Secondo un sondaggio condotto per Inspired by Iceland in altri paesi circa il 40% degli intervistati ha riferito di sentire sintomi di stress dovuti a Covid-19.
L’ente per il turismo islandese sta invitando le persone a sfogarsi facendo risuonare le proprie urla con un altoparlante in una zona remota del paese.
Le persone in tutto il mondo hanno trovato modi diversi per alleviare lo stress durante la pandemia di coronavirus. Alcuni hanno provato a correre, a fare giardinaggio, a fare puzzle, a cucinare – ma che dire delle urla?
L’ente per il turismo islandese sta invitando le persone a sfogarsi facendo risuonare le proprie urla con un altoparlante in una zona remota del paese. L’ultima campagna, sviluppata dalle agenzie sorelle SS+K e M&C Saatchi U.K., mostra diverse persone frustrate in situazioni di lockdown, che fissano la TV ma non trovano nulla di buono da guardare, che faticano a completare un puzzle e che si tagliano male i capelli da soli. Mentre ognuno di loro emette un urlo, viene trasportato nella nazione nordica.
Secondo un sondaggio condotto per Inspired by Iceland in altri paesi circa il 40% degli intervistati ha riferito di sentire sintomi di stress dovuti a Covid-19 e il 37% ha dichiarato che la condizione attuale del mondo sta avendo un effetto negativo sul benessere mentale.
Così in sette diverse località in tutto il paese sono stati allestiti sette amplificatori per trasmettere le urla che è possibile registrare da un sito web dedicato all’iniziativa.
Si possono trovare nei pressi della cascata Skógarfoss, nell’Islanda meridionale; sotto il ghiacciaio Snæfellsjökull, nell’Islanda occidentale; sulla spiaggia di Rauðisandur nei fiordi occidentali; e sull’isola di Víðey al largo della costa di Reykjavík. I partecipanti, poi, ricevono un video del loro urlo che viene trasmesso in una delle località.
“Vogliamo attirare l’attenzione dei potenziali turisti sul fatto che è relativamente sicuro viaggiare in Islanda e che qui si può sperimentare una natura bellissima senza folla, cosa che pensiamo la gente cercherà quando l’interesse per i viaggi aumenterà di nuovo”, ha dichiarato il direttore del programma turistico di Promote Iceland, Sigríður Dögg Guðmundsdóttir.
“È importante attirare l’attenzione sui vantaggi dell’Islanda adesso. La gente sogna il momento in cui sarà possibile viaggiare di nuovo e persino pianificare viaggi nel prossimo futuro. Noi vogliamo far parte di questa conversazione”.
Alcuni islandesi si sono rivolti ai social media per esprimere il loro disappunto nei confronti dell’approccio utilizzato dalla campagna, alcuni l’hanno definita sciocca e fuori dal contatto con la realtà islandese. Altri temono che i suoni emessi dagli altoparlanti rovinino la calma e la quiete che rende la natura islandese così attraente, con alcuni che minacciano persino di spegnere semplicemente gli altoparlanti se daranno fastidio.
Un disclaimer della campagna ricorda ai partecipanti che urlare può essere terapeutico, ma è solo “un punto di partenza”. Se si ha bisogno di un sostegno per la salute mentale è indispensabile cercare un aiuto professionale.
Zoë Aston, terapeuta e consulente per la salute mentale, ha offerto in proposito consigli per chi volesse partecipare all’iniziativa e urlare. Alcuni dei suoi consigli includono la scelta del tipo di urlo da usare – volume, parole o respiro – stare in piedi con i piedi alla stessa larghezza dei fianchi, piegare leggermente le ginocchia, rilassare le spalle, urlare spingendo dalla pancia fuori l’aria e seguire il proprio istinto.
CREDITS
SS+K
Partner: Lenny Stern
Executive creative director: Stevie Archer
Managing director, production and operations: John Swartz
Agency and client lead: Amy Frisch
Account director: José Salgado
Agency producer: Craig von Wiederhold
Creative director: Daniel Bremmer
Senior strategist: Elena Claro
Managing director, strategy group: Kevin Skobac
M&C Saatchi UK
Senior copywriter: Camila Gurgel
Senior art director: Ieva Paulina:
Peel
Managing directors: Magnús Magnússon, Egill Thordarson
Designer: Einar Guðmundsson
Animator: Arnar Jónsson
M&C Saatchi TALK (Global PR Hub)
Global managing director: Chris Hides:
Director: Sophie Hayes
Senior associate director: Lauren Hunt-Morgan
Senior account manager: Jade Beaty
Account manager: Maia Quinn
Firefall
Founder, chief technologist: Scott Park
Producer: Nancy Tran
Skot Productions
Directors: Samuel & Gunnar
Executive producer: Hlynur Sigurðsson
Head of production / producer: Birna Paulina Einarsdóttir.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/islanda-campagna.jpg449856Daria D'Acquistohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDaria D'Acquisto2020-07-17 10:44:242020-07-20 17:44:22Hai voglia di urlare? Vieni in Islanda. Ecco l'ultima campagna dell'ente per il turismo
Secondo Twitter, il 53% dei suoi utenti ha maggiori probabilità di essere tra i primi acquirenti di nuovi prodotti.
Utilizzare queste 8 best practice può aiutare le piccole imprese a connettersi con il proprio pubblico, aumentare il seguito e la brand awareness e, in definitiva, a convertire su Twitter.
Tra tutti i social network, Twitter è quello più portentoso. I post sono brevi, la piattaforma è veloce e probabilmente è quella con l’algoritmo più semplice di tutte.
Il suo utilizzo di nicchia ben si sposa con cause come la politica, gli eventi, il giornalismo e gli affari, facendolo risultare tra le piattaforme più complesse da padroneggiare e da implementare a livello strategico.
Ma a quanto pare è proprio questo aspetto a renderlo sfidante per le aziende, specie per quelle più piccole.
Per queste realtà, l’investimento in Twitter Ads ben strutturate sarebbe particolarmente efficace per la loro crescita e performante per il tasso di conversione.
Facebook, Instagram o LinkedIn. Pinterest, Tik Tok o Youtube. Ciascuno di questi social può fare la differenza per un business.
Ma le Ads su Twitter meritano un occhio di riguardo da parte di tutte le piccole imprese che vogliono far crescere i propri affari.
Perciò, se rientri in questa categoria segna queste 8 best practiceper strutturare al meglio le campagne pubblicitarie su Twitter nei prossimi mesi.
Stabilire gli obiettivi
Che sia su Twitter o su altre piattaforme qualsiasi strategia di social media marketing che si rispetti ha come base di partenza la definizione degli obiettivi necessaria a creare contenuti coerenti alla brand identity.
