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5 competenze che devi avere se vuoi fare Digital PR

  • Fare Digital PR significa avere competenze digitali diffuse in un’ottica T-shaped.
  • Nella cassetta degli attrezzi dello specialista di Digital PR non possono mancare conoscenze su social media, influencer marketing, SEO, media relations online e web reputation.
  • Le Digital PR hanno radici nelle PR tradizionali ma sono proiettate verso scenari digitali complessi.

 

Vi dò subito una buona notizia: le PR non sono morte, anzi.
Si stanno soltanto evolvendo, contaminandosi sempre di più con aree contingenti con cui iniziano sempre di più a condividere il budget di marketing delle aziende. In particolare, quando parliamo di media digitali, il nome giusto è Digital PR – cioè l’insieme di tutte le attività volte a raccontarsi ai propri stakeholder attraverso di essi.

Una figura che da tempo è tra le più richieste delle aziende, ma che come abbiamo visto diventerà sempre più fondamentale.

Ma come si diventa specialista di Digital PR? Quali sono le competenze principali?

Innanzitutto è importante tenere presente che si tratta di una professione che ha un’anima strategica, perché deve essere in grado di tenere le fila di tutte le attività di relazione facendole funzionare in sincronia. Un lavoro di coordinamento e dunque spesso manageriale in cui però, molte volte, il professionista delle Digital PR deve essere in grado di dare un contributo specialistico. SEO, social, analisi dei dati, media relations: la parola chiave è T-shaped. Cosa significa? La parte superiore della T si riferisce alla capacità di collaborare con esperti di altre discipline e alla volontà di utilizzare le conoscenze acquisite da questa collaborazione, mentre la barra verticale della T si riferisce alla conoscenza e all’esperienza in un particolare settore.

Non c’è più una divisione netta tra aree – e sebbene sia necessario portare valore con una specializzazione precisa, bisogna aver dimestichezza con tutti gli strumenti strategici a disposizione per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Vediamo quindi cosa non può mancare nella cassetta degli attrezzi del 2020 per il Digital PR Specialist.

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Social Media Marketing

I social media continuano ad essere un asset di comunicazione fondamentale e il modo in cui i brand interagiscono con la loro audience continuerà ad evolversi. I paid media, gli earned media, e gli shared Media e gli owned media sono i tutti i canali a disposizione del professionista delle Digital PR secondo il PESO model – e i social offrono possibilità incredibili in tutti e quattro i sensi.

È fondamentale dunque conoscere le dinamiche e i paradigmi dei principali social network (Facebook, Instagram, Linkedin, Twitter, TikTok) per sviluppare dei contenuti efficaci per il tipo di audience verso cui i messaggi sono diretti. Saper impostare un piano editoriale, capire quali sono i formati più ingaggianti e che Tone of Voice usare, ma anche avvicinare gli utenti al brand con gli User Generated Content: queste e altre competenze non possono più mancare a chiunque si occupi di comunicazione nel 2020.

Con il crollo della reach organica è inoltre sempre più importante capire come raggiungere le persone attraverso l’advertising. Sapere, in primis, come funziona l’ecosistema pubblicitario di Facebook – come impostare le campagne nel modo corretto, come intercettare le persone giuste e come misurare i risultati delle attività attraverso l’analisi dei dati.

In un periodo di incertezza come quello attuale le pagine e i profili social dei brand costituiscono il punto di riferimento principale per costruire relazioni con le persone (e dunque il canale principale attraverso il quale comunicare i key message).

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Influencer Marketing

Sempre rimanendo nell’ecosistema social, è ormai scontato parlare dell’importanza degli influencer.
Basti pensare alla crescita del loro ruolo sociale sempre più riconosciuto durante il lockdown: in una recente ricerca dell’Osservatorio Influencer Marketing è emerso che il 52% degli intervistati ha eseguito un’azione proposta da un influencer. Fondamentale è stato il loro ruolo anche per le donazioni, per le quali la ricerca afferma che la capacità di attivazione è aumentata del +14% rispetto ai mesi precedenti.

Usare l’influencer marketing della propria strategia di PR è dunque sempre più importante, ma potrebbe rivelarsi anche un boomerang. Un caso recente è per esempio quello tra Zweb Tv e Andrea Pinna: l’influencer era tra gli oltre 16 ambassador che la nuova social tv ha ingaggiato per i suoi contenuti, ma la collaborazione si è interrotta a seguito della pubblicazione da parte di lui di un meme razzista che aveva come protagonista George Floyd.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

ZwebTv ha appreso con stupore della storia pubblicata (e poi rimossa) dal profilo Instagram personale di Andrea Pinna in merito alla terribile vicenda accaduta a George Floyd. A seguito di questa vicenda ZwebTv ha deciso di interrompere immediatamente ogni collaborazione con Andrea Pinna, trattandosi di un evento incompatibile con i principi aziendali, etici e morali di ZwebTv, e dal quale dunque ci dissociamo totalmente. Vogliamo creare una Community in cui ognuno possa riconoscersi, una Community guidata da giovani Talent che sostengono i principi fondamentali delle persone e che siano d’esempio per tutti. Anche se la storia è stata pubblicata da Andrea Pinna sul suo profilo personale, e non costituisce un contenuto prodotto per l’azienda, ZwebTv ha deciso comunque di dare un segnale concreto, cogliendo l’occasione di questo sgradevole evento per offrire un contributo alla raccolta fondi a supporto delle spese legali della famiglia Floyd tramite GoFundMe. Non tolleriamo episodi di razzismo e discriminazione. #blacklivesmatter

Un post condiviso da ZWeb Tv (@zweb.tv) in data: 20 Giu 2020 alle ore 10:19 PDT

 

La scelta della persona giusta per promuovere il brand e trasmettere i nostri messaggi non può più solo basarsi sul numero di followers. Lo specialista delle Digital PR deve essere in grado di destreggiarsi nella giungla dei profili su Instagram (ma anche su Facebook, Twitter, TikTok) per trovare gli influencer giusti più adatti per la comunicazione strategica e più aderenti con i valori del brand. Ma non solo: deve essere bravo a creare, gestire e curare le relazioni per generare progetti di valore per le aziende.

Media Relation online

La prima delle attività di PR a trasformarsi è stata quella delle media relation: con l’avvento dell’editoria digitale ha dovuto confrontarsi con nuovi paradigmi di comunicazione e notiziabilità, cambiando il modo in cui l’ufficio stampa tradizionale era abituato a muoversi.

Per questo motivo quando si parla di Digital PR si tende a identificare il tutto con questa parte, che però costituisce solo una delle leve di cui disponiamo per raggiungere gli obiettivi strategici.

Sapersi relazionare con i media e diffondere i key message attraverso di essi resta comunque una delle attività più importanti, anche nel 2020.
I consumatori sono infatti ancora molto influenzati dalle informazioni di una fonte terza e imparziale e – sebbene le attività di marketing diano un impulso forte all’awareness – in molti casi al momento di prendere decisioni di acquisto si fideranno molto di più di giornalisti e blogger.

Inoltre le media relation permettono di aumentare la credibilità del brand e di conferirgli autorevolezza nel settore, incentivando la fiducia delle persone e quindi i risultati di business.

In termini di crescita spesso questa attività può dare un boost molto importante anche in una fase iniziale, allargando la audience ad un ritmo molto più veloce di quanto sarebbero in grado di fare i soli owned media dell’azienda.

Un altro aspetto fondamentale delle Digital PR con i media è la loro sostenibilità. In tutti quei momenti in cui la sola pianificazione dei contenuti non sarà sufficiente, saranno le relazioni solide e di valore con giornalisti e blogger a fare la differenza – e a salvare la strategia di comunicazione.

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marketing digitale

Conoscenza della SEO

Uno specialista delle Digital PR non può più essere a digiuno riguardo il funzionamento della Search Engine Optimization e del motore di ricerca più utilizzato rispetto ai suoi obiettivi (in Italia è Google, ma non vale per tutti i Paesi!).

Lo scopo è risultare rilevanti sia per i lettori che per l’algoritmo: la strada non è più l’autoreferenzialità, ma la produzione di contenuti informativi e utili per gli utenti. Uno dei mantra della comunicazione moderna – dal design alle PR – dovrebbe essere quello di incontrare i bisogni delle persone. E per riuscirci dobbiamo essere lì dove le persone hanno bisogno di noi, cioè in primis dove ci stanno già cercando.

