell’aprile 2005, Accel Partners ha investito un capitale di rischio di 12,7 milioni di dollari in un affare che ha fatto raggiungere a Facebook la valutazione di 98 milioni di dollari.
Nel dicembre 2005, la neonata Facebook poteva già contare su 6 milioni di utenti.
La svolta mainstream e il trasferimento in Irlanda
La svolta è arrivata quando Facebook è diventato disponibile per tutte le persone dai 13 anni in su con un indirizzo email valido, il 26 settembre 2006.
Alla fine del 2007, Facebook registrava 100.000 pagine aziendali, che permettevano alle aziende di attirare potenziali clienti e raccontare se stesse. La prima versione del servizio era organizzata come un gruppo, ma presto venne elaborato e diffuso il concetto di pagina aziendale.
Nell’ottobre 2008, Facebook annunciò che avrebbe stabilito la sua sede internazionale a Dublino, in Irlanda.
A febbraio 2011, Facebook è diventato il più grande host di foto online e, a partire da ottobre 2011, oltre 350 milioni di utenti accedevano alla piattaforma attraverso i loro smartphone: ben il 33% di tutto il traffico della compagnia!
L’IPO dell’azienda
Facebook ha presentato un’offerta pubblica iniziale (IPO) il 1º febbraio 2012. Il prospetto preliminare affermava che la società stava cercando di raccogliere 5 miliardi di dollari e il documento annunciava che la società poteva contare su 845 milioni di utenti attivi mensili e il suo sito web presentava 2,7 miliardi di like e commenti giornalieri.
Dopo l’IPO, Zuckerberg ha mantenuto una quota di proprietà del 22% di Facebook con il 57% delle azioni con diritto di voto.
Facebook Lite e Dating
Sulla base dell’aumento del traffico da dispositivi mobile, Facebook ha sviluppato un’altra app per Android chiamata Facebook Lite, che utilizza meno dati e permette l’accesso anche a una grossa fetta della popolazione mondiale che non è servita in modo efficiente dagli operatori di telefonia e internet.
Nel maggio 2018, la società ha anche annunciato il proprio servizio di incontri, chiamato Facebook Dating.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/09/Fabio_Company.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-09-29 13:30:132021-10-07 16:25:02Ecco come sono diventate grandi YouTube, LinkedIn, Facebook e Instagram
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