I principali sono:
Aumento del traffico sul sito;
Aumento della brand awareness;
Analisi del sentiment, utile a conoscere cosa pensa il pubblico del brand;
Ottimizzare le conversioni, tracciando le vendite provenienti dai follower attivi della pagina;
Migliorare l’assistenza clienti fornendo tempi di risposta migliori direttamente sul canale.
Ottimizzare il profilo
Una pratica spesso sottovalutata che può creare una forte connessione tra la tua impresa e i potenziali clienti se curata nel dettaglio.
Per procedere occorrerà fare attenzione a questi semplici accorgimenti:
Il nome utente, meglio se identico a quello dell’attività;
Ottimizzazione della bio, con una struttura che chiarisca cosa fai e per chi, quale problema risolvi e in che modo.
Per il nome utente, meglio evitare l’inserimento di numeri o altri caratteri speciali per renderlo unico: sarebbero fuorvianti per chi ti cerca.
Scegliere gli hashtag giusti
Scegliere gli hashtag giusti significa selezionare quelli rilevanti e pertinenti per il tuo settore. Includere questa procedura nella realizzazione delle Twitter Ads aiuta a rafforzare le campagne e ad ottenere dati interessanti su cui lavorare.
Per realizzare un contenuto di qualità non necessariamente occorre auto-produrlo.
Grazie alla presenza del retweet, la content strategy su Twitter può risultare sempre ricca di spunti interessanti: ricondividere articoli utili di terze parti, retwittare feedback positivi dei clienti oltre ai contenuti programmati è una soluzione originale per rafforzare la presenza del brand sulla piattaforma e creare connessioni con il pubblico di riferimento.
Ma attenzione a non abusare di questa pratica se non si vuole ottenere l’effetto contrario a livello di brand identity e a restare fedeli agli interessi reali del target.
Realizzare sondaggi
Uno strumento decisamente strategico se utilizzato nel modo giusto, che vuol dire strutturato per:
conoscere meglio le abitudini del pubblico a cui ti rivolgi;
capire il loro punto di vista.
Facendo leva sugli argomenti di tendenza purché siano attinenti al tuo settore.
Utilizzare CTA che convertono
Fondamentali per supportare le campagne di advertising, ma è bene valutare quelle che convertono di più su Twitter per incentivare all’azione.
Condurre una social audit potrebbe essere una soluzione.
Pianificare i post
Sapere cosa pubblicare e quando sono due fattori imprescindibili per una pianificazione ad hoc dei post. Il passaggio successivo è scegliere a quale tool affidarsi per snellire il flusso.
C’è da dire, inoltre, che Twitter è l’ideale se il real time marketing fa parte della strategia di comunicazione: un tweet in tempo reale sull’argomento di tendenza nel settore renderà la pianificazione sicuramente più accattivante.
Analizzare le prestazioni
Senza numeri nessuna strategia dei contenuti ha senso di esistere.
Analizzare i tweet peggiori o migliori del profilo può aiutare un piccolo business a identificare che tipo di contenuto è apprezzato di più e su quale è bene puntare per una content strategy su Twitter più performante.
Piattaforme come Sprout Social permettono di ottenere informazioni dettagliate sulle prestazioni delle campagne di marketing su Twitter, grazie a report, assistenza clienti, analisi della concorrenza e altro ancora previsti per chi utilizza questo tool.
E ora?
Convertire su Twitter
Seguire queste otto best practice per un piccolo business può rivelarsi vantaggioso in termini di crescita.
D’altronde, è lo stesso Twitter a riportare che il 53% degli utenti attivi su questa piattaforma ha maggiori probabilità di convertirsi in cliente. Perciò vale la pena puntare su questo canale social.
A patto che sia in linea con gli obiettivi che si vogliono raggiungere e la coerenza della brand identity.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2017/11/twitter-mano-fumetto.jpg6751200Monica Marchionnahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMonica Marchionna2020-07-16 17:05:472020-07-20 17:43:498 best practice per piccoli business che vogliono convertire su Twitter
Un contenuto video può arrivare ad incrementare le vendite e la conversion di un prodotto fino al +80%.
Il 50% degli utenti ha dichiarato di aver visto un video di prodotto o di un brand prima di una visita in store.
I video stanno diventando il contenuto più utilizzato per l’eCommerce, e lo strumento su cui diversi brand hanno deciso di scommettere e investire.
Nel corso degli anni, le esperienze create online sono diventate sempre più: veloci, attente alle esigenze del cliente, portando innovazioni affinché i processi siano semplici e intuitivi, sempre più vicini a ciò che ci aspettiamo in un negozio fisico.
L’esigenza crescente dei consumatori è quella però di essere sempre più coinvolti: i dati dimostrano che un video è una tipologia più coinvolgente e preferita dagli utenti.
Circa l’80% di chi naviga su un sito eCommerce predilige i contenuti video, rispetto a immagini di elevata qualità o descrizioni di prodotto; si stima che 1 minuto di video equivale a 1,8 milioni di parole comunicate.
I vantaggi del video Marketing per il tuo eCommerce
I video hanno molteplici vantaggi, ma tre sono principali motivi per cui investire il proprio budget su questi contenuti potrebbe rivelarsi ottimale:
Il 70% dei marketer ha dichiarato che, attraverso l’utilizzo di video, ha visto incrementare il traffico sul sito;
Potresti ottenere un ranking su Google superiore rispetto all’utilizzo di una o più immagini;
Potresti ottenere80% di conversion in più su una landing page, sfruttando il potenziale dei video.
Un contenuto di questo tipo ha dunque un vantaggio superiore rispetto all’utilizzo di immagini statiche e descrizioni, ma tuttavia entrambi sono utili.
È molto importante capire i diversi obiettivi e target che si hanno in mente, una volta deciso quale tipo di contenuto utilizzare.
Immagini e descrizioni, ad esempio, danno un’idea più tecnica del prodotto che stiamo decidendo di vendere. Con un video, invece, si ha la possibilità di mostrare in modo concreto caratteristiche e benefit.
Qual è la tipologia di contenuto più adatta per il tuo business?
Il vantaggio di questo tipo di contenuto è quello di essere molto versatile sia a livello creativo sia come obiettivo di comunicazione.
Ciò che andremo a realizzare deve essere in linea con l’idea che abbiamo: desideriamo che il consumatore colga degli aspetti tecnici o desideriamo che il contenuto sia più di brand e virale?
Nel primo caso quello il video che sceglieremo di realizzare non è necessario che sia di impatto, o emozionale: ma semplice, chiaro e che arrivi dritto al punto.
Immaginiamo ad esempio che il vostro consumatore sia alla ricerca di una calzatura tecnica: il contenuto che si aspetterà di trovare sarà ad esempio un’immagine a 360° del prodotto o la calzatura indossata, per avere un’idea più chiara del fit.
Al contrario invece, qualora volessimo aumentare la brand awareness, il contenuto che andremo a proporre dovrà avere una forte carica emozionale.