Saper scrivere news release per il web con tecniche di SEO copywriting è una delle skill da avere sicuramente nella cassetta degli attrezzi, capace di generare un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro attuale.

Oltre a questo, il Digital PR Specialist deve essere familiare con il Link Earning, inteso come l’attività di implementare interventi specifici su media selezionati per la generazione di contenuti su misura, che veicolano link utili per l’indicizzazione.

Social Listening e Web Reputation Management

Mai come oggi per i brand è fondamentale ascoltare il web per conoscere bene il proprio target, misurare il volume e la qualità delle conversazioni che avvengono attorno ai temi più strategici.
Grazie al social listening e al web reputation management è possibile capire come si viene percepiti, a cosa si viene associati, quali sono i temi di discussione più importanti su cui ci si vuole posizionare.

Chi si occupa di Digital PR nel 2020 ha la possibilità di sfruttare il grande potere dei Big Data per ottenere insight strategici finora inaccessibili, grazie all’uso di tool e piattaforme (senza essere un Data Scientist). Le informazioni strategiche raccolte nelle conversazioni online e gli opinion leader diventano così dei veri e propri asset di comunicazione che ci permettono di analizzare lo scenario competitivo, prevedere crisi di comunicazione, gestire la reputazione aziendale.

Una professione, dunque, che affonda le sue radici nella cultura e tradizione delle relazioni pubbliche, ma allo stesso tempo proiettata verso scenari digitali complessi.

Cosa possono imparare i professionisti del marketing dalle strategie efficaci per l’online gaming

Questo articolo è stato scritto da Marianna Nash – Contributor, Think with Google

 

Non sorprende che il settore dell’online gaming stia andando molto bene in questo momento di crisi. In tutto il mondo si contavano già 2,5 miliardi di giocatori. Ora che le persone cercano modi per passare il tempo e socializzare in tutta sicurezza restando a casa, il mondo dei giochi online sta attirando molti nuovi utenti. 

E in questo clima i professionisti del marketing non sono rimasti con le mani in mano. Hanno risposto alla situazione ripensando le loro strategie pubblicitarie, aggiornando i sistemi per i messaggi e i posizionamenti e addirittura introducendo nuove funzionalità per rendere più divertenti i giochi da fare in casa.

Ecco quindi qual è il comportamento dei consumatori, i trend relativi al gaming in tutto il mondo e il loro significato per chi opera all’interno e all’esterno di questo settore.

week in social

Ricerche per trovare ispirazione per l’online gaming

Per affrontare questo periodo di incertezze, sfuggire alla monotonia ed entrare in contatto con gli altri durante la quarantena, le persone cercano nuove esperienze virtuali. Non tutti sono giocatori e infatti molti di questi si avvicinano al mondo del gaming per la prima volta, pertanto cercano attivamente spunti di ispirazione.

Le ricerche ci consentono di capire in che modo gli utenti vogliono trascorrere il loro tempo e riflettono un andamento crescente dell’interesse per il settore dei giochi online. Il mese scorso, le ricerche di “app di gaming” sono aumentate di oltre il 100% in una sola settimana.

Più in generale, le ricerche di “best online games” (migliori giochi online) hanno registrato un incremento del 100% rispetto all’anno precedente. Inoltre, tra il 35% e il 44% dei partecipanti a un sondaggio in 14 Paesi ha dichiarato di aver scaricato un’app di gioco o per l’attività fisica e il benessere nell’ultima settimana.

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Anche le visualizzazioni di giochi in streaming stanno aumentando. Oltre a giocare insieme, le persone stanno creando community online con un tasso di partecipazione elevato su piattaforme che consentono di guardare e commentare in tempo reale.

Nell’ambito della campagna di YouTube Resta a casa #con me, ad esempio, i creator stanno semplificando il modo in cui entrare in contatto con gli utenti invitando i  fan a giocare con loro.

L’interesse di ricerca su YouTube per il “gaming” è quasi raddoppiato dall’anno scorso. Questa crescita è coerente con i dati rilevati da Nielsen, che dimostrano che la fruizione di video in streaming negli Stati Uniti è aumentata durante tutte le ore del giorno grazie anche al live streaming legato al gaming.

Per i responsabili marketing, puntare su questi appassionati potrebbe essere una scelta saggia, senza dimenticare tuttavia che la scoperta avviene su un’ampia serie di canali. Per raggiungere gli utenti con maggiori probabilità di effettuare un download, è bene valutare la possibilità di utilizzare le campagne per app per promuovere giochi su YouTube, Google Play Store e altre destinazioni chiave, ad esempio.

Anche i professionisti del marketing che non operano nel settore del gaming possono valutare di riassegnare la loro spesa pubblicitaria verso questo pubblico, dato che nelle ultime settimane le app di giochi per dispositivi mobili hanno registrato un maggior tasso di coinvolgimento.

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I giochi online favoriscono il contatto sociale a distanza

I giochi consentono a milioni di persone in tutto il mondo di entrare in contatto tra di loro ogni giorno. Che si tratti di condividere suggerimenti su YouTube o di trovare modi creativi per giocare, le persone cercano esperienze virtuali che consentano loro di rafforzare le relazioni esistenti e crearne di nuove.

L’interesse di ricerca per la query “online games to play with friends” (giochi online da fare con gli amici) ha subito un  incremento di 20 volte tra febbraio e marzo, il che indica che le persone cercano giochi che possono fare con amici e familiari.

Anche l’interesse di ricerca per “multiplayer video games” (videogiochi multigiocatore) è aumentato rapidamente alla fine di marzo.

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I professionisti del marketing nel settore dei giochi devono stare al passo con le tendenze relative ai giochi online e monitorare le proprie metriche per comprendere meglio cosa si aspettano le persone dal gaming.

Ad esempio, segmentando il pubblico in base ai nuovi trend, i marketer potrebbero rivolgersi specificamente a coloro che cercano creatività accattivanti a livello visivo mettendo in evidenza gli aspetti social dei giochi.

Altri, potrebbero anche pensare a come creare una community: secondo Edelman, l’83% dei consumatori afferma di volere che i brand mettano in contatto le persone e le aiutino a rimanere emotivamente vicine.

facebook gaming

Personalizzare il messaggio in base al momento

Per i brand, è sempre stato fondamentale creare una corrispondenza tra il tono utilizzato e il contesto, ma questo aspetto non è mai stato così importante come lo è ora, in un mercato in rapida evoluzione.

Lo stesso studio di Edelman indica che l’89% dei consumatori che hanno partecipato al sondaggio vorrebbe che i brand offrissero prodotti gratuiti o a prezzi ribassati per gli operatori sanitari. Questo è un aspetto importante che dovrebbero considerare tutti i brand, ma soprattutto quelli nella posizione di poter dare un contributo.

La società sviluppatrice di giochi Playdots sta collaborando con Frontline Foods e ha donato $10.000 a questo ente di beneficenza che supporta i ristoranti locali acquistando pasti da consegnare agli operatori sanitari. Uno dei suoi giochi, Two Dots, include all’interno dell’app un evento del tipo caccia al tesoro con contenuti di branding e messaggi che incoraggiano i giocatori a donare. I giocatori hanno anche la possibilità di competere per l’esclusiva medaglia “Selfless Silverware”.

I professionisti del marketing nel gaming possono rispondere meglio alle aspettative del loro crescente pubblico raggiungendo gli utenti tramite i canali giusti, tenendo sotto controllo le esigenze dei consumatori emergenti e aggiornando le strategie per il posizionamento e le creatività in risposta a quanto hanno appreso.

Anche gli inserzionisti che operano all’esterno del settore dei giochi online devono valutare in che modo possono trasmettere un autentico senso di comunità attorno a ciò che offrono. Inoltre, se non l’hanno già fatto, devono pensare a come raggiungere questo pubblico in rapida crescita, altamente coinvolto e con sete di contenuti.

testate giornalistiche tiktok

TikTok: come funziona l’algoritmo del social media del futuro

  • TikTok si sta evolvendo velocemente, dimostrandosi unico e straordinariamente potente per parlare (e intrattenere) un pubblico sempre più ampio.
  • Il funzionamento dell’algoritmo di TikTok si differenzia da quello degli altri social: capire quali sono i fattori più importanti da tenere in considerazione è fondamentale per massimizzare le performance dei propri contenuti.