Un video di brand può funzionare su una piattaforma eCommerce, e non è destinato solo ai social.
Il segreto però sarà quello di veicolare un solo messaggio di brand o di prodotto, scegliendo a seconda della propria strategia, evitando di inserire molteplici messaggi in un unico contenuto.
Da ultimo, i video possono essere dei validi strumenti per incentivare l’acquisto, da affiancare a strumenti di review dei prodotti. Mentre le recensioni danno un messaggio parziale al consumatore, concentrandosi su un’esperienza molto personale, le video review di prodotto posso rivelarsi molto più utili.
In primo luogo possono mostrare all’utente l’utilizzo in “tempo reale” di un prodotto, lasciando decidere a lui se le caratteristiche possono essere più o meno rilevanti per il suo scopo. In secondo luogo, come per le altre tipologie di video, si possono ottenere dei livelli di attenzione molto più elevati rispetto alla lettura di una recensione scritta.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/01/videomaker-2.jpg552992Harukahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngHaruka2020-07-15 14:13:102020-07-15 14:13:10Video Marketing ed eCommerce per coinvolgere le persone (e convertire)
In un momento storico in cui la questione di Hong Kong è entrata nelle nostre case attraverso le immagini dei TG, si tratta di una news dalle connotazioni chiaramente politiche. Ma non solo.
Anche il marketing, infatti, è fortemente influenzato dal macro-ambiente di un mercato, e quindi anche dalla politica. Perciò, prima di riflettere su quali saranno le conseguenze di questa storia dal nostro punto di vista, facciamo un breve ripasso dei retroscena in senso ampio.
TikTok e Hong Kong: cosa c’è dietro
Hong Kong è una regione amministrativa speciale della Cina. Ciò significa che nonostante la sua riannessione alla Cina nel 1997, Hong Kong di fatto mantiene autonomia decisionale su diversi settori, tra cui l’economia: il fatto che costituisca un porto franco per l’occidente lo si deve proprio a questo.
Non è invece autonoma rispetto alla difesa o alla politica estera (tenetelo a mente per dopo).
Hong Kong insomma è sì Cina, ma è anche qualcos’altro: abitudini, cultura… Persino la lingua parlata è diversa.
Hong Kong vista dall’alto: una New York orientale
L’equilibrio con la Cina non è mai stato facile. Da un anno a Hong Kong si protesta contro una legge sull’estradizione fortemente voluta dal governo centrale, che, in risposta alle rivolte ne ha emanata una nuova in maggio: la Security Law, una sorta di ordinamento sulla libertà di parola che potrebbe mettere a tacere tutti i dissidenti.
Il problema principale di questa legge, e che non è piaciuto alle Big Tech, risiede nella scarsa chiarezza del suo contenuto, che non elencando in maniera precisa ciò che è vietato, permetterebbe a Pechino di controllare e sanzionare i contenuti degli utenti senza troppe restrizioni.
In seguito alla diffusione di maggiori dettagli a proposito nei giorni scorsi, martedì TikTok ha deciso di uscire da Hong Kong, in modo tale da eludere le regole sull’utilizzo dei dati cui altrimenti avrebbe dovuto sottostare.
Ma se TikTok è cinese, perché lo avrebbe dovuto fare?
TikTok: storia breve dell’app
Nata nel 2016 nel bacino tecnologico di ByteDance – un gigante del mondo cinese con le mani in pasta un po’ ovunque – è diventata virale un paio di anni dopo. Se vi ricordate, in quel periodo da noi impazzava Musically, con cui poi Douyin si è fuso creando effettivamente la versione internazionale Tik Tok.
Nel 2019 Tik Tok ha “fatto il botto” in tutto il mondo e anche in Italia, dove, complice il lockdown e la noia dell’audience costretta a casa, ha visto un aumento quasi del 300% tra il marzo 2019 e marzo 2020, passando da 1,8 a 7 milioni di utenti (dati Comscore MMX Multiplatform).
Il fatto è che questo successo internazionale è stato possibile anche perché le due applicazioni sono lievemente diverse.
TikTok o Douyin: gemelli eterozigoti
First things first: Douyin è in cinese e gira su server cinesi con regole cinesi. Come tutte le app in Cina, è soggetto a controlli da parte del governo.
TikTok no: il posizionamento scelto dall’app, per quanto possa suonare incredibile, è diverso. In quanto rivolto a mercati occidentali, la policy è di mantenere una linea sulla privacy simile a quella dei giganti di Facebook & Co.
Tuttavia, ci sono delle similitudini tra i due: entrambi sono basati sulla creazione di brevi video divertenti di massimo 15 secondi e il cui scopo è quello di diventare virali.
Il marketing con Douyin
Douyin è prima di tutto un’app che viene utilizzata dagli utenti per divertirsi, ma è anche un mezzo di marketing. Questa è l’aspetto che interessa alle aziende. Come tanti brand hanno provato recentemente a lanciare challenge o collab su TikTok per diventare virali, la stessa cosa è successa in Cina molto tempo prima.
Le aziende fanno marketing su Douyin, ma attenzione: se ora pensate “ok, voglio aprire il mio canale Douyin per vendere in Cina”, vi stoppo subito. Non è cosa da nulla: per farlo occorre avere un’identità legale in Cina. Dior o tutti i brand che lo usano ne hanno una, per questo vedrete online articoli che parlano della loro strategia.
Tuttavia, voglio anche rassicurarvi: un tempo era così anche per WeChat. Poi Tencent (la casa madre) si è gradualmente aperta all’estero e ora è possibile avere un account aziendale anche se si è un’azienda non cinese e fare marketing verso i mainlanders.
Perché, infine, considerate che fare marketing verso Cina Mainland e Hong Kong non è la stessa cosa: si tratta di target completamente diversi, con diversa lingua, diverse abitudini e mezzi di comunicazione e questo comporta la necessità per l’emittente di rivedere il messaggio in maniera importante.
Se il vostro aim è di conquistare entrambi: good luck, è una bella corsa ad ostacoli ma non impossibile.
TikTok fuori da Hong Kong: e ora?
Ma alla fine della fiera, cosa comporta tutta questa storia per noi markettari?
Non è facilissimo prevederlo ora. TikTok fa parte di quel gigante di ByteDance, è cinese, e sebbene preferiremmo non considerare tutto questo, la sua mossa avrà ripercussioni sugli equilibri tra Cina e Hong Kong.
Potremmo dire, citando Maccio Capatonda, “e a me, che me ne frega a me?” E invece ve ne fregherà, perché da sempre Hong Kong è il nostro punto di contatto commerciale con la Cina e gli scenari che potrebbero delinearsi sono differenti. Visti dal punto di vista macro, non è da escludersi la possibilità che ci siano conseguenze per i paesi e le imprese che si schierano chiaramente a favore di Hong Kong.