 

È un dato di fatto che TikTok sia entrato nella routine da quarantena della maggior parte delle persone – anche di quelle più âgée e di quelle con le maggiori resistenze – appropriandosi un po’ dello status di isola felice in cui ritirarsi e rilassarsi durante un periodo così carico di stress emotivo e preoccupazioni. Questo fenomeno ha spontaneamente portato il social su un altro livello, spingendoci a riflettere davvero sulle peculiarità che lo rendono unico e straordinariamente potenziale per parlare (e intrattenere) un pubblico sempre più ampio.

Come ha scritto Shira Ovide in un articolo molto interessante sul tema, pubblicato sul New York Times, “TikTok non deve necessariamente mostrare la realtà del mondo. Gioca più sul piano dell’espressione, come nessun’altra piattaforma prima”. Pertanto, non si parla di comunicazione, ma di espressione e ci fornisce, in qualche modo, un inedito spaccato sulla società.

“L’unicità di TikTok risiede nel non essere un altro luogo dove vedere quello che sta accadendo, piuttosto una distillata espressione di come le persone si sentono”.

La progressiva evoluzione di questa piattaforma, che ci fornisce una serie di interessanti spunti sia dal punto di vista morfologico sia antropologico, rendono ancor più importante comprenderne profondamente il funzionamento.

Un’offerta di contenuti pensati su misura per te

Dopo le attuali controversie legate alla salvaguardia della privacy e alla provenienza geografica del social network del momento, TikTok si sta prontamente muovendo a grandi passi verso nuove espressioni di trasparenza aziendale. I

n particolare, è stato di recente svelato in parte il funzionamento dell’algoritmo di TikTok, che ci aiuta in qualche modo a capire sulla base di quali ragionamenti alcuni contenuti vengono “premiati” ed esposti maggiormente rispetto ad altri.

“Quando apri TikTok e accedi alla sezione Per Te, entri in contatto con una serie di video che ti vengono mostrati sulla base dei tuoi interessi, in modo da facilitarti la scelta di quali contenuti e creator potrebbero piacerti”.

Questa sezione viene automaticamente popolata da contenuti simili a quelli visti e apprezzati in precedenza da un determinato utente: questo permette a ognuno di poter accedere facilmente a una serie di contenuti su misura, sulla base dei propri gusti.

tiktok

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In particolare, gli elementi che influiscono particolarmente su questo tipo di processo sono:

  • le interazioni degli utenti: tutte le azioni che vengono fatte da un utente in applicazione (like, commenti, follow, condivisioni, tipo di contenuti generati, scelta degli hashtag, …) vengono registrate e utilizzate per creare una sorta di identikit dell’utente preciso quanto fluido;
  • le informazioni dei video: include tutti i dettagli che vengono settati quando si produce un video, come didascalia, suoni e canzoni specifiche e, di nuovo, la scelta degli hashtag;
  • le impostazioni dell’account e del dispositivo utilizzato: meno determinante rispetto ai due punti precedenti ma comunque influente è tutta la parte dei setting dell’account (lingua preferita, nazione di provenienza, tipo di dispositivo).

In questo senso, il funzionamento dell’algoritmo di TikTok non si differenzia in modo sostanziale da quello delle altre piattaforme social. Il ragionamento alla base è lo stesso: mostrare agli utenti contenuti che potrebbero gradire, selezionati in relazione alle preferenze espresse durante la permanenza sul social. A un nuovo utente viene chiesto fin da subito di esprimere il proprio interesse rispetto determinati tipi di contenuto o categorie (ad esempio il mondo travel), in questo modo verrà fin da subito creato un feed iniziale in linea, raccomandando contenuti che rientrano nelle categorie preferite.

Uno dei più forti indicatori di interesse, che ha più peso nella categorizzazione di un contenuto rispetto all’indice di gradimento personale degli utenti, è senza dubbio la presa visione di un video dall’inizio alla fine, in particolare se si tratta di un long video.

Tuttavia, a volte è possibile imbattersi in video che sembrano non essere pertinenti rispetto agli interessi espressi o non particolarmente virali: diversificare il feed e offrire una più ampia varietà di contenuti rimangono punti essenziali per la crescita della community. Per questo, imbattersi in nuove categorie di contenuti, sperimentare nuovi stili o scoprire nuovi creator diventa parte integrante della nostra esperienza sul social, rendendola ancora più stimolante e ricca. Si tratta di una logica di funzionamento singolarmente democratica, non c’è che dire!

Come massimizzare le performance su TikTok

migliori brand su tiktok

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TikTok, a differenza degli altri social media, non privilegia i contenuti postati dagli account con una follower base più ampia. Certo, i loro video otterranno sicuramente più view rispetto a quelli di creator con un seguito inferiore, ma semplicemente perchè vengono esposti a un pubblico più ampio e quindi ottengono inevitabilmente una maggiore reach. Tuttavia, il funzionamento di raccomandazione di TikTok non prende assolutamente in considerazione il numero di follower degli account o le performance dei contenuti postati in precedenza.

Alla luce di tutti questi fattori, possiamo affermare che gli aspetti più importanti da tenere in considerazione per massimizzare le performance dei propri contenuti pubblicati su Tik Tok sono i seguenti:

  • Ogni video è da considerarsi a se stante;
  • Essere in linea con gli interessi in tendenza, utile per entrare in contatto con un numero maggiore di utenti;
  • Fare in modo che i contenuti video vengano guardati fino al completamento.

Insomma, vale la pena fermarsi un attimo a riflettere sui nuovi potenziali scenari che si stanno aprendo per coloro che vogliono utilizzare questa piattaforma per comunicare e fare marketing, e prendere in esame gli indicatori che influenzano maggiormente il funzionamento dell’algoritmo per creare delle strategie di successo.

ripartenza

Week in Social: dalle opzioni Shopping di Facebook ai QR code di WhatsApp

Anche questa settimana, tornano inarrestabili le ultimissime evoluzioni dell’universo social.

Ecco la nostra rassegna di quello che non puoi assolutamente perdere.

Pianeta Facebook

Con l’arrivo di Facebook e Instagram Shopping, il colosso fondato da Zuckerberg ha aggiunto alcune nuove opzioni per la creazione di target audience personalizzate per venire incontro all’aumento dell’attività di eCommerce.

Opzioni di customizzazione delle audience in base all’attività di Shopping

Come possiamo osservare, ora, nella scheda Audience Personalizzata di Facebook Ads Manager, c’è una sezione per creare un elenco basato sul criterio “Shopping“.

facebook audience shopping

Cliccando, appariranno tre nuove opzioni per stilare liste personalizzate per il retargeting degli annunci. Per l’esattezza, le opzioni disponibili sono:

  • Persone che hanno visualizzato i prodotti
  • Persone che hanno aggiunto prodotti al carrello
  • Persone che hanno acquistato prodotti

facebook audience shopping

Questo update offre una serie di modi utili per raggiungere le persone che hanno manifestato un chiaro interesse per i nostri prodotti attraverso nuovi annunci pubblicitari sul sociale.

Considerando che, per i clienti di un brand, le probabilità di effettuare ulteriori conversioni sono più alte del 70% attraverso il retargeting degli annunci display, le opzioni di customizzazione “Shopping” saranno preziose per coloro che desiderano massimizzare i loro investimenti eCommerce su Facebook e Instagram.

Il Gruppo di Zuckerberg sa bene che, nel digital marketing, l’uso efficace del retargeting è la chiave del successo, così sta cercando di renderlo il più semplice possibile per attirare gli inserzionisti sul social.

Sticker animati su WhatsApp

La celebre app di messaggistica istantanea di proprietà di Facebook ha annunciato la release di alcune nuove funzionalità interattive per le prossime settimane.