Di conseguenza, nel micro e per tutti noi markettari che ad esempio pensavamo di poter fare Ads targettizzati al pubblico di Hong Kong tramite Facebook, questo un giorno potrebbe non essere possibile, perché magari anche Facebook lascerà per sempre il porto. E allora dovremmo ripensare ancora una volta le piattaforme con cui comunicare al target, e come si dice, chi vivrà vedrà.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2019/12/copertina.jpg5121200Cecilia Lorussohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCecilia Lorusso2020-07-13 17:08:042020-07-14 12:08:26TikTok lascia Hong Kong: ecco cosa c'è da sapere se fai marketing
Tra la fine degli anni novanta e primi duemila le celebrities hanno influenzato opinioni e consumi.
L’era dei social ha reso queste persone più accessibili e creato la consapevolezza che le loro azioni possono influenzare i cambiamenti di domani, sociali e culturali.
Celebrities culture: un fenomeno nato agli inizi degli ’80, negli Stati Uniti, grazie al canale musicale MTV ha reso la vita di cantanti e icone pop più glamour, determinando l’inizio l’era del culto dell’immagine.
Durante la fine degli anni novanta e i primi anni duemila, abbiamo assistito ad una crescita continua del mercato delle celebrità, la cui influenza ha toccato tutti gli aspetti della vita televisiva e non.
L’arrivo di internet, e soprattutto dei social media, ha poi amplificato il panorama delle star, determinando l’arrivo delle cosiddette self-made celebrities.
Nuove star che, attraverso la continua esposizione, non solo della propria immagine ma anche delle proprie qualità o idee imprenditoriali, hanno dato il via al fenomeno (e all’industria) degli influencer.
Le star dunque non sono persone solo ricche ma, in particolare per il pubblico americano che ha dato vita a questa “evoluzione pop del divismo”, ma personaggi che hanno ottenuto (e saputo gestire) l’attenzione delle persone influenzandone opinioni e consumi.
Pensiamo solo al settore del fashion, e a come la moda dei primi anni duemila sia stata fortemente influenzata dalle scelte di stile di numerosi cantanti.
Celebrities culture: la fine dell’apparenza
La pandemia non ha risparmiato nessuno dal distacco netto ed improvviso dalla realtà vissuta fino al giorno prima.
E così come ha cambiato i nostri consumi e il nostro modo di vivere, ha reso le vite tutte uguali tra le mure di casa.
Il culto delle celebrità si è sgretolato a poco a poco durante i periodi di lockdown: le persone hanno considerato il modo di agire di tanti loro idoli poco coerente con la realtà.
Diversi personaggi famosi si sono trovati spiazzati, vedendo i loro milioni di fan non apprezzare più la loro immagine, ma anzi reputare le loro azioni offensive e non coerenti con il mondo il reale, nonostante lo #StayPositive o l’#AndraTuttoBene.
Dalla cultura dell’immagine alla cultura dei valori
La domanda è: abbiamo ancora bisogno del mondo di apparenze a cui eravamo abituati prima?
Ad oggi non c’è una risposta corretta: non è pensabile per le star né rimanere in silenzio prima che passi la tempesta, né dare consigli senza agire veramente.
La comunità nell’era dei social non dimentica i fatti e le azioni concrete.
Diversi brand hanno scelto di agire e anche per le celebrità è venuto il momento della cultura del fare.
Fare non vuol dire invitare i propri fan a compiere un azione o a prendere una posizione restando in disparte ma esserci in prima persona. L’era di Internet ha fatto emergere una nuova tendenza: quella del self-made.
“Metterci la faccia”, portare avanti una causa o un ideale non solo per dimostrare di esserci, ma credendo davvero che la loro immagine possa contribuire al cambiamento.
Il fenomeno delle star ha un potere sulla società di grande valore perché può influenzare il pensiero di molti e stimolare un cambiamento; lo sforzo di queste persone dovrebbe spostarsi da un obiettivo solo di consumo, verso uno stimolo nel portare un cambiamento nella società in cui vivono.
Finora un grande esempio in questo senso è stato quello del movimento #MeeToo, che vedeva però coinvolte in prima persona tante celebrità nello scandalo. La partecipazione attiva alla protesta era quindi una scelta con una chiara consequenzialità.
I social media hanno avuto il potere di abbattere un muro invisibile tra le star e noi: possiamo vedere come vivono, possiamo interagire con loro. Allo stesso modo perché il fenomeno muti e sopravviva, anche le celebrities devono esporsi ed essere umane. Combattere in modo genuino per gli ideali, mostrarsi per quello che sono, fragilità comprese.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/Celebrities.jpeg6671000Harukahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngHaruka2020-07-13 13:17:512020-07-15 23:56:16Celebrities Culture: la fine di un'era?
Twitter sta preparando una sorta di servizio in abbonamento per la sua piattaforma e sta reclutando ingegneri per lavorarci. Finora si sa davvero poco sul progetto di subscription, ma il potenziale potrebbe essere straordinario.
In un annuncio di lavoro sul sito di Twitter per ingegneri software senior full-stack si legge che il lavoro riguarda “un nuovo team, nome in codice Gryphon”.
L’annuncio descrive quindi il progetto: “Stiamo costruendo una piattaforma di abbonamento, che potrà essere riutilizzata anche da altri team in futuro. Questa è la prima volta per Twitter! ” L’ingegnere lavorerà con il team di Twitter.com e Payments. La descrizione originale della posizione aperta è poi stata modificata per dire semplicemente che la società è alla ricerca di un “ingegnere Android” e ora non si fa menzione di Gryphon.
Twitter has a new team condenamed “Gryphon” which is building a subscription-based platform at the company….. https://t.co/d2vtKXzexb
Per ora sappiamo quindi che il Team Gryphon lavorerà su una piattaforma di abbonamento che a differenza di qualsiasi altro precedente servizio su TwitteR avrà una meccanismo di pagamento integrato.
Tra le ipotesi sul nuovo servizio di subscription di Twitter vi è una sorta di versione premium del sito. Twitter è principalmente conosciuto come social media che guadagna dall’advertising e dietro questa mossa potrebbe esserci la scelta di capitalizzare con nuove idee in un momento di irritazione generale verso la pubblicità sui social da parte di brand e utenti.
Un’altra possibilità è che Twitter stia lavorando a un servizio di abbonamento simile a Patreon che si rivolge al rapporto tra utenti. Quindi in futuro ci si potrebbe iscrivere a un account Twitter superiore per ricevere un qualche tipo di vantaggio. Non ci sono molte prove a favore di questa ipotesi, eccetto una frase nell’elenco di requisiti su LinkedIn che ricorda tra le priorità per questa figura il desiderio di: “aiutare gli utenti a raggiungere i propri obiettivi”.