Gli adesivi offrono un nuovo modo per interagire su WhatsApp e, come possiamo osservare, sono esattamente gli stessi di quelli disponibili su Messenger.

sticker facebook

Non è una coincidenza, dato che Facebook lavora da tempo per rendere disponibili le sue funzioni su tutte le sue piattaforme di messaggistica (Messenger, WhatsApp e Instagram Direct) in maniera integrata.

QR code

Attraverso questa nuova funzionalità, aggiungere un nuovo contatto sarà semplicissimo e super veloce: basterà inquadrare il suo QR code, senza il bisogno di digitare il numero di cellulare manualmente.

Dark mode

Dopo la release della funzionalità ‘dark mode’ dell’app a marzo, WhatsApp rilancia rendendo questa opzione disponibile sia da web che da desktop.

Update delle videochiamate di gruppo

Se finora abbiamo avuto la possibilità di avviare una videochiamata con altri 7 partecipanti, presto sarà anche più facile concentrarci su un partecipante alla volta.

Come? Ci basterà tenere premuto sul suo riquadro video per visualizzarlo a schermo intero.

In più, grazie all’introduzione di una nuova icona, riusciremo ad avviare le videocall di gruppo con un semplice tap.

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Mondo LinkedIn

LinkedIn ha implementato una serie di nuovi update, tra cui l’analisi dei follower per le pagine aziendali.

Per osservarla, è sufficiente aprire la scheda Analytics della nostra Company Page- o di quella che gestiamo.

Scopriremo che qualcosa è cambiato: è comparsa la lista dei follower dell’azienda per profilo individuale. Si tratta di un elenco completo di ogni persona che segue la Pagina, in ordine cronologico inverso.

Questa novità offre ai brand informazioni utili per l’identificazione delle audience, la selezione dei contenuti da pubblicare e le strategie di massimizzazione dell’engagement.

LinkedIn sta inoltre implementando un nuovo modo per limitare il numero di volte in cui i gestori delle pagine aziendali possono invitare le proprie connessioni a seguire l’azienda.

Questo sistema fornisce alle Company Page 100 crediti di invito al mese e, come spiegato nel blog di LinkedIn, ” Ogni mese, alle pagine vengono concessi 100 crediti di invito condivisi tra tutti gli amministratori”. Ogni invito costa un credito, se l’invito viene accettato il credito viene restituito.

Michael Jordan Back

L’icona e il successo: Michael Jordan in 23 citazioni

  • Scopriamo i valori dietro al successo di Michael Jordan, entrato in tutte le case degli italiani insieme ai suoi Bulls grazie a The Last Dance, diventata la serie TV Netflix più vista in Italia;
  • Competitività, fame di vincere, consapevolezza e fiducia in sè stesso. Jordan era (ed è) un fenomeno a dir poco iconico, in grado di distinguersi come nessun altro dentro e fuori dal campo. L’icona mediatica dello sport per eccellenza, un personaggio che ha fatto la storia, un vero e proprio punto di riferimento per moltissime persone; 
  • Recentemente, ha donato 100 milioni di dollari da destinare nell’arco di 10 anni a diverse organizzazioni negli USA.

 

11 settembre 2009, Springfield, Massachussetts.

One day you might look up and see me playing the game at 50“. Risate dal pubblico. “Oh, don’t laugh, don’t laugh! Never say never, because limits, like fears, are often just an illusion“.

Il discorso di Michael Jeffrey Jordan, alla cerimonia per la sua entrata nella Basketball Hall of Fame, termina con queste parole. Un discorso che ne ha forse consacrato la leggenda non solo come giocatore di pallacanestro, ma come vera e propria icona mediatica. Chi se non Jordan poteva pronunciare certe parole con una tale sfrontatezza come per dire “non ridete, perché sapete che ne sono capace per davvero”. E se c’era uno che poteva tornare sul campo da pallacanestro a 50 anni, quello era proprio lui.

Per chi non fosse esperto di basket o non avesse seguito la carriera di quello che è entrato di diritto nell’olimpo dello sport, basta accendere la televisione, aprire il proprio PC o tablet, e accedere a Netflix. Tra “I titoli del momento” o “I più popolari su Netflix”, c’è di sicuro The Last Dance, la serie TV che è diventata un vero e proprio fenomeno mediatico, arrivando a superare addirittura La Casa di Carta come serie più vista in Italia sulla piattaforma streaming.

Oltre a diventare un esempio lampante di come lo storytelling sportivo sia cambiato, gli episodi della serie non solo sono in grado di raccontare come mai prima d’ora una delle avventure più straordinarie della storia dello sport, quella dei Chicago Bulls del 1997/1998, ma anche di far comprendere ai più Michael Jordan come personaggio e non solo come miglior giocatore di quella squadra. Un campione indiscusso, uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi, considerato una divinità dai fan più accaniti.

La serie, tra le altre cose, fa anche trasparire alcuni degli aspetti solitamente più nascosti dell’icona di Jordan, raccontando anche del suo incessabile agonismo e della sua competitività, che hanno raggiunto livelli a dir poco impensabili nel corso della sua carriera. Tuttavia, come ha affermato lui stesso in numerose occasioni, è proprio questo suo mindset che l’ha fatto diventare chi è diventato.

Michael Jordan è sempre stata una figura capace di trascendere la dimensione sportiva. Non solo diventò un vero e proprio modello per molti, in campo e fuori: Jordan fu il protagonista di una rivoluzione mediatica. Prima di lui, alcuni sportivi erano sì considerati delle “star”, ma nessuno di loro ebbe il suo impatto. Indubbiamente, nessun altro sportivo fu seguito dal mondo giornalistico come nel suo caso. Lui, d’altronde, si dimostrò sempre molto preparato ad affrontare la situazione, diventando un grandissimo comunicatore nel corso della sua carriera.

Uno dei motivi dietro a tutto questo, oltre alla popolarità nella NBA e sul campo da gioco, è, ovviamente, Nike. Se fino al 1984 veniva considerata una società emergente, ma non ai livelli di Converse o Adidas, è grazie a Jordan che il brand iniziò a crescere guadagnando la popolarità che ha tutt’oggi. La cifra folle di due milioni e mezzo di dollari offerta a un giovane Michael Jordan quando non era (quasi) nessuno per diventare l’immagine di Nike, si tramutò in un marchio (Air Jordan, appunto) che oggi vale più di 10 miliardi di dollari, generandone ben di più in termini di profitti nel corso di questi 35 anni. D’altronde, quale miglior modo per cercare di essere come la leggenda del basket, se non indossando un paio di sue scarpe?

Essere come Jordan era l’ambizione di moltissime persone, che riconoscevano in lui un’icona da seguire, un punto di riferimento. Immaginario che viene costruito in numerose occasioni anche dagli spot pubblicitari che l’hanno reso ancora più famoso, come “Be Like Mike” di Gatorade o “Let your game speak” di Nike, per citare solo due esempi.

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Un personaggio senza precedenti (e senza successori?), che ha rivoluzionato il mondo dello sport e dell’intrattenimento. Un’icona così importante da creare su di sè una pressione mediatica senza precedenti. Jordan ne rimase colpito in più di un’occasione (gli scandali sul gioco d’azzardo e le scommesse sportive ne sono un esempio), ma riuscì a riemergerne sempre. Chi potrebbe ritirarsi per poi tornare a vincere, ritirarsi ancora per poi calcare di nuovo il parquet a 40 anni? D’altronde, il ruolo dei media nella costruzione di un’icona mediatica è solo uno dei tanti elementi. Fra le caratteristiche più importanti vi sono il carisma e la personalità dell’individuo: solo Michael Jordan può essere Michael Jordan.

Si impara dai fallimenti. In cattedra, Michael Jordan

Michael Jordan nasce a New York il 17 febbraio 1963. Dopo i primi anni passati a Teachey, North Carolina, la famiglia si trasferì a Wilmington. Il rapporto con i genitori fu da sempre contraddistinto, in tenera età, da un trascinante amore materno e da un difficile rapporto col padre, sfociato spesso in ostilità. Fu proprio questa ostilità che avrebbe poi contribuito ad alimentare la sua determinazione al miglioramento costante. Si racconta, infatti, che “Mike” venisse criticato dal padre per i suoi limiti nei lavori “pratici”. Ogni tentativo di eguagliare il padre finiva con la frase “tornatene a casa con le donne!”.

Anche il rapporto con il fratello Larry non fu tra i più semplici. Quest’ultimo era il figlio prediletto dal padre, e fu il primo membro della famiglia a innamorarsi della pallacanestro. James Jordan comprò la prima palla da basket quando Michael aveva undici anni, dando così vita a continui confronti tra i due fratelli. Non c’era storia: il giovane Mike perdeva sempre. Nonostante l’altezza giocasse a suo favore, prima che riuscisse a spuntarla passarono degli anni. È dalla sua famiglia, quindi, che nasce questa instancabile voglia di competere.

Uno dei fallimenti più noti di Jordan, però, arrivò ai tempi del liceo. Al suo secondo anno, non venne ritenuto idoneo a vestire la maglia della Laney High School. Il coach Clifton “Pop” Herring, infatti, lo escluse dalla squadra nel 1978, a favore di Leroy Smith, meno talentuoso ma più prestante fisicamente. Michael dichiarò in più di un’occasione che la vicenda gli cadde addosso come un macigno, ma che ogni volta che ci pensava gli veniva voglia di lavorare per migliorare. A differenza di quanto si possa pensare, Jordan ha fallito molte volte nel corso della sua carriera. È proprio questa, però, la sua grande forza: cadere, per guadagnare motivazione e rialzarsi più forti di prima.

1. “Nella mia carriera ho sbagliato più di 9000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. 26 volte, i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito davvero molte volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto.”

2. “Posso accettare di fallire, tutti falliscono in qualcosa. Ma non posso accettare di non provarci.”

3. “Per imparare a vincere, devi prima imparare a fallire.”

4. “So che la paura può essere un ostacolo per molti, ma per me è un illusione. Fallire mi ha sempre fatto impegnare di più la volta dopo.”

5. “Mai dire mai, perché i limiti, come le paure, sono spesso solo un’illusione.” 

Michael Jordan title father

Credits: Esquire

La fame di vincere, l’ambizione e la competitività di Jordan

Dopo i suoi primi anni in NBA, in cui si affermò come una star che non aspettava altro che conquistare il mondo (della pallacanestro e non solo), era chiaro che il destino di Jordan sarebbe stato quello di diventare uno dei più grandi di sempre. Per farlo, però, non era sufficiente far diventare grande una società fino a quel momento ignorata come i Chicago Bulls, o conquistare titoli di capocannoniere della lega. Doveva vincere.

Era spesso criticato come quello che non poteva arrivare ai livelli di colossi come Larry Bird o Magic Johnson. Ma erano proprio affermazioni come queste a motivare Jordan per superarli. Gli allenatori di quegli anni cercavano in tutti i modi di fermarlo sul campo, anche con metodi ai limiti del regolamento, ma erano solo espedienti che alimentavano la fame di competizione del 23 dei Bulls. Nemmeno Chuck Daily, il coach dei Detroit Pistons che inventò le cosiddette “Jordan Rules“, o tutti i giornalisti che tentarono di mettere sotto pressione Jordan con polemiche su scommesse sportive e altre vicende, ci riuscirono. Numerose volte MJ ha dichiarato che tutto ciò che ha fatto nella sua carriera lo ha fatto per vincere. È proprio la sua irrefrenabile fame di competizione che, infatti, gli ha fatto nascere il vizio delle scommesse sportive per cui è tanto stato criticato.

Jordan cercava di vincere sempre, in qualsiasi cosa. Fu uno dei pochi giocatori a vincere tre titoli NBA di fila (1991-1993), per poi ritirarsi, rientrare e vincerne altri tre (1996-1998). Ma non si parla solo di basket: esilaranti, ad esempio, le clip di The Last Dance in cui gioca con gli addetti alla sicurezza al “lancio della monetina” scommettendo decine e centinaia di dollari solo per il gusto di vincere. Questo atteggiamento, però, è la chiave per capire la personalità di Jordan. Senza questo mindset, non sarebbe mai arrivato al successo.

6. “Devi aspettarti grandi cose da te stesso, prima ancora di farle.”

7. “Alcune persone vogliono che accada, alcune desiderano che accada, altri lo fanno accadere.”

8. “Il mio atteggiamento consiste nel fatto che se mi spingi verso qualcosa che pensi sia una mia debolezza, allora trasformerò quello che pensi sia una debolezza in un punto di forza.”

9. “Gioco per vincere, che sia una partita vera o un allenamento. E non lascerò mai che nulla si metta tra me e il mio essere competitivo, la mia voglia di vincere.” 

Michael Jordan golf

Credits: GOLF.com

Parliamo di mindfulness

Michael Jordan è però arrivato a essere la persona e l’icona che è con un’altra componente fondamentale: una straordinaria fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Jordan vinse tre titoli consecutivi, nel 1991, nel 1992, e nel 1993. Dopo quell’ultima stagione scelse di ritirarsi, scosso dalla morte del padre. Dichiarò, però, che avrebbe preso la stessa decisione anche con James accanto, per l’eccessiva pressione mediatica e la stanchezza mentale, più che fisica. Molti arrivarono a sostenere che volesse ritirarsi perché era diventato “più grande della NBA stessa”. Dopo un breve periodo di tempo passato nelle minor league di baseball, sport di cui Jordan era da sempre appassionato, tornò in NBA. Nel 1996, nel 1997, e nel 1998 fu in grado di trascinare i Bulls a un altro “three-peat”, confermando le sue doti sovrumane. Ritiratosi, fece ritorno nel 2001 con i Washington Wizards, per dimostrare a tutti che poteva calcare il parquet ed essere decisivo anche all’età di 40 anni. Jordan si ritirò poi nel 2003. Ora è proprietario della franchigia NBA degli Charlotte Hornets.

Quello che permise a Jordan di compiere imprese così straordinarie è la cosiddetta “mindfulness“, un’alta consapevolezza di sè unita a una mentalità vincente, orientata al risultato. Tutto ciò lo ha fatto diventare il giocatore di pallacanestro più forte di sempre, con sei finali vinte su sei finali disputate e sei titoli di MVP delle finali, cinque MVP della stagione regolare, un premio di difensore dell’anno, un premio di rookie dell’anno, e dieci premi di capocannoniere dell’NBA. Il noto giornalista Federico Buffa afferma però che Jordan è talmente grande che “non c’è bisogno dei numeri” per descriverlo, “i numeri lo offendono”.

10. “Fai diventare sempre una situazione negativa una situazione positiva.” 

11. “Non farti buttare giù dalle voci, fai quello in cui credi.”

12. “Se accetti le aspettative degli altri, soprattutto quelle negative, allora non cambierai mai il risultato.”

13. “Una volta che prendo una decisione, non ci penso di nuovo un’altra volta”

14. “Se stai cercando di raggiungere un obiettivo, ci sarà sempre qualcosa che ti blocca la strada. È capitato a me, capita a tutti. Ma gli ostacoli non devono fermarti. Se incontri un muro, non girarti e arrenderti. Scopri come scalarlo, oltrepassarlo, o girarci attorno.”

15. “Non ho mai guardato alle conseguenze di sbagliare un tiro importante… quando pensi alle conseguenze, pensi sempre a un risultato negativo.”

Jordan and Scottie Pippen

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“There’s no I in TEAM”“But there’s in WIN!”

In The Last Dance si è visto chiaramente: nonostante Jordan fosse una personalità e un giocatore fuori dal normale, non sarebbe arrivato a ottenere i risultati che ha ottenuto da solo. Scottie Pippen, Dennis Rodman, Steve Kerr, Phil Jackson, sono solo alcuni dei nomi che si affiancano a quello di MJ.

Lui stesso, in numerose occasioni, ha dichiarato come senza il lavoro di squadra, senza la fiducia di compagni come Pippen o la mentalità di un allenatore come Jackson, non avrebbe ottenuto ciò che ha ottenuto. Per arrivare al vero successo, per vincere, si deve pensare come un team, si deve volere arrivare a un risultato insieme, indipendentemente dal talento dei singoli. Tuttavia, la sua filosofia segue anche un concetto molto interessante: per arrivare a ottenere buoni risultati si deve collaborare, ma allo stesso tempo si deve mantenere una grande integrità personale. Nessun altro può vivere la tua vita al posto tuo.