Intanto, anche il mercato azionario ha preso atto della possibile novità facendone salire la quotazione: la CNBC riporta che le azioni di Twitter sono saltate dopo che è stata scoperta per la prima volta questa notizia.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/01/twitter-schermata.jpg430800Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-07-13 10:12:562020-07-13 22:48:48Il nuovo progetto segreto di Twitter è una piattaforma in abbonamento
Puntualissime, anche questa settimana, le ultime novità dal mondo dei social che non puoi assolutamente perdere.
Pronto a scoprire cosa ci riserva il fantastico mondo di Facebook, TikTok, LinkedIn & co.? Cominciamo!
I nuovi update per far trovare la tua azienda su WhatsApp
Oltre ad implementare le nuove funzioni Shopping di Facebook e Instagram, Mark Zuckerberg sta rapidamente espandendo la sua strategia eCommerce anche all’interno di WhatsApp.
Prima di tutto, crea il tuo QR code business e inseriscilo sul packaging, le etichette dei prodotti, o i materiali promozionali relativi al tuo business.
Come spiegato da WhatsApp:
“In passato, quando le persone si imbattevano in un’attività che trovavano interessante, dovevano aggiungere il numero WhatsApp ai contatti prima di avviare una chat. Ora, possono semplicemente scansionare il QR code che l’azienda espone sull’insegna, sulla confezione prodotto o sulla ricevuta e contattarla”.
Inoltre, WhatsApp ha aggiunto i link al servizio catalogo, una nuova funzione che ha lo scopo di agevolare la condivisione delle schede prodotto aziendali tra i vari utenti.
“Da ora, per condividere un catalogo o un articolo è sufficiente copiare il link e inviarlo su WhatsApp o su altri social”.
“Le soluzioni pubblicitarie self-service di TikTok offrono ai marketer gli strumenti per attingere ai contenuti creativi della community, raggiungere un nuovo pubblico e ottimizzare gli investimenti attraverso una piattaforma semplice ed intuitiva”.
Se già gestisci campagne pubblicitarie attraverso altri social media, il servizio di self-service TikTok ti sembrerà molto familiare.
Come puoi osservare, le opzioni di creazione delle sponsorizzate, sono sempre le stesse, inclusi campagne e gruppi di annunci, opzioni di targeting, budget e pianificazione, ecc.
A questo si aggiungono gli strumenti creativi automatizzati come i modelli dei video e i tool di auto-editing, tutti processi utili a semplificare la creazione di contenuti personalizzati e rendere le tue campagne più dinamiche attraverso una combinazione di contenuti fissi e video.
Facebook lancia corsi gratuiti dedicati al community management
“Attivando l’opzione, la tua foto profilo verrà aggiornata con una cornice verde denominata #OpenToWork, in modo che chiunque veda il tuo profilo sappia che sei aperto a nuove opportunità di lavoro.
Per aggiungere la cornice #OpenToWork, segui questi tre semplici step.
Clicca sulla tua foto profilo e seleziona l’opzione “Mostra ai recruiter che sei aperto al lavoro”
Inserisci le tue preferenze sulla posizione lavorativa che cerchi e la relativa categoria di appartenenza
Attraverso l’opzione “scegli chi può vedere che cerchi lavoro” decidi chi può visualizzare la tua disponibilità: solo i recruiter o tutta la comunità LinkedIn.
Se non sei interessato a nuove opportunità lavorative, puoi sempre dare una mano agli altri.
Ecco come. Inizia un nuovo post e fai clic sul pulsante “Offri aiuto”posizionato in basso a destra del composer LinkedIn: ti verrà fornito un elenco di opzioni tra cui scegliere in che modo stai cercando di fornire supporto.
#OfferingHelp: aiuto generale, career coaching
#OfferingHelp: referral
#OfferingHelp: revisione curriculum
Di seguito, alcuni esempi concreti di utenti LinkedIn che hanno già usato questa opzione.
La nuova reaction “Support” di LinkedIn
Nello stesso blog post, LinkedIn annuncia il rollout della nuova reaction “Support”, un’ opzione di risposta emoji che offre un ulteriore modo per interagire con i post, in particolare con quelli relativi al COVID-19, per i quali una risposta come “Like” o “Insightful” non sembra davvero appropriata.
Questo update sottolinea ancora una volta quanto le reaction rappresentino un trend in forte ascesa, un mododi comunicaresempre più diffuso che, ovviamente, le varie piattaforme puntano ad implementare.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/social-media-marketing.jpg563939Giulia Migliettahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiulia Miglietta2020-07-11 10:30:262020-08-03 11:28:54Week in Social: dalle nuove funzioni di WhatsApp Business agli annunci su TikTok
L’edizione 2020 di AW LAB IS ME Music Edition, la seconda del contest ideato da AW LAB, è stata la prima nel suo genere totalmente gestita in live streaming.
La partecipazione degli aspiranti artisti ha raggiunto il record, in soli tre mesi, di 5.000 adesioni tra Italia e Spagna, segnando il nuovo orizzonte dei talent show musicali on-line.
Martedì 14 luglio dalle 18.00 alle 19.00 si terrà la finale, ripresa in diretta streaming da un innovativo studio che, grazie ad una particolare scenografia, renderà immersiva l’esperienza dei protagonisti e degli spettatori.
I nove finalisti, di cui 5 ragazze, si sfideranno in diretta dinnanzi ad una giuria d’eccezione composta dagli special guest dell’evento Dani Faiv, Ensi e Low Kidd, dai manager dei top brand internazionali di sneaker adidas, Diadora, Nike, Puma e dal management di Sony Music.
I concorrenti verranno anche giudicati dal pubblico collegato in streaming, una vera e propria giuria popolare che potrà dire la sua tramite un link web che sarà comunicato in diretta, incidendo sul risultato finale.
Oltre al premio principale, si concorrerà per il Premio #PLAYWITHSTYLE, che
consentirà al pubblico di votare il miglior video tra tutti i partecipanti al contest, e per la nuova categoria #LOUDER, nata dall’iniziativa promossa da AW LAB durante il Pride.
Il vincitore di AW LAB IS ME Music Edition 2020 coronerà il sogno di produrre il proprio singolo grazie all’art direction di Low Kidd, di poterlo distribuire con il supporto di SONY MUSIC e promuoverlo insieme ad AW LAB che si occuperà della produzione del video clip.
Ecco i nomi di tutti i ragazzi che si sfideranno il 14 luglio: Malalingua, Cleo, Matteo Sica, Adrianaiè, Gabriel Jonah, Giordana Petralia, Rosie Neko, Zangel e Aroxa.
Questi ultimi in collegamento dalla Spagna. I loro singoli sono già ascoltabili su Spotify nella playlist IS ME targata Sony.