16. “Il talento fa vincere le partite, l’intelligenza e il lavoro di squadra fanno vincere i campionati.”

17. “Per avere successo, devi essere egoista, devi volerlo, altrimenti non lo raggiungerai mai. Ma una volta ottenuto, devi essere altruista. Resta raggiungibile. Tieni i contatti. Non isolarti.”

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Michael Jordan mindfulness

Credits: Andrew D. Bernstein

Come diventare “GOAT” (Greatest Of All Time)? Lavorando duro

Con la tragedia della morte di Kobe Bryant si è parlato molto della sua “mamba mentality”, dell’etica del lavoro che lo contraddistinse. Riguardo a questa dimensione, una delle principali fonti d’ispirazione di Kobe era proprio Michael Jordan.

Nella nota biografia di Jordan scritta da Roland Lazenby si cita un episodio molto singolare. Nel 1972, la Nazionale americana aveva perso in finale ai Giochi Olimpici di Monaco contro l’Unione Sovietica. Un giovane Michael guardò perdere gli americani e andò in cucina a dire a sua madre “Un giorno parteciperò alle Olimpiadi, e riuscirò a farci vincere!”. Deloris rispose sorridendo “Tesoro, non sai quanto bisogna lavorare per vincere una medaglia d’oro”. Al di là dell’ambizione di un ragazzo che in quel momento aveva solo 9 anni, è proprio il duro lavoro e lo spirito di sacrificio che fece arrivare Jordan a vincere non una ma ben due medaglie d’oro olimpiche.

Un altro esempio, per non fare riferimenti solo a fatti sul parquet, si può ricercare negli anni passati a giocare a baseball. Non solo faticò molto per guadagnare credibilità in uno sport totalmente diverso dal suo, ma dichiarò di essere stato “così a lungo sul piedistallo” che aveva dimenticato “gli sforzi che bisogna fare per arrivarci”. Un’etica del lavoro che però non è mai mancata a Jordan, che riuscì a diventare il più grande di sempre grazie soprattutto agli sforzi in palestra.

Un approccio maniacale al gioco e al lavoro, unito a un’immensa fiducia nei propri mezzi e a una leggendaria voglia di competere e di vincere: sembrerebbe la ricetta perfetta per arrivare al successo. Di sicuro, è ciò che ha reso Michael Jordan un modello e un’icona da seguire, sia sul campo da pallacanestro che al di fuori.

18. “Se smetti di fare qualcosa PER UNA VOLTA diventa un’abitudine. Non smettere mai!”

19. “Se lavori duramente, verrai ricompensato. Non ci sono scorciatoie nella vita.”

20. “Se viene fuori che il mio meglio non è stato abbastanza, almeno non mi potrò guardare indietro e dire che avevo paura di provarci.”

21. “Sii fedele al basket, perché il basket sarà fedele a te. Se provi una scorciatoia, nel basket, allora il basket ti taglierà le gambe. Se ci metti impegno e duro lavoro, allora ti saranno elargite delle belle ricompense. È davvero così, se si pensa al basket, e in un certo senso anche nella vita.” 

22. “Imparare è un regalo, anche quando è il dolore a essere il tuo insegnante”. 

23. “I campioni non diventano campioni quando vincono qualcosa, ma nelle ore, le settimane, i mesi, gli anni, che impiegano per prepararsi a vincere. La vittoria di qualcuno è solo la mera dimostrazione del suo atteggiamento da campione.” 

Non solo GIF: perché Giphy era così importante per Facebook

  • Facebook ha comprato Giphy per 400 milioni di dollari, un’acquisizione che suscita non poche polemiche e fa suonare l’allarme dell’Antitrust.
  • L’attuale potenziale pubblicitario della piattaforma non sembra giustificare un così alto investimento da parte di Zuckerberg, il cui interesse parrebbe rivolgersi in un’altra direzione.

 

Il 15 maggio Facebook ha annunciato in un comunicato ufficiale di voler acquisire Giphy, tra le piattaforme più popolari del momento per la pubblicazione e la condivisione di GIF.

L’azienda ha dichiarato che Giphy verrà integrato nel “team Instagram”, che già da diverso tempo utilizzava la piattaforma come archivio a cui gli utenti accedono per condividere le immagini animate nelle IG Story.

Il gigante del web ha specificato che per gli utenti non ci saranno cambiamenti, la community creativa potrà continuare a produrre contenuti di qualità e utilizzare la piattaforma anche fuori da Instagram, così come continueranno a farlo tutti gli altri siti che utilizzano le API di Giphy.

Giphy manterrà il suo logo e la sua identità e, “continuerà a gestire la sua biblioteca (inclusa la sua raccolta di contenuti globali) e non vediamo l’ora di investire ulteriormente nella sua tecnologia e nei rapporti con i contenuti e i partner API”.

Ciò che Facebook non ha dichiarato è stato il costo di quest’acquisizione, che secondo quanto dichiarato da Axios si aggirerebbe intorno ai 400 milioni di dollari.

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GIF e sticker, un trend in crescita durante il lockdown

GIF animate e stickers offrono alle persone modi sempre più creativi di comunicare, nonché il mezzo più immediato per dare una risposta emotiva. Il loro utilizzo è a dir poco esploso negli ultimi anni, diventando una delle forme d’espressione nelle conversazioni digitali.

Tra le piattaforme dedicate alla ricerca e condivisione di GIF, Giphy è sicuramente la più utilizzata del momento, con più di 10 miliardi di contenuti condivisi ogni giorno, dati che, durante il periodo di lockdown, hanno visto una crescita esponenziale.

L’utilizzo della piattaforma ha registrato una crescita del 19% nel mese di aprile rispetto al mese precedente, che a sua volta aveva avuto un incremento del 65%.

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Ma non è tutto: attraverso le ricerche effettuate dagli utenti è stato possibile anche costruire un quadro di come sono cambiate le routine delle persone durante la quarantena ed evidenziare i maggiori interessi.

Per riportarne alcuni esempi: le ricerche per “Film” e TV” nell’archivio Giphy sono aumentate rispettivamente del 643% e del 999%, la parola “gaming” è salita del 928% e gli hobby in generale del 225%.

Da poco tempo Giphy aveva iniziato ad inserire funzionalità per gli inserzionisti per la creazione di GIF sponsorizzate, ma l’attuale potenziale pubblicitario della piattaforma non sembrerebbe in grado di giustificare un così alto investimento da parte di Facebook.

Qual è il motivo dell’acquisizione?

Secondo quanto dichiarato da Michael Ostrovsky, docente di economia a Stanford, “ci vorrà del vero ingegno per Facebook e Instagram per far funzionare le GIF come prodotto pubblicitario”.

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L’interesse di Zuckerberg parrebbe quindi rivolgersi in un’altra direzione. Il 50% del traffico di Giphy proviene già dalle app di Facebook, ma ora l’azienda avrà accesso ai dati di ricerca sulla piattaforma anche da tutte le altre app che utilizzano Giphy, tra cui iMessage, Snapchat, Telegram, Tinder, Slack e TikTok.

Sempre secondo Ostrovsky, le statistiche esistenti di Giphy sull’utilizzo delle GIF non forniranno a Facebook molto di più di quanto già non sappia in termini di targeting dei dati pubblicitari. Allo stesso tempo, però, Facebook potrebbe imparare molto su trend in crescita e topic caldi dal modo in cui le persone selezionano le GIF sulle varie piattaforme.

Inoltre, i dati Giphy, potrebbero essere in grado di rivelare la crescente popolarità di una nuova app che mostra una rapida espansione della sua base di utenti. D’altronde, si sa, Facebook è sempre molto attratto da tutto ciò che attira l’attenzione del web, e così come per le abitudini consumo e di navigazione degli utenti.

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L’allarme antitrust

Quest’ultima mossa di Facebook parrebbe non andare molto a genio ad un gruppo di senatori americani appartenenti ad entrambi gli schieramenti, che si sarebbero già mobilitati per l’applicazione delle norme antitrust nei confronti del colosso social.

Il repubblicano Josh Hawley ha dichiarato a The Verge che la società di Zuckerberg “vuole Giphy in modo che possa raccogliere ancora più dati su di noi. Facebook non dovrebbe acquisire alcuna società mentre è sotto inchiesta antitrust per i suoi acquisti passati”.

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È già stata annunciata da parte di un gruppo di senatori democratici l’intenzione di presentare un disegno di legge “Pandemic Anti-Monopoly Act”, che imporrebbe una moratoria sulle grandi fusioni fino a quando la Federal Trade Commission avrà accertato che le piccole e medie imprese e i lavoratori non sono più in gravi difficoltà finanziarie.

La senatrice democratica Elizabeth Warren, portavoce dell’iniziativa, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

L’acquisizione di Facebook è l’ennesimo esempio di azienda gigante che usa la pandemia per consolidare ulteriormente il potere – questa volta è una società con una storia di violazioni della privacy che ottiene un maggiore controllo sulle comunicazioni online.

Ma la richiesta dei democratici è già stata respinta dai repubblicani che in un appello alla Corte di Giustizia hanno chiesto di rifiutare qualsiasi modifica all’applicazione dell’antitrust fino a che l’emergenza Coronavirus sarà in atto.

stories instagram test

Tutte le Stories in un’unica pagina: è l’ultimo test di Instagram

Si può tranquillamente dire che le Instagram Stories sono oggi uno dei migliori prodotti di Facebook.

A partire dallo scorso anno, circa la metà degli utenti di Instagram – ovvero 500 milioni di persone – ha interagito quotidianamente con questi contenuti. Si tratta di quasi il doppio dell’intera base di utenti attivi giornalieri di tutta Snapchat, che per prima ha reso popolare il formato effimero.

Ora, sembra che Instagram stia testando un modo per espandere l’esperienza delle Stories, rendendola più centrale nell’applicazione.

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stories instagram

Il test

La società sta testando una nuova funzionalità che permetterà agli utenti di Instagram di vedere più Storie in una sola volta, sia sulla schermata iniziale che in una nuova esperienza dedicata.

Nel test, gli utenti vedranno inizialmente due righe di Stories invece di una nella parte superiore dello schermo quando apriranno per la prima volta l’app Instagram. Un pulsante apparirà anche sotto quest’area estesa di Storie che permette di cliccare su “Vedi tutte le Storie”.

In questo modo si aprirà una nuova schermata in cui è possibile visualizzare e scorrere tutte le Storie disponibili in un’esperienza a tutto schermo.

La funzione è stata individuata per la prima volta dal social media manager californiano Julian Gamboa alla fine della scorsa settimana, che ha condiviso uno screenshot della nuova interfaccia su Twitter.

Instagram ha confermato che per il momento si tratta di un test con un piccolo numero di utenti, avviato ormai da oltre un mese.

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Il business delle Stories

Non è una sorpresa che Facebook cerchi di sviluppare nuove idee che gli consentirebbero di spingere un numero maggiore di utenti ad utilizzare e interagire con le Stories, dato l’enorme appeal del prodotto, la sua crescita e la crescente importanza per gli inserzionisti.

Nel terzo trimestre del 2019, Facebook ha definito le Stories una delle sue aree di maggiore crescita, notando che allora 3 milioni dei suoi 7 milioni di inserzionisti totali facevano pubblicità su Facebook, Instagram e Messenger Stories messi insieme. Nel quarto trimestre, il numero di inserzionisti che utilizzano Story Ads è cresciuto fino a 4 milioni.

Per soddisfare le esigenze degli inserzionisti, lo scorso anno Facebook ha introdotto anche nuovi modelli personalizzabili in cui le aziende possono caricare le loro foto e video, quindi scegliere tra diversi layout, colori e opzioni di testo per rendere più coinvolgenti le Stories.

Il numero totale di impression pubblicitarie nei servizi di Facebook è cresciuto del 39%, secondo quanto emerge dai dati del primo trimestre 2020. E l’azienda ha attribuito il salto anche alle Stories.

Tuttavia, Facebook ha spesso affermato che gli annunci di Stories monetizzano a tassi più bassi rispetto al News Feed – qualcosa che l’azienda ritiene che cambierà a lungo termine con la migrazione di un maggior numero di inserzionisti verso i contenuti volatili.

Se Instagram decidesse di lanciare pubblicamente la nuova schermata dedicata alle Storie, potrebbe catturare più utenti giornalieri e quindi, a sua volta, più inserzionisti.

social media ripartenza

Blog e social media ti aiutano a comunicare la ripartenza

  • In questo momento di ripartenza ciò che è essenziale è non fermarsi e continuare a comunicare i valori e le iniziative della propria azienda.
  • Utilizza i social media e il blog aziendale per mettere al corrente la tua community di tutti i cambiamenti che hai dovuto affrontare nella tua azienda.
  • Onestà, sincerità, chiarezza e umanizzazione sono valori fondamentali per costruire una community attiva e coinvolta.

 

Se si dovesse descrivere questo momento economico e sociale con due parole, quelle giuste sarebbero di sicuro: incertezza e ripartenza. Il mondo sembra essersi fermato e, a tratti, si fa fatica a capire come rimetterlo in modo.

Dal punto di vista professionale, ciò che è essenziale in questa fase è non fermarsi, continuare a comunicare i valori e le iniziative della propria azienda e, magari, reinventarsi. Almeno per i primi tempi.

Ciò che è certo è che comunicare è sempre meglio che restare in silenzio. 

In questo periodo, affidarsi – ancor di più – ai canali social, ai blog e ai professionisti per rilanciare o mantenere viva la comunicazione della tua impresa è davvero fondamentale. Per questo motivo, è utile tenere a mente alcuni consigli per la ripartenza.

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 ripartenza

Non fare finta di niente…

Gli ultimi mesi hanno messo a dura prova moltissime attività commerciali ed altrettanti professionisti: nella tua comunicazione non negarlo, non far finta di niente e comunica che qualcosa è cambiato. Racconta al tuo pubblico e ai tuoi clienti in che modo hai modificato la tua attività o il modo di relazionarti ad essi.

Utilizza i social media per mettere al corrente la tua community di tutti i cambiamenti che hai dovuto affrontare o raccontali in un articolo sul tuo blog aziendale. Ricorda, però: cerca sempre di mantenere un tono “leggero”, non essere drammatico e cerca di infondere positività.

blog e social media per ripartire

…ma non spaventare il tuo pubblico

La situazione per molti è davvero complicata. La rabbia di aver perso molto economicamente e umanamente potrebbe pervaderti e trasparire nella tua comunicazione. Eppure, questo non è il modo giusto di interfacciarti al tuo pubblico sui social e tramite blog. Se hai un ristorante, ad esempio, ciò che ti auguri è che le persone tornino a passare dei momenti felici da te. Cerca di comunicare la possibilità che tutto ritorni come prima, o quasi.

Anche se è difficile, siamo in fase di ripartenza. E – più o meno – siamo tutti sulla stessa barca. Punta sul senso di comunità che lega imprenditori e professionisti, clienti e dipendenti. Sii gentile con il tuo pubblico. E, se puoi, renditi utile per gli altri.

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Individua le (nuove) risorse

Hai bisogno di nuove risorse e nuovi strumenti a cui affidarti. In questi mesi, video call e dirette social sono diventate fondamentali per rimanere in contatto con il proprio pubblico. Le consulenze in azienda si sono trasformate in consulenze online, i seminari in webinar e i corsi di formazione in video lezioni.

La tecnologia nasce per abbattere le distanze, ma molto spesso la utilizziamo nel modo sbagliato. Questo è il tempo di cogliere le sue reali potenzialità e sfruttarle al massimo, nel migliore dei modi.

Condividi con il tuo pubblico le tue competenze, le tue risorse, mettici la faccia e dialoga con loro attraverso i tuoi canali social.

Ripensa i tuoi servizi in modo che siano funzionali alla situazione: in questi mesi, se sei in grado di farlo, potresti mettere a disposizione delle prove gratuite dei tuoi prodotti, delle offerte pensate per i tuoi clienti o fornire dei servizi aggiuntivi per aiutare persone e clienti in crisi.

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Una strategia di comunicazione interna per ripartire

Prima di rivolgerti al tuo pubblico, potrebbe essere una buona idea quella di progettare una nuova strategia di comunicazione interna. Se all’esterno è cambiato e sta cambiando qualcosa, prima di tutto quel qualcosa si è modificato all’interno della tua azienda. Comunica ai tuoi dipendenti cosa è diverso dal passato, solo in questo modo riuscirai a comunicare la situazione in maniera ottimale anche al tuo pubblico.