Per seguire la finale in diretta basta collegarsi alla pagina Instagram di AW LAB @awlab
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/aw-lab-contest-music.jpg526937Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2020-07-10 12:22:442020-07-10 12:22:44AW LAB annuncia la finale del contest IS ME Music Edition
Oltre il 97% delle ricerche più popolari su Pinterest non contiene riferimenti a brand.
Pinterest è un’app di scoperta visiva e ogni mese viene usato da circa 400 milioni di persone in tutto il mondo per trovare idee su moda, bellezza, ricette, arredamento e molto altro.
Dalla creazione del profilo business alla strategia, ecco alcuni consigli direttamente da Pinterest.
In questo momento storico in cui il mondo si prepara a ripartire e le persone si adattano a nuove abitudini, fare progetti per il futuro ha tutto un altro sapore.
Oggi più che mai c’è bisogno di ispirazione e anche i social possono dare un contributo significativo in tal senso.
Pinterest è un’app di scoperta visiva e ogni mese viene usato da circa 400 milioni di persone in tutto il mondo per trovare idee su moda, bellezza, ricette, arredamento e molto altro.
Le persone salvano i Pin, una sorta di segnalibri visivi, sulle bacheche che hanno creato. I Pin rimandano ai siti web e agli shop online delle aziende. Gli utenti possono salvare le idee che ritengono interessanti dai siti web oppure direttamente da Pinterest, se le scoprono seguendo altri profili, effettuando ricerche o tramite i suggerimenti.
Le persone usano la piattaforma per fare progetti, di conseguenza sono alla ricerca di nuove idee e vogliono prendere in considerazione la prossima cosa da fare o da acquistare. Dall’altro lato, le aziende hanno la possibilità di raggiungere queste persone esattamente quando stanno decidendo quali prodotti o servizi provare.
In Italia sono ancora molti i brand che non conoscono Pinterest come strumento di interazione con i consumatori. Adrien Boyer, Country Manager per l’Europa meridionale di Pinterest, ci racconta qualcosa in più sulla piattaforma e fornisce qualche consiglio ai brand che vogliono iniziare a progettare una strategia sul social.
Da dove partire per sbarcare su Pinterest con la tua azienda
Il primo step è creare un profilo business su Pinterest. La registrazione è gratuita e dà accesso a Pinterest Analytics e ad altri strumenti con cui potete consolidare la vostra presenza sulla piattaforma.
Le persone arrivano su Pinterest per trovare idee per il guardaroba, per la casa, per le ferie e anche per i regali da acquistare. Dal canto loro, i brand le aspettano a braccia aperte, quindi su Pinterest si crea una sorta di corrispondenza del tutto naturale tra utenti e aziende.
Oltre il 97% delle ricerche più popolari su Pinterest non contiene riferimenti a brand, il che significa che le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, hanno buone probabilità di essere scoperte. E, dato che su Pinterest c’è una disposizione mentale all’acquisto che si manifesta anticipatamente rispetto agli altri canali, le aziende possono essere trovate da persone che ancora non sanno esattamente cosa stanno cercando ma che sono aperte a provare nuovi brand.
Come ottimizzare il profilo business
È importante osservare come la naturale evoluzione del viaggio di scoperta dell’utente, dall’ispirazione alla pianificazione fino all’azione, vada di pari passo con l’intero percorso di acquisto. Le aziende possono fare la propria parte dando particolare rilievo a ciascuno di questi passaggi.
Ecco quattro consigli su come sfruttare al massimo il potenziale di Pinterest per raggiungere un pubblico ispirato:
1. Installa il pulsante Salva
Una volta aggiunto il pulsante Salva sul sito web, per i visitatori è semplicissimo salvare le vostre immagini su Pinterest. Così facendo, dimostrano interesse verso il brand e, per di più, i vostri contenuti vengono visti anche da altri utenti. Puoi anche collegare il feed RSS al tuo account business per generare automaticamente dei Pin a partire dai contenuti del sito.
2. Inizia a salvare i Pin
Suggeriamo di creare ogni settimana nuovi Pin che rimandino al tuo sito web. In questo modo i follower avranno più occasioni di interagire con i vostri contenuti e aumenterà la copertura organica. Puoi programmare la pubblicazione dei Pin con un anticipo di due settimane. Inoltre, per facilitare ulteriormente la creazione dei Pin, gli strumenti creativi , tra le altre cose, consentono di scegliere rapporti d’aspetto predefiniti per le immagini, ritagliare e aggiungere testi e loghi. Per avere successo sulla piattaforma, i Pin devono essere ad alta risoluzione e di ottima qualità. Le immagini troppo cariche e disordinate non fanno presa sul pubblico. I Pin video offrono agli utenti contenuti utili e che invitano all’azione, per questo sono un formato particolarmente efficace per aumentare le interazioni. Se disponi di un catalogo aziendale, puoi caricare tutti i tuoi prodotti con Cataloghi e trasformarli in Pin prodotto dinamici che includono informazioni aggiornate sul prezzo e sulla disponibilità, oltre a una descrizione tratta dal vostro sito web. Gli utenti sapranno quindi che i tuoi articoli si possono acquistare.
3. Fai leva sulle metriche di Pinterest
Le visualizzazioni mensili indicano il numero di persone che hanno visto i tuoi Pin negli ultimi 30 giorni. Questo numero comprende tutti i Pin che salvi su Pinterest, ma anche tutti i Pin provenienti dai tuoi siti web e account verificati che sono stati salvati dagli utenti. Viene calcolato su un periodo di 30 giorni, quindi è quotidianamente soggetto a fluttuazioni a seconda delle prestazioni dei Pin. Le statistiche dei Pin sono un modo semplice e immediato per scoprire come stanno andando i vostri contenuti in termini di impression, primi piani, click e salvataggi e su quali bacheche vengono salvati.
Promuovi i tuoi prodotti o servizi: su Pinterest gli annunci vengono considerati utili e possono aiutare gli utenti a passare dalla semplice ispirazione a un’azione concreta. Dato che gli annunci hanno lo stesso aspetto e lo stesso funzionamento dei Pin standard e si mescolano con i contenuti organici, rappresentano un valore aggiunto nell’esperienza dell’utente, senza mai risultare invadenti. Vuoi essere una fonte di ispirazione per i milioni di persone che stanno cercando idee creative?
4. Crea inserzioni su Pinterest
Hai la possibilità di raggiungere in modo diretto e targettizzato i potenziali clienti. Per iniziare, puoi visitare la pagina dedicata.
Le migliori strategie per ottenere il massimo da Pinterest
Quando si inizia a conoscere Pinterest, ci si rende subito conto che non è una piattaforma come le altre. Su Pinterest le persone sono pronte e intenzionate a fare acquisti e a conoscere nuovi brand ed è proprio questa marcata intenzione all’acquisto a rendere la nostra piattaforma così unica.
Quindi se, come brand, vuoi sfruttarne tutte le potenzialità, è importante capire in cosa si differenzia dagli altri social.
Gli utenti fanno progetti per le proprie vite, non cercano di instaurare relazioni con gli altri. Come già detto, sono intenzionati a comprare da nuove aziende ed è grazie a questa forte motivazione che la piattaforma non ha paragoni. Sostanzialmente, Pinterest mette in collegamento i retailer con consumatori che sono pronti a scoprire cose nuove, guidati da una spiccata intenzione all’acquisto e al tempo stesso indecisi su quale brand scegliere.
Mentre gli altri canali social vengono usati per motivi di intrattenimento e per mantenere delle relazioni, le persone usano Pinterest per essere produttive. Infatti, l’84% degli utenti settimanali usa Pinterest quando sta valutando dei prodotti o servizi da comprare ma non sa bene quali.
Il suggerimento è quello di curare le descrizioni dei Pin, che dovrebbero contenere parole chiave importanti e pertinenti. Per aiutare gli utenti a scoprire i tuoi prodotti, puoi anche aggiungere degli hashtag che abbiano attinenza con l’argomento. Dividere le bacheche in categorie è un altro valido stratagemma per ottimizzare la ricerca su Pinterest. Assicurati che i titoli delle bacheche siano precisi, pertinenti e che contengano parole chiave efficaci.
Infine, i brand dovrebbero considerare l’idea di promuovere i propri contenuti con gli annunci di Pinterest. Usando il nuovo tasto Promuovi, vedrai quando crei un Pin o lo visualizzi nel tuo profilo. Bastano appena nove secondi per configurare un annuncio. Puoi anche crearlo al volo con gli strumenti per gli annunci per i dispositivi mobili. Con questa funzionalità potrai comodamente creare e gestire campagne di annunci su Pinterest direttamente dal palmo di una mano. Una volta lanciata la campagna, potrai consolidare la brand awareness e raggiungere nuovi clienti rispettando il budget stabilito.
I possibili obiettivi di marketing
Pinterest viene spesso erroneamente scambiato per un social network ma sarebbe più giusto definirlo un “personal network”. Pinterest può contribuire in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi aziendali e in termini di prestazioni perché i suoi utenti ricorrono alla piattaforma per trovare ispirazione e compiere azioni, come l’acquisto di un prodotto in un negozio o in un sito di eCommerce.
Il successo di un brand su Pinterest non viene decretato dal numero di follower, come avviene nelle altre piattaforme, perché i contenuti arrivano agli utenti in tanti modi diversi e non vengono proposti solo a chi segue un profilo specifico. Una misurazione più attendibile è invece il numero di visualizzazioni su Pinterest, che di solito è dalle 50 alle 100 volte più alto di quello dei follower.
Per esempio, Leroy Merlin Italia ha più di 17mila follower ma registra oltre 4,1 milioni di visualizzazioni mensili.
Per attivare la tua presenza sulla piattaforma, si inizia con il mostrare i contenuti ai follower, ma poi entrano in gioco gli algoritmi, che li propongono anche ai non follower. Su Pinterest, ci sono svariati modi per essere trovati. Per esempio, ogni giorno la piattaforma fornisce miliardi di suggerimenti personalizzati su sezioni come il feed e i Pin correlati, il che va ben oltre la base di follower. Pinterest è un motore di scoperta visiva di idee, ma anche di brand.
Ogni mese vengono effettuate miliardi di ricerche su Pinterest e le aziende hanno l’opportunità più unica che rara di ispirare i consumatori nelle fasi iniziali del processo decisionale, guidandoli verso la realizzazione dei propri progetti e trasformandoli in potenziali clienti.
I casi di successo
Un aspetto interessante da considerare è che ogni giorno in Italia vengono salvate 3 milioni di idee, ossia Pin. Questo numero dimostra come le persone non si limitino ad aprire l’app e a scorrerne i contenuti. Infatti, cercano stili e prodotti, scoprono dove acquistare un articolo particolare presente in un Pin e, infine, compiono delle azioni offline per dare vita alla propria idea. Moda, cibo, casa e bellezza sono solo alcune delle categorie più popolari.
In Italia stanno già usando la piattaforma brand come IKEA, Leroy Merlin, ClioMakeUp, Armani, Abiby e Danone Activia, che stanno osservando ottimi risultati grazie a strategie che favoriscono la scoperta e incrementando le vendite con una combinazione di esperienze online e presso il punto vendita.
Danone Activia, ad esempio, ha scelto Pinterest per raggiungere un pubblico più giovane e aumentare l’awareness dei suoi nuovi prodotti.
Con una campagna di annunci su Pinterest, Activia ha promosso i prodotti Shake & Go per raggiungere millennial attenti alla salute, che stavano cercando attivamente nuovi cibi sani e genuini. Il targeting di Activia era basato sugli interessi e su parole chiave specifiche usate dagli utenti e puntava alle persone interessate a scoprire nuove idee su argomenti come cibo, nutrizione, alimentazione, smoothie, colazione e salute. Combinando contenuti creativi con il giusto target, Activia è riuscita ad ampliare la propria copertura e a interagire con i millennial come non aveva mai fatto, registrando un tasso di click superiore dell’11% rispetto agli altri canali. Inoltre, il costo per click su Pinterest è stato inferiore a quello di qualsiasi altro media utilizzato per la campagna.
Con oltre 19 milioni di visitatori unici mensili in Italia, secondo i dati di Audiweb, Pinterest è un luogo di grande valore per le aziende che vogliono accrescere la propria copertura e generare più traffico verso i siti web.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/pinterest-per-aziende.jpg574691Pinteresthttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngPinterest2020-07-10 10:55:412020-07-13 22:47:47Da dove cominciare per portare la tua azienda su Pinterest
Qualsiasi azienda ha il potenziale per essere un love brand. A insegnarlo è la storia dei brand più amati al mondo, che ogni anno vengono censiti da Talkwalker.
Attraverso la forza del social listening, anche quest’anno sono stati individuati i 50 brand più amati, ma non solo. Il dato più interessante per te, infatti è scoprire come riescono ad essere amati, per imitarne le strategie.
Engagement vs sentiment
Per prima cosa, il report guarda l’engagement e il sentiment generali.
Engagement
Valuta tutte le menzioni del brand, come, per esempio, like, commenti e condivisioni sui social media, reazioni a notizie, interazioni su forum e blog, ecc.
Sentiment
Il sentiment rappresenta le reazioni delle persone a tali menzioni. Utilizzando l’IA proprietaria di Talkwalker, sono state distinte menzioni positive e negative, analizzando il linguaggio, il contenuto e il contesto di ognuna di esse.