In che modo procedere? Organizzare riunioni con i tuoi dipendenti è un modo per informarli della situazione e parlare con loro “faccia a faccia”, rispondendo alle loro domande o ponendo soluzioni ai loro problemi. Individuare le criticità che la situazione di emergenza ha fatto sorgere all’interno della tua azienda è un ottimo punto di partenza. Purtroppo, nel peggiore dei casi sarai costretto a dover dare delle cattive notizie al tuo team: cerca di essere sincero e di prevedere un margine di ripresa.

Umanizza il tuo brand in ottica di ripartenza

Questo è un consiglio utile in ogni caso. Umanizzare un brand può rivelarsi davvero una scelta intelligente per abbattere quelle distanze che, in molti casi, si creano tra azienda e clienti. Soprattutto adesso, non devi mostrarti invincibile. Anche perché rischieresti di risultare agli occhi del tuo pubblico tutt’altro che onesto e sincero e questo è sempre un male per la tua impresa.

Onestà, sincerità, chiarezza e umanizzazione sono valori fondamentali per costruire una community attiva e coinvolta.

Navigare in un mare di incertezza può essere davvero una situazione difficile da affrontare, anche per le aziende più solide. Eppure mantenendo un contatto diretto con clienti e dipendenti, cercando di essere più onesto possibile con loro ed essendo aperto al cambiamento e alla riorganizzazione riuscirai sicuramente a farcela!

starbucks social media

Anche Starbucks dice stop alla pubblicità sui social media

  • La campagna “Stop Hate For Profit” rivolta in particolare a Facebook e alle sue politiche sui discorsi di odio chiede un boicottaggio della pubblicità sulla piattaforma per il mese di luglio.
  • Starbucks non aderisce a questa campagna e la pausa pubblicitaria sui social media non includerà YouTube.

 

Starbucks è l’ultima grande azienda a fermare gli investimenti pubblicitari sui social media.

Si aggiungerà alla crescente lista di società che mettono in pausa la pubblicità sulle piattaforme dei social media, ha detto l’azienda in un post sul blog domenica. Il gigante del caffè dice di essere “contro gli hate speech” e crede che “sia i leader aziendali che i responsabili politici devono unirsi per influenzare il cambiamento reale”.

starbucks boycott social media

La scelta di Starbucks di unirsi al boicottaggio

“Metteremo in pausa la pubblicità su tutte le piattaforme di social media mentre continuiamo a discutere internamente, con i nostri media partner e con le organizzazioni per i diritti civili nel tentativo di fermare la diffusione dei discorsi d’odio”, afferma il post del blog, intitolato “Creating Welcoming and Inclusive Online Communities” (Creare community online accoglienti e inclusive).

Secondo un portavoce di Starbucks, la pausa pubblicitaria sui social media dell’azienda non includerà YouTube, e mentre Starbucks continuerà a postare sui social media, non farà promozioni a pagamento.

Starbucks, inoltre, non aderirà ufficialmente alla campagna “Stop Hate For Profit” organizzata dalla Anti-Defamation League, dalla NAACP e da altre organizzazioni di giustizia sociale.

La campagna è rivolta in particolare a Facebook e alle sue politiche di moderazione sulle minacce violente, la disinformazione e i discorsi di odio, e chiede un boicottaggio della pubblicità sulla piattaforma per il mese di luglio.

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Stop hate for profit

Unilever, Verizon, The North Face, Patagonia, Ben & Jerry’s, Magnolia Pictures, Honda e Hershey hanno aderito alla campagna Stop Hate for Profit.

Coca-Cola Company ha fatto un ulteriore passo avanti e ha annunciato venerdì la sospensione di tutta la pubblicità digitale su tutte le piattaforme di social media a livello globale a partire dal 1° luglio.

starbucks boycott social media

E anche la multinazionale delle bevande Diageo ha preso un impegno simile.

Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha annunciato una serie di cambiamenti la scorsa settimana che non erano direttamente in risposta al boicottaggio degli inserzionisti, che rispondono ad alcune delle critiche alle politiche dell’azienda. Facebook è l’acronimo di dare voce alle persone, e questo significa soprattutto per le persone che in precedenza non hanno avuto la stessa voce, o il potere di condividere le proprie esperienze”, ha detto Zuckerberg. “È davvero importante che le nostre piattaforme siano all’altezza di questi principi”.

week in social

Week in Social: da TikTok for Business alle novità per gli inserzionisti su Instagram

Anche questa settimana non potevamo lasciarvi a digiuno del nostro consueto recap dal mondo dei social media. Come ogni fine settimana, ecco la tanto attesa Week in Social!

Le Stories su LinkedIn

LinkedIn estende il rilascio delle sue Stories all’Australia. La nuova funzione verticale di aggiornamento temporaneo dello stato, sarà presto disponibile per nuovi utenti dopo Brasile, Paesi Bassi ed Emirati Arabi Uniti.

E dopo i Fleets di Twitter non vediamo l’ora di provare anche queste.

Stories su LinkedIn

Tante nuove opzioni (e test) per Twitter

Twitter testa una opzione ‘in evidenza’ per i direct message. Si tratterebbe di una funzione simile a quella dei messaggi di Instagram per gli account dei creator.

Tra le novità sul social dell’uccellino anche la ricerca per liste.

Gli utenti hanno ora un modo in più per cercare argomenti rilevanti da seguire, mentre il social si trasforma in piattaforma in cui il follow è legato al topic e non all’account.

Intanto Trump resta osservato speciale su Twitter. Ancora una volta il social è stato costretto a etichettare con un avvertimento uno dei tweet del presidente degli Stati Uniti, per aver violato i termini contro i comportamenti non consentiti.

Nel frattempo Twitter sta anche migliorando la reattività dell’algoritmo e sta testando alcune nuove opzioni di presentazione degli ads.

Mondo Google

YouTube testa nuovi ads per prodotti acquistabili.

Per aiutare marketer e aziende a capitalizzare rapidamente, la piattaforma metterà a disposizione una nuova tipologia di annuncio che consente di puntare direttamente ai prodotti del proprio store online.

Arriva anche nuova app in stile Pinterest per Google. Si chiama Keen e permette di condividere interessi e cercare idee e prodotti. Un modo per sottrarre pubblico a quello che sta diventando uno scomodo competitor nelle ricerche online.

keen google

Facebook e Microsoft

Microsoft ha chiuso Mixer e ora punta su Facebook Gaming.

Il colosso dei computer ha annunciato che chiuderà la sua piattaforma di gioco e fonderà gli utenti esistenti con quelli sul servizio del social network.

Universo Facebook

Novità per gli inserzionisti su Instagram. La piattaforma infatti permetterà di creare annunci senza doversi collegare a una pagina Facebook. Una bella novità soprattutto per i social media manager!

Il social visuale sta anche aggiornando i requisiti per le opzioni ‘Shopping’. La piattaforma ha pubblicato una nuova policy per aziende e creator che desiderano utilizzare i suoi strumenti di vendita. Entrerà in vigore il 9 luglio.

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instagram stories come usarle

Aggiornamenti per il live streaming su Facebook: il social sta lanciando alcune novità per la sua piattaforma Live Producer. Tra gli update ci sono le grafiche in sovraimpressione e i commenti durante la trasmissione.

Infine, WhatsApp testa gli adesivi animati nelle chat. Si tratta di un altro elemento che si aggiunge al piano di integrazione della messaggistica di Facebook.

WhatsApp

TikTok pensa alle aziende

Sì, ve lo abbiamo già raccontato qualche giorno fa: TikTok ha lanciato TikTok for Business, la sua nuova piattaforma globale destinata a ospitare le soluzioni di marketing per i brand.

Già online, è possibile trovare ispirazioni creative, conoscere i formati di annunci disponibili e seguire le ultime notizie.

tiktokfor business

La piattaforma dei video brevi ha anche aggiunto nuove funzionalità per il mese del pride.

Per supportare la comunità LGBTQ+ anche una serie di annunci arcobaleno.