La tendenza per tutti questi marchi è chiara. Più aumenta l’engagement, ovvero più persone reagiscono al brand, più diminuisce il sentiment generale, con una maggiore tendenza a interazioni negative. Su 25 grandi marchi mondiali con oltre 100 milioni di engagement, nessuno presenta un net sentiment superiore al 75%.
Più visibile diventa il brand, più aumenta la probabilità di critiche. Non si può accontentare sempre tutti e un aumento della clientela rende più impegnativo soddisfare tutte le aspettative dei clienti.
Per questo bisogna monitorare costantemente il sentiment del brand per capire esattamente come il pubblico ne parla.
Infatti, se alla crescita della tua attività potrebbe corrispondere un leggero calo di sentiment, un calo drastico o improvviso di solito segnala una crisi. E questo richiede una gestione della crisi.
Engagement rate
L’engagement rate, ovvero il tasso di coinvolgimento, ti aiuta a confrontare il tuo brand con la concorrenza.
Con molti post potresti ottenere un coinvolgimento totale. Ma un competitor potrebbe ottenere lo stesso coinvolgimento con meno post, ottenendo di più in proporzione al suo tempo e ai suoi sforzi.
Il tasso di coinvolgimento equivale quindi al coinvolgimento totale diviso per il totale delle menzioni. Più alto è il numero, meglio è.
In genere il sentiment diminuisce con l’aumentare del tasso di coinvolgimento.
Un ottimo tasso di coinvolgimento aiuta a diffondere i tuoi contenuti tra più persone, condividendo il tuo messaggio con un pubblico più ampio. Confrontando il tasso di coinvolgimento con il sentiment, possiamo notare un altro calo nel tempo.
Complessivamente, per tutti i marchi analizzati, la media di net sentiment è del 61,5% e il tasso medio di coinvolgimento è pari a 8,32.
La viralità, insomma, aiuta a far arrivare i tuoi contenuti a più persone, ma ti espone anche a un rischio maggiore, rendendoti più suscettibile a commenti o risposte negative.
Monitora costantemente il tuo contenuto virale e rispondi rapidamente ai detrattori per evitare ritorsioni indesiderate.
I KPI di marketing per ogni settore
Brand Love Storyha preso in considerazione i KPI di svariati settori, allo scopo di aiutare i team di marketing nel benchmarking sui social media.
Per ognuno è stato tracciato un grafico con tassi di coinvolgimento e sentiment drel brand.
Ne abbiamo analizzati nel dettaglio cinque, per scoprire quali sentiment e coinvolgimento li caretterizzano.
1. Automotive
Sentiment medio – 59,9%
Tasso medio di coinvolgimento – 7,75
Con 30 marchi automobilistici analizzati, il settore è abbastanza simile alle medie globali. Spesso, i post aspirazionali delle auto più recenti aiutano a stimolare sentiment e coinvolgimento. Ma alcune crisi abbattutasi su diversi brand automobilistici hanno fatto crollare il sentiment generale.
Il coinvolgimento automobilistico è complesso. In buona misura è legato alle immagini mozzafiato di auto (e stile di vita) che i brand offrono. Eppure altri consumatori vogliono contenuti di maggiore valore, guidati da confronti e cifre efficienti.
2. Moda e bellezza
Sentiment medio – 66,5%
Tasso medio di coinvolgimento – 6,63
L’industria della moda e della bellezza, con 67 marchi analizzati, è in controtendenza, con una crescita parallela di net sentiment e tasso di coinvolgimento. Il sentiment è alto, grazie all’attrazione esercitata dagli abiti e dai contenuti coinvolgenti sui social media. Non c’è da stupirsi che così tanti marchi del settore siano entrati nella nostra top 50.
La parola d’ordine è aspirazione. I tuoi social media non sono lì solo per promuovere un marchio ma uno stile di vita. Concentrandoti su questo aspetto, susciterai un sentiment più alto, mentre le conversazioni significative con la tua comunità contribuiranno ad aumentare il coinvolgimento.
3. Retail
Sentiment medio – 54,8%
Tasso medio di coinvolgimento – 10,20
I 50 brand del settore retail inclusi nel report, spesso si impegnano nella promozione di prodotti alimentari, andando verso un modello come questo, con un alto coinvolgimento, ma con un sentiment più basso. Il sentiment è ridotto anche dai problemi del servizio al cliente, inevitabili quando si ha a che fare con un’ampia fetta del pubblico.
Non concentrarti solo sui prodotti che vendi. Presta attenzione alla tua community e genera contenuti di marca che affrontino i suoi problemi, per costruire sentiment positivo attorno al tuo brand.
4. Servizi professionali
Sentiment medio – 75,0%
Tasso medio di coinvolgimento – 4,56
I 20 servizi professionali esaminati, con una gamma di servizi e soluzioni per le imprese, hanno una posizione simile a quella del settore manifatturiero. Si rivolgono a un pubblico specifico per creare sentiment ma in cambio ricevono un coinvolgimento limitato.
Anche in questo caso, non pensare che il tuo pubblico sia troppo di nicchia. Si è connesso a te per un motivo, quindi massimizza le tue intuizioni riguardo ai clienti per assicurarti di creare contenuti rilevanti e coinvolgenti.
5. eCommerce
Sentiment medio – 61,6%
Tasso medio di coinvolgimento – 6,65
Tra gli 11 brand di eCommerce uno si è distinto in modo significativo, con livelli di coinvolgimento leader nel settore. Ciò ha portato il tasso medio di coinvolgimento dell’eCommerce a livelli altrimenti difficili da raggiungere. Questo perché nelle conversazioni di settore le persone si sono concentrate più sul prodotto che sul venditore. Il sentiment generale è abbastanza forte, in quanto le persone sostengono le aziende che soddisfano le loro esigenze di consumo (spesso a prezzi incomparabili).
Concentrarsi su prodotti a breve termine farà aumentare le vendite ma non ti aiuterà a costruire il tuo brand. Integra i contenuti del marchio nella tua strategia per contribuire a costruire lealtà e sentiment generale.
Come costruire il brand love
La prossima volta che pianifichi la tua strategia di marketing, con tutti i KPI importanti per il tuo social listening, dai un’occhiata anche a come sta andando il tuo settore.
Imparare gli aspetti positivi e negativi che ogni industry deve affrontare, contribuirà a dare forma a tutte le tue campagne di marketing per costruire rapporti più forti con i consumatori e di conseguenza anche il brand love.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/07/love-brand-3.jpg582903Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2020-07-08 15:30:192020-07-08 17:30:12Quali sono i KPI di marketing per misurare il tuo brand love
Vuoi fare Carriera nel Digital Business?
+100.000 professionisti e 500 grandi aziende hanno incrementato i loro Affari grazie a Ninja.
Non aspettare, entra subito e gratis nella Ninja Tribe per avere Daily Brief, Free Masterclass e l’accesso alla community di professionisti.